Da Monte Mario a Prima Porta

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Da Monte Mario a Prima Porta Itinerario del Lazio etrusco Da Monte Mario a Prima Porta La partenza è da uno dei cuori di Roma. Il balcone panoramico di Monte Mario, al termine della stradina che si arrampica dalla via Trionfale fino al noto bar-ristorante Lo Zodiaco, offre una vista sulla città eterna che spazia dai palazzi del quartiere Prati ai Colli Albani, con l’ampio corso del Tevere come unica pausa nella fitta scansione di edifici che ha colmato la piana alluvionale del fiume. Bastano pochi passi a piedi nel parco sottostante, però, per allargare la visuale dalla silhouette dei Prenestini al cupolone di San Pietro. E qui, nel verde già sorprendente della riserva di Monte Mario, possiamo davvero dare inizio a questo viaggio di scoperta tra la natura protetta del Lazio: da Roma, appunto, fino ai confini con la Toscana e l’Umbria. Nonostante il nome, l’altura più nota della città misura appena 139 metri di quota. Da alcuni anni è tutelata dalla riserva naturale di Monte Mario, duecento ettari dove la macchia mediterranea ha dovuto fare i conti, nel corso dei secoli, con numerose specie introdotte dall’uomo. La boscaglia risultante è una distesa di lecci, sughere, aceri, carpini, macchie di cisti e cornioli ma anche pini, alberi di Giuda, ginestre, cipressi. Questi ultimi li cantò anche il Carducci, che li vide in occasione di una visita alla Capitale: “Solenni in vetta a Monte Mario stanno / nel luminoso cheto aere i cipressi / e scorrer muto per i grigi campi / mirano il Tebro, / mirano al basso nel silenzio di Roma / stendersi e, in atto di pastore gigante / su grande armento vigile, davanti / sorger San Pietro”. 15 Itinerario del Lazio etrusco Monte Mario Prima Porta veduta della cupola di San Pietro dalla Riserva di Monte Mario Invisibili da quassù a parte la vicina e quattrocentesca Villa Mellini, nel verde della riserva sorgono diverse sontuose residenze appartenute a nobili famiglie nei secoli passati. Con le sue piccole cupole argentate che dominano il verde della collina, Villa Mellini ospita attualmente l’Osservatorio Astronomico. Oltre a un telescopio fisso alto 34 metri, l’osservatorio contiene una biblioteca di oltre 20.000 volumi tra cui preziosi testi astronomici antichi: è inoltre sede del Museo Astronomico e Copernicano. Numerose le osservazioni di grande interesse fatte proprio qui, ma tutte risalenti al passato: oggi l’attività scientifica è stata quasi del tutto trasferita alle sezioni di Monte Porzio Catone, ai Castelli Romani, e di Campo Imperatore sul Gran Sasso. L’ottocentesca Villa Mazzanti, realizzata in stile neo-rinascimentale, ospita la direzione di RomaNatura e vi si accede da via Gomenizza. Ma la più preziosa di tutte è Villa Madama, progettata da Raffaello. Sede di rappresentanza del ministero degli Affari esteri, per visitarla occorre un’autorizzazione speciale: conviene allora approfittare delle visite guidate organizzate periodicamente da RomaNatura e dalle associazioni culturali. Il capolavoro di Raffaello Fu l’artista urbinate a progettare Villa Madama, nel 1516-17, su incarico di papa Leone X e sotto la guida del potente cardinale Giulio de’ Medici. Nel settore centrale della riserva di Monte Mario, la villa è considerata tra le prove più alte di Raffaello architetto. Dopo la sua morte i lavori vennero proseguiti da Giulio Romano e quindi Antonio da Sangallo il Giovane, ma rimase incompiuta e con la sola metà settentrionale realizzata, tra cui un’elegante loggia a tre campate ornata di stucchi, grottesche e dipinti. 16 Itinerario del Lazio etrusco Monte Mario Prima Porta Lasciati il belvedere dell’Osservatorio e il casale Mellini, passando sotto l’arco si prende la via Trionfale che rappresenta il confine ovest della riserva. Il verde sulla destra è prima quello del parco della Vittoria, area pubblica assai frequentata dai residenti del quartiere, e poi quello del grande parco di Villa Stuart, oggi casa di cura di lusso. Lungo via della Camilluccia si supera l’istituto Don Orione e in piazza Walter Rossi si gira a sinistra per andare a riprendere la Trionfale. Dove la via si fa più larga, affacciandosi a una balaustra si può ammirare il fontanile di Pio IX, fatto erigere dal pontefice nel 1866 a favore degli abitanti dell’allora borgata. Superato il Forte Trionfale, ci avviamo verso un’altra delle quattordici riserve naturali che assegnano a Roma un primato meno noto di altri: quello delle oasi protette entro il perimetro urbano. Per imboccare l’accesso più comodo alla splendida riserva dell’Insugherata, però, occorre molta attenzione a lasciare la via Trionfale all’altezza di via Giovanni Della Casa, una traversa sulla destra assolutamente non segnalata che porta a via Castagnola, da seguire sulla sinistra fino a uno slargo dove si parcheggia per seguire il sentiero per l’Insugherata. Si tratta di circa settecento ettari miracolosamente scampati all’edificazione