Università Degli Studi di Roma Tre
Facoltà di Economia “Federico Caffè” Corso di studi Economia Aziendale Cattedra di Economia e Gestione delle Imprese
La televisione digitale: Internet Protocol Television (IP-TV) e Digitale Terrestre
RELATORE CANDIDATO Chiar.mo Graziano Casale Prof. Alberto Pezzi Matr. 119706/41 CORRELATORE Chiar.mo Prof. Roberto Aguiari
Anno Accademico 2004 – 2005
“Se puoi sognarlo puoi farlo!” Walt Disney
II Indice
1 INTRODUZIONE...... VI PRIMA PARTE – ANALISI DEL CONTESTO DI RIFERIMENTO...... 1 2 LA SITUAZIONE ATTUALE DELL’INDUSTRIA TELEVISIVA IN ITALIA ...... 1 2.1 IL SISTEMA TELEVISIVO ANALOGICO ...... 2 2.2 IL SISTEMA DELLA TV DIGITALE IN ITALIA ...... 3 2.2.1 Definizione delle caratteristiche della Tv digitale terrestre ...... 4 2.2.2 Definizione delle caratteristiche della Tv via cavo (IP-TV) ...... 6 2.2.3 Definizione delle caratteristiche della Tv satellitare...... 8 3 LA DEFINIZIONE DELLA CATENA DEL VALORE...... 10 3.1 LA CATENA DEL VALORE DELLA TV DIGITALE TERRESTRE...... 12 3.1.1 I ruoli della filiera produttiva ...... 13 3.1.2 Le attività: le principali funzioni a valore aggiunto...... 17 3.1.3 I Players: le aziende che operano nel settore ...... 25 3.2 LA CATENA DEL VALORE DELLA IP-TV...... 26 3.2.1 I ruoli della filiera produttiva ...... 27 3.2.2 Le attività: le principali funzioni a valore aggiunto...... 29 3.2.3 I Players: le aziende che operano nel settore ...... 33 4 L’ANALISI DELL’OFFERTA DEI SERVIZI INTERATTIVI...... 35 4.1 TIPOLOGIA DI CONTENUTI E SERVIZI NEL DIGITALE TERRESTRE ...... 37 4.1.1 Servizi informativi ...... 38 4.1.2 Servizi interattivi ...... 38 4.1.3 Servizi transattivi ...... 39 4.1.4 Confronto tra le tipologie dei servizi ...... 40 4.1.5 E-commerce dalla TV (T-Commerce) ...... 41 4.1.6 La pubblicità diventa interattiva...... 43 4.2 TIPOLOGIA DI CONTENUTI E SERVIZI NELL’IP-TV ...... 48 4.2.1 Differenze con il digitale terrestre: maggiore interattività...... 53 5 MODELLI DI BUSINESS...... 54 5.1 ANALISI DEI COSTI...... 55 5.2 ANALISI DEI RICAVI ...... 55 5.2.1 Modelli di Pagamento...... 56 5.2.2 Il Modello Free to air...... 57 5.2.3 Il Modello pay ...... 58 5.2.4 Il Modello multirevenues: pubblicità e pay tv...... 59 5.2.5 Il modello del Digitale Terrestre in Italia...... 62 5.2.6 Il modello della IP-TV in Italia...... 63 6 LE STRATEGIE NEL MERCATO INTERNAZIONALE...... 65 6.1 REGNO UNITO: LINEE STRATEGICHE DEI BROADCASTER NELLA TV DIGITALE ...... 65 6.1.1 Le azioni dei players nell’IP-TV: caso HomeChoice...... 67 6.1.2 Servizi interattivi e nuove fonti di ricavo ...... 68 6.2 FRANCIA: LINEE STRATEGICHE DEI BROADCASTER NELLA TV DIGITALE. 71 6.2.1 Le azioni dei players nell’IP-TV ...... 74 6.3 USA: LINEE STRATEGICHE DEI BROADCASTER NELLA TV DIGITALE ...... 76 6.3.1 Le azioni dei players nella Cable Tv: caso Comcast ...... 78 6.4 SINTESI: CONFRONTO SCELTE BROADCASTER INTERNAZIONALI ...... 80 6.5 ANALISI DELLE PRINCIPALI REALTÀ DEI PAESI ORIENTALI NELL’IP-TV: PCCW E KDDI ...... 80 6.5.1 Pccw – Hong Kong ...... 80 6.5.2 Kddi – Giappone ...... 82 SECONDA PARTE – ANALISI COMPARATIVA: SEGMENTAZIONE E POSIZIONAMENTO...... 84 7 LA SEGMENTAZIONE DEL MERCATO DEGLI UTENTI TELEVISIVI 85 7.1 LA SEGMENTAZIONE DEGLI UTENTI DEL DIGITALE TERRESTRE E DELLA IP-TV 88 7.1.1 Segmentazione degli utenti per i servizi interattivi della tv digitale 94 8 CONFRONTO DI PREZZO DEI SERVIZI IN PAY PER VIEW SULLE DIFFERENTI PIATTAFORME...... 97 9 STRUMENTI DI POSIZIONAMENTO APPLICATI ALL’INDUSTRIA TELEVISIVA ...... 103 9.1 COPERTURA, DIFFUSIONE ED ANDAMENTO DEL MERCATO DEL DIGITALE TERRESTRE ...... 104 9.2 COPERTURA, DIFFUSIONE ED ANDAMENTO DEL MERCATO DELLA IP-TV 110 9.3 ANALISI DEI RICAVI PER UTENTE: ARPU ...... 114 9.3.1 ARPU del Digitale Terrestre...... 114 9.3.2 ARPU della IP-TV...... 116 9.4 CONFRONTO DI POSIZIONAMENTO TRA LE DUE PIATTAFORME...... 119 9.5 CONFRONTO DI POSIZIONAMENTO SUL TIPO D’OFFERTA E SUL NUMERO DI CANALI DISPONIBILI ...... 122 TERZA PARTE - IL CASO MEDIASET: STRATEGIA D’INGRESSO NEL MERCATO IP-TV ...... 124 10 SWOT ANALYSIS: FORZE, DEBOLEZZE, OPPORTUNITÀ E MINACCE SULLA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO...... 125 10.1 SWOT ANALYSIS PER MEDIASET SULLA TV DIGITALE TERRESTRE...... 128 10.2 SWOT ANALYSIS PER MEDIASET SULLA PIATTAFORMA IP-TV...... 132 11 INTEGRAZIONE TRA DIGITALE TERRESTRE E IP-TV: ELEMENTI SINERGICI E COMPETITIVI...... 135 12 VALUTAZIONE SCENARI EVOLUTIVI: POSSIBILI STRATEGIE 139 12.1 STRATEGIA 1: COSTRUZIONE RETE PROPRIA...... 140
