RegioneLombardia ComunedìMede

ARCHIVIO CAVAGNA SANGIULIANI

Sezione relativa a Mede

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RegioneLombardìa ComunedìMede

ARCHIVIO CAVAGNA SANGIULIANI

Sezione relativa a Mede

a cura di Emilia Mangiarotti

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Mede 2000 "'g*^' ',-,"£•

In copertina: il conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdagna, ritratto eseguito dal pittore pavese E. Acerbi nel 1908

nel frontespizio: stemma dei conti Sangiuliani e dei conti Cavagna

tratti da In memoria del Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Giialdana nel primo anniversario della sua morte, a cura di Luigi Cesare Bollea, , Rossetti, 1914, come le altre fotografie inserite nel testo, quando non indicato diversamente. r\

Pubblicazione realizzata con il contributo della: Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia Beni Librari e Sistemi Documentari INDICE

Presentazioni XI

Prefazione di Felice Milani XVII

- Antonio la vita la 1 Cavagna Sangiuliani, , biblioteca archivio

Mede, i suoi conti e i Sangiuliani 6

Il castello Sangiuliani 10

L'Archivio Cavagna Sangiuliani nella Biblioteca dell'Università deirillinois 12

L'Archivio Cavagna Sangiuliani - sezione relativa a Mede 14

1. "Carte Storico - Diplomatiche dal 1164 al 1550" 17

2. "Carte Storico - Diplomatiche dal 1550 al 1599" 34

- 3 "Carte Storico Diplomatiche dal 1 568 al 1 740 Dieci strumenti relativi a diritti d'acqua" 40 4. "Carte Storico - Diplomatiche dal 1585 al 1751. Undici strumenti di investitura per affitto di terre" 53

5. "Carte Storico - Diplomatiche dal 1600 al 1652" 62

6. "Famiglie Giovanola e Peschiera Luneri dal 1642 al 1650 73

7. "Mede, feudo e regalie dal 1654 al 1685" 81

8 "Carte Storico - Diplomatiche dal 1660 al 1675" 89

9 "Atti relativi ai possessi dei Conti Sangiuliani in Mede dal 1670 al 1695 96

10. "Carte Storico -Diplomatiche dal 1675 al 1699" 103

- 1 ! . "Carte Storico Diplomatiche dal 1672 al 1 72 1 . Censi Sangiuliani 110

12. "Carte Storico - Geografiche dal 1700 al 1904.

Carte relative ai possessi dei Comi Sangiuliani dal 1708 al 1764" 1 14

Indice delle persone e dei luoghi 127

Bibliografia 136

Appendici 138

1 . Genealogia dei conti di Mede 1 43

2. Genealogia dei conti Cavagna di Gualdana 147

3. 1 marchesi Malaspina ed il loro riattacco con i conti Sangiuliani di Balbiano e con i conti Cavagna di Gualdana 151

4. Le opere di Antonio Cavagna Sangiuliani 155

VII

Presentazione

Viene pubblicata in questo volume la descrizione inventariale dei documenti riprodotti in microfilm relativi alla città di Mede conservati nell'archivio Cavagna Sangiuliani. Il fondo rappresenta una raccolta in qualche modo tipica nel panorama del patrimonio storico documentario lombardo; essa deriva della lunga attività di un intellettuale che ha unito l'impegno politico e civile a quello, costante, della ricerca storica Antonio Cavagna Sangiuliani è stato un autore prolifico avendo dato alle stampe decine e decine - - di saggi monografie e articoli su periodici di argomento storico, ma anche artistico e archeologico Larga parte di questa pubblicistica trova fondamento e riscontro nella ricchissima raccolta libraria e documentaria di cui una parte, quella relativa a Mede appunto, viene descritta in questo volume Altri fondi di analoga formazione sono conservati presso i grandi istituti della nostra regione dove vengono individuati attraverso i nominativi di coloro che prima li hanno materialmente costituiti e che li - - hanno poi ceduti attraverso lasciti e donazioni alle istituzioni di conservazione. Scorrendo opere di reference che descrivono il patrimonio documentario delle biblioteche e degli archivi lombardi troviamo nomi di fondi intitolati a tanti illustri intellettuali e uomini di cultura, la cui attività di ricerca e la cui generosità ha complessivamente contribuito alla creazione di un patrimonio di rilievo non solo regionale. Ma in queste fonti manca, purtroppo, il nome di Antonio Cavagna Sangiuliani poiché, come è noto, la biblioteca e le carte di provenienza archivistica sono state vendute dagli eredi nel 1921 all'Università dell'Illinois Si tratta certamente di una lacuna assai grave e difficilmente rimediabile Ciò che si può fare, ciò che si è fatto in passato e si intende continuare in fiituro, è procedere alla riproduzione del fondo grazie anche alla disponibilità manifestata dalle istituzioni americane: proprio mentre questo volume approda alla stampa si sta infatti progettando, di concerto con la Biblioteca Civica Bonetta e con l'Università degli Studi di Pavia, una riproduzione integrale del - fondo Cavagna Sangiuliani. In assenza dei supporti originali taluni anche di - ragguardevole pregio estetico in virtù delle decorazioni miniate potremo se non altro "consolarci" con l'immagine dei documenti. Immagini comunque di grandissimo valore - storico e storiografico poiché il fondo raccoglie testimonianze librarie e documentarie - di eterogenea provenienza archivistica riguardanti significative porzioni del territorio regionale e non solo.

Ornella Foglieni

Dirigente Beni Librari e Sistemi Documentari

IX

Intorno alla metà degli anni ottanta rAmministrazione Comunale avviò la procedura, che si concluse nel 1996, per l'acquisto del castello Cavagna Sangiuliani, da destinare a sede della biblioteca e dei musei civici. Per reperire notizie storiche sul castello, dopo una prima ricerca presso TArchivio di Stato di Pavia, su indicazione delKallora direttore Ugo Fiorina, mi recavo con Emilia Mangiarotti, che a quel temjx) ricopriva la carica di responsabile dei servizi bibliotecari della Civica Amministrazione, all'Archivio di Stato di Torino. In quelPoccasione scoprimmo l'esistenza di una biblioteca riguardante la storia della Provincia di Pavia. Ci fu spiegato che un discendente degli antichi proprietari del castello di Mede, il nobile Antonio Cavagna Sangiuliani, durante la sua vita aveva raccolto e conservato un'imponente biblioteca sulla storia del nostro territorio. Dopo la sua morte, la raccolta di documenti fu venduta dagli eredi agli Stati Uniti d'America, dove ancora si trova custodita presso l'Università dell'Illinois. Parte di questa raccolta riguarda documenti relativi alla storia di Mede. Da questa scoperta nacque l'idea di approfondire la conoscenza di tutta la storia del territorio medese. Formulammo cosi all'Università dell'Illinois la richiesta d'acquisto dei documenti in questione su microfilm.

I documenti, di cui entrammo in possesso, erano indubbiamente interessanti, ma di difficile uso e consultazione per la cittadinanza.

Si pensò di renderli di facile lettura, stampando i microfilm con un lettore-stampatore tuttora disponibile presso la biblioteca e realizzando un inventario curato da Emilia Mangiarotti, con il patrocinio della Regione Lombardia. II materiale raccolto da Antonio Cavagna Sangiuliani ci permette oggi di ricostruire la storia del territorio medese dal 1 164 in poi. L'inventario così collazionato vuole essere uno strumento utile non solo agli studenti ma anche a tutti i cittadini che vogliono conoscere gli aspetti della vita di allora, ritrovando in questa pubblicazione i riferimenti di luoghi ancora riconoscibili oggi, cognomi di famiglie e parroci che hanno lasciato il 'segno' nel nostro territorio. Con questa pubblicazione s'intende continuare la politica culturale, intrapresa da alcuni anni dall'amministrazione comunale, tesa a valorizzare la memoria e l'opera di chi ha, pur in differenti ambiti, contribuito alla valorizzazione del nostro territorio.

Maurizio Donato Sindaco di Mede

XI

In occasione della pubblicazione dei documenti deirArchivio Cavagna Sangiuiiani relativi alla sezione di Mede, egregiamente curata da Emilia Mangiarotti, pare lecito domandarsi se parallelamente alle considerazioni riguardanti l'importanza di una siffatta ricerca rivolta alla storia locale, non fosse opportuno spendere alcune righe sul valore che ancora oggi e per gli anni futuri l'eredità Cavagna Sangiuiiani, cioè il Castello, avrà per la comunità medese. Nelle pagine successive si trova una ricostruzione delle vicende dell'immobile; la storia si ferma al 1996, anno in cui l'Amministrazione Comunale di Mede, dopo annose dispute e infruttuose trattative, acquisisce definitivamente la proprietà del Castello Sangiuiiani. Ed è proprio a decorrere da questa data che inizia una nuova vicenda per l'edificio storico.

Seguendo un orientamento da anni consolidato, che tende a recuperare e valorizzare i gioielli artistici e culturali locali, come già avvenuto per Regina, l'Amministrazione Comunale di Mede ha inteso destinare l'immobile a Palazzo Culturale della Città.

Per ottenere questo risultato era necessario far rivivere il Castello Sangiuiiani, recuperarne l'antica bellezza. Grazie al finanziamento di quasi due miliardi che la Regione Lombardia ha concesso nell'ambito del piano F.R.I.S.L., si è giunti alla vera e propria fase di recupero che, su progetto dello Studio Arch. Lorenzo Bemi, prenderà avvio nei prossimi mesi. Con la pubblicazione di questo prezioso studio e la realizzazione dell'ambizioso progetto di recupero dell'immobile va a compiersi un'altra tappa sul cammino della valorizzazione della storia e della cultura medesi e si vedono premiati gli sforzi di quanti, a vario titolo ma con uguale passione, hanno lavorato in questi anni ad un comune obiettivo.

Eugenio Poles ( \)n.sigliere Provinciale

XIII

ARMA ANTICA CAVAGNA ARMA PIÙ ANTICA Ot CAVAGNA 01 vocHtRA

' 'lav N.Tl. l'iil>l)l!i;i)la per cura tlcU Islilulo /Vi-alclico italiano

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Prefazione

Dal 1910 al 1939 la responsabilità del Museo Civico di Pavia, del quale la Biblioteca Bonetta costituiva una sezione, fu affidata a Renato Sòriga, che Carlo Francovich definisce "uno dei più acuti studiosi del nostro Risorgimento". Dopo la morte di Antonio Cavagna Sangiuliani, il Sòriga si impegnò a lungo per assicurarne la biblioteca a Pavia, come risulta dal suo carteggio, e in particolare dalle lettere indirizzategli fra il 1916 e il 1918 dal deputato Luigi Montemartini.

In data 29 novembre 1918 questi scrive al Sòriga ; "Sa che la biblioteca Cavagna forse fa un passo avanti, benché sia un passo... non pavese? Il Bollea vorrebbe dare a Pavia la roba che interessa la storia pavese, a Milano la roba milanese, ad altri e alla libertà i libri"; e poco più avanti : "E cosi forse non l'Università di Pavia acquisterebbe l'intiera biblioteca, ma gli Enti locali (idest Museo Civico) acquisterebbero la sola parte che interessa Pavia. Cosa ne pensa lei di questa soluzione ? Io non ne sono soddisfatto, ma... l'Università non merita altro !".

Gli sforzi del Sòriga non ebbero successo e la biblioteca del Cavagna Sangiuliani, ricchissima di manoscritti e documenti archivistici, fu venduta negli Stati Uniti d'America, dove è conservata nella Biblioteca dell'Università dell'Illinois.

Di recente il Comune di Mede ha ottenuto da questa i microfilm dei documenti riguardanti Mede; Emilia Mangiarotti ne ha curato con grande passione e competenza l'inventario che ora vede la luce grazie alla disponibilità della Regione Lombardia. Risulta subito evidente l'importanza di questo materiale.

Fra l'altro è possibile ricostruire le genealogie, le parentele, i contrasti e i rapporti fra le varie famiglie insignite del titolo di Conti di Mede.

E' abbondante la documentazione sulle transazioni, i contratti di vendita e di acquisto ft^a esponenti delle diverse famiglie e fi^a questi e altri individui. I contratti riguardano spesso alienazioni di porzioni di feudo, di dazi e diritti feudali in generale. La grande quantità di atti economici sarà utile per ricostruire la formazione di nuove, talora considerevoli, proprietà terriere, come ad esempio quella del nobile Giacomo

Beretta di e successivamente dei Sangiuliani, i quali cominceranno ad acquistare dal 1639 numerosi appezzamenti di terreno nel territorio di Mede fino ad acquisire nel 1721 il feudo con tutti i titoli ad esso legati, divenendo eredi dell'ultimo esponente della famiglia Zaccaria dei conti di Mede. La presenza di numerosi contratti di affitto, con l'indicazione dettagliata dei doveri e degli impegni spettanti alle parti contraenti, costituisce una fonte preziosa per delineare la fisionomia dei modi e dei tipi di produzione della Lomellina tra XVI e XVIII secolo.

Felice Milani

direttore della Biblioteca ( jvica Bonetta

XVII

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Biblioteca Civica Bonetta di Pavia, Carte Sòriga, cartella 34 XVIII

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Facvlmìla della l«H«ra dtl volontirto Antonio Cavagna Sanfiultanì di Qualdana al padrt conta Gio. Baltisla Cavagna, (Madol*. 77 giugno 1604). Tavola delle abbreviazioni

= ASCM archivio storico del Comune di Mede = BSPSP Bollettino della Società Pavese di Storia Patria = e, ce. carta, -e Inv. Ame. = inventario americano = ms., mss. manoscritto, -i = p.,pp. pagina, -e Ringraziamenti

Desidero ringraziare coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro: il Comune di Mede, nelle persone del sindaco Maurizio Donato e di Eugenio Poles, assessore alla cuhura negli anni in cui si è svolta "l'operazione Cavagna Sangiuliani", ora consigliere provinciale la Regione Lombardia, nelle persone di Roberto Grassi, della Direzione Generale Cuhure, Identità e Autonomie della Lombardia, per la costante disponibilità e competenza, e Mirella Mancini, dell'Unità Operativa Beni librari e archivistici, per la pazienza con cui ha seguito la stampa dell'inventario

Felice Milani, direttore della Biblioteca Civica Bonetta di Pavia, per l'incoraggiamento e i preziosi consigli

Gianfranco, Caterina, Letizia, Monica, Giulia per la fotocopiatura dei microfilm, la ricerca storica e le traduzioni dall'inglese e dal latino

Germano Casone per le sue relazioni americane.

ANTONIO CAVAGNA SANGIULIANI

La vita, la biblioteca - archivio

Il conte Antonio Cavagna Sangiuliani nasce ad Alessandria il 15 agosto 1843 da Don Giovanni Battista Cavagna, conte di Gualdana, di antica famiglia nobiliare che aveva ricoperto prestigiosi incarichi nelle magistrature vogheresi e dalla nobile Ida Fenini di Milano.

La nonna patema era la baronessa Luisa d'Alanda Sangiuliani e la nonna materna la contessa Carolina Sangiuliani - Fischer, entrambe discendenti dai conti Sangiuliani di Mede, dove oltre al castello, che ne conserva ancora oggi il nome, avevano posseduto beni e privilegi sin dal 1600. Il conte Antonio nel 1853 viene adottato dal cugino Antonio Sangiuliani, che desiderava un erede per il suo nome e per i suoi beni, ed unisce cosi al cognome Cavagna quello di Sangiuliani.

1 Sangiuliani erano nobili di origine comasca che nel secolo XV avevano giurato, in qualità di decurioni di Como, fedeltà ai duchi Sforza-Visconti e nel secolo XVI avevano servito il Re di Spagna come governatori della Giamaica. Più tardi erano stati nominati conti di Balbiano e nel 1721 avevano ereditato i possessi ed i diritti feudali e patronali in Mede della Famiglia Zaccaria, discendente degli antichissimi conti Palatini di .

I Conti Palatini si erano suddivisi nel XII secolo in molti rami comitali, ciascuno dei quali aveva assunto nel proprio feudo titolo diverso.

I Sangiuliani quindi già conti di Balbiano si dissero anche conti di Mede ed esercitarono i diritti di juspatronato sulle prepositure di Mede e di Sannazzaro de' Burgondi. Infine nel secolo XVIII, il conte Livio Sangiuliani sposò Anna, sorella del marchese Ercole IV Malaspina di Sannazzaro ed ultima discendente del suo ramo; così in via femminile, il conte Antonio discendeva anche da questa storica ed illustre famiglia.

Antonio Cavagna frequentò gli studi ginnasiali e liceali in Milano e gli studi universitari a Bologna e Pavia, conseguendo la laurea in legge il 15 novembre 1871 a Roma, nella università pontificia. Partecipò alla guerra di indipendenza nel 1866, arruolandosi come semplice soldato di cavalleria nel reggimento Lanceri di Aosta, fondato a Voghera nel 1774. Il suo comportamento in tale frangente gli valse la nomina a sottotenente onorario del Reggimento. Finita la guerra toma ai suoi studi di storia. Nel 1867 sposa Beatrice de Vecchi di Milano, di nobile famiglia e nel 1886, in seconde nozze. Maria Gramignola, figlia di un avvocato di Cremona e di Elisa Grossi, figlia del poeta e romanziere Tomaso Grossi. Da questo matrimonio ebbe 4 figlie : Carolina, Luisa, Antonia e Giuseppina.

Il Cavagna Sangiuliani rivesti numerose e prestigiose cariche pubbliche. La sua entrata nel campo amministrativo fu l'elezione nel 1865 a consigliere dell'allora Comune della Zelada. Fu, dal 1873, consigliere ed assessore nei comuni di Voghera e di Pavia, sindaco di per 14 anni, assessore dell'Amministrazione Provinciale di Pavia, presidente della Congregazione di Carità di Pavia, membro del Consiglio d'Amministrazione del Collegio Ghislieri, presidente della Commissione del Civico Museo di Storia Patria. Fu per la gentilezza dell 'animo e per l 'urbanità dei modi, una figura di gentiluomo simpatica e popolare ' che godeva in ogni ordine di cittadini numerose e calde amicizie. Aspirò, ma invano, ad un mandato politico in sede nazionale. Infatti in occasione delle elezioni politiche del 1886, pose la sua candidatura nelle fila della Sinistra Costituzionale, allora al governo con il Depretis. Da una lettera inviata dalla Zelada di Bereguardo, in data 26 maggio 1886, a Cesare Correnti, vicino al Presidente del Consiglio, tra il primo ed il secondo turno della consultazione elettorale ...visto l 'esito fortunato della lista nostra nel primo collegio di Pavia e pensando come cosa certa l 'opzione del Cavallotti, della minoranza qui, per Milano, io mi porto innanzi e metto la mia candidatura sul primo collegio di Pavia quale ministeriale. E ciò per aderire alle vive e molte istanze che mi fecero da molte parti del Collegio e per tentare in ogni modo di entrare nella vita politica del mio paese. Intendo quindi porre la mia candidatura come ostacolo alla riuscita dell 'ibrido prof. C 'anioni, antiministeriale e radicaleggiante. Arnaboldi, D 'Adda, Cavallini e molti di , di Casorale, della Lomellina mi vogliono portare sugli scudi d'oro. ...desidererei che S. E. Depretis scrivesse subito al Prefetto di Pavia e fosse tosto messa innanzi al governo la mia candidatura per non lasciare venire avanti gli altri nostri nemici a contrastarmi, volendo assolutamente mettermi nella lotta, desiderando che il nostro partito acquisti una grossa maggioranza nel parlamento. Ormai il dado è tratto. Tutti sanno che nel caso in cui Cavallotti opti per Milano, io mi presento quale candidato ministeriale davanti agli elettori del primo Collegio di Pavia, io non mi ritirerò in nessuna maniera. ...Se mi manda una riga Sua altroché sentirmi sommamente onorato ne riuscirò anche tranquillizzato.^ Pochi giorni dopx) il Cavagna scriveva ancora al Correnti, sempre sull'argomento

elettorale, su carta intestata : Comune di Bereguardo. Gabinetto del Sindaco, in data 9 giugno 1 886. ...la mia candidatura qui, contro ogni mia aspettazione e merito, prende piede in ogni luogo e viene .sorretta, allargata, fattaforte da elementi di sicura

' Bollettino - della Società Pavese di Storia Patria , d'ora in poi BSPSP, 1913, pp 218 221 BSPSP. 1990, pp 260 -262, testo della conferenza tenuta alla biblioteca Civica Bonetta il 27

novembre 1 989 da Marziano Brignoli influenza, se mi presentassi, troverei un campo a me favorevole e lotterei con qualche speranza. Il conte Antonio però non entrò in parlamento, né in quella occasione, né in successive elezioni.

Il mancato raggiungimento del seggio dovette certamente spiacergli. Due anni dopo, il 2 marzo 1888, sempre su carta intestata Sindaco di Bereguardo, scriveva di nuovo al Correnti, non accennava più alla sua entrata in Parlamento, ma

sollecitava onorificenze cavalleresche : Eccellenza.. .io dopo tanti anni di lavoro, di studi, di operosità in affari comunali, provinciali, artistici, storici; dopo tanti anni di ammini.strazione, larga di frutti benefici, del mio patrimonio, quasi esclusivamente fondiario e nel quale si accentra uno dei più grandi latifondi della Lombardia, condotta in modo da avere ridotta fiorente tutta la popolazione che vive nei miei possessi, dopo aver riunita con dispendio di oltre mezzo milione di lire una delle più ricche biblioteche di storia municipale italiana, dopo che vivo in mezzo al mio popolo per conoscerne e soddisfarne i bisogni, dopo le varie mie pubblicazioni storiche, non sono tuttavia da veni 'anni che cavaliere!!!!! E ciò dopo vedermi moltiplicarsi intorno il numero dei commendatori. ...ho dato ordine al capo della mia amministrazione centrale di Milano di disporre il trasporto qui alla Zelata di tutta la Biblioteca che stava in vari saloni del mio palazzo di Milano che vendetti. Verrò quindi a seppellirmi nelle spesse muraglie di questa casa finché un mio discendente la disperderà per tutte le parti del mondo. Sono schiacciato sotto varie proposte e di un libraio parigino e di una antica ditta libraria tra le più note della Germania e di un antiquario di Monaco di Baviera e di vari librari antiquari di Milano. Non so decidermi allo sperdimento di un 'opera che mi costò 23 anni di ansie, di ricerche, di studi e un mezzo milione di lire. Le mie finanze, ringraziando la provvidenza mi permettono il sacrificio di mezzo milione di lire, il mio amor proprio, le gloriose tradizioni della mia antica ed illustre famiglia, la mia posizione sociale, il rispetto profondo tributatomi dalla popolazione che dipende dai miei benigni ordini, hanno e .sentono esigenze credo giustificate. Dipende dalla buona volontà di V. E. e cioè quella di voler conservare alla città di Milano la più ricca collezione esistente di storia municipale, di statuti, di manoscritti, di carte geografiche e topografiche antiche, di opere storiche generali, di illustrazioni preziosissime d'arte, di oltre 40.000 opuscoli rarissimi, il tutto riguardante esclusivamente l 'Italia o vedere tutto ciò chiudersi qui inutilmente e disperdersi più tardi o disperdersi tosto. Se dessi ascolto in un momento acuto al grave risentimento del mio animo, ali 'angoscia del mio cuore, ai disinganni della mia vita' A che valgono i miei milioni, le mie ricchezze, i miei palazzi, le mie terre, il rispetto e la devozione che mi circonda se lutto è tenuto in non cale dalla mia patria e da chi la regge. Che sempre servii col massimo affetto di soldato, di archeologo, di amministratore provinciale, comunale, di proprietario.

Il conte Cavagna ebbe poi diverse ed importanti onorificenze. Fu infatti cavaliere dell'Ordine di Malta, dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine di Santo Stefano di Toscana, dell'Ordine Teutonico, ufficiale dell'Ordine del Nichan Iftikar di Tunisi, commendatore dell'Ordine della Corona di Italia ed altro ancora. L'appello del Cavagna al Correnti per lasciare alla città di Milano la sua ricca biblioteca rimase senza esito.

Il mancato accoglimento della munifica offerta dipese dal fatto che il Correnti in quel momento era già travagliato dalla malattia che in breve lo porterà alla morte,

avvenuta il 4 ottobre 1888.

Resta tuttavia abbastanza inspiegabile come il conte Cavagna non abbia mai avuto un seggio in Senato.

La collocazione sociale, gli studi severi, le benemerenze pubbliche e private, il patriottismo, le proprietà terriere, tutto sembrava potesse concorrere per entrare in Parlamento.

Il conte Antonio Cavagna Sangiuliani si spegne a Milano il 5 aprile 1913.

Grande studioso e bibliofilo appassionato, fu autore di 160 pubblicazioni che riguardano la storia italiana, in particolare quella lombarda e piemontese, raccolse una grande biblioteca, ricca di preziosi esemplari, di statuti, di manoscritti, di carte geografiche e to|X)grafiche antiche, di opere storiche, di illustrazioni preziosissime d'arte e di archeologia, di opuscoli rarissimi. Le carte che compongono quella che è considerata la più ricca collezione di storia municipale italiana, provengono dalle collezioni Morbio, Sozzi - Vimercati, Merkel, Muoni, dagli archivi delle nobili famiglie , Cavagna, Buonamici, Della Somaglia, Lampugnani, Corio, Malaspina, Vecchio, Rusca, Della Torre, Sangiuliani e da acquisti fatti presso i librai Schieppati, Frisioni, Mosconi, Brigola, Vergani, Arrigoni, Vismara, Hoepli, Dumolard di Milano e Bocca di Torino, nonché da varie aste antiquarie di Lipsia, Parigi, Firenze, Napoli, Milano e Roma. - Cosi lo stesso scrive in La Zeìada e i due palazzi Cavagna Sangiuliani ed aggiunge che tra i molti documenti che sto raccogliendo da oltre guarani 'anni, insieme agli statuti ed alle opere storiche che illustrano i comuni d'Italia, intendo qui far conoscere primamente le carte lombarde, che, credo e spero, potranno giovare, in qualche modo, alla nostra stona. Fra quelle ecco queste per ora poche pavesi che sono originali o autentiche o coeve. Fra queste e quelle .sono comprese parecchie pergamene, delle quali alcune arricchite da splendide miniature. Molte recano firme autografe di sovrani, papi, governatori, principi, segretari ducali, cardinali, capitani di ventura.

' Ville e castelli d'Italia . Milano, 1906 Aveva quindi raccolto nella sua villa alla Zelada una biblioteca storica di circa 80.000 volumi, cui si aggiungevano migliaia di manoscritti, di pergamene, carte geografiche. Era sempre aperta agli studiosi ed era nota anche fuori d'Italia. Cosi la descrive il Bollea, genero del conte Antonio**: Nella terra della Zelada il conte aveva finito per raccogliere a poco a poco tutti i libri che la sua passione di bibliofilo, sin dal 1H62, gli avevafatto riunire in vane biblioteche minori a Milano, a ('arate Lario, a Pavia. In un locale elevato sul suolo del giardino, di fianco al palazzo, sua solita dimora estiva, ha sede la biblioteca principale. In altri tre locali, due terreni ed uno al piano superiore della casa, trovansi la biblioteca minore, il Gabinetto dei manoscritti, la Sezione storico - diplomatica dell'Archivio e la raccolta delle carte geografiche. Le due Biblioteche sono a due ordini, accedendosi ai ballatoi con speciali scale e posseggono un catalogo generale a .schede, distribuito in ordine onomastico di Paesi.

Stava attendendo al riordinamento delle schede per dare alle stampe un '( 'atalogo ' generale toponomastico della Biblioteca quando la morte lo colse. Il catalogo ammontava a 6500 schede solo per le opere e gli statuti che illustrano oltre 3500 comuni e luoghi d'Italia

Antonio Cavagna Sangiuliani era stato tra i fondatori della Società Pavese di Storia Patria ed uno dei più assidui collaboratori del Bollettino. La Società di Storia Patria di Pavia si riunisce, il 4 maggio 1913, in un'assemblea straordinaria per trattare delle sorti della biblioteca e dell'archivio della Zelada e per discutere come evitare il pericolo della dispersione. Roberto Rampoldi e Luigi Berzolari fanno sapere di essere intervenuti presso il ministero. L'assemblea approva un ordine del giorno in cui si legge: la Società Pavese di

Storia Patria ...fa voti che la detta biblioteca, frutto di 50 anni di cure intelligenti ed umorose, sia conservata nella sua integrità e che qualora non possa evitarsene l 'alienazione, gli enti locali d'accordo con il (ìoverno trovino il modo di acquistarla, in ultima istanza che almeno i manoscritti e le carte di interesse storico locale siano assicurati a Pavia, ritenendo la raccolta per il numero dei volumi e per l 'importanza delle collezioni, un prezioso strumento di cultura nazionale. Ma la Biblioteca Cavagna Sangiuliani venne venduta nel 1921 dagli eredi agli Stati Uniti d'America ed è conservata alla Biblioteca Universitaria dell'Illinois, annoverata come "vasto ed importante archivio" nelle collezioni della Biblioteca. L'inventario dei manoscritti e dei documenti contenuti nell'Archivio Cavagna Sangiuliani fu pubblicato come primo volume della serie del Found Memorial Adah Patton.

Il Comune di Mede ha chiesto ed ottenuto, in microfilm, la parte dell'Archivio Cavagna Sangiuliani che riguarda Mede, ed ora, stampato e inventariato, è conservato presso la Biblioteca Comunale.

" di In memoria del conte Antonio Cavagna Sangiuliani nel primo anniversario della sua morte , a cura Luigi Cesare Bollea. Rossetti, 1914 MEDE, I SUOI CONTI E I SANGIULIANi'

Dal secolo IX si affermò in Lomellina la potenza dei Conti di Lomello che ricevettero l'investitura da Carlo Magno nella persona di Riccardo di Langosco. Una prima linea comitale si estinse nel 990, la successiva ebbe per capostipite Cuniberto, che, dopo aver esercitato per trent'anni la professione di giudice, nel 996 ebbe il titolo di conte palatino, ossia l'ufficiale di grado più elevato del palazzo regio Dal 1001 al 1025 suo figlio Ottone compare al fianco delPimperatore Ottone III come conte di palazzo e conte di Pavia e dal 1018 come conte di Lomello.' Tre cariche che vennero riunite ereditariamente in lui e nei suoi discendenti, dando così origine alla dinastia dei Conti Palatini di Lomello.

I Conti Palatini furono artefici di una nuova situazione socio-economica della regione attraverso il rafforzamento militare della zona. Estesero in breve il loro dominio a gran parte degli altri centri lomellini, facendone quasi un piccolo stato indipendente, se pure formalmente asservito al potere imperiale. Da qui la necessità di disporre, su tutto il territorio da essi controllato, di una serie di opere fortificate che permettessero non solo la difesa del comitato dagli appetiti delle dinastie circostanti ma anche e soprattutto l'esercizio pratico del potere. Sorsero in questo periodo numerosi castelli, rocche, torri di guardia. La diretta conseguenza di tale massiccio intervento edilizio fu il nuovo assetto urbano assunto dai paesi. Ove sorse un castello o una rocca o un palazzo signorile, nei quali siano andati a risiedere ricche corti o guarnigioni militari, l'abitato si espanse.

La distruzione del Sacro Palazzo di Pavia, che per quasi mezzo millennio era stato la sede del potere regio in Italia, avvenuta ad opera dei pavesi nel luglio del 1024 e, secondo la notizia pervenutaci dal cronista Vipone, senza che venisse opposta alcuna resistenza, segna una data significativa della storia, benché le sue premesse ed i suoi sviluppi rimangano ancora oscuri. II palazzo si presentava come un ragguardevole complesso di edifici distribuiti su una superficie alquanto estesa e l'intervento dei Pavesi consistette in una metodica demolizione destinata a non lasciare pietra su pietra.^ L'organizzazione che gravitava intomo al palazzo aveva finito per diventare una palla al piede che limitava anziché favorire gli interessi dei pavesi ed era jjerciò da rimuovere; una decisione quindi presa non contro il regno in quanto tale e neppure contro il suo

Il titolo é tratto da Antonio Cavagna Sangiuliani, Mede, i suoi conti e i Sangiuliani. Pavia, Rossetti,

1 904, come tutti i corsivi ^ - Storia di Pavia , secondo volume, Pavia, 1987, pp 107 108

Storia di Pavia , terzo volume, tomo I, Pavia, 1992, p 1 1 rappresentante locale che riuniva in sé, ormai da decenni, la doppia autorità di conte palatino e conte di Pavia. Questi infatti già prima che il moto scoppiasse era incline a spostare la propria sede in Lomellina, dove si trovava il numero principale dei suoi

E' il possessi. quindi probabile che sollevamento del 1024, pur non mancando di ledere i diritti dei conti, si proponesse di eliminare radicalmente la 'burocrazia palatina annidata nel palazzo', disperdendo le p)ersone che lo occupavano. Tolto di mezzo l'organismo palatino e trasferitosi il conte a Lomello, la somma dei

poteri continuò comunque ad essere nelle mani del conte palatino : egli dalla sua sede Lomellina 'veglia e sorveglia la gestione intema di Pavia', esprimendo un'autorità che continuerà ad essere riconosciuta sino ai decenni del secolo XII.''

- - In un anno non detto riferisce Galvano Fiamma i conti di Lomello erano tranquillamente andati a festeggiare la Pasqua a Pavia e dell'occasione approfittarono i cittadini che 'chiuse le porte, uccisero tutti i conti e uno solo si salvò attraversando il Ticino. Inoltre presero il castello di Lomello e lo distrussero dalle fondamenta. Favoloso nella sua prima parte, il racconto è sicuramente veritiero nella seconda, perché i pavesi nel 1 155 presero e distrussero Lomello e ne esautorarono i titolari.'

Da quest'epoca in poi, i conti di Lomello, a cui i pavesi avevano imposto di tener residenza anche in Pavia quali sudditi del comune, si disperdono nei castelli del contado lomellino e danno origine a numerosi rami della medesima famiglia, che assumono, oltre al titolo di conti palatini di Lomello,^' il nome della località dove avevano terre e giurisdizioni: così i conti di Mede, i conti di Gambarana, i conti di Sparvara, i conti di Langosco. Federico I nel 1164 concede privilegi sia ai Pavesi che ai conti palatini di Lomello, entrambi schierati fra i suoi sostenitori. Ai conti Guidone, Goffredo e Ruffino confermò sostanzialmente le terre che essi già possedevano, assicurò loro la sua protezione, concesse immunità da ogni gravezza tranne che del fodro imperiale, mentre ai pavesi toccò la concessione ufficiale dei diritti sull'intera Lomellina.

In un atto del 22 maggio 1 640, esistente fra le carte del Cavagna, rogato da Gerolamo

Gallarati notaio di Pavia, si trovano riassunti i privilegi concessi ai conti Palatini di Lomello ai e dall'imperatore Federico I, poi confermati loro discendenti successori , da

Enrico VI nel 1 191, da Federico II nel 1219, da Enrico 1 nel 131 1, da Carlo IV nel 1355, da Massimiliano I nel 1 496. Alcuni rappresentanti di queste grandi famiglie comitali ebbero grande importanza e compirono brillanti carriere in ogni campo. Si ricorda Lancellotto dei conti di Mede che fu vicario vescovile a Novara e a Milano; nel 1312 Tomaso conte di Mede dona alcuni beni al Monastero di ; un Rinaldo dei conti di Mede è tra i gentiluomini che nel 1377 fecero omaggio al duca Galeazzo Visconti al suo ingresso in Pavia; nel 1404 Giacomo conte di Mede favorisce la tregua

' Storia di Pavia , terzo volume, tomo 1, Pavia, 1 992, p 1 2

di 1 1 1 Storia Pavia , terzo volume, tomo I, Pavia, 992, p 3 *" Zucchi Mario. Lomello con un cenno alle origini . Torino, 1903. p 314 di un anno tra Filippo Maria Visconti ed i Beccaria, dal 1388 al 1391 e dal 1415 al 1419 è professore di diritto civile all'Università di Pavia; nel 1407 Tristano e Francesco dei conti di Mede, furono fatti prigionieri e miseramente strangolati da Facino Cane; Gian Otto dei conti di Mede fu Podestà di Alessandria nel 1460 - 1461.

Così il Cavagna Sangiuliani : Un raro esempio nella vita feudale durante il Medioevo e l'Evo moderno si verificò nel cospicuo feudo di Mede, una signoria, una contea d'alto nome. Mentre in molti casi vari feudi erano assegnati ad una sola famiglia, qui varie famiglie divisero, fra esse, per secoli, il possesso di un solo feudo. Il prof Goffredo Casalis nel suo importante Dizionario Geografico e Storico degli Stati di Sardegna, trattando di Mede, scrive. ..sui destini del borgo di Mede influirono ben 12 illustri casati e furono

e-isi i Battanoglio, i Brentani, i Giovanoli, i Gorrani, i Guizzardi, gli Isnardi, i Lunerii, i Mairoli, gli Olgiati, i Sangiuliano ed i Zaccaria; ed ha perfettamente ragione ciò risultando da molti documenti e per la maggior parte di essi, in particolar modo da carte ed atti autentici esistenti nel mio archivio alla Zelada ed aggiunge di tutte queste famiglie or più non esistono che un Guizzardi domiciliato in Ales.sandria ed un Sangiuliano stabilitosi nella capitale dell 'Insuhria, le altre prosapie già feudatarie in Mede sono tutte estinte.

