Andreotti Nel «Caso Pecorelli» Parla Mannaia

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Andreotti Nel «Caso Pecorelli» Parla Mannaia Domenica 1 I oprile 1993 PoliticaJ p;iKin;i 3ru Questione Il pentito di Cosa Nostra ha chiamato in causa il senatore de Riaperta l'inchiesta sull'omicidio del giornalista di Op morale legato a Licio Gelli e ai servizi segreti. Altre rivelazioni sui misteri d'Italia, da Moro alla morte di Dalla Chiesa Andreotti nel «caso Pecorelli» Parla Mannaia. I giudici: «È un verbale sconvolgente» Un verbale «sconvolgente». Sconvolgente e il rac­ relli ucciso perchè ormai sa­ conto fatto dal pentito di Cosa Nostra, Francesco peva troppo e non era più af­ Marino Mannoia, al giudice Giancarlo Caselli. In fidabile? Nella sua esecuzio­ quel verbale, si parla dell'omicidio del «giornalista» ne quanto ha pesato la vi­ Mino Pecorelli. E compare il nome del senatore Giu­ cenda di Aldo Moro? Quale il ruolo di Giulio Andreotti? E i Un giornalista lio Andreotti. L'inchiesta, delicatissima, e stata ria­ killer: erano «uomini d'ono­ perta. Vi lavorano, insieme, i giudici delle procure di re»? Si fanno, per il momen­ Roma e di Palermo. to, ipotesi a mezza bocca, e sono davvero «sconvolgenti». a cavallo della P2 Mettono i brividi. GIAMPAOLO TUCCI Hanno parlato anche d'al­ •• ROMA Nel novembre del da prendere con le molle, intri­ erò, Buscelta e Mannoia. Al 1980, il suo avvocalo disse: se di sottintesi e allusioni, che M ROMA. È stata riaperta Giancarlo Caselli si e reca­ centro del loro racconto, i «Sarebbe molto interessante pescavano negli ambienti più l'inchiesta sull'omicidio del to negli Stati Uniti, per inter­ presunti rapporti tra il sena­ scoprire la verità su questa segreti del potere politica, for­ «giornalista» Mino Pecorelli, e rogare, sui rapporti mafia- tore a vita e i boss. Quelli del­ morte, perche sicuramente ze armate, magistratura. Noti­ ad essa hanno lavorato insie­ politica, lui e Tommaso Bu- la mafia perdente, innanzi­ non sarebbe una venia "priva­ zie vere, annegate in un mare me, per due mesi, i giudici di scetta, i due pentiti storici di tutto: la mafia di Stefano ta"...». Carmine Pecorelli («Mi­ di falsità. Il settimanale fu an­ Roma e quelli di Palermo: Cosa Nostra. Li ha incontrati Bontade. Gii incontri sareb­ no») era stato ucciso da pochi che definito «un letamaio di in­ agli atti, adesso, c'ò un verba­ tra sabato 3 e mercoledì 7 bero stati organizzati dai cu­ mesi, il 20 marzo del 1979. Gli sinuazioni... in mezzo al quale, le «sconvolgente». Contiene aprile. Brani di quei verbali gini Salvo, che Andreotti dice spararono alle otto e mezzo di a volte, diamanti rappresentati le nuove rivelazioni fatte da sono già stati inviati al Sena­ di non aver mai conosciuto. sera, mentre tornava a casa, at­ da notizie esattissime, docu­ Francesco Marino Mannoia. to, dove, il M aprile, si co­ Va ricordato che furono i traverso il finestrino dell'auto. mentate fino alla virgola-. Il pentito di Cosa Nostra chia­ mincerà a discutere della ri­ boss americani in contatto Un primo colpo lo raggiunse Alcune uscite, rilette anni chiesta d'autorizzazione a alla bocca. Il killer, per sicurez­ ma in causa Giulio Andreotti. con Stefano Bontade ad oc­ dopo, alla luce di nuovi avve­ Mannoia ha parlato di questa procedere nei confronti di za, poi premette il grilletto altre cuparsi del finto rapimento nimenti, sono stupefacenti Un e d i altre torbide vicen de con Andreotti, cui la procura di due volte. esempio. Quando «Op» era an­ di Michele Sindona. Si deli­ Giancarlo Caselli, capo della Palermo ha notificato un av­ Su di lui le definizioni si so­ cora un'agenzia di stampa, il 2 nca, dunque, uno scenario procura di Palermo. viso di garanzia per «concor­ no sprecate: faccendiere, ricat­ luglio del 