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VIVAsommario 8 16

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VIALE DELLA LETTERATURA 30 Editoriale 4 MUSICA , un innovatore assoluto 8 Lucio Battisti ha venduto oltre 25 milioni di dischi ma soprattutto ha ARTE Il futurismo, cento anni dopo 16 reso popolarissime le sue canzoni, passate da una generazione all’al- tra e ancora molto amate da un pubblico numeroso. Il suo primo album TELEVISIONE X Factor, la corrida televisiva d’oggi 24 è Lucio Battisti del 1969, un anno cruciale per la sua affermazione, nonostante avesse già ottenuto consensi per , scritto CINEMA Povera Italia alla Berlinale 28 insieme a Mogol e affidato all’Equipe 84. Al festival di Sanremo pre- senta Un’avventura, vince il Festivalbar con Acqua azzurra, acqua chia- TEATRO Paolo Poli, uno sberleffo al perbenismo 30 ra e scrive due brani molto popolari, Il Paradiso per Patty Pravo e Questo folle sentimento, per i Formula Tre. Incide anche Mi ritorni in MUSICA Angelo Branduardi, una Lauda di successo 36 mente, un classico del suo repertorio. Nel 1970 bissa il successo del- l’anno precedente con , il suo primo album a arrivare in vetta LETTERATURA Mario Desiati, scrivendo di un’altra Italia 38 alle classifiche di vendita. Vince di nuovo il Festivalbar con Fiori rosa, fiori di pesco. L’anno successivo cambia etichetta discografica pas- MUSICA Luca Lombardi, il Re Nudo al teatro dell’Opera 42 sando dalla Dischi Ricordi alla neonata Numero Uno, fondata da Mogol. Pubblica , primo per sei settimane. Registra due DISCHI Carboni e Sinigallia, ribelli anni ‘70 47 singoli di strepitoso successo Pensieri e parole e La canzone del sole ed è coautore con Mogol dei brani Amore caro, amore bello, Amor mio TEATRO Paola Cortellesi, mille volti d’attrice 48 e Eppur mi son scordato di te, portati al successo da altri interpreti. Seguono altri ellepi come Lucio Battisti Vol. 4 (1971), Umanamente EDITORIA Toni Verona, in volo sull’Ala Bianca 52 uomo: il sogno (1972) , (1972), Il nostro caro ange- lo (1973), (1974) , Lucio Battisti, la batteria, il contrabbas- LIBRI Sordi, il mondo di Albertone 55 so, eccetera (1976), Io tu noi tutti (1977), Images (1977) , Una donna TELEVISIONE Susanna Bolchi, fare bene il serial tv 56 per amico (1978), (1980), E già (1982), Don Giovanni (1986), L’apparenza (1988), La sposa occidentale (1990), LIBRI Il Paese disilluso di Bruno Vespa 59 Cosa succederà alla ragazza (1992), Hegel (1994). MUSICA Midem 2009, un’edizione di passaggio 60 MUSICA Nino Ferrer, un inguaribile guascone 64 MUSICA Vincenzo Incenzo, autore poliedrico 66

ERRATA CORRIGE Nell’ultimo numero di Vivaverdi, in uno degli articoli dedica- ti a (pag.14) non abbiamo citato il nome del- l’autore Roberto Buti, il compositore delle musiche dei brani FOTOCREDITI Strani amori, Lui non sta con te, Ragazze che, Un amico è così, con Angelo Valsiglio, nel cd Laura. In un album prece- In riferimento alle immagini pubblicate, l’editore e la direzione di Vivaverdi dichiarano la propria disponibilità all’as- dente della cantante emiliana, Le cose che vivi, Buti, batte- solvimento dei diritti di riproduzione per gli eventuali aventi diritto che non è stato possibile accertare rista, iscritto alla Siae dal 1983, autore anche per Marco Masini e Mietta, ha composto la musica di Due innamorati Distribuzione gratuita come noi con Roberto Capaccioli e di Un giorno senza te. Ci scusiamo per l’imprecisione e ci fa piacere ricordarlo ai Le opinioni espresse negli articoli pubblicati su Vivaverdi impegnano esclusivamente i loro autori e non rappresen- lettori. tano la linea editoriale della Società A destra, Lucio Battisti in una esibizione live da affermato cantante (nella mano sinistra si scorge un tamburello). Chitarrista di talento, Battisti suonò nella sigla dello sceneggiato Rai Tv “Il circolo Pickwick” di Ugo Gregoretti, 1967. Le foto del servizio provengono da Archivio DUfoto [email protected] 8 VERDI

