Qitaden1i di Buddhismo 7

I nostri abbonati 2.

Il non-attaccamento 3

E' scQmparso un pioniere 4

Zazen . 5

Nagarjuna 8 " Le domande di re Milinda 11

Il Buddhismo del Tibet 12

Intervista a Goenka 15

Il 17

Dai ai 18

Il 19

L'incubo di un iniziando 22

Dibattito sulle Iniziazioni 24

Zen e Cristianesimo 25

Buddha all'Università 27

La vita di Issa . 28

L'Universo in pittura 30

Recensioni 31

Il maestro difficile 35

Iniziative 37

Glossario 39

Anno II - TRIMESTRALE (Luglio-Sett. '83) Spedizione Abb. Postale - Gruppo IV (70%) I nostri abbonati

Sono di moda le analisi sociologiche: seguiamo questa moda, senza pretese scientifiche, ma solo per segnalare alcune caratteristiche del pic­ colo mondo dei nostri abbonati, con riferimento a fine maggio. La loro distribuzione geografica è alquanto disuguale; sono concen­ trati per il 45% in tre città: Milano, Roma, Torino. L'insieme delle regioni meridionali ed insulari - con Napoli, Bari, Palermo, l'Abruz­ zo, ecc. - conta appena 46 abbonati, pari al 7% del totale. Ma non esiste provincia italiana senza abbonati, anche se talora si tratta di poche persone in piccoli centri. Sono presenti tutti i ceti e tutte le età: insegnanti, professionisti, studenti, impiegati, artigiani, operai, casalinghe, industriali, disoccupati, agricoltori, commercianti, ecc.; numerose sono le donne, soprattutto giovani e tutte, così ci piace immaginarle, carine e simpatiche, di qua- . lunque età. Ma questi abbonati sono tutti buddhisti? Bisognerebbe prima chia­ rire cosa deve intendersi per buddhista e Io faremo prossimamente. Teniamo presente intanto che sono abbonati a PARAMITA persone di ogni fede o senza fede: teosofi, cultori di yoga, nostalgici del '68, eredi di E vola, cattolici praticanti (e anche sacerdoti), laici, israeliti, prote­ stanti, miscredenti, monaci buddhisti, antroposofi, acquariani, marxisti, liberali, ecc. Nonostante tanta diversità, possiamo dire che la loro maggioranza pratica il , conciliandolo serenamente con le pro­ prie particolari convinzioni. PARAMITA non si propone conversioni o proselitismi. E' caratteri­ stico della dottrina buddhista l'assenza di dogmatiche o ideologismi. Insigni maestri del Dharma hanno ripetuto che, praticando il Buddhi­ smo, ogni persona (cristiana, laica, induista, marxista, teosofa, ecc.) può diventare migliore:" un migliore cristiano, un migliore cittadino, una migliore madre, un migliore insegnante, ecc. In che senso? Nel senso che potrà vivere e praticare il proprio impegno spirituale, sociale e familiare con più consapevolezza, con più altruismo, con più serenità e sponta­ neità, libero da illusioni, pretese e pregiudizi. Sarebbe dunque fuori posto rifiutare PARAMITA o non frequenta­ re centri di Dharma perché « non si è buddhisti » e non si vuole diven­ tarlo. Nessuno lo chiede e non c'è bisogno di «conversioni » per trarre da questi quaderni, attraverso gli insegnamenti che vi sono raccolti e proposti, qualche incoraggiamento e qualche orientamento per vivere meglio, qui ed ora, la propria esistenza.

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2 Il non attaccamento

L'origine dello stato di sofferenza nel l'orecchio con i suoni, del naso con gli odo­ quale l'uomo si trova a vivere, secondo la ri, della lingua con i sapori, del corpo con Seconda Nobile Verità insegnata dal Bud­ gli oggetti tangibili e dell'organo mentale, dha, va ricercata nella sete (tanha), nell'at­ il manas (che costituisce il sesto senso se­ taccamento al mondo, in quell'ardente de­ condo i Buddhisti) con gli oggetti mentali: siderio che, manifestandosi in diversi mo­ pensieri ed idee. di, dà origine a tutte le forme di sofferen­ Questo organo mentale non va inteso za ed alla continuità degli esseri. però come lo « spirito » dell'uomo opposto Questa sete, causa palpabile ed immedia­ alla materia (un dualismo di questo genere ta dell'apparizione della sofferenza, non non è presente nel Buddhismo),. ma solo comprende solamente il desiderio e l'attac­ come una facoltà o un organo di senso camento ai piaceri dei sensi, alla ricchezza, simile all'occhio o all'oret:chio, che può alla potenza, ma anche l'attaccamento alle essere utilizzato e controllato dall'uomo. La idee, ideali ed opinioni, teorie e credenze. differenza tra l'occhio e la mente è solo Secondo il Buddha tutti i mali, i conflitti questa, che il primo percepisce il mondo dei che scoppiano nel mondo, dalle più piccole colori e delle forme visibili, .mentre il se­ questioni personali fino alle grandi guerre, condo percepisce il mondo delle idee, dei hanno la loro origine nella sete. pensieri, che sono appunto oggetti mentali. Questo desiderio, che ci brucia dentro, Ogni organo di senso ha un suo campo di ci stringe ad attaccarci sempre più alle « co­ azione specifico, non possiamo vedere con se » del mondo facendoci perdere di vista il naso né sentire con l'occhio. Con i nostri la vera realtà di esse, una realtà in diveni­ cinque organi fisici sperimentiamo il mondo re, legata alla dissoluzione. La sete riallac­ delle forme visibili, dei suoni, degli odori, cia continuamente l'uomo al e lo samsara dei sapori e degli oggetti corporei, ma que­ trascina c0n il suo continuo essere inappa­ sti costituiscono solo una parte del mondo, gato a rinnovare il dolore: per la sete, l'uo­ non la totalità. E le idee, i pensieri? Anche mo compie continuamente un'affannosa ri­ terca, che mai viene coronata da successo. questi fanno parte del mondo, in quanto c'è Tutto ciò che nasce, dice il Buddha, è una stretta connessione tra ciò che proviamo destinato a dissolversi, ma l'uomo si affan­ e ciò che pensiamo; a determinate impres­ na ad attaccarsi alle sue sensazioni, alle sioni sensibili corrispondono determinate sue idee che gli sono causa di tumulto, che idee. I pensieri e le idee, che ci derivano gli arrovellano il pensiero continuamente, dall'esperienza, non potendo essere perce­ senza permettergli una visione serena e di­ piti dall'occhio, dall'orecchio, ecc., si av­ staccata del mondo. valgono di un loro organo specifico: la Queste sensazioni, che noi proviamo dal mente. contatto degli organi fisici e dell'organo Nel « Discorso sul fuoco » tratto dal mentale con determinati oggetti del mondo Samyutta Nikaya (XXXV, 28) il Buddha esterno, possono essere piacevoli, spiacevoli ci insegna che tutte le nostre sensazioni, sia o neutre, ma ci coinvolgono sempre. Esse fisiche che mentali, sono legate alle pas­ sono di sei tipi: le sensazioni nate dal con­ sioni che ci spingono ad attaccarci ad esse, tatto dell'occhio con le forme visibili, del- come se potessero avere una eterna durata.

3 Per liberarci dal samsara, ci si deve innanzi passioni svaniranno e si sarà liberi dalla tutto liberare da queste passioni brucianti, sete bruciante che ci vuol far attaccare a comprendendone la natura transitoria e vi­ delle cose destinate a cambiare e morire e vendo le sensazioni con sereno distacco, con per questo già cariche di dolore al loro mente tranquilla e imperturbata. Allora le nascere. ( m.a.f.)

In quella occasione il Beato si trovava a ha udito (il Dharma) comprende questo, Gaya assieme ad un migliaio di monaci. Al­ egli prova distacco per l'occhio, prova di­ lora in questo modo si rivolse ai monaci: stacco per le forme visibili, prova distacco « Monaci, tutto brucia. E che cosa è que­ per la coscienza visiva, prova distacco per sto tutto che brucia? il contatto visivo ed anche per ciò· che è L'occhio brucia, le forme materiali bru­ sentito come piacevole o doloroso o né pia· ciano, la coscienza visiva brucia, il contatto cevole e né dqloroso e che ha il contatto visivo brucia ed anche tutto ciò che è sen­ visivo come indispensabile condizione per il tito come piacevole o doloroso o né piace­ suo nascere, anche per questo prova di­ vole né doloroso e che ha il contatto visivo stacco. come indispensabile condizione per il suo Egli prova distacco per l'orecchio, per i nascere, anche questo brucia. Brucia a cau­ sùoni... egli prova distacco per il naso, per sa di che cosa? Brucia a causa del fuoco gli odQri... egli prova distacco per la lin· deUti concuprlscenza, a causa del fuoco del­ gua, per i sapori... egli prova distacco per l'odio, a causa del fuoco della delusione; il corpo, per gli oggetti tangibili ... ed lo dicQ che brucia a causa del nascere, Egli prova distacco per la mente, prova invecchiare e morire, accompagnato da do­ distacco per le idee, prova distacco per lori, lamenti, sofferenze, affiizioni e dispera· la coscienza mentale, prova distacco per il zione. contatto mentale ed anche per ciò che è L'orecchio brucia, i suoni bruciano ... H sentitQ come piacevole o doloroso o né pia· naso brucia, gli odori bruciano... la lingua cevole e né doloroso e che ha il contatto brucia, i sapori brucianq... il corpo brucia, mentale come indispensabile condizione per gli oggetti tangibili bruciano ... il suo nascere, anche per questo prova di­ La mente brucia, le idee bruciano, la stacco. coscienza mentale brucia, il contatto men· E quando si prova distacco, le passioni tale brucia; anche tutto ciò che è sentito co­ gradatamente scQmpaiono. Con la scompar­ me piacevole o doloroso o come né piace­ sa delle passioni egli è liberato: egli infatti vQle e né doloroso e che ha il contatto comprende. Le nascite sono esaurite, un mentale come indispensabile condìnone per modo di vita santo è stato raggiunto, quello il suo nascere, anche questo brucia. Brucia che poteva essere fatto è stato fatto, oltre a causa di che cosa? Brucia a causa del a questo non c'è altrQ ». fuoco della concupiscenza, a causa del fuo­ co dell'odio, a causa del fuoco della delu­ Questo è ciò che il Beato disse. I monaci sione, ed io dico che brucia a causa del furono felici ed approvarono queste parole. nascere, invecchiare e morire, accompagna­ Durante questo insegnanfento i cuori di to da dolori, lamenti, sofferenze, affiizioni e quel migliaio di monaci furono liberati da disperazione. qgni macchia, attraverso la conquista del Monaci, quando un nobile seguace che non attaccamento.

E' SCOMPARSO UN PIONIERE

Il 13 aprile scorso a Londra un infarto mortale ha colpito Christmas Humphreys all'età di 82 an­ ni. La Comunità buddhista occidentale perde con lui uno dei suoi più qualificati pionieri. Fondatore del· la BuddMst Society, Humphreys ha dedicato l'intera vita al Dharma, che ha studiato e praticato in Oriente e in Europa. E' autore di importanti opere, tra cui, edite in italiano d

4 GUIDA ALLA PRATICA

Zazen

Dopo aver illustrato la meditazione Vipassana, deUa tradizione (P ARAMIT A 5) e la « Purificazione delle Nadi » della tradizione (PARAMITA 6, in questo quaderno dedichiamo la «Guida» alla pratica fonda­ mentale deHo Zen: lo Zazen. Il testo è stato preparato a

ZEN deriva dalla parola cinese CH'AN, derato come il 1° Grande Patriarca d'Occi­ proveniente dal termine sanscrito DHY ANA, dente). che significa «meditazione». L'etimologia Nello SHOBOGENZO, « il Tesoro della della parola già esprime le fasi del lungo V era Legge>» l'opera principale del Mae­ cammino di tale insegnamento, trasmesso stro Dogen, si legge: « Cos'è lo Zazen? E' per millenni da Buddha a Buddha, da Pa­ essere nell'istante stesso, al di là di tutte le triarca a Patriarca, Shakyamuni, Mahaka­ esistenze dell'universo, ottenere la dimen­ syapa, Ananda, ...Nagarj una, ... Bodhidhar­ sione del Buddha e vivere in que{fa di­ ma, Eka, ...Hui Neng, ; ..Dogen. La forma mensione. Zazen è unicamente quc�to; al ·che ha sempre caratterizzato questa tradizio­ di là dei buddhisti e degli anti-buddhisti, è ne è detta I SHIN DEN SHIN «dalla mia penetrare nel più profondo dell'espeiienza alla tua mente », direttamente, al di' là delle del Buddha: Zazen ». paròle, dello studio intellettuale, sia pure Questo linguaggio, molto semplice, riflet­ delle sacre scritture, i sutra te l'essenza stessa dello zen, che è Sf!mpli-' DOGEN ZEN/I (1200-1253), caposcuola cUà. dello Zen giapponese e fondatore del SOTO Per alcuni lo zazen è una medit(lzione, ZEN soleva dire: «Se voi volete veramente un'attitudine del pensiero. Ma zazen non è studiare la Via del Buddha, dovete pene­ un « ismo », né un pensiero, né una medi­ trarlo attraverl6 la Pratica, GYO. La verità tazione come, per ·esempio, nel Sel'/.SO pra­ dello Zen non può essere vissuta che attra­ tico nel cristianesimo· o nell'induismo. Pro­ veros la Pratica e non attraverso i testi ». fessori e filosofi si dedicano al pensiero e ZAZEN è. la pratica · dello Zen, il suo · nessuno pensa di criticare il pensiero in sé. segreto ultimo, il satori. Zazen non è un pensiero né un antipensie­ ZAZEN, o Shi Kan Ta Za, significa « se­ ro, esso è al di là di ogl}.i pensiero, pen­ dersi semplicemente, senza oggetti », senza siero puro, senza auto-cosdenza, in armo­ limitare l'originale libertà della coscienza. ni con la coscienza dell'universo. Dogen Significa il « ritorno alla condizione norma­ cita questa storia del maestro Yakusan. Un le del corpo e della mente », come ripete­ giorno, mentre era in zazen, un giovane mo­ va il Maestro T AISEN DESHIMARU RO­ naco gli domandò: . « Cfie cosa pensate in SHI, colui che portò il seme dell'autentico zazen? ». Egli rispose: «Io penso senza insegnamento Zen in Europa (oggi consi- pensare ». HISHIRYO: dimensione del pen- siero senza coscienza. Questa è l'essenza « Praticare zaren è studiare se stessi, stu­ dello zen, dello zazen. diare se stessi è abbandonare l'ego, abban­ Il pensiero cosciente è senz'altro impor� donare l'ego è fondersi con il cosmo intero ». tante nella vita corrente e non lo si può far Tre sono gli aspetti fondamentali per la scomparire. Ma qualche volta succede che pratica corretta di zazen: la concentrazione si ha l'esperienza di agire senza pensare, sulla posizione, la respirazione, •l'attitudine senza còscienza, senza « io », spontanea­ dello spirito. mente, come per esempio nell'arte. nella Per sedere si utilizza uno ZAFU (tradi­ 4.anza e in tutti quegli atti in cui sono im­ zionale cuscino rotondo e spesso), incro­ �Fcati corpo e spirito. L'azione si compie ciando le gambe nella posizione del loto o spontaneamente prima di ogni gesto co­ del mezzo loto; è essenziale che le ginoçchia sciente. E' azione pura, essenza dello zen. spingano contro il suolo. Il bacino dev'es­ L'esperienza dello zen non è un'espe­ sere spinto in avanti al livello della quinta ri<;mza speciale e misteriosà, una condizione vertebra lombare, in modo che la massa del particolare del corpo e della mente. E' il corpo si porti in avanti alleggerendo la co­ rftorno alle condizioni umane normali. Si lonna vertebrale che deve essere ben dirit­ p�nsa in genere che una religione debba ta, tesa come se si volesse toccare il cielo essere fatta di misteri e di miracoli in op- con la testa e spingere la terra con le ginoc­ . posizione alla scienza. Lo stesso accade per cht'a. Il mento è rientrato, la nuca raddriz­ zazen. Molti pensano che si tratti di trovare zata, il naso sulla verticale dell'ombelico, un'illuminazione, uno stato di spirito parti­ le spalle si lasciano cadere in modo natu­ colare. Zazen non è nulla di tutto questo. rale. La bocca è chiusa, senza contrazioni; Le cerimonie, nelle religioni, risvegliano l'estremità della lingua si appoggia al pala­ emozioni, sentimenti, estasi... Zazen non è to dietro i denti superiori. Gli occhi sono se­ un'estasi, né un risveglio di sentimenti, è michiusi, lo sguardo si posa, senza fissare, ritornare alla pura condizione normale del­ ad un metro davanti a sè, esso è in realtà l'uomo. rivolto all'interno. Non si guarda nulla, an­ Questa condizione non è· riservata ai che se in modo intuitivo è possibile vedere Grandi Maestri e ai santi; è senza misteri tutto. e alla portata di tutti. r,azen è diventare Le mani sono posate sull'addome, con le intimi con se stessi, ritrovgre la propria uni­ palme rivolte verso l'alto, la mano sinistra tà interiore e armonizzarsi con la vita uni­ sulla mano destra. I pollici si congiungono versale. rimanendo orizzontali, con una leggera ten-

Il Presidente dell'Associazione Zen Italia, Fausto Guareschi, quando ha diretto lo Zazen nel tempio della Gendronière (Francia) nell'agosto '82. Al suo fianco, il seggio vuoto di Taisen Deshimaru, che pochi mesi prima aveva lasciato questa esistenza.

