Jeu sui Arnaut, que plor e vau cantan; consiros vei la passada folor, e vei jausen la joi qu’esper, denan; ara vos prec, per aquela maor Sono un poeta que vos guida al som de l’escalina, un grido unanime sovenha vos a temps de ma dolor! sono un groppo di sogni. DANTE ALIGHIERI, Purgatorio, XXVI Canto GIUSEPPE UNGARETTI, Sono un poeta (da “Vita di un uomo”)

Per un è facile riconoscere il mondo tedesco nei Mocheni di Palù o nei Cimbri di (nella parlata, nei toponimi e anche nell’abbigliamento) così come quello ladino negli abitanti della Val di Fassa o, come dice qualcuno, in quelli che vivono lungo il Noce, ma gli è praticamente impossibile riconoscere un legame linguistico della Val di Non con la Francia.

Invece… le chiavi di lettura sono molte Très ed è vero che si devono immaginare ma, per poterlo fare, è importante saper ascoltare le vibrazioni delle parole. Un suono è tuo Ton come mio Ter-mon e ci appartiene se sappiamo riconoscerlo: come quello di una campana Don che arriva all’orecchio e ci dà un piccolo pungolo Dardine invitandoci a riconoscere le priorità Priò -rité e questo, in , è ciò che veramente conta nella vita. Il monte Roen, ad esempio, si pronuncia come la capitale della Normandia e questo termine ci ricorda la facciata della Cattedrale dipinta da Monet o il calvados e, quest’ultimo, inevitabilmente s’associa al rum Rumo … se si vuole. La Rocchetta tra le rupi, porta della valle, richiama in assonanza La Rochelle con le antiche alte mura del porto, passaggio Traversara marittimo della Francia. Molte parole nonese finiscono tronche: Brez, Cis, , Dres, Flavon, Ruffré, , Tavon, Tret, accentate in fondo proprio come quelle francesi, qualcuna invece parte di slancio Toss come ad esempio , , , Dermulo, Mollaro, Mostizzolo, , Sanzenone, , Smarano, , , , ecc ... Guardando dall’alto questi luoghi Terres si prova la stessa emozione che ci procura il dipanarsi di una bobina Lover di un film d’autore o la vista di un nonno col nipote al collo Cu-nevo oppure di una donna bella che passeggia con l’ombrellino (altro Monet) e vien da chiedersi tutta questa bellezza per chi è? Tante certezze e qualche se: Se-io, Se-gonzone, Se-gno richiama in noi questa valle che pare chiusa Cloz e che invece è apertissima, e non solo geograficamente. Ora poi che la vita è digitalizzata Scanna è più facile risalire all’etimologia e, ad esempio, pensiamo che le parole come fiaba Contà o storia siano proprio adatte a questi paesi che erano già importanti centri nel mondo romano . Non fa notizia Novella l’incanto di certe montagne, di certi laghi e di certi castelli: per chi ha gambe Cagnò i percorsi sono infiniti ma anche per chi vuole stare in pace Quetta ce ne sono di adatti. Provare Proves per credere! Ci vuole un po’ di estro Vervò per fare chiarezza e dire la verità, senza troncare il discorso Taio , come quell’inglese, duro e ottuso , che prima salutò l’Italia Hallo Rom e poi, indicando la valle con un dito si mise a gridare urbanisti del cazzo, sistemate Casez quelle case e quei villini Pavillo ! Tutto questo per chiarire che se c’è un luogo in Italia che si può chiamare Piccola Francia (Francia Corta) questo è la Val di Non e siamo convinti che, per ragioni climatiche, sia una zona perfetta per produrre vini spumanti. Il suo vitigno bianco storico si chiama Maor ed è una base spumante eccezionale, paragonabile a quelle prodotte nello Champagne. Ah il fascino di certi nomi Nonomatopeici il cui significato è alla lettera! Il vitigno rosso storico si chiama Groppello ed è, come il Pinot Nero, un gran vino sia nella versione ferma che in quella spumantizzata. Si produce (ma non solo) a Revò e Rêve in francese significa sogno e dunque, con un po’ di fantasia, potremo tradurre il nome di questa uva in Piccolo groppo di sogni.

da un’idea di

Arsio/Banco/Baselga//Caltron/Carnalez/Coredo/Cressino//Dercolo/Dovena/Fondo/Lauregno/Livo/Maiano/Malgolo//Mechel/ Mollaro//Portolo/ /Preghena/Rallo/Salobbi/Salter/San Felice//Senale/Tuenetto/Varollo/Vigo.