Impaginato Progetto.Cdr

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Impaginato Progetto.Cdr Anche noi nel nostro piccolo, interventi di potenziamento della funzionalità della rete ecologica, con particolare riguardo alle componenti minori, solitamente trascurate. llustrazione di un progetto svolto nell’ambito del bando Fondazione Cariplo 2013 “Realizzare la connessione ecologica” Cremona 2016 Anche noi nel nostro piccolo, interventi di potenziamento della funzionalità della rete ecologica, con particolare riguardo alle componenti minori, solitamente trascurate. Progetto svolto nell'ambito del bando Fondazione Cariplo 2013: “Realizzare la connessione ecologica” RINGRAZIAMENTI Un sentito ringraziamento alle persone che, a Capola: diverso titolo, hanno collaborato alle attività Provincia di Cremona del progetto “Anche noi nel nostro piccolo, interventi di potenziamento della funzionalità Partners: della rete ecologica, con particolare riguardo alle componenti minori, solitamente trascura- te”, anche attraverso lo svolgimento di attività speciche presso il Bosco Didattico e la Cascina Stella di Castelleone, svolte nell'ambito di questa iniziativa, ed in particola- re: Fabrizio Bonali, Claudio Berselli, Alfredo Labadini, Marina Manfredi, Alessandro Noci, Giovanni Erminio Sacchelli, Diego Ferri, Silvia Ladina, Clara Bacchini, Gloria Ballardini, Mara Finanziatori: Consorzio Forestale Padano Gasparotti, Marco Moretti, Oliviero Spettoli, Azienda Turistico Venatoria Fermi Rodolfo Frigoli, Valerio Ferrari, Vittorio Bassoricci, Mario Francesco Freri, Mario Altri soggetti pubblici aderenti al Progetto senza oneri ne costi: Leandri, Maria Tabiadon, Sergio Mazzoleri, Comune di Monte Cremasco (CR) Gianfranco Colombo, Paolo Roverselli, Comune di Dovera (CR) Morena Vailati, Valerio Ferrari, Marco Ghisol, Comune di Capralba (CR) Paolo Marenzi, Maria Cristina Bertonazzi, Comune di Quinzano d'Oglio (BS) Comune di Bordolano (CR) Anna Maria Cristina Antoniotti, Bassano Regione Lombardia Riboni, Stefano Milesi, Alessandro Mazzoleni, Roberto Facoetti, Marco Barcella, Dario Vailati, Mauro “Macio” Panzetti, Luca Zecchini, Testi: Franco Lavezzi e Fausto Leandri, Servizio Aree Naturali, Riuti, Energia, Andrea Verdelli, Giancarlo Votta, Anna Settore Ambiente e Territorio della Paracolli, Simone Ravara, le Guardie Provincia di Cremona. Ecologiche Volontarie in Servizio presso la fotograe: Provincia di Cremona. Franco Lavezzi Un particolare pensiero ad Enrico Romanazzi. Fausto Leandri Morena Vailati (pag. 8 Snge testa di morto) Damiano Ghezzi (pag. 27-45-44 Saettone) Alessandro Mazzoleni (pag. 46) Bassano Riboni (pag. 52 Averla maggiore) Simone Ravara (pag. 58) Perché un progetto rivolto alla Gli aspetti più rilevanti di questi fenomeni sono rintrac- ciabili anche nel comprensorio interessato dal presente connettività ecologica? Progetto, dove la maggiore diversicazione ambientale si realizza in quei settori territoriali che hanno, in passato, manifestato una maggiore repulsività per le Il comprensorio planiziale che costituisce la provincia di attività agricole, come le valli uviali attive e relitte o le Cremona ed i territori connanti è sostanzialmente altre aree con movimenti morfologici incisi o sopraeleva- rappresentato da una porzione della Pianura Padana ti rispetto al “Piano fondamentale della pianura”. centrale intensamente trasformata dal plurimillenario Persino all'interno delle aree che, anche a seguito dei utilizzo antropico, dove gli elementi di naturalità provvedimenti di tutela giuridica intrapresi a partire dagli risultano dispersi in un ambito fortemente ostativo al anni '80, hanno conservato più di altre questi elementi, mantenimento delle connessioni ecologiche. le superci di interesse naturalistico che ospitano habitat La componente naturalistica della pianura lombarda e specie di interesse conservazionistico sono in genere risente in maniera pesante delle trasformazioni ambien- ridotte per estensione ed il rischio di estinzione locale di tali straticatesi nella sua storia millenaria, ridotta in aree alcune entità caratterizzate da popolamenti esigui ristrette ed estremamente frammentate e dispersa in un costituisce una grave minaccia che necessita di provve- territorio per molti aspetti decisamente inospitale per la dimenti atti a contrastarla. vita “selvatica”. Tuttavia, nonostante il suo carattere Questa frammentazione degli gli ambiti di pregio residuale, essa non manca di risvolti rilevanti, soprattut- naturalistico comporta che anche molte specie animali e to rispetto alla presenza ed alla distribuzione di alcune vegetali, quando non persino le componenti vegetazio- componenti oro-faunistiche e di alcuni habitat tipici nali e gli habitat, alcuni dei quali anche biogeograca- del comprensorio planiziale padano. mente importanti, sono ormai presenti soltanto a livello L'origine