Accademia Dei Rozzi
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ACCADEMIA DEI ROZZI Anno XVI - N. 30 IL SALUTO DEL NUOVO DIRETTORE Sono particolarmente orgoglioso del compito che il Collegio ha voluto conferirmi affidando- mi la direzione di “ACCADEMIA DEI ROZZI”, la nostra rivista divenuta ormai un presti- gioso veicolo di conoscenza della storia di Siena e di diffusione del suo straordinario patri- monio culturale. Molti importanti enti italiani e stranieri: università, biblioteche, centri di studio e di ricerca storica ne fanno richiesta e non vogliono perderne nemmeno un numero, a conferma di un apprezzamento che onora la nostra Accademia ed avvalora le numerose eccellenze nei campi dell’arte e della scienza che Siena ha generato nella sua storia plurisecolare . Anche per questo motivo non posso esimermi dall’esprimere la mia gratitudine a chi mi ha preceduto nell’importante incarico, l’Avv. Giancarlo Campopiano, a cui si deve riconoscere pure il merito di aver fatto nascere la rivista ormai 15 anni fa, nonchè alla redazione ed al coor- dinatore editoriale, Dr. Ettore Pellegrini, che curando la rivista con amorevole e proficuo impegno, assicura ed assicurerà il rispetto della linea editoriale e il livello dei contributi che saranno pubblicati nei prossimi numeri. A tutti i Soci, con il mio cordiale saluto, vada l’augurio di buona lettura, nella certezza che sapranno apprezzare la qualità dei contenuti e la ricchezza iconografica della nostra pubbli- cazione accademica. Renzo Marzucchi Fig. 1 Maestro del Polittico di Trapani, Madonna con Angeli e Santi, (Trapani, Museo Regionale Agostino Pepoli). Gli studi su questo ignoto maestro hanno fatto pensare ad un artista senese e in particolare a Taddeo di Bartolo. “Un misto di forme senesi-pisane-siciliane”. Testimonianze della cultura artistica toscana nella Sicilia del ‘300: esempi pisani e senesi di GIUSEPPE INGAGLIO “Un misto di forme senesi-pisane-siciliane” (Maria Accascina) Questo testo è la sintesi di una conferenza tenuta tenza e circolazione delle opere e degli artisti; dal Prof. Ingaglio il 7 novembre 2007, a Siena, nel la precarietà delle testimonianze artistiche, corso di una serata organizzata dal “Centro Studi non di rado riemerse dalle sedimentazioni Farma Merse”. con lacune e sovente a livello di frammenti, nonostante la ricchezza e la qualità della pro- duzione; la complessa situazione storica e Ogni studio o ricerca sulla produzione arti- politica della Sicilia del Trecento caratterizza- stica e sulla cultura figurativa di un determi- ta da insicurezze e contraddizioni. nato arco cronologico e contesto geografico Nella Sicilia del XIV secolo, infatti, nonostan- non può prescindere dalla riflessione che pre- te la debolezza del potere centrale e le incer- cedentemente altri studiosi, sebbene con tezze politiche, che hanno portato a definire il approcci, metodi e principi diversi, hanno Trecento in Sicilia come il secolo dell’anarchia compiuto. Questo “racconto” sulla presenza degli artisti feudale, s’è sviluppata una feconda stagione senesi e toscani nella Sicilia del Trecento non artistica, soprattutto ricca di diversi apporti può non raccogliere le precedenti esperienze culturali. Ciò è dovuto in gran parte non sol- di chi s’è interessato dell’arte tardo medievale tanto agli scambi commerciali, particolarmen- in Sicilia e più specificatamente della pittura te vivaci nelle città portuali siciliane, ma trecentesca. Lo stato delle ricerche su tale anche alle alleanze, non sempre costanti e argomento attualmente, se da una parte ha durevoli, tra le diverse famiglie feudali e fra visto una crescente attenzione di studiosi queste con gli esponenti delle dinastie coin- qualificati insieme ad una “letteratura sponta- volte nella contesa della corona di Sicilia e nea e locale”, dall’altro attende ancora un suo riconducibili a diverse aree culturali italiane approfondimento ed una sua sistemazione. ed europee: Napoli, Toscana, Francia e Ciò è dovuto per una molteplice serie di Catalogna. Tale situazione culturale aveva già motivi, che qui si tenta di sintetizzare in alcu- le sue radici nell’età precedente, normanna e ni punti principali e preminenti: la frammen- federiciana, e perdurerà anche nel secolo suc- tarietà delle fonti coeve, che non sono gene- cessivo, con una spiccata influenza culturale rose di notizie circa la produzione, commit- iberica a seguito del nuovo assetto politico. 