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CONCESSIONE BORDOLANO STOCCAGGIO (BORDOLANO – CR)

IMPIANTO DI COMPRESSIONE E DI TRATTAMENTO GAS VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A PROCEDURA DI VIA

STUDIO AMBIENTALE PRELIMINARE ALLEGATI

Contratto n. Comm. 022051 REL. 00-BG-E-94821 Giorgi Suppo Ancillai Rev. 0 Data: Nov. 2012 Elaborato Verificato Approvato

Stogit SpA Stogit SpA Snam Rete Gas Novembre 0 Emissione SAIPEM Conti Maroli SpA 2012 Molica REV. DESCRIZIONE PREPARATO VISIONATO CONTROLLATO ACCETTATO DATA

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ALLEGATI

ALLEGATO A Riferimenti autorizzativi

ALLEGATO B Cave di approvvigionamento inerti

ALLEGATO C Criteri generali di sicurezza – analisi dei malfunzionamenti

ALLEGATO D Monitoraggio del clima acustico (ante-operam) – Novembre 2011

ALLEGATO E Centrale di Stoccaggio Gas di Bordolano, Impianto di Compressione e Trattamento Gas. Sintesi delle principali modifiche impiantistiche e dei relativi impatti ambientali.

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ALLEGATO A

RIFERIMENTI AUTORIZZATIVI

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Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Parere positivo circa la compatibilità ambientale del Campo Stoccaggio gas di Bordolano – Decreto exDSA-DEC-2009-0001633 del 12/11/2009

Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per l’Energia, Struttura DG-RIME (prot. 0021579 del 28/10/2011); Regione Lombardia, La Giunta, Deliberazione n. IX/2422 seduta del 26/10/2011:”Favorevole volontà di intesa Stato-Regione in merito all’istanza di variazione del programma lavori relativo alla Concessione di Stoccaggio gas naturale in sotterraneo denominata “Bordolano Stoccaggio” a favore della Società Stoccaggi Gas Italia S.p.A. (STOGIT)”

Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare d’intesa con la Regione Lombardia “Approvazione della variazione del programma dei lavori della Concessione BORDOLANO STOCCAGGIO”, Roma 28/12/2011

Agenzia del Demanio, Filiale Lombardia – Sede di Milano; “Trasmissione D:M. 28/12/2011 di approvazione della variazione del programma dei lavori della Concessione di stoccaggio convenzionalmente denominata “Bordolano Stoccaggio”nel territorio del Comune di Bordolano (CR)”, prot. 2012/1844/F-MI del 02/02/2012

ARPA, Dipartimento della Provincia di , “Parere in merito al Piano di Monitoraggio STOGIT – Comune di Bordolano; prot. N. 78730 del 03/06/2010

Stogit S.p.A., trasmissione: “Nuovo impianto di stoccaggio gas di Bordolano – Concessione BORDOLANO STOCCAGGIO. Decreto di compatibilità ambientale DSA- DEC-2009-001633 del 12/11/2009 – progetto mitigazione paesaggistica nuovo impainto” al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici, Roma e p.c. al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Geenrale Valutazioni Ambientali, Roma (OPER/PERM prot. 220/RC, 12/03/2012) Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee; Servizio IV Tutela e qualità del paesaggio: “Bordolano (CR) – Impianto stoccaggio gas, Parere favorevole in merito al progetto mitigazione paesaggistica nuovo impianto”; prot. DG/PBAAC/34.19.04/18420/2012

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ALLEGATO B

CAVE DI APPROVVIGIONAMENTO INERTI

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CAVE DI APPROVVIGIONAMENTO INERTI

L’approvvigionamento di inerti per la realizzazione del nuovo impianto di Bordolano dovrà essere realizzato utilizzando le cave autorizzate, intese come attività estrattiva ed impianto di vagliatura, frantumazione e lavaggio, presenti all’interno degli Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) definiti dalla Pianificazione Provinciale ai sensi della Legge Regionale della Lombardia n.14 del 08/08/1998. Il Piano Provinciale distingue essenzialmente due tipologie di ATE, quelli di terreni Argillosi (a) e quelli di sabbie e ghiaie (g); per la tipologia di lavori previsti per la realizzazione del nuovo impianto di stoccaggio di Bordolano, rilevati ed opere in calcestruzzo, gli ATE considerati sono quelli di sabbie e ghiaie. Per il settore ghiaie e sabbie, il Piano Provinciale di Cremona è stato approvato dalla Regione Lombardia con D.C.R 27 maggio 2003 n. VII/804, successivamente modificato con D.C.R. 25 gennaio 2005 n.VII/1145 e revisionato nel 2009 (Iter di approvazione regionale in corso); quello della Provincia di Brescia è stato approvato dalla Regione Lombardia con D.C.R 25 novembre 2004 n. VII/1114. Considerata la definizione del progetto di “Pubblica Utilità” si ritiene che l’approvvigionamento di inerti potrà avvenire dagli Ambiti Territoriali Estrattivi in cui sono stati individuati volumi dedicati al Fabbisogno Straordinario (Tabella B/1 - Lista ATE del Settore Ghiaia e Sabbia della Provincia di Cremona). Il Piano Provinciale di Cremona non prevede l’opera in oggetto in quanto approvato in data nettamente antecedente.

Come risulta dalla Figura B/1, gli ATE codice “g #” sono ubicati lungo il fiume Adda, Oglio e Po; gli ATE sui fiumi Adda ed Oglio estraggono prevalentemente inerti di tipo ghiaioso ed in subordine sabbioso, mentre quelli sul fiume Po sono prevalentemente sabbie medio-fini. In quasi tutti gli ATE sono presenti impianti di vagliatura e frantumazione e sono quindi in grado di fornire materiali in fuso granulometrico secondo specifica. Generalmente, specialmente per quanto riguarda le cave sui fiumi Adda ed Oglio, è molto più difficile avere la fornitura di “tout venant” di cava in quanto il maggiore valore aggiunto è ricavato dalla lavorazione del materiale. Dalla revisione del Piano Provinciale della Provincia di Cremona risulta, ad Agosto del 2009, un ingente residuo dei volumi autorizzati e di quelli pianificati (Tabella B/2).

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VOLUMI PREVISTI PREVISIONE DEL PIANO PROVINCIALE CAVE DI AMBITI TERRITORIALI ESTRATTIVI DALLA REVISIONE CREMONA 2003-2012 DEL 2009 Area Estrattiva Area Estrattiva Fabb. Fabb. ATE Fabb. Ord. Fabb. Strord. Ord. Straord. Codice Comune Sup. Tot. Sup. m2 Vol m3 Sup. m2 Vol m3 Vol m3 Vol m3

