Il Piccolo 5 giugno 2017

Monfalcone Cisint: «L'Unità Coronarica non si tocca» Il sindaco chiede di non perdere il riferimento al San Polo. Telesca: «La scelta è , su valuteremo» di Laura Borsani. «L'Unità Cardiologica non si tocca. Il San Polo non può permettersi di veder affluire il Servizio nell'Area dell'emergenza, a fronte peraltro di un Pronto soccorso in condizioni di criticità». Il sindaco Anna Maria Cisint non intende "mollare la presa". Alla scelta tra Monfalcone e Gorizia lei pone lo "stop": «Non si tratta di imbastire battaglie tra Monfalcone e Gorizia ma di criteri di sicurezza e di esigenze rapportate al territorio», sottolinea. Lo ha rappresentato all'assessore regionale alla Salute, Maria Grazia Telesca, mercoledì, quando l'ha incontrata a . Ciò che ha perorato con forza il sindaco, accompagnata dall'assessore comunale alla Salute, Sebastiano Callari, è una proposta articolata e complessiva. A sostenere la causa-San Polo, considerando la contestualizzazione dell'Unità coronarica ad altri Servizi indissolubilmente collegati, come ha evidenziato il primo cittadino, sono dati oggettivi. «Il mio ruolo di sindaco - ha chiarito la Cisint - è anche quello di tutelare la salute pubblica. Da questo principio si parte per portare avanti le istanze e le necessità dell'ospedale di Monfalcone». Insomma, non si tratta di politica, ed una «scelta non politica» è quella che il primo cittadino si aspetta dalla Regione. La Cisint, nel corso dell'incontro mercoledì, ha fornito all'assessore Telesca ulteriori elementi per illustrare il quadro delle criticità esistenti, frutto di «analisi e valutazioni tecniche». All'assessore Telesca ha quindi posto le sue richieste, anche in ordine agli investimenti, già contemplati nel piano dell'Azienda sanitaria Isontino Bassa Friulana, a partire dall'acquisizione della nuova risonanza magnetica, e al rimpinguamento di 6 milioni alla spesa corrente aziendale. Finanziamenti che la Cisint ha richiesto e si attende vengano assegnati nell'ambito dell'assestamento di bilancio regionale.La questione dell'Unità Cardiologica rappresenta l'ulteriore fronte di preoccupazione, infilato nell'agenda delle urgenze e priorità dal sindaco. «Siamo contrari - ha spiegato - alla perdita del Servizio che verrebbe ridotto ad una sorta di "accorpamento" nell'Area dell'emergenza, che sta peraltro dimostrando di non funzionare, a fronte di situazioni al limite affrontate comunque grazie alla capacità professionale e agli sforzi del personale medico e infermieristico. L'aggregazione di un cardiologo nell'Area di emergenza significherebbe limitarne le funzioni ad una semplice consulenza». Il sindaco ha aggiunto: «Il San Polo, considerate le caratteristiche di Monfalcone, non può essere parificato ad un ospedale di base. Ciò che ho chiesto all'assessore Telesca è di assegnare al nostro ospedale un livello superiore». Sede baricentrica, fa notare il sindaco. Fondamentale quando si tratta di «patologie tempo-dipendenti» e di incidenza del rischio di mortalità. «L'Unità Cardiologica - ha aggiunto - nell'ultimo decennio ha trattato un numero di pazienti maggiore rispetto al Servizio goriziano, pur a fronte di 10 posti-letto rispetto ai 16 isontini. Nel 2016 sui 1.200 ricoveri registrati, metà sono insistiti su Monfalcone». Cisint propone piuttosto il mantenimento di entrambe le Unità Cardiologiche, guidate dall'attuale primario unico a Gorizia. Preannuncia quindi la formalizzazione di una proposta alternativa: «Riteniamo che vada riformulata l'organizzazione facendo riferimento a un piano organico di assistenza cardiologica in termini di degenza, ospedalizzazione e servizi ambulatoriali». Il sindaco ha chiesto inoltre un'implementazione dei posti-letto di degenza cardiologica sub-intensiva. Sottolinea la valenza dell'Unità Cardiologica contestualizzata nell'ambito di quelli che definisce i requisiti minimi: «Unità Coronarica, Area di emergenza, Chirurgia, Ortopedia e Punto Nascita sono condizioni essenziali ai fini dei requisiti di sicurezza. Confido in una risposta positiva da parte dell'assessore Telesca, ne sono convinta considerata anche l'attenzione dimostrata durante l'incontro». L'assessore Telesca, da parte sua, ha affermato: 1 «L'Unità Cardiologica è prevista a Gorizia. Il sindaco Cisint ha manifestato perplessità sulla soluzione prospettata per Monfalcone. Tuttavia, ritengo che la soluzione per Monfalcone debba essere verificata e validata dai professionisti preposti, e comunque tutto rientra nell'organizzazione complessiva alla quale l'Azienda sanitaria sta lavorando».

