Tracce di storia VI

Quaderni guidizzolesi Con il patrocinio VI-2

Amministrazione Comunale Provincia di Mantova Associazione Società Colline Moreniche del Garda Solferino e San Martino

Ringraziamenti

L’Editore intende ringraziare quanti hanno agevolato con piena disponibilità il suo compito, fornendo utili indicazioni e suggerimenti, in particolare l’autore dei testi Prof. Massimo Marocchi, il curatore del “quaderno” e autore delle fotografie Andrea Dal Prato, i preziosi collaboratori Graziano Pelizzaro, Francesca Cargnoni, Maria D’Arconte, Anselmino Salandini, Anna Maria Cresci, Antonio Malaguti, Maurizio Bottoli, Luigi Grassi, Silvio Froldi, Vinicio Paganini, Adelio Zampolli, Gianfranco Ruffoni.

Le fotografie dei “cimeli” custoditi nei musei, sono state eseguite grazie al permesso della “Società Solferino e San Martino”, Ente Morale costituito con R.D il 20 aprile 1871, deputato a conservare e onorare la memoria dei caduti e gli ideali del Risorgimento italiano.

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Il “Quaderno” è stato realizzato grazie al contributo: Amministrazione Comunale di Guidizzolo e “Calzificio BBF” di Gambetti. Presentazione VI-3

Sono trascorsi quasi centocinquantanni dalla battaglia di “Solferino e San Martino”, eppure l'evento continua a far parte della nostra quotidianità, della nostra vita. Non è raro imbattersi in qualcosa che ce lo riporti in qualche modo all'attenzione, mentre di solito siamo tanto avvezzi a conviverci, che nemmeno ce ne accorgiamo. Ma qualcosa è sempre rimasto, di irrisolto, di non mai sufficientemente chiarito. Qualcosa di sospeso tra la memoria ed il bisogno di ridisegnare una certa verità storica. Da sempre si è definita quella storica battaglia come battaglia di “Solferino e San Martino”: quelle località infatti assunsero a simbolo perché attorno ad esse si svolsero le fasi decisive, quelle che fecero volgere l'esito a favore dei franco-piemontesi. Ma è altrettanto noto che nei diversi momenti della battaglia tanti altri furono i paesi, le bor- gate, le contrade ove aspro infuriò lo scontro tra gli opposti eserciti, come molte furono le genti che si trovarono, poi, a prestare soccorso ai feriti o a raccogliere i caduti, per dar loro una pietosa sepoltura. Naturale quindi che in qualcuno potesse maturare il desiderio di rivalutare, in chiave storica, quanto avvenuto in questa o quella località. E' ciò che, da tempo, si stava pensando, in particolare per Rebecco. Progetto ardito, ma non singolare. In momenti ed ambienti diversi, l'idea iniziava a prender corpo. Ed è così che nasce questo “quaderno”, con l'obiettivo di contribuire a dare la giusta eviden- za a quanto avvenne a Rebecco e dintorni, con l'apporto di quanti ne hanno in vario modo cullato l'idea, dal Centro Culturale San Lorenzo, alla Biblioteca Comunale, all'Associazione Amici di Rebecco. Rovistando tra documenti e testimonianze dell'epoca, si sopre così che tre furono i “fronti” della battaglia: Solferino, al centro, poi San Martino a nord e Rebecco, sul fronte sud. Si scopre poi che i caduti nel territorio di Guidizzolo furono appena inferiori a quelli raccolti altrove. Tant'è che nelle giornate immediatamente successive il di Guidizzolo si trovò a dis- porre apposito servizio per la raccolta e la sepoltura degli innumerevoli cadaveri. E le lapidi, quante ce ne sono in giro, sparse nella campagna tra Rebecco e le colline? E forse lo stesso Henri Dunant, mentre si portava verso , non ebbe il primo impatto con quella cruda realtà appena uscito da Guidizzolo? Forse questo non sarà sufficiente per riscrivere, o completare alcune pagine di storia, altri approfondimenti sararebbero necessari. Nemmeno ne varrebbe la pena, ma quantomeno anche se non potremo chiamarla “Battaglia di Solferino, San Martino e Rebecco”, avremo la consapevolezza di aver contribuito a perpetuare la memoria di eventi che hanno reso i nostri paesi protagonisti di quelle pagine della storia italiana.

Graziano Pelizzaro

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La II guerra d’indipendenza nel Risorgimento Italiano VI-5

Con il Congresso di Vienna (1814-1815) i delle rivolte che però sono stroncate dall’inter- regnanti d’Europa ristabiliscono gli ordinamenti vento austriaco. La sconfitta dei moti del ’31 favo- politici precedenti alla rivoluzione francese e al risce l’opera di Giuseppe Mazzini: il suo pensiero dominio napoleonico. è incentrato sul raggiungimento dell’indipenden- Anche in Italia viene riassestata la situa- za dell’Italia (che deve darsi una forma di governo zione anteriore alle guerre napoleoniche, più repubblicana) da conseguirsi non più mediante forte però si riafferma sulla penisola l’egemonia cospirazioni settarie ma attraverso un’autentica dell’Austria che è compensata della perdita dei lotta di popolo. Accanto a questo orientamento, Paesi Bassi dall’acquisto del Veneto. Questa nel corso degli anni ’40, emergono indirizzi politi- regione viene unita alla Lombardia (già sotto l’ ci più moderati (quelli sostenuti ad esempio da autorità dell’Austria con i trattati di Utrecht e Vincenzo Gioberti, Massimo D’Azeglio e Carlo Rastadt del 1713-1714) nel Regno Lombardo- Cattaneo) che comunque hanno come obiettivo Veneto. l’indipendenza e l’unità nazionale. L’equilibrio che i governanti hanno cerca- Proprio per liberarsi dall’ingerenza degli to di garantire con il Congresso è però particolar- austriaci, nel marzo 1848, il re di Sardegna Carlo mente instabile: i moti del 1820 e del 1821 (orga- Alberto, in un momento in cui diversi moti rivolu- nizzati perlopiú in forme clandestine dai complot- zionari scuotono la Francia, l’Impero asburgico, la ti delle società segrete, fra cui la celebre Confederazione germanica e la stessa penisola Carboneria) coinvolgono quasi tutti i paesi euro- italiana (a Venezia è stata proclamata la repubbli- pei dove si verificano, a danno del potere costitui- ca, a Milano, dopo “cinque giornate” di insurrezio- to, insurrezioni, energiche ma non risolutive, che ne, si è costituito un governo provvisorio) dichia- hanno in comune la richiesta di libertà politiche ra guerra all’Austria, ottenendo il sostegno del re e di democrazia. Le stesse istanze motivano le delle due Sicilie, del granduca di Toscana e del sommosse degli anni ’30: in questo periodo l’ papa, che di lì a poco però, consapevoli del reale iniziativa rivoluzionaria è incoraggiata, a livello obiettivo di Carlo Alberto, cioè l’annessione del europeo, dall’insurrezione popolare che, a Parigi, Lombardo-Veneto, ritirano il loro appoggio. nel luglio 1830, costringe il re alla fuga e porta Anche per la scarsa risolutezza delle ope- all’affermazione di una monarchia orientata ad un razioni militari Carlo Alberto è sconfitto a Custoza moderato liberalismo. (luglio 1848): fallisce così la guerra piemontese Anche in Italia settentrionale scoppiano che si è trasformata nel primo tentativo di indi-

Moneta da 5 lire in argento del “Governo provvisorio di Moneta da 5 lire in argento del “Regno di Sardegna e Lombardia”, in corso legale all’epoca della Battaglia Piemonte”, in corso legale all’epoca della Battaglia

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pendenza nazionale. L’offensiva alleata investe gli austriaci il Il Piemonte è di nuovo protagonista della 20 maggio a Montebello e il 30 maggio questi guerra contro l’Austria una decina d’anni dopo: subiscono un’altra sconfitta a Palestro. Gli eserci- Cavour riesce ad ottenere l’appoggio di ti franco-piemontesi battono poi ancora quello Napoleone III che stringe con il presidente del austriaco a Magenta (4 giugno) e lo costringono Consiglio piemontese un accordo (Patti di ad abbandonare Milano. Intanto vengono liberate Plombières). L’alleanza militare franco-piemonte- le zone prealpine da Varese a Brescia grazie all’a- se (1858) è la premessa che porterà alla II guerra zione dei Cacciatori delle Alpi, un corpo volonta- d’indipendenza e alla cacciata degli austriaci rio guidato da Garibaldi. dalla Lombardia. Scossi dagli insuccessi delle ultime bat- taglie gli austriaci si ritirano progressivamente La Battaglia di Solferino e S. Martino: dalla Lombardia con l’intenzione di concentrare il culmine delle azioni belliche la resistenza attorno alle fortezze del Quadrilatero (Mantova, Peschiera, , Legnago) . I precedenti

L’alleanza franco-piemontese ha un La battaglia del 24 giugno carattere difensivo e quindi è necessario che sia l’Austria ad attaccare. Dal momento dell’accordo Poiché gli austriaci si sono ritirati al di là quindi Cavour comincia a preparare la guerra e a del Mincio le truppe franco-piemontesi (un eser- punzecchiare l’Austria con la formazione di corpi cito di 150.000 uomini, come riferisce Henri armati di volontari, le continue manovre di trup- Dunant), per costringere di nuovo a battaglia gli pe lungo il Ticino, l’intensificarsi delle scherma- avversari (circa 170.000), non possono fare altro glie diplomatiche. che attraversare il Chiese e seguire il nemico oltre Il confronto militare fra gli austriaci e gli il Mincio. alleati franco-piemontesi prende avvio il 29 aprile A seguito di un ripensamento tattico 1859 quando il comandante delle truppe austria- però gli austriaci, durante la giornata del 23 giu- che Giulay, convinto di poter battere i piemontesi gno, ripassano il Mincio e occupano la linea che prima dell’arrivo dei francesi, invade il Piemonte va da San Martino per Pozzolengo, Solferino, superando il Ticino. Nel frattempo un contingen- , Guidizzolo, fino a Castel te di truppe francesi riesce, a metà maggio, a col- Goffredo. Gli alleati si dispongono invece sulla legarsi all’armata piemontese. linea di Mezzane, Carpenedolo, Castiglione,

Moneta dell’Impero Austriaco in corso legale all’epoca Moneta dell’Impero Austriaco in corso legale all’epoca della Battaglia della Battaglia

