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*, , 1909.01.08/09, a.49, n.9. 1909

Il compianto del Parlamento italiano per le vittime del disastro. Per l’. Roma, 7 gennaio. (N.N) Anziché continuare nelle recriminazioni inutili, nelle polemiche noiose, incontriamoci per esaminare, discutere, proporre quanto ci sarà da fare nell’avvenire per Messina e per Reggio di Calabria. La Camera si riunirà , il Senato tra qualche giorno: ma da questa riunione straordinaria del Parlamento non taceremo che le disposizioni più urgenti e provvisorie, non avendo avuto il governo né la possibilità, mancandogli gli elementi di fatto, di concretare le risoluzioni importanti e definitive. Sarà per domani una richiesta di denaro e di pieni poteri, allo scopo di poter disporre di 30 milioni sui 36 d’avanzo e di potere imporre i nuovi tributi indispensabili, nell’intendimento, provvedendo intanto alle urgenze immediate, di preparare lo [...] e la soluzione di molteplici gravissimi problemi che presentano, da quello dello stato giuridico dei bambini rimasti soli e senza nome a quello della condizione economica dei superstiti senza tetto, senza vesti, o inabili al lavoro o sforniti di lavoro; dalla necessità del recupero dei tesori e degli archivi sepolti alla convenienza storica, politica ed economica della ricostruzione delle due grandi città distrutte. Tutto è da fare. E nel preparare l’avvenire di Reggio e di Messina, la discussione potrà essere utile a sevire ad illuminare il governo. Non è più il caso di sperare in nuovi salvataggi. I pochissimi scampati non compenseranno certo le diecine di migliaia di vittime che sono ancora sotto le macerie, ma, mancata la speranza di sottrarre alla morte qualcun’altra vita umana (o per l’ineluttabile fatalità delle cose o per la tardività e negligenza dei soccorsi, non è il momento di giudicarlo) non rimane che il dovere di provvedere all’avvenire, e governo e popolo fare ciò intelligentemente, virilmente, soprattutto concordemente. L’avvenire è duplice, quello immediato, l’altro più lontano. I bisogni urgenti, nella loro grande incalcolabile quasi moltiplicità, si possono racchiudere in cinque categorie di provvisioni, per le macerie, pei cadaveri, per i fanciulli e gl’invalidi, per i superstiti validi al lavoro, per i pubblici servizi. Il problema meno urgente, più lontano [...], è uno solo, quello della ricostruzione di Reggio e di Messina ­ al quale però dovrebbero tutti mirare sin da ora, nella soluzione dei problemi urgentissimi, dello sgombero o dell’assestamento delle macerie, del sepellimento in modo [...] dei morti, dello stato giuridico da assegnarsi insieme coi mezzi di sussistenza e d’educazione ai fanciulli rimasti orfani, del mantenimento degl’inabili, dell’occupazione da fornirsi ai superstiti adatti ed abili al lavoro, della ricomposizione dei pubblici servizi giudiziari ed amministrativi, politici e municipali. Provvedere agli urgenti bisogni suaccennati senza tener conto del problema avvenire [...] sarebbe un errore gravissimo e ci esporrebbe al pericolo del fare e disfare che presso di noi italiani è tremendo, causa di tanti mali e Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

dello sperpero della ricchezza nazionale. Partendo da questo concetto, non so se approvare la proposta dell’amico senatore Paternò, di fare di Messina un grande cimitero, un cimitero principale nel mezzo, circondato da ben altri otto cimiteri per quanto si estende la regina del Faro: l’idea è desolante non solo, ma improvvida, e rappresenta la rinuncia alla ricostruzione della storica città. Ridurre l’attuale Messina a un grande cimitero significa rinunciare a togliere le macerie, rinunciare a disepellirla, significa volerne fare una seconda Pompei, in [...] dei posteri che tra mille o due mila anni la disepelliranno e ne faranno oggetto di stupore e di ammirazione per gli studiosi e per i forestieri. E non si potrebbe ai cadaveri dare varia sepoltura, non la medesima a tutti? Parte bruciati, parte annegati, parte sotterrati, non verrebbero così a costituire la città della morte. Il fuoco, il mare, la terra, secondo la possibilità, la capacità e il rispetto [...] servirebbero la non comune tomba delle disgraziate vittime! Così, si procederebbe di pari passo allo sgombero delle macerie e al disepellimento dei cadaveri. Uso la parola sgombero, per farmi intendere ­ ma anche riguardo alle macerie, una parte dovrebbe gettarsi a mare, una parte servire a consolidare la nuova superficie, una parte potrebbe financo servire alla ricostruzione della città [...]