I Sangiuliani appaiono a Mede nel 1639 come possessori di vasti fondi e vi rimangono sino al 1756 quando il conte Stefano venderà alla famiglia Crosio la cascina Lambertenga e tutti i beni in Mede. Nel 1722 il conte Giuseppe Sangiuliani, gentiluomo milanese, a seguito del testamento di Carlo Antonio Zaccaria, in data 6 dicembre 1721, notaio Paolo Antonio Castiglioni di Milano, diventa conte di Mede. Il conte Zaccaria con il suo testamento lasciava al conte Sangiuliani oltre la casa da nobile, che era il castello feudale, molti terreni, porzioni del feudo e 'le regalie di sua ragione', nelle quali era compreso l'jus patronato di coelezione del parroco e quello di nominare direttamente un cappellano. Ed anche quando cessarono i diritti inerenti al feudo, ai Sangiuliani rimase quello di concorrere alla nomina del prevosto di Mede. Che i Sangiuliani si interessassero al loro fèudo lo prova la dimora che essi facevano in Mede, lungamente e a più riprese e l 'avere fatto dipingere il loro .stemma gentilizio sul portone del castello feudale in cui risiedevano, stemma che vedesi tuttora e del quale ho nell 'archivio una copia donatami dall 'amico Carlo Marozzi. Nel 1731 il conte Antonio Sangiuliani, a nome dei suoi nipoti conte Giò Stefano e

Filippo Maria Sangiuliani, figli del conte Giuseppe, fonda in Mede una cappellania dedicata alla Beata Vergine Annunciata e vi assegna cospicui beni e vari capitali ed elegge cappellano il sacerdote Don Paolo Gatti. Nel 1740 il conte Livio Sangiuliani a nome di Giò Stefano Sangiuliani elegge in cappellano della stessa cappellania il sacerdote Orazio Guizzardi dei conti di Mede, prevosto della chiesa di San Marziano e San Martino. Nel 1829 Giuseppe Sangiuliani dei conti di Mede nomina cappellano il prevosto di Mede don Valentino Campi. n conte Antonio Sangiuliani nel 1838 diede voto a favore del reverendo Giuseppe Rivera e concorse poi alla nomina del prevosto don Felice Calvi, come ultimamente diede il suo voto a favore dell 'attuale mentissimo prevosto don Siro Damiani, il conte Antonio Cavagna Sangiuliani.

Fot. G. Rossi - Milano Zincotlpìa d«no Stab. Augusta - Torino

Il Conto Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana (1865). IL CASTELLO SANGIULIANi'

Un piccolo fronte neogotico con loggetta, incorniciato da una sorta di torre merlata che si affaccia sulla piazza principale di Mede, piazza Repubblica, l'antica Piazza Giaretta, maschera gli avanzi delle mura del trecentesco Castello. E' l'immagine del Castello Sangiuliani, trasformato in albergo, lasciataci dai restauri degli anni venti, uno degli ultimi atti di capillare operazione, dalla campagna ai borghi rurali, che nel giro di mezzo secolo sostituisce in Lomellina i segni dell'antico regime e costruisce la città borghese del nuovo stato unitario. Si costruiscono teatri, ospedali e case di riposo, edifici scolastici e comunali, preture e poste, stazioni ferroviarie ed edifici per le associazioni dei lavoratori, cimiteri monumentali e dimore nobiliari; tutte le grandi chiese subiscono rifacimenti, rigidamente gotizzanti; nelle città appaiono i viali alberati, le piazze e i palazzi urbani che modificano l'antica tipologia a due piani dei borghi rurali della borghesia. A Mede, accanto al neoromanico Municipio ed alla piazza alberata, incorniciata dall'altissimo campanile di San Marziano, del castello Sangiuliani rimangono dei frammenti su cui si sono stratificati centinaia di anni di demolizioni, ricostruzioni, restauri, ristrutturazioni.

Permane, perentoria, l'ossatura essenziale dell'alzato, una cortina rossa ( verso via Verdi) di mattoni, lineare, compatta, tagliente su cui l'unico elemento decorativo sono le sottili in il comicette cotto intomo alle arcate ( oggi chiuse) delle af)erture, ricamo delle file di triangoli a vertice ribassato ( i mattoni a scaletta ) del cornicione e una bertesca semidiroccata.

Il castello unitamente all'attigua chiesa dei Santi Marziano e Martino, fin dal XII, secolo fu uno dei fulcri economici, politici, religiosi della Lomellina, uno era sede dei conti palatini, l'altro dominò, secondo la regola di San Benedetto, un vasto territorio, contribuendo alla sua trasformazione economica.

Dei tre castelli esistenti in Mede è l'unico sopravvissuto.

Nel 1466 risiedevano nel castello i conti Zaccaria.

Nel 1721 il castello passa ai Sangiuliani con le parti del feudo di Mede che loro spettavano, come i titoli e i diritti di patronato, quali eredi degli Zaccaria. Nel 1733 la Congregazione rurale della Provincia Lomellina lo acquista all'oggetto di tenervi le adunanze dei Consiglieri componenti l'intera Congregazione^ e. due stanze vengono adattate a carceri. Nel 1789 viene posto in vendita; l'asta va deserta, nella

' Progetto per le opere di conservazione e di allestimento di Castello Sangiuliani. Nuova sede della biblioteca e dei Musei Civici Studio Associato arch Lorenzo Bemi - arch Aline Leroy, Milano, 1997, PP 2-4 Archivio storico del Comune di Mede, d'ora in poi ASCM, cartella 720

10 relazione di stima si scrive : detta casa è di nessun reddito per causa del poco commercio del paese e maggiormente per la soggezione delle carceri alle quali si unisce una latrina molto fetente; inoltre vi sono necessarie varie istantanee riparazioni e massime riguardo alle diverse aperture, molte delle quali si ritrovano scompaginate. Il 18 maggio 1793 il castello viene acquistato dal conte Ruffino Guizzardi di Mede. Il

verbale di acquisto cosi descrive la 'casa detta castello' ; Situata a quattro lati della strada pubblica, ed in parte verso sera delli nobili fratelli tacchini, circondata da un fossato, composta di due piani, l 'uno terreno e l 'altro superiore, composto il primo di un porticato con sei stanze e la sua corte attigua circondata da un muro con scala per avere accesso al piano superiore composto di sette stanze e galleria attigua alle medesime, superiormente ali 'ingresso esistono le carceri feudali e per ultimo, al di sotto della casa, due cantine sotterranee divise m quattro. Solo delle fredde parole notarili per far emergere la nitida geometrica spazialità della

corte del castello 'signorile' lombardo. Una sorta di stilema : attorno ad un cortile quadrangolare si stendono, bassi e rigidamente squadrati, quattro corpi di fabbrica rettilmei, scanditi da torri quadrate poste al loro incontro. Due soli piani, di cui quello terreno si apre parzialmente a portici verso il cortile intemo, mentre il piano superiore guarda su se stesso attraverso una loggia. Gran parte è andato perduto, con le

trasformazioni di inizio secolo (ala sud) e con le recenti ristrutturazioni (ala est) e i frazionamenti di proprietà.

Il 5 dicembre 1821 gli eredi Guizzardi vendono il Castello al signor Mario Corsi. Nel 1858 passa ai signori Luigi, Giovanni Battista e Vicenzina Biglieri. Alla fine dell'ottocento con la costruzione della piazza Vittorio Emanuele e dei relativi palazzi, la mole imponente del Castello viene nascosta ed inglobata nel lato ovest in un cortile. All'inizio del secolo viene trasformato in Albergo Castello, l'ala sud demolita e trasformata in palazzo di tre piani. Nel 1920 viene restaurato e si aggiunge la loggetta, la merlatura mentre vengono rifatti

tutti i solai dell'ala dell'angolo nord ovest e la relativa muratura estema, viene chiuso il portico intemo al piano terra, nella torre d'angolo viene ricavata una scuderia, su progetto dell' arch. Mina Nel 1942 l'edificio viene vincolato ai sensi della legge 1089. Nel 1985 viene abbandonato, la proprietà ulteriormente frazionata (ala est), nel cortile le tettoie diventano box.

Nel 1996 il Comune di Mede acquista il Castello Sangiuliani per trasformario in nuova sede della Biblioteca Comunale e dei Musei Civici.

' ASCM, cartella 720 * ASCM, cartella 720

11 L'ARCHIVIO CAVAGNA SANGIULIANI NELLA BIBLIOTECA DELL'UNIVERSITÀ' DELL'ILLINOIS

I! 10 ottobre 1932 la Biblioteca dell'Università dell'Illinois, che nel 1921 aveva acquistato l'archivio Cavagna Sangiuliani, approvò l'istituzione dell' Adah Patton

Memorial Fund per commemorare Adah Patton che fu f)er molti anni membro del Catalog Department of the University of Illinois Library e ne fu a capo dal 1917 al

1 93 1 , anno della sua morte.

Il fondo prevedeva la pubblicazione, in particolar modo, di cataloghi e bibliografie. Il primo volume pubblicato dal fondo fu Manuscripts and stamped documents of the Archivio Cavagna Sangiuliani in the University of Illinois Library, a cura di Meta Maria Sexton.

Adah Patton, abile amministratrice ed esperta catalogatrice, fu la responsabile, dopo l'acquisto dell'archivio Cavagna Sangiuliani, per la formulazione di un piano per incorporare 'questo vasto ed importante archivio' tra le raccolte classificate e catalogate della Biblioteca dell'Università dell'Illinois. Inoltre l'inventario dei manoscritti e dei documenti a stampa che fanno parte della Sezione Prima dell'Archivio Cavagna Sangiuliani fu eseguito sotto la sua diretta supervisione. Sembrò quindi particolarmente appropriato iniziare con questo lavoro la serie di pubblicazioni del Fondo a lei dedicato.

L'introduzione al volume, di cui si dà la traduzione dei passi più salienti, descrive come l'archivio è giunto in America e la metodologia usata nell'inventariazione.

La collezione dei manoscritti, sia rilegati che non, era nettamente divisa dal resto della documentazione.

Alcuni documenti a stampa erano stati inseriti tra i manoscritti non rilegati.

Il Cavagna aveva sistemato i manoscritti non rilegati in 138 mazzi numerati, ogni mazzo era stato posto tra due cartoni rigidi e legato. La parte superiore del cartone, ricoperta da un foglio di carta, portava stampato Archivio Cavagna Sangiuliani in Zelada, sotto, scritto in inchiostro. Prima Sezione Carte Storico - Diplomatiche, ancora più in basso il luogo o la persona a cui i documenti si riferiscono. L'ordine dato dal Cavagna ai manoscritti non rilegati fu toccato il meno possibile e, quando si rese necessario, fu fatto soltanto nell'intento di eseguire quello che sembrava il suo intendimento.

In genere ogni manoscritto era posto in una cartella e il contenuto brevemente descritto dal Cavagna sulla copertina. Questi sommari sono alla base del catalogo americano.

1 manoscritti erano posti nei mazzi in ordine alfabetico riguardo ai nomi delle località ed all'interno di queste in ordine cronologico. Quando il materiale relativo ad una località è

12 cospicuo, all'interno c'è anche una divisione per soggetti. Una lista alfabetica dei posti, con riferimento al mazzo che contiene il materiale relativo, accompagna l'elenco dei manoscritti, a volte anche con rimandi se il documento riguarda più paesi.

Generalmente non è stato fatto nessun tentativo per riassumere i contenuti dei manoscritti non catalogati dal Cavagna. Tutte le note in inglese e le date seguite da un punto interrogativo e tra parentesi sono state aggiunte dal compilatore. Nei casi in cui il manoscritto è più leggibile della scritta sulla cartelletta, il titolo veniva preso dal manoscritto stesso. La numerazione delle carte è data quando il manoscritto è numerato o se le carte non sono più di dieci. La misura delle pergamene viene data solo se è inusuale.

In molti casi il sommario fatto dal Cavagna riporta : Originale o Copia o come da essa copia autentica. Questi dati sono stati fedelmente riportati, mentre in alcuni casi l'autenticità o meno è stata rilevata dalla fine del documento. In altri casi furono usati i termini : 'Orig.?', probabilmente manoscritto originale; 'Copy', copia autentica o copia manoscritta di un originale o estratto; 'Copy ?', probabilmente copia scritta a mano ma potrebbe essere un manoscritto originale; 'Mss. and copies', documenti originali scritti a mano e copie dello stesso o altri documenti originali scritti a mano. Se il documento ha un sigillo questo è annotato come 'attached, embossed, or pendant'. La nota usata per designare un manoscritto è composta da CAV che indica Cavagna Collection, il numero del faldone, il numero del fascicolo e il numero del manoscritto.

Il Conta Antonio C«va^A Saneiulisrti di Gbaldtn*

13 L'ARCHIVIO CAVAGNA SANGIULIANI Sezione relativa a Mede

La sezione relativa a Mede dell'Archivio Cavagna Sangiuliani, conservata presso una sala della Biblioteca Comunale di Mede, è costituita da 5 microfilm e dalla stampa degli stessi. La documentazione, suddivisa in 219 fascicoli, racchiusi in 6 faldoni, copre un arco cronologico di tempo che va dal 1 164 al 1904 e riguarda la storia di Mede, dalla

sua infeudazione attraverso i privilegi concessi da Federico I a Guidone, Goffredo e Ruffino dei conti Palatini della Lomellina, sino alla inaugurazione del nuovo campanile della Chiesa Parrocchiale di San Marziano e San Martino.

Strumenti di corredo

Dalla Biblioteca Universitaria dell'Illinois, con i microfilm, è stato inviato un elenco della documentazione relativa a Mede e presso la Biblioteca Bonetta di Pavia, oltre ad una numerosa bibliografia sul Cavagna Sangiuliani, si trova la copia dell'introduzione del volume Manuscripts and printed documents of the Archivio Cavagna Sangiuliani in the University of Illinois Library compilato da Meta Maria Sexton nel 1950.

Criteri adottati nell'ordinamento e nella descrizione inventariale

L'archivio Cavagna Sangiuliani è stato considerato come archivio aggregato a quello principale di Mede, quindi ordinato ed inventariato separatamente. L'intervento è stato condotto seguendo le indicazioni fomite dalla Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione degli archivi storici di enti locali, a cura della Regione Lombardia, Settore cultura e informazione. Servizio biblioteche e beni librari e documentari, 1992. Per la redazione dell'inventario è stato utilizzato il software SESAMO ver. 3.2, realizzato e fornito dallo stesso servizio. Esistendo un ordinamento testimoniato da una ripartizione sia per titoli che per fascicoli già avviato dal Cavagna Sangiuliani e ripreso dalla catalogatrice americana, questo è stato mantenuto e l'intervento attuale è consistito in una descrizione analitica del contenuto dei documenti e nell'inserimento di maggiori dati archivistici rispetto a quelli riportati dall'inventario americano. I microfilm sono stati stampati, la documentazione suddivisa per titoli e racchiusa in

fascicoli; i 219 fascicoli così formati sono stati posti in 6 faldoni.

Le note introduttive ad ogni titolo si prefiggono di dare un quadro generale fornendo gli elementi di lettura delle successive unità.

14 La descrizione inventariale delle unità archivistiche riporta i seguenti elementi: - numero progressivo delle unità : - titolo : viene riportato, tra virgolette, il titolo dato dal Cavagna Sangiuliani e accanto al titolo è stata posta la segnatura americana: Cav. per Cavagna Collection, il numero del faldone, da 45 a 52, e quello del fascicolo; - data topica : indica la località dove è stato redatto l'atto ed è stata espressa ogni volta che è stato possibile definirla con certe2:za;

- data cronica : nella sequenza anno, mese, giorno; - contenuto : si riporta l'argomento dell'unità archivistica descritta. In genere gli elementi presi in considerazione sono stati il tipo di negozio giuridico, l'autore o gli autori dell'atto e dell'azione, l'oggetto dell'atto, la durata e il prezzo, il notaio rogatario, il valore diplomatico, pur tenendo sempre presente che si tratta di una copia di documentazione microfilmata. Si è dato rilevanza ai nomi delle zone che ancora oggi si ritrovano in Mede, dei cognomi, dei patti che intercorrevano tra colui che dava la terra da gestire e colui che la gestiva. Nel caso di appunti del Cavagna in cui riassumeva la storia della sua famiglia, o di fatti che la implicavano anche indirettamente, o nel caso di riassunti dei privilegi concessi al feudo di Mede, o di storia delle origini della Lomellina, si è cercato di dare più informazioni possibili, ritenendo questo archivio di rilevante importanza per la storia di Mede, cercando di incuriosire, di stimolare l'interesse alla consultazione e avvicinare all'archivio un maggior numero di persone, in particolar modo gli studenti; - descrizione estrinseca : si è data la definizione di unità documentaria, data l'omogeneità dell'argomento trattato in ogni singolo fascicolo e la consistenza con l'indicazione del numero delle carte, che sono state numerate; - note : in questo campo è riportato il numero del manoscritto, inserito nella prima carta di ogni unità, nel margine inferiore, dal compilatore americano, ed il valore giuridico come appare dall'inventario americano; - segnature : è riportato il numero del faldone e del fascicolo nella sua collocazione attuale.

15 Archivio di Stato di Torino, Perimetri de Territorij di Mede, con Ragnera, e di Porzano.

Provincia Lomellina, formate da me sottoscritto ... sotto la direzione dell'ingegnere di S.M. Boldrini... Mede li 8 agosto 1760 Adriano Zalio geometra Deliberatario... Titolo 1

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1164 al 1550" 1164- 1660

Il titolo è composto da 28 unità archivistiche La documentazione inizia con l'elenco dei privilegi concessi prima a Guidone, Goffredo e Ruffmo, conti palatini della Lomellina, da parte dell'imperatore Federico 1 e poi confermati, negli anni successivi, da altri imperatori non solo ai conti ma anche ai loro successori ed eredi in linea maschile. Tali privilegi che consistevano in concessioni o conferme di possessi di terre, regalie, dazi, giurisdizioni sulle terre, daranno origine a non poche diatribe tra i vari conti di Mede, in modo particolare sul divieto di alienare o vendere parte del feudo, sulla divisione dell'estimo e dei dazi del feudo e sul diritto di nominare il prevosto della Chiesa Parrocchiale.

1 privilegi saranno confermati da Filippo Maria, duca di Milano, che dichiara i conti e i terrazzani di Mede liberi da ogni giurisdizione da Pavia, riservando a sé il diritto della spada. Francesco Sforza rinnovò le concessioni, stabilendo una tassa annuale di 25 fiorini

per i conti e di 60 fiorini per il resto degli abitanti, in luogo dei soliti dazi che dovevano a Pavia

I duchi Galeazzo Maria e Bianca Maria Sforza confermano i privilegi, ma essendo in ristrettezze economiche, vendono il contado di Mede per 4000 lire imperiali, a Raffaele e Cipriano Zaccaria e ad altri conti, conferendo agli acquirenti ogni franchigia e potere. Nel 1504 i conti di Mede stipulano una convenzione che

ribadisce il divieto di vendita e di alienazione dei beni se non tra di loro.

Si prosegue con convenzioni tra i conti per l'uso dell'acqua necessaria per l'irrigazione dei campi, vendite di terre, genealogie delle famiglie confeudatarie, doti alle figlie, eredità. In particolare la dote di Arcangela Zaccaria, figlia di Raffaele, darà adito ad una lunghissima causa sulla sua legittimità e sul fatto che il marito, il

capitano Giovanni Maria Luneri, entrava cosi tra i confeudatari di Mede. La scheda 5 riporta un documento che riassume la storia del feudo di Mede, iniziando da considerazioni su alcuni abitanti della zona che, dopo aver dilapidato il loro patrimonio, non ebbero più alcun censo, non impararono mai a vivere onestamente, non vollero mai affaticarsi, ma cercarono di arricchirsi con altrui fatiche e beni, provocando liti con la delazione. Si fa derivare la gente di Lomellina da Riccardo, che avendo seguito Carlo Magno in Italia, come primo cameriere, per combattere contro i Longobardi, ricevette in dono la terra che sta tra Po, Ticino e

Sesia. Tra i discendenti di Riccardo, ci fu Gandolfo, che ebbe tutto l'agro lomellino con il castello di Lomello.

Compare, alla scheda 20, il nome di Giuseppe Sangiuliani come acquirente di 'diversi livelli sopra alcune case e beni' nel 1639, 'acquistati in pregiudizio di Giacomo Andrea Lambertenghi', ultimo erede di Giacomo Beretta.

Nel 1668 i Sangiuliani acquistano la cascina Lambertenga. Nel 1721, a seguito del testamento del conte Antonio Zaccaria che nomina Giuseppe Sangiuliani suo erede, lasciandogli la sua parte di feudo e la casa nobile con giardino, i Sangiuliani sono annoverati tra i conti di Mede, con relativi diritti e privilegi.

17 Ne! 1 756 il conte Stefano Sangiuliani vende la cascina Lambertenga e tutti i suoi beni situati nel territorio di Mede.

Note: Tutti i documenti sono in latino, preceduti dal titolo in italiano posto dal Cavagna Sangiuliani.

- Fotografili C. Ecclesia Pavia. Zincotlpia dello St&b. Augusta - Torino,

ti Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana (1908).

18 1 - - "Mede 1164 1209 1311 e anni seguenti. Nota di privilegi imperiali pei Conti del Palazzo di Lomello e pei Conti di Mede". Cav 45.1 1164 agosto 8- 1541 agosto 25

Sono riportati, in elenco, i pnvilegi concessi dal XII al XV secolo ai conti di Mede : - 8 agosto 1164, l'imperatore Federico 1 concede a Guidone, Goffredo e Ruffino, Conti Palatini della Lomellina, ogni giurisdizione e diritto, privilegi, possessi, dazi, regalie, immunità, giurisdizioni nel feudo di Mede, ad eccezione del pagamento del

fodro ( 1 ) alla Città di Pavia - 1191, Enrico VI, imperatore, rinnova e riconferma alla Città di Pavia ed al suo principato i privilegi concessi da suo padre Federico 1 - 1219, conferma dei privilegi da parte di Federico 11, figlio di Enrico VI, re dei Romani e di Sicilia, ai conti di Mede ed ai loro discendenti e successori - 1311, privilegi confermati dall'imperatore Enrico VII - 1353, conferma da parte dell'imperatore Carlo IV del feudo e nuove investiture ai conti ed ai loro discendenti in linea maschile, con l'indicazione che i possessi e le giurisdizioni non possono essere alienati o venduti se non tra i conti di Mede e loro successori

- 1439, privilegi confermati da Filippo Maria duca di Milano, che dichiara i conti e i terrazzani di Mede liberi da ogni giurisdizione da Pavia, riservando a sé il diritto della spada - 1466, privilegi concessi da Galeazzo Maria e Bianca Maria Sforza duchi di Milano - 1541 agosto 25, privilegi confermati dall'imperatore Carlo V. Unità documentaria, ce. 4

Nell'inventario redatto in America, d'ora in poi, Inv. A me. : Ms. 1604

il i 1 . Fodro diritto che nell'alto Medioevo avevano sovrano ed pubblici ufficiali presso le

popolazioni, dove si recavano per il loro servizio, di farsi dare foraggi e biada per i cavalli. Nel secolo XI si trasformò in una imposta in denaro, che era pagata, secondo una consuetudine stabilita, da coloro che detenevano terre in feudo dall'impero, quando l'imperatore scendeva in Italia Nell'età comunale il diritto di fodro fu esercitato dai Comuni, atto che il Barbarossa considerò una usurpazione Nel corso del secolo XIII spari con la nuova organizzazione delle fìnanze comunali.

1.1

2 "Notizie sul feudo". Cav 45.2 1311-1496

Sono elencati ancora i privilegi concessi ai Conti Palatini, in modo particolare quelli concessi dai duchi di Milano.

Filippo Maria, il 9 novembre del 1439, dichiarò i conti e terrazzani di Mede liberi da ogni giurisdizione di Pavia, riservando a sé il 'supremo imperio del diritto della spada', Francesco Sforza il 12 ottobre 1450 rinnovò le concessioni, stabilendo una

19 tassa annuale di 25 fiorini per i conti e di 60 fiorini per il resto degli abitanti, in luogo dei soliti dazi che dovevano a Pavia. Da una lettera ducale inserita nel lungo atto di infeudazione di Mede (1) appare che alla morte di Francesco Maria Sforza la finanza ducale si trovava in tristissime condizioni.

La duchessa Bianca Maria, infatti, fu costretta a vendere il contado di Mede per 4000 lire imf)eriali, conferendo agli acquirenti ogni franchigia e potere, non escluso il diritto della spada e quelle esenzioni che i precedenti duchi avevano concesso a Mede, staccandola dalla giurisdizione di Pavia. Unità documentaria, ce. 4

Inv. Ante. : Ms. 1605, orig'^

MAGENTA Carlo, / Visconti e gli Sforza nel Castello di Pavia e loro attinenze con la Certosa e la storia cittadina, Hoepli 1883, voi 1, p 509 Nella nota 2, stessa pagina, l'autore, aggiunge che l'atto di infeudazione di Mede é nelle carte del sacerdote Pietro Moiraghi ed è in pergamena con iniziale e stemma miniato. 1.2

3 "Mede dal 1397 in avanti. Elenchi di documenti relativi al juspatronato della Parrocchia". Cav 45.3 1397 gennaio 30-1 795 maggio 8

1 conti di Mede, tra i privilegi ricevuti, avevano anche il diritto di eleggere il prevosto della chiesa parrocchiale di San Marziano; diritto che diede origine a molte liti e relative cause, in quanto spesso i confeudatari di Mede non si trovavano in accordo sulla persona da nominare quale parroco di Mede. Elenco di diversi atti di nomina di sacerdoti dal 1397 al 1795. Nel 1397 viene nominato parroco don Cesare de Isimbardi; nel 1531 uno della famiglia Guizzardi, sempre dei Conti di Mede; nel 1588 alcuni compatroni eleggono Don Gerolamo Brizio, altri don Carlo Zaccaria. Dopo anni di liti e cause don Carlo Zaccaria rinuncia alla contesa e viene nominato prevosto di San Marziano don Enriotto dei conti di Mede. Unità documentaria, ce. 35 Inv. A me.: Ms. 1606, Copy. 1.3

20 - "Mede 1405 1406. Nomina del prevosto e sua presentazione. Elenco dei Patroni". Cav 45.4 1405 - 1406

I compatroni conti di Mede : Ruffini, Zaccaria, Lambertenghi, Formajo, Brentano, Genzani, Biscossa, Olgiati, Isnardi, Guizzardi, Brizio affidano a Giacomo dei conti di Mede, dottore in legge, il mandato di designare il candidato a prevosto della Parrocchiale di San Marziano, che verrà poi dagli stessi approvato. La scelta cade sul sacerdote Pietro de Bemensibus. Unità documenlaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1607, Copy. 1.4

5

"Sommario di atti a favore dei conti di Mede contro il Regio Fisco pel feudo. 1439 e anni seguenti". Cav 45.5

"Pro i Conti di Mede contro delatori e fisco regio" relazione di Joseph Dondeus I.C. a favore dei conti di Mede contro il preteso pagamento di oneri fiscali voluto dalla Reale Camera. L'autore riassume la storia del feudo di Mede, iniziando da considerazioni su alcuni abitanti della zona, che, dofX) aver dilapidato il loro patrimonio, non ebbero più alcun censo, non impararono mai a vivere onestamente, non vollero mai affaticarsi, ma cercarono di arricchirsi con altrui fatiche e beni, eccitando alle liti con delazioni. Uno di questi individui accusò alcuni dei conti di Mede perchè per molti anni non pagarono i 25 fiorini dovuti alla Città di Pavia, pur non possedendo più i diritti all'esazione o perchè la loro linea si era estinta o perchè avevano alienato ad estranei parte del feudo. Ricorda gli antichi privilegi dati da imperatori, ad iniziare da Federico I che nel 1164 concesse a Guidone, Goffredo e Ruffino, conti di Lomello, giurisdizioni e diritti nel Comitato di Pavia, in cui 'adest locus Medae'; concessioni poi rinnovate da Fedrico II e confermate più tardi dai duchi di Milano.

Ai privilegi si aggiungeva però la proibizione di vendere o di alienare i beni e i diritti ad altri che non fossero dei conti di Mede; inoltre, le successioni erano valide solo in linea di discendenza maschile. In effetti alcune delle case più antiche si erano estinte, ma vi erano altre a cui sjjettavano gli stessi diritti. Il documento prosegue affermando che la gente di Lomellina deriva anche da Riccardo di Fleossen, primo 'cubicularium' ossia cameriere di Cario Magno. Riccardo aveva seguito Carlo Magno in Italia per combattere contro i Longobardi ed avendo prestato un'opera egregia in quella spedizione, ricevette in dono quella terra che sta tra Po, Ticino e Sesia, in cui ci sono villaggi e castelli, come narra Antonio

' Maria Sjjelta in Vita dei Vescovi Ticinensi', nel capitolo che riguarda la vita di

21 Guidone vescovo di Langosco. Tra i discendenti di questo Riccardo, ci fu Gandolfo,

che ebbe tutto l'agro lomellino con il Castello di Lomello; da lui discendono i Conti Palatini di Lomello.

Quindi molte famiglie ebbero origine da Riccardo e si distinsero dai nomi dei villaggi e dei castelli che possedevano.

A Mede i conti nel 1 164 erano tre, nel 1311 erano 5, nel 1466 erano 7 : Raffaele, Marco, Bonifacio, Marco Antonio, Franceschino, Giovanni, Bettino. Le famiglie andavano aumentando per cui per distinguerle assunsero come cognome il nome dell'avo che ebbe l'investitura ducale.

I delatori si scagliano contro gli Zaccaria, in quanto affermano che la famiglia si è estinta per via maschile. Ma Francesco Geronimo, Buccino e Carolo, fratelli Zaccaria discendono da Raffaele come pure Arcangela Zaccaria, quindi la dinastia esiste tuttora ed il fisco non può pretendere le tasse di cui gode l'esonero per concessione ducale. // documento, senza data, tratta di avvenimenti che vanno dal 9 aprile 1439 al 25 febbraio 1587. Unità documentaria, ce. 24, di cui 23 a stampa. Inv. Ame.: Printed. 1.5

6 - - "Mede 1439 1620. Riassunti di privilegi ducali". Cav 45.6 7 1439 novembre 9 - 1 660febbraio 11

Elenco delle riconferme dei privilegi sull'estimo del feudo e del dazio ai conti di Mede e concessioni di nuove parti dell'estimo.

Federico li estende gli antichi privilegi sul feudo di Mede anche a Gandolfo, conte

palatino di Lomello; nel 1439 Filippo Maria, duca di Milano, proroga i privilegi e le immunità a favore di Bartolomeo, Guglielmino e Buccino fratelli Zaccaria, tutti discendenti da Guidone; nel 1450 Francesco Sforza conferma i privilegi e le immunità con altro diploma e nel 1466 Bianca Maria e Galeazzo concedono l'esenzione dai dazi a Buccino, Raffaele Zaccaria e ad altri conti di Mede

11 10 settembre 1504 una convenzione stipulata tra i confeudatari di Mede, a rogito del notaio Clemente dei conti di Mede, ribadisce il divieto di vendita e di alienazione

dei beni se non tra i conti. Seguono elenchi di alcune vendite di porzioni di feudo con

i relativi privilegi e diritti fra conti di Mede : il 22 dicembre 1620 Bellisario Zaccaria vende, anche a nome del fratello, a Marco Aurelio Giovanoli e a Giovani Maria Luneri ogni loro parte del feudo per 300 soldi ed ogni diritto sul feudo e di juspatronato; altri instrumenti di vendita o di cessione di parti dell'estimo sempre fra

i conti. Unità documentaria, ce. 31 Inv. Ame.: Ms. 1608, Copy? 1.6

22 7

"Elenco di privilegi ducali di concessioni e di sentenze pel feudo*^. Cav 45.8

1439 novembre 9- 1660 dicembre -/

Sono nuovamente elencati i privilegi concessi dai duchi di Milano; la vendita del feudo da parte di Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza, duchi di Milano, a Buccino e Raffaele Zaccaria e ad altri conti di Mede, con relativi dazi e privilegi, il 27 novembre 1466. Seguono altre vendite e viene menzionato l'istrumento di dote di Arcangela Zaccaria, figlia di Raffaele. Unità documentaria, ce. 9 lnv.Ame.:Ms. 1609 1.7

8

^^Convenzioni intervenute tra i Conti di Mede e il nobiluomo Giovanni Antonio dei Conti dì e di Sant'Alessandro a proposito delle acque della roggia detta di Soleri e dei fontanili decorrenti nel territorio di Sant'Alessandro". Cav 45.9 1464 settembre 28, Mede

La convenzione è stipulata a Mede, davanti a Bartolomeo, figlio di Ruffino, Podestà

(1) del luogo, alla presenza di diversi notai : Antonio dei conti di Santa Maria, Giacomo de Grossi e Antonio di Mortara. Le acque erano situate in territorio "Carocij Lum.ae Papiae ubi dicitur S.m

Alexandrum", i contraenti erano: Cipriano, Bucino, Raffaele Zaccaria, Guglielmo detto Malacarne, Pietro e Guglielmo, Riccardo, Giovanni, Antonio Ruffmi, tutti dei conti di Mede, che avevano bisogno delle suddette acque per irrigare i loro beni di Mede e di . Copia semplice. Unità documentaria, ce. 25 Inv. Ame.: Ms. 1610, Copy.

1 . Galeazzo II, aveva diviso il territorio pavese in podesterie Erano sedi di podesteria i centri più

importanti, i Podestà erano eletti dal principe ma erano controllati dai 'domini' locali. Mede come

sede di podesteria risulta da un documento del 1383. Cfr. Storia di Pavia, terzo volume, tomo 1, 1992, p 107. 1.8

23 9 "Genealogia delle famiglie Zaccaria, Giovanoli, Genselmi, Laurenzi, Guizzardi, Isnardi, Franceschini, confeudatarie di Mede e dei Conti di Mede da! 1466". Cav 45.10 1466 - 1634

Tavola genealogica delle famiglie dei conti di Mede con l'elenco degli atti che provano, famiglia p)er famiglia, la loro appartenenza ai conti di Mede ed i relativi diritti.

Unità documentaria, ce. 2, la tavola è a stampa. Inv. A me. : Folded Prinied Genealogical Tahle. 1.9

10 "Privilegio concesso dai Duchi di Milano Bianca Maria Sforza e Galeazzo Maria suo figlio a favore delle famiglie dei Conti di Mede Raffaele Zaccaria fu Stefano e Cipriano fu Agostino dei Dazi e Regalie di Mede ed altri luoghi della Lomellina".. Cav 45.11 1466 novembre 27

Vendita del feudo di Mede a favore di Raffaele e Cipriano Zaccaria dei Conti di Mede, 'ambedue abitanti in terra di Mede' e ad altri conti di Mede per lire 4000 imperiali, con relativi privilegi estesi ai discendenti sempre in linea maschile.

Sono riportati tutti i privilegi ducali concessi dal 1433, viene ricordata, in modo particolare, la concessione di Filippo Maria dell'immunità dal pagamento della tassa di 25 fiorini che i conti di Mede dovevano alla città di Pavia e della possibilità di incamerare, da parte dei conti stessi, la tassa di 60 fiorini, che doveva essere pagata, sempre alla città di Pavia, dagli abitanti di Mede. Notaio Giacomo Perego, notaio Ducale. Copia autentica redatta da Filiberto de Violens, notaio di Pavia, il 31 germaio 1585, per incarico di Emanuele Zaccaria. Seconda copia autentica di Filiberto de Violens, sottoscritta da Giulio Cesare

Panigano, notaio di Milano e da due notai di Abbiategrasso, in data 1 1 aprile 1722. Unità documentaria, cc.227 Inv. A me.: Ms. 1611 1.10

24 11 "Privilegi concessi dai duchi di Milano ai Conti di Mede". Cav 45.12 1466 agosto 30

'Narrazione' della vendita fatta da Bianca Maria Sforza e da suo figlio Galeazzo Maria a Bucino e Raffaele Zaccaria e ad altri conti di Mede e dei privilegi connessi alla vendita.

La vendita avviene attraverso mandatari e procuratori dei duchi di Milano, tra cui si ricorda Angelo Simonetta e Stordiotto del Mayno, a Ruffenino dei conti di Mede, figlio di Giacomo, cittadino di Pavia, a Raffaele dei conti di Mede, figlio di Stefano Zaccaria, a Pietro Giorgio dei nobili di S.Nazzaro, figlio di Francesco, cittadino di Pavia, che,' presenti, hanno comperato, stipulato e ricevuto a loro nome proprio, come a nome ed utilità' di altri, "beni, massari, conduttori, fittavoli, braccianti', i dazi del vino, del pane, delle carni, dell'imbottato del vino e delle biade, nei luoghi di Semiana, Goido, Parzano, Tortorolo, Gallia, Temo, Velezzo, Pieve di Velezzo, , , Bordignana, Sant'Alessandro, cascina di San Giorgio, San Nazzaro, per lire 1200 imjjeriali, con la clausola che non possono vendere od alienare parte del feudo se non tra di loro e che le terre e i privilegi sono riconosciuti solo ai discendenti in linea maschile. Sono riportati i privilegi ducali di Francesco Sforza che concesse la separazione da Pavia, il diritto della spada, l'esenzione del pagamento dei dazi a Guglielmo, Bartolomeo e Buccino, discendenti da Guidone. Tutti gli altri conti dovevano pagare 25 fiorini alla città di Pavia come tassa annuale per il dazio del pane, del vino, delle carni, del fieno, delle biade; gli abitanti di Mede dovevano pagare 60 fiorini. Sottoscrive Giacomo Perego, notaio ducale e i mandatari ducali. Copia autentica redatta da Giovanni Antonio de Castellonio, notaio. Unità documentaria, ce. 30 Inv. A me.: Ms. 1612 1.11

12 "Apprensione di un pezzo di terra in Mede a danno di RufTenino dei Conti di Mede". Cav 45.13

1498 gennaio 1 1, Pavia.