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BATTISTI/1 LE NUOVE STRADE DI LUCIO NON FINISCONO MAI di Oscar Prudente

Ho conosciuto Lucio Battisti nel Sessantot- A oltre dieci anni dalla scomparsa, Lucio Battisti è sempre presente nella vita quotidiana di più to: un anno celebre per i tanti avvenimenti generazioni, e canta ancora per noi. Da subito dimostrò le sue qualità d’innovatore e di di portata storica, anche in campo musica- le. Ma questa storia parte da qualcosa di me- anticonformista.VivaVerdi lo ricorda con questo ritratto di chi lo ha conosciuto bene. no rivoluzionario, anzi allora un’istituzione - con il ritornello invece che con la strofa, prio nell’interpretazione che, priva dell’am- della musica leggera italiana: il Cantagiro, come raccomandava la consuetudine. Poi il pollosa retorica cui le nostre orecchie erano inventato da Ezio Radaelli sul modello del ritmo improvvisamente cambiava: il tempo avvezze, scaturiva direttamente dal cuore. Giro d’Italia ciclistico. Lì Battisti dimostrò in 4/4 decisamente marcato del ritornello Lucio aveva insegnato che chiunque fosse subito le sue qualità d’innovatore, di anti- si trasformava in un 3/4 con accenti altret- intonato e con dentro qualcosa da trasmet- conformista in campo musicale e anche nel- tanto forti; una sorta di “special” o se si pre- tere avrebbe potuto diventare un grande in- l’interpretazione vocale. Sono passati più di ferisce “ponte” a tempo di valzer vagamen- terprete, che cantare significa comunicare quarant’anni da quella manifestazione e già te straussiano, eseguito dall’orchestra e che emozioni: aveva aperto una strada nuova. dieci anni dalla scomparsa del musicista. preludeva alla strofa, tornata in 4/4, ma sen- Una strada sulla quale si incamminarono in Il Cantagiro era una gara canora che, a tap- za tenere un ritmo regolare: iniziava a tem- molti, a partire da Lucio Dalla (per sua stes- pe, attraversava tutto lo Stivale, una mani- po ma, dopo un crescendo sia ritmico che sa ammissione) fino ad arrivare alla “clona- festazione itinerante che per un decennio, melodico, nel finale rallentava allargando- zione” vocale e stilistica degli Audio Due. dal ’62 al ’72, ha rallegrato le estati italiane, si e aumentando simultaneamente l’intensità Gli spostamenti dell’allegra carovana avve- oltre a rivelarsi un importante veicolo pro- percussiva per rilanciare nuovamente il ri- nivano in auto e - complice il fatto che Lu- mozionale per le canzoni, gli artisti e - last tornello. cio ed io viaggiavamo nella stessa macchina but not least - la vendita dei dischi. I can- Il tutto tenuto insieme dalla sua voce dram- e scendevamo con bagaglio e chitarra negli tanti erano divisi in due gironi: i “big”, le matica, scarna, senza orpelli, senza vibrato. stessi alberghi, spesso nella stessa camera stelle già affermate, e gli “esordienti”. Nel Ricordo che il Sessantotto – pur rivoluzio- - nacque una profonda amicizia e una reci- Sessantotto la “Ricordi” decise di iscrivere nario - proponeva fra i “Big” alcune ugole proca stima professionale. Tanto che Lucio alla competizione i “big” Bobby Solo e i Dik d’oro della migliore tradizione: Claudio Vil- mi propose di entrare a far parte della “Nu- Dik; nel girone degli esordienti finirono la la, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Da- mero Uno”, la casa editorial-discografica matricola Oscar Prudente e un tale Lucio lida, Jimmy Fontana. Lucio stava invece di- che stava nascendo da una costola della Ri- Battisti, che era sì esordiente come interpre- mostrando alla piazza e agli addetti ai lavo- cordi, insieme a Giulio Rapetti (all’epoca te ma non certo come autore, tanto che i Dik ri che si può cantare ed emozionare anche Mogol solo in arte), suo padre Mariano Ra- Dik portavano una sua canzone, Il vento. senza sfoggiare acuti vibranti e corde voca- petti, Franco Daldello, Sandro Colombini, La prima cosa che mi colpì durante la sua li possenti; sebbene vada notato come – spe- e ovviamente lo stesso Battisti. esibizione fu la struttura musicale, decisa- cialmente all’inizio della sua carriera – le Accettai, nonostante provenissimo da espe- mente innovativa, della sua canzone: Balla sue canzoni venissero apprezzate più della rienze musicali diverse: io ero nato come Linda iniziava - senza alcuna introduzione sua voce. Invece la forza di Lucio stava pro- batterista jazz mentre Lucio, ottimo chitar-

