AssoSoftwareDayPress giovedì, 05 marzo 2020 AssoSoftwareDayPress giovedì, 05 marzo 2020

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

04/03/2020 Corriere Comunicazioni 5 Coronavirus, Tim: Giga gratis per un mese nelle aree rosse

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 12 Ivan Cimmarusti 6 Dalla mafia alle società partecipate i dossier più caldi della Capitale

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 21 Andrea Falessi 7 La competitività del Paese passa anche dal rafforzamento della fibra ottica

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Gianni Trovati 9 Lavoro agile «obbligato» per le Pa

05/03/2020 italiaoggi.it 11 Lavoro agile nella Pa, adesso si parte

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 29 LUIGI OLIVERI 13 Lavoro agile, esperimenti finiti

04/03/2020 Agenda Digitale 15 Service provider privati Spid, chi sono e perché hanno ruolo strategico

04/03/2020 Corriere Comunicazioni 19 Smart working nella PA, ecco la circolare Dadone

04/03/2020 Agenda Digitale 22 Spid e consultazione fatture elettroniche dei privati, ecco il tutorial

Agricoltura e Dogane

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 32 24 brevi

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 31 25 Codice lotteria, i dati a uso esclusivo

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 15 27 commenti

05/03/2020 EutekneInfo 29 Responsabilità oggettiva per il titolare del deposito doganale in caso di furto

Contabilità e Bilancio

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 35 DANIELE CIRIOLI 31 Inpgi, ok dai ministeri al condono contributivo

04/03/2020 Corriere Comunicazioni 32 Intelligenza artificiale: Israele e Francia al top, l' Italia arranca

05/03/2020 EutekneInfo 34 L' iper-ammortamento per interconnessione «tardiva» va per quote costanti

05/03/2020 EutekneInfo 36 Rivalutazione degli immobili d' impresa con il vincolo delle categorie omogenee

Fatturazione Elettronica

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Carmine FotinaMarco Mobili 38 Contributi e ritenute, due mesi di stop a fiere, alberghi e trasporti 05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 27 Raffaele Rizzardi 40 Precompilata: la detraibilità della fattura da integrare a mano

Fisco e Dichiarazioni

05/03/2020 La Stampa Pagina 11 ALESSANDRO BARBERA 42 " Il governo fa troppo poco Serve un piano da 20 miliardi"

05/03/2020 La Stampa Pagina 38 44 «Lavare le strade è semplice, efficace e costa poco: perchè il Comune non lo fa?» «È il momento di abbassare le tasse»

05/03/2020 Il Messaggero Pagina 10 46 «Rinforzare la sanità e salvare l' economia»

05/03/2020 Il Messaggero Pagina 35 47 «Ztl spenta e tributi congelati» Negozianti in pressing su Raggi

05/03/2020 Il Messaggero Pagina 17 49 al nuovo bonus da loo euro

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 31 Pagina a cura diGabriele Sepio 50 Esenti da imposte le merci donate al Terzo settore

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 31 52 Esteso il paniere dei prodotti, dai tablet ai vestiti

05/03/2020 EutekneInfo 54 Impianti fotovoltaici tassati a prescindere dall' accatastamento

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 17 Paolo Bricco 56 Intesa dai nodi irrisolti per trattare fino a novembre

05/03/2020 La Nazione Pagina 20 58 La Guardia di Finanza scopre che il muratore è un evasore totale

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 16 Jacopo Giliberto 59 Non di solo acciaio è inquinata Taranto: viaggio nella città ferita

Industria 4.0

05/03/2020 Corriere della Sera Pagina 20 63 Appendiamo il cartello: «Oggi si visita via skype»

05/03/2020 La Stampa Pagina 32 FILIPPO MASSARA 64 Dalla Silicon Valley per i supercomputer

04/03/2020 Corriere Comunicazioni 65 Elliott vs Dorsey, Elon Musk "in soccorso" del ceo di Twitter

05/03/2020 Corriere della Sera Pagina 37 STEFANO BOERI 66 Foreste e città : una nuova alleanza per saper accettare l' imprevedibile

04/03/2020 Agenda Digitale 68 Giustizia predittiva: la dignità umana faro per l' AI nei processi

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 34 Pierangelo Soldavini 74 Intelligenza artificiale da open banking

04/03/2020 Corriere Comunicazioni 76 Internet of things, solo il 31% delle aziende italiane in fase avanzata

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 10 GAETANO COSTA 78 L' algoritmo che premia le competenze aziendali

05/03/2020 Corriere della Sera Pagina 1 FRANCESCO GIAVAZZI 80 L' esempio in Europa

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 27 Oreste Pollicino 82 La sfida degli algoritmi va affrontata in base alla Costituzione 04/03/2020 Corriere Comunicazioni 84 Palazzolo (Avantune): 'Smart working sfida Paese'

04/03/2020 Agenda Digitale 86 Sanità digitale a portata di paziente, la best practice +VITA di Latina

04/03/2020 Agenda Digitale 91 Sorveglianza di massa in Cina, il modello che spaventa l' Occidente

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 22 98 Tim e Google Cloud: al via la partnership strategica

04/03/2020 Corriere Comunicazioni 99 Tim-Google Cloud, si parte: servizi innovativi per aziende e PA

Lavoro e Previdenza

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Nicoletta Picchio 101 «Più investimenti pubblici e liquidità per le imprese»

05/03/2020 Corriere della Sera Pagina 32 Daniela Polizzi 103 Amplifon, la spinta dei ricavi Nel 2019 balzo del 27% Utili record a 132 milioni

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 20 104 Aspi cresce in India Gavio all' offerta su Brisa

05/03/2020 Il Messaggero Pagina 6 105 Boccia: «Serve più credito le Pmi sono senza cassa» Dal governo Cigs allargata

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 28 107 brevi

05/03/2020 Il Sole 24 Ore Pagina 32 109 IN BREVE

05/03/2020 Italia Oggi Pagina 33 CARLA DE LELLIS 110 Rate doppie per il bonus sul cuneo

Privacy e GDPR

05/03/2020 La Repubblica Pagina 8 111 La comunicazione aziendale parte da Webup

05/03/2020 Il Messaggero Pagina 17 113 Società pubbliche, non cambiano gli ad

[§24679328§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Coronavirus, Tim: Giga gratis per un mese nelle aree rosse

L' azienda mette a disposizione anche il traffico voce illimitato, Timvision e soluzioni per lo smart working e le lezioni a distanza in favore dei residenti nelle zone più colpite delle province di Lodi e Padova

Sostenere ed essere d' aiuto ai cittadini, alle imprese e alla Pubblica amministrazione delle zone interessate dall' emergenza Coronavirus . Con quest' obiettivo Tim , aderendo all' iniziativa proposta dal ministro per l' Innovazione tecnologica e la digitalizzazione , ha deciso di mettere a disposizione, in base al profilo attivo, Giga o minuti illimitati di traffico nazionale verso i numeri fissi e cellulari a tutti i clienti consumer mobili prepagati che risiedono in molti dei comuni nelle province di Lodi e di Padova, informando gli interessati con un Sms. Per i clienti Tim consumer di rete fissa che risiedono negli stessi comuni è prevista la completa gratuità del traffico voce nazionale verso i numeri fissi e mobili, per tutto il mese di marzo, per coloro che non hanno già un' offerta che include telefonate illimitate. Anche i contenuti di Timvision saranno offerti ai clienti Tim di rete fissa, previa registrazione al servizio tramite la connessione wifi domestica. Tim - si legge in un comunicato dell' operatore - offrirà alla clientela business e alla Pubblica Amministrazione , indipendentemente dall' area geografica di residenza, 100 Giga gratuiti a tutte le linee mobili business con bundle dati attivo. I clienti che riceveranno un Sms potranno attivare la gratuità per 30 giorni rispondendo al messaggio. Viene reso inoltre gratuito per due mesi anche il servizio " Tim Work Smart ", per supportare le attività dei clienti in smart working , che potranno effettuare web e audio conference (da smartphone e PC). Ai cittadini che risiedono in molti dei comuni nelle province di Lodi e di Padova viene anche offerto gratuitamente il servizio di video identificazione via web per ottenere Tim Id (l' identità digitale Spid ), che permette di accedere direttamente da casa ai servizi della Pubblica Amministrazione abilitati. Forum PA 9-11 Giugno PA e imprese insieme per una nuova politica industriale dell' innovazione PA Sanità Tim - prosegue la nota - supporta inoltre docenti e studenti per l' emergenza scuole chiuse con la piattaforma di e-learning Scuolabook di Olivetti e con WeSchool , che permette di fare scuola a distanza ed è già stata utilizzata, nella prima settimana di emergenza, da 590.000 persone. L' operatore dà inoltre la propria disponibilità verso istituzioni, cittadini e imprese per la realizzazione di servizi informativi su tutto il territorio nazionale, quali ad esempio attivazioni di numeri verdi nazionali e regionali, call center informativi, Sms per fornire informazioni alla popolazione. " Tim - conclude il comunicato - è inoltre pronta a fornire la propria consulenza e le soluzioni più innovative per favorire il lavoro attraverso servizi di audio e video conferenza e di collaboration che puntano a ridurre gli spostamenti delle persone, anche con condizioni agevolate e con formule try and buy". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679329§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 12 Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

LE INCHIESTE

Dalla mafia alle società partecipate i dossier più caldi della Capitale

La strategia: in cinque anni Dda e Gdf hanno messo i sigilli a beni da 2 miliardi

Ivan Cimmarusti

roma I dieci mesi di reggenza ai vertici della Procura di Roma hanno permesso a Michele Giarritta Prestipino di conoscere con esattezza il funzionamento dell' ufficio giudiziario più grande d' Europa, con 100 pubblici ministeri. Con la nomina a procuratore capo sono diversi i profili di riassetto organizzativo che saranno attuati, con lo scopo di accelerare la definizione di una serie di fascicoli su cui sono a lavoro gli inquirenti capitolini. I pareri e i rapporti della magistratura, d' altronde, sono «univoci» su Prestipino: è definito in termini di «eccezionalità» sotto il profilo non solo di investigatore ma anche di organizzatore. Qualità, quest' ultima, essenziale per la gestione della Procura di Roma, tra l' altro gravemente ferita dalla bufera giudiziaria sollevata dai pm di Perugia su presunte «operazioni politiche» per veicolare le nomine poi decise dal Consiglio superiore della magistratura. Una indagine che ha colpito lo stesso ufficio della Capitale, per gli ipotizzati accordi orchestrati dall' ex consigliere del Csm Luca Palamara e dall' ex sottosegretario Luca Lotti per piazzare ai vertici della Procura di Roma un magistrato «amico». Di fatto ora ci sarà un nuovo impulso ai dossier gestiti dalla Direzione distrettuale antimafia, che sta facendo luce su ramificate organizzazioni di stampo mafioso romane che operano a più livelli. Clan romani, ma anche le storiche consorterie di 'ndrangheta, cosa nostra e camorra, che operano da anni investendo denaro sporco in attività produttive. I numeri della Guardia di finanza, incrociati con gli accertamenti della Dda, hanno permesso di sequestrare e confiscare alle cosche, tra il 2015 e il 2019, beni per oltre 2 miliardi di euro. Tra i dossier ci sono anche i reati contro la Pubblica amministrazione. Si registra il caso dell' ex sottosegretario alle Infrastrutture, il leghista Armando Siri, accusato, per rapporti da chiarire con l' imprenditore Paolo Arata. A questo si aggiunga il "bollente" processo Consip e le nuove accuse per concorso in rivelazione del segreto a carico di Luca Lotti. Senza contare, poi, i procedimenti in corso di istruzione su società - anche partecipate - per reati che vanno dalla corruzione ai reati tributari. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679330§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 21 Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

LA LETTERA

La competitività del Paese passa anche dal rafforzamento della fibra ottica

Andrea Falessi

In relazione all' articolo pubblicato ieri 4 marzo a firma di Franco Debenedetti dal titolo "Il caso Tim e i bastoni tra le fibre", risultano necessarie alcune precisazioni sostanziali al fine di una corretta rappresentazione dei fatti. Stupisce, innanzitutto, che si parli di «ritardo presunto» in riferimento allo sviluppo della banda ultralarga in Italia che fu alla base della scelta di «promuovere la costituzione di Open Fiber». Occorre, infatti, ricordare che l' Italia si trova ancora al 24esimo posto su 28 in Europa per livelli di connettività nella graduatoria Desi 2019 (Digital economy and society index), l' indicatore della Commissione europea che misura il livello di attuazione dell' Agenda digitale di tutti gli Stati membri. Un gap ancora significativo, accumulato in anni di investimenti mancati da parte dell' incumbent, e che si è iniziato a colmare proprio grazie all' ingresso di Open Fiber sul mercato. Tale ingresso ha infatti promosso e non ostacolato una salutare concorrenza infrastrutturale, che - caso unico nel continente (salvo la Grecia) - era sino ad allora mancata. Un contributo evidenziato anche dallo studio Idate, presentato nell' ambito dell' Ftth Conference 2019, secondo il quale dal settembre 2017 al settembre 2018, il numero di edifici cablati con infrastruttura in fibra ottica in Italia è salito da circa 4,4 milioni a circa 6,3 milioni, segnando un aumento del 43,1%, rispetto a una media europea di circa il 15 per cento. Un' accelerazione proseguita in modo consistente anche nel 2019. Debenedetti tace inoltre sul fatto che al 31 dicembre 2019 Open Fiber aveva connesso in fibra ottica circa otto milioni di unità immobiliari. Nei cluster A e B è stato raggiunto il 60% del target del Piano industriale di Open Fiber, che a oggi è il più grande wholesaler europeo in termini di infrastruttura Ftth offerta in modo paritario e non discriminatorio agli operatori retail. Un primato del Paese e non un «bastone tra le fibre». Nei cluster C e D (quelli delle gare Infratel a cui l' articolo fa prevalentemente riferimento), le attività di Open Fiber sono potute iniziare solo a metà del 2018 (a valle di un valanga di ricorsi giudiziali di Tim e altre complessità burocratiche) e quindi sono solo due gli anni (e non quattro come erroneamente riferisce Debenedetti) su cui misurarne i risultati operativi. Per alcune Regioni l' aggiudicazione è avvenuta meno di 9 mesi fa. Anche i valori degli investimenti realizzati, estrapolati dal contesto nel quale sono stati forniti, sono fuorvianti. Nell' articolo si fa riferimento ai soli lavori civili (162 milioni di euro su 488 ordinati) nelle aree C e D, che però rappresentano una minima parte delle risorse totali impiegate per costruire una rete che riutilizza in modo massivo infrastrutture esistenti. Open Fiber ha realizzato

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[§24679330§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

dall' avvio delle sue attività investimenti complessivi per circa 3,1 miliardi di euro. Nell' ambito delle attività riconducibili alle sole gare Infratel, l' investimento totale ammonta a circa 750 milioni euro, mentre sono stati raggiunti sia nel 2018 che nel 2019 i target di spesa necessari alla rendicontazione dei fondi europei da parte delle Regioni. Il combinato di questa attività ha determinato un significativo indotto in termini economici e occupazionali per le aziende del settore. Molte delle quali soffrivano e in parte continuano a soffrire, il bassissimo livello degli investimenti negli ultimi decenni sull' infrastruttura di Tlc. In questo quadro, appare ancora più stupefacente l' affermazione secondo la quale Open Fiber starebbe «rallentando tante piccole imprese italiane» che offrono tecnologie wireless. L' Fwa è parte integrante dell' offerta di Open Fiber nelle aree bianche (quelle su cui si concentra Debenedetti). L' arrivo di Open Fiber sul mercato ha semmai stimolato una dinamica competitiva di cui si è avvantaggiato l' intero sistema, fornendo una rete Ftth neutrale che garantisce parità di accesso a tutti gli operatori Tlc, inclusi ovviamente quelli focalizzati su tecnologie wireless, con cui si stanno peraltro approfondendo promettenti soluzioni sia di natura tecnica che commerciale. La validità del modello adottato è testimoniata dal fatto che la quasi totalità degli operatori retail di Tlc ha sottoscritto accordi commerciali con Open Fiber, senza contare la novità rappresentata dalla partnership con Sky Italia. In conclusione, oggi il Paese comincia finalmente a disporre di una diffusa infrastruttura capace di offrire velocità fino a 1 Gigabit per secondo (Gbps) e caratteristiche di bassissima latenza e affidabilità, che sono essenziali per non perdere il treno della rivoluzione digitale. Una infrastruttura interamente in fibra ottica di cui tutti i Paesi si stanno dotando e che abiliterà gli italiani, per i prossimi decenni, all' innovazione e alla competitività. Qualcosa di molto diverso da soluzioni come quelle del vectoring che trovano in Franco Debenedetti un antico, ma piuttosto isolato sostenitore. Direttore relazioni esterne Open Fiber © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679331§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

LA CIRCOLARE Della FUNZIONE PUBBLICA

Lavoro agile «obbligato» per le Pa

Finita la fase sperimentale Ipotesi di permettere di usare i pc personali

Gianni Trovati

ROMA L' emergenza coronavirus archivia la lunga fase sperimentale dello smart working. Parola del ministero della Funzione pubblica, nella circolare 1/2020 firmata dalla ministra della Pa Fabiana Dadone. In seguito al primo decreto sul coronavirus, si legge nella circolare, «è superato il regime sperimentale» ed entra «a regime» l' obbligo per gli enti pubblici «di adottare misure organizzative» per permettere ai dipendenti di effettuare davvero il lavoro agile. Questo significa che nel nuovo quadro dovrebbero partire anche le sanzioni ai dirigenti degli uffici che non si adeguano. Perché è la stessa circolare a ricordare che fin dal 2015 (articolo 14 della legge 124 di quell' anno) le norme prevedono che l' adozione delle misure organizzative per le «modalità flessibili» di svolgimento del lavoro è oggetto di valutazione all' interno delle pubbliche amministrazioni. I dirigenti che non attuano questa riorganizzazione, quindi, dovrebbero ricevere valutazioni negative che finirebbero per colpire la quota di busta paga legata ai «risultati». Questo almeno nelle intenzioni delle norme. Ma il condizionale è d' obbligo. Le stesse regole del 2015 prevedevano di permettere entro tre anni il lavoro agile ad almeno il 10% dei dipendenti pubblici. Ma la lunga sperimentazione, e il mancato raggiungimento dell' obiettivo, mostrano per tabulas i tanti ostacoli alla realizzazione effettiva del lavoro agile. Che è arrivato davvero solo dove c' è stato un impulso effettivo da parte dei dirigenti, che hanno attivato una riorganizzazione operativa ma anche un cambio culturale nella concezione del lavoro pubblico. Un mix che richiede tempi lunghi, e spiega la diffusione molto limitata delle esperienze di successo. Ora la situazione impone di accelerare, ma i tempi di realizzazione concreta del lavoro agile mal si conciliano con le esigenze dell' emergenza. Il problema traspare chiaro fra le righe della circolare. Perché lo smart working, ricorda la Funzione pubblica, va portato avanti «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». E anche l' allargamento delle convenzioni Consip per l' acquisto di tablet e computer portatili, appena previsto dal primo decreto coronavirus, deve fare i conti con i limiti di bilancio delle singole Pa. Per attivare le «modalità flessibili» di svolgimento della prestazione, allora, la circolare suggerisce addirittura di permettere ai dipendenti di utilizzare i propri computer domestici per lavorare. Una strada non semplice da seguire, perché sono le stesse istruzioni a ricordare che per imboccarla occorre «garantire adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete». In quest' ottica è importante «utilizzare soluzioni cloud per agevolare l' accesso condiviso ai dati»,

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[§24679331§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

e ricorrere «a strumenti di partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro». Tutto giusto. Ma tutto complicato, e spesso costoso, da tradurre in pratica. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679332§] giovedì 05 marzo 2020

italiaoggi.it

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Circolare del ministro Dadone innescata dal secondo provvedimento su Covid-19

Lavoro agile nella Pa, adesso si parte

Nella pubblica amministrazione è finito il tempo di sperimentare il lavoro agile. Una circolare del ministro per la p.a. Fabiana Dadone spinge le pubbliche amministrazioni a fare sul serio nell' attivazione dello smart working.

Nella pubblica amministrazione è finito il tempo di sperimentare il lavoro agile ed è il momento di attivare concretamente questa misura organizzativa del lavoro. La circolare del ministro per la p.a. Fabiana Dadone 1/2020, diffusa ieri dispone espressamente, infatti, che col dl 9/2020 (il secondo decreto sull' emergenza Coronavirus) «è superato il regime sperimentale dell' obbligo per le amministrazioni di adottare misure organizzative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa con la conseguenza che la misura opera a regime». Insomma, le pubbliche amministrazioni adesso debbono fare sul serio e spingere realmente per l' attivazione del lavoro agile. L' emergenza virus è lo spunto per attuare previsioni che in realtà sono vigenti dall' agosto del 2015, quando entrò in vigore la legge124/2015, la legge-delega di alcune delle riforme Madia. La circolare ricorda che l' articolo di questa legge ha già previsto l' obbligo per le p.a. di adottare misure organizzative per il lavoro agile e a fissare obiettivi annuali per giungere, entro tre anni, ad almeno il 10% dei dipendenti che lo richiedano di avvalersi di tali modalità. Dunque, dal 2018 i datori di lavoro pubblici avrebbero dovuto spianare la strada al lavoro agile e un 10% circa dei lavoratori (quindi, circa 300 mila lavoratori) avrebbero dovuto avere l' opportunità di avvalersi di tale sistema. Le cose, evidentemente, non sono andate così, anche perché la legge 124/2015, come troppe altre riforme, ha previsto che la via verso lo smart working si dovesse intraprendere «nei limiti delle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Un limite finanziario, che si è aggiunto agli altri limiti tecnici ed organizzativi, col risultato di un lavoro agile praticamente sconosciuto al mondo della pubblica amministrazione. Con l' eccezione, appunto, di qualche sparuto regime sperimentale, che da adesso in poi va considerato come esperienza chiusa: il lavoro agile dovrà divenire uno strumento ordinario dell' organizzazione del lavoro. La circolare detta, quindi, alcune misure specifiche per incentivare le amministrazioni ad attivare lo smart working. In primo luogo occorrerà avvalersi del lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, superando progressivamente il telelavoro. Poi, necessariamente occorrerà spingere per l' utilizzo di soluzioni applicative nel «cloud», consentendo l' accesso condiviso a dati, informazioni e documenti. Terzo punto: allargare il ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference). Seguono due punti dolenti. La circolare suggerisce di attivare le modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa «anche nei casi in cui

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[§24679332§] giovedì 05 marzo 2020

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il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell' indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell' amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni». Si prende, nella sostanza, atto dell' attuale carenza di strumentazioni adatte allo smart working, del resto confermata dall' articolo 18 del dl 9/2020, che autorizza Consip a un acquisto straordinario di pc portatili proprio per favorire il lavoro agile. Dunque, la circolare invita i dipendenti a farsi avanti per proporre ai datori pubblici l' impiego di strumenti di lavoro propri. Il che pone il problema di eventuali rimborsi per il consumo. Ma, soprattutto, di sicurezza nella gestione dei dati, che non è semplicissimo risolvere. Infine, il problema dei problemi: per spingere verso il lavoro agile, la circolare insiste sull' attivazione «di un sistema bilanciato di reportistica interna ai fini dell' ottimizzazione della produttività anche in un' ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance». È la carenza maggiore nel lavoro pubblico. Larghissime fasce delle amministrazioni, infatti, non hanno ancora sviluppato sistemi di fissazione degli standard di prodotto e di risultato. Non si sa, cioè, esattamente «cosa» si produce e nemmeno «come». In assenza di questi elementi, risulta ovviamente impossibile organizzare un lavoro da remoto, del quale risulti sconosciuto l' apporto in termini di impegno e di risultato. La circolare ricorda proprio per queste ragioni la necessità di individuare le attività lavorative che non risultino compatibili col lavoro agile, fermo restando che comunque si deve puntare all' obiettivo di almeno il 10% del personale che possa avvalersi del sistema. © Riproduzione riservata.

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[§24679334§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 29 Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Circolare del ministro Dadone innescata dal secondo provvedimento su Covid-19

Lavoro agile, esperimenti finiti

Obbligo per le p.a. di adottare le misure organizzative

LUIGI OLIVERI

Nella pubblica amministrazione è finito il tempo di sperimentare il lavoro agile ed è il momento di attivare concretamente questa misura organizzativa del lavoro. La circolare del ministro per la p.a. Fabiana Dadone 1/2020, diffusa ieri dispone espressamente, infatti, che col dl 9/2020 (il secondo decreto sull' emergenza Coronavirus) «è superato il regime sperimentale dell' obbligo per le amministrazioni di adottare misure organizzative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa con la conseguenza che la misura opera a regime». Insomma, le pubbliche amministrazioni adesso debbono fare sul serio e spingere realmente per l' attivazione del lavoro agile. L' emergenza virus è lo spunto per attuare previsioni che in realtà sono vigenti dall' agosto del 2015, quando entrò in vigore la legge124/2015, la legge-delega di alcune delle riforme Madia. La circolare ricorda che l' articolo di questa legge ha già previsto l' obbligo per le p.a. di adottare misure organizzative per il lavoro agile e a fissare obiettivi annuali per giungere, entro tre anni, ad almeno il 10% dei dipendenti che lo richiedano di avvalersi di tali modalità. Dunque, dal 2018 i datori di lavoro pubblici avrebbero dovuto spianare la strada al lavoro agile e un 10% circa dei lavoratori (quindi, circa 300 mila lavoratori) avrebbero dovuto avere l' opportunità di avvalersi di tale sistema. Le cose, evidentemente, non sono andate così, anche perché la legge 124/2015, come troppe altre riforme, ha previsto che la via verso lo smart working si dovesse intraprendere «nei limiti delle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Un limite finanziario, che si è aggiunto agli altri limiti tecnici ed organizzativi, col risultato di un lavoro agile praticamente sconosciuto al mondo della pubblica amministrazione. Con l' eccezione, appunto, di qualche sparuto regime sperimentale, che da adesso in poi va considerato come esperienza chiusa: il lavoro agile dovrà divenire uno strumento ordinario dell' organizzazione del lavoro. La circolare detta, quindi, alcune misure specifiche per incentivare le amministrazioni ad attivare lo smart working. In primo luogo occorrerà avvalersi del lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, superando progressivamente il telelavoro. Poi, necessariamente occorrerà spingere per l' utilizzo di soluzioni applicative nel «cloud», consentendo l' accesso condiviso a dati, informazioni e documenti. Terzo punto: allargare il ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference).

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[§24679334§] giovedì 05 marzo 2020

Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Seguono due punti dolenti. La circolare suggerisce di attivare le modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa «anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell' indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell' amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni». Si prende, nella sostanza, atto dell' attuale carenza di strumentazioni adatte allo smart working, del resto confermata dall' articolo 18 del dl 9/2020, che autorizza Consip a un acquisto straordinario di pc portatili proprio per favorire il lavoro agile. Dunque, la circolare invita i dipendenti a farsi avanti per proporre ai datori pubblici l' impiego di strumenti di lavoro propri. Il che pone il problema di eventuali rimborsi per il consumo. Ma, soprattutto, di sicurezza nella gestione dei dati, che non è semplicissimo risolvere. Infine, il problema dei problemi: per spingere verso il lavoro agile, la circolare insiste sull' attivazione «di un sistema bilanciato di reportistica interna ai fini dell' ottimizzazione della produttività anche in un' ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance». È la carenza maggiore nel lavoro pubblico. Larghissime fasce delle amministrazioni, infatti, non hanno ancora sviluppato sistemi di fissazione degli standard di prodotto e di risultato. Non si sa, cioè, esattamente «cosa» si produce e nemmeno «come». In assenza di questi elementi, risulta ovviamente impossibile organizzare un lavoro da remoto, del quale risulti sconosciuto l' apporto in termini di impegno e di risultato. La circolare ricorda proprio per queste ragioni la necessità di individuare le attività lavorative che non risultino compatibili col lavoro agile, fermo restando che comunque si deve puntare all' obiettivo di almeno il 10% del personale che possa avvalersi del sistema. © Riproduzione riservata.

