Estratti Dalla Stampa Locale 19 Giugno

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Estratti Dalla Stampa Locale 19 Giugno IL MESSAGGERO VENETO 19 GIUGNO Il presidente: «Introdotta da Prodi, è discrezionale ed esiste solo in Italia» Sull'accoglienza: il modello non è la Cavarzerani, ma i centri controllati Fedriga vuole cancellare la protezione umanitaria di Mattia Pertoldi UDINE Questa volta più che un progetto politico della Regione - assolutamente non competente in materia - è un auspicio o, se preferite, un accorato appello oltre che un allineamento alle posizioni del ministro dell'Interno, e pure leader del suo partito, Matteo Salvini. Il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga si è infatti augurato, ieri, che il nostro Paese cancelli, il prima possibile, la protezione umanitaria dall'elenco di quelle forme giuridiche che consentono a un richiedente asilo di ottenere un permesso di soggiorno (temporaneo) nel nostro Paese.La protezione umanitaria viene concessa quando il richiedente presenta «seri motivi (per l'ottenimento ndr), in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano» e normalmente dura dai 6 mesi ai 2 anni (spesso un anno). Una possibilità che Fedriga vorrebbe cancellare. «Per la gestione dei fenomeni migratori - ha detto il presidente -, la creazione di hotspot in Africa può essere una soluzione perché consente di verificare chi ha diritto e chi non ha diritto a entrare e restare nel nostro Paese. Ma la prima cosa è togliere la protezione umanitaria considerato che esiste soltanto in Italia».Il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie - eventualmente garantito dalle Questure su "suggerimento" delle Commissioni territoriali - consente al migrante di lavorare, l'accesso al Servizio sanitario nazionale (l'iscrizione è obbligatoria), l'ingresso ai centri di accoglienza dei Comuni e alle misure di assistenza sociale previsti per le persone titolari di protezione internazionale e alla formazione. È permessa, inoltre, l'eventuale conversione del permesso da soggiorno a lavoro, mentre non consente il ricongiungimento familiare. «Le protezioni internazionali - ha continuato Fedriga - sono lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria. La protezione umanitaria introdotta da Romano Prodi è discrezionale e in molti casi basata sulla povertà».Il governatore, quindi, ha affrontano anche il tema della nave Aquarius e dell'atteggiamento tenuto dal Viminale nell'occasione. «Abbiamo riaperto il tema a livello europeo e gli altri Paesi si sono messi in discussione - ha sostenuto -. Prima del nuovo Governo, il problema per l'Europa non sussisteva visto che arrivavano tutti in Italia. Chiudere i porti ha anche la funzione di disincentivare le partenze ed è quello che ci interessa».Poi, e non è banale, c'è il dato locale. Il centrodestra ha deciso il taglio di parte del programma immigrazione, ma soprattutto ha comunicato a Roma l'intenzione di mettere fine all'esperienza dell'accoglienza diffusa. E su questo punto, Fedriga, non ha alcuna intenzione di compiere marce indietro. «Il modello per superare l'accoglienza diffusa non è quello dell'ex caserma Cavarzerani di Udine - ha spiegato - ma porta a un sistema basato sui Centri di identificazione ed espulsione (Cie), cioè strutture dalle quali chi è entrato illegalmente nel nostro territorio non possa entrare e uscire liberamente». Perché secondo il governatore «l'accoglienza diffusa con cui si è provato a gestire il fenomeno non è servita a tutelare i cittadini visto che sparpaglia sul territorio la gente impedendo il controllo da parte delle forze dell'ordine: i fatti dimostrano che la microcriminalità, come lo spaccio di droga, e anche crimini efferati, sono aumentati e continuano ad avvenire». Una cinquantina nel Pordenonese, 370 nella provincia di Udine. Alcuni hanno trovato lavoro In Friuli oltre 400 col permesso di soggiorno di Giacomina Pellizzari UDINE Solo nella provincia di Udine si contano 370 migranti con permesso di soggiorno per motivi umanitari. Un'altra cinquantina è stata accolta in provincia di Pordenone. Sono persone a cui le commissioni prefettizie territoriali aveno negato lo status di rifugiati politici e la protezione sussidiaria per tenere conto poi delle difficoltà che incontrerebbero se tornassero nei loro Paesi d'origine. Su raccomandazione delle Commissioni, infatti, le questure rilasciano i permessi di soggiorno per motivi umanitari.Su questa misura si scaglia la Lega puntando sulla creazione di hotspot in Africa per verificare prima che i migranti salgano sui barconi, se hanno diritto o meno all'asilo politico. «La prima cosa da fare è togliere la protezione umanitaria perché esiste solo in Italia», ha spiegato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ai microfoni dell'agenzia Ansa, ricordando che «la protezione umanitaria introdotta da Prodi