Sotto, Lucio Battisti, circondato dai suoi fan durante il Sanremo 1969. A destra mentre accudisce un cavallo durante il viaggio Milano-Roma con Mogol, Mario Lavezzi e Oscar Prudente tra il giugno e luglio del 1970

10 VERDI VIVA rista ritmico,(suonò per due anni, dal 1964 nella frase musicale anche le sillabe in ec- dan Bembo; tutti strumentisti che gravitava- al 1966, nel gruppo I Campioni, ndr) aveva cesso, con improvvise accelerazioni vocali no attorno alla Numero Uno, ai quali lasciava seguito una strada più pop-rock. Ascoltava che rendevano ancor più originale il suo mo- ampia libertà creativa. Un modo di lavorare molta musica: amava il rock di Jimi Hendrix, do di cantare. Dotato di spirito autocritico che entusiasmava tanto Lucio da convincerlo gli Shadows, il folk psichedelico di Dono- perfino eccessivo, era un perfezionista e nel- spesso a mantenere nel master finale la “vo- van, quello più rock di Crosby, Stills e Nash lo stesso tempo un innovatore che non vo- ce guida” della prima esecuzione; infine per i e aveva una grande predilezione per il leva mai ripetersi e che non aveva paura di colori orchestrali (fiati, archi, ecc..) si avva- rhythm’n’blues, in particolare per lo stile prendersi dei rischi musicali: un esempio leva di arrangiatori quali Gianfranco Rever- vocale di Otis Redding, al quale si ispirava; per tutti, le due linee melodiche (strofa e ri- beri o Detto Mariano ai quali però dava sem- non a caso l’anno successivo duettò a San- tornello) che si sovrappongono sullo stesso gi- pre preziosi suggerimenti. Insomma seguiva remo con Wilson Pickett, una delle icone del ro armonico in Pensieri e parole. Un coraggio scrupolosamente tutte le fasi della produzio- genere, in L’avventura. ripagato dal successo. ne del disco, dall’inizio alla stampa. Quello di Lucio era un ascolto musicale non Inoltre, eccelleva anche negli arrangiamen- Un modus operandi che durò fino al 1974, an- solo emotivo ma critico: analizzava in modo ti, che nascevano in sala di registrazione: di no nel quale la Numero Uno venne venduta maniacale la struttura della canzone, le di- solito, a partire da una semplice interpre- alla Rca e le nostre strade professionali si al- verse parti dell’arrangiamento, provando tazione voce e chitarra alla quale si accoda- lontanarono. Il seguito della sua carriera è una magari a riprodurre quelle solistiche. Lavo- vano batteristi come Franz di Cioccio (Pfm) storia che non posso raccontare, non avendo- rava sempre: era capace di passare 12 ore e Tony Cicco (Formula Tre); bassisti come la vissuta frequentandolo come prima, ma vo- ininterrotte a comporre e registrare spunti Damiano Dattoli (autore della musica di Io glio ricordare la sua amicizia e il soprannome musicali sul suo Revox analogico, l’unico ap- vagabondo, ndr); chitarristi come Ivan Gra- che mi aveva rifilato, uno scaldacqua alla ro- parecchio “casalingo” disponibile allora. ziani, Massimo Luca, Alberto Radius mana: Oscar-da-bbagno. ■ Migliaia di idee alcune delle quali, dopo ac- (Formula Tre), Franco Mussida curata selezione, sarebbero state completa- (Pfm); pianisti come Dario Bal- te da un testo, in quel periodo solitamente per mano di Mogol. Un processo non sempre facile: in alcune parti della canzone infatti la lunghezza dei versi era talvolta eccessiva e non comba- ciava perfettamente con la metrica del- la melodia originale; una delle tan- te capacità di Lucio era però quel- la di rispettare sempre la bel- lezza del testo: riusciva ad ac- comodare

