Anno 6 - n° 228 WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM 11 novembre 2007

GGiustiziaiustizia ee LLibertàibertà Distribuzione telematica Periodico Politico Indipendente Copia gratuita Sp. Ricordando

Enzo Biagi è RESISTENZA !

di Alessandro Menchinelli

Abbiamo più volte ribadi- con la con dotta di tutta la sua to il concetto che la Resi- vita, dedicata alla giustizia e stenza non si esauriva alla libertà nell'esercizio della nella consistenza delle for sua professione di giornalista. mazioni partigiane armate Pienamente consapevole del e nelle organizzazioni peso rappresentato da questa clandestine costituite dai professione per la difesa della partiti e dal CLN ma era libertà e della giustizia, non ha qualche cosa ancora di conosciuto altro imperativo più, qualche cosa che in- che quello di essere ad esse vestiva al completo la fedele.

scelta di un popolo che Si è trovato per questo in con- non aveva armi materiali, trasto con chi non avvertiva lo ma era animato dal desi- stesso imperativo, ma lui non ha mai esita- derio di libertà e giustizia. to anche di fronte al rischio di subirne la Era tutto un popolo quello che aveva deciso ritorsione. di rivendicare la libertà scendendo nella re- Ciò è avvenuto spesse volte nella sua vita e sistenza contro il nazismo, il fascismo e la infatti Enzo Biagi si è trovato nella condi- guerra. zione di moderno perseguitato politico. Ma Ebbene Enzo Biagi è stato sì anche partigia- non si è per questo mai piegato.

no, ma più ancora è stato l'espressione viva Non poteva piegarsi di fron- del1a scelta completa di quel te a Berlusconi. popolo. Del resto tutto ciò era sottolineato proprio dal E' rimasto fedele alla sua carattere della sua formazio- Resistenza ed ha per questo ne partigiana che si chiama- subito la ritorsione del po- va “Giustizia e Libertà”, tente, meglio qualificabile come prepotente. con riferimento ai valori es- senziali di cui quel popolo Quello che era conseguente era stato privato dal fasci- al famoso, “editto bulga- smo e per i quali era stata ro” si è verificato con una sostenuta una lunga lotta. nuova persecuzione politica a carico di Enzo Biagi. Più che logico, quindi che Il suo amico per una vita, il nel momento della sua com- cardinale Tonini, di fronte memorazione, si sia manife- alla sua bara e con evidente stato l'unanime riconosci- riferimento alle persecuzio- mento della saldatura delle ragioni della sua Resistenza (Continua a pagina 2) 2 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

UEnzo Biagi è RESISTENZA !

(Continua da pagina 1) Certo tutto ciò riguarda la coscienza di Sil- ni da lui subite ha detto: “Enzo Biagi è sta- vio Berlusconi, ma a noi preme ribadire qui to ucciso”. che quello che per noi conta e conterà sem- pre: la Resistenza di Enzo Biagi, per la Giu- Come può Berlusconi ritenersi estraneo alla stizia e per la Libertà. “uccisione” di Enzo Biagi ? Come può negare di avere emesso un editto Alessandro Menchinelli che doveva comportare la sua persecuzione partigiano della formazione al1a RAI ? Giustizia e Libertà Alpi Apuane

Un galantuomo se ne va … di Ferdinand “ Abbiamo perso Biagi , mi dispiace.., come si ha raccontato un’Italia minore in ginocchio dice 'se ne vannoUn sempre galantuomo i migliori'.Invece il dopo sela guerra ne in vamodo …tale da riconciliare nanetto di Arcore è sempre vivo e vegetodi e siFerdinand è sentimenti nazionali fino allora antitetici. permesso anche di dire che lui Biagi lo stima- Nelle sue interviste ha saputo trattare argo- va...... Ma lui quand'è che toglierà il distur- menti personali difficili, spesso al limite della bo?..” comune tolleranza, usando toni sommessi, u- Così, al telefono un amico commentava la no- mani, pacati al punto da spiazzare chi legge. tizia che (purtroppo) era nell’aria. Ha insegnato che l’odio non ripaga chi ha sof- Mentre l’amico parlava pensavo alle spontanei- ferto e che ricordare non vuol dire sempre per- tà delle sue parole , le stesse che sicuramente donare. buona parte d’Italia stava pensando e dicendo Uno stile che tuttavia non lo ha preservato da in quel momento. critiche e incomprensioni al punto da costrin- Perché Biagi lascia un tale vuoto ? gerlo a lasciare troppo presto esperienze tele- Perché anche chi non aveva le sue stesse idee visive oggi considerate fondamentali nell’in- non poteva non ammirarlo e stimarlo ? formazione in TV. In cosa si è differenziato da altri grandi giorna- I suoi tanti libri (circa 80)frutto di innumere- listi ? voli viaggi intorno al mondo lo hanno fatto Biagi era un galantuomo. conoscere anche a chi non si è mai interessato

Sinonimo ormai in disuso ma nel caso di Biagi di politica o di guerre. quanto mai calzante. Perché la storia raccontata da Biagi è stimo- Perché in tutta la sua onorata carriera e nelle lante, scorrevole e affascinante come fosse un romanzo. sue varie esperienze giornalistiche non è mai venuto meno ai principi fondamentali che di- Ma la sua fama maggiore è venuta negli ultimi stinguono una professionalità onorabile da una dieci anni con le sue brevi apparizioni televisi- che tale non è: l’attendibilità del racconto e il ve de ‘Il fatto’. rispetto degli altri. (Continua a pagina 3) Biagi ha attraversato un secolo cruciale avendo la sorte di conoscerne i massimi protagonisti, civili, militari, dello spetta- colo, della cronaca.

Li ha conosciuti, li ha descritti, li ha inter- vistati, li ha raccontati al grande pubblico con una maestria e con un distacco tali da far riconoscere il suo stile come inconfon- dibile.

Non ha mai offeso nessuno neanche inci- dentalmente, è riuscito a non perdere il controllo anche davanti ai peggiori ditta- tori, ai più efferati crimini o ai più corrotti uomini politici. Ha insegnato a più generazioni di giorna- listi come nessuno scoop possa valere tan- to da mettere a disagio l’interlocutore, ed 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 3

Un galantuomo se ne va ...

(Continua da pagina 2) E’ rimasto solo con i suoi ricordi di par- Pochi minuti per raccontare il fatto del giorno, tigiano tra le montagne emiliane. per descrivere un personaggio, per spiegare E’ rimasto solo con i suoi ricordi di tra le mon- l’accaduto, sempre con chiarezza e fermezza, tagne emiliane. ma stimolando l’acume di chi ascolta. Oggi ci ha lasciato.

Anche così ci si può fare pericolosi nemici, Ed è veramente, concretamente, il caso di dire quelli cui la verità dà sempre fastidio. «il mondo è diventato un po’ più povero». Così Biagi è scomparso dal video. Ha perso la moglie e una figlia. ferdinand Napolitano: «Scompare una grande voce di libertà»

da L’Unità, 6 novembre 2007 «Scompare con Enzo Biagi una grande voce di giornalista, ha raccontato nei suoi articoli e nelle libertà». sue trasmissioni televisive con uno stile incon- Comincia così il messaggio che il presidente della fondibile fatto di apparente semplicità ma pieno Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato ai fami- di contenuti e di richiami civili e sociali». liari di Enzo Biagi, il grande giornalista morto mar- È la Rai a ricordare così il giornalista, «le cui tra- tedì mattina a Milano. smissioni e il cui nome rimangono incisi a grandi «Egli -prosegue il capo dello Stato- ha rappresen- lettere nella storia del servizio pubblico, anche tato uno straordinario punto di riferimento idea- quale insegnamento ed esempio per chi opera le e morale nel complesso mondo del giornalismo nel mondo della informazione, per la sua coeren- e della tv, presidiandone e garantendone l'auto- za e per la sua lealtà intellettuale». nomia e il pluralismo. Il suo profondo attacca- «Alle tante realtà italiane e al loro cambiamento mento, sempre orgogliosamente rivendicato, alla -continua la nota di Viale Mazzini- Biagi ha dedi- tradizione dell'antifascismo e della Resistenza lo cato pagine memorabili di televisione riuscendo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in a trasferire nel pubblico la verità dei fatti ma difesa dei principi e dei valori della costituzione anche le tante contraddizioni dei nostri tempi». repubblicana. L'amore per la Italia e la cono- «La sua firma su un programma della Rai è scenza della storia nazionale avevano ispirato la sempre stata garanzia di alta professionalità e di sua opera di scrittore e le sue indagini nel vivo sicuro successo anche per la capacità di dare, in della realtà italiana». pochi minuti il senso di una notizia, spiegarla e

«A Enzo Biagi -chiude Napolitano- uomo di ge- commentarla senza fronzoli e senza concessioni nuina ispirazione socialista e cristiana rendo ri- alla facile spettacolarizzazione». conoscente omaggio a nome del paese, esprimen- «Il ricordo della professionalità di Enzo Biagi - do con commosso ricordo personale la più affet- conclude la nota- continuerà ad essere, per la Rai, tuosa vicinanza e solidarietà ai suoi familiari in un riferimento sicuro per la prosecuzione con questo momento di dolore e di rimpianto». rigore e passione, della propria missione cultu- rale e informativa». Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha invia- to ai familiari di Enzo Biagi un telegramma per e- Mieli sprimere «sincera e commossa partecipazione al Non ricordiamolo per l'. loro dolore». «A lui non sarebbe piaciuto ma, come tutti i nu- «Scompare con Enzo Biagi -scrive Prodi- un meri uno...» grande maestro della informazione, che ha por- E poi, «a lui dava fastidio mostrarsi malato... E- tato nelle case degli italiani con puntuale atten- ra un giornalista che aveva un vezzo nei con- zione e sensibilità giornalistica le notizie e i com- fronti del suo direttore, voleva mostrarsi pronto menti di tanti eventi della nostra storia di questi a scattare e a partire». decenni, attraverso la carta stampata, gli scher- mi televisivi, e i numerosi libri di successo. Figu- «Ci salutavamo sempre con una frase -racconta il ra storica del giornalismo, si è battuto sempre direttore del ""- sempre la stes- per la salvaguardia della libertà dell'informazio- sa: "Guarda... se c'è qualche servizio che uno dei ne e del paese». Biagi «lascia in tutti noi un gran- tuoi non vuol fare, se ci hai qualche giornalista de vuoto», conclude il presidente del Consiglio. pigro che non vuol partire, tu chiama me, che io parto».

«Con Enzo Biagi scompare un testimone attento A proposito della polemica legata al cosiddetto e- di oltre 60 anni di storia italiana che, da grande (Continua a pagina 4) 4 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Napolitano: «Scompare una grande voce di libertà»

mente Enzo Biagi da oggi lo ricorderà, per sem- (Continua da pagina 3) pre, come un uomo libero e curioso, di grande ditto bulgaro, Mieli aggiunge: «Per Biagi questo equilibrio, esempio positivo di un modo di in- fu un brutto momento, però non credo che a- tendere la professione giornalistica al servizio vrebbe voluto essere ricordato oggi per quell'e- della conoscenza e del paese». pisodio. Biagi è stato un grande, veramente uno Così il sindaco di Roma commenta la scomparsa dei numeri uno del giornalismo italiano e, come del giornalista Enzo Biagi. capita ai numeri uno del giornalismo, incappano «Tutti gli italiani ricorderanno la sua voglia di anche in polemiche con i poteri costituiti». libertà, la sua passione e il suo rigore nel rac-

«Si è spenta una voce della coscienza democrati- contare la storia e i personaggi del nostro tempo ca della Italia, un grande giornalista che ha vis- recente -prosegue Veltroni- Enzo Biagi manche- suto la sua professione come testimonianza di rà a tutti noi, anche perchè insieme alui siamo cresciuti, abbiamo capito fatti e storie, ci siamo emozionati e ap- passionati al nostro tempo».