6 sione nei loro prolungamenti. Non devono dalla condizione di torpore in cui sono quo­ rivoltarsi Jerso l'alto né cadere, diventan­ tidianamente immersi, la loro attività pro­ do così un punto di riferimento per la c�n: cura una sensazione di benessere, di sereni­ centrazione. Questo MVDRA delle mani e tà, di calma simile ad un sonno profondo, detto « HOKKAI /0 IN », la unione di tut­ pur rimanendo del tutto svegli. Il sistema ti i , il mudra di tutti i fenomeni, di nervoso è disteso, il cervello · « primitivo » tutti i Dharma. in piena attività. Si è ricettivi, attenti, al li­ vello più alto, attraverso tutte le cellule. del corpo. Si pensa attraverso il corpo, incon­ PORTA DEL DHARMA sciamente, senza consumare energia. Non si tratta di voler arrestare i pensieri � la qual cosa sarebbe ancora un pensiero - Assunta la posizione si rimane vigili nel ma di « lasciarli passare », come nuvole nel conservarne la giusta tensione, concentran­ cielo, come dei riflessi sullo specchio, senza dosi sulla propria immobilità. opporvisi o attaccarvisi. In questo modo le Il Maestro Dogen ha scritto nel FU,KAN­ ombre passano e svaniscono. Le imm ini ZAZENGI (testo per la diffusione univer­ q� emergono dal subcosciente per scomparire. sale di zazen): « Lo Zazen di cui parlo Lo stato della mente si calma. Si giunge non è altro che la porta del Dharma, della poco a poco all'incosciente profondo, senza pace, della serenità, della non paura, il ca1!1- pensieri, al di là di ogni pensiero (HISHI­ mino della vera felicità, la pratica realiz­ RYO ), vera purezza. Hishiryo è l'inconscio zazione di un perfetto risveglio. Dall'inizio dello zen. Shiryo è il pensiero Fushiryo, s{ allontana il rilassamento del corpo e del­ « non pensare ». Ma Hishiryo è il pensiero la mente, la distrazione ». assoluto; al di là del pensiero e del non La respirazione mira anzitutto a stabilir � pensiero, aldilà di tutti i problemi della un ritmo lento, potente e naturale e consi­ coscienza personale, la natura originaria, la ste . nel concentrarsi essenzialmente sulla natura di Buddha, il ritorno alla « condi­ espirazione. Quest'ultima deve essere cal­ zione normale ». ma, lunga e profonda, e deve esercitare su­ Allorché la mente si svuota, l'intelletto gli intestini (HARA) una pressione verso il si calma, è tranquillo, in riposo nulle può basso. Non bisogna rientrare l'addome, ma arrestare la corrente della vita pro/f:mda, lasciarlo libero, disteso, in espansione. La intuitiva, illimitata, che scaturisce dal fon­ inspirazione avviene naturalmente, aut m ­ � � do sottile di noi stessi ed è anteriore ad ticamente, spontaneamente. I polmoni ri­ ogni pensiero puro. manendo completamente vuoti si riempio­ no in modo energico. La concentrazione sull'espirazione sviluppa una grande ener­ gia nel tronco, nelle reni e nelle anche. Una respirazione profonda e completa BUDDHISTI non si svolge soltanto nella cassa toracica o sul diaframma, ma coinvolge an<:;he gli PER LA PACE intestini, esercitando così un massaggio po­ tente sugli organi interni ed i diversi punti L'organizzazione buddhÌsta giapponese Soka del corpo. Attraverso la. pratica di zazen Gakkai ha tenuto nelle scorse .settimane un festi­ questa espirazione a poco a poco diventa val per la pace, nei pressi di Tokyo, alla presenza abituale nella nostra vita corrente e durante di circa 40.000 aderenti. Inoltre il Soka Gakkai il sonno. fa azione permanente di sensibilizzazione della . opiniOne pubblica sui pericoli di- una guerra nu. L'attitudine dello spirito proviene in mo­ ·

cleare. . do naturale da una profonda concentrazio- · Negli Stati Uniti e precisamente a New York ne. sulla posizione e sulla respirazione. un folto gruppo di esuli tibetani, accompagnati La corteccia cerebrale si riposa ed i.f flus­ da amici occidentali, ha partecipato ad una im­ so· cosciente dei pensieri si arresta, in mo­ ponente marcia per la pçzce, inalberando cartelli do che il sangue affluisca verso gli strati pro­ per chiedere che il governç cinese mantenga il fondi. Meglio alimentati, essi si risvegliano Tibet fuori da ogni esperi"lento nucleare.

7 MAESTRI ANTICHI

Nagarjuna

Il Maestro che presentiamo è la figura più importante del Buddhismo o del Grande Veicolo, predominante in Cina, Giappone, Tibet e Nepal. Il testo è del nostro collaboratore Franco Fiorentino, che, per quanto riguarda l'esposizione dottrinale, ha utilizzato l'introduzione alla propria tesi, con cui si è laureato l'anno scorso all'Università di Pisa.. Ci auguriamo che altri studenti scelgano tesi di laurea sul Buddhismo, che PARAMlT A sarà lieta di pubblicare in estratto. Tra le opere principali di Nagarjuna ricordiamo: « Le stanze del Cammino di Mezzo » (tradotte in italiano da Raniero Gnoli per le edizioni Boringhieri); le «Settanta strofe sulla vacuità»; le «Sessanta argomentazioni»; «La stermin;itrice dei dissensi»; «La preziosa Ghirlanda» (edito in italiano da Astrolabio, con coinmento del XIV Da/ai ); « Le Quattro Laudi», opera che svela il Nagarjuna poeta e mistico.

Nagarjuna, il propagatore della filosofia di quarantamila monaci, gli si avv1cmano Madhyamika, nasce nel Sud dell'India, in due esseri strani dall'aspetto umano fino ai quella zona che ora prende il nome di fianchi e di serpente da lì in giù. Dichiarano }\nclhra· Pradesh, verso il primo secolo d.C. di essere. dei Naga e invitano Nagarjuna a visitare il loro regno, dove sarebbero cu­ .·. • Secondo leggende tibetane, quando na­ sce, un vecchio saggio ne intuisce le doti stoditi i testi dei Buddha del passato e del­ straordinarie, ma vede anche che è destina­ lo stesso Buddha Sakyamuni, opere sottrat­ to a brevissima vita; alla disperazione dei te all'umanità e messe al sicuro nel periodo familiari, il vecchio risponde prescrivendo di oscurità dottrinale. Nagarjuna espone ai lunghi riti e sacrifici a &fahma (Nagarjuna Naga i propri insegnamenti e in cam­ è di famiglia brahmanka)t Tutto questo ser­ bio riceve da loro il Sutra suHa Perfezione della Sapienza. ve .a prolungare la vita di.. Nagarjuna fino a Alcuni studiosi ritengono che questi Na­ sette anni, quando i genitori, non volendo ga sarebbero stati non proprio delle semidi­ assistere al dolore di quella perdita, allonta­ vinità metà serpi e metà uomini, ma una nano il figlio, mandandolo verso il Nord setta di yogi, chiamati appunto Naga, che dell'India. vuol dire serpenti, ma anche « spogliati »; E' così che Nagarjuna arriva a Nalanda. un nome, insomma, per indicare dei grandi Qui incontra il grande '9rahmano Sarah, yogi. maestro di tantra e poeta,. che, messo al cor­ Il ritorno dal regno dei Naga segna la rente del triste· destino éUi Nagarjuna è vo­ seconda comparsa di Nagarjuna a Nalanda tato, si prende cura di lui; lo consiglia di ri­ e l'ililizio della sua seconda proclamazione nunciare al mondo e dedicarsi alla vita mo­ della Dottrina. Attraverso lo studio della nastica, di recitare molte volte il mahtra di Perfezione · della Sapienza, chiarisce l'espo­ Amitayus, il Buddha della medicina e del­ sizione · del vuoto (sunyata), indicando nel­ la lunga vita, scongiurando così il destino · la vacuità il modo fondamentale di esisten­ di morte. za di tutti i fenomeni. In Oriente, r�altà e leggenda sono spes­ Il terzo periodo della sua vita corrispon­ so intrecciate ed è impresa ardua volerle de lii ritorno nel Sud dell'India, dove strin­ separare, specialmente per fare chiarezza ge una forte amicizia con il sovrano Gauta­ nella vita di un sapiente, logico e mistico miputra Satavahana. E' a questo re che Na­ a un tempo. garjuna dedica la sua « Lettera amichevo­ Un giorno che Nagarjuna è intento a le » e la « Preziosa Ghirlanda di Consigli proclamare la Dottrina davanti a una folla per il Sovrano ».

8 Ma questo sovrano sarebbe legato a Na­ di sei secoli .Per la tradizione tibetana è garjuna da uno strano rapporto karmico: fuori da ogni dubbio che l'autore deHe cioè la durata della sua vita coinciderebbe « Stanze del Cammino di Mezzo » è lo stes­ con quella di Nagarjuna. Il figlio del re so delle opere tantriche e alchemiche. ritenendo che Nagarjuna abbia il potere di Lasciando da parte queste controversie, allungare la propria vita, dispera di poter possiamo senz'altro affermare che Nagarju­ un giorno succedere al padre nel trono; na, con la teoria della vacuità, ha creato le perciò la madre e gli amici del principe si basi per lo sviluppo del sistema tantrico recano da Nagarjuna e lo pregano di voler (della metodologia tantrica). morire. Nagarjuna accetta e, portando la La metodologia tantrica usa due sistemi mente sulle sue vite passate, si ricorda di fondamentali; il primo parte dal presuppo­ aver tagliato, una volta, il dorso di un ver­ sto che ogni cosa può essere trasformata. me con uno stelo di erba Kusa: quindi in­ Come l'alchimista da elementi vili ricava vita il principe a recidergli la testa con la metalli preziosi, così il tantrika può tra­ stessa erba. sformare le energie negative in positive. Molto si è discusso e si continua a di­ Come può avvenire questa trasformazione? scutere sulla data della sua nascita, sulla Per il fatto di essere privo di natura pro­ durata della vita, sulla possibilità che vj sia­ pria e quindi vuoto, ogni fenomeno ha in no stati più di un Nagarjuna. Oggi, in Occi­ se la caratte11istica della trasformazione. In dente, c'è chi pensa a cinque Nagarjuna: questo senso la filosofia della vacuità è indi­ due madhyamika, un medico, un alchimi­ spensabile per lo sviluppo della metodologia sta, un tantrico, vissuti nell'arco di tempo tantrica.

Il filosofo indiano Nagar;una, in una stampa tibetana: tiene le mani nella mudra dell'insegnamento; i serpenti naga lo riparano dal sole e una abitatrice del loro regno sottomarino gli offre la conchiglia, simbolo di santità. Lo specchio ai suoi piedi simboleggia la wggezza che libera dalle illusioni.

9 Senza dubbio il pensiero di Nagarjuna quella assoluta. Allo scopo di conciliare gli ha rivoluzionato il Buddhismo. E' stata la uomini e le loro convenzioni, vengono affer-, figura centrale per lo sviluppo della dot­ mati l'esistenza e l'efficacia di tutti i feno­ trina Mahayana ed è considerato ancora meni (dharma). Questo è ciò che viene oggi dal Buddhismo Tibetano, Cinese, Giap­ chiamata la verità convenzionale (samvriti ponese, dalle scuole Zen, come il patriarca ). Per evidenziare la natura illusoria e della scuola del Grande Veicolo, il Bud­ vuota di tutti gli esseri e la realtà della tra­ dhismo del Nord, l'esponente principale del­ scendenza assoluta, viene affermata la ve­ la filosofia madhyamika o· della « via di rità ultima (paramartha satya). mezzo » equidistante dagli estremi del ma­ Con questo sistema delle due verità, i ' terialismo e del nihilismo. problemi dell'essere e del nc:Ìn essere, del Per il Buddha, come per Nagarjuna, la finito e dell'infinito, e così via, sono risolti. ignoranza è alla base dell'errare umano in Quando il Buddha dice che esistono uomi­ stati di esistenza colmi di dolore. In cosa ni e dei, che esistono samsara e , consiste questa ignoranza? L'essere umano che esistono le quattro Nobili Verità, che (ma il Buddhismo coinvolge tutti gli esserJ un fiume è un fiume e che un albero è un senzienti) è costantemente immerso in uno albero, egli parla dal punto di vista della . statb di obnubilamento della cos�ienza, una verità relativa. Quando dice che cielo e ter­ sortft di illusione, che impedisce di ricono­ ra non hanno esistenza propria, cioè non scei;e la natura reale di se stessi e dei feno­ sono un per sè, che samsara e nirvana sono meni in genere. L'aggrapparsi a schemi in­ la stessa cosa, egli parla dal punto di vista terpretativi dovuti alle esperienze passate, della verità assdluta. positive e negative, porta l'uomo a sentirsi Per Nagarjuna, l'insegnamento del Bud­ dotato di un « io » concreto e realmente esi­ dha si svolge in base a queste due verità. stente, (è quel che comunemente si chiama « Coloro che non discernono la differenza «il carattere »). Dal senso dell'« io » nasce tra queste due verità, non discernono la il senso del .« mio » e l'aggrapparsi all'esi­ realtà profonda insita nella dottrina degli stenza come a qualcosa di veramente esi­ Svegliati ». stente e a sè stante. In altri termini, Nagarjuna non nega Come i1l Buddha indica nel suo « ottupli­ alla relatività dei fenomeni una certa esi­ ce sentiero » una « retta visione » con cui stenza; anzi dichiara che « la realtà assdluta vivere e sperimentare il mondo, così Na­ non può essere insegnata senza prima ap­ garjuna espone nella « profonda visione di poggiarsi sull'ordine pratico delle cose ». mezzo », la sua concezione della realtà. Ciò che egli critica è quella sostanzialità o La visione di mezzo è l'intelligenza che esistenza a sé stante, che si crede di co­ intuiscè la vacuità o il vero stato di esi­ gliere nei fenomeni. stenza di tutto ciò che è. Questa vacuità Per Nagarjuna, inoltre, la realtà p{iò es- non è il nulla che molti studiosi hanno cer­ . sere appresa soltanto attraverso una intui­ cato di intravedere. Nagarjuna, come anche zione che trascende le categorie del · pen­ il Buddha, si rifiuta di considerare la real­ siero discorsivo e dei concetti. Pure, egli tà in termini di esistenza o non esistenza, usa i sistemi concettuali per criticare le piuttosto vede nella relatività o nella inter­ teorie opposte e per dimostrare la validità dipendenza dei fenomeni il loro reale modo logica della propria dottrina. Ma per Na­ di essere. garjuna anche le parole, il linguaggio, i Per capire il significato della sunyata (o concetti, sono privi di una natura propria. vacuità), è importante considerare l'uso del­ Egli li usa come si può usare una zattera le due verità a cui Nagarjuna ricorre. Tut­ per attraversare un fiume, e poi si abban­ te le religioni si trovano ad affrontare il dona. Nell'opera intitolata «La Stermina­ medesimo problema: conciliare il finito con tricé dei Dissensi » dichiara: « Io non nego l'infinito, Dio con l'uomo. nulla, né c'è cosa alcuna da negare. E per­ Per risolvere questo problemma la filoso­ ciò quando dici "neghi", mi calunni in reai­ fia Madhyamica di Nagarjuna ricorre al tà senza fondamento ». sistema delle due Verità: quella relativa e Franco Fiorentino

10 Le domande di re Milinda

Il Milindapanha, I dialoghi del re Milinda, di cui pubblichiamo due estratti, e un 'opera buddhista della tr:iadizione theravada, composta nel primo secolo d.C. circa 'lell'India del Nord, i cui primi ire libri - dei sette che costituiscono il testo - sono stati tradotti per la prima volta in italiano direttamente dal dalla nostra collaboratrice Maria Angela Falà (Edizione Ubaldinii, pp. 100, Lire 8.000). I protagonisti dell'opera sono il monaco buddhista , portavoce della dottrina buddhista così come essa era sviluppata al tempo della composi­ zione del libro, e il re Milinda, identi

·Un tema comune sta alla base di que­ correre in breve tempo distanze incalcola­ sti due brevi estratti che pubblichiamo, os­ bili. Il monaco Nagasena pone ·l'accento sia la differente funzione del citta, (general­ sulla capacità del pensiero di un uomo qua­ mente tradotto come mente o pensiero) e lunque di muoversi rapidamente da un con­ della , (consapevolezza oppure memo­ cetto ali'altro, di ricordarsi velocemente· di ria). Il concetto di sati è estremamente in­ un dato avvenim�nto, di cui ha fatto espe­ teressante nella psicologia buddhista per rienza. Ancor più veloce e potente sarà questa sua doppia valenza. La memoria na­ pertanto la mente di un yogi, che attraverso sce, secondo il pensiero buddhista, a poste­ un continuo sforzo personale e l'utilizzazio­ riori, in seguito ad una esperienza o ad un ne di varie pratiche sia riuscito a· padro­ insegnamento impartito dall'esterno. Quan­ neggiare il proprio pensiero e a guardarlo do un'azione viene compiuta, c'è solo il con consapevolezza. citta, la mente che guida nell'atto ma non Il mondo di Brahma qui menzionato è il c'è ancora la sati, dice Nagasena, che inve­ luogo in cui questa divinità vive ed è con­ ce sorge in conseguenza di questa azione siderato dai buddhisti come un luogo reale, c,ompiuta e che deve essere sviluppata attra­ tale e quale la terra in cui vive l'uomo e la verso una continua pratica. La sati però cui distanza, seppure norme, è misurabile intesa come consapevolezza è uno degli in yojana (un'antica misura lineare indiana stati mentali favorevoli, che devono essere . 1,5). sempre presenti quando compiamo un'azio­ equivalente a circa Km L'Alasanda no e che ci aiutano ad abbandonare il sam­ in cui è nato M ilinda è stata identificata sara. con un'Alessandria fondata nel Caucaso da Nel secondo passo scelto il tema centrale Alessandro Magno . nella sua marcia verso è la capacità del pensiero umano di . per- l'Indo. (M.A.F.)