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BATTISTI/2 IL SUO CANTO LIBERO di Luciano Ceri

Il suo primo 45 giri, Per una lira, risale al 1966. Da allora il giovane musicista dai capelli ricci, ha cominciato a rivoluzionare la canzone italiana, procedendo a una originale sintesi tra l’amata musica angloamericana e la vena melodica italiana. Ecco un itinerario tra alcune delle sue pietre miliari discografiche, quelle canzoni e quegli album che hanno accompagnato le giovani generazioni dagli anni ’70 in poi. Quando nel 1969 Lucio Battisti pub- che si muove in un’atmosfera quasi impal- blica il primo 33 giri il suo nome è una pabile, dove sono gli incastri delle chitarre realtà ormai ben nota al pubblico, e il acustiche a restituire l’atmosfera di sogno e disco, intitolato semplicemente Lu- di risveglio dal sogno in cui si muove il pro- cio Battisti, fa il punto della sua attivi- tagonista. tà di artista e di autore fino a quel mo- Nel 1971, chiuso il rapporto artistico con la mento. L’album per metà raccoglie, Dischi Ricordi, Battisti approda alla Nume- come si usava fare allora, gli ultimi sin- ro Uno, un’etichetta creata appositamente goli della sua produzione, ma l’altra per avere in prima persona il controllo to- metà del disco è subito sorprendente tale sulle sue produzioni e sulla sua musica. perché Battisti sceglie di interpretare in E’ un periodo di straordinaria creatività, che prima persona sei canzoni che aveva affida- lo porta a realizzare nel giro di un anno e to in precedenza all’Equipe 84, ai Ribelli e mezzo tre dischi di grande successo, che co- ai Dik Dik. E se è vero che così facendo da stituiscono in qualche modo un unicum, per una parte porge il suo ringraziamento a quei continuità ed omogeneità stilistica, ed il cui gruppi che per primi avevano creduto nelle punto centrale è costituito da Il mio canto sue canzoni, dall’altra fa subito capire che libero, pubblicato all’inizio dell’inverno del le sue potenzialità di artista sono di grande 1972. Preceduto da Umanamente uomo: il spessore, perché le scelte stilistiche che sogno e seguito da , que- compie nel rileggere quei brani sono deci- sto disco costituisce una messa a fuoco mol- samente originali. Non era facile affronta- to precisa del modo di fare canzoni di Bat- re una canzone come 29 settembre ed offri- tisti nella prima parte della sua carriera. Ne re agli ascoltatori qualcosa che reggesse il definisce la struttura “classica” sia nel tipo confronto con la possente costruzione so- di scrittura che nel sound e conferma la sua nora dell’Equipe 84, ed invece il risultato è voglia di rileggere il suo repertorio alla lu-

Foto TecheRai assolutamente affascinante, con la canzone ce di una sensibilità nuova e personale, co- 13 VERDI VIVA