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Esenta, Lonato, Desenzano. Dopo la battaglia La mattina del 24 l’imperatore Francesco Giuseppe, che ha destituito il Giulay e ha assun- In questa situazione, estremamente favo- to personalmente il comando dell’esercito, dà revole dal punto di vista militare, Napoleone III ordine di lasciare la linea occupata e di spostarsi decide unilateralmente di interrompere la campa- verso Lonato, Castiglione e Carpenedolo; i solda- gna e propone agli austriaci un armistizio, che ti franco-piemontesi occupano invece la linea viene firmato, l’11 luglio, a Villafranca. Con que- Pozzolengo, Solferino, Guidizzolo. Si profila quin- sto accordo l’Impero asburgico rinuncia alla di uno scontro inevitabile e inatteso da entrambe Lombardia e la cede alla Francia (che l’avrebbe la parti. All’alba avvengono i primi combattimen- poi consegnata al Piemonte) mantenendo il ti fra le avanguardie franco-piemontesi e gli Veneto e le fortezze di Mantova e Peschiera. avamposti austriaci: è l’inizio di un’immane bat- Nonostante l’esito della II guerra d’indi- taglia. A questo punto la prospettiva dello scon- pendenza lo Stato sabaudo si avvia ormai a diven- tro si allarga e diventa tre battaglie in una. tare uno Stato nazionale: nel corso del 1860 i ple- Si combatte tenacemente tra Medole e bisciti svoltisi in Emilia, Romagna e Toscana san- Guidizzolo (la battaglia è particolarmente cruenta ciscono l’annessione di queste regioni al fra Ca’ Nova, Le Baite e Rebecco) , al centro, nelle Piemonte; il Mezzogiorno è liberato dalla domi- campagne e presso il borgo di Solferino dove nazione della dinastia borbonica grazie alle spe- Napoleone III, vista la tenuta degli austriaci a dizioni militari di Garibaldi (inaugurate dall’im- Sud, decide di concentrare l’azione dell’armata presa dei Mille) che cederà però la responsabilità francese e di sferrare l’attacco decisivo, a Nord del governo delle province liberate ai piemontesi. sulle colline di S. Martino. Qui, in serata, i pie- Nel 1861 Vittorio Emanuele II è procla- montesi hanno ragione degli avversari che, di mato re d’Italia; nel 1866 (III guerra d’indipenden- fronte alla strenua resistenza dei francesi, hanno za) l’alleanza con il cancelliere Bismarck contro già iniziato, nel tardo pomeriggio, la loro ritirata l’Austria e la vittoria prussiana consente al verso il Mincio. Piemonte l’acquisto del Veneto. Resta in sospeso Gli austriaci sono stati quindi definitiva- solamente la questione di Roma. Nel 1870 con la mente sconfitti sia dai francesi nella piana e sui caduta del regime napoleonico, difensore fino a colli alto mantovani, che dai piemontesi a S. quel momento dell’autonomia dello Stato ponti- Martino ma l’esito della battaglia è per tutti estre- ficio, il governo italiano, conquista Roma che, con mamente doloroso: la sera del 24 giugno, quasi il Lazio, è annessa al Regno d’Italia: l’unità della 40.000 uomini, tra morti e feriti, giacciono nelle penisola è completata. campagne e nei paesi coinvolti dalla battaglia. Gli abitanti soccorrono i feriti senza fare Francesca Cargnoni distinzioni di nazionalità: è proprio questa situa- zione a colpire la sensibilità dello svizzero Henri Dunant che ha l’idea di creare un organismo internazionale di assistenza, composto da volon- tari, che possa intervenire, durante le guerre, in aiuto dei colpiti. Sulla scia della conferenza da lui promossa a Ginevra nel 1864 nasce la Croce Rossa Internazionale.

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La battaglia di Solferino e San Martino VI-9

Per gli Austriaci la scelta di dare batta- impadroniti due giorni prima a seguito di un san- glia al nemico sul terreno collinare compreso tra guinoso combattimento condotto da Augereau) il Mincio e il Chiese non era frutto delle circo- che ebbe luogo lo scontro, ma su quella serie di stanze che avevano messo in quel determinato colline scoscese di cui Solferino è la principale, e momento i due eserciti uno di fronte all’altro. si è visto in effetti che il maggiore sforzo della Essi conoscevano bene l’importanza di controlla- battaglia fu diretto su quella altura oramai così re quel territorio situato alla confluenza delle vie celebre, punto centrale della battaglia e chiave di comunicazione pedemontane che attraversano della posizione. la pianura padana con le vie che scendono dal E’ veramente sorprendente l’analogia tra Tirolo costeggiando il lago di Garda. queste due battaglie vinte a 63 anni di distanza. Più volte nel passato essi si erano misu- Nel 1859 come nel 1796, noi occupiamo rati, proprio su queste terre, con il nemico di Castiglione da dove partiamo per attaccare e vin- turno: nel 1848 con i Piemontesi a e cere il nemico appostato su quegli ultimi contraf- Montanara, a , a Volta, a Pastrengo, a forti delle Alpi tirolesi che costeggiano la riva Custoza; e ancora prima, nel 1796, con i Francesi destra del Mincio e si chiamano Cavriana, del giovane generale Bonaparte a Lonato e a Solferino, San Cassiano, Pozzolengo. Nel piano Castiglione. In quest’ultima località, il 5 agosto della prima battaglia di Castiglione si vede tutto 1796, si era combattuta una battaglia dall’anda- l’esercito austriaco raccolto attorno a Solferino, mento molto simile a quella del 24 giugno 1859. che esso contrasta invano all’irresistibile attacco Gli Austriaci del Würmser erano schierati attorno di Augereau, e nella seconda, malgrado l’immen- a Solferino: l’ala sinistra al monte Medolano, il sa linea della battaglia, è sempre questo stesso centro sulle colline con la Rocca alle spalle, l’ala punto e questa stessa collina che servono, per destra a nord di Staffolo. Napoleone, che due così dire, da punto di raccolta, da obiettivo, come giorni prima aveva occupato Castiglione, mosse i si dice in linguaggio tecnico, l’occupazione del suoi uomini contro il nemico: Masséna all’ala quale decide la sorte dell’intera giornata. sinistra lungo la strada di Barche, Augereau al Le posizioni erano le stesse, come iden- centro, la cavalleria di Kilmaine nella piana di tica è stata la direzione della battaglia. L’esito, Medole; Fiorella era incaricato di compiere un sappiamo qual è stato, e quanto alle conseguen- movimento avvolgente per aggirare le posizioni ze della sconfitta, la prima è stata per l’esercito avversarie. Attaccato da tutte le parti, il Würmser austriaco l’obbligo di ripassare precipitosamente fu respinto sulle alture di Pozzo Catena, perse la il Mincio proprio come ha fatto, e nello stesso Rocca di Solferino e, vistosi a mal partito, ordinò punto, la sera del 5 agosto 1796”. la ritirata verso il Mincio. Nell’intervallo tra la 1a e la 2a guerra L’analogia tra la battaglia di Castiglione d’indipendenza gli Austriaci si erano preparati ad e quella di Solferino era veramente singolare e affrontare un nuovo conflitto in questa zona stra- non passò inosservata. Un giornalista del Journal tegica. Le opere di difesa erano state potenziate, pour tous scrisse all’indomani della battaglia di il terreno studiato a palmo a palmo ed ogni anno Solferino: “La giornata di Castiglione avrebbe vi si erano effettuate delle esercitazioni militari. potuto prendere il nome di Solferino come la bat- Ma un conto era una battaglia simulata, che si taglia che abbiamo vinto alcuni giorni fa. Questa vince sempre, un altro misurarsi con un nemico denominazione sarebbe stata anzi più appropria- vero, animoso e coriaceo come pochi. ta perché non è a Castiglione (di cui ci eravamo

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I due eserciti si scontrarono su un fronte solo da un boschetto di cipressi che tuttora svet- di 18-20 chilometri, la distanza che separa la ta sullo sperone chiamato la collina dei Cipressi, sponda meridionale del lago di Garda da Castel tragicamente famoso per il sangue che vi fu Goffredo. Un’estensione dalle insolite proporzio- copiosamente versato. ni, che si spiega con la presenza sul campo di Il terreno, arido e sassoso, era coltivato a oltre 300.000 uomini. cereali e a prati nelle parti più umide, a vigneti e Il terreno su cui si svolse la battaglia a gelsi in quelle più asciutte. Solo la terra oltre offre un aspetto molto variegato. L’elemento più Medole e Guidizzolo, per la presenza di canali caratteristico del paesaggio è rappresentato da d’irrigazione, era più generosa di frutti. un anfiteatro morenico che si sviluppa in ampi La rete viaria era discretamente svilup- semicerchi concentrici a sud del lago. Le colline pata. La strada più importante era quella pede- sono appena pronunciate nella cerchia più inter- collinare che da Brescia, per Castiglione e na e crescono progressivamente in altitudine fino Guidizzolo, portava a Mantova; su questa, a a raggiungere punte di 200 metri nella cerchia più Guidizzolo, si innestava la strada che proveniva esposta. Sulle ultime propaggini di queste alture da Carpenedolo, per Medole e Rebecco. si trovano Castiglione delle Stiviere, Solferino, Più a nord, lungo la sponda del lago, si Cavriana, . snodava la strada da Lonato a Peschiera, attra- A mezzogiorno di questa zona collinare verso Desenzano e Rivoltella. si estende una vasta pianura che degrada dolce- Parallelamente a questa correva la ferro- mente verso il Po seguendo il Mincio e il Chiese. via. Guidizzolo, Rebecco, Medole e Altre strade minori intersecavano quelle sono i maggiori centri abitati di questa plaga, principali e univano fra di loro le varie località. attorno ai quali divampò lo scontro. Lo schieramento delle forze era disposto Le colline (nella toponomastica locale da nord a sud, in senso verticale rispetto all’arco chiamate monti) presentano dei pendii general- collinare. mente dolci, eccezion fatta per quelle attorno a Le divisioni sarde, che presidiavano la Solferino che si innalzano bruscamente anche di zona adiacente al lago di Garda, costituivano l’ala un centinaio di metri dal piano. Sulla collina più sinistra dell’esercito alleato; il 1° corpo francese alta siede la rocca di Solferino, detta la Spia e il 2° occupavano il centro; il 4° e il 3°, distesi d’Italia perché dalla sua sommità la vista spazia nella pianura, l’ala destra. fino ad un lontano orizzonte dove sfumano le Di fronte a loro l’esercito imperiale era cime delle Prealpi da un lato, degli Appennini così disposto: dall’altro. La zona collinare è quasi del tutto priva 2ª armata d’acqua se si eccettua il corso del Redone, poco All’ala destra l’8° corpo Benedek fronteg- più che un fosso, e alcune torbiere nelle depres- giava i Piemontesi; sioni intermoreniche. I versanti settentrionali, al il 5° corpo Stadion stava nei dintorni di Solferino tempo della battaglia, erano coperti di vegetazio- con avanguardie verso Barche di Castiglione, ne autoctona spontanea, quelli meridionali quasi Grole e Fontane, alle porte di Castiglione; interamente spogli o coltivati a vigneti. Anche la il 1° Clam-Gallas tra Cavriana e San Cassiano; collina della rocca di Solferino, oggi coperta da il 7° Zobel tra Volta e Foresto. una fitta vegetazione, era molto brulla, fregiata La divisione di cavalleria Mensdorff tra Volta

