Regolamento per la gestione del Lago di Scanno e per la disciplina della pesca e dei natanti

Relazione consiliare La deliberazione che si propone all’esame del Consiglio Comunale nella seduta odierna è frutto di condivisione con i rappresentanti del Comune di e con i rappresentanti dell’Associazione Pescatori Sportivi Scanno - Villalago, al fine di pervenire all’approvazione del nuovo Regolamento per la gestione del Lago di Scanno e per la disciplina della pesca e dei natanti, in sostituzione del Regolamento di disciplina della pesca e dei natanti nel lago di Scanno, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 38 del 21 maggio 1996. La pesca nel lago è oggetto di regolamento comunale in quanto i Comuni di Scanno e di Villalago, quale rappresentanti dei cittadini, ne sono titolari dei diritti esclusivi e quindi ad essi spetta l’onere di disciplinare le modalità di esercizio del diritto civico di pesca secondo le secolari consuetudini per evitare forme di esercizio smodato che possano compromettere la capacità produttiva del lago. La legge Regionale 27 aprile 2017 n. 28, recante “Gestione della fauna ittica e disciplina della pesca nelle acque interne”, disciplina all’articolo 13 (Diritti esclusivi di pesca) il riconoscimento da parte della Regione dei diritti esclusivi di pesca in ambito regionale. Al secondo comma di tale articolo è previsto che “entro centoventi giorni dall’entrata in vigore della legge stessa, pena la decadenza”, “coloro che sono titolari dei diritti esclusivi di pesca alla data di entrata in vigore” della legge “sono tenuti … a darne comunicazione alla Regione”, “corredata della relativa documentazione probatoria” (comma 3). All’articolo 36 (Disposizioni relative al lago di Scanno) è previsto, inoltre, che “Le disposizioni di cui alla presente legge, in virtù del regio decreto 25.9.1910, pubblicato nella G.U. n. 280 del 2.12.1910, non trovano applicazione per le acque del lago di Scanno (AQ)”. Alla luce della recente normativa regionale si rende necessario procedere all’approvazione di una nuova regolamentazione sulla gestione del Lago di Scanno in relazione alle caratteristiche precipue degli usi che gravano sull’esercizio della pesca e che sono stati identificati negli atti di seguito indicati. Deve essere tenuto in debito conto anche il contesto di tutele internazionali di cui è oggetto il Lago di Scanno e le zone circostanti in quanto Sito di Importanza Comunitaria (SIC) proposto all’Unione Europea per la Rete Natura 2000 nonché Zona di Protezione Speciale (ZPS) con la denominazione IT7110101 Lago di Scanno ed Emissari. Tutele che non possono essere disattese. Le Amministrazioni Comunali di Villalago e di Scanno, già unite per l’esercizio associato e coordinato di alcune funzioni e servizi, hanno inteso portare avanti un programma unitario e condiviso di azioni volte alla conservazione, valorizzazione e sviluppo del comprensorio dell’Alta Valle del Sagittario costituito dai due territori. Tra i Comuni di Villalago e Scanno sono stati intrapresi prioritariamente dialoghi, incontri ed iniziative per definire un accordo finalizzato alla predisposizione di uno studio unitario volto a prevedere un quadro di interventi coordinati di tutela, ripristino e

Pag. 1 a 3 riqualificazione ambientale e paesaggistica e di valorizzazione turistica del lago di Scanno e delle aree limitrofe nei due Comuni e che per facilitare tali operazioni ed iniziative è stato scelto come comune-capofila il Comune di Villalago. Nell’ambito di tale iniziativa, le Amministrazioni Comunali di Villalago e Scanno hanno inteso dotarsi di un progetto condiviso per la tutela, ripristino, riqualificazione ambientale-paesaggistico e di valorizzazione turistica del Lago di Scanno e delle aree limitrofe, al fine di migliorare e tutelare le caratteristiche di uno tra i più suggestivi ambienti naturali montani dell’Italia Centrale anche sotto il profilo storico culturale e turistico Con deliberazione n. 37 del 31 luglio 2017 il Consiglio Comunale di Scanno ha approvato, in analogia a quanto deliberato dal Comune di Villalago, lo Studio e la Progettazione preliminare “Interventi di tutela, riqualificazione ambientale e paesaggistica e di valorizzazione turistica del Lago di Scanno e delle aree limitrofe nei Comuni di Scanno e Villalago”, definendo la programmazione degli interventi e delle azioni coordinate di tutela, ripristino e riqualificazione ambientale e paesaggistica e di valorizzazione turistica del lago di Scanno e delle aree dei Comuni di Scanno e Villalago che favoriscano anche la incentivazione dei flussi turistici, nazionali ed internazionali, con positivi effetti sull’economia e sull’occupazione nella Valle del Sagittario. *** L’approvazione di un Regolamento che disciplini la gestione del Lago di Scanno e l’uso delle acque per la pesca e la navigazione non può prescindere dall’esame sulla natura giuridica della “proprietà” del lago stesso. E’ utile evidenziare, innanzitutto, che nel Catasto Provvisorio Napoleonico1, in corrispondenza della descrizione della natura delle colture e delle proprietà, a favore del Comune di Scanno troviamo iscritta al n. 1 della Sezione “A” l’intestazione della “Metà di un Lago da pesca” ed a favore del Comune di Villalago troviamo iscritta al n. 168 della Sezione “C” l’intestazione della “Metà del Lago da Pesca”. Con Regio Decreto 7 maggio 1899, emanato in base all’art. 25 della legge 10 agosto 1884, n. 2644, è stato approvato l’elenco delle acque pubbliche per la provincia di Aquila, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 agosto 1899, n. 203. Su ricorso dei due Comuni, con Sentenza del Tribunale di 12 – 28 agosto 1905, emessa nella causa civile tra i Comuni di Scanno e Villalago da una parte ed i Ministeri dei Lavori Pubblici e delle Finanze dall’altra, il lago venne dichiarato “bene di uso pubblico dei due accennati Comuni”. Tale decisione fu confermata dalla Corte di Appello di L’Aquila, con Sentenza 18 – 24 dicembre 1908. All’esito del contenzioso definito con sentenza passata in giudicato, su istanza dei due Comuni, il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III, con Decreto Reale 25 settembre 1910 radiò “Dall’elenco delle acque pubbliche per la provincia di Aquila … il lago di Scanno, iscritto al n. 222 dell’elenco stesso”.

