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TRACCERIVISTA MULTIMEDIALE DI CRITICA RADICALE PRIMAVERA ESTATE AUTUNNO INVERNO E ANCORA PRIMAVERA/ANNO XXIX / NUMERO 31 TRARCIVISTA MULTIMCEDIALE DI CRITEICA RADICALE PRIMAVERA ESTATE AUTUNNO INVERNO E ANCORA PRIMAVERA/ANNO XXIX / NUMERO 31 Tracce / RIVISTA MULTIMEDIALE DI CRITICA RADICALE Registrazione del Tribunale di Livorno n. 372/82 Direttore responsabile / Giuseppino Bertelli. Redazione /Massimo Panicucci / Maurizio Moret- ti / Pino Bertelli / Pier Paolo Bertelli / Paola Grillo / Luigia Scerra / Paolo Bruciati / Aldo Migliorisi / Ando Gilardi / Buenaventura Durruti / Louise Mi- chel / Pier Paolo Pasolini. NADIA TRUGLIA — Il museo dell’amore / 24 DIJANA PAVLOVIC — Caccia al Rom / 27 ALFRED BREITMAN — Sulla xenofobia / 28 LIBERTARIAN PRESS AGENCY - BERLIN — Grecia in fiamme/31 FRANCO SANTINI — Sulla libertà di stampa / 35 RePORTERS SANS FRONTIÈRES — Contro la censura / 37 LA BOUCHE DE FER — Nestor Makhno (FUMETTI)/39 ENRICO FAGNANO — Aforismi contro l’imbecillità / 50 ROBERTO MALINI — A ricordo di Peter Orlovsky / 57 La Redazione ANNA REDI — Il teatro danza (Intervista) / 58 OMAR WISYAM — Né apocalisse né rivoluzione / 61 MAURIZIO MORETTI — I video di Robin Hood /76 Gli scritti, i materiali, le immagini... pubblicati in Tracce PIER PAOLO PASOLINI — Il potere senza volto /77 non hanno copyright, quindi sono liberi... la rivista è LIDIA BORGHI — La bocca del lupo / 82 aperta a tutti quelli che vogliono dire qualcosa su qualco- ANDO GILARDI — LIFE / 88 sa e possibilmente contro qualcuno… a sostegno della BUREAU OF PUBLIC SECRETS (IVAN CHTCHEGLOV) — Formulary for libertà di pensiero. a New Urbanism / 90 LUIGI FABIO MASTROPIETRO — Il dio fucilato e la democrazia del lutto / 99 “La verità non sta in un solo sogno, ma in tanti sogni”. STEFANO DISEGNI — Ebraicità (Strisce) / 109 Pier Paolo Pasolini LUTHER BLISSETT — Sulla pratica del sabotaggio / 110 ANTONIO GASBARRINI — I cocci di Mr. T in carriola / 122 RITA PENNAROLA — Guido Bertolaso e l’Opus Dei / 135 In questo numero SATYA FABIO ROSANA — Vegani disumani / 141 MASSIMO PANICUCCI — Fuck! / 3 MARCELLA GRILLO — Le rosse labbra dell’amore / 142 PINO BERTELLI — Naji Al-Ali: I fumetti di un genio / 4 HENRY — E’ ora di riconquistare la democrazia / 143 ELSA MORANTE — Il capo del governo / 19 ROBERTO MASSARI — Contro i gulag sovietici / 146 ELVIRA DONES — Nata femmina / 22 MATTEO BERTELLI — La satira politica / 164 — 2 — FUCK! FUCK! FUCK! agli asini e ai criminali del parlamento (di destra e di sinistra)… a Silvio Berlusconi, al presidente della Repubblica, alla bandiera italiana, al Papa e anche a Padre Pio… la resistenza sociale continua, Bella ciao... — 3 — PINO BERTELLI http://www.pinobertelli.it/ NAJI AL-ALI: IL GENIO! I FUMETTI DI HANDALA E LA RIVOLUZIONE PALESTINESE “E falsa sia per noi ogni verità, che non sia stata accompagnata da una risata”. Friedrich W. Nietzsche "Io milito per la causa palestinese e non per le singole fazioni palestinesi. Non disegno per conto di qualcuno, disegno solo per la Palestina, che per me si estende dall'Oceano Atlantico fino al Golfo (si intende tutto il mondo arabo n.d.r.)