me succede per , L’aquila e Pren- era rimasto indifferente e come sempre le di fra le mani la testa, canzoni che erano sta- rilegge a modo suo e in maniera originale. te affidate in prima battuta a Bruno Lauzi e In questo disco più che in altri è il sound a a Riki Maiocchi. costituire l’elemento di coesione tra le va- Dal 1974 in poi Battisti cambia marcia qua- rie canzoni, e come suggerisce il titolo la ri- si ad ogni disco, prima di sovvertire com- cerca è soprattutto ritmica, grazie anche ad pletamente il modo della sua scrittura al- un rinnovato gruppo di musicisti che lo se- l’indomani del divorzio artistico da Mogol. guono in studio di registrazione, tra i quali E già in Anima latina è evidente la riflessio- un giovane Ivan Graziani in procinto di ini- ne sulla voglia (e forse anche sulla necessi- ziare la sua avventura discografica solista tà) di superare i limiti della forma della can- proprio alla Numero Uno. E il sound si ri- zone classica, limiti avvertiti già in parte in vela vincente, volutamente grezzo, quasi da Amore e non amore del 1971, dove i quattro “garage-band”, in una immediatezza sono- brani solo strumentali presenti nel disco an- L’universo di Lucio ra che decreta il successo del brano trainan- nunciavano un evidente interesse per la te, Ancora tu, particolarmente gradito al po- scrittura musicale pura, svincolata dall’in- polo delle discoteche che apprezzava le ve- gombro del testo. Ma Anima latina cambia Disco dopo disco, canzone dopo canzone, tutta la nature ritmiche latine di una canzone che completamente le carte in tavola perché se produzione artistica del cantautore reatino viene sembrava voler contendere ai successi di è vero che sposa ancora la forma della can- analizzata nel libro di Luciano Ceri, Pensieri e pa- Barry White il primato sulla scena “disco”. zone nella sua dimensione di musica e di te- role-Lucio Battisti-Una discografia commentata (Co- Il passo successivo per Battisti era quello di sto, è anche vero che ne amplia i limiti e ten- niglio Ed, 480 pg, euro 18,50). Il volume si con- tentare l’avventura del mercato anglo-ame- ta la strada della mini-suite, con composi- centra sul lavoro del musicista che ha ridefinito e ricano, visto che fino a quel momento era- zioni che spesso viaggiano sui sei-sette mi- allargato la forma canzone, valutandone la capaci- no stati soprattutto i paesi di lingua ispani- nuti di durata e che confermano in tutto e tà di sopportare un totale stravolgimento, sia me- ca a premiarlo come interprete, mentre nel- per tutto l’adesione ai moduli musicali del lodico che linguistico, inventandosi un modo di can- le classifiche inglesi ed americane era en- rock progressivo. A questi moduli Battisti tare proprio e originale che conserva ancora oggi trato essenzialmente come autore, sin dai era interessato sia perché i musicisti che fi- un enorme fascino. Da un singolo all’album, Batti- tempi di Il paradiso (Half As Nice per gli in- no a quel momento avevano collaborato con sti ha mantenuto sempre alto il livello della propria glesi Amen Corner) e di (Bella lui in sala d’incisione si erano praticamen- creatività, riuscendo a conservare intatta la voglia Linda per gli americani Grassroots). In que- te lanciati tutti sull’onda di quel nuovo sti- di non adagiarsi sui successi ottenuti, cercando sto senso va vista la trilogia composta da Io le musicale, e sia perché intravedeva in que- sempre di rinnovarsi, di tentare nuove strade, di tu noi tutti, e da Una sto modo la possibilità di scardinare la strut- avventurarsi in nuovi territori artistici, anche a co- giornata uggiosa, album registrati in Ame- tura classica della canzone. E non tanto per sto di scontrarsi con i gusti del pubblico. Il libro si rica (il primo) e in Inghilterra, e ai quali do- una insofferenza nei confronti di quella avvale di numerose testimonianze di cantanti, mu- veva essere legato anche un progetto di in- struttura, quanto probabilmente per una sua sicisti, produttori, tecnici e altre personalità che cisione in lingua. Da un punto di vista degli naturale curiosità e p er la voglia di non ri- hanno interpretato, suonato, prodotto, registrato obiettivi che Battisti si proponeva è sicura- petere troppo schemi ampiamente collau- quelle canzoni destinate a diventare autentici ca- mente Una donna per amico il disco più ri- dati. polavori della canzone italiana. Completa il volume uscito: una perfetta realizzazione pop di li- Due anni dopo, nel 1976, la scena cambia una ricca Appendice, con l’elenco delle incisioni in vello internazionale, grazie alla felice mano ancora una volta, in maniera sorprendente, altre lingue, una videografia e una bibliografia ag- del produttore Geoff Westley che riesce ad visto che non ci sono due realtà musicali co- giornate, l’elenco delle registrazioni inedite e delle interpretare al meglio le canzoni di Battisti sì lontane tra loro come il rock progressivo numerosissime versioni che sono state proposte, e ad esaltarne la forza ritmica e la ricchezza e la disco music. Non che Lucio Battisti, la nel corso degli anni, da artisti italiani e stranieri. melodica, e che con il contributo dei vali- batteria, il contrabbasso, eccetera sia un al- dissimi musicisti inglesi convocati per bum specificamente “disco”, ma è certo che l’occasione ne rende il sound competitivo a quelle suggestioni ritmiche Battisti non con le grandi produzioni internazionali. E 14 VERDI