. Non è a dubitarsi che esso sia il disegno più semplice, più facile, meno costoso. Ma l’attuazione di tale disegno vuol dire (intendiamoci bene, non ci facciamo illusioni, chiamiamo le cose col loro vero nome) rinunciare completamente al proposito di ricostruire Messina. Si pensi subito a sepellire i morti, ma non si trasformi Messina in un grande cimitero, a sgombrare in un modo qualsiasi le macerie, ma senza danneggiare la topografia della città: si pensi senza indugio ai feriti perché risanino, ai superstiti perché abbiano lavoro e possibilità di vivere lavorando, ai bimbi e agl’inabili perché abbiano assicurata l’esistenza. Ma si risusciti nel tempo stesso Lazzaro, cominciando a ravvivare l’energia giudiziaria, amministrativa, civile, economica della distrutta città, preparandone con criteri sapienti e nobilmente patriottici la rifabbricazione. Il governo non dovrebbe pensare esso a ricostruire. Il governo dia il terreno e sgombro, conceda per 25 anni il porto franco e l’esenzione dall’imposta fondiaria. A costruire, a rifare bella e forte anche senza alti e sontuosi palazzi, la loro città, ci penseranno i messinesi superstiti, ci penseranno i siciliani tutti, ci penseranno gli italiani che hanno conosciuto ed amato Messina, v’hanno esercitato il commercio, e sono disposti a impiegarvi, fiduciosi nell’avvenire, i loro capitali. Viva Messina! Messina dovrà ricostruirsi assai diversamente, non già del modo in cui fu ricostruita dopo il terrremoto del 1783 ed i successivi movimenti della terra. Su ciò non si dissente: ma non può non ricostruirsi se non nello stesso posto, presso a poco lo stesso, dove esiste ora nelle sue ruine, esisteva ieri nel suo splendore. Faremo Messina altrove? Dove? Sui monti, od a Milazzo, od a Catania? Se Messina, circondata dai monti, è dalla natura stessa inchiodata al posto che occupa! Se Messina ha la sua ragion d’essere quale sentinella avanzata del mar di Sicilia, a custodia dello Stretto che è la porta marittima della patria! Messina non deve essere assorbita da Catania, non può fondersi con Milazzo, deve rimanere dove la natura l’ha collocata, dove il fato o la provvidenza l’ha fatta segno a tutte le glorie ed a tutte le sventure. Sostenere il contrario, significa non volere rifare Messina, ma dare a un qualsiasi villaggio, che sorgerà nell’alto della regione montuosa, il nome di Messina. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

La questione della ricostruzione della città va quindi strettamente collegata a quelle di soluzione immediata del sepellimento dei cadaveri e dello sgombero delle macerie. Per Reggio Calabria, la questione è meno difficile. Reggio era una città di soli 40 mila abitanti, manchevole di ricchezze e memorie storiche di primo ordine. Da Reggio a Villa San Giovanni ed a Scilla, la feracità del suolo continuerà a rendere quella plaga un emporio commerciale, la situazione di essa ne tornerà a fare la più grande difesa marittima dell’Italia. E quindi lungo la costa, essenzialmente militare ed agricola, sorgeranno i nuovi piccoli comuni, e Reggio tornerà certamente ad essere il primo tra di essi. Per Messina, la cosa è diversa. Si tratta d’una grande città di 170 mila abitanti, emula di Palermo, un dì capitale dell’isola, storicamente ed etnicamente gloriosa, necessaria a tutta , perché l’isola continui ad essere congiunta per la via dello stretto alla penisola italica. Messina, a parte ogni altra considerazione, dovrà risorgere, nello stesso posto, o quasi, dove è stata e dove ancora esiste, dapoiché non è stata inghiottita dal mare, per la necessità che la Sicilia non s’è ancora più separata che non lo sia stato finora dal rimanente dell’Italia. Messina è la città di congiunzione tra il continente e l’isola! Risorga dunque dove trovasi, senza palazzi e senza torri, fabbricata come ormai dovranno fabbricarsi le città esposte agli sconvolgimenti del sottosuolo, alla cudeltà dei vulcani e delle onde, ma risorga Messina, non il nome solo non la parodia di Messina. Non ci siamo uniti al coro dei denigratori del governo nel momento terribile attraversato, perché, in vista dell’immensità del disastro, abbiamo compresa e scusata ogni incertezza, ogni esitazione, ogni errore • e perché abbiamo creduto carità di patria di non turbare la santità del dolore comune, e del comune proposito tra governanti e governati, di provvedere a rendere meno terribili gli effetti della catastrofe. Ma, non sapremmo rimanere silenziosi dinanzi ad errori od a rinuncie compromettenti l’avvenire della patria, nella sua dignità e nei suoi interessi nazionali. L’imponente manifestazione alla Camera Il discorso di Marcora Prima della seduta Arrivo di deputati ­ Altri particolari sul disegno di legge Roma 7, notte Fino a stasera erano giunti 25 deputati. Nella seduta di domani, dopo la lettura del processo verbale dell’ultima seduta del 19 dicembre il presidente Marcora pronuncierà un breve discorso ed esporrà i motivi per cui venne decisa la convocazione straordinaria. Esprimeva il dolore della rappresentanza politica nazionale per l’immane sciagura che ha colpito la Sicilia e la Calabria. Non vi saranno commemorazioni personali dei deputati periti nella catastrofe. Quindi il presidente del Consiglio a nome del governo presenterà i provvedimenti eccezionali per la Sicilia e la Calabria. Chiederà che la Camera deferisca al presidente la nomina della commissione che debba esaminarli e riferirne quindi la seduta verrà tolta. Si prevede che sarà brevissima: poiché nessuno vorrà prendere la parola per non turbare la solennità del momento. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