«La Italia perde un maestro, ma di un giornalista come Enzo Biagi restano i libri e le tante trasmis- sioni televisive che fanno parte della storia condivisa del paese - conclude Veltroni- alla famiglia Biagi giunga un grande abbraccio da parte mia e di tutta la città di Roma».

«Affetto e dolore» vengono espres- si anche da Eugenio Scalfari di fronte alla notizia della morte di Enzo Biagi. «Una frase non basta per ricorda- re un giornalista della grandezza di Biagi», dice il fondatore di Re- pubblica. spirito civico, etica pubblica, senso del bene co- Mercoledì -aggiunge- affiderò alle colonne del mune». giornale un lungo ricordo dell'amico scompar- Con queste parole Piero Fassino ha espresso il cor- so». doglio suo e dei Democratici di Sinistra per la scomparsa di Enzo Biagi. L’Unità 06.11.2007 «Chi ha avuto la fortuna di conoscere personal- Biagi, una vita tra giornali e TV

da www.adnkronos.com/IGN/cronaca/

Enzo Biagi è nato il 9 agosto 1920 a Lizzano in Intraprende i primi passi della carriera lavorando in Belvedere, un paesino dell'Appennino tosco- particolare come cronista al “Resto del Carlino” e, emiliano in provincia di . a soli, 21 anni diventa professionista. Di umili origini, il padre lavorava come aiuto ma- Allo scoppio della secondo conflitto mondiale, En- gazziniere di uno zuccherificio, mentre la madre zo Biagi è richiamato alle armi e, dopo l'8 settem- era una semplice casalinga. bre del 1943, per non aderire alla Repubblica di Dotato di un talento innato per la scrittura, fin da Salò, varca la linea del fronte aggregandosi ai bambino si dimostra particolarmente versato per le gruppi partigiani operanti sul fronte dell'Appenni- materie letterarie. no.

Le cronache riportano anche un suo celebre Il 21 aprile 1945 entra a Bologna con le truppe ''exploit'', quando cioè un suo tema particolarmen- alleate e annuncia dai microfoni del Pwb la fine te riuscito venne addirittura segnalato al pontefice. della guerra.

Allo scoccare del diciottesimo anno di età, diven- Il dopoguerra a Bologna è per Biagi un periodo di tato maggiorenne, si dà al giornalismo, senza (Continua a pagina 5) per questo abbandonare gli studi. 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 5

Napolitano: «Scompare una grande voce di libertà» numerose iniziative: fonda un settimanale, Le principali trasmissioni televisive con- “Cronache”, e un quotidiano “Cronache sera”. dotte e ideate da Biagi sono “Proibito”, inchiesta Da questo momento, prende avvio in modo definiti- di attualità sui fatti della settimana, e due grandi vo la grande carriera di quello che diverrà uno dei cicli di inchieste internazionali, “Douce France” giornalisti italiani più amati di sempre. (1978) e “Made in England” (1980).

Nuovamente assunto al “Resto del Carlino” (in A queste si aggiungano una quantità notevole di quegli anni Giornale dell'Emilia), nel ruolo di in- servizi sul traffico d'armi, la mafia ed altri temi di viato e di critico cinematografico, Biagi rimarrà stretta attualità della società italiana. negli annali per delle memorabili cronache sulle Ideatore e conduttore del primo ciclo di “Film dos- inondazioni del Polesine. sier” (datato 1982), e di “Questo secolo: 1943 e Un primo incarico davvero prestigioso lo ottiene dintorni”, nel 1983, ha conquistando il pubblico negli anni che vanno dal 1952 al 1960 dove, trasfe- anche con numerose altre trasmissioni: “1935 e ritosi a Milano, dirige il settimanale “Epoca”. dintorni”, “Terza B”, “Facciamo l'appello” Fin da subito, inoltre, intrattiene un rapporto molto (1971), “Linea diretta” (1985, settantasei puntate). stretto con il mezzo televisivo, strumento mediatico che ha contributo non poco ad estendere la sua po- Nel 1986 presenta le quindici puntate del settima- polarità e a farlo amare anche dai ceti meno colti e nale giornalistico 'Spot' e, negli anni '87 e '88, “Il letterati. caso” (rispettivamente undici e diciotto puntate); nell'89 è ancora alle prese con “Linea diretta”, se- Il suo ingresso in Rai è datato 1961 e si è pro- guita in autunno da “Terre lontane (sette film e tratto in pratica fino al 2002. sette realtà)” e “Terre vicine”, incentrate sui muta- Bisogna sottolineare che Biagi ha sempre espresso menti dei paesi ex comunisti dell'Est. parole di gratitudine e di affetto nei confronti di Dal 1991 al 2002 Biagi ha realizzato con la Rai un questa azienda alla quale, indubbiamente, ha anche programma televisivo all'anno. Di questi si possono dato tanto. enumerare “I dieci comandamenti all'italiana” Nel corso della sua presenza nei corridoi di viale (1991), “Una storia” (1992), “Tocca a noi”, “La Mazzini, è riuscito a diventare direttore del Tele- lunga marcia di Mao” (sei puntate sulla Cina), giornale nazionale mentre, nel 1962 fondò il primo “Processo al processo su tangentopoli”, e “Le in- rotocalco televisivo “RT”. chieste di Enzo Biagi”. Inoltre, nel 1969 diede vita ad un programma ta- gliato su misura per lui e per le sue capacità, il cele- Nel 1995 dà vita a “Il Fatto”, programma gior- bre “Dicono di lei”, basato su interviste a perso- naliero di cinque minuti su avvenimenti e perso- naggi italiani, che viene ripreso in tutte le stagioni successive, sempre con altissi- me percentuali di ascolto. Nel 1998 pre- senta due nuovi programmi, “Fratelli d'I- talia” e “Cara Italia”, mentre nel luglio 2000 è la volta di “Signore e Signore”. Del 2001 è invece “Giro del mondo”, un viaggio tra arte e letteratura: otto puntate con alcuni tra i grandi scrittori del Nove- cento.

Nel 2002, invece, dopo settecento pun- tate de “Il Fatto”, Biagi è stato al cen- tro di aspre polemiche a causa di una sua presunta faziosità negativa nei con- fronti dell'allora presidente del Consi- glio , il quale ha espres- samente rimproverato il giornalista di non essere equanime. naggi famosi, una sua specialità. Il consiglio di amministrazione della Rai, pur non avallando ufficialmente queste critiche, ha ad ogni Sono anni di intenso lavoro e di soddisfazioni non modo modificato l'originaria e prestigiosa colloca- da poco. zione oraria del programma (posto poco dopo la Biagi è richiestissimo e la sua firma, poco a poco, fine del telegiornale della sera) il quale, in seguito compare su “La Stampa” (di cui è inviato per una alle proteste dello stesso Biagi, non ha più visto la decina d'anni), “”, il “Corriere della luce. sera”, “Panorama” e infine “L'Espresso”. Non contento, Biagi dà avvio ad un'attività di scrit- Enzo Biagi, nel corso della sua lunghissima carrie- tore mai più interrotta e che lo ha visto immancabil- ra, ha pubblicato più di ottanta libri. mente in testa alle classifiche di vendita. www.adnkronos.com/IGN/cronaca/ Anche la presenza televisiva, è costante. 6 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Biagi, una vita tra giornali e TV Agli italiani mancherà la sua voce e la sua semplicità

di Tana de Zulueta

“Il Comitato per un’AltraTv esprime le più sen- del nostro Paese restano un patrimonio impor- tite condoglianze ai familiari di Enzo Biagi la tante a cui attingere”. cui scomparsa ci addolora profondamente”. “E’ stato con grande amore per il servizio pub- Lo dichiara Tana de Zulueta, presidente del Comi- blico televisivo -conclude- che ha aderito alla tato “Per un’AltraTv” proponente con il sostegno nostra proposta di legge di iniziativa popolare di artisti come Sabina Guzzanti, Moni Ovadia e per la riforma del sistema radiotelevisivo. E’ in molti altri, di una profonda riforma della Rai. sua memoria che continueremo la nostra batta- “Biagi -continua de Zulueta- è stato un grande glia per la libertà di espressione. Agli italiani giornalista e un punto di riferimento per tutti mancherà la sua voce e la sua semplicità”. coloro che nel nostro paese si battono per la li- bertà di informazione. Il rigore e il senso civico ♦ con cui ha saputo raccontare la storia recente

La morte del giornalista: da Napolitano a Mieli il cordoglio del mondo della politica e della cultura per la scomparsa del giornalista. Scalfari: "Una frase non basta"

“Biagi, una grande voce di libertà” L’addio ad un testimone del secolo

Prodi: "Si è battuto sempre per la salvaguardia della libertà dell'informazione e del paese" Berlusconi: "Al di là delle vicende che ci hanno diviso, rendo omaggio a uno dei protagoni- sti del giornalismo"

da La Repubblica, 6 novembre 2007 Cordoglio unanime del mondo della politica, del formazione" e una "figura storica del giornali- giornalismo e della cultura per la morte di Enzo smo", che "si è battuto sempre per la salvaguar- Biagi. dia della libertà dell'informazione e del paese". Tra i primi messaggi ad arrivare alla famiglia quel- lo del capo dello Stato. "Scompare con Enzo Bia- "Al di là delle vicende che ci hanno qualche vol- gi una grande voce di libertà", scrive Giorgio ta diviso -ricorda Silvio Berlusconi- rendo omag- Napolitano ai familiari del giornalista, rendendo gio ad uno dei protagonisti del giornalismo ita- omaggio ad un "uomo di genuina ispirazione so- liano cui sono stato per lungo tempo legato da cialista e cristiana", che per il suo "profondo at- un rapporto di cordialità che nasceva dalla sti- taccamento, sempre orgogliosamente rivendica- ma". to, alla tradizione dell'antifascismo e della Resi- stenza", si era sempre schierato "in ogni momen- Per il direttore del Sole 24ore, "è andato via un to in difesa dei principi e dei valori della Costi- maestro che ci ha insegnato molto", dice Ferruc- tuzione repubblicana". cio De Bortoli. "Credo sia rimasto il ragazzo di sempre - ha aggiunto - il cronista incuriosito che "Una frase non basta per ricordare un giornali- mette al centro di tutto la persona. Con lui muo- sta della grandezza di Biagi", dice Eugenio Scal- re uno dei testimoni del 900". fari. Il fondatore di Repubblica aggiunge che "domani "Dall'inizio degli anni '90, da quando cioè per la affiderò alle colonne del giornale un lungo ricor- prima volta sono diventato direttore del Corrie- do dell'amico scomparso". re della Sera -è il primo commento del direttore di Paolo Mieli- mi ha sempre tenuto una mano sul- Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha in- la spalla, gli devo moltissimo, e quella mano viato ai familiari di Biagi un telegramma per espri- mai, neanche una volta, me l'ha fatta pesare". mere "sincera e commossa partecipazione al loro dolore". "Molte cose della fine di Enzo assomigliano alla Prodi definisce Biagi "un grande maestro dell'in- (Continua a pagina 7) 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 7