IV 12.2 STRATEGIA 2: GESTIONE DELLA RETE ATTRAVERSO ACCORDI CON OPERATORI TLC...... 143 12.3 STRATEGIA 3: PARTENERSHIP CON UN OPERATORE TELEFONICO...... 146 12.4 STRATEGIA 4: DISTRIBUZIONE CONTENUTI A TUTTI GLI OPERATORI ..... 150 13 CONCLUSIONI...... 154 GLOSSARIO ...... 157 APPENDICE NORMATIVA ...... 162 APPENDICE TECNICA ...... 165 ARCHITETTURA TRASMISSIVA DEL DIGITALE TERRESTRE...... 165 ARCHITETTURA TRASMISSIVA DELLA IP-TV...... 168 14 BIBLIOGRAFIA ...... 170 RINGRAZIAMENTI ...... 174
V
1 Introduzione
Il presente lavoro è il risultato di un programma formativo promosso e realizzato dal Consorzio Elis (Consel) di Roma, al quale il sottoscritto ha partecipato in qualità di team member del project work commissionato dall’azienda Mediaset, avente ad oggetto un’attività di consulenza relativa alla proposta d’eventuali strategie d’ingresso nel mercato IP-TV, dal titolo “La televisione digitale: modelli di competitività e sinergia”, della durata di sei mesi, che ha avuto inizio in Maggio ed è terminato nel Novembre del 2005. Il suddetto progetto fa parte di un più vasto programma, denominato Junior Consulting, composto da una molteplicità di project work affidati dalle più importanti società mondiali che operano nel campo dell’Information and Communication Technology. Il progetto al quale sono stato assegnato ha avuto ad oggetto l’analisi dei possibili scenari evoluti della IP-TV, in termini di competitività e sinergia rispetto agli altri canali della televisione digitale (in particolare della tv digitale terrestre e della tv digitale sui terminali mobili, DVB-H). L’attività è stata sottoposta a periodiche verifiche da parte del committente mediante tre incontri1, che hanno assunto la veste di Stato Avanzamento Lavori. L’aspetto economico di cui mi sono occupato ha riguardato l’analisi dello scenario evolutivo della IP-TV, l’analisi della domanda, l’analisi dell’offerta, la formulazione strategico-competitiva e la valutazione economica e finanziaria del settore televisivo. Il presente elaborato ha avuto ad oggetto il lavoro appena illustrato, per cui ha seguito il percorso logico dello stesso. Con l’introduzione della televisione digitale terrestre e, la diffusione della tv via cavo, si sta assistendo ad una progressiva frantumazione della catena del valore rispetto al sistema radiodiffusivo analogico. Stanno progressivamente facendo la loro comparsa nuove aree di business in cui altri attori e nuove opportunità trovano modo di esprimersi.
1 Tali incontri hanno assunto la veste di Stato Avanzamento Lavori, tenutisi presso la sede del Gruppo Mediaset S.p.A. in Viale Europa 44 a Cologno Monzese (MI). Hanno partecipato a questi incontri l’intero team di progetto e i dott. Di Chio, Sigismondi e Catanzaro, interlocutori interni di Mediaset.
VI La tv digitale è un sistema di broadcasting (lo stesso segnale da una sorgente a molti utenti) codificato in digitale. Si differenzia principalmente dalla tv analogica per due caratteristiche: • Il segnale digitale sfrutta meglio il mezzo di trasmissione (ad esempio via etere moltiplica la capacità su una frequenza analogica, pari alla trasmissione di un programma, saranno trasmessi 3-5 programmi digitali circa a parità di spettro di frequenze) • Per la sua fruizione necessita dell’installazione a casa dell’utente di un decoder che ritrasformi il segnale digitale in analogico (un Set Top Box – STB). Il segnale digitale può essere trasmesso attraverso tre piattaforme tecnologiche: • Digitale terrestre • Cavo • Satellite Il cavo è una realtà che in Italia ha avuto scarsa diffusione, ma, grazie alle migliorie tecnologiche, sempre più operatori vedono in questo settore reali opportunità di business. Principalmente la digitalizzazione del segnale, trasmesso attraverso il cavo, permette che i programmi video “viaggino” su protocolli Internet (IP-TV)2; in pratica il mondo internet e il mondo televisivo “convergono”. Sarà proprio la convergenza la chiave di volta dei prossimi anni secondo gli esperti del settore che trainerà l’industria dell’Information & Communication Technology. La tendenza degli ultimi dieci anni nel settore dell’ICT, presenta un mercato in rapida evoluzione, in cui il successo o meno di un’azienda dipende in maniera rilevante dalla flessibilità organizzativa che questa ha nel reagire ai mutamenti della domanda. L’industria televisiva non è certo esclusa da questa tendenza, anzi proprio adesso si trova a dover ridefinire le proprie strategie aziendali, consolidate e vincenti per le major nazionali, a causa dell’arrivo di nuove tecnologie, di uno scenario normativo cambiato e di un proliferare di concorrenti pronti ad entrare nel mercato anche solo con posizioni di nicchia. I modelli di business classici, riferiti alla tradizionale televisione
2 IP-TV: utilizza i protocolli Internet per trasmettere i programmi televisivi sul televisore di casa, e non sul Pc, attraverso fibra ottica o Adsl, con l’integrazione di un decoder.