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[§24679335§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Service provider privati Spid, chi sono e perché hanno ruolo strategico

Aziende, organizzazioni no profit o altre imprese che erogano un servizio online che identifica e autentica i propri utenti, possono adottare Spid. Diverse lo hanno già fatto. Le opportunità sono molte: vediamo quali procedure espletare e quali sono le esigenze espresse dai principali service provider privati

I service provider privati SPID: ci sono e lavorano, anche se se ne parla poco . E hanno un ruolo importante per il futuro della (o delle) identità digitale. Soprattutto in questa fase. Sì, perché in gennaio e febbraio la situazione delle identità digitali nazionali italiane è rimasta sospesa, con diverse proposte di riforma , alcune anche preoccupanti , tutte rinviate a data da destinarsi. Questo ritardo offre l' occasione di contribuire all' evoluzione delle identità digitali nazionali con raccomandazioni al legislatore . Per definire queste raccomandazioni, secondo Club TI Milano, che da tre anni lavora per facilitare l' adozione di SPID da parte delle imprese, e l' anno scorso ha lanciato il gruppo di lavoro aperto #ClubTI4SPID , è utile partire dall' esperienza dei service provider privati SPID . I service provider privati SPID sono le aziende che hanno deciso di adottare SPID per identificare i clienti e utenti dei loro servizi digitali: hanno seguito, o stanno seguendo, una procedura di certificazione tecnica e amministrativa definita e guidata da AgID hanno reso disponibile per uno o più dei propri servizi online, via app o browser, l' opzione "Entra con SPID" - o lo stanno facendo offre ai cittadini una scelta digitale comoda ed etica : usare una password che già conoscono ed usano, come quelle dei grandi social network internazionali, e in più gestita con garanzie e controlli, pubblici e privati, che nessuno dei grandi operatori internazionali offre, neppure a pagamento identifica i cittadini in maniera univoca, con riferimento diretto all' identità anagrafica di ciascuno e al suo codice fiscale. Questo permette di semplificare tutte le attività dell' impresa con quei cittadini. In particolare, SPID è uno strumento naturale per l'"onboarding", cioè la prima identificazione, adeguata verifica e stipula di un contratto con un nuovo cliente in maniera esclusivamente digitale (quella che tradizionalmente prevedeva: scarico di un modulo in PDF - stampa - compilazione a mano - scannerizzazione - invio del modulo compilato e di copia della carta d' identità) le imprese e i cittadini che usano SPID nel loro rapporto con le pubbliche amministrazioni sono esenti dall' obbligo di conservazione dei documenti informatici che da queste ricevono (un esempio concreto: chi usa SPID per accedere al sito dell' Agenzia delle Entrate, non ha bisogno di conservare una copia dei documenti

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[§24679335§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

del cassetto fiscale). Alcune altre aziende hanno completato la procedura tecnica e amministrativa di registrazione e sono in attesa di autorizzazione da AgID. Ecco quelle che conosciamo. Per segnarlarne altre ci si può iscrivere al nostro gruppo LinkedIn . I service provider privati di oggi sono imprese che sulle identità digitali si comportano come i cittadini, che continuano ad attivare profili SPID sempre più velocemente . Nelle prime 3 settimane di febbraio, quelle degli annunci contraddittori all' interno della stessa maggioranza di governo e del rinvio a data da definire di una riforma ripetutamente annunciata da settembre , i cittadini hanno attivato più di novemila profili SPID al giorno , quasi una volta e mezza la velocità media del 2019-20 e due volte e mezza la velocità di crescita dei primi due anni di SPID . Insomma: cittadini e service provider privati SPID dimostrano nei fatti che i servizi digitali basati su un' identità digitale nazionale sono un' opportunità preziosa oggi, e possono quindi diventare un mercato, anche mentre i responsabili di queste identità comunicano incertezza sul loro futuro, e soprattutto disinteresse o addirittura ostilità per gli operatori privati e il loro ruolo. Sarà proprio questo mercato potenziale, secondo noi, questo interesse di cittadini e imprese, a sostenere l' affermazione di un' identità digitale basata su quella anagrafica gestita dallo stato. Ricordiamo infatti: senza l' adesione delle imprese qualsiasi identità digitale rimarrà un nano rispetto a quelle dei grandi operatori internazionali: ognuno di noi la userebbe qualche volta al mese, magari anche ogni giorno, comunque un centesimo o un millesimo di quanto usiamo le identità di Apple, Facebook, Google, Microsoft e simili. Per questo abbiamo voluto parlare con tutti i service provider privati e raccogliere da loro stessi indicazioni sui loro obiettivi, le loro esperienze, e le loro esigenze oggi. Tutti i service provider privati con i quali abbiamo parlato hanno descritto positivamente l' esperienza del supporto tecnico ricevuto da AgID: evidentemente limitato nelle risorse, ancora troppo dipendente da interventi manuali e dalla - chiarissima - competenza e buona volontà dei singoli (fino a qualche mese fa, per esempio, le informazioni tecniche disponibili alle imprese erano meno aggiornate di quelle per le pubbliche amministrazioni). Sembra chiaro che per sostenere l' adozione di un' identità digitale da parte di centinaia o migliaia di aziende contemporaneamente (come prima o poi succederà, se la domanda dei cittadini continua a sostenersi) occorrerà un processo più automatico, una struttura forse meglio organizzata, sicuramente più potente . Potrebbe essere un ruolo, da compensare naturalmente, per gli attuali Identity Provider che questo e molto altro fanno da anni per i loro servizi digitali proprietari? Buona anche la soddisfazione con il processo amministrativo , sempre condotto da AgID. Se i service provider hanno espresso una valutazione positiva, qui siamo noi a evidenziare che il processo ricorda più la richiesta di una concessione pubblica che non un contratto negoziato tra fornitore e cliente, e quindi è difficile da inserire nel processo di scelta e acquisto di soluzioni digitali da parte di una impresa grande o piccola. Anche qui, sembra difficile che il processo attuale possa gestire centinaia di imprese all' anno , dalle più grandi alle più piccole, come sarà naturale presto. Le tre esigenze

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[§24679335§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

principali che i service provider privati hanno espresso e che saranno alla base delle nostre future raccomandazioni al legislatore sono: impegno tangibile per l' adozione da parte delle stesse pubbliche amministrazioni : piani concreti, espliciti obiettivi di switch-off delle identità proprietarie di ciascuna PA che le identità digitali nazionali dovranno necessariamente sostituire - e quanto prima sarà, tanto meglio! erogazione del servizio con modalità enterprise , in particolare: Supporto tecnico post-vendita erogato da un fornitore - Identity Provider - unico che coordini gli altri, anziché nei limiti della buona volontà e delle risorse del regolatore stesso. Oggi la stessa impresa, in caso di difficoltà di accesso da parte dei propri utenti, deve raccogliere e interpretare per conto proprio informazioni su eventuali disservizi di tutti e nove gli IdP separatamente, col solo aiuto che i tecnici del regolatore riescono a fornire nei limiti delle risorse disponibili. E quanto agli obiettivi e ai benefici ? Perché questi service provider hanno scelto di investire tempo e fatica per integrare SPID con alcuni dei loro servizi digitali, nonostante l' incertezza su cosa succederà, e soprattutto su chi sarà responsabile di farlo succedere? Già dalle descrizioni dei servizi nelle tabelle più sopra, e ancor di più dalle comunicazioni private dei service provider, le loro scelte confermano due delle nostre ipotesi dei mesi scorsi: SPID come abilitatore di servizi innovativi che sarebbe più difficile, forse impossibile, sicuramente scomodo offrire con identità digitali tradizionali. Si pensi al servizio che Be-In offre a condomìni e condòmini, la consegna di messaggi elettronici a valore legale tramite un' app, o all' accesso tramite il portale dei consumi alle informazioni di tutte e sole le utenze energetiche intestate a un certo cittadino: certo, si possono realizzare tramite una userid e una password tradizionali, o strumenti già esistenti come una PEC, ma richiedono da parte del cittadino e del service provider un' attività di allestimento e verifica molto più complessa, che SPID e i suoi identity provider hanno già compiuto SPID come accesso a milioni di nuovi utenti per servizi esistenti . è forse questo il caso di interesse più immediato per tutte le imprese che già offrono servizi digitali e con SPID possono permettere a milioni di residenti in Italia di aderirvi senza alcuna delle formalità necessarie oggi. Gli esempi oggi più interessanti sono quelli di Infocert e Namirial: entrambi erogatori di servizi fiduciari, cioè servizi digitali complessi, normati e tutelati almeno quanto SPID stesso, potrebbero benissimo continuare ad offrirli come già fanno da anni con strumenti tutti loro interni. Se decidono di pagare altri (gli altri identity provider SPID) per un servizio che da tempo erogano in proprio, è esiste un' opportunità economica e commerciale (oltre che di innovazione e qualità del servizio) per servizi digitali basati su un' identità associata a quella anagrafica nazionale . Ce lo dimostrano i cittadini e le imprese che adottano questa identità per servizi nuovi e per quelli già disponibili altrimenti. La pubblica amministrazione - il legislatore, il regolatore e le singole amministrazioni - possono fare molto di più per rendere la scelta delle imprese più facile . Alcune di queste azioni avranno un costo, anche significativo. Altre, come la definizione chiara di

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[§24679335§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

una roadmap che massimizzi la continuità con i servizi attuali , o un modello di contratto per diventare service provider privato che si possa negoziare tra un singolo "fornitore" e un' impresa , in sostituzione dell' attuale concessione da accettare a scatola chiusa con un intermediario, il regolatore, richiedono solo lucidità e attenzione al bene comune; in una parola: politica. Le stesse imprese possono essere più decise e ambiziose : se vogliono sviluppare servizi digitali per i cittadini hanno a disposizione servizi di identificazione e autenticazione di molti tipi. Abilitare SPID è oggi una scelta naturale con costi limitati e benefici evidenti, lo testimoniano proprio le scelte dei service provider privati, le imprese grandi e piccole che hanno ormai aperto la strada. Di queste lezioni, e dell' esperienza concreta dei service provider privati SPID attivi e in via di attivazione, faremo tesoro per influenzare l' attività del legislatore e del regolatore italiano con raccomandazioni che stiamo sviluppando e confermeremo con IdP, Service Provider privati e pubblici, altre imprese, associazioni e singoli esperti di servizi digitali in una tavola rotonda a Milano il 18 marzo .

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[§24679336§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Smart working nella PA, ecco la circolare Dadone

Il provvedimento fornisce chiarimenti sugli strumenti che facilitano il ricorso al lavoro agile così come quelli di monitoraggio. Niente fase sperimentale, ogni progetto andrà subito a regime. Dadone: "Il digitale costringe a ripensare le modalità organizzative e lavorare in ottica di risultato"

Il governo accetta la sfida smart working . A una settimana della direttiva emanata alle PA per affrontare l' emergenza coronavirus, la ministra della PA, Fabiana Dadone , firma la circolare che mira a rendere il lavoro agile strutturale negli uffici pubblici e fornisce alcuni chiarimenti sulle modalità di implementazione delle misure normative ( direttiva sullo Smart working e Telelavoro n.3/2017 prevista dalla Riforma Madia del 2015) e sugli strumenti, anche informatici, a cui le pubbliche amministrazioni possono ricorrere per incentivare il ricorso a modalità più adeguate e flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa. "La progressiva digitalizzazione della società contemporanea, le sfide che sorgono a seguito dei cambiamenti sociali e demografici o, come di recente, da situazioni emergenziali - spiega la ministra Dadone - rendono necessario un ripensamento generale delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa anche in termini di elasticità e flessibilità, allo scopo di renderla più adeguata alla accresciuta complessità del contesto generale in cui essa si inserisce, aumentarne l' efficacia, promuovere e conseguire effetti positivi sul fronte della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, favorire il benessere organizzativo e assicurare l' esercizio dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, contribuendo, così, al miglioramento della qualità dei servizi pubblici". Ecco i dettagli. Disciplina per la promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle PA L' articolo 14 della legge 7 agosto 2015, n. 124 ha disposto l' obbligo per le amministrazioni pubbliche di adottare misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali per l' attuazione del telelavoro. La disposizione prevede che l' adozione delle misure organizzative e il raggiungimento degli obiettivi costituiscano oggetto di valutazione nell' ambito dei percorsi di misurazione della performance organizzativa e individuale all' interno delle amministrazioni pubbliche. Le PA, inoltre, adeguano i propri sistemi di monitoraggio e controllo interno, individuando specifici indicatori per la verifica dell' impatto sull' efficacia e sull' efficienza dell' azione amministrativa, nonché sulla qualità dei servizi erogati, delle misure organizzative adottate in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, anche coinvolgendo i cittadini, sia individualmente, sia nelle loro forme associative. La direttiva smart working del 2017 - follow up di quanto previsto dalla legge Madia - definisce, invece, gli indirizzi per l' attuazione delle misure e linee guida contenenti le indicazioni metodologiche per l' attivazione del lavoro agile, gli aspetti organizzativi, la gestione del rapporto di lavoro e le relazioni sindacali, le infrastrutture abilitanti per il lavoro agile, la misurazione e valutazione delle performances, la salute e la sicurezza sul lavoro.

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[§24679336§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

PA e imprese insieme per una nuova politica industriale dell' innovazione Ora per effetto delle modifiche apportate al richiamato articolo 14 della legge n. 124 del 2015 dal recente decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, recante " Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all' emergenza epidemiologica da Covid-19 ", è superato il regime sperimentale dell' obbligo per le amministrazioni di adottare misure organizzative per il ricorso a nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa con la conseguenza che la misura opera a regime. Inoltre le nuove regole inviat le PA a potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee di accesso alla misura con riferimento al personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro. Sono inoltre previste misure normative volte a garantire, mediante Consip, l' acquisizione delle dotazioni informatiche necessarie alle pubbliche amministrazioni al fine di poter adottare le misure di lavoro agile per il proprio personale. Misure di incentivazione Tra le misure e gli strumenti, anche informatici, a cui le pubbliche amministrazioni possono ricorrere per incentivare l' utilizzo di modalità flessibili di svolgimento a distanza della prestazione lavorativa, si evidenzia limportanza: del ricorso, in via prioritaria, al lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, in un' ottica di progressivo superamento del telelavoro; dell' utilizzo di soluzioni " cloud " per agevolare l' accesso condiviso a dati, informazioni e documenti; del ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference ); del ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell' indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell' amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni; dell' attivazione di un sistema bilanciato di reportistica interna ai fini dell' ottimizzazione della produttività anche in un' ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance. Monitoraggio Le amministrazioni sono tenute ad adottare tutte le iniziative necessarie all' attuazione di progetto di lavoro agile, curando e implementando il sistema di monitoraggio previsto nella direttiva per una valutazione complessiva dei risultati conseguiti in termini di obiettivi raggiunti nel periodo considerato e/o la misurazione della produttività delle attività svolte dai dipendenti. " E' importante ricordare che nella stessa direttiva si precisa che le amministrazioni, tramite apposito atto di ricognizione interna - evidenzia la ministra - individuano le attività che non sono compatibili con le innovative modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa, tenendo sempre presente l' obiettivo di garantire, a regime, ad almeno il 10 per cento del proprio personale, ove lo richieda, la possibilità di avvalersi di tali modalità". "Considerato il tempo trascorso dall' entrata in vigore della legge n. 124 del 2015 è auspicabile che, in esito al monitoraggio, le amministrazioni, nell' esercizio dei poteri datoriali e della propria autonomia organizzativa- conclude Dadone - verifichino la sostenibilità organizzativa per l' ampliamento

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[§24679336§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

della percentuale di personale che può avvalersi delle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa , tra cui in particolare il lavoro agile, anche ricorrendo alle misure di incentivazione sopra descritte". Il monitoraggio da parte del Dipartimento della funzione pubblica è finalizzato a verificare gli effetti delle misure normative, anche al fine di eventuali interventi integrativi o modificativi sulla disciplina di riferimento e sulla direttiva n. 3 del 2017. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679337§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Spid e consultazione fatture elettroniche dei privati, ecco il tutorial

Dal primo marzo 2020 anche i consumatori finali possono usufruire del servizio di consultazione delle fatture elettroniche messo a disposizione dall' Agenzia delle entrate: vediamo come funziona

I consumatori finali sono gli ultimi a poter accedere al servizio di consultazione che l' Agenzia delle Entrate aveva progressivamente messo a disposizione nel corso dello scorso anno per i soggetti IVA, i condomini e gli enti non commerciali. Infatti, dal primo marzo 2020 anche le persone fisiche (i consumatori finali) hanno la possibilità di consultare le fatture elettroniche ricevute sin dal primo gennaio 2019 all' interno della propria area riservata dell' Agenzia delle Entrate. Lo ha comunicato l' Agenzia delle Entrate con il provvedimento protocollo n. 99920/2020 del 28 febbraio 2020 con il quale è stata anche comunicata la proroga dei termini per l' adesione al servizio di consultazione delle fatture elettroniche dal 29 febbraio 2020 al 04 maggio 2020. Indice degli argomenti Consultazione fatture elettroniche, perché è utile per i consumatori Ma perché i consumatori finali dovrebbero aderire al servizio di consultazione delle fatture elettroniche ricevute considerato che l' attuale normativa prevede l' obbligo per l' emittente fattura elettronica di consegnare a tale tipologia di contribuenti il vecchio formato cartaceo e sottolinea che in caso di verifica fiscale sia quest' ultimo ad avere validità? Alcune fra le molte motivazioni a favore, a nostro avviso, potrebbero essere le seguenti: Qualunque contribuente dovrebbe prendere visione dei dati detenuti dall' Amministrazione Finanziaria che lo riguardano, soprattutto in casi come questo nel quale i dati vengono resi disponibili in formato elettronico e non comportano l' accesso agli uffici dell' Agenzia delle Entrate; La possibilità di esportazione dei dati in formato tabellare (.cvs, .excel) permette al contribuente di effettuare agevolmente i controlli in relazione alle detrazioni fiscali pluriennali (cfr. detrazioni legate agli immobili) confrontando i dati comunicati dagli emittenti fattura e quelli risultanti dalle fatture cartacee Maggiore rapidità di confronto con le risultanze del Modello 730 precompilato Maggiore chiarezza e completezza nella predisposizione della documentazione fiscale per il proprio professionista di fiducia con la conseguente riduzione della possibilità di errore legata allo smarrimento del documento cartaceo Maggiore facilità e comodità per l' archiviazione delle spese per tipologia e controllo dei costi del proprio 'bilancio famigliare' La procedura I soggetti in possesso dell' identità digitale SPID (o di CNS) possono accedere anche senza avere richiesto le specifiche credenziali rilasciate dall' Agenzia delle Entrate. Dopo l' accesso ci troviamo nell' area 'La mia scrivania': Clicchiamo sul box 'Fattura elettronica/corrispettivi elettronici' e quindi su ACCEDI nell' area 'Le tue fatture' A questo punto occorre preventivamente aderire al servizio di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche cliccando sul box 'Adesione' . Quando l' Agenzia avrà elaborato la richiesta confermerà l' avvenuta adesione e, da quel momento, potremo accedere al servizio di consultazione

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[§24679337§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

delle fatture elettroniche ricevute. Ritornando all' area 'Le tue fatture' selezioniamo 'Fatture elettroniche/le tue fatture ricevute' e impostiamo i criteri temporali di ricerca. Sono rese disponibili in consultazione le fatture elettroniche ricevute sin dal primo gennaio 2019 , la ricerca può essere estesa ogni volta a periodi di massimo tre mesi. Cliccando sulle 'i' presenti sulla testata della tabella avremo accesso alle seguenti informazioni Cliccando sulla scelta 'esporta la tabella' Il sistema elabora un file .csv facilmente convertibile in formato excel: Selezionando la cartellina azzurra per ogni fattura avremo accesso al relativo dettaglio: Cliccando su 'download file fattura' viene messo a disposizione il file fattura in formato xml, mentre invece cliccando su 'visualizza file fattura' si apre il file in formato PDF contenente la fattura nel formato FPR12 (formato previsto dal tracciato ministeriale per le fatture elettroniche) che può essere stampato. Una volta aperto per la prima volta un file fattura il sistema mostrerà la seguente segnalazione : Ad un successivo accesso la fattura visualizzata sarà contraddistinta dalla cartellina aperta rendendo così di facile consultazione le ulteriori fatture ricevute . @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679338§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 32 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

brevi

L' aula della Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto legge 1/2020 che prevede lo spacchettamento del Ministero unico dell' istruzione, dell' università e della ricerca scientifica e la conseguente istituzione di due distinti dicasteri, quello dell' istruzione e quello dell' università e ricerca. I voti a favore 254, 173 contrari, tre astenuti. Sose ha reso disponibile online per la compilazione il Questionario unico FP20U relativo alle annualità 2010 e 2018 per la spesa corrente e alle annualità dal 2010 al 2018 per la spesa in conto capitale, destinato alle province e alle città metropolitane delle regioni a statuto ordinario. La nuova rilevazione è finalizzata all' acquisizione dei dati utili ai fini del monitoraggio della spesa sostenuta e dei servizi erogati dagli enti relativamente alle funzioni definite dalla legge 56/2014. Il comandante generale della Gdf, Giuseppe Zafarana e l' ad e dg di Terna Luigi Ferraris hanno siglato il rinnovo del protocollo d' intesa relativo alla collaborazione tra il Corpo e la società che gestisce la rete elettrica nazionale. L' accordo conferma tutte le azioni volte alla tutela della realizzazione delle infrastrutture elettriche, quali la tutela della regolarità e trasparenza delle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale. «Dal 2006 ad oggi, l' Agenzia delle dogane e dei monopoli ha inibito 8.707 siti di offerta di giochi illegali per contrastare le truffe online legate al gioco d' azzardo. Negli stessi anni, il numero dei tentativi di accesso a tali siti, pari ad oltre 10 miliardi, è indicativo del volume delle giocate illegali che sono state impedite da Adm. La nostra attività di contrasto a questo fenomeno molto diffuso continua senza sosta». Come riporta Agipronews lo si legge sulla pagina Facebook dell' Agenzia. Exprivia ha ottenuto da Agenzia per l' Italia digitale la qualificazione Saas (Software as a service) per i propri servizi sulla piattaforma e4cure in ambito sanitario, inserendosi nel catalogo dei fornitori di servizi Saas per la p.a. a cui gli enti pubblici devono fare riferimento per acquistare servizi in cloud. © Riproduzione riservata.

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[§24679340§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 31 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

Codice lotteria, i dati a uso esclusivo

Codice lotteria senza secondi fini. Le informazioni e i dati raccolti nella nuova banca dati del Sistema Lotteria verranno, infatti, trattati dall' Agenzia delle dogane e dei monopoli, unicamente ai fini delle estrazioni della nuova lotteria degli scontrini. Non ci saranno, almeno in questa prima fase, altri utilizzi di tali informazioni per altre e diverse finalità. È anche sulla base di tale limitate finalità che il Garante della privacy ha dato parere favorevole all' utilizzo ed al trattamento delle informazioni relative al c.d. «codice lotteria» che costituisce l' elemento indispensabile sia per accedere alla nuova lotteria degli scontrini che dovrebbe partire dal prossimo 1° luglio (si veda ItaliaOggi del 3/3/20). Il codice lotteria costituisce di fatto un vero e proprio «pseudonimo» alfanumerico del consumatore finale che verrà associato al suo codice fiscale. Lo schema di provvedimento direttoriale sulla base del quale il Garante della privacy ha rilasciato il suddetto parere, prevede che il codice lotteria sia composto da 8 caratteri e che ciascun consumatore ha la facoltà di generare più codici ad esso associati, tutti ugualmente validi ai fini della lotteria. Il termine consumatore viene utilizzato per descrivere i contribuenti che potranno partecipare alla lotteria degli scontrini ed ai premi speciali riservati ai pagamenti elettronici di cui ai commi da 540-544 della legge di bilancio 2017 (legge n. 232/2016) come recentemente modificata dal collegato fiscale alla legge di bilancio 2020 (dl 124/2019). Con il termine «consumatore» si deve infatti intendere la persona fisica, maggiorenne e residente anagraficamente nel territorio dello Stato che acquista beni o servizi fuori dall' esercizio di attività d' impresa, arte o professione presso esercenti che effettuano operazioni di cui all' articolo 22 del dpr n. 633/1972. Il fatto che i dati e le informazioni raccolte sia per la partecipazione alla lotteria degli scontrini che all' estrazione dei premi speciali per i pagamenti elettronici alla stessa abbinati, non siano utilizzati dall' amministrazione finanziaria per altre finalità, quali ad esempio l' accertamento sintetico del reddito delle persone fisiche, può essere considerata, almeno per ora, una buona notizia. Una soluzione diversa avrebbe probabilmente avuto un effetto contrario nell' opinione pubblica mettendo a rischio il successo stesso delle due nuove iniziative nate sotto l' egida dell' anti evasione. I dati che verranno memorizzati nella nuova banca dati del Sistema Lotteria sono tuttavia di assoluta rilevanza e riguardano: partita IVA e denominazione dell' esercente; identificativo/progressivo completo del corrispettivo; data e ora dell' acquisto; importo totale del bene/servizio, distinguendo tra importo pagato in contanti,

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[§24679340§] giovedì 05 marzo 2020

Italia Oggi Agricoltura e Dogane

importo pagato con strumenti elettronici e importo non pagato; codice lotteria del cliente; data di trasmissione del corrispettivo all' Agenzia delle entrate. I dati relativi alla modalità di pagamento - si legge nel parere del Garante della privacy - sono raccolti al fine di dare attuazione alla previsione normativa che ha istituto premi dedicati ai pagamenti effettuati con strumenti elettronici, da attuarsi con successivo provvedimento, e che il loro utilizzo sarà limitato esclusivamente alle estrazioni riferite ai predetti premi. La banca dati Sistema Lotteria verrà costituita dall' Agenzia delle dogane e dei monopoli e sarà gestita dalla Sogei. In essa confluiranno e verranno memorizzati e trattati tutti i dati e le informazioni di cui sopra. Due ulteriori riflessioni però si impongono. In primo luogo il Garante della privacy, tenuto probabilmente conto della delicatezza delle informazioni che affluiranno in tale banca dati, precisa che i dati oggetto di memorizzazione elettronica e di trasmissione telematica all' Agenzia delle entrate, ai fini della lotteria, seppur sottoposti a pseudonimizzazione, debbono essere considerati come dati personali in quanto rappresentano informazioni su persone fisiche identificabili. In secondo luogo in tale banca dati finiranno anche le segnalazioni dei consumatori che, per effetto delle novità apportate alla lotteria degli scontri dal collegato fiscale alla legge di bilancio 2020, indicheranno il rifiuto posto dall' esercente all' acquisizione del loro codice lotteria al momento dell' acquisto. Tali ultime informazioni, si legge nel comma 540 della legge 232/2016, verranno utilizzate dall' Agenzia delle entrate e dal Corpo della guardia di finanza nell' ambito delle attività di analisi del rischio di evasione. Sulla base di questa ultima disposizione sembra evidente che anche la nuova banca dati Sistema Lotteria sarà suscettibile di intrusioni da parte degli enti da ultimo citati il cui interesse non sarà rivolto certo alle estrazioni ed ai premi. Andrea Bongi © Riproduzione riservata.

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[§24679341§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 15 Italia Oggi Agricoltura e Dogane

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Secondo le nuove disposizioni del governo le mogli anziane dovranno sorbirsi i mariti anziani abituati a passare le giornate fuori dai coglioni per il bene di entrambi. Questa politica è sempre più distante dalla vita reale. Filippo Merli I Democratici Usa hanno scelto. Sarà Biden l' anti-Sanders. Claudio Cadei Il poliziotto è pesantemente indagato. Chi ha sfasciato allegramente l' ospedale e sparato alla caserma dei Carabinieri no. Napolivirus. Giorgio Ponziano Il punto di non ritorno in questa emergenza è stato quando i morti (ma anche i guariti) abbiamo smesso di identificarli (il pensionato di..., la casalinga proveniente da...) e saranno diventati semplici, rabbrividenti numeri. Diana Machegni Abbiamo fatto fuori Bertolaso da capo della protezione civile che poi, dal governo Monti, è stata in gran parte smantellata con i risultati che si vedono anche adesso. Perché Bortolaso sia stato disarcionato non l' ho capito bene, ma ritengo c' entrasse parecchio l' invidia. Come si permetteva di essere efficiente? E adesso ne portiamo le conseguenze. Piera Graffer Ho appreso dalla televisione che agli ultra 75 anni è «vivamente» sconsigliato di uscire di casa. Visto che ai sessantacinquenni era già stato sconsigliato (anche se non vivamente) di uscire di casa, non è escluso che, fra poco, gli ultrasettantacinquenni che continueranno ad andare a vedere i cantieri edili per ingannare il tempo, saranno arrestati e messi ai domiciliari. Io, che di anni ne ho 79, ho già tirato fuori la vecchia divisa da boyscout con i pantaloncini corti che si possono portare bene in queste giornate di anticipata primavera. Le gambe sono secche ma la divisa mi ringiovanisce. Chissà se passo. Mario Orsomanno La caricatura ideologica di Johnson Ho letto con molto piacere l' articolo di Antonino D' Anna pubblicato ieri da ItaliaOggi nel quale Johnson che viene descritto per come egli è e cioè un intellettuale (piuttosto fine anche), un latinista con grandi studi e un brillante curriculum di scritti, ex corrispondente da Bruxelles del mio vecchio giornale, il Telegraph. Parla pure l' italiano, e neanche tanto male. L' insistenza nel volerlo descrivere come uno scemo (di volerlo come un Trump, credo) mi secca alquanto perché non corrisponde assolutamente al vero ed è anche pericoloso per i leader dell' Italia che avrebbero invece interesse a crederci. James Hansen Meglio dire quattordicena È ora di mettere d' accordo le parole con i fatti. Se non in politica (in questo caso infatti lo sforzo sarebbe inutile perché il proposito è impossibile da tenere) almeno in campo sanitario. La parola quarantena, ad esempio, viene usata per un isolamento di 40 giorni.

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[§24679341§] giovedì 05 marzo 2020

Italia Oggi Agricoltura e Dogane

Ne caso del coronavirus bisognerebbe quindi usare il termine quattordicena. Non solo sarebbe più esatto ma spaventerebbe anche meno chi dovrebbe sottoporvicisi, spesso di sua iniziativa. Un conto infatti è rimanere isolati 14 giorni e un altro 40. Amicare Bestetti Il balletto delle cifre Oltre al coronavirus spaventano le dichiarazioni di certi politici, casualmente leghisti (Bagnai, Borghi e Salvini), che sparano cifre a caso per aiutare l' economia. Dieci, 20, 50 miliardi di euro come fossero affettati trentini o bibite da stabilimento balneare. La verità è che di questo passo sarà lo Stato ad aver bisogno di aiuto. A parte l' Irpef, del cui calo si vedrà l' anno prossimo, sono in picchiata le entrate che fanno cassa, Iva e accise. Non mi meraviglierebbe se fra qualche mese ci fossero difficoltà a erogare gli stipendi del pubblico impiego (compresa la sanità). Di certo il ministro dell' economia lo sa bene e la prudenza è giustificata. Gianni Belletti In Italia, no, non si può fare È vero, qui non si possono costruire grossi ospedali in 10 giorni, qui, come invece è stato fatto in Cina. Ci sono le procedure, mediazioni, concorsi, ricorsi, accordi, associazioni temporanee d' imprese e così via. In compenso ci raccontano che i pazienti cinesi guariscono, che l' Europa l' Europa resta a guardare. In compenso gliel' abbiamo fatta vedere ai francesi perché ci hanno toccato la pizza. Niccolò Trabacchi.

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[§24679342§] giovedì 05 marzo 2020

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Agricoltura e Dogane

Responsabilità oggettiva per il titolare del deposito doganale in caso di furto

Il titolare del regime di deposito doganale risponde dei dazi, ma le sanzioni devono essere proporzionate

La responsabilità del titolare dell' autorizzazione per il deposito doganale, in caso di furto di merci vincolate a tale regime, ha carattere oggettivo ed è, pertanto, indipendente dal comportamento del titolare nonché da quello di terzi. Le sanzioni amministrative irrogate dall' Agenzia delle Dogane, tuttavia, devono sempre rispettare il principio comunitario di proporzionalità. Tali principi sono stati espressi dalla Corte di Giustizia con la sentenza relativa alla causa C-655/18 depositata ieri, che si è pronunciata a seguito di un accertamento basato su un' obbligazione doganale sorta per sottrazione di beni alla vigilanza doganale. In particolare, durante il trasporto presso un deposito doganale, parte della merce era stata rubata. Verificata tale circostanza, l' Agenzia delle Dogane, da un lato, ha recuperato i maggiori dazi in capo al titolare del regime, dall' altro ha irrogato due sanzioni : la prima, di natura amministrativa, la seconda, invece, imponeva alla società che gestiva il deposito il pagamento di una ulteriore somma di importo pari al valore delle merci mancanti. Ai sensi dell' art. 242 , par. 1, lett. a) del Reg. Ue 952/2013 (CDU), il titolare dell' autorizzazione e il titolare del regime, oltre a rispettare gli obblighi risultanti dal magazzinaggio delle merci che si trovano nel deposito doganale, deve "garantire che le merci in regime di deposito doganale non siano sottratte alla vigilanza doganale". Da costante giurisprudenza della Corte di Giustizia, la nozione di " sottrazione alla vigilanza doganale" che, ex art. 79 , par. 1, lett. a) del CDU fa sorgere l' obbligazione tributaria, comprende qualsiasi azione od omissione che abbia come risultato d' impedire, seppur solo momentaneamente, all' autorità doganale competente di accedere a una merce sotto vigilanza doganale e di effettuare i relativi controlli (Corte di Giustizia, causa C-224/16 ; anche Corte di Giustizia, causa C-273/12 ). Le ipotesi di furto di beni vincolati a un regime sospensivo integrano tali circostanze, con la conseguenza che diventano immediatamente esigibili i relativi dazi e sanzioni. E invero, la sottrazione di un prodotto alla vigilanza doganale presuppone, di fatto, che siano soddisfatte condizioni di natura obiettiva, quali l' assenza fisica dei beni dal luogo di custodia autorizzato nel momento in cui l' Agenzia delle Dogane intende procedere all' esame di tali beni. Per tale motivo, i giudici unionali, con la sentenza in esame, hanno affermato che "la responsabilità del titolare dell' autorizzazione per il deposito doganale, in caso di sottrazione alla vigilanza doganale di merci vincolate al regime di deposito doganale, riveste un carattere oggettivo ed è, pertanto, indipendente dal comportamento di tale titolare nonché da quello di terzi". In altri termini, il furto , integrando una sottrazione alla vigilanza doganale, in violazione del dovere di cui all' art. 242, par. 1, lett.

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[§24679342§] giovedì 05 marzo 2020

EutekneInfo

Agricoltura e Dogane

a) del CDU, costituisce, ex art. 79 del CDU, un' inosservanza di uno degli obblighi della normativa doganale, con conseguente nascita di un' obbligazione tributaria in importazione e irrogazione delle relative sanzioni. Quest' ultime, tuttavia, devono sempre rispettare il dettato dell' art. 42 del CDU, secondo cui le "sanzioni devono essere effettive, proporzionate e dissuasive". Una seconda sanzione viola il principio di proporzionalità In applicazione di tale disposizione, infatti, i giudici unionali hanno concluso che l' irrogazione di una seconda sanzione , oltre a quella amministrativa, viola il principio di proporzionalità. Anche alla luce di questa sentenza dovrà essere letto l' art. 303 , comma 3 del DPR 43/73 (TULD), che, prevedendo sanzioni che eccedono oltre quattro/cinque volte l' importo preteso a titolo di diritti, potrebbe risultare in contrasto con il principio comunitario di proporzionalità.