"Apprensione e possesso" accordato dal Giudice Pretorio di Pavia ad istanza di Nicolao de Vecchj, figlio ed erede universale di Giovanni Francesco, contro Ruffenino dei conti di Mede "di una pezza di terra di pertiche 25 e parte di altra di pertiche 42 siti nel territorio di Mede dove dicesi al Campo della Piazza e di altra pezza di terra detto al Monte nello stesso territorio". Notaio Petrus de Melignano di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. A me.: Ms. 1613, Copy. 1.12

25 13

"Convenzione stipulata fra i Conti di Mede riguardante le alienazioni di parte del feudo". Cav 45.14 1504 settembre 10, Mede, in "domo communis".

"Istromento di convenzione stipulata fra i Conti di Mede, che nessuno de i medesimi possa vendere od alienare porzione alcuna né del feudo né dell'estimo daziario di detto luogo di Mede ed in caso di trovarsi in somma necessità debba propome la vendita ai medesimi Conti in comune i quali potranno comprare quella qualsivoglia porzione di feudo o di dazio e allo stesso prezzo ch'essi già comprarono da Silvestro e Bernardino detto Pantaleone ed in caso che da essi in comune ne venisse ricusata la

compra, potrà proporla a qualcheduno de' medesimi in paticolare, co' patti come

sopra ed in caso pure di rifiuto, allora gli sarà facoltativo venderne ad estranei". Notaio Clemente de' Conti di Mede di Pavia. Copia autentica redatta dal notaio Baldassarre Beretta, in data 12 febbraio 1566, sottoscrizione coeva di Antonio Lissona, notaio, e Giovan Battista Pennoso, notaio.

Copia autentica redatta dal notaio Baldassarre Beretta, in data 1 gennaio 1585, sottoscritta da Antonio Lissona.

Copia autentica redatta dal notaio Baldassarre Beretta, in data 1 febbraio 1 577,per ordine di Francesco Geronimo Zaccaria, concordat di Giovan Battista Pennoso. Unità documentaria, cc.24 num.parz.orig. Inv. A me.: Ms. 1614, Copies. 1.13

14

"Dote di Arcangela figlia di Raffaele Zaccaria dei Conti di Mede, moglie di Giovanni Maria de Lunerij capitano". Cav 45.15 1475 maggio 14 - 1504 settembre 10

Raffaele Zaccaria dà in dote alla figlia Arcangela, moglie del capitano Giovanni Maria Luneri, la quinta parte del dazio e dell'estimo di Mede, per un equivalente di

20 soldi, nominandola sua erede. Questo atto darà origine a cause e liti, in quanto alcuni dei conti di Mede non ritenevano legittima questa successione e la conseguente entrata del marito nel possesso del feudo. E' riportata parte del testamento del conte Bucino Zaccaria, fu Antonio, del 14 maggio 1475, che nomina suo erede Raffaele Zaccaria, padre di Arcangela. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 7 Inv. A me.: Ms. 1615 1.14

26 15 "Giovanni Maria de Lunerij è riconosciuto confeudatario di Mede e Conte di Mede dai Conti di Mede". Cav 45.16 1504 dicembre 10. Mede, "in domo communis".

"Assenso e consenso" dei conti di Mede che accettano Giovanni Maria de Lunerij nel feudo, per censo, e lo considerano conte di Mede. Giovanni Maria Luneri era marito di Arcangela Zaccaria dei conti di Mede, che aveva portato in dote la quinta parte del dazio ed estimo del feudo di Mede Con

questo atto il Luneri può incamerare la dote della moglie ed i loro figli maschi saranno eredi legittimi del feudo e dei suoi privilegi. Notaio Clemente de' Conti di Mede, di Mede. Copia autentica redatta da Baldassarre Berretta, notaio, il 10 settembre 1588, su richiesta di Bellisario Zaccaria, concordat di Cesar Calmus, notaio. Copia autentica redatta da Paolo Antonio Torta, notaio di Pavia, il 18 marzo 1634. Unità documentaria, ce. 30 num.par:.orig. Inv. Ante.: Ms. 1616 1.15

16 "Atti di causa a stampa in favore dei fratelli Zaccaria dei Conti di Mede". Cav 45.17 1504 - 1652

"Pro DD fratribus de Zaccarijs ex Comitibus Medae". La causa era stata intentata dai quei conti di Mede che non riconoscevano legittima la dote di Arcangela Zaccaria e quindi chiedevano di considerare estinta in linea maschile la famiglia Zaccaria. Il documento, in duplice copia, è opera di Joseph Baiardus Executor Cameralis I.C ed è rivolto contro il Fisco Reale e i conti di Mede, a difesa degli interessi della famiglia Zaccaria. Il Baiardus sostiene che la parte di feudo in questione non è stata

né alienata, né venduta, come vietavano i privilegi ducali, ma la dote può essere considerata una investitura legittima dal padre alla figlia. Unità documentaria, ce. 11, di cui 10 a stampa.

Inv. Ame.: Prinled, 2 copie.s. 1.16

17 Dote di Armellina Cerno fidanzata di Castellino Beretta. Cav 45.18 151H maggio IH 1526, Borgo/ranco.

Istromento di dote di Armellina Cemo, figlia di Stefano e futura moglie di Castellino Beretta; "Confesso" di Castelllino Beretta a favore di Stefano Cemo di aver ricevuto

27 LI 160 oltre "altre varie robbe" come dote di Armellina; successivo obbligo di Stefano Cerno a favore di Castellino Beretta di altre L. 745, costituenti sempre la dote di Armellina, da pagarsi in varie rate, col patto che se non fossero pagate le ultime rate, Stefano Cemo cederà alcuni beni situati nel territorio di Mede. L'atto è rogato "in loco Burgifranchi ixolarie Comitatus Papiae, videlicet sub porticus domus habitationis domini magistri Stephani". Notaio Clemente dei Conti di Mede, di Pavia. Copia autentica redatta da Baldassarre Beretta, notaio, il 12 febbraio 1577, concordat di Ippolito de Bemardis, notaio. Unità documentaria, ce. 11 Inv. A me.: Ms. 1617, Copy. 1.17

18 "Agnesina dei Conti di Mede, vedova della Sala, lascia alla chiesa di San Marziano alcuni beni". Cav 45.19 1522 settembre 30, Sartirana, casa di Guglielmo de Canibus, notaio.

Testamento di Agnesina dei conti di Mede, figlia di Guidone, vedova di Giovanni Maria della Sala, in cui, tra altri legati, lascia alla Cappella della Beata Vergine del Rosario, situata nella Chiesa di San Marziano di Mede, alcuni suoi beni situati nel territorio di Mede ed ancora indivisi con le sue sorelle, facenti parte dell'eredità di

Clemente dei Conti di Mede, loro fratello; nomina inoltre suoi eredi universali i figli Tommaso e Giovanni della Sala. Notaio Guglielmo de Canibus di Pavia. Copia autentica redatta da Andrea de Canibus, figlio di Guglielmo, notaio di Pavia. [Inità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1618 1.18

19 "Istromento di divisione fra Agnesina e Catterina sorelle, de' Conti di Mede e Francesco Cerno, fìglio della fu Felicina, altra loro sorella, dell'eredità e beni lasciati dal fu Clemente dei Conti di Mede, rispettivamente fratello e zio". Cav 45.20 1526 febbraio 23, Mede, casa di Clemente dei Conti di Mede, alla Rocchetta.

Elenco dei beni in Mede, case, edifici, vigne, lasciati da Clemente dei Conti di Mede alle sorelle e loro eredi; divisione e patti fatti tra Agnesina, Catterina e Francesco Cemo.

28 Notaio Guglielmo de Canibus di Pavia. Copia autentica coeva redatta dallo stesso notaio. Copia semplice Unità documentaria, ce. 122

Inv. Ame.: Ms. 1619 and copies. 1.19

20

"Memorie sugli acquisti, possessi e ragioni di diverse famiglie nobili in Mede e Frascarolo dal 1526 al 1726". Cav 45.21 1526-1726

Nel 1526 Agnesina e Catterina dei conti di Mede e Francesco Cemo, loro nipote, dividono l'eredità del fu Clemente dei Conti di Mede.

Nel 1 530 Paolo Corte di Frascarolo istituisce suo erede universale Castellino Beretta, marito di Armellina Cemo. Nel 1536 Paolo Beretta vende a Castellino Beretta una casa in Frascarolo. Nel 1560 Don Giacomo Beretta acquista diversi beni in Frascarolo da Bernardino Ferrano e Teodoro Vescovo, nel 1562 diversi beni in Mede dalle sorelle Cemo, nel 1567 acquista da Giovanni Paolo e Galeazzi Albrizzi pertiche 1 16 in parte 'al Piano', in parte 'al Molino' con relative ragioni d'acqua e la possessione detta La Boffalora, nel 1 568 acquista da Stefano e Lorenzo Beretta una casa in Frascarolo e dai fratelli Rivezza un prato a Mede, altre terre da Caterina Ongaresi e da Scipione Blasone, dei conti di Mede e nel 1575 istituisce suo erede universale Giovanni Giacomo Lambertenghi Nel 1591 Vincenzo e Camillo dei Conti di Mede acquistano da Emanuele Zaccaria e figli una casa situata nel castello nuovo di Mede. Nel 1619 il Reverendo Gerolamo Poggio acquista da Guglielmo e Bonifacio dei Conti di Mede una casa situata alla Rocca Bianca detta dei Zaccaria di Mede e Giovanni Andrea Lambertenghi Beretta investe a livello perpetuo Giovanni e fratello Morazzi di una vigna in Mede detta la Rolina. Nel 1639 Pietro Franco Fomari vende a Giuseppe Sangiuliani diversi livelli sopra alcune case e beni situati nel territorio di Mede 'appresi in pregiudizio di Giacomo Andrea Lambertenghi' e nel 1665 Giovanni Stefano Sangiuliani acquista da Agnesina Scuta un prato detto la Chiappa del Rivazza ed una vigna chiamata la Battaglia, siti nel territorio di Mede. Nel 1666 Giuseppe Sangiuliani investe Giovanni Piotto di un prato a Mede e nello stesso anno Francesco Lambertenghi promuove una causa 'sopra diversi beni appresi e subastati in pregiudizio del reverendo Giacomo Lambertenghi' dai fratelli

' Sangiuliani come successi alla città di Pavia, creditrice'; la causa termina nel 1668 con la rinuncia da parte di Francesco Lambertenghi e i Sangiuliani acquistano la possessione di Giacomo Lambertenghi Beretta ; la cascina Lambertenga.

29 Nel 1669 Giovanni Stefano Sangiuliani investe a livello jDeqsetuo Boniparte Pietà di una casa con vigna alle Gabbe e nel 1670 investe Giuseppe Bottigella di una casa e vignolo 'ove dicesi alli Buschi'. Dal 1670 al 1673 i Sangiuliani come 'cessionari' del conte Carlo Ambrogio Gattinara praticarono alcuni atti giudiziali contro i fratelli Canarisi, che possedevano beni nel territorio di Mede ed avevano debiti per 'carichi' non pagati. Nel 1721 il conte Antonio Zaccaria dei conti di Mede lascia a Giuseppe Sangiuliani la sua parte di feudo, la casa da nobile con giardino, con relativi diritti e l'jus patronato per la nomina del prevosto della Chiesa Parrocchiale, entrando cosi a far parte dei conti confeudatari di Mede. Nel 1756 il conte Stefano Giuseppe Sangiuliani vende la cascina Lambertenga e tutti

i beni situati nel territorio di Mede. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1620

Note scritte da Antonio Cavagna Sangiuliani per la ricostruzione della storia della sua famiglia a Mede

1.20

21 "Vendita di parte del feudo fatta dai nobili de' Zaccaria al nobile Gaspare del Mayno". Cav 45.22 1533 gennaio 1 7, Mede, abitazione di Gianselmo de Gianselmi.

"Istrumento di ratifica delle già fatte donazioni celebrate dalli nobili Annibale de

Zaccaria e consorti conti di Mede di parti 20 del feudo di Mede a favore dell'illustrissimo Gaspare del Mayno". Atto di vendita da parte di Annibale Zaccaria e di altri Conti di Mede di parti del feudo di Mede a Gaspare del Mayno; Bonifacio de Isnardi ha venduto 20 parti del

feudo e relativa giurisdizione, i Guizzardi, i Biscossi e gli Zaccaria altre 28 parti. La vendita è stata fatta "sponte et animo deliberato, nec dolo, sed sua libera ac sincera voluntate". Notaio Giovanni Angelo Vassalli di Pavia. Copia autentica redatta da Giovanni Pavesi, notaio di Pavia, in data 27 gennaio 1533. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1621 1.21

22 "Ratifica della vendita di parte del feudo fatta dai Conti di Mede a Gaspare del Mayno". Cav 45.23 1533 gennaio 17, Mede, abitazione di Gianselmo dei Gianselmi.

30 "Istromento di ratifica della vendita fatta dai Confeudatari Conti di Mede all'ili. mo Gaspare Mayno di soldi 20 della Giurisdizione del Feudo e Comitato di Mede previo però l'assenso del Principe, accettandolo e aggregandolo in Confeudatario collega nella detta Giurisdizione, Feudo e Contado di Mede nell'egual modo e forma che essi fruiscono". La vendita è convalidata anche dai conti di Mede che non hanno venduto. Notaio Giovarmi Angelo Vassalli di Pavia. Copia autentica redatta da Galeazzo Vitale, notaio di Pavia, il 27 febbraio 1533. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ante.: Ms. 1622 1.22

23 "Decreto, in pergamena, di Francesco II Sforza Visconti, Duca di Milano, dì ratifica della vendita". Cav 45.24 1533 maggio 12

Approvazione e convalida della vendita di parte del feudo a Gaspare del Mayno da parte di Francesco II, duca di Milano. Unità documentaria, ce. 1 Inv. Ame.: Ms. 1623, Vellum with seal attached. 1.23

24 "Acquisto di soldi 55 dell'estimo feudale fatto da Genselmo e di 18 pertiche da Gaspare del Mayno". Cav 45.25 1533 luglio 7, Mede, abitazione di Genselmo dei Genselmi.

Genselmo acquista dalla famiglia de Blasonibus dei conti di Mede e Gaspare del Mayno da Bettino de Biscossi dei conti di Mede. Notaio Giovanni Angelo Vassalli di Pavia. Unità documentaria, ce. 8 Inv. Ame.: Ms 1624, Orig'^ 1.24

31 25

"Sommario nella causa del Regio fisco contro i Fratelli Zaccaria dei Conti di Mede per il feudo". Cav 45.26 1541 agosto 25 - 1652 giugno 28

Il Regio Fisco ritiene di dover incamerare la parte di estimo e di dazio del feudo di Mede appartenente agli Zaccaria, in quanto non riconosce la discendenza della famiglia nella linea femminile. A dimostrazione della legittimità della famiglia Zaccaria a fregiarsi del titolo di conti di Mede e quindi dei relativi diritti, vengono ricordati i privilegi con cui Federico I concesse il luogo di Mede, con i suoi diritti e pertinenze, a Octaviano e Guidone Zaccana, conti di Langosco, per loro e per i loro discendenti; privilegi confermati da Carlo V e poi dalla duchessa Bianca Maria e da suo figlio a Raffaele e ad altri

Zaccaria, con l'investitura feudale per loro e per i discendenti, con la clausola di non poter vendere, permutare, alienare porzioni del feudo, del dazio dell'imbottato, del vino, del pane, della carne ad altri che non fossero conti di Mede.

Gli Zaccaria non vendettero né alienarono i possedimenti se non tra i loro famigliari e quindi non harmo snaturato quanto concesso dai privilegi ducali. Il fisco non è concorde ed il 28 giugno 1652 emana sentenza contraria agli Zaccaria. ilnùà documentaria, ce. 5 Inv. A me.: Ms. 1625 Copy. 1.25

26 Estratto e trascrizione del "Diploma dell'imperatore Carlo V a favore dei Conti Palatini di Lomello, Mede, Langosco e dei conti Zaccaria, Gambarana ecc.". Cav 45.27 1541 agosto 25

"Conferma" fatta da Carlo V a favore dei discendenti dei conti Ottaviano, Antonio e Guidone di Langosco e dei discendenti degli Zaccaria dei conti di Mede, di Ludovico dei conti di Gambarana e di Ludovico di , di Giovanni Antonio Cesare, Ludovico, Corsino e Gabriele dei conti di Sparvara e degli altri conti Palatini di " Lomello e dei conti Palatini infeudati discendenti", dei privilegi "ai loro maggiori" concessi da Federico I, Federico II, da Enrico I, da Carlo IV e da Massimiliano Imperatore il 6 novembre 1496. Estratto del diploma originale, redatto in forma autentica da Gerolamo Gallarati, notaio di Pavia, davanti al Giudice di Pavia, su richiesta del conte Gerolamo di Gambarana, sottoscritto da altri notai.

Concordat di Raimondo Gallarati, notaio di Pavia, figlio di Gerolamo. Trascrizione del diploma, redatta da Gerolamo Gallarati, nello studio del Giudice di Pavia, nel Palazzo Pretorio, vicino alla Parrocchia di San Pietro in Pavia, su richiesta sempre del conte Gerolamo di Gambarana, in data 22 maggio 1 640, sottoscritta da

32 Giovanni Pietro de Regibus, Carolo Francesco de Villanis, notai, che dichiarano la trascrizione autentica.

Concordat di Raimondo Gallarati, notaio di Pavia, in data 29 luglio 1677. Copia della trascrizione redatta in forma autentica da Pio Negri, notaio imperiale, il 24 aprile 1761, Unità documentaria, ce. 20 Inv. Ame.: Ms. 1626 1.26

27

"Carlo V imperatore conferma ai Conti di Mede gli antichi privilegi". Cav 45.28 1541 agosto 25

Copia autentica redatta da Albino Cergnasco, notaio di Pavia, su richiesta del conte Ottaviano di Sparvaria, in data 7 aprile 1642. Unità documentaria, ce. 22 Inv. Ame.: Ms. 1627, Copy. 1.27

28 "Genealogia di famiglie feudatarie di Mede". Cav 45.29 sec. XIII - sec. XV

Sono riportate le genealogie delle famiglie dei Conti di Mede a dimostrazione della legittimità dei loro possessi e giurisdizioni. In particolare viene considerata la famiglia Zaccaria e, ad ulteriore conferma dei suoi diritti e privilegi, è ricordata la fondazione della cappella dell'Annunziata, di Sant'Antonio Battista e Caterina, presso la Chiesa Parrocchiale, ad opera del conte Buccino Zaccaria. Unità documentaria, ce. 20 1.28

33 Titolo 2

- "Carte Storico Diplomatiche dal 1550 al 1599" 1562-1572

Il titolo è composto da 1 1 unità archivistiche. materiale Comprende documentario relativo ad atti di vendita di terre con relativi atti di confesso, ossia di avvenuto pagamento. Molti atti riguardano acquisti di terre e case da parte di Giacomo Beretta nel territorio di Mede, in quello di Castellare e di Frascarolo.

' Lo stesso, definito e celeberrimo magistrato giureconsulto e professore di legge nell'almo Ginnasio Ticinense', acquista nel 1567 la cascina Boffalora dai fratelli Paolo e Galeazzo Albrizio. Prosegue la causa Zaccaria intentata dalla Reale Camera che voleva incorporare i beni di questa famiglia relativi al feudo di Mede, in quanto la riteneva estinta in linea maschile.

Lingua : italiano e latino.

34 29

"Senteoza del Senato di Milano nella causa Zaccaria pel feudo dì Mede". Cav 46.1 1562 aprile 18, Milano.

Estratto della sentenza del Senato di Milano circa gli oneri fiscali che i feudatari di

Mede : Zaccaria, Genselmi, Brizzi, Guizzardi, Biscossi, De Blasonibus, Enriotti, Giovannoli, De Isnardi devono corrispondere alla Reale Camera Copia manoscritta e copia a stampa sottoscritte ed autenticate da Guglielmo Pusteria, notaio e cancelliere del Senato di Milano. Unità documentaria, ce. 9

Inv. Ame.: Ms.l628, estratti dall'originale, copy and printed. 2.1

30 "Vendita dei beni della famiglia Cerno a don Giacomo Beretta". Cav 46.2 1562 maggio 13 - 1562 maggio 29, Pavia.

Atto di vendita fatta da Giacomo Andrea Lambertenghi come procuratore di di e di tutte tre Zenobia, sua moglie, Teodolinda Gerolama , e sorelle Cemo, figlie ed eredi del fu Francesco, e di Bona Rusconi, moglie ed erede usufruttuaria del fu Francesco. Oggetto della vendita fatta al Dottor Giacomo Beretta sono alcuni beni siti nel territorio di Mede per il prezzo di Lire 24 alla pertica. Notaio Alessandro Folperti di Pavia. Copia autentica redatta dal notaio Francesco Leo, in data 23 dicembre 1563, per ordine di Battista Buttigella. Seguono tre atti di confesso di pagamenti fatti da Giacomo Beretta a Giacomo Andrea Lambertenghi come acconti e saldo del prezzo stabilito. Notaio Alessandro Folf)erti di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 38 Inv. Ame.: Ms.l629, Orig., Vellum booklet, 25,5 x 19,2 cm 2.2

31 **Ratirica della suddetta vendita". Cav 46.3 a 1 567 giugno 12, Como.

Atto di ratifica della vendita da parte delle sorelle Cemo e della madre Bona Rusconi.

35 Notaio Giovanni Campatius di Como. Copia autentica coeva dello stesso notaio. Unità documentaria, ce. 9 2.3

32 "Fede di Battesimo di Giovanni Guizzardi". Cav 46.3 b 1616 aprile 19, Mede.

Il Parroco di Mede Francesco Sciuto certifica che nei libri battesimali della

Parrocchia si trova la fede di Battesimo di Giovanni Guizzardi, figlio di Galeazzo e di Maria, in data 27 aprile 1565 ed anche la fede di battesimo di Bernardino Guizzardi, figlio di Giovanni e di Caterina, in data 2 febbraio 1615. Unità documentaria, ce. 2 Inv. Ame.: Ms.l630, Copy. 2.4

33 "Bernardo Fangaccì vende terre e vigne a Giacomo Beretta". Cav 46.4 1 566 febbraio 6 - 1 567 febbraio 3 ,Pavia, studio di Giacomo Beretta, Porta di San Pietro alle Mura, Parrocchia di Santa Maria in Pertica.

Atto di vendita fatta dal nobile Signor Bernardino Fangacci a Don Giacomo Beretta di alcuni p)ezzi di terra "coltivi e vignati" siti nel territorio di Mede, in tutto circa pertiche 61 per Lire 25 a pertica. Notaio Giò Giacomo Guaschi di Pavia, Copia semplice. Comprende inoltre; "Istromento di confesso e liberazione" fatto dal nobile signor Ulise Avogadri come marito e legale procuratore della signora Cattarina Fangacci, figlia ed erede di Bernardino, a favore di Giacomo Beretta in saldo del prezzo dei beni acquistati dal fu Bernardo Fangacci. Notaio Matteo Cellanova di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. IO Inv. Ame.: Ms. 1631, vellum booklet, 22,5 x 16,2 cm 2.5

36 34 "Matteo Fasandi vende a Giovanni Battista Albrizzi terre". Cav 46.5 1566 aprile 28, Mede.

Atto di vendita fatta dal signor Matteo Fasandi al signor Giovanni Battista Albrizzi di un pezzo di terra sito nel territorio di Mede, detto al Molino della Folla, di circa pertiche 33. Notaio Bartolomeo Bassi di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 7 Inv. A me.: Ms. 1632 2.6

35 Giovanni Paolo e Galeazzo Albrizzi vendono a Giacomo Beretta alcune terre nel territorio di Mede e di Castellare in Lomellina. Cav 46.6 1567 maggio 16, Pavia, nello studio di Giacomo Beretta.

Atto di vendita fatta da Giovanni Paolo Albrizzi anche a nome di suo fratello

Galeazzo al dottor Giacomo Beretta di circa 1 16 pertiche di prato, con le sue ragioni di acqua, nel territorio di Mede e di Castellaro in Lomellina, per il prezzo di Lire

5929.4, con annessi vari pesi per i livelli d'acqua. Notaio Andrea Boldoni, di Sebastiano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Ms. 1633, vellum hooklet. 2.7

36 "Vendita fatta dal signor Paolo Albrizzi al dottor Giacomo Beretta della BofTalora. Due strumenti dì confesso relativi all'atto di vendita". Cav 46.7 1567 maggio 16 - 1572 marzo 21, Pavia.

Atto di vendita fatta da Paolo Albrizzi a nome anche del fratello Galeazzo al dottor Giacomo Beretta, magistrato e celeberrimo giureconsulto, della 'Possessione sita ove si dice alla Boffalora nel territorio di Mede' per il prezzo di Lire 7927. 1 1 .6, in data 16 maggio 1567, nella saletta annessa allo studio di Giacomo de Berretis, nella Parrocchia di San Martino in Petra Latta. Notaio Giacomo Andrea Boldoni di Sebastiano, di Pavia. Copia semplice.

37 'Instromento di confesso dei suddetti fratelli Alberizj a favore del dottor Giacomo Beretta per la somma di Lire 2950 in sconto del suddetto prezzo', in data 1 7 marzo, nella abitazione di Giacomo Beretta, Porta di San Pietro alle Mura. Notaio Giacomo Andrea Boldoni di Pavia.

Copia autentica coeva redatta dal notaio Giovanni Matteo Pergalio di Pietro Francesco, di Pavia. 'Altro instromento di confesso come sopra di Lire 4351 per saldo del succennato prezzo', in data 21 marzo 1572, nella abitazione di Giacomo Beretta. Notaio Giovanni Matteo Pergalio di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 16 Inv. Ame.: Ms. 1634,veUum booklet. 2.8

37 "Instromento di confesso del Signor Paolo Albrizio a nome anco del Reverendo Signor Galeazzo di lui fratello a favore di Giacomo Beretta". Cav 46.8 1568 marzo 30, Pavia, abitazione di Giacomo Beretta, in San Pietro alle Mura.

Atto di confesso di Paolo Albrizio a nome anche del Reverendo Galeazzo, suo fratello, a favore di Giacomo Beretta per la somma di lire 53 10 delle quali il Beretta era loro debitore per aver acquistato alcuni terreni situati nel territorio di Mede. Notaio Giacomo Andrea Boldoni di Sebastiano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Ms. 1635 2.9

38 *' "Stefano e Lorenzo Beretta vendono una casa a Giacomo Beretta". Cav 46.9 1568 marzo 24, Pavia,abitazione di Giacomo Beretta.

Atto di vendita fatta da Stefano e Lorenzo Beretta, fratelli, di una casa situata nel luogo di Frascarolo Lomellina fjer il prezzo di Scudi d'oro 40 a Giacomo Beretta, 'professore di legge nell'almo Ginnasio Ticinense'. Notaio Baldassare Beretta di Stefano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1636 2.10

38 39

"Gabriele Descalzi vende per i fratelli Rivezza un prato a Giacomo Beretta". Cav 46.10 1568 settembre 15, Pavia, abitazione di Giacomo Beretta.

Atto di vendita fatta da Gabriele Descalzi come procuratore di Bartolomeo,Tominaso e Giovanni Rivezza, fratelli, a Giacomo Beretta di un prato di circa pertiche 10 situato nel territorio di Mede per il prezzo di scudi d'oro 55. Notaio Antonio dei Conti di , di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1637, vellum hooklet. 2.11

39 Titolo 3

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1568 al 1740. Dieci strumenti relativi a diritti d'acqua". 1568- 1740

Il titolo, formato da 27 unità documentarie, è composto da atti relativi a vendite di terre, di pmrti del feudo e dei dazi di Mede. Sono inoltre descritte permute di terre, atti di investitura ossia di affitto di terre da parte dei conti a livellari in cambio di soldi, di parte del raccolto e dell'allevamento. Ci sono atti relativi all'affitto ed all'uso dell'acqua proveniente dalla roggia di Sartirana, di proprietà del conte Gattinara di Sartirana e alla causa intentata dagli

utenti della Roggia, tra cui i Sangiuliani, che si erano riuniti in una Congregazione, detta appunto Congregazione degli Utenti del Roggione di Sartirana, che aveva sede a , nella Casa della Congregazione di San Paolo. Alcuni atti riguardano la nomina del prevosto di Mede di competenza dei conti di Mede e le liti che ne derivavano quando i compatroni non si trovavano in accordo sulla persona da eleggere. I Sangiuliani in virtù del testamento del dottor Carlo Antonio Zaccaria vengono annoverati tra i conti feudatari di Mede e diventano compatroni nell'elezione del parroco di Mede. Vi è inoltre copia del testamento di Giacomo Beretta, in data 4 settembre 1575, che nomina erede dei suoi beni in Mede Lomellina, Giovanni Giacomo Lambertenghi. Sono riportate anche due fedi di battesimo, di Fabrizio Fantaguzzi, conte non feudatario di Mede e di Pietro Angelo Tibaldi.

Lingua : latino e italiano.

40 40 "Istromento di investitura fatta dal Signor Giacomo Gattinara conte di Sartirana nel dottor Giacomo Beretta". Cav 46.11 156H ottobre 4, Sartirana, sala magna del castello.

istrumento di investitura di livello perpetuo fatta dal Signor Giacomo Gattinara, di conte Sartirana, a favore del Dottor Giacomo Beretta, figlio di Castellino, di tutti i

colaticci delle acque di detto conte proveniente dai suoi prati situati nel territorio di Torre nella Lomellina e decorrenti a quello di Frascarolo per l'annuo canone di Lire 15'. Notaio Giovanni Domenico di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. A me.: Ms. 1638 2.12

41 "Diversi atti di confesso del Conte Onorio Gattinara di Sartirana e della Signora Cattarina de Storgi a favore del dottor Giacomo Beretta". Cav 46.12 1568 ottobre 4 - 1 580 settembre IO, Sartirana, Torreheretti, Frascarolo.

Tre atti di confesso del conte Onorio Gattinara a favore di Giacomo Beretta,

riguardanti il pagamento del canone per l'affitto dell'acqua del Prato Belardo per gli

anni 1 574, 1 575, 1 576 e 1 577 in ragione di Lire 8,8 all'anno. Il primo, in data 28 settembre 1574, è rogato in 'loci Turris olim de Berettis', nella casa di Angelo Tabucchi, fittabile del conte Gattinara; il secondo, in data 5 agosto 1575, a Frascarolo, nella casa di Giacomo Beretta; il terzo, in data 6 agosto 1577, nel castello di Sartirana. Notaio Baldassarre Beretta di Stefano, di Pavia. Copia semplice. Seguono altri confessi semplici riguardanti il pagamento dell'affitto per gli anni 1578, 1579, 1580, in data rispettivamente 13 agosto 1578, 31 agosto 1579, IO settembre 1580.

istrumento di vendita fatta dalla signora Catterina de Storgi al signor Alfonso Beretta come procuratore del Don Giacomo Beretta di un pezzo di terra coltiva di pertiche 42,9 situate nel territorio di Frascarolo per il prezzo di Lire 26,1 1 alla pertica ed atto di confesso della medesima di aver ricevuto Lire 590 in acconto di detto

prezzo". Frascarolo, 17 aprile 1578. Notaio Giacomo Nibioli di Pavia. Copia semplice.

41 'Istrumento di confesso della Signora Catterina de Storgi a favore di Giacomo Beretta per la somma di Lire 535 in saldo del detto prezzo'. Frascarolo, 1 2 agosto 1578. Notaio Giacomo Nibioli di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 15 Inv. Ante.: Ms. 1639, Vellum booklet. 2.13

42 "Instromento di investitura di livello perpetuo fatta dal Signor Giacomo Robba nel dottor Giacomo Beretta". Cav 46.13 1570 ottobre 12, Frascarolo, abitazione di Giacomo Beretta.

Atto di investitura di livello perpetuo fatta da Giacomo Roba a favore di Giacomo Beretta dei colaticci provenienti dai suoi prati, detti al Monfredino, per irrigare un prato, detto I*rato Brolio, di circa 14 pertiche nel territorio di Mede, per l'annuo canone di Lire 30. Notaio Enrico dei Conti di Mede, di Battista. Copia semplice. Contiene inoltre; Atto di investitura di Giacomo Robba a favore di Rainerio Torta dei detti colaticci per irrigare un prato, detto pure Prato Brolio, di circa pertiche 24 sempre nel territorio di Mede, per l'annuo canone di Lire 6. Notaio Giacomo Ferrario di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 8 Inv. Ame.: Ms. 1640, Copy. 2.14

43 "Instrumento di investitura perpetua fatta dal Signor Onorio Gattinara, conte di Sartirana, Cavaliere di San Giacomo, nel signor dottor Giacomo Andrea Lambertenghi". Cav 46.14 15H2 settembre, Sartirana.

Investitura a livello perpetuo da parte del conte Onorio Gattinara a favore di Giacomo Andrea Lambertenghi, di tant'acqua da prendersi dalla roggia di Sartiraiìa, 'che il conte ha di recente estratto dal lago sito nella contrada di Cicogna, nel territorio di Sartirana', quanto basti per irrigare pertiche 25 del prato situato nel

42 territono di Frascarolo, per il prezzo di scudi 8 per ogni pertica all'anno, in perpetuo alle calende di luglio. Notaio Gerolamo Cane di Pavia. Copia semplice. Vnità documentaria, ce. H Inv. Ame.: Ms. Ì64I, copy. 2.15

44 "Instromento di confesso dei dottor Giacomo Andrea Lambertenghi a favore del Signor Luca Guizzardi". Cav 46.15 I5H2 novembre 24, Mede.

Atto 'di confesso di Giacomo Andrea Lambertenghi a favore di Luca Guizzardi per la somma di scudi d'oro 112, in ragione di Lire 5. 18 che dal detto Guizzardi si pagano in denaro e poi d'altri scudi 112' come costo in ore di acqua da estrarsi dalla Roggia che va dalla Villa de Biscossi a Tortorolo e Mede e proveniente dalla Roggia

Maestra Sartirana per irrigare i beni del Lambertenghi alla Cassinetta nel territorio di Mede, 'quali due partite si pagano dal suddetto Guizzardi in sconto del suo debito di scudi 336 promettendo di pagare li restanti scudi 112 nel termine di 5 anni a venire'. Contiene inoltre: 'Altra vendita di ore 8 di acqua viva come sopra fatta da Bartolomeo Giovanoli a

Giacomo Andrea Lambertenghi' per il prezzo di scudi 1 12, per 5 anni. Notaio Giovanni Giacomo Nibioli di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 13 Inv. Ame.: Ms. 1642 2.16

45

"Instromento di transazione amichevole stipulato tra li Signori Luca Francesco Guizzardi, Carl'Angelo Giovannoli, Carlo Francesco e Giovanni Guglielmo fratelli Guizzardi, Giovanni Marco Brizzi tutti de' Conti di Mede e il reverendo Paolo Battista Biscossa". Cav 46.16 Ì643 febbraio I - 1^19, Mede.

'Transazione amichevole tra i suddetti Conti di Mede, stipulanti anche a nome dei Signori Giovanni Peschiera Luneri e Giacomo Filippo Giovannoli, pure dei Conti di Mede, ed il reverendo Paolo Battista Biscossa, come procuratore generale di Giovanni Bettino, suo padre', per cui entrambe le parti rinunciano alla lite in atto e il Biscossa si impegna a pagare la spesa fatta e da farsi per la notifica della vendita di

43 parte del feudo e dei dazi di Mede, fatta ai Biscossa, mediante Lire 250, in tacitazione di ogni loro pretesa. Notaio Giovanni Pietro Sesti di Pavia. Copia semplice

Contiene inoltre : la copia di una pagina del 'Libro autentico consegnato all'Alma Congregazione dell'Inclita Città di Pavia' in cui, in data 1707 e 1708, sono riportate le partite d'estimo del territorio di Mede, fra le quali risulta anche il nome di Giuseppe e Stefano Sangiuliani. Unità documentaria, ce. Il Inv. Ante.: Ms. 1643, copy. 2.17

46 "Instromento di precario concesso dal molto Reverendo Signor Giacomo Beretta Lambertenghi al Chierico Giuseppe Aiemani". Cav 46.17 1661 ottobre 7, Mede, abitazione di Giuseppe Aiemani.

Giacomo Beretta Lambertenghi concede in uso precario a Giuseppe Aiemani di poter condurre l'acqua dalla roggia 'di esso Lambertenghi', situata in cima ai prati della Rivazza, nel territorio di Mede, ai prati 'di detto Aiemani' situati alla Costa. Notaio Giovanni Battista Coppa di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Copia autentica redatta dal notaio Agostino Sesti di Pavia, in data 2 maggio 1684, concordat del notaio Giovanni Antonio Prina di Pavia. Unità documentaria, ce. IO Inv. A me.: Ms. 1644, 2 copies. 2.18

47 "Instromento di ratifica per parte del molto reverendo Don Gerolamo Brizzi de' Conti di Mede, della vendita fatta da Giovanni Marco, suo padre, alli fratelli Carlo Zaccaria ed Antonio Buccino Zaccaria". Cav 46.18 1666 agosto 26, Pavia,abitazione di Carlo Zaccaria, Parrocchia di San Zeno.

