COMUNE DI TRAONA

PROVINCIA DI

COMMITTENTE : AZIENDA AGRICOLA SILVIA SPEZIALE Via VALERIANA, 97 – 23016 - (So) C.F. LZZ GST 60T44 F712D MLT RNT 57D20 D377H

PROGETTO : PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN AMPLIAMENTO ALL’ATTIVITA’ ESISTENTE IN COMUNE DI TRAONA – SO FOGLIO 9 MAPPALE 133 - 134 - 219 - 406

OGGETTO : RAPPORTO PRELIMINARE AMBIENTALE

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS

Dr. Fabrizio Bigiolli Geologo

STUDIO DI GEOLOGIA APPLICATA E GESTIONE DEL TERRITORIO Dr. Fabrizio BIGIOLLI Geologo - via Valeriana, 97 – loc Piussogno – 23016 CERCINO (SO) Tel. 0342 680 651 Mobile 339 60 96 386 e-Mail [email protected] C.F. BGLFRZ76T09F712E P.Iva 00812460145 VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

INDICE 1.0 PREMESSA ...... 3 2.0 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI DELLA VAS ...... 5 2.1 Normativa di riferimento comunitaria e nazionale: ...... 5 2.2 Normativa Regione Lombardia: ...... 5 3.0 PERCORSO METODOLOGICO INTEGRATO DELLA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS ...... 6 3.1 Fasi del percorso metodologico procedurale ...... 6 4.0 DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE E DELLA VARIANTE AL PGT DEL COMUNE DI TRAONA ...... 8 4.1 Premessa ...... 8 4.2 Localizzazione degli interventi in progetto ...... 9 4.3 Descrizione dello stato di fatto ed esigenze dell’attività imprenditoriale ...... 12 4.4 Descrizione delle opere in progetto ...... 13 4.5 Caratterizzazione geologica ed idrogeologica dell’area oggetto di intervento ...... 14 4.6 Inquadramento urbanistico...... 15 4.7 Fattibilità geologica e variante al PGT vigente ...... 17 4.8 Obiettivi della Variante ...... 18 4.9 Oggetto di Variante ...... 18 5.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ...... 19 5.1 PTR ...... 19 5.2 PTCP Provincia di Sondrio...... 21 5.4 PGT ...... 32 5.5 RETICOLO IDRICO MINORE ...... 42 5.6 PERICOLOSITA’ E RISCHIO ALLUVIONI ...... 43 6.0 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ...... 46 6.1. Inquadramento territoriale ...... 46 6.2 Caratterizzazione dell’ambito oggetto di intervento ...... 47 6.3 Il sistema paesistico – culturale – ambientale ...... 48 6.4 Il sistema ambientale ...... 49 6.4.1 Aria...... 49 6.4.2 Fattori climatici ...... 56 6.4.3 Acque superficiali ...... 57 6.4.4 Acque ad uso potabile ...... 61 6.4.5 Acque sotterranee ...... 62 6.4.6 Acque reflue civili e industriali ...... 63 6.4.7 Suolo e sottosuolo ...... 64 6.4.8 Flora, Fauna, Aree protette, uso del suolo ...... 65 6.4.9 Biodiversità e Reti Ecologiche ...... 70 6.4.10 Rumore ...... 75 6.4.11 Radiazioni e campi elettromagnetici ...... 77 6.4.12 Energia...... 79 6.4.13 Rifiuti ...... 81 6.5 Il sistema economico ...... 81 6.6 Il sistema dei servizi ...... 85 6.7 Il sistema della mobilità ...... 85 6.8 Il sistema demografico ...... 85 7.0 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELL'INTERVENTO IN PROGETTO ...... 86 8.0 CONCLUSIONI DELLA VALUTAZIONE DELL'INTERVENTO IN PROGETTO ...... 87

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

1.0 PREMESSA

Il presente documento costituisce il Rapporto Preliminare Ambientale relativo alla VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS del procedimento di VARIANTE URBANISTICA del PGT del Comune di Traona (So) ai sensi dell’articolo 8 del DPR 160/2010 e s.m.i., relativo alla richiesta dell’Azienda Agricola SILVIA SPEZIALE per la REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE.

Il PGT del Comune di Traona è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale N. 39 del 20/12/2013, pubblicato sul BRL serie A. e C. n. 13 del 26/03/2014 data di decorso della sua efficacia.

Ai sensi della D.G.R. 761 del 10.11.2010, si procede a verifica di assoggettabilità alla VAS per le varianti urbanistiche minori che soddisfano contemporaneamente i seguenti requisiti: a) non costituiscono quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche; b) non producono effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE; c) determinano l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori; come è il caso della presente istanza.

In riferimento all’allegato 1b della sopracitata deliberazione, il rapporto preliminare dovrà contenere le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente, sulla salute umana e sul patrimonio culturale, facendo riferimento ai criteri dell’allegato II della Direttiva: Caratteristiche del P/P, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - in quale misura il P/P stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; - in quale misura il P/P influenza altri P/P, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; - la pertinenza del P/P per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; - problemi ambientali relativi al P/P; - la rilevanza del P/P per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es. P/P connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).

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Caratteristiche degli effetti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti; - carattere cumulativo degli effetti; - natura transfrontaliera degli effetti; - rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti); - entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); - valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa: - delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, - del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite; - dell’utilizzo intensivo del suolo; - effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

Per la redazione del rapporto preliminare il quadro di riferimento conoscitivo è il Sistema Informativo Territoriale integrato previsto dall’art. 3 della Legge di Governo del Territorio. Possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell’ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite. Inoltre nel rapporto preliminare è necessario dare conto della verifica delle eventuali interferenze con i Siti di Rete Natura 2000 (ZSC, SIC e ZPS).

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

2.0 PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI DELLA VAS

2.1 Normativa di riferimento comunitaria e nazionale: - Direttiva comunitaria 2001/42/CE del 27 giugno 2001 relativa alla “valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente” - Decreto legislativo n. 152 del 03 aprile 2006 “Norme in materia ambientale” - Decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008 disposizioni correttive del decreto n. 152/2006 - Decreto legislativo n. 128 del 29 giugno 2010 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”

2.2 Normativa Regione Lombardia: - L.r. 11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il governo del territorio” - D.C.R. n. VIII/351 del 13 marzo 2007 “Indirizzi generali per la Valutazione di Piani e Programmi” - D.G.R. n. VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi” - D.G.R. n. VIII/10971 del 30 dicembre 2009 “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) - Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli” - D.G.R. n. VIII/761 del 10 novembre 2010 “Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi - VAS- (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010 n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971” - D.G.T.U. n. 13071 del 14 dicembre 2010 Approvazione della circolare “L’applicazione della valutazione ambientale di piani e programmi – VAS nel contesto comunale” - D.G.R. n. VIII/2789 del 22 dicembre 2011 “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005) - Criteri per il coordinamento delle procedure di valutazione ambientale (VAS) ¿ Valutazione di incidenza (VIC) - Verifica di assoggettabilità a VIA negli accordi di programma a valenza territoriale (art. 4, comma 10, l.r. 5/2010)” - D.G.R. n. 3836 del 25 luglio 2012 “Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. 12/2005; d.c.r.n. 351/2007) - Approvazione allegato 1u -

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) - Variante al piano dei servizi e piano delle regole”.

3.0 PERCORSO METODOLOGICO INTEGRATO DELLA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS

3.1 Fasi del percorso metodologico procedurale La Verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale per gli Sportelli delle Attività Produttive si applica alle seguenti fattispecie: a) SUAP ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori (punto 4.6 – Indirizzi generali); b) SUAP non ricompresi nel paragrafo 2 dell’articolo 3 della direttiva che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione di progetti. Per i piani e i programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi, la valutazione ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del d.lgs. e tenuto conto del diverso livello di sensibilità ambientale dell’area oggetto di intervento. L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 del d.lgs., se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al comma 2 dell’art.6, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull’ambiente.

Il modello metodologico procedurale dello Sportello Unico delle Attività Produttive è descritto nell'All. 1 r alla D.G.R. 761/2010. La verifica di assoggettabilità alla VAS è effettuata secondo le indicazioni di cui all’articolo 12 del D.Lgs. 152/2006, ed in assonanza con le indicazioni di cui al punto 5.9 degli Indirizzi generali di cui alla D.C.R. 351/2007, come specificati nei punti seguenti e declinati nello schema generale:

1. avvio del procedimento Suap e Verifica di assoggettabilità; 2. individuazione dei soggetti interessati e definizione modalità di informazione e comunicazione; 3. proposta di progetto con sportello unico unitamente al Rapporto preliminare; 4. messa a disposizione; 5. istruttoria regionale se dovuta;

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

6. richiesta di parere/valutazione a Regione Lombardia se dovuta; 7. convocazione conferenza di verifica; 8. decisione in merito alla verifica di assogettamento dalla VAS; 9. CdSc comunale con esito positivo; 10. deposito e pubblicazione della variante; 11. deliberazione Consiglio Comunale di approvazione e controdeduzioni alle osservazioni; 12. invio degli atti definitivi a Regione Lombardia; 13. gestione e monitoraggio

Lo schema del percorso metodologico-procedurale del processo di verifica di assoggettabilità alla VAS è tratto dall’All. 1 b alla D.G.R. 761/2010 - Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) - DOCUMENTO DI PIANO – PGT piccoli comuni - Verifica di assoggettabilità:

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

4.0 DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE E DELLA VARIANTE AL PGT DEL COMUNE DI TRAONA

4.1 Premessa Nel presente capitolo si intendono illustrare le opere necessarie per la realizzazione di una struttura agricola a servizio dell'Azienda Agricola SILVIA SPEZIALE in Comune di Traona.

L'azienda in questione si occupa di allevamento ovini ed equini, produzione di piccoli frutti, apicoltura, viticoltura, coltivazione di zafferano. L'attuale consistenza dell'allevamento richiede la costruzione di una struttura idoneo al ricovero del bestiame ed allo stoccaggio fieno e materie prime aziendali.

La disponibilità fondiaria del titolare per la costruzione della struttura di cui sopra è localizzata in corrispondenza dei terreni di cui ai mappali n° 133, 134, 406 e 219 del fg. 9 del catasto di Traona ; non vi sono altre disponibilità di terreni di proprietà sia all’interno del Comune di Cercino che nei Comuni limitrofi sui quali poter edificare .

Inoltre, il progetto si completa con un intervento di copertura della concimaia esistente già utilizzata per lo stoccaggio delle deiezioni degli animali di allevamento e con un intervento di recupero e riutilizzo delle acque piovane derivanti delle superfici coperture della struttura ricovero bestiame e deposito mediante la raccolta in una cisterna ed il successivo utilizzo per l'irrigazione dei terreni condotti.

L'attuale sistema in campo agricolo richiede alle aziende un continuo investimento anche in termini di acquisto macchinari ed attrezzature, per cui l'azienda ha richiesto un contributo tramite bando della Comunità Montana di (Interventi a sostegno dell'agricoltura in aree montane - art. 24 L.R. 31/2008 - ex art. 23 L.R. 7/2000) per l'acquisto di una motofalciatrice, ed in futuro procederà all'acquisto di altri macchinari per lo svolgimento dell'attività imprenditoriale.

La titolare ha inoltre fatto richiesta di finanziamento come giovane imprenditore agricolo tramite il bando PSR sottomisura 6.1 - sostegno all'avviamento di imprese per i giovani imprenditori, impegnandosi a raggiungere i seguenti obiettivi principali: - costituzione del parco macchine commisurato alle dimensioni aziendali;

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- incremento di almeno il 25% delle superfici dedicate a colture di maggior reddito.

L’Azienda Agricola Silvia Speziale, per poter incrementare e sviluppare la propria attività, ha quindi la necessità di procedere con la realizzazione di una struttura coperta, da dedicare al ricovero degli animali, del fieno e di altre materie prime aziendali .

4.2 Localizzazione degli interventi in progetto L’Azienda Agricola in oggetto ha sede nel Comune di Cercino in località Piussogno.

La realizzazione dell'edificio in progetto è previsto nel Comune di Traona, sui mappali n° 133, 134, 406 e 219 del fg. 9 del catasto di Traona, che sono al confine OVEST del Comune, in prossimità della frazione Piussogno di Cercino.

Non sono disponibili altri terreni di proprietà, sia all’interno del Comune sede dell’Azienda che nei Comuni limitrofi, sui quali poter realizzare l’opera in progetto per l’ampliamento dell’attività agricola.

L'intervento di copertura della concimaia esistente è previsto sul mappale 14 fg 9 in Comune di Traona .

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Estratto Carta Tecnica Regionale. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione e suo inquadramento in ambito regionale.

Ortofoto. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

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DBTR. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

Stradario. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

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4.3 Descrizione dello stato di fatto ed esigenze dell’attività imprenditoriale Allo stato attuale, l'Azienda non dispone di strutture o edifici agricoli per il ricovero del bestiame e per lo stoccaggio del fieno e delle materie prime aziendali.

Attualmente gli animali sono mantenuti in recinti con due piccole strutture coperte localizzate su terreni in conduzione dell’azienda agricola ma non di proprietà (affitto). La consistenza degli allevamenti e delle produzioni attuali è: • api n° 20 arnie; • ovi-caprini n° 34 capi di pecore + n° 1 capi di altri ovini (montone); • equini n° 5 capi con più di 6 mesi; • superficie aziendale pari a 44.378 mq, di cui la superficie agricola utilizzata è pari a 39.227 mq, utilizzata a castagno, prato pascolo misto, bosco, ulivo, mele e frutteto, orti familiari, mais insilato e da granella, piccoli frutti, zafferano, uva da vino.

L'orientamento tecnico produttivo dell'azienda è indicato dal codice 844 : diverse combinazioni di colture e allevamenti.

Nel futuro, si intende incrementare il numero di capi in allevamento, fatto che implica la realizzazione di un idoneo ricovero/stalla e fienile.