nel 2016 è discrezionale e in molti casi basata sulla povertà». Il permesso di soggiorno per motivi umanitari ha una durata di 2 anni, è rinnovabile, e può essere convertito in permesso di soggiorno per lavoro.Stando ai dati del Viminale, quest'anno si registra una crescita costante dei permessi per motivi umanitari. Rispetto alla percentuale registrata lo scorso anno, nel primo bimestre 2018 è passata dal 25 al 28 per cento del totale. Nello stesso periodo, la percentuale delle domande respinte è salita dal 60 al 62 per cento, mentre la quota delle domande d'asilo polito accolte non va oltre il 7 per cento.Nella sola provincia di Udine vivono 370 migranti, circa una cinquantina nel Pordenonese. Sono stati accolti per motivi umanitari, vale a dire gravi situazioni personali che non consentono l'allontanamento dal territorio nazionale. Si tratta di persone che in alcuni casi lavorano, che hanno trovato casa e inserite nelle varie realtà. Se effettivamente la Lega abolirà la protezione umanitaria, il provvedimento non avrà alcuna ripercussione su chi ha già in mano quel tipo di permesso. L'eventuale abolizione si tradurrà in una stretta sui prossimi arrivi e sulle prossime domande di asilo politico. «La protezione umanitaria esiste solo in Italia», ha ribadito Fedriga lasciando intendere che chi si presenta ai nostri confini lo fa anche perché sa che in Italia ha una possibilità in più di essere accolto.La proposta di Fedriga è destinata a far discutere allo stesso modo del taglio dei fondi, un milione di euro, con i quali la giunta Serracchiani aveva finanziato alcuni progetti previsti nel Programma immigrazione 2018. Spitaleri: il governatore pensi alla regione e ai veri criminali che abbiamo in casa Honsell: così si accresce l'intolleranza. Centis: parole sbagliate, noi non ci stiamo Il centrosinistra condanna «Dichiarazioni crudeli» di Maura Delle Case UDINE Dichiarazioni gravi, inquietanti, crudeli. Da "pappagallo" di Matteo Salvini. Dette sull'onda di una campagna elettorale che spara le sue ultime cartucce a urne ormai chiuse (da un pezzo). Arrivano così, in ordine sparso e senza freno, le risposte del centrosinistra all'ennesima incursione del presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, in tema migranti. Eliminare la protezione umanitaria? Salvatore Spitaleri, segretario regionale del Partito democratico, richiama all'ordine il Governatore. In particolare lo invita a porre attenzione alle tante questioni aperte in regione. «Invece che occuparsi dei problemi del lavoro, dell'occupazione, dello sviluppo, dell'ambiente e della cultura ci si occupa - attacca Spitaleri - di istituti internazionalmente riconosciuti, istituti che hanno consentito al nostro Paese di evitare il precipitare di una civiltà di accoglienza e solidarietà che da sempre contraddistingue il popolo italiano». Il segretario democratico ne ha per tutti. Prima incalza il ministro dell'Interno, poi torna al presidente Fvg: «Attendiamo fiduciosi novità in ordine all'Ilva e proposte di sviluppo per la nostra Regione. Eviti Fedriga di fare il pappagallo di Salvini, per quello basta Salvini. Ogni giorno inventano una soluzione più dura, più efficace per fermare l'orda che ci sta invadendo ma non ho sentito una parola sui criminali veri che abbiamo in casa, sulla mafia e la camorra che allungano le mani sul Friuli Venezia Giulia e sul porto di Trieste. Aboliamo la protezione umanitaria, facciamo hotspot, chiudiamo i porti, militari ai confini, via le Ong, cannoniere in mare e saremo tutti più ricchi, e forse così - conclude Spitaleri - gli italiani non si accorgono che tra poco arrivano tre miliardi di tasse in più da pagare». Furio Honsell, leader di Open Sinistra Fvg, legge silenzioso le dichiarazioni di Fedriga, poi esplode: «Trovo inquietante, molto grave, preoccupante che il presidente anziché occuparsi delle problematiche specificamente regionali, penso tra le altre al lavoro e al come superare la crisi, continui a disquisire sulle forme con cui vengono gestite le richieste d'asilo. Anche perché - è l'affondo di Honsell - dimostra di conoscere ben poco i meccanismi che regolano la gestione delle domande di accoglienza». Honsell stigmatizza le parole di Fedriga. «Sono dichiarazioni di grande crudeltà, con fini più che altro propagandistici. Al netto di quelli - continua Honsell - l'effetto che producono è nullo, salvo quello di accrescere il grado d'intolleranza e mancanza di solidarietà che c'è nel Paese». Il consigliere eletto nella lista Open Sinistra Fvg invita a un cambio di paradigma. «Parlare di migranti economici è una grave ipocrisia. Pensiamo davvero che queste persone, se potessero vivere bene nel loro Paese, lo lascerebbero? Hanno colpa se sono poveri o vittime di mutamenti climatici? E infine, il nostro Paese ha bisogno di un'immigrazione
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