VII analogica, si avviano a scomparire per lasciare il posto a nuove frontiere con l’avvento della tv digitale. Il presente lavoro di tesi è suddiviso in tre sezioni. Nella prima parte della tesi si effettua un’analisi ambientale su tutta la situazione di riferimento dell’industria televisiva, analizzando i fattori contingenti e descrivendo le caratteristiche e lo stato dell’arte delle piattaforme tecnologiche digitali. Si è poi definita la catena del valore, tenendo come punto di riferimento lo scenario normativo, analizzando ruoli, attività e attori inseriti all’interno della filiera produttiva e cercando di evidenziare tutti gli elementi che portano valore aggiunto al sistema. Successivamente si è descritta e analizzata tutta la varietà di servizi e di contenuti che è possibile offrire sulle due piattaforme, fornendo una classificazione di questi, effettuando un focus sui servizi più rilevanti ed evidenziando le differenze rispetto allo strumento di fruizione. È stata condotta una esaustiva analisi su i modelli di business della tv digitale, in particolare dal punto di vista dei ricavi. Infine si è studiato il mercato internazionale riferendoci ai best cases europei e mondiali, vedendo come i principali operatori esteri hanno affrontato la rivoluzione alla tv digitale. La seconda parte della tesi effettua un’analisi comparativa tra canali, utilizzando principalmente gli strumenti di segmentazione e posizionamento delle piattaforme digitali rispetto agli utenti, ed effettuando, in base alle offerte commerciali dei rispettivi operatori, un confronto del prezzo finale che l’utente si trova a pagare. La terza parte riguarda il caso specifico dell’azienda Mediaset, al quale sono state proposte delle possibili strategie d’ingresso nel mercato IP-TV. Queste sono state effettuate successivamente ad un’analisi SWOT (analizza punti di forza, debolezza, opportunità e minacce sulla realizzazione di un progetto) condotta secondo tutte le considerazioni rilevate nelle precedenti sezioni, e scomponendo i singoli elementi di sinergia e di competitività emersi tra la tv digitale terrestre e la IP-TV.
VIII Prima Parte – Analisi del contesto di riferimento
2 La situazione attuale dell’industria televisiva in Italia
Il sistema delle comunicazioni, a livello mondiale, sta conoscendo una profonda crisi derivante, da un lato dal calo consistente degli investimenti pubblicitari, che ha messo a rischio l’equilibrio economico di molte grandi imprese operanti nel settore dei media e dall’altro da uno sviluppo ancora contenuto delle principali televisioni a pagamento, in particolare nel vecchio continente, a fronte invece di consistenti investimenti. Una situazione nuova in quanto per decenni il sistema dei media ha conosciuto una crescita costante e continua. La tecnologie viene incontro a questi problemi di mercato, e il passaggio al digitale potrebbe essere la soluzione ai tanti problemi del sistema dei media. Di seguito in sintesi sono elencati gli ipotetici impatti che tale “migrazione digitale” potrebbe esercitare sul sistema audiovisivo. √ In primo luogo, l’introduzione della compressione numerica dei segnali televisivi potrà significare la fine della penuria delle frequenze. A tale riguardo, si ricorda che i servizi pubblici europei si sono sviluppati proprio quando esistono poche frequenze e la scarsità delle risorse era una delle condizioni che giustificavano il monopolio pubblico; √ Allo stesso tempo, il digitale accentuerà i processi di globalizzazione per quanto riguarda i contenuti, gli operatori televisivi e l’utente stesso: chiunque può vedere qualsiasi televisione; √ Va infine rivelato che il digitale favorirà il superamento della tradizionale fruizione di tipo passivo, mentre aumenteranno le possibilità di coinvolgimento dell’utente. I vantaggi della tecnologia digitale per gli utenti finali, in termini di qualità del messaggio ed utilità del servizio sono innegabili, ma è altrettanto certo che gli elevati costi per la riconversione degli apparati hardware potrebbero rallentare il passaggio alla nuova tecnologia Ci sono due rischi di ordine economico dell’era digitale; il primo è che verrà richiesto al consumatore con crescente frequenza di pagare direttamente il materiale in visione, come avviene oggi con gli eventi premium di Mediaset e La7 sul digitale terrestre. I programmi e le informazioni di eccellenza attrarranno i prezzi più elevati. Il secondo rischio deriva dal potere dei controllori gateway3 che potrebbero marginalizzare le imprese operanti nel settore dei media. Ci si riferisce in particolar modo alle aziende telefoniche che hanno concrete possibilità di sinergia, ed inoltre hanno una forza economica e finanziaria nettamente predominante (Telecom Italia, ad esempio, realizza in 41 giorni il fatturato di un anno della Rai). Si usano le reti ma si consumano i programmi, per cui saranno sempre determinanti i contenuti e le imprese che li producono.
2.1 Il sistema televisivo analogico
Il settore televisivo italiano è costituito da pochi grandi operatori e numerose realtà di piccole dimensioni. Il panorama dell'offerta risulta così composto: 2 grandi broadcaster nazionali (Rai e Mediaset); 2 broadcaster nazionali di medie dimensioni (La7/MTV e Rete A); 600 emittenti locali di medie-piccole dimensioni (77% emittenti locali commerciali e 23% emittenti locali comunitarie). L’elemento che caratterizza lo scenario italiano è l'elevato grado di concentrazione delle trasmissioni in chiaro che storicamente appartiene a 2 operatori nazionali. Un ulteriore elemento che rende unico il nostro sistema televisivo è la raccolta pubblicitaria. Come si vede dalla Figura 1 un solo operatore raccoglie il 67% degli investimenti pubblicitari complessivi a segnalare qualora ce ne fosse bisogno l’alta concentrazione di imprese nel mercato televisivo italiano rendendolo di fatto un duopolio – oligopolio.