Inoltre allo stato attuale viene utilizzata come concimaia un'area delimitata ma non coperta, nella quale vengono stoccate le deiezioni degli animali dell’allevamento. L'esigenza è quella inoltre di coprire e chiudere tale area, per fini igienici, al fine di ottemperare il locale Regolamento di igiene – art. 14 – cap. B 3.

I mappali su cui si intende realizzare la struttura agricola si localizzano in area agricola attualmente mantenuti a prato da sfalcio ed a coltivazione di mais.

L’accesso carraio al lotto avviene dal lato OVEST, tramite la strada comunale in Comune di Cercino denominata Via Mulada, recentemente asfaltata, di servizio alle aree agricole della piana di Piussogno.

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Vista da Via Mulada a nord-ovest

4.4 Descrizione delle opere in progetto L'intervento in progetto consiste nella realizzazione di una struttura agricola in ampliamento all’attività esistente .

La struttura sarà dotata di un sistema per il recupero ed il riutilizzo delle acque piovane mediante raccolta in una cisterna ed utilizzo per l'irrigazione dei terreni condotti.

La sistemazione esterna, oltre al livellamento delle aree, prevede la realizzazione di una stradina carrabile di accesso, lungo il lato SUD del lotto, a collegamento con la via Mulada. Essa sarà in terreno naturale.

Inoltre, il progetto si completa con un intervento di copertura della concimaia esistente già utilizzata per lo stoccaggio delle deiezioni degli animali di allevamento.

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Planimetria di progetto su base mappale

Prospetto Est della struttura in progetto

4.5 Caratterizzazione geologica ed idrogeologica dell’area oggetto di intervento Dal punto di vista geologico il lotto in esame è localizzato all’interno dell’ampia piana alluvionale del Fiume Adda, in prossimità del versante retico, all’interno di un’area pianeggiante stabile e priva di fenomeni di dissesto attivi .

Dal punto di vista litostratigrafico l’area è costituita da uno strato superficiale di depositi a 14 Dott. Geol. FABRIZIO BIGIOLLI – Via Valeriana, 97 – 23016 - Cercino (So)

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Dal punto di vista idrogeologico la zona è interessata dalla presenza della falda freatica di fondovalle, alimentata e regolata direttamente dal Fiume Adda e posta ad una profondità media di –3,0 m dal p.c. .

4.6 Inquadramento urbanistico Il lotto oggetto di intervento si colloca in area agricola e all’interno del perimetro del parco agricolo previsto dal PGT del Comune di Traona.

L’insediamento agricolo è compatibile con queste destinazioni urbanistiche del PGT.

Esiste tuttavia un vincolo geologico (classe 4) per cui l’area è inserita in area non soggetta a trasformazione urbanistica.

La relazione geologica allegata al progetto dimostra come sia possibile ridefinire la classe di fattibilità geologica da classe 4 a classe 3, con il conseguente stralcio del lotto dall'area non soggetta a trasformazione urbanistica, cosa che renderebbe l'intervento fattibile.

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Stralcio Tav. C05. Piano delle Regole – Previsioni di Piano. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

Legenda Tav. C05

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4.7 Fattibilità geologica e variante al PGT vigente Attualmente la carta di fattibilità delle azioni di Piano inserisce l’area oggetto di intervento in classe 4 – con gravi limitazioni.

Stralcio Carta di fattibilità delle azioni di Piano. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

Legenda carta di fattibilità geologica

Lo studio geologico specifico per l’area interessata, allegato al progetto, attesta le condizioni

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Pertanto, al fine di poter realizzare l’intervento in progetto, si chiede di attivare la procedura di SUAP in variante al vigente PGT e la relativa procedura di VAS mediante iter semplificato (Verifica di assoggettabilità alla VAS) al fine di modificare la suddetta classe di fattibilità e di superare la classificazione quale area non soggetta a trasformazione urbanistica indicata nel PGT .

4.8 Obiettivi della Variante La Variante al PGT ha pertanto la finalità di stralciare l’area agricola oggetto di un intervento a carattere agricolo dalla classe 4 di fattibilità geologica, portandola alla classe 3, sulla base dello studio geologico di dettaglio allegato al progetto, allo scopo di superare il vincolo dell'area non soggetta a trasformazione urbanistica e di consentire un insediamento agricolo compatibile con l’azzonamento urbanistico previsto da PGT.

Il tutto nel pieno rispetto degli indirizzi dettati nella pianificazione sovraordinata Provinciale e Regionale.

4.9 Oggetto di Variante L’attivazione della procedura di SUAP permette una variante localizzata alle norme di PGT, senza che quest’ultimo subisca variazioni cartografiche e degli elaborati.

In particolare, vista l’attuale conformazione del terreno interessato e gli studi di dettaglio effettuati (vedi relazione geologica, idrogeologica e geotecnica), ciò consente la modifica della classe di fattibilità geologica da classe 4 a classe 3 e conseguentemente vengono meno le motivazioni per le quali è stata inserita la zonizzazione delle aree in oggetto quali “Aree soggette a trasformazione limitata” (art. 49 delle NTA) .

L’intervento non comporta inoltre deroghe in merito all’Ambito Agricolo Strategico (PTCP), all’Area Agricola di Pianura (art. 43 delle NTA del PGT) e al Parco Agricolo (art. 44 delle NTA del PGT).

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5.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

La coerenza esterna degli obiettivi del progetto e della Variante al PGT è verificata nel presente capitolo, attraverso l’indagine delle previsioni dei Piani esistenti a livello sovraordinato per l’area oggetto di intervento.

5.1 PTR Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato in via definitiva il Piano Territoriale Regionale con deliberazione del 19/01/2010, n. 951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.6, 3° Supplemento Straordinario del 11 febbraio 2010. La legge regionale 12/2005 prevede che il Piano Territoriale Regionale abbia natura ed effetti di Piano Territoriale Paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Il Piano acquista efficacia dal 17 febbraio 2010 per effetto della pubblicazione dell’avviso di avvenuta approvazione sul BURL n.7, Serie Inserzioni e Concorsi. Gli elaborati approvati, pubblicati sul BURL del 30 marzo 2010 e resi disponibili on line insieme a tutti gli elaborati del Piano Territoriale Regionale, sostituiscono a tutti gli effetti quelli del Piano Territoriale Paesistico pre-vigente.

Il Piano Territoriale Regionale è stato successivamente aggiornato nel 2011, nel 2012-2013 e nel 2014, come previsto dall'art. 22 della legge regionale 12/05, sulla base dei contributi derivanti dalla programmazione regionale. L’ultimo aggiornamento del 2014 è stato approvato con D.C.R. 557 del 9/12/2014.

Il Piano Territoriale Regionale definisce il quadro generale di assetto del territorio regionale e il quadro di riferimento territoriale dei programmi di intervento delle amministrazioni e delle aziende pubbliche; definisce disposizioni e vincoli per la tutela del patrimonio naturale, agricolo, forestale, storico, artistico, ambientale e paesaggistico della regione e ne indica le aree relative; definisce i sistemi della mobilità regionale, dei servizi, delle opere pubbliche e delle infrastrutture di interesse regionale, dei parchi e delle riserve di interesse regionale. Stabilisce inoltre le norme e gli indirizzi per la formazione dei piani territoriali comprensoriali e dei piani comunali; indica per gli interventi di interesse regionale le scelte di destinazione d’uso, di vincolo e la relativa localizzazione; indica le previsioni immediatamente prevalenti sulla disciplina urbanistica di livello comprensoriale e comunale ed immediatamente vincolanti anche nei confronti dei privati entro i quali i piani territoriali comprensoriali ed i piani comunali devono essere adeguati alle sue previsioni.

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Le indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal PTPR pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio e all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. Le misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio. L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde.

Nei pressi dell’area di intervento non si individuano particolari elementi di interesse ambientale-paesistico. L’attuazione dell’intervento in progetto non è in contrasto con gli obiettivi del PTR e del PTPR per l’area in esame.

PTR - Estratto cartografico Piano Paesaggistico Regionale Tavola D - “ Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale”. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

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5.2 PTCP Provincia di Sondrio Il PTCP della Provincia di Sondrio è stato approvato con D.G.P. n.4 del 25 gennaio 2010 ed ha assunto efficacia dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia - Serie Inserzione e Concorsi - n. 14 del 7 aprile 2010. Il PTCP suddivide il territorio provinciale in unità tipologiche di paesaggio, inserendo l’area oggetto di intervento nella “Macrounità 2 – Paesaggio di fondovalle”, qui di seguito descritta: Il Paesaggio di fondovalle è caratterizzato dalla connessione del paesaggio agrario tradizionale con quello del sistema insediativo consolidato. Si tratta dell’ambito in cui la pressione antropica ha la maggiore incidenza, ambito nel quale il processo di espansione dell’urbanizzato ha prodotto un’alterazione dei caratteri costitutivi e della tipologia del paesaggio agrario tradizionale. L’articolazione di questa macrounità è la seguente: 1- Paesaggio di fondovalle a prevalente struttura agraria. Si tratta dell’ambito del fondovalle che ha mantenuto un rilevante valore ecologico e percettivo, quale testimonianza dell’antico scenario naturale dei prati umidi di fondovalle a struttura paesistica agraria tradizionale, nel quale il rapporto con il paesaggio storico urbanizzato ed il paesaggio di versante diviene l’elemento costitutivo del paesaggio Valtellinese e Valchiavennasco. L’unità di paesaggio in esame presenta una forte vulnerabilità a seguito dei processi di espansione dell’urbanizzato ed in particolare alla proliferazione di strutture commerciali e produttive, oltre che a seguito della realizzazione delle reti infrastrutturali. 2 - Paesaggio del sistema insediativo consolidato. Si tratta degli ambiti urbani dei Comuni di fondovalle, comprendenti i centri storici ed i beni di interesse storico-culturale. In questi ambiti il rapporto tra la struttura insediativa storica ed il paesaggio naturale è stato alterato dalle espansioni disordinate degli ultimi decenni e, la vulnerabilità delle caratteristiche architettoniche e della tipologia insediativa, può portare alla perdita di identità dei luoghi. 3- Paesaggio delle criticità. Il paesaggio delle criticità è individuato in forma indifferenziata, comprendente diversi elementi che presentano criticità paesaggistiche e più precisamente: - aree di frangia destrutturate – sono costituite da parte del territorio perturbano, dove esistono oggetti architettonici molto eterogenei, privi di relazioni spaziali significative, che hanno alterato in maniera sostanziale le modalità dell’impianto morfologico preesistente, creando un nuovo assetto paesistico privo di valore ed in contrasto con il territorio naturale circostante. - aree comprendenti ambiti di escavazione di inerti – si tratta di aree spesso collocate ai margini dei fiumi Adda e Mera, utilizzate per l’escavazione e discarica di inerti e comprendenti impianti per

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L’area oggetto di intervento rientra inoltre in: - area agricola a prato; - fascia di rispetto del corridoio di connessione tra opposti versanti; - ambito agricolo strategico (art. 43 NTA PTCP).

Di seguito si riportano alcuni estratti cartografici del PTCP che riguardano l’area in esame.

PTCP - Estratto cartografico Tavola 2 “Uso del suolo e previsioni urbanistiche”. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione

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PTCP - Estratto cartografico Tavola 4 “Elementi Paesistici e Rete Ecologica”. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione

PTCP - Estratto cartografico Tavola 6 “Previsioni progettuali strategiche”. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione

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PTCP - Estratto Legende 24 Dott. Geol. FABRIZIO BIGIOLLI – Via Valeriana, 97 – 23016 - Cercino (So)

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Di seguito si riporta un estratto significativo delle NTA del PTCP della Provincia di Sondrio:

Art. 11 - Sistema a rete dei collegamenti funzionali -rete ecologica 1. Gli schemi di rete ecologica riportata nelle tavole 4.1-10 - Elementi paesistici e rete ecologica, fanno capo a un sistema di collegamenti fra ambienti naturali, agricoli e urbani, diversificati fra loro da differenti caratteristiche ecosistemiche. 2. Il PTCP individua nelle tavole 4.1-10 - Elementi paesistici e rete ecologica a scala territoriale una rete con riferimento alle aree centrali o nodi (Parchi Nazionale e Regionale, SIC e ZPS, Riserve Naturali), corridoi ecologici (fasce di naturalità fluviali e fasce di connessione tra opposti versanti), varchi o corridoi paesistico ambientali come individuato all’art.12. La rete ecologica riveste un ruolo specifico nel mantenimento degli equilibri territoriali in quanto struttura idonea a perseguire la conservazione e miglioramento della biodiversità e della riproduzione della vita animale e vegetale, a garantire gli scambi tra popolazioni, a favorire la difesa e il riequilibrio idrogeologico, a ottimizzare la produttività e la protezione degli ecosistemi agrari attraverso la ricostituzione dell'ecotessuto e l'incremento della vegetazione non colturale. 3. I PGT possono meglio precisare il limite dei corridoi ecologici e devono dettare disposizioni tendenti a vietare la realizzazione di barriere fisiche continue che impediscano la libera circolazione ed il transito della fauna selvatica; inoltre nel caso in cui tali tipi di barriere preesistano, i PGT devono altresì dettare disposizioni per la loro eliminazione e/o mitigazione al fine di ripristinare le migliori condizioni per la libera circolazione ed il transito della fauna selvatica. 4. La Provincia, con gli enti Parco e i Comuni, promuove studi di dettaglio sulla rete ecologica di livello territoriale anche al fine di definire in modo più puntuale, sulla base delle indicazioni dell’articolo seguente, la localizzazione e conformazione dei corridoi ecologici indicati dal PTCP ed attua i relativi monitoraggi.