ATE g1 Rivolta d'Adda 275.000 66.000 418.400 40.000 252.000 400000 252000 ATE g2 e 155.000 40.000 112.000 - - 0 0 ATE g3 Crema e 250.000 80.000 256.000 85.000 270.000 250000 270000 ATE g4 Crema 80.000 35.000 400.000 - - 1061790 0 ATE g5 e Soncino 160.000 160.000 700.000 - - 100000 0 ATE g6 460.000 230.000 541.000 - - 139194 0 ATE g7 Castelleone 340.000 60.000 187.500 - - 0 0 ATE g8 75.000 40.000 430.000 - - 287840 0 ATE g9 210.000 120.000 391.000 - - 234190 0 ATE g10 44.400 44.400 80.000 - - 0 0 ATE g11 340.000 100.000 530.000 - - 530000 0 ATE g12 e Castelleone 422.000 335.000 1.600.000 - - 330000 0 ATE g13 Cappella Cantone 50.000 50.000 309.000 - - 0 0 ATE g14 Robecco d'Oglio 142.500 142.500 285.000 - - 32640 0 ATE g15 Grumello Cremonese e 435.000 350.000 650.000 - - 151095 0 ATE g16 Grumello Cremonese 150.000 120.000 597.500 - - 263604 0 ATE g17 Crotta d'Adda 280.000 280.000 1.031.000 - - 770887 0 ATE g18 Crotta d'Adda 5.000 5.000 13.000 - - 0 0 ATE g19 290.000 290.000 989.000 - - 250000 0 ATE g20 200.000 140.000 800.000 - - 160000 0 ATE g21 50.000 40.000 150.000 - - 200000 0 ATE g22 90.000 90.000 148.000 - - 150000 0 ATE g23 50.000 50.000 139.000 - - 113460 0 ATE g24 Gerre de' Caprioli e 473.400 186.000 135.000 700.000 2.100.000 150000 20000 ATE g25 Stagno Lombardo 500.000 180.000 650.000 - - 488215 0 ATE g26 Soncino 211.500 211.500 1.500.000 - - 510000 0 ATE g28 Corte de'Cortesi 500000 450000 ATE g29 Crema 190.000 190.000 1.735.000 - -

VOLUMI TOTALI 14.777.400 2.622.000 7.072.915 992.000

Tabella B/1 – Lista ATE settore ghiaia e sabbia della provincia di Cremona e volumi pianificati per il piano approvato nel 2003 e dalla revisione del 2009

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ordinario straordinario TOTALE 16.480.30 Disponibilità Piano vigente 3.922.000 20.402.300 0 10.840.66 Volumi autorizzati al 31.08.2009 2.480.000 13.320.665 5 Volumi escavati al 31.08.2009 8.050.949 920.000 8.970.949 Volumi residui al 31.08.2009 rispetto al Piano 8.429.351 3.002.000 11.431.351 Volumi residui al 31.08.2009 rispetto alle 5.636.635 1.442.000 7.081.635 autorizzazioni  Disponibilità Piano vigente: le volumetrie di sostanze minerali di cava di cui il Piano prevede la coltivazione all’interno delle superfici estrattive;  Volumi autorizzati al 31.08.2009: corrispondono ai quantitativi di cui è stata effettivamente autorizzata dalla Provincia di Cremona l’escavazione dall’entrata in vigore del Piano fino alla data indicata;  Volumi scavati al 31.08.2009 rispetto al Piano: volumetrie materialmente asportate, calcolate in base agli atti rilasciati, compresi i volumi autorizzati;  Volumi residui al 31.08.2009 rispetto alle autorizzazioni: quantificano i materiali ancora residenti nella pianificazione e all’interno delle superfici inserite nel Piano. Tabella B/2 – Volumi pianificati, autorizzati e residui degli ATE ghiaia e sabbia

Il Piano Cave vigente della provincia di Cremona, approvato nel 2003 e con validità fino al 2013 (art. 13 comma 1 L.R. 14/2009), individua una disponibilità volumetrica ordinaria pari a 16.480.300 m3, da distribuire nell’arco dei dieci anni di validità del Piano stesso; ma alla data del 31.8.2009, risultano ancora da autorizzare 5.639.635 m3 e ancora da estrarre 8.429.351 m3. Le disponibilità residue complessive sono quindi maggiori del fabbisogno triennale calcolato: tuttavia, in attuazione degli indirizzi citati nel paragrafo precedente, si è ritenuto che ad alcuni ambiti fosse opportuno attribuire nuovi volumi disponibili. In particolare, sono state operate le seguenti scelte: 1. agli ambiti con volume esaurito (g1, g3, g22) o in via di esaurimento (g5, g9, g16, g21, g23) sono stati aggiunti volumi ulteriori in misura pari al triplo del volume scavato negli ultimi anni, arrotondato per eccesso e comunque mai inferiore a 100.000 m3, per un totale di 1.430.000 m3 ; 2. agli ambiti il cui volume disponibile, così come attribuito dal PPC 2003, non permetteva di conferire all’area di cava una morfologia ottimale ai fini del raggiungimento del recupero finale pianificato (g17, g19, a cui si aggiunge la cava di recupero Rg1) sono stati aggiunti volumi ulteriori adeguati ad ottenere il corretto rimodellamento delle aree, per un totale di 644.000 m3;

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3. agli ambiti caratterizzati da situazioni aziendali puntuali (g4, g20, g24) sono stati aggiunti volumi ulteriori nella misura forfetaria di 150.000 m3 ciascuno, per un totale di 450.000 m3; 4. agli ambiti oggetto di osservazioni che sono state accolte dalla Provincia (g6 e g22) sono stati aggiunti volumi ulteriori nella misura necessaria ad ottenere gli effetti di approvvigionamento di materia prima e/o di recupero finale giudicati opportuni, per un totale di 105.000 m3.

Pertanto con la revisione sono stati inseriti volumi ulteriori per 2.629.000 m3. In totale, all’atto dell’entrata in vigore della revisione, i volumi ordinari autorizzabili ammonteranno a 5.639.635 + 2.629.000 = 8.268.635 m3, mentre quelli ancora da scavare ammonteranno a 8.429.351 + 2.629.000 = 10.058.351 m3. Alla luce dello stato della Pianificazione, anche se i volumi del Fabbisogno Straordinario non sono espressamente dedicati all’opera in oggetto, si ritiene che l’approvvigionamento di inerti non costituisca un problema né dal punto di vista ambientale, né di mercato. In Figura B/1 viene visualizzata l’ubicazione degli ATE del settore ghiaia e sabbia della provincia di Cremona e di quelli più prossimi all’area di progetto ricadenti nel territorio della provincia di Brescia.

Gli Ambiti Estrattivi più vicini alla Nuova centrale di Bordolano sono quelli sul Fiume Oglio: 10 km circa, mentre quelli sul fiume Adda e quelli in provincia di Brescia (ATE g49 e g50) si trovano a circa 30 km di distanza. Sono molto più distanti, circa 60 km, quelli situati lungo il Fiume Po. I percorsi indicati in Figura B/1 sono stati stimati cercando di evitare i maggiori centri abitati e percorrendo comunque la viabilità principale; percorsi alternativi, probabilmente utilizzati dai mezzi pesanti, non sono stati analizzati in questa fase dell’indagine. Si ritiene comunque che l’approvvigionamento di inerti non comporti un incremento dei mezzi sulla viabilità utilizzata in quanto il sito è ubicato all’immediata periferia di Bordolano.

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Figura B/1 – Ubicazione ATE ghiaia e sabbia della provincia di Cremona e Brescia ed alcuni percorsi stradali.

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ALLEGATO C

CRITERI GENERALI DI SICUREZZA – ANALISI DEI MALFUNZIONAMENTI

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CRITERI GENERALI DI SICUREZZA – ANALISI DEI MALFUNZIONAMENTI

Premessa Vengono di seguiti identificati i principali malfunzionamenti di processo e sviluppata l’analisi qualitativa dei conseguenti eventi incidentali (eventi incidentali di riferimento) in grado di generare possibili impatti sull’ambiente. L’esperienza storica indica che eventi incidentali accaduti nelle centrali di stoccaggio gas naturale non hanno mai portato a conseguenze di rilievo né per l’ambiente né per le persone. Inoltre le scelte progettuali di costruzione ed esercizio sono state implementate al fine di eliminare o comunque minimizzare le cause di guasto e relative conseguenze di eventuali rilasci ambientali.