10. - Il re dice: «Venerando Nagasena, gasena, uno ricorda con il pensiero (citta) in che modo uno ricorda ciò che ha fatto e non con la memoria (sati) ». « Gran re, tempo fa, nel passato? ». « Con la memo­ hai mai avuto esperienza personale di al­ ria (sati), gran re ». «Ma, venerando Na- cuni affari da te fatti ma che hai dimenti-

11 cato? ». « Si, signore». « Forse che a quel piegato oppure ripiegare il suo braccio ste· tempo, gran re, eri senza pensiero? ». « No, so, un monaco che ha poteri psichici e ha signore, ma a quel tempo non c'era la me­ ottenuto il controllo della mente, può spa- · moria ». «Allora, gran re, come puoi dire rire dall'India e manifestarsi nel mondo di che uno ricorda per mezzo del pensiero e Brahma. Questo non possono crederlo, dav­ non della memoria? ». « Sei avveduto, ve­ vero andrà per tante centinaia di yojanà nerando Nagasena ». assai rapidamente ». Il monaco dice: «Do• - 4. - Il re dice: «Venerando Nagasena, ve sei nato, gran re? ». « C'è una regione quanto dista da qui il mondo di Brahma? ». chiamata Alasanda, là sono nato, signore ». « Lontano . da qui, gran re, è il mondo di « Gran re, quanto dista da qui la regione Brahma. Se una roccia grande come una di Alasanda? ». «Circa duecento yojana, casa (con pinnacoli) cadesse da lì e caden­ signore ». « Non hai, gran re, esperienza do giorno e notte per quarantottomila yo­ personale di un qualcosa che hai fatto là jana, essa si fermerebbe sulla terra dopo e di cui ti ricordi? ». «Si, signore, mi ri­ quattro mesi ». «Venerando Nagasena, voi cordo ». « Velocemente, gran re, hai per­ dite così: - Nello stesso tempo in cui un corso la distanza di duecento yojana! ». uomo forte può distendere il suo braccio ri- « Sei avveduto, venerando Nagasena ».

Il Buddhismo del Tibet

Nell'VIII .sec. d.C. il re Tri-song De-Tsen no Indiano. Il possesso delle carovaniere (755-797), invitando in Tibet il maestro in: aveva come conseguenza il controllo dei diano Santaraksita, diede praticamente ini­ traffici di seta e di spezie (e dell'oro con zio alla conversione del suo popolo alla le quali veniva scambiato). dottrina del Buddha. Varie circostanze con­ Il re Tri-song De-Tsen, dopo aver sconfit­ dussero a questo evento. L'unificazione del to la Cina ed essersi assicurato l'appoggio Tibet sotto una forte monarchia portò al­ dei Turchi ad occidente, nell'VIII sec. era l'indebolimento della classe nobiliare terrie­ il sovrano più potente del!'Asi a Centrale. ra legata alla religione locale animistica(Bon) Il suo prestigio per imporsi sui paesi e alla necessità da parte del re di avere un occupati doveva basarsi su ben altro che appoggio culturale di nuovo tipo, di ampio su una classe sacerdotale sciamanica come respiro e prestigio internazionale. Il Bud­ era quella indigena del Tibet; quindi il suo dhismo in quei secoli rispondeva nel miglior interesse si incentrò sul Buddhismo, che modo a questi requisti; In Cina l'impero dei del resto aveva già fatto sporadiche appari­ T'ang era di forte ispirazione buddhista, in zioni nel paese. India le dinastie del nord erano anch'esse L'opposizione del Bon fu strenua, tanto buddhiste, come del resto le Città-oasi del­ che il monaco buddhista Santaraksita do­ !'Asia Centrale. Quindi tutti i principali re­ vette far chiamare dal re il grande tauma­ gni confi,nanti con il Tibet avevano una turgo . Questi, esperto nel cultura fortemente impregnata di Buddhi­ Buddhismo Vajrayana, era senz'altro più smo. adatto del grande logico Santaraksita a Il Tibet dal re Song-tsen Gampo (569- convincere il popolo tibetano ad abbraccia­ 650) in poi aveva iniziato ad intervenire nei re la nuova fede. complicati giochi politici e militari che ave­ E' interessante notare il modo con il qua­ vano come obiettivo la conquista delle vie le Padmasambhava riuscì nell'impresa. Gli carovaniere dell'Asia Centrale, che potrem­ storici tibetani, dalla cui fonte unicamente mo paragonare per importanza strategica dipendiamo, ci raccontano della resistenza ed economica alle moderne vie del petrolio opposta dalle divinità locali durante la co- - che si snodano nel Mar Arabico e nell'Ocea- struzione del monastero buddhista di Samye.

12 Guru Rimpoce (nome con il quale è cono- priamente buddhisti. Quindi è improprio . sciuto Padmasambhava in Tibet), con la affermare che il Buddhismo assumeva le sua potentissima arte magica, non uccise o nuove divinità, in quanto dell'antico culto scacciò le divinità locali bon, ma semplice­ non restava praticamente nulla: la divinità mente le sottomise e in cambio della prote­ concedeva benefici terreni, ma il suo sco­ zione che avrebbero acèordato alla nuova po principale e profondo era di difendere religione, i devoti buddhisti si sarebbero im­ il Dharma buddhista. pegnati a rendere omaggio a queste divini­ La dottrina portata in Tibet da Padma­ tà, divenute automaticamente dei Dharma­ sambhava era un tipo di Tantrismo cwat­ pala ( = protettori del Dharma). Le divi­ teristico dell'India del nord. La base 4òttri­ nità bon in questo modo entravano nel nale era il Mahayana, con la sua· dialettica grande pantheon buddhista, ma venivano · basata sulla vacuità (sunya) di ogni fenp­ svuotate del loro valore intrinseco. Questo meno e su questa si inseriva un complesso èta dato loro dal culto propriamente Bon, di divinità e rituali che opportunamente culto legato alla terra, quindi all'animismo, praticati potevano condurre lo yogin allo al sacrificio cruento; culto consacrato da stato di Vajradhara (il Buddha dei Tantra) sciamani, che armati del loro tamburo' vola­ anche in una sola vita. L'evocazione delle vano nel mondo dei morti o salivano nei divinità era attuata con speciali formule cieli delle divinità, per invocare pioggia e () ripetute infinite volte. Tali prati­ vita, oppure morte e distruzione. Il nuovo che davano dei poteri () che resero ce­ culto buddhista era un culto non legato alla lebri nell'India medievale tutta la serie di terra o al momento contingente; l'aspetto personaggi (mahasiddha) con spiccate ca­ terreno della vita era considerato di impor­ ratteristiche di eroi popolari, dall'apparente tanza minore. Così le nuove divinità veni­ scarsa cultura, ma profondamente simboli­ vano svuotate dei loro valori propri e « ca­ ci nel loro aspetto di santi-pazzi. Personag­ ricate » di nuovi valori e simbologie pro- gi molto amati dalla popolazione, ma altret-

Il monastero di Tashilhunpo. preso Shigatse (Tibet centrale), fondato nel 1447 dal .primo . Gedum Truppa, e in seguito divenuto sede di successivi P.au­ chen Lama. (Dal volume « TIBET » realizzato a cura del •governo cines� ed edito in Italia dal Touring Club Italiano).

13 tanto stimati, appunto còme portatori di va­ giunse in Tibet nel 1042 Dipamkara lori simbolici, anche dalle classi più colte. Srijnana, più noto col nome di Atisa. A Con la fine della monarchia . in Tibet questo grande monaco si deve la restau­ (842) si ebbe un periodo di confusione sia razione del Buddhismo in Tibet, dopo an­ politica che religiosa, ma intorno al 1000 ni di oscura decadenza. Molti testi erano ci fu una nuova e questa volta defini­ stati fraintesi. Interpretati alla lettera, ave­ ti va fioritura del Buddhismo. Questa fu do­ vano spinto molti praticanti verso forme re­ vuta all'afflusso nella « terra delle nevi » di ligiose del tutto estranee allo spirito del un gran numero di pandit indiani, molti dei Buddhismo. Atisa per anni concentrò i suoi quali con una grandissima preparazione sia sforzi per restaurare le regole di disciplina eµlturale che meditativa. Questi pandit si monastica () e per ridar.e ai rituali tan­ erano formati nelle celebri università mo­ trici quel sostegno dottrinale e metafisico, npstiche del regno dei Pala. Nalanda, Vi­ senza il quale si trasformano rapidamente krpmasila, Odantapuri, · Somapuri, furono da pratiche liberanti a pratiche ottene­ delle vere e proprie università buddhiste, branti. nelle quali i monaci portavano avanti un Con Atisa hanno inizio le cosiddette scuo­ lungo e laborioso tirocinio di alti studi filo­ le rif armate del Tibet, in pratica tutte le sofici, mai disgiunto da lunghe e intense pra­ maggiori, con esclusione di una parte della tiche meditative. In questi centri venne té­ scuola Nying-mapa che appunto significa nuta in vita per molti anni la gloriosa tra­ antica tradizione. Il movimento riformatore dizione mahayana, basata sulle due grandi di Atisa portérà alcuni secoli dopo al na­ scuole filoso/iche, la Madyamika (fonda­ scere della grande corrente di pensiero Ge­ ta da Nagarjuna) e la Cittamatra (fondata lugpa, fondata dal grande maestro Tsong­ da ). Khapa (1357-1419), che prenderà il soprav­ vento sulle altre scuole. Con il V Dalai Lama, Ngawang Lobzang Gyamtsho (1617- ARRIVA A TISA 1682) si ebbe l'istituzione del potere tem­ porale sul Tibet, potere temporale appog­ Ma ormai il Buddhismq più puro era in giato ora dai Mongoli ora dai Cinesi. Ma il declino in India, dove ad; un decadimento Tibet rimase per secoli la culla del Buddhi­ economico e politico suècessivo alla fine smo Mahayana e più particolarmente del­ della dinastia dei Guptaffece seguito un l'indirizzo tantrico vajrayana; Vicino a Lha­ impoverimento culturale, c�e colpì in parti­ sa sorsero enormi monasteri come Drepung colare il Mahayana, che non resse all'urto e Sera, che contarono fino a 5.000 monaci, dell'Islamismo e del rinascente Brahamane­ nei quali grandi maestri seguitarono la tra­ simo. Il .colpo di grazia venne inferto dalle smissione orale, che da Buddha è così potu­ invasioni dei · principi musulmani. Le uni­ ta giungere incontaminata fino ai giorni no- versità vennero distrutte e i monaci uccisi. stri. . Molti di lòro, « intuendo· » la fine del Ma­ hayana in India, la abl;Jandonarono per il Dopo l'invasione Cinese e la conseguen­ (1959) nuovo J ambudvipa (continente simboliC') te diaspora dell'alto clero tibetano è posto al centro dell'Universo, da cui si ir­ cominciata una nuova fase carica di pro­ radia il Dharma) che da allora in poi per . spettive, ma anche di insidie per il Buddhi­ molti secoli a venire sarebbe stato il Tibet. smo tibetano: l'incontro con l'occidente in­ In quegli anni si ebbe un gran fervore re- dustrializzato. Auguriamoci che ciò che non . riuscirono a fare in lunghi secoli i musul- ligioso in Tibet e si consolidò il canone . buddhista arricchito di pregevoli lavori mani, i mongoli e i cinesi, non riesca a noi (« di traduzione di opere dal sanskrito. Questa con la nostra civiltà dei consumi usa e precisa opera di traduzione ci permette oggi butta »). Comunque, è certo che i primi di conoscere una grande parte della lette­ contatti tra civiltà lamaistica e occidente ratura mahayana, altrimenti irrimediabil­ industrializzato hanno impoverito la prima; mente persa nelle distruzioni seguite alle speriamo che negli anni a venire se ne ar­ invasioni islamiche. Proprio da una delle ricchisca il secondo. principali università di allora, Vikramasila, Aldo Mastroianni

14 Intervista a Goenka

Ringraziamo il prof. Calle (fondatore del grup­ getto dell'attenzione è esterno. Le kasinas po di studi buddhisti Narada di Madrid) e Ama­ sono quindi uti.li per lo sviluppo delle Jha­ deo So/è-Leris di Roma per averci concesso di nas (3), ma non per Vipassana. Quantp ai pubblicare questa loro intervista con S. N. Goen­ fatfori di Illuminazione, questi sorgon

15 cazione ai livelli vocali e fisici. Per facili-­ ne, con la comprensione appropriata (vive­ tare il processo, però, bisogna fare degli ka). ·Si può · avere devozione per qualsiasi sforzi consapevoli per regolare la propria persona o sentiero; ma la devozione non condotta, per astenersi da a�ioni che nuo­ deve essere per gli aspetti esterni, ma piut­ ciono agli altri; per compiere delle azioni tosto per le qualità che quella persona o che aiutano gli altri. Una tale condotta fa­ quel sentiero rappresentano. Se è la giusta vorirà il progresso nel Vipassana, e man devozione, allora inspirerà il devoto allo mano che si progredisce, la condotta non sviluppo in se stesso delle medesime qua­ sarà più una disciplina auto-imposta, ma lità rappresentate dall'oggetto della sua de­ piuttosto un atteggiamento del tutto spon­ vozione. In questo caso la devozione di- . taneo. venta un potente incitamento all'azione, al­ lo sviluppo di se stessi (). D. Quale importanza ha, nell'agevolare o D. In qua(e misura e in quale maniera impedire il progresso spirituale, il cibo che la meditazione Vipassana aiuta a trascen­

si mangia, la vita sessuale e il tipo di la­ dere il desiderio? . E possibile i vivere senza · voro ? desiderio? R. Lo stimolo natural e di soddisfare bi­ R. Durante un corso intensivo di medi­ sogni fisici immediati . è inevitabile: per tazione, è essenziale che si mangi solo pu­ esempio, sete di acqùa. Però non si devo­ ro cibo vegetariano. In altri periodi è suf- · no lasciar svilu pare questi stimoli naturali fidente che il meditante osservi la mode­ p sino a farli diventare ossessioni e brama, razione nel mangiare, assicurandosi natural- . · che renderanno la mente sbilanciata, agita­ mente che i cibi siano sani. . ta e quindi infelice. Tramite la sua consa­ Allo stesso modo, durante un corso si pevolezza delle sensazioni, un praticante è richiesti·. di astenersi da qualsfasi attività Vipassana sperimenta direttamente l'agita­ sessuale, ma nella vita di ogni giorno · si zione e la sofferenza che cominciano den­ possorio continuare i rapporti sessuali con tro di lui, quando la brama e l'attaccamen­ il proprio coniuge. Si deve riconoscere, pe­ to sorgono nella mente. Dopo questa espe­ rò, che la pratica di Vipassana eliminerà rienza, egli pratica con più assiduità per il desiderio sessuale. Gradatamente, il me- . · sradicare tutte le ossessioni, la brama e l'at­ ditante si riempie di amore puro per tutti taccamento e · per raggiungere la vera feli- gli altri esseri,. desidera , solo di dare senza · cità della liberazione. aspettarsi niente in ritorno. La passione è D. sostituita dalla compassione. A questo pun­ Può il distacco diventare indifferen­ to, l'attività sessuale diventa inadeguata · per za? R. Il distacco di una mente pura non esprimere un tale amore puro e disinteres­ ha niente in comune con l'indifferenza mon­ sato. Senza alcuna soppressione o repressio­ dana e l'insensibilità. Una mente pura e ne, questo meditante entra in uno stato · distaccata è. naturalmente piena di amore di celibato naturale. per tutti gli altri; ·di compassione per le Un praticante può seguire qualsiasi oc­ loro sofferenze e i loro ·difetti, di gioia per cupazione, purché sia un'occupazione che i • loro suècessi. Questo · distacco · puro, la non danneggia altri esseri, ma piuttosto che · Santa Equanimità, è la più .. alta qualità contribuisca al loro benessere. In questo della mente. senso, la motivazione è molto importante:· · qualunque sia il lavoro, lo si deve compie­ (1) Sila sono i precetti morali d i condotta; sa­ re con la coscienza di servire la società, madhì è lo stato di concentrazione 'mentale. in cambio di quanto si riceve dalla società. (2) Kasìna indica in lingua pali gii oggetti fisici (di solito cerchi o dischi colorati) usati come 'sus­ D. Le pratiche devozionali agevolano o sidi per la meditazione: il meditante li osserva impediscono lo sviluppo della « chiara vi­ attentamente, per poi rivederli con la mente ad sione »? occhi chiusi.

(3) · Jhana indica in pali lo stato di assorbimen­ R. La fede o devozione (saddha), è es­ to meditativo; esistono otto stadi di jhana; corri­ senziale per lo sviluppo della « chiara vi­ sponde al sanscrito Dhyana (v. glossarin . in PA- sione », ma deve essere la giusta devozio- RAMITA 5).