1975, pubblicò una «Ora si saprà tutta so in associazione mafiosa». mostruoso. P2, poteri dello La novità e clamorosa. tatore, «razzolatore», «fustigato­ notizia, dai titolo: «Il Mo­ Slato, Cosa Nostra. ro...bondo». Due mesi dopo, Giulio Quell'omicidio, infatti, rap­ 1 verbali sono "ancora co­ re di costumi a tassametro»... I misteri d'Italia. In verità, i ecco Pecorelli scrivere: «Un Andreotti, presenta uno dei tanti buchi perti dal segreto istruttorio. Era nato a Sessano, il 11 giu­ pentiti avevano già comin­ funzionario al seguito di Ford senatore a vita la verità, la gente neri della nostra storia politi­ Perciò, le congetture, le ipo­ gno del 1928. Laureato in giuri­ ciato, benché superficial­ in visita a Roma ebbe a dichia­ de. A sinistra. co-giudiziaria. Mino Pecorel­ tesi, le indiscrezioni, si sono sprudenza, fece il civilista per mente, per allusioni, a rac­ rare: "Vedo una Jacqueline nel Mino Pecorelli li, direttore dell'agenzia OP sprecate e si sprecano. L'at­ diversi anni; quando entrò nel luturo della vostra penisola"", (Osservatore Politico), fu uc­ tenzione era concentrata, so­ contarli. Tommaso Buscetta giornalismo non era più giova­ era stanca di tacere» con spietata allusione a una ciso il 20 marzo 1979, alle prattutto, su Buscctta. Il «boss (amico di Salvo Lima), par­ nissimo. A Roma, in via Tacito tragedia simile a quella di Dal- ore 20.30. Tre colpi di pisto­ dei due mondi» ebbe, fino ai lando davanti alla commis­ numero 50, fondò «Op». las, nella quale Jacqueline presa in considerazione imme- L'inchiesta prosegui fra svolte Maria Falcone, sorella del giudice: «Le rivelazioni di la, uno alla bocca. Il «giorna­ primi anni ottanta, rapporti sione Antimafia, disse: Cos'era «Op>? Un'agenzia di Kennedy rimase vedova. Un dialament.'. Poi, invece, que­ clamorose e lunghi silenzi. lista» era in stretto contatto diretti con Salvo Lima, il po­ «Qualcuno non volle salvare stampa, che, per breve tempo, Buscetta e Marino Mannoia sono un successo della crescendo, che si concluse sto scandalo clamoroso è stato Coinvolse anche Giusva Fiora­ con i vertici dei servizi segre­ tente andreottiano morto Moro». E, a proposito del ge­ usci anche come «settimanale società civile, di quanti non hanno sopportato la con un ultimo, agghiacciante ritenuto a lungo la chiave per vanti e'Licio Gelli e fini con ti, generali e ufficiali iscritti ammazzato nell'aprile del nerale Dalla Chiesa: «Non la di fatti e di notizie», ribattezza­ morte di Giovanni e Paolo Borsellino». Rita Costa, flash: «Il ministro morirà a chiarire l'assassinio del giorna­ •non luogo a procedere». alla P2. Personaggio equivo­ '92. E. dunque, chi meglio di mafia, ma un'altra entità vo­ to nel mondo politico come maggio». Pecorelli. in quei me­ lista. Saltò anche fuori che il 21 Quando Mino Pecorelli mo­ vedova del procuratore: «Voglio vedere ora se sa­ co, che ha attraversato alcu­ lui può raccontare e spiegare leva ucciderlo nel 79». Fran­ «settimanale di falsi e di nequi­ si, aveva deciso che la De -era marzo, giorno successivo all'o­ ri, la De gli voltò le spalle: «era ranno finalmente individuati i mandanti». Ma Gelli ne delle vicende più inquie­ l'intreccio tra boss, apparati cesco Marino Mannoia: «LÌ­ zie», Mino Pecorelli era iscritto allo sbando», stava «aprendo ai micidio. Pecorelli sarebbe do­ solo un piccolo ricattatore che non è contento delle rivelazioni di Buscetta e Man- tanti degli anni settanta. Fino dello Stato, esponenti politi­ GIO Gelli era il "banchiere" alla P2 e «Op» godeva di un no­ comunisti-, non garantiva più vuto andare a Treviso, per par­ millantava credito»; fu il coro. al sequestro Moro. Sul quale ci? Chi meglio di lui può chia­ dei corleonesi... Il suicidio di tevole prestigio all'interno de­ noia e accusa i giudici «malati