lunedì 30 dicembre 2019 I

Mazzieri e Tich I maestri del giornalismo sportivo 130 ANNI INSIEME

di Orlando Rivetti

iù di mezzo secolo fa – era la fine degli anni Sessanta –mi tuffai timidamente nel mondo del giornalismo. Luogo del “delitto”: il quinto piano della Casa della stampa, prima stanza all’uscita Pdall’ascensore, la porta sempre aperta. Quattro scrivanie e un tavolino... verde. Verde come lo eravamo a quel tempo Bruno Bontempo (diventato poi anche capo della rubrica sportiva) e il sottoscritto. Era il nostro tavolino dei sogni. Alle scrivanie, quelle vere, c’erano Ettore Mazzieri, Renato Tich, Silvio Stancich e Romano Farina. Un poker d’assi, un esempio di giornalismo sportivo per tutta la Jugoslavia. Tich si era anche candidato per il ruolo di CT della nazionale jugoslava. Le redini di quel “cavallo di battaglia” della Voce vennero poi prese saldamente in mano da Luciano Superina. Si lavorava con tanto entusiasmo e il sorriso sulle labbra... Aldo Sirotich, il dottore, pupillo di Tino Silvani, il guru della pallacanestro fiumana, colui che la storia la scrisse in prima persona, mi ha spalancato le porte dei sogni. Grazie Aldo! Da allora è passato, ahimé, più di mezzo secolo. Appartengo a quella fortunata generazione che ha attraversato due secoli, il Novecento della carta, del piombo, delle telefonate a braccio e il Duemila della televisione, di Internet, nickname che hanno allargato l’agorà, ma al tempo stesso diffuso la vigliaccheria. Luigi Barbalich era in continuo movimento, tra redazione e tipografia. Controllava la situazione, bisognava impaginare in tempo, dopo aver trasformato le parole in piombo... Oggi l’aspirante cronista può utilizzare le “stampelle” della tecnologia, ma a conti fatti non cambia proprio nulla. deve essere una sola cosa: un contropotere.