16 Il Koan

o ·. {( Capire l'importanza del . "k an" signi­ giunge ad un tale stato di e�;asperazione che fica giungere a pili di metà . sulla. strada l'unico modo per sfuggire all'ostacolo è di che porta allo Zen » dice Suzuki, uno dei infrangere le mura che formano l'ostacolo, . più importanti maestri contemporanei della . sfoderando la propria « katana » (1) e ta­ scuola Zen. gliando in due l'avversario. o o L'adozione del koan, oggi pilastr f nda­ . Non è certo a caso che siano stati i mo­ mentale della scuola Rin-zai, divenne ope­ naci Zen a creare le Arti Marziali, ·e che rante soltanto dopo la ricostituzione della tuttora nella stragrande maggioranza dei mo­ scuola Zen da parte· di Hui-rieng, e da allo- nasteri Zen, la pratica . del Kendo, dello . ra tutto il movimento dello Zen ne derivò lai-do e del Tai-chi-chuan sia alternata alla quella qualità dinamica che ne fa un ele­ . pratica dello Za-zen. La pratica delle sud­ mento capitale nella storia della coscienza . dette discipline, dove i1 fermarsi anche sol­ religiosa. . tanto un attimo a pensare cosa fare per Ma che cosa è il · koan? Domarida alla vincere l'avversario è fatale, libera la mente

quale nessun Maestro· ·si fermerebbe a ri­ · da quelle sovrastrutture che impediscono spondervi; possiamo forse provare a rispon­ il . « movimento in avanti » diretto senza il dere con qualche esempio. ·

leni, rendendosi conto che sono vani tutti la vera battaglia. . . ,·.. gli sfori:i dell'intelletto intesi a raggiungere « Affrontare un koan, dice il mio Mae­ l'illuminazione. stro, . significa entrare come un domatore L'intelletto non ci può aiutare a risolvere in una gabbia di leoni: ce n'è sempre · uno

· non uno dei numerosi koan tramandati dal­ . pronto a ghermirci, un leone che conosce le. . la tradizione. nostre .debolezze ed è attento ad ogni nostro t « Due mani che battono fanno un· suono. passo falso. Per affrontare la vi a ci vuole ben noto. Qual'è il suono di una? ». coraggio, così per entrare nella sala di San­ Eccoci di fronte ad un punto morto, tutte Zen (2) bisogna avere lo stesso coraggio chè le vie d'accesso cne con la nostra mente, la . mettiamo per, affrontare la vita ... » (3). : nostra intelligenza, la nostra cultura, la no­ Ed ancora un esempio ci viene in aiuto stra esperienza abbiamo imparato a cono­ per p.roseguire la battaglia, ed è il Maestro scere qui scompaiono, la tensione . psichica del 13°. secolo Mumon Ekai a darcelo.

17 « I koan - dice Mumon - sono come koan deve essere conscia di essere rivolta a niattohi che servono per battere al cancello: « risolvere ciò che non può essere risolto, a si batte, quelli che sono dentro sentono e comprendere ciò che è posto oltre ogni com­ i1 cancello viene aperto. prensione, a perseguire una verità che non Nel momento in cui entriamo il mattone può essere trovata: quando mai, infatti, è non serve più e conviene lasciarlo fuori dal stata perduta? » (4). cancello per farlo usare da quelli che ven­ Infine, un ultimo esempio di koan: « Io gono dopo » (4). tengo in mano una pala, eppure non la ten­ Ed ancora, nel commento al primo koan go »; entrambe le cose sono vere, ed en­ dice « Nel momento in cui avete compreso trambe false. il "Mu" se incontrerete un Maestro ucci­ Qual'è la risposta? Prendete la pala e derete il Maestro, se incontrerete un Buddha scavate! sarete capaci di ucciderlo ». Ma se esitate, Alessandro Quagliozzi e qui torna di nuovo in mente il paragone del kendo-ka, tutto allora è perduto. (1) La sciabola con il lungo manico, usata dai · Samurai, ancora oggi usata nell'Arte Marziale del­ Come la vostra spada in . un incontro di lo lai-do. keti.do deve superare in velocità la vostra (2) Colloquio individuale tra discepolo e Mae­ mente, anzi non deve dare nessuna possi­ stro. bilità alla mente di agire, così tutta la vo­ (3) Scaramuccia di E. Taino. stra forza di volontà nella soluzione di un (4) Mumonkan di Muman Ekai. I

Dai Sutra ai Tantra

Serkong Rimpoce, il cui nome completo è Nawang Lozang Thubten, è nato nel 1913 a Lokha Y arlung, nel Tibet centrale. Dopo aver studiato i sutra (gli insegnamenti essoterici del Buddha), ha ottenuto a vent'anni il grado di Ghesce Lharampa, il più alto grado filosofico concesso nei monasteri Gelugpa. Diventato Ghesce, Rimpoce è entrato nel collegio tantrico in/ erio re e ha studiato tutti gli insegnamenti relativi al tantra (insegnamenti esoterici). E' stato designato assistente tutore di Sua Santità il XIV Datai Lama, che era allora un giovane ragazzo. Dopo l'invasione cinese del 1959, Rimpoce è fuggito in India attraverso il Bhutan. Attualinente risiede nel Nord dell'India, a Dharamsala. L'anno scor�o Rimpoce ha compiuto un giro in America, Canada e nei maggiori paesi dell'Europa Occi. dentale, e ha impartito insegnamenti di Dharma. I tibetani ritengono Rimpoce la reincarnazione del figlio del grande Marpa. Quella che segue è una breve inten!ista con Serkong Rimpoce, realizzata da Acharya Thubten Ciampa all'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia.

D.: Quali sono le differenze e le similitu-· citta e la giusta visione dell'interdipendenza clini fra il Sutrayana e il Tantrayana? dei fenomeni (sunyata, la vacuità) che costi­ R.: Le prinCipali differenze fra il Sutra­ tuiscono i tre aspetti principali del sentiero. yana e il Tantrayana non sono dal punto In particolare, per i seguaci del Mahayana di vista della rapidità, del. , delle il Sutrayana è la via che conduce al sen­ sei perfezioni, dell'intelligenza, dello stadio tiero tantrico. Per questo sia i praticanti dei di generazione e compimento, ma dal pun­ Sutra, sia i praticanti dei Tantra dovrebbe­ to di vista del metodo usato per realizzare · ro studiare soprattutto i tre principi del il corpo formale del Buddha (rupakaya) . sentiero, senza fare distinzioni. Le principali similitudini fra il Sutrayana e il Tantrayana sono la rinuncia, il Bodhi- D.: Come dovrebbe un praticante tantri-

18 e� completare la pratica dei Sutra attraver­ gomenti si dovrebbe leggere e rifl.ettere sui sò la pratica dei Tantra? Tantra Radice del Kalachakra. Questo per­ ché nel Tantra Radice del Kalachakra il R.: Quando si pratica il Tantra, si do­ Buddha mette fortemente in evidenza co­ vrebbe essere consapevoli dell'impermanen­ me i praticanti tantrici debbano seguire la za e della morte, che è una pratica relativa disciplina morale del Vinaya. Per esempio, al sentiero dei Sutra. Gli yogi tantrici ten­ quando un monaco completamente ordinato gono in mano un teschio umano ed un fe­ celebra le offerte bruciate (l'arsione delle of­ more principalmente per ricordarsi di es­ ferte) connesse con le quattro azioni, deve sere consapevoli del fenomeno fl.ell'imper­ manenza. mettere nel fuoco molti e differenti tipi di è Come ho già detto, il Bodhicitta e la vi­ grani. In quest'occasione, nel Vinaya det­ sione completamente pura della vacuità so­ to che un monaco pienamente ordinato non no argomenti fondamentali sia della pratica può bruciare grani nel fuoco. Se lo fa, del Veicolo Tantrico che di quello dei Sutra. incorrerà nella caduta della distruzione del I monaci e le monache buddhisti che se­ seme. Ma se il granello è benedetto con un guono il sentiero tantrico dovrebbero com­ incenso nella mano di un monaco novizio o portarsi secondo la disciplina dettata dal di un laico, il rituale può essere espletatò. Buddha nel Vinaya Pitaka, ossia compor­ In conclusione, i praticanti del Tantra tarsi in maniera pacifica e controllata. An­ non possono abbandonare la pratica dei Su­ che i praticanti laici devono rispettare la di­ tra mentre praticano il Tantra. Anzi, la pra­ sciplina morale, ma non devono indossare tica tantrica può essere svolta in maniera gli abiti e praticare certi rituali. ideale solo sommandola agli insegnamenti Per lo s�udio comprensivo di questi ar- del Sutrayana.

ARTE ·Il Mandala

Dal volume « The Art of Nepal » di Lydia Aran (Ed. Sahayogi Prakashan di Kathmandu, Nepal 1978) pubblichiamo, per la traduzione di M.A. Falà, il capitolo dedicato al Mandala. L'argomento è stato affrontato con ampio riferimento alle . implicazioni ideologiche buddhiste e induiste dal prof. Giuseppe Tucci nel 1949, nel libro «Teoria e Pratica del Mandala » (Ed. Astrolabio), di cui parleremo in un prossimo quaderno.

Il mandala (letteralmente il « cerchio ») cesso nella propria interiorità: è quindi uno è un sistema di meditazione tantrika, un strumento (yantra) . Per essere efficace co­ aiuto visivo per la concentrazione e la me­ me strumento, la sua costruzione richiede ditazione introspettiva, al fine di realizzare correttezza e precisione: non quindi imma­ l'attenzione consapevole e l'attivazione del­ ginazione creativa, ma una grande prepara­ le forze culminanti nelle siddhi (poteri so­ zione ed abilità. prannaturali) o una completa padronanza Il mandala, come l'intero sistema filoso­ della propria mente, resa totalmente indipen­ fico tantrico, viene rappresentato in termini dente dai legami mondani. Il mandala è la simbolici, dove ogni immagine simboleggia rappresentazione grafica di questo processo, le varie componenti della personalità del­ non soltanto teorico ma pratico, come uno l'uomo, le forze ,attive dentro di noi, i vari schema operativo che include un chiaro pro­ elementi della nostra esistenza, i vari gradi gramma per la realizzazione pratica del pro- di superamento dell'ignoranza per raggiun-

19 gere la saggezza. Le istruzioni per produrre spesso suddivise in cinque bande colorate i vari tipi di mandala sono incluse nei ven­ e decorate con ornamenti e simboli propizi tidue volumi dei tantra. (astangamala). L'entrata e l'uscita dello spa­ Potrebbe essere appropriato cominciare la zio fortificato magicamente sono segnate ad descrizione del mandala facendo notare che ogni punto cardinale con un cancello. Per le divinità del mandala non devono essere segnare le otto direzioni dello spazio ci pos­ considerate come veri o presunti dei. Non sono essere delle sottili figure di divinità vanno interpretate in questo modo. Esse so­ �ussidiarie. All'interno dello spazio ci pos­ no semplicemente immagini di momentanee sono essere uno o più circoli neri con il visioni, modelli di una esperienza immagic simbolo di Vajra. Lo spazio è suddiviso da naria, creati dal tantrika (colui che fa il linee diagonali in quattro triangoli i cui co­ tantra n.d.t.), che può ogni volta produrre lori (bianco, giallo, rosso e blu o verde), o eliminare queste soggettive manifestazioni, rappresentano le quattro direzioni. Al cen­ attraverso un'intensa pratica di meditazione. tro dello spazio c'è un cerchio - il quinto elemento spaziale. In questo cerchio appaio­ no i cinque Dhyani Buddha (o un'altra di­ IL ·PALAZZO SACRO vinità centrale del mandala). Ogni Dhyani Buddha si manifesta - nel­ la Visione interiore di un tantrika che me­ Ci sòno molti tipi e varietà di mandala, dita - in una specifica sillaba germinale che dipendqno soprattutto dalla natura del­ (bija) che è del colore corrispondente a la divinità centrale. Descriverò ora il man­ quello del rispettivo Buddha e del segmento dala « classico » del Dhyani ·Buddha (il Tac dello spazio sacro. thagata) o mandala dei cinque Buddha, in . Ogni Dhyani Buddha, oltre ad avere una quanto questo. modello appare nei tantra immagine definita da rigide regole icono­ più antichi ed anche perché il simbolismo grafiche che determinano la sua posizione, racchiuso in questi cinque Buddha è fonda­ i gesti delle m·an1 (mudrà), il sedile, il colo­ mentale per capire il significato del proces­ re e il luogo, è associato con uno specifico so di illuminazione tantrico e la struttura elemento del cosmo, una specifica compo­ del mandala. nente delle azioni umane, una specifica for­ Il mandala rappresenta un « palazzo di za negativa che opera dentro l'uomo ed purezza », una sfera magica ripulita da osta- · una specifica conoscenza ottenibile dall'uo­ coli spirituali e da impurità. Lo spazio del mò attraverso un'intensa pratica di medita­ « » palazzo sacro è chiuso in cerchi multi­ zione. pli. Il cerchio più esterno è sempre un anel­ Le cinque componenti o categorie della lo di fuoco con cinque colori alternati: · sim� azione e dell'esperienza umana, chiamate bolizza la protezione dei misteri del man­ anche aggregati sono: corpo, sen­ dala dai non illuminati e dai non iniziati. () Le fiamme simboleggiano la bruciante con­ sazione, percezione, volontà e coscienza. sapevolezza che nel processo della concen­ Le cinque forze negative (veleni) che ope­ trazione dovrebbe consumare rirrilevanza e rano in uh uomo ignorante e non illumina­ l'ignoranza. Il secondo cerchio è nero o blu to sono: ignoranza, odio, orgoglio, attacca­ . scuro con il fulmine (Vajra), che esprime mento, e invidia. la natura adamantina, indistruttibile, della Le cinque conoscenze sono: 1) la cono­ pura coscienza ed è il simbolo dell'Illumi­ scenza che deriva dalla comprensione della nazione. Per ottenere l'Illuminazione è ne­ Legge universale (Dharma); 2) la conoscen­ cessario superare le otto forme della falsa za dello specchio. Questa conoscenza con- consapevolezza che legano l'uomo al mon­ . duce alla comprensione del carattere illu­ do illusorio dei sensi, dell'intelletto e del­ sorio di tutte ie manifestazioni corporee. l'individualismo. Una volta compreso questo, diviene chiaro Il circolo più inter�o che circonda la piaz­ che l'odio e le passioni sono senza utilità za magica è composto da petali di loto, sim­ perché essi non riguardano oggetti reali; 3) bolo dell'armonica visione spirituale. Le mu­ la conoscenza dell'uguaglianza fondamen­ ra nello spazio del « temµio sacro » sono tale. Questa conoscenza insegna che . tutte

20 Il Mandala di Cenresi, l'energia della Grande Compassione. Si distin­ guono: quattro cerchi esterni concentrici (con le fiamme, con i vajra, con i petali di loto e ancora con i vajta); le quattro porte ai 4 punti cardinali, protette da divinità che immettono nel quadrato sacro; quat­ tro triangoli diversamente colorati (bianco, giallo, rosso, bleu), quasi interamente coperti da un grande loto con 8 petali; al centro, Cenresi con 8 braccia e 11 teste.

21 le cose mani·f es te sono una nostra creazio· le, la Prajna o Dakini, con cui essi sono ne. La realizzazione di questa conoscenza spesso mostrati in unione sessuale, che in­ conduce alla distruzione ai ogni tentativo dica l'unità delle due polarità all'interno del nostro io di dimostrarsi prepotente ed dell'uomo e del cosmo. Le cinque Prajna attivo; 4) la conoscenza del discernimento maggiori personificano i cinque elementi che pervade ogni cosa .E' necessaria per un cosmici (acqua, terra, fuoco, aria ed etere) corretto esame delle passioni umane e del che sono gli elementi fondamentali del mon­ desiderio per le cose di questo mondo tran­ do fenomenico e della sfera di azione del­ sitorio e per la loro conseguente eliminazio­ l'uomo (aggregati o skandha). I loro ele­ ne dal nostro· pensiero; 5) la conoscenza menti cosmici così come i loro colori, man­ della completezza. Questa conoscenza rico­ ti, emblemi, attributi e direzioni sono iden­ nosce che non si può sfuggire al completa­ tici a quelli dei loro consorti, i Dhyani mento del nostro circolo karmico. Ci fa Buddha. comprendere che noi riceviamo come ricom­ E' importante comprendere che il man­ pensa le conseguenze delle nostre azioni, pa­ dala non rappresenta alcuna realtà oggetti­ role e pensieri, secondo l'impersonale legge va, perché l'unico oggetto sommamente rea­ del karma che opera in una rigida sequenza le nel Vajrayana, scuola buddhista, è il vuo­ di cause ed effetti. to, la vacuità (sunyata). Le divinità paci­ Il fine ultimo della vita tantrica della fiche o irate sono proiezioni della nostra illuminazione è il purificare i cinque com­ mente, stati transitori che simboleggiano la ponenti della nostra natura dalle forze ne­ penetrazione nella nostra natura. gative trasformandole nei positivi elementi Un tipo specifico di mandala nepalese è delle cinque conoscenze. Possiamo qui ve­ quello che rappresenta la Ruota del Tempo dere un principio tipico ed un modo di (Kalacakra) che dipinge divinità hindu e operare del metodo tantrico: invece di sop­ buddhiste in un sistema simbolico. primere una forza negativa, dobbiamo rico­ Il reliquiario buddhista per eccellenza, noscerla in una visione comprensiva che la lo (chorten in tibetano) è l'equivalen­ trasformi nella corrispondente qualità posi­ te architettonico del mandala ed è il più tiva associata con la conoscenza. conosciuto emblema del concetto dell'uni­ I Dhyani Buddha, come tutte le divinità verso del buddhismo tantrico. tantriche, hanno una controparte femmini- Lydia Aran