I soldi In ballo 6 milioni di investimenti Assieme all'acquisto della risonanza magnetica, dotazione ad alta priorità I conti per il San Polo ancora «non tornano», in termini di investimenti e di reintegro della spesa corrente in capo all'Azienda sanitaria Isontino Bassa Friulana. Si tratta in particolare del finanziamento della risonanza magnetica del valore di 1,8-2 milioni di euro e del fabbisogno quantificato in 6 milioni a titolo di "recupero" delle risorse che sono state destinate ad altre spese, i posti di Rsa a Grado, per l'autismo di Medea, le Terme romane di Monfalcone ai fini dell'introduzione del ticket sanitario.Risorse che il sindaco Cisint ora si attende di veder assegnate all'Ass2 nell'ambito del prossimo assestamento di bilancio della Regione. «L'acquisto della risonanza magnetica - ha spiegato il sindaco - rientra quale priorità nel settore investimenti previsti dall'Azienda sanitaria e che l'assessore Telesca ha confermato». Tutti aspetti che il primo cittadino ha fatto presente mercoledì all'assessore regionale alla Salute, nel passare in rassegna le criticità e le esigenze per l'ospedale cittadino. L'assessore Telesca ha in effetti confermato la risposta finanziaria per Monfalcone, pur mantenendo prudenza in fatto di scansione degli importi. «Non posso pronunciarmi al momento - ha spiegato - in merito alle poste in assestamento di bilancio. Tuttavia, tra questa manovra e la Finanziaria 2018 saranno garantite le risorse economiche sia in merito agli investimenti che alla risonanza magnetica. Tutto rientra comunque già nell'ambito dei programmi stabiliti». Intanto dalla segreteria provinciale Nursind sono giunte forti preoccupazioni circa «il metodo utilizzato dalla Direzione aziendale del personale nell'affrontare le carenze infermieristiche croniche». Il sindacato di categoria, attraverso il segretario provinciale Luca Petruz, ha inviato recentemente una lettera ai vertici aziendali. «Ultimo evidente esempio di criticità - scrive Petruz - è lo spostamento in mobilità di urgenza di una unità infermieristica dalla terapia intensiva alla sala operatoria/nurse di anestesia di Monfalcone. È cronicamente noto che la terapia intensiva di Monfalcone sia a corto di personale e ciò è rilevato dal fatto che la stessa coordinatrice svolga turni interi di lavoro come turnista (addirittura 11 turni a maggio e già sono stati predisposti nella copertura per giugno): togliere un altro infermiere mi sembra alquanto irragionevole e controproducente. Ritengo peraltro che non si possa giustificare il tutto dicendo che ci sarà un nuovo infermiere a sostituire l'unità esperta tolta - continua - poiché un nuovo infermiere per essere operativo in una Unità operativa ad alta specializzazione necessita di almeno 4/6 mesi di tutoraggio e affiancamento. Questi interventi in reparti sotto numericamente di personale e in periodo di ferie - conclude - fa pensare che noi infermieri non siamo ben gestiti». Il direttore generale dell'Ass2, Pilati, ha spiegato: «L'Azienda ha adottato due graduatorie per le assunzioni a tempo deteriminato. Una prevede 350 infermieri da destinare alle Aree di emergenza, l'altra 700-750 unità al fine di affrontare le criticità di organico degli ospedali tenendo conto del piano ferie. Si tratta di oltre mille persone. Le lettere sono partite, via via andremo ad assumere».(la.bo.)

