Protagonisti Quella domenica il caldo era oppri- sirene. Per me cominciò così l’incu- mente e la città si era svuotata. bo di via D’Amelio. All’inizio della 16:58, Il telefono di casa squillò alle 17. strada vidi un pezzo di braccio car- Era una mia amica che terrorizzata bonizzato, mi era sembrato un rotta- come Beirut mi diceva «sono tremati i palazzi, me, solo dopo capii che cos’era. Mi c’è stata una bomba, vieni». Un paio muovevo come un automa in mezzo alle Il primo giornalista arrivato in di minuti ed ero già sul posto. Le auto in fiamme, improvvisamente non via D’Amelio pochi minuti dopo fiamme avvolgevano decine di auto, c’era più caldo. Arrivarono i vigili i palazzi erano sventrati, dalle ma- del fuoco e le prime volanti, tutti la strage ricorda quel terribile cerie vedevi apparire gente sangui- correvano ma nessuno ancora sapeva pomeriggio. Attimo per attimo. nante, suonavano decine di allarmi e quello che era successo. Non si sa-

Giovanni Falcone, : due vite INTRECCIATE , Il coraggio

UNA COPPIA “SCOMODA”A” Falcone e Borsellino sorridenti durante un dibattito a Palermo nel 1992. Alle loro spalle, i luoghi dove sono stati uccisi: rispettivamente, lo svincolo per Capaci e via D’Amelio a Palermo. peva neanche chi era stato ucciso, terra a pochi metri dal portone noi giornalisti cercavamo di capi- il primo nome che venne fuori fu d’ingresso, vicino a lui il corpo di re, ma mai capire era stato così quello del giudice Ayala. Ma Ayala uno dei suoi uomini. A poca distan- difficile. Alle 17:30 ero in diretta abitava a poche centinaia di metri za, appesa a un muro, la carcassa di con il telegiornale. Intervistai e dopo poco era già lì sul posto. un’auto. Era della 126 usata come Vizzini, Ayala e altri, tutti erano Ci volle più di mezz’ora prima di bomba, 300 chili di tritolo si dis- terrorizzati. Palermo veniva para- sapere con certezza chi fosse la se. Intanto arrivavano ambulanze, gonata a Beirut ed era vero: la città vittima, alcune ore prima di sapere magistrati, politici, giornalisti, viveva il peggior incubo della sua chi erano i cinque ragazzi della sua gente comune. Quell’angolo di città storia, e a me toccava raccontarlo. scorta. Eppure il corpo del giudice improvvisamente si riempì. C’era Fabio Nuccio Borsellino lo avevo visto. Era a chi chiedeva aiuto e chi piangeva, (all’epoca corrispondente del Tg4)

duno iSTE eSSOs DEsSTIerNO. Aeffron taerto a testao alta i

7 mprovvisamente, l’inferno. In un caldo sabato di maggio, alle 17:56, un’esplosione squarcia l’autostra- da che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo, nei pressi dell’uscita per Capaci: 5 quintali di trito- Ilo distruggono cento metri di asfalto e fanno letteralmen- te volare le auto blindate. Muore , magi- strato simbolo della lotta antimafia. È il 23 maggio 1992. 19 luglio, 57 giorni dopo. Il magistrato Paolo Borsellino, impegnato con Falcone nella lotta alle cosche, va a trovare la madre in via Mariano D’Amelio, a Palermo. Alle 16:58 un’altra tremenda esplosione: questa volta in piena città. La scena che si presenta ai soccorritori è devastante (v. riqua- dro in apertura di servizio). Seguono giorni convulsi. La fa- miglia Borsellino, in polemica con le autorità, non accetta i funerali di Stato. Non vuole la rituale parata dei politici. E alle esequie degli agenti di scorta una dura contestazione accoglie i vertici istituzionali. Il neo-presidente della Re- pubblica, Oscar Luigi Scalfaro, è trascinato a stento fuori La vita del piccolo dalla Cattedrale di Palermo, con il capo della polizia Vin- cenzo Parisi che gli fa da scudo. Giovanni? Dedicata Sono passati vent’anni, eppure nuovi colpi di scena hanno recentemente aperto squarci di luce su queste vicende su cui alla SCUOLA non c’è ancora completa chiarezza. Ma chi erano i due ma- gistrati-simbolo che hanno sacrificato la vita al servizio del- e all’Azione cattolica lol Stato?Stato E perchép sono stati uccisi in modo così efferato? NNN  . Le vite di Giovanni Falcone e PaoloPaol Borsellino risultano intrecciate fin dall’inizio. EntrambiEEntr nacquero a Palermo: Giovanni il 20 mag- gioggio 1939, Paolo 8 mesi dopo, il 19 gennaio. Ed en- GITA AL trambittram crebbero nella Kalsa, l’antico quartiere di ori- COLOSSEO gineggine araba di Palermo, zona di professori, commer- Sopra, Giovanni cianticcian ed esponenti della media borghesia. Abitavano Falcone a 10 anni, a pochepo decine di metri di distanza l’uno dall’altro e con un’aria seria e compassata. furonoffuro amici fin da bambini: si ritrovavano a gioca- A destra, durante rer inin piazza della Magione. una gita a Roma NellaNNe vita del piccolo Giovanni c’erano la scuola, nel 1955: alle sue l’Azionel’Az cattolica e pochi divertimenti. Per il padre, spalle si vede il Colosseo. unu uomou molto austero, viaggi e villeggiatura non esistevano.eesist “Mio padre stava molto in casa” raccontava FalconeFFalc nel libro di Francesco La Licata Storia di Gio- vannivvann Falcone (Feltrinelli). “Per lui era un punto d’or- goglioggogli non aver mai bevuto al bar una tazzina di caffè”. E anchean la madre era una “donna energica e autoritaria. ConCCon i 7 e gli 8 la mia pagella veniva considerata brutta”. In casa Borsellino, invece, l’ambiente era più vivace: c’eranoc’era spesso amici in visita e si discuteva di libri e di filosofia.filosos A scuola Paolo non sbagliava un colpo. In gre- ALL’ACCADEMIA co avevaavevav 10, si alzava alle 5 del mattino per studiare e la sua MILITARE memoriar prodigiosa faceva il resto. I suoi genitori posse- La fototessera di Giovanni Falcone devano una farmacia in via della Vetreria, e anche per que- all’Accademia navale sto il padre era un’autorità nel quartiere. di Livorno, nel 1957. S ,  . Giovanni e Paolo fre- Vi andò dopo la quentarono tutti e due il liceo classico. Per il primo le scuo- maturità classica, ma poi cambiò le secondarie furono particolarmente importanti: grazie al idea e si iscrisse a suo professore di Storia e filosofia, Franco Salvo, imparò a Giurisprudenza. sfuggire ai dogmi e a coltivare il dubbio, fino ad abbando-