L'incubo di un iniziando

Dal libro « Le Iniziazioni nel Egli si trovava davanti all'eremitaggio del Buddhismo tibetano » di Alexan· suo maestro, con la porta chiusa come esi­ dra David-Neel (Ubaldini Editore. geva il rito. All'interno il lama salmodiava Roma 1982) riprendiamo un rac­ conto magico-realistico. le frasi liturgiche di evocazione a Heruka, il potente signore della setta dei Zogcempa. Un individuo che incontrai nel paese dei Mentre aspettava fuori, in piedi, vide una Ngolog (nei pressi delle sorgenti del Fiume specie di bruma trasudare lentamente da Giallo), dove era amcio (cappellano) di un tutta la superficie del pannello di legno piccolo capo locale, mi raccontò un feno­ formante la porta. Dopo un po' la bruma meno molto sorprendente, che a quanto dis­ si solidificò poco a poco e prese la forma se si era verificato nel corso della sua ini­ di un gigantesco Heruka. L'immagine era ziazione. nuda, ornata con una corona e collane f at-

22 te di teschi, come è descritto nei libri e rap­ panna, ai piedi del maestro, davanti al presentato nei quadri. kyilcor tutto illuminato e profumato di in­ Il suo atteggiamento e il suo sguardo censo. erano severi. Come si può supporre, non mancai di Atterrito, il novizio indietreggiò incon­ raccontare questa storia bizzarra a parecchi sciamente appena cominciò a intravedere il lama, chiedendo il loro parere a tale pro­ fantasma, ma questi prese a muoversi e com­ posito. pì qualche passo in avanti. Alcuni erano inclini a credere che la fan­ Era più di quanto il povero candidato · tasmagorica visione fosse puramente sogget- all'iniziazione fosse in grado di sopportare. tiva. Dissero che il candidato aveva perso Preso dal panico, mentre la pazzia invadeva coscienza di quello che lo circondava e ave­ il suo cervello, si mise a correre per la va vissuto la sua strana avventura in una montagna inseguito dal minaccioso Heruka specie di trance. Quanto alla causa di que­ i cui enormi e lenti passi equivalevano a sta, era possibile che il lama avesse imposto cinquanta dei suoi. la visione di Heruka allo spirito del suo di­ La caccia non durò molto. Incapace di scepolo e che quest'ultimo avesse ricamato scegliere la direzione giusta, essendo il suo sul tema, aggiungendo fantasie nate dal suo spirito sconvolto, il fuggitivo entrò in un spirito. Oppure, era possibile che 'l'emozio­ burrone senza uscita e fu costretto a fer­ ne provata dal novizio in procinto di essere màrsi. iniziato, avesse accresciuto la tensione del ' Ricordando gli avvertimenti che aveva suo spirito già concentrato su Heruka e che, ricevuto sui pericoli occulti che attendono quindi, lui solo fosse stato 'l'artefice della il pellegrino sul « Sentiero diretto », pensò sua visione. che fosse giunta la sua ultima ora. Ma per quanto bizzarra possa apparire la cosa, quel­ Altri lama ritenevano, al contrario, che · l'idea, invece di accrescere il suo terrore, lo Heruka fosse stato una trulpa (creazione annullò. Fu capace di riacquistare la calma magica) prodotta dall'esteriorizzazione dei e si sedette a gambe incrociate, gli occhi pensieri del lama, resi visibili ad altri. Una volta formato il fantasma, il lama ne aveva semichiusi, in meditazione ( ...) · diretto i movimenti, oppure lo aveva fatto I suoi pensieri si volsero allora verso la inconsciamente il discepolo stesso, le azioni iniziazione che lo attendeva, e pensò che della trulpa rispondendo ai sentimenti che il rinunciarvi per mancanza di coraggio lo egli provava. Il suo terrore aveva determi­ avrebbe fatto refrocedere dal punto che ave­ nato l'atteggiamento minaccioso di Heruka, va già raggiunto sul Sentiero. Sarebbe do­ e, poiché era fuggito, il fantasma si era mes­ vuto rinascere in seguito numerose volte so ad inseguirlo. ignaro delle cose spirituali, prima di avere nuovamente l'occasione di ascoltare le pre­ Segnalerò qui che i tibetani credono che ziose dottrine predicate da un santo maestro. i nostri sentimenti influenzino molto le azio­ Durante il periodo che era rimasto con ni e i pensieri degli esseri con i quali siamo gli occhi bassi aveva, naturalmente, perso in contatto. Il brigante o la tigre, pensano, di vista Heruka. Allorché osò guardare di diventano più arditi se colui che li incontra nuovo davanti a sé, vide che il fantasma si in un angolo di bosco si spaventa alla loro era allontanato ..La sua forma gigantesca vista, anche se non manifesta tale paura con appariva, adesso, davanti all'eremitaggio alcun segno esterno. Lo stesso · è per ogni sbarrandone la porta. tipo di sentimento. Il cappellano mi disse che non si era Come capita di solito in casi simili, ogni mai reso chiaramente conto di quello che persona interrogata aveva una spiegazione avvenne in seguito. Ricordava confusamente da dare. Ma quelle di coloro che credevano alcuni incidenti che si erano succeduti con nell'esistenza di un Heruka reale (un essere la rapidità del lampo. Aveva corso, raggiun­ appartenente a un altro mondo) ci porte­ to Heruka, camminato diritto «attraverso rebbero troppo lontano dal nostro tema. In di lui », sentito un doloroso colpo sulla Tibet, come ovunque in Oriente, esistono fronte e si era trovato all'interno della ca- molti modi diversi di « credere negli dei ».

23 DIBA TTITO SULLE INIZIA ZIONI

d Evitare gli equivoci La ra ice d Possiàmo condividere l'opinione di Fabrizio egli errori Paliotti (PARAMITA 6), se la «Iniziazione » si Vorrei rispondere, non per una facile polemi­ intende nel senso ormai inflazionato, come ricor­ ca, ma per contribuire, nei miei limiti, alla defini­ re nei dizionari. Per esempio « Oxford Concise zione della verità, àlla lettera di Mario. Morandini Dictionary », che si considera un'autorità in ma­ apparsa su PARAMITA Ho alcune considera­ teria, dice che «Iniziazione significa ammettere 5. zioni da svolgere: una persona con un rito od una formalità in una società, ufficio, nei misteri, nella scienza, ecc. »; DEVOZIONE AL GURU - Il fatto che alcu­ cioè . una semplice ammissione, introduzione od ne iniziative del livello Maha-anuttara siano con­ ordinazione, sia pure di carattere religioso. cesse, è visto come un errore. Ci porta ad una Se invece «Iniziazione » s'intende nel senso infrazione della perfetta devozione al Guru, con­ classico e teosofico del termine, il significato è siderato qui nel suo aspetto primordiale di « Es­ molto diverso. Per ottenere tali Iniziazioni il senza adamantina », in quanto significa non avere · candidato deve possedere requisiti morali risul­ fiducia nella manifestazione Nirmanakaya dello · tati da una ·lunga e faticosa evoluzione, poiché stesso. l'Iniziato è la «rara fi oritura di una civiltà ». LIVELLO MAHANUTT ARA - Lama Tsong La stessa cosa vale per il Buddismo, in cui la Khapa affe11ma (in « Tantra nel Tibet ») che «i condizione di srotapatti o di sohan conferisce ad praticanti principali, che all'inizio si · impegnano un chela, dopo lunghi anni di tirocinio, la prima nel veicolo del V·aj ra, ·appartengono al mondo delle quattro iniziazioni che conducono al Nir­ del desiderio e in generale credo110 alla ricerca vana. Cjò presume il possesso di facoltà spirituali della illuminazione mediante il solo uso, nel esercitate in grado eroico con sforzi personali sentiero, del desiderio degli attri bu.ti del mondo. prolungati, diversamente sarebbe a discrezione di del desiderio propri di una Donna della Cono­ un Lama di rendere tutti iniziati todoscaballeros, scenza. Lo YÒga supremo insegna ad usare nel come nelle indulgenze papali per i credenti; però sentiero il desiderio del ridere e così yia con l'istituzione perderebbe di credibilità, anche senza dferimento a Donne della Conoscenza sia reali richiamarsi alle vecchie e discutibili leggende. che meditate ». Inoltre dovrebbe essere ben chia­ Mi sembra che alla base del quesito vi sia ro che i quattro livelli di Tantra sono in rel�zione l'equivoco sul significato della parola «Inizia­ ad una maggiore (Kriya) o minore (Anuttara) zione »; sarebbe interessante sapere l'esatta parola purezza del praticante. Così è proprio « tramu­ usata dal Da/ai Lama m�ll'occasione, probabil­ tando il veleno in. farmaco » che il desiderio vie­ mente tradotta con significato inflazionato les­ ne utilizzato, portando i Tre · Corpi nel sentiero. sicale. CORTA VISIONE - Qualsiasi persona che si Il dotto articolo di Massimiliano A. Polichetti avvicina al Tantra è solo l'espressione fisica di « su. La Grazia » mette bene in risalto la carente un continuum mentale che procede ab initio. Di conoscenza dei presupposti fondamenta/i delle conseguenza nessuno può dire se in quel deter- · due culture, · orientale e occidentale, le quali usa­ minato continuum vi sono o no i semi ka.fmid no parole diverse per significare la stessa cosa corrispondenti. Ad es. una data perso9a · può o, viceversa, le stesse parole per indicare cose avere posto le cause per la illuminazione, ma· diverse; da ciò risulta la confusione a discredito un determinato · karma propellente può avere con­ di entrambe le culture. dizionata una rinascita che sia fortunata (uomo), Non possiamo non restare perplessi per quanto ma non completa (ad es. una certa ignoranza « I 10 giorni leggiamo a 'pag. 35 (Esperienze): esteriore) . Il solo rito di iniziazione (che nel.Ìe vite passarono come un sogno e ricevetti l'ordinaz:ione precedenti può avere ricevuto molte volte) può di... » (!?). Tale qualifica, come si de­ avere un effetto catalitico sul karma positivo pre-. sume dal «Dizionario Buddhista » significa « uno cedentemente accumulato e può porre !'iniziando (sattva) (bodhi), di cui l'essenza è la saggezza nelle vere condizioni di pratica effettiva. Affer­ éhe risulta dalla diretta percezione della verità ... ». mare il contrario è espressione di u·na visione « Secondo altre versioni è « la manifestazione di creazionistica ex-nihilo e cioè di ignoranza. Inol­ un Buddha nel mondo delle formé », di cui si pre­ tre l'iniziazione vuol dire iniziare: cioè porre un conizza il futuro avvento. come Salvatore del gioiello nel continuum delle proprie vite, che po­ Mondo. trà « ora » o « in futuro » essere sviluppato. · Edoardo Bratina segretario della società teosofj.ca italiana Roberto Luccioli

24 Zen e Cristianesimo

Analizzare l'incontro fra due religioni è ti: se, da una parte, l'essere una coscienza impresa non facile, sopratutto se si tratta, non strutturata, meta-culturale e meta-reli­ come nel caso del Cristianesimo e del Bud­ giosa, può costituire un percorso più scorre� dhismo,

  • · · esperienze che affondano in campi diversi, in qualche modo meno destabilizzante. ognuno dotato di una propria specificità. Non bisogna .dimenticare che la natura

    · Là storia passata e presente, l'apparato or­ meta-religiosa dello Zen trova delle chiare ganizzativo e funzionale, la struttura teolo­ corrispondenze nel Cristianesimo: basti pen­ gica è metafisica, senza contare le difficoltà sare che il più grande teologo protestante inerenti ai diversi sostrati culturali, confi­ contemporaneo, Karl Barth (1886-1968), gurano due universi simbolici profondamen­ contestava coloro i quali definivano il Cri� te diversi, che in genere definiamo « orien­ stianesimo una « religione ». Si pensi, su tale » ed « ooci

    25 domenicano, in vita sottoposto a processo scrivere i contenuti della meditazione, ciò per eresia, ma oggi più esattamente cm�­ costituisce una difficoltà in quanto il cri­ siderato fra i più vigorosi maestri della m1� stiano tende a ritenere la fede inscindibile stica intellettualistica e rappresentante d1 dall'esperienza meditativa, mentre nello Zen, una corrente profonda ed ortodossa che ri­ più pratico ed ontologico, si ritiene di poter sale a Plotino ,allo Pseudo-Dionigi, a Scoto giungere ad uno stadio superiore di coscien­ 11 Eriùgena, alla scuola medievale di san Vit� za. punto di maggior dissenso riguarda tore, contagiando cosi anche il maestro d1 il concetto di « persona », assente nello Zen, Eckhart, san Tomasso d'Aquino. mentre nel Cristianesimo la koinonia prelu­ de ad una realizzazione trascendente e su­ prema della personalità che conserva, òo. munque, la distinzione fra Creatore � IL VERO « IO » creato. Difficoltà sorgono anche dalla concezione Descrivere i contenuti di tali corrispon­ cristiana della grazia, del dono divino, an� è denze nell'esperienza meditativa compito che se lo Zen consente che il trapasso vef­ che trascende le mie forze. Basterà qui ac­ so la coscienza illuminata prèsenti qualco�a cennare al fatto che lo scopo cui tende la di misterioso in quanto non può assoluta­ meditazione Zen, l'ottenimento del satori mente procedere dalla volizione dell'io. Ri­ (giapp. = « risveglio istantaneo »), la co­ cordiamo, infine, che il Cristianesimo trae scienza della vacuità ( sunyata) nella quale forza dalla rivelazione (kerigma), mentre Io tutte le cose sono uno, acquisita attraverso Zen comunica una consapevolezza poten­ la dissoluzione dell'io, trova un preciso ri­ zialmente già pronta e non conscia di sé. scontro cristiano nella « parola della cro­ Molto simile è la concezione della condi­ ce », follia per il mondo. zione umana, caratterizzata dall'ignoranza San Paolo, in un passo che senza dubbio (avidya) per il Buddhismo, dal peccato ori­ è una delle note più alte di tutto il Nuovo ginale per il Cristianesimo. Con la « cadu­ 2, 20), Testamento (Gàl. riassume tutto ciò: ta », l'uomo entra nel mondo della d�scri­ « Sono stato crocifisso con Cristo e non so­ minazione, della « conoscenza del. bene e no più io che vivo, ma Cristo vive in me ». del male » che, ontologicamente, corrispon­ Ciò di cui Paolo parla è vero e proprio de alla « ignoranza » sulla propria ,reale « svuotamento di sé », un annullamento del natura e àd una fissazione sul proprio io. proprio io attraverso la partecipazione-comu­ Il mondo della caduta è quello del dua­ nione (koinonia) all'esperienza della morte­ lismo, la negazione del quale è ugualmqnte Mt. 10, risurrezione di Cristo (vedi anche forte nello Zen e nel Cristianesimo. Oçcor­ 39: « Chi avrà trovato la sua vita la perde­ re rilevare però che, per entrambi, alla fi­ ·rà: e chi avrà perduto la sua vita per cau­ ne, il mondo dell'innocenza, del vuot9, del­ sa mia, la troverà »). la povertà, della purezza di cuore, dell'amo­ Come nel Buddhismo il risvegliato « pos­ re, della compassione si identifica con quel­ siede la mente di Buddha », così nel Cri­ lo della conoscenza del bene e del male, « Cri­ stianesimo noi abbiamo il pensiero di del pensiero, della molteplicità. Il cristiano (I 2, 16), sto » Cor. si conosce Dio in vive nella storia, non se ne stacca gnostica­ Cristo. Il vuoto Zen trova un corrispetti­ mente. Un detto Zen ricapitola l'itinerario vo nell'idea di povertà, che è, in primo di un discepolo: « Prima di s�udiare lo Zen « Mt. 5, 3). luogo, povertà di spirito » (v. per trenta anni, io vedevo le montagne co­ Eckhart . indica questa profonda identità me montagne e le acque come acque. Quan­ è quando sostiene che solo quando si così do raggiunsi una conoscenza più intima, poveri che non c'è più nessun io come non riuscivo più a vedere le montagne co� posto nel quale Dio agisce, allora ritrovia­ me montagne e le acque come acque. Ma, mo il nostro « vero io ». ora che ho penetrato la vera sostanza, sono Si sarà notato che nel parlare dell'espe­ in pace. Ricomincio a vedere le montagne rienza della meditazione si è scivolati len­ come montagne e le acque COIIJ.� acque ». tamente sul terreno teologico-metafisico. Se pure è inevitabile quando si vanno a de- Carlo Di Folca

    26 Buddha all'Università

    L'incontro « Oriente-Occidente », questo sti. Si è svolto persino un corso sull'J Ching, sogno antico come la nostra storia (il re Me­ tenuto da un noto occultista italiano, che nadro già conversava con la saggezza del­ dimostra quanto meno - il coraggio e l'aper- l'India), e quanto mai « attuale » nella « cri­ tura del seminario. si » e nel « crepuscolo d'Occidente », ha Accanto a questo aspetto, un piccolo avuto modo di esprimersi in diversi conte­ gruppo di studenti ha cèrcato di riappro­ sti, che il più delle volte ne hanno determi­ priarsi in maniera cosciente della medita­ nato 1a portata, la dimensione la fecondità. zione, praticandola nelle aule dell'Universi­ La psicologia, ed in particolare la psico­ tà e cercando di abbinare un'attività di ri­ logia umanistica di varia ispirazione (tran­ cerca per amplificare ciò che il seminario spersonale, esistenziale, ecc.) si è inserita ha espresso in maniera generale. ormai da anni ed a pieno merito nel dibat­ Ma aldilà di tutto, del « folklore » · · tito, proponendo una specie . di « terza via » di certi interventi, l'esperimento si è mo­ nel propiziare l'incontro, scegliendo come strato positivo per almeno due ragioni: « luogo » la fenomenologia della coscienza, da una parte, in un mondo accademico gri­ ridefinita come « campo di esperienze pos­ gio e senza proposte si è inserito un ele­ sibili » e non più rigidamente legata a con­ mento di «creatività »; dall'altra, di fronte cezioni spiritualiste o rozzamente materiali­ a proposte di Guru scacciapensieri e a scel­ ste. In altre parole·, 1a f9rmulazione di nuo­ te monastiche di vario colore, viene a de­ vi paradigmi· scientifici ha dato la possibili­ linearsi un atteggiamento critico che non tà di esplorare in maniera nuova la medi­ si accontenta del già esistente, ma cerca un ta21ione, l'esperienza di « Coscienza Cosmi­ « nuovo » che nòn sia novità ad ògni coato, c.a ». gli iter realizzativi, con i lorc:i correlati ma una risposta al nostro vivere qui ed ora, psico"fisiologici. un « nuovo monachesimo » che la conver­ A questo proposito il professore ed ami­ sione di molti occidentali ad ordini d'orien­ co Riccardo Venturini ha « giocato la sua te non ha delineato ancora (trattandosi piut­ scommessa » qui in Italia, dalla sua catte­ tosto di monachesimo ben antico e tradizio­ dra del corso di Laurea in Psicologia, con nale) . Un nuovo monachesimo, che ci con­ un seminario sugli « stati di coscienza », che sideri con tutto il nostro · essere « figli di un potesse offrire un approccio panoramico mondo che brucia », col nostro modo d'in­ �ulle « vie di liberazione », proponendo il tendere il mondo, l'io, la sessualità ed i

    rapporti con la nostra dimensione storica. e .,aradigma di Goleman ( 1) come punto di · p�rteriza ed il Buddhismo (il Visuddhimag­ sociale. ga in particolare) come riferimento. Si può dire che questo « portare Buqdha all'Università » può suggerirci altre visioni Ma, sebbene i semi non siano stati gettati e modi di vita, in un loro sviluppo che è da molto (e chissà quale sarà la loro fiori­ da seguire con attenzione. Se pensiamo a tura ...) dei risultati concreti ci sono già: . quanto ridondante e piatta sia la vita, come un corso breve di acc�ssibile a vipassana, ci viene contrabbandata dai media grandi e tutti; l'incontro (per la prima volta in aule piccoli, non è davvero poco. universitarie) con un lama tibetano con pos­ sibilità di domande per propiziare un ap­ Pierpaolo Patrizi proccio dialettico, piuttosto che : l'ascolto troppe volte passivo degli insegnamenti; (1) Lo stesso Venturini ha presentato su PARA· esposti di soteriologie orientali ed occiden­ MITA 3 il libro di Daniel Goleman: «Esperienze tali, che si sono avvicendati assieine ad in­ orientali di meditazione ». (Savelli Editore - Ro­ terventi più scientifici di psicologi ed anali- ma 1982).

