Asset: Accordi Per Lo Sviluppo Socio Economico Dei Territori Montani
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ASSET: ACCORDI PER LO SVILUPPO SOCIO ECONOMICO DEI TERRITORI MONTANI SCHEDA DI SINTESI DEL PROGETTO Soggetto Capofila Comune di Olmo al Brembo (Denominazione, Dati ana- Sindaco Carmelo Goglio grafici del rappresentante le- Via Roma 12 - 24010 Olmo al Brembo BG gale) Email: [email protected] Referente Operativo Funzionario Incaricato: Mara Monaci (Servizio Ragioneria) del Capofila Tel.: 0345 87021 - Email: [email protected] Consulente di progetto: Oliviero Cresta (TradeLab) (nome e contatto tele- Tel.: 347 8944314 – Email: [email protected] fonico/e-mail) Denominazione del Sapori in Alta Quota Progetto Obiettivi e finalità del Obiettivi del progetto progetto 1. Favorire il mantenimento del tessuto commerciale e turistico − Descrizione degli della zona di intervento mediante la promozione dell’integra- obiettivi del progetto zione tra commercio, turismo e valorizzazione delle produzioni − Descrizione del con- agroalimentari. testo (corredato dai 2. Favorire la resilienza (capacità di resistere e adattarsi agli shock dati) esterni) della comunità locale, sfruttando gli asset a disposi- − Localizzazione geo- zione. grafica 3. Contrastare la desertificazione commerciale favorendo la na- − Descrizione sintetica scita di nuove imprese, specialmente giovanili, e il ricambio ge- degli interventi previ- nerazionale che mantiene i giovani sul territorio, frenandone sti l’emigrazione verso altre aree. Localizzazione geografica e territorio di riferimento Il progetto “Sapori ad alta quota” riguarda 16 comuni dell’Alta Valle Brembana. 11 di questi (Averara, Cassiglio, Cu- sio, Mezzoldo, Olmo al Brembo, Ornica, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Santa Brigida e Valtorta) hanno già at- tuato politiche comuni di valorizzazione dei propri territorio attraverso la co- stituzione del Distretto Diffuso del Commercio dell’Alto Brembo, e suc- cessivamente si sono uniti per questo progetto ad altri 5 comuni che condividono l’espe- rienza del Distretto dell’Attrattività Turistica (DAT) Fontium et Merca- torum (Branzi, Isola di Fondra, Lenna, Moio de’ Calvi e Roncobello). L’area appartiene alla fascia alpina e prealpina, delimitata a nord dalle Alpi Orobie valtellinesi. L’accesso all’area è garantito dalla SP ex SS 470 “Della Val Brembana”, che si snoda da Bergamo sino a Lenna. Da qui è poi possibile raggiungere gli altri comuni tramite altre strade provinciali e vie comunali. La connessione con il nodo autostradale di Dalmine facilita inoltre l’accesso dall’area di Milano, che dovrebbe es- sere ancora più diretto nei prossimi anni, in seguito all’apertura della c.d. Variante di Zogno sulla SP ex SS 470. Nel complesso il territorio è di elevata naturalità, essendo solcato da una fitta rete di corsi d’acqua e da versanti che determinano lo svi- luppo di vallate lungo il torrente Stabina. L’Altobrembo è infatti un’area di grande valore naturalistico, oltre che di interesse storico e culturale: un territorio immerso nella natura del Parco delle Orobie Bergamasche, dove è possibile trovare un’ampia offerta di servizi legati al turismo sportivo (estivo e invernale), e che si arricchisce di vie storiche (Via Mercatorum, Via del Ferro, Via Priula), di antichi borghi, di realtà rurali e luoghi di culto. L’Altobrembo è anche terra natia di alcuni tra i più famosi artisti brem- bani: in primis, la famiglia dei Pittori Baschenis della Valle Averara, che hanno lasciato importanti opere sul territorio. I principali affreschi si tro- vano al Santuario dell’Addolorata di Santa Brigida, a Cassiglio, nella chiesa di S.Giovanni Battista a Cusio e nella sacrestia della Patronale di Ornica. Alcune opere di Evaristo Baschenis sono custodite anche all’Accademia Carrara di Bergamo. Ma anche la famiglia Rovelli, inta- gliatori e intarsiatori di Cusio della fine del Seicento, che hanno la- sciato sul territorio opere di grande fascino. Dal punto di vista storico-culturale, si segnalano: La Chiesa Parrocchiale San Mattia, edificata nel Comune di Moio de’ Calvi al termine del XV secolo e ristrutturata due se- coli più tardi, possiede un caratteristico campanile in stile ro- manico e custodisce ornamenti barocchi, dipinti di G.B. Cigna- roli ed un organo di costruzione di Adeodato Bossi. Il Santuario della Madonna della Coltura, situato nel Comune di Lenna, venne edificato XVII secolo dopo l’apparizione della Madonna ad un piccolo garzone. All’interno della struttura si possono ammirare opere del Gozzi e di Carlo Ceresa. Il “ponte romano”, situato a Branzi nella zona chiamata “Car- bunì”, veniva utilizzato da tutte le persone che andavano a la- vorare al Lago del Diavolo per estrarre carbone nelle antiche miniere. Il Mulino di Baresi, a Roncobello, esistente almeno dal 1550, ha ospitato un maglio, e poi contemporaneamente un torchio per la spremitura delle noci, un mulino per le farine, un forno per il pane e una casera. Dall'attività di questi opifici decine di co- munità della Valle Brembana hanno ricavato per secoli i beni della