Art. 38 - Macrounità 2 – Paesaggio di fondovalle (...) 2. Paesaggio di fondovalle a prevalente struttura agraria – Si tratta dell’ambito del fondovalle che ha mantenuto un rilevante valore ecologico e percettivo quale testimonianza dell’antico scenario naturale dei prati umidi di fondovalle a struttura paesistica agraria tradizionale, nel quale il rapporto con il paesaggio storico urbanizzato ed il paesaggio di versante diviene l’elemento costitutivo del paesaggio Valtellinese e Valchiavennasco. L’unità di paesaggio in esame presenta una forte vulnerabilità a seguito dei processi di espansione dell’urbanizzato ed in particolare alla proliferazione di strutture commerciali e produttive oltre che a seguito della realizzazione delle reti

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Art. 43 - Ambiti agricoli strategici 1. Il PTCP individua, nelle tavole 6.1-10 - Previsioni progettuali strategiche, gli ambiti agricoli strategici ai fini dell’applicazione del comma 4 dell’articolo 15 della l.r. 12/05, ovvero le aree connotate da uno specifico e peculiare rilievo in relazione all’attività agricola, all’estensione e alle caratteristiche agronomiche del territorio. 2. Sono aree vaste di rilevante valore sia economico che paesistico, comprendenti tipologie colturali di pregio definite ed individuate sulla base dei seguenti elementi di conoscenza:

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- classe del valore agroforestale determinate secondo le modalità indicate nella dgr 19/09/08 n° 8/8059; - valutazione degli aspetti socioeconomici del settore agro-silvo-pastorale; - valutazione della vocazione turistico fruitivi dell’attività agricola; - studi e analisi in ordine all’economia di settore; - presenza di elementi naturali e di valenza ambientale connessi con l’attività agricola anche in riferimento alla rete ecologica; - valutazione delle interferenze con le aree urbanizzate. 3. Il piano, in relazione a quanto previsto dall’art. 15, comma 4 della l.r. 11.3.2005, n.12, fatti salvi gli insediamenti preesistenti, prescrive la permanenza in tali aree dell’uso agricolo o, eventualmente, il loro utilizzo per interventi di rinaturalizzazione. Gli ambiti agricoli strategici definiti nelle tavole 6 – Previsioni progettuali strategiche del PTCP e nel presente articolo, hanno efficacia prescrittiva e prevalente ai sensi del secondo comma lett. C) dell’art. 18 della l.r. 11.3.2005, n.12. In attesa della definizione delle modalità di intervento sui fabbricati esistenti non adibiti ad uso agricolo da parte dei PGT, sugli stessi sono consentiti gli interventi di cui all’art. 27 comma 1 lettere a) b) c) d) della l.r. 11.3.2005, n.12.

L’attuazione dell’intervento in progetto non è in contrasto con gli obiettivi e le previsioni del PTCP per l’area in esame.

5.3 Piano per l’Assetto Idrogeologico L’area in esame è posta nella perimetrazione della fascia C di esondazione del Fiume Adda e non presenta aree in dissesto.

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Stralcio cartografico tavola fasce di esondazione del PAI. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

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Stralcio cartografico carta dei dissesti del PAI. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

Di seguito si riporta lo stralcio della normativa PAI di interesse:

Art. 28. Classificazione delle Fasce Fluviali 1. Apposito segno grafico, nelle tavole di cui all'art. 26, individua le fasce fluviali classificate come segue. - Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento, come definita nell'Allegato 3 "Metodo di delimitazione delle fasce fluviali" al Titolo II delle presenti Norme, ovvero che è costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena. - Fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento come definita nell'Allegato 3 al Titolo II sopra richiamato. Il limite di tale fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del

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Art. 31. Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C) 1. Nella Fascia C il Piano persegue l’obiettivo di integrare il livello di sicurezza alle popolazioni, mediante la predisposizione prioritaria da parte degli Enti competenti ai sensi della L. 24 febbraio 1992, n. 225 e quindi da parte delle Regioni o delle Province, di Programmi di previsione e prevenzione, tenuto conto delle ipotesi di rischio derivanti dalle indicazioni del presente Piano. 2. I Programmi di previsione e prevenzione e i Piani di emergenza per la difesa delle popolazioni e del loro territorio, investono anche i territori individuati come Fascia A e Fascia B. 3. In relazione all’art. 13 della L. 24 febbraio 1992, n. 225, è affidato alle Province, sulla base delle competenze ad esse attribuite dagli artt. 14 e 15 della L. 8 giugno 1990, n. 142, di assicurare lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta e alla elaborazione dei dati interessanti la protezione civile, nonché alla realizzazione dei Programmi di previsione e prevenzione sopra menzionati. Gli organi tecnici dell’Autorità di bacino e delle Regioni si pongono come struttura di servizio nell’ambito delle proprie competenze, a favore delle Province interessate per le finalità ora menzionate. Le Regioni e le Province, nell’ambito delle rispettive competenze, curano ogni opportuno raccordo con i Comuni interessati per territorio per la stesura dei piani comunali di protezione civile, con riferimento all’art. 15 della L. 24 febbraio 1992, n. 225. 4. Compete agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, regolamentare le attività consentite, i limiti e i divieti per i territori ricadenti in fascia C. 5. Nei territori della Fascia C, delimitati con segno grafico indicato come “limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C” nelle tavole grafiche, per i quali non siano in vigore misure di salvaguardia ai sensi dell’art. 17, comma 6, della L. 183/1989, i Comuni competenti, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici, entro il termine fissato dal suddetto art. 17, comma 6, ed anche sulla

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i. base degli indirizzi emanati dalle Regioni ai sensi del medesimo art. 17, comma 6, sono tenuti a valutare le condizioni di rischio e, al fine di minimizzare le stesse ad applicare anche parzialmente, fino alla avvenuta realizzazione delle opere, gli articoli delle presenti Norme relative alla Fascia B, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1, comma 1, let. b), del D.L. n. 279/2000 convertito, con modificazioni, in L. 365/2000.

L’attuazione dell’intervento in progetto non è in contrasto con le NdA del PAI per l’area in esame.

5.4 PGT Con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 39 del 20/12/2013 è stata approvata la 1^ Variante al PGT Piano per il Governo del Territorio del Comune di Traona. Gli atti del Piano di Governo del Territorio hanno acquisito efficacia con la pubblicazione dell'avviso della loro approvazione definitiva sul Bollettino Ufficiale Regionale, Serie Avvisi e Concorsi n° 13 del 26/03/2014.

Il Piano di Governo del Territorio si articola in tre strumenti: Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole. Il Documento di Piano (DdP) definisce la strategia comunale elencando priorità ed obiettivi di sviluppo socio-economico ed infrastrutturale nel rispetto delle risorse ambientali, paesaggistiche e culturali quali fattori da valorizzare. E’ la base su cui valutare e programmare lo scenario evolutivo e condiviso del proprio territorio, da cui scaturiscono le politiche di intervento territoriali. Il DdP non produce effetti diretti sul territorio, è l’impianto strategico, impone i propri obiettivi e i punti da rispettare nelle aree di trasformazione, come pure delinea lo sviluppo della città pubblica. Il Piano dei Servizi (PdS) deve sviluppare la previsione dei servizi di interesse pubblico relazionata al fabbisogno esistente e alla soglia di sviluppo programmata nel DdP. Il Piano delle Regole (PdR) disciplina l’intero territorio comunale ad eccezione degli ambiti di trasformazione soggetti a piano attuativo o piano integrato, che trovano specifica normativa nel Documento di Piano. Il PdR è lo strumento col quale si definiscono le modalità di attuazione delle strategie adottate nel DdP.

L’area di intervento rientra in Area Agricola di Pianura (Art. 43), nel perimetro del Parco Agricolo (Art. 44), in Ambito Agricolo Strategico derivante dal PTCP (già riportato nel paragrafo relativo al PTCP) e in Area soggetta a trasformazione limitata (art. 49).

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Il PGT ha individuato ad una scala di maggior dettaglio i limiti del corridoio ecologico di connessione tra opposti versanti previsto dal PTCP, escludendo l’area oggetto di intervento.

L’attuazione dell’intervento in progetto NON è in contrasto con le destinazioni urbanistiche previste dal PGT, bensì è in contrasto solo con il vincolo dell'area non soggetta a trasformazione urbanistica (derivante dal vincolo geologico della classe 4 di fattibilità che la relazione geologica allegata al progetto dimostra modificabile), per cui si chiede la variante.

PGT – Estratto Tavola C.05 Previsioni di Piano - Sud. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

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PGT - Estratto Legenda

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Di seguito si riporta un estratto significativo delle NTA del PGT del Comune di Traona:

Art. 43 A.A.P. - Area Agricola di Pianura Lettura delle emergenze fisico-ambientali e regole comportamentali Al fine di salvaguardare il territorio agricolo si prevede di limitare le espansioni nei prossimi anni, contenendo al massimo le costruzioni residenziali destinate all’abitazione dell’agricoltore e di contenere anche le costruzioni al servizio dell’agricoltura se non per comprovate ed assolute improrogabili necessità, ove non dovessero esistere possibilità alternative. Se fosse comunque necessario realizzare volumi in questo comparto, si dovrà scegliere la strada delle costruzioni non in muratura o in cemento armato, ma realizzate con strutture leggere in acciaio e legno, di altezza e dimensioni compatibili con le reali necessità delle aziende agricole richiedenti, nel rispetto delle regole dettate dalla ex normativa della Legge Regionale 93/80, le cui norme sono ora contenute nella L.R. 12/2005. Anche per quanto concerne l’A.A.P, come per gli altri ambiti, l’istallazione di baracche o la posa di recinzioni sarà subordinata ad una specifica richiesta da inoltrare al Comune e secondo una modalità costruttiva determinata dall’ente pubblico in questione che redigerà un progetto campione-norma in questo senso. Descrizione Queste aree, oltre che ad essere destinate alle coltivazioni agricole, comprendono anche una “teoria” di volumi destinati alla pratica agricola. Questi volumi possono essere valorizzati per il soddisfacimento delle esigenze degli imprenditori e dei lavoratori agricoli. Tali zone sono destinate all’esercizio delle attività connesse, in generale, con l’esercizio dell’agricoltura ed in particolare con la viticoltura, la silvicoltura e la zootecnica. La conduzione dei fondi posti su tali zone dovrà essere finalizzata alla salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente e dell’equilibrio idrogeologico. Edificazione E' possibile l'edificazione, la ristrutturazione, il recupero, l’ordinaria e la straordinaria manutenzione a mezzo di permesso a costruire per gli imprenditori agricoli e per i titolari o i legali rappresentanti dell’impresa agricola. Ogni intervento e rilascio di permesso di costruire è comunque subordinato a quanto indicato nell’art. 60 comma 2 della L.R. 12/2005. È possibile il ricorso allo strumento della Denuncia di Inizio attività nei casi definiti dalla L.R. 12/2005 art. 41, comma 2. Gli interventi saranno concessi solo se verrà provata la presenza delle opere di urbanizzazione primaria o se (in mancanza delle reti principali deputate allo scopo) i richiedenti dichiareranno di provvedere a proprie spese a tali opere nel rispetto delle norme igieniche e sanitarie vigenti.

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L’edificazione di attrezzature zootecniche e di depositi di materiali maleodoranti, risulta consentita nel rispetto dell’art.48, comma 3, delle NTA del P.T.C.P. e dell’art. 3.14.7, lett.a del Reg. locale d’igiene. Inoltre tali strutture non potranno essere edificate o inserite (indipendentemente dalle sopracitate norme), al di fuori del confine Nord del Parco Agricolo (art.44). L’edificazione risulta in ogni caso esclusa all’interno dei varchi inedificabili e dei varchi consigliati presenti nell’ A.A.P.. Nelle aree interessate dal corridoio ecologico inoltre, non risulta ammessa la realizzazione di nuove barriere fisiche. Destinazione d’uso Le destinazioni d’uso ammesse, salvo quanto specificato negli articoli successivi, sono le seguenti: a) opere funzionali alla conduzione del fondo b) residenze dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti delle aziende agricole (comprese le autorimesse ed i locali annessi) c) attrezzature ed infrastrutture produttive (quali stalle, silos, serre, magazzini, locali per la lavorazione, la conservazione e la vendita di prodotti agricoli) d) coperture stagionali destinate a proteggere le colture e) opere, attrezzature ed impianti necessari per la conservazione e la manutenzione del territorio con specifico riferimento ai corsi d’acqua (fossi e vallette); tali opere dovranno di norma (salvi i casi in cui ciò non è tecnicamente possibile) essere eseguite utilizzando tecniche di ingegneria naturalistica e curando il miglior inserimento dal punto di vista ambientale-paesaggistico f) opere di urbanizzazione quali: linee elettriche e telefoniche, acquedotti e fognature, gasdotti, strade ad esclusivo uso delle attività agro-silvo-pastorali, sentieri; tali opere potranno essere autorizzate solo previa valutazione del loro miglior inserimento dal punto di vista ambientale- paesistico e del rispetto dell’equilibrio idrogeologico. Per una maggior definizione delle destinazione d’uso ammesse nelle Aree Agricole vedi art. 59 della L.R. 12/2005 e art. 2135 del Codice Civile. (...) Indici edificatori Il P.G.T. si attua nel rispetto dei seguenti indici di zona, come definiti dalla L.R. 12/2005 art. 59: a) per le abitazioni dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti D = 0,06 mc/mq su terreni a colture orticole o floricole specializzate D = 0,01 mc/mq per un massimo di 500 mc per azienda su terreni a bosco, a coltivazione industriale del legno, a pascolo o a prato pascolo permanente