di protagonismo».. • •• gli alleati Usa. K. con -Op», avi' lare con il giudice Domenico Ma e evidente il contrario. La egli scrisse con tono «profeti­ rire il ruolo che in quell'in­ Roberto Calvi e stato una si­ gli ambienti massonici. I.icio va cominciato a sostenere il I.abozzett.i: il magistrato stava sorella, alcuni giorni dopo il fu­ co». Licio Gelli diramò una treccio ha avuto Giulio An­ mulazione, Calvi e stato Gelli in persona aveva dirama­ Nuovo partito popolare di Ma­ indagando proprio sullo scan­ nerale, rilasciò un'intervista: circolare agli > affiliati della dreotti? • strangolato da Francesco Di to una circolare aRh afliliali al­ rio Foligni (per poi cambiare dalo del petrolio. Mesi dopo, «Quello che mi fa più male è la loggia segreta per comunica­ Carlo, e da altri uomini d'o­ la Loggia P2. per chiedere loro A quanto sembra, però, le idea l'anno successivo). un collaboratore di Mino Peco­ fuga dei politici. Perché dicono re loro di «inviare dati, nomi e nore su mandato di Pippo di inviare «dati, nomi e fatti» al­ •1 ROMA. Le rivelazioni di del procuratore della Repub­ sorprese maggiori vengono A cosa lavorava Mino Peco- relli scrisse su «Oggi»: «L'assas­ che non conoscevano Mino, se fatti» alla redazione di OP da­ Calò. Lo uccisero, perche si la redazione di «Op», perche Tommaso Buscelta e France­ blica Gaetano Costa, assassi­ da Francesco Marino Man- adesso «possiamo disporre di reili, quando fu ucciso? Aveva sinio di Pecorelli ha troncato la tutti sanno che Mino li cono­ to che «ora possiamo dispor­ era appropriato di un'ingen­ sco Manno Mannoia? «Sono nato dalla mafia 13 anni fu,Un noia. Il riserbo e totale. Ritor­ una nostra agenzia di stampa». pubblicalo una sene di articoli, sua indagine, proprio nel mo­ sceva, cne parlava con loro, un successo della società civi­ re di una nostra agenzia di te somma di denaro, che ap­ delitto ancora impunito. Do­ na, come un'ossessione, «Op», fra l'aprile del 19*8 e il dal molo «Petrolio e manette» mento in cui gli si era fatta che telefonava? Conosceva le». A sostenerlo è Maria Fal­ po aver rilevato che Buscetta e stampa».
Recommended publications
  • Mandatory Data Retention by the Backdoor
    statewatch monitoring the state and civil liberties in the UK and Europe vol 12 no 6 November-December 2002 Mandatory data retention by the backdoor EU: The majority of member states are adopting mandatory data retention and favour an EU-wide measure UK: Telecommunications surveillance has more than doubled under the Labour government A special analysis on the surveillance of telecommunications by states have, or are planning to, introduce mandatory data Statewatch shows that: i) the authorised surveillance in England, retention (only two member states appear to be resisting this Wales and Scotland has more than doubled since the Labour move). In due course it can be expected that a "harmonising" EU government came to power in 1997; ii) mandatory data retention measure will follow. is so far being introduced at national level in 9 out of 15 EU members states and 10 out of 15 favour a binding EU Framework Terrorism pretext for mandatory data retention Decision; iii) the introduction in the EU of the mandatory Mandatory data retention had been demanded by EU law retention of telecommunications data (ie: keeping details of all enforcement agencies and discussed in the EU working parties phone-calls, mobile phone calls and location, faxes, e-mails and and international fora for several years prior to 11 September internet usage of the whole population of Europe for at least 12 2000. On 20 September 2001 the EU Justice and Home Affairs months) is intended to combat crime in general. Council put it to the top of the agenda as one of the measures to combat terrorism.