Identificazione degli eventi incidentali di riferimento Considerando il tipo di installazione in oggetto, le principali deviazioni atte a generare eventuali danni ambientali sono essenzialmente correlate al possibile rilascio di sostanze pericolose. Di seguito si riportano le principali sostanze pericolose presenti in impianto e le relative modalità di stoccaggio:  gas naturale (infiammabile/esplosivo): trattandosi di un impianto di stoccaggio gas, esso è ovviamente presente in grandi quantità, sia stoccato nei giacimenti che movimentato in tubazioni ed in macchinari dinamici;  olio lubrificante (infiammabile): stoccato in due serbatoi interrati a doppia parete, ciascuno avente capacità geometrica di 15 m3;  metanolo (infiammabile/tossico): sono presenti due serbatoi di stoccaggio, entrambi interrati ed a doppia parete, aventi capacità geometrica rispettivamente di 35 m3 e 325 m3;  gasolio (infiammabile/pericoloso per l’ambiente): serbatoio interrato avente capacità geometrica pari a 18 m3. Pertanto si possono identificare i seguenti eventi incidentali di riferimento:  rilascio di sostanza gassosa (gas naturale),  rilascio di sostanza liquida (olio lubrificante, metanolo, gasolio). Per entrambi i tipi di rilascio, il malfunzionamento principale da cui si possono generare è sicuramente la perdita di tenuta/rottura di un’apparecchiatura atta a contenere la sostanza in oggetto. Relativamente al rilascio di sostanza gassosa, inoltre, è necessario considerare anche il rilascio di gas naturale dalla candela di sfiato.

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Prima di procedere con lo studio dei possibili effetti di tali rilasci, si ritiene utile riportare i principali criteri di sicurezza implementati in fase progettuale, atti a prevenire e minimizzare l’effetto di eventuali malfunzionamenti all’interno dell’impianto. Per una trattazione completa ed esaustiva si rimanda alla specifica documentazione progettuale.

Criteri generali di sicurezza Il nuovo impianto di stoccaggio Gas di Bordolano è progettato in modo da operare in sicurezza e da minimizzare l’impatto ambientale rispettando i vincoli di legge e quanto previsto dalle autorizzazioni degli enti preposti. Per ottenere una progettazione intrinsecamente sicura di tutte le facilities sono perseguiti alcuni criteri generali di Sicurezza e Antincendio, con lo scopo di:  minimizzare le conseguenze di un evento incidentale,  minimizzare le possibilità di potenziali eventi pericolosi,  assicurare un ambiente di lavoro sicuro per il personale,  assicurare che siano previsti i sistemi adeguati di evacuazione,  provvedere sufficienti dispositivi di sicurezza e di ridondanza per rivelare, isolare e minimizzare rilasci incontrollati di sostanze pericolose,  provvedere sistemi appropriati di protezione dal fuoco,  minimizzare il rischio di inquinamento ambientale da rilasci accidentali. La progettazione tiene conto delle specifiche ENI E&P, ed in particolare dei seguenti criteri:  la filosofia dei sistemi di protezione deve basarsi sul verificarsi di un solo evento, di proporzioni credibili, per volta;  la barriera preventiva primaria degli impianti è rappresentata dall’integrità di tutte le parti metalliche; la prima regola da osservare è quindi quella di progettare tutte le apparecchiature presenti in una stessa area, per la massima pressione idraulica ammissibile;  la barriera preventiva secondaria di un’area di impianto è generalmente di tipo strumentale e deve essere progettata in modo da isolare tutte le apparecchiature presenti nell’area, in corrispondenza dei limiti di batteria dell’area stessa.

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Disposizione Planimetrica (Layout) Nella realizzazione della planimetria generale dell’impianto di Stoccaggio Gas di Bordolano, per la scelta della posizione e della distanza reciproca fra le principali unità ed apparecchiature, si è tenuto conto:  dei vincoli di legge (e di eventuali altre indicazioni normative, come le “Linee Guida Serbatoi Interrati” redatte dall’ARPA lombarda),  dei criteri di sicurezza citati nelle specifiche di ENI E&P,  della direzione dominante dei venti,  di un’adeguata separazione tra le aree in cui sono presenti sostanze infiammabili e le aree provviste di servizi di emergenza, attrezzature di sicurezza, vie di fuga, aree sicure o con aree con possibili fonti di innesco,  del coinvolgimento dell’ambiente esterno nei vari scenari incidentali (insediamenti abitativi, strade ecc.),  dei potenziali danni dovuti ad eventi incidentali (incendio, rilascio di sostanze pericolose, esplosioni ecc.). Inoltre sono stati presi in considerazione i seguenti principi:  provvedere ad accessi adeguati a tutte le aree per i mezzi di manutenzione ed antincendio,  localizzare gli sfiati in modo da causare la minima interferenza e il minimo rischio per le persone e per l’impianto,  rispettare i requisiti della classificazione delle aree pericolose relative alle apparecchiature elettriche,  localizzare le valvole di emergenza in modo che il rischio di coinvolgimento nello sviluppo di uno scenario incidentale sia minimizzato ma che nel contempo siano posizionate a distanza minima dalle apparecchiature che devono servire.

Vie di Fuga e Aree Sicure In tutte le aree dell’impianto sono individuate vie di fuga con lo scopo di:  assicurare al personale presente nell’area direttamente coinvolta dall’evento incidentale la possibilità di allontanarsi dall’area stessa,  permettere a tutto il personale presente in impianto di raggiungere luoghi sicuri,  evacuare l’installazione in caso di necessità. In tutte le aree dell’impianto sono previste almeno due vie di fuga contrapposte.

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Per quanto riguarda le caratteristiche progettuali delle vie di fuga, ed in particolare quelle di edifici o locali chiusi, si fa riferimento a quanto prescritto dal D.Lgs. 81/2008 e alle indicazioni del DM del 10/03/1998 per le vie d’uscita. E’ inoltre prevista almeno un’area di raduno in zona sicura, dove radunare tutto il personale eventualmente presente in caso di emergenza, con le precauzioni previste dal D.Lgs. n. 624/96. Le vie di fuga e le aree sicure sono indicate da opportuna cartellonistica; l’installazione della segnaletica di sicurezza in tutto l’impianto è comunque regolata da quanto stabilito dal D.Lgs. n. 81/2008.

Rilasci incidentali di Sostanze Di seguito si riportano le scelte progettuali e gestionali atte a minimizzare il verificarsi di possibili rilasci incidentali di sostanze.

Tubazioni Le tubazioni sono dimensionate in accordo alle norme ASME, agli Standard ENI E&P, nonché alle norme UNI EN di settore (tipologia materiali) e dove richiesto alla normativa PED. I materiali sono conformi alle scelte progettuali adottate e ai dati di progetto. Dove possibile, per le tubazioni si è previsto un percorso interrato, al fine di minimizzare la probabilità di possibili rotture causate da urti da parte di agenti esterni. Per quanto riguarda gli allacciamenti alle unità di compressione ed alle apparecchiature, le tubazioni seppur fuori terra, sono contenute nei cabinati macchina. Le tubazioni, per quanto possibile, sono saldate, al fine di minimizzare il più possibile eventuali perdite da flange. Tutte le tubazioni sono protette contro la corrosione. Per la protezione passiva, sia di tubazioni interrate che fuori terra, sono previsti idonei cicli di rivestimento o di verniciatura in accordo agli standard Eni E&P. Le tubazioni interrate sono protette catodicamente con un sistema a corrente impressa; tale sistema è telecontrollabile. Valvole Le valvole di regolazione, e relativi by-pass, sono del tipo flangiato ed installate fuori terra o all’interno di pozzetti ispezionabili ed opportunamente insonorizzate. I pozzetti sono di dimensioni adeguate per la manutenzione delle valvole. Gli sfiati delle valvole sono portati all’esterno dei pozzetti. Le valvole interrate, sono munite di prolunga in modo che tutti i dispositivi necessari alla manovra (leve o volantini) siano fuori terra con la mezzeria a circa 1 m dal terreno; i collegamenti degli scarichi di drenaggio e degli ingrassatori sono saldati e portati fuori terra.