Segue a pagina II lunedì II 30 dicembre 2019

Dalla prima pagina di Lucio Vidotto Il dovere di un giornalista, ieri come oggi, è di non consentire; deve sentire per conto proprio. Sono cambiati i mezzi, non però il fine. Chiudi la porta! Obbedisco! Per mezz’ora Ettore e Renato hanno discusso animatamente La Voce su un articolo sul che il capo, chiaramente, non poteva esprime digerire. Ettore era ovviamente il capo, Renato l’uomo che in seno al Rijeka era più di un presidente. Sono volate parole e pezzi di carta... testo da cestinare. La porta si è poi aperta e la vita è continuata in piena armonia. Domenica pomeriggio tutto il piano era occupato dagli sportivi. Tutti al servizio della rubrica sportiva. Anche Evelino Klarich, l’identità incollato alla radio, a seguire il campionato italiano, la Serie A. Meticoloso e sempre presente. Se assente per caso, toccava a Tino Silvani... Tutto il quinto piano a disposizione dello sport. Tutti a ricevere le telefonate dei corrispondenti, i servizi delle fiumana partite del campionato regionale A colloquio con Luciano Sušanj, grande campione o istriano e batterli a macchina. Altro che computer. Franco di atletica, in visita alla nostra redazione Rocchi e Mario Bonita, due colonne della Voce, al servizio dello sport. Giocavamo a basket er chi è abituato Sarà una vita intera dedicata allo sport assessore nella Giunta cittadina. Dal insieme, nei tradizionali incontri a sfogliare che fa restare giovani? 2000 al 2014 ha ricoperto la carica di con la Camera di Commercio di , Abbiamo ospitato l’ex mezzofondista presidente della Federazione croata Trieste, feste indimenticabili. quello su carta nella nostra redazione, costringendolo di atletica leggera, mentre oggi è Egidio Barbieri, esperto di boxe, stampata, e per questa volta a sfogliare un giornale presidente del club “Kvarner” nel ma anche di tutti gli sport, chi contribuisce, cartaceo. Non uno qualunque, bensì quale è cresciuto come atleta. L’exploit era come un membro della in un modo o quello che narra le sue gesta epiche a Roma nel ’74 è stato comunque redazione, anche se il suo lavoro nell’altro, alla sua agli Europei di Roma in cui vinse la l’apice della carriera sportiva. Sušanj era quello di “rappresentante pubblicazione, medaglia d’oro. A seguire l’evento per ne avrà parlato tante volte per della Marlboro”. Con Egi ed è difficile il nostro giornale fu Ettore Mazzieri. cui non ci sorprende che non sia Ettore memorabili partite di accettare un dato di fatto. Il giornale, All’indomani dell’impresa, sulla Voce propenso a sottolineare nuovamente briscola e tressette. Ricordo una soprattutto il quotidiano, è una specie comparve il titolo: “Il fiumano come un quei momenti. Ricorda volentieri, serata in un’osteria al Valbruna, Pin via d’estinzione, avviata verso siluro fa il vuoto a Roma”. però, uno dei decani del giornalismo di fonte allo stadio del Rovigno. un’inesorabile scomparsa. Le nuove sportivo fiumano e non solo: “Ettore Il quarto era Aldo Drosina, generazioni attingono le informazioni La città della tolleranza Mazzieri è stato in primo luogo una allora allenatore dei “gialli” del altrove, attraverso computer, tablet, “Mi ricordo fin da bambino che a grande persona, con un grande senso Rovigno. Fino alle ore piccole. smartphone e altri apparecchi, abituati casa mia si leggeva la Voce. Mia etico e un rapporto straordinario Carte e calcio. Una scuola di a loro volta a ricevere il servizio gratis. mamma, nata Rossi, parlava con con la gente e, in modo particolare, giornalismo e di vita. Quando non si paga non ci si può noi in italiano ed era normale che con gli sportivi. Non fu soltanto uno La rubrica sportiva della Voce nemmeno lamentare della qualità del in casa ci fosse la Voce. Quand’ero che narrava gli eventi sportivi. I suoi creava la politica dello sport servizio. C’è ancora una generazione, già adulto, consideravo i giornalisti articoli avevano anche una funzione fiumano. Aveva sposato la quella non giovanissima, che non e i commentatori della Voce migliori che definirei educativa. Aveva dei modi filosofia di Albert Camus, premio rinuncia al giornale cartaceo, quella, rispetto agli altri. Si leggeva anche il per indirizzare e coinvolgere i giovani. Nobel per la letteratura nel 1957, per esempio, del nostro interlocutore, . Ieri e oggi il vostro giornale Quando scriveva di un atleta non lo il quale affermava che “chi scrive classe 1948, campione europeo sugli rappresenta l’identità di Fiume, una considerava soltanto per i suoi successi, in modo chiaro ha dei lettori. 800 metri a Roma nel 1974. Per lo città in cui regna la tolleranza, in ma lo studiava nel suo complesso. Chi scrive in modo oscuro ha dei sport fiumano fu un anno importante, cui non ci sono quei tipi di conflitto Alle volte era lui stesso attraverso i commentatori”. in quanto il Rijeka calcio approdò, che oggi, a trent’anni dalla guerra, suoi articoli a indirizzare gli eventi. Di A differenza dei mestieri svolti attraverso le qualificazioni, alla Prima continuano a manifestarsi in altre quell’epoca ricorderei un altro grande con passione, il giornalismo lega jugoslava. Luciano Sušanj, un zone del Paese. La nostra gente giornalista, in questo caso non fiumano, rimane una passione fatta per anno dopo, ebbe modo di seguire la non ama fare differenze quando si cioè Žarko Sušić. Fu una generazione mestiere. Parole da incorniciare. serie televisiva di fantascienza “Spazio parla di nazionalità”, sono le prime di giornalisti in tempi che videro i Non so chi l’abbia detto, ma sono 1999” in cui, come nei film di James considerazioni di Sušanj su ciò che ha giornali svolgere anche la funzione di pienamente d’accordo. Se oggi Bond, comparivano profeticamente rappresentato e che rappresentano strumento educativo. Oggi, invece, si i giornali fossero dei ristoranti aggeggi molto simili a quelli dei per lui il nostro quotidiano e la sua tende a sottolineare gli aspetti negativi, avrebbero sulla porta questo giorni nostri. Si comunicava, per chi presenza sul territorio. L’identità a o il gossip, ovvero ciò che fa vendere. cartello: Entrate, il cibo non è gran se lo ricorda, attraverso un orologio cui fa riferimento c’è ancora, oppure Ritengo che vi sia ancora spazio per che, ma vi farete una scorpacciata. da polso con tanto di schermo che va scomparendo? “Credo che ci sia – un giornalismo che possa incidere I risultati si sono moltiplicati ricorda quello che oggi conosciamo risponde Sušanj – e lo si capisce dalle positivamente sugli eventi. Credo che e il menù risulta sempre più come smartwatch. Nel periodo della reazioni ai vari eventi e, tra l’altro, si possa cercare un modo per placare omologato, sempre più... fast! programmazione dei complessivi 48 alle dichiarazioni del Presidente gli animi, soprattutto nel calcio e nei Scusate, vado su Internet. Nella episodi, fino al 1977, la TV di stato della Repubblica sul calcio fiumano, rapporti tra realtà diverse. Mi riferisco foresta selvaggia il divertimento jugoslava trasmetteva prima di ogni constatazioni prive di fondamenta e a quelli tra Dinamo e Hajduk, o tra è garantito. Il giornale, però, episodio le pubblicità per le calcolatrici che non hanno nulla a che vedere con Rijeka e Hajduk. Invece di incoraggiare resta la mia vita! Sono un della “Digitron” di Buie. la realtà. A volte mi stupisco che tra tutti a essere più tolleranti, si preferisce uomo fortunato. Sto vivendo il Da Luciano Sušanj, sinceramente, ci si di noi ci sia qualcuno che ragiona in gettare benzina sul fuoco”, commenta giornalismo grazie alla scuola di aspettava un messaggio di sostegno, di questo modo”. Sušanj, che da un po’ di tempo allo Mazzieri, Tich, Stancich, Farina, speranza, che potesse apparire come stadio non ci va più. “Se ci riferiamo Silvani, Superina, Barbieri, un testimonial per un prodotto che ci Una vita nello sport alla tifoseria, che in passato aveva Rocchi, Bonita, Gigi Barbalich... si ostina a non considerare superato, All’inizio degli anni Novanta ha rappresentato un esempio per tutte le La Voce! obsoleto. Invece, niente da fare. intrapreso la carriera politica, ma altre, oggi mi rattrista vedere ciò che Orlando Rivetti Internet non colpisce soltanto i giovani. sempre molto vicino allo sport, come avviene. Sinceramente, non capisco lunedì 30 dicembre 2019 III