    [Show full text]
  • CARMINE PECORELLI E LA SUA ATTIVITA' La Morte Violenta Di Una Persona, a Meno Che L'uccisione Non Sia Frutto Di Un Raptus Im
    CARMINE PECORELLI E LA SUA ATTIVITA’ La morte violenta di una persona, a meno che l’uccisione non sia frutto di un raptus improvviso o di una malattia mentale, trova la sua ragione d’essere in motivazioni profonde che sono inscindibilmente legati alla persona dell’ucciso. Necessariamente quindi per individuare i suoi assassini deve analizzarsi la personalità di Carmine Pecorelli nella molteplicità dei suoi rapporti interpersonali, siano essi di natura privata o collegati alla sua attività nelle varie forme in cui essa si è manifestata. Solo comprendendo la sua personalità è possibile trovare la causa della sua uccisione. E’ necessario, quindi, analizzare, anche se brevemente, la personalità e la attività di Carmine Pecorelli per capire la causa della sua morte. Le fonti di prova sul punto permettono di affermare che Carmine Pecorelli ha partecipato con fervore alla vita sociale e politica del paese. Egli, infatti, alla giovane età di sedici anni si è arruolato volontario per combattere la seconda guerra mondiale a fianco degli alleati e contro i tedeschi, successivamente, benché svolgesse la professione forense come avvocato civilista, con specializzazione in diritto fallimentare, ha sentito il bisogno di un maggiore impegno nella vita politica e, lasciata la professione forense, si è dedicato alla attività giornalistica fondando, con un intermezzo durante il quale egli è stato portavoce del ministro Sullo, l’agenzia di stampa OP che nel marzo 1978 si è trasformata in rivista settimanale. Della sua partecipazione alla vita sociale e politica ne è esempio il giudizio che di lui ha dato nel corso del processo l’avvocato Sebastiani che, nel riferire delle minacce subite da Pecorelli (sul punto si tornerà tra breve), espressamente dichiara: “era un uomo, per me era un coraggioso votato a tutto, tant’è che nei processi per diffamazione a mezzo stampa nessun giornalista ha affrontato il dibattimento perché nessuno poteva dimostrare che era un ricattatore” Il giudizio espresso da Sebastiani porta all’esame della attività di Carmine Pecorelli.
    [Show full text]
  • Tommaso Buscetta Sul Caso Moro E Sull’Omicidio Del Giornalista Carmine Pecorelli
    CAPITOLO X LE DICHIARAZIONI DI TOMMASO BUSCETTA SUL CASO MORO E SULL’OMICIDIO DEL GIORNALISTA CARMINE PECORELLI Nel corso del gia’ citato interrogatorio reso al P.M. di Palermo in sede di commissione rogatoria internazionale negli Stati Uniti il 6 aprile 1993, Tommaso Buscetta, oltre a riferire quanto a sua conoscenza sul Sen.Andreotti in riferimento al caso gia’ esaminato del processo Rimi, rivelava ulteriori circostanze riguardanti l’odierno imputato in relazione a vicende delittuose della massima gravita’ avvenute verso la fine degli anni 70. Dal complesso di tali dichiarazioni emergeva invero un presunto intreccio tra i segreti del caso Moro – conclusosi tragicamente con l’uccisione dello statista da parte delle Brigate Rosse il 9 maggio 1978 - ed i delitti del giornalista Carmine Pecorelli (commesso in Roma il 20 marzo 1979) e del Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa (consumato in Palermo il 3 settembre 1982). Nel corso del suddetto interrogatorio il Buscetta infatti riferiva in sintesi che: ¥ il "referente politico nazionale cui Lima Salvatore si rivolgeva per le questioni di interesse di Cosa Nostra che dovevano trovare una soluzione a Roma era l’onorevole Giulio Andreotti"; ¥ cio’ esso Buscetta aveva sentito in carcere dal 1972 in poi da molti uomini d'onore e gli era stato riferito esplicitamente dai cugini Salvo; ¥ mai l’on.Lima gli aveva riferito alcunche’ sul suo rapporto con l’On.Andreotti "relativamente a Cosa Nostra"; ¥ il livello del rapporto esistente tra Cosa Nostra e l’on.Andreotti poteva comprendersi nel quadro delle vicende riguardanti gli omicidi del giornalista Carmine Pecorelli e del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa; ¥ con riferimento a quest’ultimo era accaduto nel 1979 che egli, su incarico personale di Stefano Bontate, aveva contattato durante la comune detenzione al carcere di Cuneo il brigatista rosso Lauro Azzolini chiedendogli "se le B.R.