… 1. OUVERTURE AL VELENO "I miei personaggi sono pochi, il ricco e il povero, l'oppressore e gli oppressi... e non mi sembra che la realtà si discosti molto da questo". Di nessuna chiesa è l’arte del fumetto. La meravi- Naji Al-Ali glia e lo stupore sono i fuochi della conoscenza e dell’intelligenza. Per evitare la stupidità, in arte Cantando per le strade come nella vita quotidiana, basta sapere che il “Cantando per le strade, per i campi, /il nostro sguardo farà scaturire l'osservatorio /dal posto più lontano /dal posto più profumo del biancospino influisce sulle costel- profondo /dal posto più bello,/dove non si vede che l'aurora, lazioni, diceva… il solo nemico dell’arte non è e non si sente che la vittoria. /Usciremo dai nostri campi l’originalità (pretesa), bensì l’insignificante Usciremo dai nostri rifugi in esilio /Usciremo dai nostri na- scondigli, /non avremo più vergogna, se il nemico ci offende. (accertato). La fumettografia ereticale è un modo Non arrossiremo: /sappiamo maneggiare una falce, di filosofare e tende alla sovversione di tutta la sappiamo come si difende un uomo disarmato. /Sappiamo figurazione/comunicazione ordinata nel lievito anche costruire /Una fabbrica moderna, /una casa, del mercantile e secoli di soggezione... a partire un ospedale, /una scuola, /una bomba, /un missile. E sappiamo scrivere le poesie più belle”. dalla sacra sindone a tutta la pubblicistica come Mahmud Darwish forma propedeutica (non solo) popolare che cementa la demenza di pochi con la demenza di molti. Quando arrivano gli artisti veri, si alzano — 4 — l’uomo scopre che la fraternità ha uno sguardo, l’accoglienza un abbraccio. La storia del fumetto è storia di genuflessioni o d’intemperanze che fanno scandalo. I fumetti davvero grandi si scagliano contro ogni forma di sudditanza e inventano la poetica della rêverie di una società libera e aperta. Si tratta di accedere al reale attraverso l’irriveren- za dell’immaginario e fare di un gioco di segni/ specchi il risveglio di una volontà creativa: “Il diventare opaco del mondo appare così, più che un allentamento della coscienza, come una condizione per il ridestarsì della coscienza atti- vamente immaginante. Il crepuscolo della rêve- le forche. L’arte del fumento infatti, non serve a rie è il crepuscolo della realtà stessa, non è un niente, proprio come la musica di Mozart. decadere dell’io nella passività del sonno e del L’esercizio della fumettografia è stato, quasi sogno, ma un emergere dell’io «irrealizzante» sempre, pura contemplazione del segno… il nell’allontanamento della dimensione della 2 grande fumettista è colui che è consapevole di realtà” (Gaston Bachelard) . Il reale è sempre rappresentare una minaccia per l’ordine costi- sulla soglia del vero e in arte, come in amore o tuito… il suo veleno immaginario vagabonda nella rivolta, tutto è permesso. Dove non c’è nei cieli in utopia del libertario e mostra che l’ebbrezza dell’oltrepassamento non c’è verità “valori comuni generano donne e uomini co- né arte… si tratta di minare la base, scuotere la muni… si tollera quello che non si ama, e solo cima dell’essere e fare dell’interrogazione il quando non lo si considera pericoloso per la co- primo segno/gesto di disobbedienza. stellazione dei propri pregiudizi” (Giulio Gio- Nella culla consolatoria dell’infanzia amena, rello)1. La critica della fumettografia non è solo infelice o imbecille, i fumettari del mercimonio, corrosiva — se essa scioglie nel cianuro di china i sempre proni alla qualificazione del fumetto in valori e i codici correnti —... è una vera e propria “opera d’arte” ed essere riconosciuti nelle minaccia contro chi minaccia la libertà di pen- cloache del