8 www.focusstoria.it nare il rito della messa domenicale con la madre. Dopo la maturità entrò all’Accademia militare di Livorno, poi ci ri- pensò e si iscrisse a Giurisprudenza. Borsellino invece optò subito per gli studi di Legge, ma mentre frequentava l’uni- versità gli morì il padre, e le condizioni economiche della sua famiglia peggiorarono. Nonostante le difficoltà, a 22 anni si laureò con 110 e lode. Anche Falcone si laureò a pieni voti. E l’anno successivo conobbe una donna di nome Rita: fu un colpo di fulmine, al quale seguì il matrimonio. I primi passi della sua carrie- ra Falcone li mosse a Lentini (Siracusa) come pretore, per poi trasferirsi nel 1966 a , dove rimase per 12 anni. Così, un po’ alla volta, il magistrato si emancipò definiti- vamente dalla famiglia (tanto che la sorella Anna raccon- tò di averlo ritrovato “comunista”) e cominciò a entrare in contatto con la realtà della mafia. Non era ancora costret- ttoo a viviverree sottotto scortata, ququindi trovò il tempo per dedicarsi ad alcune attività sociali e si im- pegnò a favore del referendum A casa di Paolo suls divorzio. D  . Nel frat- Borsellino c’erano spesso tempo Paolo aveva cominciato la sua carriera al tribunale civile di AMICI e si discuteva Enna come uditore giudiziario. Nel 1967 ebbe il primo incarico di libri e filosofia direttivo – pretore a (Trapani) – e nel dicembre 1968 sposò Agnese Piraino Leto, dallad quale avrà 3 figli. Nel 1969 fuf trasferito a , vicino L’ETÀ DEI a Palermo, dove lavorò fianco a GIOCHI Bambini giocano nel quartiere fif anco con il capitano dei carabi- Sopra, Paolo arabo della Kalsa, a Palermo, dove nieri . Quest’ul- Borsellino ritratto crebbero entrambi i magistrati. il giorno della sua timo,t però, fu ucciso dalla mafia Prima comunione. nel 1980. “Mi hhaannnnoo ammazzato un fratello” disse Borsel- A destra, il futuro lino in quell’occasione, e si mise a indagare sull’omicidio. magistrato su una Falcone, intanto, si era trasferito anche lui a Palermo, biciclettina in un giardino pubblico dove lavorò al processo al costruttore edile Rosario Spato- di Palermo. la, accusato di associazione mafiosa. Fu così che i due vec- chi amici tornarono in contatto e cominciarono a scam- biarsi informazioni sulle inchieste.nchiei sts e. IIll prprooccessosso Spapatotoltollaa mi-i- se tra l’altro in luce le qualità di Falalcone, che acaccocompmpagagnòò l’istruttoria con indagini baann- carie e societarie: un metodo ddii indagine innovativo che si rive-e- lò efficacissimo. I “”  C.. La situazione a Palermo era in A 222 ANNI, rapido cambiamento. Falcoonne LALA LAUREA Paolo Borsellino si era accorto che spesso gli inin- rriiceve i complimenti dagati e i membri delle coschhee delladeella commissione sotto inchiesta venivano uccccii-- dd’’esaesame: si laureò si o sparivano misteriosamente. in GiGiurisprudenza con 111 0 e lode a soli Il motivo? Era cominciata uunna 2222 anni.an Pochi mesi guerra di mafia, che tra gli uulll-- primaprima era morto timi mesi del 1981 e i primi deell il padrpad e Diego.

www.focusstoria.it 9 SOTTO IL SOLE DDII NAPOLI Da piccoli si incontravano nel Giovovanni Falcone al mare, a Napoli, di nellll’’aagosto del 1958. QUARTIERE ARABO AAvveevva 19 anni. GGlli ananni del liceo, Palermo. Da grandi, nel 1983, inin ccuiui imparò a cocollttivare il dubbio si ritrovarono insieme nel e a sfsfuggire i dogmi, furfuronoon molto imporimportanti per lui. POOL ANTIMAFIA