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Mantovana e Cavriana. nemici su tutta la linea del fronte. Il quartier generale era a Volta Mantovana. All’ala destra il 4° corpo Niel incontra dei plotoni di cavalleggeri austriaci poco prima di 1ª armata Medole e li costringe a ripiegare sul paese. Il 9° corpo Schaffgotsche tra Guidizzolo e Il 3° corpo Canrobert attraversa Rebecco; Acquafredda e si avvicina a Castel Goffredo che il 3° a nord di Guidizzolo; trova occupato dal nemico. Il 9° corpo l’11° a Castelgrimaldo e a Cerlongo; Schaffgotsche, all’approssimarsi dei Francesi, il 2° nei dintorni di ; lascia il bivacco di Guidizzolo e avanza verso il 10° era fuori portata. Medole e Ca’ Morino. La divisione di cavalleria Zedtwitz era in parte Il 2° corpo Mac-Mahon, in marcia sulla verso Marcaria, in parte ad est di Medole. strada di Mantova, incontra gli Austriaci a Ca’ Il quartier generale dell’armata si era stabilito a Morino. Le prime cannonate squarciano la quie- Cereta, il comando supremo a Valeggio (successi- te antelucana. vamente a Cavriana). Il 1° corpo Baraguey d’Hilliers urta con- tro le colonne avversarie appena fuori Castiglione e le obbliga a ritirarsi da Monte Rosso e da La battaglia Fontane sulle colline attorno a Grole che sono occupate dagli avamposti del 5° corpo Stadion. 1° momento (dalle 3 alle 6) All’ala sinistra, la 1a divisione Durando, All’ora stabilita gli eserciti alleati si met- diretta a Pozzolengo, entra in contatto col nemi- tono in movimento, avanzando verso le posizioni co a Madonna della Scoperta. Anche la 3ª divisio- assegnate. Senza saperlo, possono contare su un ne Mollard e la 5ª Cucchiari, che hanno il compi- importante elemento a loro favore: la sorpresa. A to di esplorare il terreno tra il lago di Garda e quell’ora è ancora buio e il campo austriaco è Pozzolengo, non tarderanno ad ingaggiare batta- immerso nel sonno perché l’ordine di marcia pre- glia. vede la partenza per le ore 9. Nella bruma mattu- tina, che i primi raggi del sole non tarderanno a 2° momento (dalle 6 alle 8) dissipare, si ode improvvisamente uno sparo, poi Verso le 6 e 30 il Canrobert giunge in un altro. I colpi di fucile, dapprima rari, si fanno vista di Castel Goffredo. Un contadino, interroga- sempre più frequenti e si propagano di balza in to da un ufficiale, riferisce che il paese è presidia- balza su tutta la linea del fronte. Gli avamposti to dalla cavalleria austriaca e che tutte le porte dei due eserciti sono entrati in contatto. della cinta muraria sono chiuse, tranne quella di Negli accampamenti austriaci suona l’al- Mantova. larme, le schiere si formano rapidamente, ma Il Canrobert ordina al generale Renault manca il tempo per ordinare le idee e per com- di occupare Castel Goffredo. Un battaglione della piere importanti operazioni, come consumare il brigata Jannin è incaricato di entrare dalla porta rancio e schierarsi in ordine di battaglia. di Mantova, un altro è diretto alla porta di L’iniziativa resta al nemico. Acquafredda. I guastatori del genio, aiutati da alcuni abitanti del posto, abbattono quest’ultima Le avanscoperte delle colonne franco- porta a colpi d’ascia e consentono ai soldati fran- sarde non tardano ad imbattersi negli avamposti cesi di penetrare nel paese. Lo scontro è breve

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ma sanguinoso. Gli Austriaci, inferiori in numero, Fenile. Su quest’ultima collina, che si eleva di lasciano nelle strade alcuni morti e feriti; i super- fronte a Solferino, si installa una batteria france- stiti si ritirano precipitosamente verso la porta di se che risponde al fuoco nemico. Il 5° corpo del Mantova, ma qui si imbattono nell’altro batta- generale Stadion regge a fatica l’attacco dei glione e, nel tentativo di aprirsi un varco, sub- Transalpini; in suo soccorso sono chiamati il 1° e iscono nuove perdite. il 7° corpo (Clam-Gallas e Zobel). Dalla vicina Medole si sente tuonare il cannone. E’ la divisione Luzy del 4° corpo che sta La 1ª divisione sarda è alle prese con la per investire il paese. Un fuoco violento dell’arti- brigata Gaal a Madonna della Scoperta; senten- glieria prepara l’azione. Una campana, colpita da dosi minacciata sulla destra da una colonna una palla di cannone, precipita dal campanile austriaca, ripiega su Fenil Vecchio. gettando lo scompiglio tra i soldati che vi sono L’avanguardia della 5ª divisione appostati. Quando suona la carica, le colonne Cucchiari entra in contatto con gli avamposti balzano in avanti; gli Austriaci le ricevono con dell’8° corpo austriaco (Benedek) alla cascina nutrite scariche di piombo, ma non sanno resi- Ponticello ed apre il fuoco. La 3ª divisione stere agli assalitori che li prendono tra due fuochi Mollard si precipita in suo aiuto, ma le truppe e alla fine li costringono a ritirarsi non senza aver nemiche si ingrossano sempre di più e i lasciato indietro morti, feriti, parecchi prigionieri Piemontesi si ritirano verso le alture di San e due cannoni. Martino. Il 9° corpo Schaffgotsche si porta in La 2ª divisione Fanti è a San Polo di avanti per opporsi all’avanzata del Niel. La briga- Lonato, lontana dal teatro delle operazioni. ta Wimpffen si dispone sulla strada di , La divisione Cialdini (4ª) è del tutto fuori la brigata Benedek occupa Rebecco, la divisione gioco, trovandosi a Salò, sulla riva occidentale Crenneville si dispiega ai lati della strada di del lago di Garda, a presidiare, con i cacciatori Mantova, all’altezza della cascina Casa Nuova. delle Alpi, le vie di comunicazione con il Tirolo.

Intanto il Mac-Mahon si è portato sulla 3° momento (dalle 8 alle 10,30) piccola altura di Monte Medolano vicino a Ca’ Dopo aver occupato Medole, la divisione Morino e da lassù vede attraverso la bruma mat- Luzy segue gli Austriaci in ritirata, ma si deve fer- tutina numerose colonne nemiche che avanzano mare davanti a Rebecco, che trova fortemente nella pianura. Alla sua sinistra il Baraguey presidiato. Attorno al villaggio si ingaggia una d’Hilliers è seriamente impegnato a Solferino ed lotta durissima; le case sono contese con alterna ha bisogno di aiuto, ma il Mac-Mahon non si arri- fortuna e con molto spargimento di sangue. schia a lasciare le sue posizioni per non creare un Il generale de Luzy rischia di essere vuoto entro cui si può incuneare il nemico. Invia sopraffatto da forze preponderanti e chiede rin- un emissario al Niel per informarlo delle sue forzi al generale Niel. intenzioni. Il generale risponde che eseguirà la L’arrivo di truppe fresche e di alcuni pezzi congiunzione non appena giungerà il Canrobert a d’artiglieria ristabiliscono le sorti dello scontro coprirgli a sua volta il fianco destro. che resta molto equilibrato. Tra Rebecco il borgo Al centro, le divisioni Forey e Ladmirault delle Baite e la cascina Casa Nuova le schiere si del 1° corpo costringono gli Austriaci a ritirarsi affrontano a piede fermo in una lotta ostinata e progressivamente dalle alture di Grole e di Monte logorante.

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Frattanto il maresciallo Canrobert è arri- incredulità, ma alla fine deve arrendersi all’evi- vato a Medole e qui riceve un messaggio dell’im- denza; ordina alla Guardia di anticipare la parten- peratore che lo mette in guardia contro il possi- za, inizialmente prevista per le 9, ed egli stesso si bile attacco di un corpo austriaco proveniente da reca subito a Castiglione. Dall’alto della torre del Mantova. (La sera prima Napoleone aveva ricevu- castello scorge una buona parte del campo di to una lettera da una persona di Asola, tale battaglia e si rende conto che le sue truppe sono Andrea Fergi, che lo informava di avere notizie impegnate in una battaglia generale. Monta a certe circa l’avvicinarsi di un corpo austriaco di cavallo e raggiunge il Mac-Mahon a Ca’ Morino, 20–30.000 uomini uscito da Mantova con direzio- giusto il tempo per assicurarsi che il 2° e il 4° ne Marcaria e Acquanegra). corpo sono in grado di tener testa al nemico. Il maresciallo decide di mantenere la Quindi si porta sul Monte Fenile, da dove il posizione per non sguarnire l’ala destra dell’ar- Baraguey d’Hilliers dirige le operazioni contro mata, tuttavia ordina alla brigata Jannin di avan- Solferino. zare in appoggio al 4° corpo. Il maresciallo è di pessimo umore. Le Le divisioni di cavalleria Partouneaux e sue truppe sono inchiodate ai piedi dei colli e Desvaux si dispiegano nella piana a coprire l’in- subiscono pesanti perdite. Egli se la prende con tervallo tra il 2° e il 4° corpo. tutti, in particolare con i Piemontesi che, a suo dire, non assecondano la sua azione. Il Mac-Mahon si è insediato saldamente Il 1° corpo ha effettivamente un compito attorno a Ca’ Morino. Davanti a lui stanno le molto arduo, affrontare un avversario che domina masse austriache con l’artiglieria sulla linea del il terreno dall’alto delle colline. La brigata Bils fronte. Le batterie danno inizio ad un fuoco mici- occupa saldamente il monte Cornal e la Costa diale a cui rispondono colpo su colpo i cannoni Mezzana; la brigata Puchner presidia la contrada avversari. Il generale d’artiglieria Auger è raggiun- di Pozzo Catena ed ha come riserva alle spalle la to da una palla nemica che gli porta via il braccio brigata Festetics, appoggiata alla rocca e al sinistro. Un reggimento di ussari tenta di aggira- castello. Più in basso, lungo il Redone, la brigata re sulla sinistra il 2° corpo ma è prontamente Koller si dispiega tra la Possessione e la Sarasina. respinto. La brigata Dieu dirige l’attacco dalla Anche su questo settore del fronte lo destra, la divisione Ladmirault da sinistra, lungo scontro si inasprisce senza che nessuno dei due la valle del Redone. Le colonne avanzano a fatica contendenti riesca a prevalere sull’altro. sotto un fuoco micidiale che piomba dall’alto e provoca ampi squarci nei ranghi. Il generale Dieu La notizia di quanto stava accadendo è gravemente ferito da un proiettile; il giunge a Montichiari verso le 5 mentre gli ufficia- Ladmirault, ferito due volte, lascia il comando al li del quartier generale stanno assistendo alle generale Négrier. esequie del generale de Cotte, aiutante di campo Il Baraguey d’Hilliers fa avanzare la divi- dell’imperatore , morto la notte precedente di un sione Bazaine. Il 1° reggimento zuavi, assieme al colpo apoplettico. 34° e 37° di linea, affronta i ripidi pendii pagando L’inviato chiede di essere condotto un alto prezzo di vite umane. Dai colli della rocca, immediatamente alla presenza dell’imperatore, dei Cipressi, del Monte Alto, delle Pellegrine, il che è ancora nella sua camera da letto. Appena fuoco incrociato degli austriaci si abbatte impla- informato, il sovrano reagisce con una smorfia di cabile sugli assalitori che sono costretti ad avan-