intorno al fosso dell’Acqua Traversa, che formano un cuneo verde che s’insinua tra la consolare Cassia e la via Trionfale a partire dalla via Cortina d’Ampezzo. Una facile passeggiata fino al fondovalle vi regalerà scorci verdeggianti da Campagna Romana, e con un po’ di fortuna l’incontro con alcune delle numerose specie animali che caratte- rizzano la biodiversità dell’Insugherata, o almeno un loro segno 17 Itinerario del Lazio etrusco Monte Mario Prima Porta di presenza: l’aculeo di un’istrice, l’impronta del tasso, una chela dell’esigentissimo granchio di fiume che vive solo in acque pulite e limpide. Tornati sulla via Trionfale, costeggiando il confine ovest della riserva dell’Insugherata e a tratti fra filari di bellissime sughere, si supera il Grande Raccordo Anulare ormai sempre più spesso scavalcato dall’espansione degli insediamenti residenziali periferici. Prima di arrivare alla Cassia, l’itinerario svolta a destra ad attraversare il quartiere nuovo di via Tagliaferri. Quindi si giunge alla consolare che si attraversa, seguendo via della Giustiniana (freccia per il parco di Veio) che serpeggia tra una campagna già vera, libera dal cemento, insomma poco Paesaggio della Riserva Naturale dell'Insugherata 18 Itinerario del Lazio etrusco Monte Mario Prima Porta antropizzata a parte alcuni centri ippici e ristoranti. Qui abbiamo fatto il nostro ingresso nel parco di Veio, il quinto nel Lazio in ordine di esten- sione ma il più prossimo a Roma. In un fondovalle si raggiunge la Cassia bis o Veientana, e la si supera per un sottopasso accanto all’ingresso di un campeggio, quindi si risale lungo il versante opposto coi tagli nel tufo ben evidenti al lato della strada. Di nuovo tra i campi la via adesso prosegue in direzione della Flaminia, con i monti Lucretili sullo sfon- do e le piramidi inconfondi- bili del Gennaro e del Morra. Superata la via della Riserva di Livia si scende in un altro fondovalle, superando un fosso più evidente, un secondo fosso e si è alla stazione ferroviaria di La Celsa. Poco più avanti, a un bivio a sinistra si è alla Villa di Livia. Recintata, sul fianco di una collina attrezzata a verde pubblico con punto giochi per bambini, area cani, panchine e sentieri, è visitabile nei fine-settimana e ad orari stabiliti. Un’oasi di silenzio e di verde nel caos di Prima Porta. La villa di Livia a Prima Porta A Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto, era dedicata una delle ville extraurbane più sontuose eretta intorno al 30 a.C. Presenta una struttura a terrazze sostenuta da muri in opus reticulatum, sotto la quale si celava un ambiente sotter- raneo rinvenuto dagli archeologici solo a metà Ottocento. Le sue pareti erano interamente affrescate con motivi che riproducevano un fresco e lussureggiante giardino incolto con alberi da frutto, uccelli, cespugli e fiori ritratti sullo sfondo di un cielo turchese. Staccate nel 1951 a scopo conservativo, oggi le pitture sono esposte al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo a Roma. 19 The Itinerary of Etruscan Lazio From Monte Mario to Prima Porta The itinerary starts from the Monte Mario nature reserve, one of the panoramic terraces of Rome. It offers a view of the eternal city sweeping from the buildings of the Prati district to the Colli Albani, with the wide river bed of the Tiber River being the only break in the conglomeration of buildings which has filled the flood plain of the river. From here your view ranges from the park below to the silhouette of the Prenestini hills and Saint Peter’s dome in the distance. Monte Mario is only 139 meters above sea Complesso archeologico level. It is now protected by the Monte Mario della Villa di Livia reserve, two hundred hectares where the Mediterranean scrub over the centuries has had to compete against numerous species introduced by man. The resulting woods are composed of holm-oaks, cork oaks, maples, hornbeams, thickets of rock roses and cornelian cherry trees along with pine trees, Judas trees, broom, and cypress trees. Within the reserve there are several noble villas such as the nearby 14th century Villa Mellini, which currently houses the Astronomic Observatory. The 18th century Villa Mazzanti, built in the neo-Renaissance style, houses the headquarters of RomaNatura, the regional body that manages the reserves. The most outstanding of all the villas however is Villa Madama, designed by Raphael. It is the representative headquarters of the Ministry of Foreign Affairs. Special authorization is needed to be able to visit it so it is a good idea to take advantage of the guided tours organized periodically by RomaNatura and cultural associations. After the archway we get back onto Via Trionfale. After the Istituto Don Orione and the Forte Trionfale turn right onto Via Giovanni Della Casa and Via Castagnola to reach the splendid Insugherata reserve, one of the most beautiful reserves in the city.
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