Come è noto i provvedimenti comprendono l’aumento del due per cento per cinque anni sulle imposte erariali dirette: ricchezza mobile e fondiaria sui fabbricati. Coi proventi di tale sovrimposta sarà costituito un fondo per sopperire alla necessità di ricostruire gli uffici pubblici e degli enti locali, per sovvenire quegli enti e quelle persone che vorranno riedificare. Con i trenta milioni tolti dall’avanzo dell’esercizio scorso si ricostruiranno gli edifici dello Stato e si provvederà ai soccorsi immediati. Per le famiglie dei funzionari morti si darà la pensione intiera e altrettanto si farà pei funzionari resi inabili al servizio. Si provvederà con disposizioni speciali per applicarsi gli organi di giurisdizione eccezionale, per la riammissione nel possesso dei beni sepolti agli aventi diritto. Il Senato approverà tali provvedimenti entro la settimana entrante. Nuovi provvedimenti potranno anche studiarsi e trovarsi in seguito con [...], quando meglio si conoscano i danni e i bisogni delle provincie percosse, né fu mai detto e preteso che una legge o un provvedimento siano incorreggibili, immutabili. Quel che importa è che un provvedimento urgente oggi si trovi e si approvi prontamente. La deliberazione che sarà per prendere domani il Parlamento italiano dovrà avere anche un grande significato patriottico e morale. Tutti gli animi non possono a meno di aver sentito un profondo abbattimento per questa sventura nazionale. Il governo e il Parlamento con unanimità di sentimento ed energia di volontà dicano una parola elevata e concorde che sollevi gli animi abbattuti, dicano all’Italia che le sventure non debbono fiaccare i forti, che nella disgrazia comune con volontà, con prontezza, con sacrifici comuni vogliamo vincere e riparare. I popoli stranieri che hanno partecipato con tanto slancio al nostro dolore, il Parlamento nazionale mostrandosi commosso e grato, dica domani col suo voto che l’Italia è pronta ad ogni sacrificio per mantenere elevata e senza accasciamenti la posizione dello Stato, che vuol essere [...] di mantenere in Europa la sua missione di progresso e di pace. Non dubitiamo, che dimani taceranno ogni altra discussione, ogni altra recriminazione inopportuna. Per le cose minori abbiamo tanto tempo e tante sedute davanti a noi. Dimani d’un solo pensiero tutti, per mostrare la dignità d’Italia. Contro la riedeificazione ­ La riunione dei deputati siciliani e calabresi ­ Il secondo terremoto. Roma 8, giorno A Montecitorio, in un crocchio di deputati e giornalisti, l’on. Battelli, dopo avere saputo le condizioni terribili in cui si trova lo Stretto di Messina riguardo la probabilità di altri terremoti, più o meno lontani, concludeva col dire che sarebbe non solo temerario ma addirittura delittuoso ricostruire le città distrutte. Aggiunse che la questione non è tanto semplice come taluno crede, che non si può copiare senz’altro il sistema di case giapponese, essendo invece più opportuno basarsi sulla conoscenza della natura dei terremoti, dei luoghi e delle risorse che all’uopo offrono le regole della meccanica in fatto di costruzione. Le parole dell’illustre scienziato produssero nell’uditorio profonda impressione, poiché sostenne la sua tesi con evidente convinzione e con argomenti scientifici. Stamattina si è tenuta a Montecitorio la annunziata riunione di deputati e senatori siciliani e calabresi per intendersi sopra un’azione comune. Erano presenti i senatori Paternò, Cafay, Di Camporeale, Durante, Paternostro, i deputati De Risola, De Seta, Cascino, Avellone, Nasi, Saporito, Alessio, Giovannelli, Chimirri, De Nava, Cirmeni, Faranda, Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

De Novellis, Colajanni, Giunti, Rienzi, Pantano, Finocchiaro, Alfonso Lucifero, Aguglia, Trabia, Coffari, Di Sant’Onofrio, De Felice, Ventura. Provvedevano Paternò e Chimirri, segretario Cascino. Paternò dichiarò che di fronte all’immane calamità non deve suonare altra parola che di rimpianto, di conforto, di solidarietà. Si deliberò di proclamare e sostenere l’integrale conservazione delle provincie di Messina e di Reggio. Concordemente si stabiliì che nella seduta di oggi alla Camera nessuno parlerà né solleverà incidenti, per non diminuire la solenne manifestazione di cordoglio della Camera italiana. L’on. Colajanni nei corridoi di Montecitorio stamattina dichiarava che risponderà a Mirabello non nella discussione dei provvedimenti che il governo proporrà per Reggio e Messina, ma in sede di bilancio. Il deputato Giuseppe Faranda incontrò a Montecitorio il ministro della guerra Casana e gli espose in forma piuttosto vivace il suo risentimento pel modo con cui procedono i servizi pubblici affidati al generale Mazza nella provincia di Messina. Biasimò le disposizioni date per impedire il transito dalle stazioni di Patti e Giardini e per accedere da Palermo e da Catania a Messina. Questo provvedimento, che dovrebbe colpire i ladri e i vagabondi, ridonda invece a danno dei proprietari che vorrebbero tornare a Messina per ricuperare quel che ha scampato alla furia devastatrice del terremoto. Faranda vuole che si dia facoltà ai prefetti del Regno ed ai sottoprefetti di Patti e Castroreale e al sindaco di Giardini di rilasciare permessi ai superstiti del disastro per la ricerca dei loro beni sepolti. «Questi sono i bisogni di quelle popolazioni ­ concluse Faranda ­ Provveda sollecitamente il governo. Finora i provvedimenti del generale Mazza sono un secondo terremoto». Il ministro Casana, secondo il "Messaggero", promise i provvedimenti suggeriti da Faranda e per quanto riguardavano la questione militare di informare minutamente di tutto il presidente del Consiglio. Vagando fra le rovine (dal corrispondente nella città distrutta) Nella città alta • Messina 8, giorno. Nel pomeriggio di ieri internatomi per la città ho voluto visitare la parte alta di essa. Qualche casa, che ha l’apparenza di essere rimasta in piedi è tutta sconquassata e rovinata completamente all’interno. Il Museo Civico è in gran parte rovinato. Ove sono andati tutti quei tesori di pittura, che formavano l’orgoglio della Scuola Messinese? Dov’è il famoso e preziosissimo trittico dell’Antonello, di fama mondiale? La sera mi sorprendeva ancora fra le rovine [...]