    27 La vita di Issa

    « Lo Spirito Eterno, assorbito in uno sta­ le sue simpatie andarono ben presto a que­ to di profonda meditazione e di suprema sti ceti, che i brahmani consideravano di beatitudine, si risvegliò e per un tempo in­ condizione tanto bassa, da proibire loro ner­ definito si separò dalla condizione di Esse- sino la pregl:iiera. ·E qui cominciano gli s èwrr­ . re Immortale, incarnandosi in un corpo zi tra Issa e i rappresentanti delle caste su­ umano, per indicare al popolo d'Israele la periori, che a un certo punto gli impongQ­ via che conduce alla identificazione con la no di troncare ogni rapporto con le caste Divinità e alla felicità eterna ». inferiori. Ma Issa reagisce a questa ingiun­ Così comincia la storia narrata nella VI­ zione dichiarando che nessun uomo, nem­ TA DI ISSA, il libro tibetano che lo stori­ meno un sacerdote, può arrogarsi il potere co russo Nicola Notovich avrebbe scoperto di privare i propri simili dei foro diritti verso il 1890 nel monastero buddhista di umani. Hemis, in Ladak (India) e che pubblicò in E qui H libro che sarebbe stato trovato francese a Parigi nel 1892 . Fin dalla tene­ ad Hemis attribuisce al ventenne Issa, in po­ ra età Issa. (probabile derivazione da Iesus) lemica con l'intera concezione induista, l'ar­ intratteneva la gente con discorsi di pro­ ticolata esposizione di una nuova dottrina. fonda saggezza, « perché dalla sua bocca Issa contesta anzitutto l'origine divina dei parlava Dio »: così testualmente si legge Veda e dei Purana, i sacri testi del brahma­ nel libro. nesimo; nega la realtà della TRIMURTI A 1 3 anni questo straordinario ragazzo (Brahrna, Visnu, Siva, le tre principali di­ si trovò di fronte ad una scelta difficile: vinità dell'induismo) , cui oppone la conce­ era l'età in cui, secondo l'antica usanza zione più accentuatamente monoteistica di ebraica, doveva scegliersi la sposa e i ric­ un solo Dio, creatore del cielo e dellf.1 terra chi possidenti della regione si erano fatti e causa prima « della vita misteriosa dell'uo­ avanti , offrendo le più avvenenti delle pro­ mo, in cui ha soffiato una parte del prèprio prie vergini figlie, con l'aggiunta di doti essere ». sontuose in pascoli e bestiame. Ma Issa non « Iddio - prosegue Issa - sarà severo voleva legami mondani e, per evitare ogni verso chi compie sacrifici umani, perché· in tentazione, decise di abbandonare il paese ogni uomo alberga un soffio dello st>iHto natale, in Palestina e di raggiungere altri dell'Altissimo; sarà severo nei confronti di paesi nell'Asia meridionale, dove, racconta chi, al servizio di fannulloni assisi a tavole il libro, « poteva perfezionarsi nella parola sontuosamente imbandite, umilia coloro che divina e studiate le dottrine dei grandi lavorano col sudore della fronte. Brahmini Buddha ». e Ksatriya (le due caste dominanti nell'an­ Giunse, dopo mesi di difficile cammino, tica India, corrispondenti ai sacerdoti e ai in una regione denominata Dj aggernat e qui, militari, n.d.r.) diventeranno i Sudra dei in una località chiamata Orsis, « dove ripo­ Sudra ed è con quest'ultimi che rimarrà sa la spoglfa mortale di VIASSA-KRISNA », l'Eterno. Il giorno del Giudizio Finale, alle nell'India centrale, ricevette dai sacerdoti caste ,dei Vaisya e dei Sudra (bottegai, ar­ bianchi di Brahma gli insegnamenti sui Ve­ tigiani, contadini, ceti subalterni nell'antica da e imparò « a guarire con le preghiere , a India, n.d.r.) saranno perdonati tutti i pec­ predicare i libri sacri, a cacciare lo spirito cati, tenuto conto della loro ignoranza ». maligno dal corpo dell'uomo. ». A quanti gli chiedono come mantenersi Issa dimorò per sei anni in quei paraggi, in uno stato di felicità, Issa risponde: « Aiu­ spingendosi fino a Benares e frequentando tate i poveri, sostenete i deboli, non fate del persone di ogni ceto sociale, cioè, secondo il male a nessuno, non desiderate la roba d"al­ linguaggio del luogo, di ogni casta, compre­ tri ». se le caste inferiori (Vaisya e Sudra) ; anzi, Non ·deve meravigliare che - a · quanto

    28 rife.risce il racconto pubblicato dal Notovich Arrivano intanto brutte notizie dalla Pa­

    · - Brahmini e militari prendessero in con­ les,tina: il popolo d'Israele è stato soggio­ siderazione l'eliminazione fisica di un pre­ cato dagli invasori romani, che, racconta dicatore tanto « rivoluzionario ». Consape­ il libro, si abbandonano a violenze e cru­ vole del pericolo, Issa cerca di mettersi al deltà. Mosso a pietà per i suoi compatrioti, sicuro e, aiutato da alcuni seguaci, va ver­ Issa decide a 29 anni il ritorno alla terra so il Nord e trova nuova rifugio in Nepal, natale. Durante il lungo cammino, non ces­ nel paese che viene definito dei Gautami­ sa di predicare. Attraversando la Persia, si di, « dove era nato Buddha Sakyamuni, tra intrattiene con i sacerdoti del luogo, i il popolo che adorava l'unico Brahma ». E « magi » e a conclusione di lunghe discus­ per sei anni rimane in questa regione, de­ sioni dichiara loro: « Quando fa gente non dicandosi allo studio della lingua Pali e aveva sacerdoti, si lasciava governare dal­ dei primi discorsi di Buddha, i Sutra. le leggi naturali, conservando il candore In seguito riprende a predicare, trasfe­ della propria anima ». rendosi nella valle di Radijputan e in altre località più a Occidente. « L'uomo non è Giunto in Palestina, Issa si dedica com­ nulla al cospetto del Giudice Supremo, co­ pletamente alla predicazione, proprio dal­ me l'animale non è nulla al cospetto del­ l'età di trent'anni e da qui in avanti il l'uqmo. Lasciate il paganesimo e le cerimo­ racconto che ci propone Notovich coincide sostanzialmente con i racconti dei Vangeli: n1t,,li riti inutili che vi allontanano dal Padre

    r

    Croce nestoriana di Semirecie (Siberia meridionale, sec. IX). Simili croci furono scoperte nel 1906 da F. E. Shave sulle rocce che fiancheggiano la · carovaniera Samarkanda-Ladakh; l'iscrizione presenta, in caratteri sogdiani (lingua del gruppo iraniano) la parola « Y(i)saz », tradotto con «Gesù ». (Dal libro: «Alla scoperta del Tibet » di Giuseppe Toscano, Ed. EMI, Bologna). vostro . e vi sottomettono a sacerdoti abban­ tre anni di predicazione e di miracoli, i donati dal Cielo: costoro vi hanno staccato primi apostoli e discepoli," sempre più nu­ dal Dio autentico, le loro superstizioni e le merosi; l'ostilità dei rabbini, le accuse di loro crudeltà vi portano alla perversione del­ sovversione, l'intervento delle autorità d'oc­ lo spirito e alla perdita di ogni ,senso mo­ èupazione, la cattura, il processo, la morte rale ». sulla croce a 33 anni. Non si parla di resur­ E a chi gli chiede: « Dimostraci con dei rezione (diversamente da altri testi tibetani miracoli che la tua dottrina è giusta », Issa che trattano ·di Issa, di cui qualcuno si tro­ risponde: « I miracoli del nostro Dio sono va _anche alla ·biblioteca dell'ISMEO a Ro­ cominciati dal primo giorno della creazione ma); si attribuisce invece a Ponzio Pilato e si ripetono ogni giorno, ·in ogni istante. l'ordine di trafugare e nascondere il cada­ Chi non riesce a vederli, perde uno dei più vere, per sottrarlo alla crescente . venera: bei doni della vita ». zione del popolo, che si recava in massa

    29 sul luogo della sepoltu.ra, con pericoli per esprimere l'opinione che non possa esser­ il cosidetto ordine pubblico. selo completamente inventato il russo Nico­ Nella Vita di Issa sono privilegiati, tra i la Notovich, scrittore di opere assai mo­ tanti insegnamenti, quelli contro la violenza deste e oramai dimenticate. Non si può e le dichiarazioni in difesa delle donne. A nemmeno attribuirlo a mani induiste o bud­ quanti, tra gli ebrei, si pronunciano in fa­ dhiste, perché quanto di dottrinario si può vore della rivolta armata contro i romani ricavare dalle predicazioni di Issa contrasta invasori, Issa si rivolge così: « Non ribella­ sopratutto con l'induismo e anche con il tevi al potere terreno, perché un potere suc­ Buddhismo; qualche affinità si riscontra in­ ·cederà sempre a un altro, fino alla estin­ vece con la Bibbia e i Vangeli e si potrebbe zione della vita umana. I possidenti e i po­ allora pensare ad autori « nestoriani », ap­ tenti seminano tra i figli di Israele uno spi­ partenenti cioè a quel ramo del cristianesi­ rito di ribellione, contro il· potere eterno mo, che, condannato dal concilio di Efeso del CielO. La legge di Mosè insegnava il (437), trovò rifugio nell'impero persiano e perdono, non la vendetta; lo spirito di que­ si propagò in tutt� l'Asia, dalla Mongolia a sta legge è stato snaturàto ». Ceylon. Concludiamo le citazioni (riprese testual­ In ogni caso, P ARAMITA sarà lieta di mente dalla ottava edizione .del testo fran­ ospitare l'opinione di quanti abbiano una cese, datata 1894) con un insegnamento specHìca competenza per esprimersi su que­ tra i più toccanti e attuali: « Rispettate la sta Vita di Issa, che Io scrittore russo Ni­ donna, che è la madre dell'Universo; giace cola Notovich sostiene di avere scoperto in in lei tutta la· profonda verità della crea­ lingua tibetana nella lamaseria di Hemis, zione divina; è lei il fondamento di quanto nell'India settentrionale. Non è da esclude­ esiste di bello e di buono,· è lei il germe re che qualche traccia delle vicende che han­ della vita e della morte ». no accompagnato la pubblicazione del rac­ Come giudicare questo libro? Non siamo conto di Notovich possa esistere negli archi­ in grado di pronunciarci. Ci limitiamo a vi vaticani. (v. p.)

    L'Universo in pittura zen

    Riproduciamo da « PITTURA ZEN » (un in­ teressante studio di Gabriele Bigliani su « lo Zen e la Via del pennello in 80 capolavori dei mae­ stri giapponesi e in 20 dipinti ch'an », edito da Stampa Alternativa, Roma 1982, lire 7.500) una piottura ad inchiostro del buddhista giapponese Sengai Gibon (1750-1837). Il Bigliani così inter­ pret·a il dtpinto, intitolato «l'Universo »: «La fi­ gura del triangolo simboleggia l'individuo umano nella sua t·riplice condizione esistenziale (fisica, intellettuale e spirituale), che si pone come con· giungimento ideale del mondo oggettivo (rupa­ kaya) - rappresentato dal quadrangolo, in quan­ to composto dei 4 elementi: 'terra, acqua, fuoco ne : attraverso l'uomo, la forma si realizza come e aria - con la realtà suprema (Dharmakaya}, senz·a-forma. o Vuoto (Shunyata) e il Vuoto come rappresentata dal circolo senza inizio e senza fi- forma. A ·saperlo vedere, l'Universo è tutto qui "·

    30 RECENSIONI

    Il Tao della fisica

    Cominceremo con un « meglio tardi che Bihl ioteG1 Scicntifica .J- mai » a proposito di questo libro (1) che compare in traduzione italiana circa dieci anni dopo la prima edizione americana. E' curioso notare che un f.sico dedichi il proprio libro, fra gli altri, anche a C. Casta­ neda, /. Coltrane, Krishnamurti, apparte­ nenti ad aree culturali così distanti, appa­ rentemente, dal mondo severo ed astratto dei numeri; ma proprio questo dettaglio ci fa lmtrare in un campo di interrelazioni, do­ vd- ·il movimento incessante della materia, n�lia sua costruzione e nella sua dissoluzio­ ne, : ci riporta immediatamente alla visione della « danza di Shiva », che crea e di­ strugge i mondi. L'Autore, all'inizio, ci comunica di aver fatto uso delle « piante del potere », con riferimento immediato a C. Castaneda ed all'insegnamento della tradizione yaqui, per allargare i confini della sua mente e render più chiara la percezione. Ma quello - utilizzando il loro libero arbitrio per intro­ che potrebbe far pensare banalmente ad un durre sempre più variabili impazzite che, al­ fatto di droghe, viene immediatamente eli­ la lunga, fanno saltare quel delicatissimo minµto come sospetto, per far posto ad uno equilibrio, sul quale si reggono (e ci reg­ dei cardini di questa tradizione (e non solo giamo). di questa: pensiamo ai Sufi, per esempio): L'Autore dedica alcuni capitoli all'indui­ se la via da seguire ha un cuore, allora per­ smo, al buddhismo, al taoismo, allo zen, corrila. facendo notare le similitudini esistenti fra Questa domanda F. Capra se la pone ri­ queste espresisoni del pensiero fra di loro, guardo alla « via della F_isica », ricordando­ e fra esse e- la loro attualità nel mondo ci che questo termine deriva dal greco contemporaneo. « fisis » che ;�ignifica _ « natura » con le Il concetto di Brahman e quello di Tao, sue leggi, e come queste leggi, fino ad Era­ ambedue « senza principio, né essere né non­ ctito, riguardavano lo spirito e la materia essere, di cui non si può parlare » sono come continuum, mentre a partire dalla messi in relazione con le ultime ricerche scuola eleatica questi due termini vengono nel campo della meccanica quantistica, la scissi e contrapposti. teoria di relatività e la fisica delle particel­ E' il pensare; quindi, in termini dualistici le subatomiche, dove il continuo suddivide­ ciò che ha messo l'individuo in perenne re ha portato dalle certezze dei primi espe­ conflittualità. Tutta la tesi di fondo del rimenti nei primi decenni di questo secolo libro è centrata sulla ricerca di questo ri­ alle più problematiche incertezze attuali, torno al - concetto di unità, dove le leggi dalla prima scissione controllata dell'atomo, · del cielo non sono differenti da quelle della nucleo, elettrone, neutrone, ai postulati dei terra e sono solo gli uomini ad alterarle, « quark », alle particelle « virtuali »,- alle

    31 teorie sugli « adroni », al concetto di anti­ l'uomo e la natura, ambedue creatori di fe ­ materia. nomeni interagenti; il Tao, come rapporto Potremmo continuare in questo elenco duale yin-yang di continuo mutamento nel­ ancora per molto, ma, ci avverte l'Autore, l'unità, è un buon esempio da prendere in più scaviamo in questo senso e più trovia­ considerazione. mo «cose » che non sappiamo poi come Non è lontano il tempo in cui coscienza ordinare in sequenze logiche; per questo e materia, attraverso la conoscenza che . è sono nate delle ipotesi di schemi come la trasformazione, potranno darci delle indica­ « matrice S » e il « bootstrap » (letteralmen­ zioni, non delle risposte; poiché, al di là te: tirante di stivali), che nella f.sica delle di tutte le ricerche sul campo, l'unica ri­ particelle ci indica che esse si sorreggono sposta saggia possibile è il « nobile silen­ sulla loro coerenza interna; il rischio di zio », nel quale, come nel Tao e nel queste ricerche « ad infinitum » è quello di Brahman, tutto è compreso. perdersi in un gioco di specchi o di cadere Risposta molto filosofica per un fisico, che in tautologie gratuite. Da qui il monito a conclude il suo libro con le celebri parole non frazionare, un po' come capita alla (mai sufjìcentemente ponderate) di Lao-tzu: medicina contemporanea che, al di là degli colui che sa non parla, colui che parla indiscussi meriti, sempre più specializzan­ non sa. dosi sta perdendo di vista l'unità psicofisica Elio BQn_giomo del màlato. Come la medicina, anche la fi­ sica non deve perder di vista il suo prin­ (1) FRITJOF CAPRA: Il Tao della Fisica. cipale obiettivo, cioè l'interrelazione fra Adelphi Edizioni, Milano 1982. pp. 381. L. 20:000.