    [Show full text]
  • MORO E IL SIGNORE DELL'anello Di Paolo Cucchiarelli
    Caso Moro Inchieste e controinchieste Moro e il signore dell’Anello Si chiamava l’Anello. Era una struttura dei servizi segreti mai scoperta prima. Oggi da documenti inediti emerge che gestì il rapimento Cirillo, fece fuggire Kappler. E scoprì il «covo» delle Br, mentre il presidente dc era nelle mani dei terroristi di Paolo Cucchiarelli* È la chiave del caso Moro. Cercata, invano, per anni. Oggi comincia a emergere. E offre nuove spiegazioni non solo di quel sequestro, ma anche di tanti altri affari neri (oscuri) d’Italia. Aiuta a ricomporre i frammenti della tragedia del presidente democristiano, rapito 25 anni fa dalle Brigate rosse, ma anche del caso Cirillo, della fuga di Kappler (il responsabile delle Fosse Ardeatine), di traffici di armi e di petrolio. Dal dopoguerra alla metà degli anni Ottanta ha operato in Italia un superservizio segreto, clandestino, alle dipendenze (informali) dalla presidenza del Consiglio. Nome in codice: l’Anello. Questo superservizio, pochi giorni dopo il rapimento di Moro, individua il «covo» br di via Gradoli, a Roma, comunica la notizia a Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, e a un (dolente) Francesco Cossiga, ministro dell’Interno. Ma l’ordine è: restare fermi. «Moro vivo non serve più a nessuno», è la conclusione di Andreotti. L’Anello e le sue attività sono oggetto di un’inchiesta in via di conclusione a Roma. Il pubblico ministero Franco Ionta ha da poco chiesto al giudice per le indagini preliminari di archiviare il caso, poiché ormai nessun reato è ipotizzabile o perseguibile, anche perché in molti casi è già scattata la prescrizione.
    [Show full text]
  • Senato Della Repubblica Camera Dei Deputati – 561 – Epoca Sia
    Senato della Repubblica– 561 – Camera dei deputati XIV LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI epoca sia avvenuto l’incontro, forse anche prima del ‘79», offrendo una ulteriore conferma della incertezza dei propri ricordi. Per contro, gia` nel corso dell’esame reso al dibattimento per l’omici- dio di Salvo Lima, Buscetta aveva riferito che Badalamenti gli aveva detto espressamente e chiaramente che era andato a trovare il senatore Andreotti nel 1979. Il Tribunale evidenziava, ancora, che Buscetta, nel corso dell’esame reso il 9 gennaio 1996, aveva, tra l’altro, dichiarato che aveva incontrato i Rimi all’Ucciardone nel 1971: era pero` risultato documentalmente pro- vato che Buscetta non avrebbe potuto colloquiare in carcere con i Rimi prima della sentenza della Cassazione intervenuta il 4 dicembre 1971 in quanto il medesimo non era a quell’epoca detenuto. Buscetta – latitante sin dal giugno del 1963 – era stato arrestato dalla Polizia di Brooklyn il 25 agosto 1970 e rimesso in liberta` il 4 dicembre successivo; si era reso subito irreperibile per la Polizia statunitense e si era reso latitante per la Polizia italiana dopo l’emissione a suo carico del- l’ordine di cattura n. 20/71 R.O.C. della Procura della Repubblica di Pa- lermo del il 21 luglio 1971. Successivamente era stato: – arrestato dalla Polizia brasiliana solo il 3 novembre 1972; – estradato in Italia il 3 dicembre successivo; – tradotto all’Ucciardone il 5 dicembre 1972. I predetti riscontri dimostravano inconfutabilmente che l’episodio era almeno da considerarsi frutto di un errato ricordo. Secondo il Tribunale, la comprovata propensione del Buscetta a tra- sformare in certezze anche ricordi sfocati o incerti era confermata da ul- teriori rilievi sulle notevoli contraddizioni del medesimo in ordine al luogo ove si sarebbe svolto il prefato incontro.