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[§24679344§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 35 Italia Oggi Contabilità e Bilancio

Inpgi, ok dai ministeri al condono contributivo

DANIELE CIRIOLI

Via libera al condono contributivo Inpgi. I ministeri del lavoro e dell' economia hanno dato l' ok alla regolarizzazione agevolata, per evasione e omissione, di inadempienze fino al 25 febbraio (periodo di paga di gennaio). La sanatoria costa il 3% annuo a titolo di somma aggiuntiva al posto delle sanzioni, più interessi all' 1,5% qualora si decida di pagare a rate. La domanda va presentata entro il 31 agosto. Lo spiega lo stesso istituto nella circolare n. 4/2020. Soggetti interessati. Possono avvalersi del condono i datori di lavoro tenuti a versare i contributi all' Inpgi, debitori per omesso o ritardato pagamento, anche se per evasione, sia di soggetti iscritti che di quelli di prima iscrizione, nei confronti della gestione sostitutiva dell' Ago (lavoro dipendente). I periodi oggetti di regolarizzazione agevolata, come detto, possono arrivare al 25 febbraio. La sanatoria. La regolarizzazione avviene con il pagamento di tutta la contribuzione dovuta più una somma aggiuntiva, al posto delle sanzioni, pari al 3% annuo dei contributi non versati, comunque fino al tetto massimo del 25% dei contributi omessi. La sanatoria si applica anche ai debiti oggetto di controversie pendenti, in sede amministrativa o giudiziale, qualsiasi sia il grado di giudizio, previa rinuncia alle controversie (non è ammessa la riserva di ripetizione). Il condono, inoltre, è possibile anche per rateazioni in corso, per debiti per i quali l' azienda sia già stata ammessa al pagamento rateale, limitatamente alle rate ancora da pagare. Domanda e pagamento. La domanda, redatta sugli appositi moduli reperibili sul sito internet, va presentata all' Inpgi entro il 31 agosto, per posta o Pec. Il dovuto va versato in unica soluzione o ratealmente con maggiorazione d' interesse dell' 1,5% annuo fino a: 12 mesi se non si superano 20 mila euro; 24 mesi se si superano i 20 mila ma non i 50 mila euro; 36 mesi se si superano 50 mila euro. In caso di sanatoria per rateazioni in corso, il dovuto può essere versato in unica soluzione o in rate mensili, da 12 a 36, non superiori a quelle del precedente piano di ammortamento e non ancora scadute alla presentazione della domanda di condono. © Riproduzione riservata.

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[§24679345§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Contabilità e Bilancio

Intelligenza artificiale: Israele e Francia al top, l' Italia arranca

Secondo l' indagine 'The Road to Ai' di Roland Berger in un solo anno si è registrato un incremento del 55% dei fondi raccolti dalle startup nel Vecchio Continente. Il nostro Paese potrebbe recuperare grazie al nuovo Fondo Innovazione

Nell' ultimo quinquennio il mercato degli investimenti in Intelligenza Artificiale (Ai) nel Vecchio Continente ha fatto registrare un incremento annuo dei fondi raccolti dalle startup dedicate pari al 55% . Eppure, l' ecosistema europeo è ancora frammentato e minacciato da alcune variabili esterne. Una su tutte: la Brexit . Lo evidenzia Roland Berger , società di consulenza strategica globale, che nel suo nuovo studio " The Road to Ai - Investment Dynamics in the European Ecosystem " ha tracciato le dinamiche di questo comparto insieme a France Digitale, hub francese per le startup europee. Con un' evidenza: la corsa per la conquista della leadership globale in campo Ai è aperta. Ma servono strategie coordinate in materia di investimenti, talenti e regolamentazione. "L' intelligenza artificiale è uno dei temi caldi dell' agenda della nuova Commissione Europea che, con la sua ambiziosa tabella di marcia politica, avrà il compito di disegnare un quadro normativo favorevole allo sviluppo dell' Ai per gli anni a venire, di concerto con le necessità e lo stato dell' arte attuale dell' ecosistema europeo Ai", dichiara in una nota Andrea Marinoni, Senior Partner di Roland Berger . "L' Italia pur mostrando un promettente sviluppo del Venture Capital negli ultimi due anni è ancora marginale nel contesto internazionale e priva di vere operazioni series A, B e C. Il Fondo Nazionale Innovazione , su immagine dell' esperienza francese, potrà nutrire il nostro ecosistema e contribuire a realizzare una strategia europea nel campo dell' intelligenza artificiale", conclude. Tra i 28 Paesi dell' Unione Europea esaminati insieme a Norvegia, Svizzera e Israele, dallo studio Roland Berger emergono chiaramente i campioni del mercato: Regno Unito, Francia, Israele e Germania . Questi quattro Paesi hanno raccolto investimenti in startup Ai pari a 8,6 miliardi di dollari dal 2009 ad oggi (l' 80% del totale finanziato nel campo dell' intelligenza artificiale). Israele resta il paese leader incontrastato: la "startup Nation" per eccellenza è, infatti, prima in termini di investimenti medi per singola startup (4,7 milioni di dollari) nel periodo 2009-2019. Ma se consideriamo soltanto il mondo Ai, in Europa è la Francia a fare la parte del leone con un tasso di crescita annuo degli investimenti in startup pari al 58% e una raccolta stimata a fine 2019 di 1,2 miliardi di dollari. Oggi circa il 70% degli investimenti è concentrato in series B e C mentre solo nel 2017 i series A costituivano il 44%, drasticamente scesi negli ultimi 3 anni al 25% confermando la maturità di un ecosistema che pur continuando a sostenere le iniziative early stage, punta decisamente a generare exit di peso. Nel mondo i leader indiscussi in campo startup Ai rimangono gli Stati Uniti . Soltanto nel 2018, gli Usa hanno investito 4,5 miliardi di dollari con un valore medio poco inferiore

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[§24679345§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Contabilità e Bilancio

a 10 milioni. In Europa il quadro è diverso: il numero di operazioni è maggiore rispetto a quello registrato negli Usa (980 contro 500) ma è decisamente inferiore il totale investito (3 miliardi di dollari), così come il valore medio per singola operazione (3 milioni di dollari). Dal 2014 al 2019 si è registrato anche un incremento consistente delle exit concentrate per il 66% nel Regno Unito, Israele, Francia e Germania e la quasi totalità degli investitori è rappresentata dalle aziende (92% di cui il 70% attive nel mondo tech) seguite a una certa distanza da fondi di private equity (5,5%) e da società d' investimento (2,5%). Si tratta principalmente di realtà statunitensi (per il 42% del totale), seguite da investitori basati nel Regno Unito (13%), in Germania (10,5%) e in Francia (7%), con Israele in posizione marginale sul ruolo in fase di exit. Per la conquista della leadership globale, occorre un' azione congiunta da parte di tutto l' ecosistema europeo. Secondo Roland Berger è necessario affrontare tre ambiti chiave. Il primo è quello relativo ai finanziamenti . È compito delle istituzioni finanziarie mettere a segno misure/fondi paneuropei in grado di incentivare anche gli investimenti cross-border (soprattutto alla luce dello scenario post-Brexit). Inoltre, andrebbero creati nuovi veicoli d' investimento per sbloccare il capitale necessario alle scale-up. E ancora: va armonizzato il quadro fiscale per i venture capitalist e introdotti piani di ammortamento fiscale all' interno degli Stati membri dell' Ue. Infine, questi ultimi potrebbero andare incontro ai business angel introducendo sgravi fiscali importanti sulla falsa riga di quanto fatto per esempio in Belgio dove vengono incentivati gli investimenti in startup con una riduzione dell' imposta fino al 45% della somma investita. In secondo luogo, occorre investire e valorizzare i talenti in campo Ai. In Europa, soltanto 10 mila persone vantano il background accademico idoneo e l' esperienza necessaria per sviluppare tecnologie Ai. In questa direzione, occorre adeguarsi sia per educare i futuri talenti sia per mantenere e supportare le professionalità già esistenti. Innanzitutto, il complesso processo di recruiting potrebbe essere semplificato con la creazione di uno strumento di policy europeo Startup Visa, sulla falsariga di quanto fatto in alcuni mercati, tra cui l' Italia. Nel nostro Paese, infatti, nel 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato Italia Startup Visa , il visto d' ingresso per gli imprenditori stranieri che intendono creare nel Paese una nuova startup con l' obiettivo di attrarre capitali e talenti.

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[§24679346§] giovedì 05 marzo 2020

EutekneInfo

Contabilità e Bilancio

L' iper-ammortamento per interconnessione «tardiva» va per quote costanti

L' Agenzia delle Entrate ha fornito indicazioni sulla modalità di suddivisione a partire dall' esercizio di interconnessione

Nell' ambito della consulenza giuridica n. 909-10/2019 , pubblicata sul sito del CNDCEC, l' Agenzia delle Entrate (DRE Emilia Romagna) ha fornito alcuni chiarimenti in merito al calcolo degli iper-ammortamenti .Tra i quesiti posti, alcuni riguardano beni iper-ammortizzabili per i quali si sono verificati ritardi nell' interconnessione o nella perizia, che hanno determinato la possibilità di utilizzare nel primo periodo d' imposta il super-ammortamento e solo successivamente l' iper-ammortamento. Un caso riguarda l' acquisto in proprietà di un bene iper-ammortizzabile nel 2017, entrato in funzione nel 2017 e interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione nell' esercizio 2018. In tal caso, l' iper-ammortamento spetta solo a partire dal 2018 e, con riferimento all' esercizio 2017, spettava invece il super- ammortamento. Si suppone che il costo del bene sia pari a 1.000 euro, con coefficiente di ammortamento del 15,50% (con ammortamento fiscale coincidente con ammortamento civilistico). Pertanto, fermo restando che nel 2017 il super-ammortamento è pari a 31 (1000 x 7,75% x 40%), l' importo complessivo di iper-ammortamento di cui si può fruire nell' esercizio 2018 e seguenti è pari a 1.469 [1.000 x 150%) - 31]. La questione riguarda il metodo più corretto per suddividere la quota di iper-ammortamento residua nel 2018 e negli esercizi successivi. Viene anche evidenziato che il caso descritto nell' esempio 9 di cui alla circolare n. 4/2017 non risolve il problema, per via del coefficiente utilizzato (20%) che semplifica i calcoli. L' Agenzia delle Entrate ricorda che, come chiarito dalla circ. n. 4/2017, la quota di iper- ammortamento annualmente fruibile dal 2018 è calcolata applicando il coefficiente di ammortamento fiscale alla differenza tra la maggiorazione complessiva relativa all' iper-ammortamento e la quota di maggiorazione fruita a titolo di super ammortamento nel periodo d' imposta precedente. Pertanto, tra le soluzioni prospettate, l' Agenzia ritiene corretta quella denominata dall' istante come "imputazione della quota di iper-ammortamento residua nell' esercizio successivo a quello di termine del periodo di ammortamento, considerando nell' ultimo esercizio di ammortamento una quota di iper-ammortamento pari a quella degli esercizi precedenti". Riprendendo l' esemplificazione, viene in sostanza prevista l' imputazione dal 2018 al 2023 della quota di iper-ammortamento residua in misura costante pari a 227,69 e nel 2024 di una quota pari a 102,86 [1.469 - (227,69 x 6)]. Secondo

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[§24679346§] giovedì 05 marzo 2020

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Contabilità e Bilancio

l' Agenzia solamente la suddetta ipotesi è coerente con la menzionata precisazione (e con i calcoli illustrati nell' esempio n. 9 della citata circolare). Infatti, nella diversa ipotesi prospettata in cui la quota di iper-ammortamento residua è imputata tutta nell' ultimo esercizio di ammortamento del bene, la quota di iper-ammortamento (vale a dire la variazione in diminuzione relativa all' iper-ammortamento) afferente il 2023 (330,55) è maggiore rispetto al consentito [(1.500 - 31) x 15,50% = 227,69], mentre nell' ipotesi in cui la quota di iper-ammortamento residua è imputata nell' esercizio successivo a quello di termine del periodo di ammortamento, la quota relativa al 2023 è inferiore al menzionato valore. Un' altra fattispecie analizzata riguarda poi il caso in cui nel 2018 sia stato acquisito in leasing un bene iper-ammortizzabile, entrato in funzione nel 2018 e nello stesso anno sia stato interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione, ma la cui perizia giurata sia stata acquisita solo nel 2019 (con spettanza dell' iper-ammortamento solo quindi dal 2019). La questione in questo caso riguarda la circostanza che il contratto di leasing è stato stipulato il 1° luglio 2018 con una durata di 60 mesi, ma il bene ha un periodo di ammortamento pari a 42 mesi (periodo "non inferiore alla metà del periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente stabilito" dal DM 31 dicembre 88 , come previsto dall' art. 102 comma 7 del TUIR) . Posto che nel 2018 spetta il super-ammortamento e solo a partire dal 2019 l' iper-ammortamento, si chiede se per fruire dell' agevolazione dell' iper-ammortamento occorre considerare un periodo complessivo di 42 mesi a partire dal 1° luglio 2018 o, in alternativa, a partire dal 1° gennaio 2019. Per il leasing durata minima dall' inizio dell' iper-ammortamento Secondo l' Agenzia, in caso di ritardi nell' interconnessione e/o nell' acquisizione della perizia giurata, deve essere operato uno "slittamento" in avanti del momento di decorrenza dell' agevolazione (oltre che una nettizzazione rispetto a quanto già fruito a titolo di super-ammortamento). Pertanto, la durata minima prescritta dall' art. 102 comma 7 del TUIR va calcolata a partire dal momento in cui si realizzano tutte le condizioni necessarie per la fruizione dell' iper-ammortamento e quindi, nel caso di specie, a partire dal 1° gennaio 2019 .

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[§24679347§] giovedì 05 marzo 2020

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Contabilità e Bilancio

Rivalutazione degli immobili d' impresa con il vincolo delle categorie omogenee

Da valutare con attenzione la corretta inclusione nella categoria degli immobili locati a terzi

Anche nel contesto della rivalutazione dei beni d' impresa prevista dall' art. 1 commi 696 ss. della L. 160/2019 vige l' obbligo di rivalutare tutti i beni facenti parte della stessa categoria omogenea. Le categorie omogenee sono individuate dall' art. 4 del DM 162/2001; diversamente da quanto previsto per i beni mobili, raggruppati in categorie omogenee per anno di acquisizione e coefficiente di ammortamento, per gli immobili la distinzione è effettuata a seconda delle relative caratteristiche: le categorie sono quindi individuate nelle aree fabbricabili aventi la stessa destinazione urbanistica, nelle aree non fabbricabili, nei fabbricati non strumentali, nei fabbricati strumentali per natura e nei fabbricati strumentali per destinazione. La rivalutazione è in ogni caso ammessa solo nella misura in cui i beni in questione non rappresentino beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l' attività d' impresa. Da questa breve ricostruzione emerge che, ad esempio, l' impresa che abbia nel proprio patrimonio sette immobili civili, nessuno dei quali utilizzato direttamente, è tenuta - se intende effettuare la rivalutazione - ad adeguare il valore di tutti questi sette immobili, essendo tutti parte della categoria omogenea dei fabbricati non strumentali. Allo stesso modo, l' impresa che detenga tre immobili di categoria C/1 locati a terzi è tenuta a rivalutarli tutti e tre, avendo questi lo status di fabbricati strumentali per natura. Il problema si pone invece per l' impresa che, ad esempio, eserciti la propria attività industriale in un fabbricato di categoria D/1 e detenga, a latere, altri due immobili di categoria C/1 locati a terzi: ci si trova, infatti, nel dubbio di come trattare il fabbricato di categoria D/1, ed in particolare se considerarlo strumentale per natura (fatto che implicherebbe l' obbligo di associarlo ai due negozi locati nella stessa categoria omogenea) ovvero strumentale per destinazione (con conseguente inclusione in una categoria a sé). L' Agenzia delle Entrate ha espresso (da ultimo con la circolare n. 14/2017 , 5) un principio, generalmente accettato, secondo cui un fabbricato che sia contemporaneamente strumentale per natura e per destinazione si considera strumentale per destinazione, prevalendo in sostanza il concreto utilizzo che se ne fa rispetto al dato dell' iscrizione in una delle categorie catastali che qualifica l' immobile tra quelli strumentali per natura. Laddove, come nell' esempio, l' impresa sia tenuta a rivalutare più beni appartenenti alla stessa categoria omogenea, ma abbia un concreto interesse solo per uno di essi (o solo per parte di essi), una soluzione individuata in passato (circolare Assonime n. 13/2001, 7), ma che dovrebbe conservare una sua propria attualità, è quella di attestarsi ad un valore intermedio rispetto a quello massimo teorico di rivalutazione. Se, ad esempio, i due negozi C/1 hanno valori netti di iscrizione in bilancio di 50.000 euro (immobile A) e 115.000 euro (immobile B) e valori correnti rispettivi di 200.000 euro e 160.000 euro, e se ancora l' impresa ha interesse a rivalutare

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[§24679347§] giovedì 05 marzo 2020

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Contabilità e Bilancio

solo (o prioritariamente) l' immobile A, la scelta potrebbe cadere, ad esempio, sulla rivalutazione parametrata al 75% dei rispettivi valori correnti: così facendo, l' immobile A verrebbe rivalutato a 150.000 euro, con un' imposizione sostitutiva sul differenziale di 100.000, mentre l' immobile B verrebbe rivalutato a 120.000 euro, con conseguente obbligo per l' impresa di assolvere l' imposta sostitutiva sul solo importo di 5.000. Pur se, a rigore, la legge non impone una perizia di stima , nei casi di rivalutazioni a valori intermedi tra quello storico e quello corrente ragioni di prudenza consigliano valutazioni molto precise da parte di un esperto indipendente. Da chiarire la nozione di "beni ammortizzabili" Un altro tema che non risulta affrontato in modo espresso dalla prassi dell' Agenzia delle Entrate riguarda la nozione di beni ammortizzabili nel contesto della rivalutazione. L' attuale legge prevede, infatti, un' imposizione sostitutiva del 12% per i beni ammortizzabili e del 10% per i beni non ammortizzabili, non specificando tuttavia alcunché in merito a quali norme riferirsi per individuare il confine tra le due classi. Il problema riguarda i fabbricati civili . Tali beni, infatti, sono ammortizzati in bilancio secondo l' OIC 16 (fatto salvo il caso - che però accade con frequenza - in cui il valore residuo sia superiore al valore netto contabile), mentre non rappresentano beni ammortizzabili a norma dell' art. 90 del TUIR. Adottando, quindi, la nozione civilistica di beni ammortizzabili l' imposizione sarebbe pari al 12%, mentre adottando la nozione fiscale si scenderebbe al 10%. Le circolari Assonime n. 13/2001 ( 1.4 e 7) e n. 23/2006 ( 2.3) sembrano propendere per la seconda soluzione, legando la qualifica alla possibilità o meno di operare ammortamenti fiscalmente deducibili; si ritiene in ogni caso che, anche laddove l' Amministrazione non condivida questa impostazione, una eventuale soccombenza dell' impresa in sede contenziosa non possa travolgere gli effetti della rivalutazione, comportando al contrario il recupero del differenziale di imposta sostitutiva non assolto.

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[§24679349§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

Contributi e ritenute, due mesi di stop a fiere, alberghi e trasporti

Le misure allo studio. Conte: chiederemo tutta la flessibilità Ue. Gualtieri: per liquidità alle imprese in campo anche banche e Cdp. Impresa 4.0 fino al 2022 ed ecobonus con premio per chi fa i lavori

Carmine FotinaMarco Mobili

ROMA Un nuovo decreto legge "Covid-19" per sostenere i settori produttivi e fornire maggiori risorse al servizio sanitario. Tra aprile e maggio, invece, dovrebbe arrivare il Dl con lo shock economico, con misure di maggiore impatto per rilanciare la crescita. È questo lo schema di lavoro del Governo anche se il varo del primo intervento sembra destinato a slittare alla prossima settimana e al consiglio dei ministri di domani potrebbe esserci al massimo solo un primo esame. Il nuovo provvedimento d' urgenza arriverà soltanto dopo il via libera delle Camere allo scostamento dei saldi di finanza pubblica, atteso tra martedì e mercoledì della prossima settimana. La flessibilità sui saldi sarà di circa 4 miliardi, ha detto ieri alle parti sociali, spiegando anche che l' Eurogruppo «ha confermato la possibilità di ricorrere a questo strumento previsto dalle regole Ue per fronteggiare» l' emergenza sanitaria. E potrebbe essere solo un primo intervento. «Chiederemo alla Ue - ha assicurato il premier - tutta la flessibilità di bilancio di cui ci sarà bisogno per sostenere le nostre famiglie e le nostre imprese». Occorrono ancora alcuni giorni per una lista definitiva delle misure. Di sicuro si parte dall' estensione della cassa integrazione. Ma si lavora anche a un doppio meccanismo di ristoro. Ci sarà un indennizzo automatico, e in alcuni casi anche integrale, per chi ha subito un danno diretto dalle misure di restrizione. Il ristoro per chi ha subito un danno indiretto dalle ordinanze di contenimento dell' epidemia riguarderà invece - ha spiegato Gualtieri - le filiere più colpite in tutta Italia tra cui quella turistico- alberghiera, le fiere e i trasporti. In questo caso si punta a garantire nell' immediato liquidità alle aziende sospendendo per almeno due mesi dei versamenti di contributi e ritenute. Successivamente, per queste stesse imprese, arriverà un rimborso parziale anche sotto forma di credito di imposta spendibile entro il 2020 in compensazione e calcolato su uno scostamento di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019 superiore al 25%. Tra gli interventi allo studio, ha detto Gualtieri, ci sono anche forme di incoraggiamento al sistema bancario e alla Cdp per l' erogazione di liquidità alle imprese. Lo Sviluppo economico punta a inserire subito l' allungamento su tre anni dei crediti di imposta previsti dal piano Transizione 4.0 per gli investimenti delle imprese e validi al momento solo per il 2020. Tutto dipenderà dalle valutazioni finali

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[§24679349§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

del Tesoro, anche in base alle priorità segnalate da altri ministeri e ai limiti delle risorse. Destinati invece al decreto crescita dei prossimi mesi altri pezzi del pacchetto Patuanelli (si veda Il Sole 24 Ore del 3 marzo), tra i quali gli sgravi fiscali per il rientro delle aziende che hanno delocalizzato, la nuova campagna di incentivi per la rottamazione delle auto e il potenziamento dell' ecobonus. Per quest' ultimo, che oggi prevede una detrazione fiscale al 65% per la riqualificazione energetica delle unità immobiliari, il contribuente beneficerebbe del bonus al 100%, con uno sconto in fattura, mentre l' impresa che rileva il credito avrebbe un vantaggio fiscale del 120%. Un discorso a parte riguarda la sanità. La richiesta della Protezione civile è di destinare 400-500 milioni a un salvadanaio per le misure più urgenti: tra queste le assunzioni di medici e infermieri che potrebbero trovare posto già nel prossimo decreto con una norma ad hoc che elimina i tetti di spesa attuali e prevede assunzioni più flessibili in modo da aggirare le lungaggini delle procedure concorsuali. L' obiettivo di 1.200 assunzioni dovrebbe essere solo la base. I fondi serviranno anche per velocizzare e ampliare gli acquisti di macchinari necessari per gli ospedali più sotto pressione e per il restyling di corsie in modo da assicurare maggiori spazi e posti letto per i pazienti più critici. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679350§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 27 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

Semplificazioni

Precompilata: la detraibilità della fattura da integrare a mano

Il salto tra i registri e le liquidazioni oggetto di un quesito a Telefisco

Raffaele Rizzardi

Le nuove specifiche tecniche relative al contenuto della fattura elettronica hanno l' evidente obiettivo di facilitare il passaggio da questo documento alla dichiarazione annuale. Si tratta di una finalità condivisibile, per anticipare la comunicazione dal contribuente al fisco in prossimità del momento di effettuazione delle operazioni rilevanti ai fini dell' imposta sul valore aggiunto, e non dopo molti mesi, per non dire più di un anno. Quando cioè i disonesti possono aver emesso fatture, che non parteciperanno ad una liquidazione periodica e che quindi non daranno luogo al versamento dell' imposta. Questo effetto è stato già valutato sull' ordine di un miliardo di euro. Le bozze dei precompilati sono previste in primis per i registri fatture e acquisti, e qui l' unico problema è quello di accettare dai fornitori solo fatture pertinenti e soprattutto esatte. Più complesso è il passaggio alle bozze delle liquidazioni periodiche e della dichiarazione annuale. L' elemento di maggior complessità riguarda il diritto di detrazione delle fatture di acquisto. In primo luogo ci riferiamo ai casi della detrazione "pro- quota", quando cioè il contenuto della fattura si riferisce a un acquisto utilizzato sia come privato, che come titolare di partita Iva (articolo 19, comma 4, legge Iva). La percentuale di detrazione non ha nulla a che vedere con l' entità del volume d' affari, ma deve essere calcolata secondo criteri oggettivi, come la superficie riscaldata rispetto al totale dell' alloggio per i numerosissimi soggetti di imposta, il cui ufficio è una stanza della casa. Abbiamo poi i casi frequenti delle limitazioni al diritto di detrazione stabiliti dall' articolo 19-bis1, e tra questi il più rilevante riguarda l' acquisto, il leasing, i rifornimenti e le manutenzioni delle autovetture. Queste fatture, come quelle di cui abbiamo parlato in precedenza, vengono annotate per intero nel registro degli acquisti, ma l' imponibile e l' imposta rilevanti per la liquidazione e la dichiarazione sono solo una percentuale dei dati di fattura. Passando alla dichiarazione annuale ricordiamo che solo gli imponibili e l' imposta detraibili partecipano ai primi quattordici codici del quadro VF, mentre l' imponibile non detraibile ex articolo 19-bis1 va indicato nel rigo VF19. Le istruzioni non dicono dove indicare la parte non detraibile ex articolo 19, comma 4: forse si può utilizzare il rigo VF20, dove comunque affluiscono altre fatture ad Iva totalmente indetraibile. Il "salto" tra i registri e le liquidazioni o dichiarazioni conseguente alla mancata considerazione

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[§24679350§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

dell' indetraibilità o della detraibilità parziale aveva formato oggetto di un quesito all' agenzia delle Entrate in occasione di Telefisco 2020. La risposta è stata che il sistema non prende al momento in considerazione questo aspetto, di fondamentale importanza, e che spetterà al contribuente integrare il file delle bozze con questa rettifica. Forse è ancora presto per chiedere una modifica della procedura: se vogliamo che il sistema sia automatizzato, e più affidabile anche per il fisco, occorre che il cliente possa inserire sin dall' inizio la percentuale di detraibilità della fattura d' acquisto. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679351§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 11 La Stampa Fisco e Dichiarazioni

Tommaso Nannicini , economista ed ex sottosegretario con Renzi

" Il governo fa troppo poco Serve un piano da 20 miliardi"

ALESSANDRO BARBERA

ALESSANDRO BARBERA ROMA Quel che ha ipotizzato finora il governo «non basta». Ci vuole un piano «compiuto, ampio, da almeno venti miliardi di euro, e subito. Per evitare una pesantissima recessione non ci sono alternative». Tommaso Nannicini, economista con cattedra alla Bocconi, già sottosegretario alla presidenza del governo Renzi, oggi è senatore del Pd. E da economista argomenta perché la strada scelta dal governo rischia di essere un pannicello caldo a un malato grave. Quanto sarà pesante la recessione alla quale andiamo incontro? «Temo molto, anche se al momento è difficile fare previsioni. A prescindere dall' evoluzione del contagio l' effetto a catena sull' economia sarà fortissimo». Sopra l' uno per cento? «Senza dubbio» Che cosa propone di fare? «Le dico anzitutto cosa non farei, ovvero replicare il modello terremoto. Questa non è un' emergenza come le altre. Lo choc al quale andiamo incontro è così forte che interventi circoscritti sono insufficienti. Serve un pacchetto di stimolo complessivo che abbia tre caratteristiche: forte, immediato e nazionale. Non possiamo aspettare un minuto, il rischio è quello di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. E non possiamo procedere con i piccoli passi di un decreto alla settimana: come ci insegna il caos comunicativo sulle scuole chiuse, rischiamo che voci e anticipazioni creino ancora più incertezza». Non dovrebbe essere l' Europa a farsene carico? «Abbiamo già capito che la politica monetaria arriverà in ritardo e con le armi spuntate. E l' Unione europea non ha un bilancio sufficiente a gestire la politica di stimolo di cui c' è bisogno. Non possiamo fare i keynesiani solo ai convegni. Questo è il momento di farlo sul serio». Lei che cosa propone? «Per l' Italia la crisi è sia di offerta sia di domanda. C' è bisogno di uno choc fiscale per aiutare le imprese ad affrontare una crisi di liquidità e per sostenere la domanda». Nel concreto? «Penso a cinque misure, tutte di un anno. La prima: gli acconti Irap, Irpef e Ires di giugno vanno rinviati a novembre sulla base del reddito nel 2020, non del 2019. Secondo: una riduzione forte dell' Iva per sostenere i consumi.

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[§24679351§] giovedì 05 marzo 2020

La Stampa Fisco e Dichiarazioni

Terzo: aumentare ecobonus e incentivi all' innovazione di chi investe. Tutto ciò che può anticipare gli investimenti è importante. Quarto: la cassa integrazione va estesa a tutti e senza costi o vincoli, a livello nazionale. Quinto: gli ammortizzatori sociali vanno estesi anche a precari e autonomi. Ce ne sono moltissimi in quattro settori che soffriranno: trasporti, turismo, spettacolo, istruzione». È un piano costosissimo. Come fa a permetterselo un Paese come il nostro? «Le conseguenze dell' inazione sarebbero peggiori. Nella mia ipotesi occorre investire almeno una ventina di miliardi, più di un punto di Pil, ovviamente da concordare con l' Unione europea». Con il nostro debito non è possibile finanziarlo tutto in deficit. O no? «Serve credibilità. Lo choc deve essere temporaneo, con un piano di rientro credibile. Si sale al tre per cento di deficit, ma per evitare la recessione, non prepensionamenti a pioggia. Quota cento va superata: in pensione vanno disoccupati, persone con disabilità e chi fa lavori gravosi. Il resto delle risorse si usa per i giovani e la crescita. E poi servono riforme: una giustizia giusta anche nei tempi e una pubblica amministrazione digitale, da cui si possono risparmiare subito tre miliardi di euro. Va semplificato anche il codice degli appalti: nel rispetto della concorrenza deve consentire il rilancio di investimenti ormai bloccati da troppa burocrazia». Siamo arrivati a meno della metà delle risorse necessarie a finanziare quel che propone. Non è così? «Lo choc fiscale va finanziato anzitutto in deficit, ma è sostenibile se accompagnato da riforme che rendano credibile la crescita e il rientro dal debito». Crede che la maggioranza possa essere unita su un piano del genere? «Attorno a un progetto del genere dovrebbe esserci il massimo di condivisione possibile. Serve unità istituzionale, anche perché per convincere Europa e mercati che il rientro dal debito sarà credibile la politica deve apparire unita di fronte all' emergenza». - © RIPRODUZIONE RISERVATA Tommaso Nannicini economista Gli interventi circoscritti sono insufficienti. Occorre un pacchetto di stimolo complessivo C' è bisogno di uno choc fiscale per aiutare le imprese ad affrontare una crisi di liquidità intervista.

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[§24679352§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 38 La Stampa Fisco e Dichiarazioni

Specchio dei tempi

«Lavare le strade è semplice, efficace e costa poco: perchè il Comune non lo fa?» «È il momento di abbassare le tasse»

Una lettrice scrive: «Data una siccità che da novembre non fa più piovere sulla nostra città, vorrei sapere perché non provate a lavare le strade cittadine e i marciapiedi con acqua anche non potabile, più o meno una volta a settimana, e ripetendo l' operazione più volte nei mesi secchi, magari il sabato, quando lavate i mercati rionali. «Quest' azione toglierebbe molta polvere dall' aria e aiuterebbe a respirare meglio i cittadini che sono sempre più presi da allergie anche prima della stagione primaverile e da problemi respiratorie asma. «Gli specialisti pneumologi da cui tanti sono in cura, mi hanno detto che c' è un tale inquinamento dell' aria che vivere qui equivale a respirare sette sigarette al giorno, per tutti, bambini compresi. «Quando mi reco anche solo per una settimana in Liguria o in Sardegna non ho più la tosse. «Vorrei sapere se non lo fate per problemi di spesa o per ignoranza o per ignavia, dato che essere la città più inquinata di Italia non è un bel record. Credo che la salute pubblica sia oggetto del vostro lavoro di amministratori e rispondere fermando ogni tanto parzialmente i trasporti a motore diesel non porta i limiti sotto la soglia di legge secondo le misurazioni. «Quando ero piccola, abitavo in corso Tazzoli a Mirafiori e i miei genitori mi portavano dal dottore per l' asma e questi rispondevano che era colpa dello smog prodotto dagli stabilimenti della Fiat e quando mia zia Lucilla stendeva le lenzuola lavate bianche in via Borgaro vicino alle Ferriere le ritirava di un bel colore giallo. «Ora non ci sono più stabilimenti, non c' è più lavoro e però, come allora non c' è nemmeno l' aria respirabile: vorrei il parere dei medici di famiglia, oltre al vostro, e sapere che ne pensano di un provvedimento così semplice». SABINA Un lettore scrive: «Sono bastati pochi giorni di "attenzioni" verso il corona virus per creare serie difficoltà a molte attività commerciali già in precario stato di salute. «Chissà se la nostra giunta, dedita al più grande aumento delle tasse di tutti i tempi (invito ai vigili di aumentare il numero delle multe, ingresso in zona Ztl a pagamento, T Red, aumento indiscriminato della zona blu con tariffe ai residenti sproporzionate, della Tari e dell' Imu, oltreché, dedita a far perdere posti di lavoro facendo chiudere tutti i locali nel Valentino e molti dehors di bar o pizzerie), sarà capace di restituire con sgravi fiscali ossigeno a quanti sono sul punto di non più risollevarsi?».