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D = 0,03 mc/mq sugli altri terreni agricoli H = 9,00 m Dc = 5,00 m De = 10,00 m da edifici residenziali esterni all’azienda De = 30,00 m da edifici destinati al ricovero ed all’allevamento di animali Ds = 10,00 m La volumetria edificata non potrà comunque superare per ogni azienda i mc 500. b) per le attrezzature e le infrastrutture produttive non sono previsti limiti volumetrici. Esse comunque devono rispettare i parametri seguenti: Rc = 10 % dell’intera superficie aziendale Rc = 20% dell’intera superficie aziendale per le sole aziende orto-floro-vivaistiche Rc = 40% dell’intera superficie aziendale per le sole serre H = 9,00 m Dc = 5,00 m De = 10,00 m da edifici destinati a ricovero ed allevamento di animali De = 30,00 m da edifici residenziali esterni all’azienda se l’edificio è destinato al ricovero ed all’allevamento di animali Ds = 10,00 m Per le aziende esistenti alla data di prima approvazione del P.G.T., i parametri legati al Rc (di cui sopra) sono incrementati del 20%. Comunque sia, la realizzazione di nuovi fabbricati residenziali è subordinata alla costruzione di edifici che presentino particolari caratteristiche dal punto di vista della dispersione energetica. Non saranno ammesse costruzioni che non risultino almeno di classe B. E’ ammessa l’utilizzazione (totale o parziale) della parte eventualmente non utilizzata dell’indice di edificabilità per l’abitazione rurale, al fine di incrementare della medesima quantità l’indice di edificabilità per le attrezzature e le infrastrutture produttive. Al fine del computo della volumetria edificabile è ammessa l’utilizzazione delle superfici di tutti gli appezzamenti componenti l’azienda e situati nelle zone agricole, anche se non contigue, purché compresi nel territorio comunale o nelle zone agricole del territorio dei Comuni contermini e a condizione che: - vi sia la titolarità della proprietà e della piena disponibilità degli appezzamenti interessati o ha titolarità di rapporto di affittanza agraria; in quest’ultimo caso il conduttore deve disporre di una dichiarazione scritta, rilasciata dai proprietari dei singoli appezzamenti, i quali autorizzano, in forma irrevocabile, l’utilizzo della volumetria di pertinenza del proprio appezzamento in un altro

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Art. 44 P.A. - Parco Agricolo Lettura delle emergenze fisico-ambientali e regole comportamentali Per il grande rispetto e la massima considerazione che si deve avere per l’area agricola si vuole definire “parco” l’ambito agricolo contenuto entro i limiti indicati nelle tavole allegate al PGT. Così l’abbiamo voluto definire perché rappresenta la vera unica riserva naturale verde del Paese, da proteggere con la massima attenzione e perché completa il progetto ambientale. E’ stato definito da una serie di percorsi pedo-ciclabili e da un sistema di piccoli parchi per la sosta e per il gioco. Naturalmente è ammessa la continuazione dell’attività agricola anche mediante la realizzazione di fabbricati di servizio all’attività stessa, ma solo destinati a determinate funzioni. In particolare, sarà concessa la realizzazione di edifici per il ricovero degli animali o la

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i.

Le destinazioni d’uso ammesse, legate ad interventi di nuova realizzazione, sono le seguenti: a) opere funzionali alla conduzione del fondo b) attrezzature ed infrastrutture produttive quali stalle, silos, serre, magazzini di stoccaggio per i prodotti agricoli, locali per la lavorazione e la conservazione di prodotti agricoli. c) coperture stagionali destinate a proteggere le colture d) opere, attrezzature ed impianti necessari per la conservazione e la manutenzione del territorio con specifico riferimento ai corsi d’acqua (fossi e vallette); tali opere dovranno di norma (salvi i casi in cui ciò non è tecnicamente possibile) essere eseguite utilizzando tecniche di ingegneria naturalistica e curando il miglior inserimento dal punto di vista ambientale-paesaggistico e) opere di urbanizzazione quali: linee elettriche e telefoniche, acquedotti e fognature, gasdotti, strade ad esclusivo uso delle attività agro-silvo-pastorali, sentieri. Tali opere potranno essere autorizzate solo previa valutazione del loro miglior inserimento dal punto di vista ambientale- paesistico e del rispetto dell’equilibrio idrogeologico. Le destinazioni d’uso non ammesse, per quanto contemplate dall’art. 59 della L.R. 12/2005, legate agli interventi di nuova realizzazione sono: a) residenze dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti delle aziende agricole (comprese le autorimesse ed i locali annessi) b) attrezzature ed infrastrutture produttive quali locali per la somministrazione e la vendita di prodotti agricoli. (...) Indici edificatori Il P.G.T. si attua nel rispetto dei seguenti indici di zona, come definiti dalla L.R. 12/2005 art. 59: Per le attrezzature e le infrastrutture produttive non sono previsti limiti volumetrici. Esse comunque devono rispettare i parametri seguenti: Rc = 10 % dell’intera superficie aziendale Rc = 20% dell’intera superficie aziendale per le sole aziende orto-floro-vivaistiche Rc = 40% dell’intera superficie aziendale per le sole serre H = 9,00 m Dc = 5,00 m De = 10,00 m da edifici destinati a ricovero ed allevamento di animali De = 30,00 m da edifici residenziali esterni all’azienda se l’edificio è destinato al ricovero ed all’allevamento di animali Ds = 10,00 m Per le aziende esistenti alla data di prima approvazione del P.G.T., i parametri legati al Rc (di cui

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VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i. sopra) sono incrementati del 20%. Al fine del computo della volumetria edificabile è ammessa l’utilizzazione delle superfici di tutti gli appezzamenti componenti l’azienda e situati nelle zone agricole, anche se non contigue, purché compresi nel territorio comunale o nelle zone agricole del territorio dei Comuni contermini e a condizione che: - vi sia la titolarità della proprietà e della piena disponibilità degli appezzamenti interessati o la titolarità di rapporto di affittanza agraria; in quest’ultimo caso il conduttore deve disporre di una dichiarazione scritta, rilasciata dai proprietari dei singoli appezzamenti, i quali autorizzano, in forma irrevocabile, l’utilizzo della volumetria di pertinenza del proprio appezzamento in un altro appezzamento della zona agricola; - sia sottoscritta un’obbligazione contrattuale, registrata e trascritta a cura del richiedente, contenente vincolo di “non edificazione “ sugli appezzamenti interessati (nel caso di appezzamenti in locazione, contenente l’espressa volontà della proprietà nei confronti del Comune), modificabile in relazione alla variazione della normativa urbanistico-edilizia. Gli appezzamenti entro il perimetro del Parco Agricolo possono essere utilizzati, con le rispettive capacità volumetriche, ai fini dell’edificazione nelle zone agricole del P.G.T. e nelle zone agricole previste dai P.G.T. dei Comuni contermini. (...) Tipologie edilizie Vale quanto definito per gli interventi di recupero e ristrutturazione concernenti gli edifici dell’A.A.P. Modalità di incentivazione urbanistica Vale quanto definito per gli interventi di recupero e ristrutturazione concernenti gli edifici facenti parte dell’A.A.P. Modalità di mitigazione ambientale Vale quanto definito per gli interventi di recupero e ristrutturazione concernenti gli edifici e gli spazi facenti parte dell’A.A.P.

Art. 49 Aree non soggette a trasformazione urbanistica Nella tavola del presente Piano delle Regole sono individuate, con un apposito contorno, le aree non soggette a trasformazione urbanistica. In tali aree l’alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento od alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti.

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Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della l.r. 12/05.. In tale area, in termini di incentivazione urbanistica, è ammesso esclusivamente l’incremento volumetrico legato all’adeguamento alle norme igienico/sanitarie secondo quanto definito per gli incentivi. Sono consentite, previa autorizzazione del Comune, le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. In termini di incentivazione urbanistica, è consentito, previa autorizzazione del Comune, un aumento volumetrico pari ad un massimo di 15 mc per interventi su edifici esistenti volti all’adeguamento igienico-sanitario. L’intervento dovrà essere preventivamente valutato dalla Commissione per il Paesaggio. Eventuali infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea. A tal fine, alle istanze per l’approvazione da parte dell’autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico.

5.5 RETICOLO IDRICO MINORE L' individuazione del RIM consiste nell'individuazione del reticolo idrico minore, le relative fasce di rispetto e la definizione delle attività vietate o soggette ad autorizzazione comunale, in base ai criteri esposti nella Delibera della Giunta Regionale del 25 gennaio 2002 n° 7/7868 per l'esercizio di polizia idraulica di competenza comunale, e della successiva Deliberazione della Giunta Regionale 1 agosto 2003 n° 7/13950. Lo studio descrive le metodologie adottate per l'individuazione del reticolo idrico minore, viene riportato l'elenco dei corsi d'acqua, delle aste torrentizie, dei fossi, dei canali e dei valgelli facenti parte del reticolo idrico minore, viene fornita una descrizione dei corsi d'acqua e dei relativi bacini idrografici considerati significativi, vengono infine riportate le verifiche idrauliche effettuate e descritti gli ambiti del territorio comunale che presentano le maggiori problematiche dal punto di vista idrogeologico - idraulico. Il RIM del Comune di Traona è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 37 del 30 novembre 2009.

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Corsi d’acqua appartenenti al reticolo idr. minore. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio

Gli interventi in progetto risultano posizionati all’esterno della fascia di rispetto idraulico di 10 metri del fosso di fondovalle appartenente al Reticolo Idrico Minore del Comune di Traona, cod. identificativo SO TR 01, presente dal confine comunale all’immissione del Torrente Bombolasca. L’attuazione dell’intervento in progetto non è in contrasto con il Reticolo Idrico Minore del Comune di Traona.

5.6 PERICOLOSITA’ E RISCHIO ALLUVIONI Lo strumento per la valutazione e la gestione del rischio è rappresentato dalle mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni (art. 6 del D.Lgs. 49/2010 e art. 6 del Dir. 2007/60/CE). Le Mappe di pericolosità e rischio predisposte in attuazione della Direttiva Alluvioni sono state approvate dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Po nella seduta del 23 Dicembre 2013.

Le mappe di pericolosità, secondo le specifiche della Commissione Europea, riportano l’estensione potenziale delle inondazioni causate dai corsi d’acqua (naturali e artificiali), dal mare e dai laghi, con riferimento a tre scenari di probabilità di accadimento dell’evento allunale (alluvioni rare – Low

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Estratto Mappa della pericolosità – Direttiva 2007/60/CEE. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio

Estratto Mappa del rischio– Direttiva 2007/60/CEE. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio

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Per l’area in esame viene attribuito uno scenario poco frequente di essere alluvionata – (Tr 100/200 anni) e un rischio moderato (R1). L’attuazione dell’intervento in progetto non è in contrasto con quanto indicato dalle mappe della pericolosità e del rischio alluvioni per l’area in esame.

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6.0 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

La caratterizzazione ambientale qui di seguito riportata, condotta secondo le indicazioni della Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, fornisce un inquadramento delle caratteristiche ambientali, socio-economiche e territoriali, dell’area vasta di influenza del progetto in esame. Come intorno significativo viene considerato il territorio di fondovalle dal versante retico fino al fiume Adda. In particolare, la citata direttiva indica quali elementi analizzare: “la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora, la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori”.

6.1. Inquadramento territoriale Il territorio in esame è sito in Comune di Traona, Provincia di Sondrio, nella bassa Valtellina, nella piana di fondovalle al confine con il Comune di Cercino.

In particolare, si localizza poco a sud della S.P. 4 Valeriana, in sponda destra idrografica al fiume Adda e a sud-ovest della frazione di Piussogno del Comune di Cercino, che si sviluppa alle pendici del versante retico denominato “Costiera dei Cèch”. Nelle vicinanze, in territorio di Cercino, sono presenti un’altra azienda agricola-zootecnica e due edifici produttivi di recente realizzazione. Verso nord è presente il canale della bonifica, che raccoglie le acque provenienti dal versante e dai campi e si getta nel fiume Adda più a valle. Verso sud-est, il territorio è prettamente agricolo: si incontra infatti la vasta estensione dell’area agricola di Traona, costituita da campi e prati fino al contatto con la fascia ripariale del Fiume Adda, costituita da una folta boscaglia ripariale igrofila, caratterizzata dalla presenza di essenze spontanee e perloppiù autoctone, quali pioppi, salici, ontano nero, sambuco, sanguinello, frangola, viburno, fusaggine, con i rampicanti vitalba e luppolo, ma anche con presenza di specie esotiche inselvatichite come la buddleja, la robinia, la verga d’oro americana, l’enotera. Sulla sponda opposta del fiume Adda (in sinistra idrografica) è presente il sentiero Valtellina.

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Ortofoto. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

6.2 Caratterizzazione dell’ambito oggetto di intervento L’ambito e i suoi intorni sono attualmente caratterizzati dalla presenza di prati da foraggio e campi di mais tutt’ora coltivati, con qualche esemplare arboreo isolato al limitare delle proprietà fondiarie o lungo il ciglio della Via Mulada e delle strade campestri.

L’accesso al lotto avviene attraverso la strada comunale di Via Mulada recentemente asfaltata dall’Amministrazione di Cercino, a cui si collega con un breve tratto di strada sterrata in progetto.

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Vista da Sud Est delle aree oggetto di intervento

6.3 Il sistema paesistico – culturale – ambientale Essendo più in prossimità al nucleo di Piussogno del Comune di Cercino che all’abitato di Traona, si analizzano pertanto gli elementi di interesse paesistico-culturale posti in tale contesto.

Nell’area vasta di influenza sono quindi da evidenziare gli edifici civili e religiosi presenti nel nucleo di Piussogno, tra cui la chiesetta di S. Antonio (segnalata anche nelle tavole del PTCP). Sempre in Piussogno sono presenti un edificio storico con l’affresco di Madonna del Rosario e Santi (sec. XVIII), un’Edicola votiva ed una cappella in via Valeriana con Madonna di Loreto e Santi sec.XIX. I beni culturali presenti nel Comune sono censiti nell’inventario della Comunità Montana di Morbegno.

In prossimità dell’area di intervento, di interesse paesistico-ambientale, sono presenti la pista ciclopedonale denominata “sentiero Valtellina” in sponda sinistra del fiume Adda, che collega il capoluogo di mandamento Morbegno con l’alto lago a Colico, le aree ripariali e naturalistiche lungo

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Beni paesistici. Fascia di rispetto del Fiume Adda e dei torrenti di versante in azzurro. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione

6.4 Il sistema ambientale Per l’analisi del sistema ambientale si fa riferimento all’indagine condotta nel Rapporto Ambientale e nel Quadro Conoscitivo del PGT vigente, relativo all’intero territorio comunale, ed al “Rapporto dello Stato sull’Ambiente” di ARPA Lombardia – anni 2011-2012.

