Peter Gabriel L'uomo Che Vide Il Futuro Della Musica
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38 Culture GIOVEDÌ 11 FEBBRAIO 2010 BUON COMPLEANNO p Auguri Sabato l’ex Genesis compie 60 anni e domani esce il nuovo cd, «Scratch My Back» p Sorprese Pezzi di Bowie, Talking Heads, Lou Reed ma anche Regina Spektor e Arcade Fire Peter Gabriel l’uomo che vide il futuro della musica Ancora una volta ha spiazzato que anni lasciò (di stucco) i Genesis e tutti. Gabriel compie 60 anni, e un’infinità di appassionati. li festeggia con un nuovo cd: so- Solo cover, questa volta, lui che lo orchestra per l’uomo che co- non ne aveva fatte quasi mai (gli ap- me nessun altro seppe reinven- passionati si dividono i bootleg con I tarsi quattro volte, reinventan- Heard it Through the Grapevine di do - ogni volta - la musica. Marvin Gaye o con Strawberry Fields dei Beatles...). Strane rivisitazioni: ROBERTO BRUNELLI una Heroes (sì, Bowie) che «disarma» Heroes tuffandola in un mare di archi [email protected] che ci ricordano una linea che parte Questa volta sono gli archi: insi- coltissima da Penderecki fino a lambi- nuanti, s’intrecciano dolorosamen- re Philip Glass, una Boy in the Bubble te nei meandri ignoti così come nel- di Paul Simon di cui sono decostruite l’intimo del vissuto musicale di tan- le intenzioni, come a dimostrare che ti di noi. Peter Gabriel da tempo im- la struttura s’impone sulla sovrastrut- memorabile ci ha abituato a improv- tura, che la composizione vince su visi mutamenti di scena. C’erano ogni orchestrazione possibile, e lo l’utopia dei fiori ed il blues, negli an- stesso vale per Apres Mois della giova- ni settanta, e lui si tuffa con i Gene- ne russa-americana Regina Spektor, sis in una terra di esplorazione in a malapena nata quando Peter era cui sul rock avevano preso a soffia- già al suo terzo album solista. E così, re le vibrazioni classiche. Poi i gran- accanto ai pezzi di Neil Young, Lou di gruppi erano diventati degli ele- Reed, Radiohead, ci sono i pezzi de- fanti, e Peter fugge via, proprio gli Elbow, di Bon Iver, degli Arcade mentre la sua creatura, la sua band, Fire, dei Magnetic Fields: non ha per- pareva essere sull’onda più alta: i so l’abitudine, l’ex arcangelo Gabriel, suoni si fanno secchi, la batteria cu- di guardare verso il domani delle mil- pa, l’aria sempre più rarefatta, fin- le possibilità, e questa volta lo fa tra- ché Peter non intuisce che lo spazio mite musicisti infinitamente più gio- del pop è troppo angusto, che ad vani di lui, paradossalmente strap- aspettarlo dietro l’angolo c’è, insie- pandoli dall’illusione del tempo. me a tutto il resto, l’Africa. Sessant’anni. Eppure ce lo ricordia- Anche Peter Gabriel, colui che mo bene, Peter, quando - insieme al- per tre o quattro volte aveva intuito l’amico Robert Fripp - esorcizzò d’un il futuro della musica, sta per com- colpo il proprio passato di sciamano piere, sabato, i sessant’anni di vita e del progressive, per reinventare il i quarant’anni di carriera. Un dupli- rock tra la fine dei settanta e l’inizio ce anniversario che il musicista ha degli anni ottanta: lui, della sua gene- deciso di festeggiare con un nuovo razione, fu uno dei pochissimi a capi- disco, Scratch My Back: e ancora re la fiammata apparentemente di- una volta spiazza i fan, divide gli struttiva del punk prima, e della new ascoltatori, come quando trentacin- wave poi, tanto da essere contempo- L’arcangelo Peter Gabriel in concerto.