Nuova Corvina Numero 31 (2018.)
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Fedél 7 mm-31.qxp_Fedél 13 mm-20 2019. 09. 23. 20:26 Page 1 ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA 1088 Budapest, Bródy Sándor u. 8. Tel.: 483-2040 Fax: 317-6653 www.iicbudapest.esteri.it E-mail: [email protected] Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 1 Direttore responsabile Gian Luca Borghese Addetto Reggente dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest Comitato di redazione Imre Barna Budapest Zsuzsanna Fábián Università degli Studi Eötvös Loránd di Budapest Ilona Fried Università degli Studi Eötvös Loránd di Budapest György Domokos Università Cattolica Pázmány Péter di Piliscsaba János Kelemen Università degli Studi Eötvös Loránd di Budapest László Pete Università degli Studi di Debrecen Imre Madarász Università degli Studi di Debrecen József Pál Università degli Studi di Szeged Giampaolo Salvi Università degli Studi Eötvös Loránd di Budapest Antonio Donato Sciacovelli Università di Turku (Finlandia) Gyo˝zo˝ Szabó Università degli Studi Eötvös Loránd di Budapest Luigi Tassoni Università degli Studi di Pécs Coordinamento redazionale: Michele Sità Università Cattolica Pázmány Péter di Piliscsaba Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 2 Gian Luca Borghese Presentazione 5 Letteratura, lingua e società: Italia e Ungheria a confronto Luigi Tassoni Figure a memoria: Cesare Garboli 8 Roberto Ruspanti Ungheresi a Trieste 21 Amedeo Di Francesco La rivoluzione ungherese del 1956 e la Preghiera di Márai: un’interpretazione provvisoria 30 János Kelemen Qualche considerazione sull’identità della filosofia italiana 41 Anna Nagy Natura e ragione. Epicuro e Leopardi sul linguaggio 46 Maria Teresa Angelini La presenza di aspetti del mondo magiaro in alcune novelle di Matteo Maria Bandello 61 Eleonora Papp Alcuni aspetti trasversali e comuni tra la Dorottya di Mihály Csokonai Vitéz e Il giorno del Parini 66 Mirjam Julia Papp János Vitéz: un poema popolare o una fiaba d’arte classica? 76 Vanessa Martore Ricerca in poesia o poesia di ricerca? L’approccio teorico della sperimentazione del Gruppo 93 nell’attività d’avanguardia degli anni Ottanta del Novecento 81 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 3 2018 N31 Marco Mezzadri Insegnamento della lingua italiana e tecnologie: un incontro a misura di cervello 86 Bruno Mastroianni Bene-dire: scegliere con cura le parole per vivere meglio in rete 96 Paolo Orrù «Parlare» di politica in rete. Aspetti linguistici della comunicazione online sulla pagina Facebook di Matteo Salvini 103 Michele Sità La comunicazione solitaria della società contemporanea 115 Recensioni Anna Bognár Il grande poeta della Grande Guerra 130 Eleonora Papp Lo spettatore 132 Luigi Tassoni De Angelis da oscurità sondabili 134 Beáta Tombi Di liber’uomo Esempio 138 Adriana Vignazia Prospettive culturali fra intersezioni, sviluppi e svolte disciplinari in Italia e in Ungheria. Atti del convegno tenutosi a Budapest il 3-4 maggio 2017 142 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 4 Divieto di riprodurre in tutto o in parte gli articoli senza citarne la fonte. Istituto Italiano di Cultura 1088 Budapest, Bródy Sándor u. 8. HU ISSN 1218-9472 Progetto grafico di Piergiorgio Maoloni Preparazione: Monographia Bt. Stampa: Pauker Nyomda Budapest, dicembre 2018 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 5 Presentazione GIAN LUCA BORGHESE ADDETTO REGGENTE DELL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI BUDAPEST ICCHISSIMI GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE OFFERTI DAL N. 31 DELLA NUOVA CORVINA CON CONTRI- BUTI CHE AFFRONTANO IL TEMA DELLA LINGUA ITALIANA E, PIÙ IN GENERALE, DEL LINGUAGGIO, DALLE SUE POSSIBILI ORIGINI, FILOSOFICAMENTE INDAGATE, ALL’EVOLUZIONE DEI SUOI MEZZI DI ESPRESSIONE, DIFFUSIONE E INSEGNAMENTO, ATTRAVERSO LE PIÙ RECENTI TECNOLOGIE INFORMA- TICHE E DIGITALI. TECNOLOGIE CHE NON SOLO RAPPRESENTANO UN NUOVO STRUMENTO DI ESPRESSIONE, MA CHE CREANO ANCHE L’ASTRATTO LUOGO DELLA COMUNICAZIONE, DELL’INCONTRO in rete, dove la scelta del lessico, delle pause e della punteggiatura risponde, in modo più o meno apprezzabile, ad esigenze molto precise di efficacia, immediatezza, Rconcisione. E se l’eccesso delle possibilità comunicative, nel frastuono delle singole voci, riduce ognuna di esse a un soliloquio, la lingua allora perde la sua funzione di strumento comunicativo, tende a sviluppare tutti i tratti tipici di un esercizio solita- rio e autoreferenziale. Il futuro della lingua parlata e scritta corre dunque lungo un percorso interes- sante e accidentato, ma l’indagine delle assonanze, delle analogie e dei possibili contatti tra autori italiani e ungheresi, dal Rinascimento al Settecento illuminista, non è meno affascinante, i risultati dell’indagine non meno pertinenti rispetto a particolari registri linguistici ancora vivi nella lingua letteraria italiana e ungherese, l’una commentata con finezza interpretativa dal poliedrico critico Cesare Garboli, l’altra vissuta con sofferta sensibilità da Sándor Márai, autore molto amato in Italia. NC 12.2018 