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zare racchiusi entro gli spazi ristretti delle vallet- lo Buckingham dirige le operazioni con freddezza, te. incurante dei proiettili nemici che si smorzano lì Gli artiglieri francesi riescono ad issare vicino. Alcuni ufficiali dello stato maggiore nota- dei cannoni sui colli dirimpetto a Solferino e da lì no che dalla sua divisa manca una spallina e pen- bersagliano con precisione le schiere avversarie. sano che sia stato sfiorato da una pallottola; in Gli Austriaci sono in difficoltà e si ritira- realtà l’aveva persa qualche ora prima urtando i no al riparo del castello, della rocca e del cimite- rami di un albero. ro, preventivamente fortificati per una difesa ad L’andamento dello scontro non cessa di oltranza. preoccupare il sovrano. La battaglia infuria già da Prima di lanciare l’attacco, il Baraguey diverse ore e le schiere si stanno logorando senza d’Hilliers ordina all’artiglieria di aprire larghe ottenere risultati apprezzabili. I soldati sono allo brecce nelle mura. stremo delle forze, disfatti dal caldo, dalla sete, dalla fame, dalla fatica di sostenere una lotta All’ala sinistra, il generale Durando cerca durissima, di arrampicarsi su per impervie colline di strappare agli Austriaci la posizione di coronate da divise nemiche che scaricano su di Madonna della Scoperta per stabilire il collega- loro un fuoco implacabile. mento col 1° corpo francese impegnato a Napoleone comprende che non può con- Solferino. Nel tentativo di aggirare le forze avver- seguire la vittoria finché gli Austriaci occupano le sarie, egli fa avanzare due battaglioni di granatie- colline di Solferino, da dove possono minacciare ri da Fenil Vecchio verso il monte della Guea e la sia l’ala sinistra, sia l’ala destra dello schieramen- cascina Pioppa, ma alla cascina Civetta urtano to alleato e decide di conseguenza di concentra- contro le colonne austriache che li costringono re gli sforzi sul centro. alla ritirata. La brigata d’Alton avanza sulla destra Le cose non vanno bene nemmeno per il della collina della rocca, ma il suo slancio è fer- generale Mollard che a San Martino cerca invano mato dal fuoco che piomba dall’alto. di impadronirsi delle alture fortemente presidia- L’imperatore richiama allora le divisioni te dal nemico. della Guardia che sono rimaste di riserva. I reggimenti della brigata Cuneo, appog- La brigata Picard si dirige sulla collina di giati dall’artiglieria e dalle cariche dei cavallegge- sinistra, mentre la brigata Manèque affronta il ri di Monferrato, si lanciano lungo i pendii in furi- nemico che è sceso dalle case del Monte ed occu- bondi assalti alla baionetta; per due volte rag- pa le alture della Forca, delle Pellegrine e delle giungono la cima delle alture ma per altrettante Feline. Deposti gli zaini, i battaglioni si lanciano sono respinte e alla fine si ritirano dietro la ferro- all’assalto con la foga consueta e costringono gli via per potersi riorganizzare. Austriaci a retrocedere. Il ripiegamento è protetto dalla divisione Il battaglione dei cacciatori della Cucchiari che in quel momento giunge sul luogo Guardia abborda Solferino dal lato meridionale e della battaglia. si spinge fino alle prime case del paese. Il generale Fanti è ancora a San Polo. Il generale Forey, ricevuto il rinforzo di due battaglioni di volteggiatori, riprende l’offen- 4° momento (dalle 10,30 alle 13,30) siva e lancia i suoi uomini all’assalto della colli- Napoleone è sempre al suo posto d’os- na dei Cipressi. Due batterie d’artiglieria sosten- servazione sul monte Fenile. In sella al suo caval- gono l’azione con un fuoco preciso e martellante.

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Il compito degli assalitori è dei più ardui; in quel Poco distante la brigata O’ Farrell riesce punto la collina è particolarmente ripida, tanto ad impadronirsi della borgata Baite e a difender- che per scalarla bisogna aiutarsi con le mani. Il la dai ripetuti attacchi del nemico. terreno si copre presto di feriti e di cadaveri ma Per mantenere queste posizioni, il Niel alla fine i Francesi dilagano sulle alture dei ha dovuto gettare nella mischia tutti i suoi uomi- Cipressi e del vicino Monte Alto ed il nemico è ni e sa di non poter mantenere a lungo i vantaggi costretto a ritirarsi anche dalla collina della acquisiti. Sollecita quindi con insistenti richieste rocca. il maresciallo Canrobert ad inviargli dei soccorsi Poco discosto, sulla sinistra, l’artiglieria e questi ordina finalmente al generale Trochu di è riuscita ad aprire larghe brecce nelle mura del avanzare con la brigata Bataille da Medole verso cimitero, consentendo al generale Bazaine di lan- Rebecco. ciare i suoi uomini all’assalto. Anche qui l’offen- siva risulta irresistibile; i soldati attaccano da All’ala sinistra le divisioni piemontesi monte Cornal e da Staffolo, irrompono di slancio non riescono a trovare unità d’azione e, operando nel cimitero e riescono a sopraffare e a mettere disgiuntamente, sono tenute in scacco da forze in fuga i difensori. Fra i primi ad entrare è il superiori. colonnello Brincourt del 1° zuavi che, ferito ad Alla cascina Civetta il generale Durando una spalla, si fa trasportare a braccia da quattro lancia i suoi battaglioni contro gli Austriaci ma soldati per trascinare i suoi uomini con la sua stenta a contenerne l’avanzata e rischia di essere presenza. accerchiato. A questo punto anche i soldati austriaci Da Solferino il generale Forgeot, che a difesa del castello, presi fra due fuochi, sono comanda l’artiglieria del 1° corpo, si accorge del costretti ad abbandonare la posizione. pericolo e dirige il fuoco sugli Austriaci che sono costretti a fermarsi. Intanto nella piana il Mac-Mahon, rassi- Intanto a San Martino è giunto il genera- curato dal Niel che sarà in grado di coprire il fian- le Cucchiari a dar man forte al Mollard. Mentre la co destro, incarica il generale La Motterouge di 3ª divisione cerca di sloggiare il nemico da alcu- piegare verso Solferino per operare la congiun- ne cascine dove si è fortemente insediato, il zione con la Guardia. Cucchiari lancia le brigate Casale e Acqui all’as- salto di San Martino. In un primo momento l’a- Il generale Niel continua ad essere dura- zione è coronata dal successo; i Piemontesi si mente impegnato a Rebecco. La divisione Vinoy è impadroniscono della chiesa e della cascina riuscita ad occupare Casa Nuova dopo una lotta Contracania, ma, quando gli Austriaci riprendono sanguinosa e a farne un solido punto d’appoggio l’offensiva, sono costretti a retrocedere sotto una contro i rabbiosi ritorni offensivi dei corpi pioggia di piombo letale. austriaci, il 3° e il 9°, ai quali si è aggiunto l’11°, Anche la divisione Mollard è ricacciata appena giunto sul campo di battaglia. dalle sue posizioni. Con l’appoggio di due brigate della divi- Dietro sollecitazione dello stesso sione Renault (3° corpo), il generale de Luzy può Napoleone, alle 11 Vittorio Emanuele chiama in concentrare gli sforzi su Rebecco dove si consu- causa finalmente la divisione Fanti, ancora inatti- mano continue offensive e controffensive che va, e le ordina di appoggiare i Francesi verso mietono vittime a non finire. Solferino e Cavriana, ma, dopo un’ora e mezza di

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marcia, giudica più opportuno portare soccorso intervenire le sue ultime riserve con le quali il alle sue divisioni in serie difficoltà a San Martino generale de Luzy riesce a respingere il nemico e dispone diversamente: la brigata Aosta volge fino alle porte di Guidizzolo. Qui urta però contro verso sinistra in appoggio della 3ª e 5ª divisione forze superiori che lo costringono a ritirarsi sul impegnate a San Martino, la brigata Piemonte borgo Baite. verso Pozzolengo in aiuto della 1a divisione. Nel frattempo è giunto sul campo di bat- taglia il generale Trochu del 3° corpo con i rinfor- 5° momento (dalle 13,30 alle 16) zi tanto attesi. Perso Solferino, gli Austriaci si ritirano sulle colline retrostanti in direzione di Cavriana Le cose vanno male per gli Austriaci, ma ad occupare posizioni altrettanto forti di quelle l’imperatore Francesco Giuseppe, che è giunto a che hanno abbandonato. I volteggiatori e i grana- Cavriana con il suo quartier generale, spera anco- tieri della Guardia sono incaricati di incalzarli. I ra di capovolgere le sorti della battaglia. battaglioni del generale Manèque hanno la Il nemico ha sfondato il centro, ma all’a- meglio sulla resistenza degli avversari e li caccia- la sinistra i Piemontesi sono alle corde e alla no dalle case del Monte. destra i Francesi sono tenuti in scacco. In quel momento le colonne del Mac- Un’energica offensiva in quest’ultima direzione, Mahon giungono in vista di San Cassiano. se coronata dal successo, potrebbe mettere in Preparato dal fuoco dell’artiglieria, l’attacco è seria difficoltà i franco-sardi e obbligarli a ripie- condotto dai fucilieri algerini che, di slancio, si gare anche al centro per non essere accerchiati. impadroniscono del villaggio e della vicina casci- L’imperatore ordina al generale na Malpetti. I turcos inseguono il nemico fino al Wimpffen, comandante della 1a armata, di sferra- monte Fontana che riescono per un momento ad re un attacco vigoroso con tutte le forze, riserve occupare ma che devono presto abbandonare per comprese, del 3°, 9° e 11° corpo. il sopraggiungere di nuove truppe austriache di Le masse austriache sono sospinte ad rincalzo. ondate successive contro le posizioni occupate Il Mac-Mahon impegna entrambe le sue dai Francesi. Tra Rebecco e Casa Nuova la lotta divisioni contro l’estremo baluardo di monte divampa ostinata, rude, cruenta. Sul campo si Fontana. Gli Austriaci oppongono una resistenza consumano innumerevoli sacrifici di vite umane. disperata ma cedono inesorabilmente terreno e I Francesi respingono a denti stretti i rei- retrocedono fino a Cavriana e oltre. Le perdite da terati assalti del nemico che perdono progressi- entrambe le parti sono ingenti. vamente vigore. A Madonna della Scoperta e a San All’ala destra francese continua la dura Martino lo scontro conosce un momento di lotta contro un nemico coriaceo. Il generale Vinoy pausa. Gli Austriaci non approfittano delle diffi- fatica non poco a mantenersi attorno a Casa coltà in cui si trova l’avversario e rinunciano ad Nuova. A Rebecco il generale de Luzy è costretto incalzarli, limitandosi ad occupare le forti posi- a cedere qualche posizione agli Austriaci, che zioni in cui sono saldamente insediati. I riesce però a riconquistare grazie al soccorso di Piemontesi ne approfittano per riorganizzarsi, in alcuni battaglioni del generale Renault. attesa di ricevere i rinforzi della divisione Fanti e Il generale Niel, informato che le truppe di riprendere l’offensiva. della divisione Trochu si stanno avvicinando, fa Vittorio Emanuele, dall’alto di un colle