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[§24679352§] giovedì 05 marzo 2020

La Stampa Fisco e Dichiarazioni

Luigi Cazzola * * IL 5XMILLE A SPECCHIO DEI TEMPI: 97507260012 - www.specchiodeitempi.org - [email protected] - info: 011.6568376.

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[§24679353§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 10 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

L' ex ministro Calenda

«Rinforzare la sanità e salvare l' economia»

«Siamo davanti a una prova straordinaria e dobbiamo chiarire responsabilità e priorità: si attivi un tavolo permanente tra Governo e opposizioni». Lo dichiara l' ex ministro Carlo Calenda, in un video sui social, nel quale illustra alcune proposte per la gestione dell' emergenza sanitaria ed economica. «Va studiato subito il rafforzamento del Ssn indebolito da anni di tagli - spiega -. Il Governo deve attivare un piano per evitare l' infarto del sistema produttivo e sostenere l' economia: tra l' altro sospensione degli acconti Irap e Ires nelle regioni colpite e in tutta Italia per i settori più danneggiati, sospensione dell' Imu per esercizi turistici e commerciali».

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[§24679354§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 35 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

«Ztl spenta e tributi congelati» Negozianti in pressing su Raggi

LE PROPOSTE «Sospendete tutti i tributi: non soltanto la Tari, ma anche l' Imu, la tassa di soggiorno o quelle per l' occupazione di suolo pubblico e per le insegne, fino al versamento di contributi previdenziali e rate dei mutui». La richiesta è stata ribadita ieri in un nuovo incontro che i vertici della Confcommercio hanno avuto con la sindaca Virginia Raggi e l' assessore alle Attività produttive, Carlo Cafarotti. E dal Comune, come già fatto martedì con tutte le associazioni di categoria 24 ore prima, hanno risposto che «c' è tutta la disponibilità di venire incontro a esercenti e imprese colpiti dall' emergenza coronavirus. Ma prima il governo ci deve garantire che indennizzerà le amministrazioni locali delle cifre non incassate». Serve quindi un fondo ad hoc, come quello creato tra il 2009 e il 2010 dopo la cancellazione dell' Ici. Così si aspetta il decreto con le misure di aiuto economico che Palazzo Chigi si appresta a licenziare. E lo stesso concetto, sul fronte regionale, è stato ribadito ieri dal vicepresidente Daniele Leodori, incontrando alcuni albergatori di Fiuggi. RIMBOCCARSI LE MANICHE Intanto, in attesa delle decisioni prese dall' alto, gli operatori si danno da fare e lanciano le prime iniziative per contrastare la crisi e ripopolare il centro storico. L' associazione dei commercianti del Rione Trevi ha organizzato per la prossima settimana, da giovedì a domenica, degustazioni di prodotti alimentari ed enogastronomici, un' offerta di pezzi artigianali e di servizi di accoglienza, tutti «di eccellenza italiana e con forti ribassi». Un' iniziativa - al grido Trevi non trema - diretta principalmente ai romani, chiusi in casa per la paura del contagio, con l' appello che tornino a vivere il centro storico. Spiega il presidente, Fabrizio Patrizi: «Vogliamo far passare il messaggio che c' è una comunità di operatori che si rimbocca le maniche e chiede attenzione per il proprio futuro». In quest' ottica, Patrizi, come gli operatori che ieri si sono riuniti con lui, sollecita «l' apertura dei varchi della Ztl per questo periodo di emergenza». Tutte le attività aderenti all' iniziativa, aggiunge, «al termine del progetto si impegneranno ad approvvigionarsi da aziende site nelle zone rosse e zone gialle gravemente danneggiate dal fenomeno coronavirus». E Daniela Cavicchia, titolare di ristorante, sottolinea che «noi, storici esercenti di Trevi, vogliamo risollevare questo quadrante sempre più degradato. Abbiamo buoni prodotti e sappiamo lavorare. Di più, ci sono eccellenze che gridano ai romani: venite da noi». A Trevi ci sono attività che stanno investendo in ristrutturazioni e che ora temono la riapertura nel deserto di strade e piazze. E c' è anche chi, come una gelateria, terminato il tradizionale periodo

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[§24679354§] giovedì 05 marzo 2020

Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

di ferie, non ha riaperto. E anno presente: «I negozi cinesi sono quasi tutti chiusi». «Lavorare sui prezzi è una strada, ma serve un pacchetto per sospendere tutti gli obblighi fiscali - nota Giuseppe Farina, direttore di Confcommercio Roma - visto che il nostro problema è di liquidità. A oggi l' occupazione media nelle strutture ricettive è del 15 per cento contro il 70 del 2019, sotto lo stato di sopravvivenza, mentre da qui a luglio non ci sono prenotazioni. Per negozi, ristoranti e bar il calo degli incassi è del 40 per cento, con picchi tra il 60 e il 70 in Centro, i cinema vedono contrarsi i biglietti del 60 per cento, i teatri cancellano gli spettacoli». Aggiunge Valter Giammaria, leader della Confesercenti capitolina: «Si deve partire da un pacchetto fiscale. Ma al Comune e alla Regione abbiamo chiesto al più presto anche l' avvio di una campagna informativa per ricordare ai romani e ai turisti che la vita nella Capitale continua e che la città è sicura». È anche per questo che gli operatori sollevano il caso dell' accessibilità. Dice Gianni Battistoni, presidente dell' associazione di via Condotti: «Disattivare la Ztl in Centro è una decisione talmente naturale che doveva essere il Comune a proporla prima di noi. Solo posizioni ideologiche impediscono di non prendere questi provvedimenti». E aggiunge Diana Molayem, dell' associazione Roma Tridente: «Condividiamo l' idea di Trevi. In questo momento difficile, chiediamo alla sindaca più elasticità e tolleranza riguardo i limiti della Ztl, per facilitare gli spostamenti e il commercio. Inoltre, così facendo, si ridurrebbe anche il rischio di eventuali contagi». Alessandra Camilletti Francesco Pacifico © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679355§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 17 Il Messaggero Fisco e Dichiarazioni

Arriva ii primo si dei Senato

al nuovo bonus da loo euro

IL PROVVEDIMENTO ROMA Disco verde dell' aula del Senato al decreto legge per la riduzione del cuneo fiscale. Il voto a favore è arrivato con 130 sì e 89 astenuti. Ora il provvedimento passa all' esame della Camera. FdI, Lega e FI hanno annunciato voto di astensione. Il decreto prevede per i lavoratori dipendenti una misura che si articola in un bonus «rafforzato» rispetto a quello di 80 euro (che viene abrogato) fino a un reddito di 28 mila euro e una detrazione Irpef per i redditi fino a 40 mila euro. Entrambe le misure scatteranno dal primo luglio ma la detrazione è prevista solo fino al 31 dicembre di quest' anno. Il trattamento integrativo (il cosiddetto bonus) sarà pari a 600 euro nel 2020 e 1.200 euro dal 2021. Per quanto riguarda la detrazione, parte da 600 euro per i redditi da 28mila euro per decrescere fino ad azzerarsi al livello di reddito pari a 40mila euro. Gli oneri sono valutati in circa 7,5 per il 2020, circa 13,5 miliardi per il 2021 e circa 13,2 miliardi annui a decorrere dal 2022. Palazzo Madama ha approvato il raddoppio da quattro a otto delle rate sia nel caso del bonus «rafforzato» che in quello della detrazione, nel caso in cui scatti l' obbligo di restituzione per sforamento dei tetti di reddito previsti. Resta a 60 euro la soglia al di sopra della quale si potrà chiedere tale rateizzazione. «Con la riduzione del cuneo fiscale previsto da questo decreto abbiamo dato immediata attuazione, diminuiamo la pressione fiscale sui redditi di 16 milioni di lavoratori dipendenti», ha commentato il sottosegretario all' Economia Cecilia Guerra. R. Ec. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679356§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 31 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

NONPROFIT

Esenti da imposte le merci donate al Terzo settore

Beni strumentali valorizzati al costo residuo non ammortizzato Anche per i privati donazioni in natura equiparate a quelle in denaro

Pagina a cura diGabriele Sepio

Via libera alle detrazioni e alle deduzioni per chi effettua cessioni gratuite di beni al Terzo settore. Se per le erogazioni in denaro le agevolazioni erano già partite lo scorso 1° gennaio 2018, per gli altri beni si attendeva un decreto attuativo che definisse i criteri di valorizzazione da utilizzare per accedere al beneficio. Con la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» del decreto ministeriale 28 novembre 2019, l' articolo 83 del Dlgs 117/17 (Codice del Terzo settore o Cts) diviene pienamente operativo e dovrebbe incentivare pratiche virtuose per il reimpiego di beni inutilizzati o destinati allo smaltimento. L' agevolazione si rivolge sia a privati che alle imprese, anche se per queste ultime, come vedremo, la misura principale (e spesso preferibile) resta quella introdotta dalla legge antisprechi (si veda l' altro articolo). Sul piano soggettivo, destinatari di erogazioni agevolate sono tutti gli enti del Terzo settore (Ets), comprese le cooperative sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma societaria. Tuttavia, in attesa del rilascio dell' autorizzazione Ue, le agevolazioni riguardano solo Onlus, organizzazioni di volontariato (Odv) e associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei rispettivi registri. Operativamente, il valore da considerare per il calcolo della detrazione/deduzione è diverso a seconda del bene oggetto dell' erogazione. In linea generale, si adotta il criterio del "valore normale", ossia il prezzo mediamente praticato per beni e servizi della stessa specie nel tempo e nel luogo in sono stati acquisiti/prestati o, in mancanza, in quelli più prossimi in base all' articolo 9 del Tuir. Quest' ultimo può essere determinato facendo riferimento ai listini/tariffe del fornitore o, in mancanza, a quelli delle camere di commercio e alle tariffe professionali (circolare 39/E/05). Laddove la singola erogazione superi i 30mila euro o sia di valore non determinabile in base a criteri oggettivi, è richiesta una perizia giurata di stima. Le persone fisiche potranno detrarre il 30% (35% per donazioni a favore di Odv) del valore cosi determinato fino a 30mila euro. Le persone fisiche inoltre, unitamente ad enti e società, potranno dedurre il valore del bene fino ad un massimo del 10% del reddito complessivo dichiarato (articolo 83 Cts). Ma cosa accade quando a donare è un' impresa? I criteri di valutazione cambiano a seconda si tratti

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[§24679356§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

di beni strumentali o merci. Ai fini della deduzione per i primi rileva il costo residuo non ammortizzato al momento del trasferimento e per i secondi il minor valore tra quello "normale" e quello attribuito alle rimanenze in base all' articolo 92 Tuir. In entrambi i casi non è prevista la perizia di stima neppure oltre i 30 mila euro. La fuoriuscita dal ciclo aziendale, inoltre, potrebbe avere dei risvolti ai fini Iva e delle imposte dirette. Nel primo caso, le cessioni gratuite di beni merce (articolo 2, n. 4 Dpr 633/72) a favore di enti pubblici, associazioni riconosciute o fondazioni con fine di assistenza, beneficienza, educazione, istruzione, studio o ricerca scientifica, nonché di Ets non commerciali, sono esenti Iva (articolo 10 n. 12 del Dpr 633/72). Scontano invece l' imposta solo le cessioni di beni diversi dai precedenti o quelle rivolte ad imprese sociali ed Ets commerciali. Sul fronte delle dirette, invece, oltre alla deduzione, l' erogazione in natura potrebbe generare un ricavo imponibile in mancanza di una formale disapplicazione dell' articolo 85, comma 2 Tuir, prevista invece nella legge "antisprechi". Quest' ultima, dunque, potrebbe costituire la soluzione fiscalmente più vantaggiosa per le imprese mentre l' articolo 83 del Cts colma l' assenza di incentivi per le persone fisiche che scelgono di donare in natura. Dal punto di vista formale l' erogazione dovrà avvenire mediante atto scritto tra donante e donatario. Il primo sarà tenuto a individuare analiticamente i beni oggetto di trasferimento ed il relativo valore, eventualmente consegnando la perizia di stima (ove necessario); l' ente, invece, dovrà formalmente impegnarsi ad utilizzare quanto ricevuto per l' esclusivo perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679357§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 31 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

le modifiche alla disciplina antisprechi

Esteso il paniere dei prodotti, dai tablet ai vestiti

Tra gli alimentari anche merci vicine alla scadenza

La "legge antisprechi" (166/16) prevede specifiche agevolazioni per le cessioni gratuite di beni per fini di solidarietà sociale. La disposizione costituisce il primo intervento legislativo strutturato per promuovere l' economia circolare e la redistribuzione di eccedenze e beni inutilizzati per fini di solidarietà sociale. Come precisato nella relazione illustrativa al Dm 28 novembre 2019, tali misure non sono cumulabili con quelle previste dal Cts, per cui il donatore dovrà scegliere a monte il regime più adatto. Rispetto al Dlgs 117/17, beneficiari delle erogazioni possono essere sia enti pubblici che non profit inclusi gli enti del Terzo settore, nonché le imprese sociali a prescindere dalla veste giuridica in cui sono costituite (diversamente da quanto visto per l' articolo 83 del Cts). Le agevolazioni spettano solo alle imprese donanti (e non alla generalità dei contribuenti, come previsto dal Cts) e si applicano solo alle donazioni di beni individuati. Si tratta di generi alimentari e altri beni come medicinali, prodotti per la cura/igiene della persona e della casa, integratori alimentari, prodotti di cartoleria/cancelleria, libri. Il paniere è aumentato da ultimo con il decreto legge del 28 febbraio scorso, contenente misure di sostegno a fronte dell' emergenza Coronavirus, grazie all' inserimento di prodotti tessili, abbigliamento, mobili e complementi di arredo, giocattoli, materiali per l' edilizia inclusi i materiali per la pavimentazione, e elettrodomestici a uso civile e industriale. Cui si aggiungono personal computer, televisori, tablet, e-reader e altri dispositivi elettronici. Sul fronte alimentare, le donazioni potranno avere a oggetto beni invenduti, ritirati dalla vendita per decisione aziendale, rimanenze di attività promozionali o beni integri ma alterati nell' imballaggio esterno, nonché alimenti prossimi alla scadenza (per esempio latte fresco e derivati) o che hanno superato il termine minimo di conservazione (per esempio pasta e biscotti). Negli altri casi, le imprese potranno decidere se erogare beni non idonei alla commercializzazione (per esempio per imperfezioni o alterazioni che non ne modifichino l' idoneità all' uso) o beni che per svariate ragioni si sceglie di non immettere sul mercato (salvo specifici limiti per farmaci e medicinali dati dalla particolare natura del bene). Dal punto di vista degli adempimenti, il donante dovrà emettere un documento di trasporto o atto equipollente e, per le sole cessioni che non riguardano eccedenze alimentari deperibili e che, singolarmente considerate, superino 15mila euro, trasmettere telematicamente un riepilogo mensile al fisco (manca tuttavia per quest' ultimo adempimento il provvedimento attuativo). Il donatario sarà tenuto a rilasciare una dichiarazione trimestrale con l' indicazione analitica dei beni ricevuti e l' attestazione dell' impegno ad utilizzarli per scopi di solidarietà sociale.

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[§24679357§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Sotto il profilo fiscale le agevolazioni riguardano le imposte dirette e l' Iva. Con riguardo alle prime, le cessioni gratuite dei beni individuati all' articolo 16 della legge 166/16 non generano un ricavo imponibile (con esclusione dell' applicazione dell' articolo 85, comma 2 del Tuir), ferma restando la deducibilità dei costi sostenuti dall' impresa cedente. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679358§] giovedì 05 marzo 2020

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Fisco e Dichiarazioni

Impianti fotovoltaici tassati a prescindere dall' accatastamento

Per la C.T. Prov. Milano le centrali sui tetti dei fabbricati sono manufatti stabilmente infissi al suolo e non possono considerarsi beni mobili

La recente sentenza n. 125/23/20 del 16 gennaio 2020 della Commissione tributaria provinciale di Milano, in tema di tassazione ai fini IMU degli impianti fotovoltaici , offre lo spunto per una panoramica sulla normativa in essere. Nel caso specifico, a un contribuente era stato contestato il mancato pagamento dell' IMU su un impianto fotovoltaico insistente su un immobile di sua proprietà. La difesa verteva sul mancato autonomo accatastamento dell' impianto in quanto, in base alla circ. dell' Agenzia delle Entrate n. 36/2013 (e prima la circolare dell' Agenzia del Territorio n. 10/2005 e la nota Agenzia del Territorio n. 31892/2012 ), lo stesso non determinava un incremento di almeno il 15% del valore dell' intero edificio. L' impianto peraltro, forse a fronte dell' emissione degli avvisi di accertamento, è stato successivamente accatastato nel 2018 con una richiesta di rendita inferiore all' importo accertato dal Comune. Secondo la Commissione tributaria l' accertamento del Comune risulta corretto in quanto sono soggetti a IMU tutti gli immobili individuati ai sensi dell' art. 812 comma 1 c.c. Le centrali fotovoltaiche installate sui tetti dei fabbricati costituiscono infatti manufatti stabilmente infissi al suolo e pertanto non possono considerarsi beni mobili. La sentenza conclude che la loro mancata iscrizione in Catasto non ne esclude la tassazione in quanto, da un lato, l' art. 5 comma 3 del DLgs. n. 504/92 disciplina i criteri per la determinazione della base imponibile degli immobili classificabili nel gruppo catastale D ma non ancora accatastati e, dall' altro, la normativa IMU non prevede che il manufatto, per essere tassato, debba apportare un aumento di valore minimo al fabbricato come invece previsto, ai fini dell' accatastamento, dalla citata circolare n. 36/2013. La sentenza non risulta in linea con il dettato normativo in quanto l' art. 1 comma 2 del DLgs. 504/92 prevede che il presupposto dell' imposta sia il possesso di fabbricati, aree edificabili e terreni agricoli. Il successivo art. 2 specifica che, per fabbricato, si intende l' unità immobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel catasto edilizio urbano . Tale definizione è stata riproposta dal comma 741 dell' art. 1 L. n. 160/2019, senza variazioni, per la "nuova" IMU in vigore dal 2020. Quindi, se non ricorrono i presupposti per l' iscrizione in Catasto, contrariamente a quanto affermato dalla C.T. Prov. di Milano, non si forma nemmeno il presupposto dell' obbligo di assolvere l' IMU. Inoltre, in tema di impianti fotovoltaici, l' art. 1 comma 21 della L. n. 208/2015 ha stabilito che, dal 1° gennaio 2016 , non sono più oggetto di stima gli inverter e i pannelli fotovoltaici, a eccezione di quelli integrati nella struttura di copertura o di chiusura verticale delle costruzioni (si tratta della norma sui c.d. "imbullonati"). Rimangono inclusi nella

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[§24679358§] giovedì 05 marzo 2020

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

stima catastale, ad esempio, i pannelli fotovoltaici integrati architettonicamente ex art. 2 comma 1 lett. b3) del DM 19 febbraio 2007 e riconducibili alle Tipologie specifiche 2, 3 e 8 di cui all' Allegato 3 dello stesso decreto. Si tratta nello specifico delle pensiline, delle pergole e tettoie in cui la struttura di copertura è costituita dai moduli fotovoltaici e dai relativi sistemi di supporto, delle porzioni della copertura di edifici in cui i moduli fotovoltaici sostituiscono il materiale trasparente o semitrasparente atto a permettere l' illuminamento naturale di uno o più vani interni nonché delle finestre in cui i moduli fotovoltaici sostituiscono o integrano le superfici vetrate delle finestre stesse. L' insussistenza dell' obbligo di accatastare come unità immobiliari autonome gli impianti fotovoltaici non integrati con la copertura dell' immobile è peraltro stata confermata dalle circolari dell' Agenzia delle Entrate nn. 2/2016 e 27/2016. In particolare, nella circolare n. 27/2016 è stata prevista la possibilità di rideterminare la rendita catastale degli impianti fotovoltaici già censiti prendendo a riferimento per gli impianti a terra i soli locali tecnici che ospitano i sistemi di controllo e trasformazione e le sistemazioni varie, quali eventuali recinzioni, platee di fondazione, viabilità, ecc., posti all' interno del perimetro dell' unità immobiliare. Invece, per gli impianti fotovoltaici realizzati su edifici e su aree di pertinenza, comuni o esclusive, di fabbricati o unità immobiliari censite nei gruppi D e E non sussiste più l' obbligo di accatastamento come unità immobiliari autonome, in quanto possono assimilarsi agli impianti di pertinenza degli immobili. A seguito delle novità introdotte dalla L. 208/2015 e alla luce dei chiarimenti forniti dall' Amministrazione finanziaria, quindi, per gli impianti accatastati antecedentemente sussiste la possibilità di riportare la rendita catastale al valore che aveva prima della realizzazione dell' impianto fotovoltaico mentre per quelli nuovi, salvo le eccezioni sopra indicate, non sussiste più alcun obbligo.

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[§24679359§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 17 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

L' ANALISI

Intesa dai nodi irrisolti per trattare fino a novembre

Paolo Bricco

Una cosa buona e una cosa cattiva. L' accordo siglato ieri è una moneta a due facce. Comunque lo si guardi. Su ogni questione. Nulla di strategico è risolto. Molto è ancora da definire. La struttura giuridica. Dall' estate degli arresti dei Riva e dei sequestri dell' Ilva, correva l' anno 2012, questa è una storia di manette e di aule di tribunali, di studi legali e di uffici di commercialisti, di sottomissione dei politici ai procuratori e di paura degli imprenditori di finire in galera. Per questo, la struttura giuridica raggiunta è fondamentale. La cosa buona è che, ieri, non ha deciso un giudice. Almeno per ora, abbiamo evitato la scena indecorosa di una politica e di una imprenditoria italiane che abdicano al loro ruolo e finiscono, volenti o nolenti, per lasciare il pallino in mano ad una magistratura che, di solito, nulla sa di questioni industriali. La cosa cattiva è che, in realtà, con questo accordo si è preso tempo. Non a caso, è stata finora tutta una storia di avvocati. Il gioco vero inizia adesso. Le trattative dureranno fino a novembre. La posizione di Arcelor Mittal Arcelor Mittal è uno dei gruppi siderurgici più grandi e reputati al mondo. Nel business, difficile trovare un acciaiere o un manager che non parlino con considerazione dei Mittal e della loro prima linea. La loro posizione è tutta da decifrare. Poco tempo e si saprà. La cosa buona è che, adesso, Arcelor Mittal potrà decidere se rimanere o no. Valutando la domanda di mercato europea. In uno scenario ogni giorno più difficile per gli effetti globali del corona virus. Facendo bene i conti: con una finanza di impresa che continua, a Taranto, a bruciare fra i 2 e i 2,5 milioni di euro al giorno. Verificando la convenienza - per sé - della proposta del Governo. La cosa cattiva è il doppio segnale: la scomparsa dall' accordo dello scudo penale (la strillatissima ragione formale della rescissione del contratto) e il ritiro dall' Italia dei manager stranieri. Il nodo dell' equity L' equity è il cuore della questione. Perché è nella struttura del capitale che si definirà chi avrà il controllo operativo della società, chi deterrà una quota di minoranza, chi deciderà di convertire una parte o l' intero ammontare della montagna di debiti. La cosa buona è il chiarimento di fondo sulla struttura del capitale: se non entrerà lo Stato, Arcelor Mittal uscirà a fine anno pagando mezzo miliardo di euro. Questo evita il Vietnam giudiziario, con cause miliardarie che si trascinerebbero per anni. Fissa una modalità di uscita e stabilisce un prezzo. Inoltre, da qui a novembre - se il Governo non volesse diventare

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[§24679359§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

socio di minoranza di Arcelor Mittal o se Arcelor Mittal decidesse di fare saltare il banco con una forzatura per la quale avrebbe assolutamente il physique du rôle - l' Esecutivo potrà studiare un Piano B. Nell' auspicio che non sia la ennesima riproposizione di una pura statalizzazione dell' Ilva. La cosa cattiva è che, per ora, non è stato ancora identificato un advisor per fare le perizie per i concambi. E, dunque, siamo ancora al tempo zero per Arcelor Mittal, che di sicuro non metterà più soldi buoni su soldi cattivi, per il Governo, che deve ancora scegliere il veicolo societario per la quota di minoranza, e per le banche, per cui l' Ilva è sempre stato un problema, ancora più grande con la recessione che avanza. Il nodo dell' occupazione L' argomento più delicato. Il vero scoglio. Nessuno, finora, ne ha parlato con i sindacati. La cosa buona è che, sul piano teorico, è stato raggiunto da Arcelor Mittal e dal Governo un accordo per garantire, nella sostanza, la piena occupazione. Insomma, il migliore dei mondi possibili. La cosa cattiva è che, da subito, Arcelor Mittal ha sostenuto che, per trovare un equilibrio in condizioni di mercato peraltro meno deteriorate delle attuali, alla fabbrica servissero 5mila dipendenti in meno. Una nota: i forni elettrici nello stabilimento farebbero abbassare la marginalità industriale complessiva di Taranto, richiedendo meno personale. Il quadro politico Non esiste solo il problema della costruzione di un nuovo rapporto con Arcelor Mittal, azionista di maggioranza di una società posseduta per una quota considerevole dallo Stato. E, in caso di uscita dei franco-indiani, non esiste soltanto la questione della definizione di un Piano B, con il rischio di trasformare l' Ilva nell' ennesimo esercizio degli orfani dell' Iri, con qualche imprenditore privato - italiano o straniero - coinvolto nella conduzione dell' impresa, pagata però con i soldi pubblici. La cosa buona è che esiste una linea razionale sull' intera vicenda che, dal Ministero dell' Economia e delle Finanze alla Commissione di Bruxelles, ha costruito le condizioni perché non saltasse tutto per aria. La cosa cattiva è che ha ripreso corpo il partito che vorrebbe finire con questa storia, serrare i cancelli, spegnere gli altoforni. Alcuni, come il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, sembrano animati da buona fede civica diventata fastidio per l' inerzia. Altri, come gli esponenti dei Cinque Stelle, sono coerenti con l' idea che nulla si possa e nulla si debba fare per salvare Taranto. Costi quel che costi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679360§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 20 La Nazione Fisco e Dichiarazioni

Piombino

La Guardia di Finanza scopre che il muratore è un evasore totale

Un muratore, titolare di una ditta edile di Riotorto, frazione di Piombino (Livorno), nel 2014 e 2015 non ha presentato le dichiarazioni fiscali obbligatorie. I Finanzieri di Piombino hanno accertato l' evasione totale dell' imprenditore, un 50enne calabrese. Verificati redditi non dichiarati da assoggettare ad Irpef per 125mila euro, un' Iva evasa per 23.000 euro e un' Irap dovuta pari a 4.360 euro.