3 Gateway: coloro che controlleranno l’accesso allo schermo
2
Figura 1 - Distribuzione delle risorse pubblicitarie – Fonte Nielsen Media Research 2003
2.2 Il sistema della Tv digitale in Italia
Sono circa 21,8 milioni le abitazioni dotate di apparecchio televisivo, pari al 96.4% del totale delle abitazioni. Le abitazioni dotate di televisione digitale (digitale terrestre, via satellite e via cavo) sono più di sette milioni. La televisione digitale terrestre presentava a giugno 2005 circa 2.300.000 utenti stimati in base ai decoder venduti, in buona parte grazie al contributo statale governativo4. La televisione digitale via satellite a giugno 2005 aveva raggiunto circa 5 milioni di abitazioni le quali erano in grado di ricevere la televisione digitale direttamente da satellite, grazie all’installazione di una parabola; di questi 3.300.000 sono gli abbonati alla piattaforma pay di Sky. La televisione digitale via cavo a giugno 2005 gli abbonati ai servizi video Fastweb (unico operatore a fornire questo servizio, mentre l’entrata di nuovi competitor con Telecom in testa sta avvenendo solo da dopo l’estate) erano circa 150.000. Di questi, il 60% circa riceve la televisione tramite connessione ADSL e il 40% tramite fibra ottica.
4 Legge Finanziaria 2004 e 2005 prevedevano un contributo governativo di 150 € il primo anno e 70 € nel successivo esauriti comunque ad Agosto dell’anno corrente.
3 Unità % su totale abitazioni Tv Totale abitazioni 21.810.676 100 % Totale abitazioni con Tv 21.025.492 96.4% DTT 2.300.000 10,94% Satellite 5.000.000 23,78% (Satellite Pay) 3.300.000 (66% sul satellite; 15,7% sul totale) IP-TV (Fastweb) 150.000 0,7% Totale Televisione 7.450.0005 35,4% digitale Totale Pay-tv 3.450.000 (46,3% sulla tv digitale; 16,4% sul tot)
Tabella 1 – Diffusione della tv digitale in Italia. Fonte Ministero delle Comunicazioni – Giugno 2005.
DTT Satellite IP-TV
Figura 2 – Distribuzione del mercato dei contenuti televisivi digitali (Giugno 2005) Fonte: elaborazione dati
2.2.1 Definizione delle caratteristiche della Tv digitale terrestre
La trasmissione digitale costituisce una tappa importante per il sistema televisivo. Essa consente, infatti, di trasformare l’apparecchio televisivo in una piattaforma per lo sviluppo dei servizi interattivi, che vanno ad aggiungersi così alla tradizionale diffusione dei segnali, apportando benefici sia in termini di qualità che di varietà di comunicazione. I vantaggi dello standard digitale si riassumono in cinque principali ordini di fattori: • multicanalità e potenziamento quali-quantitativo del servizio televisivo6;
5 Per semplicità si è supposto che ogni famiglia possegga solo una piattaforma digitale.
4 • interattività7; • offerta dei servizi aggiuntivi interattivi accessibili tramite il televisore; • interoperabilità8; • regionalizzazione9. Il 26 Novembre 2001 è stato rilasciato dall’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom)10 il regolamento attuativo della legge 66 per la fase di transizione al Digitale Terrestre11. La legge del 26 Marzo 2001 sanciva la migrazione per la tecnologia di distribuzione terrestre del segnale televisivo dalla tecnologia analogica a quella digitale, indicando (unica in Europa) una data per lo switch-off dell’analogico12 per il 2006. Il giorno 1 Dicembre 2005 il Ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, al termine del consiglio dell’Ue a Bruxelles, ha annunciato lo slittamento di tale data al 31 Dicembre 2008. Questo significa che almeno in teoria, tutti i televisori nelle case degli italiani dovranno essere pronte a ricevere trasmissioni digitali entro il 2008, il che sembra a tutti gli operatori del settore un progetto molto ambizioso. Il regolamento ha dato indicazioni su come questo passaggio deve avvenire: da 0 televisori nel 2002 a circa una quarantina di milioni di apparecchi capaci di ricevere le trasmissioni digitali, nei 20 milioni di case italiane. Attualmente in Italia la penetrazione dei decoder sta andando al di la delle previsioni degli analisti di mercato: infatti a previsione di una vendita di 2,5 milioni di terminali venduti per fine 2005, se ne registrano a Settembre dell’anno
6 A parità di frequenze utilizzate per le reti televisive analogiche il numero dei programmi digitali potrebbe quadruplicarsi. Infatti, mentre per la trasmissione analogica si utilizza una frequenza per ogni canale, con il segnale digitale è possibile trasmettere su ogni frequenza fino a 5 canali televisivi. 7 Ossia la possibilità di trasmettere informazioni non solo dall’emittente/canale televisivo allo spettatore, ma anche dallo spettatore all’emittente (canale di ritorno) 8 La televisione digitale adotta la stessa lingua degli altri strumenti elettronici esistenti. La condivisione del linguaggio digitale, pertanto, consente un’interazione tra tv, computer, DVD, macchina fotografica, etc. 9 A differenza del segnale digitale satellitare che può essere diffuso in maniera indifferenziata sull’intero territorio nazionale, il digitale terrestre ha la peculiarità invece di trasmettere il segnale digitale in maniera localizzata 10 Agcom: Autorità Garante per la Comunicazione: istituita dalla legge Meccanico, legge n. 249 del 1997, vedi Appendice sullo Scenario Normativo. 11 Delibera 435/01/CONS: regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale, presente in appendice. 12 Switch-off: con tale termine si intende lo spegnimento delle trasmissioni televisive analogiche. Ciò significa che senza opportune “modifiche”, come l’acquisto di un decoder, non sarà più possibile fruire dei “tradizionali” programmi televisivi.