Atto di ratifica da parte di Don Gerolamo Brizzi della vendita fatta dal padre ai fratelli Zaccaria, di alcune porzioni di feudo e di dazi di Mede, come da rogito notaio Cergnacchi, del 24 marzo 1651, in Pieve del Cairo e successiva vendita fatta dal Reverendo Brizzi ai fratelli Carlo e capitano Franco Gerolamo Zaccaria dei Conti di Mede, di soldi 20 e lire 33 del feudo di Mede, per il prezzo di Lire 200. Notaio Giulio Valerio Beretta di Antonio, di Pavia.

44 Copia semplice. Unità documentaria, ce. 15 Inv. Ame.: Ms. 1645, copy. 2.19

48

"Atti seguiti avanti il Reale Capitano di Giustizia ad istanza del dottor Carlo Antonio Zaccaria contro Capare Alessio Isnardi". Cav 46.19 1692 ottobre 20 - 1693 settembre N, Milano.

Atti della causa intentata da Carlo Antonio Zaccaria, anche come procuratore del reverendo Carlo Zaccaria, suo zio, contro Gaspare Alessio Isnardi, anche come procuratore del Reverendo Gerolamo Brizio, del Fisico Giulio Guizzardi, del Capitano Giovanni Guglielmo Guizzardi, del dottor Marco Aurelio Giovanolli, tutti confeudatari e conti di Mede, per il fatto che debbono pagare 'al detto istante' Lire 1600 imperiali, provenienti da quanto concordato nell'atto di transazione stipulato il 16 marzo 1685, notaio Dondi di Milano. Suppliche, petizioni, nota delle spese fatte dagli Zaccaria a difesa del loro titolo e dei loro diritti sul feudo, usurpati in questi anni dagli altri conti. Unità documentaria, cc.64 Inv. Ame.: Ms. 1646, Mss. and copies. 2.20

49 "Instromento di investitura di livello perpetuo fatta dal Signor Pietro Garuo come procuratore del Conte Carlo Ambrogio Arboreo Gattinara ne' Signori Confeudatari Giuseppe e fratelli Sangiuliani". Cav 46.20 1711 settembre I, Sartirana, sala grande del castello.

Atto di cessione d'uso ai fratelli Sangiuliani di 7 ore ogni 1 5 giorni dell'acqua che dalla Roggia Sartirana scorre in quella di Mede, per l'annuo canone di Lire 17.10; atto di confesso da parte del Signor Garuo di aver ricevuto Lire 52. IO per l'affitto dei tre anni passati. Notaio Giuseppe Coppa di Antonio Francesco, notaio di Torino e della Lomellina. Copia semplice. Copia autentica redatta dal notaio Gian Battista Coppa, fratello di Giuseppe, in data 9 ottobre 1 740, per ordine di Carlo Coppa, altro fratello. Unità documentaria, ce. 28 Inv. Ame.: Ms. 1647, 2 copies. 2.21

45 50 "Ordinazione pronunciata dal Signor Giovanni Ignazio Romagnano, notaio dì Torino e Lomellina, a favore dell'ilLmo Signor Conte di Sartirana". Cav 46.21-23 - 17 IOfebbraio 15 1740 dicembre 7, Sartirana, Pieve del Cairo.

Atti della lite fra Domenico Arborio Gattinara, conte di Sartirana e diversi utenti della Roggia Sartirana, fra i quali il Conte Sangiuliani, per il fatto che agli utenti venne tolto "l'utile dominio" delle acque e incorporato "col diretto" di cui era proprietario il Conte di Sartirana. Il Roggione di Sartirana passava per Semiana, Villa Biscossi,Tortorolo, Mede,

Castellaro e gli utenti derivavano l'acqua per l'irrigazione delle loro terre mediante 'bocchelli'.

11 Reale Notaio Collegiato di Torino e Commissario Deputato della reale Camera de' Conti, Giovarmi Ignazio Romagnano, si pronuncia a favore del Conte di Sartirana. Seguono due Procure a stampa fatte dagli utenti della Roggia Sartirana per sostenere la loro causa: 'Rinnovazione della Congregazione delli Signori Utenti delle acque del Roggione di Sartirana e nomina dei deputati di cadauna Bocca con altre provvisioni', nella sala grande della Casa della Veneranda Congregazione di San Paolo, a Pieve del Cairo, dove aveva sede la Congregazione degli Utenti, in data 2 1 novembre 1740.

Per la Bocca di Mede vengono eletti : conte Ludovico Gambarana Beccaria, don Giovanni Isidoro Olgati, conte Antonio Sangiuliani. 11 Reale Senato di Torino già dal 22 giugno 1716 aveva concesso agli Utenti della " Roggia di unirsi e congregarsi a Pieve del Cairo, per discorrere e deliberare tutto ciò che convenga alla conservazione e difesa delle loro ragioni p)er tali acque"; ora gli utenti chiedono di potersi riunire a Mede, ritenuto luogo più comodo a tutti, con l'intervento del Podestà di Mede. Il Senato concede, ma gli utenti scoprono che il Podestà di Mede, conte Arborio Gattinara, è anche Podestà di Sartirana e quindi interessato alle acque del Roggione. Fanno quindi nuovo ricorso al Senato per riunirsi a Pieve del Cairo, permesso concesso in data 13 settembre 1740. Unità documentaria, ce. 26, num. parz. orig., da e. 6 a e. 26 a stampa. Jnv. A me.: Ms. 164H, stampa. 9 ')')

51

"Le sorelle e fìglie del fu Francesco de Cerno liberano a Giacomo Andrea Lambertenghi intorno a Lire 14.320 prezzo di beni". Cav 46.24 1569 marzo 14, Favia, abitazione di Giacomo Andrea Lambertenghi.

Atto di liberazione da parte delle sorelle Zenobia,Teodolinda e Gerolama, figlie ed eredi di Francesco de Cemo a favore di Giacomo Andrea Lambertenghi, loro procuratore, relativo al pagamento di Lire 14.320, prezzo dei beni situati nel

46 territorio di Mede 'Lumellina Pavese' che erano stati venduti al dottor Giacomo

Beretta, in data 1 7 marzo 1 562. Notaio Paolo Torriani di Pavia Copia semplice Unità documentaria, ce. 23, num. parz. ong. Inv. Ante.: Ms. 16-49, copy. 2.23

52 "Giacomo Ongaresi vende per la madre Catterina Sacca a Giacomo Beretta un prato. Scipione Blasoni vende a Giacomo Beretta una terra coltivata. Instru mento di confesso relativo alla vendita suddetta". Cav 46.25 - 1569 settembre 7 1570 aprile 5, Pavia, studio di Giacomo Beretta, porta di San Pietro alle Mura, parrocchia di Santa Maria in Pertica.

Contiene tre atti: -Atto di vendita fatta da Giacomo Ongaresi come procuratore di Catterina Sacca, sua madre, a Giacomo Beretta di un prato di circa pertiche 6 situato nel territorio di Mede per il prezzo di Lire 283. 14. Notaio Bartolomeo de Cottolli di Pietro, di Pavia. Copia semplice. -Atto di vendita fatta da Scipione Blasoni dei conti di Mede a Giacomo Beretta di un pezzo di terra coltivata, di circa pertiche 7, nel territorio di Mede, 'ove dicesi alla Regina', per il prezzo di scudi d'oro 25. Notaio Giacomo Stefano Robba di Giacomo, di Pavia. Copia semplice. -Atto di confesso di Scipione Blasoni a favore di Giacomo Beretta di Lire 21.1 per il saldo del pagamento del suddetto pezzo di terra che, dalla misura fatta, risulta di pertiche 9. Notaio Giò StefFano Robba di Giacomo, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1650, vellum. ' ' 2.24

53 "Scipione Blasoni vende a Giacomo Beretta due terre". Cav 46.26

1570 marzo 7, Pavia, abitazione di (ìiacomo Peretta.

Atto di vendita fatta da Scipione Blasoni dei conti di Mede a Giacomo Beretta di due pezzi di terra di circa pertiche 14 nel territorio di Mede Lumellina, 'ove dicesi alla

47 alla Regina', per il prezzo di scudi d'oro 28. Notaio Stefano Robba di Giacomo, di Pavia. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1651,vellum. 2.25

54 "Giacomo Ferrari e Giacomo Beretta cambiano alcuni beni. Battista Chiroli vende a Giacomo Beretta una terra. Battista Chiroli e Giacomo Beretta cambiano alcuni beni". Cav 46.27 1571 settembre 20 - 1571 dicembre 10, Frascarolo, nella casa di Giacomo Beretta.

Atto di permuta e cambio di beni situati nel territorio di Frascarolo 'nella Lumellina Pavese' stipulato tra il dottor Giacomo Beretta e il signor Giacomo Ferrari; inoltre Giacomo Beretta vende a Giacomo Ferrari alcune pertiche di terra di prato, contiguo ai beni, dati in cambio, per il prezzo in tutto di Lire 35. Atto di permuta stipulato tra il dottor Beretta e Battista Chiroli di Frascarolo di beni situati in Frascarolo. Notaio Giacomo Nibbioli di Pavia, 20 settembre 1571. Copia semplice.

Segue : Atto di vendita fatto da Chiroli a Giacomo Beretta di pertiche 2 di terra coltivata per il prezzo di Lire 19.3 alla pertica. Notaio Stefano Robba fu Giacomo, di Pavia, 10 dicembre 1571. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 10 Im: Ame. Ms. 1652, vellum hooklet. 2.26

55 "Battista Chiroli e Antonio Chiroli cambiano alcuni beni". Cav 46.28

1571 dicembre 1, Frascarolo.

Atto di permuta di beni situati nel territorio di Frascarolo Lomellina stipulato tra Battista Chiroli e Antonio e Giacomo Chiroli, fratelli. Notaio Giacomo Nibioli di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1653 2.27

48 56 "Testamento di Giacomo Beretta". Cav 46.29

Ì575 settembre 4, Pavia, nel monastero dei Reverendi Frati.

Testamento del dottor Collegiato Giacomo Beretta, figlio del fu Castellino, con il quale istituisce erede dei suoi beni in Mede Lomellina Giovanni Giacomo Lambertenghi. Notaio Giacomo Andrea Boldoni di Sebastiano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 19

Inv. Ame. : Ms. 1654 2.28

57 **Fede di Battesimo di Fabrizio Fantaguzzi*'. Cav 46.30 161 6 aprile 19, Mede.

Il documento è rilasciato dal Rev. don Francesco Antonio Guizzardi, economo e curato presposto di Mede, il quale dichiara che dai Libri Battesimali della Parrocchia risulta che Fabrizio, figlio di Raffaele e Caterina coniugi Fantaguzzi, è stato battezzato il 7 luglio 1577. Aggiunge di aver ritrovato, sempre nei medesimi libri, che il 21 settembre 1610 è stato battezzato dal Rev. Francesco Brizio, Marziano

Fantaguzzi, figlio di Fabrizio e di Francesca. Copia semplice.

In una nota alla e. 3 ; i Fantaguzzi sono definiti conti non feudatari di Mede. Unità documentaria, ce. 3

Inv. Ame. : Ms. 1655, copy. 2.29

58 "Fede di battesimo di Pietro Angelo Tibaldi". Cav 46.31 1616 aprile 20, Mede.

11 documento è rilasciato dal Rev. Don Antonio Francesco Guizzardi, economo e preposto di Mede, il quale attesta che dai Libri Battesimali della Parrocchia risulta che Pietro Angelo, figlio di Giò Bartolomeo e Caterina coniugi de Tibaldes, è stato battezzato il 26 dicembre 1577. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 2 Inv. Ame.: Ms. 1656, copy 2.30

49 59 "Transazione fra Luca Guizzardi e Giacomo Andrea Lambertenghi circa alcuni beni e acque". Cav 46.32 15HO maggio 10, Mede.

Atto di transazione stipulala tra Luca Guizzardi dei Conti di Mede e Giacomo Andrea Lambertenghi come 'padre e legittimo amministratore di Giovanni Giacomo erede del fu Giovanni Giacomo Beretta a sopimento di alcune controversie già pendenti tra li detti Signori Luca Guizzardi e fu Giovanni Giacomo Beretta dipendente dal possesso di alcuni beni e ragioni d'acque nel territorio di Mede Lomellina'.

I beni erano situati alla cascina Lavaggi. Notaio Andrea Arrigoni, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 13 Inv. A me.: M.s. 1657 2.31

60

"Per sentenza vescovile il patronato della Rettoria Prepositoriale di San Marziano e San Martino di Mede passa nella Casa Sangiuliani". Cav 46.33 1580 dicembre 13 -1737, Pavia.

Sentenza del Vicario Vescovile di Pavia del 17 dicembre 1580 in cui si attesta che la Rettoria Prepositoriale dei SS. Marziano e Martino è juspatronato dei Conti di Mede. Copia autentica estratta dagli atti de! tribunale della Curia Episcopale di Pavia da Alemanno Alemanni, notaio e cancelliere della Curia, in data 30 marzo 1656. In vigore del testamento del dottor Carl'Antonio Zaccaria dei Conti di Mede anche la Casa Sangiuliani ha la facoltà di coeleggere il parroco di Mede.

Atto di nomina a tale Rettoria del 1737 in cui figura tra i compatroni il Conte Giovanni Steffano Sangiuliani. Elenco degli atti di nomina del parroco di Mede, con il nome dell'eletto e degli elettori dal 1397 al 1737, in cui figura tra i compatroni il Conte Giovanni Steffano Sangiuliani. Unità documentaria, ce. 92 num.parz.orig. Inv. A me.: Ki.s. 1658. copy. 2.32

61 "Margherita de Annibaldi Zaccaria vende a Zaccaria Luneri parte del feudo ed estimo". Cav 46.34 1581 marzo 31, Mede, sala inferiore della casa di Zaccaria Luneri, nel castello nuovo di Mede.

50 Atto della vendita fatta da Margherita de Annibaldi, anche con il consenso di Emanuele Zaccaria dei Conti di Mede, suo marito, a Zaccaria Luneri, figlio del capitano Giovanni Maria, pure dei Conti di Mede, di parti 8 dell'estimo ed altre parti 8 del feudo per il prezzo di scudi d'oro 16, in ragione di Lire 5. 18 per ciascuna parte, col patto però di grazia. Notaio Antonio Lissona, di Pavia. Copia semplice. Altra copia senza la firma del notaio Unità documentaria, ce. 20, num. parz. orig. Inv. Ante.: Ms. 1659, Ms. anJ copy. 2.33

62 "Nomina del Prevosto. Elenchi dei Patroni". Cav 46.35 - Ì5HI gennaio 22 1 5H9febbraio 4, Mede.

Il 22 febbraio 1581 è nominato e presentato il rev. Flaminio Nebia come rettore e preposito nella Parrocchia di Mede. Il 4 febbraio 1589 è nominato e presentato don Nicola Bottigella, nobile non feudatano di Mede; la nomina è approvata dai compatroni conti di Mede; Zaccaria, Luneri, Brizzi, Guizzardi, Isnardi, Giovanolla, Enriotti, Genselmi, Biscossi. Notaio Domenico Enriotti, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 2

Inv. Ame.: Ms. 1660, orig'^ 2.34

63 "Giovanni Battista Bìscossa compra per Giacomo Andrea Lambertenghi una terra". Cav 46.36 1 582 febbraio 19, Mede, nella sala della cavo Guizzardi.

Atto della vendita fatta da Giovanni Battista Biscossa dei Conti di Mede a Ferdinando Gatti che compra a nome di Giacomo Andrea Lambertenghi un f)ezzo di terra 'avitato' di pertiche 1 situato nel territorio di Mede, per il prezzo di scudi d'oro 50 in ragione di Lire 5 cadauna. Notaio Giacomo Nibioli, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9

Inv. Ame.: Ms. 1661, orig'^ 2.35

51 64 "Emanuele Zaccaria vende a Zaccaria Luneri parte dell'estimo daziario". Cav 46.37

1583 aprile 8, Mede, nella casa di Zaccaria Luneri, nel castello.

Atto della vendita fatta da Emanuele Zaccaria, figlio di Gerolamo, dei conti di Mede a Zaccaria Luneri, pure dei conti di Mede, di parti 9 dell'estimo daziario di Mede per il prezzo di Lire 72. Notaio Baldassarre Beretta, fu Stefano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 num.parz.orig. Inv. Ame.: Ms. 1662 2.36

65 "Spiegazione di una sentenza del Senato di Milano". Cav 46.38 1583 ottobre 3

Note relative a sentenze emanate dal Senato di Milano e a dubbi espressi da alcuni magistrati sull' interpretazione da dare.

' Unità documentaria, ce. 3 Inv. Ame.: Ms. 1663, copy? 2.37

66 "Alberico Bertoni vende a Bartolomeo Gìovanoli parte dell'estimo e altre parti a Emanuele Zaccaria con diritto di riscatto". Cav 46.39 1584 marzo 26, Mede, nella sala dell'abitazione del notaio Lissona.

Atto della vendita fatta da Alberico de Bertonibus, figlio di Giovanni, abitante a Mede, a Bartolomeo Giovanoli, figlio di Marco, dei Conti di Mede, di parti 8 dell'estimo del feudo di Mede per il prezzo di Lire 64, oltre altre Lire 56 al conte Emanuele Zaccaria, primo venditore della detta porzione di estimo, che concede consenso alla vendita, con patto pjerò di grazia di poterla redimere entro 7 anni. Notaio Antonio Lissona di Pavia. Copia semplice. Copia senza firma del notaio. Unità documentaria, ce. 14 num.parz.orig. Inv. Ame.: Ms. 1664, Ms. and copy. 2.38

52 Titolo 4

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1585 al 1751. Undici strumenti di investitura per affìtto di terre". 1585- 1751

11 titolo è costituito da 17 unità concementi, per lo più, atti di investitura ossia di locazione di terre che i conti di Mede concedevano a persone residenti in Mede in cambio di canoni di affitto in lire o in natura.

Sono elencati i possedimenti dei Sangiuliani in Mede, gli atti di investitura, i nomi dei livellari, i loro soprannomi e il nome della località di Mede dove si trovava la terra. Molto interessante è la descrizione dei patti che intercorrevano tra i proprietari delie terre e i livellari e dei relativi 'app)endizi', in genere in lavoro o in natura, come riparazione della casa colonica o del portico, migliorie alle terre, quantità stabilite di lino, di capponi in occasione delle grandi feste, frumento, segale, piantamento di alberi, spesso gabbette dolci. Molto diffusa è la vite.

Secondo i patti descritti, colui che prendeva una terra a livello, si obbligava a lavorarla 'a usanza del buon massaro'. Il proprietario procurava le sementi di

' frumento, segale, avena ed ogni sorta di marzaschi, per seminare le terre belle e crivellate' ed il massaro si obbligava a restituire l'ultimo raccolto. Metà del fieno 'ben stagionato' era del padrone, come metà del quartirolo che il bergamino dava in cambio del pascolo. Inoltre il massaro doveva sfiazzare le rogge, scalvare i legnami, dividere le fascine a metà, come pure i pali, tolti quelli che servivano per la vigna. Anche il frumento, la segale, l'avena, il lino, ben lavorato, il prodotto della vigna doveva essere diviso a metà e la parte del proprietario doveva essere consegnata, a domicilio, a spese del massaro. Il proprietario doveva dare 6 pertiche di terra per seminare meliga per l'allevamento delle oche, anatre, capponi in cambio di un numero di bestie da consegnare in genere alla festa di San Martino e a Pasqua. Seguono atti riguardanti l'elezione del parroco di Mede. Questo diritto provocò numerose liti tra i conti che non sempre si trovavano d'accordo su chi fra di loro poteva godere di questo privilegio e sulla persona da nominare come parroco della Chiesa di San Marziano e San Martino.

Lingua : italiano e latino. Vengono segnalati i documenti interamente in lingua italiana.

53 67 "Istromento di investitura fatta dal dottor Giacomo Andrea Lambertenghi nelli StefTano, Marziano, e Nicola padre, e figli Bottigella". Cav 46.40 1585 settembre 16, Frascarolo.

Atto di investitura fatta da Giacomo Andrea Lambertenghi, figlio di Ludovico ed erede universale di Giacomo Beretta, a nome di Giacomo Beretta Lambertenghi, suo figlio, a favore di Stefano, Marziano e Nicola, padre e figli Bottigella, della cascina e possessione detta della Costa, situata nel territorio di Mede, per anni 9 e per l'annuo fitto di Lire 40 per ogni pertica, da pagarsi metà alla festa di San Martino e metà a

Pasqua. Inoltre i Bottigella sono tenuti a dare un porco grasso a Natale, due pezze di lino ben lavorate, 6 capponi alla festa di San Martino. Notaio Baldassarre Beretta, di Stefano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 24

Inv. Ame.: Ms. 1665, orig'^ 2.39

68 "Instromento di investitura fatta dal signor Livio Lambertenghi Beretta in Marziano Bottigella". Cav 46.41 1595 aprile 29, Mede, abitazione del notaio bissona.

Atto di investitura fatta da Livio Lambertenghi Beretta, come procuratore del Reverendo Giacomo Lambertenghi Beretta, suo fratello, in Marziano Bottigella, della cascina detta 'alla Costa', nel territorio di Mede, jaer 9 anni per l'annuo fitto di scudi 40 alla f)ertica, oltre ai soliti 'app)endizi' in natura. Notaio Antonio Li ssona di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, cc.25 num. parz. orig. Inv. Ame.: Ms. 1666 2.40

69 "Instrumento di locazione fatto da Giacomo Lambertenghi in Giulio Cesare Bolognese". Cav 46.42 1653 luglio 28, Mede.

Atto di investitura fatta da Giacomo Lambertenghi a favore di Giulio Cesare Bolognese di una casa con corte da massaro e dei beni, in cui è compreso il prato della Rivezza, posti nella contrada di Santa Onorata, in Mede Lomellina, per 9 anni e

54 per l'annuo fitto di Lire 1 .200, oltre a varie pezze di lino e 8 capponi a San Martino. Notaio Giovanni Battista Coppa di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. H Inv. Ante.: Ms. Ì667 2.41

70 "Instromento di ricognizione ha fatto Beltrame e fratello Scarioni, massari in Mede, che lavorano la possessione nel territorio di Mede a favore delli Giovanni Steffano e fratello Sangiuliani". Cav 46.43 1665 settembre 2S, Mede, nella sala dell'abitazione di Giacomo Beretta Lambertenghi

Descrizione dei beni della Cascina Grande di proprietà dei fi-atelli Sangiuliani, ottenuta in pregiudizio di Giacomo Beretta Lambertenghi, fatta dai fi-atelli Scarioni che vi lavorano 'con la promessa della scorta e della semenza'. Il possedimento comprende una casa costituita da due stanze inferiori e due superiori,

' due stalle, un pozzo nuovo, il forno, due orti, un pezzo di terra coltivata chiamata il deserto', che confina con la roggia dei Campazzi, con la roggia della Villa, con i campi della Parrocchia di Mede, con quelli degli eredi di Giuseppe Alemanni, ed un altro pezzo di terra 'ove si dice al campo dei Lavaggi'. Notaio Alessandro Alemanni, fu Giuseppe, notaio di Pavia, residente in Mede. Copia autentica redatta dal notaio Andrea Paolo Terzi, di Carlo, di Pavia, in data 30 settembre 1665.

Unità documentaria, ce. IS num. par:, orig. Inv. Ame.: Ms. I66H, Ms. with seal attached. 2.42

71 "Instromento di investitura di livello perpetuo fatta dal Signor Giovanni Steffano Sangiuliani in Giovanni Antonio Campi". Cav 46.44 1670 agosto 27, Mede, nella sala inferiore della prepositura.

Atto di investitura di livello perpetuo fatta da Giò Steffano Sangiuliani, figlio di Giuseppe, abitante in Milano, nella Parrocchia di San Protasio, 'ora dimorante anche a Mede", a favore di Giò Antonio Campi, di un pezzo di terra di circa pertiche 13 con i suoi diritti d'acqua, molte piante, tra cui 'tre morononi grandi', e diversi alberi da frutta, una casa con il tetto di paglia, situati nel territorio di Mede denominato 'all'ortaglia del Signor Sangiuliano', per l'annuo canone di Lire 60.

55 Notaio Giovanni Battista Coppa di Pavia. Copia autentica redatta dal notaio Agostino Sesti di Pavia, in data 3 dicembre 1670. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ante.: Ms. 1669 2.43

72

"Misura fatta fare dì tutti i livelli che si possedono nel territorio di Mede Lomellina dal Agrimensore Antonio Maria Brianta, come in questa si vede". Cav 46.45

1677 ottobre 18, Mede.

Sono riportati i possedimenti di Giovanni Steffano e fratelli Sangiuliani nel territorio

di Mede e i nomi di coloro a cui sono affittati. La misura è effettuata da Antonio Maria Brianta che ricopre la carica di Agrimensore Pubblico della città di Pavia e del suo Principato, su ordine del

Reverendo Francesco Gerolamo Enriotti ed alla presenza dei livellari : Carlo Marciano detto Mirandolino, affittuario di una vigna 'di filagni tre' alla Rolina; Carlo Antonio Vercese, affittuario di un pezzo di vigna 'di filagni quattro', alla Rolina; Francesco Crosio detto il Camparo, affittuario di una vigna 'di filagni cinque' alla Rolina e di un vignolo 'di filagni tre' con casa coperta di paglia e un casotto 'ove si ' dice alla strada dei Buschi'; Antonio Mantovano, affittuario di un pezzo di vigna di filagni tre, alli Buschi'; Giuseppe Protto, affittuario di un vignolo 'di filagni cinque' con casa coperta di paglia 'alli Buschi'; Giuseppe Bottigella, affittuaro di un vignolo con due corpi di casa, coperti di paglia, posti alla contrada dei Buschi e di un Campetto alla Rolina; Carlo Federico Masinaro e Giò Batta Brocchino, affittuari di una vigna sulla strada 'delle Gabbe che porta alla Mora', con due corpi di casa coperti di paglia; Vincenzo Terzago, affittuario di un vignolo con casa 'alle Gabbe'; Carlo Marciano Scarione, affittuario di un vignolo 'alle Gabbe'; Giò Antonio Campio, ortolano, affittuario di una terra in parte coltivata ad ortaglia con 5 filagni di vite, con una casa coperta di paglia e un pozzo, sulla strada che va alla Campina. Sottoscrive Antonio Maria Brianta. Unità documentaria, ce. 10 Inv. A me.: Ms. 1670

Lingua : italiano. 2.44

73 "Instromento di investitura semplice fatta dal Molto Reverendo Bernardo Macagni in Baldassarre Gatti". Cav 46.46 7692 gennaio 22, Mede, nella sala inferiore dell'abitazione del notaio Coppa.

56 Atto di investitura semplice fatta dal Reverendo Bernardo Macagni, come procuratore di Giovanni Steffano e fratelli Sangiuliani, a favore di Baldassarre Gatti di una ortaglia di circa pertiche 10, con diritti d'acqua e una casa con forno, nel luogo di Mede, per anni 1 6, per l'annuo fitto di Lire 60 e un paio di capponi ad ogni San Martino. Notaio Antonio Francesco Coppa di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1671 2.45

74 "Investitura fatta dal Conte Dottor Giuseppe e fratelli Sangiuliani in Marziano Vercellese della possessione detta la Lambertenga ". Cav 46.47 1708 agosto 29 - 1709 ottobre 13, Milano, Mede, Zelada.

Atto di investitura da parte di Giuseppe e dei fratelli Sangiuliani a favore di Marziano Vercellese della possessione detta la Lambertenga situata nel territorio di Mede per anni tre e da lavorarsi dal Vercellese come buon massaro. Segue, a distanza di pochi mesi, in data 14 novembre 1708, un atto di investitura con gli stessi patti, ma a favore dei fratelli Luccotti in quanto il Vercellese era passato a miglior vita. Il contratto viene stipulato alla Zelada, sottoscritto da Carlo Antonio Zaccaria dei Conti di Mede, come testimone.

Contiene inoltre : Atto di confesso dei fratelli Lucotti di quanto hanno ricevuto dai Sangiuliani in sementi, scorte, casa, cantina, stalla, terreno. Unità documentaria, ce. 20 Inv. Ame.: Ms. 1672

Lingua : italiano. 2.46

75

"Consegna di una casa e vignolo, siti nella terra di Mede, chiamato li Buschi, di ragione del Conte Giuseppe Sangiuliani, data a livello perpetuo a Carlo Giuseppe Seva rè". Cav 46.48 1712 aprile 26, Mede.

La consegna è fatta da Carlo Crosio, Agrimensore di Pavia e della Lomellina, alla presenza del Reverendo Don Domenico Mantovano, come procuratore del Conte Sangiuliani. Segue la descrizione molto dettagliata della casa 'coperta di coppi', con camino, pozzo, orto, vignolo con il numero delle viti vecchie e nuove, piante, quante

57 'gabbe dolci e quante gabbe di salici', gabbe forti, roveri, moroni, amarene, pruni. Sottoscrive Carlo Crosio, Pubblico Agrimensore di Pavia e della Lomellina. Unità documentaria, ce. 4 /nv. Ante.: Ms. 1673

Lingua : italiano. 2.47

76 "Investitura semplice fatta dal Signor Carlo Crosio quale procuratore del Conte Giuseppe Sangiuliani della Cassina e possessione detta la Lambertenga situata nel territorio di Mede Lomellina per anni 9, col patto di dividerne i frutti". Cav 46.49

1720 ottobre 2, Mede.

La cascina Lambertenga, di proprietà di Giuseppe Sangiuliani, viene data "a lavorare a massaro" a Giovanni Battista e Carlo, zio e nipoti, de Boggio, per anni 9, distinti di tre in tre, da cominciarsi a San Martino dell'anno 1720.

Segue la descrizione dei patti. Sottoscrivono, in quanto entrambe le pani desiderano che il patto sia tradotto in pubblico strumento, Carlo Crosio, come procuratore, Giuseppe Coppa, a nome di Gian Battista e Carlo de Boggio, perché non sanno né leggere né scrivere. Cesare Arrigo, come testimone. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. Ì674

Lingua : italiano. 2.48

77 "Investitura semplice fatta dal signor Giuseppe Crosio qual procuratore del Conte Giò Steffano Sangiuliani in Antonio de Marziani detto il Cantore della possessione detta Lambertenga". Cav 46.50 175 1 agosto 9, Mede.

Il contratto d'affito della cascina prevede una durata di anni 9, distinti di tre in tre,

il con patto di dividere i frutti a metà, con inizio da San Martino 1 75 1 . Segue il testo del contratto. 'Volendo le parti che il contratto sia pubblico e giurato strumento, come se fosse rogato da notaio pubblico', sottoscrivono Giuseppe Crosio, Antonio de Marziani e due testimoni. Unità documentaria, ce. 7 Inv. Ame.: Ms. 1675

Lingua : italiano. 2.49

58 78 "Atti nella causa del juspatronato parrocchiale". Cav 46.51 I5^H agosto II - 1657febbraio 14, Pavia, Mede.

Atti diversi riguardanti la causa per l'juspatronato della prevostura di Mede, le nomine e le presentazioni dei parroci da parte dei compatroni. Viene ricordato il privilegio concesso da Enrico III nel 1311, sono elencati i conti di Mede che avevano il diritto di eleggere il parroco della Chiesa di San Marziano e San Martino, le richieste di quanti ritenevano di aver questo diritto, le motivazioni addotte, le famiglie che avevano perso questo diritto perché avevano alienato parte del feudo o perché si era estinta la linea maschile. llnilà documentaria, ce. 75 Inv. Ante.: Ms. 1676, ms. and copies. 2.50

79 "Sentenza nella causa di patronato pronunciata dal Cardinale Rubei". Cav 46.52

1589 febbraio 4, Pavia.

Sentenza del delegato vescovile di Pavia nella causa di nomina del prevosto della parrocchia di Mede fatta da alcuni compjatroni nella persona del sacerdote Gerolamo Brizio e da altri nel sacerdote Bucino Zaccaria.

II Reverendo Giovanni Gianoli della Curia di Pavia, nominato commissario per risolvere la causa tra i conti di Mede, nomina il Reverendo Andrea Bottigella come preposto nella rettoria. Tale nomina è approvata dal Cardinale Rubei e confermata dai conti compatroni di Mede. Segue come compendio alla sentenza, sottoscritto da Giovanni Gianoli, l'elenco dei conti che hanno diritto a nominare e a presentare il parroco di Mede: Brizzi,

' Guizzardi, Isnardi, Genselmi, Giovanoli, De Blasonibus, Enriotti, tutti dei Conti Palatini di Lomello', Zaccaria e Luneri, 'dei conti feudatari di Mede'. Scrittura estratta dagli atti del Tribunale della Curia Episcopale di Pavia, da Alemanno Alemanni, notaio e cancelliere della Curia. Copia autentica redatta da Pietro Rabone, notaio e cancelliere della Curia Episcopale di Pavia, in data 7 marzo 1697.

Segue : elenco delle famiglie che hanno il diritto di eleggere il parroco di Mede. Unità documentaria, ce. 21 num. parz. orig. Inv. A me.: Ms. 1677 2.51

59 80

"Istromento di transazione tra il sacerdote Bucino Zaccaria dei Conti di Mede e il sacerdote Andrea Bottigella**. Cav 46.53 I5H9 marzo 10, Pavia, sala superiore del palazzo episcopale.

Atto di transazione nella lite vertente tra i due sacerdoti dopo la morte dell'ultimo prejx)sto di Mede, Flaminio Nebia. Bucino Zaccaria si era opposto alla nomina di Andrea Bottigella, inutilmente, in quanto il Bottigella era stato proposto dalla Curia Episcopale di Pavia ed approvato dai conti compatroni di Mede. Notaio Alemanno Alemanni, notaio e cancelliere della Curia Episcopale di Pavia. Copia autentica redatta da Francesco Morbino, notaio di Pavia, in data IO febbraio 1656, su richiesta dei Consoli di Pavia. l Initù documentaria, ce. 14 Inv. Ame.: Ms. 1678 2.52

81 "Emanuele Zaccaria vende a Vincenzo Genselmi una casa". Cav 46.54 1591 luglio 29, Mede, ahnazione del notaio 1Assona, posta .sulla piazza.

Atto della vendita fatta da Emanuele Zaccaria dei Conti di Mede, unitamente a

Bucino e Belisario, suoi figli, a Vincenzo e Camillo Genselmi, conti di Mede, di una casa situata nel Castello nuovo di Mede, per il prezzo di Lire 150. Notaio Antonio Li ssona di Pavia. Copia autentica redatta da Agostino Sesti, notaio di Pavia, in data 20 agosto 1681. Unità documentaria, ce. 7 Inv. Ame.: Ms. 1679, copy. 2.53

82 "Belisario Zaccaria ratifica la vendita fatta dal padre". Cav 46.55 1591 luglio 29, Mede, nell'abitazione del notaio Lissona.

Atto di ratifica ed approvazione da parte di Belisario Zaccaria dei conti di Mede della vendita fatta dal padre conte Emanuele, con atto rogato dal notaio Baldassarre Beretta, di parti 27 del feudo e parti 41 dell'estimo daziario al conte Giovanni Giacomo Brizio, 'ritenuto però sempre per sé e suoi eredi il patto di grazia ivi espresso'. Notaio Antonio Lissona di Pavia.

Copia autentica redatta da Agostino Sesti, notaio di Pavia, in data 1 agosto 1681.

60 Copia semplice. autentica Copia redatta da Agostino Sesti, notaio di in data 5 Pavia, ottobre 1681 . Unuà documentaria, ce. 1-4 Inv. Ame.: Ms. 1680, copies. 2.54

83 "Secolo - XVI Nota deirestimo per ciascuno dei conti di Mede". Cav 46.56 1500 1600

Elenco dei conti di Mede con relativo estimo feudale. Vnità documentaria, ce. 2 Inv. Ame.: Ms. 16HI

2.55

61 Titolo 5

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1600 al 1652" 1605-1756

II titolo è composto da 22 unità; inizia con l'atto di dote di Giovanna, figlia di Riccardo Riccardini, conte di Gattinara e moglie di Belisario Zaccaria dei conti di Mede, prosegue quindi con atti di vendita di terre, di parti del dazio e dell'estimo del feudo di Mede e con atti di investitura di terre.

Continua la causa dei conti Zaccaria contro il Reale Fisco davanti al Senato di

Milano per dimostrare la loro legittimità a fregiarsi del titolo di conti confeudatari di Mede e poter quindi godere dei privilegi ad esso connessi. Nel 1 652 viene emanata sentenza a loro favorevole e quindi Gerolamo, Buccino e Carlo Zaccaria sono ammessi alla partecipazione del feudo di Mede.

Nel 1631, con l'acquisto di terreni e di case a San Rocco, alla Rolina, alle Gabbe, i Sangiuliani entrano nella storia di Mede. Avranno poi altri possedimenti, in altre zone di Mede, al Deserto o Zucchetta, a Sant'Onorata, a San Bernardino, al bosco di Valentino e la cascina Lambertenga.

Tutti i beni saranno venduti dal conte Stefano Sangiuliani nel 1756. Infatti i Sangiuliani non risultano come possessori di terre nel Catasto Figurato di Mede formulato nel 1761 a seguito del censimento sabaudo e che, in tre tomi, si trova presso l'Archivio Storico del Comune di Mede.

Lingua : italiano e latino. Vengono segnalati i documenti interamente in italiano.