1982 causò nel capoluogo sici- liano un morto ogni tre giorni. Alla fine le vittime furono circa 1.200, una cifra da guerra civi- le, che andarono ad assottigliare le file delle cosche nemiche del boss dei boss Totò Riina. Si sco- prì, infatti, che dietro gli omi- cidi c’erano i “viddani” (villani,, cioè contadini) di , cir-- ca settanta persone provenien- ti dal paese vicino a Palermo. E Riina era il loro capo. Per Giu- seppe Ayala, pubblico ministe- Il generale Carlo Alberto Dalla ro al Maxiprocesso di Palermo Chiesa, prefetto antimafia, ucciso che seguirà, il successo crimina- a Palermo con la moglie nel 1982. le di Riina fu «frutto della straor- dinaria violenza con la quale egli agì: senza precedenti an- che per Cosa nostra». La “guerra” finì nel 1983, ma già l’anno prima la violenza dei corleonesi si era rivolta contro lo Stato: la mattina del 30 aprile 1982 Pio La Torre, segretario regionale del Parti- to comunista e membro della Commissione antimafia, fu ucciso a Palermo mentre si recava in auto alla sede del par- tito. Per rispondere alla violenza mafiosa, il governo in- viò in Sicilia come prefetto antimafia il generale dei cara- binieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, protagonista della lot- ta al terrorismo delle Brigate rosse. Per Cosa nostra era una minaccia seria. Così, il 3 settembre, anche Dalla Chiesa fu freddato a Palermo con la moglie Emanuela Setti Carraro. Le im- magini di quei due corpi riversi uno sull’altro dentro un’A112 bianca, crivellati di colpi, sono rimasti per sempre nella mente did molti. E sul luogo della stra- MAGISTRATO. ge comparve un cartello: “Qui CON LODE muore la speranza dei palermi- Sopra, il giovane Falcone il giorno tani onesti”. della sua laurea, N   . nel 1961 a pieni L’omicidio del generale Dalla voti, insieme Chiesa fu solo una tappa del- a un gruppo di compagni. A destra, lal strategia di Totò Riina, che la sua tessera voleva lo scontro frontale con professionale. lo Stato. Il 29 luglio 1983 il