    [Show full text]
  • The Making of the Padanian Nation: Corruption, Hegemony, Globalization And
    The making of the Padanian Nation: Corruption, Hegemony, Globalization and Legitimacy Sinan Celiksu Submitted in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy under the Executive Committee of the Graduate School of Arts and Sciences COLUMBIA UNIVERSITY 2014 ©2014 Sinan Celiksu All rights reserved ABSTRACT The making of the Padanian Nation: Corruption, Hegemony, Globalization and Legitimacy Sinan Celiksu This dissertation examines the relationship between state failures and state legitimacy in Italy. The study is based on a one-year ethnographic field research in Varese City. The political party Northern League and its followers (Leghisti) has been chosen to observe the state-society relationships. It has been discovered that among others, three factors were instrumental in the process by which the state-society relationships has been deteriorated so as to open the path for an alternative legitimacy claim such as Padanian nationalism. Initially, revelations of political corruption and illegal state practices, failure of the state to address problems related to globalization such as global economic integration and uncontrolled immigration were instrumental. Later, struggle of hegemony and subjugation between the League and the state has been another important cause for deteriorated relationships. This study also provides qualitative data on the processes by which those deteriorated relationships and state failures contributed the rise of xenophobia and suggests that this failures of the state coupled with the problems brought about by the uncontrolled immigration and global economic expansion is likely to open a path for criminalization of both immigrants and local people. Table of Contents LIST OF GRAPHS, IMAGES, AND ILLUSTRATIONS ...........................................
    [Show full text]
  • Il Misterioso Gruppo II P
    Il misterioso Gruppo II P Roberto Fagiolo, Chi ha ammazzato Pecorelli. Ombre, sospetti e interrogativi su uno dei grandi misteri della Repubblica, Nutrimenti, euro 18,00 stampa di PAOLO PREZZAVENTO L’omicidio di Mino Pecorelli rimane a tutt’oggi uno dei più inquietanti misteri che hanno funestato la storia d’Italia. Non è esagerato affermare che, se si riuscisse a chiarire una volta per tutte chi furono i mandanti e gli esecutori di questo vero e proprio delitto politico, molti degli intrecci più oscuri della nostra storia patria potrebbero essere risolti. Ecco perché questo nuovo libro del giornalista RAI Roberto Fagiolo (di cui abbiamo già recensito su PULP LIBRI il libro Topografia del caso Moro) dedicato alla vicenda dell’assassinio Pecorelli rappresenta un contributo fondamentale per evidenziare fino a qual punto si sono spinte le indagini su questo delitto e su quale soglia di impunità si sono fermate. In questa storia sono coinvolti tutta una serie di personaggi della politica e dell’imprenditoria che continuano tuttora a condizionare la nostra vita istituzionale. Personaggi che furono in qualche modo implicati nel delitto Pecorelli, ma che non sono mai stati arrestati né tantomeno incriminati. Eppure avevano tutto l’interesse a far fuori questo giornalista scomodo, fondatore della rivista settimanale OP(Osservatorio Politico), che metteva in piazza tutti i segreti più inconfessabili della politica, dell’imprenditoria, dei Servizi Segreti, del Vaticano e perfino della Magistratura. Ma procediamo con ordine. Il 29 Marzo 1976 venne arrestato a Roma Albert Bergamelli, il capo della cosiddetta Banda dei Marsigliesi, in seguito a un’indagine sulla famigerata Anonima Sequestri.
    [Show full text]
  • Signora Lo Jacono, Non È Dato Sapere Da Quale Fonte Risulti Che Il Figlio Della Teste Fosse Candidato Ad Una Carica Politica E
    signora Lo Jacono, non è dato sapere da quale fonte risulti che il figlio della teste fosse candidato ad una carica politica e, in secondo luogo, che trattasi di affermazione del tutto sprovvista di logiche argomentazioni e, in sé, poco credibile, essendo inverosimile che una incensurata signora di 69 anni rischi un’accusa di falsa testimonianza e, quel che è peggio, renda dichiarazioni accusatorie, la cui rilevanza per la posizione dell’imputato Andreotti non poteva sfuggirle, al solo fine di procurare pubblicità al figlio, quasi che questo fosse l’unico modo per propagandare efficacemente la candidatura del suo rampollo. Rileva, ancora, la sentenza impugnata che: “Vi sono però sul punto anche le testimonianza di Gioacchino Pennino, socio in affari con Gaetano Sangiorgi in un laboratorio di analisi a Palermo, e Brusca Giovanni, complice nell’uccisione dello zio Ignazio Salvo, i quali riferiscono di avere appreso in circostanze diverse la medesima cosa e cioè che Giulio Andreotti aveva regalato un vassoio di argento per il suo matrimonio, che la polizia lo aveva ricercato ma non lo aveva trovato perché nascosto da Gaetano Sangiorgi. Anche in questo caso le notizie, anche se in situazioni diverse, possono collocarsi a ridosso della perquisizione subìta da Gaetano Sangiorgi anche perché, come riferito dallo stesso Sangiorgi, egli era stato arrestato nel gennaio 1994 in Francia ove si era rifugiato, e le notizie non possono essere state date che tra la fine di luglio 1993 e il gennaio 1994. Esse, poi, sono state date, a parere della corte, oltre che per soddisfare il suo desiderio di apparire “bravo e intelligente”, anche per dare rassicurazioni al suo ambiente mafioso sull’esito della perquisizione subita per la ricerca proprio del regalo ricevuto da Giulio Andreotti.