62 84 "Istromento di dote di Giovanna Riccardina Zaccaria dei conti di Mede". Cav 47.1 1605 febbraio 15, Gattinara.

Dote di Giovanna Riccardina, figlia di Ricardo Riccardini, nobile di Gattinara e moglie di Belisario Zaccaria dei Conti di Mede, consistente in 200 ducatoni promessi dal padre, oltre a scudi 100 assegnati dal conte e dalla contessa di Gattinara, pure 'in conto di dote' e con l'aumento, dopo un anno di matrimonio, da parte di Belisario di altri 100 ducatoni. Notaio Pietro Maffeo, fu Francesco, ducal notaio di Gattinara. Sottoscrive l'autenticità dell'atto Camillo Galli, podestà e giudice ordinario di Gattinara, in data 14 febbraio 1610. Unità documenlaria, ce. 9 Inv. A me.: Ms. 1682, Ms. with seal atlached. Lingua : italiano 3.1

85 "Procura di Belisario Zaccaria in favore di Francesco de Luneri di Mede e Antonio Lissona per redenzione dei dazii". Cav 47.2 1614 febbraio 10, Mede.

Atto di procura speciale fatta da Belisario Zaccaria, figlio di Emanuele, dei conti di Mede, in Francesco de Luneri dei conti di Mede ed in Antonio Lissona, notaio, tutti abitanti in Mede, per recuperare l'estimo del feudo e del dazio, che Belisario aveva venduto al fu Giovanni Battista de Biscossi, padre di Gian Bettino e Paolo, col patto di grazia. Notaio Cesare Fomaroli di Pavia. Copia autentica redatta da Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, notaio di Pavia. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1683, copy. 3.2

86

"Attestazioni che Paolo Battista Biscossi era figlio legittimo di Gian Bettino e di Magdalena, coniugi Biscossi dei conti di Mede...". Cav 47.3 Mede. 1616 marzo 20 - 1618 marzo 22, Mede

63 Don Francesco Antonio Guizzardi, economo e curato della parrocchia di Mede, attesta che dai registri parrocchiali di battesimo risulta che : Paolo Battista Biscossi, figlio legittimo di Gian Bettino e Magdalena coniugi Biscossi, dei conti di Mede, è stato battezzato da don Francesco Brizio il 9 aprile 1610,

Francesco Marziani, figlio legittimo di Bernardino e Maria de Marziani, è stato battezzato il 21 dicembre 1616,

Tobia Morelli, figlio legittimo di Emanuele e Hippolita Morelli, è stato battezzato il 3 aprile 1617, Gerolamo Fantaguzzi, figlio legittimo di Fabrizio e Francesca Fantaguzzi, è stato battezzato il 21 giugno 1616. Unità documentaria, ce. 5

Inv. Ame.: Ms. Ì6H4 ' 3.3

87 "Belisario Zaccaria vende parte del feudo e del dazio a Giovanni Battista Guizzardi, Gerolamo Brizio, Zaccaria Luneri, Leonardo Guizzardi". Cav 47.4 1616 aprile 1, Mede, nella abitazione di Leonardo Guizzardi, 'al Pasquale'.

Atto di vendita fatta da Belisario Zaccaria agli altri conti di Mede, di parti 4 del feudo e parti 4 del dazio di Mede, per il prezzo in tutto di Lire 600. Notaio Antonio bissona di Pavia. Copia autentica redatta da Agostino Sesti, di Antonio, notaio di Pavia, in data 10 agosto 1681. Unità documentaria, ce. 6

Inv. Ame. : Ms. 1685 3.4

88 "Genselmo e Bonifacio de Genselmi vendono al Molto Reverendo Gerolamo Poggio una casa". Cav 47.5 1619 settembre 5, Mede, nella sala superiore della casa del reverendo Gerolamo Poggio.

La casa, situata nel castello della Rocca Bianca ossia degli Zaccaria, ha il tetto 'coppato', è composta da due stanze, solaio, cucina, pozzo, magazzino e viene venduta per Lire 800 impenali; lire 500 da pagarsi a San Michele del 1619 e le altre

300 alla festa di Pasqua di Resurrezione del 1621 . 11 reverendo deve ottenere per l'acquisto l'autorizzazione del vescovo. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia.

64 Copia autentica redatta da Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, notaio di Pavia, in data 10 agosto 1681. Unità documenlana. cefi Inv. Ame.: Ms. 1686, copy? 3.5

89 "Belisario Zaccaria vende a Marco Aurelio Giovanoli parte dell'estimo". Cav 47.6

16 J 9 settembre 23, Mede, nella sala inferiore della casa del notaio Sesti.

Atto della vendita fatta da Belisario Zaccaria dei Conti di Mede al fisico Marco

Aurelio Giovanoli, figlio di Bartolomeo, dei conti di Mede, di soldi due dell'estimo daziario ed altri due soldi dell'estimo feudale per il prezzo di Lire 300 imperiali. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia autentica redatta da Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, notaio di Pavia, in data IO agosto 1681. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1687, copy"' 3.6

90 "Istrumento dì investitura di livello perpetuo fatto dal Cavaliere Lucio Olgiati come procuratore del Signor Giacomo Andrea Lambertenghi ossia Beretta in Giovanni Giacomo Marziani di una Vigna alia Rolina". Cav 47.7 1619 ottobre 2-t, Mede, nella sala inferiore della casa di Giovanni Battista Olitati.

La vigna, parte della eredità che il Lambertenghi aveva avuto da Giacomo Beretta, era di circa pertiche 6 e l'annuo canone di Lire 3.7.6 alla pertica. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 7

Inv. Ame. : Ms. 1688, copy. 3.7

91 "Istrumento di investitura di livello perpetuo fatta dal cavalier Olgiati come procuratore di Giacomo Andrea Lambertenghi Beretta in Giovanni ed Augusto fratelli de Morazzi di una vigna alla Rolina". Cav 47.8 1619 ottobre 24, Mede, nella sala inferiore della casa di Cuovanni Battista Olitati.

65 La vigna è di circa pertiche 7 e l'annuo canone e di Lire 3.7.6 per ogni pertica. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Vnità documentaria, ce. 7 Inv. Ante.: Ms. 1689, copy'^ 3.8

92

"Istrumento di investitura di livello perpetuo fatta dal Cavalier Olgiati come procuratore di Giacomo Andrea Lambertenghi Beretta nelli Donato Castiglioni e Giovanni Battista Costa di una vigna". Cav 47.9 1619 ottobre 24, Mede, nella sala inferiore di Giovanni Batta Olgiati.

Atto di investitura di livello perpetuo di una vigna di circa 9 pertiche alla Rolina per l'annuo canone di Lire 3.7.6 per ogni pertica. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Ms. 1690, copy? 3.9

93 "Belisario Zaccaria e Buccino suo fratello vendono a Marco Aurelio De Giovanoli e a Giovanni Maria Luneri quasi tutta la loro parte di feudo". 1620 dicembre 22, Mede, nella sala inferiore della casa di Giovanni Batta Olgiati.

Atto della vendita fatta da Belisario e Buccino Zaccaria, conti di Mede, 'di loro volontà ed al prezzo di mercato', di tutta la loro parte di feudo della terra di Mede, eccettuati soldi 2 del feudo, soldi 30 del dazio ed il privilegio di nominare il prevosto della chiesa parrocchiale di Mede, per il prezzo di Lire 6.000 imperiali, da pagarsi

metà alla festa di Pasqua e metà alla festa di San Martino del 1 62 1 . Notaio Giovanni Trabucchi di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms.l691 3.10

94

"Gian Bettino Biscossa vende agli altri conti di Mede parti 48 del feudo". Cav 47.11 1624 settembre IH, Mede, nella casa dei Biscossi, nel castello vecchio.

66 Atto di vendita fatta da Giò Bettino Biscossi, dei conti di Mede, di parti 48 del feudo

il e parti 15 del dazio, per prezzo di scudi mille, agli altri conti : Marco Aurelio

Giovanoli, Giovanni Maria Luneri, Marco Brizzi, i Guizzardi, tutti abitanti a Mede. Notaio Francesco, fu Antonio, dei Nobili di de Montenegrino. Copia semplice. llmtù documentaria, cc.9 num.parz.orig. Inv. Ame.: Ms. 1692 3.11

95 "Giacomo Beretta investe con livello perpetuo Stefanino Giacoboni di una terra". Cav 47.12

I62H marzo 10, Mede, nell'ahilazione del notaio Sesti.

Atto di investitura fatta da Giacomo Beretta, 'alias Giò Andrea Lambertenghi', a favore di Stefanino Giacoboni di un pezzo di terra di pertiche 17 nel territorio di Mede per l'annuo canone di Lire 5 alla pertica. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1693, copy. 3.12

96

"Atti nella causa tra il Reale Fisco e i Zaccaria". Cav 47.13 1634 giugno II- 1652 dicembre IH, Milano.

La causa fu promossa dal Reale Fisco, nella persona di Giovanni Ramos, contro i consorti feudatari di Mede nella Lomellina, a seguito della denuncia fatta da

Emanuele Morello. Secondo Giovanni Ramos il feudo di Mede doveva essere devoluto al Fisco per la pretesa estinzione della linea maschile delle famiglie alle quali era stato concesso dai duchi di Milano, con lettere del 27 novembre 1466. Questa causa venne dal Magistrato, con sentenza del 28 giugno 1652, decisa a favore dei conti di Mede, eccettuando però la famiglia Zaccaria e quella dei Luneri, la prima per mancanza di prove di legittimità e la seconda come discendente da parte femminile.

Seguirono poi altri atti davanti al Magistrato in cui i fratelli Zaccaria fecero constatare la loro legittimità ed ottennero a loro favore la sentenza magistrale in data 8 dicembre 1652; pertanto Gerolamo, Buccino e Carlo, fratelli Zaccaria furono ammessi alla partecipazione del feudo di Mede.

67 Segue genealogia dei conti di Mede. Dal documento risulta che nel luogo di Mede c'erano due castelli, grandi, con fossi e ponti levatoi. Unità documentaria, ce. 50, le ce. da 21 a 3H sono a stampa. Inv. Ame.: Ms. 1694, Ms. and Printed. 3.13

97

"Pietro Francesco Fornari proroga di venti anni il termine di riscatto dei beni di Giacomo Andrea Lambertenghi". Cav 47.14 1634 luglio 24, Mede, nello studio di Giovanni Maria Luneri.

Atto della proroga del termine per redimere i beni di Giacomo Andrea Lambertenghi che il Pomari aveva acquistato mediante subasta e vendita giudiziale. Notaio Giovanni Pietro Sesti, fu Antonio, di Pavia. Copia autentica redatta da Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, in data 29 dicembre 1665. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1695, copy'^ 3.14

98

"Gian Bettino Biscossa vende a Marco Aurelio Giovanoli parti 8 del dazio". Cav 47.15

1635 gennaio 5, Mede, nella sala inferiore della casa di Giovanni Grossi.

Atto della vendita fatta tra i contraenti descritti nel titolo, con il patto di grazia, di parti 8 del dazio di Mede per il prezzo di Lire 600. Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Ms. 1696, copy. 3.15

99 "Vendita giudiziale della cascina 'la Cassinetta' in danno di Giacomo Andrea Lambertenghi e in favore di Pompeo Toppa". Cav 47.16 1636 settembre IO, Pavia, palazzo Pretorio, parrocchia di San Pietro in Verzolo.

68 Atto della vendita per pubblico incanto di una cascina detta 'la Cassinetta' con casa, stalla, corte, pozzo, forno, 'diritti e pertinenze', ed altri pezzi di terra per un totale di circa 200 pertiche nel territorio di Mede, di proprietà di Giò Andrea Lambertenghi, per il prezzo di Lire 3752.17.6, da pagarsi all'esattore di Mede. L'acquirente è Pompeo Toppa, di Africano; la cascina era situata 'ove si dice la Boffalora, sulla strada che va a Gambarana'. Notaio Giovanni Paolo Gabiano, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 13, num, parz. ori^. Inv. Ame.: Ms. 1697 3.16

100 "Vendita della Cassinetta di Pompeo Toppa a Ignazio Corrano". Cav 47.17 1637 gennaio 3, Pavia, nel monastero di San Francesco, nella camera di Padre Cipriano, custode del monastero.

Atto della vendita della possessione, edifici, ragioni d'acqua e beni della Cassinetta fatta da Pompeo Toppa, abitante a Pavia, parrocchia di Santa Maria, a Ignazio Corrano, figlio di Cesare, abitante a Milano, parrocchia di San Nazario, per il prezzo di Lire 3750.

Notaio Giovanni Pietro Sesti, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Ms. 169H, copy. 3.17

101 "Pietro Francesco Fornari vende a Giuseppe Sangiuliani altre case e beni". Cav 47.18 - 1631 gennaio 23 1639 agosto 6, Pavia.

Elenco delle case, vigne, terre acquistate dal Sangiuliani in Mede, 'ove si dice a San al Rocco. . alla Rolina alle Gabbe', dal 1631 1639. Sottoscrive Prospero Besozzi di Mede, notaio di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 33 num.parz.orig. Inv. Ame.: Ms. 1699, copy. 3.18

69 102 "Trasunto del privilegio di investitura data nel 1164 ai Conti Palatini di Lomellina da Federico I, riconfermati da Federico 11 (1209), da Enrico I (1311) poi nel 1355 e nel 1496 da Massimiliano". Cav 47.19 1 640 maggio 22

'Istrumento di trasunto d'altro trasunto' del privilegio di investitura del feudo e del contado di Mede concessa ai Conti Palatini della Lomellina Guidone, Goffredo e

Ruffino da Federico I imperatore, l'anno 1 164 e delle successive conferme. Notaio Gerolamo Gallarati di Pavia. Copia autentica redatta da Gerolamo Pellicano, di Francesco, notaio di Pavia, in data 23 settembre 1656. Sottoscrivono altri due notai Carlo Bellani e Carlo Dasto di Pavia, in data 24 novembre 1659.

lìniià documentaria, ce. 35 num. parz. orig. Inv. A me.: Ms. 1700, copy. 3.19

103

"Petizione di Carlo Angelo e fratelli Ciovanoli contro i fratelli Zaccaria per utt censo". Cav 47.20 1640 giugno 27, Milano.

L'atto riguarda il possesso contrastato di una vigna situata al Malcantone, a Mede. Il fisico Marco Aurelio Giovanoli e Giovanni Maria Luneri avevano venduto a Belisario Zaccaria una vigna di proprietà dei Besozzi. Belisario avrebbe dovuto

consegnare a Filippo Prospero e Nicola Besozzi 34 scudi d'oro e soldi 326 p)er estinzione del loro censo. L'atto era stato rogato dal notaio Giovanni Domenico Trabucchi di Pavia, in data 22 dicembre 1620.

La petizione è fatta da Carlo Angelo e Giacomo Filipfx» Giovanoli, figli di Marco Aurelio e da Giovanni Peschieri Luneri, figlio di Giovanni Maria, contro Emanuele, rettore di Castellaro de' Giorgi, rev. Carlo, Francesco Gerolamo, Antonio Buccino,

figli ed eredi di Belisario Zaccaria, perché questi non aveva dato quanto pattuito ai Besozzi. Notaio Gaspare Negrone di Milano. Sottoscrive il notaio Giuseppe Negrone, figlio di Gaspare, che ha trovato l'atto tra i documentt del Tribunale Regio Ducale di Milano. (.In ita documentaria, ce. 14 Inv. Ame.: Ma. 1701 3.20

70 104 "Giuseppe Sangiuliani torna ad investire di una vigna Giuseppe Vercesio". Cav 47.21

1640 dicembre 14, Mede.

' Atto di ricognizione di dominio' ossia di rinnovo di investitura di livello perpetuo fatta da Giuseppe Sangiuliani a favore di Giuseppe Vercesio, di una vigna di circa pertiche 4, 'ove si dice alla Rolina', per l'annuo canone di Lire 13, con inizio da San Martino 1641.

Seguono i patti relativi al contratto. Notaio Francesco Besozzi di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. IO Inv. Ame.: Ms. 1702, copy. 3.21

105 "Atti vari". Cav 47.22

1642 marzo 24-1762 settembre 6, Mede.

Memorie ed annotazioni sui possedimenti dei Sangiuliani a Mede, descrizioni, misure, ricavi, nomi degli affittuari. Le misure sono fatte da Bernardino Marciano, agrimensore pubblico di Pavia, che

elenca :

la cassina grande, "ove si dice al Diserto, di pertiche 650, una casa in via San Bernardino, con terreno coltivato a vite di circa 30 pertiche e un prato di circa 14 pertiche, un prato di circa 8 pertiche in regione San Rocco, un prato di circa 6 pertiche nella regione detta del deserto, ossia Zucchetta, la cascina Lambertenga di f)ertiche 750, altri campi in regione Sant'Onorata, 'al guado di Casale', 'alla chiappa', 'alla costa', 'alla legnaia', 'alla mascarina', 'al bosco di Valentino'.

Contiene tra l'altro una scrittura privata : il conte Gianstefano Sangiuliani, fu Giuseppe, di Milano, aveva stabilito di far celebrare nella Chiesa Parrocchiale di Mede, all'altare di Santa Caterina, due messe alla settimana e aveva obbligato a tale effetto la casa di via San Bernardino ed alcuni campi, il cui reddito ammontava a Lire 263. 10.1.

Essendo questi beni chiesti in acquisto dal notaio Carlo Giuseppe Arrigo, figlio di Cesare Maurizio, per il prezzo di zecchini 400, alla condizione che siano liberi, il conte trasferisce il beneficio sopra altri 10 livelli che possiede sempre a Mede, da cui perviene uguale reddito, come risulta dalla misura e descrizione fatta da Giuseppe Crosio, pubblico misuratore, in data 10 settembre 1735. Il notaio Carlo Giuseppe Arrigo verserà subito 200 zecchini e i rimanenti entro 6

71 anni, mediante l'aimua corresponsione degli interessi del 3,50% per 3 anni e del 4% per gli altri 3. Sottoscrivono, in data 18 maggio 1756, Gianstefano Sangiuliani e Carlo Giuseppe Arrigo, notaio. Seguono altre scritture private con affittuari dei beni Sangiuliani. Unità documentaria, cc.61 Inv. Ame.: Ms. 1703, Mss. and copies. 3.22

" Il portico della Cà rousa . o palazzo ciistruuo;_i:a Castellino TiscoDti-Scaramuzza iu Zelata da! 1499 al 1510 (Monumento nazionale)

72 Titolo 6

"Famiglie Gìovanola e Peschiera Luaeri dal 1642 al 1650" 1642-1687

Il titolo è composto da 1 7 unità. La documentazione riguarda le famiglie Giovanola e Peschiera Luneri, i loro acquisti di parte del feudo e del dazio di Mede da altri conti, ancora la causa Zaccaria e l'acquisto da parte dei Sangiuliani della cascina Lambertenga, nel 1651, da Carlo Ambrosio Gattinara.

Segue la convenzione tra i conti di Mede e Ignazio Gorrani, feudatario di Mede e di Goido, che aveva acquistato dalla Reale Camera il dazio del pane, del mulino, del forno di Goido e lo unisce a quello di Mede.

Alla scheda 112 si chiarisce il motivo scatenante della causa contro gli Zaccaria, iniziata da un certo signor H, non meglio definito Costui da Pieve del Cairo si era trasferito a Mede, dove restaurò una casa da nobile, acquistò terre e nel 1650 cercò di fare amicizia con gli Zaccaria per avere il loro consenso per essere annoverato tra i conti di Mede. Ma non riuscì nel suo intento, 'tentò una strada indiscreta' e spinse Emanuele Morello a denunciare presso il Regio Fisco i conti di Mede che, secondo lui, non avevano più diritto ad essere definiti tali.

Lingua : italiano e latino.

73 106 "Luca Francesco Guizzardi ed altri Consorti vendono parte del feudo e del dazio a Carlo Angelo Giovannoli". Cav 47.23 1642 marzo 9, Mede, nella sala inferiore della casa Giovannoli.

Atto della vendita fatta dai conti di Mede Guizzardi, Drizzi, Luneri, Zaccaria, Isnardi della parte del dazio e feudo di Mede spettante e posseduta da Gian Bettino Biscossa e Bonifazio Enriotti, pure dei conti di Mede, per il prezzo di Lire 300, a Carlo Angelo Giovannoli. Notaio Giovanni Battista Coppa, fu Antonio, di Milano. Copia autentica redatta dallo stesso notaio in data 5 gennaio 1652 su richiesta dei conti Zaccaria. Unità documentaria, CC.9 Inv. Ame. : Ms. 1 704, copy. 3.23

107

"Giovanni Peschiera Luneri vende a Giacomo e Angelo Giovanolì parti 13 dell'estimo del dazio". Cav 47.24 1642 marzo 27, Mede, abitazione dei Giovannoli.

Atto della vendita, tra i suddetti conti di Mede, di parti 13 dell'estimo del dazio del pane, vino e carni di Mede, per Lire 560. Notaio Giovanni Matteo Cassolo di Pavia. Copia autentica redatta da Giovanni Battista Coppa, di Antonio, di Pavia, in data 23 aprile 1655. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame. : Ms. 1 705, copy. 3.24

108 "Ratifica della vendita fatta da Giovanni Peschiera e fratelli Luneri dei Conti di Mede ai Signori Filippo e Carlo Angelo Giovanoli pure dei Conti dì Mede". Cav 47.25 1650 gennaio 24, Mede.

Atto della ratifica della vendita di soldi 12,50 dell'estimo dei dazi di Mede per il prezzo di Lire 40 per ciascun soldo e successiva vendita di altri soldi 24 per il prezzo di Lire 1 200, con patto di grazia. Notaio Giovanni Battista Coppa, di Antonio, di Pavia.

74 Copia semplice. Unità documentaria, ce. 13 Inv. Ame. : Ms. J 706, copy. 3.25

109

"La città di Pavia cede a Carlo Ambrosio Gattinara i beni di Giacomo Beretta Lambertenghi". Cav 47.26 1645 maggio 4, Pavia, Palazzo Pretorio, parrocchia di San Pietro in Verzolo.

Atto di cessione che fa la città di Pavia al Conte Ambrosio Gattinara per la somma di Lire 4455.18.3, di tutti i beni situati nel territorio di Mede Lomeilina e posseduti da Giacomo Beretta Lambertenghi. Il conte Gattinara era creditore verso la città di Pavia di una certa somma di denaro in quanto aveva ospitato più volte alcune coorti di soldati; gli eredi di Giacomo Beretta invece erano debitori verso la città di Pavia per carichi civili non pagati dal 1635 al 1644 ed il debito ammontava a Lire 4455.18.3. Da qui l'atto di cessione. Notaio Augusto Como, di Giovanni Battista, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 13 Inv. Ame.: Ms. 1707, copy. 3.26

110

"Convenzione per liquidazione di crediti tra i Giovanoli e i Besozzi". Cav 47.27 1649 gennaio 2, Mede, nella sala dell'abitazione dei Giovanoli.

I fratelli Besozzi erano creditori nei confronti di Belisario Zaccaria per scudi 304 soldi 13 denari 6 di 'capitale censo', come da atto rogato il data 6 agosto 1610 dal notaio Antonio Lissona di Pavia. Bellisario vendette al fisico Marco Aurelio Giovanoli e a Giovanni Maria Luneri parte del dazio e del feudo, con relativi debiti e crediti, atto rogato da Giovanni Domenico Tabucchi, notaio di Pavia, in data 22 dicembre 1620. Giovanni Battista e Carolo Giacinto fratelli Besozzi, assegnarono e diedero a Laurenzo Panellerio, figlio del fisico Pietro, abitante nel Castello di Mede, come dote della sorella, scudi 152, chiedendo questa cift^a ai Giovanoli ed ai Luneri. Sottoscrive Nicola Villanova, notaio di Pavia, in data 26 gennaio 1654. Copia autentica, estratta dalle carte prodotte da Marco Aurelio Giovanoli contro Carlo Antonio Zaccaria, in data 5 giugno 1687 e sottoscritta in data 19 agosto 1687 da Carlo Trovato, notaio del tribunale ducale di Milano. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Ms. 1708, copia.

3.27

75 Ili "Carlo Zaccaria rettore di Castellaro de Giorgi protesta irrita e simoniaca l'alienazione paterna del feudo, dazio e patronato di Mede". Cav 47.28 1650 marzo 8, Pavia, cancelleria dell'Ospedale Maggiore di San Matteo, porta San Pietro al Muro.

Atto di protesta fatto dal Molto Reverendo Carlo Zaccaria dei Conti di Mede, rettore del luogo di Castellaro de' Giorgi in Lomellina, con cui dichiara nulla l'alienazione fatta dal padre Bellisario di parte del feudo e del dazio e del diritto di nominare e presentare il prevosto della chiesa parrocchiale di Mede, ritenendola 'irrita e simoniaca'; l'atto era stato rogato da Giovanni Tabucchi, notaio di Pavia, in data 22 dicembre 1620. Notaio Gerolamo Gallarati di Pavia. Copia semplice. Copia autentica redatta da Raimondo Gallarati, di Gerolamo, estratta dai protocolli del padre, in data 24 aprile 1664. Unità documentaria, ce. 9 Inv. A me.: Ms. 1709, ms. e copy. 3.28

112

"La Famiglia Zaccaria difende i propri diritti sul feudo dì Mede". Cav 47.29 1650 - 1652 dicembre 18

'Informazioni dei giusti sentimenti dei fratelli Zaccaria dei conti di Mede nel difendere le ragioni ed i privilegi del loro feudo di Mede' contro gli altri Conti Consorti e contro il Fisco Reale che vogliono alienare la loro parte di feudo. Gli Zaccaria chiedono pertanto il rimborso delle spese, la reintegrazione nella loro parte di feudo e di dazio e che le scritture inerenti alla causa siano loro restituite. 'Il signor H.' desiderava essere annoverato tra i conti di Mede, quindi da Pieve del Cairo, sua residenza, venne a Mede, dove restaurò una casa da nobile per abitarvi, fece acquisti di terre e nel 1650 tentò di aprirsi la strada, cercando di far amicizia con la famiglia Zaccaria e chiedere loro il consenso di essere annoverato fra i conti di Mede, per poter così maggiormente contribuire a migliorare e a difendere la terra.

Ma, secondo il compromesso del 1504 intercorso tra i conti di Mede, ciò non era possibile; il Signor H. tentò allora una strada indiscreta, spingendo Emanuele Morello a denunciare presso il Regio Fisco i conti di Mede che secondo lui non avevano più diritto ad essere definiti tali. 1 conti di Mede persero molto denaro in questa causa; alcuni cedettero e diedero il consenso al Signor H. e gli affidarono anche le carte relative alla famiglia Zaccaria che invece non aveva ceduto al ricatto.

76 Gli Zaccaria ricorsero al Senato di Milano, iniziando una causa molto dispendiosa, che fu portata anche davanti alla Sacra Rota. Ritenevano che avendo Raffaele, il

capostipite della famiglia, avuto cinque figli, 'mancando una linea, succede l'altra'. Unità documentaria, ce. 14 Inv.Ame.:Ms. 1710 3.29

113

"Carlo Ambrosio Gattinara e il figlio Giovanni Battista vendono la possessione di Giacomo Beretta Lambertengo a Giuseppe Sangiuliani". Cav 47.30 1651 gennaio 14, Milano.

Atto di cessione a Giuseppe Sangiuliani per Lire 4455 18.3 della possessione in

Mede di Giacomo Beretta, che era debitore verso i Gattinara. Notaio Hippolito Sorgerò, di Paolo, di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 50 num. parz.orig. Inv. Ame.: Ms. 171 1 3.30

114 "Giovanni Peschiera Luneri dei conti di Mede vende a Francesco Gerolamo Zaccaria parti 7 dell'estimo del feudo e dei dazii". Cav 47.31 1651 febbraio 3, Abhiategra.sso, studio del notaio Ptonni.

Atto della vendita tra i suddetti conti di Mede di parti 7 dell'estimo del feudo e altre

7 parti dell'estimo dei dazi del pane, del vino, della carne, del forno ed altre regalie, per il prezzo di Lire 1200. Notaio Alloisio Pionni, di Ambrogio, di Abbiategrasso. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 num. parz. orig. Inv. Ame.: Ms. 1712, copy. 3.31

115 "Giovanni Marco Brizzi dei Conti di Mede vende a Carlo e Antonio Buccino Zaccaria dei Conti di Mede parti 8 dell'estimo del feudo e dei dazii". Cav 47.32 1651 marzo 24, Pieve del Cairo, casa della prepositura.

77 Atto della vendita fatta da Giovanni Marco Brizzi, figlio del capitano Federico, al rev. Carlo, rettore di Castellaro de' Giorgi ed al capitano Antonio Buccino, fratelli Zaccaria, di parti 8 dell'estimo del feudo di Mede e di altre 8 parti dell'estimo del dazio per Lire 1000 imperiali, prezzo di mercato. Notaio Albino Cergnacchi, di Augusto, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, cc.6 num. parz. orig.

Inv. Ame. : Ms. 1 713 3.32

116 "Petizione per provare che la famiglia Luneri era incapace di partecipare al feudo e alle regalie di Mede, che spettavano ai Zaccaria". Cav 4733 1652

' Pro dd. Fratribus Zachariis ex Comit. Medae' : dichiarazione che la famiglia Luneri non aveva diritto a fregiarsi del titolo di Conti di Mede, come da sentenza del 20 luglio 1652 del Magistrato; pertanto i Luneri, secondo alcuni conti di Mede, dovrebbero cedere le porzioni di feudo e le regalie che ricevettero come dote di Arcangela Zaccaria in occasione del suo matrimonio con Giovanni Maria Luneri. Unità documentaria, ce. 4, a stampa Inv. Ame.: Printed. 3.33

117 "I conti di Mede Guizzardi, Luneri, Brizzi, Zaccaria e Isnardi vendono a Cario Angelo e Marco Aurelio Giovanoli il diritto di esigere l'imbottato e porzione dei dazi e del feudo". Cav 47J4

1652 marzo 9, Mede, sala inferiore della casa di Carlo Angelo Giovanoli.

Atto della vendita tra i suddetti Conti di Mede di soldi 3 dell'estimo daziario, parte una volta dei Signori Enriotti, per lire 1 50, di soldi 2 dell'estimo feudale, una volta del Signor Bettino Biscossa, per Lire 50, infine del diritto di esigere l'imbottato per lire 100, 'che in tutto fanno Lire 300'. Notaio Giovanni Battista Coppa di Pavia. Copia autentica redatta da Agostino Sesti, notaio, abitante a Mede. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 12 Inv. Ame.: Ms. 1714, Ms. and copy. 3.34

78 118

"Fidecom messo tra i Conti di Mede". Cav 47.35 1652 luglio 9, Mede, sala dell'abitazione dei Giovanoli.

i Convenzione fra Conti di Mede : Giovanoli, Guizzardi, Brizzi, Isnardi, Gorrani, feudatario di Goido, di non cedere o alienare, se non tra di loro e solo per linea maschile, gli estimi e i dazi del feudo di Mede. Notaio Giovanni Pietro Sesti di Pavia.

Copia autentica redatta da Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, notaio di Pavia, in data 16 agosto 1686. Copia autentica redatta da Prospero Besozzi, di Angelo Antonio, di Mede, regio notaio. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1715, Ms. and copy. 3.35

119

"Convenzione fra i Conti di Mede e ii Signor segretario Ignazio Corani". Cav 47.36

1652 luglio 9, Mede, sala dell'abitazione dei Giovanoli.

Il Corani, feudatario di Mede e di Goido, aveva acquistato dalla Reale Camera il dazio del pane venale, del "bolino', del vino di Goido e dai Giovanoli soldi 4 del feudo di Mede, di quella parte che i Giovanoli avevano in comime con gli altri conti e la cui vendita fu approvata. 1 Conti di Mede ritengono opportuno sottoscrivere una convenzione per cui il Corani unisce il dazio di Goido con quello del pane, del vino, della carne e del forno di nelli affitti si Mede, in modo che 'sij tutto un dazio e che affittino comunemente', per il corrispettivo di lire 19 e soldi 12 sugli emolumenti dei dazi e di soldi 16 su quelli del feudo, 'convenendo che il feudo sia di Lire 33'. Notaio Giovanni Pietro Sesti, notaio di Pavia. Copia autentica redatta da Prospero Besozzi, fu Angelo Antonio, notaio di Milano Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1716, copia. 3.36

120

"Sentenza in favore dei Zaccaria contro gli altri consorti". Cav 47.37 1652 dicembre 8 - 1676febbraio 1

Sono elencate le sentenze favorevoli agli Zaccaria e gli atti che garantiscono la legittimità della loro discendenza; viene ricordata in modo particolare la sentenza del

79 Senato in data 8 dicembre 1652. Nonostante questa fosse favorevole agli Zaccaria e contraria agli altri conti di Mede, questi continuano a possedere beni e privilegi a pregiudizio degli Zaccaria. Comprende inoltre genealogie di alcune famiglie dei conti di Mede. Unità documentaria, ce. 18

Inv. Ante. : Ms. 1717 3.37

121 "Mede - Feudo - Sentenza del Magistrato ducale". Cav 47.38 1652 dicembre 8, Milano.

Testo della sentenza del Magistrato di Milano che riconosce gli Zaccaria legittimi conti di Mede. Sottoscrive Carlo Montanari, notaio camerale. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 2 Inv. Ame.: Ms. 1718, orig? 3.38

122

"Concordat della sentenza seguita dai Magistrato con il voto del Signor Fiscale Ramos a favore dei Fratelli Zaccaria dei Conti di Mede Lumellina". Cav 47.39

1652 dicembre 8, Milano.

Copia della sentenza del Magistrato richiesta dalla famiglia Zaccaria. Concorda con l'originale esistente nell'archivio del Magistrato, estratto dal notaio camerale Carlo Montanari. Sottoscrivono Francesco Benalia, Giovanni Granello, in data 16 gennaio 1711. Unità documentaria, ce. 43 num. parz. orig. Inv. Ame.: Ms. 1719, copy with seal attached. 3.39

80 Titolo 7

"Mede, feudo e regalie dal 1654 al 1685" 1585- 1740

Il titolo composto da 18 unità, comprende materiale documentario relativo alle liti sorte tra i conti confeudatari di Mede, sia per questioni di dazio, di regalie e giurisdizioni sulle terre, che per il diritto di eleggere il parroco. Nel 1588 tra i due pretendenti a ricoprire il ruolo di parroco. Bucino Zaccaria e

Andrea Bottigella, viene nominato quest'ultimo. Nel 1610 gli successe il rev. Francesco Brizio; alla sua morte, avvenuta il 10 novembre 1655, alcuni conti presentano Francesco Geronimo Enriotto, altri don Cario Zaccaria, rettore di Castellaro de' Giorgi. Alla fine si arriva ad un 'componimento in via amichevole' e viene nominato il reverendo Gerolamo Brizio.

Si tratta nuovamente della causa Zaccaria, ricordando gli antichi privilegi, il compromesso sottoscritto dai conti nel 1 504, secondo il quale le terre concesse non potevano essere né vendute, né alienate se non tra i conti confeudatari o per discendenza legittima in linea maschile, in mancanza di ciò dovevano essere suddivise tra i conti legittimi e le loro famiglie. La causa Zaccaria si protrae per lunghi anni e Francesco Gerolamo Zaccaria, che si ritrova a carico una numerosa famiglia, avendo '4 figlie da marito', chiede che possa chiudersi velocemente, essendo 'in stato di grandissima urgenza' e supplica di riavere quella parte di feudo e di dazi detenuti illegittimamente dai Gorrani, dai Guizzardi e da altri conti consorti. Viene messa in discussione ancora la dote di Arcangela Zaccaria, andata in sposa nel 1502 al capitano Giovanni Maria Luneri, p)ortando in dono la quinta parte del feudo e dei dazi di Mede. La dote dapprima fu approvata dal duca di Milano e dai conti di Mede anche con la possibilità di estenderla agli eredi legittimi. Quando il ducato di Milano passò a Carlo V, il figlio di Giovanni Maria Luneri, Pietro Francesco, prestò giuramento di fedeltà come gli altri conti, giuramento ratificato dal notaio Bartolomeo Bono, in data 7 ottobre 1541. Ma nel 1652 fu rimessa in causa la legittimità della discendenza in linea femminile dei Luneri dagli Zaccaria e Giovanni Pasquerio Luneri, possessore della porzione di feudo portata in dote da Arcangela, fu spogliato dei beni. Ora il figlio di questi, Fabio, in data 26 marzo 1678, chiede, mediante una supplica al Senato, di essere integrato nelle legittime proprietà e di essere risarcito.

Sono comprese alcune carte riguardanti i conti Sangiuliani, tra cui una lettera del conte Giovanni Battista Guizzardi in risposta al notaio Pompeo Sesti di Mede che gli chiedeva un parere favorevole affinchè la casa Sangiuliani entrasse 'nelle ragioni del feudo di Mede', come erede di Cario Zaccaria. Il Guizzardi si dichiara favorevole, ma rimette la questione al conte Gorrani, in quanto detiene la maggior parte dell'estimo feudale. Seguono atti di vendita di terre e di dazi approvati dal duca di Milano.

Lingua : italiano e latino.

81 123 "Incartamento della causa fratelli Zaccaria contro Guizzardi, Giovannoli,

Isnardi, Brizzi ed altri per i dazi del feudo con altre memorie toccanti la suddetta causa". Cav 48.1 - 1654 dicembre 17 1740 aprile 30, Milano, Pavia, Mede.

