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Regione

Comune di e

Impianto idroelettrico del Fiume Progetto Definitivo

Codice progetto: BA6 Codice elaborato: R6 RELAZIONE PAESISTICA

Relazioni e allegati

 - R1 – Relazione tecnica  - R2 – Relazione idrologica  - R3 – Relazione idraulica  - R4 – Relazione geologica  - R5 – Studio Preliminare Ambientale  - R6 – Relazione paesaggistica  - R7 – Fotomontaggi

Progettista: Aprile 2015

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Relazione Paesaggistica

Sommario

1. Premessa ...... 3 2. Inquadramento dell’area d’intervento ...... 5 3. Quadro di riferimento programmatico ...... 15 3.1 PAI ...... 16 3.2 PSP ...... 20 4. Visibilità delle opere ...... 27 4.1 Paratoia gonfiabile e scale di risalita per l’ittiofauna ...... 28 4.2 Cabina Enel e cavidotto aereo MT ...... 31 5. Documentazione fotografica ...... 32 6. Confronti con altre fonti rinnovabili di produzione energia ...... 37 7. Conclusioni ...... 39

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1. Premessa

Il presente progetto prevede la realizzazione di un impianto mini idroelettrico sfruttando il Fiume Basento in un’area insistente tra i comuni di Vaglio Basilicata e Brindisi Montagna. Tale intervento rientra nella tipologia degli impianti così detti a “salto concentrato”, ossia senza un’effettiva derivazione dell’acqua e sfruttando solitamente, come in questo caso, una briglia esistente.

Le opere consistono di:

- Opere di presa: ripristino della soglia parzialmente divelta della briglia esistente e installazione di una paratoia mobile, realizzazione di un canale con sgrigliatore - Scale di risalita per l’ittiofauna: due manufatti, uno consistente in uno scivolo, per le anguille, l’altro in una scala a bacini per la restante parte dell’ittiofauna - Vano turbina: un locale completamente interrato posto all’estremità del canale dissabbiatore e destinato a ospitare turbina, generatore e tubo aspiratore/diffusore - Cabina elettrica: un prefabbricato contenente i quadri elettrici, la cabina di trasformazione e il locale di consegna ENEL - Opere di allacciamento alla rete elettrica: cabina di consegna e cavidotto della lunghezza di circa 1150 m.

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Riassunto delle specifiche dell’impianto:

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2. Inquadramento dell’area d’intervento

L’intervento in progetto ricade nei comuni di Vaglio Basilicata e Brindisi Montagna in prossimità del Fiume Basento. L’impianto sarà ubicato lungo la strada statale SS 407 Basentana, che costeggia il Fiume Basento per lunghi tratti. Il tratto in questione non è particolarmente antropizzato a livello di abitazioni, ma la presenza della strada statale 407 proprio lungo il corso d’acqua ne “inquina” copiosamente l’aspetto paesaggistico.

Inquadramento dell’area di intervento

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Il Fiume Basento

Il Fiume Basento, di lunghezza pari a circa 149 km, è il corso d’acqua più lungo dell’intera Regione Basilicata, nasce nell'Appennino lucano settentrionale e precisamente dal Monte Arioso, scorre da nord-ovest a sud-est nelle province di Potenza e Matera e infine sfocia nel Golfo di Taranto, nei pressi di , direttamente nel Mar Ionio. Il suo bacino si estende lungo tutto in territorio lucano per circa 1537 km2.

Bacini idrografici della Regione Basilicata

Il Torrente Camastra, sicuramente il più importante affluente in destra idrografica, risulta essere sbarrato dall’omonima imponente diga. I principali affluenti del Fiume Basento sono: il Torrente Camastra, il Torrente Tora, il Torrente Tiera, il Torrente Rifreddo, il Torrente Rummolo, il Torrente Gallitello, il Torrente Monaco.

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La diga di Camastra

Veduta panoramica dell’invaso della diga di Camastra

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Il Fiume Basento

Il Fiume Basento nasce dal Monte Arioso, la cui altitudine raggiunge nel punto maggiore 1722 m. Il comprensorio di cui fa parte il Monte Arioso è un’importante meta sciistica della Basilicata. A pochi chilometri da Potenza, infatti, e nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, sorge la località turistica Sellata-Arioso. Le abbondanti nevicate e le attrezzature di cui è dotata ne fanno una grande attrazione per gli amanti degli sport invernali e della natura.