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Tutte le valvole sono protette contro la corrosione. Per la protezione passiva, sia per valvole interrate che fuori terra, sono previsti idonei cicli di rivestimento o di verniciatura in accordo agli standard Eni E&P. Le valvole interrate sono protette catodicamente con un sistema a corrente impressa. Le valvole di sicurezza devono essere intercettabili tramite apposite valvole di radice (lucchettate aperte) al fine di permettere le verifiche periodiche previste senza scaricare i recipienti. Gli scarichi delle valvole di sicurezza sono opportunamente convogliati a candela. Serbatoi Tutti i serbatoi presenti, ad esclusione del serbatoio di raccolta acque di strato e dei serbatoi acque di prima pioggia, sono interrati e dotati di doppia parete con intercapedine pressurizzata, come prescritto dalla normativa vigente. Come i componenti precedenti, sono protetti attivamente e passivamente da corrosione.

Macchinari / Apparecchiature Tutti i macchinari / apparecchiature presenti nell’impianto sono forniti da ditte specializzate e qualificate, costruiti con i più alti standard di sicurezza, qualitativi ed ingegneristici, atti a minimizzare l’insorgere di eventuali deviazioni.

Ventilazione Tutte le aree dell’impianto, ed in particolare le aree di processo, sono progettate in modo da garantire al loro interno una ventilazione adeguata. Nelle aree aperte è sufficiente una ventilazione naturale. Nelle aree chiuse o schermate in cui vi possa essere presenza di gas infiammabile (come nei cabinati delle unità di turbocompressione e nella sala batterie) è garantita un’adeguata ventilazione forzata.

Classificazione Aree Pericolose Lo scopo della classificazione delle aree è quello di definire l’estensione delle potenziali atmosfere esplosive. I risultati di tale classificazione sull’area dell’impianto e dei Pozzi sono presi in considerazione per:  assicurare che le potenziali sorgenti d’innesco siano segregate dalle sorgenti di gas infiammabili o vapori,  definire i requisiti di certificazione del sistema elettrico,  definire la posizione appropriata dei punti di aspirazione dei sistemi di ventilazione,  definire la posizione appropriata dei punti di aspirazione dell’aria e dei punti di emissione dei gas di scarico per motori a combustione,

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 definire l’estensione dell’area pericolosa per gli sfiati,  determinare la temperatura di pelle massima ammissibile per alcune apparecchiature. La classificazione delle aree deve essere eseguita in accordo alla norma CEI-EN 60079-10-1.

Sistemi Rivelazione (Fire&Gas)

Sistemi di Rivelazione Gas Infiammabile La rivelazione di gas infiammabile è necessaria per allertare il personale e intervenire in caso di rilascio accidentale prima che la concentrazione in aria del gas raggiunga il limite inferiore di esplosività (LIE). Rivelatori di gas infiammabile sono previsti nel cabinato analisi e nei cabinati dei turbocompressori. L’intervento dei sensori di gas è tarato sulle seguenti soglie di concentrazione relative al Limite Inferiore di Esplosività (LIE):  al 15% LIE: Preallarme in sala controllo,  al 30% LIE: Allarme in sala controllo,  al 40% LIE: Isolamento unità. I suddetti livelli vengono gestiti e visualizzati a DCS in sala controllo con allertamento acustico-luminoso, e rimandati ai Centri Dispacciamento Stogit di Crema e Sergnano. Sistema di Rivelazione Incendio Il sistema di rivelazione incendio garantisce la rivelazione in continuo di incendi nelle differenti aree dell’impianto e delle aree pozzo. Il sistema è progettato in modo tale che il personale sia prontamente allertato e che vengano attivati gli interventi di emergenza che permettano di minimizzare gli effetti legati all’evento incidentale. Tali interventi prevedono l’attivazione automatica dei sistemi di allertamento, di blocco di processo e di emergenza impianto, e l’eventuale intervento dei sistemi di protezione antincendio. Di seguito sono elencate le principali unità dell’impianto protette da sistema di rivelazione incendio:  Stoccaggio e iniezione metanolo (rivelatori a cavo termosensibile),  Separatori Testa Pozzo e valvole/connessioni di ingresso (rivelatori a cavo termosensibile),

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 Sistema di Candela (rivelatori a termocoppia),  Sistema di misura fiscale (cavi termosensibili),  Trattamento gas (rivelatori a cavo termosensibile),  Compressione gas (rivelatori a cavo termosensibile),  Stoccaggio/movimentazione acqua da trattare (rivelatori a cavo termosensibile),  Aree Pozzo (rivelatori a cavo termosensibile),  Fabbricato principale,  Fabbricato cabina elettrica, Trasformatori e gruppo elettrogeno. In tutta l’area dell’impianto sono altresì previsti pulsanti manuali antincendio (PMA), opportunamente distribuiti.

Sistema Antincendio Gli scopi del sistema antincendio per l’impianto di Stoccaggio di Bordolano sono controllare gli effetti di un incendio per consentire al personale di intraprendere azioni di emergenza o di abbandonare l’area e limitare i danni alle strutture, alle apparecchiature ed il coinvolgimento dell’ambiente esterno. I criteri di base per la progettazione del sistema antincendio fanno riferimento ad opportune specifiche ENI E&P. Nelle aree di impianto si prevedono: la rete antincendio, sistemi a saturazione totale, sistemi di estinzione a CO2 ed apparecchiature ausiliarie in accordo agli standard ENI E&P. Rete Antincendio La rete antincendio avrà un diametro di 8”, sarà separata dall’acqua di servizio e pressurizzata da apposita pompa (pompa jockey). La rete sarà alimentata da pompe capaci di soddisfare la massima richiesta di acqua. Il serbatoio di accumulo dell’acqua antincendio sarà una vasca a capacità completa1. La riserva di acqua dovrà essere tale da soddisfare la massima richiesta di acqua più l’alimentazione degli sprinkler che proteggono il gruppo pompe antincendio. Il minimo livello raggiungibile per l’acqua della vasca antincendio è pari al livello minimo a cui le pompe antincendio possono attingere acqua. La rete antincendio sarà costantemente pressurizzata da una pompa jockey, tale da mantenere l’acqua alla pressione di 7-8 bar (relativi).

1 L’alimentazione della vasca antincendio sarà garantita dal pozzo ad uso anche irriguo interno all’impianto e dalla rete acquedottistica locale.

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Per soddisfare la domanda di acqua antincendio, ci saranno due pompe, con diverso tipo di alimentazione: una alimentata da corrente elettrica, e una motopompa diesel di emergenza, nel caso in cui la pompa elettrica o l’elettricità non siano disponibili. Sistemi a Saturazione Totale I sistemi antincendio a saturazione totale utilizzano gas inerti o estinguenti alternativi di tipo non gassoso (es. acqua ipernebulizzata) per il soffocamento dell’incendio: la scarica in un locale chiuso di tali prodotti riduce la percentuale di ossigeno a valori di concentrazione non sufficienti a permettere la combustione. Si precisa che per il progetto dell’impianto di Bordolano non è ammesso l’utilizzo di anidride carbonica (CO2) per estinzione nei locali chiusi presidiati. In particolare sono previsti impianti fissi antincendio a saturazione totale per:  cabinati in aree pozzo  cabinati dei turbocompressori  Sala Quadri automazione e di distribuzione elettrica nel Fabbricato Principale (locale e sottopavimento)  sala Controllo nel Fabbricato Principale (locale e sottopavimento).  Sala Quadri in Cabina Elettrica.