5 in corso già 2,9 milioni, e questo sicuramente è un segnale molto positivo per tutto il settore ma comunque resta ancora lontano il passaggio al “tutto digitale”. Quello che sta per succedere però, la trasformazione della televisione generalista, commerciale, free to air ed analogica, in televisione digitale avrà un impatto più profondo, che coinvolgerà: Lo spettatore, che dovrà munirsi di STB o televisore digitale integrato, per la ricezione; I contenuti che si moltiplicheranno (più canali digitali, tra 4 e 5, trovano spazio nella stessa frequenza ed ampiezza di banda impiegata da un canale analogico, grazie alle tecniche di compressione13) e diventeranno interattivi (grazie al fatto che vengono trasmessi, oltre al segnale audio e video, veri e propri file che costituiscono gli “strati” (si vedano anche come “pacchetti”) di contenuti interattivi); Gli investitori (o utenti) pubblicitari, che avranno nuove possibilità grazie alla pubblicità interattiva di avere un contatto diretto e di raggiungere target profilati; Il broadcaster free to air, che potrà sviluppare nuove forme di contenuto e nuove forme di relazione con i propri spettatori grazie all’interattività. Si tratta dunque di un cambiamento tecnologico che impatta sui contenuti, sulle abitudini dell’utente e sul modello di business (vedi paragrafo 5 – Modelli di business).
2.2.2 Definizione delle caratteristiche della Tv via cavo14 (IP-TV)
L’IP-TV è una piattaforma digitale che offre un insieme di tecnologie e di sistemi di gestione che rendono possibile l’offerta di una tv digitale interattiva su rete IP (Internet Protocol). Tale piattaforma tecnologica prevede inoltre, il
13 Per l’approfondimento sui vantaggi tecnologici si rimanda ad Appendice. 14 Il legislatore definisce televisione via cavo, senza preoccuparsi della distinzione in base alla tecnica di trasmissione, la tv ricevuta in ambito domestico attraverso un cavo sia esso in fibra ottica, cavo coassiale, doppino telefonico o Adsl; a differenza della televisione digitale terrestre, trasmessa via etere, e quella via satellite, che necessità di parabola per ricevere il segnale. Questo pertanto esula dalla modalità nel quale viaggiano i segnali televisivi, sia che viaggino su protocolli Internet come verrà analizzato nel presente documento, sia che viaggino tramite DVB-C, standard europeo riconosciuto.
6 controllo dell’accesso ai contenuti e la fornitura dei servizi tecnici per la trasmissione di programmi digitali. In un eccezione più ampia possono essere considerarti parte della piattaforma digitale anche gli aspetti prettamente commerciali e quelli relativi alla produzione dei programmi. La piattaforma digitale IP-TV utilizza, per la trasmissione del segnale televisivo, la stessa infrastruttura di trasporto utilizzata da internet. Basandosi sulla compressione e trasmissione digitale dei segnali audiovisivi, caratteristica che permette un incremento notevole della qualità delle immagini e del numero di canali che possono essere contemporaneamente diffusi, eroga servizi televisivi di qualsiasi tipo (Pay TV, Pay per View e Near Video on Demand e Video on Demand), elabora i contributi audiovisivi ricevuti dalle varie sorgenti (broadcaster analogici) in modo che questi possano viaggiare sull'infrastruttura di rete, fino a raggiungere i clienti IP-TV. L’Italia (insieme alla Bulgaria e alla Grecia) è l’unico paese in Europa rimasto privo sino alla seconda metà degli anni Novanta della televisione via cavo15, nonostante Tele Biella avesse utilizzato il cavo per avviare i primi tentativi di rompere il monopolio radio-televisivo all’inizio degli anni Settanta. Alla vigilia della liberalizzazione completa delle telecomunicazioni, a partire dal 1° gennaio 1998, aveva dato vita ad un ambizioso programma che prevedeva il cablaggio di tutti i capoluoghi di provincia e di importanti aree metropolitane con un’infrastruttura di rete per servizi a larga banda (progetto S.O.C.R.A.TE16). La larga banda sarà il vero driver di questa nuova forma di televisione, pertanto è utile fornirne una definizione: “l’ambiente tecnologico che consente l’utilizzo delle tecnologie digitali ai massimi livelli di interattività”.17 La definizione di larga banda che lega l’interattività all’utilizzo di tecnologie digitali in ambito tecnologico, è la conseguenza di un onorevole compromesso derivante dalla mancanza in Italia di una adeguata infrastruttura di rete (fatta eccezione per alcune città come Milano, Torino, Genova, Napoli,
15 Fastweb, nel proprio bilancio semestrale 2005 indica attorno ai 150mila il numero costante nell’ultimo anno di abbonati televisivi via cavo in Italia, rispetto ai 3,3 milioni dichiarati da Sky 16 S.O.C.R.A.TE.: Sistema Ottico Coassiale Rete di Accesso Telecom 17 Adottata dalla Commissione interministeriale, tra il Ministro delle Comunicazioni e il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie.