    [Show full text]
  • Ten Years Italy
    Fredrick A. Rothhaar FARO IV From the series MANAGEMENT – MY LIFE Managing Director Behind Bars TEN YEARS ITALY Rick’s Publishing Budapest TABLE OF CON T EN T S • PREFACE ..........................................................................................5 A REAL ITALIAN ..............................................................................7 FARO‘S JOURNEY TO ITALY ...........................................................11 BEAUTIFUL VERONA .....................................................................17 TASTY VERONA .............................................................................21 THE TROJAN HORSE .....................................................................25 ITALY IN UPHEAVAL .......................................................................33 A STORY FROM MOGADISHU ......................................................41 THE SALE OF A COMPANY ............................................................43 THE NEW BOSS ............................................................................49 PANDORA’S BOX ...........................................................................51 THE TAMING OF THE FIELD STAFF ..............................................55 THE TEMPORARY INJUNCTION OF MONTINI TROTTI ..................59 THE PROSECUTION .......................................................................61 THE STAFF’S BETRAYAL ................................................................63 A STORY FROM PALERMO ............................................................65
    [Show full text]
  • Processo Pecorelli
    N.3/99 Reg. sent. N. 1/94 RG. Notizie di reato P. M D.D.A. N 4/95 R.G. Trib. Corte Assise e N. 5/95 R.G.; N.1/96 R.G.; N. 2/96 R.G. Data del riuniti. Deposito REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO La Corte di Assise di Perugia composto dai Signori: Data di irrevocabilità Dott.GIANCARLO ORZELLA Presidente Dott.NICOLA ROTUNNO Giudice Esecuzione Sig. GILBERTO GATTICCHI Giudice Pop. D.ssa ANNA RITA CATALDO “ “ Sig. ALBERTO ALUNNI “ “ Dott. MARCELLO FICOLA “ “ Sig.ra IVANA BEI “ “ Scheda Sig. STEFANO AVELLINI “ “ ha pronunciato e pubblicato in data 24.9.1999 la seguente Campione S E N T E N Z A Nei confronti di: 1 1) CALO’ Giuseppe, nato a Palermo il 30.9.1951, ivi residente P.zza Giuseppe Verdi, 6; attualmente detenuto p.a.c. presso Casa Reclusione di Spoleto. - Rinunciante a comparire – DIFENSORI DI FIDUCIA: Avv. Rosa CONTI del Foro di Perugia e Avv. Corrado OLIVIERO del Foro di Roma sostituito in udienza dall’Avv. Walter BISCOTTI del Foro di Perugia; 2) ANDREOTTI Giulio, nato a Roma il 14.1.1919 elettt.te domiciliato c/o lo studio del difensore Avv. Franco Coppi in Roma Via Arno, 21 - libero non comparso – (già presente all’ud. del 11.4.1996) DIFENSORI DI FIDUCIA: Avv. Franco COPPI del Foro di Roma sostituito in udienza dall’Avv. Giovanni BELLINI del Foro di Perugia e Avv. Odoardo ASCARI del Foro di Modena sostituito in udienza daal’Avv.Stelio ZAGANELLI del Foro di Perugia. 3) VITALONE Claudio, nato a Reggio Calabria il 7.7.1936 elett.te domiciliato c/o lo studio del difensore Avv.