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nei pressi di Castel Venzago, assiste inquieto allo battaglia era irrimediabilmente persa ed ordinò svolgimento della battaglia, di cui non riesce ad la ritirata su tutta la linea. avere una chiara visione d’insieme. Le notizie che gli giungono non sono rassicuranti. Quando lo Sono circa le 4 del pomeriggio quando il informano che la divisione Cucchiari si è ritirata a tempo cambia improvvisamente. Al termine di Rivoltella, sbotta:- “Anche Cucchiari! lo stesso una giornata di calura opprimente, grosse nuvole come quello là [Durando], che spara delle canno- cariche di pioggia, sospinte da un vento impetuo- nate come un bastimento in pericolo e non so che spazza la campagna, irrompono sul campo muove mai. di battaglia sollevando un turbine di polvere e di In ciò dire il Re stendeva il braccio verso rami divelti. Il cielo si oscura, i lampi e i tuoni si Madonna della Scoperta… mescolano al bagliore e al rombo delle armi da - E Mollard esiste ancora? Allora gli dica fuoco. Una pioggia torrenziale si abbatte sui bel- che i Francesi hanno preso Solferino e che a qua- ligeranti, una pioggia molesta, sferzante, che lunque costo non dobbiamo far topica noi… toglie il respiro e che fa sbollire anche gli ardori Ripeto che a qualunque costo dobbiamo prende- più accesi. I campi si trasformano rapidamente in re la posizione al nemico”. Non si accontentava di acquitrini, dalle alture scendono a riempire i fossi sconfiggere gli Austriaci, voleva a tutti i costi la copiosi rivoli d’acqua arrossati dal sangue di cui sua quota di merito nella vittoria che si andava il terreno è imbevuto. delineando. Il fortunale è di breve durata, ma il tempo basta agli Austriaci per sganciarsi dal 6° momento (dalle 16 al calar della sera) nemico e iniziare la ritirata. Il soccorso della divisione Trochu è prov- Dei forti presidi occupano Guidizzolo e le videnziale per le truppe del 4° corpo che combat- colline dietro Cavriana per proteggere le colonne tono senza sosta da parecchie ore sotto un sole che si dirigono in disordine verso i ponti sul implacabile. Attraversata la linea di battaglia, il Mincio. generale incalza gli Austriaci che si ritirano verso Le strade verso il fiume sono ingombre Guidizzolo. di vetture, di bagagli, di convogli di feriti, di sol- A Cavriana i volteggiatori della Guardia e dati allo sbando che si urtano, che si accalcano i turcos hanno avuto la meglio sugli ultimi foco- all’imbocco dei ponti. Gli ufficiali non riescono a lai di resistenza. L’imperatore Francesco dominare il caos, il panico dilaga; si paventa l’ar- Giuseppe, che vi aveva insediato il suo quartier rivo del nemico che avrebbe facile gioco nel fare generale, lascia precipitosamente il paese men- scempio di un esercito in rotta pressato contro il tre i Francesi già invadono le vie. fiume. In mezzo al gruppo di ufficiali che cerca- Ma questo non avviene; le truppe france- vano di aprire un varco ai loro generali, qualcuno si, duramente provate da una lotta durata 12 ore, credette di riconoscere l’imperatore Francesco non sono in grado di infliggere il colpo di grazia. Giuseppe. Si disse anche che Napoleone, giunto Solo gli ultimi colpi d’artiglieria, indirizzati contro vicino ad una batteria che bersagliava i fuggitivi e le retroguardie, cadenzano la marcia a ritroso considerando il pericolo corso dal suo sfortunato degli sconfitti. avversario, abbia cavallerescamente ordinato di cessare il fuoco. A San Martino l’8° corpo del Benedek è Francesco Giuseppe prese atto che la raggiunto dall’ordine di ritirata mentre il genera-

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le Mollard, ricevuto il sostegno della brigata Le voci dei protagonisti Aosta, si prepara a sferrare un nuovo attacco. Al generale austriaco ripugna di abbandonare il L’eco della battaglia di Solferino risuonò campo di battaglia che ha dominato per tutta la in tutta Europa ed anche oltre Atlantico, ed in giornata e respinge orgogliosamente l’offensiva effetti fu una delle più grandi battaglie di tutti i mentre infuria il temporale. Alla fine però non tempi, vuoi per l’impressionante numero di può far altro che eseguire le disposizioni ricevute uomini a confronto, vuoi per la durezza dello ed abbandona il campo con calma e in buon ordi- scontro e per lo stuolo di morti e di feriti lasciati ne rintuzzando gli attacchi dei Sardi che lo incal- sul campo. zano. Molto fu scritto sull’argomento, soprat- I Piemontesi riescono finalmente a tutto in Francia, dove la vittoria del 24 giugno fu sopraffare gli ultimi battaglioni austriaci che annoverata fra le glorie dell’esercito nazionale, coprono la ritirata e ad insediarsi sul colle di San alla pari con le memorabili imprese militari del Martino. primo Napoleone. Anche a Madonna della Scoperta la riti- Per descrivere le fasi e gli episodi salien- rata delle brigate nemiche agevola il compito al ti della battaglia abbiamo utilizzato le relazioni generale Durando che, padrone oramai della ufficiali delle tre armate e i molti studi militari posizione, lancia la brigata Piemonte, appena che hanno visto la luce nei decenni successivi. giunta sul posto, sulla traccia delle colonne Una volta assolto questo doveroso com- austriache, peraltro senza inquietarle eccessiva- pito, passiamo la parola a chi allo scontro prese mente. parte come protagonista o come spettatore. Sono stralci di lettere familiari, di corrispondenze inviate ai giornali, di memorie scritte a distanza di anni, punti di vista parziali, resoconti affidati alla carta ancora sotto l’effetto di violente emo- zioni, tante storie particolari, insignificanti se rapportate allo sconfinato dramma di cui erano parte, ma pervase da accenti autentici e coinvol- genti.

Medole e Rebecco. Dal bivacco il 27 giugno, un sergente di fureria scrisse al Sentinelle du Jura: “Ricevemmo l’ordine di portarci su un piccolo villaggio a due tiri di fucile sulla nostra destra e di sloggiare un corpo di ulani che poteva tagliare la brigata. Napoleone III passò la notte nella villa Pastore di Cavriana. Già si vedevano i primi tetti di un villaggio vigo- La sorte volle che occupasse la stessa camera che la notte rosamente attaccato dal 2° reggimento di linea. prima aveva occupato l'Imperatore austriaco. La sera della battaglia alle ore 9 spedì un dispaccio Era Medole. all'Imperatrice così concepito: “Grande battaglia e grande Ottomila Croati come minimo lo difendevano. vittoria...” La zecca di Parigi coniò subito la medaglia per Il 2° di linea, con un ardore ed una foga incredi- celebrare la “Vittoria di Cavriana”. bili, si avventò per tre volte alla baionetta nell’unica via che Solo il 27 giugno venne stabilito che la battaglia del 24 giu- gno porterà il nome di “Battaglia di Solferino” divide in due il paese. Tre volte giunse alla piazza principa-

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le; tre volte i Croati, trincerati nella chiesa e appostati nelle cavalleria quando ritorna da una carica, anche se condot- case, li ricacciarono con scariche micidiali. ta a termine con successo. Alle cariche del 2° succedettero Il nostro arrivo fu decisivo per il successo. quelle del 7°, eseguite sulla sinistra di Casa Nuova, su ter- - Resistete! - gridavano i nostri uomini, - stiamo reni molto scoperti. Quando venne il nostro turno, la voce arrivando! forte e ferma del generale Labarreyre e gli ordini degli uffi- - Non abbiamo bisogno di voi! - risposero gli ciali si fanno sentire; le trombe suonano, le lance si abbas- ufficiali. - A noi, soldati del 2°! Avanti, ragazzi! - urlava- sano. E’ un momento di forti emozioni. no, - alla baionetta! I tre squadroni dovevano avanzare ad ondate E in effetti, il nostro arrivo, la sicurezza di essere successive, ma si lanciarono all’assalto in ordine sparso… sostenuti, la voglia di vincere da soli, elettrizzò a tal punto Il terreno era molto sfavorevole; gli alberi erano legati con quel valoroso reggimento, che si lanciò come un torrente fili di ferro che sostenevano i tralci delle viti. Attraverso il impetuoso nella via principale, tutta disseminata di cada- crepitio dei rami spezzati dai proiettili, il rumore assordan- veri. In un batter d’occhio il fuoco dei nemici tacque, le te delle scariche e l’aria offuscata dalla polvere da sparo che baionette francesi penetrarono nelle case e, come noi a stendeva come una cappa sul campo di battaglia, il nostro Montebello, il 2° restò padrone del campo... slancio fece precipitosamente retrocedere quei fucilieri nemi- Quando tutto finì, entrammo nel paese. Non ci che non erano stati travolti. Alla fine dell’incursione avevo mai visto, in uno spazio così ristretto, tanti cadaveri ritornammo a fianco della nostra fanteria… ammucchiati... Davanti ad ogni porta si urtavano dei Venticinque uomini a cavallo, su centoventi o cadaveri distesi; quelli, fra i nostri, che avevano trovato la centotrenta, risposero all’appello. Gli altri erano dispersi, morte, erano colpiti da una palla in mezzo al petto; i Croati disarcionati, feriti o morti. E’ vero che parecchi furono ritro- invece erano tutti finiti con la baionetta: un largo foro rosso vati, ma il colpo incassato aveva lasciato il segno”. in mezzo al petto. I più avevano la testa fracassata per esse- re stati gettati dalle finestre. De Molènes, ufficiale d’ordinanza di Canrobert: Dopo la vittoria e malgrado la scarsa simpatia “Verso le 9 e mezza della mattina il maresciallo che ci avevano riservato gli abitanti durante il combatti- Canrobert giunge a Medole con i primi battaglioni della mento, Medole fu rispettata. divisione Renault che formava la sua testa di colonna. Un Quale sacrificio maggiore si potrebbe chiedere ad sole di fuoco dardeggiava sulla piazza della chiesa; l’ombra un soldato eccitato dalla lotta, dal sangue, dalla polvere da dei cavalli si stagliava nitida sulle grandi chiazze di luce che sparo?” il sole accendeva sulla terra biancastra. In questo fulgore abbacinante, il paese aveva un aspetto lugubre; tutte le Il colonnello Fix, della brigata dei lancieri della case erano chiuse tranne una, molto vasta, trasformata in divisione Partouneaux: ambulanza. All’angolo di una strada vidi il cadavere di un “La cascina Casa Nuova diventa uno dei cardi- Austriaco. Quei luoghi, a quell’ora, erano animati solo dal ni della battaglia e l’oggetto di una lotta accanita; le forze terribile fervore della guerra. Sotto quel cielo d’estate non vi della divisione Vinoy stanno per essere sopraffatte da quel- erano che esseri viventi pronti a morire. le austriache che continuano ad aumentare... Il maresciallo Canrobert prese una strada alla La nostra divisione ricevette l’ordine di interveni- sua destra, dove alcuni proiettili incominciavano a fischia- re a cariche successive, il 2° ussari si mise rapidamente in re. La strada, piatta e fiancheggiata d’alberi, non mi con- moto, seguito dalle nostre acclamazioni; eravamo sicuri che sentiva di vedere nulla; ma, dal rumore crescente che ci cir- avrebbe travolto il nemico. Ma presto vedemmo ritornare, condava, sentivo che stavamo entrando in uno spazio dove in un turbine di polvere, dei cavalli senza cavalieri e questi cozzavano delle vite umane, che stavamo penetrando nel- tutti scompigliati e in disordine, come avviene ad ogni l’alveo di una grande battaglia…