cosa stia succedendo. Non ho capito personaggio pubblico, ero pronto gli attacchi verso l’ex allenatore a subirle. Oggi, purtroppo, si tende Igor Bišćan e nemmeno quelli a inserire in un contesto negativo contro il presidente del Rijeka chiunque si avvicini al mondo Damir Mišković. Non è corretto della politica. Io sono convinto che attaccare colui che ha salvato il non siano tutti corrotti e disonesti. Rijeka portandolo a diventare un Ce ne sono, sì, ma sono in netta club stabile, in grado di conquistare minoranza. In ogni caso, nel trofei importanti. Ciò che succede momento in cui entri in politica all’esterno è un male per tutti. Non devi essere pronto alle critiche. è la piazza a poter decidere le sorti Nella mia carriera ho avuto modo del club”. di conoscere tra i giornalisti tantissime persone straordinarie, Pensare positivo ma anche qualcuno che preferisco Oggi i media, non soltanto la carta non incontrare. Ciò che ho detto stampata, operano nell’interesse a proposito dei politici, in tema di del capitale che li finanzia o onestà e quant’altro, vale anche per delle strutture politiche che li i giornalisti”. sostengono. Si può fare ancora del buon giornalismo? “A prescindere Pensionato in attività dalla struttura della proprietà, sono Luciano Sušanj è presidente del del parere che dipenda molto dai club di atletica leggera “Kvarner”, giornalisti stessi. C’è chi preferisce che ha vissuto anche un periodo seguire le celebrità e commentare il difficile a causa dei problemi loro modo di vestirsi che occuparsi finanziari, ma poi sono arrivate della realtà, a sua volta trattata anche delle soddisfazioni. Un nella maggior parte dei casi in oro olimpico è il massimo a chiave negativa. A qualcuno in cui un atleta possa ambire, questo modo riesce anche di a livello sportivo e il club di diventare caporedattore. In fondo, appartenenza deve per forza all’origine di tutto credo ci sia il assumersi i suoi meriti. A Rio nel denaro”. Ogni riferimento a cose, 2016 la giavellottista Sara Kolak fatti o persone è casuale, o quasi, ha sorpreso il mondo intero nelle valutazioni di Luciano Sušanj, salendo sul gradino più alto del il quale confessa di rimpiangere i podio olimpico. “Sara è venuta giornalisti di una volta, quelli che da noi giovanissima, quando esprimevano delle opinioni e che era ancora in prima media. È molto spesso ci azzeccavano. “Non venuta a Fiume come un grande vi erano l’accanimento e le sortite talento con predisposizioni offensive che leggiamo oggi, tali da straordinarie per entrare nella far smarrire la sostanza. Si cerca di storia dello sport. Dopo le imporre il proprio parere che non Olimpiadi vinte è stata anche rispecchia, o che non interpreta il sfortunata dovendosi sottoporre pensiero della gente. Il giornalista a diversi interventi, alla spalla diventa talvolta il portavoce di sé prima e al gomito poi. Non ha stesso o di una persona precisa, gareggiato per quasi due anni, soprattutto nella politica, ma anche ma ora sta tornando in forma. nello sport”. Dopo il settimo posto al Mondiale ora si prepara per i Giochi di Politica e critiche Tokyo dell’anno prossimo. Ha la Entrare in politica significa grinta del campione e, se tutto sottoporsi alle critiche dei media andrà bene, un grande futuro e al giudizio finale, che spetta agli davanti a sé. I genitori hanno elettori. “Personalmente – ammette voluto che venisse a Fiume, dove Sušanj –, non mi sono trovato avrebbe trovato delle condizioni mai in situazioni migliori per allenarsi, mentre particolarmente noi abbiamo fatto in modo di sgradevoli avere un allenatore adatto. La anche se, scelta di Andrej Hajnšek a Celje come si è rivelata quella giusta. Oggi si allena a Oslo con Andreas Thorkildsen. La stiamo seguendo e sembra che tutto stia andando molto bene. È una ragazza straordinaria, l’esempio di quello che dovrebbe essere un atleta. Ha appena donato 10.000 kune in attrezzi per i bambini del nostro club a dimostrazione della sua sensibilità. In qualche modo vuole ricambiare ciò che il club ha fatto per lei. Avremmo potuto farla operare qui, ma anche il dottor Nemec, con il suo team, ha concluso che è troppo preziosa per rischiare, consigliando un intervento negli USA. Sara non ha ancora guadagnato tanto, ma ha voluto dare un contributo al club anche se questo non era indispensabile. Il bel gesto è la cosa più importante”, conclude sportivamente Sušanj, consentendo a noi di chiudere quest’intervista, dedicata agli anniversari della nostra testata, in chiave positiva. lunedì IV 30 dicembre 2019

ra i tanti colleghi che hanno iniziato per la quale ha fatto le telecronache L’atmosfera alla Voce era sempre Mi spiego: ero seguito da Luigi la carriera giornalistica alla Voce del della nazionale croata di calcio. unica in confronto a quella Barbalich il quale mi ha insegnato popolo c’è anche Robert Matteoni, Dulcis in fundo è arrivata anche nelle altre redazioni con le quali in primo luogo la meticolosità. una delle firme più importanti (se l’autobiografia di Luka Modrić scritta collaboravo in quel periodo. Stiamo E poi la puntualità. Se mi diceva non la più importante) della carta a quattro mani con il capitano della parlando dei primi anni Ottanta di mandare un pezzo entro stampata sportiva in Croazia. Grande nazionale croata e centrocampista quando per racimolare qualche soldo mezzogiorno, entro quell’ora il conoscitore del calcio croato e del Real Madrid. in più collaboravo anche con altre pezzo doveva essere consegnato. internazionale, ha vissuto il mondo testate: Sportske , Večernji Ecco, questo è poi diventato un del giornalismo in quasi tutte le sue La prima cosa che ti viene in List, saltuariamente anche con mio modus operandi. Gigi te lo sfaccettature scrivendo in primo mente quando dico La Voce del Radio Pola. Ero appena ritornato diceva in modo diretto, senza luogo per le , dove popolo? dal servizio di leva ed ero pieno giri di parole. Frequentavo la lavora tutt’ora, ma contando pure “La nostalgia dei tempi passati. di ambizioni. Parlavo prima di redazione saltuariamente in esperienze radiofoniche a Radio Tempi bellissimi nei quali giocavo nostalgia, ma anche di serietà, la quanto scrivevo a casa e poi T Pola e televisive su RTL Croazia, a pallone e scoprivo il giornalismo. serietà di fare giornalismo. dettavo i pezzi alle dattilografe