La Sellata viene raggiunta da Potenza mediante una strada diretta che sale a 1255 m di altitudine. La manutenzione delle piste ha raggiunto uno standard qualitativo elevatissimo grazie al quotidiano lavoro dei mezzi battipista: con l'ausilio di motoslitte presenti sul posto è possibile inoltre raggiungere le piste del versante costituito dal monte Arioso e Serra Giumenta in località , consentendo con un solo skipass di sciare su un totale di 7 km di piste. Gli impianti sciistici sono immersi nella stupenda cornice verde dei rigogliosi boschi lucani. Nel comprensorio sciistico è presente la scuola sci Sellata-Arioso e L'Hotel Pierfaone situato alle pendici del Monte Pierfaone in località Sellata accanto agli impianti sciistici del Comprensorio.

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La località Sellata-Arioso

Un impianto sciistico del comprensorio Sellata-Arioso

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L’area si trova completamente al di fuori di SIC, ZPS e in generale aree protette, come si evince dalla cartografia seguente.

Foto aerea dell’area dell’impianto idroelettrico con indicazione delle aree protette

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Comune di Vaglio Basilicata

Come testimoniato dal rinvenimento di varie tombe in territorio comunale, databili tra la fine del VI e la metà del V secolo a.C. e, nella località di Serra di Vaglio, dal ritrovamentodei resti di un insediamento lucano, con tracce di frequentazioni che vanno dal X al III secolo a.C., il Comune di Vaglio Basilicata dimostra di avere origini molto antiche. Si è chiamata Vaglio (dal latino VALLEUS, ‘valloncello’) fino al 1863, quando assunse la denominazione di Vaglio di Basilicata, trasformata in Vaglio Lucano nel 1933 e in quella attuale nel 1955. Distrutta dagli angioini, nel corso del Medioevo appartenne a più feudatari. Proprietà degli Spinelli nella seconda metà del Cinquecento, passò in seguito ai Salazar: fu Francesco Salazar il celebre conte di Vaglio che ai tempi di Masaniello (prima metà del XVII secolo) si fece promotore, insieme ad altri potenti signori, di una violenta sommossa contro il vicereame spagnolo, finendo però decapitato nel castello di Barletta. Venduta all’asta nel 1632, fu acquistata dai Massa di Ventimiglia, divenendo successivamente possesso dei Quarto di , che ne ottennero il titolo di conte. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano la cinquecentesca chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro, la chiesetta di San Donato, l’ex convento e la chiesa di Sant’Antonio, gli scavi archeologici di Serra di Vaglio, in località Macchia di Rossano il santuario della dea Mefitis risalente al IV secolo a.C. e la chiesetta rurale della Madonna di Rossano rifatta nell’Ottocento.

Vista aerea del Comune di Vaglio Basilicata

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Il Comune di Vaglio Basilicata

Vista laterale del Comune di Vaglio Basilicata

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Comune di Brindisi Montagna

Nel territorio comunale sono state evidenziate testimonianze di insediamenti che risalgono al III secolo a.C.. Reperti archeologici dall’Eneolitico all'epoca bizantina (X secolo d.C.) sono conservati al Museo Provinciale di Potenza e testimoniano la continua esistenza di un abitato. Nell'Alto Medioevo si era stabilita una comunità monastica di monaci basiliani, nella Badia dedicata a Santa Maria dell’Acqua Calda, così denominata per la presenza di una falda di acqua termale. Carlo I d’Angiò, con regio decreto del 1268, affidò il feudo di Brindisi e Anzi a Guidone da Foresta, nominandolo primus dominus Brundisii de Montanea et Ansiae. Dopo il terremoto del 5 e del 30 dicembre del 1456 il paese fu ricostruito alle pendici del Castello e ripopolato nel 1536 da profughi del Peloponneso, per volontà del feudatario di Brindisi, Pietrantonio IV dei Sanseverino di Bisignano e per intercessione di sua moglie Irene, che era nipote dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg. La badia basiliana, abbandonata dai basiliani, fu donata dai principi Sanseverino ai monaci della Certosa di Padula; eretta a Grancia di San Demetrio nel 1503, divenne una grande azienda rurale condotta da monaci laici, raggiungendo il suo massimo splendore nel Settecento. Soppressi gli ordini monastici nel 1806, la Grancia fu acquistata da privati e poi rivenduta al Demanio verso il 1925. Il feudo di Brindisi passò dai Sanseverino ai D’Erario, agli Antinori, ai Battaglia e, da ultimo, ai Fittipaldi. Nel 1799 anche Brindisi di Montagna partecipò ai moti libertari erigendo l'albero della libertà in piazza. Dal 1860 al 1864 bande di briganti infestavano i boschi circostanti: il 2 novembre 1861, grazie ad un’improvvisa coltre di nebbia che ammantò il paese, i brindisini furono risparmiati dall’incursione delle bande di Crocco, Borjes e Serravalle.