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[§24679362§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

l' inchiestaNuove evidenze. L' altra verità tra carte, processi e testimonianze: nel Mar Piccolo rovesciate per anni diossine e Pcb, non dall' Ilva

Non di solo acciaio è inquinata Taranto: viaggio nella città ferita

Jacopo Giliberto

Chi parla elegante dirà character assassination oppure un diverso storytelling, cioè distruzione della riputazione e ribaltamento della narrazione. I documenti e le testimonianze che escono in aula durante il processo Ilva in corso nella corte d' assise di Taranto stanno rovesciando la descrizione della vicenda. Davanti alla presidente della corte, Stefania D' Errico, i luoghi comuni degli ultimi dieci anni sembrano svanire. Il processo Ambiente Svenduto è formato da molte inchieste parallele, ma quella principale ora in corte d' assise riguarda gli anni dal 1995 al 2013, cioè gli anni in cui l' acciaieria di Taranto, venduta dall' Italsider, fu gestita dal gruppo siderurgico milanese Riva. Oggi lo stabilimento è gestito dall' Arcelor Mittal. L' accusa principale è avere avvelenato il Mar Piccolo di Taranto e i terreni attorno allo stabilimento con diossine e con i terribili Pcb, i cancerogeni policlorobifenili. Furono abbattuti greggi di pecore e vennero distrutti allevamenti di cozze contaminati da Pcb. Ma si scopre ora che il Pcb e le diossine sono stati rovesciati nel Mar Piccolo non dall' Ilva, che non vi s' affaccia e non vi scarica, bensì dall' Arsenale della marina militare; le persone che lo avevano scoperto e quelle che avevano fatto le analisi sono state rimosse, le indagini sospese, i documenti sono spariti. È del 3 marzo la dichiarazione con cui la procura di Taranto dice in sostanza: spiace ma sono scomparsi dagli archivi gli scatoloni di documenti che accusavano l' Arsenale come il grande inquinatore di Taranto, dispersi chissà dove i faldoni con le rilevazioni dell' amianto (quello che continua a uccidere i tarantini di mesotelioma pleurico) e dei Pcb (i policlorobifenili cancerogeni che hanno avvelenato le cozze mangiate dai tarantini) disseminati dall' Arsenale. L' articolo che segue è il frutto della lettura di molti ettometri di documenti originali, di verbali di interrogatorio, di analisi ambientali e mediche; è il frutto di decine di ore di ascolto delle persone coinvolte; è il frutto di numerose visite dirette sui luoghi citati. L' articolo inoltre farà indispettire le molte persone a cui fa comodo attribuire all' Ilva ogni colpa e non asserisce che siano innocue per l' ambiente o per la salute le attività condotte dall' acciaieria dal 1964 a oggi; l' articolo dice altre cose. La Marina insabbiata Nelle settimane scorse un testimone dell' accusa contro l' Ilva e i Riva aveva raccontato in aula che cos' era accaduto. Riassumo la deposizione di Fernando Severini, ispettore del

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[§24679362§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

lavoro che prima di essere messo in pensione lavorava per conto della procura di Taranto. Severini ha raccontato che fra il 2005 e il 2009 aveva raccolto documenti che comprovavano la grande fonte di avvelenamento del Mar Piccolo di Taranto. Le lavorazioni altamente inquinanti condotte per anni nell' Arsenale, con sversamenti diretti in mare anche di enormi quantità di Pcb derivante dagli oli dielettrici contenuti in migliaia di trasformatori elettrici della Marina. Scarichi a mare nascosti nel terreno. Trasformatori gettati in acqua, aperti i tappi dell' olio cancerogeno. Contaminazione in profondità dei terreni e anche dei sedimenti del fondo del mare. Amianto in grandi quantità. Il magistrato che indagava con Severini e che aveva anche disposto le prime distruzioni delle cozze avvelenate un giorno fu convocato dal procuratore capo. L' inchiesta venne bloccata. All' ispettore Severini venne tolto l' incarico, la squadra di inquirenti che indagava venne dispersa da trasferimenti e rimozioni. E in contemporanea cominciò la campagna contro l' inquinamento prodotto non dall' Arsenale bensì dall' Ilva enorme, fumosa e visibile da ogni punto della città. Davanti a questa deposizione in aula, gli avvocati dei Riva sono balzati sulla sedia. Pasquale Annicchiarico, uno degli avvocati, il 21 febbraio ha chiesto alla procura di cercare quei documenti che avrebbero rovesciato lo storytelling sull' Ilva. I documenti sulle inchieste insabbiate 15 anni prima sono stati cercati ma, invece di trovare le decine di faldoni del procedimento penale n. 9395/05 modello 21, che risulta archiviato nell' aprile del 2013 «allo stato è stato rinvenuto nell' archivio storico di questa procura solo il fascicoletto n. 6». C' è un margine di speranza: «Le ricerche potranno riprendere solo dopo aver sanifi cato l' area interessata». Timbro data e fi rma. La character assassination L' Ilva dei Riva dava fastidio a troppi. Forse questo è il motiv o per cui è nata la distruzione di un personaggio, la character assassination. Un giallo molto famoso di Agatha Christie è Assassinio sull' Orient Express (Murder on the Orient Express, 1934). Sul treno partito da Istanbul viene ucciso da una tempesta di coltellate un odiatissimo uomo d' affari, Samuel Edward Ratchett. Arricciandosi i baffi, l' investigatore Hercule Poirot scopre che l' ucciso in realtà è il perfido latitante Cassetti e intuisce che tutti 12 i viaggiatori presenti sul vagone avevano un motivo di odio personale verso l' ucciso. I co lpevoli sono tutti i 12, ciascuno dei quali assesta una coltellata al cattivo. Dal processo Ambiente Svenduto in corso nella corte d' assise di Taranto sembra emergere proprio questo: l' Ilva ha accumulato odio diffuso e a molti ha fatto comodo la tempesta contro essa. Le dodici coltellate A diversi gruppi sociali ha fatto comod o che l' Ilva e il suo inquinamento fossero messi sotto accusa. Eccone alcuni. Il gruppo Riva era percepito

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[§24679362§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

da una parte dei tarantini un estraneo che entrava in modo inopportuno nelle dinamiche sociali della città. L' attenzione verso l' Ilva ha distolto gli sguardi da altri impatti ambientali. Nella zona industriale hanno dimensioni visibili la raffineria dell' Eni o il cementificio Cementir (ora fermo), ma attività meno evidenti avevano impatti rilevanti: nelle aziende Matra o San Marco, per esempio, erano state rilevate contaminazioni pazzesche di diossina o di Pcb. Contaminazioni cancerogene nell' area Pasquinelli della municipalizzata Amiu, nell' area di produzione di refrattari, in un inceneritore di rifiuti ospedalieri prospiciente il quartiere Tamburi. Il deposito abba ndonato di scorie radioattive della Cemerad (smantellato mesi fa dalla Sogin). Una parte della società pugliese ha una forte tradizione di rivendicazione meridionalista; nell' immaginario collettivo, il rude imprenditore Emili o Riva (1926-2014) incarnava l' immagine del colonizzatore che viene dal Nord. Riva ripulì il malaffare d i Stato che dominava l' Italsider. Acquisti farlocchi. Fatturazioni di comodo. Appalti a comand o. Manutenzioni inesistenti. Allontanamento di fornitori vicini al la malavita. Gli ecologisti, preoccupati per l' inquinamento dell' acciaieria. L' Ilva dei Riva aveva preferito usare discariche interne che sfuggivano al mercato dei rifiuti, mercato che ai tempi de ll' Italsider dell' Iri era una fonte inesauribile di business per l' indotto. Un palcoscenico formidabil e per alcune associazioni, alcune delle quali di sicura presa fra i cittadini. Fra queste spiccano Genitori Tarantini, LiberiAmo Taranto, Peacelink, Giustizia per Taranto, Tamburi Combattenti, Taranto Respira e Liberi e Pensanti, organizzazione cui è vicino il cantante che ha vinto Sanremo 2020, Diodato, aostano di nascita ma tarantino nei fatti. Un diffuso sentimento antindustriale, o contrario al profitto , o il desiderio di tornare all' industria di Stato percepita come più giusta. Il desiderio di togliere dai riflettori della cronaca le gravissime malefatte ambientali che erano appena state sospettate sull' Arsenale e sul suo indotto cantieristico. Un simbolo ad alta visi bilità dell' industria pesante e dell' inquinamento che preoccupa i cittadini. Errando per errori Francesco Perli, avvocato amministrativista milanese fra i più rinomati, era accusato da un' intercettazione telefonica di avere «inquinato gli atti» sull' Ilva. Un anno fa durante il processo la telefonata è stata ascoltata per la prima volta. Tutti hanno potuto sentire che l' avvocato aveva detto: «Abbiamo impugnato gli atti». L' accusa è caduta. Gianni Floridoera il presidente Pd della Provincia di Taranto quando il 15 maggio 2013 venne arrestato per un' intercettazione. Sui blog e sui social venne sciorinata la solita ghigliottineria. Solamente in queste settimane al processo il perito fonico ha rilevato che le paro

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[§24679362§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

le d' accusa trascritte erano immaginarie e non ci sono nell' audio originale. Stando alle deposizioni in aula, il perito Stefano Consonni, docente al Politecnico di Milano, perito del Tribunale di Milano, ha verificato di persona che erano stati realizzati dall' Ilva gli interventi di risanamento ambientale che, secondo le denunce dell a custode giudiziaria dell' Ilva, non esistevamo e non erano stati realizzati. Monsignor Marco Gerardo, segretario dell' arcivescovo Benigno Papa, accusato di raccogliere de naro dalla famiglia Riva, è stato assolto dopo essere stato infamato per anni. Nei giorni scorsi il Tribunale di Taranto ha assolto (il fatto non sussiste) l' ex direttore dell' acciaieria, Luigi Capogrosso, e altri 11 dipendenti dall' accusa di avere provocato malattie professionali gravissime e anche la morte per esposizione all' amianto di alcuni dipendenti. In fondo al mar Nel 2017 una campagna di raccolta dei rifiuti accumulati sul fondo del Mar Piccolo strappò dal fango 150 tra veicoli e parti di auto, ma anche pneumatici, relitti, fusti, lettini del prospiciente Ospedale Militare dell' Arsenale, attrezzi da pesca, impianti di mitilicoltura, cassonetti dei rifiuti. Un anno fa, era il maggio 2019, la Legambiente fece una nuova campagna di raccolta dei rifiuti dal fondo del Mar Piccolo, e la metà dei rifiuti trovati era formato da residui per l' allevamento delle cozze (il 49,5% erano reti o loro parti). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679365§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 20 Corriere della Sera Industria 4.0

Appendiamo il cartello: «Oggi si visita via skype»

La vicenda del coronavirus ci dà modo di riflettere sul ruolo che la tecnologia potrebbe svolgere in situazioni critiche di salute pubblica e sul rapporto tra medico e paziente. Sui giornali e nei siti istituzionali leggo: «Rivolgetevi al vostro medico curante», e penso «così contagiate lui». La Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) lancia l' allarme «medici contagiati». Bisogna però evitare l' ambulatorio del medico, luogo di potenziale contagio. In pratica dunque il suggerimento oggi è diventato: «telefonate al vostro medico», che compila un questionario preparato ad hoc e vi suggerisce che cosa fare. Insomma dimostriamo ancora una volta di essere (tornati?) indietro di 30 anni, in un' era che potremmo definire «Telefonomedicina». Ma allora dove finiscono anni di salute digitale? In questo modo, inoltre, crolla il rapporto personale con il paziente. Cari colleghi, al telefono non potrete neppure essere sicuri che sia lui. In questo modo vince il servizio «GP at Hand» (cioè «Medico di Famiglia - General Practitioner - a portata di mano»), il servizio di visita virtuale, supportata da algoritmi di Intelligenza artificiale creato dalla compagnia privata Babylon con la quale il National Health System britannico ha stipulato una convenzione per utilizzarlo per ora nella sola area di Londra. Cari colleghi, oggi esiste la Televisita. Usate Skype, o la videochiamata di WhatsApp. Per semplificare ed accelerare la televisita preparate prima un elenco di domande da fare al paziente, fategli misurare la temperatura, la frequenza, la pressione, e (se ha un saturimetro) fategli fare una pulsossimetria. Mandate l' elenco delle domande al paziente prima della videochiamata. Funziona e fate in fretta. Se poi il paziente non fosse a rischio, fategli la ricetta elettronica e inviatela in Pdf. Se la stamperà a casa, così eviterete di farli venire a studio. E sulla porta dello studio mettete un cartello: «Oggi si visita via Skype!». * Coautore Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina.

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[§24679366§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 32 La Stampa Industria 4.0

NOVARA

Dalla Silicon Valley per i supercomputer

FILIPPO MASSARA

FILIPPO MASSARA GALLIATE (NOVARA) Il loro ritorno al futuro è un viaggio dalla Silicon valley al Ticino. Emilio Billi e Antonella Rubicco, marito e moglie novaresi, progettano supercomputer nella centrale idroelettrica di Galliate, costruita nel 1903 sul naviglio Langosco. Lui ingegnere nucleare, lei specializzata in business e gestione di imprese, sono i fondatori di A3Cube: l' azienda, aperta nel 2012 a San José in California, sviluppa piattaforme per l' analisi informatica di una grande mole di dati e soluzioni di intelligenza artificiale per le aziende. «Eravamo stati cortesemente sbattuti fuori dall' Italia - ironizza Rubicco -. Ci avevano detto che le nostre idee non avrebbero mai funzionato». Cervelli in fuga, si presero una maxi rivincita negli Usa vendendo i loro sistemi a grosse realtà del settore finanziario e biofarmacologico, a centri di ricerca, al National institute of aerospace e al dipartimento della Difesa. In Italia avevano conservato una divisione di ricerca e sviluppo tra Milano e Torino. E a giugno si sono insediati nello storico complesso in piena vallata del fiume, circondati dalla vegetazione e con gli uffici sospesi sull' acqua che scorre. Altro che Silicon Valley, dove lavoravano senza finestre «e non ci rendevamo conto del tempo». «È curioso. Io sono originaria di Romentino, un paese a una manciata di chilometri da qui eppure non sapevo esistesse questo posto speciale - ammette Rubicco -. Lo immaginiamo in futuro come un innovation park, un luogo dove riunire scienziati e fare ricerca coinvolgendo realtà come la Fondazione Novara sviluppo». Negli Usa è rimasta l' ala commerciale, a Galliate le menti che creano soluzioni personalizzate: sono dieci, con contratto a tempo indeterminato. «E stiamo ancora assumendo - precisa Billi, che lo scorso anno è stato inserito nella classifica dei dieci migliori innovatori italiani nel mondo da Wired -. Cerchiamo informatici, matematici e algoritmisti. Puntiamo più sugli over 35 più che sui neolaureati». - © RIPRODUZIONE RISERVATA In squadra Emilio Billi, Antonella Rubicco, Laura Barachetti, Nicola Marino.

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[§24679367§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Elliott vs Dorsey, Elon Musk "in soccorso" del ceo di Twitter

In un tweet il fondatore di Tesla esprime il suo sostegno: "Ha un grande cuore". Per l' hedge fund il manager non sarebbe più in grado di guidare il social e ne chiede la sostituzione

Elon Musk scende in campo per difendere Jack Dorsey. Il ceo di Tesla e SpaceX infatti ha twittato che vuole "solo dire che supporto /@jack come ceo di Twitter". Il numero uno di Tesla e SpaceX ha anche aggiunto un cuore per segnalare la positività del manager americano. Il ceo e cofondatore di Twitter, Jack Dorsey, è sotto pressione da parte del fondo di investimento attivista Elliott Management guidato da Paul Singer. Il settantenne miliardario e guida dell' hedge fund ha lentamente accumulato una quota consistente delle azioni di Twitter per poter dare una spinta significativa al cambiamento dell' azienda, che non naviga in buone acque. Oltre alla nomina di nuovi membri del consiglio di amministrazione, Singer vuole anche un nuovo ceo alla guida dell' azienda. Elliott, che ha accumulato azioni per circa un miliardo di dollari, ha indicato quattro nuovi membri per il board, anche se i posti vacanti attualmente sono solo tre. Elliott è un fondo noto per acquistare quote sufficienti a permettergli di intervenire nella governance e nella strategia delle aziende in cui investe, da qui la nomea di "fondo attivista". Singer recentemente ha investito in SoftBank, creando un portafoglio che gli consentisse di chiedere al ceo di ricomprare fino a 20 miliardi di azioni presenti sul mercato e di migliorare le sue pratiche di governance . Questo accadeva dopo il fallimento della quotazione di WeWork, azienda nella quale SoftBank ha investito considerevoli quantità di soldi. Nel caso di Twitter la preoccupazione di Singer è che Dorsey perda tempo avendo la doppia guida di Twitter e di Square, l' azienda per i pagamenti digitali che ha cofondato. Inoltre, Dorsey nei mesi scorsi aveva annunciato che nel corso del 2020 si sarebbe trasferito in Africa "almeno per sei mesi" al fine di esplorare le possibilità di business e di investimenti con nuove tecnologie come la blockchain e l' intelligenza artificiale. Singer, e molti analisti, hanno criticato questo annuncio e questa strategia. T witter, che da quando Dorsey è tornato alla guida dell' azienda ha perso terreno in Borsa, dopo le indiscrezioni raccolte dalla stampa americana sul possibile licenziamento di Dorsey ha guadagnato quasi l' 8% in Borsa , aumentando la capitalizzazione dell' azienda di quasi due miliardi di dollari, per un totale di 28 miliardi. Negli ultimi trimestri Twitter ha registrato una crescita record di utenti ma ha mancato gli obiettivi ipotizzati dagli analisti per i profitti. Una delle preoccupazioni di Elliott sono le presidenziali americane che si concludono il prossimo; novembre. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679368§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 37 Corriere della Sera Industria 4.0

L' intervento Stefano Boeri ha aperto il primo seminario per definire i temi della XXIII Esposizione Triennale del 2022

Foreste e città : una nuova alleanza per saper accettare l' imprevedibile

STEFANO BOERI

Siamo destinati all' estinzione? Quale futuro ci aspetta? Come possiamo riprogettare il nostro modo di abitare il mondo? Di questi e di altri temi si è discusso ieri alla Triennale di Milano. L' occasione: il primo seminario di definizione dei contenuti e del curatore della XXIII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, in programma da marzo a settembre 2022. Stefano Boeri, presidente dell' istituzione, e il comitato scientifico della fondazione di viale Alemagna - Umberto Angelini, Lorenza Baroncelli, Lorenza Bravetta, Joseph Grima - hanno invitato curatori, intellettuali, ricercatori di vari ambiti disciplinari (astrofisici, filosofi, etologi, esperti di arte visiva, di geopolitica, di robotica) a presentare il loro programma di ricerca e il loro metodo di lavoro e a suggerire spunti per orientare il tema della prossima rassegna, che vuole mantenere una continuità critica con l' approccio di Broken Nature , la XXII Esposizione (marzo-settembre 2019) curata da Paola Antonelli e dedicata alle forme di «ricostituzione» di una natura letta come trasfigurata dall' Antropocene. In questa chiave va letto l' intervento di Stefano Boeri di cui pubblichiamo uno stralcio qui sotto. ( r. c. ) Forse è proprio nella relazione oppositiva o distintiva tra sfera dell' umano e sfera della naturalità vivente che sta il grande equivoco della nostra cultura ambientale. Oltre ai tentativi, più che opportuni di decentrare il nostro punto di vista dominante, di guardare al mondo con gli occhi delle altre specie del mondo della natura, è proprio dalla banalizzazione dei caratteri di quella che chiamiamo «sfera della natura» che nascono i principali paradossi e equivoci della condizione contemporanea e delle nostre riflessioni sulla questione ambientale. Forse è davvero giunto il momento di riposizionare il rapporto tra Natura e Cultura nel mondo. Di osservare finalmente i fenomeni naturali non per «dove» di manifestano, ma per «come» si manifestano: come emersione improvvisa e inaspettata di energie, energie incontrollabili dalle tecnologie e dai saperi dell' umano. Un' emersione incontrollata che può avvenire dentro la stessa sfera dell' umano, dentro la nostra stessa sfera della vita quotidiana. Forse è oggi opportuno riprendere il pensiero di autori come Michel Foucault che ci invitavano qualche anno fa a leggere la natura umana come un' espressione analoga a quella della follia: una voce interna eppure alterata, che parla la nostra lingua ma sgretola i codici culturali e richiede il confinamento dell' umano in un altrove, da circoscrivere e espellere (come succede oggi con i contagiati del coronavirus) dalla vita quotidiana.

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[§24679368§] giovedì 05 marzo 2020

Corriere della Sera Industria 4.0

Forse è oggi opportuno pensare ad esempio che le nostre città devono tornare ad accettare la sfida dell' imprevedibilità, dell' indeterminatezza. La sfida della coesistenza con la vita degli alberi, delle cornacchie, dei gabbiani, dei cinghiali, delle volpi. La sfera dell' umano e quella della Naturalità non sono più in questa prospettiva due forme per realizzare una geografia delle specie viventi sul pianeta, ma piuttosto una fenomenologia del vivente, in tutte le sue forme. Guardare oggi, come alcuni di noi fanno, ad una nuova alleanza tra Foreste e Città non significa dunque reimpostare un equilibrio tra Umano e Naturale, tra umani e alberi, tra noi e loro, ma scoprire finalmente l' altro dentro di noi; e finalmente accettarlo. Significa ripensare alle Città come fenomeni naturali e - come ci insegna Emanuele Coccia - alle foreste come manifestazioni culturali di una tecnologia che consideriamo priva di cultura semplicemente perché non l' abbiamo creata e non la conosciamo. Foreste e Città, ma potremmo dire anche Oceani e Città, non sono mondi speculari ma forme diverse della vita; manifestazioni di quella ecologia integrale che, tra gli altri, anche Papa Francesco cita come prospettiva fertile sul mondo contemporaneo. Una prospettiva che oggi ci è lontana, ma che pur in alcuni periodi è stata parte della storia stessa dell' arte occidentale, anticipando di secoli le opportune, contemporanee, consapevolezze .

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[§24679369§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

Giustizia predittiva: la dignità umana faro per l' AI nei processi

Il tema della giustizia predittiva solleva molte perplessità legate al funzionamento dei processi algoritmici e alle relative ripercussioni sulla sfera giuridica delle persone interessate. L' esperienza americana e l' approccio europeo a confronto tra etica e intelligenza artificiale nella giustizia penale

«It' s a day that' s here», questa la risposta del Presidente della Corte suprema degli Stati Uniti, John Roberts, quando gli venne richiesto quando sarebbe arrivato il giorno in cui il giudice sarebbe stato assistito da un algoritmo in grado di affiancarlo nella ricostruzione del fatto oggetto della vicenda giudiziaria, o addirittura intervenendo nel processo di decision- making . Ad oggi questo sistema è ampiamente diffuso non solo in America ma anche in Europa, ove il funzionamento di questi meccanismi si trova a fare i conti con la nuova normativa in materia di trattamento dati personali, nonché con gli orientamenti europei finalizzati a definire le linee guida per la compenetrazione tra etica e sviluppo delle nuove tecnologie. Nonostante la diversità delle esperienze riscontrate nei due continenti (giustificate anche da un diverso substrato normativo e contesto sociale), nonché le criticità riscontrate nei diversi sistemi , il ruolo del giudice "persona" nella giustizia penale continua ad essere un elemento imprescindibile per il fine ultimo della Giustizia a garanzia della dignità delle persone interessate. Non si tratta pertanto di capire quanto velocemente i meccanismi di giustizia predittiva possano evolversi, quanto invece se gli attuali sistemi di intelligenza artificiale siano all' altezza dei compiti che si intendono affidargli. Indice degli argomenti Lo scenario statunitense: algoritmi e analisi predittive Chissà se Philip K. Dick avesse fin dal principio concepito il suo libro "Rapporto di minoranza" non come un' opera di fantascienza ma di fatto come un preludio di un' epoca in cui algoritmi e tecnologie trovano applicazione del campo della giustizia penale e della polizia predittiva, ed in particolare nella determinazione delle pene detentive o nella applicazione delle regole in materia di libertà vigilata. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie dalla fantascienza si passa alla realtà. Ormai da decenni negli Stati Uniti gli algoritmi predittivi vengono utilizzati sia nella fase preliminare al giudizio per la determinazione della cauzione, che in fase pre-decisoria per la valutazione dell' eventuale definizione del procedimento con una "sentenza di probation " o di messa alla prova del soggetto. Non solo. Suole ricordare come in occasione del celebre caso della Suprema Corte del Wisconsin contro Eric L. Loomis , il ricorso a meccanismi di IA trovò applicazione anche in fase di cognizione. La Corte infatti addivenne al giudizio di condanna fondando le sue valutazioni (anche se non in via automatica) sugli esiti degli algoritmi di giustizia predittiva integrati nel software "Compas". È stato proprio a seguito del caso Loomis che l' organizzazione no-profit americana ProPublica diffuse un' analisi molto

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[§24679369§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

dettagliata sul software "Compas". Da tale analisi emerse non solo una mancanza di trasparenza in ordine al relativo funzionamento, ma anche che i dati elaborati dal programma conducevano a risultati discriminatori della popolazione di riferimento. Il software, ad esempio, elaborava una maggiore probabilità di recidiva per i soggetti neri rispetto ai bianchi. In particolare, i neri avrebbero avuto il 77% in più di probabilità di reiterare crimini violenti quali omicidi, stupri, rapine e aggressioni aggravate. Tale vicenda ebbe il merito di focalizzare l' attenzione pubblica sulle criticità del sistema di giustizia penale basato, anche se in parte, su meccanismi di intelligenza artificiale , per arrivare ad una intensa riflessione in ordine alle modalità di funzionamento di tali algoritmi. La potenza mediatica che interessò il suddetto caso pose l' attenzione sulle implicazioni etiche, morali e giuridiche riferibili al ricorso a meccanismi di intelligenza artificiale applicati al processo, alle ripercussioni apprezzabili sui diritti e le libertà delle persone derivanti dal modello matematico sotteso alla progettazione dell' algoritmo, alla definizione degli input e alla elaborazione dei correlativi output. Dopo il caso "Compas", la questione del funzionamento dell' algoritmo venne ripresa in occasione dei lavori della commissione governativa della Pennsylvania per l' adozione della tecnologia predittiva, finalizzati alla progettazione di un algoritmo che avrebbe dovuto valutare il rischio di recidiva del soggetto dopo che questo era stato condannato. L' idea del progetto era di fondare il giudizio di probabilità raffrontando informazioni note sui soggetti interessati (chiedendo loro di rispondere ad una serie di domande) e mettendo a confronto le risposte rese con statistiche che descrivessero le caratteristiche dei trasgressori noti, eventualmente fornite dai dipartimenti di libertà vigilata della contea. Tuttavia, non mancarono proteste avverso l' adozione di un sistema di questo tipo, avanzate in primis dall' Unione americana per le libertà civili (" American Civil Liberties Union "), la quale denunciava principalmente: La mancata trasparenza della logica utilizzata Aumento del pregiudizio razziale o riferibile alla minoranza di appartenenza dell' interessato. Algoritmi di questo tipo per finalità di polizia predittiva vengono utilizzati in diversi Stati dell' America, e anche le perplessità avanzate sono più o meno le stesse. WHITEPAPER Trend AIOPs: come automatizzare l' intera catena del valore digitale? Scarica il white paper! Intelligenza Artificiale Sono nate infatti diverse organizzazioni quali la Media Mobilizing Project di Philadelphia che ha creato pretrialrisk.com ossia un database che analizza l' uso degli algoritmi di predizione in tutta la nazione, attraverso il quale viene analizzato il modo in cui vengono utilizzati gli strumenti di valutazione del rischio, e come incidono sulle libertà dei singoli individui; e la Silicon Valley De-Bug (San Jose, California) che si dedica ad intervistare la famiglia di ciascun imputato, portando a ciascuna udienza le informazioni personali raccolte in questo contesto, condividendole con i difensori come una sorta di contrappeso alla "fredda" applicazione degli algoritmi. Ma non solo. Un contributo interessante emerge da uno studio del 2019 condotto dal Royal United Service Institute per gli studi sulla difesa e la sicurezza del Regno Unito, dove i sistemi di giustizia predittiva venivano addestrati ricorrendo ai database forniti dalla polizia . Lo studio aveva

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[§24679369§] mercoledì 04 marzo 2020

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evidenziato che in tale fase l' algoritmo acquisiva (ed elaborava) di fatto i pregiudizi delle forze dell' ordine riportati nei rapporti da loro redatti. La conseguenza era un circolo vizioso : il sistema evidenziava che la popolazione nera era la più propensa a commettere reati, e, pertanto, la repressione finiva per essere incentrata contro i soggetti facenti parte proprio di quel gruppo. Uomini e macchine: "errori" comuni La rilevanza dell' errore nel processo decisionale automatizzato che riguarda l' algoritmo di giustizia predittiva emerge anche in un interessante studio condotto da Julia Dressel e Hany Farid , studiosi presso il college di Dartmouth nel corso del quale viene analizzato il funzionamento del software Compass. Il loro studio metteva infatti a confronto il funzionamento dell' algoritmo con le decisioni assunte da un gruppo di persone di media cultura (e senza particolari conoscenze nel settore penale) alle quali venivano sottoposti dei "test" che permettessero loro di valutare il rischio recidiva di un soggetto basandosi sulla conoscenza di 5 fattori di rischio (sesso, età, carica attualmente ricoperta, numero di precedenti penali per adulti e per minori). Il risultato di tale indagine fece emergere come di fatto il livello di accuratezza delle decisioni assunte dal software Compas fossero di un livello analogo a quelle assunte dal gruppo di persone prese in considerazione, discostandosi soltanto di alcuni punti percentuali. In che ambito pertanto l' intelligenza artificiale è in grado di superare l' accuratezza della decisione umana? Alcuni ricercatori dell' Università della California (Zhiyuan "Jerry" Lin1, Jongbin Jung1, Sharad Goel1, and Jennifer Skeem) hanno condotto un secondo esperimento in linea con quello realizzato da Dressel e Farid, con la previsione tuttavia di alcuni correttivi tra cui: la sottoposizione al campione di soggetti chiamati ad effettuare il test di maggiori informazioni rispetto a quelle fornite nel precedente esperimento (tra cui lo stato occupazionale, lo stato occupazionale, l' uso di sostanze stupefacenti e la salute mentale), e l' immediata comunicazione (ad alcuni di essi) dell' esito della valutazione effettuata (se il soggetto che avevano indicato come recidivo aveva effettivamente compiuto un ulteriore reato entro due anni dalla condanna). I risultati hanno evidenziato che quando le persone non ricevevano alcuna conferma in ordine alla esattezza o meno della loro valutazione (come avviene nella realtà quando un giudice si trova a decidere su una causa), l' algoritmo nella medesima situazione produceva risultati più accurati e precisi (89% dei casi di corretta previsione della recidiva da parte del software Compass, contro il 60% per le persone che non avevano ricevuto il riscontro, caso per caso, nelle loro decisioni). Questi risultati mostrano che in ogni caso, siano uomini o macchine a giudicare, l' errore giudiziario accomuna uomini e macchine "intelligenti" . Solo, però, i giudizi espressi dalle macchine risultavano più difficilmente "appellabili" e quindi controvertibili, rispetto a quelli umani. Ecco perché se da un lato i suddetti risultati incoraggiano l' uso e il miglioramento del funzionamento degli algoritmi nella valutazione dei rischi, le variabili che caratterizzano un processo penale, non potranno mai esautorare il giudice della sua funzione. Pertanto, nonostante gli sviluppi ai sistemi di giustizia predittiva finalizzati all' implementazione del grado di affidabilità, il ruolo del giudice "persona" resta centrale non solo come garanzia di efficacia ed

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[§24679369§] mercoledì 04 marzo 2020

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efficienza della giustizia penale, ma altresì per permettere al soggetto interessato di sottoporre la sua situazione e le sue esigenze specifiche ad un giudice che possa guardare alla persona che ha di fronte e che non può essere ridotta da un algoritmo ad una serie di risposte a domande predeterminate. Shared Goel , scienziato computazionale presso l' Università di Stanford, sottolinea che "Gli strumenti di valutazione dei rischio (riferibili a soggetti interessati) possono aiutare i professionisti della giustizia a rendere decisioni più informate e consapevoli. () Ma come qualsiasi strumento di valutazione del rischio devono essere associate ad una solida politica e al controllo umano per sostenere una riforma della giustizia penale equa ed efficace". La giustizia della predittiva in Europa: il ruolo centrale dell' etica e della dignità umana L' esperienza statunitense apre la strada ad una intensa riflessione al ruolo dell' intelligenza artificiale applicata al processo , con particolare riferimento alle implicazioni sui diritti e le libertà delle persone. A partire dalla stipula della "Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale", avvenuta a Strasburgo il 28 gennaio 1981 gli Stati Membri del Consiglio d' Europa hanno inteso garantire il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni persona in relazione ai trattamenti automatizzati. Principio che è stato poi successivamente ribadito per effetto del protocollo di integrazione alla predetta convenzione adottato al Strasburgo il 10 ottobre 2018, ove già nel preambolo gli Stati membri del Consiglio d' Europa sottolineano la necessità di "garantire la dignità umana e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali di ogni individuo e, data la diversificazione, l' intensificazione e la globalizzazione del trattamento dei dati e dei flussi di dati personali, l' autonomia personale basata sul diritto di una persona di controllare i suoi dati personali e il trattamento di tali dati" stabiliscono che lo scopo della Convenzione è quello di "proteggere ogni individuo, qualunque sia la sua nazionalità o residenza, in relazione al trattamento dei propri dati personali, contribuendo in tal modo al rispetto dei propri diritti umani e libertà fondamentali, in particolare il diritto alla privacy" (Art. 1). Il primato dei diritti e della dignità umana nel ricorso a sistemi di intelligenza artificiale è stato ribadito con riferimento ai sistemi di giustizia predittiva in occasione della conferenza tenutasi lo scorso ottobre a Strasburgo " Digital challenges to justice in Europe " ove la presidenza francese del Comitato dei Ministri del Consiglio d' Europa ha fissato i principi generali intorno ai quali dovrà in futuro ruotare l' intelligenza artificiale nell' ambito della giustizia. I principi generali esprimono: il ruolo supplementare dell' accesso "digitale" alla giustizia rispetto a quello analogico per favorire un migliore accesso alle sentenze e alle cancellerie dei tribunali sia ai cittadini che ai professionisti legali; il divieto di effetti discriminatori degli algoritmi applicati nel settore della giustizia che possano violare i principi dettati in materia di privacy e protezione dati personali; il diritto di ciascun cittadino di poter ricorrere in ogni caso al controllo giudiziario di un giudice al fine di ottenere una decisione individuale (rispetto a quella); l' uso di strumenti digitali dovrebbe rispettare i principi del giusto processo, della segretezza delle

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[§24679369§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

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investigazioni e del principio di conoscibilità e trasparenza delle decisioni giudiziali; l' uso di tali strumenti dovrebbe impedire la diffusione di contenuti illegali e notizie false , suscettibili di creare un grave impatto sulle società democratiche, garantendo allo stesso tempo la libertà di espressione e informazione. Dalla teoria alla pratica: il caso Key Crime Come abbiamo visto gli algoritmi di intelligenza artificiale possono essere sviluppati con approcci e tecnologie molto diverse tra loro. Nel caso Compas l' algoritmo era stato addestrato per calcolare il rischio di recidiva assegnando un punteggio non tanto tenendo conto delle caratteristiche individuali del soggetto, ma della comparazione delle informazioni immesse con quelle riferibili a classi di soggetti, aprendo così la strada a possibili applicazioni discriminatorie in base al sesso, colore della pelle e contesto familiare di appartenenza. Le diverse implicazioni della differenza metodologica nella progettazione dell' algoritmo sono dimostrate dall' esperienza italiana nella progettazione del software Key Crime , ideato dall' ex assistente capo della Questura di Milano Mario Venturi . In controtendenza rispetto a tutti gli altri software di polizia predittiva utilizzati in ambito statunitense (basati sulla cosiddetta hotspot analysis per segnalare le aree a rischio furti e illeciti della città), l' esperienza italiana focalizza la sua attenzione non al "contesto" ma al "soggetto" autore del reato . Mediante uno studio condotto sui fascicoli dei reati detenuti presso le varie stazioni di polizia emergeva infatti che la maggior parte delle rapine erano state realizzate dalla stessa "mano operativa". La questione (e quindi l' analisi) si spostava quindi dalla criminalizzazione delle aree della città (con evidenti effetti discriminatori nei confronti di soggetti abitanti in quelle zone) alla profilazione del soggetto autore del reato per arrivare a capire la prossima mossa e il prossimo obiettivo a rischio. Ed è proprio la profilazione dell' autore del reato effettuata in base ad una molteplicità di dati e informazioni a scongiurare ogni possibile discriminazione dei soggetti riportanti una sola di quelle caratteristiche, o rientranti in una soltanto delle categorie oggetto di elaborazione da parte dell' algoritmo. Conclusioni La certezza del diritto e quindi il "principio in base al quale ogni persona deve essere posta in condizione di valutare e prevedere, in base alle norme generali dell' ordinamento, le conseguenze giuridiche della propria condotta, e che costituisce un valore al quale lo Stato deve necessariamente tendere per garantire la libertà dell' individuo e l' eguaglianza dei cittadini davanti alla legge" (Enc. Treccani.it) apre le porte all' intelligenza artificiale e ai sistemi di giustizia predittiva . Tuttavia, l' esigenza di adattarsi alle nuove sfide provocate dalla trasformazione delle società europee, che si è intensificata in conseguenza del progresso tecnologico, non può perdere di vista il principio della dignità umana , oltre il quale nemmeno il più sofisticato sistema di intelligenza artificiale può spingersi. I sistemi di intelligenza artificiale rappresentano uno strumento di supporto fondamentale all' attività del giudice, in grado di facilitare l' applicazione del principio del giusto processo e della certezza del diritto. Rifiutarli sarebbe un errore, ma accettarli in assenza di un qualsivoglia senso critico improntato alla salvaguardia della dignità umana come fine di ogni