L’intervista Gli insegnamenti della Voce a Berlusconi Un’esperienza unica

Quali sono i momenti 25mila dipendenti, 3mila li ho scelti di persona. Durante il mio soggiorno riuscii Serietà che non scorderai mai a intervistare anche Van Basten e Gullit e quando tornai a Zagabria in redazione nella tua carriera di rimasero scioccati. giornalista? Quali sono stati i più gratificanti? Altri momenti “La pubblicazione del mio primo articolo importanti? non la scorderò mai. Era il 1979 e per “Senza dubbio avere seguito la nazionale il Večernji list scrissi una notizia sul agli Europei di calcio del 1996 in Meticolosità cestista, tale Bubalo, che da Mostar si Inghilterra, la prima partecipazione della era trasferito al Puljanka. della Croazia a un grande torneo in un Paese sua pubblicazione ero fuori di me per la che volevo sempre visitare e che ha una gioia. Quello più gratificante? L’intervista cultura calcistica da fare invidia. E poi a Silvio Berlusconi. i Mondiali del 1998 in Francia, con la cavalcata fino alla medaglia di bronzo. Ho avuto la fortuna in questi 35 anni Racconta... di intervistare complessivamente 16 “Quando arrivammo ad Arcore sono Palloni d’oro. Sono momenti che ricordo rimasto impressionato da quella villa che con enorme piacere, come pure il fatto e puntualità sembrava un castello con 4-5 ammiraglie di avere organizzato nel 2002 la partita Lancia Thema parcheggiate davanti. Mi d’addio di Zvonimir Boban, con il quale presentai con una sopela (tradizionale ho un rapporto che va oltre a quello solito di Giuliano Libanore strumento musicale istriano n.d.a) tra giornalista e calciatore. Con Luka Modrić un rapporto imperniato sulla fiducia realizzata dal compianto Renato Pernić e il libro Pola nelle vecchie cartoline e glieli regalai in segno di gratitudine per avermi concesso l’intervista. Lui contraccambiò con una cravatta griffata Trussardi e un orologio, doni che ogni anno faceva ai suoi collaboratori. Erano previsti 15 minuti di intervista, siamo rimasti a parlare per 45. Mi parlò di calcio, di comunicazione, di televisione, ma anche di fatti quotidiani. All’epoca quello che mi disse mi sembrò strano, ma poi col tempo ho capito che era una persona che guarda molto avanti. Mi disse ad esempio che era ingiusto che due squadre di calcio come Milan e Real Madrid potessero affrontarsi (ed eliminarsi) nel primo turno dell’allora Coppa Campioni e che bisognava cambiare il format della || Robert Matteoni competizione. Per capirci, pensava insieme a Silvio all’attuale Champions league. Riguardo Berlusconi al mondo della televisione diceva che ad Arcore un’emittente doveva funzionare come un giornale, ovvero che dovevano esserci canali dedicati alla politica, alla cultura, all’intrattenimento, allo sport... || Robert Matteoni e Luka Tutte cose che poi sono diventate realtà. Modrić alla presentazione Gli chiesi pure quale fosse il segreto del libro Moja igra del suo successo. Rispose: “La scelta (Il mio gioco) all’hotel dei collaboratori. La mia azienda ha Esplanade a Zagabria lunedì 30 dicembre 2019 V