. La vetusta Zancle giaceva nella sua immensa distesa di rovine sulle rive del Peloro come avvolta da un manto bianco. Il manto vergineo della morte! Immaginate una immensa Pompei, cento duecento volte più grande con rovine fantastiche e opprimenti [...]! Un buon segno pertanto che non s’intende fare di Messina un immenso cimitero, come da qualche pezzo grosso, in relazione col presidente del Consiglio, si andava spacciando, è la sollecita costruzione dei baraccamenti, che sono destinati a contenere gli uffici della Prefettura e quelli del Municipio. Attualmente essi funzionano a bordo di un ferry boat; ma le sedi galleggianti sono scomode per il pubblico e negate addirittura per il lavoro burocratico. In tal modo si penserà a riattivare subito i servizi pubblici più urgenti ed il funzionamento dei principali rami dell’amministrazione, quali lo stato civile, la statistica, i lavori pubblici. I servizi municipali che si vanno riorganizzando debbono il loro funzionamento all’attività del commissario prefettizio cav. De Bernardinis, il quale col personale superstite e poche guardie municipali e daziarie, ha Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

organizzato un ottimo servizio d’informazioni, di spazzatura e distribuzione dei viveri. Ora si procederà anche all’impianto del servizio di ragioneria. Così poco per volta sarà agevolata l’opera di ricostituzione della città non solo materialmente, ma anche giuridicamente e potranno essere applicate con maggiore oculatezza e celerità le disposizioni della legge speciale che voterà per Messina il Parlamento. Sarà però possibile il servizio di ricerca dei beni materiali dei cittadini superstiti, soprattutto degli immobili urbani; la qual cosa darà luogo alla più sollecita costruzione delle case baraccate o di altro sistema. Non si parla per ora di ricostituire il servizio daziario e i pochi impiegati comunali superstiti ancora in servizio sono scoraggiati ed avviliti, non essendosi preso in loro favore alcun provvedimento in ordine al pagamento dello stipendio. Oggi il prefetto telegraferà a Giolitti su questo riguardo. Morti e superstiti. E mentre da tutti si fanno voti per la ricostruzione sollecita della nuova Messina e della sua ricostituzione giuridica e morale, si continuano le ricerche fra le rovine. Ì accertata la morte di Virgilio Saccà lo scrittore gentile e buono. Egli pare sia perito con quasi tutta la famiglia. Il patriota e letterato Raffaele Villari gravemente ferito è stato trasportato a Napoli. Ì morto Nino De Leo il patriota senza macchia e senza paura, caro a Garibaldi e a Mazzini. Pare sia anche morto il colonnello Camenzuli presidente del Reduci. Almeno di lui non si hanno notizie. Nessuno ha visto il colonnello Scolari dei Mille. Auguriamo al vecchio patriota che si sia salvato [...]. Ì tutta sparita fra le macerie la nobilissima famiglia dei Principi di Mola. Le escavazioni adunque continuano, ma di fronte ad ottantamila scomparsi quello che si fa è sempre irrisorio. Si raccolgono quelli che si trovano in superficie o poco al disotto. E come si potrebbe fare diversamente? Il puzzo oggi è più ammorbante di ieri e domani lo sarà ancora di più. Dappertutto si cosparge acido fenico, calce e cloruro di calce. Ma di fronte ad un cimitero di molti chilometri quadrati qualunque misura igienica diventa inefficace. Salvati dopo 12 giorni! Ed intanto continuano a ritrovarsi fra le macerie non solo dei feriti, ma della gente quasi incolume. Commovente addirittura è stato il salvataggio operatosi ieri, dopo dodici giorni dalla catastrofe. Una squadra di bersaglieri, lavorando all’escavazione delle macerie nel rione Giudecca aveva ottenuto buoni risultati salvando alquanti feriti. Fra costoro è notevole quello d’un vecchio, certo Giuseppe Micalizzi, già commesso della ditta libraria e giornalistica Schepia: il pover’uomo nonostante le ferite era pazzo di gioia [...]. Comunicazioni e partenze Le comunicazioni con Catania e Palermo si sono riattivate in modo regolare sebbene con un numero ridotto di corse. Si lavora a ristabilire le comunicazioni col continente. A proposito di ferry-boat qualche giornale del continente ha pubblicato la perdita dei ferry-boat stessi. Nulla di tutto ciò. I ferry-boat furono alquanto sbattuti, ma rimasero salvi in parte sicura del porto. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