6.4.1 Aria Per quanto riguarda il fattore aria, l’area oggetto di intervento può essere assimilata al resto del territorio di fondovalle provinciale, per cui possono valere i dati raccolti da ARPA relativi agli inquinanti atmosferici nel biennio 2011-2012.

Il monitoraggio della qualità dell’aria si prefigge di valutare le concentrazioni degli inquinanti aerodispersi che possono avere effetti negativi sulla salute e sull’ambiente. I principali inquinanti che si trovano nell’aria possono essere divisi, schematicamente, in due gruppi: gli inquinanti primari e quelli secondari.

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I primi vengono emessi nell’atmosfera direttamente da sorgenti di emissione antropogeniche o naturali, mentre gli altri si formano in atmosfera a seguito di reazioni chimiche che coinvolgono altre specie, primarie o secondarie.

Sorgenti emissive dei principali inquinanti atmosferici.

Le principali fonti emissive che influiscono sulla qualità dell’aria sono in generale il trasporto su strada, la produzione di energia, gli impianti di riscaldamento, le attività industriali e quelle agricole con contributi differenziati a seconda dell’inquinante considerato. L’inventario delle emissioni in atmosfera (INEMAR) sviluppato da Arpa Lombardia, riferito all’intero territorio regionale, consente di stimare le emissioni dei diversi inquinanti per macrosettori e per tipo di combustibile. In Provincia di Sondrio la Combustione non industriale, il Trasporto su strada e l’Agricoltura costituiscono la principale fonte di inquinamento per buona parte degli inquinanti.

La valutazione e la gestione della qualità dell’aria sul territorio regionale viene effettuata sulla base di quanto previsto dal D.Lgs. 155/2010, che ha recepito la Direttiva Quadro sulla qualità dell’aria

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2008/50/CE. Il decreto stabilisce come e dove misurare la qualità dell’aria, i valori limite e obiettivo dei diversi inquinanti e disciplina le attività che necessariamente devono essere sviluppate per consentire il raggiungimento dei valori limite e il perseguimento dei valori obiettivo di qualità dell’aria. Il Decreto 155/2010 ha previsto l’adozione di alcune fasi fondamentali: • la zonizzazione del territorio in base a densità emissiva, caratteristiche orografiche e meteo-climatiche, grado di urbanizzazione; • l’individuazione di un set di stazioni tra quelle presenti sul territorio regionale per la valutazione della qualità dell’aria; • la rilevazione e il monitoraggio del livello di inquinamento atmosferico; • l’adozione, in caso di superamento dei valori limite, di misure di intervento sulle sorgenti di emissione. Sulla base di quanto previsto dal Decreto 155/2010, il territorio lombardo viene suddiviso in zone, per cui il territorio in esame ricade in ZONA D Fondovalle e in ZONA C Montagna, con una ulteriore suddivisione in ZONA C2 Montagna per la valutazione dell’Ozono, come riportato nella seguente cartografia:

Nuova zonizzazione ai sensi della DGR2605/11 (valutazione ozono) con indicazione del Comune di Traona (cerchio rosso).

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Valutazione della qualità dell’aria riferita all’anno 2011.

Attualmente non vengono registrati superamenti dei limiti e degli obbiettivi di legge per SO2, CO,

C6H6, NO2.

Monossido di carbonio (CO): è un gas risultante dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna. Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico; in natura, il CO viene prodotto in seguito a incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi. La principale fonte di emissione da parte dell’uomo è invece costituita dal traffico autoveicolare. Nel 2011, le concentrazioni di CO non hanno mai superato il valore limite sulle 8 ore per la protezione della salute umana. Dopo un forte calo alla fine degli anni ’90, i dati del RSA evidenziano un andamento pluriennale del CO da ritenersi sostanzialmente stabile.

Biossido di zolfo (SO2): è un gas la cui presenza in atmosfera è da ricondursi alla combustione di combustibili fossili contenenti zolfo, quali carbone, petrolio e derivati. Nel periodo in esame del RSA, sono stati rispettati i limiti di legge fissati dal DM 60/2002, con decremento delle medie di

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Anidride carbonica (CO2) ed Ossidi di Azoto (NOx): le emissioni di tali inquinanti sono causate da fonti naturali (attività batterica sui composti dell’azoto, attività vulcanica, fulmini) e in quantità molto maggiore da azioni antropiche quali combustione di combustibili fossili (fonti mobili), riscaldamenti domestici, ecc. (fonti stazionarie). In condizioni meteorologiche di stabilità partecipano alla formazione del cosiddetto smog fotochimico mentre in condizioni di pioggia sono responsabili delle “piogge acide”. Il trend degli ultimi anni risulta tendenzialmente stabile. Non si sono verificati superamenti dei valori di soglia.

Biossido di azoto (NO2): è un inquinante per lo più secondario, che si forma in seguito all’ossidazione in atmosfera dell’NO, relativamente poco tossico.

Si osserva che le concentrazioni di NO2 non hanno mai superato lo standard di qualità dell’aria (98° percentile); non è mai stato superato ne il limite orario ne il limite annuo per la protezione della salute umana, ne quello per la protezione della vegetazione. Negli ultimi dieci anni le concentrazioni di questo inquinante mostrano un decremento modesto ma costante che complessivamente ammonta al 25%. Nelle due stazioni vicine al Comune di Traona si rilevano concentrazioni massime orarie pari a 32 μg/m3 a Morbegno e 62 μg/m3 a Colico.

Per l’O3, il superamento è segnalato per le zone di fondovalle.

Ozono (O3): si tratta di un inquinante secondario in quanto si forma a partire da reazioni chimiche che avvengono in atmosfera tra i sui precursori (ossidi di azoto e composti organici volatili) in presenza di radiazione solare ed elevate temperature. Le concentrazioni di questo inquinante sono più elevate nel periodo estivo. L’andamento pluriennale delle concentrazioni mette in evidenza che a partire dal 2003 (anno in cui si sono registrati i valori più elevati a livello provinciale), le concentrazioni di ozono e di conseguenza i superamenti dei limiti di legge hanno subito un marcato incremento che si è mantenuto relativamente costante nelle postazioni di Morbegno e Bormio, mentre i valori di hanno esibito un andamento più altalenante. Nelle due stazioni vicine al Comune di Traona si rilevano concentrazioni massime giornaliere pari a

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71 μg/m3 a Morbegno e 72 μg/m3 a Colico.

Anche per il PM10 il valore limite giornaliero (numero di giorni in cui la media giornaliera supera i 50 μg/m3) è superato per le zone di fondovalle. In particolare, le stazioni di Sondrio e di Morbegno evidenziano nell’ultimo decennio alcuni picchi altalenanti con tendenza all’incremento. Particolato atmosferico (PM): il particolato atmosferico (dall’inglese Particulate matter) rappresenta un insieme eterogeneo di particelle solide e liquide di svariate dimensioni e caratteristiche chimico- fisiche che si trovano in sospensione nell’aria. Tali sostanze possono avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione al suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini etc.) sia, in gran parte, da attività antropiche, in particolar modo da traffico veicolare e processi di combustione. Il particolato totale sospeso PTS rappresentava sino a pochi anni fa il parametro di riferimento per la normativa. Più di recente, considerati i risultati delle ricerche in campo medico ed epidemiologico, si è ritenuto di fissare limiti per le frazioni dimensionali più fini in quanto sono quelle maggiormente associate agli effetti della salute. Attualmente esiste un valore limite per le concentrazioni della frazione con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm più comunemente chiamata PM10. La misurazione di tale parametro è cominciata in provincia nel 1999. La stazione di rilevamento più vicina al comune di Traona è a Morbegno, che attualmente restituisce il dato medio giornaliero di 14 μg/m3.

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Distribuzione spaziale delle medie annuali di PM10 sul territorio lombardo – RSA 2011 ARPA Lombardia.

Il superamento del limite sulla media annua del PM2,5, da rispettarsi dal 2015, è invece diffuso su tutte le zone del territorio regionale.

Il termine PM2,5 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 μm, una frazione di dimensioni aerodinamiche minori del PM10 e in esso contenuta. Sorgenti del particolato fine sono un pò tutti i tipi di combustione, inclusi quelli dei motori di auto e motoveicoli, degli impianti per la produzione di energia, della legna per il riscaldamento domestico, degli incendi boschivi e di molti altri processi industriali. Come per il PM10, queste particelle sono caratterizzate da lunghi tempi di permanenza in atmosfera e, rispetto alle particelle grossolane, sono in grado di penetrare più in profondità nell’albero respiratorio umano (trachea, bronchi, alveoli polmonari), mentre la frazione più grossa arriva alle prime vie respiratorie (naso, faringe, laringe). Anche il particolato PM2,5 è in parte emesso come tale direttamente dalle sorgenti in atmosfera (PM2,5 primario) ed è in parte formato attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti (PM2,5 secondario).

Per quanto riguarda i metalli normati, si osservano complessivamente per l’anno 2011 concentrazioni ben al di sotto del limite obiettivo. in ambito ambientale, con metalli pesanti si indica una famiglia di metalli o semimetalli (metalloidi)

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Il benzo(a)pirene BaP supera invece il valore obbiettivo al 2012 o comunque fa registrare i valori più alti nelle aree in cui più consistente è il ricorso alla legna per riscaldare gli ambienti, ovvero il fondovalle. Idrocarburi Policiclici Aromatici – sono composti inquinanti presenti nell’atmosfera in quanto prodotti da numerose fonti tra cui, principalmente, il traffico autoveicolare (scarichi dei mezzi diesel) e i processi di combustione di materiali organici contenenti carbonio (legno, carbone). La principale fonte in Lombardia è la combustione a legna in piccoli apparecchi. L’unico IPA per cui la normativa fissa un valore obiettivo è il benzo(a)pirene (BaP).

6.4.2 Fattori climatici La disponibilità di dati relativi ai caratteri idrometeorologici è riferita alle stazioni di rilevamento di ARPA Lombardia ubicate nei Comuni di Sondrio, di (S. Giorgio) e di Morbegno. Il clima del fondovalle medio-valtellinese può essere definito come “temperato fresco continentale”. Caratteristica dell’area in esame è la concentrazione degli eventi piovosi nei mesi primaverili ed autunnali e delle precipitazioni nevose nel periodo invernale.

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Estratto della Carta delle precipitazioni medie annue in Provincia di Sondrio – Regione Lombardia.

Le temperature, con riferimento alla stazione di Chiavenna, fanno registrare valori medi sempre superiori allo zero in tutti i mesi dell’anno, grazie all’azione mitigatrice del Lago di Como e alle sue correnti caldo-umide. Per quanto riguarda i venti, i principali sono la “Breva”, vento di valle che spira dal lago di Como durante le ore pomeridiane del periodo primaverile, ed il “Fohn” o “Favonio”, vento di discesa, secco e caldo, proveniente da nord. Questo vento è presente maggiormente da dicembre a maggio con punte massime a marzo.

6.4.3 Acque superficiali In Comune di Traona sono censiti i seguenti corsi d’acqua principali, così come riportati nell’Allegato A della D.G.R. 1agosto 2003 n. 7/13950:

Denominazione Foce o sbocco Tratto classificato come principale Identifi- cativo Fiume Adda Lago di Como Il tratto nel territorio comunale di Traona SO 041

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Torrente Bombolasca Canale della Dallo sbocco nel canale (quota 211m) SO 044 Bonifica all’attraversamento a quota 450m della strada Moncucco-Pianezzo Torrente Vallone S. Canale Vignole Dallo sbocco nel canale Vignole (quota 214,3m) SO 045 Giovanni alla sorgente Porta a quota 880m Torrente di Fiume Adda Dallo sbocco nel Fiume Adda al confine comunale SO 046 a quota 400m Reticolo Idrico Principale del Comune di Traona.

Nei pressi dell’area di intervento, non sono presenti corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico principale.

Il Comune di Traona è inoltre dotato dello studio di individuazione del reticolo idrico minore in ottemperanza alla DGR 7868/2002 e ss.mm.ii.. Tale studio oltre a censire e classificare tutti i corsi d’acqua del territorio comunale, ha provveduto a definire le norme di polizia idraulica da applicare nelle fasce di rispetto e di salvaguardia degli stessi.

Fascia di rispetto Identificativo Toponimo / note Tratto (ampiezza m) SO TR 01 Fosso di fondovalle Dal confine comunale all’immissione del 10 Torrente Bombolasca SO TR 02 Gruppo delle Valli Malvaina Dallo sbocco nel fosso SOTR01 al confine 10 comunale q.520m SO TR 03 Gruppo delle Valli Malvaina Dallo sbocco nel tratto intubato di Via 10 Vecchia Valeriana fino alla q.340m SO TR 04 Gruppo delle Valli Malvaina Dalla immissione nel SOTR03 fino alla 10 (ramificazione SOTR03) q.340m SO TR 05 Gruppo delle Valli Malvaina Dallo sbocco lungo Via Vecchi Valeriana fino 4 alla ramificazione q.430m (Moncucco Alto) SO TR 05 Gruppo delle Valli Malvaina Dalla ramificazione q.430m (Moncucco Alto) 10 fino ad oltre Bioggio SO TR 06 Gruppo delle Valli Malvaina Dalla ramificazione q.368m fino a q.410m 10 (Moncucco Alto) SO TR 07 Gruppo delle Valli Malvaina Dallo sbocco a valle di Via Valeriana fino a 4 q.430m (Moncucco Alto) 58 Dott. Geol. FABRIZIO BIGIOLLI – Via Valeriana, 97 – 23016 - Cercino (So)

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SO TR 07 Gruppo delle Valli Malvaina Da q.430m (Moncucco Alto) fino a q.580m 10 SO TR 08 Torrente Bombolasca Dal reticolo principale (strada Moncucco- 10 Pianezzo) fino oltre Bioggio SO TR 09 Torrente Bombolasca Dalla ramificazione fino q.615m 10 SO TR 10 Torrente Bombolasca Dal reticolo principale fino Pianezzo 10 SO TR 11 Torrente Bombolasca Dal reticolo principale fino a monte di 10 Pianezzo SO TR 12 Valle dei mulini Dalla derivazione sul Torrente Vallone 4 (derivazione) q.308m fino all’immissione nel fosso SOTR01 SO TR 13 Fosso Vignole Dal confine comunale fino al reticolo 10 principale (Torrente Vallone) SO TR 14 Valle del Santo o Valle Dallo fosso Vignole fino al confine comunale 10 Coffedo a q.340m SO TR 15 Drenaggio stradale Dal tratto intubato a monte di Case Pensa 4 intubato / canale regimato all’attraversamento di Via Valeriana SO TR 15 Fosso di fondovalle Dall’attraversamento di Via Valeriana alla 10 Valle del Santo SO TR 16 Drenaggio galleria di Da Case Pensa all’imbocco della galleria 4 servizio del canale ENEL SO TR 17 Fosso di fondovalle Dalla confluenza nel SOTR15 l’intero tratto 10 SO TR 18 Fosso di fondovalle Dalla confluenza nel fosso Vignole a Via I° 10 Maggio SO TR 18 Fosso di fondovalle Da Via I° Maggio fino alla sorgente ad Est 4 del deposito di inerti (loc. Valletta) SO TR 19 Fosso di fondovalle Dalla confluenza nel SOTR18 l’intero tratto 10 SO TR 20 Fosso di fondovalle località L’intero tratto 10 Bolgia Reticolo Idrico Minore del Comune di Traona.