Sono riportati gli atti presentati al Senato inerenti alla causa promossa dai fratelli Zaccaria dei conti di Mede nella Lomellina, Principato di Pavia, contro altri conti di Mede su alcune porzioni del feudo e dei dazi, pretese da questi come di loro pertinenza.

Si ricordano i privilegi ducali, il compromesso sottoscritto fta i conti di non vendere né alienare porzioni di feudo e di dazio se non fra di loro, il matrimonio di Arcangela e tutti i problemi che la sua dote comportò.

Comprende inoltre alcune carte riguardanti i conti Sangiuliani : una lettera del conte Giovanni Battista Guizzardi di risposta al notaio Pompeo Sesti di Mede, che gli aveva chiesto di dare parere favorevole affinché la casa Sangiuliani entrasse 'nelle ragioni del feudo di Mede', come erede del fu Zaccaria. Il Guizzardi si dichiara favorevole, ma rimette la faccenda al conte Gorrani, in quanto detiene la maggior quantità dell'estimo feudale. Unità documentaria, ce. 396 num. parz. orig. Inv. A me. : Ms. 1720, ms copies and prmted. 4.1

124 "Transazione della lite suddetta". Cav 48.2 1685 gennaio 21 - 1685 marzo 16, Pavia, Mede.

Patti e convenzioni stipulati tra il Reverendo Carlo, prevosto di San Zeno in Pavia, Carlo Antonio, zio e nipote Zaccaria ed alcuni Conti Consorti di Mede. Gli Zaccaria possono rientrare in possesso delle loro terre ed essere integrati nei loro diritti. Notaio Giovanni Battista Dondei di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 57 Inv. Ame.: Ms. 1721, copy. 4.2

125 "Alcuni patroni nominano prevosto Don Carlo Zaccaria altri Don Francesco Gerolamo Enriotto. Da qui infinite liti". Cav 48.3 1655 novembre 11- 1662. Pavia, Mede.

82 Alla morte del Molto Reverendo Francesco Brizio, prevosto di Mede per 42 anni, rendendosi vacante la prepositura di Mede, juspatronato dei conti, alcuni di essi nominano il Reverendo Carlo Zaccaria, rettore di Castellaro de' Giorgi, altri, ossia Luca Francesco Guizzardi, Carlo Angelo Giovannoli, Gaspare e Alessandro Isnardi, nominano Don Francesco Gerolamo Enriotto. Dopo tre anni di liti, con ingenti spese da ogni parte, il patrocinio della causa passò alla Curia Vescovile e nel 1662 alla Sacra Rota Romana.

Una lettera, non firmata, indirizzata ai signori feudatari e conti di Mede, è a favore di Don Carlo Zaccaria. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1722 4.3

126 "luspatronato della parrocchia. Memoria io favore di Francesco Gerolamo Enriotto contro Carlo Zaccaria". Cav 48.4 1655 novembre 10

Il documento è redatto da Paulus Lilius I.C. che ricorda come i dissensi sulla nomina del prevosto di Mede siano spesso avvenuti, elenca coloro che hanno il diritto di procedere a questa elezione e si schiera a favore del reverendo Francesco Gerolamo Enriotto contro Don Carlo Zaccaria. Unità documentaria, ce. 15, di cui 12 a stampa. Inv. Ame. : printed. 4.4

127

"Atti di causa pel feudo". Cav 48.5 1655 dicembre 2 - 1657 dicembre 19, Pavia.

' Atti diversi avanti la Curia Vescovile di Pavia per differenze insorte tra li Conti di Mede circa lo juspatronato della prevostura di Mede con sentenza del Procuratore Generale della detta Curia'. La sentenza è favorevole a Don Carlo Zaccaria.

[Inità documentaria, ce. 4()H num. parz. orig. Inv. Ame.: Ms. 1723, Mss. and copies. 4.5

83 128 "Atti nella causa pel jmpatronato parrocchiale". Cav 48.6 1655 novembre 11- 1663

Causa sulla validità delle nomine 'agitata' prima davanti al Vicario Generale della Curia Vescovile di Pavia tra quei conti di Mede che avevano nominato prevosto della chiesa parrocchiale il Reverendo Francesco Gerolamo Enriotto e quei conti che avevano nominato il Reverendo Carlo Zaccaria. La causa ebbe sentenza a favore di quest'ultimo. Proseguita poi nel 1658, in grado di appello, davanti alla Sacra Rota, questa emanò una sentenza che annullava la decisione precedente, approvando e confermando la nomina del Reverendo Enriotto come prevosto di Mede. Dopo altri atti si arrivò ad un 'componimento in via amichevole', in cui i due nominati si ritirarono, rinunziando 'ad ogni loro ragione', a favore del reverendo Gerolamo Brizio dei conti di Mede. Unità documentaria, ce. 114 Inv. Ame. : Ms. 1 724, Mss. and copies. 4.6

129 "Elezione fatta dal signor Francesco Gerolamo Zaccaria anche come procuratore di altri Consorti Conti di Mede, nel molto Reverendo Carlo Zaccaria per prevosto del detto Luogo". Cav 48.7

1655 novembre 17- 1655 dicembre I, Pavia.

Atto di elezione, in data 17 novembre 1655, nel palazzo vescovile di Pavia, di Carlo Zaccaria a prevosto della Chiesa di San Marziano e di San Martino di Mede. Notaio Giovanni Battista Coppa di Pavia. Segue l'atto di presentazione, in data 1 dicembre 1655, sempre a Pavia, di Carlo Zaccaria a prevosto di Mede. Notai Antonio de Ho, di Francesco, e Carlo Bernardo Trovati, di Pietro, di Pavia. Copia semplice su richiesta degli Zaccaria. Copia semplice su richiesta dei Brizzi. Unità documentaria, ce. 14 Inv. Ame. : Ms. 1725, 2 copies. 4.7

130 "Procura fatta dai fratelli Zaccaria nel Signor Giacinto Ferrari di Pavia. Abbozzo di scrittura di transazione fra alcuni dei Conti di Mede ed il Molto Reverendo Gerolamo Brizzi". Cav 48.8 - 9

1663 settembre 9, Pavia.

84 Atto di procura fatta dai fratelli Zaccana in Giacinto Ferrari di Pavia, per presentare davanti la Curia Vescovile il loro consenso alla elezione a prevosto di Mede del

fratello. Reverendo Carlo, affinché il medesimo possa rinunciarvi e transigere i suoi diritti al Reverendo Gerolamo Brizzi.

Notaio Simone Monti, di Giovanni Battista, di Pavia. Copia semplice.

Segue ; 'Abbozzo' di scrittura di transazione fra alcuni Conti di Mede ed il Reverendo Gerolamo Brizzi, mediante la quale il Reverendo Francesco Enriotti, già da loro eletto Prevosto di Mede, rinunzia ai suoi diritti in favore del BrÌ2:zi, promettendo questi di pagargli una pensione di scudi 100. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame. : Ms. 1726, copy. 4.8

131 "Nomina dì Francesco Gerolamo Enriotti a prevosto di Mede, fatta dai nobili Guicciardi, Giovanoli e Lunerì". Cav 48.10 Ì656 gennaio 15, Mede, abitazione dei dovanoli, vicino alla Chiesa Maggiore.

Atto di elezione e di presentazione del reverendo Enriotti a prevosto di Mede. Notaio Pietro Sesti, di Pavia. Copia autentica redatta da Antonio Francesco Sesti, di Pietro, in data 26 gennaio 1664. Unità documentaria, ce. H

Inv. Ame. : Ms. 1727, copy. 4.9

132 "Il re dì Spagna, duca dì Milano approva la vendita dì beni nel territorio di Mede, sotto il vìncolo feudale, da Carlo Angelo Giovanoli al Segretario Gorani". Cav 48.11 l657agosto 3 - 1659 giugno 17, Milano.

Il re di Spagna approva e conferma l'atto di vendita fatta da Carlo Angelo Giovanoli, dei conti di Mede Lomellina, Principato di Pavia, a Francesco Ignazio Gorrani, feudatario di Goido, segretario della Cancelleria dello Stato di Milano, di 4 parti dell'estimo feudale, per lire 600 impenali. Segue l'atto di consenso dei conti consorti di Mede alla vendita. Unità documentaria, ce. 49 num. parz. orig. Inv. Ame.: Ms. I72H, copy. 4.10

85 133 "Procura dì Gerolamo e Carlo Brizzi, Paolo de Riscossa e Buccino Zaccaria in favore di Gerolamo Peregrino della Curia Romana". Cav 48.12 1657 dicembre 29, Mede, nella abitazione dei Brizzi.

Atto di procura speciale alle liti fatta dai Reverendi Brizzi, Biscosssi, Zaccaria nel Signor Gerolamo Peregrino. Notaio Giovanni Battista Coppa, di Antonio, di Pavia. Copia autentica redatta da Benedetto Madius, notaio, rettore della Parrocchia di San Bortolomeo di Pavia e professore di filosofia nell'Almo Ticinense Ginnasio, in data 5 gennaio 1658. Sottoscrive Giuliano Gamia, notaio e cancelliere di Pavia. Unità documentaria, ce. 5

Jnv. Ame. : Ms. 1 729, Ms. wilh seal attached. 4.11

134 "I Compatroni Gerolamo e Carlo Annibale de Britiis, il capitano Antonio Buccino Zaccaria, anche a nome di Francesco Gerolamo Zaccaria, di lui fratello, eleggono in prevosto di Mede Don Carlo Zaccaria, rettore di Castellaro de Giorgi". Cav 48.13 1658 aprile 20, Mede, nella sala inferiore della casa di Giuseppe Martino Coppa.

Notaio Giovanni Battista Coppa, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5

Inv.Ame. : Ms. 1730 4.12

135 "Memorie relative al juspatronato della Parrocchia. Notizie storiche sul feudo". Cav 48.14 1659 dicembre 14, Pavia.

Memorie sulla lunga causa originata dal diritto dei conti di Mede di eleggere il parroco di San Marziano e San Martino, legata alla contesa sulla ereditarietà dei privilegi ducali sul feudo di Mede.

Le memorie sono state trovate tra gli scritti di Giuliano Gamia, notaio e cancelliere di Pavia, sottoscritte, in data 14 dicembre 1659, da Antonio de Ho, notaio e cancelliere di Pavia.

Unità documentaria, ce. 113 num. parz. orig. Inv. Ame. : Ms. 1731, ms and copy. 4.13

86 136 "Atti da presentarsi alla Sacra Rota di Roma dai Zaccaria per patronato della Parrocchia". Cav 48.15 1659 giurino 23, Pavia.

Atti presentati dalla famiglia Zaccaria a difesa del loro diritto di coeleggere il parroco di Mede e relativi alla nomina di don Carlo Zaccaria. Unità documentaria, ce. 27

Inv. Ame. : M.s. 1732 4.14

137 "Vendita fatta da Giovanni Giacomo Porcherie al Molto Reverendo Giacomo Beretta Lambertenghi di un pezzo di terra sita nel territorio di Mede". Cav 48.16

1659 dicembre 11, Mede, nella casa di Giacomo Beretta.

Atto della vendita di un pezzo di terra 'zerbida' di circa 5 pertiche per il prezzo di Lire 25. Notaio Giovanni Battista Coppa, di Antonio, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. H Inv. Ame.: Ms. 1733 4.15

138 "I fratelli Zaccaria adicono all'eredità del loro avo paterno Emanuele". Cav 48.17 1659 dicembre 20, Milano, nello .studio del notaio Morandi.

Atto di accettazione fatta da Francesco Gerolamo Zaccaria, dei conti di Mede, figlio di Belisario, abitante in Pavia, a nome anche di Carlo Raffaele e Antonio Bucino, suoi fratelli, dell'eredità lasciata dal fu Emanuele, loro avo paterno. Notaio Agostino Morandi di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 7 Inv. Ame.: M.s. 1734, copy. 4.16

87 139

"Processo davanti il tribunale della Curia Vescovile di Pavia nella causa del patronato della Chiesa Parrocchiale di Mede". Cav 48.18 1659 ottobre 14 - 1660 ottobre 13, Pavia.

Documentazione riguardante il processo per la causa del patronato della prepositura di Mede, che, non essendo stato risolto dalla Cancelleria Episcopale di Pavia, viene trasmesso a Roma, alla Sacra Rota.

Unità documentaria, cc.91, num. parz. orig. Inv. Ante.: Ms. 3588, additions 4.17

140

"Causa Zaccaria pel patronato della Parrocchia". Cav 48.19 1659 giugno 23 - 1662 agosto 5

Sommario della causa e decreto della Sacra Rota. Unità documentaria, ce. 29 Inv. Ame.: Ms. 3589, additions. 4.18

88 Titolo 8

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1660 al 1675" 1589- 1693

Il titolo, composto da 13 unità, copre un arco cronologico di tempo che va dal 1589 al 1693, comprende documentazione relativa ai possessi dei Sangiuliani ed un atto di compromesso tra i confeudatari di Mede inerente i loro diritti feudali. E' riportato l'elenco delle proprietà che i Sangiuliani avevano a Mede e a Frascarolo, i nomi dei livellari, i patti intercorsi, i 'carichi', sia civili che rurali, le 'cavate'. Alla scheda 150 è descritta la causa che Francesco Lambertenghi intenta ai Sangiuliani a seguito dell'acquisto della cascina Lambertenga. La cascina era stata messa all'asta dalla città di Pavia che l'aveva incamerata per tasse non pagate dal reverendo Giacomo Lambertenghi. Secondo il testamento del reverendo Giò Giacomo Beretta, in data 4 settembre 1575, la cascina doveva essere lasciata a Francesco Lambertenghi. Giacomo Beretta possedeva molte terre in Lomellina, aveva nominato suo erede universale Giovanni Giacomo Lambertenghi ed aveva posto alcune condizioni nel suo testamento : l'eredità doveva passare al primogenito, l'erede doveva aggiungere al suo nome quello di Giacomo Beretta, doveva risiedere a Pavia o nel suo principato, doveva sposarsi con una nobile di Pavia, doveva dedicarsi agli studi di Legge. La causa termina con la rinuncia da parte del Lambertenghi. Il compromesso tra i confeudatari sottoscritto nel 1660 ribadisce quanto già stipulato in quello del 1504; i conti di Mede all'unanimità ribadiscono che i loro diritti feudali sull'estimo e sul dazio di Mede non devono essere ceduti ad estranei ed in caso di necessità di vendita di terre, queste devono essere vendute all'interno delle famiglie confeudatarie.

Lingua : ilaliana e latino.

89 141 "Procura fatta da diversi livellari di Giovanni StefTano Sangiuliani in Carlo Crosio". Cav49.1 Ì660 marzo 22, Mede, nella sala della casa del notaio Alemanni.

Atto di procura fatto da Giovanni Battista Brochettino, Giulio Cesare e Fabrizio Masinari, Franco Crosio, Giuseppe Vercesi, Giovanni Marco Vaccaroni, Giulio Marziani, Benedetto Valmacchini, Bernardino Sisti, Carlo Marziani, tutti abitanti in

Mede Lomellina, in Carlo Crosio, nominandolo loro agente pier i conti da regolarsi con Giovanni Stefano Sangiuliani, del quale tutti sono livellari. Notaio Alessandro Alemanni, di Giuseppe, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 7

Inv. Ame. : Ms. 1 735, orig'^ 5.1

142 "Giovanni StefTano Sangiuliani investe di una vigna Giuseppe Vercesi e Carlo Crosio e di una casa Giulio Cesare Masinari". Cav 49.2

1660 settembre 4, Mede, nella sala dell'abitazione di Giacomo iMmbertenghi.

"Istrumento di ricognizione di dominio" ossia di rinnovo di investitura di livello perpetuo fatta da Giovanni Stefano Sangiuliani in Giuseppe Vercesi e Carlo Crosio, di un pezzo di vigna, in Mede 'ove si dice alla Rolina', per l'annuo canone di Lire 13 cadauno e in Giulio Cesare Masinari di una casa e vignolo in Mede, 'ove si dice alli Buschi', per l'annuo canone di quarti 10 di frumento ed un paio di capponi. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1736 5.2

143 "Istromento di ricognizione ossia di rinnovo di investitura di livello perpetuo fatta da Don Giovanni StefTano Sangiuliani in Bernardino Sisto di una casetta e in Francesco Crosio di una casetta e vignolo". Cav 493 1660 settembre 4, Mede, nella sala inferiore della casa del reverendo Giacomo iMmbertenghi.

90 Atto di rinnovo di investitura in Bernardino Sisto di una casetta con annesso giardino e sue ragioni d'acqua, in Mede Lomellina, per l'annuo canone di Lire 60 e un paio di capponi e in Francesco Crosio di una casetta e vignolo, nella zona detta 'Peceto', per l'annuo canone di Lire 13 per il vignolo e sette quarti di frumento e un cappone e mezzo per la casetta. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1737,orig?

5.3

144 "Istromento di ricognizione di dominio fatto da Don Giovanni Steffano Sangiuliani in Giuseppe e Maddalena Proti, fìglio e Madre, di una casa e vignolo in Mede". Cav 49.4

1660 settembre 6, Mede, nella sala inferiore della casa del reverendo (ìiacomo Lamhertenghi.

Atto di rinnovo di investitura fatto da Giovanni Stefano Sangiuliani, abitante in Milano, nella Parrocchia di San Protasio, di una casa e vignolo, 'alli Buschi', per l'annuo canone di Lire 13 e un paio di capponi. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. La seconda copia non riporta la firma del notaio. Unità documentaria, ce. 13 Inv. Ame. : Ms. 1 738, Ms. and copy. 5.4

145 "Istromento di ricognizione di livello fatto da Giovanni Steffano Sangiuliani in Giovanni Battista Brochettino di una casa con vigna ed orto e in Margarita Valmacchina di due casette con vignolo". Cav 49.5 1660 settembre 6, Mede, nella sala inferiore della casa del reverendo Giacomo iMmhertenghi.

La casa con vigna ed orto in Mede, 'ove si dice alle Gabbe', è data in uso a Giovanni Battista Brochettino per l'annuo canone di un sacco di frumento e tre capponi; le due casette con vignolo 'alle Gabbe', sono date a Margarita Valmachina in cambio di un sacco di frumento e tre capponi all'anno. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1739, ong? 5.5

91 146 "Istromento di riscognizione di dominio ossia di rinnovazione di investitura di livello perpetuo fatta da Giovanni Steffano Sangiuliani in Giovanni Battista Brioschi di una casa con vignolo ed orto annessi". Cav 49.6 1660 settembre 6, Mede, nella sala inferiore dell'abitazione del reverendo Giacomo Lamherlenghi.

La casa con vignolo ed orto si trova 'ove si dice alli Buschi' e viene concessa in cambio di un canone annuo di Lire 1 5 e un paio di capponi Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame. : Ms. 1 740, orig? 5.6

147 "Istromento di ricognizione di domino fatta da Don Giovanni Steffano Sangiuliani in Giuseppe Bottigella di una vigna e in Carlo Marciano di altra vigna". Cav 49.7 1660 settembre 6, Mede, nella sala inferiore dell'abitazione del reverendo Giacomo Iximbertenghi.

La vigna concessa a Giuseppe Bottigella è di circa 4 pertiche e viene data in cambio dell'annuo canone di Lire 16 e un paio di capponi; quella concessa a Carlo Marciano è di circa 7 pertiche e viene affittata a Lire 24 all'anno. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. Il Inv. Ame.: Ms. 1741, orig? 5.7

148

"Atto relativo al fidecommesso tra i Conti e feudatari di Mede". Cav 49.8 1660 settembre 24, Mede, camera superiore della casa di Francesco Ignazio Gorrano.

La riunione si svolge presso l'abitazione di Francesco Ignazio Gorrano, segretario della Cancelleria ducale, feudatario di Goido e di Mede, alla presenza dei Conti di

Mede, che all'unanimità ribadiscono che i loro diritti feudali sull'estimo e sul dazio non devono essere ceduti ad estranei ed in caso di necessità di vendita di terre, queste devono essere acquistate all'interno delle famiglie confeudatarie.

92 L'atto è stato trovato tra le carte del fu notaio collegiato di Pavia Antonio Francesco Sesti, 'estratto di parola in parola' e confermato da Prospero Besozzi, del fu Angelo di Mede, notaio regio. Il documento è in duplice copia, la prima è una semplice trascrizione dell'atto, la seconda è copia autentica redatta dal notaio Prospero Besozzi. Unità documentaria, ce. 17 Inv. Ame.: Ms. 1742, ms. and copy. 5.8

149 "Agnesina Scutta vende a Giovanni Stefano Sangiuliani un prato e una vigna". Cav 49.9 1665 aprile 2H-I666 maggio 2H, Mede, nella casa di Giacomo Beretta Lamhertenghi.

Atto di pagamento della vendita fatta da Agnesina Scutta di Mede al Sangiuliani di due pezzi di terra, un prato detto la Chiappa del Rivazza, di pertiche 9 e una vigna detta la Battaglia, di pertiche 44, situati nel territorio di Mede, per il prezzo di Lire 696.14.6. Tale somma rappresenta un debito che la Scutta aveva nei confronti dei Sangiuliani, come risulta da 'obbligo' del 28 agosto 1665, unito all'atto, per affitti non pagati dal 25 aprile 1648 al 28 maggio 1666. Notaio Alessandro Alemanni di Pavia. Copia autentica redatta dal notaio Antonio Prina di Pavia. Unità documentaria, ce. 25

Inv. Ame.: Ms. 1743, Ms.s., one with seal attached. 5.9

150 - "1666 1668 Causa promossa da Francesco Lambertenghi contro i Sangiuliani per i beni da essi acquistati nel 1651, 14 gennaio, da Carlo Ambrosio Gattinara, il quale a sua volta li aveva acquistati dal Comune di Pavia il 1645, 6 maggio". Cav 49.10 - 1589 dicembre 4 1693 giugno l, Milano.

La causa è stata promossa davanti al Senato di Milano dal Lambertenghi contro Giovanni Stefano e Francesco Sangiuliani, che avevano acquistato p)er Lire 4455.18.3 alcuni beni in Mede Lomellina, successi alla città di Pavia, creditrice, per 'carichi ed incombenti' non pagati, del reverendo Giacomo Lambertenghi. 'Detti beni' furono 'appresi e subastati', mentre secondo il testamento di Giò Giacomo Beretta, in data 4 settembre 1575, notaio Andrea Boldoni di Pavia, dovevano essere devoluti al Francesco Lambertenghi.

93 Comprende inoltre l'elenco dei possessi dei Sangiuliani in Mede, in Frascarolo, con

le relative 'cavate' e 'carichi' sia civili che rurali pagati dal 1 670, i documenti relativi ai beni in causa, la loro provenienza, la nota delle spese sostenute per la lite. Unità documentaria, ce. 233, le ce. 5-10, 62, 124 sono a stampa Inv. Ame.: Ms. 1744, Mss., copies andprinted. 5.10

151 "Francesco Enriotti, procuratore di Giuseppe Sangiuliani, investe di un orto Giovanni Battista Fiotto". Cav 49.11

1666 settembre 13, Mede, abitazione del notaio Sesti.

Atto di investitura di livello perpetuo fatta dal Reverendo Francesco Enriotti dei conti di Mede in Giovanni Battista Fiotto, di un orto di circa 12 pertiche in Mede 'ove si dice a Pecetto', per l'annuo canone di Lire 60 e un paio di capponi. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, cc.8 < Inv. Ame.: Ms. 1745, copy. ' 5.11

152 "Investitura di Francesco Enriotti, procuratore dei Sangiuliani, in favore di Carlo Scarioni". Cav 49.12 1670 novembre 26, Mede, abitazione del notaio Alemanni.

L'investitura di livello perpetuo a favore di Carlo Scarioni consiste nella concessione di un pezzo di vigna di circa 3 pertiche, in Mede, 'ove si dice alle Gabbe', per l'annuo canone di Lire 10 e un paio di pollastri. Notaio Alessandro Alemanni, di Giuseppe, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 8 Inv. Ame. : Ms. 1 746, copy? 5.12

153

"Diversi atti davanti i consuli di giustizia di Milano ad istanza dei fratelli Sangiuliani contro i fratelli Canarisi relativamente a carichi pagati dal conte Gattinara alla città di Pavia". Cav 49.13 1670 settembre 20- 1673 giugno 22, Milano.

94 La causa è stata promossa da Giovanni Steffano e Francesco Sangiuliani, come cessionari del conte Carlo Ambrogio Gattinara contro Antonio e Francesco Canarisi, possessori di beni situati nel territorio di Mede, gravati di carichi pagati dal Gattinara alla città di Pavia, per cui ora i Canarisi con scrittura privata si obbligano a pagare detti carichi ai Sangiuliani con gli interessi. Unità documentaria, ce. 16, lece. 6,8,10 sono a stampa ìnv. Ame.: Ms. 1747, Mss. andprinted. 5.13

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95 Titolo 9

"Atti relativi ai possessi dei Conti Sangiuliani in Mede dal 1670 al 1695" 1651- 1695

Il titolo è composto da 15 unità archivistiche e comprende materiale documentario relativo ai possedimenti che i Sangiuliani avevano in Mede, alla loro locazione attraverso atti di investitura, con i relativi patti. Gli affitti venivano pagati in parte in denaro ed in parte in natura, alle scadenze canoniche di San Martino e di Pasqua. I Sangiuliani arrivano a Mede nel 1639 con l'acquisto di case e di terre e vi rimarranno sino al 1756, quando il conte Giuseppe Stefano Sangiuliani venderà tutti i suoi beni in Mede.

I possedimenti si trovavano in località che ancora oggi conservano tale denominazione : San Rocco, la Rolina, le Gabbe, il Deserto, la Zucchetta, Sant'Onorata, San Bernardino, la cascina Lambertenga.

Lingua : italiano e latino. Vengono segnalati i documenti redatti completamente in italiano.

96 154 "Istromento di investitura di livello perpetuo fatta dal Molto Reverendo Don Francesco Enriotti dei Conti di Mede quale procuratore di Stefano e fratello Sangiuliani in Vincenzo Terzaghi". Cav 49.14 1670 settembre 15, Mede, abitazione del notaio Alemanni.

L'investitura è relativa a una casa e vignolo in Mede, per l'annuo canone di un sacco di frumento e tre capponi. Notaio Alessandro Alemanni, di Giuseppe, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 9 Inv. Ame.: Mv. 174H, copy. 5.14

155 "Istromento di investitura fatta da Giovanni Steffano Sangiuliani in Boniforte Pietà ". Cav 49.15 1669 settembre 27, Mede, casa del notaio Coppa.

Oggetto dell'investitura è una casa con vigna in Mede Lomellina, 'ove si dice alle Gabbe', f)er l'annuo canone di Lire 15 e un paio di capponi. Notaio Francesco Coppa, di Martino, di Pavia. Copia semplice. lìnità documentaria, ce. 6 Inv. Ame. : Ms. 1 749, copy. 5.15

156 "istromento di investitura di livello perpetuo fatto da Giovanni Steffano Sangiuliani in Giuseppe Bottigella di una casa e vignolo". Cav 49.16 1670 agosto 27, Mede, sala inferiore della casa di Stefano Sorgi.

La casa e il vignolo si trovano nel territorio di Mede, 'ove si dice alli Buschi' e sono concessi al Bottigella per l'annuo canone di Lire 50 per 4 anni, passati i quali, l'affitto sarà di Lire 4 'in perpetuo'. Notaio Giovanni Battista Coppa di Pavia. Copia autentica redatta dal notaio Agostino Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia, in data 20 settembre 1683. Concordai del notaio Antonio Prina, di Carlo, di Milano. Inv. Ame. : Ms. 1 750, concordai cum copia aut. Unità documentaria, celi 5 16

97 157 "Istromento dì acquisto fatto dal Reverendo Francesco G. Enriotti a nome dei Signori Giovanni Steffano e fratelli Sangiuliani". Cav 49.17 1677 marzo 8, Mede, in casa del notaio Sesti.

Atto di acquisto di un campo, chiamato Santa Onorata, nel territorio di Mede, venduto dal maestro Gian Giacomo Volpe, 'ossia Vulpedius', di pertiche 6 per il prezzo di Lire 60. 11 pezzo di terra è iscritto nel catasto rurale di Mede, pertanto ogni anno bisogna pagare 'i carichi' all'esattore di Mede. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, notaio pubblico di Pavia e abitante a Mede. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1751, copy. 5.17

158 "Instromento di investitura di livello perpetuo fatto dal Reverendo Francesco Gerolamo Enriotti dei Conti di Mede quale procuratore di Don Giovanni Steffano e fratelli Sangiuliani in Giuseppe Bottigeila". Cav 49.18 1677 aprile 3, Mede, abitazione del notaio Alemanni.

Oggetto dell'investitura è un pezzo di terra 'avitata', di pertiche due, con casa in parte già caduta e in parte cadente, per l'annuo canone di 10 quarti di frumento ed un cappone. Notaio Alemanno Alemanni, di Pavia. Copia autentica redatta dal notaio Giovanni Maria Chirolli, di Francesco, di Pavia, in data 11 ottobre 1683. [/nità documentaria, ce. 7 Inv. Ame.: Ms. 1752, copy. 5.18

159 "Mandato di Procura Speciale fatta dalli Signori Giovanni Steffano e Francesco fratelli Sangiuliani nel Molto Reverendo Francesco Gerolamo Enriotto dei Conti di Mede intorno ai beni e interessi che essi hanno nel luogo e territorio di Mede". Cav 49.19

1678 aprile 4, Milano.

Notaio Giovanni Antonio Prina, di Carlo, di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. H Inv. Ame.: Ms. 1753, copy. 5.19

98 160 "Istromento di vendita fatta da Dottor Antonio Canarisi a nome anche e qual procuratore della Signora Livia Lambertenghi e del Dottor Giacomo Andrea Canarisi, di lui madre e fratello". Cav 49.20 767^ dicembre 20, Milano.

Atto di vendita dei suddetti al dottor Cesare Mairoli che compra, a nome di Antonio Francesco Sesti, di Mede, e coi denari della dote della moglie Antonia Mairoli, due case, l'una da nobile e l'altra da massaro, situate nel territorio di Mede in Lomellina, per il prezzo di Lire 1950. Notaio Giuseppe Antonio Oppizzone di Milano. Due copie semplici. l Initù documentaria, ce. 26 Inv. Ame.: Ms. 1754, Ms. and copy. 5.20

161 "Istromento di investitura di livello perpetuo fatto da Giovanni Steffano Sangiuliani in Alessandro Sozzi". Cav 49.21

1683 novembre 1, Mede, abitazione del notaio Sesti.

Il Sangiuliani concede al So2:zi una casa con vignolo e giardino in Mede Lumellina 'ove si dice alli Buschi', per l'annuo fitto di Lire 13 e un paio di capponi. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 4 Inv. Ame.: Ms. 1755, copy' 5.21

162 "istromento di investitura di livello perpetuo fatta da Giovanni Battista Volpedio procuratore di Giovanni Steffano e fratelli Sangiuliani in Cesare Crosio". Cav 49.22 16H4 ottobre IO, Mede, casa del notato Sesti.

Oggetto dell'investitura è una vigna di circa pertiche 4 nel territorio di Mede, 'ove si dice alla Rolina', per l'annuo canone di Lire 13 e un paio di capponi Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, cc.6 Inv. Ame.: Ms. 1756, copy. 5.22

99 163 "Istromento di investitura di livello perpetuo fatta dal Molto Reverendo Bernardo Macagni come procuratore dei Signori Giovanni StefTano e fratelli Sangiuliani in Pietro Bassi". Cav 49.23 16H7 gennaio 20 - 1692 dicembre 27, Mede, casa del notaio Coppa.

Oggetto dell'investitura è una casa con vignolo, in Mede Lumellina, 'ove si dice alle Gabbe', per l'annuo canone di Lire 1 5 e un paio di capponi. Notaio Antonio Francesco Coppa, di Martino, di Pavia. Copia semplice.

Contiene inoltre, come parte integrante dell'atto, la misura della terra, i confini, la descrizione della vigna 'di 13 filagni', della casa 'coperta di coppi', della stalla 'coperta di paglia', del pozzo, del pollaio, il numero ed il tipo delle piante, firmata dall'agrimensore pubblico Antonio Maria Brianta. Unità documentaria, ce. 12 Inv. A me.: Ms. 1757, copy. 5.23

164 "Istromento di vendita fatta da Francesco Crosio al Signor Giovanni Steffano Sangiuliani di un pezzo di terra in Mede ove si dice alla Rolina per il prezzo di Lire 39". Cav 49.24 1688 ottobre 6 - 1689 giugno 16 Pavia, in casa del notaio Sesti in via Santa Onorata.

Precede l'atto la nota delle spese fatte dai Sangiuliani per la registrazione dei nuovo acquisto nel libro dell'estimo della Città di Pavia. Notaio Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 10 Inv. A me.: Ms. 1758, copy. 5.24

165

"Varie suppliche ed atti avanti il Magistrato Straordinario per parte del Signor Giovanni Steffano Sangiuliani". Cav 49.25 - 1670 ago.sto 26 1695 agosto 2, Milano.

Le suppliche sono fatte al fine di ottenere il rilascio di una casa con vigna in Mede data dal Sangiuliani a livello perpetuo a Giuseppe Bottigella, con atto del 27 agosto 1670 e che era stata confiscata dalla Reale Camera per 'carichi' non pagati.

100 assieme ad altri beni del Bottigella. Segue l'ordinanza del Magistrato di ridare la casa oltre al pagamento dei fitti e degli interessi pregressi al Sangiuliani. Unità documenlaria, ce. 80 Inv. Ante.: Ms. 1759, Mss. and copies. 5.25

166 "Suppliche al governo presentate dai Zaccaria per ragione del feudo di Mede e delle liti ad essi intentate". Cav 49.26 - 1672 aprile 3 1680 novembre 3, Milano.

Le suppliche riguardano la legittimità della discendenza della famiglia Zaccaria, al fine di essere riconosciuti conti feudatari di Mede e quindi godere dei privilegi legati a tale titolo. Unità documentaria, ce. 23 Inv. Ame. : Ms. 1 760, Ms. and copies. Lingua : italiano 5.26

167

"Deleghe nel principe Antonio Teodoro Triulzi per definire alcune liti tra i

Guizzardi e i Zaccaria". Cav 49.27 1674 agosto 7-1675 settembre 24, Milano, Mede.

Atti relativi a due compromessi e a due proroghe degli stessi, fatti dai Gorrani, Guizzardi, Giovanoli ed altri Consorti Conti di Mede nella causa pendente davanti il Senato fra i suddetti ed i fratelli Zaccaria, intomo ad alcune porzioni dei dazi di Mede che gli Zaccaria pretendevano come propri. 1 conti delegano il princif)e Antonio Teodoro Triulzia rappresentarli davanti al Senato. Notai Carlo Maria Mantegazza, di Baldassarre, di Milano e Antonio Francesco Sesti, di Giovanni Pietro, di Pavia. Copia semplice.

Segue un carteggio tra il principe Triulzi ed i conti di Mede con la nota delle spese sostenute. Unità documentaria, ce. 73 Inv. Ame.: Ms. 1761, Mss. and copies. 5.27

101 168 "I fratelli Sangiuliani fanno vendere all'asta giudiziale una possessione di Giacomo Beretta Lambertenghi". Cav 49.28 1650 gennaio 13- 1676 aprile 14, Milano, Mede.

Atto della vendita ai fratelli Sangiuliani, della possessione' di Mede Lomeliina del Reverendo Giacomo Beretta Lambertenghi, venduta all'asta giudiziale dalla Curia Arcivescovile per il prezzo di Lire 9803.8.3, come saldo di altrettante dovute dal Beretta ai Sangiuliani. Contiene inoltre l'elenco dei beni posseduti dal Beretta, con relative misure, nel territorio di Mede e la copia degli atti eseguiti dalla Curia contro il reverendo Beretta per ottenere la vendita giudiziale. Notaio Giovanni Ambrogio Imbonate, della Curia Arcivescovile di Milano. Segue, in data 14 aprile 1676, la misura fatta dall'agrimensore pubblico di Pavia e del suo principato, Antonio Maria Brianta della 'cassina detta la Lambertenga', dei Sangiuliani. La misura è stata richiesta da Francesco Gerolamo Enriotti ed assiste all'operazione Bastiano Scarione, massaro dei Sangiuliani. Unità documentaria, ce. 176 Inv. A me.: Ms. 1762, Mss. and copies. 5.28

102 Titolo 10

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1675 al 1699" 1628- 1699

Il titolo, composto da 16 unità, comprende, quasi nella sua totalità, documenti riguardanti la Famiglia Zaccaria. La documentazione inizia con dichiarazioni sul servizio militare di alcuni componenti della famiglia, ritoma sui privilegi concessi a Raffaele e Cipriano Zaccaria dai duchi di Milano nel 1466 e sulle cause intentate ai loro discendenti sia dal Fisco Reale che dagli altri conti di Mede. Prosegue con acquisti di terre da parte dei Sangiuliani e degli Zaccaria, con la nomina nel 1697 di don Cesare della Croce a parroco di Mede e con la richiesta dei conti a Giovanni Maria Sforza, governatore di Pavia e contado, di essere esentati dal pagamento dei contributi pavesi, come era stato loro concesso dai duchi di Milano.

Lingua : italiano, latino, spagnolo. Sono segnalati i documenti interamente in italiano e quelli in spagnolo.