3 Fig. 2 Madonna con Bambino tra Sant’Agata e San Bartolomeo (Messina, Museo Regionale). Fig. 4 Sant’Anna con la Madonna e il Bambino tra due santi Fig. 5 Flagellazione di Cristo tra i confrati 4 (Palermo, Museo Diocesano). (Palermo, Museo Diocesano). In questa trama di rapporti commerciali e affermare se siano state eseguite in Sicilia culturali, direttamente ovvero indirettamente ovvero siano opere d’importazione. tramite Napoli, è più evidente ed individua- Non mancano opere che, pur presentando bile l’apporto della cultura artistica di tutta la ascendenze senesi e toscane, nel coacervo Toscana e di Pisa e Siena in particolare. Tra le degli intrecci culturali siciliani, si arricchisco- diverse culture che figurano nel patrimonio no di cifre orientaleggianti, importate in artistico trecentesco dell’Isola quella toscana, Sicilia dall’area veneto bizantina nelle sue diverse inflessioni, è la più forte sia dell’Adriatico. Tra queste si può qui ricordare come numero di presenze che di qualità. una Madonna con Bambino tra s. Agata e s. A seguito delle migrazioni delle famiglie feu- Bartolomeo, conservato nel Museo Regionale dali e mercantili (la nuova “aristocrazia citta- di Messina, risalente alla prima metà del sec. dina”), nonché dietro la diffusione degli XIV (fig. 2). Il trittico presenta nell’articolata Ordini religiosi, soprattutto mendicanti, e posizione del Bambino uno spiccato accento degli spostamenti dei loro esponenti, per- senese, ma nelle vesti della Vergine e di s. mangono ancor oggi le testimonianze di una Agata si colgono temi decorativi tipici della serie di opere d’importazione. produzione orientale. Messina, com’è noto, Sono tuttavia pochi gli artisti che si trasferi- aveva un ruolo di primaria importanza nello scono in Sicilia per un soggiorno più o meno prolungato: tale tendenza continuerà nei stoccaggio delle merci siciliane, soprattutto secoli successivi, soprattutto alla fine del della seta grezza, e nei traffici commerciali Cinquecento e nella prima metà del secolo con il Mediterraneo orientale e con Venezia, successivo, con figure di rilievo, quale l’inge- data la sua posizione geografica; non è da gnere militare senese Tiburzio Spannocchi ed meravigliarsi che, accanto e frammisti a moti- il pittore Filippo Paladini. vi toscani e senesi, convivano elementi di Da Siena viene Andrea Vanni, documentato natura orientale, sia islamica che bizantina, dal 1353 al 1413, che nel 1384 è «ito in riletti e tradotti dalla sintesi veneziana. Si Cicilia a dipengere» e le cui opere sono raf- viene così a determinare a Messina una sta- frontabili a quelle del Maestro del Polittico di gione feconda nella quale le botteghe locali Trapani, di cui più avanti si tratterà. acquistano un ruolo di mediazione tra le Senese è anche Nicola Di Magio ( o Di Maggi o Di Magino), dimorante dalla fine del seco- lo fino al terzo decennio del Quattrocento a Palermo, dove è custodito un frammento di un polittico con Maria in trono e s. Caterina. Egli, infatti, nel Trittico di s. Cristina si firmerà nel 1402 cives de urbe Panormi. Dal 1405 lavo- rerà a Trapani per i Domenicani. Giovanni Di Pietro, dopo un soggiorno a Napoli, il pisano giunge in Sicilia: la sua atti- vità, nella seconda metà del Trecento, è qui rappresentata dalla tavola del S. Nicola in cat- tedra, proveniente dalla chiesa San Nicolò la Latina in Sciacca ed oggi conservato nella Galleria Regionale della Sicilia Palazzo Abatellis a Palermo. Vi è tuttavia un cospicuo numero di opere di autori, il cui nome è ancora inesorabilmente ignoto. Di esse, testimoniando una paternità decisamente toscana, pur tuttavia non si può Fig. 3 5 diverse culture e favoriscono l’importazione Dalla Sicilia transita anche Antonio di di artisti, opere e modi figurativi. Francesco, detto Antonio Veneziano, forse Addentrandosi nel secolo, tuttavia, saranno perché veneziano di nascita. Nel 1360 è cita- prevalenti le influenze toscane e senesi, anche to nei libri del Duomo di Siena per alcune nelle oreficerie. Il calice di s. Antonio abate, opere, oggi perdute; tra il 1384 ed il 1387 proveniente dalla chiesa eponima di Sciacca lavora a Pisa sia nel Camposanto per le Storie ed oggi conservato nel tesoro della locale di s. Ranieri, sia in Duomo. Da qui si trasferi- Chiesa Madre, è stato assegnato da Maria rà in Spagna, dove si spegnerà sul finire del Accascina ad una bottega messinese, che nel secolo. Nel 1388 firma a Palermo la tavola del tardo Trecento si sarebbe ispirato a modelli Ruolo della Confraternita San Nicolò Reale, oggi senesi (fig. 2). Il poco consueto piede circola- al Museo Diocesano di Palermo: l’opera, re si può riscontrare, infatti, anche in altre rea- caratterizzata da una suggestiva scena della lizzazioni toscane e senesi tardo trecentesche Flagellazione di Cristo tra i confrati (fig. 5) secon- e quattrocentesche. Nella stessa chiesa sicilia- do Maria Concetta Di Natale, fu inviata da na si conserva un altro calice, pressoché Pisa ed ha influenzato diversi autori siciliani coevo, la cui coppa però è stata sostituita nel successivi per la realizzazione delle tavole su corso del Settecento da un argentiere trapa- cui venivano dipinti gli elenchi dei sodalizi nese, come dichiara il marchio. religiosi, siano essi confraternite, conventi, Questi esempi testimoniano un’intensa circo- collegi di canonici ed abbazie. lazione di prodotti e di modelli senesi e tosca- Proprio per l’abbazia di San Martino delle ni che hanno influenzato le botteghe sicilia- Scale, nei pressi di Palermo, il noto pittore ne. È molto difficile costruire un percorso pisano Turino Vanni, nato nel 1348 e morto rigorosamente cronologico delle opere ed in nel 1438, firma nell’ultimo decennio del diversi casi non si hanno elementi certi per Trecento, la tavola trilobata della Madonna in poter affermare se si tratti di opere d’impor- trono con Angeli e Santi, oggi alla Galleria di tazione ovvero realizzate in loco.