Lettere Sanità : Un plauso alla Cardiologia Nel Paese delle polemiche, degli scandali e dello sfascio, voglio esprimere un plauso e un ringraziamento nei confronti della sanità regionale e specificamente dell'Unità cardiologica dell'ospedale di Cattinara.Il mio non è un caso straordinario e parlarne mi sembra quasi

2 inopportuno, un' azione da protagonista, ma l'intendimento non è sottolineare la vicenda personale quanto un evento - uno dei numerosissimi - di buona sanità.Spesso viene criticata perché insiste nel prediligere fatti di sangue o banalità tanto inutili quanto accattivanti, sottacendo ciò che di buono avviene nella nostra società. Questo non è un articolo ma va proprio in tale direzione.Perché, a dispetto di problemi e complicanze che pur ci sono stati, non solo sono ancora vivo, qui a raccontare, dopo un infarto grave, ma mi è stata tratteggiata la possibilità di tornare presto a fare la stessa, dinamica vita di prima.Non so se è un diritto, sicuramente è una conquista del progresso e dell'organizzazione del contesto in cui viviamo.Non amo fare nomi perché si rischia sempre di dimenticare qualcuno, citerò quindi solo il responsabile del Dipartimento, Gianfranco Sinagra, che lo rappresenta nella sua totalità. Ma il mio ringraziamento va a tutti coloro che lì lavorano, da chi ha la responsabilità di intervenire pesantemente su un corpo umano agli infermieri, fino a chi svolge mansioni più marginali. Un ringraziamento fondato non solo sulla professionalità (che da sola basterebbe) ma su quel di più "gratuito" fatto di attenzione, gentilezza e simpatia che non figura in alcun contratto di lavoro ma che, tra l'altro, come insegnano i progressi delle neuroscienze, ha un ruolo importante nella reazione dei pazienti, sottoposti a traumi spesso devastanti.Francesco De Filippo

La Nuova - Venezia 5 giugno 2017 Punto nascita, il primo parto in settimana Portogruaro. Successo dell'iniziativa dell'Usl 4 "Porte aperte" con 50 visite di mamme in attesa PORTOGRUARO. Si sono conclusi con un buon bilancio i tre giorni di "Porte aperte" del riaperto Punto nascita all'ospedale di Portogruaro. I numeri fanno ben sperare per il completo rilancio del reparto dopo la riapertura avvenuta lunedì corso. Almeno 50 persone per i tre giorni programmati, hanno visitato la struttura di cui una quindicina provenienti dal Friuli, e in particolare dalle zone di Latisana e dalla Bassa Pordenonese (Chions e Pravisdomini). Oltre una trentina, invece, le chiamate giunte al centralino del reparto, per chiedere informazioni. Le visite sono state organizzate venerdì, sabato e ieri mattina, in un week-end nel quale molte persone di Veneto e Friuli hanno preferito partire per il primo sole della stagione estiva. Da ricordare, poi, che venerdì era giornata festiva. Le future mamme e i futuri papà che hanno visitato il reparto di Ostetricia e Ginecologia, sono rimasti piacevolmente colpiti dall'integrità della struttura, giudicata come nuova, funzionale e moderna. Diversi i quesiti rivolti al personale medico, tra cui un ginecologo e un'ostetrica che si sono messe a disposizione dei visitatori. Hanno chiesto, in particolare, di sapere come si viene assistite durante il parto; quanti giorni può durare una degenza dopo il parto, e se anche i papà possono assistere alla nascita dei loro figli. Tra le stanze visitate ha riscosso l'interesse maggiore la sala-travaglio. L'esperimento verrà sicuramente ripetuto, compatibilmente con il piano ferie del personale sanitario impegnato nella struttura. Le date per la nuova iniziativa non sono pronte. Infatti la stessa direzione generale dovrà tirare le somme per organizzare un nuovo evento. L'intenzione di Carlo Bramezza, comunque, è quella di ripetere questo esperimento il più presto possibile, magari già nei mesi estivi. Ora tutta l'attenzione, anche mediatica, si riversa sul primo nato. È l'avvenimento che qui si attende da quasi due anni. Si calcola che entro 4 al massimo 5 giorni potrebbe partorire una mamma straniera. Il conto alla rovescia per il primo nato dopo la riapertura del Punto nascita di Portogruaro è già cominciato. La struttura dovrà poi prendere piede, perché si dovranno accogliere anche le mamme che arriveranno dal Friuli e da Vittorio Veneto, città nel quale il Punto nascita è a rischio. Il primo bambino che nascerà a breve nella città del Lemene porterà sicuramente benefici e alzerà ancor più il morale di chi lavora nella struttura. Rosario Padovano

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