“Biagi, una grande voce di libertà” L’addio ad un testimone del secolo (Continua da pagina 6) "Enzo Biagi è sempre stato nel mio cuo- morte di Federico Fellini", rileva . re" ha detto lo stilista. "Con me è sempre stato particolarmente gentile, varie volte mi ha scrit- "Tutti gli italiani ricorderanno la sua voglia di to, è anche venuto alle mie sfilate". libertà, la sua passione e il suo rigore nel raccon- tare la storia e i personaggi del nostro tempo re- Mentre monsignor Ravasi, presidente del Pontifi- cente. Enzo Biagi mancherà a tutti noi, anche cio Consiglio della Cultura, di Enzo Biagi ricorda perché insieme a lui siamo cresciuti, abbiamo che "aveva un'anima spontaneamente cristia- capito fatti e storie, ci siamo emozionati e appas- na", e che ''nei suoi libri non mancava mai una sionati al nostro tempo", sottolinea il sindaco di dimensione spirituale". Roma Walter Veltroni. "L'ho conosciuto qualche mese fa, in occasione "E' stato il maestro della mia generazione di dell'intervista che mi fece per il suo programma giornalisti, scriveva e andava in onda sempre 'RT' e mi colpì moltissimo per un dato evidente per il pubblico", afferma il direttore del Tg1 Gian del suo carattere: era un galantuomo, una per- ni Riotta, intervenuto a "Uno mattina". sona integra". "Diceva sempre -ha continuato- no ai tromboni e E' il ricordo di , che proprio parte- ai titoli incomprensibili". cipando al programma di Biagi, ha interrotto la sua lunga assenza dal video, terminata definitivamente Nel ricordo di "Enzo Biagi è stato sabato scorso con Decameron, in onda su La7. un grandissimo cronista, nel senso che mentre Montanelli ci ha insegnato la grande ritrattisti- "Enzo Biagi, una volta mi raccontò che suo pa- ca, Biagi è stato l'uomo dei particolari minuti, dre, che era ferroviere, lo chiamava 'sovversivo', perché si rendeva conto che suo figlio era molto avanti con le idee". E' uno degli aned- doti che il grande giornalista raccontò una vol- ta a Pippo Baudo.

"Enzo Biagi è stato un grande opinion leader dei nostri tempi, interprete di un giornalismo libero e proprio per questo sco- modo. Anche chi non lo ha amato deve oggi apprezzarlo e rendergli omaggio, come si deve a un grande che esce di scena", dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini.

''Perdiamo un grande giornalista, che, con il suo stile e il suo lavoro, ha segnato un'e- poca di giornalismo sulla carta stampata e in televisione'', afferma il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D'Alema. scavava forse meglio nell'animo, raccontava be- ne le piccole cose che riusciva a far diventare ''Con lui scompare un italiano perbene e un grandi". grande giornalista, testimone dei profondi cam- biamenti dell'Italia contemporanea, che non è "Quando uno come Enzo Biagi che amava tan- mai venuto meno alla ricerca della verità", affer- tissimo il proprio lavoro viene tolto di mezzo in ma il ministro Rosy Bindi. quel modo così brutale che conosciamo, lo si am- mazza a metà". "Con la scomparsa di Enzo Biagi la Rai perde E' il commento amaro di Dario Fo. Il premio No- un grandissimo giornalista che ha dato lustro bel definisce la morte di Biagi "un lutto naziona- negli anni all'azienda e a tutto il giornalismo ita- le" e aggiunge: "Ho provato situazioni di caccia- liano". E' quanto afferma il direttore generale del- ta diretta e so cosa significa essere di colpo senza la Rai, Claudio Cappon. un lavoro che, come nel caso di Biagi, è la tua vita. E non voglio aggiungere altro". "Enzo Biagi era straordinario, ma mentre per la carta stampata ci sono altri, pochi, pochissimi, Anche Emanuele Filiberto di Savoia ha voluto che possono essere paragonati a Biagi, credo che esprimere alla famiglia il proprio cordoglio e quel- per la televisione non ci sia nessuno come lui", lo di Casa Savoia. "Biagi è stato un vero baluar- ribadisce il presidente della Rai Claudio Petruc- do di civiltà e un difensore della libertà nella sua cioli. più pura essenza, nel costante rispetto di ogni opinione". Un "protagonista della vita civile e culturale", uno "dei più importanti giornalisti" del dopo- Giorgio Armani è stato raggiunto dalla notizia a guerra: così il presidente della Camera dei deputati, Tokyo. (Continua a pagina 8) 8 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

“Biagi, una grande voce di libertà” L’addio ad un testimone del secolo

(Continua da pagina 7) Bocca- lui si arrabbiava. In politica però anda- vamo d'accordo, tutti e due di sinistra, siamo Fausto Bertinotti. sempre stati dell'area socialisti e antiberlusco- Mentre in un messaggio alla famiglia di Biagi il niani". presidente del Senato Franco Marini definisce il giornalista un "testimone prezioso e insieme prota- "Mi dispiace molto, era una bella persona, un gonista di molti decenni di storia italiana, ha saputo emiliano cui volevo molto bene", commenta il osservare, raccontare e spiegare come forse nessun presidente di Confindustria Luca Cordero di altro la realtà di un paese in continuo cambiamen- Montezemolo. to". La Repubblica "Polemizzavamo spesso perché io prendevo in 6 novembre 2007 giro la sua retorica bolognese -racconta Giorgio Il socialista solitario

di Eugenio Scalfari (La Repubblica, 07.11.2007)

Non parlerò di come e quando l'ho conosciuto, di poiché sono le due facce della stessa medaglia e come e quando io lavorai per lui e lui lavorò per me quindi vanno insieme. qui, sulle pagine di "Repubblica" che per alcuni Questa massima non ha significato faziosità e spiri- anni fu la sua casa giornalistica. to di parte; la sua ricerca di imparzialità era un'os- La morte di un amico porta sempre un pezzetto di sessione per lui e lo sanno bene i suoi collaboratori noi sottoterra insieme con lui, sicché è inevitabile che lo aiutarono a raccogliere il materiale per quel- personalizzare il compianto. la rubrica televisiva che gli valse la scomunica ber- lusconiana e l'estromissione dalla Rai. Cercherò di resistere a questa tentazione. Si può essere imparziali e neutrali oppure im- parzialmente partecipi.

Biagi non fu mai la prima cosa, fu sempre la seconda.

Nonostante la moltitudine di amici lettori e telespettatori, Enzo è stato un solitario. Non so se per scontrosità o innata timidezza o per superbo orgoglio di sé. Propendo per la timidezza e per un pizzico di diffidenza verso l'umana natura.

Questo mostro sacro del nostro giornalismo non si è mai trovato a suo agio in veste diret- toriale. Quando ha diretto “il Resto del Carlino” e il telegiornale Rai ai tempi del monopolio televi- si vo, l'ha fatto con sicura professionalità ma facendo forza alla sua natura. Infatti furono tutte brevi le sue esperienze di- rezionali e cessarono più per suo desiderio che Enzo Biagi ha avuto centinaia di migliaia di lettori per decisioni editoriali. dei suoi articoli e dei suoi libri e milioni di telespet- La sua vocazione era quella del cavaliere solita rio tatori delle sue apparizioni televisive. e l'ha realizzata per più di mezzo secolo come grande cronista, grande intervistatore, grande com- Dunque di amici, le persone che condividevano le mentatore. sue parole, i suoi pensieri, il suo stile. I suoi libri erano lo sviluppo del suo giornalismo e Uno stile asciutto, intessuto di proverbi, di citazio- furono seguiti in massa dai suoi abituali lettori. ni, di luoghi comuni elevati a dignità letteraria. Aveva alcuni punti di riferimento molto chiari e Uno stile corroborato da fatti precisi e circostanzia- direi elementari nella loro semplicità. ti che di solito si concludevano con un giudizio ta- Era di idee socialiste, d'un socialismo all'antica, gliente e definitivo. quello che riscaldava i cuori dei lavoratori agli ini- Non è mai stato fautore della regola che vuole i fat- zi del Novecento, la solidarietà delle leghe coope- ti separati dalle opinioni; per lui valeva una regola diversa: mai un'opinione senza un fatto e viceversa, (Continua a pagina 9) 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 9

Il socialista solitario rative, delle Case del popolo, delle associazioni di Tutta roba che ormai non c'è più e di cui è mutuo soccorso nella Bassa Padana e nelle Roma- stato l'ultimo cantore. gne.

Quello era il socialismo che gli piaceva e che ha Biagi non era e non si riteneva un intellettuale. Ha voluto essere un giornalista, punto e basta. continuato fino all'ultimo a ricordare nelle sue pagi- ne: il socialismo di Treves e di Turati, il socialismo Non a caso il suo esempio preferito e da lui spesso di Pietro Nenni, delle scuole serali e delle universi- citato era Giulio de Benedetti, direttore per dieci tà popolari. anni della "Gazzetta del Popolo" negli anni Venti e «Questo è il mio paese»

di Antonia Stanganelli

Di Enzo Biagi ricordo tante trasmissioni; tante in- rabbia. terviste, fin da quando ero piccola e qualche libro Non mi faceva sentire più sconfitta. letto, molti da leggere, da quando non lo sono più. Ma, ricordo bene la sua figura, uguale nel tempo e Questo è il mio Paese. mi ha sempre colpito il contrasto che faceva il suo Il resto dipende anche da me.

coraggio con quell’aspetto mite. Quando parlava del giornalismo lo chiamava - il La spavalderia della parola con la pacatezza della mestiere, lui, il grande Enzo Biagi che ha fatto gior- voce. nalismo dirompente, che ha difeso la sua libertà di Ha fatto tante domande Enzo Biagi, ma il suo vero espressione e quella di tutti i giornalisti attaccando merito è stato quello di far capire a tutti l’importan- con discrezione, come poteva fare solo lui senza za di fare sempre delle domande. entrare in contraddizione con se stesso, pensava che Domande brevi, mirate, semplici. fosse solo un mestiere. Perché il mestiere non ha bisogno di specializ- zazioni, il mestiere è la somma di una o più abilità con uno o più sentimenti. Per gli spettatori di Biagi i suoi sentimenti e le sue abilità sono state vera, profonda, indelebile informazione sui fatti torbidi del nostro Paese. Dopo i cinque anni di esilio a causa dell’allon- tanamento dal video voluto da Berlusconi e dal centro-destra nel 2002, il Biagi televisivo tornò con la sua trasmissione il 23 aprile del 2007 e dopo un commosso saluto di ritorno commentò in questo modo la sua profonda rabbia verso quella offesa alla libertà:

“Quante cose succedono intorno a noi. Cercheremo di raccontare che cosa manca agli italiani e di che cosa ha bisogno la gente. Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra Domande per capire e per far capire a tutti chi era il storia: personaggio intervistato e quale la situazione che è anche per questo che oggi possiamo sentirci libe- aveva determinato i fatti. ri. Non si poteva non rispondere ad Enzo Biagi. Una certa Resistenza non è mai finita. Eppure lui tante risposte non l’ha trovate. C' è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, Ricordo una frase di qualche anno fa che mi colpì e a certe promesse, a certi servilismi. che a volte ripeto a me stessa come per farmi corag- Il revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci gio. sono state anche pagine poco onorevoli; e molti di Era una fine trasmissione e quasi a commento della noi, delle Brigate partigiane, erano raccogliticci. cronaca appena illustrata con essenzialità dell’acca- Ma nella Resistenza c' è il riconoscimento di una duto e sapienza distaccata, commentò puntando la grande dignità. telecamera con sguardo carezzevole per dire: Cosa sarebbe stata l' Italia agli occhi del mondo ? “Giusto o sbagliato questo è il mio Paese”. Sono un vecchio cronista, testimone di tanti fatti. Per me quella frase, detta da Enzo Biagi era rassicu- Alcuni anche terribili. rante, era giusta, era condivisibile, perché, era vera. E il mio pensiero va ai colleghi inviati speciali che E paradossalmente mi incoraggiava e mi placava la (Continua a pagina 10) 10 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

«Questo è il mio paese»

(Continua da pagina 9) non sono ritornati dal servizio, e a quelli che spe- Infondo è proprio perché c’è stato fino ad ora un ciali non erano, ma rischiavano la vita per rac- uomo come Biagi che, nonostante tutto, mi sento di contare agli altri le pagine tristi della storia. condividere con lui e spero con altri quella frase I protagonisti per me sono ancora i fatti, quelli che tanto mi aveva colpita in altri tempi e che an- che hanno segnato una generazione: partiremo cora adesso mi dà forza a non farmi sentire sconfit- da uno di questi, e faremo un passo indietro per ta “Giusto o sbagliato questo è il mio Paese”. farne un altro, piccolo, avanti. Senza intenzione di commemorarci.” Antonia Stanganelli L’ ultima smentita

di Masaniello Lui lo stimava, quasi più di Apicella, quindi come Biagi è morto e noi siamo tutti più poveri, più po- poteva aver fatto quella vigliaccata che gli viene veri di cultura, di un’informazione corretta, quella attribuita, un editto, come si chiama ? bulgaro...! si libera, sussurrata e non gridata, ricca di garbata

Niente di tutto questo, non è da lui, uomo liberale, ironia, signorile, indipendente dal potere politico rispettoso della libertà, ci ha perfino fatto un parti- da schiena dritta, come poteva piacere a quello che to e adesso anche i circoli della libertà, un’univer- il grande giornalista ebbe a definire “un piazzista” sità della libertà, una tv delle libertà, figuriamoci. ? Una nota amara: la sinistra…. la sinistra, lo ripeto Enzo Biagi era “libero” di scrivere ciò che voleva, due volte, all’epoca del “Fatto”si è forse strappata di intervistare chicchessia, di criticare chiunque le vesti per difendere il giornalista ? figuriamoci , lui lo “stimava”. Stendiamo un velo pietoso. Naturalmente la “disinformatjia” ancora una vol- ta ha distorto la verità ed eccolo costretto ad af- ♦ frontare le telecamere, lui, così schivo e riservato, per smentire ancora una volta i suoi nemici, la stampa e le televisioni comuniste pronte a dar- gli addosso.

Non importa se Blob impietosamente continua a riproporre la frase incriminata dicente: questi signori Biagi, di uno faceva finta di non ricor- darsi il nome: Luttazzi, e Santoro hanno fatto della televisione pubblica un uso criminoso e di seguito indicava alla nuova dirigenza Rai la necessità di liberarsene, provvedimento che i suoi “sottoposti” hanno velocemente eseguito.

Quando il Cavaliere deve difendersi mostra il suo volto più soave, da squalo che è diventa un uccellino implume anche se il termine oggi non gli si attaglia più avendo fatto un investi- mento per ovviare all’inconveniente, quindi voce bassa e modulata da Actor Studio, boc- cuccia a cuore come quella di Tremonti quan- do mente sui successi della sua finanziaria e piagnisteo sulle menzogne di cui è vittima.

Stimava tanto Biagi che non ha avuto il corag- gio di andare ad omaggiarne la salma, temeva qualche agguato, perciò ha mandato un suo dipendente, tale Emilio…. come si chiama ? Fido, no Fede il quale non ha ricevuto sembra una grande accoglienza.

Ma, durante quello che si ostina a chiamare il suo telegiornale, ha avuto il coraggio di dire che voleva bene al suo illustre collega.

11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 11

Biagi, con Luttazzi e Santoro, nel 2002 venne accusato dal Cavaliere di "uso criminoso" della tv per una intervista a Benigni. Nel 2007 il ritorno

L’editto bulgaro, le scuse di Berlusconi “Rifarei tutto quello che ho fatto”

Rifiutò di partecipare a Rockpolitik nel 2005, dove lo aveva invitato Celentano per non tornare, scriveva, su Raiuno, la rete ancora diretta da chi lo aveva cacciato

di Giovanni Gagliardi (La Repubblica, 6.11.2007) "Berlusconi ha detto da Bucarest che ho fatto 2005. un 'uso criminoso' della tv. Dalla Rai dopo 41 In diretta, con gli occhi lucidi, disse: ''Rifarei tutto anni di servizio mi hanno mandato una disdetta come prima''. con la ricevuta di ritorno. Bene, rifarei tutto Poi il 21 ottobre come ospite a “Primo piano” per quello che ho fatto. Sono sempre stato dalla par- raccontarsi, con oltre due milioni di ascolto. te di quelli che non vincono". Rifiutò di partecipare a “Rockpolitik”, dove lo ave- Così parlava del suo 'esilio' dalla televisione Enzo va invitato Celentano per non tornare, scriveva, su Biagi in una intervista al Corriere nell'agosto del Raiuno, la rete ancora diretta da chi lo aveva cac- 2004. ciato. Al suo posto una sedia vuota. Era il 18 aprile del 2002 quando il neo presidente Il 13 ottobre 2006, dopo quattro anni di assenza, il del consiglio, Silvio Berlusconi, da Sofia, dopo una ritorno sull'ammiraglia, intervistato al Tg1 da Da- durissima campagna elettorale, puntò il dito contro vid Sassoli. Biagi, Luttazzi e Santoro, per quello che passerà Poi il 10 dicembre 2006, ancora una volta da Fazio, alla storia come "l'editto bulgaro". l'annuncio del ritorno in tv con un programma dedi- "Vorrei sapere quale reato ho commesso: stu- cato agli italiani. pro, assassinio, rapina ?" chiedeva Biagi a caldo commentando in quel giorno le affermazioni di Sil- Da vecchio partigiano, Enzo Biagi scelse la Resi- vio Berlusconi. stenza come tema della prima puntata di RT - Ro- In quel momento il giornalista firmava “Il fatto”, tocalco televisivo, il programma- realizzato in co- in onda dal 1995 su Raiuno subito dopo il Tg1 con produzione con il Tg3, che dal 22 aprile su Raitre grandi risultati di ascolto. Quella sera, in diretta, lo riportò sugli schermi della tv pubblica. Biagi disse: ''Questa potrebbe essere l'ultima "Buonasera, scusate se sono un po' commosso e, puntata del Fatto dopo 814 trasmissioni, ma non magari, si vede -disse aprendo la puntata-C'è stato tocca a lei Berlusconi licenziarmi''. qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cin- “Il Fatto” concluderà la sua storia il 31 maggio que anni". dello stesso anno. A scatenare le ire di Berlusconi fu la puntata in cui E oltre alla Biagi, il 10 aprile del 2001, in piena campagna e- soddisfazio- lettorale, intervistava e il comico ne del ritor- non risparmiava battute all'allora leader dell'oppo- no in tv, Bia- sizione. gi ebbe an- "Il contratto di Berlusconi con gli italiani? Or- che quello mai è un cult. Quella cassetta lì l'ho registrata della marcia proprio. L'ho messa tra Totò e Peppino, e Wal- indietro, sep- ter Chiari e Sarchiapone". pur parziale, O ancora: "Non voglio parlare di politica, sono di Berlusco- qui per parlare di Berlusconi". ni. E il commento di Berlusconi il giorno dopo fu a lettere di fuoco: ''Ieri sera è stata una cosa terri- "Ho assisti- bile''. to alla pri- ma delle Fu una ferita profonda. due puntate "Cara Lucia penso che la mia vita si stata feli- e l'ho trova- ce", ha scritto nel libro dedicato alla moglie Lette- ta veramen- ra d'amore a una ragazza di una volta, "ma il te avvincen- conto è arrivato tutto d'un colpo. Tu mi hai la- te, quindi sciato, Anna (la figlia ndr) è morta all'improvvi- complimen- so, sono stato calunniato e offeso nel mio lavo- ti al dottor ro". Biagi per questa nuova trasmissione", -disse il Cavaliere dai microfoni di "Radio anch' io", ne- Da allora il giornalista non è comparso in Rai che gando, però, di aver mai chiesto la chiusura di pochissime volte. (Continua a pagina 12) La prima a “Che tempo che fa”, il 22 maggio del 12 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

«Questo è il mio paese»

(Continua da pagina 11) Poche righe per ringraziare "tutti quelli che han- "Sciuscià", "Il fatto" e "Satyricon". no apprezzato il nostro lavoro e in particolare E tuttavia, per la prima volta, Berlusconi ammise Silvio Berlusconi per il giudizio lusinghiero e- un errore: "Forse ho calcato la mano quando dis- spresso su RT rotocalco televisivo". si che Biagi e gli altri facevano un uso criminoso della tv pubblica". Giovanni Gagliardi La Repubblica E, come sempre, la risposta del giornalista fu di 6.11.2007 grande classe. Addio al testimone del nostro tempo

da Il Sole24Ore.comRoma, 6 novembre 2007

All'indomani dell' operazione a cuore aperto cui fu zionare Mike Bongiorno, un conto gli italiani». sottoposto a Londra nel '90, Enzo Biagi, con il con- sueto, disincantato sense of humor, aveva detto: Non era nuovo a questo genere di reazioni e diktat. «Ormai sto giocando i tempi supplementari». Si ricorda un suo attacco al governo Tambroni su

La sua «partita» è stata certamente molto intensa e Epoca per i fatti di Reggio Emilia, dopo il quale fu ben giocata. chiamato dall'editore, Arnoldo Mondadori: abbrac- ciandolo e piangendo, il vecchio Ar noldo lo licen- Non si può dire, per continuare con la metafora, ziò. che il suo fosse un moderno calcio a zona. Ma cer- tamente, da Pianaccio, frazione di Lizzano in Bel- Qualcuno aveva chiesto la sua testa. vedere (Bologna), dove nacque il 9 agosto del 192- 0, fino alle redazioni dei giornali e agli studi televi- Il suo carattere, che lui stesso ebbe modo di defini- sivi, il «viaggiatore-provinciale» Biagi fu accom- re «permaloso», Biagi lo mise in mostra anche pagnato da quel buon senso da «contropiedista» molti anni dopo, quando decise di abbandonare a che lo ha fatto amare dalla gente e rispettare dai Repubblica, di cui era inviato, per tornare al colleghi. «nemico», Il Corriere della sera.