Sistemi di Estinzione a CO2 E’ prevista l’installazione di un sistema automatico di estinzione a CO2 ad applicazione locale sul sistema di Candela per lo scarico in atmosfera per scaricare l’estinguente direttamente sulla fiamma in caso di eventuale accensione durante lo scarico di gas.

Apparecchiature Ausiliarie

Sono previsti estintori portatili (sia a polvere che a CO2) e carrellati (a polvere), opportunamente distribuiti nell’area dell’impianto e delle aree pozzo, con particolare attenzione alle zone con presenza di liquidi infiammabili (es. piazzola di scarico metanolo).

Sistemi di Segnalazione, Comunicazione e Allarme I sistemi di segnalazione, comunicazione e allarme sono progettati in modo che, durante le situazioni di emergenza ipotizzabili per l’installazione, possano inviare segnali visivi (in caso di locali rumorosi) ed acustici nei luoghi occupati dal personale e inviare informazioni sull’emergenza in corso in sala controllo (con segnalazione al Centro Dispacciamento Stogit di Crema / Sergnano).

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L’alimentazione elettrica a questi sistemi è assicurata da fonti energetiche che, per configurazione propria di sistema e per collocazione, non risultano vulnerabili in caso di emergenza. Sistemi di segnalazione luminosa I sistemi di segnalazione sono conformi al D.Lgs. n. 81/2008. In caso di rivelazione gas infiammabile associato al relativo allertamento acustico, è prevista la segnalazione luminosa (luce rossa lampeggiante) locale. In caso di rivelazione incendio, associato al relativo allertamento acustico, è prevista la segnalazione luminosa in tutte le aree di impianto (luce fissa rossa). Nei locali protetti con impianti antincendio a inertizzazione saranno previste le segnalazioni interne ed esterne di pericolo. Sistemi di comunicazione Tutte le Unità di impianto (processo e servizi) sono dotate di pulsanti manuali antincendio (PMA), dalle quali è possibile lanciare un Allarme Blocco di impianto che una volta azionati attivano le funzioni di messa in sicurezza dell’impianto. I pulsanti di allarme sono come minimo due per unità, posizionati sul limite dell’isola e da parti diametralmente opposte rispetto alla direzione dei venti prevalenti. Sistemi di allarme acustico I sistemi di allarme sono di due tipi:  Allarme Gas infiammabile, attuabile automaticamente dai sistemi di rivelazione gas,  Allarme Generale, attuabile sia manualmente dai pulsanti di allarme presenti nei Fabbricati (PMA) che automaticamente dai rivelatori di incendio.

Protezione Personale Il personale operante in impianto è dotato di tutte le attrezzature di sicurezza sul lavoro previste dal D.Lgs. 81/2008, tenendo conto delle modalità indicate dalla specifica di ENI E&P n. 07634.CMP.SAF.SDS “Attrezzature di sicurezza personale” (attualmente in revisione). Il livello di rumore nelle varie aree d’impianto legato alle normali attività non supera generalmente la soglia di 85 dB(A) alla distanza di 1 m dalla fonte del rumore; nei luoghi dove tale soglia venga superata sono previsti idonei sistemi di protezione personale (cuffie ecc.).

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Studio degli eventi incidentali di riferimento

Rilascio di sostanza liquida L’olio lubrificante, il metanolo ed il gasolio sono stoccati in serbatoi interrati dotati di doppia parete. L’eventualità di un rilascio dai serbatoi di stoccaggio si può considerare estremamente improbabile, sia per la collocazione interrata che per la presenza della doppia parete. Grazie alla collocazione interrata si possono escludere urti e collisioni da parte di oggetti esterni che potrebbero perforare i serbatoi. Inoltre la zona non è considerata a rischio sismico, quindi eventuali rotture causa smottamenti sismici si possono ritenere alquanto improbabili. Anche rotture causate dalla corrosione possono essere considerate poco credibili, grazie alla presenza della doppia parete e degli accorgimenti progettuali precedentemente citati (protezione attiva e passiva contro la corrosione, sistema di rilevazione perdite). Relativamente a possibili rilasci dalle tubazioni, si deve sottolineare che esse sono prevalentemente interrate, quindi si possono applicare le medesime considerazioni fatte precedentemente per le unità di stoccaggio. In caso di scavi all’interno dell’impianto, essi saranno possibili solo dopo il rilascio di specifici permessi di lavoro, pertanto anche in questo caso si possono ritenere improbabili rotture derivanti da tali lavori. Le tubazioni emergono esclusivamente in prossimità delle apparecchiature alimentate, ma in tali zone sono previste idonee misure preventive e mitigative, atte sia a contenere eventuali perdite (evitando la dispersione nel terreno) sia ad estinguere tempestivamente eventuali incendi, come descritto nei paragrafi precedenti relativi ai criteri progettuali inerenti la sicurezza. Le considerazioni precedenti sono tali da considerare remota la probabilità che si verifichino rilasci incidentali di sostanze liquide, ed analogamente, nel caso in cui si verificassero tali eventi, estremamente improbabile l’instaurarsi di situazioni tali da creare danni rilevanti sull’ambiente.

Rilascio di gas naturale

Candela di Sfiato e Scenari di Depressurizzazione Di seguito si mostrano i risultati delle simulazioni in termini di portata, tempi di depressurizzazione e verifiche di irraggiamento e dispersione in caso di eventuale innesco del gas liberato da candela di sfiato in quanto tale scenario incidentale risulta presentare quantitativi di gas rilasciato significativi rispetto ad altre tipologie di scenari probabili. La centrale è stata suddivisa in aree di depressurizzazione. È stato preso in esame il rilascio di gas naturale in caso di depressurizzazione che comporta la massima portata alla candela di sfiato.

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Per l’elaborazione delle simulazioni di dispersione e irraggiamento è stato utilizzato il codice di calcolo PHAST ver. 6.6 (© DNV – Det Norske Veritas).

Ipotesi di Calcolo Sono state verificate le distanze raggiunte dalla dispersione di gas infiammabile e dall’irraggiamento termico (per innesco accidentale) considerando la portata di scarico maggiore fra quelle ipotizzate. Il terminale di sfiato 230-0-FK-001 della Centrale di Stoccaggio, a cui saranno convogliati tutti gli scarichi a blowdown, ha le seguenti caratteristiche geometriche:

 Altezza Candela 15 m  Diametro Sezione di Sbocco 16”

La Candela è stata verificata per una portata di progetto basata sulla massima portata di picco tra le diverse aree di depressurizzazione. Le verifiche sono state effettuate per le seguenti condizioni atmosferiche:

 2/F velocità del vento 2 m/s e classe di stabilità di Pasquill F;  5/D velocità del vento 5 m/s e classe di stabilità di Pasquill D.

Le valutazioni sono state effettuate con le seguenti ipotesi:  Il contributo della radiazione solare è stato ipotizzato cautelativamente pari a 0,9 kW/m2;  Le valutazioni di irraggiamento sono state elaborate a una quota di 1,7 m dal suolo, per considerare gli effetti sulle persone;  La miscela di gas è considerata come miscela ideale.