Il Comune di Brindisi Montagna

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Vista aerea del Comune di Brindisi Montagna

Il Castello Fittipaldi nel Comune di Brindisi Montagna

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3. Quadro di riferimento programmatico

Per quanto riguarda gli strumenti di pianificazione territoriale, si è fatto riferimento a:

- Piano d’Assetto Idrogeologico

Il secondo aggiornamento del piano, redatto ai fini dell’art. 65 del DLgs 152/2006 e in vigore da gennaio 2013, è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idraulico e idrogeologico del territorio compreso nell’Autorità di Bacino della Basilicata.

- Piano Strutturale Provinciale

Il Piano Strutturale Provinciale, redatto ai sensi della L 23/99 (Governo, Tutela e Uso del territorio), è stato approvato dal Consiglio Provinciale in data 27 novembre 2013. La sua finalità è la pianificazione territoriale e urbanistica con particolare attenzione al rispetto dei criteri di sinergia e coerenza delle azioni promosse e programmate ed alla compatibilità con le esigenze di tutela dell’integrità fisica e storico-culturale. Il PSP funge da elemento di raccordo tra le politiche territoriali regionali e la pianificazione urbanistica comunale.

Ambito Tipologie interessate dal progetto Carta dell’assetto idrogeologico e Non sono interessate criticità, per la idraulico componente idraulica si rimanda alla relazione specifica PAI - frane Non sono interessate criticità Carta dei fenomeni franosi Non sono interessate criticità Carta delle aree a rischio Non sono interessate criticità Piano stralcio aree di versante - Non sono interessate criticità Carta delle frane – Tavola 18 Stralcio fasce fluviali, D - carta Non sono interessate criticità inventario delle intersezioni – Tav 18 Piano stralcio fasce fluviali, F – Aree Non sono interessate criticità soggette a rischio - Estratto tavola 21 Carta dei suoli Suoli a morfologia ondulata Carta della vulnerabilità dei suoli Aree non vulnerabili Protezione della natura Non sono interessate criticità Carta della copertura dei suoli Non sono interessate criticità Carta dei valori di antropizzazione Valore medio Carta dei sistemi integrati di Non sono interessate criticità paesaggio Carta del patrimonio culturale Non sono interessati elementi di interesse Sintesi della fragilità ambientale e Non sono interessate aree critiche dei rischi di origine antropica Carta della pericolosità e del rischio Non sono interessate aree critiche di alluvioni

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3.1 PAI Ai fini della compatibilità con il PAI, consideriamo la carta dell’assetto idrogeologico disponibile tra gli elaborati del Piano Strutturale Provinciale e sul Geoportale Basilicata. Qui vengono censite le aree a differente grado di rischio idraulico e idrogeologico e le relative classi di pericolosità e delimitate le aree a pericolosità reale e potenziale da frana.

PSP – Carta dell’Assetto idrogeologico e idraulico

RSDI – PAI Frane

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PSP - Carta dei fenomeni franosi

Carta del rischio

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Piano stralcio aree di versante - Carta delle frane – Estratto tavola 18

Piano stralcio fasce fluviali, D - carta inventario delle intersezioni, degli insediamenti e delle opere in alveo Estratto tavola 18

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Piano stralcio fasce fluviali, F - carta delle aree soggette a rischio idraulico – Estratto tavola 21

L’area oggetto d’intervento, non interessa aree a rischio idrogeologico.

Dal punto di vista idraulico il tratto interessato dal progetto non risulta indagato, ed è quindi oggetto di studio della Relazione Idraulica allegata al progetto.

Come si evince dalle tavole riportate, l’area di intervento risulta al di fuori da problematiche relative alle aree di versante.

Ai fini della compatibilità idraulica dell’intervento in progetto è stato quindi svolto uno studio idraulico di dettaglio oggetto della presente relazione “R3 Relazione idraulica”.

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3.2 PSP

Il PSP è strutturato in un quadro conoscitivo composto da 24 tavole di inquadramento territoriale, 4 schede strutturali per i rispettivi ambiti in cui è suddiviso il territorio provinciale e 8 carte (due per ambito) sugli aspetti geologici (già analizzate nel paragrafo precedente).