    [Show full text]
  • Brigate Rosse
    Brigate rosse caso Moro AB DIK-260T. AB DIK-260T, stampante (stampatrice) proveniente dagli uffici del Sismi (già in uso presso il RUS, Raggruppamento Unità Speciali dell’Esercito) utilizzata dai terroristi delle Brigate rosse durante la prigionia di Aldo Moro I16995 - ALGRANATI RITA, agguato via Mario Fani: staffetta. Rita Algranati, terrorista delle Brigate rosse: partecipazione col ruolo di staffetta all’agguato compiuto in via Mario fani il 16 marzo 1978 I16996 - ALGRANATI RITA, brigatista rossa: contatti col SISDE. Alessio Casimirri e Rita Algranati, terroristi delle Brigate rosse resisi latitanti all’estero (Nicaragua) e protetti dal SISMI I16997 - ANDREOTTI GIULIO, sequestro Moro ed esecutivo di unità nazionale: i governi Andreotti “ter” e “quater”. Governi Andreotti ter e quater: marzo 1978, periodo coincidente col sequestro del presidente della Democrazia cristiana (DC) Aldo Moro I16998 - ANDREOTTI GIULIO, sequestro Moro e governo di unità nazionale. Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio dei ministri nel governo di unità nazionale (1978) I16999 - ANDREOTTI GIULIO, sequestro Moro. Sequestro e assassinio del presidente della DC Aldo Moro: Giulio Andreotti, le Brigate rosse e il Vaticano I17000 - ARIATA MARIO. Mario Ariata, estremista di sinistra I17001 - AUTOVETTURE BLINDATE. Autovetture blindate per il trasporto di personalità a rischio attentati: 28+3 I17002 – BALZERANI BARBARA, caso Moro: libro “Compagna luna”. Barbara Balzerani, terrorista delle Brigate Rosse autrice del libro sul caso Moro (sequestro e assassinio) intitolato “Compagna luna” I17003 - BARBAGIA ROSSA, deposito armi per conto delle Brigate rosse. Barbagia rossa, gruppo armato dell’estrema sinistra indipendentista sarda: custodia di armi per conto dell’organizzazione terroristica Brigate rosse I17004 - BARBARO DINO. Dino Barbaro, “l’uomo dal cappotto di cammello” presente in via Mario Fani immediatamente dopo l’agguato brigatista alla scorta dell’Onorevole Aldo Moro I17005 - BISCIONE FRANCESCO MARIA, storico: caso Moro.
    [Show full text]
  • Pecorelli, Dalla Chiesa E Moro: Un Intreccio Da Rivedere
    Il delitto Pecorelli Inchieste e controinchieste Pecorelli, Dalla Chiesa e Moro: un intreccio da rivedere Il lungo saggio che pubblichiamo è stato scritto da Vladimiro Satta, un’archivista del Senato che si è a lungo cimentato in tentativi gratuiti, peraltro miseramente falliti, di smontare i misteri che circondano molte delle vicende italiane del dopoguerra. Satta, capace sul piano della ricerca storica, ma povero di strumenti critici e di cognizioni politiche, appartiene - sia detto senza offesa e con il massimo rispetto - a quella schiera di pseudo “anime candide” che accusano di dietrologia chiunque non si accontenti delle verità ufficiali e che - come lui fa di solito - rifiutano di appiattirsi su verità di comodo. Ciononostante in questo saggio il Satta mostra una insospettata lucidità che, pur portando a conclusioni banali e minimaliste, rende il suo lavoro degno di considerazione. Ed è per questo che lo pubblichiamo. di Vladimiro Satta La tragica fine del giornalista e direttore della rivista O.P. Carmine (Mino) Pecorelli, assassinato a Roma il 20 marzo 1979, si è trasformata via via in una vicenda di importanza storica a causa degli sviluppi attraversati in sede giudiziaria. Infatti, secondo le parole del teste Tommaso Buscetta, sulle quali si era basata la sentenza di appello emessa nel 2002 dal Tribunale di Perugia, il delitto sarebbe stato strettamente collegato per un verso al caso Moro (1978) e per un altro all'omicidio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa (1982)1. 1 Il 6 aprile 1993 l'ex “uomo d'onore” di Cosa Nostra dichiarò testualmente alla magistratura di Palermo: “Secondo quanto mi disse Badalamenti, sembra che Pecorelli stesse appurando ‘cose politiche’ collegate al sequestro Moro.
    [Show full text]