Risultati Le concentrazioni pericolose per l’infiammabilità della nube, comprese tra UFL e LFL/2 (dove UFL rappresenta il Limite Superiore di Infiammabilità e LFL il Limite Inferiore di Infiammabilità), nella direzione del vento e nel momento di massima estensione, rispettivamente nelle condizioni atmosferiche 5D e 2F, non raggiungono mai quote inferiori al punto di rilascio e risultano sempre contenute all’interno della recinzione di Centrale (Impianti di compressione e trattamento gas), pertanto si può asserire che non sussistono potenziali rischi per terzi ed infrastrutture esterne.

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Sotto l’ipotesi di innesco accidentale del gas rilasciato dalla Candela, è stata calcolata la distanza dalla base della Candela a cui si raggiunge la soglia di irraggiamento pari a 5 kW/m2 (valore soglia di radiazione termica in aree dove le operazioni di emergenza fino a diversi minuti possono richiedere personale senza protezione, ma con vestiario appropriato). Considerando anche il contributo dell’irraggiamento solare (all’irraggiamento dovuto allo scenario di jet fire è stato aggiunto il valore di 0,9 kW/m2), la distanza raggiunta da tale valore soglia risulta contenuta all’interno della recinzione di Centrale.

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ALLEGATO D

MONITORAGGIO DEL CLIMA ACUSTICO (ANTE-OPERAM)

NOVEMBRE 2011

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ALLEGATO E

CENTRALE DI STOCCAGGIO GAS DI BORDOLANO IMPIANTO DI COMPRESSIONE E TRATTAMENTO GAS SINTESI DELLE PRINCIPALI MODIFICHE IMPIANTISTICHE E DEI RELATIVI IMPATTI AMBIENTALI

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CENTRALE DI STOCCAGGIO GAS DI BORDOLANO IMPIANTO DI COMPRESSIONE E TRATTAMENTO GAS SINTESI DELLE PRINCIPALI MODIFICHE IMPIANTISTICHE E DEI RELATIVI IMPATTI AMBIENTALI

1. Descrizione delle principali modifiche progettuali ed impiantistiche

Nel corso dello sviluppo dell’ingegneria della Centrale di Bordolano, sono state apportate delle modifiche all’assetto impiantistico ed alla disposizione delle apparecchiature e dei fabbricati dell’area Impianti di compressione e Trattamento della Centrale di stoccaggio gas, rispetto alla configurazione oggetto di parere positivo di compatibilità ambientale1, fondamentalmente, al fine di migliorare l’operabilità dei sistemi, la manutenzionabilità e gli impatti verso l’esterno. La principale modifica, che ha poi generato a sua volta altre modifiche impiantistiche, è stata il riassetto della fascia Centrale dell’area impianto che ospita i Turbo-Compressori ed in particolare il passaggio da 4 a 3 unità Turbo-Compressori installate, dovuto ad un affinamento delle condizioni operative previste per l’esercizio dello stoccaggio e, conseguentemente, ad una più mirata selezione delle macchine con l’obiettivo di installarne un numero minore rispetto al precedente assetto caratterizzate da bassi livelli di emissioni di inquinanti, in particolare ossidi di azoto2, anche in linea con la prescrizione ministeriale di ridurre l’impatto delle emissioni mediante impiego di tecnologie a bassa emissione. Inoltre, rispetto al progetto originario, si è ritenuto opportuno lasciare maggiore spazio tra i Turbo-Compressori per facilitarne la costruzione e l’agibilità durante l’esercizio. Anche gli stessi Cabinati che alloggiano i Turbogruppi sono stati rivisti, per ottenere una maggiore agibilità ed operabilità anche all’interno delle unità di compressione. Tra le varie modifiche apportate alle apparecchiature, l’accresciuta superficie in pianta dei Gas Cooler è stata conseguenza sia di una riprogettazione di questi, finalizzata ad

1 Parere di compatibilità ambientale positivo con prescrizioni e di nulla osta in merito alla valutazione di incidenza ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) – prot. exDSA-DEC-2009- 0001633 del 12/11/2009 2 L’applicazione delle migliori tecnologie disponibili, anche in linea con la prescrizione ministeriale di ridurre l’impatto delle emissioni mediante impiego di tecnologie a bassa emissione, ha infatti consentito di ridurre le emissioni in atmosfera dei NOx a 50 mg/Nm3 contro il valore di 80 mg/Nm3 riferito alla precedente condizione progettuale.

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emissioni di rumore più contenute, sia per poter operare con temperature dell’aria ambiente più alte (periodo estivo) mantenendo la stessa efficienza di raffreddamento. Nella disposizione planimetrica, in linea con la filosofia Stogit, si è comunque mantenuta un’area libera (lato Est) per eventuali ampliamenti di Centrale. La nuova disposizione dell’area Turbo-Compressori sopra richiamata, ha comportato lo spostamento di alcuni sistemi ausiliari (sistema di misura fiscale del gas, serbatoi di raccolta acque di prima pioggia), ricollocandoli in aree diverse. Nello stesso tempo, dovendo rivedere la disposizione planimetrica generale, si è posta l’attenzione sulla possibilità di migliorare gli aspetti di impatto verso l’esterno, in particolare per quanto riguarda l’impatto acustico. Una analisi in questa direzione ha portato a modificare la posizione dei Separatori LTS – Impianto di Trattamento – spostandoli a Sud, per allontanare tale sorgente di rumore dai recettori più sensibili nell’intorno della Centrale, ottenendo così un miglioramento per l’impatto acustico (Cap. 2). Per quanto riguarda il Fabbricato Principale, questo è stato rivisto nei suoi aspetti di funzionalità interna e di operabilità (spazi fruibili dagli operatori e negli uffici, spazi destinati al Magazzino, all’Officina, ecc.), portando complessivamente ad un aumento dello spazio occupato in pianta. Inoltre sulla sua copertura verrà installato un impianto fotovoltaico mediante il quale si prevede di coprire il fabbisogno della illuminazione di impianto (esterna e dei fabbricati) e parte delle utenze civili del fabbricato principale. A loro volta, le apparecchiature installate nelle vicinanze del Fabbricato sono state riposizionate, garantendo adeguate distanze di sicurezza (es. sistema di stoccaggio Metanolo) e di operabilità (es. sistema Caldaie, spostato in un’area libera a Sud dell’impianto). Per quanto riguarda le tettoie il numero e la dimensione delle stesse è stata rivisto al fine di minimizzare i volumi delle acque potenzialmente contaminate, provenienti dalle aree pavimentate e cordolate con una ottimizzazione dell’intero processo. Sono stati inoltre realizzati cabinati a protezione del sistema di misura fiscale del gas, per una migliore gestione del processo di misura ad ultrasuoni. Per quanto riguarda il terminale di vent a servizio degli Impianti di Compressione e Trattamento, per il cui dimensionamento l’area Impianti Centrale è stata suddivisa in aree di depressurizzazione, questo è stato spostato in posizione più baricentrica nel settore Sud, ottimizzata tenendo conto dello spostamento delle altre apparecchiature circostanti.

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Nell’ambito della nuova configurazione di progetto - aumento delle aree pavimentate e della superficie in pianta dei fabbricati - è stato inoltre ridefinito il ciclo di gestione delle acque meteoriche attraverso: - l’aumento del numero e della volumetria dei serbatoi di stoccaggio acque di prima pioggia ricadenti su strade, piazzali ed aree pavimentate; - l’aumento della volumetria della vasca di stoccaggio acque di prima pioggia;

- la realizzazione di un laghetto artificiale di ca. 470 m3 a uso irriguo, in cui stoccare anche acque meteoriche idonee; - la realizzazione di una vasca di laminazione avente un volume operativo riferito ad un evento pluviometrico venticinquennale pari a circa 3060 m3 per lo stoccaggio delle acque di seconda pioggia ricadenti su strade, piazzali ed aree pavimentate e delle acque provenienti dai tetti degli edifici al fine di limitare a circa 52 l/s 3 il valore massimo di portata di acque meteoriche scaricate nella roggia Ponzone adiacente agli Impianti.