10 www.focusstoria.it passo successivo: un’autobomba ammazzò Rocco Chinni- I PRIMI ci, capo dell’Ufficio istruzione di Palermo. Per sostituirlo, INCARICHI il Consiglio superiore della magistratura (Csm) scelse An- Paolo Borsellino in un momento di relax tonino Caponnetto, 63 anni. Siciliano di , Ca- negli Anni ’70. Nel ponnetto lasciò la famiglia a Firenze per sottoporsi a una 1967 ebbe il primo vita da recluso tra la caserma della Guardia di finanza e il incarico di pretore, suo ufficio. Il magistrato non aveva esperienza di processi a Mazara del Vallo (Trapani), e nel di mafia, ma era nota la sua serietà professionale. Falcone 1969 fu trasferito a lo chiamò subito per dirgli di arrivare in fretta a Palermo. Monreale (Palermo). “Quello che mi colpì della telefonata di Giovanni” avrebbe raccontato Caponnetto nel libro Nella terra degli infedeli, di “fu il tono assolutamente confidenziale e amichevole che usò nei miei confronti.ti. CComeome se ccii coconoscessimonosscessimo da una vita, e invece non ci conoscevamovvamo aaffatto”ffatto”. Caponnetto si rese conto della nne-e- cessità di costituire un pool di magi-agi- strati per frazionare i rischi dei singoligoli e avere una visione unitaria del feno-enoo- meno mafioso. Il primo a essere sscel-cel- to fu proprio Falcone, che già all’e-all’e- CON MOGLIE poca era un protagonista della lottatta a E FIGLIE Cosa nostra. Poi arrivò Giuseppee DiDi A sinistra, Paolo Lello Finuoli, che vantava una ccer-er- sposa Agnese ta esperienza di processi di mafiaa eedd Piraino Leto nel era stato il pupillo di Rocco Chinni-nni- dicembre 1968: da lei avrà tre figli. ci. Su consiglio di Falcone, fu sceltocelto Sotto, al Parco anche Borsellino. E qualche tempommpo nazionale d’Abruzzo dopo si aggiunse Leonardo Guar-uar- con le figlie Lucia notta, uno dei procuratori con ppiùiù e Fiammetta. anni di esperienza. M . Il pool ini-ini- ziò a lavorare a gran ritmo, mentrentre susullalla scscenaena ststa-a-a va arrivando la stagione dei pentiti.entiti A papartirertire dda TTommasoommaso Buscetta, “don Masino”, che nella guerra scatenata da Totòò Riina aveva perso due figli, un fratello, un genero, un co- gnato e quattro nipoti. Trafficante di droga, riparò in Bra- sile dove fu arrestato e poi estradato in Italia. Iniziò a col- laborare, ma voleva parlare solo con il numero uno del po- ol palermitano: Giovanni Falcone. Buscetta dichiarò di fi- darsi solo di lui e del vicequestore Gianni De Gennaro. E disse a Falcone, come raccontò il magistrato stesso nel li- bro Cose di Cosa nostra: “L’avverto signor giudice. Dopo que- sto interrogatorio lei diventerà una celebrità. Ma cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimen- tichi che il conto che ha aperto con Cosa nostra non si chiude- rà mai. È sempre del parere di interrogarmi?”. Falcone lo interrogò e Buscetta parlò. Risultato: il 29 set- tembre 1984 vennero spiccati 366 mandati di arresto. Nel- lo stesso libro, Falcone mette in evidenza l’importanza sto- rica delle confessioni di Buscetta: “Prima di lui non ave- vamo che un’idea superficiale del fenomeno mafioso. Con lui abbiamo iniziato a guardarvi dentro. Ci ha fornito nume- rosissime conferme sulla struttura, le tecniche di reclutamen- to, le funzioni di Cosa nostra. Ma soprattutto ci ha dato una visione globale, ampia, a largo raggio del fenomeno”. Era il momento magico del pool. “Tra il settembre 1984 e il mag- www.focusstoria.it gio 1985 avevamo il massimo della tensione e dell’appoggio” ricordò Borsellino nel libro I disarmati, di Luca Rossi. “Si sentiva una particolare atmosfera di consenso anche tra i col- leghi del Palazzo di giustizia. Bastava aprire bocca e il mini- stero concedeva tutto: aerotaxi, segretarie, materiale”. L’aula- bunker in cui si sarebbe svolto il Maxiprocesso fu costrui- ta nel giro di un anno. A  . Nel frattempo però, nell’ombra, To- tò Riina stava preparando un’estate di sangue. Il 28 luglio 1985 fu ucciso Beppe Montana, capopo dedella SeSezione latititatan- ti della polizia di Palermo, e pochi giorni più tardi Ninni Cassarà, vi- Alcuni agenti cedirigente della squadra mobile di fronte alla villa all’Addaura, luogo e stretto collaboratore di Falcone. del fallito attentato “Uccisero Cassarà” disse Borselli- ai danni di Falcone. no sempre ne I disarmati “e vennee fuori che la Mobile non esisteva, chee Falcone: il mistero del fallito attentato non era una struttura, ma un im- pegno di pochi. Il lavoro di Cassarà Addaura è una loca- dell’Acquasanta e da uomi- e il nostro erano già il massimo di L’ lità vicino a Palermo ni dei servizi segreti. L’altro quanto lo Stato volesse fare”. dove Falcone prende- in mare: vicino alla spiaggia La paura di altri attentati era va in affitto una villa per c’era in effetti un canotto le vacanze estive. Ed è con due finti sommozzatori, forte. I due magistrati, con le ri- al centro di un mistero su che al contrario erano lì spettive famiglie, furono trasferiti 1984: , cui di recente si è aperto per evitare che i candelotti in fretta e furia all’Asinara, l’isola- di mafia, torna dal Brasile dopo uno squarcio di verità. esplodessero. I due sub carcere a nord-ovest della Sarde-- l’estradizione nel nostro Paese. Bagno Òesplosivo”. Il 21 erano Antonino Agostino, gna, per concludere l’istruttoria giugno 1989 una borsa con ucciso da ignoti il 5 agosto del Maxiprocesso, che fu deposittaatata l’8 novovembmbrere di quel- 58 candelotti di dinamite fu dello stesso anno insieme lo stesso anno. Alla fine di quel periodo, durato 33 gior- trovata sugli scogli vicino alla moglie, ed Emanuele al luogo dove il magistrato Piazza, strangolato e poi ni effettivi, lo Stato ebbe l’ardire di presentare ai magistra- doveva fare il bagno con sciolto nell’acido dai boss ti il conto del soggiorno: “Prima di andarcene ci fecero pa- due colleghi svizzeri. Ma l’anno successivo. Antonino gare 415.800 lire a testa per il pernottamento, 12.600 lire al solo oggi, dopo anni di Agostino, agente di polizia, giorno” rivelò ancora Borsellino nel libro di Rossi. Fu uno depistaggi, si è arrivati a in realtà era un cacciatore di dei momenti di maggiore amarezza per i due magistrati. definire il probabile scena- latitanti, mentre Emanuele Non solo. Scossa dagli eventi, Lucia, la figlia quindicenne rio di quella mattina. Piazza era un ex agente di Borsellino, fu colpita da una grave forma di anoressia che Innanzitutto l’attentato che collaborava con il Sisde era previsto per il giorno sempre nella ricerca dei la portò a pesare soltanto 30 chili. prima, ma Falcone cambiò latitanti. A . Il Maxiprocesso, con ben 475 imputati, fu il programma. Una notizia, ÒMenti raffinatissime”. M a più grande attacco alla mafia mai realizzato in Italia. Ebbe questa, nota a pochissime chi ordinò l’attentato? Non inizio il 10 febbraio 1986. Ma a maggio Paolo Borsellino persone. “A me disse a si sa ancora, ma si pensa fu nominato procuratore della repubblica a (Tra- chiare lettere che sospettava sempre di più al coinvol- pani). «Senza Paolo» ricorda Ignazio De Francisci, uno dei di ” riferisce gimento di servizi segreti nuovi membri del pool «si accentuò la distanza tra noi e Ignazio De Francisci nel li- deviati. Falcone stesso, bro Nella terra degli infedeli, riferendosi all’episodio, Falcone. Borsellino aveva l’esperienza professionale per par- di Alexander Stille. Bruno parlò di “menti raffinatissi- Contrada era all’epoca me che tentano di orientare dirigente del Sisde (i servizi certe azioni della mafia”. segreti) e fu poi condanna- E aggiunse: “Esistono forse Il pentito Tommaso Buscetta to per concorso esterno in punti di collegamento tra i associazione mafiosa. vertici di Cosa nostra e centri voleva PARLARE solo Due gruppi. La mattina del occulti di potere che hanno 21 giugno, sulla spiaggia altri interessi. Ho l’impressio- con Falcone. E gli disse: dell’Addaura, sembra ne che sia questo lo scenario quindi che a fronteggiarsi più attendibile se si vogliono ci fossero due gruppi. Uno capire davvero le ragioni che “CERCHERANNO a terra, formato da mafiosi hanno spinto qualcuno ad del quartiere palermitano assassinarmi”. DI DISTRUGGERLA”

