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Studi pesaresi Rivista della Società pesarese di studi storici 3 2015 il lavoro editoriale © Copyright 2015 by Società pesarese di studi storici il lavoro editoriale (Progetti Editoriali srl) casella postale 297 - Ancona Italy www.illavoroeditoriale.com ISBN 9788876637711 ISSN 2280-4293 Indice del volume Saggi CHIARA PALLUCCHINI L’Ordine domenicano a Pesaro. Modalità del suo insediamento e un’ipotesi ricostruttiva della perduta architettura medievale della chiesa 7 Studi ANTONIO CONTI La prima evoluzione dell’arma dei Della Rovere: la generazione di Giovanni signore di Senigallia 51 MIRKO TRAVERSARI Santa Sofia dentro le mura di Gradara. Analisi delle strutture murarie 70 FRANCESCO V. LOMBARDI Un fallito parco di caccia di Costanzo Sforza fra la rocca di Pesaro, il monte e il mare 77 FRANCESCO AMBROGIANI Le difese del porto di Pesaro dalla fine della signoria malatestiana agli inizi del ducato roveresco 93 MARCO DELBIANCO I mulini di Novilara 115 MARILENA LUZIETTI Inventio crucis: una miniatura alla corte di Francesco Maria II della Rovere 140 MARGHERITA GUERRA Cinque storie bibliche femminili in un affresco di Giannadrea Lazzarini in palazzo Mazzolari a Pesaro 149 FEDERICA MAITILASSO Tavolette dipinte per la devozione privata in area adriatica 173 MARCO ROCCHI Francesco Maria Santinelli alchimista e rosacroce 180 3 Studi pesaresi 3.2015 ROBERTO DOMENICHINI Intorno al soggiorno pesarese del pittore Domenico Peruzzini 190 STEFANO LANCIONI La contea di Colle degli Stregoni 202 MARTA MANCINI Pietro Mascagni e il liceo musicale “G. Rossini”. L’avvio dell’attività artistica e didattica (1895-1896) 215 ROBERTA MARTUFI I leoni alati di piazzale della Libertà. Dal monumento ai Caduti di Monteciccardo allo Stabilimento balneare di Pesaro 232 Notizie dal territorio GIANNI VOLPE I cinquant’anni del Monumento-giardino di Pesaro dedicato alla Resistenza 245 MARCO DE SANTI Vicende storiche dell’organo Callido di Barchi 257 GRAZIA CALEGARI Due opere recuperate nella chiesa di San Giovanni in Pesaro 265 Summaries 271 Gli autori 280 Norme redazionali 283 4 Saggi L’Ordine domenicano a Pesaro Modalità del suo insediamento e un’ipotesi ricostruttiva della perduta architettura medievale della chiesa di Chiara Pallucchini Se gli Ordini mendicanti, le modalità e i momento che avrebbero prediletto i centri tempi del loro insediamento nelle città sono medio-grandi in grado di offrire maggiori stati temi ampiamente indagati e dibattuti opportunità economiche, politiche e cultu- su un piano generale dalla storiografia ita- rali (in tutte le Marche sono solo diciotto i liana e internazionale 1, non altrettanto può conventi domenicani, dei quali solo dodici dirsi per singole realtà locali, come quella di fondazione medievale); mentre più vi- pesarese, che sono state quasi totalmente cina alla strategia dei Francescani sarebbe “trascurate” dagli studi 2. Non si dispone in- stata quella seguita dagli Agostiniani che, fatti per Pesaro di un’approfondita indagi- mirando a contrastare l’egemonia dei Fran- ne volta alla ricostruzione delle dinamiche cescani, si sarebbero insediati in tutte le insediative degli Ordini mendicanti (Fran- «terre maiores», «magne», in quasi tutte le cescani, Domenicani ed Eremiti di Sant’A- «mediocres» e in parte anche nelle «parve» gostino) in questo contesto urbano, classifi- ma non nelle «minores» (con le uniche ec- cato dal cardinale Egidio di Albornoz nella cezioni di Filottrano e Mondolfo) 4. Descriptio Marchiae Anconitanae, redatta Luigi Pellegrini ha rilevato l’esistenza tra il 1362 e il 1367, tra le «terre magne», le di un contrasto piuttosto stridente tra la di- quali vedono la presenza di tutti e tre gli Or- stribuzione degli insediamenti francescani e dini mendicanti 3. Per quanto concerne l’at- quella dei conventi domenicani nella peni- tuale regione Marche, la storiografia ha ben sola, indicando un rapporto tra Predicatori e sottolineato le differenti “strategie” seguite Minori di quasi uno a cinque 5. Prendendo dai tre Ordini nella loro distribuzione sul le mosse dallo studio di Luigi Pellegrini, territorio: i Francescani si sarebbero stabiliti Letizia Pellegrini spiega perché gli inse- e avrebbero fondato conventi non solo negli diamenti minoritici siano di gran lunga più agglomerati più importanti ma anche in pic- numerosi di quelli domenicani non solo con coli e piccolissimi centri, ovvero, per usare i la capillare presenza e la maggiore consi- termini di Egidio di Albornoz, non solo nel- stenza numerica dell’Ordine francescano le «terre maiores», «magne» e «mediocres» ma anche con le strategie insediative diver- ma anche in quelle «parve» e «minores», se perseguite dai due Ordini e in particola- secondo il principio di una diffusione capil- re con la differente concezione «dell’entità lare sul territorio; differente, quasi opposta, “convento” (e quindi dell’atto di stabilire sarebbe stata la strategia seguita dai Dome- un convento)» 6. Infatti, scrive la studio- nicani, che si potrebbe definire selettiva, dal sa, «nel caso dei Francescani, il convento 7 Studi pesaresi 3.2015 è una trasformazione di un preesistente in- tà d’insediamento; scrive infatti che «nelle sediamento generato occasionalmente dalla Marche il rapporto tra densità di presenza permanenza dei frati per motivi pastorali o agostiniana e francescana, pur restando net- di transito», e dunque quando si giunge a ta la preminenza minoritica, è meno sfavo- costruire un convento entro le mura o nel- revole agli Eremitani che nella media ita- le sue immediate vicinanze i frati appaiono liana; se, nel complesso della penisola, […] già ben inseriti nel contesto urbano 7; nel si sfiora il rapporto 1:3, qui nelle Marche si caso dei Domenicani invece sono i vertici supera l’1:2» 11. dell’Ordine a stabilire ufficialmente il luogo A Pesaro l’insediamento degli Ordini dove fondare un convento, la cui apertura mendicanti risulta essere avvenuto secondo si configura quindi come un atto «più cen- dinamiche analoghe a quelle riscontrabili in tralizzato e strategicamente mirato», anche numerose città italiane del XIII secolo: qui se ciò non esclude l’esistenza di «fasi pre- infatti i Francescani e gli Eremiti di Sant’A- cedenti più informali di stanziamento» du- gostino si stabilirono dapprima fuori dalle rante le quali i frati potevano usufruire di mura cittadine, rispettivamente nel borgo di strutture preesistenti. Diversi studi hanno San Pietro fuori porta Fanestra, a sud della sottolineato come nelle Marche vi siano dif- città, e nel borgo di porta Ravegnana, lungo ferenze piuttosto marcate nelle dinamiche e la direttrice opposta, ovvero a nord; per poi, nella densità d’insediamento tra Francesca- nel caso dei Francescani, trasferirsi entro ni e Domenicani 8. La stessa Pellegrini ha il circuito murario preesistente e, nel caso osservato come i conventi domenicani si degli Eremitani, venire inglobati entro i co- trovino negli stessi centri urbani scelti dai siddetti «stangati», fortificazioni di caratte- Francescani come sedi di conventi capi-cu- re provvisorio in legno erette dalle autorità stodia: infatti Fano, Ancona, Urbino, Jesi, comunali a difesa dei nuovi borghi formati- Fermo, Ascoli e Camerino sono anche sedi si al di fuori delle mura cittadine 12. Anche a di conventi domenicani 9. La studiosa nota Pesaro i due Ordini usufruirono in un primo inoltre come nella regione i Domenicani momento di organismi architettonici pree- siano presenti con due conventi in quattro sistenti dati loro in concessione 13, per poi custodie minoritiche: in quella di Fano sono dare avvio nel corso della seconda metà del anche a Pesaro, in quella di Ancona sono Duecento, quando ormai apparivano ben anche a Recanati, in quella di Camerino inseriti e radicati nel contesto urbano, alla sono presenti anche a San Severino e infine costruzione di propri complessi conventuali in quella di Ascoli hanno un convento an- dotati di chiese edificateex novo 14. che a Ripatransone. La Pellegrini propone Nello specifico, i primi ad essersi inse- un’interpretazione di questo dato alla luce diati a Pesaro sembrerebbero essere stati i della Descriptio Marchiae Anconitanae, Francescani15, seguiti, poco più di un decen- ovvero in base alla distinzione qui operata nio dopo, dagli Eremiti di Sant’Agostino 16 tra «terre maiores» e «magne» 10. Roberto e infine dai Domenicani che, pur avendo Lambertini ha sottolineato l’esistenza nella anch’essi usufruito inizialmente di una pic- regione di analogie tra l’Ordine minoriti- cola chiesa preesistente, a differenza dei co e quello degli Eremiti di Sant’Agostino primi due Ordini17, non sembrano aver co- per quanto concerne le strategie e la densi- nosciuto né il passaggio da un primo inse- 8 Chiara Pallucchini L’Ordine domenicano a Pesaro. diamento extramurario ad uno intramurario adiacente al «p[ri]mo Claustro». La data né alcun tipo di inglobamento entro nuove 1287 per l’introduzione dell’Ordine in città strutture difensive, essendosi insediati fin lo stesso Fabbri dichiara di averla desunta dall’inizio nel cuore della civitas medieva- da un’epigrafe, da lui trascritta solo parzial- le, nelle immediate vicinanze dell’attuale mente, posta su un sostegno della chiesa piazza del Popolo, posizione che, come si di San Domenico; scrive infatti: «Questa vedrà, può essere spiegata con il loro in- Chiesa fu reconciliata l’a[nno] 1287. come gresso relativamente tardo in città 18. si legge nella 2a. Colonna Reconciliata In questa sede ho intenzione di concen- divinitate Honorij Pontificis 4. tempori- trarmi, per condurre un’analisi approfondi- bus posita…» 19. Il