Infine, verrà realizzata una vasca antincendio di 370 m3 (volume operativo) a servizio del nuovo anello antincendio previsto per l’area impianti.

3 equivalente ad un contributo specifico pari a 10 l/s per ettaro di superficie impermeabilizzata, di fatto associabile ad un terreno agricolo quale l’area attuale (invarianza idraulica).

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2. Sintesi degli impatti attesi e loro confronto con la configurazione impiantistica precedentemente approvata (2008)

L’installazione e l’esercizio della nuova configurazione impiantistica (Compressione/Trattamento) della Centrale di Stoccaggio di Bordolano non comporta l’insorgere di impatti significativi e negativi sulle componenti ambientali potenzialmente interferite. In particolare:

 QUALITÀ DELL’ARIA AMBIENTE: i risultati delle simulazioni modellistiche in merito alle ricadute al suolo degli inquinanti NOx e CO emessi in atmosfera – sviluppate utilizzando il modello matematico di dispersione CALMET-CALPUFF, con riferimento all’anno 20094, basate sull’ipotesi cautelativa di emissioni pari al massimo carico di progetto5 e di funzionamento continuo della caldaia per tutto l’anno e di due turbocompressori di taglia da 15 MW e del turbocompressore di taglia da 25 MW durante la campagna iniettiva (primavera- estate) e dei 2 turbocompressori di taglia da 15 MW durante la campagna erogativa (autunno-inverno) – evidenziano come queste siano significativamente contenute. In particolare: - il massimo valore ricostruito del percentile 99.8 delle medie di 1 ora di ossidi di azoto (NOx) è pari a 32.6 µg/m3, predetto a meno di 200 m a SO dell’impianto, equivalente al 16,3% del valore limite orario fissato dal D.Lgs n. 155/10 per la 3 protezione della salute umana (200 µg/m riferito al biossido di azoto – NO2 – che costituisce una piccola frazione dell’NOx6); - la massima media mobile di 8 ore delle concentrazioni di monossido di carbonio (CO), predetta in prossimità del perimetro esterno della Centrale, è pari a 14.6 µg/m3, valore di fatto trascurabile – 0,2 ‰ – rispetto al valore limite fissato dal D.Lgs n. 155/10 per la protezione della salute umana (10 mg/m3);

4 Il modello CALMET necessita in ingresso di misure meteorologiche al suolo con risoluzione oraria e di almeno un profilo verticale con risoluzione temporale non superiore alle 12 ore. Tali informazioni sono state ottenute, per l’anno 2009: • dai radiosondaggi effettuati nell’aeroporto di Milano Linate (dati in quota); • dai dati misurati dalle stazioni di ARPA Lombardia denominate Crema XI febbraio, Corzano Bargnano, e ; • dai dati misurati dalle stazioni della rete AEM denominate Canovetta e (dati forniti da ARPA Lombardia). 5 L’applicazione delle migliori tecnologie disponibili, anche in linea con la prescrizione ministeriale di ridurre l’impatto delle emissioni mediante impiego di tecnologie a bassa emissione, ha consentito di ridurre le emissioni in atmosfera dei NOx a 50 mg/Nm3 contro il valore di 80 mg/Nm3 riferito alla precedente condizione progettuale. 6 Nel presente studio si è ipotizzata cautelativamente la completa ed istantanea coincidenza tra NOX e NO2

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- il valore medio massimo annuo della ricaduta al suolo degli ossidi di azoto (NOx) – 1,9 µg/m3 – è significativamente contenuto e pari all’4,75% ed al 6,3% del valore limite medio annuale fissato dal D.Lgs n. 155/10 rispettivamente per la protezione della salute umana e della vegetazione.

L’esercizio della nuova configurazione degli Impianti di Compressione e Trattamento della Centrale di stoccaggio gas di Bordolano, non comportando impatti tali da compromettere la qualità dell’aria ambiente, è quindi compatibile con la classificazione del Comune di Bordolano in zona B – Allegato 1 della DGR 2605 del 30.11.2011.

 AMBIENTE IDRICO: - non sono previsti consumi diretti di acque superficiali; - le modalità di gestione, stoccaggio e successivo smaltimento delle acque potenzialmente contaminate, provenienti dalle aree pavimentate cordolate e dai drenaggi delle apparecchiature, e dei rifiuti speciali solidi e liquidi, pericolosi e non, escludono qualsiasi contatto con le risorse idriche superficiali; - potenziali eventi accidentali di sversamento dai siti di stoccaggio degli oli lubrificanti, non comportano rischi per l’ambiente idrico superficiale in quanto le aree destinate a tali stoccaggi sono impermeabilizzate e cordolate; - le modalità di gestione delle acque meteoriche di prima e seconda pioggia (vasca di stoccaggio acque di prima pioggia e vasca di laminazione acque di seconda pioggia e acque provenienti dai tetti degli edifici) escludono interferenze con le caratteristiche qualitative dei corpi idrici recettori. Inoltre la portata massima conferita alla roggia Ponzone (52 l/s – evento meteorico di progetto avente frequenza venticinquennale) è compatibile con un utilizzo equivalente agricolo dei suoli (portata specifica dell’ordine dei 10 l/s per ettaro impermeabile);

 SUOLO E SOTTOSUOLO: - non sono previste modifiche in termini di occupazione dei suoli e, conseguentemente, di sottrazione di habitat rispetto alla configurazione impiantistica approvata. L’area esterna agli Impianti, interessante una superficie di circa 4 ha, che ospiterà, in fase di costruzione, un deposito materiali, l’officina di prefabricazione e le baracche uffici, verrà rinaturalizzata alla fine delle attività di cantiere, mentre l’area di proprietà Stogit esterna alla recinzione degli Impianti sarà oggetto di interventi di ripristino e mitigazione ambientale;

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- al fine di evitare potenziali interferenze fra il pozzo interno all’area Impianti da utilizzarsi in fase di esercizio a fini irrigui ed antincendio, e altre opere idrauliche presenti nell’intorno dell’area di sviluppo del progetto, la sostenibilità dei prelievi dal pozzo verrà verificata attraverso opportuni test idraulici; - le modalità di gestione, stoccaggio e successivo smaltimento delle acque potenzialmente contaminate, provenienti dalle aree pavimentate cordolate e dai drenaggi delle apparecchiature, e dei rifiuti speciali solidi e liquidi, pericolosi e non, escludono possibili compromissioni qualitative dei suoli e delle acque sotterranee; - le modalità di gestione delle acque meteoriche di prima e seconda pioggia (vasca di stoccaggio acque di prima pioggia e vasca di laminazione acque di seconda pioggia e acque provenienti dai tetti degli edifici) escludono interferenze con le caratteristiche qualitative dei suoli e delle acque sotterranee; - potenziali eventi accidentali di sversamento dai siti di stoccaggio degli oli lubrificanti, non comportano rischi per l’ambiente idrico sotterraneo in quanto le aree destinate a tali stoccaggi sono impermeabilizzate e cordolate;