a Fiume. All’epoca mi sentivo molto conviviale almeno una volta all’anno”. Mio padre acquistava la Voce del popolo e la Settimana enigmistica. spesso con Bruno Bontempo, a volte mi Due testate che non potevano mancare in casa. Stiamo parlando dei chiamava Romano Farina, che aveva Ricordi il tuo primo articolo per La primi anni Settanta. Ricordo di essere stato a una partita dell’Istra sempre qualche suggerimento da darmi Voce? contro il Rijeka nel 1971 con mio padre e mio zio. Eravamo oppure voleva semplicemente lodarmi. “C’entrava una partita di calcio, credo nell’ultima fila e mai scorderò l’esultanza di mio padre, che era una Per me sono stati anni importanti, in dell’Uljanik. A quel punto ero tesserato persona molto schiva, alla rete segnata (finì 1-0). Ecco, quello fu il quanto hanno indirizzato il mio modo di all’Istra, ma l’allenatore Aldo Drosina primo momento nel quale non vedevo l’ora di leggere La Voce del lavorare. Luigi Barbalich era anche nella mandò alcuni di noi in prestito all’Uljanik, giorno dopo”. dirigenza dell’Istra, ci incontravamo spesso con il quale facemmo tre salti di categoria. e parlavamo della professione. In tempi Giacché giocavo avevo la possibilità di A occhio e croce dunque segui la Voce da quasi mezzo secolo. più recenti avevo una rubrica settimanale, farmi dare il referto del delegato e ci Come l’hai vissuta in questi anni, se ho capito bene ti piace il Robe de Matteoni. All’epoca ero in costante scrivevo su due righe prima di mandarlo”. fatto che non sia cambiata molto? contatto con tutta la redazione sportiva “Esatto. L’ho seguita quotidianamente fino quasi al Duemila, poi tanto che organizzavamo un incontro Il tuo primo contatto con La Voce? un po’ di meno. Negli anni Ottanta quando facevo parte di una “La leggevo a casa. Con papà parlavo in redazione allargata nella quale c’erano pure i colleghi del Večernji italiano, con la mamma in croato. List e del , ero l’unico a leggerla per cui me la portavo ogni Poi a tavola mamma e papà giorno a casa. La Voce, pur adeguandosi ai tempi, è comunque parlavano l’italiano. fondamentalmente rimasta la stessa con un modo di fare che ha alla base la serietà e la professionalità”. Gli insegnamenti della Voce Il giornalismo lo avevi nel sangue fin da giovane, dunque? “In scuola media facevo parte della prima generazione dopo la riforma varata da Stipe Šuvar. In terza e quarta classe abbiamo studiato in base al programma della Facoltà di scienze politiche. Prima la parte teorica, poi quella pratica nella redazione del Vjesnik. Scrivevo sia pezzi di cronaca spicciola che di cronaca nera. All’epoca stavano ricostruendo il Teatro Popolare Istriano e c’erano tantissime riunioni. Una durò tre ore e a quel punto capii che il mio futuro sarebbe stato nel giornalismo sportivo”. Com’è cambiato il giornalismo in questi anni? In meglio o in peggio? “Per molti versi in peggio, anche se qualcosa di buono è rimasto. Il lato positivo è che c’è ancora una cerchia di giornalisti di Serietà vecchio stampo che non cambiano parere dall’oggi al . Oggi c’è un’inflazione mediatica tra social media, giornali, portali, televisioni private, per cui i giornalisti di cui sopra si perdono tra quelli che non fanno bene il proprio mestiere. Il problema di oggi è che i lettori non ricevono più la notizia giusta, quella che ha le fondamenta nella verità. Nel mondo ipertecnologico di oggi la notizia viene fuori in tempo reale, ma molto spesso è sbagliata o interpretata male e il consumatore ha una visione distorta della realtà. In questo senso il giornalismo ha perso molto e non vedo una prospettiva migliore. Il giornalista non viene più pagato per Meticolosità indagare, fare una ricerca, ma soltanto per scrivere quanto prima e i suoi pezzi devono essere quanto più brevi. Alle giovani leve non insegnano più a fare il giornalista. Mi ricordo che quando ero agli inizi della mia carriera alla Voce oppure al passavano anche 5-6 anni prima che un giornalista avesse la possibilità di Robert scrivere un pezzo sull’Istra. Io ho atteso 7 anni prima di scrivere il mio primo articolo sull’Istra calcio, che comunque era in Terza lega, Matteoni mica in Prima. Oggi invece i giovani bruciano le tappe e gli danno e puntualità subito da scrivere pezzi di un certo peso. E non va bene...”. Con Luka Modrić un rapporto imperniato sulla fiducia

che gli mancava qualcosa, ovvero un grande PIXSELL Da poco è uscita risultato con la nazionale. Dopo i Mondiali in Russia, dove la Croazia giocò la finale, prese l’autobiografia di Luka la decisione. “La scriverai tu”, mi disse. Luka Modrić è una persona molto schiva, chiusa ma Modrić che avete scritto per fortuna con me si è aperto molto. Quando ho a quattro mani. Se per il iniziato a lavorarci su? Nel settembre dell’anno scorso. Da allora fino a Natale ci siamo sentiti centrocampista croato il ogni giorno in quanto conoscevo tutto della sua carriera sportiva negli ultimi 14 anni, ma non Pallone d’oro è la ciliegina sapevo nulla della sua infanzia. Poi ho fatto due mesi di ricerche, alle quali hanno fatto seguito sulla torta di una carriera diverse uscite nello Zaratino, nei luoghi dove è meravigliosa, per te, come nato e cresciuto e poi in maggio e in giugno ho scritto il libro. Finora i diritti d’autore sono stati coautore, si può dire la acquisiti da editori di 15 Paesi: i primi due sono stessa cosa? stati l’Italia e l’Ungheria. “Guarda, sinceramente credo che nella mia carriera personale non ci sia nulla di più Credo sia stata una gratificante che scrivere l’autobiografia del Pallone d’oro in carica. Con Luka ho un rapporto soddisfazione enorme? particolare, imperniato sulla fiducia, che dura da Ti dico che cosa mi ha detto l’ex cestista Boris 14 anni. Gli avevo detto che doveva mettere su Grgurev. Hai organizzato la partita d’addio di carta la sua carriera già nel 2018 dopo che col Boban e scritto l’autobiografia di Modrić, i due Real Madrid vinse la terza Champions league più grandi calciatori croati. Adesso puoi andare di fila. Mi diceva vedremo, c’è tempo. Capivo in pensione. Credo di avere detto tutto. lunedì VI 30 dicembre 2019