    Dai "quanti" alla Vacuità

    « La scienza non ha bisogno del mistici­ nelle quali l'esperienza intuitiva è stata in­ smo ed il misticismo non ha bisogno della . terpretata. scienza; tuttavia l'uomo ha bisogno di en­ Un accostamento fra tradizioni culturali trambi » ci vuole comunicare Fritjof Capra tanto diverse è certamente avventuroso e col suo libro « The Tao of Physics », illu­ lascia non poche perplessità anche di ca­ strando i principi della fisica moderna e le rattere metodologico; per esempio: la fisi­ filosofie dell'oriente (1). ca può offrire una conoscenza valida ed uni­ Che Capra abbia colto nel segno lo di­ taria · per un modello dell'universo? Una mostra il successo del libro: pubblicato dal­ esperienza mistica, che di per sé è inco­ la Shambhala publications nel '76, in un municabile, può tradursi in linguaggio senza solo anno ha avuto quattro ristampe: io falsificare completamente H suo significato? conservo ancora una edizione della Bantam In quanto alla prima questione, mi sembra Book del '76. di capire che Capra dia per scontato che la Capra, che è un fisico affermato nel cam­ teoria quantistica e la · relatività offrono mo­ po delle alte energie , esplora i concetti del­ delli interpretativi legittimi e validi del mon­ la fisica moderna e li confronta con le idee do, mentre, alla seconda, risponde indiret­ che stanno alla base della esperienza reli­ tamente con la sua esperienza personale de­ giosa e . filosofica dell'estremo oriente: In­ scritta nella prefazione « io vidi gli atomi duismo, Buddhismo, Taoismo. Scopre così degli elementi e quelli del mio corpo parte­ un parallelismo inedito e sconcertante: la cipare in questa danza · cosmica, ascoltai i visione intellettuale dell'universo, che la fi­ suoi suoni e riconobbi che quella era la sica moderna sottintende, sembra corrispon­ danza di Shiva ». Sembra quasi un ribalta­ dere alla esperienza intuitiva del mondo in­ mento delle risposte che ci saremmo attesi. terpretata dai m'istici, ed i diversi modelli Più avanti, nel libro, a proposito della scientifici, corrispondono , alle diverse vie ricerca nel mondo sub atomico, Capra pre-

    32 cisa che questa ha rivelato una realtà che rema di Godei. (L'argomento è sviluppatò trascende il linguaggio e tende ad una uni­ nel recente libro « Un lampo di vacuità » ficazione dei concetti oltre la categoria de­ di Ghesce Rabten, editrice Psiche, Torino, gli opposti ove le particelle sono distruttibi­ che comprende un profilo storico-critico « Il li ed indistruttibili, la materia continua e di­ Vuoto dei fisici » dell'Autore di questa re­ scontinua e la massa ed energia sono aspet­ censione - n.d.r.). Tutto ciò implica che il ti differenti del medesimo fenomeno. ln pa­ mondo non ha natura propria; è vuoto di ri modo, Capra aggiunge, anche la relati·vi­ esistenza inerente e relativo; nessun « nou­ tà, teoria cruciale per la descrizione del sub menon » sta dietro i fenomeni che osser­ atomico come del cosmo, trascende la dua­ viamo. lità di spazio e tempo e perviene ad una Il Buddhismo Mahayana pervenne a con­ visione del mondo a dimensione più alta. clusioni analoghe già nel terzo secolo della Questo processo di unificazione dei concet­ nostra era con una chiarezza espositiva di ti ad un piano più elevato non è forse lo gran lunga superiore a quella che il pensie­ stesso processo che il mistico esperimenta ro scientifico ci offre e per via completa­ nella ascesi? La' realtà per entrambi è un. mente differente: osservando cioè i proces­ processo dinamico di relazione ove gli og­ si mentali cognitivi anziché ricercando re­ getti sono essi stessi processi e tutte le for­ lazioni nel mondo esterno. me sono configurazioni dinamiche. La fisica è ancora tutta nel mondo e:d of­ Al capitolo 18 Capra espone la più recen­ fre un metodo per manipolarlo ad uso delle te teoria dei quanti secondo la quale si ne­ necessità, il Buddhismo si pone oltre ad es­ ga l'esistenza di un costituente ultimo della so ed indica una via che approda alfa so­ materia, la necessità di leggi fondamentali luzione delle inquietuini esistenziali che af­ o principi fisici. Se il « mattone ultimo » è fliggono gli uomini; ecco perché c'è tanto · indefinibile nell'ambito della fisica, lo è an­ bisogno di entrambi, come giustamente as­ cora prima da un punto di vista strettamen­ serisce Fritjof Capra nel suo libro. te logico, come è possibile inferir e dal teo- Edmondo Turci

    Il potere della saggezza

    Il <� Potere della Saggezza » ( 1) è u�a semplice ma penetrante introduzione al Bud­ dhismo data da due Lama Tibetani, Lama Yesce e Lama Zopa, famosi per la loro abi­ lità di comunicare le verità . del Dharma in un linguaggio accessibile anche alle per�o­ ne non orientate verso una visione religibsa della vita. E' il resoconto di varie letture e conferenze date dai Lama negli Stati Uni­ ti nel 1974, nel corso del loro primo viaggio intorno al mondo. Con un approccio diretto e pielJO di calo­ re, il libro arriva al cuore deqa pratica buddhista, per mettere in luce il "significato e lo scopo della meditazione, le cause del­ l'insoddisfazione e dell'infelicità e la ragio­ ne per cui sorgono questi stati çli frustra­ zione che nessuno desidera. lnf.n� vengono spiegati i metodi per eliminare questi stati mentali negativi ed ottenere il controllo . sulla propria mente e di consegu.enza ·sulla Nel libro è incluso un intero corso di propria vita. meditazione. Lama Zopa illustra chiaramen-

    33 te e concisamente come coltivare la consa­ dare dentro di voi, sempre più a fondo. Ciò pevolezza della nostra presente condizione, che spiega la psicologia Buddista è qualcosa e come sviluppare la saggezza e i mezzi che di semplice e diretto; ma quello che realiz­ ci liberano dai problemi. Nell'ultimo capi­ zate voi, come risultato è davvero f an tasti­ tolo, Lama Yèsce mostra come tutti gli inse- . co ». Quello. che era un tempo il fuoco del­ gnàmenti abbiano un senso solo se vengono l'antica saggezza, con le sue profonde spie­ messi in pratièa nella vita di ogni giorno . gazioni psicologiche della mente, è ora sol­ e non rimangano solo una esercitazione in- · tanto un bagliore. Se non vogliamo che si tellettuale. estingua completamente, l'initerrotta trq­

    Riportiamo un passo del libro: (< Gli Oc- . dizione tibetana di ricerca interiore d��e cidentali hannò spesso un atteggiamento di . essere trasmessa all'Occid.ente è preservata qÙesto . tipo: però sta · veramente dicendo . come forza vivente della cultura umana. delle . cose fantastiche! ma se vi rendeste Questo è il messaggio che questo libro ci conto di quello che sta succedendo, vedre­ vuole dare. ste che questo · Lama tibetano non sta met- : Lorenzo Vassallo

    tendo in · 1uèe una saggezza tanto grande, · (1) LAMA YESCE E LAMA ZOPA: Il Potere ma sta semplicemente descrivendo ciò che . . della Saggezza, Ed: Moizzi, Milano 1978, pp. 160. aècade in . voi, nella vostra mente. La sola : Il libro è disponibile solo all'Istituto Lama T.K. cosa che ci interessa è incoraggiarvi a guar- . di Pomaia (Pisa) a lire 9.500.

    Il sacro del Nepal

    Namasté, con questo saluto nepalese, che non è soltanto un buongiorno o una buona­ sera · ma una una forma di rispetto di fronte al divino che è in ogni uomo, si apre e si chiude il libro di viaggio, corredato da stu­ pende fotografie, di Olga Amman e Giulia Barletta, Nella terra degli dei, 1000 kilome­ tri a piedi nel Nepal (1). Ma dire libro di viqggio · è un limitare l'interesse di questa opera che non è solo il resoconto di un trekking .himaJaiano, ma il tentativo di r.i­ portdre . con la. paro.la - (( e la parola se­ condo le sacre scritture orientali, è in realtà . Uli ritina creatore, .. è vera e propfia sostan­ za . energetica » - quei sentimenti, quelle emozioni, quello stupore, che le autrici han­ no, provato. durante . la loro permanenza nel Nepal...... Il Nepal è la terra degli dei, la terra netla quale U sacro .è ovunque: nei mona­ steri, . nelle ruote della preghiera ·fatte gi­ e spirito di avventu'ra - un'avventura tesa rare dalle acque dei fiumi, nel sangue degli non a scoprire l'esotico che c'è in queste ·

    · animali· sgozzati: durante · la Durga puja o terre, ma a comprendere l'umanità così com­ negli immoti silenzi delle intatte montagne posita· che le abita - hanno percorso con che. salgono verso . l'infinito. Questo sacro fatica e stupore sentieri lunghi centinaia di av)Jolge l'esperienza delle due ormai non kilometri. Il loro viaggio (< iniziatico » - più giovanissime autrici che con coraggio che è narrato con stile chiaro e sempre ·av-

    34 vincente per il lettore che non ha mai visto di comodità, le punture di « strani » insetti . quei luoghi od anche per chi, già conoscen­ in un monastero, la bontà dello sherpa, èhe doli, ne ritrova la presenza - offre lo spun­ fa ianto rammentare il mito del « · buon sel­ to per una descrizione a. tutto · tondo del vaggio » potevano essere limitate. Comun­ Nepal: storia, religioni indu, buddhiste e que, fanno parte dell'avventura reale e sen­ bon-pa, feste tradizionali, gruppi etnici, me­ tita dalle autrici e ha trovato espressione in dicina antica dell'Ayur Veda, psichiatria, questo libro, che ci arricchisce non solo di economia, geografia, fino alle màppe per un notizie ma anche di umanità: « Per la · prima eventuale trekking dell'affascinato lettore. volta della nostra vita - dicono le autrici Nello scorrere le pagine si avverte l'am­ - abbiamo provato a comprendere un pae­ pia cultura che permette alle autrici di su­ se straniero dall'interno, non , da turiste .: perare il mero approccio antropologico, so­ nemmeno soltanto da studiose, ma come st! ciologico ed economico, dandoci l'anima di ne fossimo parte integrante. E dobbiamo un Nepal vissuto e sperimentato con occhio dire che ne abbiamo sentito il privilegio. attento, l'anima di un popolo; non cedendo E la differenza ». al mito di un Nepal «paradiso terrestre », Maria Angela Falà · che tanto ha attirato giovani europei in cer­ (1) OLGA AMMAN · GIULIA BARLETTA, ca di facile evasione. «Nella Terra degli dei, 1000 ki/ometri a piedi nel Forse le parti del libro che descrivono Nepal », Casa editrice Dall'Oglio, pp. 336, lire . la stanchezza per il cammino, la mancanza 15.000.

    ESPERIENZE

    Il maestro difficile

    L'autrice di questa « Esperien· le in un mondo creato, secondo il crer:Jo za », Maria Francesca Lutazi, (: cristiano, da un Dio infinitamente buono nata a Trieste nel 1947; laureata che ci ha fatto inoltre a « sua immagine e in architettura e coniugata, risie­ · de a Roma, dove è funzionaria di somiglianza ». una grande società immobiliare. Non accettavo il concetto di una danr;ia­ zione eterna da parte di un Dio generoso Sono molto grata a PARAMITA per l'ihi­ e misericordioso; con altrettanta forza · ri­ ziativa di attuare con la cultura buddhista fiutavo l'idea di una disparità di classe so­ un èontatto chiaro. ed aperto, anche per . chi ciale e di vicissitudini, create da un Dio aveva solo sentito vagamente parlare di fi­ imparziale. Di fronte a domande sulla Tri­ losofie orientali .. Ma le . sono .ancora più nità, sulla Resurrezione, mi veniva risposto grata perché ' mi òffre oggi l'opportunità di invariabilmente che dovevo credere per fe­ ricordare il mio maestro Ghescè fampel de, mentre la razionalità della mia mente Senghe. Quando sentii parlare di lui per voleva essere soddisfatta con ben altre pa­ la ·prima volta, mi dibattevo in mille inter­ role. Non capivo perché, con gesto indub­ rogativi, che né lo studio della filosofia clas­ biamente politico, la Chiesa avesse abolito sica, né i dibattiti con il mio professore di e negato nel 2° Concilio di Costantinopoli religione, un aperto e dinamico gesuita, ave­ nel 554 il concetto di reincarnazione, vano potuto soddisfare. Continuava ad es­ che era stato presente fino a quel momento sere per me inspiegabile la presenza del ma- sia negli scritti dei grandi Padri della Cri-

    35 stianità come Clemente D'Alessandria, San mia infanzia e ad imparare l'alfabeto, la Girolamo, Origene e sia nella stessa Bibbia. fonetica di quella difficile lingua. Queste e tante altre domande erano sen­ Mi sentivo sempre più depressa, non fa­ za risposta finché non incontrai a Roma cevo passì avanti e mi sembrava di perdere /ampel Senghe, un Maestro di profonda tempo . prezioso, mentre i miei rapporti con concentrazione spirituale e di grandissima il Maestro erano sempre molto cordiali, ma umiltà. La sua preparazione, risultato di de­ distaccati. Smisi per qualche tempo di leg­ cine di anni di studio su molte branche gere libri ed . incominciai a riflettere e a dello séibile umano (astronomia, medicina, chiedermi che cosa avessi in fin dei conti storia delle religioni), e soprattutto della di diverso dalle altre persone che frequ�n­ filosofia buddhista, gli dava la possibilità tavano con me il corso e che si ponev(ino di penetrare l'animo di chi si rivolgeva ai i miei stessi interrogativi. suoi insegnamenti e, dote molto rara negli Cominciai così a sentirmi una goccia in uomini di cultura, di saperli rendere intel­ un oceano, tutta identica acqua, ma compq­ leggibili. La forza e la calma spirituale che sta da infinite gocce. intravidi nei suoi occhi quando lo incontrai Mi accorsi di guardare con occhi diver# per la prima volta, mi fecero provare il anche il mio Maestro, ed a sentire gratitudi­ desiderio di conoscere che cosa le avesse ne per lui, che aveva lasciato il monastero rese possibili. nel Tibet, di cui era il riverito ed amato reggente, per venire in Europa a trascorrere Intuii nei successivi incontri che il suo una vita totalmente diversa in una società atteggiamento nei miei confronti, pur mani" difficile, in cui doveva affrontare molti pro­ festando un grande affetto, non era del tutto blemi di ordine spirituale e materiale, al so­ disponibile. Così per soddisfare la mia im­ lo scopo di tradurre il patrimonio librario paziente curiosità pensai di superare l'osta­ dell'lsmeo e trasmetterci qualcosa della ci­ colo divorando per diverso tempo libri su viltà tibetana. libri, certa che mi avrebbero alla fine dato una risposta. Mi sentii riconoscente per tutto questo e decisi che avrei proseguito il corso di lin­ Più ammassavo nozioni, più mi sembrava gua, per onorare lo sforzo di cui il Maestro di capire, di intuire e più mi sentivo vicina si caricava. Ormai non mi aspettavo ·àltro. a comprenderne lo spirito. Quando ritornai Fu poco dopo che, con mio grande · stu­ da Geshè-là (questo era il suo ' titolo pore e commozione, mi invitò a seguire i che viene dai tibetani attribuito ai più suoi insegnamenti sulla filosofia buddhista. profondi conoscitori della filosofia buddhi­ Capii allora che mi aveva aiutato con sta), ero certa' che mi avrebbe accolto con amore a guardare in faccia uno dei miei totale disponibilità, mi ritenevo pronta per tanti difetti: l'orgoglio, ed a misurarmi con i suoi insegnamenti. Fui invece prof onda­ esso. Da allora anche il suo atteggiatflento mente delusa quando si limitò a dirmi che cambiò nei miei confronti e compre�i che avrei dovuto iscrivermi al corso di lingua avevo trovato il mio Maestro, colui clie po­ tibetana di cui deteneva la cattedra al­ teva rispondere alle mie domande e che po­ l'Ismeo, e non sfiorò altri argomenti. Ricor­ teva aiutarmi a guardare in me stessa. do che provai allora un sentimento di ri­ bellione, perché il mio studio intensivo non I miei· vecchi interrogativi ora hanno tro­ era servito ad altro che a farmi iscrivere vato tutti una risposta; nel Buddhismo il ad un corso di lingua di cui non capivo mio raziocinio e la mia emotività si sono /'utilità. . compiutamente appagati. Con grande affgtto rendo grazie al mio Per me quell'invito apparentemente sco­ Maestro, che non · è ptù fisicamente con noi, stante era una vera e propria sfida, il mio perché con mano ferma ed amorevole ha carattere fiero non poteva far altro che saputo guidarmi al Buddhismo che compren­ raccoglierla. Così mi iscrissi a quel corso, de tutto e tutto comprende. assoggettandomi per mesi a sedermi su quei banchi che mi ricordavano la scuola della Maria Francesca Lutazi

    36 Questa rubrica è i1 dispoaL­ zione dei centri, istituti cultu­ rali, comunità, ecc. che deside­ rino dare notizie sulla loro attività di insegnamenti, se­ minari, meditazioni ed altre pratiche di Dharma o affini. Per essere pubblicate, le noti­ INIZIATIVE zie devono pervenire alla re­ dazione in tempo utile: per PARAMIT A 8, entro il 20 agosto prossimo.