103 169 "Diverse dichiarazioni relative a cose militari". Cav 50.1-2 162H luglio 14 - 1677 maggio 12

Don Lucas Patino, del consiglio segreto di Sua Maestà Cattolica, rilascia una dichiarazione scritta in cui si afferma che il 14 luglio 1628 Riccardo Zaccaria, figlio di Belisario, di anni 19, di Mede, appartenente alla compagnia di fanteria italiana, fu ferito in fronte e mori l'anno successivo; che Francesco Gerolamo Zaccaria, figlio di Belisario, nella lista degli Ufficiali Maggiori dall'agosto del 1650 al 1 marzo del 1660, fu licenziato dall'esercito nel 1660 per 'essersi fatta la pace' fra Francia e Spagna; ed infine che Antonio Zaccaria partecipò all'assedio di Casale nel 1 640 e fu nella lista della fanteria italiana sino al 14 marzo 1641 . Comprende inoltre due lettere di Francesco Gerolamo Zaccaria, tenente dell'esercito, in data 28 luglio 1656 e 8 giugno 1668 e una lettera di Antonio Zaccaria. Unità documentaria, ce. 12

Inv. Ame. : Ms. 1 763, Ms. whit seal attached. Lingua : italiano e spagnolo. 5.29

170 "Memoriale spagnolo di Lucas de Cortatar". Cav 50.3 1 679 settembre 29

Copia dello stato di servizio militare di Francesco Gerolamo Zaccaria, figlio di Belisario, dei conti feudatari di Mede, terminato nel 1660, essendosi stabilita la pace tra le due corone di Francia e di Spagna L'originale, a firma di Lucas de Cortatar, si conserva nei libri dell'esercito spagnolo. Unità documentaria, ce. 2 Inv. Ame.: Ms. 1764, copia. Lingua : spagnolo. 5.30

171

"Atti nella causa dei Regio Fisco e i Signori fratelli Zaccaria, Conti di Mede". Cav 50.4 167H

Memoria a stampa scritta dal notaio Giuseppe Baiardo sui privilegi concessi a Raffaele e Cipriano Zaccaria nell'anno 1446 da Bianca Maria e Francesco, duchi di Milano e sulle cause loro intentate dal Fisco Reale e dagli altri conti di Mede che ritenevano estinta la loro discendenza.

Unità documentaria, ce. 9, di cui H a stampa Inv. Ame.: Frinìed.

Lingua : Italiano. 5.31

104 172 - "Mede 1679 1681. Atti diversi delle due cause civili vertenti tra li Consorti

Conti di Mede contro gli Zaccaria". Cav 50.5 1679 agosto 2 - Ì6HI maggio 7

Atti, memorie, appunti relativi alle cause portate davati al tribunale della Regia Visita, Giunta Reale e Consiglio Segreto, dal capitano Francesco Gerolamo

Zaccaria, anche a nome dei suoi fratelli, l'una contro i Giovannoli, gli Isnardi, i Guizzardi, i Brizzi e l'altra contro il segretario Gorrani, feudatario di Goido e di Mede. l/nità documentaria, ce. 242 num. parz. orig., di cui 5 a stampa Inv. Ame.: Ms. 1765, mss., copies and printed. Lingua : latino, italiano, spagnolo. 5.32

173

"Informazioni sullo stato della causa tra i fratelli Zaccaria e gli altri Consorti Conti di Mede". Cav 50.6 1682 giugno 1

Informazioni sulle ragioni che hanno spinto gli Zaccaria ad intentare causa agli altri conti di Mede nel 1652 e sulla situazione attuale della lite. Unità documentaria, ce. 10

Inv. Ame.: Ms. 1766, orig/* Lingua : italiano. 5.33

174

"I Zaccaria affidano al nobile dottor Matteo Abbiate Ferrieri il mandato di definire le pendenze con gli altri confeudatari". Cav 50.7 Milano. 1682febbraio 11

Procura del Capitano Francesco Gerolamo Zaccaria, anche in qualità di procuratore del fratello Reverendo Carlo, prevosto di San Zeno in Pavia, nel dottor Matteo Abbiate Ferrieri nella pendenza con gli altri consorti nel feudo e dazio di Mede. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1767 5.34

105 175 "Marziano Sesto vende a Giovanni Steffano e Francesco Sangiuliani un campo". Cav50.8 16H6 maggio 8 - 1686 novembre 23, Pavia, camera superiore dell'abitazione di Don C mHo Zaccaria, prepositura di San Zeno, Porta Palazzo.

Atto della vendita fatta da Marziano Sesto, a nome anche del padre Carlo, ai fratelli Sangiuliani di un campo, detto Santa Onorata, di circa pertiche 7, in Mede, per il prezzo di Lire 66. Notaio Siro Gerolamo Chignoli, di Francesco, di Pavia. Copia semplice. Segue, in data 23 novembre 1686, la misura del campo fatta da Antonio Maria Brianta, agrimensore pubblico. [Inità documentaria, ce. 18 num. parz. orig. Inv. Ame. : Ms. 1 768, copy. 5.35

176 "Istromento dì vendita di un prato fatta da Pietro Francesco Luneri al Molto Reverendo Carlo Zaccaria dei Conti di Mede e prevosto dello stesso luogo". Cav 50.9 - 1689 aprile 16 1690 maggio 16, Pavia, camera superiore dell'abitazione di Don Carlo Zaccaria, prepositura di San Zeno, Porta Palazzo.

Atto della vendita di un prato di pertiche 13, nel territorio di Mede, 'ove si dice a tombetto', al prezzo di Lire 640 e registrazione dell'atto nel libro dell'estimo rurale di Mede. Notaio Giuseppe Benedetto Mettolini, di Giulio Cesare, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 14 Inv. Ame.: Ms. 1769, copy. 5.36

177 "Istrumento di nomina e di presentazione del prevosto della chiesa di San Marziano e San Martino del luogo di Mede Lumellina". Cav 50.10 1697 aprile 20, Pavia, cancelleria episcopale nel Palazzo Vescovile.

Atto della nomina a prevosto di Mede fatta dal Reverendo Canonico Gerolamo Tacconi, quale procuratore di Carlo Antonio Zaccaria, dei conti di Mede, nella persona del Reverendo Cesare della Croce, ora Rettore della Chiesa Parrocchiale di Castellaro de Giorgi e successiva presentazione avanti la Curia Vescovile di Pavia.

106 Notaio Sacerdote Pietro Natona della Curia Vescovile di Pavia, fu Giacomo, sacerdote di Pavia, canonico di Santa Maria Gualtieri. Copia autentica redatta da Prospero Besozzi di Mede, regio notaio. Unità documentaria, ce. 14 Inv. A me.: Ms. 1770, copia. 5.37

178 "Mede, sec. XVII. Pel sepolcro e l'abitazione dei Zaccaria". Cav 50.11 sec. XVII

Appunti, memorie sulla causa Zaccaria e sui loro diritti sul feudo di Mede. Unità documentaria, ce. Il

Inv. Ame.: Ms. 177 1, copy. 5.38

179 "Mede, sec. XVII. Compendio intorni ai diritti feudali di Gerolamo, Carlo e Antonio fratelli Zaccaria". Cav 50.12 15S3 - 1668 novembre 16

Memoria sui privilegi concessi agli Zaccaria nel feudo di Mede, sulla quinta parte dell'estimo e dei dazi data in dote ad Arcangela, figlia di Raffaele Zaccaria e moglie del capitano Giovanni Maria Luneri, sulle pretese del Fisco Reale e dei Conti Consorti di Mede di incamerare la parte del feudo degli Zaccaria, ritenendo tale famiglia estinta in mancanza di discendenza dalla linea maschile. Unità documentaria, ce. 15 Inv. Ame.: Ms. 1772, copy. 5.39

180

"Mede, sec. XVII. Memoria per la lite tra i Guizzardi e i Zaccaria sulle ragioni del feudo". Cav 50.13 sec. XVII

Appunti e memorie sulla causa tra i conti di Mede, Zaccaria e Guizzardi, riguardanti l'attribuzione di parti dell'estimo e del dazio del feudo di Mede. Unità documentaria, ce. 9

Inv. Ame. : Ms. 1773 5.40

107 181 "Mede, sec. XVII. I Conti feudatari di Mede in Lumellina si rivolgono a Giovanni Maria Sforza, arcivescovo di Genova, governatore della città e del contado di Pavia, perchè sia separato ed immune dai contributi pavesi il loro feudo". Cav 50.14 sec. XVII

Supplica dei conti di Mede, in causa contro la città di Pavia, perchè siano esentati dal pagamento dei contibuti pavesi, come risulta dai privilegi loro concessi dai duchi di Milano. Notaio Giovanni Aloisio, pubblico notaio imperiale di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 10 Inv. Ame.: Ms. 1774 5.41

182

"Mede, sec. XVII. Atti nella lite tra i Zaccaria e gli altri Consorti del feudo". Cav 50.15 - 1604 1 682 gennaio 1, Milano -r.-, ?«••

'Dottrine', informazioni, serie di fatti, memorie, note sui motivi che hanno spinto i Conti Confeudatari di Mede a presentare le loro cause al Senato di Milano. Unità documentaria, ce. 161, le ce. da 154 a 161 sono a stampa Inv. Ame.: Ms. 1775, Mss., copies, printed. 5.42

183 "Mede, sec. XVII. Atti di causa per le ragioni feudali a favore dei Zaccaria". Cav 50.16 1652 luglio 20 -1683 settembre 1

Diversi scritti a dimostrazione della legittimità di fregiarsi del titolo di conti di Mede e di usufruire dei privilegi annessi, da parte della famiglia Zaccaria. Unità documentaria, ce. 11 4, le ce. da 104 a 1 12 sono a .stampa Inv. Ame.: Ms. 1776, Mss., copies, printed. 5.43

108 184

"Mede, sec. XVII. Atti nella causa fra gli Enriotti, i Zaccaria ed altri consorti pel diritto di Juspatronato della Parrocchia". Cav 50.17 1580 ottobre 6 - Ì686 dicembre 12

'Allegazioni', memorie, serie di fatti nella causa tra i conti di Mede intomo al diritto della nomina della prepositura di Mede. Unità documentaria, ce. 211 Inv. A me.: Ms 1777, Mss. and copies. 5.44

109 Titolo 1 1

"Carte Storico - Diplomatiche dal 1672 al 1721. Censi Sangiuliani" 1645-1721

Il titolo è composto da 6 unità archivistiche.

La documentazione riguarda i possedimenti dei Sangiuliani in Mede e la causa intentata contro la comunità di Mede, che addebitava loro pertiche di terra in più. La comunità di Mede nel 1635 aveva posto all'asta 62 pertiche di terra di proprietà di Giacomo Andrea Lambertenghi, che furono acquistate da Pietro Francesco Fontana e poi rivendute nel 1639 ai Sangiuliani; questi non avevano acquistato anche le 17 pertiche 'ad ortaglia' che venivano loro addebitate dai Prefetti dell'Estimo di Pavia su avviso dei Consoli di Mede e soprattutto non erano gli eredi universali dei Beretta Lambertenghi, come la comunità di Mede riteneva. ' 11 Prefetto dell'Estimo di Pavia ordina di notificare e propalare' i nomi ed i cognomi

dei il stati il dei possessori beni 'che per passato sono e sono ancora in testa' , numero del perticato posseduto, i confinanti, la partita, il ricavato, 'le gravezze', per sapere a chi addebitare le imposte. Dall'indagine risulta che le 17 pertiche, 'denominate l'ortaglia di Peceto', sono state erroneamente registrate dai Consoli di Mede ai Sangiuliani, ma in effetti appartenevano a Francesco Peceto ed ora al suo erede Giacomo Cinate.

Sono inoltre riportati i Mensuali pagati alla Città di Pavia dagli eredi del dottor Giacomo Beretta dal 1633 al 1645.

Lingua : latino, italiano. Sono segnalati i documenti interamente in italiano.

no 185

"Atti diversi di causa promossa avanti il Magistrato Ordinario da Giovanni Steflano e fratelli Sangiuliani contro la comunità dì IVfede Lumellina". Cav 51.1 1672 aprile 13 - 1676 gennaio 16

La causa era stata intentata dai Sangiuliani a seguito della richiesta dei Commissari di Pavia del pagamento di circa Lire 600 per i 'carichi' decorsi sopra 1 7 pertiche 'ad ortaglia' registrate a Francesco Peceto, delle quali la Comunità di Mede pretende che ne siano in possesso i fratelli Sangiuliani, secondo l'acquisto da essi fatto di alcuni beni della famiglia Beretta Lambertenghi; beni che nel 1635 erano stati venduti all'asta per carichi non pagati. 11 Magistrato, con sentenza del 16 gennaio 1676, ordina alcune perizie per trovare il possessore delle suddette 17 pertiche, rimanendo però salvo il diritto della città di

Pavia, 'in caso di non sortire alcun effetto', di agire contro tutti i beni registrati a

Beretta Lambertenghi, ritenendo i Sangiuliani, a torto, successori universali dei Beretta Lambertenghi. Dalla indagine risulta che il terreno in questione è registrato a nome dei Sangiuliani e 'vi è un fìttabile con casa'. Unità documentaria, ce. 360 Inv. Ame.: Ms. 177H, some mss. whit seals attachéJ, copies, printed. 6.1

186 "Istromento dì cessione da parte dei Prefetti dell'estimo della città di Pavia per la somma di Lire 557.17.9 a favore di Giacomo Cinate che paga de denari propri] dellì Signori Giovanni Steffano e Francesco Sangiuliani all'esattore...". Cav 51.2-3 1675 dicembre 27 - 167H settembre 28. Pavia, Milano.

La cifra era dovuta all'esattore dell'estimo Carlo Sansono ad estinzione della parcella descritta 'in testa' a Francesco Peceto per beni siti in Mede e di cui il Cinate è erede; i denari sono dei Sangiuliani a cui il Cinate cede le 17 pertiche in questione. Notaio Carlo Prina, di Martino, di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 29 Inv. Ame.: Ms. 1779, copy. 6.2

187 "Atti diversi di causa promossa avanti il Magistrato straordinario dalli Signori Giovanni Steffano e fratelli Sangiuliani contro il Molto Reverendo Giacomo

111 Beretta Lambertenghi". Cav 51.4 1677- 1683 aprile 7

La causa fu intentata dai Sangiuliani che pretendevano dal Beretta Lambertenghi il risarcimento di Lire 557.17.9, somma che avevano pagato per 'carichi decorsi' sopra una partita d'estimo intestata a Francesco Peceto di Mede Lomellina, partita che fu precedentemente del Beretta. La causa fu ultimata con sentenza del Magistrato Ordinario dello Stato di Milano del 7 aprile 1683, nella quale si ordinò al Beretta di pagare le suddette Lire 557.17.9 ai Sangiuliani. Unità documentaria, ce. 155 Inv. Ame. : Ms. 1 780, Mss. and copies. 6.3

188 "Varie fedi e confessi di pagamenti fatti dal Reverendo Giacomo Beretta Lambertenghi in conto di Mensuali e che vennero prodotti in questa causa". Cav 51.6 1643 agosto 3 - 1674 febbraio 15

Sono riportati i Mensuali pagati alla Città di Pavia dagli eredi del dottor Giacomo

Beretta dal 1 633 al 1 645 e una dichiarazione sottoscritta da Giacinto Costa, Cassiere del Commissario dei Carichi Mensuali della città di Pavia, che dai libri risulta che tali tasse furono pagate 'integralmente' sino al 1673. Unità documentaria, ce. 19 Inv. Ame.: Ms. 1781, some Mss. with seals attached, Mss. and copies. 6.4

189 "Propalazione del perticato posseduto dai Signori Conte Giuseppe e fratelli Sangiuliani nel territorio di Mede Lomellina, fatta da Carlo Gerolamo Perego loro agente". Cav 51.7 - 1708 aprile 1 1720 settembre 9, Mede.

La misurazione dei terreni posseduti dai Sangiuliani in Mede è fatta in esecuzione degli ordini dati da S.A.R. il Duca di Savoia per una verifica ai fini fiscali. I Sangiuliani possedevano al primo aprile 1708 nel territorio di Mede 610 pertiche di terreno, suddivise in cascina, prati, vigne, campi, orto, mentre secondo i libri catastali le f)ertiche erano 664.

La misura fatta dal Perego, eseguita il 1 aprile 1708, viene confrontata con 'l'estrazione in forma autentica' del perticato civile che la Congregazione di Pavia ha consegnato alla Comunità di Mede nel corso del 1719. Fatte le debite verifiche, le misure non corrispondono.

112 Unità documentaria, cc.H Inv. Ante.: Ms.l782, Ms. with seal attached. Lingua : italiano 6.5

190 "Dati riguardanti l'estimo dei Signori Conte Giuseppe e fratelli Sangiuliani nel territorio di Mede". Cav 51.8 1710 gennaio 3 - 172J gennaio 2

I Sangiuliani chiedono che l'errore sulla misurazione dei loro possedimenti in Mede sia riconosciuto da Francesco Ferrano, Commissario dei Civili Pavesi censiti in Lomellina e riportato sui libri catastali, diminuendo così il carico fiscale. Unità documentaria, ce. 13 Inv.Ame.:Ms. 1783 Lingua : italiano 6.6

113 Titolo 12

"Carte Storico - Geografiche dal 1700 al 1904. Carte relative ai possessi dei Conti Sangiuliani dal 1708 al 1764" 1700-1904

Il titolo è composto da 29 unità e la documentazione riguarda soprattutto la storia dei Sangiuliani a Mede, dove appaiono dal 1639 come possessori di beni. Nel 1721 Giuseppe Sangiuliani è nominato esecutore testamentario di Carlo Antonio Zaccaria, da cui eredita la casa nobile che era 'il castello feudale' che ancor oggi porta il nome Sangiuliani, molti terreni, alcune parti del feudo con i privilegi armessi, l'jus patronato ed il diritto di nominare il cappellano del beneficio laicale nella chiesa di Mede istituito per far celebrare tre messe alla settimana in memoria dello stesso Zaccaria.

Nel 1722 viene riconosciuto ai Sangiuliani il diritto di fregiarsi del titolo di conti di Mede e di partecipare alla nomina del parroco di Mede. Vi è una descrizione molto dettagliata della casa nobile ereditata dai Sangiuliani, l'inventario delle suppellettili, numerate da 1 a 71, dei beni posseduti dagli Zaccaria sia a Mede che a Milano, dei denari riscossi e di quelli da riscuotere, le scorte di frumento, segale, fieno, l'elenco dei gioielli. Sono riportati alcuni atti di nomina dei parroci di Mede, atti di vendita di terre, atti di investitura e la nomina di un procuratore fatta da Giovanni StefFano Sangiuliani per amministrare i beni in Mede.

Nel 1 756 il conte Sangiuliani vende la cascina Lambertenga e tutti i beni in Mede ai fratelli Crosio; continueranno, comunque, almeno sino alla metà del 1800 ad esercitare il diritto di jus patronato.

Il titolo comprende inoltre i sonetti scritti dal reverendo Francesco Rocchini in occasione dell'ingresso nella Chiesa Parrocchiale di Mede di Felice Calvi, inviati al conte Cavagna Sangiuliani e si chiude con la corrispondenza tra il prevosto don Siro Damiani ed il conte riguardante la costruzione del nuovo campanile della chiesa partocchiale di Mede e la sua inaugurazione.

Lingua : italiano e latino. Vengono segnalati i documenti redatti completamente in italiano.

114 191 "Nomina del prevosto Alberto Bernardino Besozzi". Cav 52.1 1701 giugno I. Mede, ahHa:ione di ( orlo Antonio Zaccaria.

Atto di nomina a prevosto e titolare della Chiesa Parrocchiale di Mede Lomellina nella persona del Reverendo Alberto Bernardino Besozzi, attuale Rettore di Rivarone 'ultra Padum', fatta da Carlo Antonio Zaccaria, conte di Mede e compatrono nell'elezione. Notaio Antonio Francesco Arrigoni di Milano. Copia autentica redatta dal regio notaio Prospero Besozzi di Mede. Unità documentaria, ce. H Inv. A me.: Ms. 17H4, copia. 6.7

192 "Procura di Carlo Antonio Zaccaria in favore di Giacomo Filippo Giovanoli per un credito". Cav 52.2 1704 novembre 11, Mede, abitazione di Carlo Antonio Zaccaria.

Atto di procura sfacciale fatta dal dottor Carlo Antonio Zaccaria nel dottor collegiato di Pavia Giacomo Filippo Giovanoli, al fine di esigere un suo credito di Lire 120 da Gaspare Isnardi. Notaio Antonio Francesco Coppa di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 5 Inv. Ame.: Ms. 1785, orig^ 6.8

193 "Il capitano Gaspare Isnardi dei Conti di Mede vende una vigna a Francesco Giacinto Antona". Cav 52.3 1708 agosto 2, Mede, abitazione del notaio Coppa.

Atto di vendita di un pezzo di terra coltivato a vigna di pertiche 13, situato nel territorio di Mede, 'ove dicesi a Pecetto', per il prezzo di Lire 35 alla pertica, con la dispensa del Senato dal fidecommesso in cui si dice vincolato il prezzo di terra, per volere del nobile Gaspare Alessandro Isnardi, avo paterno del venditore. Notaio Antonio Francesco Coppa, di Martino, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 16 Inv. Ame.: Ms. 1786, copy. 6.9

115 194 "Istromento di investitura di livello perpetuo fatta dal conte Giuseppe Sangiuliani in Giuseppe e fratelli Terzaghi". Cav 52.4 170H maggio 16, Mede, abitazione di C 'arlo Antonio Zaccaria.

Oggetto dell'investitura è una casa con vignolo annesso, in Mede, per l'annuo canone di un sacco di frumento e tre cappwni Notaio Antonio Francesco Coppa, di Martino, di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. A me.: Ms. 1787, copy. 6.10

195 "Testamento dì Carlo Antonio Zaccaria. Legato di una casa in Mede e della di lui porzione di feudo e regalie di detto luogo da esso lasciata al Conte Giuseppe Sangiuliani". Cav 52.5

1721 dicembre 6, Milano.

Il dottor Carlo Antonio Zaccaria dei Conti Confeudatari di Mede Lomellina, nel suo testamento, oltre a diverse disposizioni, lascia, a titolo di legato, al conte Giuseppe Sangiuliani, suo esecutore testamentario, la sua casa da nobile situata in Mede e la porzione di feudo e le sue ragioni in cui è compresa la coelezione del prevosto nonché il diritto di nominare il Cappellano delle Messe che deve far celebrare in memoria dello Zaccaria.

Notaio Paolo Antonio Castiglioni, di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, cc.4 Inv. Ame.: M-s. 17HH 6.11

1% "Istromento dì reciproco rendimento di conti fra il Conte Giuseppe Sangiuliani, come esecutore testamentario del fu Carlo Antonio Zaccaria e Donna Giovanna Avogadrì, vedova del detto Zaccaria". Cav 52.6 / 725 settembre 18, Milano.

Donna Giovanna Avogadri era stata nominata usufhittuaria universale del patrimonio del defunto Zaccaria, suo marito. Il Sangiuliani, come esecutore testamentario, dopo aver fatto l'elenco delle spese e delle entrate dal 1 722 al 1 724, sostenute da entrambe

le parti, versa all'attuale marito di donna Giovanna, Giovanni Precivalle Lampugnani, Lire 69.4.3.

116 Notaio Franco Alciati di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 70 ìnv. Ante. : Ms. 1 7H9, copy. 6.12

197 "Istromento di rinuncia fatta dal Dottor Livio Antonio Sangiuliani". Cav 52.7 1731 agosto 3, Pavia.

La rinuncia viene fatta a nome del Conte Giovanni Steffano Sangiuliani, minore, figlio del fu conte Giuseppe, da parte dello zio Livio Antonio, a favore della scuola del Santissimo di Abbiategrasso, in merito ad una casa del paese, il cui reddito, secondo le volontà del fu Carlo Antonio Zaccaria, deve convertirsi nella celebrazione di messe in suo suffragio. Notaio Carlo Antonio Cattaneo di Pavia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 8 Inv. Ame.: Ms. 1790, copy. 6.13

198 "istromento di erezione di un beneficio laicale nella Chiesa Presbiteriale dì Mede Lumellina, alla cappella della Beata Vergine Annunciata ed altri santi, fatta dal Signor Conte Antonio Sangiuliani". Cav 52.8

1 73 1 settembre 29, Milano.

Il conte Antonio Sangiuliani, tutore e curatore dei minori conte Giovanni Steffano e

Filippo Maria Sangiuliani, figli del fu conte Giuseppe, legatario del fu Cario Antonio Zaccaria, erige un beneficio laicale nella chiesa presbiteriale di Mede Lomellina, con beni, con relative ragioni di acqua, nel territorio di Mede ed un capitale di Lire 2000, con l'obbligo di nominare cappellano vitalizio del beneficio il reverendo Paolo Gatti e di far celebrare tre giorni la settimana, il martedi, giovedi e sabato, sante messe in suffragio dell'anima di Carlo Antonio Zaccaria. Notaio Giovanni Antonio Franzia della Curia Arcivescovile di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 2 Inv. Ame.: Ms. 1791 6.14

117 199 "Istromento di investitura di livello perpetuo fatto da Carlo Crosio qual procuratore speciale del Conte Giuseppe Sangiuliani nelli Tommaso e Carl'Antonio fratelli Griffi". Cav 52.9 / 73Hfebbraio 4, Mede, abitazione di C 'arlo ( rosio.

Oggetto dell'investitura è una casa 'libera, franca, sciolta da ogni vincolo di fitto, ipoteca, servitù', nel territorio di Mede Lumellina, 'ove dicesi alle Gabbe', per l'annuo canone di due sacchi di frumento e sei capponi. Segue la descrizione della casa, coperta di paglia, con stallino, corte, vignolo e l'elenco dei patti intervenuti tra Giuseppe Sangiuliani ed i fratelli Griffi, nativi di ed abitanti in Mede. Notaio Prospero Besozzi, di Angelo Antonio, di Pavia. Copia autentica redatta dallo stesso notaio in data 8 marzo 1738. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ante.: Ms. 1792, copia. Lingua : italiano 6.15

200 "Procura speciale fatta dal Signor Conte Giovanni StefTano Sangiuliani nel Signor Giuseppe Crosio abitante in Mede Lumellina ad amministrare tutti i suoi beni siti nei luogo e territorio di Mede". Cav 52.10

1 753 marzo 3, Milano.

Il conte Giovanni Stefano Sangiuliani, regio feudatario di Barbiano Pieve di San Giuliano, ducato di Milano, figlio del fu Giuseppe, dà mandato a Giuseppe Crosio di esigere da ogni 'fittabile, massaro, livellaro, pigionante' tutti gli affìtti, sia in natura

' che in denaro; di quanto esigerà dovrà fame confesso, quietanza e liberazione' a favore di quelli che hanno pagato. Notaio Giovanni Battista Rigola, di Agostino, di Milano. Sottoscrivono Giovanni Antonio de Margaris e Carlo Rissa, notai di Milano, in data

1 7 marzo 1 753. Unità documentaria, ce. 3 Inv. Ame.: Ms. 1793, Ms. whit seal attached. Lingua : italiano 6.16

201 "istromento di vendita fatta dal Conte Giovanni Steffano Sangiuliani alli Signori Molto Reverendo Giacomo, Filippo, Francesco e Giovanni fratelli Crossii". Cav 52.11

118 / 756 maf^io 1 7, Mede, sala superiore del castello della Provincia di Lomellina.

Il Sangiuliani vende ai fratelli Crosio la cascina denominata La Lambertenga, situata nel territorio di Mede, per il prezzo di zecchini 1311, ragguagliati a Lire 10 di

Piemonte l'uno, dei quali ne furono pagati 100, con l'obbligo di pagarne 61 1 il 15 novembre dello stesso anno e i rimanenti 600 zecchini nel termine di 6 anni con l'interesse del 3,50 % all'anno. Notaio Carlo Giuseppe Arrigo, fu Cesare, di Pavia. Copia autentica coeva dello stesso notaio. Unità documentaria, cc.7 Inv.Ame.:Ms. 1794 6.17

202 "Atti praticati dai Maggior Magistrato di Mortara ad istanza del Conte Giovanni StefTano Sangiuliani contro Giovanni Battista e Pietro fratelli Nicola di Mede". Cav 52.12 - / 764 ottobre H 1 764 novembre 4, Mortara.

L'istanza era stala fatta dal Sangiuliani in quanto i Nicola non avevano finito di pagare una casa in Mede, che gli stessi avevano acquistato con atto del 1 8 dicembre 1762, notaio Carlo Giuseppe Arrigo, al prezzo di 141 zecchini, con l'accordo di pagare subito un terzo della somma ed il resto in due rate, in due anni, con l'interesse annuo del 4%.

1 Nicola non hanno pagato neppure la prima rata che scadeva al San Martino del 1763. Il documento è in triplice copia semplice. Unità documentaria, ce. Il Inv. A me.: Ms. 1795, copie. 6.18

203 "Istromento di permuta fra il Conte Luigi Gambarana come procuratore del Marchese Olgiati e Carlo Crosio come procuratore del Conte Giuseppe Sangiuliani di due pezzi di terra". Cav 52.13 17 17 ma^'gio 25, l ort oroh, nella sala magna del castello.

di 'ove si I due pezzi di terra, oggetto della permuta, si trovano nel territorio Mede, dice alle Gabbe', dietro la cascina Lambertenga. Notaio Giuseppe Coppa, di Antonio Francesco, di Torino. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: Ms. 1796 6.19

119 204

"Causa promossa dai Sangiuliani e dai Zaccaria contro gli altri confeudatari di Mede". Cav 52.14 1722 marzo 17

La causa è promossa dal conte Giuseppe Sangiuliani, come esecutore testamentario del fu don Carlo Zaccaria dei conti di Mede ed anche come legatario del medesimo, contro altri conti feudatari e 'lite-consorti' di Mede, davanti al Podestà di Mortara, per il possesso dell'eredità lasciata dallo Zaccaria e per l'esecuzione del legato anche in quella parte che riguarda i diritti del feudo di Mede di pertinenza dello Zaccaria. Il Podestà rimette la causa alla Camera di Torino.

Segue una memoria relativa ai privilegi concessi ai conti di Mede, alle liti che ne seguirono ed ai fatti conseguenti alla disposizione testamentaria dello Zaccaria. Unilà documentaria, ce. 91 Inv. Ame.: Ms. 1797, Mss. and copies. 6.20

205 "Istromento dell'inventario dei beni mobili ed immobili spettanti all'eredità del fu Don Carlo Zaccaria dei conti di Mede ritrovati nel detto luogo di Mede e suo territorio". Cav 52.15 1722 febbraio 9 - 1722 agosto 28, Mede, abitazione del notaio Arrigo, 'ove dicesi ad castrum alias de Britis'.

L'inventario è compilato da Carlo Crosio per ordine di Giovanni Steffano Sangiuliani, esecutore testamentario del fu Zaccaria e riporta la descrizione dettagliata della casa da nobile del conte Zaccaria, le stanze che la compongono al piano inferiore ed al piano superiore, le suppelletili, numerate da 1 a 71, ritrovate nell'abitazione, le terre possedute, i denari riscossi e quelli da riscuotere derivanti dall'affitto delle terre, le scorte di frumento, di segale, di fieno. Notaio Cesare Arrigo, fu Carlo Giuseppe, notaio della Lomellina. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 13 Inv. Ame.: Ms. 1798, copy? 6.21

206 "Istromento dell'inventario dei beni mobili ed immobili spettanti all'eredità del fu Don Carlo Zaccaria dei Conti di Mede ritrovati in Milano". Cav 52.16 1722 agosto 28, Milano, nello .studio del notaio Castiglioni, parrocchia San Giovanni in Laterano.

120 L'inventario è stato fatto da Giovanna Avogadri vedova del fu Carlo Zaccaria ed erede usufruttuaria e riporta l'elenco di tutti i beni lasciati nell'abitazione di Milano, dei crediti e dei debiti, delle spese sostenute per il funerale, per le messe, dei denari ricavati dalla vendita di alcuni mobili, dagli affitti di terre. Notaio Paolo Antonio Castiglioni di Milano. Copia semplice. Unità documenlaria, ce. 32 Inv. Ame.: Ms. 1798, copy'^ 6.22

207

"Istromento di patti e convenzioni in via di transazione tra il Conte Giuseppe Sangiuliani cone esecutore testamentario del quendam Carlo Zaccaria dei Conti di Mede ed il Signor Ferdinando Mantegazza". Cav 52.17 / 723 gennaio 22, Milano.

Il Mantegazza riteneva di avere dei diritti riguardo l'eredità Zaccaria, in quanto la madre Teodora Isacca, moglie di Antonio Federico Mantegazza sino al 1669, aveva sposato in seconde nozze, nel 1686, Carlo Zaccaria, portando in dote un valore di lire 8419 imf)eriali, prarte in capitale parte in immobili. Lo Zaccaria fu amministratore del patrimonio Mantegazza durante la minore età di Ferdinando. Seguono patti e convenzioni. Notaio Giulio Cesare Panigatti di Milano. Copia semplice. Unità doeumentaria, ce. 103 Inv. Ame.: Ms. 1799 6.23

208 "Carteggio vario". Cav 52.18 1721 dicembre 12 - 1729 giugno 24, Milano, Mede.

Il reverendo Domenico Mantovani comunica la stima dei gioielli lasciati dal fu Carlo Zaccaria, le spese fatte per la sua anima, le spese legali effettuate per l'eredità. lire I gioielli sono : due anelli, una crocetta, uno 'spuntone' con diamanti per 310, un di 'collo' di perie per lire 1 10, due pendenti con brillanti per lire 48, una rosetta perle per lire 42, un 'collo' doppio di perle piccole per lire 35, per un totale di lire 545. Ferdinando Mantegazza rilascia al conte Giuseppe Sangiuliani note per riparazioni fatte alla casa del fu Zaccaria, in Milano, con relative quietanze. Unità documentaria, cc.29 Inv. Ame.: Ms. IHOO 6.24

121 209 "Giuseppe Sangiuliani, esecutore testamentario del fu dottor Zaccaria fa atto di liberazione alia sua opposizione alle grida della vendita dei beni di Bona Turconi". Cav 52.19 / 726 marzo 30, Milano.

'Atto di liberazione' da parte del Sangiuliani relativo al divieto che aveva posto alla vendita dei beni di Bona Turconi, a causa del debito che questa aveva verso l'eredità Zaccaria di Lire 1916.13.3.

Antonio Arrigoni, procuratore e figlio della Turconi, si obbliga anche a nome di Melchiorre e Carlo, suoi figli e di Chiara Parravicini, sua moglie, a pagare nel termine di 5 anni la somma con l'interese del 4%. Notaio Gabriele Curioni, fu Fabrizio, di Milano. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 74 Inv. Ame.: Ms. 1801, copy? 6.25

210 "Fede di morte del Dottor Carl'Antonio Zaccaria dei Conti di Mede". Cav 52.20

1728 novembre 18, Milano.

Attestato di morte di Carlo Antonio Zaccaria, figlio del capitano Francesco Gerolamo, munito dei SS. Sacramenti, avvenuta il giorno 21 dicembre 1721, estratto dal libro dei defunti della Basilica di San Nazario di Milano. Sottoscrive Giulio Ottavio Burzi, parroco di San Nazario. Unità documentaria, ce. 3 Inv. Ame.: Ms. 1802, ms. with seal attached. 6.26

211 "Livello di una casa di Milano spettante ad un beneficio laicale della Parrocchia di Mede". Cav 52.21

/ 732 giugno 9, Milano, parrocchia di San Nazario.

La casa situata in Porta Comasina,verso la Piazza del Castello, al n.2191, è stata lasciata per testamento da Gerolamo Casati alla Chiesa Parrocchiale di Mede, per celebrare tre messe la settimana per la sua anima. Notaio Giovanni Antonio Franzia, di Giulio Cesare, della Curia Arcivescovile di Milano.

122 Segue elenco delle opere e relative spese fatte dal capomastro Gerolamo Bemascone nella casa ritrovata 'in malissimo stato'.

[ Initù documenlaria, ce. 60 num. parz. orig. Inv.Ame.: Ms. 1803 6.27

212

"Nomina del prevosto della parrocchia di San Marziano fatta dai rispettivi compatroni tra i quali Giovanni Steffano Sangiuliani". Cav 52.22 - 1737 giugno 15 1737 agosto 7, Pavia, Palazzo Vescovi/e.

Atto di nomina e presentazione di Orazio Guizzardi dei conti di Mede a prevosto rettore della Chiesa Parrocchiale dei SS. Marziano e Martino di Mede, fatta dai

compatroni della detta Rettoria Prepositurale, tra i quali il conte Giovanni Steffano Sangiuliani, come figlio ed erede del fu Giuseppe. La rettoria era rimasta vacante alla morte del reverendo Alberto Bernardino Besozzi. L'atto è fatto alla presenza del Vicario Generale della Curia Vescovile di Pavia. Sottoscrive Melchiorre de Ho, notaio apostolico e cancelliere della Curia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 19 Inv. Ame.: Ms. 1804, Ms. with seal attached. 6.28

213 "il Conte Livio Antonio Sangiuliani nomina cappellano della Beata Vergine

Maria dell'Annunziata il nobile Orazio Guizzardi dei Conti di Mede". Cav 52.23

/ 740 ottobre 3, Pavia, Palazzo Vescovile.