geologicamente piuttosto recente del bacino relitto, ridotti a popolamenti esigui, connati in poche padano, la sua sostanziale mancanza di comunicazione stazioni e talvolta prossimi all'estinzione a livello locale con le aree geogracamente contermini dell'Europa (anche quando si tratta di entità non minacciate nella centro-occidentale e dell'Italia peninsulare (determinata gran parte del loro areale). dalla presenza di forti rilievi, quello alpino a settentrione La dispersione dei principali ambiti di valenza naturalisti- e quello appenninico a sud), se si esclude una sorta di ca in un territorio quasi per intero deputato ad attività grande porta ad est (estesa sino alla costiera marchigia- produttive specializzate e all'urbanizzazione, la fram- na nell'ultima regressione marina legata alla glaciazione mentazione degli habitat di rilevanza conservazionistica Wurmiana), ha prodotto la formazione di una fauna e l'erosione della biodiversità che ne deriva costituiscono ricca di endemismi e sub-endemismi, soprattutto per pertanto la principale emergenza naturalistica del quel che riguarda le specie “minori” e quelle poco territorio provinciale. La situazione nel comprensorio mobili, mentre la ora e la vegetazione non mancano di provinciale non è comunque uniforme; nella porzione particolarità legate ai periodi climatici glaciali ed agli perimetrale, caratterizzata dalle presenza delle valli a interglaciali più caldi, che ciclicamente hanno interessa- cassetta dei umi attivi e dalle manifestazioni delle loro to questo territorio sino a qualche decina di migliaia di dinamiche idrauliche e morfologiche, il corredo naturali- anni fa. stico, ancorché a struttura lineare, si manifesta in Una delle siepi arboreo arbustive realizzate all'interno di questo progetto con la finalità di deframmentare la continuità ecologica nei pressi di Monte Cremasco. Qui il “raddoppio” di un importante asse stradale ha realizzato un pericoloso elemento di interruzione nelle connessioni ecologiche, che meritava interventi di mitigazione dell'impatto determinato dall'opera viaria. 1 maniera soddisfacente e pressoché continua, impostan- dosi lungo i cigli dei terrazzi morfologici e lungo le aste dei corsi d'acqua. Sostanzialmente, nelle valli incise dei umi tributari del Po, almeno nel settore settentrionale, la funzionalità dei corridoi ecologici è ancora apprezzabile, anche se si palesa un suo progressivo depauperamento verso valle. Egualmente l'agro-ecosistema dell'alto cremonese evidenzia condizioni di soddisfacente interconnessione tra i principali corridoi della rete ecologica; qui, grazie alla presenza di una struttura poderale più articolata, di una relativamente estesa diffusione del prato stabile e grazie all'esistenza di una tta rete idrica minore, alimentata anche da fontanili e risorgive, è ancora garantito il soddisfacimento di relativamente elevati parametri di naturalità diffusa. Le situazioni di maggiori criticità si realizzano invece nella porzione centrale e meridionale della provincia. Il corridoio ecologico del Canale “Acque Alte” attraversa la campagna La condizione ambientale meno idonea alla conserva- casalasca, un comparto del territorio provinciale particolarmente povero zione del patrimonio ambientale è proprio quella tipica di siepi e altre strutture vegetali arboreo-arbustive, riuscendo a dei comprensori agricoli interni. mantenere una connessione tra il Fiume Po ed il Fiume Oglio. Questa porzione del territorio, dove la struttura ambien- tale è quella tipica dei distretti agricoli più specializzati, è deposito colonizzabili dalla vegetazione spontanea, che ormai inospitale per le comunità biologiche più com- possono determinare la trasformazione di ambiti plesse ed articolate. periuviali piuttosto estesi. L'estensione talvolta In questi ambiti, tuttavia, la presenza di alcuni “bassi consistente di questi eventi compensa in qualche topograci”, corrispondenti a valli uviali relitte (la valle maniera l'impatto dell'attività antropica (che al contrario del Serio morto, la valle del Serio di Grumello, la valle del cerca di impedire queste dinamicità), determinando la Morbasco), dove i canali articiali riescono a “vicariare” formazione di ambienti efmeri ricercati da specie le funzioni dei corsi d'acqua naturali e dove la presenza “pioniere”. di terrazzi morfologici fortemente incisi e di una rete di Questa intrinseca mutabilità ostacola però le condizioni corsi d'acqua minori a servizio dell'agricoltura conserva di stabilità necessarie al mantenimento delle comunità elementi vegetazionali di corredo all'agroecosistema, biologiche più evolute, che rimangono scarsamente riescono a mantenersi (anche se in forma residuale e rappresentate in questo comprensorio. con forti elementi di fragilità intrinseca) “mosaici Eppure, anche sotto il prolo biogeograco,
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