Intanto dopo l’arrivo dei piroscafi "Regina d’Italia" del Lloyd Sabaudo e "Città di Napoli" della Veloce, vennero imbarcati altri profughi, ormai ridotti a poche migliaia. L’ordine è sempre quello di partire. Da ciò la restrizione dei sussidi viveri che si mandano invece largamente alle città che hanno accolto i profughi. Il villaggio Pace Le torpediniere disimpegnano questo servizio di rifornimento dei viveri lungo la riviera da Messina al Faro, o meglio quella che fu la riviera messinese. La gente dorme all’aperto, specie nel villaggio Pace, che è tutto smantellato; cosicché oltre dei viveri sarebbe urgente inviare coperte indumenti e materiali per costruirsi dei ricoveri provvisori. Quella famosa passeggiata che tutti ammiravano e che venne detta del Paradiso è oggi una via d’inferno. Si sono aumentati, estendendosi anche ai villaggi, i posti di medicazione e di soccorso. Essi hanno un gran da fare e funzionano egregiamente. Alla stazione marittima quello del capitano Segiato e prof. Guzzano ha curato 500 feriti ed ha fatto parecchie migliaia di medicazioni [...]. Nuove scosse Si temono pertanto altre difficoltà ed altre vittime, giacché le scosse continuano. Iersera alle 18,20 ne fu avvertita una fortissima della durata di otto secondi. Stamane alle ore 6,50 ne avvenne un’altra ugualmente forte, ma meno intensa. Conseguenza di questa continuazione dell’attività sismica è stato il crollo di altre mura lesionate e la formazione di altre montagne di macerie [...]. In pieno stato d’assedio I superstiti costretti ad allontanarsi Messina 8, notte. (Scoto) ­ Il quadro desolante, lacrimevole, Messina distrutta [...] ognora più dopo la dichiarazione dello stato d’assedio. Non è facile penetrare nel territorio dell’infelice città. Le difficoltà cominciano alla partenza da Palermo, ove per ottenere il biglietto occorre il lasciapassare delle autorità politiche e militari. Lungo il percorso della linea ferroviaria le truppe impediscono a chiunque di salire sulle vetture. Da Rometta in poi la sorveglianza diventa rigorosissima. le perquisizioni sono ripetute, gli ufficiali dei carabinieri e di truppa personalmente invitano i pochi viaggaitori ad esibire più volte i passaporti. Qualcunoche non lo ha in regola viene respinto e fatto discendere. Ì inutile e pericoloso protestare. Si entra alla stazione di Messina dopo un lungo percorso a piedi, attraversando un infinito cordone di soldati in baionetta in canna. La città è occupata militarmente. Dappertutto sono generali e ufficiali superiori, pattuglie in gran numero. Moltissimi superstiti, non ostante i provvedimenti delle autorità, riamngono nel natio loco a costo di morir di fame. Lo spettacolo è pietoso. Difatti un avviso affisso nei locali del comando della brigata Verona annunzia a lettere cubitali: «Oggi ultima distribuzione dei viveri». La popolazione domani dovrà imbarcare sui piroscafi pronti, il "Nord-America", il "Regina d’Italia", il "Savoia", il "Città di Napoli". Gran numero di popolani si ferma a leggere e commentare piangendo l’avviso. Le autorità sospesero le opere di salvataggio, autorizzando con ogni precauzione pochi interessati alla ricerca degli averi. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

Fervono le ricerche dei tesori e dei documenti degli uffici pubblici. Il tesoro del Banco di Sicilia, di quindici milioni, fu salvato e caricato sopra il cacciatorpediniere "Artigliere". Le poche cantonate esistenti sono tappezzate di proclami dello stato di assedio. Ieri furono condannati parecchi ladruncoli sorpresi in flagrante, dal tribunale di guerra. Assisto al passaggio di altri [...] ammanettati. La causa del flagello Intervistai il cav. Giunta, ingegnere capo della provincia di Messina, competentissimo: il disastro si deve ad un violentissimo franamento sotterraneo fra Messina e le Calabrie. Un movimento improvviso del sottosuolo, come la caduta di una frana, fu l’ultima causa del terribile movimento tellurico. Un gran vuoto deve esistere lungo il canale e i franamenti avvenuti altre volte, a breve distanza da un punto all’altro del canale lo provano, in fondo a Ganzirri difatti si trovano le vestigia di fabbricati di altra epoca. Ora si ebbe un abbassamento del suolo di circa due metri. Le autorità persistono nel concetto di rendere Messina deserta. Essa invece risorgerà nei quartieri nuovi. Già si progettano costruzioni col solo pianterreno, per estendere la città in tutta la pienezza od ad estensere la città in tutta la sua antica lunghezza. Altri salvataggi Oggi si sono compiuti dei salvataggi emozionanti. Furono estratti dalle macerie con l’intervento del tenente medico Perna, una madre e due bambini in buone condizioni generali e senza lesioni. Aumenta il numero degli impazziti dal dolore e dal terrore. L’aria è infettata, il lezzo dei cadaveri è insopportabile, specie nei punti ove le rovine sono tali che è impossibile esplorarle. Poco fa fu trovato un cavallo, digiuno da dieci giorni. L’ufficiale postelegrafico Porrovecchio, presso il piazzale Fornace, salvò una bambina in preda alle fiamme, riportando lievi ustioni. Gli uffici postali, telegrafici e telefonici sono attendati. Vengono presi di assalto. Stanotte si riattiva il terzo filo Roma-Palermo. Incontro l’avv. Trapanese consigliere provinciale di Roma e il presidente della Camera di Commercio cav. Faccà. Essi calcolano che sotto le macerie vi siano ancora ottantamila cadaveri. In piazza Stazione sono oggetto di dolorosa curiosità gli alloggi ferroviari, sotto i cui ruderi perirono numerose famiglie. La rivendita del nostro giornale fu improvvisata al principio del Corso Garibaldi. Al n.147 di detto Corso si trova ancora affisso il programma dello spettacolo cinematografico del 27 sera, che dice: "L’avvisatore del terremoto"! Molti si fermano a commentare la strana profezia. Specie dopo il tramonto è pericolosissimo avventurarsi sulle macerie. Le truppe eseguono rigorosamente le prescrizioni dello stato di assedio. Il genio militare provvede a una limitata illuminazione. In piazza San Martino siedono gli uffici di pubblica sicurezza. Verso la banchina la palizzata si anima. Si sono improvvisate delle baracche. Si nota qualche bicicletta, qualche carrozzella avanzante a stento perché fracassata. Comincia anche la vendita dei tabacchi. Lilly Scoto. Le ricerche continuano Roma 7, notte. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

