Mariangela Melato, Primadonna Del Teatro E Del Cinema Italiano, Dove Fu L’Interprete «Musa» Di Lina Wertmuller Meravigliosa Mariangela
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pagina 12 il manifesto SABATO 12 GENNAIO 2013 VISIONI Divine • È scomparsa a 71 anni, dopo una lunga malattia, Mariangela Melato, primadonna del teatro e del cinema italiano, dove fu l’interprete «musa» di Lina Wertmuller Meravigliosa Mariangela ritato. Il prossimo progetto in cantie- Ogni ruolo era frutto re, tra l’attrice e il regista, oscillava tra un Pirandello fuori degli schemi di una preparazione «militare» e una Lola Montez (dal film di Max Ophuls) da ambientare in un circo vero, tra veri clown e belve. e di una disciplina feroce. Amava molto Melato uscire dagli schemi rassicuranti del ruolo: para- La sua epifania fu nell’Orlando, dossalmente aveva dato corpo, nel cinema di Wertmuller che l’ha resa diretta da Luca Ronconi, famosa nel mondo, a quegli «stereo- tipi» che solo la critica femminista più avanzata aveva poi riconosciuto e con lui iniziò una carriera rivelatori, pur nella loro imbarazzan- te quanto apparente «volgarità». In luminosa sul palcoscenico teatro invece, dove era il suo corpo d’attrice a lottare, nell’equilibrio, de- licato quanto ricco, tra cuore e atleti- smo, amava le sfide impossibili, le effrazioni che costavano fatica e ri- gore, il rovesciamento di ogni nor- malità, che lei col suo Ronconi rego- larmente vincevano, nello sbalordi- mento commosso di tutti. Ma da vera «prima della classe» (una battutaccia che girava tra le giovani attrici troppo comprese nel MARIANGELA MELATO, A FIANCO IN proprio ruolo, era il vedersi bollare «CASA DI BAMBOLA», come «La Melato immaginaria» di A DESTRA CON LUCA RONCONI, molieriana memoria), non rinuncia- SOTTO CON GIANFRANCO GIANNINI va a misurarsi con altri ruoli più cor- renti, che lei rendeva spesso gran- diosi: da Medea a Chi ha paura di Virginia Woolf,daFedra a qualche lan. Amava lavorare nel teatro pub- deva in compagnia. Una donna la necessità del cambiamento, l’esi- incursione nel contemporaneo, la- blico: a cominciare da quello di Ge- quindi straordinaria e meravigliosa, genza di regole nuove per il teatro e vorando con registi diversi che a lei nova, di cui è stata primattrice per che nonostante la fama e il succes- per l’arte. Con quella voce profon- devono quei successi, da Giancarlo molto tempo, e il suo senso della so, non ha mai rinunciato a mostra- da, quegli occhi catturanti, quei col- Gianfranco Capitta e Franca Rame. Ma la sua epifania, Sepe a Gabriele Lavia. E perfino precisione e della disciplina la ren- re il proprio impegno politico. A si- pi di capelli platino, quelle malizie come per molti colleghi di quella ge- Giorgio Gaber con cui ebbe uno deva di fatto, durante le lunghe tour- nistra naturalmente, intervenendo sussurrate con un sorriso stranian- na stella suo malgrado. Non nerazione, fu l’Orlando furioso di Lu- stretto e proficuo sodalizio, che la née, una sorta di antica capocomi- tante volte con autorità degna della te, che renderanno impossibile di- perché non le facesse piace- ca Ronconi, nel 1969. Nel poema portò anche a ricreare sul palcosce- ca, responsabile affettuosa quanto tragedia antica, a denunciare la scar- menticare la nostra più grande ep- U re esserlo, che anzi i suoi ariostesco lei era la maga Olimpia: nico del Piccolo milanese El nost Mi- implacabile di tutto quanto succe- sa attenzione per la cultura in Italia, pur docile attrice. straordinari risultati in palcoscenico se ne stava da sola, su un carrello/ e davanti alla macchina da presa era- isoletta, col suo bel decolleté velato no frutto di una preparazione «mili- da una rete a maglia larga. Le parole tare», di una volontà ferrea e di una che diceva, gli occhi gonfi di «inge- Sullo schermo/DA GIUSEPPE BERTOLUCCI A STENO, COMICA E IMPEGNATA disciplina pazzesca. Ma era il succes- nua» malizia, le ammucchiavano da- so straordinario che non perseguiva vanti una fila di spettatori aspiranti nel primo dei poliziotteschi all’italiana, La polizia come scopo primario: a parlarle era ad esser sedotti. E Ronconi avrebbe ringrazia di Steno, accanto a Nino Manfredi nel cu- semplice, perfino umile, mai aliena segnato da quel momento la sua stra- Borghese, operaia, bombarola rioso Per grazia ricevuta dello stesso attore, all’oggi dai dubbi. E naturalmente brillante, ordinaria storia teatrale, che pure si dimenticato, ma incantevole, Lo chiameremo An- simpatica, di buone letture, sorpren- intrecciò subito al successo cinema- drea di Vittorio De Sica. dente, paradossale, seduttiva, eppu- tografico. Nel ’72, la testa fasciata di L’attrice che poteva tutto Chabrol in Sterminate il gruppo Zeta, il migliore re razionale e sempre lucidissima. In- bende era l’inquietante Cassandra dei suoi film drammatici, ne fa Cash, eroina brigati- somma una persona davvero fuori nell’Orestea che il regista chiuse den- sta coi capelli cortissimi, di una bellezza quasi da vo- del comune è