12 www.focusstoria.it lare con lui da pari a pari. Nello stesso tempo era più uma- Borsellino: dov’è l’agenda? no, più simile a noi». Il Maxiprocesso si chiuse il 16 dicembre 1987 con 360 aolo Borsellino anno- e non aveva alcun titolo condanne e 114 assoluzioni. E, con questo, Caponnetto Ptava appuntamenti e per prenderla in consegna. pensieri in un’agenda E l’agenda sparì... Ma non la ritenne chiusa la sua esperienza palermitana. Era ragione- rossa che portava sempre borsa. Dopo qualche anno, volmente sicuro che il suo posto sarebbe stato preso da Fal- con sé. E che, il giorno infatti, spuntò la foto di un cone. Ma così non fu. Il clima politico era sfavorevole. Al- dell’attentato, sparì miste- colonnello dei le elezioni di giugno il partito socialista aveva raddoppia- riosamente. sul luogo dell’attentato con to i suoi voti e il nuovo ministro della Giustizia Giuliano C’era, non c’era… Quan- la cartella da lavoro di Bor- Vassalli si era dichiarato contro il programma di protezio- do il 19 luglio scoppiò sellino in mano. Indagato, ne dei pentiti. Tutto questo ebbe riflessi anche all’interno l’autobomba, fra i primi l’ufficiale fu poi prosciolto ad accorrere ci fu l’onore- per il furto dell’agenda. del Csm, che il 19 gennaio 1988 nominò Antonino Me- vole Giuseppe Ayala, ex Alla fine dell’iter processua- li capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, bocciando Fal- magistrato, che abitava le, la Cassazione stabilì che cone. Quel giorno l’anzianità vinse sulla competenza: Me- nelle vicinanze. Un ufficiale nella borsa l’agenda rossa li, infatti, aveva scarsa esperienza in fatto di processi di ma- dei carabinieri aprì la porta non c’era. Eppure i figli fia. E da quel giorno, disse lo stesso Caponnetto, “Falcone dell’auto ancora fumante di e la moglie di Borsellino ha iniziato a morire”. Borsellino e vide la sua bor- ricordano che il magistrato L   . Meli cominciò subito ad assegnare a sa. Cercò di darla ad Ayala, quel giorno ripose l’agenda ma questi non accettò, nella sua cartella prima di magistrati esterni al pool le inchieste di mafia, e sul tavolo perché era un parlamentare uscire di casa. di Falcone e dei suoi colleghi piovvero invece indagini per borseggi, scippi, assegni a vuoto. Borsellino provò a reagi-

MAXIPROCESSO: LA MAFIA ALLA SBARRA A destra, un momento del Maxiprocesso di Palermo, che si svolse dal 10 febbraio 1986 al 16 dicembre 1987. Sotto, il sorriso di Borsellino (al centro) tra Falcone e (a destra) .

1313 Strage di Capaci: re, nonostante lavorasse a Marsala. In un’inter- 46 anni, nata a Palermo, vistav all’Unità disse: “Hanno tolto a Falcone la ti- le altre vittime era la seconda moglie di tolarità delle grandi inchieste antimafia. Le inda- llo svincolo di Capa- Giovanni Falcone e morì gini di polizia giudiziaria sono bloccate da anni. al suo fianco. Sorella di ci, sull’autostrada A Alfredo Morvillo, sostituto La squadra mobile di Palermo non è mai stata ri- da Punta Raisi a procuratore che fece costituita.c Ho l’impressione di grandi manovre per Palermo, 500 kg di tritolo parte del pool antimafia, smantellars e il pool antimafia”. uccisero Giovanni Falcone, aveva conosciuto Falcone Falcone era sempre più isolato. Un’altra scon- la moglie e 3 agenti della a Palazzo di giustizia e lo sua scorta. Ecco chi erano: aveva sposato nel 1986. fittaf arrivò quando il governo nominò Domeni- ROCCO DI CILLO co Sica alto commissario per la lotta antimafia, 30 anni, di Triggiano (Bari) a Roma seguiva allttre perso- bocciandobocciando la sua candidatura. Falcone si candidò allora al Quando superò il concorso nalità, ma non mancava mai Csm, ma non fu eletto. Lettere anonime lo accusarono di in polizia, interruppe gli all’appuntamento quando il una gestione discutibile del pentito , e studi universitari e partì magistrato tornava in Sicilia nel giugno del 1989 fu sventato un attentato ai suoi dan- per Bolzano, prima sede nel weekend. Era padre di ni (v. riquadro a pag. 12). Lo scontro con Meli raggiunse di servizio. Nel 1989 iniziò due figli piccoli. a fare parte della scorta di VITO SCHIFANI livelli altissimi in seguito all’inchiesta sulle confessioni del Falcone, e con altri colleghi 27 anni, di Ostuni (Brindisi) pentito : Meli voleva dividere il pro- contribuì a sventare l’atten- Guidava la prima delle tre cesso tra 12 procure diverse (secondo la competenza terri- tato alla villa dell’Addaura. Fiat Croma che scortavano toriale) mentre Falcone insisteva che dovesse occuparsene ANTONIO MONTINARO Giovanni Falcone e France- il pool (per non disperdere le indagini, dal momento che 30 anni, di Calimera (Lecce) sca Morvillo. Lasciò la mo- unica era l’origine mafiosa). Agente scelto, era stato glie di 22 anni, Rosaria, e un D P  R. Ancora una volta vinse Meli. Era inviato in Sicilia e tempo- figlio di 4 mesi. L’immagine raneamente assegnato al di Rosaria ai funerali è rima- la fine del pool: Falcone chiese di essere destinato ad altro servizio scorte di Falcone. sta nella memoria di molti. ufficio e fu nominato procuratore aggiunto presso la Pro- All’inizio sognava di tornare Sull’altare, piangendo, urlò a casa, poi decise di rimane- ai mafiosi: “Io vi perdono, MAFIA ITALO-AMERICANA re e aprì un piccolo negozio però vi dovete mettere in gi- Falcone, scortato come sempre, arriva di detersivi per la moglie. nocchio, se avete il coraggio a Marsiglia nel 1986 per incontrare i Da quando Falcone lavorava di cambiare...”. colleghi che stavano indagando sulla cosiddetta Pizza Connection.