Stamane il generale Mazza telegrafò che le ricerche sotto le macerie a Messina continuano ininterotte. Esse si fanno non solo di giorno, ma anche di notte avendosi a disposizione torce a vento. Le ricerche continueranno finché non sarà esclusa la possibilità di estrarre vivi dalle macerie. Grandi fratture sui monti Catania 7, notte. Il prof. Riccò direttore dell’Osservatorio Etneo tornato da Messina assicura di avere riscontrato delle grandi fratture sui monti paralleli alla costa. Qui stamane gli strumenti sismici registrarono una leggera scossa di terremoto avvertita anche a Mineo. Per evitare i canards Roma 7, notte. Il generale Mazza ha telegrafato al presidente del Consiglio: per diminuire la probabilità del diffondersi di false notizie incaricai fin dal 4 gennaio il capitano di stato maggiore Grazioli di far sapere ai corrispondenti dei giornali che possono quotidianamente attingere da lui le informazioni che loro occorrono [...]. Nuove scosse a Palmi Palmi 7, notte. Circa alle ore 19 si è avvertita una breve scossa di terremoto abbastanza intensa che produsse danni ai fabbricati già lesionati. Non si lamenta alcuna disgrazia di persone. Provvedimenti e soccorsi dopo la rovina Il testo del progetto di legge Roma 8, notte. Eccovi il testo del disegno di legge presentato da Giolitti alla Camera: Art. 1.o • Ì assegnata la somma di trenta milioni da prelevarsi dalle eccedenze di Cassa provenienti dagli avanzi dell’esercizio 1907-1908 allo scopo di provvedere ai bisogni delle opere urgenti, a riparare o a ricostruire gli edifici pubblici danneggiati dal terremoto del 28 dicembre 1908. Il governo è autorizzato dalle norme stabilite dalla legge di contabilità generale dello Stato e relativo regolamento provvedendo mediante licitazione o trattativa privata od anche mediante economica e approvazione dei progetti relativi, sia principali che supplettivi quale ne sia l’importo, sarà data dall’ispettore compartimentale del genio civile ovvero dal capo ufficio, che per decreto del ministro dei Lavori Pubblici sarà incaricato di questo speciale servizio ed essa avrà effetto per ogni riguardo sia di ordine tecnico sia di convenienza amministrativa. Per i pagamenti il materiale di anticipazione non può superare le lire 50.000 e il mandato a disposizione non può essere ammesso per somma maggiore di lire 100.000. Art. 2 • A favore delle provincie di Messina e Reggio e dei comuni indicati all’articolo precedente viene stabilita per due anni solari 1908-1910 una addizionale di un ventesimo, centesimi 5 per ogni lira, alle imposte dirette sui beni rustici, sui fabbricati, sui redditi della ricchezza mobile della seconda sezione (A) della categoria A e delle categorie B, C, D, nonché alle tasse sugli affari dell’amministrazione del ministero delle Finanze, escluse le tasse di bollo d’importo inferiore ad una lira. Viene allo stesso scopo raddoppiata la tassa di bollo pei trasporti sulle ferrovie esercitate dallo Stato o dall’Industria privata nonché sulle linee di navigazione esercitate dalle società italiane. Il governo è autorizzato a ripartire l’ammontare di tali proventi fra le provincie e i comuni tenendo presente: Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

1. le somme occorrenti per pareggiare i bilanci; 2. la necessità di provvedere alla ricostruzione e alla riparazione degli edifici comunali e provinciali destinati ai pubblici esercizi, al riattamento delle opere pubbliche comunali e provinciali. Le somme derivanti da detti proventi saranno [...]. Le occupazioni temporanee di terreni e le indennità dovute ai proprietari espropriati sono applicabili le disposizioni degli art. 10, 31 e 97 della legge 25 giugno 1908, degli articoli 45 e 46 della legge 9 luglio 1908. Art. 3 • Dà facoltà al governo di dare pei comuni considerati dalla presente legge i provvedimenti eccezionali allo scopo: 1. Di stabilire con accertamento legale i decessi, anche sulla base di presunzioni; 2. Di ricostituire i registri dello stato civile; 3. Di ricostruire i registri delle ipoteche e trascrizioni; 4. Di prorogare i termini per le rinnovazioni delle iscrizioni ipotecarie; 5. Di prorogare i termini utili per la denunzia delle successioni e per la registrazione degli atti civili e giudiziari; 6. Di ricostruire i ruoli esecutivi per la riscossione dei censi e canoni dovuti ad enti morali; 7. Di stabilire in via provvisoria delle circoscrizioni e giurisdizioni giudiziarie e amministrative nelle provincie di Reggio, anche annettendole