Esaminiamo la localizzazione delle opere nelle principali tavole di riferimento reperibili sul portale dedicato:

TAV 05 - Carta dei suoli

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TAV 08 - Carta della vulnerabilità dei suoli

TAV 09 – Protezione della natura

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TAV 10 – Copertura dei suoli

TAV 11 – Carta dei valori di antropizzazione

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TAV 13 – Sistemi integrati di paesaggio

TAV 14 – Carta del patrimonio culturale

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TAV 20 – Carta degli strumenti di pianificazione

TAV 23 – Quadro dei vincoli territoriali

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TAV 24 – Carta di sintesi della fragilità ambientale e dei rischi di origine antropica

La tavola 24 individua fragilità ambientali legate a:

 Criticità di versante,  Fasce con probabilità di accadimento di eventi alluvionali,  Aree allegabili per manovre di scarico e di invaso,  Fasce di pertinenza fluviale  Reticoli delle conoidi

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TAV 24d – Carta della pericolosità e del rischio di alluvioni

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4. Visibilità delle opere

Come già accennato, il presente progetto prevede la realizzazione di un impianto mini idroelettrico della tipologia così detta “a salto concentrato”, ossia sfruttando una briglia già esistente sul Fiume Basento. Tale tipologia di impianti è considerata universalmente quella a minore impatto tra gli impianti idroelettrici, in quanto non comporta sottensione dell’alveo e quindi annulla l’impatto principale che gli impianti idroelettrici solitamente comportano sull’ecosistema, in particolare la riduzione delle portate defluenti in alveo per tratti più o meno lunghi del corso d’acqua. Il progetto proposto prevede una miglioria rispetto allo stato di fatto: la costruzione di una scala di risalita per l’ittiofauna. Nelle condizioni attuali, infatti, le specie ittiche presenti nel corso d’acqua non riescono a risalire il salto generato dalla briglia, comportando di fatto un frazionamento della popolazione ittica in comunità separate con conseguente impoverimento delle stesse. La scala di risalita di progetto è dimensionata in modo da garantire il passaggio a tutte le specie presenti. Le opere visibili ai fini di una valutazione paesaggistica comprendono la paratoia gonfiabile, la scala per l’ittiofauna e la cabina Enel. Tutte le restanti opere saranno interrate e quindi non impattanti da un punto di vista paesaggistico.

Vista del Basento nell’area di progetto

L’area interessata dal progetto riguarda inoltre un tratto del Fiume Basento piuttosto antropizzato: si trova infatti in un punto dove la Basentana è situata parallelamente al corso d’acqua e inoltre offre uno svincolo verso Molino. In sponda destra del torrente inoltre è presente un’area

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industriale attiva, a poche centinaia di metri dalla zona in cui è situata la briglia esistente.

4.1 Paratoia gonfiabile e scale di risalita per l’ittiofauna

Il progetto prevede la il ripristino della soglia della gaveta di piena ordinaria, con collocazione di una paratoia mobile gonfiabile nei 26 metri di larghezza della stessa. La collocazione della paratoia all’interno della gaveta consente di aumentare il salto utile sfruttabile fino al livello della gaveta di piena ordinaria (100 cm più alta). La funzionalità della gaveta bassa non viene però compromessa in quanto la paratoia si sgonfia automaticamente al superamento di un determinato livello d’acqua. Il livello proposto per lo sgonfiamento totale della paratoia è la piena annuale.

La visibilità della paratoia sarà molto contenuta e non andrà a stravolgere la componente paesaggistica dello stato attuale del sito, come dimostra il fotomontaggio relativo (relazione R7 - Fotomontaggi) e la seguente schematizzazione:

Sezione della briglia, stato attuale

Parte della gaveta più bassa viene rimossa e riprofilata, nella figura sottostante si indica in rosso tratteggiato l’intervento di riprofilatura:

Indicazione dell’intervento di riprofilatura

Una volta ottenuto il nuovo profilo della briglia, si procede a realizzare la platea in calcestruzzo su cui ancorare la paratoia, al fianco della quale viene posta la scala di risalita, nella figura seguente si riporta in rosso l’area occupata dalla paratoia gonfiabile in stato di esercizio.

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Area occupata dalla paratoia gonfiabile

Come anticipato, la paratoia è dotata di un sistema meccanico regolabile, che ne provoca lo sgonfiamento automatico al superamento di un determinato livello di portata anche in caso di interruzione di corrente. La sezione di deflusso in caso di sgonfiamento della paratoia è equivalente a quella attuale.