A nord dell’area di intervento, è presente un fosso di fondovalle appartenente al reticolo idrico minore, SO TR 01, con una fascia di rispetto di 10 metri, comunque esterna all’area di intervento stessa.

Per quanto concerne la classificazione qualitativa delle acque superficiali, essa è attualmente dettata dal D.lgs. 152/2006 e ss mm ii che definisce gli indicatori necessari per la ricostruzione del quadro conoscitivo rappresentativo dello Stato Ecologico ed Ambientale delle acque sul quale 59 Dott. Geol. FABRIZIO BIGIOLLI – Via Valeriana, 97 – 23016 - Cercino (So)

VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ ALLA VAS REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134, AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE – Variante al PGT ai sensi dell’art. 8 del DPR 160/2010 e s.m.i. misurare ad es. il raggiungimento di obiettivi di qualità prefissati. Tali obiettivi prevedono di raggiungere entro il 2015 il “buono stato di qualità” dei corpi idrici, come previsto dalla Direttiva quadro (2000/60/CE), mentre era previsto il raggiungimento dello “stato di qualità sufficiente” entro il 2008. Alla definizione dello Stato Ecologico contribuiscono sia parametri chimico-fisici di base relativi al bilancio dell’ossigeno ed allo stato trofico (indice Livello di Inquinamento da Macrodescrittori – L.I.M.) sia la composizione della comunità macrobentonica delle acque correnti (Indice Bentonico Esteso – I.B.E.). Il LIM è ricavato dalla somma dei punteggi concernenti 7 macrodescrittori (Saturazione di ossigeno, BOD5, COD, NH4, NO3, fosforo totale e escherichia coli) calcolati il 75° percentile dei risultati ottenuti nella fase di monitoraggio per ciascuno dei parametri stessi. Il valore IBE che misura l’effetto di qualità chimica e chimico-fisica delle acque sugli organismi bentonici che vivono almeno una parte del loro ciclo biologico nell’alveo dei fiumi, corrisponde invece alla media dei valori misurati durante l’anno nelle campagne di misura stagionali o rapportata ai regimi ideologici più appropriati. Anche l’IBE viene definito con 5 classi di qualità. Lo Stato Ecologico del Corso d’Acqua – SECA è determinato incrociando i valori del LIM e dell’IBE considerando il peggiore dei due indici, attribuendo anche in questo caso 5 classi di qualità. Ai fini dell’attribuzione dello Stato dell’Ambiente del corso d’acqua i dati relativi allo Stato Ecologico devono essere rapportati con quelli concernenti la presenza degli inquinanti chimici indicati nella tabella 1 dell’all. 1 ad D. Lgs. 152/99.

Il Fiume Adda sopralacuale scorre quasi interamente in Provincia di Sondrio, fino a immettersi nel Lago di Como presso Colico (Lc). Al 2011, l’Adda sopralacuale ha una qualità Elevata. La qualità dell’acqua è più costante nell’Adda dove le portate sono elevate mentre è più variabile nei torrenti a regime idrico variabile.

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Livello di inquinamento dai macrodescrittori per lo stato ecologico (ARPA 2011-2012)

6.4.4 Acque ad uso potabile L’approvvigionamento idrico della quasi totalità dei Comuni della Provincia di Sondrio è sostenuto quasi esclusivamente da sorgenti, con una dotazione idrica netta per abitante di 205 l/ab/giorno.

Le acque ad uso potabile, in Provincia di Sondrio, sono genericamente caratterizzate da proprietà organolettiche gradevoli e da un modesto contenuto in sali minerali; infatti, oltre il 95% delle acque è caratterizzata da un residuo fisso inferiore ai 200mg/l e, oltre il 75%, da durezza totale inferiore ai 7 °F.

L’acqua distribuita nel nostro territorio è sostanzialmente esente da influenze antropiche; ciò grazie alla collocazione delle fonti lontano da insediamenti civili e industriali, quindi priva di sostanze chimiche contaminanti, ad esclusione di alcune sorgenti dove viene riscontrata la presenza di arsenico di origine endogena, in concentrazione superiore al limite indicato dalla normativa di riferimento (D.lgs.n.31/2001).

L’approvvigionamento idrico dei Comuni di Traona e di Cercino avviene grazie a sorgenti montane.

Le strutture di approvvigionamento dell’acquedotto sono pertanto esterne all’area vasta di riferimento per l’analisi in atto.

La rete acquedottistica in corrispondenza del contesto in esame passa lungo la Via

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Mulada in Comune di Cercino, pertanto l’approvvigionamento idrico alla struttura in progetto avverrà mediante collegamento a tale rete.

Si fa inoltre presente che in corrispondenza della rete acquedottistica di Via Mulada, sia in destra che in sinistra, sono già predisposte due derivazioni dalla rete principale per favorire l’uso nei limitrofi terreni agricoli.

6.4.5 Acque sotterranee Per le acque sotterranee ARPA svolge due tipi di monitoraggio. Il monitoraggio qualitativo si svolge attraverso campionamenti semestrali e l’analisi di diversi parametri (parametri di base, metalli, inquinanti inorganici, composti organici aromatici, policiclici aromatici, alifatici clorurati cancerogeni e non cancerogeni, alifatici alogenati cancerogeni, clorobenzeni, pesticidi) tra cui alcuni rappresentativi di particolari fenomeni di contaminazione; viene anche posta particolare attenzione al monitoraggio dei nitrati e dei fitofarmaci. Il monitoraggio quantitativo avviene attraverso la misura mensile o trimestrale della soggiacenza (profondità della superficie della falda rispetto al piano campagna) della falda.

Dal punto di vista qualitativo, il riferimento normativo per le acque ad uso umano viene definito in base ai parametri indicati nel D.lgs. 152/2006 e ss mm ii ed anche alla definizione dello Stato Chimico delle Acque Sotterranee – SCAS, che prevede la definizione di 5 classi di qualità.

Classi di qualità per la valutazione dello stato chimico delle acque sotterranee

Nel 2011, dei 15 punti di monitoraggio in Provincia di Sondrio, 2 si collocano in classe 1 (impatto antropico nullo o trascurabile e pregiate carateristiche idrochimiche), 11 in classe 2 (impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e buone caratteristiche idrochimiche), 1 in classe 3 (impatto antropico significativo e caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione), 1 in classe 4 (impatto antropico rilevante e caratteristiche

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Classi di qualità stato chimico acque sotterranee - anno 2011

La qualità delle acque oscilla in generale tra le classi 1 e 2 segnalando un impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche.

Dal punto vista qualitativo, non esistono per la provincia di Sondrio deterioramenti delle condizioni idrochimiche dell’acqua.

6.4.6 Acque reflue civili e industriali Le reti delle acque reflue civili e industriali di fondovalle sono collegate all’impianto di depurazione consortile sito in Comune di (convenzione tra i Comuni della CM Morbegno), localizzato in località Vedessa. Tale impianto è dimensionato per 30.000 A.E..

Nello specifico nei pressi dell’area in esame, sotto la sede della via Mulada in Comune

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Qualora si renda necessario, sarà possibile collettare le acque nere derivanti dalla struttura in progetto a tale rete comunale (esempio inserimento servizio igienico).

6.4.7 Suolo e sottosuolo Il settore di fondovalle è caratterizzato da suoli correlati alle tre unità geomorfologiche presenti, in analogia al resto del territorio valtellinese di fondovalle: l’alveo del Fiume Adda con le sue aree golenali, i terrazzi alluvionali ed i conoidi alluvionali.

Aree golenali I suoli presenti in corrispondenza delle aree golenali sono sottili e limitati da substrato ghiaioso, hanno scheletro comune, tessitura grossolana, reazione neutra, saturazione alta, capacità di scambio cationico media e drenaggio rapido (Eutric Fluvisols, secondo il sistema tassonomico FAO- UNESCO-ISRIC, 1988). Questi terreni, a forte permeabilità, necessitano di interventi irrigui frequenti per sopperire alla scarsa capacità di ritenzione idrica.

Terrazzi alluvionali Le caratteristiche della tipologia di suoli più diffusi presenti in corrispondenza dei terrazzi alluvionali di fondovalle, da moderatamente profondi a profondi e limitati da falda oscillante, sono le seguenti: tessitura moderatamente grossolana, reazione da neutra a subalcalina, saturazione da media a molto alta, capacità di scambio cationico media in superficie e bassa in profondità e drenaggio mediocre (Eutric Fluvisols, secondo il sistema tassonomico FAO-UNESCO-ISRIC, 1988). Questi suoli hanno una buona lavorabilità (ma possono presentare problematiche di drenaggio) e, per quanto concerne il territorio comunale di Traona (SO), sono destinati a seminativo (mais) e prato stabile.

Conoidi alluvionali Per quanto concerne le zone di conoide, la tipologia di suolo più diffusa presenta le seguenti caratteristiche generali: suoli sottili e limitati da scheletro comune, tessitura da moderatamente grossolana a grossolana, reazione da subacida a neutra, saturazione da media ad alta, capacità di scambio cationico da media a bassa e drenaggio rapido (Eutric Regosols, secondo il sistema tassonomico FAO-UNESCO-ISRIC, 1988).

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Questi suoli hanno un franco di coltivazione limitato ed una forte permeabilità.

Per quanto riguarda la qualità del suolo e sottosuolo, nell’area in esame non sono stati rilevati siti contaminati o potenzialmente contaminati.

6.4.8 Flora, Fauna, Aree protette, uso del suolo

Flora e Fauna Il contesto in esame, ovvero la piana tra Traona e Piussogno, è caratterizzata da una flora sinantropica che accompagna le colture e i prati stabili da sfalcio. Si tratta di un complesso di piante spontanee o naturalizzate che si sono associate più o meno strettamente alle attività dell’uomo ed ai luoghi in cui vive e lavora. Si collocano ai margini di campi e prati, al limitare delle strade interpoderali ovvero nel caso di aree marginali e semi-abbandonate. Presenti nell’area le colture sarchiate (si tratta prevalentemente di campi di mais), ovvero interessate da lavori di scasso più o meno superficiale del terreno, eseguito in genere con piccoli mezzi agricoli. Il suolo è sciolto, ben aerato e ricco di nutrienti grazie alle periodiche concimazioni. Prevalenti nell’area sono i prati stabili da fieno, regolamente falciati anche 4 volte l’anno da piccoli agricoltori – allevatori locali.

A contorno delle aree agricole, alcuni filari di alberi o esemplari isolati, posti al confine delle proprietà fondiarie o lungo il tracciato delle strade interpoderali, oppure disposte in filare a parziale mascheramento dell’impianto produttivo presente a sud dell’area oggetto di intervento. Ancora più a sud, in fregio all’argine del fiume Adda, sono presenti anche coltivazioni di altofusto (pioppi) che vengono tagliati per legname a circa 20 anni dalla piantumazione. Poi segue la fascia di vegetazione ripariale lungo il fiume Adda, con prevalenza di essenze arboree ed arbustive igrofile autoctone ma anche con qualche presenza di piante esotiche.

In generale, per quanto riguarda la fauna, l’espansione dei centri abitati/produttivi nel fondovalle, la presenza di infrastrutture lineari (strade), le modifiche al territorio apportate dall’uomo fanno sì che le specie più elusive restino confinate nel bosco o nelle zone prative di crinale, con pochissime possibilità di diffusione e di espansione e di attraversare il fondovalle e mettere in contatto il versante retico con quello orobico e viceversa.

Tuttavia a est dell’area di intervento, la presenza di aree agricole e di aree semi-naturali ancora

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Inoltre, la presenza dei fossi di scolo e di aree acquitrinose-paludose, fornisce l’habitat ideale per la riproduzione di diverse specie di Anfibi (ad esempio rospi, rana verde e raganella) che scendono dal versante nella stagione riproduttiva, con massicce migrazioni nel fondovalle, presso pozze stagnanti e vallette poco fluenti, per la riproduzione e la deposizione delle uova, per poi ritornare nel bosco. Spesso questo comportamento è causa di investimento in quanto gli animali attraversano le sedi stradali non dotate di idonei tombotti di attraversamento per la piccola fauna. Tra le specie di avifauna presenti nella zona si segnalano: Picchi (ss.pp. - specie plurime), Cuculo, Merlo, Cince (ss.pp.), Passeri (ss.pp), Cardellino, Lucarino, Verdone, Pettirosso, Codirosso, Ballerine, Rondine, ecc. Tra i rapaci si segnalano la Poiana, il Gheppio, il Nibbio. Tra i mammiferi che popolano il versante e che spesso scendono nel fondovalle, sono presenti il cervo e il capriolo, oltre alla volpe, alla faina, al tasso.