Atto di elezione e nomina del Cappjellano del Beneficio Ecclesiastico istituito nella Cappella della Beata Vergine Maria della Annunziata e Santi Giovanni Battista, Antonio e Caterina, eretto nella Chiesa Parrocchiale di Mede. La nomina è fatta da Livio Antonio Sangiuliani, come tutore e curatore di suo nipote Giovanni Steffano Sangiuliani, del fu Giuseppe, patrono e avvocato di detta Cappellania, nella persona del Reverendo Orazio Guizzardi, prevosto di Mede In caso di rifiuto, la nomina andrebbe al Reverendo Giacomo Filippo Crosio, abitante in Mede. Notaio Lodovico Luca, fu Gerolamo, prevosto di San Michele di Pavia, notaio della Curia Vescovile. Copia semplice. l Inilà documentaria, ce. 20 Inv. Ame.: Ms. 1805, orig^ 6.29

123 214 "Beni del Marchese Visconti Scaramuccia". Cav 52.24 1761 novembre 20, Mede.

Libro figurato dei beni propn di SE. il marchese Melchiorre Visconti Scaramuccia di Milano, situati nel territorio di Mede Lomellina, alla Maina, al Piancone, alla Vignazza, alla strada vecchia di Valle. Contiene le mappe dei beni. Precede indice con numero della mappa, qualità dei terreni, la regione, la squadra, le pertiche, le giornate, il valor capitale. Le mappe sono opera di Adriano Zalio, misuratore e geometra pubblico piazzato di Quattordio in provincia di Alessandria, deliberatario per la misura generale di Mede, che ha 'fedelmente estratto' dal libro figurato del territorio di Mede, 'da me construtto', i beni appartenenti al marchese, su richiesta di Carlo Sturione come procuratore generale del marchese Scaramuccia. Copia semplice. Unità documentaria, ce. 18 Inv. Ame.: Ms. 1806, manuscript diagrams and plans. 6.30

215 "Patronato Sangiuliani". Cav 52.25 1854 ottobre. Mede.

Il Sindaco di Mede scrive al conte Sangiuliani a Milano, chiedendo la documentazione che legittima il diritto di eleggere il parroco della chiesa di Mede da parte dei Sangiuliani.

' Il Sangiuliani risponde di non aver compreso il vero senso della domanda' e prega il Sindaco di Mede di essere più esplicito. Unità documentaria, ce. 3 Inv. Ame.: Ms. 1807 6.31

216 "Ingresso del prevosto Don Felice Calvi". Cav 52.26 1874, Mede.

Sonetto e versi sciolti del Reverendo Francesco Rocchini in occasione dell'ingresso nella Chiesa Parrocchiale di Mede del nuovo prevosto Felice Calvi, inviati al conte Antonio Cavagna Sangiuliani, Via della Passione, Milano. Unità documentaria, ce. 6 Inv. Ame.: printed. 6.32

124 217 "Alberi genealogici della Famiglia Zaccaria". Cav 52.27 1902

Sono riportate, ad opera del Cavagna Sangiuliani, le discendenze della famiglia Zaccaria dal 1450 al 1659. Unità documentaria, celi Inv. Ante.: Ms. 180S, copy. 6.33

218 " Nuovo Campanile". Cav 52.28 - 1902 luglio 25 1902 agosto 5. Mede.

II prevosto di Mede don Siro Damiani invia al conte Antonio Cavagna Sangiuliani, alla Zelada di Bereguardo, l'invito rivolto ai Medesi per raccogliere le offerte per il nuovo campanile, in cui si cita l'incarico dato all'ing. Crescentino Caselli, professore di Belle Arti in Torino, per disegnare il nuovo campanile. Contiene inoltre una cartolina con il disegno della chiesa e del campanile e con gli auguri di Buon Onomastico f^er il conte. Unità documentaria, ce. 2 Inv. A me.: Printedfolder and post card. 6.34

219 " Inaugurazione del campanile". Cav. 52.29 1904 maggio 7, Mede.

Lettere del prevosto di Mede don Siro Damiani in cui chiede consiglio al conte Antonio Cavagna Sangiuliani sulla scritta da apporre alla base del nuovo campanile. Unità documentaria, ce. 2 lnv.Ame.:Ms. 1809 6.35

125

INDICE DELLE PERSONE E DEI LUOGHI

I numeri accanto ai lemma alle rimandano schede in cui è presente il nome.

Abbiategrassso 104 197 Besozzi Prospero, notaio Alciatì Franco, notaio 101,118,119,148,177,199 196 Bianca Maria Sforza Alemani Giuseppe 1,7,10,11,171 46 Biscossa Giò Bettino Alemanno Alessandro 45,63,85,86,94,98,106,117 70,141,149,152,154 Biscossa Paolo Annibaldi Zaccaria Margherita, de 45,85,133 61 Biscossi Antona Francesco Giacinto 4,62 193 Biscossi Paolo Battista Antonio dei Conti di Rovescala, notaio 86 39 Blasoni Scipione Arrighi Cesare 52,53 205 BofFalora, cascina Arrigo Carlo Giuseppe, notaio 36,99 201 Boggio Giò Batta, de Arrigoni Andrea, notaio 76 59 Boldoni Andrea, notaio Arrigoni Antonio Francesco, notaio 35,36,37,56 191,209 Bolognese Giulio Cesare Auregli Marco 69 117,118 Borgero Hippolito, notaio Avogadri Giovanna 113 196,206 Bottigella Andrea Avogadri Ulisse 80 33 Bottigella Giuseppe Baiardo Giuseppe, notaio 156,158,165 171 Bottigella Marziano Bassi Bartolomeo 67,68 34 Bottigella Nicola Bassi Pietro 62,67 163 Bottigella Stefano Battaglia, vigna 67,147 149 Brentano Beretta Baldassarre, notaio 4 38,41,64,67 Brianta Antonio Maria Beretta Giacomo 72,163

30,33,35,36,37,39,40,4 1,42,5 1 ,52,53,54, 56,59,67,95 Brizio Giò Giacomo Beretta Giulio Valerio, notaio 82 47 Brizzi Carlo Beretta Lorenzo 134 38 Brizzi Gerolamo Beretta Paolo 47,48,87,128,130,133,134 20 Brizzi Giò Marco Beretta Stefano 45,47,115 38 Brocchi no Giò Batta Bernardino 72,141 13 Buccino Bertoni Alberico 8

66 Buschi, li Besozzi Alberto Bernardino 72,75,142,146,156,161 191 Calvi Felice Besozzi Cesare 216

129 Campi Antonio 115 71 Chiappa del Rivazza, prato Campina 149 72 Chignolo Siro Gerolamo Campio Antonio 175 72 Chinelli Giò Maria, notaio Campo della Pizza 158 12 Chiroli Antonio Canarisi Antonio 54,55 153.160 Chiroli Battista Canarisi Francesco 54,55 153 Cicogna, contrada Canarisi Giò Andrea 43 160 Cinettis Giacomo, de Cane Gerolamo, notaio 186 43 Cipriano Cane Guglielmo, notaio 8 18,19 Clemente dei Conti di Mede, notaio Cappella Beata Vergine del Rosario 13,14,17,18,19,20 18 Coppa Antonio Francesco, notaio Carlo IV 73,155,163,193,194

1 Coppa Giovanni Battista, notaio Carlo V 133,137 1,26,27 Coppa Giuseppe, notaio Cassinetta, cascina 49,203 44,99,100 Corte Paolo Castellaro 20 35,111,125,134,177 Costa Giovanni Battista Castiglioni Donato 92 92 Costa, cascina Castiglioni Paolo Antonio 46,67,68

195 Cottoli i Bartolomeo, de Cattaneo Carlo Antonio, notaio 52 195 Croce Cesare, della Cavagna Sangiuliani Antonio 177 218,219 Crosio Carlo, agrimensore Cellanova Matteo, notaio 75,76,77,141,199,203 33 Crosio Cesare Cemo Agnesina 162 19,20 Crosio Francesco Cemo Armellina 72,141,143,201 17,20 Crosio Giacomo Filippo Cemo Catterina 213 19,20 Crosio Giuseppe Cemo Felicina 200 19 Curioni Gabriele, notaio Cemo Francesco 209 19,20,30,51 Damiani Siro, don Cemo Gerolama 218,219 30 Descalzi Gabriele Cemo Stefano 39 17 Diserto, al Cemo Zenobia 105 30 Dondeo Givanni Battista, notaio Cergnacchi Albino, notaio 124

130 Enrico I 49 1,26,102 Gatti Baldassarre Enriotti 73 62,117,184 Gatti Ferdinando Enriotti Bonifazio 63 106 Gatti Paolo Enriotto Francesco Gerolamo 198 125,126,128,131,151,152,154,157,158,159 Gattinara Carlo Ambrogio Fangacci Bernardo 49,109,113,150 33 Gattinara Giò Battista Fangacci Caterina 113 33 Gattinara Onorio Fantaguzzi Fabrizio 41,43 57 Gattinara Pietro Matteo, di Fantaguzzi Gerolamo 84 86 Genselmi Fasandi Matteo 9,62,88 34 Genselmi Camillo

Federico I 81 1,26,102 Genselmi Vincenzo

Federico II 81 1,26,102 Genselmo Terrario Giacomo 24 42,54,130 Genzani Filippo Maria, duca di Milano 4,209

1 Giacoboni Stefani no

Folperti Alessandro, notaio 95 30 Giovanni Antonio, conte di Nicorvo Formajo 8 4 Giovannola Carlo Angelo Fomari Francesco Pietro 106,107,108,117,132 97,101 Giovanoli Fomaroli Cesare, notaio 9,45,62,103,110,118,131,172 85 Giovanoli Bartolomeo Franceschini 44,66 9 Giovanoli Carlo Alberto

Francesco II, duca di Milano 45,125 23,171 Giovanoli Giacomo Filippo Frascarolo 192 40,41,43,54,55 Giovanoli Marco Aurelio Gabbe 48,89,93,98 72,152,155,163,203 Goffredo Gabiano Giò Paolo, notaio 102 99 Goido Galeazzo Maria, duca di Milano 119,132,148 1,7,10,11 Gorrano Ignazio Gallarati Gerolamo, notaio 100,118,119,132,148,167,172 102,111 Griffi, fratelli Gambarana 199 26,99 Guaschi Giò Giacomo, notaio Gambarana Ludovico, di 33 26 Guidone Gambarana Luigi 1,102 203 Guizzardi Garuo Pietro 4,9,62,117,131,167

131 Guizzardì Carlo Francesco 73,163 45 Maina, cascina Guizzardi Ciò Battista 214 87 Mairoli Cesare Guizzardi Gió Guglielmo 160 45,48 Malcantone Guizzardi Giovanni 103 32 Mantegazza Carlo, notaio Guizzardi Giulio 167 48 Mantegazza Ferdinando Guizzardi Leonardo 207,208 87 Mantovano Domenico Guizzardì Luca 75,208 44,45,59,106,125 Marciano Carlo Guizzardi Orazio 147 212,213 Marliano Imbonate Giovanni Ambrogio, notaio 86 168 Marziani Antonio, de

I snardi 77 4,9,62,117,172 Marziani Carlo Isnardi Gaspare Alessio 141 48,125,192,193 Marziani Giacomo Lambertenga, cascina 90 105,201,203 Marziani Giulio Lambertenghi Beretta Giacomo 141 68,70,109,113,168,185,187,188 Masinari Fabrizio Lambertenghi Francesco 141 150 Masinari Giulio Cesare Lambertenghi Giò Andrea 141,142 30,43,44,46,51,59,63,67,90,91,92,97,99 Masinaro Carlo Federico Lambertenghi Giò Giacomo 72 56,69,137,150 Massimiliano,imperatore Lambertenghi Livia 26,102 160 Mayno Gaspare, del Langosco 21,22,23,24 26 Molino della Folla Langosco Antonio 34 26 Monfredino, al Lissona Antonio, notaio 42 26 Monte, al Langosco Ottaviano 12 26 Montesegale Ludovico, di Lissona Antonio, notaio 26 66,68,85,87 Monti Simone, notaio Lomello 130 1,26,27 Morandi Agostino, notaio Luca Lodovico, notaio 138 213 Morazzi, fratelli Luccotti, fratelli 91 74 Morelli Luneri 86 131 Nebia Flaminio Luneri Giovanni Maria, capitano 80 14,15,93,116,179 Nibioli Giacomo, notaio Macagni Bernardo 41,44,54,55,63

132 Nicola Giò Batta 29 202 Rigola Giovanni Batta, notaio Nicola Pietro 200,212

202 Rivazza, prati della Olgiati 46 4,90,91,92,203 Rivezza fratelli Ongaresi Giacomo 39 52 Robba Giacomo Oppizzone Giuseppe Antonio, notaio 42 160 Robba Giovanni Stefano, notaio Palatini, conti 52,53,54 1,5,26,102 Rocca Bianca Panigatta Giulio Cesare, notaio 88 207 Rocchini Francesco Peceto Francesco 216 185,186,187 Rolina, alla Pecetto 72,91,92,104,142.162 151,193 Romagnano Giò Ignazio Perego Carlo Gerolamo 50 189 Ruffini

Perego Giacomo, notaio 1,8 IO Ruffmo Peregrini Gerolamo 1.12,102 133 Rusconi Bona Pergaglio Giò Matteo, notaio 30 36 Sacca Caterina Peschiera Luneri Giò 52 45,107,108,114 Sala Giovanni Piancone 18 214 Sala Giuseppe Pietà Boniforte 209 155 Sala Tommaso

Pionni Luigi, notaio 18 114 Sala, Agnesina delia Piotto Giò Batta 18 151 San Bernardino, via Poggio Gerolamo 105 88 San Marziano e San Martino, chiesa Porcherio Giò Giacomo 1,4,18,60,177,184,212 137 San Rocco Prato Belardo 105 41 Sangiuliani Prato Brolio 14,20,49,50,60,105,119.150,152,154,168,216 42 Sangiuliani Filippo Maria Precivai le Lampugnani Giò 198 196 Sangiuliani Francesco Prina Carlo, notaio 153,159,175,186 186 Sangiuliani Giovanni Steffano Prina Giovanni Antonio, notaio 60,70,71,72,73,77,141,142,143,144,146,147,149.153. 159 155,156,157,158,159,161,162,163, Proti Giuseppe 165,175,185,186,187,197,198,200, 144 201,202,205,212,213 Proti Magdalena Sangiuliani Giuseppe 144 49,74,75,76.101.104,113,151,189,190,194,195,196.

Pusterla Guglielmo, notaio 1 98. 1 99.203.204,207,208.209,2 1 2

133 Sangiuliani Livio Antonio 167 197,198,213 Trovati Carlo Bernardino, notaio Santa Onorata 129

1 57, 1 75 Vaccaroni Giò Marco Sartirana 141 43 Valmacchini Benedetto Sartirana, conte di 141 50 Vassali Angelo Giovanni, notaio Sartirana, roggia 21 43,44,49,50 Vassalli Antonio, notaio Scarioni Beltrame 22 70 Vecchi Nicolao, de Scarioni Carlo 12 152 Vercesio Giuseppe Scutta Agnesina 104,141,142 149 Vignazza, alla Semiana 214 8 Villa de Biscossi Sesti Agostino, notaio 44 81,82,156 Visconti Scaramuccia Melchiorre Sesti Antonio Francesco, notaio 214 131,143,144,146,147,151,157,160,161,162,167 Volpe Giò Giacomo, detto Vulpedius Sesti Giovanni, notaio 157,162 45,89,90,91,92,95,98,119 Zaccaria Annibale Sesti Marziano 21 97,175 Zaccaria Arcangela Sesti Pietro, notaio 14,15,116,179 100,118 Zaccaria Belisario Sevarè Carlo Giuseppe 87,89,93,170 75 Zaccaria Carlo Sisti Bernardino 47,48,111,115,124,125,126,127,128,129,130,

141,143 1 34, 1 76, 1 79, 1 9 1 ,205,206,207,208,209 Sozzi Alessandro Zaccaria Carlo Antonio

161 48,60, 1 24, 1 69, 1 77, 1 79, 1 92, 1 95, 1 96, 1 97, 1 98,204,2 1 Stampa Paolo, notaio Zaccaria Cipriano 116 10

Storgi Cattarina Zaccaria Emanuele 41 20,61,64,66,81,82 Terzaghi Vincenzo Zaccaria Franco Gerolamo 154,194 47,114,123,129,130,134,170,179,210 Tibaldi Pietro Angelo Zaccaria Luneri 58 61,64,87 Toppa Pompeo Zaccaria Raffaele 99,100 11,179 Torre nella Lomellina Zaccaria Riccardo 40 84,169 Torriani Paolo, notaio Zaccaria, famiglia 51 9,14,16,25,26,29,62,96,103,112,116,117,120,121, Torti Rainiero 138,166,167,171,172,173,174,178,180,182,183, 42 184,217 Tortorolo Zalio Adriano 44 214 Trabucchi Giovanni, notaio Zucchetta 93 105 Trivulzi Antonio Teodoro

134 BIBLIOGRAFIA

La Biblioteca Cavagna Sangiuliani in Zelata, in alcuni cataloghi pubblicati dal conte Antonio Cavagna Sangiuliani, note di Luigi Cesare Bollea, in "Rivista Storica Italiana", voi. XXXIV, fase. I, 1909

In memoria del Conte Antonio Cavagna Sangiulianidi Gualdana nel primo anniversario della sua morte, a cura di Luigi Cesare BoIIea, Rossetti, Pavia, 1914

Note bibliografiche e genealogiche della nobile famiglia Cavagna Sangiuliani e Cavagna di Voghera, estratto da "Calendario d'oro 1900", a cura dell'Istituto Araldico Italiano, Roma, 1901

- Bollettino della Società Pavese di Stona Patria, Pavia, 1913, pp. 231 233, 1927, 1990 - pp. 259 262.

La Provincia Pavese, Pavia, 1913, 6, 7, 8 aprile, 5,6 maggio, 2 agosto

Per così piantar col tempo la sua picciol libreria 1887 - 1897, Logos International,

Pavia, 1 897

CAVAGNA SANGIULIANI Antonio, Mede, i suoi conti e i Sangiuliani, Rossetti,Pavia, 1904

CAVAGNA SANGIULIANI Antonio, Regesti di carte storiche lombarde, voi. I, Carte Pavesi, Pavia, 1906- 1908

Progetto per le opere di conservazione ed allestimento del Castello Sangiuliam, nuova sede della Biblioteca e dei Musei Civici, a cura dello studio ass. arch. L. Bemi e A. Leroy, Mede, 1997

Stona di Pavia. Pavia, 1987 - 1992

1991 La Lomellma, i castelli e le opere d'arte, a cura di M. Cantella e R. Di Bari, Pavia,

Cartario di Vigevano e del suo Contado, a cura di Alessandro Colombo, Torino, 1933

ZUCCHl Mario, Lomello, Torino, 1903

MANGIAROTTI E. - CASONE G., Mede città. Mede, 1988

135

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Cartolina con il disegno della Chiesa Parrocchiale e del nuovo campanile di Mede inviata al Conte Cavagna Sangiuliani dal parroco don Siro Damiani.

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Lettera, in data 7 maggio 1904, del prevosto di Mede don Siro Damiani in cui chiede al Conte Antonio un consiglio sulla scntta da apporre alla base del nuovo campanile della Chiesa Parrocchiale. 139

APPENDICI

1 Genealogia dei conti di Mede

scheda n. 9

143

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Genealogia dei conti Cavagna di Gualdana

tratta da In memoria del conte Antonio ( avagna Sanamilani di Gualdana nel primo anniversario della sua a cura di morte, Luigi Cesare Bollea, Rossetti, Pavia, 1914

147

[ CONTI CAVAGNA DI GUALDANA TAVOLA >

•p. I» lobila Ai^iaua llnnifMii di Pkvu 1400-1434 t&Kntto mI1'CI«ic« (te iwbih I. U aob. AatouB D* Cium

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1

3 I marchesi Malaspina ed il loro riattacco con i conti Sangiuliani di Balbiano e con i conti Cavagna di Gualadana

tratta da /// memoria del conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana nel primo anniversario della sua morte, a cura di Luigi Cesare Bollea, Rossetti, Pavia, 1914

151

TAVOIM //•

I marchesi Malaspina ed il loro riattacco con i conti Sangiuliani di Balbiano © con i conti Cavagna di Gualdana

Obarto I coat* d: Laiu kl »ftO, «wokM* d«Ut UganM UnMUl* (MO-97n • Mi 045, I di SffwWw ki uapi It n B«nudo. .1

Oktrto II I (971), wniiM* d*lU Lifuru OiMBihb t d»lU Lt<«n* Unfntel* (971-1014) (971-1000; . B«lMds, f. di Bisnkdo aoBU di Pìmmbm vmw U 96(i

I I

Adalbtfto H B«rTa I Ai» A4«lb«rt« t Uso 1 il Scaltr* Obwig IH Birti I • Or. w. BArobAM dalla dai'a dalU Lwun» (1000- IOS4: l'joa, Lif«na narcliftrcbM* d«U» Li^ru aurobaa* Li^vjia ip. l^COtB« ooo^ntata pari» lalk C«rtica aut 8*- Or. (lOlO-lOas circa) (1010-1006) • O. (1010- lObO ouM) caaaa a Ittm lOM. di f. 1 d- luiia. emù 1 di I kmb«n Pkll«vici»«, S)i Ad*lwd*, PiMMtttB, Milaao, «p. Gui* ____ ,• Qnw < Carkiabd. obU di BrMcu. f. d^ «MtW I oarabM: d' Eata. OiJbarta, ea«U di Lupi, &ipr«cdo. { i n d'Hasuvw, par Bw«mo (M»rt» Mino I

I di di di brwt doohi di 1 Btrekw Kmw. Pveù, «aMpe (»,,. jotìO miort ip. (ìaitMno 1 nati d ì i di L>i»ar*o, di O** ; fiudiu C*

AMMrto U, w. ÀdaUida, f.

IR f Mlzn (t, ir>Mp«ta, il riT. "-""— JTaiMpiiM, 1000 • lUi. . 1143, arohaa»; ap. Piaau. ia odio al fr«taUe iMtua U a j

1 d'Italia, d'onda Tana liu, n». 1108,

I I I di Obin* IV 1111 Ifalaapiaa 6«glWm« I di Ualatpiu Mtrvftllo I *ÌT. • Liae 1144 (cafmUpita dal nr. ILM [oapoatipiU dal di UalaMpiaa daU» dall» nno Spim S^eeo] r»Ba Ap*»o /lorUo] |

U ^'. Itomi* Ottani Ofeizzs III, Itao (AIMrlo DI AddtM* vi*. 11C6 a :iM n. a« Ileo foraa fp »p. Oii^fliaitto U Jan . av. laos di Tortona eoo Majra di Taaaaau. wawtaaa di Vaaa

IH Obin* IV, F. 1187 • 1007 Alberto ; . 1 9: forw t,f. llBl Obit» IV Camdo I Qbìk *p- a*. av. tanrr *iT. Ti», i2oa •I IIHT; u» " IMI I Uoafamu . Obmln» t Alberto tu, 'nwcapw TiaocBla—XBla ddi PlM foraa nal va^aalai ap. Baatnua ooaMar. dal 1197 ObliilM Ji MonfarraU MB t aifBOri di r«i parìa DatU; fiuflWtM II 11» Ctmda I, eA*t*ta, n*. IIHS- OblZlO ti*. 190» Cartum, *«acoTo di Lu&i n. m; ap. . ubo, 1164 196 r. i\ Padarics II ;Mp«r»wra. (iafto-ia70)

S oiwè di Vai dt Trabbia . _-»_t Mala«ptM dal x%mo dallo gjttwa w», di MolaaM &al Iw^ IM- XTV), di Gi«*M»lU (••t- a¥J. XTV^ (««ub UH), a Parva. I di Villa/t«aaa eoa ruai < KodaM

sanbaaa ttiurdt, mareitaaa di Vameola a di Ptriataao ; Ukwit IV. laarohaaa BtnwM, manto di Onbitoaa d' Eata. FrtnMKO. «archaaa d'Olivula.

AtnllM t, «arekaaa (la. dopo il 1819) I BMnkMi di Pilatuar* (aaunci luna dal Mi 1787) , di CaaUf Tamara, Troaokotw a PlaMaaaaa. Fadahc* * Vaivarda, Ailtlin* Il Obli» V lUpteno Malfmla iMttl i arehaaa (m. ISW) dal di Oraoala Sf dai laarciMi taarcliaaa di 3 Harfanl ; {aa*. prima 1787); lUfit» dai Birckwi di Haj oapeatipitA di a di Fabbrica, aoooia riTanti «al IS6A. •ac. XJT Piau««*Ti>a ri*, aaoota sai IMO I MalaajiiBa di Ptaoi obaai di Varai, A v CabriaU » fialeotta apparMioa l'abaw Pabrla itacchaaa <1alla raacova dt Luni Luaifiaua Borto Eal ISftS laaciaodo ai

. . IMI • Uaba.'d» ifeb diacaodanu aaL «i

Odatti diI Mart»r*DfoMaro fiabrì4la HI SplnttU II nlUni ar«ti. mart« aau qaaii aaiU Laaifiaua a LoMbanlt • mata di Or**iMa. laarthwa.

AaUnift Alberico, iaa.-«iaaa di TwdiaoTo. Maaaa, Urac«ola. Olivcla a naIU r.wi> if ana; Barite di 0>o*isaa dai BaR

fiabrfola IV. >iareka«a di OiìnU Lazzar* Slacomo I. narctaaaa di Kaaaa a Canm a di PnarliAo««>r«towa. di di*i««M Barabaaa di Ora^Dola a aifwva di Saanaavuo oalU LobmUìm, tp. Taddaa Pleo ani fratall» OiaaaaM a di (IT «a*. 1474) dalla Hinodola, arada dal fawia di 8aaldawla. parmato' oal b*Hllo 7 I Barataai di Orw*^ aoL Mi Mo. Zvu. Fraocoteo I, natckaM di Saauaaan, Maaaa a Oarrv» nfmora di 8aalda*)U (». 1480). «ac^ilMM di (m. ISl»).

LoMvIoo Rkelar^a, aba paatO «alla Ca* Crbo la b eoa H*na Taraaa, (IW) I •ifBora di SoaldMola. qoala apaaaa d«nb*aM di IUm* • di Scfti'lMola * narakaaa li SaoBumm: di CraaW m d' EaU dMia di Mudava. Ottaviano I, a<(Bora n>o(lla

. di •p. Oiolia Bm«o, aoralla di Basata |p*aoaaoaU FraMia.

fiUcomo II larcbaaa ii Fa*diBO*e, uba

nal fando di Qr«f«ola } Bai 181»,

Panari à\ San&aaaarti a di Farrara. Alaramo, ooa/awlatarui di Saa&aMain 1 dj filaMbattttta I, Bartàaaa iicaora 1 Ora(Bcla di a di Farrv (E. 1838 B. 1871J. ^COlO lU, ooa/«u flanaaiTO FraMOM* V FrmMMMO VI, oo«/aadat»no di Siuwaaaaro a di Parrà pravoaio dalla Cauadnla a vioaho «a- oarala dalla Diaoaai di Pavia (b. 1714)

Anaa Halaiptaa ap. !> Ufi* laMloltaol Ertoto IV Airtoi b«ci AzioHao m AabrMo V. aarabaaa di tmàxmro. conta il Balbiaat 3) »taaa«a TUom* oal ornala m filaatbatUata H di d a^iaaa il marabMa I dai canti CaTVfflui Agogna. tfaprv rvaa (adatto (a. l«97, B. t7«4) (Uvtofpo AibortM Barobaaa d< Faadioom FnCKOOCO wata di Balbiano |VT«raatora di >'a' SanglallaitJ, (a. 17W. B. dopo ti 1800). a tifaan di Vada. (tìt. 1781). Fr«aoMO« VI I . . Maa ci Saoaaaaaro ' I a njpMn di Ftmr». I BaAbaaa di Poidin Careltaa Aataa**, mono awM nitrii a ra^ii^ adotta» B. ISA' |B. 17W, it Barena Eanoa dal oobU Antonio Cavagna Saaptiliaai Lulal. (a. Par» 17&4, m. IS8 n Raaini dai Coati il Caataloorat roadatora dal Koaaa oìtìoo WalMr d'Aland tp. 1). Tonai dai di Bannoa a dai pnacipi di Si di Patia, iltimo dai aarabaai < I atfBon did ••da»» < —re^•aabaat PoadiAovo luiM Ma«ru.o: 3) Caml-aa Fi«>Oar. fv* Vittori* a**** avi (a. 1819. ip ac. oobila Faaiai di Kilaac, dal qnal* » fa*ora di ttalaapiaa '' fitaatUO Stafao* Torqoatu rr. ... «.-... ,. i:_.. »j. ..-r. dai oo«u Ptaaeaaokì Qallatti. _ ai..—-eenia G Bawau Caragi Cavagna corifa di fiualdana k lig-.i* Ida, ap.

di s a 1884; la aob. Ida Fattini I I Ai* Battiata. ooaU Ooaldaoa 1814. ap, IV Jlifli ElOIM AiteilM AIfMiao I aai dal Aau» a. a. I . d. a. adonaa. 18M enwaaruoao 1648 t. 1844 IMA, ap. 1H4A oaUba Antonio c*.tt« 0-aldaa., 1848, Cavagna Saiigialianl, nob. Baauva Da Vaoooi. caliba gik DI. AuraAurora da» VI*, lane anaau dica- ap Ptliapo dai Smc^a-ii' »«« dt haltiai-. • an«ora di Mad«. b. 191S. Sp 1) i*. laOC oal 1906. Barrhi Qna. Fallarla nolla BarubaaiTom- abba Mari» di Tomsiaao OrooB. ^ eui ooa ftcli , 2) Oraaig^la, aipota naarva dal giaiu, "taputata 1 " _ .^ al Parlasantn. I liba) TI*. 1K« Laiaa. a- iM» Aatonla. a. 1801 SMtoapploi a. IBM. I dott. Caaara p itob dot Cacar pn>r Lwgi Murila. Tiaconu. BoUoa.

4 Le di opere Antonio Cavagna Sangiuliani

Elenco dei principali lavori di archeologia, arte e storia.

155

L 'agricoltura in rapporto ali 'economia politica ed alla proprietà, Milano, Tipografia Agnelli, 1861

Dell 'Abazia di San Alberto di fìutrio e del Monastero di S. Maria della Pietà detto il Rosario, in Voghera, Milano, Tipografia Agnelli, 1865

// Portico di San Celso in Milano. Breve dissertazione, con un'appendice che contiene

di Giunte d'Antichità 1 una 'Proposta ', Milano, Tipografia Agnelli, 865

Margherita ed Emanuele Filiberto di Savoia, Milano, Tipografia Letteraria, 1869

// Palazzo del Broletto in Milano e i Conti dal Verme, in 'Il pungolo', Milano, aprile 1869

Studi Storici, Milano, Tipografia Letteraria, 1 870

Cenni storici e topografici sopra Torino, Milano, Tipografia Vallardi, 1 871

Carta antica della Campagna Soprana Pavese, stralciata da quella del Principato di Pavia, dedicata da Lodovico Corte, fatta intagliare da Ottavio Badalla, incisa da Giacomo Cotta, Bergomense, nel 1614 e fatta riprodurre dal Conte Antonio Cavagna Sangiuliani, , 1 888

La ferrovia da Pavia a Gallarate e la strada provinciale da Bereguardo a Binasco,

Casorate Primo, Tipografia Rossi, 1 888

L 'Agro Vogherese. Memorie sparse di Storia Patria, 4 voli., Casorate Primo, Tipografia Rossi, 1890- 1908

Notizie storiche e topografiche di Soriasco e del suo territorio, Casorate Primo,

Tipografia Rossi, 1 890

// Castello e gli statuti di Stefanago con notizie sulla famiglia Corti, Casorate Primo, Tipografia Rossi, 1891

La Chiesa di San Marcello in Montalino, Pavia, Tipografia del Corriere Ticinese, 1 893

fase. I La Basilica di San Marcello in Montalino^ in 'Bollettino Storico Pavese', anno I, , Pavia, Fusi, 1893

157 / resti delle facciate delle basiliche di Santo Stefano e di Santa Maria del Popolo, in 'Corriere Ticinese', anno IX, 30-31 agosto, 1893

Im Fortezza di Mortara durante il secolo XVII e i primi anni del secolo XVIII, con ' tavole ed una pianta topografica antica inedita della Fortezza di Mortara, in Memorie Mortaresi', Pavia, Fusi, 1904

// legato Reale, in 'Corriere Ticinese', anno 1894, 12-13 novembre

' Voghera, Stradella e circondano, in Le Cento Città d'Italia', supplemento mensile illustrato del Secolo, serie Vili, dispensa 89, Milano, 1894

Una donazione del II 32 a favore dell'ospedale di Santa Maria di Betlem in Borgo Ticino di Pavia, Pavia, Fusi, 1 894

// Museo Civico di Stona Patria di Pavia nell 'anno 1894, relazione come presidente della Commissione Conservatrice, Pavia, 1 895

Le fortificazioni spagnole di Pavia, in 'Corriere Ticinese', Pavia, 1 896, anno XIII, n. 74

' La Congregazione di sant 'Ambrogio a Pavia, in Corriere Ticinese', Pavia, 22 aprile 1897,annoXIII,n.50

Gli avanzi della Chiesa primitiva di San Pietro in Vincoli di Pavia poi detta di San Sebastiano, in 'Corriere Ticinese, Pavia, aprile 1897, anno XIII, n. 48

Guida del Famedio nel Cimitero Monumentale di Pavia, in collaborazione con Carlo Dell'Acqua, Pavia, 1897

Albero genealogico della famiglia Cavagna di Voghera e di Pavia, in 'Calendario d'oro', annuario nobiliare-diplomatico-araldico, Roma, 1900

San Zaccaria nella Valle dell'Ardivesta e la sua Pieve, in 'Bollettino della Società

Pavese di Storia Patria', anno I, fase. II, giugno 1901

// tempietto di San Fedelino sul lago di Mezzola, Pavia, Fusi, 1902

Lotta tra il Comune di Montesegale e i Marchesi Malspina nel XVI secolo, in 'Bollettino - della Società Pavese di Storia Patria', anno II, fase. Ili IV, 1902

158 Antica e nobile Famiglia Cavagna, Cavagnis di Voghera e di Pavia, Roma, Casa editrice del Patriziato, 1903

// Castello di Ixirdirago, in 'Bollettino della Società Pavese di Storia Patria', anno Ili, fase. III-IV, 1903

Pavia, i nostri monumenti, in 'Gazzetta di Pavia', n. 16 di aprile e n. 18 di maggio 1903

' L 'oratorio di San Martino in Culminare nel Varesotto, in Arte e Storia', n. 16, Firenze, 1903

// Ponte coperto sul Ticino, in 'Gazzetta di Pavia', n. 9, n. 11, 1903 e n. 13, 1904

Come si fanno le guide in Italia e come si tratta Pavia, in 'Gazzetta di Pavia', n. 40, 1903

Per la cripta di San Eusebio, in 'Gazzetta di Pavia', n. 16, 1904

Pel castello visconteo. (In Pavia), in 'Gazzetta di Pavia', n. 16, 1904

Per l'integrità del Collegio Ghislieri, in 'Gazzetta di Pavia', n. 13 e n. 24, 1905

Le chiese e il chiosco di Piona, in 'Rivista archeologica della provincia e antica Diocesi di Como', Fase. 50, 1905

Pel nuovo elenco degli edifici monumentali della Provincia di Pavia, note e proposte, Pavia, Fusi, 1905

Gli statuti di Dervio e Corenno. Nota relativa ai paratici, in 'Rivista di scienze storiche', anno II, n. 5, 1905

' Per lafacciata del Duomo di Milano, in Gazzetta di Pavia', n. 43, 1905 l/n reliquario di Piona, in 'Provincia di Como', 9 giugno 1905

Antichi ricordi marmorei di professori dell'Ateneo Pavese, in 'Emporium', novembre 1905

- Regesti di carte storiche lombarde, voli. 2, Pavia, Fusi, 1906 1908

Cecima. La storia. Gli Statuti, Pavia, Rossetti, 1906

159 // restauro della basilica di San Teodoro in Pavia, Pavia, 1906

Im Zelada e di due palazzi Cavagna Sangiuliani, in 'Ville e Castelli d'Italia', Milano, - Menotti Bassani, 1 906

Fra colli e valli nel vogherese, Milano, G. Modiano, 1906

Ancora una volta per il riordinamento del Museo Civico di Storia Patria, in 'Gazzetta di Pavia', n. 23 e n. 25, 1906

Manoscritti riguardanti la Storia Nobiliare Italiana della Biblioteca Cavagna Sangiuliani in Zelada, Roma, Collegio Araldico, 1907

- Statuti italiani riuniti ed indicati, A M, due voli., Pavia, Fusi, 1907

L 'affresco della chiesa di S. Agata in Monte a Pavia, Pavia, Fusi, 1907

L 'oratorio del lago dei Porzii e il priorato cluniacense di S. Maiolo di Pavia, Pavia, Fusi, 1907

L 'elenco dei monumenti della Provincia di Pavia pei circondarti di Voghera, Bobbio e A/ortora, Pavia, Fusi, 1907

L 'abbazia di Morimondo nella storia e nell 'arte, Roma, Poligrafica, 1909

L 'ordine di Malta in Voghera, Roma, 1910

Importanti scoperte nell 'antico palazzo del Comune di Pavia, Pavia, Rossetti, 1910

Documenti vogheresi dell'Archivio di Stato di Milano, XLVII voi. della Biblioteca Storica Subalpina, 1910

Ixi vendita della cittadella di Pavia nel 1447 provata da un documento inedito, Pavia, Fusi, 1910.

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