«Mi incanta la gente semplice -diceva- quella che Biagi spiegò così i motivi del gesto: «Repubblicà festeggia gli anniversari, crede nei proverbi, nel aveva fatto uscire un'antologia con i pezzi mi- risparmio, nelle vacanze e sa che nessuno è per- gliori dell'anno passato: di mio, che pure avevo fetto e che, prima o poi, si deve morire». scritto 68 articoli, non c'era nulla. Irreprensibile e metodico costruì con il lavoro la Ho pensato: o è una svista e allora vuol dire che propria fortuna rimanendo fedele, con discrezione, non conti niente; o è voluto e allora tanto vale agli ideali di democrazia e libertà imparati sul cam- cambiare aria». po, da partigiano. Attento e prolifico testimone del nostro tempo, con «Negli anni in cui tanti perdevano la testa per le sue inchieste sui giornali o in tv, aveva creato Che Guevara e Ho Chi Min a me continuavano una invidiabile galleria di personaggi, costruendosi a bastare i fratelli Rosselli», aveva detto di recen- una meritata fama di "acchiappa-imprendibili". te. Intervistò Stefano delle Chiaie in America Latina, In effetti il suo motto, lontano dalle fedi dell'ideo- quando ancora era ricercato dalla polizia con l'ac- logia e ripetuto più volte, fu «curiosità e corret- cusa di strage; parlò con Licio Gelli; con Gheddafi tezza». poche ore prima che gli aerei americani, durante la crisi del 1986, bombardassero il quartier generale La prima lo accompagnò sempre, fin dagli incari- del colonnello libico. chi al «Resto del Carlino» poi via via attraverso la La sua intervista divenne così un documento ecce- direzione di «Epoca», il Tg anni '60, il lavoro da zionale. inviato e quello da scrittore. La seconda gli costò più di uno scontro e qualche Biagi non era certo nuovo a imprese del genere: da porta chiusa in faccia, sino a quella serrata del co- Kennedy a Kissinger, da De Gaulle a Breznev mol- siddetto editto bulgaro di Berlusconi premier nel ti altri grandi erano finiti sul suo taccuino. 1995, che lo escluse per anni dalla Rai, sino al suo Ma non furono solo i grandi a interessarlo: per una ritorno nel 2007. delle sue trasmissioni televisive, qualche anno fa l'inviato Biagi andò a pescare, nel cuore della fore- E prima era finito nel mirino di Bettino Craxi che sta amazzonica, un sacerdote semisconosciuto, al di lui aveva detto: «Biagi ? Una volta mi piace- quale, per prima cosa, chiese: «Sente mai la man- va...ora non più, fa del moralismo un tanto al canza delle donne ?». chilo». Verso Berlusconi Biagi era stato subito critico: «I Prima di scegliere la libertà dell'inviato, Biagi fu nuovi per due terzi sono vecchi governanti», a- direttore di Epoca, Tg1 e Resto del Carlino. veva detto della seconda repubblica, aggiungendo: (Continua a pagina 13) «Diamo tempo al tempo: ma un conto è far fun- 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 13

Addio al testimone del nostro tempo

(Continua da pagina 12) capacità di Biagi di cavalcare l'attualità con grande sensibilità giornalistica. Poi editorialista per Repubblica e il Corriere della Fra questi “Il boss è solo”, sulla mafia e i pentiti, sera. “Noi c'eravamo”, sugli anni della Seconda Guerra In mezzo, quasi trenta libri, molti premi e ricono- Mondiale, “Lubjanka”, sulla vita di Olga Iviaskaja, scimenti anche per la sua tv intelligente, fatta di la donna che ispirò a la figura di cronaca e chiarezza, come la prima serie del fortu- Lara per Il dottor Zivago, “Quante donne”, varie nato Linea diretta del 1985. biografie, da Agnelli a Mastrioianni, e una “Italia Nel 1979 gli era stato assegnato il premio Saint del 900” in vari volumi. Vincent per il giornalismo. A chi avanzava perplessità sul fatto che un uomo da La maggior parte dei suoi libri sono diventati long- solo potesse scrivere tanto, aveva risposto: «Il mio seller ristampati più volte in edizione economica, unico archivio e anche il solo aiuto di cui dispon- come per esempio la celebre “Geografia”. go, è la mia memoria: ormai il mio mondo è il passato» Un contributo importante Biagi lo ha dato anche alla divulgazione, con le sue storie a fumetti, e le Il Sole24Ore.com edizioni scolastiche di alcuni volumi come Testi- 6 novembre 2007 moni del tempo, una serie di interviste a personaggi importanti della società contemporanea sui temi di attualità.

I grandi successi di vendite sono cominciati nel 1976 con “Disonora il padre”. La sua attività di scrittore si era particolar- mente intensificata negli ultimi anni, forse proprio perchè Biagi sentiva che i “supplementari” si avviavano ormai al ter- mine. Presentando, nell' ottobre del 1994 il suo libro “L' albero dai fiori bianchi” aveva detto: «Ora basta, questo è il mio ultimo libro. Certo, se stessi bene, vorrei scriver- ne un altro: di argomento religioso». C'era chi aveva ironizzato sulla sua super- produ zione, ma il favore del pubblico non gli era mai mancato e alcuni titoli hanno a- vuto particolare successo, anche grazie alla

IL RICORDO

Sulla carta o in tv era il “cronista” Contro di lui l’antigiornalismo

di Michele Serra (La Repubblica, 6.11.2007) Enzo Biagi era un cronista. punta di penna. Lo ripeteva sempre e pareva il vezzo di un gior Era capace di lavorare solo sui materiali empi- nalista famoso, popolarissimo, pluridirettore, rici, toccati con mano. che si rifugiava dietro un abito professionale or La sua esperienza, i suoi incontri, i suoi appun- dinario. ti.

Ma non era un vezzo, era la sostanza viva del Un giornalismo “di strada”, anti-intellettuale, suo mestiere. direttamente indirizzato alla sostanza delle vi- Testimoniata da uno stile tutt'altro che lettera- cende umane, al senso comune, a una “norma- rio, scarno, efficace, che gli impedì (per sua lità” così rara nel mondo barocco dei media, fortuna) di diventare mai un opinionista o un che riusciva a toccare le corde del pubblico po- elzevirista come ce ne sono tanti. polare e che gli aprì le porte di un clamoroso successo televisivo. Anche i suoi commenti e le sue rubriche erano fatti di spunti di cronaca, di memorie persona- Il titolo del suo programma di maggiore impat- li, un montaggio “dal vivo” che raramente as- to e di maggiore ascolto non per caso fu “Il sumeva la forma tradizionale dell'editoriale in (Continua a pagina 14) 14 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Sulla carta o in tv era il “cronista”. Contro di lui l’antigiornalismo

(Continua da pagina 13) Si presentò con un impermeabile chiaro e una fatto”, una sorta di rivendicazione asciutta del- borsa di cuoio, tirò fuori penna e taccuino e la materia prima del giornalismo. cominciò a farmi domande. Usava la televisione come un foglio di carta, Poca conversazione informale, pochi convene- ovviamente conoscendone la potenza centupli- voli, quella era un'intervista e dunque una si- cata, ma ignorandone ostentatamente tutto l'ar- tuazione professionale.

mamentario di effetti, il linguaggio pletorico Quello era mestiere. e/o aggressivo, la rumorosità e la lucentezza eccessiva. Rimasi sbalordito dallo spettacolo del vecchio In video era quasi monastico, una scrivania e gigante che appuntava diligentemente sul tac- poche parole, e quella mezza figura inquadrata cuino le parole di un ragazzo. -il famoso "mezzobusto" di Saviane- trovò Capii che Enzo Biagi era davvero un cronista, attraverso l'understatement di Biagi una sorta che quello voleva essere ed era sempre stato. di fantastico riscatto. Come se il tono basso, l'abito grigio, l'espres- L'ostracismo da lui patito negli ultimi anni non sione pacata, servissero soprattutto a scardina- è stato dunque rivolto contro una posizione re la presunzione televisiva e ridare centralità culturale o politica. assoluta alla parola, alle facce e alle persone. E' stato rivolto contro il giornalismo, che Nei primi anni Novanta, quando lui era uno dei lui personificava come pochi altri. primi tre giornalisti italiani (gli altri erano Boc- ca e Montanelli) e io poco più che un pivello, Michele Serra mi chiese se poteva venire nella redazione di La Repubblica "Cuore" per intervistarmi a proposito della 6.11.2007) satira.

La biografia è tratta da Wikipedia

E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

di Matteo (Blogosfere, Cronaca italiana, 6 novembre 2007)

E' morto Enzo Biagi, protagonista assoluto del Ha scritto la storia d'Italia, ci ha fatto vivere attra- giornalismo cartaceo e importante presenza nel verso i suoi occhi i cambiamenti del nostro tem- giornalismo televisivo italiano. po; con uno stile che forse non ha mai avuto pari. Uomo di cultura, giornalista dalla lunga tradizione, scrittore dalla personalità autentica e sincera. Venerdì sera era uscita la notizia dell'aggravarsi Aveva 87 anni. delle sue condizioni: Enzo Biagi, senza che nessu- no lo sapesse, era ricoverato da una settimana presso la clinica Capitanio a Milano.

La notizia sulle sue condizioni era giunta su autorizzazione della famiglia. Le figlie avevano affermato venerdì sera: «la situazione è particolarmente critica, ma è comunque lucidissimo: è sempre lui, capisce tutto». Poi la situazione si è aggravata, portan- dolo al decesso.

Qui sotto la sua biografia, tratta da wi- kipedia, vale più di mille parole...

Enzo Biagi è nato a Pianaccio, un piccolo paese sull'Appennino bolo- gnese, frazione del comune di Lizza- no in Belvedere. (Continua a pagina 15) 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 15

E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

(Continua da pagina 14) dio locale l'avvenuta liberazione. All'età di nove anni si trasferì a Bologna, dove il Poco dopo fu assunto come inviato speciale e cri- padre Dario lavorava, come vice capo magazzi- tico cinematografico al Resto del Carlino. niere, in uno zuccherificio già da qualche anno. Nel 1951 Biagi aderì al manifesto di Stoccolma L'idea di diventare giornalista gli nacque dopo contro la bomba atomica e, accusato dal suo edi- aver letto Martin Eden di Jack London. tore di "essere un comunista sovversivo", fu al- Frequentò l'istituto tecnico Pier Crescenzi, dove lontanato dal Resto del Carlino. con altri compagni diede vita ad una piccola rivi- sta studentesca, Il Picchio, che si occupava so- Qualche mese dopo, fu assunto da Arnoldo Mon- prattutto di vita scolastica. dadori e diventò caporedattore del settimanale Il Picchio fu soppresso dopo qualche mese dal Epoca, carica che ricoprì dal 1952 al 1960 trasfe- regime fascista e da allora nacque in Biagi una rendosi per la prima volta a Milano. forte indole antifascista. Dopo qualche mese, ne divenne direttore. Il settimanale attraversava un periodo difficile e Nel 1937, all'età di diciassette anni, compose il nel 1951 si erano alternati alla sua guida ben suo primo articolo, pubblicato sul quotidiano quattro direttori. L'Avvenire d'Italia, che parlava del dilemma sor- Biagi impose un decisivo cambiamento di mar- to nella critica dell'epoca se il poeta di Cesenati- cia, con nuove rubriche e una nuova veste edito- co Marino Moretti fosse crepuscolare o no. riale, trasformando Epoca da rivista di pettego- Cominciò così la sua collaborazione con l'Avve- lezzi a un giornale impegnato. Sotto la sua dire- nire occupandosi di cronaca, di colore e di picco- zione, Epoca si impose all'attenzione del grande le interviste a cantanti lirici. pubblico grazie ad inchieste e reportage esclusi- vi, in particolare sul caso Montesi e su papa Pio XII.