Ettore Mazzieri la passione fatta giornalismo

ra un baluardo del disastro. Finì 0 a 0. E io che dovevo farne un servizio giornalismo sportivo. di mezza pagina. Partii da Trieste con il treno delle Nessuno meglio di 9. Arrivai a Fiume verso mezzanotte, mi recai subito lui era in grado di in redazione e Tich mi disse: ‘Arrangiati’. Insomma, inquadrare le vicende volente o nolente, la mia mezza pagina la dovetti del calcio locale, scrivere. Quando la Fiumana passò in Serie B presi avendole vissute a seguirla nelle trasferte. Ricordo in particolare in prima“E persona, da spettatore e nel contempo la partita giocata a Pescara. Era già guerra, da cronista. Era reporter versatile e instancabile, c’erano i bombardamenti. La Fiumana perse opinionista, commentatore dalle doti eccezionali”. per 2 a 0. Partiti da Pescara ci fermammo a Così Roberto Palisca nella biografia di Ettore Mazzieri, Bologna non potendo proseguire il viaggio pubblicata nel libro a lui dedicato “Storia e ciacole a causa dei bombardamenti. Ma io telefonai de un fiuman patoco”, voluto dalla SAC Fratellanza – comunque al giornale dalla redazione del Comunità degli Italiani di Fiume e pubblicato dall’Edit Carlino e il giorno dopo avevamo il servizio. nel 2007. Una biografia che fa parlare lo stesso Mazzieri Ci pagavano 100 lire al mese. Era l’inizio della attingendo dall’ultima intervista rilasciata proprio mia carriera giornalistica. In redazione, nei pressi a Palisca. Scopriamo così che i suoi primi passi da del cine-teatro Fenice, avevamo due sole macchine giornalista li fece “in incognito”. per scrivere, una pienamente efficiente, l’altra del tutto sgangherata e tra di noi spesso si faceva a guerra I primi pezzi firmati per assicurarsele. Accedeva di conseguenza che si “Nel 1938-39 un certo Costa, mio grande amico che scrivevano i testi ricorrendo a carta e penna.” aveva ambizioni giornalistiche, poi morto in guerra, prese a scrivere per La Vedetta d’Italia. Non essendo L’ingresso alla Voce molto portato a trattare argomenti sportivi spesso, Nel suo testo, Palisca ricorda che nel dopoguerra Ettore quando doveva stendere i suoi articoli sulle partite, mi Mazzieri fu tra i primi giornalisti ad entrare nella si rivolgeva per chiedermi aiuto. Quando fu richiamato rinnovata redazione della Voce del popolo, la cui sede si di leva, onestamente, confessò al suo redattore, Tich, trovava a quei tempi nei pressi del palazzo dell’ex Liceo, che ero io a scrivergli gli articoli sportivi. Quasi non gli oggi Scuola media superiore italiana di Fiume. Ben credette. ‘Chi quel bona voia?’, commentò. ‘Ah, ha detto presto fu inviato però come cronista nella sede esterna così’, dissi a Costa quando mi riferì la cosa. Il giorno che il giornale a quei tempi aveva a Trieste. “Lì avevamo dopo andai da Tich: ‘Non ci crede, va bene – gli dissi una redazione. La città era sotto gli Alleati e giornali – allora adesso scriverò io.’ E così iniziai a scrivere e italiani là non ne arrivavano per cui la nostra edizione anche a firmare i miei pezzi. La cronaca della prima sportiva vendeva al giorno anche cinquemila copie. A partita veramente impegnativa, da inviato speciale, a quei tempi ero comunque anche corrispondente del Trieste, tra la Triestina e la Roma che quell’anno era Guerin sportivo, che era il giornale che pagava meglio in testa alla classifica – e difatti vinse il Campionato di tutti. Davano ai loro giornalisti 20 centesimi per – la feci nel 1941-42. Vado a Trieste e tira una bora riga. Scrivevi cinque righe insomma e avevi il pranzo che non vi dico. Il terzino dava una pedata alla palla assicurato. In più collaboravo con e con altri e la palla finiva oltre la porta. Io in tribuna stampa, giornali italiani”. seduto accanto a giornalisti famosi come Mario Grassi, de Il Piccolo, Le rubriche in dialetto Bruno Rovi, direttore Rientrò a Fiume nel 1946. Fu in quel periodo che della Gazzetta… La iniziò a scrivere in dialetto fiumano, il suo dialetto. partita fu un “Sul giornale scrivevo a puntate un dialogo tra Mate Pas’cipa e Piero Vis’ciada e spesso lo sfruttavo per dire, attraverso questi due personaggi, quelle che effettivamente erano le mie opinioni in merito a determinati argomenti. Non passò molto tempo che i politici dell’epoca mi chiamarono a rapporto: ‘Cossa ti vol che torni Zanella qua’, mi chiesero minacciosi. Fui insomma costretto a smettere. Anni dopo ripresi a pubblicare, sulle pagine della Voce in dialetto fiumano Pepi Fritola. Ma mi imposero un’altra volta di smettere di scriverlo”. La passione per il dialetto e quella per la scrittura erano però troppo complementari per chiudere questo capitolo e non riaprirlo più. “Più in là nel tempo – ricordò nell’intervista –, sempre sulle pagine della Voce del popolo tornai a pubblicare, una volta alla settimana e sempre in dialetto Soto la tore...”. (chb) lunedì 30 dicembre 2019 VII