stata Mariangela Mela- tro una scatola lignea, a fil di fiato tra Marco Giusti latile, che spara col mitra a fianco di Fabio Testi. Rie- to, primadonna del teatro e del cine- spettatori e attori, tra ascensori che sce a stare al passo di Ugo Tognazzi in due film oggi ma italiano, stroncata ieri dalla ma- salivano e scendevano, e vigili del oteva fare qualsiasi ruolo Mariangela Melato. un po’ lontani, Il generale dorme in piedi di France- lattia al pancreas che da anni la per- fuoco che a Cinecittà tolsero il per- Ricca annoiata, bombarola militante, milane- sco Massaro, dove è Lola Pigna, e Il gatto di Luigi Co- seguitava, e cui lei aveva reagito messo di rappresentazione. P se, sicula, borghese sconvolta, mignotta, poli- mencini, dove è Ofelia Pecoraro, per poi ritrovarlo energicamente, sottoponendosi a te- Il cinema e Lina Wertmuller che ziotta, filumena marturano, finta ballerina spagnola, nell’incredibile Casotto di Sergio Citti nell’episodio rapie anche dure, in Italia e all’este- l’aveva eletta a sua musa, le impedi- operaia, beghina, stravaganza interstellare, femmini- più misterioso e, ovviamente, nel famigerato Il peto- ro, prima che il male la vincesse defi- rono le fasi immediatamente succes- sta, grande attrice eduardiana, ronconiana, adatta a mane. Senza vergogna. nitivamente, all’alba di ieri mattina. sive del lavoro di Ronconi, ma con il Pirandello, a Eschilo ma anche a Steno e a Salce. La Ci vergognavamo invece per lei, e per il suo incre- Ora fa sorridere ammettere che aves- regista ha sempre mantenuto un rap- migliore partner di Giannini, e di Celentano, Pozzet- dibile talento, per certi film considerati seri ma non se 71 anni: un miracolo della natura porto strettissimo, artistico e uma- to, Tognazzi, Manfredi, Volonté, Giuffré, resistente proprio riusciti, come Dimenticare Venezia e Il buon le aveva conservato una pelle chiara no. Con lui ha realizzato ruoli mon- ai film più tremendi di Bevilacqua, Avati, Brusati, soldato di Franco Brusati, per non parlare del terribi- e vellutata, una eterna ragazza da stre in spettacoli meravigliosi. È stata moglie di Aldo Moro in Todo Modo e del Petomane. le Attenti al buffone di Alberto Bevilacqua o del musi- molti desiderata, e che pure non ave- una incorreggibile signora di 335 an- Ce ne eravamo accorti tutti, credo, anche quelli cal alla Truffaut (dio mio…) di Pupi Avati con Jean- va mai scoperto ai giornali di gossip ni nel Caso Makropoulos di Karel Ca- che non ne erano rimasti incantati di fronte alla sua Pierre Leaud, Aiutami a sognare. le sue passioni e le sue amicizie. A pek, ma anche la protagonista dodi- Olimpia nell’Orlando Furioso di Ronconi, quando Furono molto buoni i suoi incontri con Giuseppe parte il quarantennale sodalizio con cenne di Quel che sapeva Maisie che l’abbiamo vista comica scatenata in Basta guardarla Bertolucci, anche lui scomparso da così poco, Segre- Renzo Arbore, che si era rinsaldato Ronconi trasse dal romanzo di Hen- di Luciano Salce, dove era la primadonna, finta spa- se al pari di Monica Vitti, e più moderna, riuscendo ti, segreti e Oggetti smarriti, film molto civili e sentiti. negli ultimi anni, e di cui aveva rac- ry James. È stata perfino una fantasti- gnola, agguerrita partner di Silver Boy -Carlo Giuffré. a dare vita a una serie in cui il suo personaggio di Con Sergio Citti, oltre a Casotto fece anche Mortacci. contato lei stessa una volta, con sva- ca (e faticosissima) donna/cavallo Cantava, ballava e ci faceva morire dal ridere. Ma è Gianna verrà ripreso da Edvige Fenech. O a fianco di E sono di culto totale le sue apparizioni nell’incredi- gato orgoglio, una scena assai sophi- nella Centaura di Giovan Battista An- divertentissima anche nella versione televisiva del- Adriano Celentano come Claquette, ballerina di li- bile Flash Gordon diretto da Mike Hodges per Dino sticated: essendosi lui legato per un dreini, così come dello stesso autore l’Orlando Furioso, già parodia della grande attrice scio, che deve battere la coppia Jack La Cayenna-Lil- De Laurentiis, un flop totale, in L’albero di Guernica periodo a una star della televisione, barocco portò a spasso lungo il ferra- del tempo, quasi un Carmelo Bene femmina. Con li Carati in un episodio fondamentale di Di che segno di Fernando Arrabal, nel terribile Faccia di spia di e spingendo la stampa rosa verso un rese corso Ercole d’Este, davanti al tutta la conoscenza della scena teatrale e artistica sei? di Sergio Corbucci. Giuseppe Ferrara, per non parlare del suo film ame- possibile matrimonio, pare gli aves- Palazzo dei diamanti, l’Amor nello della Milano anni ’60, visto che giovanissima era sta- Bellissima, strana, con due gambe favolose e la ricano con Ryan O’Neal, la commedia Jeans daglioc- se telefonato dicendogli con perfido specchio. O la carnale Clitennestra ta modella nuda e «firmata» di Piero Manzoni. possibilità di rifare qualsiasi dialetto e qualsiasi ceto chi rosa di Andrew Bergman, dove gli occhi erano sorriso: «Se la sposi ti sparo».