Giorgio Pistone ORIGINE E STORIA DEL PRINCIPATO DI SEBORGA
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Giorgio Pistone ORIGINE E STORIA DEL PRINCIPATO DI SEBORGA Questo libro è dedicato a S.A.S. Giorgio I, Principe di Seborga, con affetto e rispetto. Presentazione Questo mio breve intervento è ampiamente giustificato dall’opera che ho il piacere di introdurre e vuole essere il sunto delle mie considerazioni e delle lodi che voglio rivolgere all’autore. Si può trovare, nel testo, una amplissima documentazione soprattutto bibliografica, che potrebbe sembrare noiosa come un elenco telefonico, se non fosse giustificata dall’accuratezza della ricerca, ma anche una illustrazione rispettosa della verità storica di un luogo che attrae da sempre l’attenzione, come un romanzo giallo ed un racconto di avventure. Questo, perchè il Principato di Seborga è tutto ciò, è un luogo magico e insieme una realtà cruda, un panorama immenso che spazia nell’intero Mediterraneo di tre millenni, che accende l’interesse e smorza la violenza. Quale Stato può vantare una origine così antica? Quale Stato può vantare una storia di pace, di ininterrotto rifiuto dell’uso della forza per far valere, anche oggi, le proprie ragioni, confidando sempre nella Protezione Divina? Quale Stato può innalzare al cielo la sua bandiera, che non ha mai sventolato sul campo di battaglia? Quale Stato può conservare e nascondere per duemila anni una Reliquia così grande, che non è possibile nominarLa? Quale Stato può esibire un nome così sacro, una ospitalità così ampia, una benevolenza così totale, che se dovesse cambiare nome verrebbe chiamato Fratellanza? Tale Stato, e tanto altro, è il Principato di Seborga. Quest’opera soprattutto ci permette di comprendere meglio come quest’isolotto di pace e di fraternità, il Principato di Seborga, ha traversato tanti secoli e perfino più millenni. Sarà utopico sperare che ciò si possa estendere a tutta l’umanità? Aperiamo che questo faticoso lavoro che ha tanto seme d’informazioni del nostro passato possa trasformarci: - per meglio comprendere il nostro presente, - e per evolvere verso un mondo più fraterno. Parigi, 14 febbraio 2004 Claude Mathez Il prof. Mathez è, tra l’altro: Presidente di Fraternité Sans Frontieres, Coordinatore europeo dei Musei Nobel, Fondatore della Città della Pace, Ispettore onorario dell’Accademia di Parigi Fondatore dell’Università di Constantine (Algeria). Premessa Questa opera è il frutto di oltre quarant'anni di ricerche archeologiche, raccolta di notizie, confronti di elementi, ricostruzioni severamente controllate, studio di testi anche antichi e irreperibili; posso dire perciò, in tutta serenità, che le risposte appaiono sufficientemente verificate. Per la sua compilazione ho dovuto approfondire aspetti della vita umana che raramente sono stati oggetto di trattazione; sono stato costretto a citare elementi storici o archeologici a prima vista disparati ed ultronei, che solo alla fine mostreranno la loro utilità nella ricostruzione degli avvenimenti. Le nuovissime tecnologie di ricerca, per opere altrimenti irreperibili, hanno permesso di completare l'accertamento delle notizie via via raccolte e conferire alle stesse maggiore credibilità; ne è conseguito un testo che è anche una bibliografia sufficientemente completa, estesa alle principali lingue europee. Devo notare, ancora una volta, la povertà relativa delle opere in lingua italiana, nel panorama generale al quale