ad altra giurisdizione, modificando in relazione le tabelle del personale; 8. Di nominare ove occorre commissari regi per un periodo di tempo anche superiore al normale per l’amministrazione dei comuni coi poteri del Consiglio comunale, per l’amministrazione della provincia di Messina e Reggio coi poteri della Deputazione e del Consigli provinciale e per l’amministrazione delle Istituzioni di beneficenza e di altri enti di ragione pubblica col mandato di procedere altresì al loro riordinamento; 9. Prorogare le operazioni di leva di terra e di mare; 10. Assicurare il funzionamento dei servizi dipendenti dal Ministero dell’Istruzione Pubblica. Art. 4 • Il governo stabilirà le norme tecniche ed igieniche per le costruzioni dei nuovi edifici pubblici e privati nei comuni colpiti dal terremoto del 28 dicembre o degli altri precedenti. All’uopo sarà costituita una speciale commissione consultiva da nominarsi con decreto reale, su proposta del Consiglio dei ministri d’accordo col ministro dei lavori pubblici, perché le riparazioni, le ricostruzioni e le nuove costruzioni siano fatte secondo tali norme. Sono accordati i seguenti benefici: 1. Esenzione dall’imposta fabbricati per dieci anni dal giorno in cui l’edificio sarà divenuto atto ad uso di abitazione; 2. Concessione ai privati da parte delle Casse di risparmio, degli Istituti di credito fondiario e degli altri istituti ordinari e cooperative di credito di mutui ipotecari ammortizzabili in trent’anni, rimborsabili col sistema delle semestralità costanti, comprendenti l’interesse e l’ammortamento col concorso dello Stato che pagherà metà delle quote semestrali, aumentate di un decimo per provvedere alle eventuali perdite degli istituti mutuanti. La presente concessione non si applica a coloro il cui reddito imponibile comprensivo, agli effetti delle imposte dirette, supera le lire 5000. Per i mutui considerati nel comma precedente sono applicabili le disposizioni contenute negli articoli 20, 21, 22, 24, 25, 26, 27, 28 della legge per i danneggiati dal terremoto del 1905 in Calabria in data 25 giugno 1908 e negli articoli 48, 49, 50, 51 della legge 9 luglio 1908. La spesa a carico dello Stato, come al comma 2 sarà iscritta nel bilancio del ministero del Tesoro. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

Art. 5 • Nei comuni indicati dall’elenco di cui all’articolo, è sospesa la riscossione dell’imposta erariale e delle sovrimposte provinciali e comunali sui terreni e sui fabbricati per tutto l’anno 1908. Durante la sospensione dell’imposta sui fabbricati si farà luogo al relativo aggravio totale o parziale con effetto dal giorno della distruzione totale o parziale degli edifici. La rete d’imposte immobiliari relative alle sovrimposte provinciali e comunali sono sospese e non comprese negli aggravi e saranno ripartite negli anni dal 1910 al 1917; a carico dello Stato sarà corrisposta alle provincie di Messina e Reggio e dei comuni già indicati per cinque anni, dal 1909 al 1918, la differenza fra l’ammontare della sovraimposta sui terreni e sui fabbricati riscossa nel 1908 e l’ammontare della sovraimposta che sarà applicata negli anni suddetti. Per tale spesa si faranno [...] iscrizioni nel bilancio del Ministero del Tesoro. Art. 6 • Nei comuni indicati dall’art. 1.o la riscossione dell’imposta sui redditi di ricchezza mobile applicata per ruoli è sospesa per tutto l’anno 1909. I contribuenti dell’imposta stessa sui redditi incerti e variabili alla categoria B e C avranno diritto a chiedere entro due mesi dalla pubblicazione della presente legge la revisione straordinaria delle quote d’imposta dalle quali sia stata sospesa la riscossione. Quando non siano sgravate saranno ripartite nelle dodici rate bimestrali negli anni 1910 e 1911. Art. 7 ­ Per i comuni di Messina e di Reggio è sospesa dal 1 gennaio [...] la [...] dei canoni di abbonamento per il dazio di [...] governativo e per gli altri canoni considerati nella presente legge saranno sospesi o ridotti dalla stessa epoca i canoni di abbonamento per il detto dazio come verrà stabilito dalla commissione centrale di cui all’art. 101 della legge 7 maggio 1908. A siffatto scopo sono immediatamente devoluti i fondi pervenuti allo Stato dal 1 luglio 1908 e quelli che gli perverranno sino al 30 giugno 1909. In conseguenza delle disposizioni contenute negli articoli 87, 88, 89, 110 del citato bilancio dello Stato sarà annullato il debito arretrato del comune di Messina per canone daziario governativo di cui all’articolo 3. La Camera dei Deputati è autorizzata concordare alle provincie di Messina e di Reggio e ai comuni indicati all’art. 1 prestiti ammortizzabili nel periodo di 50 anni sia per trasformare i debiti già contratti con la stessa Cassa, sia per riscattare i debiti assunti con altri enti privati fino a tutto l’anno 1909. Le quote di sovrimoste sospese e non sgravate, che siano vincolate a favore della Cassa Depositi e Prestiti o della sessione autonoma del credito comunale e provinciale saranno ripartite con il carico dei relativi interessi in quarantotto rate bimestrali e pagate con quelle che andranno a scadere dal 1910 al 1917. Art. 9 ­ Tutti i funzionari dello Stato civili e militari morti o resi permanentemente inabili al servizio per causa del terremoto del 28 