EL REBELDE TABLOID DI ULTRACOSCIENZA

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#forgottenheroesIn questo numero: #imarci®

luglio 2017 / anno 1 / numero 00.05 #forgottenheroes MONIKA ERTL LA DONNA CHE VENDICÒ ERNESTO GUEVARA di El Mago de Tampico

Una storia dimenticata quella di Monika Ertl, tedesca d’origine, guerrigliera d’adozione. La sua salma non fu mai restituita alla famiglia, missed in action, come si dice in gergo militare. Uno dei pochi esempi di “dimenticanza” non solo da parte di chi dimenticare vuole, ma an- che da parte di chi dimenticare non dovrebbe. Né a Cuba né nell’ Urss, né nella DDR, né nell’ul- trasinistra occidentale, le furono mai intitolati una scuola, un monumento o un manifesto.

Monika nacque il 7 agosto 1937 ma crebbe in , dove suo padre, , si dovet- te trasferire per via della sua compromissio- ne con il regime nazista: era stato uno dei più bravi cameramen di Leni Riefenstahl, regista di regime e amica personale di Adolf Hitler.

Fin da giovane, Monika, era scossa dalle spaventose ingiustizie sociali che caratteriz- zavano la Bolivia; il padre, che pure la ado- rava “come fosse un figlio maschio “lei che sa sparare come un uomo” la invitava a non lasciarsi coinvolgere dalle problematiche sociali che stavano insanguinando la Bolivia, così, seguendo un percorso trac- ciato dalla famiglia, Monika sposò un ricco boliviano- te- desco, ma nel 1969, impossibilitata a sopportare ulterior- mente il suo conflitto interno, divorziò e lasciò la famiglia.

Divenne l’amante di Guido Alvaro Peredo Leigue, det- to Inti, l’erede del Che al comando dell’Esercito Naziona- le di Liberazione Boliviano. “E’ un Cristo con la pistola”, di- ceva di lui, innamorata. Dopo , anche Inti cadde, ucciso pure lui dal torturatore, Roberto Quintanilla Perez, che si fece fotografare fiero accanto al suo cadavere.

Monika giurò a se stessa di vendicare il Che e Inti.

eL REBELDE TABLOID DI ULTRACOSCIENZA Fuggì in Germania, ebbe alloggio in una comune dell’ultrasinistra in un appartamento nel- lo stesso palazzo del consolato boliviano di Amburgo. Laggiù la dittatura militare aveva messo al sicuro Quintanilla incaricandolo in qualità di console. I generali temevano la ma- ledizione di Fidel Castro, che aveva detto “Gli assassini del Che, li voglio tutti morti”. Te- mevano i commandos del Ministerio de la Seguridad cubano, non una giovane bavarese.

Monika aveva 34 anni quel primo aprile 1971, quando si presentò al consolato boliviano ad Amburgo, dicendo di voler chiedere un visto e parlare col console. Entrò nel suo ufficio, gli puntò contro la pistola, sparò tre volte. Quintanilla cadde ucciso sul colpo. Sul petto, tre fori a forma di V, forse per dire “Vittoria”. Sulla scrivania, Monika lasciò un biglietto con scritto “Victoria o muerte”, lo slogan dell’ELN, l’esercito di liberazione nazionale dei guerriglieri boli- viani. La moglie di Quintanilla accorse, cercò di fermarla, ma lei la spintonò e riuscì a fuggire. La pistola utilizzata da Monika, risultò poi intestata all’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli.

Lei riuscì a tornare in Bolivia e si unì all’ Eln. Sulla sua testa, venne messa una taglia di 20mila dollari. Contattò Régis Debray, l’amico francese del Che. I due sapevano che laggiù viveva Klaus Altmann Barbie, l’ex capo della di Lione. L’uomo che con le sue mani torturò a morte Jean Mou- lin, leader comunista nella Francia occupata da Hitler e massimo capo militare della Resistance.

Monika e Debray progettarono di rapirlo. Ma lui, ex amico di papà Hans, era furbo e pro- tetto. Barbie era Colonnello onorario del servizio segreto boliviano: organizzò così fa- cilmente l’imboscata, in cui Monika, il 12 maggio del 1973, fu barbaramente trucidata.

eL REBELDE TABLOID DI ULTRACOSCIENZA FRÄULEN HALITOSIS

È la classica signorina d’altri tempi, tutta crinoline, nastri, fruscii e cipria. Ha un innegabile fascino decadente, sottolineato dall’attitudine a presentarsi in società solo ed esclusivamente in perfetto pendant di abiti e accessori. Sguardo arcigno e labbra increspate in un orrido ghigno dall’insondabile significato, è la figura preposta a ricoprire per vocazione il ruolo di istitutrice, unica in grado di formare adeguata- mente nuove generazioni di marci. Sotto la superficie apparentemente imperscrutabile i sentimenti della Fraulein si agitano bur- rascosi, palesandosi in pestilenziali epifanie ectoplasmiche, putrescenti esalazioni gassose di tale impatto olfattive, da poter essere catalogate come creature senzienti dotate di vita propria.

#imarci®

Ideazione e realizzazione di Silvia Perosino

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