ho attinto largamente. La ricerca è nata con il proposito di individuare la data di nascita del Principato di Seborga; questo avrebbe dovuto essere il terminus a quo, il momento storico in cui è avvenuto il fatto, ma non è stato così semplice. Un proverbio francese insegna: il faut reculer pour mieux sauter, è necessario arretrare, se si vuole saltare meglio. Il Principato ha avuto origine da un complesso di fatti e di fattori, alcuni dei quali antichissimi, che hanno spostato all'indietro il termine stesso in modo impressionante e solo alla fine dimostrabile. Le fonti sono state tratte dalle Biblioteche e dagli Archivi civili ed ecclesiastici del Principato di Seborga, e poi Francesi, Tedeschi, Belgi, Austriaci, Inglesi ed Americani oltre che Italiani. Tabula gratulatoria I miei doverosi ringraziamenti a S.A.S. il Principe Giorgio I, ma poi ai Cavalieri del Sovrano Ordine di San Bernardo di Clairvaux avv. Giulio Fulgeri (Maddaloni, Caserta, Italia), geom. Alfredo Da Fre (Sanremo), avv. prof. Christophe Devos (Roma), Jose-Juan Alvarez Rodriguez (Santa Cruz de Tenerife, Spagna), Mons. Nino Allaria Olivieri ed inoltre ai confratelli Ugo Nensi+ (Belluno), Giuseppe Berola (Torino), Marcel Barruero+ (Principato di Monaco), Paolo Badano (Sassello, Italia), Konrad Willeke (Buren, Germania), Bruno Testa Jannilli+ (Roma), Roberto Pecchenino (Sanremo), N.H. André Triquet (Roquebrune Cap Martin, Francia), Francesco Capurro (Sanremo), Lucien Bres (Nice, Francia) e tanti altri Cavalieri del Venerabile Ordine del Santo Sepolcro di Seborga. Sono in obbligo, per la collaborazione prestata, a Laura Di Bisceglie, all’Ambasciatore dott. Lode J.C. De Pret (Bruxelles), al rev. don Giancarlo Riva (Osogna, Svizzera), al dott. Jean-Philippe Arnotte (Holzem, Belgio), all’avv. Luciano Biancheri ed a molti altri cittadini di Seborga, al dott. Costanzo L. Oliva (Sanremo), a Giordano Ballardini (Sanremo), al dott. ing. Juri Popov (Mosca, Russia), al personale della Biblioteca civica di Sanremo e dell’Archivio di Stato di Genova e Sanremo. Un ringraziamento particolare, per il sostegno e la collaborazione avuta, ai miei fratelli e sorelle che, per una insolita diaspora, sono dispersi per il mondo: Gianni (Gianpistone) (Roma), Adriana (Napoli), Angela+ (Hamilton, Canada orientale), Fernando (Alessandria, Italia), Luciano (Oxford, Inghilterra), Vittorio (Ancorage, Canada occidentale), Bruno (Longford, Irlanda) ed ai miei cognati, cognate e nipoti italiani, inglesi, irlandesi, islandesi, canadesi, ma soprattutto a mia moglie per la sua pazienza e competenza. Principato di Seborga, gennaio 2004 Giorgio Pistone Cap. 1 - La preistoria La forma e la posizione delle montagne, contrapposte alla prossimità del mare, hanno conferito alla Riviera di Ponente ed alla vicina Costa Azzurra, fin dai tempi più antichi, un clima particolarmente favorevole; ciò spiega almeno in parte la frequenza nei ritrovamenti di tracce dell'uomo di Neandertal (1) e successivamente dell'uomo di Cro Magnon (2) in questa zona, che da ora in avanti sarà indicata con il termine "Provenza Ligure". Già l'uomo di Neandertal (3) ha una sua religione (4) ed un profondo culto per i defunti, che seppellisce nelle grotte ( 5 ) con armi, ornamenti e cibo (6), sotto pietre che proteggono il corpo (7). 