Aree protette, SIC (ZSC) e ZPS Nei territori comunali di Traona e di Cercino non sono presenti Aree della Rete Natura 2000 (SIC/ZSC e ZPS) , parchi e/o riserve naturali.

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Estratto mappa delle Aree Protette tratto dal Geoportale della Regione Lombardia.

Uso del suolo Per quanto riguarda l’analisi dell’uso del suolo, si è fatto riferimento alla carta dell’uso del suolo del progetto DUSAF 4.0, ottenuta da fotointerpretazione delle foto aeree Agea del 2012, in cui vengono individuate le tipologie degli usi del suolo nel territorio in esame.

L’area oggetto di intervento è individuata con il CODICE 2311: PRATI PERMANENTI IN ASSENZA DI SPECIE ARBOREE ED ARBUSTIVE, che proseguono verso est.

Nell’intorno, sul fondovalle, oltre al tessuto urbanizzato di Piussogno posto alla base del pendio montano, al Fiume Adda ed alle formazioni ripariali poste verso sud, si rilevano insediamenti produttivi, sia agricoli che artigianali, alcuni pioppeti e boschi di latifoglie a densità media e alta, che si inseriscono nel contesto dei prati permanenti del fondovalle e il tracciato della nuova S.S.38 in sinistra idrografica del F. Adda.

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In generale il fondovalle e l’orizzonte pedemontano sono fortemente condizionati dalla presenza degli insediamenti antropici e delle vie di comunicazione. Essi costituiscono una fascia pressochè continua che limita le zone di contatto naturaliformi tra il versante ed il fondovalle e crea uno sbarramento agli spostamenti della fauna, alla dispersione dei semi, alle connessioni ecologiche in generale.

Estratto carta DUSAF 2012. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

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Legenda Carta Dusaf

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6.4.9 Biodiversità e Reti Ecologiche

La Rete ecologica a livello regionale nell’area vasta di riferimento Con la deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009, la Giunta regionale ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale. La Rete Ecologica Regionale è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. Il Documento di Piano del P.T.R. definisce che: - le aree della RER costituiscono sito preferenziale per l’applicazione di misure ambientali e progetti di rinaturazione promossi da Regione Lombardia; - costituiscono sito preferenziale per l’individuazione di nuovi PLIS; - le trasformazioni in grado di compromettere le condizioni esistenti di naturalità e/o funzionalità ecosistemica (connettività ecologica, produzione di biomasse in habitat naturali …) sono in genere da evitare accuratamente. Qualora in sede di pianificazione locale venga riconosciuta una indubbia rilevanza sociale, e le trasformazioni su dette aree sensibili potranno essere realizzate solo prevedendo interventi di compensazione naturalistica, da eseguire sullo stesso elemento della rete (corridoi o gangli primari). Gli interventi collocati entro un corridoio primario dovranno in ogni caso garantire che rimanga permeabile una sezione trasversale non inferiore al 50% della sezione prevista dalla RER.

L’area in esame si colloca all’interno del settore n. 66 Pian di Spagna e Lepontine settentrionali, al confine con il settore n. 86 Valtellina di Morbegno. Si individuano elementi di primo livello della RER quali: - il Fiume Adda di Valtellina (Corridoio primario a alta antropizzazione), - il versante retico xerico, - il varco da mantenere e deframmentare tra e Cercino-Traona.

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Estratto carta della RER. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione.

Indicazioni per l’attuazione della RER CODICE SETTORE: 66 NOME SETTORE : PIAN DI SPAGNA E LEPONTINE SETTENTRIONALI Nel settore 66 rientra la bassa Valtellina tra cui parte del territorio del Comune di Traona. Il fondovalle è caratterizzato dalla presenza del fiume Adda e dei relativi ambienti ripariali, nonchè da vaste praterie da fieno con siepi e filari, di notevole interesse per l’avifauna nidificante e per

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Per l’attuazione della RER si indicano le seguenti azioni: - favorire la realizzazione di nuove unità ecosistemiche e di interventi di deframmentazione ecologica che incrementino la connettività lungo l’asta del fiume Adda e lungo i versanti montani; - favorire la realizzazione di interventi di deframmentazione ecologica che incrementino la connettività, in particolare lungo la S.S. n. 38 del fondovalle valtellinese e la S.P. 404 (ad es. sottopassi faunistici, ove opportuno; - evitare l’inserimento di strutture lineari capaci di alterare sensibilmente lo stato di continuità territoriale ed ecologica che non siano dotate di adeguate misure di deframmentazione; - favorire interventi di messa in sicurezza di cavi aerei a favore dell’avifauna, ad esempio tramite interramento dei cavi, apposizione di elementi che rendono i cavi maggiormente visibili all’avifauna (boe, spirali, birdflight diverters); - mantenere i siti riproduttivi, nursery e rifugi di chirotteri; adottare misure di attenzione alla fauna selvatica nelle attività di restauro e manutenzione di edifici, soprattutto di edifici storici; - intervenire attraverso opere sia di deframmentazione ecologica che di mantenimento del varco tra Cosio Valtellino e Cercino-Traona, in Valtellina, al fine di incrementare la connettività ecologica.

La Rete ecologica a livello provinciale nell’area vasta di riferimento Il PTCP recepisce la RER ed individua nelle tavole 4.1-10 - Elementi paesistici e rete ecologica a scala territoriale una rete con riferimento alle aree centrali o nodi (Parchi Nazionale e Regionale, SIC e ZPS, Riserve Naturali), corridoi ecologici (fasce di naturalità fluviali e fasce di connessione tra opposti versanti), varchi o corridoi paesistico ambientali come individuato all’art.12 delle NTA. La rete ecologica riveste un ruolo specifico nel mantenimento degli equilibri territoriali in quanto struttura idonea a perseguire la conservazione e miglioramento della biodiversità e della riproduzione della vita animale e vegetale, a garantire gli scambi tra popolazioni, a favorire la difesa e il riequilibrio idrogeologico, a ottimizzare la produttività e la protezione degli ecosistemi agrari attraverso la ricostituzione dell'ecotessuto e l'incremento della vegetazione non colturale. In particolare, a est dell’area di intervento si individua il corridoio ecologico di connessione tra opposti versanti tra Cercino-Traona e Cosio Valtellino, da mantenere e deframmentare, recepito e

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Estratto PTCP. In rosso si evidenzia il corridoio ecologico. Area oggetto di intervento evidenziata dal cerchio arancione

La Rete ecologica a livello comunale nell’area vasta di riferimento A livello di pianificazione locale, i PGT dei Comuni di Traona e di Cercino, lungo il margine tra il fondovalle e il pendio montano, hanno individuato la Rete Ecologica Comunale, definendone meglio i limiti e dettando disposizioni tendenti a salvaguardare tali corridoi ed a vietare la realizzazione di barriere fisiche continue che impediscano la libera circolazione ed il transito della fauna selvatica.

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Estratto tavola A.01.05 Rete ecologica comunale del PGT di Traona. Area oggetto di variante individuata in arancione.

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6.4.10 Rumore Il Comune di Traona è dotato di un Piano di Zonizzazione acustica, entrato in vigore nel 2009, contestualmente all’approvazione del P.G.T..

Le disposizioni legislative che regolamentano che disciplinano l’inquinamento acustico sono il D.P.C.M. 1.03.1991 “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, la Legge n. 447 del 26.10.1995 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” e la L.R. n. 13 del 10.08.2001 “Norme in materia di inquinamento acustico”. Tali leggi regolamentano le immissioni sonore per tutelare la salute dei cittadini e garantire il comfort acustico della comunità. Nel D.P.C.M. 14.11.1997 vengono altresì determinate le tecniche di rilevamento e di misura nonchè i criteri generali da utilizzarsi nella valutazione dell’inquinamento acustico.

In base alla classificazione in zone riportata nella tabella A al D.P.C.M. 14.11.1997, i territori comunali possono essere suddivisi in 6 classi: Classe I – Aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree scolastiche, aree residenziali, chiese, cimiteri, parchi pubblici, ecc. Classe II – Aree ad uso prealentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale (aree residenziali) con limitata presenza di attività commerciale ed assenza di attività industriale ed artigianale. Classe III – Aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree interessate da traffico veicolare locale, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali. Classe IV – Aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici e con presenza di attività artigianali. Classe V – Aree prevalentemente industriali Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. Classe VI – Aree esclusivamente industriali

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Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Per le aree precedentemente elencate, vengono previsti i limiti di rumore della tabella C al D.P.C.M. 14.11.1997 (in dB):

VALORI DEI LIMITI MASSIMI DEL LIVELLO SONORO EQUIVALENTE (Leq) RELATIVI ALLE CLASSI DI DESTINAZIONE D’USO DEL TERRITORIO DI RIFERIMENTO (dB) Classi Limite diurno Limite notturno I 50 40 II 55 45 III 60 50 IV 65 55 V 70 60 VI 70 70

La gran parte dell’ambiente urbanizzato di Traona si inserisce in classe acustica 3 con valori limite mai superiori a 60 db(A). Anche le aree agricole di fondovalle si inseriscono in classe acustica 3. Di conseguenza, si può dire che la maggior parte del centro cittadino può vantare un inquinamento acustico molto basso. Inoltre, la classe acustica che identifica il maggior inquinamento (classe 6) non è presente all’interno del territorio comunale. Solamente l’attraversamento del Paese da parte della via Valeriana (classe 4) e la presenza delle aree artigianali (classe 5) determinano un inquinamento non del tutto sostenibile dal punto di vista ambientale. In riferimento agli ambiti produttivi, va detto, però, che tali indicazioni risultano essere più precauzionali che realmente rilevabili all’interno dei contesti. Le attività presenti, infatti, in genere non producono rumori molesti di notevole livello. Diverso, invece il caso della via Valeriana che, indubbiamente, arreca un certo disturbo alla fascia territoriale che la costeggia (sia verso nord che verso sud). Tutto il comparto montano, che risulta scarsamente urbanizzato, ma semplicemente costellato dalla presenza di qualche edificio sparso (perlopiù case di villeggiatura) è identificato da una classe acustica pari a 2 con immissioni ed emissioni mai superiori ai 55 db (A). È evidente, di conseguenza, che il territorio comunale, nel suo complesso gode di un livello di inquinamento acustico davvero poco consistente.

L’area di riferimento rientra in Classe III – Aree di tipo misto. L’intervento in progetto e l’attività

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6.4.11 Radiazioni e campi elettromagnetici Radiazioni Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche o particelle subatomiche capaci di ionizzare gli atomi o le molecole con i quali vengono a interagire, ossia li rendono elettricamente carichi. Le radiazioni non ionizzanti sono invece onde di energia inferiore, non in grado di dare luogo a ionizzazione. Nei casi in cui la radiazione ionizzante incida su tessuti biologici, può causare danni di tipo sanitario. Nel caso di presenza di radon nel sottosuolo, l'isotopo radioattivo può essere inspirato e quindi può decadere all'interno del corpo umano emettendo radiazione alfa e danneggiare i tessuti interni radiosensibili. La radioattività naturale – componente ineliminabile dell’ambiente - ha origine sia extraterrestre (raggi cosmici) sia terrestre (rocce, minerali). In questo caso, dipende dalla conformazione geologica delle aree ed è determinato in particolare dalla presenza di radon, gas radioattivo naturale prodotto dal decadimento dell’uranio e del torio.

L’area della bassa Valtellina è caratterizzata da una elevata concentrazione di radon indoor nel sottosuolo (campagna di rilevamento ARPA 2003-2004).

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Mappa geostatistica delle concentrazioni di Radon indoor negli anni 2003-2004 (ARPA).

Campi elettromagnetici Le sorgenti dei campi elettromagnetici si dividono in: - sorgenti che producono radiazioni ad alta frequenza (RF – Radio Frequencies) –– identificabili negli impianti per telecomunicazioni, negli impianti radiotelevisivi e nelle stazioni radio base (SRB) per telefonia cellulare; - sorgenti a bassa frequenza (ELF – Extremely Low Frequencies) identificabili negli elettrodotti, nelle sottostazioni elettriche e nelle cabine di trasformazione. Intorno agli elettrodotti, alle sottostazioni ed alle cabine di trasformazione si applicano le fasce di rispetto previste dalla L. 36 del 22.02.2001 e dal DPCM 8 luglio 2003.

Nell’area vasta di riferimento non sono presenti sorgenti ad alta frequenza, mentre dal punto di vista delle sorgenti a bassa frequenza, a nord dell’area oggetto di variante passa la linea elettrica a 132 kV n. 917 “Campo-Morbegno”.

L'area in esame è servita dalla linea di corrente elettrica ed il collegamento alla stessa sarà possibile in prossimità di Via Mulada e pertanto al confine della proprietà .

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6.4.12 Energia Nel territorio comunale di Traona sono presenti edifici pubblici e privati dotati di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

Sul territorio comunale sono inoltre presenti 8 concessioni di prelievo da pozzi come da mappa e tabella seguenti, tratte dal sito internet della Provincia di Sondrio:

Mappa dei pozzi concessi in Comune di Traona (Provincia di Sondrio).

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Tabella dei pozzi concessi in Comune di Traona (Provincia di Sondrio).