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[§24679369§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

sviluppo nel settore dell' IA sarebbe la fine di ogni garanzia di libertà. Parafrasando una frase resa da A. Einstein, se il processo senza intelligenza artificiale può anche essere zoppo, l' intelligenza artificiale senza etica è sicuramente cieca . EVENTO Accresci la tua formazione professionale su Intelligenza Artificiale, Security, Internet of Things Blockchain Cloud ______@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679370§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 34 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Pagamenti. Data analytics e algoritmi permettono di rendere sempre più sicure le transazioni e prevenire potenziali frodiMa abilitano anche nuovi servizi, dal marketing alla comparazione delle performance, a disposizione dell' intero ecosistema

Intelligenza artificiale da open banking

Pierangelo Soldavini

È successo non molto tempo fa. Sul deep web è stato intercettato un pacchetto di carte di credito rubate via phishing online in attesa di compratori: i motori che scandagliano la parte del web non indicizzata e quindi non raggiungibile con i sistemi tradizionali di ricerca l' hanno individuato e segnalato alle autorità di sicurezza della rete. Così anche nella fase successiva al furto dei dati sensibili delle carte è stato possibile intervenire per prevenire danni maggiori per i consumatori. Grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale allenati quotidianamente a suon di machine learning è oggi possibile infatti garantire una copertura di sicurezza che copra l' intero spettro delle casistiche, sia in fase preventiva, non appena si possano evidenziare i presupposti di una frode, sia durante l' atto criminoso, riducendone al minimo l' impatto, che nella fase successiva, quando i dati sono "pacchettizzati" e venduti all' ingrosso nel web "profondo". «Oggi possiamo affermare con sufficiente sicurezza che c' è una maggior probabilità di furto fisico del portafoglio rispetto all' ipotesi di frode digitale. Anzi più si utilizza la carta per i pagamenti e più aumenta la sicurezza perché l' intelligenza artificiale arriva a delineare meglio il profilo del singolo consumatore e quindi i casi in cui l' utilizzo della carta stessa si discosti dai comportamenti usuali dell' utilizzatore», spiega Roberto Catanzaro, responsabile Business development di Nexi, il gruppo italiano dei pagamenti che gestisce ogni anno 2,9 miliardi di transazioni tramite Pos, Atm e negozi convenzionati. In una prima fase la singola transazione viene analizzata confrontandola con le regole sulla base della casistica del passato, ma l' intelligenza artificiale interviene soprattutto nella fase previsionale di potenziali frodi: macinando i dati delle transazioni gli algoritmi imparano a profilare ogni persona sulla base dei dispositivi utilizzati, della geolocalizzazione e dei comportamenti usuali. Ogni azione può essere così elaborata in tempo reale con la segnalazione di qualsiasi anomalia: un dispositivo o un luogo diverso, ma anche una serie di scommesse online per un utente solitamente prudente, fanno immediatamente scattare l' allarme rosso e l' eventuale blocco della transazione. Vengono anche analizzati i cluster di comportamenti nella loro evoluzione: per esempio nella fase attuale di emergenza sanitaria e di minor frequenza degli acquisti fisici, sono in qualche modo allargate le maglie per quanto riguarda la spesa online. «Il 99,5% dei tentativi di frode riesce a essere bloccato prima che il cliente se ne accorga, solo

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[§24679370§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

una quota marginale dello 0,5% arriva a essere segnalata. D' altra parte la fiducia dell' utente è fondamentale per la sicurezza e per accelerare la digitalizzazione delle transazioni in un paese come l' Italia», prosegue il manager di Nexi, che figura tra i primi tre player antifrode in Europa. Il gruppo ha iniziato a scommettere sull' intelligenza artificiale fin dal 2016, in occasione della transizione da CartaSi e oggi può contare su un gruppo di 60 professionisti dedicati con skills diversificate e su investimenti annui per una trentina di milioni di euro sui 170 totali puntati sull' innovazione. Tutte risorse che non si concentrano solo sulla sicurezza ma che abilitano nuove opportunità. A partire dal tradizionale utilizzo dei dati per l' elaborazione di campagne di marketing e di pricing tagliate su misura e per il miglioramento del servizio ai clienti, attraverso la semplificzione delle operazioni. Ma il processo di data analytics si concretizza anche in servizi innovativi. L' app Nexibusiness permette così di analizzare tutte le trasnazioni del singolo esercente, mettendole a confronto con i concorrenti della stessa categoria merceologica sulla base del livello di spesa e dello scontrino medio, delle vendite, delle tipologie di clienti e di carte. Si tratta di uno strumento su cui la grande distribuzione può contare con mezzi propri, ma che manca al piccolo esercente. E che può diventare essenziale per il business: un ristorante ha scoperto così che il suo business era severamente penalizzato dall' assenza del food delivery, che in alcune aree arriva a fare una differenza fino a un terzo del giro d' affari. Queste opportunità sono poi condivise con il sistema bancario in ottica di open banking. Così come la ricerca di innovazione. «In prospettiva l' utilizzo dell' intelligenza artificiale potrà abilitare la semplificazione degli adempimenti normativi di know your customer e anti money laundering per i processi di onboarding e rendere l' esperienza di interazione del tutto customizzata sulla base delle esigenze e dei comportamenti delle singole persone, quello che io chiamo "segment of one"». L' analisi delle transazioni potrà quindi arrivare all' elaborazione automatica dello scoring creditizio sulla base delle operazioni e dei conti e alla contestualizzazione dei servizi sempre su base profilata. In logica di open banking la stessa Nexi è founding partner insieme a UniCredit del nuovo polo del fintech creato in Italia dala piattaforma globale di open innovation Plug and Play. Dopo l' avvio della Psd2 diverse banche, recentemente Banca Sella e Intesa Sanpaolo, hanno introdotto servizi di aggregazione dei dati per i clienti che hanno conti correnti su più banche. Ma già si sta pensando all' aggregazione degli investimenti, in modo da poter arrivare a raccomandazioni di investimento robotizzate. Sempre profilate sulla base delle esiegenze del singolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679371§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Internet of things, solo il 31% delle aziende italiane in fase avanzata

Secondo i risultati dell' indagine 'The Future of Manufacturing', commissionata da Salesforce a Idc, è necessaria maggiore condivisione di dati e di integrazione tra le diverse aree di business. La chiave di volta è la "servitization"

Le aziende manifatturiere italiane sentono l' esigenza di migliorare la soddisfazione e l' esperienza dei clienti, ma per farlo sanno che devono riuscire ad allineare al meglio i dati e i processi tra It e linee di business . È quanto emerge dai risultati di " The Future of Manufacturing ", la nuova ricerca commissionata da Salesforce e realizzata da Idc per comprendere le strategie e le priorità di innovazione delle aziende manifatturiere in Italia. L' innovazione nell' industria manifatturiera è caratterizzata oggi dalla centralità dei dati: dalla produzione all' acquisizione delle informazioni, fino alle analytics e all' automazione. Questa evoluzione sta contribuendo a migliorare la flessibilità e l' efficacia complessiva delle aziende, permettendo la messa in atto di processi decisionali data-driven e nuovi modelli di business. Nonostante questa evidenza, solo il 31% delle aziende italiane si trova in una fase avanzata di implementazione di progetti IoT . In uno scenario in cui i prodotti possono diventare velocemente delle commodity, le aziende manifatturiere stanno cercando nuovi modi di offrire valore ai propri clienti. La Customer Loyalty risulta una priorità di marketing fondamentale per il 92% delle realtà intervistate. Nel lungo termine, la strategia per il 45% delle aziende è quella di puntare sulla differenziazione di prodotto e di servizio. L' abilità di risolvere i problemi dei clienti e di fornire migliori esperienze ha creato i presupposti per esplorare nuove strategie, come la " servitization " che consente il passaggio dall' offerta di beni e servizi all' offerta di sistemi integrati . In base a questo nuovo modello, l' abilità di integrare un complesso ecosistema di partner si rivela un fattore importante per il successo, contribuendo a rafforzare anche la fedeltà e la soddisfazione dei clienti. Con la progressiva connessione di fabbriche, prodotti e dipendenti, la Sicurezza It si posiziona oggi in cima alle priorità progettuali delle aziende manifatturiere, con l' obiettivo di proteggere i dati e i sistemi e rispettare la compliance normativa. In generale emerge un forte allineamento sulle prospettive dell' innovazione tra le tre principali aree aziendali (It, Marketing & Vendite e Servizio Clienti ) che vedono forte la necessità di una maggiore condivisione di dati e di integrazione tra le diverse aree di business. Il Cloud gioca un ruolo strategico nell' evoluzione delle infrastrutture It in quanto è fondamentale per la creazione di ambienti connessi e data-driven . Ma anche le tecnologie IoT vedranno crescere la loro importanza per l' innovazione dei processi produttivi e la raccolta e l' analisi di dati con impatti strategici sui modelli di business. It, Marketing e Servizi In base alla ricerca condotta da Idc, le aziende manifatturiere italiane mostrano la comune esigenza di migliorare la soddisfazione

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[§24679371§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

e l' esperienza dei clienti, ma anche di superare la mancanza di allineamento tra It e linee di business. In molti casi, inoltre, manca una cultura aziendale orientata all' innovazione. I dipartimenti It, nota Idc, continuano a essere alla ricerca di nuovi modelli infrastrutturali e architetturali per supportare workload sempre più data-intensive. Il rinnovo e l' evoluzione infrastrutturale si sta orientando verso modelli ibridi, già oggi esplorati da numerose aziende, che includono l' utilizzo contemporaneo di servizi on-premise, su cloud privati e pubblici. La sicurezza continua a ricoprire un ruolo chiave per la protezione di dati e sistemi. Inoltre, la progressiva adozione di nuove tecnologie, come il cloud, l' IoT, i big data e i device mobili, stanno caratterizzando anche la necessità di un rinnovo applicativo anche nelle aree dell' Erp e del Crm . L' allineamento e la collaborazione tra diverse aree di business si conferma una necessità fondamentale anche per i dipartimenti Marketing & Sales. I dati rimangono al centro delle strategie innovative del Marketing e delle Vendite delle aziende manifatturiere italiane. Per questo, le soluzioni maggiormente desiderate per una soluzione Crm strategica sono customer analytics, attività sui social media, viral marketing, sentiment analysis e forecast delle vendite. Le aziende manifatturiere non possono più rimandare gli investimenti in tecnologie innovative per l' area customer Support Service. Le attività di Service Management necessitano di essere connesse con le principali applicazioni aziendali. Al giorno d' oggi, però, non sempre i dati raccolti dal servizio di supporto o dalle interazioni sul campo con i clienti sono integrati e valorizzati in maniera idonea. Se non si forniscono i feedback e le informazioni raccolte dal servizio di assistenza sul campo agli altri sistemi interni all' azienda, si rischiano impatti negativi sulle vendite, sulle attività di marketing e in generale sulla soddisfazione dei clienti.

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[§24679372§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 10 Italia Oggi Industria 4.0

E che permette agli imprenditori di selezionare i vari candidati con conoscenze specifiche

L' algoritmo che premia le competenze aziendali

Il progetto, dal marketing ai media, è nato a Verona e si chiama BeyondTheBox

GAETANO COSTA

Si chiama BeyondTheBox. Al di là della scatola. Ed è un algoritmo che permette di individuare le competenze aziendali utili a manager e imprenditori. A selezionare i candidati per un' eventuale posizione aperta in un' impresa è l' intelligenza artificiale. Che premia la preparazione rispetto ai requisiti richiesti evitando possibili discriminazioni. L' idea è di una startup veronese che prende il nome dallo stesso progetto. A inventare BeyondTheBox è stata l' italocroata Aleksandra Maravic, che si è basata sull' esperienza personale. «Sono laureata, parlo sei lingue, ho lavorato in Cina e in Thailandia. Ho una lunga esperienza da export manager, ma quando andavo a un colloquio le domande erano sempre le stesse. Una in particolare: hai intenzione di avere figli? Nessuno sembrava considerare le mie vere competenze». In Italia ci sono oltre 5 milioni di pmi. E il 30% del tempo passato in ufficio viene utilizzato per cercare su internet come si fa un determinato tipo di attività per un' azienda. La startup veronese ha creato il primo servizio che utilizza l' intelligenza artificiale per mettere in contatto gli imprenditori con le competenze specifiche delle persone. Con l' obiettivo di aiutare le imprese. Il funzionamento, in tre passaggi, è spiegato sul portale della società. Primo: «Dicci di cosa hai bisogno formulando la tua domanda e attiva la ricerca. Non serve passare ore a cercare la persona che ti può aiutare o il corso da seguire». Secondo: «L' intelligenza artificiale troverà le competenze più adatte per rispondere alla tua domanda. Scegli quando vuoi fare la videochiamata tra le opzioni proposte». Terzo: «Incontra online la persona che ti aiuterà con le sue competenze. Il prezzo dipende solo dalla durata, scegli tu se 20 o 40 minuti. Fai tutte le domande che vuoi: è li per te». Il meccanismo è semplice: meno gusti personali, più criteri oggettivi. Con domande sull' età e sul sesso che vengono ritenute superflue. Quel che conta, secondo l' algoritmo elaborato dalla start-up, sono le competenze. «Il matching, l' abbinamento tra candidato e impresa, viene effettuato partendo da quel che una persona sa fare, più che ragionando in termini di requisiti o di posizione», ha detto Maravic al Corriere del Veneto. «È un approccio che aiuta le aziende», ha aggiunto l' imprenditrice. «Queste partono dalla ricerca di un profilo adatto per una posizione ben specifica, che magari non

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[§24679372§] giovedì 05 marzo 2020

Italia Oggi Industria 4.0

ci sarà più nel giro di qualche anno. Il nostro obiettivo è proporre una persona che potrà servire sempre». La start- up, attiva da pochi mesi, conta già 350 figure che offrono competenze in diversi ambiti: dal marketing ai media digitali, dalla programmazione software alla comunicazione, sino ai pareri legali. Anche secondo l' amministratore della società, Massimo Ciccarone, «i manager affrontano nuove attività per le quali non hanno le competenze, si demotivano e il risultato è sempre mediocre. In quel momento si passa a chiedere consulenze esterne che, anche a causa dell' urgenza, costano tanto e non sempre portano i risultati sperati». Per questo, ora, c' è l' algoritmo di BeyondTheBox. © Riproduzione riservata.

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[§24679373§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 1 Corriere della Sera Industria 4.0

L' esempio in Europa

FRANCESCO GIAVAZZI

A qualunque costo! Che cosa sarebbe accaduto all' euro se nel luglio 2012 , anziché dire che la Banca centrale europea avrebbe difeso l' euro «costi quel che costi», avesse annunciato un numero, una quantità anche immensa di acquisti di titoli pubblici? I mercati lo avrebbero messo alla prova e, speso quell' ammontare, alla Bce non sarebbero rimaste che due strade: perdere la propria reputazione e andare oltre il limite che aveva annunciato, oppure abbandonare l' euro. Qualunque strada avesse scelto, la moneta unica non ci sarebbe più. Analogo è oggi il problema di come usare il bilancio pubblico per far fronte all' epidemia del Covid-19. È sbagliato partire da un numero massimo di tagli di tasse e aumenti di spesa. Non sappiamo di quale intervento ci sarà bisogno per arginare l' effetto dell' epidemia sull' economia. Quando rallenterà la diffusione del contagio? Dovranno essere estese le zone rosse? Quanti Paesi, e quanto a lungo, proibiranno ai nostri imprenditori di viaggiare, frequentare le fiere, incontrare i clienti? Nessuno oggi lo sa. Il governo ha già annunciato misure per 3,6 miliardi di euro. Basteranno? Probabilmente no anche nelle ipotesi più ottimiste. Come si può pensare che un intervento che vale lo 0,2 per cento del Pil riesca ad arginare uno choc che ha fermato interi settori, dal tu rismo alle fiere, e intere province? Come nell' esempio della difesa dell' euro non bisogna annunciare un num ero, ma un obiettivo irrinunciabile. Innanzitutto, costi quel che costi, medici e ospedali devono essere posti in condizione di funzionare. Si chieda ai primari dei reparti di che cosa hanno bisogno e gli venga concesso nel più breve tempo possibile. I dipendenti di imprese che a causa dell' epidemia hanno visto svanire gli ordini devono essere protetti, che godano dei benefici della Cassa integrazione o no, che abbiano contratti a tem po definito o a tempo indeterminato. Idem per gli autonomi la cui attività non sia nella forma di una società a responsabilità limitata. Le tasse dovranno intanto essere rinviate nelle zone rosse e gialle, poi si vedrà. Le imprese non devono fallire a causa dell' epidemia: ciò significa ampia liquidità per far fronte alla caduta della produzione. In altre parole occorre evitare che allo choc all' offerta, causato dall' interruzione delle catene produttive (ad esempio perché il fornitore cinese di un pezzo essenziale non produce più), si sommi uno choc alla domanda, causato dalla caduta dei consumi privati, costi quel

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[§24679373§] giovedì 05 marzo 2020

Corriere della Sera Industria 4.0

che costi. La politica economica non è in grado di riparare uno choc all' offerta, ma di impedire che ad esso si sommi una caduta della domanda, questo sì. Gli Stati Uniti lunedì scorso hanno messo in campo la Banca centrale annunciando un taglio dei tassi di interesse. È stato un intervento contro-producente perché nessuno crede che con tassi di interesse ormai vicino a zero (o addirittura negativi nell' area dell' euro) la politica monetaria sia lo strumento da usare. Mi aspetto che a breve il presidente Trump annunci un grande programma fiscale, un intervento sulle tasse, simile nella dimensione a quello messo in campo da Barack Obama nella primavera del 200 9 e che valeva quasi 5 punti di Pil. Nell' eurozona un simile intervento dovrebbe essere deciso dall' Unione europea. Ma purtroppo siamo ancora lontani da poter attuare una politica fiscale comune. Il commissario europeo Paolo Gentiloni nell' intervista di ieri al Corriere ha fatto chiaramente intendere che Bruxelles non bloccherà interventi giustificati dalla gravità dello choc. Ma devono essere interventi realistici e mirati alla difesa e al rilancio dell' economia. Infine dovremmo ricordarci che le crisi offrono anche opportunità spesso non disponibili in tempi normali. Il piano fiscale straordinario che il governo si appresta ad annunciare dovrebbe essere accompagnato da qualche intervento strutturale. La Cassa integrazione in deroga potrebbe essere estesa stabilmente a tutti. C' è la difficoltà che alcuni lavoratori oggi non pagano il contributo che finanzia la Cassa. Si potrebbe pensare a una fase straordinaria in cui essi accedono ai benefici della Cassa anche senza avervi contribuito, seguita da un ritorno alla normalità in cui cominciano a pagare i contributi. Ma il punto che tutti hanno diritto a lla Cassa potrebbe essere acquisito. Rispondere alla crisi significa non solo difendersi ma anche puntare lo sguardo più avanti. I tanti progetti di semplificazione finiti nei cassetti dei ministeri potrebbero essere resuscitati. Nelle difficoltà di queste settimane si è capito quanto sia importante poter lavorare a distanza, dalle scuole, alle università, alle imprese. Per le aziende, e non sol o, questo si chiama «industria 4.0». Approfittare dell' emergenza per dare al Paese il segnale del quale ha bisogno: «Siamo pronti, a qualunque costo» a reggere all a crisi e, soprattutto, a ripartire.

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[§24679374§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 27 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

machine learning e AI

La sfida degli algoritmi va affrontata in base alla Costituzione

Oreste Pollicino

Il dibattito aperto qualche giorno fa sulle pagine di questo giornale dalle riflessioni di Alessandro Galimberti, che fa bene emergere i rischi e le opportunità di un processo che si apre alla dimensione algoritmica, può far sorgere un interrogativo di carattere più generale: quale rapporto tra diritto, diritti e intelligenza artificiale? Urge adottare nuove categorie giuridiche o applicare in via analogica quelle esistenti per fronteggiare le sfide del nuovo ecosistema ? Il bivio non è inedito, tutt' altro. A metà anni '90 il giudice Easterbrook si chiedeva, provocatoriamente, nel saggio "Cyberspace and the law of the horse" se fosse sufficiente applicare al mondo dei bit i principi giuridici del mondo degli atomi, e quindi rifarsi alla categoria unitaria del «diritto degli animali» o se, invece, fosse indispensabile un «diritto del cavallo», un law of the horse che rompesse con il passato dei principi generali del diritto, cosi come internet aveva di fatto stravolto lo status quo esistente. Il dilemma non può essere sciolto in modo semplicistico. L' ecosistema che fa capo all' intelligenza artificiale è molto più complesso rispetto alla logica binaria «nuove regole versus applicazione analogica di quelle esistenti». La domanda da porsi è quando e in che modo alcune forme di iniziativa economica, in ambito digitale, si trasformano, grazie alla tecnologia algoritmica, potere privato e, conseguentemente, quale strumentario offre oggi il diritto, e in particolare il diritto costituzionale, per reagire? Impossibile dare una risposta esaustiva, ma due riflessioni possono azzardarsi. La prima guarda ai rapporti transatlantici ed alla possibilità di applicare nei confronti delle grandi corporation digitali i diritti fondamentali previsti dalla carte costituzionali ed europee. Quindi un' applicazione orizzontale - tra privati - di diritti quali la libertà di espressione o la privacy a tutela degli individui e nei confronti dei (nuovi) poteri privati. Con riferimento allo scenario statunitense, la ragione alla base della resistenza alla accettazione di una efficacia orizzontale dei diritti previsti dalla Costituzione federale, a cominciare dal I Emendamento, si spiega perché l' architrave e, ancor prima, il terreno culturale che fa da humus al costituzionalismo statunitense è basato sui valori di liberty e individual freedom, fondamento dell' autonomia privata. Un tale humus rende di fatto impossibile l' attecchire della teoria di matrice tedesca dell' effetto orizzontale dei diritti fondamentali, che dopo aver preso il via dalla giurisprudenza, per l' appunto, delle corti tedesche a partire dagli anni '50, caratterizza oggi anche la giurisprudenza della Corte di giustizia dell' Unione europea che ha utilizzato, di fatto,

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[§24679374§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

gli articoli 7 ed 8 della Carta dei diritti fondamentali, in materia di privacy e protezione dati, quale arma nei confronti dei nuovi giganti del web. Quindi in Europa abbiamo un motivo in più, nel momento in cui si ha a che fare con una nuova sfida tecnologica come quella dell' intelligenza artificiale, per utilizzare le categorie e gli strumenti classici di tutela dei diritti fondamentali che possono essere applicati in una dimensione orizzontale, per contrastare i nuovi poteri privati. Si riparta dai fondamentali e dalla Costituzione. La seconda riflessione. Una volta (ri)scoperte attualità ed efficacia dell' arsenale costituzionale europeo in materia di diritti fondamentali nell' epoca dell' intelligenza artificiale, è necessario od opportuno pensare alla enucleazione, in ogni caso, di nuovi diritti che rafforzino la posizione (al momento assai debole) degli individui- utenti rispetto ai nuovi poteri (privati) nella società algoritmica? Sarei prudente sul punto. La previsione di nuovi diritti non sempre si traduce in una protezione più adeguata dei diritti in gioco, al contrario. L' inflazione di diritti può comportare anche una maggiore conflittualità e, alla resa dei conti, un abbassamento della tutela complessiva riconosciuta alla posizione (già debole, come si diceva) degli individui. Serve rafforzare non tanto la dimensione sostanziale (nuovi diritti aggiunti agli esistenti), ma procedurale della protezione agli utenti. Dimensione procedurale vuol dire affrontare la questione del data due process ai tempi dell' AI, in modo che i diritti al contradditorio, ad essere ascoltati, alla parità delle armi da un punto di vista procedurale, non vengano meno quando la posizione degli individui vada tutelata non nei confronti dei poteri pubblici, ma, dei nuovi, non meno intrusivi, poteri privati. Un esempio concreto: la Corte di giustizia ha creato ex novo nel 2014, un nuovo diritto: quello di essere dimenticati, o meglio «deindicizzati» dal motore di ricerca. Ma quid iuris rispetto alla dimensione procedurale del rapporto tra Google e utente? Si tratta di uno spazio che il diritto costituzionale può lasciare vuoto? Al contrario, qui deve intervenire il principio di data due process che dovrebbe essere la parola d' ordine della nuova forma di tutela dei singoli nell' era digitale. Principio che è già possibile enucleare, per esempio, dall' art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell' uomo (1950) e dal XIV Emendamento della Costituzione Usa (1868). Non è ancora tempo del «diritto del cavallo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679375§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Palazzolo (Avantune): 'Smart working sfida Paese'

Il Marketing & Sales Director: 'Lavoro agile chance di crescita ma serve un strategia nazionale di lungo periodo"

Elaborare un sistema del welfare del lavoro più ampio che faccia dello smart working la leva strategica per la crescita del business ma anche della 'cultura' aziendale . È la ricetta di Ezio Palazzolo, Marketing & Sales Director di Avantune , per far sì che il lavoro agile non sia solo uno strumento 'emergenziale' - con la diffusione del Coronavirus è aumentato il numero di imprese che ne fa uso - ma un asset su cui puntare nel lungo periodo. Avantune ha sviluppato Genialcloud, una business platform che contiene applicazioni in grado di abilitare immediatamente lo smart working, mettendo a disposizione servizi di conference call, di sharing documentale fino a timbrature a distanza. Palazzolo, in questo periodo di fa un gran parlare di smart working. Il timore però è che, una volta passata l' emergenza Coronavirus, il lavoro agile torni ad essere un tema di nicchia. Lei che idea si è fatto? Sgombriamo il campo da un equivoco. Lo smart working non è solo telelavoro abilitato dalla tecnologia, non significa solamente lavorare in luoghi diversi dagli uffici. È soprattutto una questione culturale e di modelli organizzativi che vanno a prediligere i parametri qualitativi delle attività svolte piuttosto che quantitativi. È chiaro che se non si fa questo sforzo culturale, si rischia che passata l' emergenza, tutto torni come prima. E allora? Detto che la diffusione del Coronavirus può avere effetti negativi sulla tenuta economica del Paese, quello che a mio avviso va messo in atto, proprio cogliendo l' opportunità che nasce da questa 'crisi', è un piano di orientamento strategico dove il lavoro agile, nel breve periodo, è in grado di contenere parzialmente gli effetti sulla produzione e, nel medio-lungo periodo, abilitare un nuovo modello di sviluppo più attento all' ambiente e al benessere dei cittadini. È un appello alle istituzioni? La politica ha una chance imperdibile per gestire in maniera 'smart' questa crisi. Le aziende hanno bisogno di regole certe e anche investimenti massicci su Industria 4.0 e PA digitale. A proposito di aziende, quali sono i settori già pronte alla svolta 'agile' o comunque i più avanzati? Più che di settori parlerei di attività lavorative. L' adozione dello smart working è certamente più agevole nelle unit che si occupano di servizi e amministrazione. Ma anche la manifattura potrebbe essere impattata favorevolmente. Penso alle attività di gestione dei dati fino a quelle di rilascio delle distinte passando per la gestione dei magazzini. Come funziona la piattaforma Genialcloud? Si tratta di una piattaforma in cloud in grado di abilitare immediatamente lo smart working perché non necessita di alcun investimento in tecnologie o infrastrutture. Tutti possono lavorare da remoto, attraverso qualsiasi browser e device, accedendo ai principali strumenti aziendali per svolgere il proprio da lavoro in qualsiasi luogo. Genialcloud permette la timbratura del cartellino e la gestione di spese, trasferte e rimborsi. Che tipo di altri

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[§24679375§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

servizi mette a disposizione? Rendiamo disponibile in cloud un completo gestionale per la contabilità, il controllo di gestione, gestione ordini e clienti. Inoltre la piattaforma consente di convertire documenti cartacei in file digitali con la scansione online, e di archiviare in sicurezza i documenti. Per quanto riguarda i dati, si fornisce un' accurata visione in tempo reale dell' andamento del business aziendale. L' utente può estrarre in autonomia le informazioni rilevanti da qualsiasi fonte di dati e visualizzarle attraverso viste, dashboard e report personalizzabili. Disponibili anche soluzioni per la comunicazione e videoconferenze, la creazione di documenti senza Office, la gestione dei progetti e dei processi approvativi tramite workflow e molto altro. Quali sono i vantaggi per chi adotta la soluzione? Soprattutto una maggiore produttività dato che i lavoratori portano a termine i propri compiti aziendali raggiungendo gli obiettivi prefissati, non essendo più vincolati da orari di ufficio e da spostamenti. Le aziende, poi, riducono drasticamente i costi di gestione e, anche in condizioni di emergenza, svolgono da remoto le principali attività di business mantenendo la fiducia dei clienti. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679376§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

Sanità digitale a portata di paziente, la best practice +VITA di Latina

Punta a una gestione innovativa delle cure per i malati cronici il programma adottato dalla Asl della città laziale. Nuove tecnologie e approccio integrato fra medici di famiglia e aziende sanitarie consentono una "presa in carico" dei pazienti più efficiente e sostenibile

Costruire un percorso di gestione della condizione cronica, orientato a fornire al paziente gli strumenti per mantenere ai migliori livelli la propria qualità di vita (coerentemente con l' evoluzione naturale della malattia). E' l' obiettivo del progetto +VITA, il programma dell' Azienda di Latina per la sanità digitale , che propone un nuovo modello di assistenza per i pazienti cronici della provincia attraverso una presa in carico precoce e un percorso integrato tra operatori ASL e Medicina generale. Indice degli argomenti L' impatto delle patologie croniche Su una popolazione di circa 574.000 persone (di cui per un 20% composto da over 65 anni), l' impatto delle patologie croniche interessa quasi 70.000 abitanti afferenti alla ASL di Latina. Scompenso cardiaco, BPCO e diabete, si considerano le malattie più frequenti presenti sul territorio. A differenza della malattia acuta, la patologia cronica non è guaribile, e le persone che ne risultano affette presentano spesso situazioni di comorbilità o multimorbilità, soprattutto con l' avanzare dell' età. Per tale ragione, il bisogno assistenziale del paziente cronico non è assimilabile all' episodio di acuzie , in cui l' azione deve essere rapida e puntuale; le patologie croniche necessitano di interventi strutturati e ripetuti nel tempo, da erogarsi nelle strutture territoriali collocate in prossimità al luogo di vita del cittadino, con una regolarità delle interazioni tra paziente e professionisti coinvolti, al fine di favorire quanto più possibile il rallentamento della progressione della malattia e garantire al paziente di mantenere la propria condizione di autosufficienza . La situazione che spesso si presenta, oggi, è rappresentata da una gestione non unitaria del problema di salute cronico del paziente : prevale infatti la tendenza a procedere per singoli interventi differenziati , portati da professionisti che non sono contatto tra di loro . Questo genera spesso un' inutile duplicazione delle prestazioni , oltre che la scomodità per il paziente (e per il sistema nel suo complesso) di terapie che appaiono troppo lunghe e complicate da gestire. Il risultato? Una mancata compliance da parte del paziente alle indicazioni terapeutiche e di cura, il che porta a un incremento degli episodi acuti della malattia che si traducono in ricorsi a Pronto Soccorso e ricoveri, e a un peggioramento complessivo della qualità della vita con una progressiva perdita di autonomia e crescita delle condizioni di disabilità. In presenza di tale situazione, si assiste ad una veloce progressione della condizione di salute della popolazione cronica in cui si diventa "grandi consumatori di prestazioni" del SSN . La sfida che si impone al sistema è quella di garantire la sostenibilità - nell' efficacia ed efficienza dell' erogazione delle prestazioni, e nella loro economicità - identificando precocemente gli stadi iniziali delle patologie, programmando