Rocco Di Cillo

Antonio Montinaro

Vito Schifani 14 475 imputati, 360 condanne: GIUSEPPE AYALA r ic o r da...... Falcone: “Le nostre vite sono il MAXIPROCESSO state blindate per 10 anni. Ma abbiamo sempre condiviso tutto”. fu il più grande attacco a iuseppe Ayala, ex pm al Maxiprocesso, era Cosa nostra in Italia. E Totò Guno dei migliori amici di Giovanni Falcone. Dopo Riina avere lasciato la magistratura è NON PERDONÒ stato eletto alla Camera e poi è tornato a vestire la toga. Oggi cura della repubblica. Appoggiò la nomina di Pietro Giam- è in pensione e ricorda così il famoso magistrato caduto. manco, il suo superiore, a procuratore capo di Palermo, ma Com’è nato il vostro da questi fu lentamente messo da parte e ostacolato. Infi- rapporto? ne Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e fino ad allo- «Alfredo Morvillo, il magistrato Poi ci furono i contatti diretti ra in ottimi rapporti con lui, lo accusò di tenere nei cassetti fratello di sua moglie Fran- con i giudici stranieri. Grazie prove contro i politici mafiosi. Per Falcone fu un periodo cesca, ci presentò nel 1981. alle sue indagini Falcone molto duro (v. riquadro a destra) e maturò allora la scelta Eravamo al Palazzo di giustizia godeva di una vasta credibilità di accettare llaa proposta ddelel nunuovoo ministro della Giustizia di Palermo, dove bevemmo internazionale. Prima di lui le CClaudio Martelli, lascian- un caffè. Due chiacchiere e la rogatorie internazionali avve- simpatia fu immediata. Da lì nivano in modo burocratico. ddo Palermo per la direzione iniziò un’intensa frequentazio- Lui, invece, viaggiò, conobbe ddegli Affari penali a Roma. ne: almeno un paio di volte la i colleghi stranieri, avviò un Nella capitale, però, Fal- settimana ci vedevamo a cena felice scambio di informazioni. ccone non allentò il suo im- con le mogli». E ciò dette grandi risultati». ppegno contro la mafia. Con Come si lavorava a Palazzo Il fatto di essere siciliano gli uun decreto da lui ideato, in- di giustizia? fu d’aiuto? ffatti, tornarono in carce- «Facevamo una vita durissima. «Certo. Falcone conosceva così Quando abbiamo iniziato non bene i mafiosi che era capace rre gli imputati di Cosa no- sapevamo dove saremmo arri- di ragionare come loro. Ricor- sstra scarcerati da una sen- vati. Abbiamo seguito Falcone do un interrogatorio fatto di ttenza di Corrado Carneva- e le nostre vite sono state blin- poche parole e molti sguardi lle, il presidente della prima date dal 1982: avevo 37 anni. che volevano dire tantissimo. Giovanni Falcone a Roma nel 1989 con Due passi in città erano vietati, “Peccato che non si possano Claudio Martelli, vicepresidente del Consiglio. ssezione penale della Corte ddi Cassazione soprannomi- così come il caffè al bar, ed era verbalizzare” mi disse». nato “Ammazzasentenze”. Per disinnescare la possibile in- esclusa la possibilità di uscire Quali furono i suoi momenti nato “Ammazzasentenze” Per d con i miei figli. Per anni in Italia più difficili? fluenza di quest’ultimo sull’esito finale del Maxiprocesso, non ho mai camminato per «Quando gli fu preferito Anto- inoltre, Falcone ideò la rotazione dei giudici della corte su- strada con Falcone. Potevo nino Meli alla guida dell’Ufficio prema. In questo modo Carnevale fu assegnato ad altro in- farlo soltanto all’estero». istruzione di Palermo e l’espo- carico e la Cassazione confermò le condanne. Inoltre il go- C’erano momenti di serenità? sto al Csm di Leoluca Orlando verno approvò un piano di Falcone per riorganizzare la lot- «Ci facevamo macabri scherzi, che lo accusò di nascondere le ta a Cosa nostra. Nel frattempo Paolo Borsellino era tor- come scriverci i necrologi. prove nei cassetti». nato a Palermo come procuratore aggiunto e con un ruolo “Ciao Giuseppe, almeno per una La sua vita a Roma cambiò? volta sei arrivato prima di me” «All’epoca fummo vittime del direttivo nelle indagini di mafia. fu quello di Falcone per me. gossip del Palazzo di giustizia L . Sconfitto nel Maxiprocesso che gli costò Aveva un’ironia demenziale, di Palermo. Ci misero uno con- l’ergastolo, Totò Riina volle vendicarsi tanto per comin- ridevamo tantissimo». tro l’altro e per qualche mese ciare di chi non gli aveva garantito l’impunità: il 12 mar- Quale fu l’importanza di ci salutammo a stento. Poi Gio- zo 1992, a Mondello, la spiaggia dei palermitani, fu assas- Falcone magistrato? vanni mi fece avere il suo libro sinato Salvo Lima, capo della corrente andreottiana in Si- «Abbiamo iniziato a lavorare Cose di Cosa nostra prima che cilia. Era il primo passo verso la strage di Capaci del 23 insieme dopo l’omicidio Dalla uscisse. Presi il telefono e glie- Chiesa. Eravamo quattro pm a ne dissi di tutti i colori. Lui mi maggio, nella quale persero la vita, oltre a Falcone, an- seguire l’“innovatore”, perché fece finire e mi invitò a cena. che la moglie Francesca Morvillo – che aveva sposato nel Falcone è stato soprattutto Ci riappacificammo e per la 1986, dopo il divorzio da Rita – e tre uomini della scorta questo. Non chiese nuove prima volta abbiamo fatto due (v. riquadro a sinistra). norme, ma utilizzò quelle passi senza scorta. “Giovanni, Solo, ferito dalla morte del suo amico, ostacolato dal ca- esistenti in modo diverso. a Roma non ci ammazzano“ po della procura palermitana Giammanco, nei due me- Gli accertamenti bancari, per gli dissi. “Penso che tu abbia si successivi Paolo Borsellino lavorò con frenetica intensi- esempio: la droga non lascia ragione” mi rispose. La mafia tracce, ma i soldi sì, diceva. voleva colpire in Sicilia». tà. Sentì pentiti importanti, viaggiò in continuazione – lui