    Nuovo progetto a Scaramuccia An Go, Sesshin estiva del Soto Zen

    All'inizio di quest'anno la direzione di Scara­ Si terrà per la prima volta in Italia una muccia ha deciso di mettere in programma la Sesshin Soto Zen, seguendo l'originale « forma » costruzione del nuovo monastero, che andrà a con la quale si è trasmessa e tramandata nei sostituire il piccolo casolare, pieno di spiritualità, secoli. Sarà divisa in due sessioni: la prima dal m1;1 privo quasi di tutto e scarso persino di acqua. 24 luglio al 2 agosto e la seconda dal 4 al 13 Sarà il primo monastero buddhista nel nostro agosto. Il luogo prescelto per ospitarla è il Semi­ poese costruito ex-novo. Non esiste infatti in nario Clarettiano di Lierna, sulle rive del Lago Italia alcun monastero « orientale » che sia stato di Lecco, ai piedi delle cime alpine della Grigna. edificato appositamente a tal fine; gli attuali cen­ Nell'arco delle due sessioni, oltre alla quotidia­ . tri di Dharma sono un riadattamento di edifici già na pratica di zazen, saranno tenute diverse atti­ esistenti. vità a cui tutti potranno partecipare, riguardanti Il progetto del Monastero è già stato, come lo Zen Shiatsu, l'Agopuntura e le Arti Marziali. progetto di massima, completato dall'Arch. Ales­ Il Monaco zen TAITEN FAUSTO GUARE­ sandro Quagliozzi, coordinatore per PARAMIT A SCHI dirigerà le due sessioni della Sesshin. Egli della sezione riguardante il Buddhismo Zen. Per è l'erede spirituale del Maestro T AISEN DESHI­ quanto riguarda la struttura interna, sarà compo­ MARU ROSHI, colui che portò il vero seme del­ sto da una grande sala di meditazione (zendo), la pratica Zen in Europa, oggi considerato come dalla piccola sala per il colloquio con il Maestro il 1° Grande Patriarca d'Occidente. (sanzen), da un certo numero di piccole stanze Per informazioni: Doio Zen di Milano - Via per coloro che vi vorranno trascorrere periodi più Baldinucci, 1 - 20158 - Tel. 02/6086262. o meno lunghi al di fuori delle sesshin, oltre che naturalmente dai servizi, da un dormitorio, biblio­ teca, ufficio e, particolarità di ogni monastero zen, dalla sala detta « 0-FURO », con una grande Soto Zen di Novara vasca colma d'acqua, nella quale rinfrescarsi e Per tutti coloro che intendono avvicinarsi alla tonificarsi. asperienza della pratica del Soto Zen, a Novara, Il maestro di Scaramuccia, Engaku Taino, così in Via Nibbia 19, è aperto già da tempo un doio scrive sull'ultimo numero del «Notiziario » del dove, al lunedì e al giovedì, dalle 18,30 alle 19,30, monastero, a proposito di questo progetto: «In si pratica regolarmente zazen, sotto la guida del che modo costruire il nuovo monastero? Prima di responsabile Cesarino Mantovani. tutto, come continuo a dire, sentendosi partecipi Il penultimo sabato di ogni mese (con inizio dell'atto coinvolgente ed unico della costruzione. alle 16,30), è dedicato ai corsi per principianti; Sentirla una cosa propria e voler partecipare in vengono date cioè le nozioni fondamentali per qualche modo alla sua costruzione. I poter iniziare la pratica. Poi c'è il lato pratico: denaro, oggetti, mate- Per informazioni: Dojo Zen Novara - Via Nib­

    riale, mano d'opera, ecc. Appena pronto il pro­ bia, 19 - Tel. 0321 /392740. getto, conosceremo anche i preventivi di mas­ sima, che potrà fare qualche muratore di queste parti. Per le offerte di qualunque entità (a ma­ Istituto Lama T .K. - Pomaia (Pi) no, per vaglia, assegno circolare, piccione viaggia­ tore o altro), indirizzare a: «Luigi Mario - Mo­ Programma estivo dell'Istituto: nastero di Scaramuccia - Orvieto Scalo (TR) », 1- 3 luglio: «SCIENZA E BUDDHISMO » (Ge­ te/. 0763/25054. long George Churinofj);

    37 8-10 luglio: «Il GIOCO DELLA SABBIA » «L'arte di vivere nella filosofia buddhista », se· (Dora KalffJ; guita dalla proiezione di un film girato in Tibet 15-19 luglio: «MEDICINA TIBETANA » (Tro nel 1958 sulla vita nelle Università monastiche ti­ Gawa Rimpoche); betane. Inoltre per i discepoli si è avuto dal 18 15-31 luglio: «RITIRO DI YAMANTAKA » con . al 21 giugno un insegnamento su: « U Tathagata­ insegnamenti di Ghesce Ciampa Ghyatzo; garbha, il grembo della Buddhità ». 19-25 luglio: « SHIATZU E AGOPUNTURA » Recapiti: te[. 06/5698156; postale: C.P.A. · Ro· (Insegnante Ota Yoshoisa); ma 64 FAO - 00100 Roma. 27-31 luglio: « TAI-CHI » (Maestro G. Murado/]); 1· 7 agosto: «YOGA E MEDITAZIONE » (Ghe· Istituto Orientale - Napoli sce Ciampa Ghyatzo); 12-21 agosto: « HERUKA · INIZIAZIONE ED In occasione del 250° anniversario della fonda­ INSEGNAMENTI SUI SEI YOGA DI NA· zione, l'Istituto ha organizzato, in co[laborazione ROPA » (Ghesce Ciampa Ladro); con la scuola di Studi Superiori in Napoli, un 21·31 agosto: «RITIRO SUI SEI YOGA DI NA· Seminario Internazionale di studi sul tema: Aspet­ ROPA » ti del pensiero indiano. Il Seminario, che si è 14-16 agosto: « DHARMA FESTIVAL » musica, svolto dal 30 maggio al 4 giugno, si è concluso massaggio, hata yoga, meditazione, ecc.; con una tavola rotonda sul tema: « Buddhismo 20-28 agosto: «MEDICINA OLISTICA » (Luigi e Vedanta a confronto: due stagioni della Gnosi »; Gallo); vi hanno partecipato i professori: A. Bareau, P. 4-14 settembre: «COME INTEGRARE LA PRA­ Filippani Ronconi, R. Gnoli, S.M. Pandey, C. TICA DI BODHICITTA NELLA VITA Pensa, M. Piantelli, K.H. Potter con la presidenza QUOTIDIANA » (Lama Thubten Zopa Rim­ di Maurizio Taddei, Rettore dell'Istituto Univer­ poche); sitario Orientale. 16-26 settembre: « GHIALWA GHIATZO, IN­ SEGNAMENTI E RITIRO » (guidato da Centro Karma - Varsavia Lama Thubten Yesce); 7- 9 ottobre: «BAMBINI E MEDITAZIONE » E' in funzione nella capitale polacca un centro (Marguerite Smith White); buddhista della tradizione tibetana Kaghiupa. Due Informazioni: Istituto Lama T.K ..56040 Po­ volte all'anno è visitato da lama per gli insegna­

    maia (PI) · Tel. 050/68976. menti. Ci sono riunioni settimanali in case pri­ vate per la meditazione e si organizza la Pu;a Centro Milarepa - Pinerolo (To) ogni martedì. Chiunque volesse aiutare questo centro può Il Centro sta organizzando un seminario­ indirizzare a: Centro Karma Dargye Ling - W ar­ ritiro in località montana presso Chivasso, ba­ sawa 01-829 al. Ziednoczenia 11 m. 43 Marek sato sulla pratica di Dorie Sempa (Va;rasattva), Sawicki. Sono da inviare soprattutto oggetti per l'aspetto del Buddha, che ha il potere di purificare le meditazioni, difficilmente reperibili in Polonia, le azioni nocive e dissipare i veli della mente. come: riproduzioni di tanka, incenso, statuine, Il seminario-ritiro sarà guidato da Lama Gian immagini dei Buddha, ecc. Giub dal 31·7 al 27-8. Il Centro organizza ogni mercoledì sera a To­ Insegnamenti all'estero rino, al «Punto Ki » (via Frabosa, 5), inse­ gnamenti e meditazioni inseriti nei corsi di tecni· Montreux: Dal 21 al 28 agosto il centro Tharpa che orientali organizzati dall'Assessorato allo Sport Choling di Mont Pèlerin organizza, con la dire­ della Città di Torino e dall'Assessorato alla Cul­ zione di Ghesce Rabten, un corso di meditazione tura della Regione Piemonte. al Collegio Internazionale degli Avants, nei pres­ Pe rinformazioni: Centro Milarepa - Via Sai­ si di Montreux, sul tema: «Il senso della felici­ bante, 3 - .Pinerolo (TO) - Te/. 011/442218, op- · tà ». Gli insegnamenti saranno basati sul testo pure: 0121/22484. « Il cammino del Bodhisattva (Bodhisattvacarya­ ) di Santideva. Per informazioni: Tharpa ChOling - CH1801 - Istituto - Roma Le Mont - Pèlerin (Vand) - Svizzera. L'Istituto ha organizzato, dal 23 al 27 giugno. Normandia: Nella località di Saint-Benoit d'He­ un corso di DAGPO RIMPOCE sul tema: «Le bertot, a Pont l'Evèque, il centro « La Gohai.gne » Quattro Nobili Verità », con iniziazione di Tara organizza tre corsi di Vipassana, tenuti da disce­ Bianca; si è tenuto nell'Aula Magna della facoltà poli del maestro Goenka nel periodo dal 20 di Teologia della Chiesa Valdese (via P. Cossa, maggio all'11 ottobre. 40). Il 22 giugno lo stesso Rimpoce ha tenuto Per informazioni: M. /ean .Claude Sée - 52, alla Sala Borromini una conferenza pubblica .su rue de Verneuil - 75007 Parigi.

    38 GLOSSARIO

    (a cura di Luigi Turinese)

    Dedichiamo il glossario di questo quaderno ai termini giapponesi usati, nell'ambito dello zen, per la pratica e la esperienza meditativa. Per la grafia, abbiamo adottato la trascrizione scientifica, con i relativi segni diacritici.

    Kinhin: Letteralmente « passeggiata del Shikan-taza: Letteralmente «nient'altro Sùtra ». Marcia formale nello Zendò o in­ che sedere », « sedere in consapevolezza ». torno ad esso, effettuata nell'intervaHo tra Pratica avanzata, in uso nella scuola Sotò due periodi di zazen per allentare la tensio­ dello Zen, nella quale lo zazen non è sup­ ne delle giunture. portato né dalla concentrazione sul respiro né dalla concentrazione su di un koan. La Roshi: Letteralmente «vecchio mae­ mente ·deve mantenersi calma, fermamente stro » o « venerabile maestro ». Ha la fun­ centrata e stabile, attenta, né tesa né rilas­ i zione di guidare discepoli lungo il sentie­ sata. ro dell'autorealizzazione. In alcuni monaste­ Se si pratica attentamente lo shikan-taza, ri, ricopre anche la carica di abate (kanchO), mentre nei monasteri più grandi quest'ulti­ dopo mezz'ora si è sudati, anche d'inverno ma - di carattere amministrativo - viene e in una stanza fredda, a causa del calore generato dall'intensa concentrazione. assunta da un altro monaco, e il ròshi si concentra sull'insegnamento dello Zen. Zazen: Letteralmente «sedere nello Zen». Meditazione Zen, tradizionalmente pratièa­ · Sanzen: Colloquio personale tra il ròshi e !'allievo, monaco o laico. L'argomento è ta neHa posizione del loto o del semi-loto, con la colonna vertebrale eretta, gli occhi di solito il koan, su cui l'allievo sta lavo­ semi-aperti e la bocca chiusa, mantenendo rando. Il sanzen può avvenire giornalmente 'o diverse volte al giorno. una perfetta immobilità. Di solito l'attenzio­ ne è focalizzata sul respiro, che viene indi­ Satori: Risveglio, comprensione, auto­ rizzato nella zona appena sottostante l'om­ realizzazione. Esperienza incomunicabile belico (hara). In questa situazione di calma con le ordinarie categorie logiche, che fa immobilità e di quiete menta.Je, semplice­ capo alla visione diretta dell'unità palpitan­ mente si osserva l'insorgere e lo svanire di te di tutto l'Universo. Questa visione deHa pensieri, percezioni e sensazioni. Talvolta, ' Non-dualità può variare da un lampo (ken­ soprattutto nella scuola Rinzai, l'allievo si shO) all'Illuminazione più profonda. concentra sul kòan, che il maestro gli ha assegnato. Sesshin: Periodo di meditazione intensi­ va in un monastero Zen, ·durante il quale Zendo: Sala adibita alla meditazione. Nei lunghe sedute di zazen si alternano al teisho grandi monasteri, è solitamente situata iri (sermone del roshi) e al dokusan (incontro un edificio a parte, l'ambiente è molto au­ privato con il roshi; v. anche Sanzen). La stero ed ha come solo arredamento i tatami pratica serrata svolta nel sesshin ha lo sco­ (stuoie di paglia intrecciata, dove prendono po di favorire, nelle menti pronte, il balzo posto i praticanti) e talora un piccolo al­ verso la comprensione della Non-�ualità. tare con un'immagine di Buddha.

    39 Punti-vendita di PARAMITA:

    TORINO: Libreria Aretusa, via Po, 2; Libreria Psiche, via Madama Cristina, ' 70.

    MILANO: Libreria Yoga, via Spallazqn­ ni, 6/8; Le Mille e Una Notte, corso Genova, 13; Milano-libri, via Verdi, 2; Istituto Ohe Pe/ Ling, viale Romolo, 1.

    PARAMITA TREVISO: Centro Lama· Tsong Khapa, Quaderni di Buddhismo piazza V. Emanuele, Villorb_a. SAVONA: Lib reria Rosasco, via Torino. 11. EDITORE DIRETTORE RESP.: Vincenzo Piga. CAPO-REDATTORE: Marfa Angela P.alà. GENOVA: Liguria Libri e Dischi, via XX Settembre, 252 R. CONSULENZA GRAFICA: Antonino Di Bianca. DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE, REDA- BOLOGNA: Libreria Feltrinelli, piazza

    ZIONE: Via della Balduina, 73 - 00136 Roma · Ravegnana, 1. Tel. 06/3498800. FIRENZE: Gandhara, via dei Neri 37r. AUTORIZZAZIONE: Tribunale di Roma, nu­ mero 88/82 del 27-2-1982. POMAIA: Istituto Lama Tsong Khapa. STAMPA: Tipolitografia G. Andreocci - Via Gre· ROMA: Libreria Feltrinelli, via V.E. Qr•" gorio VII,- 116a - Roma 00165. /ando, 84/86; Libreria Mondoperaio, via Tomace/li, 141/146; Libreria Ro­ Jn questo quaderno, articoli e servizi di: Lydia tondi, via Merulana, 82; Libreria Aran, Elio Bongiorno, Thubten Ciampa, A. David­ L'Uscita, via dei Banchi Vecchi; çen­ Neel, Carlo Di Folca, Maria Angela Falà, Franco tro Macrobiotico, via della Vite; Li­ Fiorentino, Heda Klein, Maria Lutazi, Aldo Ma­ breria Aseq, via Sant'Eustachio; Li­ stroianni, Pierpaolo Patrizi, Vincenzo Piga, Ales­ breria Grottapinta, via di Grotta Pinta. sandro Quagliozzi, Amodeo Solè-Leris, Edmondc Turci, Luigi Turinese, Lorenzo Vassallo, Gabrie­ NAPOLI: Libreria Internazionale Gui­ le Bigliani. da, piazza dei Martiri, 70; Libreria Sapere, via S. Chiara, 12/19; Mario * Rubino, via Monte Oliveto, 30-31; Li­ breria Colonnese, via S. Pietrq a Ma­ La foto della copertina è ripresa da: « Enciclo­ jella, 33; Libreria l'Orientale, piazza pedia Universale dell'Arte », fascicolo 31 - Ed. S. Giovanni Maggiore; Libreria Inter- · De Agostini, Novara. nazionale Minerva, via S. Tommaso d'Aquino, 70. ABBONAMENTO 1983 :

    Ordinario L. 10.000 Sostenitore L. 20.000 Benemerito 'L. 40.000 sul conto corrente postale n. 35582006 in­ testato a « P ARAMITA, via della Baldui­ na, 73 - 00 136 Roma » . . Una copia: L. 2.500.