1 Le norme fondamentali per la formazione del Catasto Provvisorio, custodito presso l’Archivio di Stato dell’Aquila, (con una copia conservata anche presso l’Archivio Comunale di Scanno), furono emanate dal 1806 al 1809: la prima è la legge 8 novembre 1806, n. 238 sulla Contribuzione Fondiaria, gli ultimi i Regi Decreti 12 agosto 1809 e 9 novembre 1809, con le relative istruzioni ministeriali del 22 ottobre 1809. Al Catasto Provvisorio del Comune di Scanno del 2 agosto 1813, conservato presso l’Archivio Storico del Comune, sono accodate anche le tre Sezioni in cui fu diviso il territorio di Villalago. Pag. 2 a 3 In particolare, il Tribunale di Sulmona, osservando che l’allora articolo 427 del Codice Civile, “in materia di acque dichiara che i fiumi ed i torrenti fanno parte del Demanio Nazionale. I laghi non sono compresi tra le acque demaniali, …”, dichiarava che “il lago costituiva senza dubbio un demanio comunale, … e, abolita la feudalità, restò ai Comuni ai quali apparteneva e che in seguito se lo divisero”. Sul punto assume particolare rilevanza la Sentenza 27 gennaio 1984 rep. n. 4, emessa dal Commissario per la liquidazione degli Usi Civici in Abruzzo nella vertenza demaniale per il regolamento dei confini tra i due Comuni, iscritta al n. 20 del ruolo generale dell’anno 1925. Il Commissario per la liquidazione degli Usi Civici dichiarava “cessata la materia del contendere” tra i due Comuni, la cui vertenza di confinazione era sorta tra il 1809 ed il 1816, ordinando ai propri uffici amministrativi di trasmettere gli atti al competente ufficio della Regione Abruzzo, per l’emanazione del provvedimento di omologazione della conciliazione raggiunta tra i due Enti con il verbale del 29 luglio 1939 rep. n. 30 cron. n. 174 “alla presenza del Commissario per la liquidazione degli Usi Civici dell’epoca e del Geom. Angelo Sidoni istruttore demaniale”. In passato, i due Comuni, con deliberazioni podestarili in data 12 aprile 1940 (per Villalago) e 13 aprile 1940, n. 24 (per Scanno), approvarono la conciliazione raggiunta con il verbale del 1939, che la Giunta Provinciale Amministrativa ratificò nella seduta del 16 agosto 1940, per il successivo inoltro al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, che avrebbe dovuto provvedere alla prescritta omologazione della conciliazione. La trasmissione degli atti alla Regione Abruzzo, disposta dal Commissario per la liquidazione degli Usi Civici con la sentenza del 1984, si rendeva necessaria perché con l’entrata in vigore del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, in base agli articoli 66 e 111 della Costituzione, la Regione Abruzzo aveva assunto la delega con i poteri omologativi prima spettanti al Ministero (che non aveva mai omologato la conciliazione) e le funzioni amministrative dei Commissariati agli Usi Civici. Spettava, quindi, alla Regione Abruzzo approvare il definitivo provvedimento amministrativo di omologazione della Conciliazione sottoscritta nel 1939 tra i Comuni di Scanno e Villalago. Con la predetta Sentenza Commissariale viene sancito, al punto 2, che “Le acque del lago rimangono promiscue ed indivise in ragione di metà per ciascun comune, restando spiegato che la linea di divisione tirata sul lago nei sensi innanzi descritti non deve intendersi come linea di divisione nell’uso delle acque, uso che invece rimane nella totalità a beneficio di ciascun Comune con eguaglianza di diritto”. Come ha chiarito la citata Sentenza: “La convenzione di conciliazione - sottoscritta dai due Comuni - impegna le parti alla sua irretrattabilità, fino al definitivo provvedimento amministrativo di approvazione o di diniego di approvazione da parte del competente organo della Regione”. “Ne consegue che i due Comuni in questione sono tuttora vincolati all’esecuzione delle pattuizioni tutte consacrate nella convenzione di conciliazione più volte menzionata, perché la medesima, come si è detto, deve tuttora ritenersi valida ed efficace siccome irretrattabile. È palese inoltre la sua rispondenza all’interesse generale delle collettività interessate, poiché con essa le parti hanno definito una lite che si trascinava da secoli e rimosso le cause di malcontento e di attrito che turbavano la pacifica convivenza delle relative popolazioni, con vantaggio anche dal punto di vista patrimoniale …”.

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