dicembre si reputano morti o feriti in sevizio agli effetti degli art. 2, 82, 100, 119 e seguenti della legge sulle pensioni 21 febbraio 1895. La stessa disposizione è estesa anche al personale delle ferrovie dello Stato, qualunque sia l’Istituto di previdenza al quale era ascritto, concedendo agli agenti resi inabili in seguito al terremoto ed alle famiglie dei morti con meno di 25 anni di servizio utili per la pensione, un trattamento eccezionale ai sensi dell’art. 14 dello Statuto della [...], considerando cioè come se avessero compiuti 25 anni di servizio. Art. 10 ­ Sono convertiti in legge: 1.o Il regio decreto del 1 gennaio 1909 che proroga fino al 30 giugno 1909 le scadenze delle obbligazioni cambiarie commerciali a debito di persone residenti nelle provincie di Messina e Reggio e sospende per lo stesso periodo il corso delle prescrizioni e perenzioni. 2.o Il decreto del 3 gennaio 1909 che aumenta di due milioni la dotazione del capitolo 126 del fondo di riserva per le spese impreviste, inscritto nello stato di previsione della spesa del ministero del Tesoro per l’esercizio 1909. 3.o Il regio decreto del 6 gennaio col quale si Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

autorizza il prelevamento dal predetto fondo di riserva della somma di £. 96.000 [...]. In complesso per gli aumenti dei capitali [...] del bilancio della Guerra, oltre la cifra consolidata, sono convalidati i decreti reali con i quali vennero autorizzate le prelevazioni descritte nell’annessa tabella dal fondo di riserva per le spese improvvise inscritte al capitolo 126 dello stato di previsione della spesa del ministero del Tesoro per l’esercizio 1908-1909. La situazione in Calabria Roma 7, notte. Il deputato De Nava telegrafa da Reggio Calabria: Il tempo dal primo gennaio fortunatamente si mantiene buono. Purtroppo tutto riesce insufficiente, manca tutto, migliaia di persone si trovano all’aperto senza qualsiasi copertura. A Scilla, ove tutto 5 nessun soldato era ancora giunto, i nostri marinai compiono tutti il lavoro con slancio ed ardimento immensi. Ovunque la popolazione è decimata, ma fortunatamente non distrutta completamente. La situazione è grave, ardua, poiché manca il ricovero per un grande numero di viventi scampati, i quali sono parecchie migliaia. Cannitello è completamente rasa al suolo, i soccorsi finora sono stati scarsissimi, alcuni feriti furnono trasportati ieri da Cannitello a Villa S.Giovanni, con una manovra difficile in mare aperto. L’operazione alla quale ho preso parte fu diretta con slancio dall’ on. Castellino che si moltiplicò in questa zona. Durante la notte del 5 si è dedicato ad estrarre i feriti dalle macerie. A Scilla il servizio sanitario è numeroso, forse superiore al bisogno. Giungono da ogni parte squadre di militi e medici. Senatori e depututi tutti sono ridotti a dormire sotto le tende, contendendosi il pane duro o la galletta. Se il servizio sanitario è copioso, purtoppo manca tutto il resto, cibi, indumenti, ricoveri, tende e legname. Si spera, oggi 6, che incominci, pure ridotto, il servizio ferroviario tra Bagara e Scilla e quello telegrafico. La sera del 4 venne tolta dalle macerie a Villa S.Giovanni, dopo otto giorni, una donna viva e incolume. Questo salvataggio al quale presi parte, fu principalmente pericoloso, un vero miracolo d’ardimento e d’abilità. Anche ieri sera l’on.Castellino a Scilla con una squadra procedette allo scavo di una donna viva, la quale però morì dopo poche ore. Era incinta, ma abortì durante il tempo che venne sepolta. A Palmi il sindaco sospese dalla paga e dalle funzioni a tempo indeterminato il segretario comunale Rizzo Gaetano, che nel momento della sventura abbandonò l’ufficio, senza avvertire l’amministrazione; mentre gli altri funzionari di segreteria, pur avendo delle sciagure in famiglia, rimasero al loroposto, disimpegnando solertemente il loro dovere. Comitato cittadino di soccorso Ieri sera, alle ore 18, si riunì il comitato di soccorso per i danneggiati dal terrmoto. Presiedeva il comm. Di Martino. Funzionava da segretario Eduardo Gelli Plencia [...]. Si presero le seguenti deliberazioni: Accentrare i profughi in pochi, ed ampli locali, sgombrando le chiese, le scuole e gli alberghi, affinché la vita cittadina riprenda il suo normale funzionamento. Comunicare al Comitato Centrale [...] in Roma, per i provvedimenti del caso, che il numero di profughi a cui la nostra città può dare ricovero non può essere superiore a 5000; Far voti alle competenti autorità che tal numero di 5000 sia distribuito nel seguente modo: n.3000 circa ai Monasteri di S.Caterina e dalla Badia Nuova, al Manicomio dei Porrazzi, alla Casina Nuova e S.Lorenzo, e alla Cuba; n.2000 sarebbero ricoverati in padiglioni [Dicher?] da impiantare fuori città e nelle baracche che saranno inviate Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK

dall’Imperatore di Germania; Aggregare al Comitato per i sussidi qualche rispettabile personalità di Messina che trovasi a Palermo per fornire precise informazioni sui vari bisogni; Sciogliere, se venuto meno il fine, o ricostruire secondo le nuove esgenze, le varie sottocommissioni nominate per rispondere a determinati fini; Far voti perché un membro del comitato cittadino faccia parte del comitato meridionale.