Nel 1960 tuttavia un articolo sugli scontri di Genova e Reggio Emilia contro il governo Tambroni provocò la reazione dura dello stesso e Biagi fu costretto a dimettersi. Qualche mese dopo fu assunto dalla Stampa come inviato speciale.

Il 1° ottobre 1961 Biagi diventò di- rettore del Telegiornale, secondo al- cuni per accontentare il Partito So- cialista Italiano che in quegli anni iniziava con la Democrazia Cristiana l'esperienza del centrosinistra. Biagi fece assumere in RAI alcuni grandi giornalisti italiani come Gior- gio Bocca e . Ma ben presto arrivarono critiche durissime soprattutto dal PSDI di Giuseppe Saragat e dalla destra, che fece stampare volantini e manifesti con cui accusò Biagi di essere un co- munista. Nel 1940 fu assunto in pianta stabile dal Carlino Sera, versione serale de Il Resto del Carlino, co- me estensore di notizie, ovvero colui che si occu- Nel 1963 curò la nascita del telegiornale del se- pa di sistemare gli articoli portati in redazione condo canale Rai. dai reporter. Nello stesso anno, lanciò RT-Rotocalco Televisi- vo, il primo settimanale della televisione italiana. Nel 1942 fu chiamato alle armi ma non partì mai per il fronte a causa di problemi cardiaci che lo Nel 1963 fu costretto a dimettersi. accompagneranno per tutta la vita. Si sposò con Ritorna quindi a La Stampa come inviato specia- Lucia Ghetti, maestra elementare, il 18 dicembre le, scrivendo anche per il Corriere della Sera e 1943; poco dopo fu costretto a rifugiarsi sulle per il settimanale L'Europeo. montagne e qui aderì alla Resistenza combatten- do nelle brigate "Giustizia e Libertà" legate al La sua collaborazione con la Rai, riprende nel Partito d'Azione. 1968 quando chiamato dall'allora direttore gene- rale, Ettore Bernabei si lega alla tv di Stato, per Terminata la guerra, entrò con le truppe alleate la realizzazione di programmi di approfondi- a Bologna e fu proprio lui ad annunciare alla ra- (Continua a pagina 16) 16 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

(Continua da pagina 15) con programmi come "Processo al processo su mento giornalistico. Tangentopoli", (1993) e "Le inchieste di Enzo Tra i più seguiti e innovativi: "Dicono di lei" Biagi" (1993-1994). (1969), una serie di interviste a personaggi famo- si, tramite frasi, aforismi, aneddotti sulle loro Nel 1995 iniziò la trasmissione Il Fatto, un pro- personalità e "Terza B, facciamo l'appello" gramma di approfondimento dopo il Tg1 sui (1971), in cui personaggi famosi incontravano principali fatti del giorno, di cui Biagi era autore dei loro ex compagni di classe, amici dell'adole- e conduttore. scenza, i primi timidi amori. Nel 2004 Il Fatto, che mediamente era seguito da Nel 1971, dopo numerose collaborazioni al Cor- oltre 6.000.000 di telespettatori, fu nominato da riere della Sera e al settimanale L'Europeo, fu una giuria di giornalisti il miglior programma nominato direttore del Resto del Carlino con l'o- giornalistico realizzato nei cinquant'anni della biettivo di trasformarlo in un quotidiano nazio- Rai. nale. In questo periodo riprese la sua collabora- zione con la Rai. Famose resteranno le interviste a Marcello Ma- stroianni, a Sofia Loren, a Indro Montanelli e le Il 30 giugno del 1972 fu allontanato dalla dire- due realizzate a Roberto Benigni, l'ultima delle zione del Resto del Carlino e tornò quindi al Cor- quali nel 2001, in piena campagna elettorale: il riere della Sera. comico toscano, inevitabilmente, parlò di Silvio Berlusconi e della sua candidatura, commentan- Nel 1975, pur senza lasciare il Corriere, collabo- do a modo suo il conflitto d'interessi e il contrat- rò con l'amico Indro Montanelli alla creazione to con gli italiani. del Giornale. L'intervista scatenò roventi polemiche contro Dal 1977 al 1980, ritorna a collaborare stabil- Benigni e contro Biagi. mente alla Rai, conducendo "Proibito" program- Il deputato di Alleanza Nazionale e futuro mini- ma in prima serata su Rai Due che trattava temi stro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri, d'attualità. parlando ad un'emittente lombarda, auspicò All'interno del programma guida due cicli d'in- l'allontanamento dalla Rai dello stesso Biagi. chieste internazionali denominati "Douce France" (1978) e "Made in England" (1980).

Intanto, dopo lo scandalo della P2 lascia il Corriere della Sera e collabora come editorialista con La Repubblica, quotidia- no che lascierà nel 1988, quando ritorne- rà al Corriere.

Nel 1982 conduce la prima serie di "Film Dossier", un programma che attraverso film mirati, punta a coinvolgere lo spet- tatore, nel 1983, dopo un programma su Rai Tre dedicato ad episodi della seconda guerra mondiale (La guerra e dintorni), inizia a condurre su Rai Uno "Linea Di- retta", uno dei suoi programmi più segui- ti, che propone l'approfondimento del fatto della settimana, tramite il coinvolgi- mento dei vari protagonisti. Linea Diretta viene trasmesso fino al 1985. L'an- no dopo è la volta di "Spot", un settimanale Il caso Biagi giornalistico, cui Biagi collabora come intervi- Il 18 aprile 2002 l'allora presidente del Consiglio statore. Silvio Berlusconi, mentre si trovava in visita uf- ficiale a Sofia, dichiarò nel corso di una confe- Nel 1989 riapre i battenti per un anno Linea Di- renza stampa: retta. L'Agenzia Ansa diffuse la dichiarazione di Ber- lusconi (che passerà alla storia con la definizione Nei primi anni Novanta, realizza sopratutto tra- giornalistica di “Editto bulgaro”). Biagi, di con- smissioni tematiche, di grande spessore, come certo con la sua redazione, e ottenuto l'assenso "Che succede all'Est ?" (1990), "I dieci comanda- dei vertici della Rai, decise di replicare quella menti all'italiana" (1991), (trasmissione che rice- sera stessa nella puntata del Fatto, dichiarando: vette i complimenti di Giovanni Paolo II) "Una Le trasmissioni del Fatto, proseguirono regolar- storia" (1992), (sulla lotta alla mafia). mente fino alla prima settimana di giugno, Segue attentamente le vicende di "Mani pulite", (Continua a pagina 17) 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 17

E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

(Continua da pagina 16) Baldassare rispose facendosi intervistare quando terminò la stagione. proprio al Fatto, presentandosi ai telespettatori La dirigenza Rai, decise di cancellare il pro- come "un punto di riferimento per la libertà den- gramma, dopo un lungo tira e molla, cominciato tro la Rai" e, disse a Biagi che "è e rimarrà una già a gennaio, (cioè prima dell'editto bulgaro) risorsa per l'azienda". quando il direttore di Rai Uno, Agostino Saccà si recò alla commissione parlamentare di vigilanza e Un mese dopo, durante la tradizionale presenta- dichiarò che l'azienda doveva controbbattere zione a Cannes, dei palinsesti autunnali della Striscia la notizia e non poteva permetterselo con Rai, il Fatto era assente. una trasmissione di cinque minuti, che tralaltro Alle domande dei giornalisti, la Rai rispose che aveva conosciuto nell'ultimo periodo un calo di "Biagi aveva perso appeal". 3-4 punti di share. Dichiarazione che fu contestata dai commissari Il 2 luglio, si tenne un incontro fra Enzo Biagi, il del centro-sinistra, durante l'audizione, perché i regista del Fatto, Loris Mazzetti, Fabrizio Del No- dati Auditel, dichiaravano che il Fatto, aveva ce e Agostino Saccà, che era diventato nel frat- uno share del 27,92%, quasi otto milioni di tele- tempo, direttore generale della Rai. spettatori, di media a puntata, addirittura supe- In questo vertice si decise di sopprimere Il Fatto riore alla quota dell'anno prima, che aveva una e di affidare a Biagi, una trasmissione in prima media del 26,22%. serata, con inchieste e temi d'attualità. In seguito, il 17 aprile, furono diffuse le nuove Inoltre si decise di rinnovare il contratto che le- nomine della Rai. Rai Uno venne affidata a Fa- gava Biagi alla Rai. brizio Del Noce, ex deputato di , che La bozza del contratto, arrivò a Biagi, solo il 18 dichiarò che "stava studiando una soluzione ido- settembre, dopo ripetute sollecitazioni, da parte nea per il Fatto e per Enzo Biagi". di quest'ultimo. Successivamente, Saccà e Del Noce, proposero a Intanto Il Fatto, era stato sostituto da un pro- Biagi diverse soluzioni alternative per la colloca- gramma comico, con Tullio Solenghi e Massimo zione del Fatto: alle 13:00, dopo il Tg1 della 1- Lopez, "Max e Tux". Il nuovo programma precipi- tò ben presto dal 27 al 18% di share. Del Noce imputò a Biagi, il crollo degli ascolti, perché "col suo vittimismo, che ha scatenato verso Rai Uno, un accanimento senza preceden- ti" Biagi allora decise di la- sciare Rai Uno e intavolò, con la mediazione sempre di Lo- ris Mazzetti, trattative con il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, per riprodurre Il Fatto, sulla sua rete, alle 1- 9:53, dopo il Tg3 e i telegior- nali regionali. Alla diffusione della notizia, il presidente Rai, Baldassarre dichiarò: "E' una bella noti- zia, ma troppo costosa per Rai Tre". Il 20 settembre Biagi, in una lettera al direttore generale Saccà, scrisse che se la Rai 2:30 (ipotesi respinta da Biagi: "è troppo presto aveva ancora bisogno di lui (come dichiarato per approfondire adeguatamente i fatti del gior- dallo stesso dg) e se questo ostacolo era rappre- no"), poi alle 19:50 (ipotesi respinta anche que- sentato da problemi economici, egli si dichiarava sta: "peggio della prima! E' assurdo fare l'appro- pronto a rinunciare al suo stipendio, accettando fondimento prima della notizia"). quello dell'ultimo giornalista della Rai, purché Del Noce, non confermò la presenza del Fatto, detto stipendio venisse inviato al parroco di Vi- nei palinsesti, non ancora definitivi per la nuova diciatico, un paesino sperduto nelle montagne stagione 2002-2003, diffusi a maggio, ai vari bolognesi, che gestiva un ospizio per anziani ri- giornali. Biagi decise, allora, di scrivere al nuovo masti soli. presidente della Rai, Antonio Baldassare, già Saccà replicò, con una lettera al quotidiano La membro della Corte Costituzionale, chiedendo Repubblica, (il quale stava dando grande risalto spiegazioni sul suo futuro e se la Rai intendesse alla vicenda), sostenendo che il programma non rinnovare il suo contratto, che scadeva a dicem- poteva essere trasmesso per esigenze pubblicita- bre. (Continua a pagina 18) 18 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