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Le palle eseguivano attorno a noi le loro danze attenzione: era un largo buco fatto da una granata che brutali su un terreno in cui l’erba dei campi, falciata al pari aveva disseminato i detriti sul pavimento. Mi addormentai degli uomini, si abbatteva a terra accanto a coloro che si osservando la ferita di quelle auguste pietre”. addormentavano nella morte… Cavalcando all’estremità di un sentiero, vidi Testimonianza di un biografo di Canrobert d’un tratto quello che non avevo ancora visto, gli enormi “Il maresciallo Canrobert si diresse verso la chie- spazi in cui si svolgeva l’azione di quella giornata decisiva. sa di Rebecco, dove doveva passare la notte. Una nuvola di fumo, diradandosi, mi lasciò intravedere, I soldati della divisione Renault occupavano il come un reame luminoso, la regione di rumori e di fuochi paese che essi avevano conquistato e le cui strade adesso in cui il nostro esercito compiva prodigi. Mi apparve in lon- erano deserte. Non si vedevano che cadaveri; le luci ad alcu- tananza quella catena infuocata di alture su cui gli ne finestre indicavano che all’interno i chirurghi erano Austriaci avevano il diritto di credersi invincibili, Cavriana all’opera. e la montagna predestinata, la montagna gloriosa che Ai tigli del sagrato della chiesa erano legati dei doveva essere il piedistallo della nostra vittoria, quel picco cavalli; i loro cavalieri dormivano per terra, mescolati ai scosceso, ardito, slanciato, su cui svetta la torre di morti. Solferino. Ignoro la storia di quella torre, non ne conosco Al fioco chiarore delle stelle, la chiesa, col suo l’origine, ma essa mi ha confermato nella convinzione, da campanile e il portico a cupola, sembrava una moschea tempo familiare al mio spirito, che Dio marca ogni oggetto portata qui dall’Oriente. di questo mondo, inanimato o vivente, con un carattere in Le porte erano aperte, il maresciallo entrò. armonia col ruolo che gli ha destinato. Non è il caso che ha Alcuni ceri dissipavano a tratti l’oscurità; sulla destra, dei assegnato quel posto né dato quella forma a quello spettro feriti erano distesi sulla paglia. In fondo all’abside, sperdu- di pietra, testimone lugubre per questi, trionfale per quelli, to nel buio, un tremulo lumicino rischiarava il basamento di una così lunga e titanica lotta…” dell’altare e sui gradini, accovacciato e con la testa china, il La battaglia giunge finalmente al termine “Il generale Renault scriveva. maresciallo Canrobert volle coricarsi in mezzo alle sue trup- In una cappella, a destra, alla luce di due cande- pe nel villaggio di Rebecco. Il nostro stato maggiore si inse- le, si vedevano dei banchi accostati e coperti di fieno, già diò dunque, a notte inoltrata, nella chiesa di questa borga- occupati da militari che dormivano. Era il giaciglio dello ta, già occupata dal generale Renault. Fra quelle supreme stato maggiore. fantasie della guerra, così ricolme di una cupa e seducente Il generale Niel aspettava il maresciallo grandiosità, non dimenticherò mai l’aspetto della chiesa di Canrobert. I due parlarono a lungo, poi si coricarono. Nel Rebecco adibita a dormitorio. Mi ricordo in particolare il corso della notte furono svegliati diverse volte. Verso l’una il corpo carbonizzato di un fuciliere, bruciato in un angolo generale Niel uscì e rientrò che era già mattina”. dove si era trincerato con altri commilitoni. L’interno della chiesa era rischiarato da alcuni ceri che ci aveva fornito la Massimo Marocchi sagrestia. I banchi, accostati gli uni agli altri e ricoperti di fieno, formavano dei letti da campo. Il maresciallo Canrobert si gettò su uno di quei giacigli improvvisati e non tardò a piombare in un sonno profondo. Io presi pos- sesso del solo spazio che restava libero, un gradino dell’al- tare. I miei occhi, prima di chiudersi, scrutarono per un po’ lo strano luogo in cui mi accingevo a riposare. Una larga piaga che si apriva nella volta della chiesa attirava la mia

Tracce di storia Le immagini raccontano VI-21

Dalla Rocca di Solferino una vista di quello che fu il campo di battaglia verso Rebecco VI-22 Casa Nuova

Monumento di Monumento di pag. 25 pag. 26

Dalla Rocca di Solferino una vista di quello che fu il campo di battaglia verso Medole, Rebecco e Guidizzolo. Da Rebecco una vista verso Casa Nuova e sullo sfondo la Rocca di Solferino, con indicato il luogo dei monumenti riprodotti a pagina 25 e pagina 26 VI-23

Dalla rocca di Solferino la pianura verso San Martino, sullo sfondo il lago di Garda e le Alpi. Casa Nuova, presso Rebecco. Ingresso della casa verso Solferino. Sul portone una lapide, messa dall’Amministrazione Provinciale di Mantova, a ricordo del Principe austriaco Windisch Graetz, deceduto nella battaglia VI-24

ADMELL TONNELIER CAPITAINE AU 6 B. DL CHASSEUR A PIED 24 JUIN 1859

Testo inciso sul basamento del monumento (pagina 25) posto nella località Casa Nuova

DEM AM 24 TEN JUNE 1859 HIER HELDENMU EING GEFALLENEN OBERSTEN CARL FURSTEN WINDISCH GRATZ VON SEINEN BRUDERN

Testo inciso sul basamento del monumento (pagina 26) posto nella località Casa Nuova

Il borgo delle Baite, ove il 25 giugno 2005 verrà posato un cippo a memoria. Casa Nuova, presso Rebecco. La casa, attorno alla quale, il 24 giugno 1859, si svolsero fasi cruente e cruciali della bat- taglia. Testi sui monumenti collocati nei pressi della Casa Nuova VI-25

Casa Nuova, presso Rebecco. Monumento a ricordo del capitano francese Tonnelier (il testo è trascritto a pagina 24) VI-26

Casa Nuova, presso Rebecco. Monumento a ricordo del Principe austriaco Windisch Graetz (il testo è trascritto a pagina 24) VI-27

Il borgo delle Baite, oggi. Lapide a ricordo del francese Alphonse De Casabianca, posta in fregio alla strada comunale, nei pressi del borgo Baite VI-28

1980. Il borgo delle Baite VI-29

Lapide a ricordo del capitano Demaide Roquefeuille, sullo sfondo Cavriana, luogo dove si concluse la battaglia. Un cippo posato sulla via Goitese nel 1959 in occasione del centenario della Battaglia, sullo sfondo la Casa Nuova VI-30

La chiesa di Rebecco ove ricevettero i primi soccorsi i feriti. La popolazione si prodigò in questo atto umanitario senza alcuna differenza nel soccorso ai feriti dei due eserciti nemici VI-31

Dalla Rocca, veduta della chiesa di San Pietro in Vincoli oggi chiamato “L’Ossario” perchè conserva i resti di 7430 caduti nella battaglia del 1859 VI-32

La torre di San Martino dedicata al Re Vittorio Emanuele II, sede della Società “Solferino e San Martino” Ente Morale riconosciuto con R.D. 20 aprile 1871 VI-33

Solferino. Interno dell’Ossario e di una stanza della Rocca di Solferino. I restri dei soldati francesi e austriaci riposano vicini in segno di fratellanza VI-34

Sciabola per sottoufficiale austriaco con fodero. Due fucili dell’esercito (fanteria) piemontese (Museo di Solferino) VI-35

Capsule di “fulminato di mercurio”, spolete a tempo dell’esercito francese, utensili per la manutenzione dei fucili, proiettili per fucili a canna rigata, particolare di fucile francese e piemontese (Museo di Solferino) VI-36

Fregio dell’Aquila bicipite del casato Asburgico, tromba austriaca, elsa di spadino di funzionario austriaco, daga con fodero francese, daga con lama a sega e fodero, sciabola per truppa della fanteria piemontese (1843). (Museo di Solferino) VI-37

Cannone dell’esercito piemontese (Museo di San Martino). Proiettili di calibro diverso per obice e cannone, “racchetta” o razzo da combattimento degli eserciti austriaco e francese, pistola della cavalleria francese, borraccia in legno (austriaca) ed in ferro (francese), zaino da Bersagliere (Museo di Solferino) VI-38 Atti e documentazioni

Un giorno, 10.000 morti E praticamente impossibile calcolare con esattezza il numero dei morti, feriti e dispersi nella battaglia del 1859: troppo tempo è passato, troppo scarsi, frammentari e imprecisi sono i documenti rimasti. Una delle statistiche più recenti e rigorose in merito fornisce peraltro dei dati che possiamo ritenere i più vicini possibile al vero. In tale statistica si parla di ben 9511 vittime causate dai combat- timenti del 24 giugno 1859, vittime cosi suddivise:

MORTI IN COMBATTIMENTO

CAVRIANA 1923 SAN MART1NO 1117 MEDOLE 358 GROLE 54 POZZOLENGO 259 MADONNA DELLA SCOPERTA 320 GUIDIZZOLO 1807 SOLFERINO 2339 VOLTA MANTOVANA E PONTI 7 Totale 8184

Morti negli Ospedali di Brescia Francesi 653 Italiani 389 Austriaci 231 Totale 1273

Morti a Castiglione delle Stiviere In seguito a ferite 24 In seguito a malattia 11 Totale 35

Morti nelle case di privati Francesi 9 Italiani 7 Austriaci 3 Totale 19

Nel complesso morirono 9511 persone.

Riassunto delle perdite in vite umane VI-39

Lettera del comando del 3° Corpo d’Armata d’Italia, redatto il 25 giugno 1859 a Guidizzolo, dove si segnala un movimento di truppe nemiche (Museo di Solferino) VI-40

Delibera del Consiglio Comunale di Guidizzolo del 4 luglio 1860, che autorizza il pagamento per la sepoltura dei cadaveri della battaglia di Solferino Provincia di Brescia VI-41 Circondario di Castiglione COMUNE DI GUIDIZZOLO N. 23 Lì 4 luglio 1860

Verbale della straordinaria seduta del Consiglio Comunale di Guidizzolo

Oggetto: Sulla domanda di Ugolini Gio.nni per compenso dell'opera sua prestata quall'assistente e direttore al seppellimento dei cadaveri dopo la Battaglia di Solferino. Allegati: uno

Nell'anno milleottocentosettanta ed allì quattro del mese di luglio nella Sala comunale della seduta. Previo esaurimento delle formalità prescritte dalla legge 25 ottobre 1859 convocato il Consiglio Comunale sono intervenuti li signori: 1. Ghiroldi Dr. Gio.nni Sindaco 7. Perani Cirillo 2. Zoli Don Vincenzo 8. Bonfiglio Giacomo 3. Scalori Luigi 9. Madonini Angelo 4. Bettini Luigi 10. Cappa Francesco 5. Montecchi Eugenio 11. Scalori Giacomo 6. Berri Eliseo

Riportandosi alla cosa edotta dall'antecedente odierno P.N. N. 686.6.28 sulla regolarità della seduta, è dichiarata aperta, il Sindaco sottopone il quarto oggetto cioè: Sulla domanda di Ugolini Giovanni per compenso nella direzione nel seppellimento dei cadaveri dopo la battaglia di Solferino nel 1859. Fattasi lettura al Consiglio dell'istanza dell'Ugolini, colla quale chiede il pagamento di italiane £. 72 per competenze dovutegli qual direttore degli operai impiegati nella tumulazione dei cadaveri sparsi nei campi dopo la battaglia di Solferino 1859, Considerando La tardanza frapposta dal sig. Ugolini nella presentazione della sua istanza per competenza a termini diversi a tutto il 25 settembre U.S. anno, contando dopo la Battaglia del 24 giugno 1859, e confidando poi come … dice il sig. Ugolini nella sua istanza che quantunque verbalmente eccitato fosse più volte dall'ultima cessata rappresentanza comunale a dover produrre una specifica di competenze dovutegli per servizi prestati come dalla specifica allegata, tuttavia per semplice trascuratezza non ebbe a pre- sentarla. Il Consiglio delibera che in argomento delle competenze dell'Ugolini siano sentiti i cessati deputati per riconoscere le opere effettivamente prestate dall'Ugolini, ed il loro merito, anche in concorso alme- no di due cessati deputati e cioè i signori Mutti Francesco e Guglielmo procedere alla liquidazione e ciò a cura della Giunta Municipale la quale dovrà col proprio parere sottoporre a deliberazione consi- liare nella sezione d'autunno. Passata ai voti per alzata, la proposta venne ammessa con voti favorevoli n. 11, negativi nessuno. Letto, confermato e sottoscritto.

