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CineforumFEST 2011 2012

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FILMTHERAPY 2 novembre 2011 THE TREE OF LIFE

Imbattersi in un film di Terence Malick può essere un'esperienza tanto emozionante quanto inaccessibile: nel suo modo di raccontare la realtà, scopriamo infatti un approccio cinematografico spesso visionario, frutto di una ricerca esistenziale tortuosa ed ermetica quando si tratta di affrontare le dinamiche umane. Un processo stilistico di sicuro non scontato, a suo modo rivoluzionario, che può soddisfare o meno lo spettatore ma che di sicuro non lascia indifferenti. Malick dopo quasi quarant'anni di carriera porta al Festival di Cannes 2011 la sua quinta pellicola: di certo un regista non prolifico, famoso per la sua definizione quasi ossessiva di ogni singola inquadratura, qui nel difficile compito di indagare i temi universali a lui più cari che ritroviamo costantemente: la Vita e la Morte. The Tree of Life è ambientato in Texas negli anni '50, in quell'angolo d'America dove le case sono Trama: Jack é un ragazzino di undici anni cresciuto impeccabili e i giardini sempre verdi, perfetti per con i suoi genitori ed altri due fratelli. Jack affronta la vita seguendo l'esempio e gli insegnamenti di rinchiudere l'apparente serenità delle famiglie. La entrambi i genitori, anche se le parole del padre, che pellicola si apre con un lutto, la morte di un figlio, un gli dice di mettere se stesso davanti a tutto, gli evento inaspettato che fa crollare l'equilibro della sembrano in quel momento troppo dure. Quando crescendo, però, si ammala diventando gracile famiglia O' Brien. A ritroso nel tempo, scopriamo la fisicamente e messo a dura prova dalla sua esistenza, vita della famiglia e i personaggi che la compongono: inizia a capire cosa realmente volesse dire il padre... il sig. O'Brien, un uomo duro e frustrato a causa dei

Cast: , , Fiona Shaw, Jessica suoi sogni infranti, la moglie, l'unica che incarna la Chastain, Kari Matchett, Dalip Singh, Joanna Going, bontà e la pazienza e i tre figli adolescenti. Jack il più Jackson Hurst, Lisa Marie Newmyer, Crystal grande, attraversa la dura fase della non Mantecon, Jennifer Sipes accettazione dell'autoritarismo paterno, e il suo voler Regia : crescere si scontra con l'incomunicabilità di un padre, che lo educa a non essere buono perchè "le persone Durata : 139' buone non combinano mai niente nella vita". Il percorso di Malick è proprio quello di esplorare il Nazionalità: U.S.A. 2010 significato profondo della vita partendo proprio dalla Genere : Drammatico, Fantastico morte e avventurandosi in una trasposizione universale del tema. Così assistiamo ad un passaggio Filmografia di Terrence Malick brusco ma inesorabile verso quelle immagini che ci raccontano la nascita del cosmo, delle galassie, i • Lanton Mills (Lanton Mills) (1969) - cortometraggio primi microbi sulla terra e i dinosauri, in definitiva il • La rabbia giovane (Badlands) (1973) regista scova il parallelismo e le mille connessioni tra • I giorni del cielo () (1978) l'intimità delle esperienze di ogni singolo individuo e • La sottile linea rossa (The Thin Red Line) la grandezza dei processi cosmici, in una perfetta (1998) • The New World - Il nuovo mondo (The New sintesi spazio/temporale, a dimostrazione che le World) (2005) nostre azioni e in sostanza la nostra vita sulla terra, • The Tree of Life (2011) sono regolate da un equilibrio assolutamente speculare. Non è un caso se Malick per le atmosfere rarefatte di queste sequenze, si sia avvalso di un Douglas Trumbull, colui che ci ha trasportati con i suoi effetti speciali nello spazio di 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. Queste sono scene pregevoli ed ipnotiche che si riallacciano alle tematiche predominanti del film: la Grazia spirituale e la Natura brutale che sono declinate fin dall'inzio del film, quando una voce fuori campo, che accompagnerà come un mantra l'intera narrazione, si interroga sul perchè della vita, da cosa è regolata e perchè è così dura. Grazia e Natura, ecco cosa regola la vita, sia nel "macrocosmo" dell'universo, sia nel "microcosmo" familiare degli O'Brien, dove Brad Pitt, il padre, rappresenta la durezza della natura e la madre, Jessica Chastain, nel suo essere simile ad una creatura ultraterrena, contiene tutta la dolcezza della grazia. Sean Penn interpreta il figlio Jack da adulto. Da ragazzino a uomo il passaggio sembra non aver definito completamente la sua personalità. Vaga spiazzato e quasi inorridito nel grattacielo dalle grandi vetrate in cui lavora. Anche qui lo spazio, quello terreno, ci trasporta direttamente in quegli ambienti aperti della sua giovinezza, il cui ricordo ancora lo sconvolge. La lunga sequenza del finale sembra chiudere il cerchio: all'aperto, di fronte all'oceano, forse l'armonia di Jack verrà idealmente ristabilita.

Un film per certi versi cerebrale, di non facile visione, denso di significati e ricco di piani di lettura che si fondono insieme e si nascondono l'uno dentro l'altro, come fossero scatole cinesi, a cui ogni spettatore può accedere a seconda della propria sensibilità. Tuttavia l'impatto che quest'opera lascia è prevalentemente lo stupore con cui Malick rende per immagini la poesia della vita, i suoi processi costruttivi e distruttivi, nel magico ciclo della vita, in molte culture e religioni rappresentato appunto da un albero: l'albero della vita.

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