(Continua da pagina 17) ri. Il 26 settembre, Saccà inviò ad Enzo Biagi, una t'anni" e la sua particolare vicinanza a Rai Tre. raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui gli In una di queste interviste, commentando la spiegava, con toni formali, che Il Fatto era so- grande confusione sul risultato delle elezioni di- speso, così come le trattative fra lui e la Rai, e chiarò: "Ho capito una sola cosa: che nessuno che si sarebbe trovato il tempo, più in là per fare vuol perdere !" che è diventato, di fatto, un tor- un nuova programma, che magari non si occu- mentone. passe di politica, ma di temi più leggeri. Biagi è successivamente intervenuto anche al Tg3 e in altri programmi della Rai. Biagi, esausto per quell'interminabile tira e mol- Invitato anche da Adriano Celentano nel suo la, offeso per i contenuti di quella raccomandata Rock Politik in una puntata dedicata alla libertà che, secondo la sua interpretazione "lo cacciava di stampa assieme a Santoro, Biagi ha però de- ufficialmente dalla Rai", su consiglio delle figlie clinato l'offerta per motivi di salute. e di alcuni colleghi, decise di non rinnovare il Attualmente scrive sul settimanale L'Espresso, contratto e di chiudere il legame fra Biagi e la sulla rivista Oggi e sul Corriere della Sera. Rai, con una transazione economica, curata dal- l'avvocato milanese, Salvatore Trifirò. Nella sua ultima apparizione televisiva, Biagi ha affermato che il suo ritorno in Rai era molto La Rai riconobbe il lungo lavoro di Biagi "al vicino e, al termine della trasmissione, il di- servizio dell'azienda" e pretese che in cambio rettore generale della Rai, Claudio Cappon, non lavorasse per nessun'altra rete nazionale per almeno due anni.

L'annuncio della chiusura del contratto, provocò polemiche su tutti i giornali e at- tacchi durissimi ai dirigenti Rai, già sotto assedio per il crollo degli ascolti e che ave- vano provocato le dimissioni di tre dei cin- que membri del Cda. Saccà e Baldassare dichiararono ai giornali che "Biagi non era stato mandato via", che quella era solo u- n'invenzione dei giornalisti, che Enzo Biagi era il presente, il passato e il futuro della Rai, che "la presenza di voci discordanti dall'attuale maggioranza, com'è appunto quella di Biagi, era fondamentale". Di fronte a queste levate di scudo, Biagi commentò con ironia: "Ma se allora tutti mi volevano, chi mi ha mandato via?" Poco dopo, il consigliere d'amministrazio- ne leghista Marcello Veneziani, dichiarò che Biagi con "quella chiusura del contrat- to, aveva svenato l'azienda e quindi la smet- tesse di piagnucolare a destra e a sinistra". telefonando in diretta, ha annunciato che Biagi allora rese pubblico il suo contratto di chiusura. l'indomani stesso Biagi avrebbe firmato il La sua liquidazione è la stessa cifra che, poi un contratto e sarebbe tornato alla Rai. giudice, stabilirà come risarcimento per Michele Alla notizia, il pubblico in sala è esploso in Santoro. un grande applauso.

Enzo Biagi è tornato in televisione, dopo due an- Il 22 aprile 2007 è tornato in tv con "RT - ni di silenzio, alla trasmissione Che tempo che fa Rotocalco Televisivo", aprendo la trasmis- intervistato per una ventina di minuti da Fabio sione dicendo: Buonasera, scusate se sono un Fazio. po' commosso e, magari, si vede. C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è Il ritorno di Biagi in tv segnò ascolti record per durato cinque anni e parlando di resistenza, Rai Tre (e per la stessa trasmissione di Fazio) e di quella odierna di chi resiste alla camorra fece molto scalpore suscitando reazioni diverse fino Resistenza con la R maiuscola, con in- nel Paese: il quotidiano La Repubblica titolò il terviste a chi l'ha vissuta in prima persona. giorno dopo: "Biagi di sera, bel tempo si spera" mentre il giornale Libero, insieme a politici di destra, accusarono Biagi di strumentalizzare la Matteo vicenda. Biagi è poi tornato altre due volte alla Blogosfere, Cronaca italiana trasmissione di Fazio, testimoniando ogni volta 6 novembre 2007 il suo affetto per la Rai "la mia casa per quaran- 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 19

«E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

Morte di Enzo Biagi

di Paolo Di Roberto Assieme ad Indro Montanelli può a diritto essere considerato tra il più importante giornalista italiano che richiede un'abilità che ognuno esprime in modo almeno del dopoguerra. differente, necessario per svelare il vero animo del Come Indro Montanelli ha dovuto subire l'insulto potente che deve essere innanzi tutto una persona di cadere in disgrazia perché ha avuto il coraggio di con la P maiuscola e non il semplice esecutore ma- affermare la verità. teriale di un programma politico o di un'idea, per- Con Indro Montanelli lo ricordiamo in una storica ché quando si governa ci si trova a dover far fronte intervista alla vigilia delle elezioni del 2001, la anche a situazioni impreviste e imprevedibili che stessa che successivamente gli varrà "l'editto bul- solo chi E' può affrontare con la dovuta saggezza. garo". E' questo quindi un lavoro che non tutti sono in gra- do di apprezzare, specie se la propria dirittura mo- Il mestiere del giornalista non è solo di informare e rale non è intonsa e se il proprio obiettivo si limita descrivere il periodo storico nel quale si vive, ma alla ricerca di un becero consenso popolare, e che anche di offrire spunti di riflessione sugli eventi espone il giornalista alla critica o, nei casi più estre- che ci coinvolgono, per stimolare la riflessione del mi, alla censura. lettore e incidere così nella coscienza delle persone Enzo Biagi, possiamo dirlo senza ombra di dubbio, e della società. E' per questo che spesso il giornali- ha sempre svolto il proprio mestiere con questa sta che fa bene e con coscienza il suo mestiere si convinzione e competenza che non hanno faticato a ritrova ad essere scomodo. Egli passa al crogiolo il mostrarsi. Sono la stessa convinzione e competenza potente di turno, mette alla prova il suo pensiero, di chi in fondo prende il proprio mestiere come una ne svela la falsità e l'ipocrisia o ne mette in risalto missione, perché sa che anche attraverso di lui può l'onestà morale ed intellettuale, indagando la sua realizzarsi un pezzetto di mondo migliore. coscienza come lo psicologo indaga la psiche del- l'uomo. E' un lavoro di indagine che va preparato e Paolo Di Roberto Prodi: visse l’ “editto bulgaro” come attentato alla libertà

da La Repubblica (La Repubblica, 6.11.2007)

«Un attentato nuta meno una delle libertà fondamentali del alla libertà». Paese. Se un cronista viene sostanzialmente eli- Enzo Biagi con- minato, quante altre voci verranno eliminate ? siderava così la Questo pensava Biagi in quei giorni». sua esclusione dalla Rai dopo il Ma il premier, amico personale di Biagi, tiene an- cosiddetto "edit- che a ricordare che il decano del giornalismo italia- to bulgaro" di no «si considerava un privilegiato: non ho mai Silvio Berlusconi sentito una lamentela per sè stesso»; anche negli contro lui, Santo- ultimi tempi, quando in Biagi si ritrovava «un sen- ro e Luttazzi. so di tristezza, il senso della morte, il rimpianto per le persone a noi vicine che ci lasciano: era Lo ha riferito il quasi come se attendesse questo momento». premier Romano Prodi, in un ri- Le parole con cui Prodi ricorda Biagi sono cordo molto per- «libertà, curiosità e serenità: la sua curiosità era sonale del croni- impressionante, anche per le piccole cose, i det- tagli. E la serenità l'ha sempre mantenuta». sta scomparso questa mattina, E poi, «come si dice dalle mie parti, non le man- durante la tra- dava a dire a nessuno. Era una persona di una smissione radio- tale comunicatività che non si teneva niente den- fonica «28 minu- tro. Ti buttava addosso in modo straordinario i ti». suoi giudizi sulle persone e sui fatti con una li- In quell'occasio- bertà assoluta». ne, ricorda Prodi, «non ci siamo visti, ma ci siamo sentiti al telefono: in lui dominava lo sdegno, La Repubblica l'arrabbiatura forte. E anche il senso che era ve- 06.11.2007

20 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Profilo di una delle penne nobili del Corriere della Sera

Enzo Biagi, una vita per il giornalismo

Una carriera tra carta stampata e tv. Dagli esordi nei giornali emiliani, alla direzione del Tg e dell'Europeo

da www.corriere.it/cronache/07_novembre_06/enzo_biagi_biografia.shtml

Una vita e tante storie. leate e annuncia dai microfoni del Pwb la fine del- Vissute e raccontate. la guerra. Tutto iniziò nel 1920 a Lizzano in Belvedere, il paesino in provincia di Bologna dove Enzo Biagi ESORDI nacque da padre magazziniere e madre casalinga. Il dopoguerra a Bologna è per Biagi un periodo di Sull’Appennino emiliano trascorse l’infanzia e ini- intenso lavoro: fonda il Napolita-settimanale Cronache e il ziò a sognare, come in Martin Eden di Jack Lon- quotidiano Cronache sera. don, di fare il giornalista; mestiere che immagina- Viene assunto nuovamente a Il Resto del Carlino va come un «vendicatore capace di riparare tor- (in quegli anni Giornale no:dell’Emili stra-a), ricoprendo ti e ingiustizie» e che lo affascinava per la possibi- il ruolo di inviato e di critico cinematografico. lità di viaggiare e scoprire il mondo. Sono entrati nella storia del giornalismo i suoi arti- coli sull’inondazione delordinario Polesine.