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Giovani e Battistiani se Battisti avesse poi deciso di pubblicare la versione in inglese (già registrata) di quel La popolarità delle canzoni di Battisti ha resistito disco probabilmente ne avrebbe ricavato più al passare del tempo non soltanto per la fedeltà soddisfazioni di quante invece (e furono po- dei suoi ammiratori della prima e seconda ora, ma chissime) ne ebbe da Images, la versione soprattutto grazie alla modernità della sua scrittu- americana di Io tu noi tutti, con l’aggiunta ra musicale, modernità che è riuscita ad intercet- di un paio di successi del passato, sempre in sottopone, in una totale libertà compositi- tare il gusto di musicisti diversi tra loro per età e inglese. va che gli consente di spezzare la continui- per gusti musicali, come è efficacemente dimo- I vari tentativi di superare la forma tradizio- tà melodica di una canzone in tante linee strato da questo interessante disco pubblicato nale della canzone trovano una più compiu- melodiche secondarie ma allo stesso tempo nell’estate del 2005 come supplemento della rivi- ta realizzazione infine in Don Giovanni, principali, in un completo sovvertimento sta “Extra Mucchio”, estensione della storica 1986, disco di confine e per questo ancora dei canonici schemi strofa-ritornello-stro- testata rock “Mucchio Selvaggio”. Gli artisti coin- più prezioso ed intrigante. Superato il dis- fa che avevano sino a quel momento domi- volti appartengono all’area delle produzioni indi- tacco da Mogol con il disco più naif della sua nato il mondo della musica leggera italiana pendenti (con l’eccezione dei Gang e di Gianni produzione, E già, Battisti trova nei testi di ed iniziando un viaggio che proseguirà con Maroccolo e Giorgio Canali, artisti ormai storici Pasquale Panella (suo futuro collaboratore risultati affascinanti e spesso sorprendenti dell’area indipendente italiana) spesso non erano da quel momento in poi) l’ideale comple- per i tre dischi successivi, che chiuderanno neanche nati quando Non è Francesca o Il tempo mento del progetto di destrutturazione del- il percorso di un artista tra i più innovatori di morire risuonavano nei juke-box della penisola. la canzone che intravedeva come lo sbocco in assoluto della canzone italiana. ■ Nomi come 24 Grana, Moltheni, Lombroso, più naturale della sua voglia di libertà crea- Acustimantico, Daunbailò, 4 Fiori per Zoe non tiva. Non più un testo che coglie le valenze diranno forse molto al grande pubblico, ma chi di volta in volta drammatiche o gioiose del- segue l’area creativa delle produzioni indipendenti la sua musica, ma una serie di versi enigma- conosce il loro percorso artistico, e dopo l’iniziale tici e paradossali che fanno della ricerca lin- sorpresa di trovarli coinvolti in questo progetto ne guistica la chiave di volta del loro senso poe- apprezza ancora di più la voglia di confrontarsi tico, svincolando l’interprete dal compito di con questo repertorio, con nessun timore reveren- “rendere conto” in qualche modo al pubbli- ziale ma anzi con la consapevolezza di trovare in co del significato della canzone. E se Don canzoni come 29 settembre, Il vento, Respirando, Giovanni è ancora legato, specialmente nel- Confusione (e tutte le altre che compongono le la linearità dello sviluppo di certe linee me- diciotto tracce del disco) stimoli ed occasioni per lodiche, alle grandi canzoni degli anni ses- esprimere la propria voglia di fare musica. A testi- santa e settanta, è con il successivo monianza dell’attualità di una scrittura musicale L’apparenza, 1988, che la rivoluzione mes- che offre ancora a chi voglia leggerla con curiosi- sa in opera da Battisti trova piena attuazio- tà ed attenzione inediti percorsi di interpretazione. ne. Per la prima volta nella sua carriera scri- (lu.ce.) ve la musica sui testi che Panella via via gli