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6.4.13 Rifiuti In Comune di Traona si rileva una buona percentuale di raccolta differenziata rispetto al totale dei rifiuti prodotti (55,4%). Dal 2015 il Comune incentiva il compostaggio domestico. I cittadini potranno acquistare l’apposito composter (tramite il comune o privatamente) oppure effettuare il compostaggio rurale (buca nel terreno/ rete etc..). Per coloro che decideranno di acquistare il composter è prevista una detrazione sulla tassa dei rifiuti. I rifiuti ingombranti, ferrosi, informatici ed elettrodomestici non potranno più essere portati direttamente dai cittadini all’isola ecologica ma saranno raccolti con un servizio porta a porta a chiamata, mentre le ditte potranno portare i rifiuti ingombranti all’isola ecologica ogni sabato mattina dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

6.5 Il sistema economico Il numero di imprese attive (presenti nel Registro delle Imprese) aggiornate al 31/12/2010 risulta essere pari a 228 su un totale, in Provincia di Sondrio, che si aggira attorno alle 15.900 unità. Possiamo dire che l’ 1,4% del tessuto produttivo provinciale si attesta nell’area traonese. Il sistema produttivo traonese è costituito prevalentemente da imprese di costruzioni, attività agricole, attività manifatturiere ed esercizi commerciali di vendita all’ingrosso ed al dettaglio. Negli ultimi 10 anni vi è stato un notevole aumento delle imprese di costruzioni e delle attività legate al settore informatico a discapito delle attività agricole. Per quanto concerne la vocazione turistica del Comune, possiamo dire che praticamente non esiste, tanto che i dati ISTAT risalenti al 2010 non danno come presente nessuna attività alberghiera.

Il sistema industriale-artigianale La presente categoria cataloga tutte le attività che si basano sulla produzione artigianale. A Traona è stata rilevata la presenza di diverse imprese di questo genere (perlopiù di medio-piccole dimensioni), anche se non possiamo dire che rappresentano la componente più importante del sistema economico del Comune. Si può dire che il tentativo è stato quello di “compartimentare” queste attività in un’apposita area (nella parte sud est del Comune, vicino alla strada provinciale Valeriana), anche se la loro ubicazione risente ancora di una pianificazione poco attenta e dispersiva. Di conseguenza è facile trovare l’artigianato all’interno del Paese, “mischiato” alla residenza. Questo ha portato un certo

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Si segnala che nei pressi dell'area oggetto della presente proposta progettuale, immediatamente a SUD ad essa e ricadente in Comune di Cercino, sono stati realizzati due capannoni industriali della Ditta Galperti, su un'area recintata al confine con Traona.

Il sistema agricolo Le attività agricole rivestono ancora una componente importante del sistema economico del Comune. Le imprese di questo tipo possono essere riassunte in due grandi gruppi: imprese di piccole dimensioni e medio-grandi imprese. Le prime, più che vere e proprie aziende, sono rappresentate da alcuni piccoli operatori che svolgono la coltivazione di alcuni fondi solo come secondo lavoro o, addirittura, per garantirsi una produzione interna dei prodotti della terra (piccoli orti, vigneti e, in qualche caso, uno o due capi di bestiame). Questo tipo di attività sono chiaramente a conduzione familiare ed interessano parti territoriali marginali che, probabilmente, se non fossero utilizzate in questa maniera, verrebbero completamente lasciate a se stesse. Le imprese medio-grandi che concentrano la loro attività sull’allevamento bovino, al contrario, hanno la tendenza ad utilizzare le superfici che più facilmente sono raggiungibili dai mezzi meccanici fondamentali per svolgere la pratica agricola in modo professionale. Le aziende in questione incentrano la loro attività sulla coltura di vaste superfici soprattutto destinandole a prato e mettendole a dimora con specie erbacee adatte a garantire il foraggio per il bestiame.

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Resta però attiva anche una dimensione di imprese medio-grandi che si dedicano alla viticoltura e che, di conseguenza, praticano la coltura dei terreni terrazzati che caratterizzano gran parte del versante retico traonese. Per ovvi motivi queste attività non possono certo contare su estensioni di terreno pianeggianti e di grosse dimensioni. Il loro lavoro, quindi, si svolge ancora in maniera poco meccanizzata ed è prevalentemente manuale. Comunque, anche per le attività di dimensioni più grandi, la conduzione resta principalmente familiare, anche se, molte volte, è coadiuvata da alcuni dipendenti (soprattutto nei periodi di raccolta dei prodotti). Va aggiunto che queste attività risultano impostate sul solo modello di coltivazione, difficilmente assistiamo ad un’integrazione del reddito data dalla presenza di punti vendita diretta dei prodotti o di forme agrituristiche di rilievo. Tale limite introduce anche delle grosse problematiche per quanto concerne il reddito prodotto dalle attività stesse, che spesso è condizionato dalla speculazione di mercato (basso valore di mercato per quanto riguarda l’acquisto del prodotto dal contadino, contro un alto prezzo di mercato una volta messo in vendita al minuto negli esercizi commerciali). La loro disposizione territoriale non segue un preciso disegno urbanistico. Piuttosto, possiamo dire che tali attività sono distribuite su tutto il territorio comunale. Questo significa che, attraversando il centro urbano, è estremamente probabile incontrare stalle e capanni agricoli. Purtroppo è possibile rilevare che la loro presenza all’interno del Paese non è del tutto qualificante, sia per gli odori scaturiti dalle stalle, sia per via del loro aspetto esteriore che possiamo affermare essere al limite del decoro. Non è difficile infatti che si incontrino costruzioni quasi lasciate a se stesse, non terminate, quasi fossero baracche abbandonate, che svolgono le funzioni di ricovero degli attrezzi e di fienili. Stessa cosa si può dire per le stalle di grandi dimensioni che, il più delle volte, assumono la forma di capannoni e non di costruzioni civili per il ricovero degli animali. Obiettivi: • Favorire interventi di mitigazione delle strutture agricole; • Favorire la collaborazione tra operatori per la creazione di nuove forme economiche da associare alla sola pratica agricola (agriturismi, maneggi, punti vendita dei prodotti a km 0, punti di somministrazione tipici, ecc.).

Il sistema commerciale e turistico-ricettivo La presenza di attività commerciali è caratterizzata da esercizi con vocazioni diverse (vendita di prodotti alimentari, vendita di prodotti non alimentari, vendita di servizi alla persona), ma con caratteristiche e tipologie organizzative del tutto simili le une alle altre. Prima tra tutte, le dimensioni che caratterizzano queste attività sono prevalentemente modeste (se

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Le attività ricettive comprendono bar/pub/gelaterie e ristoranti. Chiaramente, non essendo un Comune turistico, non si può dire che la presenza di questi esercizi sia massiccia. I principali clienti di questi locali sono rappresentati dagli abitanti del Comune (o di alcuni Comuni limitrofi) e da alcuni lavoratori che non possono rientrare in sede per pranzo, o fruire di un servizio mensa all’interno della propria azienda. Conseguentemente, è facile immaginare il potenziale bacino d’utenza a cui devono fare riferimento e, quindi, la modesta dimensione del mercato a cui si devono rapportare. Conseguentemente anche il loro livello e la loro qualità (intesa come servizio, non come cibo) non risulta eccelsa, a parte sporadiche puntualità. Al contrario, è possibile dire che le pietanze ed i prodotti risultano essere di buona qualità e del tutto apprezzabili dal punto di vista culinario (anche in questo caso a parte qualche sporadica eccezione). Per quanto concerne l’ubicazione è possibile affermare che i locali “più rumorosi” nelle ore notturne

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(pub) sono al di fuori del tessuto residenziale più compatto, mentre per i ristoranti, i bar e le gelaterie questa regola non vale e li possiamo trovare sia all’interno che all’esterno del nucleo urbanizzato più denso. Sostanzialmente questi locali si posizionano in aree che possiedono anche una buona dotazione di parcheggi pubblici, a parte quelli che si sono stanziati, da molti anni, nel Centro Storico del Paese. Obiettivi: • Promuovere l’offerta di prodotti tipici locali; • Incentivare il miglioramento della qualità del servizio e dell’aspetto dei locali.

6.6 Il sistema dei servizi I principali servizi al cittadino sono posti nel nucleo di Traona centro (uffici comunali, ambulatorio, aree ricreative e sportive, servizio bancario, servizio postale, scuole elementari e medie, esercizi commerciali) o nel vicino capoluogo mandamentale di Morbegno (scuole secondarie superiori, cinema, museo, biblioteca, piscina, ecc.). Il sistema di trasporto pubblico locale in Provincia di Sondrio è affidato alla STPS, azienda municipalizzata per i servizi automobilistici, suburbani ed interurbani. Traona è servito dal Bacino di Morbegno, sulla linea Morbegno-Chiavenna.

6.7 Il sistema della mobilità Il territorio di Traona è servito dalla rete viaria sovracomunale rappresentata dalla Strada Provinciale S.P. 4 Valeriana -Paniga (16,846 Km), posta sul fondovalle. All’interno dei nuclei e tra le frazioni, i collegamenti sono garantiti dalle reti viarie comunali. Nella piana di Piussogno sono presenti strade interpoderali a servizio degli agricoltori, la strada comunale Via Mulada e la strada di arroccamento al comparto industriale in fase di completamento.

6.8 Il sistema demografico Traona conta al 30/11/2014 n. 2.664 abitanti, con una densità abitativa di 418,21 abitanti per chilometro quadrato (la superficie comunale è pari a 6,37 Kmq). Il dato è in lieve aumento ogni anno. I fattori che incidono sulla crescita demografica sono il saldo naturale, cioè la differenza tra nati e morti, e il saldo migratorio che corrisponde alla differenza tra i flussi migratori in entrata e quelli in uscita dal comune di Cosio Valtellino. Per quanto riguarda la composizione della popolazione residente, in riferimento alla classe di età, possiamo dire che gli abitanti traonesi sono tendenzialmente giovani rispetto a quanto si verifica a

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7.0 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELL'INTERVENTO IN PROGETTO

Sulla base delle analisi svolte sullo stato di fatto, nel presente capitolo vengono individuati i potenziali effetti, sia in termini positivi che negativi, che la realizzazione dell'intervento in progetto può generare sulle componenti ambientali di riferimento.

L'intervento NON è in contrasto con le destinazioni urbanistiche dettate da PTCP e PGT se non per il vincolo di "area non soggetta a trasformazione urbanistica" di cui all' art. 48 delle NTA del PGT che deriva esclusivamente dal vincolo di carattere geologico (classe di fattibilità 4) che, sulla scorta della relazione geologica, idrogeologica e geotecnica di dettaglio allegata al progetto, si può ricondurre alla classe di fattibilità 3. Tale modifica al vincolo geologico rende pertanto l'intervento realizzabile NON riscontrando altre limitazioni.

Il progetto è coerente con le NTA del PGT relative alla realizzazione di strutture agricole (art. 43 e 44 NTA PGT). Nell'area sono già presenti i sottoservizi necessari (rete elettrica, acquedotto, fognatura).

Dal punto di vista ambientale, l'intervento in esame: − trattandosi di un ricovero per animali e annesso fienile, NON andrà ad creare ulteriori emissioni di scarichi più o meno inquinanti in atmosfera; − NON andrà a compromettere o inquinare la falda o le acque superficiali; un eventuale servizio igienico sarà collettato alla rete fognaria comunale; − NON andrà a compromettere la componente suolo trattandosi di una struttura agricola (l’intervento NON si configura come consumo di suolo); − NON andrà ad interferire con il corridoio ecologico previsto dal PTCP e dal PGT di Traona, vista la localizzazione marginale allo stesso e il fatto che il lotto non verrà recintato; − NON avrà particolari incidenze sull'ambiente naturale, flora, fauna e biodiversità, aree protette e connessioni ecologiche visto il contesto in cui si colloca, in prossimità del nucleo di Piussogno e di altre attività produttive; − NON avrà particolari incidenze in rapporto al sistema antropico, essendo a distanza dagli insediamenti residenziali (distanza minima 50m);

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− NON comporterà rischi per la salute umana; − NON produrrà nuovi campi elettromagnetici né interferisce con quelli esistenti; − NON produrrà ulteriori fonti di rumore; − NON produrrà ulteriore produzione di rifiuti; − NON avrà un'incidenza rilevante sulla viabilità locale; − NON produrrà un inquinamento luminoso dell'intorno; − NON avrà un impatto negativo sul paesaggio, integrandosi nel contesto agricolo sia per la tipologia ed i materiali costruttivi sia perché è prevista la piantumazione di alberi ai margini del lotto; anzi, fungerà da filtro e da barriera visiva tra l’abitato di Piussogno ed il comparto industriale a sud, mascherandolo e mitigando la sua ingombrante sagoma; − darà la possibilità ad una azienda agricola di ampliarsi sul territorio, garantendo una manutenzione dello stesso e la salvaguardia delle pratiche agricole tradizionali.

8.0 CONCLUSIONI DELLA VALUTAZIONE DELL'INTERVENTO IN PROGETTO

Come già precedentemente esplicato, si chiede, al fine di consentire di ampliare e consolidare l'attività dell'Azienda Agricola SILVIA SPEZIALE, la variante allo strumento urbanistico comunale allo scopo di realizzare una struttura agricola necessaria all'attività.

L'intervento previsto NON crea nessun impatto significativo sull'ambiente, visto anche il contesto ambientale di riferimento in cui si colloca ed inoltre in considerazione della tipologia e dei materiali costruttivi .

Inoltre, alcuni aspetti del progetto sono stati valutati come positivi in rapporto alla salvaguardia dell'ambiente agricolo e del contesto della piana di fondovalle tra Traona e Piussogno.

A fronte di quanto esposto ed analizzato, si ritiene che il presente rapporto ambientale possa condurre all'esclusione dalla VAS del procedimento di VARIANTE URBANISTICA del PGT del Comune di Traona ai sensi dell’articolo 8 del DPR 160/2010 e s.m.i., relativo alla richiesta dell’Azienda Agricola SILVIA SPEZIALE per la REALIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AGRICOLA AL FINE DELL'AMPLIAMENTO DELL'ATTIVITA' ESISTENTE IN COMUNE DI TRAONA (SO), FG. 9 MAPP. 219 - 406 - 133 - 134.

L’intervento essendo di carattere agricolo NON si configura come consumo di suolo e lo studio

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Tale nuova classificazione della fattibilità geologica evidenzia l’estinguersi delle condizioni per cui le aree in esame sono inserite nel P.G.T. vigente del Comune di Traona in “Aree soggette a trasformazione limitata – art. 49 delle N.T.A. del P.G.T.” .

Dott. Geol. Fabrizio Bigiolli

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