1 ) La bibliografia è amplissima, dai testi del Riviere della metà del XIX secolo in avanti;F. Forel, Notice sur les instruments en silex et les ossement trouves en 1858 dans les grottes de Menton, Nizza, 1864; E. Riviere, De l'antiquitè de l'Homme dans les Alpes Maritimes, Paris, 1887; A. Issel, Liguria geologica e preistorica, Genova, 1892; G. Odetti, Liguria, in GPI, Firenze, 1975; M.F.E. Bonifay, Sur l'existence de depots quaternaires pre-wurmiens dans la grotte du Prince, in AN, 66, 1962; H. Kuhn, L'Alba dell'umanità, Milano, 1959; R.E. Leaky e R. Lewin, Origini, Bari, 1979; AA.VV., Il Paleolitico inferiore d'Italia, Firenze, 1980; R.E. Leaky, Il lungo viaggio dell'uomo, Milano, 1982; B. Chiarelli, L'origine dell'uomo, introduzione all'antropologia, Bari, 1983. 2 ) L'uomo di Cro Magnon trovato ed esposto a Grimaldi è alto metri 1, 82 : R. Parenti, Sulla statura degli uomini cromagnonoidi dei Balzi Rossi (Grimaldi), in AAE, CI, 1971. 3 ) P. Legoux, Etude odontologique des enfants dits de Menton de la Grotte des Enfants, Grimaldi, Italie, in BAPM, 9, 1962. 4 ) A. Leroy-Gourhan, Les religions de la Prehistoire, Paris, 1964; M. Leenhardt, Les carnets de Lucien Levi-Bruhl, Paris, 1949; J. Maringer, Le religioni dell'età della pietra in Europa, Torino, 1960; L.R. Nougier, La prehistoire, in AA.VV., Religions du monde, Paris, 1963; E. Patte, Les hommes prehistoriques et la religion, Paris, 1960; P. Barocelli, Le manifestazioni religiose nella preistoria, in N. Turchi, Le religioni nel mondo, Roma, 1951; P. Wernert, Religions de la prehistoire, in M. Brillant e R. Agrain, Histoire des religions, Paris, 1953; F.E. Koby, L'ours des cavernes et les paleolithiques, in ANTH, LV, 1951; L.F. Zotz, Idoles paleolithiques de l'etre androgyne, in BSPF, 48, 1951; T.Mainage, Les religions de la prehistoire, l'age paleolitique, Paris, 1921; A. Bouyssonie, La religion des temps praehistoriques, in J. Huby, Christus, Manuel d'histoire des religions, Paris, 1944; G.H. Luquet, L'art et la religion des hommes fossiles, Paris, 1926; H. Breuil, Pratiques religieuses chez les humanites quaternaires, in SCCI, Roma, 1951; E.O. James, Prehistoric religion, London-New York, 1957; A. Leroy-Gourhan, Les religions de la prehistoire, Paris, 1964. 5 ) Dove esegue meravigliosi disegni, come a Lascaux e ad Altamura : Windels, The Lascaux Cave painting, London, 1949; AA.VV., Lascaux ou la naissance de l'art, Lausanne, 1955; Brodrick, Lascaux, a commentary,London, 1948; Luquet, Art and religion of Fossil Man, Oxford, 1930; Capitain, Les Combarelles aux Eyzies, Paris, 1924. 6 ) O. Soli, I Neandertaliani vivono a Torino, in S&V, 12, 1985, pagg. 94 segg.; G. Pedata, Il signor Neanderthal, brutto ma abile, in S&V, 8, 1990, pagg. 102 segg.; S. Begley, In mezzo ai ghiacci nacque la conoscenza, in S&V, 2, 1987, pagg.34 segg.; A. Ascenzi e M. Brunori, Il chep-up dell'antenato, in S, 7, 1986, pagg. 32 segg.; J. Bouissonie, Les sepultures mousterienne, in Quaternaria, I, 1954. Al confine tra la Liguria e la Francia vi sono le Grotte dei Balzi Rossi di Grimaldi (8), che furono abitate nella preistoria (9) e nelle quali sono stati trovati numerosi scheletri (10), ossa e pietre lavorate, risalenti a 200.000 (11) e 50.000 anni fa (12), insieme ad incisioni rupestri attribuite al periodo detto Mousteriano (13) e a due scheletri di "negroidi" (14). Poco distante, verso ponente, ecco le grotte del Vallonet a Mentone (15), dell'Osservatorio a Monaco (16) e il deposito paleolitico di Terra Amata a Nizza (17) dove sono stati trovati resti di frequentazione umana, così come quelli ancora più antichi di Agnin (18), sempre in Provenza.