7 Bologna e Siena) che sia in grado di assicurare alla terminazione di rete dell’utente una elevata capacità trasmissiva (numero di bit al secondo) che cresce nel tempo con l’evoluzione e la “qualità” dei servizi offerti. Riferita alla trasmissione di segnali televisivi una rete via cavo a banda larga richiederebbe perlomeno un’ampiezza di banda di alcune decine di Mbit/s (30 Mbit/s) per una trasmissione analogica, mentre per un trasmissione digitale su protocolli internet (IP) sono sufficienti (4-6 Mbit/s) grazie alla compressione e commutazione del segnale in pacchetti. Detto questo si aprono prospettive interessanti a tutti gli operatori di telecomunicazioni, in quanto vedono la possibilità di trasmettere dai “propri” doppini telefonici anche il servizio televisivo e arricchire la propria offerta, semplicemente dotando l’utente di un decoder. Attualmente Fastweb è l’unico operatore che offre servizi video via cavo, in aggiunta ai servizi Telefonia ed Internet, ma sono previsti l’ingresso di altri competitors nel mercato quali Telecom, Wind e Tiscali, che rendono questo mercato appetibile a nuove fonti di ricavo che giustificano anche ingenti investimenti18.
2.2.3 Definizione delle caratteristiche della Tv satellitare
Altra piattaforma digitale di trasmissione di contenuti televisivi è la Tv via satellite. Tecnicamente, il sistema di diffusione satellitare per servizi radiotelevisivi è attualmente costituito da satelliti geostazionari situati in orbita equatoriale. Ciascun gruppo di satelliti occupa una locazione orbitale individuata dall’angolo orizzontale di puntamento delle antenne riceventi rispetto al Sud geografico. Stante l’orbita equatoriale, l’angolo verticale di puntamento dipende dalla latitudine del luogo di ricezione. Peculiarità di questo sistema di trasmissione sono: il riuso delle frequenze, la moltiplicazione dei canali, che sono consentite dal posizionamento su diverse locazioni orbitale di ciascuna stazione. Le principali caratteristiche tipiche di questa tecnologia sono:
18 Si pensi ai costi che ha dovuto sostenere Fastweb per costruirsi una propria rete dorsale, che impiegheranno diversi anni prima di essere ammortizzati del tutto.
8 • Multicanalità19 • Interattività • Multimedialità • Completa copertura del territorio20 In Italia l’unico operatore sul mercato che possiede una propria piattaforma è il colosso internazionale Sky, azienda italiana del gruppo BSkyB di Rupert Murdoch. Questa situazione di monopolio21 genera delle condizioni di mercato speciali di Sky nei confronti degli altri operatori; su tutte va menzionata il must offer deliberato dall’Agcom22 nei confronti di Fastweb sulla cessione dei propri contenuti in wholesale (all’ingrosso) al netto del ricarico commerciale.
19 Nelle trasmissioni satellitari abbiamo oltre alla possibilità di trasmettere più canali rispetto all’analogico a parità di risorse frequenziali, il riuso delle frequenze per ciascuna locazione 20 In qualsiasi località europea è sufficiente dotarsi di una parabola e di un ricevitore digitale per ricevere il segnale. Dal punto di vista degli operatori il sistema satellitare offre le migliori possibilità di copertura di ampie aree geografiche, consentendo di raggiungere vasti bacini di utenza e superando le difficoltà di trasmissione tipiche dei sistemi di trasmissione terrestri. 21 Sky nasce come Pay-tv dalla fusione di Stream e Tele+ nel giugno 2003. 22 Agcom: Autorità Garante delle Comunicazioni, delibera n. 442/04/CONS
9 3 La definizione della catena del valore
In questo paragrafo andremo a definire tutti quei servizi e prodotti che creano il valore del digitale terrestre, cosi come della televisione su IP, e tutti quei soggetti che ne assicurano e ne condizionano l’esistenza ed il funzionamento. Da un punto di vista tecnico, con il termine “catena del valore” della televisione digitale si definisce l’insieme di più componenti fondamentali che, interconnessi come gli anelli di una catena, hanno il compito di veicolare il servizio da un estremo all’altro della catena, coincidente da un lato con la produzione dei contenuti/servizi e dall’altro con l’utente finale. L’impresa è un’unità, ma per cogliere il suo vantaggio competitivo è opportuno analizzarla come un insieme di parti (anelli), ciascuna delle quali produce valore aggiunto. Gli anelli della catena sono costituiti dalle varie attività che possono distinguersi sul piano tecnologico o economico, attraverso le quali l’impresa gestisce il proprio business23. Porter schematizza nel modo seguente le attività in cui può scomporsi un’impresa: • Attività primarie, correlate alla produzione fisica del bene (logistica degli approvvigionamenti, della produzione, etc.) • Attività di supporto alle attività primarie (risorse umane, ricerca e sviluppo, etc.) Il concetto di catena del valore può contribuire a individuare la strategia competitiva più idonea per l’impresa. Si tratta di individuare in quale punto preciso della catena del valore, l’impresa possiede (o può conquistare) un vantaggio competitivo.
23 [51] – Porter M.E. – “Il vantaggio competitivo”, Harvard business review, 1985
10 La catena del valore di M.E. Porter
ATTIVITA’ INFRASTRUTTURALI
GESTIONE RISORSE UMANE SVILUPPO TECNOLOGIA SUPPORTO
ATTIVITA’ DI APPROVIGIONAMENTO SERVIZI USCITA ENTRATA ATTIVITA’ OPERATIVE MARKETING LOGISTICA IN LOGISTICA IN
ATTIVITA’ PRIMARIE
Figura 3 – La catena del valore secondo M.E. Porter
Di seguito applicheremo, con i dovuti adattamenti questo modello per studiare la catena del valore dell’industria televisiva. Per attività primarie verrano essenzialmente intesi i ruoli, e le macro attività, mentre le singole attività sono da considerare nella categoria di attività di supporto, cosi come confideremo tutte quelle funzioni che operano trasversalmente sulla filiera produttiva.