«Il giornale della mia gioventù»

di Alessandro Superina

il giornale della concreto e se il Rijeka in quegli anni rappresentava mia gioventù”. una realtà importante nel panorama calcistico Il carismatico nazionale, gran parte dei meriti vanno attribuiti Miroslav Blažević, proprio alla Voce. Ettore e Renato – voglio soprannominato chiamarli affettuosamente per nome – sono “l’allenatore degli stati determinanti anche per il mio percorso di allenatori”, non formazione e crescita, sia come uomo che come ha mai nascosto professionista. Due persone istruite, di grande la simpatia, né senso civico, in anticipo sui tempi. Il loro era un soprattutto la giornalismo innovativo, che si ispirava al modello grande stima che nutre nei confronti del nostro italiano, cioè il massimo all’epoca. Uno stile unico; quotidiano, al quale – parole sue, sincere – è le analisi tecnico-tattiche e gli approfondimenti “Èlegato in maniera viscerale da una vita. Il doppio dei piccoli capolavori. In parole povere erano i anniversario della Voce – il 75º di pubblicazione capostipiti del giornalismo sportivo moderno e ininterrotta e il 130º dell’uscita del primo numero forse non ne erano neanche consapevoli. Confesso – ha rappresentato per il popolare Ćiro l’occasione che con i loro articoli e i consigli mi hanno aperto giusta per fare un tuffo nel passato, alla fine le porte di quell’Europa che non conoscevo ancora degli anni Cinquanta, quando arrivò a Fiume per e di questo gliene sarò eternamente grato”. vestire la maglia bianca del Rijeka. Un ambiente Giocatore, ma anche allenatore del Rijeka, Miroslav completamente Blažević ricorda con piacere nuovo, quello di un aneddoto del 1980. Il Cantrida, per l’allora 5 marzo nel “civettuolo 23.enne giocatore, di Miroslav Ćiro Blažević stadio” di Cantrida, come ruolo attaccante, ma «l’allenatore degli allenatori» lo definì Bruno Pizzul, si soprattutto una città in giocava l’andata dei quarti continuo movimento di finale di Coppa delle ed evoluzione, tutta Quando sento nominare Coppe. L’avversario era di da scoprire e pronta quelli tosti e blasonati, la a svelare i propri la Voce vengo pervaso Juventus di Trapattoni. segreti. Anche oggi, “Alla vigilia della partita appena gli impegni dai sentimenti. Mazzieri una folta rappresentanza glielo consentono, della Vecchia Signora arrivò sale in macchina per e Tich due maestri di vita in sede. C’erano proprio raggiungere Fiume: una tutti, dai vertici dirigenziali passeggiata in Corso, al magazziniere – ricorda poi via nella sua casa di Kraljevica. Una volta ci Ćiro –. A un certo punto un rappresentante confessò che quando arrivava all’altezza di Gornje juventino prese in mano la Voce, la sfogliò e Jelenje – l’autostrada Fiume-Zagabria ancora commentò con piacere ‘ma questo qui è un nostro non esisteva – arrestava la corsa per ammirare lo giornale’. E no cari signori, risposi prontamente, splendido panorama sul Quarnero. “Ammetto che questo che sta leggendo è un giornale ‘nostro, di cui alle volte mi scappava anche una lacrimuccia di andiamo fieri’”. gioia, per me era come entrare in un altro mondo. Ćiro ammette che quando sente nominare la Uno spettacolo”. Voce viene pervaso dai sentimenti, ma anche da Miroslav Blažević risale immediatamente sulla un pizzico di nostalgia. Gli anni passano, per lui macchina del tempo digitando il 1958. “Mi resi comunque non si direbbe, e quelli della gioventù conto immediatamente della qualità della Voce e restano indimenticabili. Un rapporto che si può dell’importanza che rivestiva non soltanto in ambito comodamente definire d’amore verso il nostro locale, ma anche nazionale e fuori dai confini, con un quotidiano. “È davvero così. Oggi ci sono tantissimi esercito di fedelissimi lettori al suo seguito – ci racconta giornali, siti internet, social e quant’altro la –. Era scritta in lingua italiana, che io all’epoca non tecnologia moderna offra sul mercato. La Voce parlavo, anche se oggi un pochino mi arrangio, è però un qualcosa di più grande, che non ha però volevo conoscerne i contenuti, quelli sportivi paragoni”. soprattutto, ma anche le notizie che riguardavano la Infine, Ćiro ha voluto soffermarsi anche vita cittadina. E per farlo chi meglio della Voce... È sull’importantissimo e vitale ruolo che svolge il così che nacque il mio rapporto di amicizia con due nostro quotidiano per la salvaguardia dell’identità, mostri sacri del giornalismo sportivo, Ettore Mazzieri della cultura, della tradizione e della lingua e Renato Tich, professionisti esemplari e gentiluomini, italiane. “Tutti noi dobbiamo rispettare e che hanno insegnato il mestiere a numerosi ragazzi apprezzare le minoranze, che rappresentano una alle prime armi poi diventati a loro volta delle penne fonte di ricchezza del nostro Paese. Quella italiana di spicco, tra i quali ricordo con piacere Orlando è sicuramente un esempio da seguire e parte dei

ll Lukunic/pixse Marko Rivetti. Scrivevano di calcio in modo obiettivo e meriti spetta sicuramente al ‘mio’ giornale”. lunedì VIII 30 dicembre 2019

di Krsto Babić Maja Sever, presidente del Sindacato croato dei giornalisti I XSE LL Habljak/P Matija