propria sussistenza. Votato al secondo posto nella classi- fica del FAI nel 2003, è stato restaurato nel 2006. Casa Calvi, edificio in stile veneziano nel Comune di Moio de’ Calvi con affreschi di buon pregio sulla facciata, che fu la resi- denza dei quattro fratelli Calvi che, nel corso della 1^ guerra mondiale, si resero protagonisti di eroiche imprese per cui ven- nero insigniti di ben 25 medaglie al valor militare. Il Santuario della Madonna dei Campelli a Olmo al Brembo Ri- salente al XVII secolo, venne edificato per ricordare un episo- dio miracoloso che vide per protagonista un viandante che, in- 2 vocando il nome della Madonna, venne salvato da una ca- duta in un precipizio, dopo essere stato disarcionato dal pro- prio cavallo. Il territorio si caratterizza però anche e soprattutto per la presenza di importanti produzioni tipiche locali, condotte secondo metodi tradizio- nali, in territori non sempre facilmente accessibili. Nel territorio del Parco è, infatti, viva la produzione casearia: da centinaia d’anni si pro- ducono le formaggelle, il Branzi (che è inserito nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia), gli Agrì di Val- torta (Presidio Slow Food), il Taleggio (originario dell’omonima valle) e il Formai de Mut (lavorato d’estate nelle baite e stagionato in valle), questi ultimi due con il marchio di Denominazione d’Origine Protetta. Un altro formaggio di gran pregio è lo Strachitunt, mentre in alcuni luo- ghi del Parco si produce il rinomato Bitto. Miele, funghi, salumi e patate completano il quadro della produzione tipica del Parco, a cui negli ul- timi anni si è aggiunta la coltivazione dello zafferano. Tra i suoi prodotti tipici più importanti ci sono sicuramente le Mele di Moio de’ Calvi, il tartufo nero, i funghi dei boschi dell’Alta Valle e le castagne di Ave- rara, oggetto di un progetto di recupero a cura dei Castanicoltori Oro- bici. Gli asset principali del territorio, da cui deriva la sua forte identità e le conseguenti unicità ed omogeneità dell’offerta turistica, possono es- sere ricondotti a tre dei principali macrotemi turistici individuati nel do- cumento programmatico regionale: Enogastronomia e Food Expe- rience, Natura & Green e Sport e turismo attivo. Da qui la forte attenzione da parte dei comuni che fanno parte dell’aggregazione di attuare politiche di valorizzazione del territorio centrate su questi aspetti, con la creazione di itinerari turistici differenti, ma tra loro complementari. In particolare, le azioni di promozione e valorizzazione dei prodotti ti- pici locali, insieme allo sviluppo turistico legato agli aspetti naturalistici, sportivi e culturali, può consentire di attenuare il processo di desertifi- cazione che sta interessando l’area e di dare nuovo impulso all’eco- nomia locale. Inoltre, tramite la valorizzazione di prodotti tipici, si genera la più forte integrazione tra turismo e commercio: compito del Distretto Alto- brembo è stato quello di mettere in risalto le produzioni locali, aumen- tandone la richiesta e stimolando il commercio. Natura ed enogastronomia sono quindi due elementi forti e caratteriz- zanti il territorio, strettamente connessi tra di loro, che rendono il territo- rio omogeneo dal punto di vista paesaggistico, culturale ed econo- mico. Il contesto demografico ed economico La popolazione dell’Area di riferimento ha evidenziato nell’ultimo quin- quennio una leggera riduzione. La popolazione totale, al 31 dicembre 2015, era infatti di 6.066 unità, in calo del 4,3% rispetto al 2010, dato in controtendenza rispetto a quello della provincia di Bergamo, che nello stesso periodo risulta in crescita dello 0,9%. Questa variazione negativa ha interessato la quasi totalità dei Comuni considerati con la sola esclusione di Averara, Moio de’ Calvi e Piazzolo. Come tipico delle zone di montagna, inoltre, i Comuni presentano popolazioni molto ri- dotte (in media meno di 400 abitanti ciascuno). Nel quinquennio 2010-2015 si è inoltre assistito ad un calo del 4,5% de- gli stranieri residenti, che corrispondo al 2,5% della popolazione totale; anche in questo caso il trend è opposto rispetto a quello medio provin- 3 ciale, a testimonianza di come i territori montani abbiano ridotto ap- peal e presentino minori occasioni di lavoro per gli stranieri rispetto alle zone collinari e di pianura. La ripartizione per classi di età all’interno dell’Area evidenzia nel 2015 una percentuale di residenti di età superiore ai 65 anni maggiore ri- spetto al dato provinciale (rispettivamente 28,8% e 19,9%). La fascia d’età compresa tra i 35 e i 64 anni assume invece valori allineati alla media della provincia mentre la popolazione giovane e giovanissima (compresa tra 0 e 34 anni) si attesta significativamente al di sotto ri- spetto ai valori provinciali di riferimento (rispettivamente 28,6% e 36,0%), a testimonianza del trend di fuoriuscita soprattutto di quelle fa- sce di popolazione che possono emigrare in cerca di migliori opportu- nità. Nell’Area considerata si registra nel 2015 un indice di vecchiaia dop- pio rispetto al dato provinciale e in crescita rispetto al 2010.