Trascrizione del Verbale riprodotto alla pagina precedente VI-42

1

2

Cartina topografica del 1859, con il dislocamento delle truppe durante le fasi 1 e 2 della battaglia Posizione degli eserciti francese e piemontese. Posizione dell’esercito austriaco VI-43

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1° Momento dalle 3 alle 6 Prima della battaglia, l'esercito austriaco è schierato attorno a Medole, Guidizzolo, Castelgrimaldo, Cavriana, San Cassiano e Solferino, fino a Grole. L'esercito francese si trova schierato tra San Vigilio, Gozzolina e Fontane di Castiglione.

2° Momento dalle 6 alle 8 L'esercito francese raggiunge Medole, il monte Medolano, verso Cà Morino, e le Grole, avanzando verso Solferino. L'esercito austriaco si schiera a difesa di Rebecco e Guidizzolo, oltre che a Cavriana. La linea del fronte va da Medole a Cà Morino, alla zona tra Grole e Solferino.

3° Momento dalle 8 alle 10,30 Due le linee del fronte più significative: una che tocca Rebecco, le Baite, Casa Nuova e Crocevia, con gli austriaci ancora schierati a difesa di Rebecco e Guidizzolo. L'altra che insiste su Pozzo Catena, sotto Solferino, ancora in mano agli austriaci.

Cartina topografica del 1859, con il dislocamento delle truppe durante la fase 3 . Posizione degli eserciti francese e piemontese. Posizione dell’esercito austriaco VI-44

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Cartina topografica del 1859, con il dislocamento delle truppe durante le fasi 4 e 5 della battaglia Posizione degli eserciti francese e piemontese. Posizione dell’esercito austriaco VI-45

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4° Momento dalle 10,30 alle 13,30 La battaglia attorno a Rebecco, le Baite, Casa Nuova continua cruenta. Le truppe francesi si avvicinano a Solferino e San Cassiano, avviandosi a conquistarle.

5° Momento dalle 13,30 alle 16 Mentre i francesi avanzano, conquistando Solferino e San Cassiano, e gli austriaci si ritirano verso Cavriana, la battaglia infuria ancora a Rebecco, ma soprattutto attorno a Casa Nuova, dove gli austria- ci resistono strenuamente e dove tanti, tantissimi saranno i caduti, da entrambe le parti.

6° Momento dalle 16 al calar della sera Mentre le truppe francesi avanzano su tutti i fronti, da Rebecco a Cavriana, gli austriaci battono in riti- rata. Le loro truppe superstititi che si trovavano a difendere Rebecco e Guidizzolo si ritirano verso Volta Mantovana e Cerlongo e verso Selvarizzo, per la strada dei Fienili Malpaga.

Cartina topografica del 1859, con il dislocamento delle truppe durante la fase 6 della battaglia Posizione degli eserciti francese e piemontese. Posizione dell’esercito austriaco VI-46 Tutti fratelli

A te che leggi i miei versi passano le stagioni, voglio raccontare l'orrore di un giorno lontano. passano gli anni, Ricorda l'amore e il dolore nessuno più mi ricorda. di chi non e più, Ricordami tu! di chi ha dato tanto, Ti prego, portami un fiore, di chi troppo ha pianto. una preghiera e la luce di una candela. Un dì partii per la guerra, Ricorda, undicimila uomini, partii soldato. morti lontano dalla terra natia Disse il nostro Sovrano: e ventinovemila feriti, nella desolazione. “Alle armi per la nostra Patria!" Per loro a Solferino un uomo in bianco è arrivato. Nel cuore la paura e la nostalgia, Dio un incarico gli ha dato. nostalgia di casa mia. “Ricorda, siete tutti fratelli!" La voglia di abbracciare mia madre, Oggi, nel dolore, è un giorno di festa, di passare una mano nei suoi bianchi capelli, da Solferino un grande esempio d'amore di sentire il suo respiro sulla fronte, è nata una gloriosa bandiera: di ricevere una volta ancora la sua benedizione... una Croce rossa in mezzo ad un drappo bianco. ...e non partire più. Oggi, anche nella guerra, c'è un angolo sicuro Un rombo di cannone mi ricorda dove puoi curare ferite e dolore. che sono ancora in guerra. Croce Rossa: una storia che cominciò quando fini la mia. Un mio compagno muore, “Tutti fratelli" e una frase soave che arriva al cuore altri invocano la morte. di chi sa ascoltare, Mi lancio nel combattimento con gran coraggio. di chi sa donare, La baionetta, mia unica difesa, trapassa cento di chi sa trovare il proprio fratello corpi togliendogli la vita, tanti altri ne ferisce. negli occhi di chi ti chiede aiuto. Moriamo cento a cento. Ricorda quanto ho raccontato. La furia della guerra passa, Una preghiera, lascia una scia di morte e di disperazione. un fiore e la luce di una candela Oh, mia sorte! Quanti rimpianti! per un soldato senza nome. Mai più vedrò la mia amata terra, Vuoi sapere chi io sia? la mia cara e stanca madre che ignara Cercami nel tuo cuore, sta pregando per un soldato che non farà ritorno. chiudi gli occhi, Dai suoi occhi sgorgano lacrime ora mi vedi? di un nuovo dolore, una muta speranza, Chiunque io sia sono tuo fratello. non vuole arrendersi ad un presagio crudete. Sono un grido di pace affidato al vento Davanti all'uscio il mio fedele cane sonnecchia, e che vaga nell'aria cercando chi sa ascoltare, improvvisamente abbaia, lui sa: un suono di campane, chi e partito più non tornerà! un canto di bimbo, E' morto!!! una parola gentile, E' morto a Solferino il ventiquattro giugno un fremito d'ali. milleottocentocinquantanove La brezza del vento passa tra le fronde degli alberi, Ora vorrai sapere chi e questo soldato: tra i fili d'erba e i fiori che crescono su me E' austriaco, francese, ungherese o piemontese? e si posa infine sul viso di una giovane donna E' croato, algerino, cecoslovacco o marocchino? che non ho potuto amare. Io non mi presento, sono morto! Adesso tutto è passato. Sono morto anche per te! Tutto sa di pace. Giaccio nella nuda terra, Anna Maria Cresci su me crescono erbe e fiori, Jean Henri Dunant VI-47

Jean Henri Dunant nasce a Ginevra presenta una sua relazione sulla condizione e il (Svizzera) l'8 maggio 1828, muore ad Heiden trattamento dei prigionieri di guerra (che sarà poi (Svizzera) il 30 ottobre 1910. soggetto della III Convenzione di Ginevra nel Dunant appartiene ad una famiglia agia- 1929). ta, il padre è un commerciante ed inoltre è consi- L'ultima apparizione in pubblico per gliere alla Camera delle Tutele per la sorveglian- Henri Dunant sarà a Londra il 1° febbraio 1875 (a za e protezione degli orfani. Nella formazione 47 anni) durante il congresso internazionale con- della sua personalità è la figura della madre che vocato da una associazione da lui stesso fondata ha un peso determinante, gli trasmette sensibili- 5 anni prima, il cui scopo è “l'abolizione comple- tà d'animo, profondità di sentimenti e grande ta e definitiva della tratta dei negri e del commer- attenzione alla condizione di vita della gente. cio degli schiavi”. Durante il viaggio in Italia, in Lombardia e precisamente a Castiglione e Solferino nel 1859 A Castiglione delle Stiviere nel 1959, per venne “rapito” dalla convinzione che la sua idea iniziativa di Enzo Boletti, fu allestito il Museo fosse quella giusta. Realizza un progetto a cui Internazionale della Croce Rossa, a testimonian- aveva pensato da quando ragazzino, veniva porta- za del fatto che cent'anni prima proprio a in que- to dai genitori a visitare le prigioni: scrivere un ste terre mantovane, grazie alla sensibilità di un libro per scuotere le coscienze. giovane uomo d'affari ginevrino, Henri Dunant, L'unico obiettivo del libro è convincere i nacque l'idea di quello che oggi é il più importan- potenti della Terra dell'utilità di costituire socie- te sodalizio umanitario diffuso nel mondo. tà di soccorso il cui scopo fosse quello di adde- In questo Museo non solo si possono strare, in tempo di pace, personale volontario per osservare documenti, strumenti chirurgici, letti- intervenire in tempo di guerra a fianco dei repar- ghe e attrezzature da campo che testimoniano ti di sanità degli eserciti (verificatisi inadeguati l'attività passata e presente della Croce Rossa, proprio a Solferino). ma si coglie un messaggio. E' il messaggio di Le Società di Soccorso dovranno rispet- solidarietà e fratellanza che la popolazione, di tare semplici norme, un codice di intervento che fronte allo straziante macello umano di cui si essendo uguale per tutti, sia anche garanzia per i trovò spettatore all'indomani della battaglia di soldati feriti e fatti prigionieri Solferino del 1859, trasmise senza saperlo a colui Due sono i concetti innovativi, la neutra- che avrebbe fondato la grande Associazione. lità del ferito e del personale volontario e l'impar- zialità del soccorso. Un chiaro riferimento a quello che di lì a breve sarà scritto nella I Convenzione di Ginevra nel 1864 lo si trova nella proposta di convocare un congresso nel quale si possa “formulare qual- che principio internazionale, convenzionale e sacro, che una volta accordato e ratificato servi- rebbe da base alle Società di Soccorso per i feriti nei diversi paesi d'Europa “. Altra tappa importante nella vita di Dunant è nel 1872 a Plymouth (Inghilterra ) dove