www.focusstoria.it 15 Gli angeli custodi di Borsellino che aveva paura dell’aereo – ed ebbe un incontro (dal qua- le uscì turbato) con il ministro dell’Interno Nicola Man- a strage di via D’Amelio e non aveva detto niente cino, che però ha sempre dichiarato di non ricordare quel Lfu provocata da 100 kg ai suoi genitori, perché colloquio. Dietro le quinte, intanto, circolava un “papello”, di tritolo nascosti in una sapeva che sarebbero stati Fiat 126, che devastarono in pena. Quel giorno sua un documento nel quale Totò Riina avanzava 12 richieste quell’angolo di Palermo. madre sentì alla televisione allo Stato. Si andava dalla revisione della sentenza del Ma- Con Paolo Borsellino che Borsellino era morto xiprocesso all’annullamento del 41 bis (l’articolo di legge morirono 5 agenti della sua con la scorta e disse: “Poveri sul carcere duro per i mafiosi) fino alla riforma della legge scorta. Ecco le loro storie: ragazzi e povere mamme”. sui pentiti. Borsellino fu avvisato della trattativa da Liliana AGOSTINO CATALANO Non sapeva che fra loro Ferraro, che aveva sostituito Falcone alla Direzione affari 43 anni, di Palermo c’era anche suo figlio. penali del ministero, e sicuramente lui si oppppose,, firman- Era un veterano dell’Uffi- EMANUELA LOI do per sé una condanna a morte. cio scorte. Da molti anni 24 anni, di Sestu (Cagliari) U   . garantiva la sicurezza dei Dopo la strage di Capaci fu La magistrati, si era appena assegnata al nucleo scorte sua, come hanno raccontato alcu-- risposato e aveva 2 figli. di Palermo. Bionda, fisico ni pentiti, era una morte program- Poche settimane prima minuto, è stata la prima mata da tempo, ma anticipata conn aveva salvato un bimbo che donna a entrare a far parte una “premura incredibile”. Perché stava per annegare dinanzi di una scorta assegnata a Totò Riina aveva detto: “Bisogna alla spiaggia di Mondello. obiettivi a rischio e la prima WALTER EDDIE COSINA a morire. Quando arrivò a scavalcare un muro”. E quel muro 31 anni, Norwood (Australia) Palermo disse: “Se ho scelto era Paolo Borsellino. Da una decina di giorni era di fare la poliziotta non posso “La tempistica della strage è stata stato assegnato alla scorta tirarmi indietro. So benissimo certamente influenzata dall’esisten- del magistrato. Era arrivato che fare l’agente di polizia in za e dalla evoluzione della cosiddettaa nel capoluogo siciliano da questa città è più difficile che trattativa tra uomini delle istituzio- Trieste dove per 10 anni nelle altre, ma a me piace”. ni e Cosa nostra” scrissero i pubbli- aveva lavorato nella Digos, Quella domenica non dove- frequentando corsi speciali va essere lì. Era a disposizio- ci ministeri nell’atto d’accusa che In parlamento i politici leggono concluse quasi quattro anni di in-- dell’attentato mortale a Falcone. di addestramento per fare ne e fu aggregata alla scorta Ma molti lo avevano lasciato solo. parte delle scorte. Dopo la all’ultimo minuto. dagini. Il presunto tradimento di strage di Capaci aveva chie- CLAUDIO TRAINA sto di andare come volon- 27 anni, di Palermo tario a Palermo nell’Ufficio Agente scelto, era padre RIMASTO SOLO scorte. Era sposato e aveva di un bambino. Nel corso Borsellino nel Palazzo un bimbo in tenera età. di un viaggio in Brasile di giustizia di Palermo, dov’era stata allestita VINCENZO LI MULI aveva conosciuto una la camera ardente 22 anni, di Palermo ragazza e l’aveva portata dopo l’attentato Era entrato nel gruppo in Italia. Il loro figlio, al mortale a Falcone. dopo la strage di Capaci per momento dell’atten- sostituire i colleghi caduti. tato, aveva pochi L’aveva chiesto lui al giudice mesi.

“So che è arrivato il TRITOLO per me” disse Agostino Catalano Walter Eddie Cosina Borsellino sei giorni prima di morire. E SALUTÒ tutti i colleghi uno a uno