11 3.1 La catena del valore della Tv Digitale Terrestre
Con la legge 66 del 2001 l’attuale “catena del valore” dell’industria televisiva italiana dovrebbe modificarsi. Se attualmente, in Italia, ad operare lungo la filiera industriale della televisione è il solo broadcaster, che assomma in sé le attività di produzione, packaging ed emissione del contenuto, con l’entrata in vigore della citata legge questa catena del valore così impostata andrà a modificarsi. Se nel sistema analogico i broadcaster operavano attraverso un processo di integrazione verticale24, il nuovo scenario legislativo fa cadere questo scelta strategica. Nell’era della futura televisione digitale l’attuale onnicomprensiva figura del broadcaster si dividerà in almeno tre distinte entità: il fornitore di contenuti (Content provider); l’operatore di rete (Network provider); il fornitore di servizi (Service provider). Da un punto di vista funzionale le relazioni sono rappresentate in Figura 4
Figura 4 – Catena del Valore del DTT25
24 Un’impresa che realizza internamente più stadi successivi di produzione o distribuzione di beni e servizi, che potrebbero altrimenti essere reperiti sul mercato, si definisce integrata verticalmente (a monte o a valle del mercato in questione); un’impresa si può integrare verticalmente in tre modi diversi: entrando in un nuovo mercato, acquistando un’altra impresa già presente nel secondo mercato, oppure stipulando un accordo a lungo termine (accordo verticale, o anche restrizione verticale), che condiziona o coordina alcuni aspetti del comportamento delle parti - [52] – Prospetti e Merini - “Appunti e casi di economia antitrust”, Dispense appunti Università di Verona, Economia e commercio, 2004
12 Come evince graficamente dalla Figura 4, la vera novità rispetto al sistema analogico sta nell’interazione con il centro servizi attraverso il canale di ritorno. Fisicamente l’operatore è diverso poiché permette al segnale digitale di viaggiare nell’etere con un risparmio di spettro di frequenze26 e inoltre l’utente deve dotarsi di un STB se vuole essere in grado di decodificare/ricevere i contenuti televisivi.
3.1.1 I ruoli della filiera produttiva
1. Fornitore di contenuti – Content Provider: [435/01/CONS – Capo II] il soggetto che ha la responsabilità editoriale nella predisposizione dei programmi televisivi o radiofonici e dei relativi programmi-dati destinati alla diffusione anche ad accesso condizionato su frequenze terrestri in tecnica digitale, e che è legittimato a svolgere le attività commerciali ed editoriali connesse alla diffusione delle immagini o dei suoni e dei relativi dati. Obblighi: in caso di cessione dei diritti di sfruttamento dei contenuti, obbligo di osservare pratiche non discriminatorie tra le diverse piattaforme distributive, alle condizioni di mercato, fermi restando il rispetto dei diritti di esclusiva, le norme in tema di diritto d’autore e la libera negoziazione tra le parti; di diffondere il medesimo contenuto su tutto il territorio per il quale è stato rilasciato il titolo abilitativo.
Il Content Provider è l’emittente televisiva, pubblica o privata, che può trasmettere a livello nazionale o a livello locale, che ha acquisito da terzi dei contenuti di interesse sociale ed economico. In Italia gli operatori sono gli stessi dell’analogico, tuttavia con lo sviluppo del digitale ed il relativo proliferare dei canali a disposizione, il numero degli operatori si amplierà. Questi operatori si occupano dell’analisi del business e delle
25 Fonte: [29] – Fondazione Ugo Bordoni – Ministero delle Comunicazioni – ISIMM - “Lo sviluppo della televisione digitale terrestre”, www.fub.it, 2004 26 Si veda Appendice Tecnica a pag. 177
13 esigenze del cliente, della stesura delle specifiche progettuali relative alla soluzione proposta. Per il digitale terrestre si rende necessario lo sviluppo di applicazioni interattive: gli editori televisivi vecchi e nuovi devono dotarsi di una nuova “content factory”, struttura produttiva per la realizzazione dei nuovi formati televisivi e multimediali digitali terrestri. Tale struttura sarà poi successivamente incaricata di definire il cosiddetto “portafoglio dell’offerta” di contenuti/servizi che verrà fornita dall’editore, che richiede nuove risorse professionali particolarmente “pregiate” dotate di elevate conoscenze sia nel campo della televisione, sia in quello di Internet e dell’informatica.
2. Operatore di rete – Network Provider: [435/01/CONS – Capo IV] il soggetto titolare del diritto di installazione, esercizio e fornitura di una rete di comunicazione elettronica su frequenze terrestri in tecnica digitale, e di impianti di messa in onda, multiplazione, distribuzione e diffusione delle risorse frequenziali che consentono la trasmissione dei programmi agli utenti. Obblighi: garantire parità di trattamento ai fornitori di contenuti non riconducibili a società controllanti, controllate o collegate, rendendo disponibili a questi ultimi le stesse informazioni tecniche messe a disposizione dei fornitori di contenuti riconducibili a società controllanti, controllate o collegate; di non effettuare discriminazioni nello stabilire gli opportuni accordi tecnici in materia di qualità trasmissiva e condizioni di accesso alla rete fra soggetti autorizzati a fornire contenuti appartenenti a società controllanti, controllate o collegate e fornitori indipendenti di contenuti e servizi; Il Network Provider permette la trasmissione dei dati agli utenti collegati alla rete. La distribuzione interessa il trasporto dei contenuti con diversi sistemi di trasmissione. L’operatore di rete si occupa di tutte le problematiche di carattere trasmissivo e tecnico. Esso è in stretto contatto con il centro servizi, e trasmette le
14 integrazioni richieste dal fornitore di contenuti di servizi multimediali ed interattivi.