 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI: gli impatti sulla componente ambientale in esame conseguenti alla realizzazione ed all’esercizio degli Impianti di Compressione e Trattamento della nuova Centrale di Stoccaggio gas, tenuto conto delle caratteristiche gestionali e progettuali della stessa, con specifico riferimento alla qualità dell’aria ambiente, al clima acustico ed alle possibili interferenze con le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee, si possono ritenere di fatto modesti ed in ogni caso tali da non alterare in modo significativo gli ecosistemi antropici e naturali delle aree contermini. Inoltre, per favorire l’inserimento ambientale e paesaggistico è stato elaborato un progetto del verde attinente le aree in disponibilità alla Stogit, esterne alla recinzione degli Impianti che, congiuntamente ad una soluzione di inserimento architettonico, permetterà di ottimizzare il raccordo del sito di progetto con il contesto territoriale circostante7;

7 Il progetto esecutivo (“Progetto mitigazione paesaggistica nuovo impianto”) è stato oggetto di parere favorevole da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in data 27/06/2012 (prot. DG/PBAAC/34.19.04/18420/2012)

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 CLIMA ACUSTICO (RUMORE): i risultati delle simulazioni sviluppate utilizzando il codice di calcolo SoundPLAN in merito alla ricostruzione del clima acustico conseguente all’esercizio della nuova configurazione impiantistica – fasi di Iniezione, di Erogazione e di Estrazione – hanno evidenziato, con riferimento ai dodici recettori esterni oggetto di monitoraggio acustico ante-operam (novembre 2011), il pieno rispetto in periodo diurno e notturno dei limiti di immissione acustica secondo la vigente normativa8, ad eccezione del recettore R12 – classe II (periodo diurno), per il quale il valore delle misure ante operam risulta altamente influenzato dal traffico veicolare, del recettore R9 – classe II (periodo notturno), per il quale si riscontra un lieve superamento del limite previsto (dell’ordine di 0,5-1 dBA)9 e dei recettori R7 – classe III (periodo diurno e notturno) ed R11 – classe III (periodo notturno) anche per i quali il valore delle misure acustiche ante operam risulta altamente influenzato dal traffico veicolare. I livelli di immissione sonora su tutti i ricettori individuati rientrano, fasi di Iniezione, di Erogazione e di Estrazione, nei limiti differenziali di legge (5 dBA per il periodo di riferimento diurno e 3 dBA per il periodo di riferimento notturno).

 PAESAGGIO: per favorire l’inserimento ambientale e paesaggistico dell’Impianto di compressione e trattamento gas è stato elaborato un progetto del verde attinente le aree in disponibilità alla STOGIT, esterne alla recinzione dell’Impianto, che, congiuntamente ad una soluzione di inserimento architettonico, permetterà di ottimizzare il raccordo del sito di progetto con il contesto territoriale circostante10.

8 I Comuni di Bordolano e di Corte de’ Cortesi con Cignone, nel cui territorio ricadono i recettori considerati, hanno rispettivamente approvato, con deliberazione del Consiglio Comunale n.12 del 17/05/2012, ed adottato, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 4 del 29/03/2012, il documento di classificazione acustica del proprio territorio comunale e relativi allegati ai sensi della L.R. 13 del 10/08/2001, secondo quanto previsto dalla legge 447/1995. 9 Si evidenzia come il valore del rumore residuo nottturno in corrispondenza al recettore R9 durante la campagna di monitoraggio del novembre 2011 sia risultato pari al limite (45 dB(A)) della classe acustica di appartenenza, per una effettiva verifica del rispetto dei limiti normativi il recettore sarà oggetto di monitoraggio in fase di esercizio degli impianti. 10 Il progetto esecutivo (“Progetto mitigazione paesaggistica nuovo impianto”) è stato oggetto di parere favorevole da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in data 27/06/2012 (prot. DG/PBAAC/34.19.04/18420/2012)

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Per quanto riguarda le variazioni di volumetria architettoniche, tali variazioni sono riassunte nella tabella seguente:

Variazioni plano-volumetriche dei principali fabbricati previsti nel precedente assetto impiantistico, relativo al SIA già approvato (2008), e nell’attuale assetto impiantistico (2012)

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Infine, si evidenzia come le caratteristiche tecnico-gestionali della variante progettuale in oggetto comportino, rispetto configurazione impiantistica già autorizzata, minori interferenze sull’ambiente naturale ed antropico esterno, conseguenti in particolare a:

- Qualità dell’aria ambiente: - minori emissioni complessive massime di inquinanti in atmosfera:

NOx --40% circa, CO --11% circa (espresse in kg/h); - minori valori delle ricadute massime al suolo di NOx e CO, conseguenti sia alle minori emissioni che all’innalzamento dei camini delle unità turbocompressori, come evidenziato dalla tabella di seguito riportata:

- Ambiente idrico: - ottimizzazione della gestione del ciclo delle acque meteoriche (acque di prima e seconda pioggia); - ottimizzazione dei prelievi idrici a uso irriguo, attraverso la realizzazione di un bacino di stoccaggio dedicato;

- Rumore: - minori alterazioni al clima acustico diurno e notturno. L’esercizio della nuova configurazione impiantistica comporta infatti una riduzione dei valori di immissione acustica ricostruiti in corrispondenza dei recettori esterni considerati, mediamente dell’ordine dei 4-5 dBA, come si

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evince dalle tabelle riportate di seguito ad eccezione del recettore R6 (fase di erogazione) per il quale, nel rispetto dei limiti di immissione sonora del Piano di zonizzazione acustica del Comune di Bordolano, si riscontra un incremento di circa 1 dB(A) rispetto alla configurazione impiantistica approvata (2008) 11.

CONFRONTO RISULTATI SIMULAZIONE ACUSTICA SCREENING-SIA

FASE DI EROGAZIONE

RECETTORI SENSIBILI

LAeq dell'impianto simulato LAeq dell'impianto simulato POSTAZIONE dB(A) dB(A) SIA (Configurazione Configurazione modificata autorizzata) R1 36,5 41,2 R2 38,0 42,5 R3 41,5 47,8 R4 35,0 41,8 R5 41,0 46,6 R6 42,0 40,8 R7 32,5 36,6 R8 32,0 36,0 R9 34,0 40,7 R10 24,5 35,6 R11 40,5 n.d. R12 29,0 n.d. Confronto dei livelli di immissione acustica per la fase di Erogazione, stimati nella configurazione impiantistica modificata e quelli stimati nello SIA (2008); configurazione impiantistica autorizzata

11 La localizzazione dei recettori è visualizzata nelle figure di segiuto riportate sovrapposta allo stralcio del Piano di zonizzazione acustica dei Comuni interessati

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CONFRONTO RISULTATI SIMULAZIONE ACUSTICA SCREENING-SIA

FASE DI INIEZIONE

RECETTORI SENSIBILI

LAeq dell'impianto simulato LAeq dell'impianto simulato POSTAZIONE dB(A) dB(A) SIA (Configurazione Configurazione modificata autorizzata) R1 31,5 35,6

R2 34,0 38,2

R3 40,0 45,4

R4 30,5 36,6

R5 38,5 41,6

R6 34,5 36,6

R7 30,0 32,0

R8 26,5 33,8

R9 33,0 35,7

R10 22,5 30,1

R11 37,5 n.d.

R12 27,0 n.d.

Confronto dei livelli di immissione acustica per la fase di Iniezione, stimati nella configurazione impiantistica modificata e quelli stimati nello SIA (2008); configurazione impiantistica autorizzata

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Piano di Zonizzazione Acustica del Territorio Comunale di Bordolano (2012) - Stralcio con indicazione dei recettori considerati

Piano di Zonizzazione Acustica del Territorio Comunale di Corte de’ Cortesi con Cignone (2012) - Stralcio con indicazione dei recettori considerati

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- Paesaggio: raccordo del sito di progetto con il contesto territoriale circostante attraverso un intervento di inserimento naturalistico-architettonico degli Impianti.