Tracce di storia 2 VI-48 Dai rapporti dei comandanti dei tre eserciti

Dai rapporti finali della battaglia, ai Bollettino ufficiale del rispettivi comandi, pubblichiamo la parte più significativa relativa al campo d’azione di comando francese Guidizzolo. Il testo completo dei rapporti è disponi- …Giusto l'ordine dato dall'Imperatore nel 23 bile per chi lo desidera. giugno alla sera, l'armata del Re doveva portarsi sopra a Pozzolengo, il maresciallo Baraguey d'Hilliers sopra Solferino, il maresciallo duca di Magenta sopra Cavriana, Rapporto a S.M. il re di il generale Niel sopra Guidizzolo, e il maresciallo Canrobert sopra Medole… Sardegna …Quindi le due armate, che marciavano una contro l'altra, si incontrarono inaspettatamente. I Nel 24 giugno, mentre le truppe francesi sotto gli marescialli Baraguey d'Hilliers e de Mac Mahon avevano ordini del signor maresciallo Baraguey d'Hilliers procede- appena oltrepassato Castiglione che si trovarono a fronte di vano sopra Solferino, tre divisioni dell'armata piemon- considerevoli forze che si disputavano il terreno. … tese si avanzavano nella direzione di Peschiera, Pozzolengo Siccome allora tutti i corpi dell'esercito alleato e Madonna della Scoperta. Esse erano precedute da due erano in marcia ad una grande distanza gli uni dagli altri, distaccamenti, i quali dovevano servire di guida alla loro così l'Imperatore si occupò anzitutto a congiungerli affinché marcia e riconoscere il terreno. potessero reciprocamente sostenersi… ...Gli avamposti austriaci, vigorosamente attac- Mentre il corpo del maresciallo Baraguey cati e abbattuti verso le ore sette del mattino furono ben d'Hilliers sosteneva la lotta a Solferino, il corpo del duca di tosto sostenuti da forze imponenti dinanzi alle quali fu Magenta erasi spiegato nella pianura di Guidizzolo al di là d'uopo ripiegare. del podere di Casa Morino e la sua linea di battaglia, … Il nemico alla fine della giornata era stato tagliando la strada di Mantova dirigeva la sua destra verso scacciato da tutte le posizioni. Cinque pezzi di cannone Medole. A nove ore del mattino esso fu attaccato da una rimasero in nostro potere qual trofeo di questa sanguinosa forte colonna austriaca preceduta da numerosa artiglieria, vittoria, in cui le nostre truppe ebbero a lottare contro forze che andò a porsi in batteria a 1000 o 1200 metri sulla superiori. Le forze del nemico secondo ogni verisimiglianza nostra fronte possono calcolarsi a 12 brigate, perché furono fatti …In questo momento una terribile tempesta, che prigionieri appartenenti a tutti questi corpi. scoppiò sopra le due armate oscurò il cielo e sospese il com- L'armata austriaca aveva spiegato tutte le sue battimento; ma, cessato l'uragano, le nostre truppe ripre- forze che si elevavano a circa 200.000 uomini. sero l'opera cominciata e scacciarono il nemico da tutte le Riprendendo l'offensiva essa aveva ripassato il Mincio ed alture che dominano il villaggio. Non andò molto che il occupate le posizioni di Pozzolengo e Solferino, e stendendo fuoco dell'artiglieria della guardia cangiò la ritirata degli la sua sinistra nella pianura di Guidizzolo, ma alla sera su Austriaci in una fuga precipitosa. tutti i punti di quel vasto campo di battaglia dovette …La divisione Vinoy, che seguitava la divisio- ripiegarsi, e porre tra essa e il vittorioso esercito alleato la ne de Luzy, uscendo da Medole, si portò nella direzione di bandiera del Mincio e le sue fortezze. una casa isolata chiamata Casanova, situata nella pianu- ra sulla strada di Mantova a due chilometri da Guidizzolo. Il capo di Stato Maggiore Il nemico si trovava in forze considerevoli da questo lato, L. G. Della Rocca s'impegnò un accanito combattimento mentre la divisione 28 giugno 1859 de Luzy marciava verso Ceresara da una parte e verso

Tracce di storia VI-49

Rebecco dall'altra. Ma particolarmente la nostra nuova artiglieria In questo momento il nemico tentò di girare la produsse sul nemico i più terribili effetti. sinistra della divisione Vinoy per lo spazio vuoto lasciato tra Essa lo colpiva a distanza cui non potevano il secondo ed il quarto corpo. Esso si avvicinò sino a 200 giungere i più grossi calibri, e seminava il terreno di metri di fronte alle nostre truppe, ma venne allora arresta- cadaveri. to dal fuoco di 42 pezzi di artiglieria diretti dal generale Quartier generale di Cavriana, 28 giugno 1859 Soleille. Il cannone del nemico venne tosto a prender parte nella lotta e la sostenne per gran parte della giornata, benché con manifesta inferiorità. Giunse la divisione de Failly, ed il generale Niel, riservando la seconda brigata di questa divisione, portò la prima tra Casanova e Rebecco verso il borghetto di Baite Rapporto del per congiungere il generale de Luzy col generale Vinoy. Il generale Niel mirava a recarsi verso Guidizzolo, tosto che il quartier generale austriaco Duca di Magenta si fosse impadronito di Cavriana, e spe- rava tagliare così al nemico la strada di Volta e Goito, ma 28 giugno 1859 per eseguire questo piano era d'uopo che le truppe del mare- sciallo Canrobert andassero a sostituire a Rebecco quelle del "L'imperiale regia armata aveva occupato, nel generale de Luzy…. giorno 21 le posizioni ad essa assegnate dietro il Mincio. Nondimeno verso le due dopo mezzogiorno il L'8° corpo d'armata si trovava all'estremità dell'ala destra maresciallo Canrobert, rassicurato sulla sua destra ed fra Peschiera e Casa Nova; il 5° fra Brentina e Salionze; il avendo riconosciuta la posizione del generale Niel, fece 1° ed il 7° di riserva presso Quaderni e San Zenone di appoggiare la divisione Renault sopra Rebecco e diede ordi- Mozzo; la riserva di cavalleria a Rosegaferro vicino a ne al generale Trochu di portare la sua brigata tra Villafranca, dove era stato trasferito sino al 20 giugno il Casanova e Baite sul punto cui si volgevano i più formida- quartier generale di S. M. l'Imperatore. bili attacchi del nemico. Tale rinforzo di truppe fresche … Questa divisione di cavalleria, appoggiata da permise al generale Niel di lanciare nelle direzioni di distaccamenti del 9° corpo d'armata, si avanzò fino a Guidizzolo una parte delle divisioni de Luzy e de Failly. Medole; il 3° ed il 9° corpo d'armata si accamparono intor- Questa colonna si avanzò fino alle prime case del villaggio; no a Guidizzolo, e l'11° corpo, come riserva presso Castel ma, trovando a fronte forze superiori stabilite in buona Grimaldo. posizione, fu obbligata ad arrestarsi. …Laonde, mentre il grosso dell'esercito austria- Il generale Trochu tolse al nemico una compa- co aveva preso nella sera del 23 una posizione da gnia di fanteria e due pezzi di cannone, ed era già arri- Pozzolengo fino a Guidizzolo, onde poi operare concentrata- vato a mezza distanza da Casanova a Guidizzolo allor- mente nella direzione del Chiese, ed attaccare l'esercito quando scoppiò l'uragano il quale venne a por fine a tale nemico nelle sue posizioni principali presso Carpenedolo e terribile lotta, che il concorso del 3° e del 4° corpo minac- Montechiaro, il nemico, o informato delle nostre intenzioni ciava di rendere sì funesta al nemico. od eseguendo un piano già stabilito, aveva, nel frattempo, In mezzo alle peripezie di questo combattimento intrapreso ugualmente un avanzamento generale e rag- di dodici ore, la cavalleria fu di possente soccorso per arre- giunto nel 23 con tutta l'armata Piemontese ed alcuni dis- stare gli sforzi del nemico dal lato della Casanova. A più taccamenti francesi (60 in 70 000 uomini) i luoghi di riprese le divisioni Partouneaux e Desvaux caricavano la Esenta, Desenzano e Rivoltella, non che le posizioni di fanteria austriaca e ruppero i suoi carrès. Castel Venzago e San Martino, mentre il grosso dell'

Tracce di storia VI-50

esercito francese occupò fortemente Castiglione delle Guidizzolo non fu abbandonato che alle ore 10 pom. dopo Stiviere, Carpenedolo e Montechiaro, ed avanzò alcuni che tutte le truppe avevano sgombrato quel luogo, dopo che distaccamenti verso Solferino e Medole. erano stati trasportati i feriti e dopo che le batterie furono …I due eserciti si incontrarono. condotte al sicuro… L'attacco nemico si sviluppò presto con impor- …L'esercito austriaco sta intiero anelante alla tante superiorità di forze su tutta la line del 5° corpo d'ar- battaglia nelle posizioni ad esso assegnate dal suo duce mata. supremo. Se anche questa volta, per la superiorità del …Sull'ala sinistra, i distaccamenti della prima nemico e pel concorso di contrarie circostanze gli fu tolta la armata, già spinti a Medole, nella sera del 23, cioè due palma della vittoria, e perciò incoraggiato e sollevato dalla battaglioni del reggimento di fanteria Arciduca Francesco coscienza non solo di aver dato all'orgoglioso assalitore Carlo, furono allo spuntare del giorno violentemente attac- ripetute prove del proprio valore e costanza, ma eziandio cati, e dopo ostinato combattimento, furono respinti verso di avergli arrecato in questo scontro gravi perdite da Guidizzolo. avere essenzialmente scosso la sua forza, o di aver per Il nemico, che l'inseguiva, s'impadronì del villag- tal modo, almeno in parte, contribuito a raggiungere il gio di Rebecco, situato tra Guidizzolo e Medole, e vi si sta- successo finale. bilì con forze imponenti. Il 9° ed il 3° corpo d'armata avanzò però da Quartier generale Austriaco Guidizzolo. L'ultimo, spintosi sulla strada maestra fino Villafranca, 28 giugno 1859 alla quagliara, non poté andar oltre quel punto, perché, malgrado ogni sforzo, non era riuscito al 9° corpo d'arma- ta di sloggiare il nemico da Rebecco. Per molte ore durò il combattimento intorno a questo luogo ove venivano inviate al nemico di Medole sempre riserve fresche… Dopo che la brigata Greschke, dell'11° corpo d'e- sercito, si era prima avanzata a Guidizzolo, onde raccoglie- re le parti già scosse del proprio e del 9° corpo, furono fatte uscire le due ultime batterie di riserva protette da due bat- taglioni e da due divisioni di cavalleria, onde colpire la cavalleria nemica, mentre, sperando sempre di essere soste- nute dalla cavalleria di riserva, le truppe dovevano unite scagliarsi un'altra volta sul nemico. Ma invano. Sempre gagliardamente strette sul fianco sinistro, quelle truppe nemmeno questa volta poterono ottenere favorevoli risultati. ...Avendo così il centro retroceduto da Solferino a Cavriana, e non potendo l'ala sinistra più farsi strada, alle 4 pom. venne decisa la generale ritirata. Essa fu protetta all'ala sinistra con grande bra- vura dei due battaglioni intatti del reggimento di fanteria Arciduca Giuseppe e dal prode 10° battaglione di cac- ciatori personalmente guidato dal comandante il corpo d'armata tenente feld-maresciallo Weigl, ed il luogo di

Tracce di storia Indice

Presentazione 3

La II guerra d’indipendenza del Risorgimento Italiano 5

La battaglia di Solferino e San Martino 9

Le immagini raccontano 21

Atti e documentazioni 38

Tutti fratelli 46

Jean Henri Dunant 47

Dai rapporti dei comandanti dei tre eserciti 48

Finito di stampare nel mese di giugno 2005 presso GVM - Volta Mantovana CDP Design Studio