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[§24679376§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

azioni volte ad evitare non solo che le persone si ammalino, ma anche che chi è già malato ritardi la presenza di ricadute, aggravamenti e disabilità. L' obiettivo del programma +VITA Obiettivo del progetto è introdurre una visione innovativa della modalità di gestione e organizzazione dell' offerta dei servizi sanitari aziendali , attraverso la gestione del percorso di cura del paziente senza orizzonte temporale, che assicuri la presa in carico in ogni punto del sistema ponendo in connessione i professionisti mediante l' introduzione di soluzioni informatiche di condivisione dei dati. Un modello che va ad intervenire anche su logiche di educazione alla salute, consapevolezza della condizione di malattia e prevenzione attiva individuale, primaria e secondaria, orientato alla gestione delle cronicità , ma più in generale applicabile a tutti i percorsi di cura considerati programmabili. Con +Vita, l' Azienda ha l' obiettivo di dare significato e valore al concetto del "prendersi cura del proprio stato di salute " , determinando una modalità di cooperazione e collaborazione, oltre che di responsabilità congiunta, tra paziente, ASL e Medicina Generale affinché ciascuna parte si impegni nei confronti delle altre alla realizzazione delle azioni volte al raggiungimento del risultato finale: "avere a cura la propria salute". I 4 punti cardinali del programma Il progetto si basa su 4 elementi: il patto di cura, la gestione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA), l' integrazione ospedale-territorio, l' utilizzo della tecnologia. Il Patto di cura può essere definito come una sorta di "contratto" che il paziente sottoscrive con l' ASL e il MMG, in cui le parti si impegnano nel farsi carico della salute della persona, mediante azioni, servizi e prestazioni in linea con il bisogno socio-assistenziale del cittadino, il quale per primo dichiara la propria adesione al progetto, impegnandosi nel rispettare le condizioni espresse nel percorso clinico-assistenziale delineato, al fine di collaborare alla realizzazione del "prendersi cura del proprio stato di salute". WHITEPAPER Edge computing: come risolvere i problemi dei centri periferici in ogni fase del loro ciclo di vita? IoT L' Azienda ASL esprime un impegno in termini di programmazione e pianificazione dell' erogazioni di prestazioni medico-assistenziali , sulla base dei bisogni di cura indicati dal MMG. La Medicina Generale si propone non più come una medicina "di attesa", ma è chiamata a svolgere un ruolo attivo ( "medicina d' iniziativa" ) nella prevenzione delle cronicità, nella identificazione precoce del bisogno del paziente e nella definizione del miglior percorso di cura in relazione allo stato di gravità. Con +VITA, ASL Latina propone ai Medici di Medicina Generale uno strumento efficiente ed efficace , che li mette nella condizione di poter accompagnare al meglio i propri pazienti lungo il percorso di cura. Dal punto di vista informatico, fattore abilitante la realizzazione di +Vita è stato lo sviluppo di una piattaforma tecnologica dedicata , in grado di tracciare il percorso del paziente, a prescindere dal luogo di erogazione dell' assistenza, garantendo la condivisione delle informazioni e dei professionisti attorno alla persona con bisogno assistenziale. La piattaforma del progetto +Vita , in grado di integrarsi con i software della Medicina Generale, i sistemi della ASL e i sistemi regionali, traccia il percorso del paziente dal momento della presa in carico , all' erogazione del PAI, alla modifica delle condizioni cliniche dell' assistito nel tempo, e quindi offre una visione senza orizzonte

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[§24679376§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

temporale. Sulla Piattaforma, il MMG registra il paziente in uno o più PDTA (attualmente quelli attivi sono BPCO e Diabete Mellito) e, in relazione alle specifiche condizioni dell' assistito, personalizza il Percorso di Assistenza Individuale (PAI). Le prestazioni pianificate nel PAI vengono prenotate direttamente dal MMG tramite la Piattaforma : accedendo alle agende riservate +VITA messe a disposizione dall' ASL, vengono evitati al paziente numerosi vincoli burocratici . Inoltre, le prestazioni prenotate sono erogate nei centri più vicini al domicilio del paziente, limitando gli spostamenti suoi e del caregiver (se presente) per prestazioni a maggiore complessità solo ove necessario e nel rispetto dei tempi pianificati nel PAI. Un sistema di remind, generati automaticamente dalla Piattaforma , ricorda al paziente le attività previste nel PAI e al MMG le prenotazioni ed esami in scadenza che il proprio assistito deve compiere. Un team di infermieri specializzati organizzati in Centrali di Continuità Territoriali (CCT) affianca il paziente nella gestione del proprio percorso di cura attraverso attività di counseling su stili di vita e corretti comportamenti connessi al proprio stato di salute, oltre che di monitoraggio dell' andamento del percorso. L' integrazione della Piattaforma con i diversi sistemi informativi aziendali (ad es. ricoveri, accesi di PS), consente di monitorare l' aderenza del paziente al PAI e di tracciare il verificarsi di episodi di cura considerati estemporanei (ad es. un ricovero non previsto da PDTA, un accesso in Pronto Soccorso), così che sia il MMG che gli operatori ASL siano sempre informati. Allo stesso modo, è possibile seguire l' aderenza del paziente alla terapia indicata, monitorando la prescrizione dei farmaci nel tempo. Connected care per le aree disagiate Per facilitare l' accesso dei pazienti all' offerta sanitaria, accorciando le distanze , l' ASL di Latina ha dotato quattro poliambulatori del territorio (Ponza, Ventotene, Minturno, Cori) di postazioni di telemedicina acquistate nell' ambito del finanziamento ministeriale "Accorciamo le distanze", volto all' individuazione di soluzioni innovative (organizzative e tecnologiche) di ottimizzazione dell' assistenza sanitaria nelle isole e aree disagiate. Nelle aree caratterizzate da difficoltà di accesso, come le aree montane e le isole della Provincia, le postazioni di telemedicina consentono la rilevazione istantanea di tutta una serie di parametri del paziente che i professionisti possono condividere con gli specialisti dei centri a maggiore complessità per attività di teleconsulto e second opinion . Oltre alla gestione della cronicità, le postazioni consentono l' attivazione di protocolli in differenti discipline e ambiti di intervento. Le prime procedure attivate riguardano la disciplina cardiologica e la gestione di protocolli non in emergenza tra il poliambulatorio di Ponza e i centri cardiologici dei presidi ospedalieri di Latina e di Formia; mentre per l' isola di Ventotene la postazione di telemedicina ha consentito l' attivazione dell' ambulatorio di Medicina Generale in tele-consulto , in cui i pazienti dell' isola potranno recarsi presso il poliambulatorio isolano e collegarsi con il MMG situato sulla terraferma negli orari di ambulatorio predefiniti. Entrambi gli scenari attivati mostrano come la telemedicina tende a essere una nuova frontiera di erogazione dell' assistenza sanitaria , consentendo l' ampliamento dell' offerta di servizi anche in situazioni in cui i professionisti e professionista e paziente non si trovino nella stessa località. Benefici del

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[§24679376§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

modello +VITA Le nuove tecnologie sono il mezzo fondamentale per sviluppare le modalità di relazione e di servizio per l' assistito e gli operatori sanitari lungo tutte le fasi del percorso di salute: dall' accesso ai dati sanitari, alla fruizione dei servizi, fino ad arrivare al monitoraggio dello stato di salute, delle terapie e degli esiti, generando comportamenti preventivi basati anche sull' analisi di quelli storici . Guardando all' utilità del modello, +VITA porterà in linea generale a conseguire benefici per il paziente e il suo caregiver, in termini di: garanzia di un percorso di cura personalizzato, con certezza dei tempi e delle prestazioni; integrazione della risposta al suo bisogno clinico- assistenziale, con una rete di professionisti ASL coordinati con il suo MMG; accompagnamento all' evoluzione naturale della patologia, con un supporto clinico da parte (principalmente) del suo medico di fiducia e un supporto assistenziale con gli operatori della CCT; prossimità degli interventi previsti nel piano di cura, accedendo ai punti di offerta della ASL più vicini al proprio domicilio e/o luoghi di vita; semplificazione dell' accessibilità ai servizi e riduzione della burocrazia. Sono poi importanti e positive le ricadute sul sistema sanitario : l' Azienda ha in questo modo la possibilità di conoscere la domanda di assistenza della popolazione cronica autosufficiente , intercettata dalla medicina generale, a cui far corrispondere un programma di interventi e prestazioni appropriato e organizzato, adeguando la propria offerta di medio periodo con un potenziale impatto positivo in termini di riduzione delle liste d' attesa , oltre che pianificando per tempo gli interventi da porre in essere per garantire la copertura del fabbisogno. Attuare una gestione prevalentemente territoriale del percorso di cura del paziente cronico autosufficiente , incentrato sulla figura chiave del MMG (e con una pianificazione degli interventi secondo protocolli e procedure condivise tra i professionisti sanitari in termini di PDTA), per l' Azienda vuol dire anche poter orientare l' offerta specialistica alla gestione degli stadi complessi della condizione cronica. +VITA, lo sviluppo futuro Come detto, il fine del progetto +VITA è contribuire al miglioramento della salute delle persone portatrici di patologie croniche riducendo il "peso" dei percorsi terapeutici che grava sull' individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorando da un lato la qualità di vita della persona e, dall' altro, rendendo più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza, assicurando maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini. Con il programma +VITA, l' Azienda mette il cittadino-paziente al centro del sistema creando modelli organizzativi che favoriscano l' integrazione delle cure tra vari professionisti e abilitino l' empowerment del paziente. Proseguendo nel futuro (già immediato) con interventi che favoriscano una sempre maggiore semplificazione e modernizzazione dell' accessibilità ai servizi , prendendo anche spunto dalle soluzioni digitali presenti sul mercato (es. app elimina code). Ampliare il concetto di presa in carico e continuità assistenziale sino al domicilio del paziente, attraverso l' utilizzo di strumenti di telemedicina che ne consentono rilevazioni costanti di parametri connessi al proprio stato di salute e aprire le possibilità di tele-monitoraggio e la tele-visita da remoto. Mettere a fattore comune esperienze , best practices per uniformare comportamenti e risposte ai pazienti, attraverso la condivisione dei dati sanitari incentrati sulla persona e veicolati

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[§24679376§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

in un repository centralizzato. Il senso ultimo del programma +VITA è di un modello di servizio che, partendo dalla conoscenza del territorio di riferimento, costruisca servizi sempre più a portata di mano per il paziente. EVENTO Accresci la tua formazione professionale su Intelligenza Artificiale, Security, Internet of Things Blockchain Cloud @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679377§] mercoledì 04 marzo 2020

Agenda Digitale

Industria 4.0

Sorveglianza di massa in Cina, il modello che spaventa l' Occidente

Spyware nei cellulari, telecamere per il riconoscimento facciale, wi-fi sniffer. Si basa su un mix di tecnologie vecchie e nuove la grande rete voluta dal presidente Xi Jinping che punta a "spiare" 1,4 mld di abitanti. Il prezzo pagato alla privacy del nuovo Panopticon che spaventa il mondo

Un' immensa rete di sorveglianza copre le città cinesi e conferisce alla polizia poteri quasi illimitati. Conversazioni via smartphone, espressioni del volto, movimenti vengono controllati costantemente grazie a un potente sistema di tecnologie integrate gestite da applicazioni di Intelligenza artificiale . Ecco com' è realizzato uno dei più grandi apparati di spionaggio del mondo. Che agisce a scapito della privacy . E che non sarà facile fermare. Cina, prima al mondo per telecamere Sono anche i motivi per cui a febbraio la Commissione europea presentando il libro bianco sull' AI ha ribadito la necessità di evitare che si impongano, nella corsa tecnologica, modelli contrari ai principi fondanti dell' Europa. Già perché le città cinesi sono le più monitorate al mondo. La società di sicurezza Comparitech ha steso una classifica basata sul numero di telecamere a circuito chiuso ogni 1.000 persone : la Cina detiene il primato con otto delle prime 10 città più sorvegliate al mondo e l' apice si tocca a Chongqing, grande agglomerato urbano situato nel sud-ovest del paese dove confluiscono i fiumi Azzurro e Jialing. Nella graduatoria mondiale la Cina è seguita da Malesia e Pakistan, Usa, India, Indonesia, Filippine e Taiwan. Irlanda e Portogallo a fine elenco, Italia a metà. Le uniche due città non cinesi nella top 10 sono Londra al sesto posto e Atlanta negli Stati Uniti al n. 10 mentre tra le città cinesi, oltre a Chongqing al primo posto con quasi 2,6 milioni di telecamere , ovvero 168,03 per 1.000 persone; Shenzhen, nella provincia meridionale del Guangdong, è arrivata al secondo posto con 159,09 telecamere per 1.000 persone. Urumqi, nota capitale della regione autonoma cinese dello Xinjiang Uygur si è classificata al 14esimo posto, con 12,4 telecamere per 1.000 persone. Una fitta rete di scanner e fotocamere ricopre la maggior parte delle città cinesi. La complessa gamma di tecnologie di sorveglianza implementate in tutta la Cina ha suscitato un' attenzione diffusa ed una preoccupazione generale in varie parti del mondo. Il focus dei media internazionali Due giornalisti del New York Times, Paul Mozur e Aaron Krolik, hanno esaminato il modo in cui i vari strumenti di sorveglianza vengono combinati all' interno di un sistema integrato costantemente connesso, fatto di tecnologie miste, alcune all' avanguardia ed altre piuttosto datate. L' articolo, pubblicato a metà dicembre, descrive con ricchezza di particolari e riscontri video come queste funzionalità siano ormai diventate largamente disponibili per le Autorità di polizia di ogni livello e come i dati raccolti possano essere resi accessibili ad una una vasta gamma di terze parti sia pubbliche, per scopi di intelligence e sicurezza pubblica, che private , per scopi commerciali e di marketing. Il tutto, peraltro, attraverso pratiche di sicurezza del tutto assenti se

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non inadeguate. Scanner del telefono, tecnologia di riconoscimento facciale ed enormi database di volti e impronte digitali sono tra gli strumenti utilizzati. "I dati di ogni persona formano una traccia - ha riferito alla testata Agnes Ouyang, impiegata in ambito tecnologico di Shenzhen - che può essere utilizzata dal Governo e dai dirigenti delle grandi aziende per mettere in atto forme di controllo e direzione. Le nostre vite valgono come spazzatura". "Even for China' s police - si legge sul New York Times - who enjoy broad powers to question and detain people, this level of control is unprecedented. Tracking people so closely once required cooperation from uncooperative institutions in Beijing. The state-run phone companies, for example, are often reluctant to share sensitive or lucrative data with local authorities, said people with knowledge of the system". E anche: "Data from the Shijiachi [housing] complex was parked on an unprotected server. Details included 482 residents' identification numbers, names, ages, marital and family status , and records of their membership in the Communist Party. For those who used the facial- recognition cameras to enter and exit, it also stored a detailed account of their comings and goings". Ancora un passaggio: "Nearby networks were similarly unprotected. They held data from 31 residences in the area, with details on 8,570 people. A car-tracking system near Shijiachi showed records for 3,456 cars and personal information about their owners. Across China, unprotected databases hold information on students and teachers in schools , on online activity in internet cafes and on hotel stays and travel records" . Dati personali in mano alla polizia La polizia è stata autorizzata a divenire una sorta di custode indiscusso delle enormi quantità di dati personali, compresi i dati biometrici , dei suoi quasi 1,4 miliardi di persone . I lavoratori migranti, le minoranze, le voci contrarie al regime e i tossicodipendenti, sono tutti profilati. E i casi d' uso emersi indicano procedure inquietanti quanto discutibili sotto molteplici profili di legittimità: dalla profilazione di donne ipotizzate come dedite alla prostituzione sulla base dei soli check-in effettuati in più di un hotel in una notte, alle verifiche e le perquisizioni nelle abitazioni di coloro che vivono in alloggi sovvenzionati per assicurarsi che non prestino assistenza ed ospitalità a persone contrarie al regime o dedite al crimine. Edward Schwarck , uno studente che sta specializzandosi in sicurezza pubblica cinese presso l' Università di Oxford, ha approfondito il ruolo del ministero della Pubblica Sicurezza Cinese descrivendone lo sviluppo nel corso del tempo in chiave di intelligence. Le sue analisi hanno evidenziato come il ministero iniziò a riformare ed aggiornare le sue strutture di intelligence all' inizio degli anni 2000 con l' intento di ristabilire il "dominio dell' informazione" su una società sempre più fluida e tecnologicamente sofisticata, e hanno dimostrato come lo stesso si sia adattato allo sviluppo tecnologico trasformando ed adeguando alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie le proprie procedure di raccolta, analisi e diffusione delle informazioni fino a dare forma all' attuale sistema di intelligence di pubblica sicurezza. Secondo Schwarck "definire un modello simile come sistema di polizia basato sull' intelligence o sulle analisi predittive distoglie in realtà l' attenzione dal fatto che ciò che sta accadendo nello Xinjiang non riguarda affatto la polizia, ma una forma di vera

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e propria ingegneria sociale ". Tecnologie dell' intelligence cinese La sorveglianza in Cina è chiaramente molto più di una semplice telecamera. Sniffer WiFi (software utili a localizzare rapidamente un segnale WiFi attivo) e tracker di targhe sono costantemente puntati su auto e telefoni; il riconoscimento facciale si è spinto fino ai complessi abitativi e all' interno delle metropolitane. Paul Mozu r, in un tweet descrive il sistema di sorveglianza che combina una stazione BTS (che acquisisce automaticamente le informazioni del telefono) con telecamere di riconoscimento facciale. "The idea was to directly link face info to phone info as people walked by". Il video allegato mostra il processo ineludibile di acquisizione delle immagini. Trend AIOPs: come automatizzare l' intera catena del valore digitale? Scarica il white paper! "The fake base station is easy to miss. Two cameras capture people coming and going. When we asked, no one, not residents and not building management, knew what it did. The police just showed up one day and put it in". "I localizzatori telefonici sono ovunque in Cina. Spesso passano inosservati. Sono solo piccole scatole con antenne incastonate sotto installazioni di telecamere molto più intimidatorie", riferisce Mozur . Il controllo degli Uiguri Nello Xinjiang, dove la Cina ha "internato" 1 milione di Uiguri, il reporter del NYT, ha mappato i localizzatori telefonici presenti in uno dei quartieri della città vecchia di Kashga e ha trovato almeno 37 dispositivi su un' area di un chilometro quadrato in grado di registrare ogni arteria cittadina, comprese le pertinenze private delle abitazioni civili: "A Shaoxing alcuni tecnici incaricati hanno ricevuto il preciso compito di installare, nei pressi dei cancelli di ingresso, strumenti video di riconoscimento facciale" riporta Mozur. Il tutto con buona pace delle proteste e delle preoccupazioni rese palesi, non a caso, dai residenti coinvolti. Sempre su Twitter, Simon Rabinovitch dell' Economist ha mostrato alcuni esempi di come i distributori delle tecnologie di sorveglianza abbiano sviluppato sofisticate tattiche di marketing nel presentare i propri prodotti non solo al mercato cinese bensì globale. Ma le preoccupazioni sono forti. Preoccupazioni peraltro amplificate da un' analisi del Financial Times, che mostra come i gruppi cinesi esercitino un' influenza significativa nel definire gli standard internazionali in materia di tecnologia . Il rapporto descrive in dettaglio come società tra cui ZTE , Dahua e China Telecom stanno proponendo standard per il riconoscimento facciale all' International Telecommunication Union (ITU) delle Nazioni Unite , l' organismo responsabile degli standard tecnici globali nel settore delle telecomunicazioni. E IPVM, sito che si autodefinisce "autorità indipendente, leader a livello mondiale nel campo della videosorveglianza" ha ammonito: Yuan Yang con un articolo sul Financial Times intitolato Il ruolo dell' IA nella repressione della Cina sugli Uiguri, ha reso noto quanto emerso da una serie di documenti "riservati" interni al Partito Comunista, i "China cables". Ne è emerso un quadro dettagliato dei piani del Governo cinese nella regione di confine dello Xinjiang, dove sono stati arrestati circa 1,8 milioni di membri della minoranza musulmana del paese, gli Uiguri. Altrettanto ha fatto un report del Consortium of Investigative Journalism sui sistemi di repressione e sorveglianza usate dal governo cinese contro le minoranze musulmane dello Xinjiang: "La tecnologia è in grado di guidare una violazione sistematica dei diritti su scala industriale". La

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polizia, secondo i documenti pubblicati, userebbe una piattaforma chiamata Ijop (Integrated Joint Operation Platform) per raccogliere e classificare dati personali e informazioni catturate da molteplici sensori come spyware installati nei telefonini, Wi-Fi sniffers e videocamere TVCC dotate di riconoscimento facciale e visione notturna, installate in stazioni di servizio, posti di blocco, ma anche scuole e palestre. Tutti questi dati verrebbero quindi elaborati da sistemi di intelligenza artificiale per meglio identificare e mappare i residenti dello Xinjiang o contribuire in vario modo alla Dragnet cinese, ovvero il processo utilizzato dagli organi di polizia per rintracciare i sospetti criminali. L' uso di questa piattaforma non è peraltro nuovo. Già nel 2016 alcuni report ne avevano descritto le caratteristiche: l' Ijop sarebbe in grado di raccogliere e classificare informazioni molto dettagliate sulle persone indagate , compreso l' aspetto, l' altezza, il gruppo sanguigno, il livello di educazione, le abitudini e la professione. Il report offre dunque una finestra senza precedenti sulla sorveglianza di massa nello Xinjiang. Il controllo della comunità musulmana Nel report si parla inoltre di un' applicazione diffusa tra i musulmani chiamata Zapya, nota in cinese come Kuai Ya. Zapya, sviluppata da DewMobile Inc ., consente agli utenti di smartphone di inviare video, foto e altri file direttamente da uno smartphone all' altro senza essere connessi al Web (con ciò rendendola popolare in quelle aree in cui il servizio Internet è scarso o inesistente) e apparentemente incoraggia gli utenti a scaricare il Corano e condividerne gli insegnamenti religiosi con i propri cari. "I cinesi hanno aderito ad un modello di sorveglianza basato sulla raccolta dei dati in larga scala, e che grazie all' intelligenza artificiale sarebbe in grado di prevedere in anticipo dove potrebbero verificarsi possibili reati - ha commentato James Mulvenon, direttore dell' Integrazione dell' intelligence presso SOS International, esaminando i documenti del governo cinese -. Quindi, con questo sistema, gli organi di polizia rintracciano in maniera preventiva tutte le persone che utilizzano o scambiano dati sospetti , prima ancora che abbiano avuto la possibilità di commettere effettivamente il crimine". L' autodifesa del governo cinese Il governo cinese ha bollato i report e i resoconti giornalistici come "pura invenzione e fake news". In una nota, l' ufficio stampa del Governo cinese ha dichiarato: "Non esistono 'campi di detenzione' nello Xinjiang. Sono stati istituiti centri di istruzione e formazione professionale per la prevenzione del terrorismo". Una "missione" talmente "necessaria" da aver indotto Pechino a chiedere fondi di finanziamento alla stessa Banca Mondiale , secondo il rapporto pubblicato dal sito americano Axios . Secondo i documenti visionati da Axios, i prestiti chiesti alla Banca Mondiale erano volti all' acquisto della tecnologia di riconoscimento facciale da utilizzare nella regione nord-occidentale dello Xinjiang in Cina. Per l' istituto bancario mondiale tali fondi non sono mai stati erogati. Lo Xinjiang ha una popolazione di circa 22 milioni, 10 dei quali di etnia uigura che salgono a 12 considerando le altre minoranze turco-musulmane. Ad oggi, pur non disponendo di numeri ufficiali, sarebbero oltre un milione gli Uiguri detenuti nei "campi di rieducazione e addestramento" della regione. Tale misura viene giudicata necessaria dal Consiglio di Stato , il supremo organismo amministrativo della Repubblica Popolare

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cinese, per "rimuovere il tumore maligno del terrore e dell' estremismo che minaccia le vite e la sicurezza della gente, custodire il valore e la dignità delle persone, proteggere il diritto alla vita, alla salute, allo sviluppo, e per assicurare il godimento di un ambiente sociale pacifico e armonioso". Ma sul punto merita di essere evidenziato come il Parlamento Europeo con una Risoluzione approvata il 19 dicembre scorso abbia fermamente condannato le pratiche repressive e discriminatorie messe in atto dal governo di Pechino nei confronti degli uiguri e delle persone di etnia kazakha. I deputati hanno chiesto alle autorità cinesi di garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang per valutarne la situazione. Secondo gli europarlamentari è essenziale che l' Ue sollevi la questione della violazione dei diritti umani in Cina in ogni dialogo politico con le autorità cinesi ed hanno chiesto al Consiglio di adottare sanzioni mirate e di congelare i beni, se ritenuto opportuno ed efficace, contro i funzionari cinesi responsabili di una grave repressione dei diritti fondamentali nello Xinjiang . Il sistema Xue Liang «Xue Liang», ovvero «Occhio di falco» è il nome del programma di videosorveglianza a tappeto del presidente Xi Jinping e di Pechino. Un network di sorveglianza onnipresente, totalmente connesso che comprende progetti di videosorveglianza di massa che incorporano la tecnologia di riconoscimento facciale compreso quello emozionale ; software di riconoscimento vocale in grado di identificare gli altoparlanti durante le telefonate; e un programma ampio e invadente di raccolta del DN A. Gli operatori di telefonia in Cina hanno oggi l' obbligo di registrare le scansioni facciali di chi compra un nuovo numero di telefono o un nuovo smartphone poiché come dichiarato a settembre dal ministero cinese dell' Industria e dell' information technology una tale decisione mira "a tutelare i diritti legittimi e gli interessi dei cittadini online". Il Great Firewall cinese blocca decine di migliaia di siti Web oltre a fungere da strumento di sorveglianza. Non ultimo il sistema nazionale di credito sociale (un insieme di «modelli» per verificare l'«affidabilità» delle persone associandole a un punteggio e a blacklist) inteso a valutare "e dunque prevenire" la condotta di ogni cittadino cinese in ogni ambito dall' accesso al credito alla tendenza alla commissione dei crimini. L' utilizzo dei big data I big data costituiscono la risorsa inestimabile per fare tali previsioni . I funzionari possono attingere a questa capacità per gestire crimini, proteste o impennate dell' opinione pubblica online. Un network quindi dove la repressione del crimine va di pari passo con l' analisi di polizia predittiva e la censura con la propaganda: coloro che esprimono opinioni non ortodosse online possono diventare soggetti di attacchi personali mirati nei media statali. La sorveglianza e l' intimidazione sono ulteriormente integrate da una vera e propria coercizione, tra cui visite di polizia, arresti, "confinamenti rieducativi". Il nuovo Panopticon: non solo cinese L' origine dell' odierno Panopticon cinese e la sua inarrestabile evoluzione non sono altro che il risultato di un' accelerazione resa possibile dalla grande trasformazione tecnologica del paese (e con essa la nuova straordinaria capacità di raccogliere dati biometrici da parte di Pechino). Il «sistema dei crediti sociali» rappresenta solo uno dei tanti aspetti oscuri e distopici dei piani di ingegnerizzazione sociale in Cina. Se infatti da una parte i crediti sociali

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mirano a creare una società basata sulla fiducia dove però cosa è virtuoso e morale lo decide il partito comunista, un' ulteriore «griglia sociale» sarà stabilita dalle smart city , a loro volta governate socialmente attraverso crediti sociali e capacità tecnologiche che consentono raccolta ed elaborazioni di dati continua. La diffusione della sorveglianza, in particolar modo applicata all' AI , continua senza sosta . E se Il suo utilizzo da parte di regimi autoritari per progettare repressioni contro popolazioni mirate ha già suonato campanelli d' allarme, tuttavia anche in paesi con forti tradizioni di stato di diritto, l' IA fa sorgere problematiche etiche fastidiose ed urgenti . Un numero crescente di stati nel mondo oltre alla Cina sta implementando strumenti avanzati di sorveglianza dell' IA per monitorare, rintracciare e sorvegliare i cittadini per raggiungere una serie di obiettivi politici: alcuni legali, altri che violano palesemente i diritti umani e molti che cadono in una via di mezzo oscura. Questo è il quadro descritto da Carnegie Endowment for International Peace , uno dei più antichi e autorevoli think tank statunitensi di studi internazionali. "La tecnologia legata alle società cinesi - in particolare Huawei, Hikvision, Dahua e ZTE - fornisce la tecnologia di sorveglianza dell' IA in 63 paesi, 36 dei quali hanno aderito alla Belt and Road Initiative cinese" afferma il Rapporto. Oltre alle società cinesi, la giapponese NEC fornisce la tecnologia di sorveglianza dell' IA a 14 paesi e IBM in 11 paesi, secondo il rapporto Carnegie. "Anche altre società con sede in democrazie liberali - Francia, Germania, Israele, Giappone - svolgono un ruolo importante nel proliferare di questa tecnologia". Tutti questi paesi, evidenzia il Rapporto " non stanno però adottando misure adeguate a monitorare e controllare la diffusione di tecnologie sofisticate collegate a una serie di importanti violazioni". Gli esperti esprimono preoccupazione in merito ai tassi di errore del riconoscimento facciale e all' aumento dei falsi positivi per le popolazioni minoritarie . Il pubblico è sempre più consapevole dei pregiudizi algoritmici nei set di dati di addestramento di AI e del loro impatto pregiudizievole sugli algoritmi di polizia predittiva e altri strumenti analitici utilizzati dalle forze dell' ordine. Anche applicazioni IOT benigne - altoparlanti intelligenti, blocchi di accesso remoti senza chiave, display con trattino intelligente per autoveicoli - possono aprire percorsi problematici alla sorveglianza . Le tecnologie pilota che gli Stati stanno testando ai loro confini - come il sistema di riconoscimento affettivo di iBorderCtrl - si stanno espandendo nonostante le critiche che si basano su scienza difettosa e ricerca non comprovata. Inevitabilmente sorgono le domande inquietanti sull' accuratezza, correttezza, coerenza metodologica e impatto pregiudizievole delle tecnologie di sorveglianza avanzate. Tecnologia e progresso sostenibile Una volta apprezzata la crescente ubiquità degli algoritmi e le loro potenzialità nel bene come nel male, e una volta compresa l' urgenza del tema, la necessità di pensare in modo critico e consapevole sui sistemi di sorveglianza e certo sugl i algoritmi di AI in generale diventa evidente . Non servono, però, approcci solo teorici o peggio solo distopici. Parlando di intelligenza artificiale - ci riferiamo a qualcosa che in realtà ha zero intelligenza e zero semantica: il significato e il senso lo danno le persone. Che si parli di stato totalitario o di sorveglianza di massa piuttosto che di monopolio

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digitale e di capitalismo di sorveglianza , il solo discrimine e la vera ricchezza tra ciò che ci consentirà o meno di guidare consapevolmente ed efficacemente il percorso verso un progetto umano sostenibile e la necessaria riconciliazione tra l' umanità e lo sviluppo tecnologico, dipende in primis dall' uomo stesso. Se la strategia cinese mira al controllo totalitario della propria società e al predominio in campo scientifico entro il 2030 , quella russa si concentra sulle applicazioni in materia di intelligence e d' altra parte, negli Stati Uniti, il modello liberista ha creato una biforcazione tra settore pubblico e privato, in cui i colossi tecnologici della Silicon Valley puntano alla mercificazione deregolata delle opportunità tecnologiche. E, ancora oggi, il ruolo dell' Unione europea nell' ecosistema digitale globale è in gran parte ancora da decidere. " E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce " come ha tradotto dal greco neotestamentario Giacomo Leopardi in epigrafe a La ginestra o il fiore del deserto. Accresci la tua formazione professionale su Intelligenza Artificiale, Security, Internet of Things @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679378§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 22 Italia Oggi Industria 4.0

Tim e Google Cloud: al via la partnership strategica

È arrivato l' accordo fra Tim e Google Cloud per una collaborazione tecnologica congiunta preannunciato dal protocollo d' intesa firmato nel novembre scorso tra le due società. Tim e Google Cloud hanno concordato di lavorare assieme alla creazione di servizi di cloud pubblico, privato e ibrido per arricchire l' offerta di servizi tecnologici di Tim. L' operatore guidato da Luigi Gubitosi punta a un' accelerazione nella crescita dei suoi ricavi da questo tipo di servizi con l' obiettivo di raggiungere 1 miliardo di euro di fatturato e 0,4 miliardi di euro di ebitda entro il 2024. «Questa partnership strategica con Google colloca Tim come punto di riferimento in Italia nel cloud ed edge computing», ha dichiarato Gubitosi, «due mercati che saranno sempre più importanti con la progressiva implementazione del 5G e dell' intelligenza artificiale. Scegliendo di unire le nostre forze con un leader tecnologico e innovativo riconosciuto a livello mondiale confermiamo il nostro impegno a promuovere e accompagnare il progresso digitale del Paese». L' edge computing, espressione meno conosciuta rispetto all' ormai noto cloud, indica l' elaborazione ai margini della rete, più vicina ai punti in cui viene prodotta. «Siamo orgogliosi di questa partnership con Tim che permetterà di aiutare i clienti in Italia ad accelerare la loro trasformazione digitale», ha detto Thomas Kurian, ceo di Google Cloud. In base ai nuovi accordi, le due società implementeranno iniziative congiunte per supportare le aziende italiane, di tutte le dimensioni e di tutti i settori, a sfruttare più rapidamente i vantaggi delle tecnologie cloud. La pubblica amministrazione, spiega una nota, e i servizi governativi potranno affidarsi a Tim come fornitore di infrastrutture e servizi cloud in grado di offrire controllo locale sui dati e il supporto della società come partner privilegiato anche per tutti i servizi professionali. Sono confermati gli investimenti previsti da Tim per l' innovazione e la realizzazione di nuovi, moderni Data Center, nonché lo sviluppo di nuove competenze in ambito cloud anche tramite assunzioni e un esteso piano di formazione che coinvolgerà 6 mila persone nelle aree commerciale, prevendita e tecnica. © Riproduzione riservata.