tempio del consumo mediatico co- siero. Chi è di nessuna chiesa non si ritrova me apostoli della stupidità eidetica… restano neppure in una chiesa di eretici… l’odio ha un degli eterni bambini con la tendenza, sovente recinto e la rete spinata, l’amore dell’uomo per demenziale, di chi non si accorge della dolente 1 Giulio Giorello, Di nessuna chiesa. La libertà del laico, Raffaello Cortina Editore, 2005 2 Gaston Bachelard, La poetica della rêverie, Dedalo, 1972 — 5 — umanità e preferisce disegnare lo stupidario non ci attraversa la pelle è un campo d’inutilità d’immagini utili ai giornali, libri, riviste, tele- disseminato di facezie… l’espressività del libero visione, cinema, pubblicità… sulle quali sorri- volere è cosa di uomini che sanno dire la mia dere per un po’, coscienti che tutto resterà come parola è no! Gli uomini del no! fanno della pro- prima e magari qualcuno dei bersagli/uomini pria disobbedienza, la propria arte. Lo schiavo, politici scherniti possa acquistare una tavola e il tiranno e il prete si coagulano nell’odio per la appenderla nel bagno dove gli ospiti la possono vita e solo gli scellerati dell’eresia costruiscono ammirare in intimità. I fumettari dell’avanguar- il risentimento necessario contro una vita non dia stanno al giogo né più né meno di quelli più vissuta. Rifuggire una società volgare, spettaco- blasonati. Restano al palo della storia (non solo larizzata, consumerista, significa violare con- del fumetto) in attesa di essere “scoperti” da trolli e divieti e fare della trasgressione il viatico qualche “mercante illuminato” e intanto si che porta alla violazione e la distruzione delle danno da fare a sputacchiare disegni a destra e forme imposte. Al crimine organizzato occorre sinistra, sempre in nome della libertà d’espres- rispondere con l’organizzazione del crimine e sione. al di sopra delle rovine delle istituzioni, lavora- I grandi del fumetto (Mafalda, Corto Maltese o re a un’eguaglianza pericolosa per l’ordine co- Vauro) sanno che ciò che continua a durare stituito. Incoraggiare la disobbedienza civile, la ignora la durata… “diffida di coloro che arrin- gano le masse. Di quelli che per ascoltar se stessi hanno bisogno di rivolgersi alla folla dei loro seguaci. Il tuo volto resterà loro sconosciuto, sempre… Non tarderanno a cancellare dalle loro tavolette il tuo nome. Con un tratto di penna” (Edmond Jabès)3. L’arte, tutta l’arte, cambia quando cambia il padrone che la smercia. Vi sono catene che sol- tanto l’uomo in rivolta spezza… il cielo stellato, da lontano, è una notte stellata. Da vicino, è niente. Un buco nero nell’universo dei poeti. — “Maestro, tu non prendi niente da me, disse il discepolo. — Da te prendo quel che t’insegno, rispose il maestro” (Edmond Jabès, ancora)4. L’arte che 3 Edmond Jabès, Il libro dell’ospitalità, Raffaello Cortina Editore, 1991 44 Edmond Jabès, op. Cit. — 6 — storia del fumetto, esprime la grazia e la pesan- tezza della realtà incise sulla carta… nelle storie che racconta in punta di penna si legge l’impos- sibilità di perdonare chi ha fatto del male (lo Stato di Israele) e continua a farlo con la ferocia inaudita del più armato… gli ebrei hanno subi- to, è vero, la catastrofe della Shoah, tuttavia sembra che gli israeliani (non tutti gli ebrei) l’abbiano dimenticata e si comportano con uguale efferatezza nei confronti del popolo pa- rivolta sociale, insegnare al povero a derubare lestinese.