Indicazione dell’intervento di riprofilatura

Sempre in destra idrografica, a valle della briglia, vengono previsti i manufatti di risalita dell’ittiofauna:

- una scala del tipo a bacini successivi per rovelle, barbi, cavedani, scardole, tinche, carpe ed eventuali altre specie non censite nella carta ittica

La scala è formata da una serie di 10 bacini collegati, che nell’arco di 10.10 metri di sviluppo permettono di superare il dislivello della briglia. Una ulteriore vasca è collocata a monte della briglia, ed è collegata alle vasche sottostanti tramite la luce di rilascio del DMV. La luce è collocata 11 cm al di sotto del livello del pelo libero a monte della briglia, e misura 1 m per 0,3 m. Le vasche sono collegate tra di loro tramite una luce e uno stramazzo. Queste presentano larghezza di 1 m e profondità di 60 cm, con un dislivello di 30 cm l’una dall’altra.

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Sezione scala di risalita

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4.2 Cabina Enel e cavidotto aereo MT

Per quello che attiene alla progettazione, i criteri guida a base delle scelte progettuali sono stati quelli di:

 favorire l’accesso degli operatori alle opere;  rispettare le specifiche riportate nel preventivo di connessione ENEL (T0561848) e nella guida per le connessioni alla rete elettrica di Enel Distribuzione S.p.a. (Marzo 2012 – Ed. 3).

Così come riportato nel preventivo di connessione di Enel Distribuzione S.p.a. [TICA (T0617261)], l’impianto idroelettrico verrà collegato alla rete elettrica tramite nuovo cavo aereo di lunghezza pari a circa 1150 metri, da realizzare in derivazione da linea in MT esistente. Verrà inoltre installata una nuova cabina di trasformazione MT/BT (DG 2061 Ed.7) ed un dispositivo di sezionamento su palo. Si rimanda alla relazione R6 – Fotomonatggi per che illustra a livello di impatti paesaggistici l’inserimento dei pali di nuova costruzione.

Il tracciato del cavo NON attraversa aree classificate a rischio all’interno del Piano di Bacino Stralcio sul Rischio Idrogeologico.

Al termine della posa viene ripristinato il fondo, previa compattatura dello stesso.

Soluzione tecnica fornita da Enel

Tracciato nuova linea aerea

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5. Documentazione fotografica

Indicazione della visibilità e dei punti di ripresa fotografica

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Foto1

Foto 2

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Foto 3

Foto 4

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Foto 5

Foto 6

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Foto 7

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6. Confronti con altre fonti rinnovabili di produzione energia

Come tutte gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, l’impatto su qualche componente naturalistica, ambientale o paesaggistica è inevitabilmente da tenere in conto. Da questo punto di vista, si può tranquillamente ritenere che la fonte idroelettrica sia quella che dal punto di vista paesaggistico-ambientale comporta il minor impatto in assoluto in relazione all’energia prodotta. Se consideriamo che un impianto come quello in progetto potrà produrre circa 589 MW/h annui, la produzione equivalente di un campo fotovoltaico sarebbe ottenibile con una potenza installata di circa 490 kW (numero di ore di esercizio medie per il fotovoltaico intorno alle 1200 all’anno). L’area occupata per un impianto di questa taglia si può stimare ottimisticamente in 4500 mq. Di seguito si riporta la realizzazione di un campo fotovoltaico con potenza installata di 400 kW in grado di assicurare una produzione inferiore a quella dell’impianto in progetto.

Campo fotovoltaico a terra da 400 KW in Comune di Dorzano(Biella)

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Effettuando il confronto anche con il mini-eolico, prendendo in considerazione aerogeneratori di 60 KW, con una produzione che mediamente si attesta sui 150 MWh/anno (il carico di esercizio medio dell’eolico di taglia mini può arrivare anche alle 2500 ore), avremmo bisogno di quasi 4 aerogeneratori di questa taglia per ottenere una produzione in linea con quella di progetto. L’ingombro del tipo di macchina ritratta nella foto seguente si attesta in 30 m di altezza della torre, con pale rotore di 10 m di diametro.

Parco con 3 aerogeneratori Libellula da 60 KW sull’Appennino Tosco Romagnolo

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7. Conclusioni

Sulla base di quanto esposto si conclude quanto segue:

1. Le opere in progetto comportano impatti ridotti sulla componente paesaggio, limitatamente alle aree strettamente limitrofe alle sole opere visibili dell’impianto. 2. La presenza di viabilità di accesso a tutte le aree permette di escludere la necessità di realizzazione di nuove piste.

Pertanto si ritiene che l’opera sia compatibile sotto il profilo paesaggistico.

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