Vincenzo Li Muli Emanuela Loi Claudio Traina 16 unu generale dei carabinieri suo ami- r ic o r da... cco aumentò lo sconforto del magi- ...Borsellino: “Non saliva sstrato, che sapeva di andare incon- mai in cattedra e aveva un ttro alla morte. Secondo il colonnel- senso della giustizia unico”. llo dei carabinieri Umberto Sinico, iinoltre, Borsellino chiese che fosse inizio della sua carriera coincise con l’ultima llasciato “qualche spiraglio” alla sua L’ parte della vita di Paolo ssicurezza, perché altrimenti sarebbe Borsellino. Quasi 4 anni du- sstata colpita la sua famiglia. rante i quali Antonio Ingroia Il 13 luglio, sconsolato, dichiarò: lavorò fianco a fianco con “So che è arrivato il tritolo per me”. il famoso collega a Marsala AAlla moglie Agnese disse: “La ma- (Tp), dove Borsellino diede la ffia mi ucciderà quando gli altri lo sveglia a una procura un po’ ri- lassata, e poi a Palermo. Dove Totò Riina, detto La Bestia o U curtu ddecideranno”. E il 17, fra lo stupore oggi è procuratore aggiunto. e latitante dal 1969, fu arrestato ddi tutti, salutò uno a uno i colleghi Qual è il suo ricordo di qualcuno che lo ascoltasse. nel 1993 dai carabinieri del Ros. aabbracciandoli. Il 19 luglio faceva di Paolo Borsellino? Poi Borsellino lo affidò alle mmolto caldo a Palermo. Il magistra- «Non è facile condensare guardie carcerarie, dando però to decised i di andare d a trovare la madre in via D’Amelio. Due in poche battute una figura istruzioni perché non subisse minuti prima delle 17, l’esplosione dell’autobomba che come quella di Paolo, che pos- ritorsioni e fossero soddisfatte uccise lui e 5 uomini della scorta si sentì in tutta Palermo. sedeva soprattutto un grande alcune sue richieste». senso delle istituzioni, passio- Lei ha lavorato per anni con “È tutto finito” fu il commento di Antonino Caponnetto. ne civile e quella che definisco Borsellino. Com’era il vostro N  . Ma lo stesso Caponnetto, negli intransigenza etica. Aveva poi rapporto? ultimi anni della sua vita, girò l’Italia per raccontare nel- un senso di giustizia innato, «Aveva un modo generoso le scuole la storia dei due eroi, affermando: “Le battaglie in un grande senso dell’umiltà e di interpretare il suo ruolo cui si crede non sono mai battaglie perse”. grande capacità di ascolto». di capo. Quando da giovane Oggi Totò Riina e sono in carcere. Lei ha più volte sottolineato magistrato ricevetti le prime I corleonesi sono stati disarticolati. Ma la lotta alla mafia è l’umiltà e la disponibilità di minacce e mi venne assegna- Borsellino, c’è un episodio ta una scorta, Borsellino disse ancora lunga. E lo dimostrano gli ultimi colpi di scena sul- che ricorda in particolare? di essere deluso di se stesso. la strage di via D’Amelio. L’8 marzo scorso sono scattati 4 «Borsellino non saliva mai in Perché avevano minacciato nuovi arresti: 3 sono arrivati in carcere ai capimafia Salvi- cattedra. Una sera, durante me e non lui: un buon capo no Madonia (considerato tra i mandanti), Vittorio Tutino una cena a Terrasini, in provin- deve fare da scudo ai suoi e Salvatore Vitale (ritenuti tutti e due membri della squa- cia di Palermo, il proprietario uomini». dra che compì l’attentato). Un quarto ha colpito Calogero del locale gli disse che il cuoco Quali furono i suoi momenti Pulci, accusato di calunnia pluriaggravata: con le sue fal- avrebbe voluto conoscerlo. di maggiore amarezza? Lui lo salutò e il cuoco, emo- «Corrisposero alla mancata se dichiarazioni avrebbe contribuito al depistaggio attuato zionato, iniziò a piangere. Bor- riconoscenza da parte dello da un altro falso pentito, Vincenzo Scarantino. La nebbia sellino ne fu molto colpito, lo Stato e della società. Due su in Sicilia, insomma, è ancora fitta. • abbracciò e uscirono insieme tutti. Il conto da pagare che Luigi Ferro dal ristorante, dove chiac- gli presentarono dopo il sog- chierarono per una decina di giorno obbligato all’Asinara e SAPERNE DI PIÙ minuti. “Ha voluto dirmi che l’articolo di Leonardo Sciascia i palermitani onesti, i padri di pubblicato il 10 gennaio Troppe coincidenze, Giuseppe L’attentatuni, G. Bianconi e G. famiglia, sono al nostro fianco” 1987. Secondo lo scrittore Ayala (Mondadori). Mafia, politi- Savatteri (Dalai). La storia delle mi raccontò più tardi». nulla in Sicilia serviva di più ca, apparati deviati e giustizia. stragi, basata su fatti reali, da cui Di Borsellino è stato sempre per la carriera che essere un Il , Attilio Bolzoni è stata tratta l’omonima fiction. sottolineato il lato umano... professionista dell’Antimafia. e Giuseppe D’Avanzo (Rizzoli). I disarmati, Luca Rossi (Monda- «Certo. A questo proposito E se la prese con Borsellino a La vera storia di Totò Riina. dori). Giovanni Falcone, Ninni ricordo quando, durante proposito della sua nomina Cassarà e gli altri. una visita in un carcere, alla procura di Marsala. L’arti- Nella terra degli infedeli, Alex- improvvisamente un giovane colo lo ferì moltissimo, perché ander Stille (Garzanti). Trent’anni L’agenda rossa di Borsellino, G. marocchino si ribellò agli lui ammirava Sciascia». di intrecci tra mafia e politica. Lo Bianco e S. Rizza (Chiarelettere). agenti. Brandiva uno sgabello, Il motivo del suo omicidio è Cose di Cosa nostra, G. Falcone L’eredità, Alex Corlazzoli (Altre- urlava e nessuno riusciva ad nell’opposizione alla trattati- e M. Padovani (Rizzoli). Il magi- conomia). Le idee che Falcone e avvicinarsi. Arrivò Borsellino va fra lo Stato e la mafia? strato intervistato dalla giornali- Borsellino ci hanno lasciato. e cercò di calmarlo. Gli parlò, «Alla luce delle risultanze di sta francese Marcelle Padovani. Mafia, Costantino Margiotta lo prese sottobraccio, si fece molte indagini la trattativa Nata il 19 luglio, (Zero91). Primo libro fotografico spiegare cosa stava succeden- ci fu e lui ne ebbe sentore. (Melampo). La testimonianza sugli omicidi avvenuti in Sicilia do e perché si era ribellato. E se seppe dei contatti, sicura- antimafia della sorella di Paolo. tra il 1980 e il 2006. Il giovane aveva solo bisogno mente si ribellò».

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