3. Fornitore di servizio – Service Provider: [435/01/CONS – Capo III] il soggetto che fornisce, attraverso l’operatore di rete, servizi interattivi al pubblico o servizi di accesso condizionato, compresa la pay per view, mediante distribuzione agli utenti di chiavi numeriche per l’abilitazione alla visione dei programmi, alla fatturazione dei servizi, ed eventualmente alla fornitura di apparati (STB27), ovvero che fornisce servizi della società dell’informazione, ovvero fornisce una guida elettronica ai programmi. Il quadro normativo esistente presuppone che solo il fornitore del servizio (service provider) possa interfacciarsi con il fruitore del servizio. Obblighi: adozione entro 60 giorni dall’autorizzazione di una carta dei servizi da sottoporre all’approvazione dell’Autorità. Il fornitore di servizi è tenuto a far sottoscrivere la carta dei servizi al soggetto controllato o legato da accordi contrattuali che, in tutto o in parte, offre per suo conto servizi agli utenti finali. La carta dei servizi adottata per la fornitura di servizi di accesso condizionato è vincolante anche per il fornitore di contenuti che fornisce i programmi e per l’operatore di rete che li diffonde. Il Service Provider fornisce i contenuti di servizi multimediali ed interattivi e offre servizi interattivi indipendentemente dalla correlazione di questi con un programma televisivo. Questo soggetto si occupa della creazione del servizio multimediale e può occuparsi della sua gestione nel momento in cui esso viene fruito dall’utente. Questo soggetto rimane sempre in connessione con il Centro Servizi al fine di attivare i servizi quando questi vengono richiesti dall’utente. L’utente invia i propri dati personali al centro servizi che li interfaccia al fornitore di servizi realizzando un accesso condizionato con il cliente riconosciuto. La connessione così realizzata può avvenire in entrambe le direzioni.
27 STB: acronimo di Set top box, altro non è che il decoder per la televisione digitale terrestre
15 In questo contesto il fornitore di servizi multimediali ed interattivi può essere ad esempio una banca, un ufficio pubblico, in genere chiunque possieda una relazione one-to-one con il cliente. La figura del Centro Servizi rappresenta il segmento tecnologico che ha il compito di fornire, tramite l’operatore di rete, all’utente finale ciò che viene prodotto dal fornitore di contenuti di servizi multimediali. Per favorire lo sviluppo di nuove forme di interattività in funzione dell’offerta realizzata dagli editori televisivi potrebbero rivelarsi utile integrazioni tra broadcaster e operatori telefonici fissi e mobili.
4. Utenti finali.28 Sono gli utilizzatori del servizio. Essi determinano il successo di un servizio ed è per questo che costituiscono l’anello sensibile della catena del valore. Questo soggetto entra in comunicazione con il centro servizi attraverso il canale di ritorno che nel DTT si identifica attualmente con la tradizionale linea telefonica, e la sua naturale evoluzione sarà la linea Adsl, o in alternativa una linea cellulare slegata dal STB.
5. Fornitore di Tecnologie Hardware e Software29: opera trasversalmente su tutta la catena del valore, principalmente questi soggetti producono e distribuiscono l’hardware ed il software necessario al funzionamento del sistema: terminali utenti, componenti di rete, server, programmi per la gestione delle macchine.
28 La piattaforma tecnologica MHP (Multimedia Home Platform) per la realizzazione dei nuovi servizi e applicazioni fornite al telespettatore, richiede “expertise” anche lato ricezione (telespettatore) per gli apparati multimediali dell’elettronica di consumo che si stanno affacciando nel mercato domestico. Lo sviluppo dei servizi destinati a questi terminali richiederà criteri e paradigmi implementativi totalmente diversi dal contesto professionale attinente al mondo business. Concetti quali usabilità e semplicità spinti fino all’inverosimile, sono il motore che deve contraddistinguere l’ambiente di sviluppo applicativo per queste nuove aree di interesse. 29 A loro è demandata la progettazione delle architetture e dello sviluppo degli applicativi lato cliente, l’implementazione delle GUI (Graphical User Interface), lo sviluppo degli applicativi MHP lato server (broadcast/canale di ritorno) e su piattaforma IP su DVB-T, il management e delivery System Integration. Inoltre compiono i test di interoperabilità tra STB e applicazioni relative. Si veda approfondimento nella Appendice Tecnica
16 3.1.2 Le attività: le principali funzioni a valore aggiunto
Ogni ruolo definito dal legislatore continuerà ad avere nella pratica una distinzione a livello di macroattività che si sviluppano dalla produzione del contenuto fino alla fruizione da parte dell’utente. Come si evince dalla Tabella 2 il Content Provider svolge essenzialmente le macro-attività30 di “Acquisizione e Packaging”, cosi come il Network Provider svolgerà la macro-attività di “Diffusione” del segnale, mentre sono riservate al Service Provider le macro- attività di “Accesso” al servizio e la “Gestione del Cliente”. Descriviamo le singole attività per ogni ruolo:
Tabella 2 – Attività della catena del valore del DTT. Fonte: propria elaborazione di dati
Le attività del Content Provider sono: Creazione Contenuti: Acquisizione Diritti: si riferiscono all'acquisizione del permesso relativo all'utilizzo dell'idea di fondo (come nel caso del varietà) o alla trasmissione di determinati eventi (come nel caso dello sport e dell'informazione). Da ricordare che l'acquisizione del format implica una successiva elaborazione da parte dell'impresa di produzione. I programmi relativi alla ripresa di manifestazioni sportive prevedono
30 Intendiamo per macro-attività le attività primarie viste nella catena del valore di Porter
17 generalmente l'acquisizione dei diritti di trasmissione; i titolari sono rappresentati dalle diverse organizzazioni/autorità sportive che gestiscono le manifestazioni, e che vendono i diritti direttamente alle emittenti o attraverso ad apposite agenzie specializzate; Produzione Programmi: è sicuramente l’attività più varia del panorama televisivo, ogni programma va a comporre il palinsesto di ogni impresa televisiva. Nella Tabella 3 sono inseriti i possibili programmi televisivi che è possibile produrre; inoltre la televisione digitale dà la possibilità di poter arricchire i propri programmi con elementi multimediali che verranno effettuati in quest’attività (esempio sottotitoli, lingua straniera, trama).
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Tabella 3 – La classificazione dei programmi televisivi