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[§24679379§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Tim-Google Cloud, si parte: servizi innovativi per aziende e PA

Siglato l' accordo ufficiale. La telco punta ad accrescere i propri ricavi da servizi tecnologici. Obiettivo: 1 miliardo di euro entro il 2024. Investimenti in nuovi data center, assunzioni e formazione di 6mila persone

Creazione di innovativi servizi di cloud pubblico, privato e ibrido per supportare le aziende italiane e la PA a sfruttare più rapidamente i vantaggi della "nuvola": è questo l' obiettivo dell' accordo siglato ufficialmente oggi da Tim e Google Cloud e che fa seguito al Memorandum of Understanding annunciato lo scorso novembre . Per Tim si apre dunque la sfida dei servizi tecnologici a valore , sfida che punta a obiettivi sfidanti anche sul fronte dei ricavi oltre che su quello dell' offerta. L' azienda capitanata da Luigi Gubitosi ha infatti annunciato che il fatturato del segmento "tech" mira a raggiungere il miliardo di euro e 400 milioni di Ebitda entro il 2024 . "Questa partnership strategica con Google colloca Tim come punto di riferimento in Italia nel Cloud ed Edge computing, due mercati che saranno sempre più importanti con la progressiva implementazione del 5G e dell' Intelligenza Artificiale - commenta l' Ad di Tim Luigi Gubitosi - . Scegliendo di unire le nostre forze con un leader tecnologico e innovativo riconosciuto a livello mondiale confermiamo il nostro impegno a promuovere e accompagnare il progresso digitale del Paese". E da parte sua Thomas Kurian, ceo di Google Cloud esprime la massima soddisfazione per una partnership "che permetterà di aiutare i clienti in Italia ad accelerare la loro trasformazione digitale". In base ai nuovi accordi, le due società daranno il via a iniziative congiunte di go-to- market per supportare le aziende italiane, di tutte le dimensioni e di tutti i settori - puntualizzano le due aziende - a sfruttare più rapidamente i vantaggi delle tecnologie cloud. E la nuova offerta sarà a disposizione anche della pubblica amministrazione, servizi governativi inclusi , che potranno dotarsi di infrastrutture e servizi cloud i"n grado di offrire controllo locale sui dati e il supporto di Tim come partner privilegiato anche per tutti i servizi professionali", spiega l' azienda. David Orban: il massimo esperto di tecnologie esponenziali, in streaming solo l' 11 marzo Gli ingegneri di Tim e Google Cloud lavoreranno a stretto contatto per creare soluzioni altamente innovative specificamente pensate per il mercato italiano. Confermati, inoltre, gli investimenti da parte di Tim per la realizzazione di nuovi Data Center , nonché lo sviluppo di nuove competenze in ambito cloud anche tramite assunzioni e un esteso piano di formazione che coinvolgerà 6.000 persone nelle aree commerciale, prevendita e tecnica. Google Cloud parteciperà da parte sua con Tim all' apertura di nuove "regioni" Cloud . La partnership con Google Cloud permetterà inoltre a Tim di rafforzare il proprio ruolo a supporto del processo di innovazione tecnologica delle aziende italiane," in un contesto - spiega l' azienda - in cui le tecnologie innovative quali Cloud, 5G, Internet of Things (IoT) e intelligenza artificiale

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[§24679379§] mercoledì 04 marzo 2020

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

(AI) assumeranno un ruolo centrale per la competitività delle aziende e lo sviluppo complessivo del sistema Paese". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679380§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

«Più investimenti pubblici e liquidità per le imprese»

Le proposte di Confindustria. Nel documento presentato a Conte un piano europeo da 3mila miliardi per le infrastrutture, semplificazioni, incentivi al lavoro giovanile e Sud

Nicoletta Picchio

Roma Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture in Italia e in Europa, da realizzare immediatamente, con un piano straordinario triennale e con una dote finanziaria nella Ue da oltre 3mila miliardi di euro, ricorrendo agli eurobond. Azione urgente di sostegno al credito, per dare più liquidità alle imprese. E poi semplificazioni burocratiche; incentivi all' occupazione giovanile; stimoli agli investimenti privati, potenziando gli incentivi fiscali, con misure specifiche per il Mezzogiorno. Sono i punti principali del documento, 7 pagine, che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha presentato ieri al tavolo convocato dal governo con le parti sociali, presente il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La premessa è che «l' impatto sull' economia sarà rilevante se la situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con strumenti non convenzionali» è scritto nelle prime righe. Deve essere «il momento dell' ambizione e del coraggio», di un «whatever it takes della politica economica» dice il testo riprendendo le parole dell' ex presidente Bce, Mario Draghi; occorre «un' ampia convergenza nazionale tra forze politiche, governo, istituzioni territoriali e parti sociali», evitando «allarmismi infondati e percezioni errate nella comunicazione» arrivando presto ad una normalizzazione per evitare effetti depressivi. La crescita è in serio pericolo: se questa occasione non verrà colta «si correrà il rischio che le traiettorie economiche e sociali dei paesi Ue divergano in maniera insostenibile». Confindustria indica un piano «massivo e straordinario» che si snodi su sei grandi assi, di cui i primi tre, investimenti pubblici in Italia e in Europa, liquidità per le imprese, sono particolarmente urgenti e da realizzare immediatamente. Occorre per gli investimenti un piano straordinario triennale come motore della crescita, aprire tutti i cantieri, ricorrendo a commissari straordinari, come per il ponte Morandi, e costituendo task force specializzate per sostenere le Pa, accelerare i tempi e favorire il coordinamento. Il piano triennale si deve inserire in un altrettanto «ambizioso piano di rilancio Ue», priorità da decidere con un Consiglio europeo straordinario, per infrastrutture transnazionali, con oltre 3mila miliardi di risorse, emettendo eurobond a 30 anni garantiti dalle infrastrutture stesse. Per la liquidità alle imprese, aspetto su cui ha insistito anche l' Abi, va potenziato il Fondo di garanzia innalzando l' importo massimo garantito a 5 milioni per tutte le operazioni; consentire alle imprese di dilazionare in 10 anni il pagamento dei debiti tributari; surrogare i mutui o i contratti di leasing con nuove linee di credito; favorire l' investimento dei fondi pensione in capitale e debito di Pmi, mid cap e infrastrutture.

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[§24679380§] giovedì 05 marzo 2020

Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

Occorre un programma triennale di semplificazioni, per attrarre investimenti, specie per favorire la transizione energetica. Per l' occupazione giovanile va favorito l' apprendistato, magari creando una formula che favorisca l' inserimento degli studenti degli Istituti tecnici (sgravio totale per chi assume per 5 anni, a condizione di sostenere gli Its). Infine un piano d' azione per attrarre gli investimenti privati, italiani ed esteri, con misure fiscali, societarie e finanziarie. Per il Sud va potenziato il credito d' imposta e realizzato il Piano Sud 2030. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679381§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 32 Corriere della Sera Lavoro e Previdenza

I conti

Amplifon, la spinta dei ricavi Nel 2019 balzo del 27% Utili record a 132 milioni

Daniela Polizzi

Amplifon chiude un altro esercizio di crescita record, il quinto consecutivo, con ricavi in aumento del 27,1% a 1,732 miliardi e un margine operativo lordo che ha superato la soglia psicologica dei 300 milioni. «Cresciamo più del mercato globale che vale 15 miliardi ma che è aumentato tra il 4 e il 5%. Il traino è venuto dalle acquisizioni, 30 le maggiori degli ultimi vent' anni, ma anche dagli investimenti per lo sviluppo dei negozi», dice Enrico Vita, il ceo che nel 2015 ha preso le redini della multinazionale italiana dei dispositivi per l' udito che raccoglie circa l' 82% del fatturato all' estero attraverso 11mila negozi. E che piace agli investitori esteri visto che ormai i fondi pensione e gli asset manager internazionali rappresentano il 75% del flottante. Larga parte - circa il 30% delle azioni in Borsa - è nel portafoglio di istituzionali Usa. Il board ha proposto ieri un dividendo di 16 centesimi di euro, in aumento del 14,3% rispetto al 2018, con un pay-out pari al 33% dell' utile netto consolidato rettificato di 114,2 milioni (132,7 milioni quello corrente). La generazione di cassa operativa è salita a 260 milioni. Anche il titolo di un campione del made in che spesso resiste a tutte le tempeste, ieri ha subìto l' effetto dello stop dell' attività innescato dai timori per il Covid-19. In Borsa il titolo ha chiuso con un -4,22%. Ma la società della famiglia Holland - fa notare Vita - cavalca trend secolari come l' invecchiamento della popolazione e il 2020 è partito bene».A gennaio il gruppo ha comprato per 55 milioni di dollari australiani la Attune (55 negozi). In diminuzione i debiti netti, scesi a 786,7 milioni dagli 840 milioni di un anno fa, quando il gruppo ha comprato la spagnola Gaes per circa 530 milioni, la più grande acquisizione mai realizzata.

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[§24679382§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 20 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

Aspi cresce in India Gavio all' offerta su Brisa

Grandi manovre all' estero per Aspi-Autostrade per l' Italia e il gruppo Gavio. La controllata di Atlantia sta infatti partecipando a una gara per la gestione di alcune infrastrutture in India, mentre Gavio (alleato al fondo di private equity Ardian) è in lizza per conquistare le autostrade portoghesi. Secondo indiscrezioni, a breve dovrebbe infatti essere comunicato il risultato della gara tramite la quale stanno per essere assegnati tre lotti autostradali in India eredità del fallimento del gruppo finanziario indiano Il&Fs. Secondo i media locali, Autostrade (attraverso la sua controllata Indian Infrastructure Development) sarebbe favorita per aggiudicarsi la gestione dell' autostrada Pune Sholapur Road, asset di circa 100 chilometri nello stato del Maharashtra con un Ebitda di 15 milioni. In Portogallo, sono invece attese per il prossimo 31 marzo le offerte vincolanti per il controllo delle autostrade Brisa. A vendere sono il gruppo finanziario Arcus Infrastructure Partners e l' imprenditore José de Mello. Il gruppo Gavio presenterà un' offerta con l' alleato Ardian e con l' assistenza di Mediobanca. Tra gli altri gruppi in lizza ci sono il fondo pensione olandese Apg, l' operatore iberico Globalvia e anche Abertis. (C.Fe. )

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[§24679383§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 6 Il Messaggero Lavoro e Previdenza

Il sostegno all' economia

Boccia: «Serve più credito le Pmi sono senza cassa» Dal governo Cigs allargata

Tutte le proposte anti -choc di Confindustria Conte: «Chiederemo più flessibilità alla Ue» Secondo le stime della società ARisk la liquidità delle imprese più colpite finisce in soli 15 giorni

IL FOCUS ROMA Confindustria scende in campo per scongiurare il baratro e sollecitare una risposta «immediata» e massiccia contro l' effetto coronavirus. È «il momento per l' economia italiana ed europea di un whatever it takes della politica economica», ha detto ieri Vincenzo Boccia al governo snocciolando una serie di proposte di interventi necessari per sostenere le imprese. Due le priorità. Agire sullo sblocco delle infrastrutture in chiave italiana ed europea finanziandole con eurobond. Ma anche agire sul credito necessario alle imprese potenziando il Fondo di garanzia e utilizzando la dote degli immobili aziendali. Una chiamata a raccolta anche per le banche, peraltro già pronte, dice l' Abi, a fare la loro parte. Del resto, non c' è tempo da perdere. A poco più di 10 giorni dall' inizio dell' emergenza italiana partita da Codogno c' è una domanda che più di tutte assilla il mondo delle imprese, sia la parte congelata nella zona rossa sia quel pezzo di economia, in particolare turismo e servizi, immobilizzata dal virus: quanti giorni si può resistere a fatturato zero o poco più? Quanto ossigeno consente la liquidità in cassa? Bastano 15 giorni di stop produttivo calcola la società ARisk per lasciare a secco le pmi. Una sorta di stress test studiato dalla start-up fondata e presieduta da Giuseppe Vegas, l' ex presidente della Consob, capace di misurare il rischio di credito e operativo che non risparmia nemmeno le aziende più grandi. Nel dettaglio, secondo l' algoritmo creato da ARisk applicato a 245 Pmi del lodigiano, in 15 giorni le aziende con fatturato da 1 a 5 milioni hanno bruciato in media 103.000 euro di cassa, mentre quelle tra 5 e 10 milioni di giro d' affari hanno bruciato finanza per 300.000 euro e quelle tra 10 e 15 milioni hanno visto andare in fumo 450.000 euro. Risultato? La deadline per le big sale a 44 giorni (con 1,3 milioni di casa assorbita), rispetto ai 50 giorni di soglia cruciale per le imprese medie (con 1,1 milioni andati in fumo). Numeri impressionanti, che fanno ben comprendere gli effetti che può avere uno stop ai flussi di liquidità anche per le imprese fuori dalla zona rossa, ma colpite ugualmente da cali del fatturato tra il 90 e il 100%: agenzie di viaggio, alberghi, cinema, teatri, ma anche imprese dell' export che stanno accusando il colpo. «Calcoli di questo tipo dovrebbero essere alla base delle risposte del governo per far fronte all' emergenza economica», ha commentato Vegas. Servono «misure per far riprendere la produzione a regime nella seconda parte dell' anno su base continuativa»: incentivi fiscali alla produzione e fondi rotativi per supportare il flusso di cassa e il circolante delle imprese. «Non basta uno stop alle incombenze fiscali più vicine». Intanto il premier Giuseppe Conte è pronto a «chiedere all' Ue tutta la flessibilità necessaria». E il governo prepara il suo secondo decreto.

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[§24679383§] giovedì 05 marzo 2020

Il Messaggero Lavoro e Previdenza

All' interno ci saranno indennizzi per le imprese che hanno avuto un crollo di ricavi di almeno il 25% (nella zona rossa) e estensione della Cig per tutte le imprese, anche quelle con meno di sei dipendenti. Ecco perché Confindustria chiedere all' esecutivo un «chiaro indirizzo nell' allocazione delle risorse». Per gli industriali intervenuti ieri all' incontro con governo e sindacati con tanto di documento è «indispensabile un' ampia convergenza» tra «forze politiche, governo, istituzioni territoriali e parti sociali». Bisogna agire subito compensando il calo della domanda privata con investimenti pubblici in settori come le infrastrutture, spiega Boccia. AGIRE SUBITO Agire «in chiave straordinaria» e farlo anche subito. Di qui la necessità di un piano triennale, anche per realizzare le opere già programmate, con la nomina di commissari straordinari e una task force interdisciplinare. Un programma da inserire in «uno altrettanto ambizioso a livello europeo» da 3 mila miliardi di investimenti in 10 anni, «finanziabili con eurobond». Aprire il rubinetto del credito alle imprese significa invece potenziare il fondo di garanzia nell' importo e nel raggio di azione, ma Confindustria chiede anche dilazioni fino a dieci anni dei debiti tributari per le imprese in difficoltà. E ancora «la possibilità di surrogare gli attuali mutui o contratti di leasing con nuove linee di credito garantite da immobili aziendali e con una prospettiva trentennale» sempre con il supporto del Fondi di garanzia, ma anche favorire l' investimento dei fondi pensione in capitale e debito delle Pmi. Per il resto, all' Italia serve un programma di semplificazioni per attrarre investimenti, tra fisco, ambiente ed energia; incentivi all' occupazione giovanile; e stimoli agli investimenti privati, anche con incentivi fiscali. Solo così l' Italia «dimostrerà la sua capacità di reazione», osserva Boccia. Roberta Amoruso © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§24679385§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 28 Italia Oggi Lavoro e Previdenza

brevi

«Il diffondersi della situazione di emergenza legata al Coronavirus impone anche per i processi tributari il rinvio di ufficio delle udienze già fissate nonché una moratoria sulla fissazione di nuove udienze e la sospensione di tutti i termini processuali. Un provvedimento che deve riguardare non solo i contribuenti o i professionisti aventi sede nei comuni delle cosiddette zone rosse, ma quelli di tutto il territorio nazionale». È quanto afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani. «D' altra parte quello tributario è l' unico processo non contemplato nel decreto legge 9/2020 che ha previsto il rinvio delle udienze e dei termini processuali per tutte le altre giurisdizioni». L' Unione nazionale delle camere civili - Uncc, la principale associazione che raccoglie gli avvocati civilisti italiani, si dichiara preoccupata per il progressivo diffondersi del contagio da coronavirus in Italia e richiede al ministro della giustizia, , che sia disposta la sospensione immediata di tutte le udienze civili sull' intero territorio nazionale. «Siamo certi che la sicurezza all' interno delle strutture giudiziarie sta a cuore a tutti, e siamo altresì consapevoli che il dilagare incontrollato del panico può costituire un pericolo peggiore di qualsiasi contagio. È per questa ragione che l' Unione richiede che sia disposta una sospensione immediata di tutte le udienze sull' intero territorio nazionale, e che sia al contempo disposta la proroga di tutti i termini che non possono essere rispettati per via telematica. Adesso è necessario fermarsi: il rischio di contagio è troppo grande», dichiara il presidente Uncc, Antonio de Notaristefani. «Anche le famiglie datrici di colf, badanti e baby sitter impegnate a fronteggiare l' emergenza epidemiologica da Covid-19 potranno usufruire della temporanea sospensione dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali». Lo comunica Assindatcolf, Associazione nazionale sindacale dei datori di lavoro domestico. «Riteniamo infatti che, anche i datori di personale domestico rientrino nelle disposizioni contenute all' art. 5 del decreto legge 2 marzo 2020, n. 9, che prevede per tutti i comuni interessati dall' emergenza una sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali in scadenza nel periodo dal 23 febbraio 2020 al 30 aprile 2020». Al momento, «non è allo studio del Governo» un eventuale incremento della tassazione dei giochi per finanziare le necessità correlate all' emergenza Coronavirus, ma «a titolo personale, sarei d' accordo: meglio un prelievo dai giochi che dagli altri settori». Lo ha detto ad Agipronews il sottosegretario all' Economia, Alessio Villarosa.

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[§24679385§] giovedì 05 marzo 2020

Italia Oggi Lavoro e Previdenza

Ocf (Organismo congressuale forense) reitera con una nota la richiesta al Mingiustizia (già formulata il 24 febbraio scorso) di intervenire con un provvedimento adottato in via di immediata urgenza che, in aggiunta a quanto già disposto, fronteggi l' emergenza Coronavirus in modo omogeneo e con il quale si disponga la sospensione dei termini sostanziali e processuali e il differimento delle udienze e delle altre attività giudiziarie su tutto il territorio nazionale, per la durata di due settimane. I tributaristi dell' Istituto nazionale tributaristi (Int) per voce del presidente Riccardo Alemanno hanno chiesto al Governo che con il nuovo decreto di carattere economico relativo all' emergenza del Covid-19 si preveda un blocco generalizzato degli adempimenti obbligatori di natura fiscale, contributiva e non solo. © Riproduzione riservata.

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[§24679386§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 32 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

IN BREVE

zona rossa Slittano i contributi sul lavoro domestico «Anche le famiglie datrici di colf, badanti e baby sitter impegnate a fronteggiare l' emergenza coronavirus potranno usufruire della temporanea sospensione dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali». È quanto comunica Assindatcolf, Associazione nazionale sindacale dei datori di lavoro domestico. Secondo l' associazione, anche i datori di personale domestico rientrano nelle disposizioni del Dl 9/2020 che prevede per tutti i comuni della zona rossa una sospensione dei termini in scadenza dal 23 febbraio al 30 aprile 2020. Adempimenti e pagamenti dovranno essere effettuati a partire dal 1° maggio 2020. in puglia Ai commercialisti le agevolazioni Pmi Anche i professionisti pugliesi possono, al pari delle Pmi, accedere alle agevolazioni per investimenti previste dalla Regione Puglia. L' equiparazione tra imprese e professionisti è stata decretata dalla pubblicazione sul Burp di un bando per l' accesso agli «Aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese», per 30 milioni di euro, aperto anche ai commercialisti. «Il principio di equiparazione - ricorda il presidente dell' Ordine dei commercialisti di Bari Elbano de Nuccio -, dopo essere stato sancito dalla Ue e dal governo, adesso è decretato anche dalla Regione Puglia: decine di migliaia di professionisti pugliesi potranno accedere alle agevolazioni erogate dall' ente regionale per avviare, ampliare o diversificare la propria attività».

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[§24679388§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 33 Italia Oggi Lavoro e Previdenza

emendamenti

Rate doppie per il bonus sul cuneo

CARLA DE LELLIS

Raddoppia, passando da quattro a otto, il numero delle rate per l' eventuale restituzione del «bonus cuneo fiscale», per importi superiori a 60 euro. Lo prevede un emendamento approvato al ddl per la conversione del decreto legge n. 3/2020 che, in attuazione della legge di bilancio 2020, introduce misure a sostengo del reddito di lavoro dipendente. Tra le altre novità, un' ulteriore precisazione circa il riconoscimento in via automatica del nuovo bonus fiscale. Il taglio del cuneo. Le misure introdotte dal decreto, previa abrogazione del c.d. bonus Renzi ( 80 euro), sono due: un «trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendente e assimilati» corrisposto a decorrere dalle retribuzioni erogate dall' 1 luglio 2020; una «ulteriore detrazione per i redditi di lavoro dipendente e assimilati», con operatività limitata al solo anno 2020, che potrà essere riconosciuta dai sostituti di imposta sempre a decorrere dalle retribuzioni erogate dall' 1 luglio 2020. Il «trattamento integrativo» spetta in misura di 100 euro al mese (1.200 euro all' anno, a pieno regime) ai titolari di reddito di lavoro dipendente e ai titolari di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente con reddito complessivo compreso tra 8.145 e 28.000 euro. Destinatari sono i titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati, nonché le remunerazioni di sacerdoti, le prestazioni erogate da fondi pensione e i compensi per lavori socialmente utili. Restano fuori i pensionati. Arrivederci al conguaglio. La disciplina prevede che l' attribuzione del beneficio sia a cura dei datori di lavoro, sostituti d' imposta, sulle retribuzioni spettanti per i mesi da luglio a dicembre 2020. Inoltre, qualora a fine anno dovesse verificarsi la non spettanza dei bonus, gli stesi datori di lavoro dovranno procedere al recupero, rateizzando l' importo se superiore a 60 euro. Qui arriva la novità, con il raddoppio del numero delle rate di rimborso: otto e non più quattro. © Riproduzione riservata.

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[§24679389§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 8 La Repubblica Privacy e GDPR

WEBUP

La comunicazione aziendale parte da Webup

UN FONDAMENTALE PUNTO DI RIFERIMENTO PER PROGETTARE, PRODURRE E COMUNICARE SOLUZIONI E CAMPAGNE WEB NELLE MOLTEPLICI TECNOLOGIE, LINGUE E MERCATI Una realtà che nel tempo è cresciuta, diventando un punto di riferimento per le aziende che vogliono posizionarsi e rendere appetibile il proprio brand online, senza dimenticare la sicurezza dei dati e l' implementazione del sito web. LA STORIA "Webup", questo il nome dell' azienda guidata dal CEO Andrea Amato, opera già dal 2002 nel settore: all' inizio si è affermata come società affidabile nell' ambito del posizionamento sui motori di ricerca; pian piano è cresciuta allargando le proprie aree di intervento fino a diventare - attualmente un' agenzia digitale che copre a 360 gradi le esigenze di brand o professionisti anche molto prestigiosi: dalla creazione del logo a quella del sito web, fino alla sicurezza e alla realizzazione di piani editoriali e di contenuti che valorizzino il brand in questione. LA SICUREZZA Un aspetto fondamentale curato da Webup riguarda la sicurezza dei dati. Il responsabile del dipartimento di sicurezza informatica e CTO dell' azienda è Francesco Tripicchio. La natura dei problemi di sicurezza legati ad una rete aziendale sono spesso dovuti alla cattiva configurazione dei sistemi in uso: servizi che permettono l' ingresso dall' esterno, che cadono successivamente in disuso ma rimangono "in ascolto" senza che nessuno si ricordi della loro esistenza; firewall non configurati e regole inesistenti; vecchi client con sistemi operativi obsoleti di cui le stesse aziende produttrici non forniscono più aggiornamenti per la sicurezza; o infine reti wireless spesso mal configurate in quanto considerate secondarie dagli amministratori di rete, che potrebbero causare diversi tipi di attacchi informatici - dalla scoperta e decriptaggio della password. Ognuna di queste falle mette a repentaglio la sicurezza dei dati e della privacy dell' azienda: compito di Webup è "tapparle" e impedire che si presentino nuovamente. LA VERSATILITÀ Una definizione che rende bene l' idea del lavoro di questa agenzia digitale è quella che fa riferimento all' attività di un sarto. Webup possiede la fondamentale capacità di adattare i propri servizi alle esigenze dei clienti. Avendo a che fare con molte aziende diverse tra loro, è fondamentale riuscire a mantenere alta la qualità in presenza di realtà, obiettivi, modi di comunicare eterogenei. Webup si districa tra la ricchezza di canali che la tecnologia mette oggi a disposizione, cercando di sfruttare il formidabile mix di occasioni commerciali grazie a un posizionamento strategico e a partnership mondiali nel settore. Un' intera divisione dell' azienda è dedicata al raggiungimento degli obiettivi di comunicazione dei brand. Piani editoriali che si adattano ai diversi dispositivi e campagne di advertising dedicate a target

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[§24679389§] giovedì 05 marzo 2020

La Repubblica Privacy e GDPR

specifici sono solo alcuni dei mezzi che Webup mette a disposizione dei brand, per facilitarne una rapida crescita. Cambiando prospettiva e mettendosi dal lato delle aziende, invece, avere un unico referente rispetto all' attività digitale è un ulteriore vantaggio, che si traduce in una coerenza comunicativa e in uno stretto rapporto di collaborazione. Grande importanza anche per la sicurezza dei dati: un aspetto fondamentale curato dall' azienda Piani editoriali e strategie marketing che si adattano alle esigenze dei diversi brand e professionisti FRANCESCO TRIPICCHIO E ANTONIETTA MAIORANO.

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[§24679392§] giovedì 05 marzo 2020 Pagina 17 Il Messaggero Privacy e GDPR

Società pubbliche, non cambiano gli ad

Verso la riconferma dei capi azienda di Eni, Enel, Poste, e Tema L' ipotesi di un ricambio soltanto per presidenti e consiglieri Per il timone del Montepaschi in corsa Nicastro, Natale e Selvetti Le liste potrebbero essere presentate tutte insieme il 21 marzo

LE NOMINE ROMA La stagione delle nomine pubbliche è ufficialmente aperta. E questa volta nonostante le tensioni sottotraccia della maggioranza di governo, complice l' emergenza coronavirus, il rebus potrebbe essere più semplice da sciogliere. L' orientamento che starebbe maturando, sarebbe di confermare tutti gli attuali capi azienda per garantire continuità gestionale alle grandi partecipate pubbliche in uno scenario di incertezza economica come quello attuale. In questo quadro, Claudio Descalzi rimarrebbe all' Eni, Francesco Starace all' Enel, Matteo Del Fante alle Poste, Luigi Ferraris a Terna. L' unico rinnovo ancora aperto sarebbe quello di Leonardo. C' è poi da definire la scelta del nuovo ad di Mps, dopo la rinuncia di Marco Morelli a un nuovo mandato. La rosa dei papabili comprende Roberto Nicastro, Marina Natale, Mauro Selvetti. In questo caso la lista deve essere presentata entro il 12 marzo. Ma siccome il Tesoro, come gli altri dicasteri, è coinvolto nell' emergenza Covid-19, non si può escludere che, codice civile alla mano, la lista possa essere presentata direttamente in assemblea il 6 aprile. L' orientamento che sta maturando in via XX Settembre sarebbe di procedere ad un ampio rinnovamento dell' intero cda. Le altre liste dovrebbero arrivare, come da prassi, tutte insieme sabato 21 marzo. La prima assemblea infatti sarà quella di Poste il 16 aprile (dunque i 25 giorni scadono il 22 marzo, ma è domenica). Poi toccherà a Terna (il 27 aprile), a Enav (il 5 maggio), all' Eni (il 13 maggio), e per finire all' Enel (il 14 maggio). UNA QUADRA FATICOSA Mentre per i capi azienda, come detto, le riconferme vengono ormai date per certe, la partita per i consiglieri e i presidenti è ancora aperta e su questa i partiti stanno cercando faticosamente un accordo. Per la presidenza dell' Eni circolano i nomi di Gianni De Gennaro (che dunque si sposterebbe da Leonardo) e di Franco Bernabé. Per Leonardo spunta Elisabetta Belloni. Un fattore nuovo in questa partita di nomine è quello che qualcuno nei Palazzi definisce «localistico». Ai renziani sarebbero state offerte aziende locali, sempre grandi e quotate, come è accaduto nel caso di A2A dove sulla poltrona di ad arriverà l' ex numero uno di Fs Renato Mazzoncini. Nessun accordo invece sulla scelta dei nuovi vertici dell' Authority delle Comunicazioni e del garante della Privacy. Intanto nei giorni scorsi si è riunito il comitato nomine di Cdp per prepararsi ai rinnovi di 12 società controllate. Nell' ambito delle controllate dirette sono in scadenza gli organismi amministrativi Cdp Equity, Cdp Reti e , Fintecna. Sul proprio sito Cassa depositi e ptrestiti ha pubblicato le modalità dei rinnovi con una mail per candidarsi entro il 20 marzo fino a tre posti, previa verifica dei requisiti di eleggibilità, il possesso di comprovate

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[§24679392§] giovedì 05 marzo 2020

Il Messaggero Privacy e GDPR

competenze, combinazione di genere, la presenza di profili interni (come la nomina dell' ex capo dei rischi della capogruppo Pierfrancesco Latini in Sace), il tutto avvalendosi di un head hunter. Andrea Bassi Rosario Dimito © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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