5 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 6 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 7 Letteratura, lingua e società: Italia e Ungheria a confronto Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 8 Figure a memoria: Cesare Garboli LUIGI TASSONI UNIVERSITÀ DI PÉCS L’ AUTOBIOGRAFIA NELLA CRITICA NA FOTOGRAFIA DELL’APRILE 1984 RITRAE UN PICCOLO GRUPPO DI SCRITTORI E CRITICI DI FRONTE AL PUBBLICO DEL RIDOTTO DEL TEATRO METASTASIO A PRATO, UN GRUPPO COSÌ ETEROGENEO E DI GENERAZIONI DIVERSE LÌ RIUNITO A PARLARE DELLA POESIA DI SANDRO PENNA. AL TAVOLO SIE- DONO: CESARE GARBOLI, SECONDO DA SINISTRA, POI NATALIA GINZBURG, PIERO BIGONGIARI, Giovanni Raboni, e infine chi scrive quest’articolo. Vorrei partire dalla foto gra fia del convegnino penniano per raccontare a modo mio Cesare Garboli, giusto a 90 anni Udalla nascita. Lo avevo conosciuto, grazie a Piero Bigongiari, nell’anno della mia tesi su Penna, discussa con lui a Firenze. Bigongiari e Garboli erano due personaggi diversissimi: compassato, e come sospeso in un suo pianeta colto e accessibile il primo; e reattivo, inquieto, stimolato dalle proprie ‘corrispondenze’ il secondo. Ac- comunati certo da una rara passione per il dialogo, e entrambi narcisisti a modo loro, un modo che li aveva candidati per vie opposte a essere due maestri senza scuola. Allora Garboli viveva nella grande casa di famiglia, con intorno uno spa zio- so terreno con alberi da frutta (meli in particolare), che sembrava un abito di due o tre taglie più grandi dopo il dimagrimento forzato di chi l’abitava. Vi si era rifugiato, come ha raccontato più volte, dopo l’assassinio di Aldo Moro, da quel tragico 1978 che tutti abbiamo vissuto con uno sgomento senza precedenti e come un discrimi - ne storico. Questi e altri particolari interessanti li hanno raccontati meglio di me due scrittrici: Sandra Petrignani nel suo libro dedicato alla storia di Natalia Ginz- NC burg, La corsara, e Rosetta Loy in Cesare1. Dopo averli letti, ho assaporato con pia - 12.2018 cere quel difficile nesso tra biografia e critica, dal quale per anni abbiamo cercato 8 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 9 [FIGURE A MEMORIA: CESARE GARBOLI] Da sinistra Garboli, Ginzburg, Bigongiari, Raboni, Tassoni di immunizzarci con la serietà dei nostri studi, ma che, condito di imbarazzo, non può che trapelare dai pori del nostro pensiero. Come considerare altrimenti L’an- gelo e il suo doppio2, dedicato a Penna, che pubblicai per cruda coincidenza nel 2004, l’anno in cui moriva Garboli? Non una parziale remunerazione per un debito intellettuale diretto, non un riconoscimento di competenze, non una derivazione filologica, ma proprio l’altra parte di un dialogo in praesentia e a distanza di vent’anni rispetto a quel suo Penna papers3, nel quale il poeta ritornava ad acqui- sire una fisionomia interpretativa, anche se non sempre nella direzione che a me era più congeniale, ma comunque in modo disinibito, che consentiva al testo di par- lare. Per me Penna, non primo fra i contemporanei precocemente studiati sin dalla metà degli anni Settanta, e tantomeno esclusivo, acquistava consistenza nelle ca- ratteristiche del suo canzoniere aperto (differente da quello di Saba), in questa chiave il più tipico che nel Novecento si fosse visto, e perciò avevo cercato di com- prenderne i nessi necessari. Per Garboli, associato alla lettura del verso, era il risul- tato di un metodo senza metodo grazie al quale i suoi autori erano personaggi di un romanzo di formazione e dell’esperienza: in quest’intreccio critico e creativo si muove a sua volta il personaggio Cesare, protagonista a volte schivo e disattento, a volte tagliente e appassionato, e sempre dentro allo spazio che unisce misteriosa- mente le opere al loro autore. Per comprenderlo basterà una breve citazione da Penna papers, che ha un sapore tolstojano: Penna è incapace di pensare che il piacere di vivere dipenda da altro che da se stessi. È, in questo, sommamente maschile. Di solito, gli uomini sono adulti nella loro orga- nizzazione virile, e infantili nella loro sostanza profonda. Penna è esattamente il con- trario. È adulto nella sua sostanza profonda, e infantile nella sua disorganizzazione, nel suo disadattamento esteriore4. Garboli nei primi anni Ottanta lo incontravo quasi settimanalmente a Vado, nella grande sala dove lavorava, e dove, lui in poltrona e io sul divano, incrociavamo di- scor si i più vari, sul filo della sua inappagata curiosità. Alla parsimonia dei fioren- NC tini, pre feriva la generosità dei suggerimenti, e per questo mi coinvolse come per 12.2018 9 Nuova Corvina 31.qxp_Nuova Corvina 19 2019. 10. 02. 13:28 Page 10 [LUIGI TASSONI] mettermi alla prova nella sua idea della rivista «Paragone», serie di letteratura, che curava con affetto e familiarità tanto per Anna Banti quanto per Roberto Longhi, per lui maestro di rari equilibri nella scrittura e di acuminate relazioni umane… «a tacer d’altro» (come mi fece scrivere in uno dei miei articoli che vagliava con me- ticolosa cura e su cui interveniva con correzioni che non erano, però, né arroganti né indiscutibili).