li anniversari ancora importanti? che la Voce “Il giornalismo e i media del popolo sono importantissimi per e la sua La Voce è strumento la crescita della società e redazione per lo stato di salute della celebrano stessa. Come già detto, quest’annoG sono la Voce è fondamentale davvero importanti per la multiculturalità, e meritevoli di nota, di per il pluralismo e anche consentitemi pertanto democrazia per la democrazia. di aprire esprimendo Viviamo in una società le mie congratulazioni. che deve ancora lavorare Ripercorrere la storia della complimenti. tratta pur sempre soltanto un buon servizio e non contatto con chi sa come allo sviluppo della Voce, ponendo l’accento Così Maja Sever, di strumenti. Dobbiamo mancherà mai di avere un adeguare i contenuti alle democrazia e in questo sul suo significato per la presidente del Sindacato essere bravi, giocare suo pubblico. necessità dei nuovi media. senso il giornalismo da noi nostra società, è doveroso croato dei giornalisti, d’astuzia e sfruttarli al La cosa più importante assume un ruolo ancora perché un giornale uno dei volti più noti del meglio. Oggi, alcuni temi, Quali sono le tue rimane il contenuto, più significativo. Basta quotidiano in italiano, giornalismo televisivo che poi diventano notizia, esperienze? ma bisogna avere davvero poco perché si lingua di una minoranza che per i suoi servizi è riescono a raccogliere Dobbiamo essere l’intelligenza e la saggezza crei una situazione in cui nazionale, è importante stata insignita nel 2017 maggiore seguito su consapevoli che ogni novità di organizzare il lavoro si punta il dito contro i per la democrazia, la del Premio Giornalista Facebook che non sui comporta anche delle in modo tale da poter giornalisti, indicandoli multiculturalità, la dell’anno assegnato media tradizionali e difficoltà. Ricordo che al piazzare il prodotto anche come i colpevoli di tutti i promozione del pluralismo dall’Ordine croato (HND), quindi la domanda che mio arrivo in televisione in su Facebook, Instagram, mali della società. In realtà e il rafforzamento dei parlando degli anniversari dobbiamo porci è: perché redazione c’erano cinque Youtube… Così facendo quello che dovremmo diritti delle minoranze che il nostro quotidiano mai dovremmo rinunciare o sei dattilografe alle quali si arriva potenzialmente chiederci è come sarebbe nazionali in genere. Ma celebra quest’anno. ai vantaggi che arrivano dettavamo i testi – una a un maggior numero di la società se non ci fossero il discorso è in realtà Abbiamo colto l’occasione dalla piattaforma social?. È situazione che i colleghi destinatari e si amplia i giornalisti, che in tante molto più ampio. Le per approfondire anche ovvio che questo approccio più giovani non possono il bacino d’utenza. occasioni hanno svelato ricorrenze che si celebrano argomenti di più ampio richiede una riflessione. nemmeno immaginare –, Non bisogna incorrere situazioni disdicevoli quest’anno, i 130 anni respiro che interessano la Chiunque può postare soltanto in seguito ci siamo nell’errore di pensare che facendo emergere scandali dal primo numero e categoria. una storia su Facebook, dovuti abituare a scrivere queste piattaforme siano e casi di corruzione. In il 75º anniversario di ma basta questo a farne i testi da soli. Quando mi interessanti soltanto ai altri casi hanno informato pubblicazioni ininterrotte I media tradizionali un giornalista? No, non chiesero di montare da sola “ragazzini”, né rinunciare l’opinione pubblica sui della Voce, sono sono sempre più basta. A fare la differenza un servizio, avvalendomi credendo che noi problemi che la gente importanti anche in un sotto pressione. Le è la professionalità. del tecnico soltanto per giornalisti che abbiamo comune deve affrontare contesto ben più vasto. sfide digitali sono la Un video può anche la postproduzione era iniziato a lavorare quando giorno per giorno Sono importanti per quotidianità... raccogliere tantissimi like, chiedermi una missione tutto questo non c’era non cercando di contribuire il giornalismo in sé in Guardando al futuro e ai ma questo non lo rende impossibile, ma poi siamo capaci di adeguarci. all’individuazione di quanto provano che si cosiddetti nuovi media, e non lo renderà mai un ho imparato a farlo. Il Dobbiamo semplicemente una soluzione. Provate a può e si deve sopravvivere che cosa dire? A mio servizio giornalistico. processo di cambiamento cominciare a usare tutti gli immaginare una società anche ai colpi subiti avviso i nuovi mezzi Ecco, il nostro compito è riguarda tutti. La BBC sta strumenti che abbiamo a nella quale chi governa nell’ambito dei tentativi di comunicazione che trovare il modo di rendere vivendo la transizione disposizione. Certo, ogni decide che cosa si può di limitare la libertà di stanno prendendo piede interessanti i servizi da “vecchio” media a decisione va ponderata… leggere e che cosa no… stampa ai quali abbiamo sono semplicemente giornalistici. La sfida non una realtà che soddisfa Le decisioni spettano agli Ecco, penso che ci assistito anche nel recente degli strumenti nuovi che è delle più semplici, ma le richieste dettate dai editori, ma approfondire troveremo d’accordo nel passato e non soltanto abbiamo a disposizione. ritengo che possa essere tempi che cambiano. Lì questo tema ci porterebbe dire che per quanto sia 75 anni fa. Dunque, Sta a noi imparare a usarli. vinta. I lettori si stancano un esperto IT è parte lontano. imperfetto il giornalismo ripeto, gli anniversari che Vero è che impongono un presto dei testi superficiali integrante delle redazioni rimane un servizio celebrate quest’anno sono ritmo veloce e per certi messi in Rete per ottenere e ogni cosa, dal testo alla Oggi, qual è il ruolo dei pubblico che contribuisce a importantissimi e torno versi questo si traduce in quanti più like. Un buon trasmissione, vengono giornalisti? Le testate rendere migliore l’ambiente a farvi i miei più sentiti superficialità, ma ripeto: si servizio è, e sarà, sempre pensati e fatti in stretto professionali sono in cui viviamo.