LA CARRIERA Nel 1951 Biagi aderì al manifesto di Stoccolma Testimone del secolo che come pochi altri ha sapu- contro la bomba atomica e, accusato dal suo edito- to declinare la sua vocazione al giornalismo in tutti re di «essere un comunista sovversivo», fu allon- i media, dalla carta stampata, ai libri, alla tv. tanato dal Resto del Carlino. Una vita che lo ha visto collezionare tanti successi Qualche mese dopo, fu assunto da Arnoldo Mon- ma anche profondi dolori, dai diversi allontana- dadori di cui diventò in breve tempo direttore tra- menti dalla Rai ai lutti familiari: nel 2002 la perdi- sferendosi per la prima volta a Milano. ta della moglie, compagna inseparabile di una vita e l'anno dopo della figlia Anna. IN RAI Delle sue quattro donne, a consolarlo rimasero la È di quegli anni l’inizio del suo rapporto con la primogenita Bice, che ha seguito le orme paterne, e televisione, destinato a rafforzarsi e a durare nel Carla. tempo. Nel 1961 l’ingresso in Rai, diventa direttore del ANTIFASCISTA Telegiornale e inizia quel difficile rapporto con la Dopo il diploma in ragioneria seguirono gli anni politica che non lo ha mai abbandonato. della gavetta al Resto del Carlino. Nel 1963 cura la nascita del telegiornale del secon- Diventa professionista a soli ventuno anni. do canale Rai. Allo scoppio della guerra è richiamato alle armi. Nello stesso anno lancia RT, il primo settimanale Dopo l’8 settembre 1943, per non aderire alla Re- della televisione italiana. pubblica di Salò, varca la linea del fronte aggre- Ma ben presto arrivarono critiche durissime soprat- gandosi ai gruppi partigiani attivi sull’Appennino. Il 21 aprile 1945 entra a Bologna con le truppe al- (Continua a pagina 21) 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 21

Enzo Biagi, una vita per il giornalismo

(Continua da pagina 20) do ritornerà al Corriere. tutto dal Psdi di Saragat e dalla destra, che accusò Nel 1982 conduce la prima serie di "Film Dos- Biagi di essere un comunista. sier", un programma che attraverso film mirati, Nel 1963 fu quindi costretto a dimettersi. Ritorna punta a coinvolgere lo spettatore, nel 1983, dopo quindi a La Stampa come inviato speciale, scriven- un programma su Rai Tre dedicato ad episodi della do anche per il Corriere della Sera e per il settima- seconda guerra mondiale (La guerra e dintorni), nale L'Europeo. inizia a condurre su Rai Uno "Linea Diretta", uno La sua collaborazione con la Rai, riprende nel 196- dei suoi programmi più seguiti, che propone l'ap- 8 quando chiamato dall'allora direttore generale, profondimento del fatto della settimana, tramite il Ettore Bernabei ritorna alla tv di Stato, per realiz- coinvolgimento dei vari protagonisti. zare programmi di approfondimento giornalistico. Linea Diretta viene trasmesso fino al 1985 e poi di Tra i più seguiti e innovativi: «Dicono di lei» nuovo nel 1989. (1969), una serie di interviste a personaggi famosi, Negli anni '90 segue attentamente le vicende di tramite frasi, aforismi, aneddotti sulle loro persona- "Mani pulite", con programmi come "Processo lità e «Terza B, facciamo l'appello» (1971). al processo su Tangentopoli", (1993) e "Le in- chieste di Enzo Biagi" (1993-1994).

IL FATTO Nel 1995 iniziò la trasmissione Il Fatto, un programma di approfondimento dopo il Tg1 sui principali fatti del giorno, di cui Biagi era autore e conduttore. Nel 2004 Il Fatto, che mediamente era se- guito da oltre 6milioni di telespettatori, fu nominato da una giuria di giornalisti il mi- glior programma giornalistico realizzato nei cinquant'anni della Rai. Famose resteranno le interviste a Marcello Mastroianni, a Sofia Loren, a Indro Monta- nelli e le due realizzate a Roberto Benigni, l'ultima delle quali nel 2001, in piena cam- pagna elettorale: il comico toscano, inevita- bilmente, parlò di Silvio Berlusconi e della sua candidatura, commentando a modo suo il conflitto d'interessi e il contratto con gli italiani. L'intervista scatenò roventi polemiche con- tro Benigni e contro Biagi. NEI QUOTIDIANI Berlusconi lo accusò di avergli fatto perdere un Biagi alternava l'attività televisiva alla carta stam- milione e 750 mila voti prima delle elezioni del pata. 2001. Nel 1971, dopo numerose collaborazioni al Corrie- Il deputato di An e futuro ministro delle comunica- re della Sera e al settimanale L'Europeo, fu nomi- zioni, Maurizio Gasparri, parlando ad un'emittente nato direttore del Resto del Carlino con l'obiettivo lombarda, auspicò l'allontanamento dalla Rai dello di trasformarlo in un quotidiano nazionale. stesso Biagi. Il 30 giugno del 1972 fu allontanato dalla direzione del Resto del Carlino e tornò quindi al Corriere IL CASO BIAGI della Sera. Il 18 aprile 2002 l'allora premier Silvio Berlusconi Nel 1975, pur senza lasciare il Corriere, collaborò dichiarò nel corso di una conferenza stampa: «La con l'amico Indro Montanelli alla creazione del Rai, tornerà ad essere una tv pubbli- Giornale. ca, cioè di tutti, non partitica, [...] come è stata durante l'occupazione DI NUOVO IN RAI militare della sinistra. L'uso fatto da Dal 1977 al 1980, ritorna a collaborare stabilmente Biagi, da quel...come si chiama? Ah alla Rai, conducendo "Proibito" programma in Santoro e da Luttazzi, è stato vera- prima serata su Rai Due che trattava temi d'attuali- mente criminoso e fatto con i soldi tà. All'interno del programma guida due cicli d'in- chieste internazionali denominati "Douce France" di tutti. Preciso dovere di questa di- (1978) e "Made in England" (1980). rigenza sia quello di non permettere Intanto, dopo lo scandalo della P2 lascia il Corrie- più che questo avvenga». re della Sera e collabora come editorialista con La Una dichiarazione che passerà alla storia come Repubblica, quotidiano che lascerà nel 1988, quan- «Editto bulgaro» a cui Biagi replicò nella puntata (Continua a pagina 22) 22 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Enzo Biagi, una vita per il giornalismo

(Continua da pagina 21) pa assieme a Santoro, Biagi ha però declinato l’of- del Fatto, dichiarando: «Presidente del Consiglio, ferta: «Non posso ritornare alla rete ammiraglia non trova niente di meglio che segnalare tre bie- della Rai fino a quando ci saranno le persone chi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. che hanno chiuso il programma e impeditoalla Quale sarebbe il reato? [...] Lavoro qui in Rai, mia redazione di lavorare» scrisse sul Corriere dal 1961, ed è la prima volta che un presidente nella sua rubrica “Strettamente personale” in del Consiglio decide il palinsesto [...] Cari tele- forma di lettera aperta al Molleggiato. spettatori, questa potrebbe essere l'ultima pun- tata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il Dopo 5 anni di silenzio tv Biagi annunciò il suo caso di commemorarci». ritorno al programma «Che tempo che fa», intervi- Le trasmissioni del Fatto, proseguirono regolar- stato per una ventina di minuti da . mente fino alla prima settimana di giugno, quando Il 22 aprile 2007, tornato in tv con "RT - Rotocal- terminò la stagione. co Televisivo", ha aperto la trasmissione dicendo: «Buonasera, scusate se sono un po' com- mosso e, magari, si vede. C'è stato qual- che inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni e parlando di resi- stenza, di quella odierna di chi resiste alla camorra fino alla Resistenza con la R maiuscola, con interviste a chi l'ha vis- suta in prima persona».

SCRITTORE Biagi autore prolifico ha vinto numerosi premi, tra cui il Bancarella. Ha scritto più di ottanta libri, tra cui Testi- mone del tempo, 1970; I come italiani, 19- 72; La bella vita, 1996, intervista all'attore Marcello Mastroianni; Come si dice amo- re, 2000 e Storia d'Italia a fumetti. L'ultimo “Era ieri”, un libro di rievocazio- ni, parte da quelle 842 puntate de Il fatto che sono state il fiore all’occhiello di una lunga carriera.

Un successo strepitoso con i suoi sei milio- Ma all'inizio della nuova, dopo un lungo tira e mol- ni di ascoltatori, bruscamente chiusa dalla deci- la, la dirigenza Rai, decise di cancellare il pro- sione del Presidente del Consiglio Berlusconi nel gramma, dopo settecento puntate. 2002. Una ferita mai rimarginata. IL RITORNO IN TV Invitato anche da Adriano Celentano nel suo Rock www.corriere.it/cronache/07_novembre_06/ Politik in una puntata dedicata alla libertà di stam- enzo_biagi_biografia.shtml Il garante della stanza accanto

di Sandra Bonsanti (Circoli di LeG, 6 novembre 2007)

“Vedrai” mi diceva sicuro il mio compagno Gio- che criticava sorridendo, che si opponeva con la vanni che di libertà molto aveva studiato e molto forza delle idee e non con le grida della superficia- sapeva “vedrai che un giorno di Berlusconi ri- lità. marrà soprattutto il ricordo dell’uomo che tolse Che usava parole semplici e antichi detti popolani la parola a Enzo Biagi”. per fare a pezzi le falsità dei nuovi slogan pubblici- tari. Aveva capito che fra tutte le ferite che gli anni del A poche ore dalla sua morte, dal suo addormentarsi cavaliere avevano dato alla cultura e alla politica quasi raccontando a se stesso e agli altri la cronaca del nostro paese, quella inferta al pluralismo del- di un addio, i media di tutto il mondo si trasmetto- l’informazione colpiva non solo l’essenza stessa no la notizia della scomparsa del grande giornalista della nostra delicata democrazia, ma soprattutto i che Berlusconi, il proprietario della Tv privata, sentimenti della gente, che aveva ormai identificato (Continua a pagina 23) in Biagi l’uomo, il giornalista libero e scomodo, 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 23

«E’ morto Enzo Biagi, anima del giornalismo italiano

(Continua da pagina 22) ne che in Toscana è ancora assi forte, e che lo affa- cacciò dalla televisione pubblica. scinava.

Con una decisione contro la quale i vertici politici Così, quando nel 2003 si trattò di lasciare il giorna- del tempo, furono timidi, impacciati, un pò vigliac- le per Libertà e Giustizia, fu per me obbligata la chi. via del suo ufficio in galleria; Enzo era già uno dei Del suo allontanamento Biagi parlava sempre con garanti di LeG e a lui avrei chiesto un consiglio de- una punta di ironia che celava però un grande dolo- finitivo. re. Mi ascoltò affettuosamente, come sempre e poi mi Quasi continuasse a meravigliarsi di come poteva disse: “Purché tu resti solo e sempre una giorna- essere stata fatta una offesa tanto profonda, a lui, ai lista, cioè libera”. suoi telespettatori, alla libera informazione. Cosa che ho cercato di fare, in questi anni, insieme agli amici e ai soci, ricordandoci sempre, anche nel- E oggi, a poche ora dalla sua morte, è inevitabile le piccole decisioni, che il nostro garante era lì, e cominciare così il flusso dei ricordi. non dovevamo deluderlo mai. Che per quanto mi riguarda risalgono alla primave- ra del 1981, a un bellissimo viaggio in Costarica, Spero di esserci riuscita.

Colombia e Messico che facemmo al seguito di E poi, oltre al maestro di giornalismo e di libertà, ci Sandro Pertini. Fu allora che, vedendolo fatica- re nella salita della piramide Maya sotto un sole spietato mi permisi di comprargli e regalar- gli un cappellaccio di paglia che però gli stava benissimo e da allora il cappello messicano diventò fra noi uno scherzo col quale ci si salutava ogni volta. “Lo conservo, sai !”.

Era soprattutto il ricordo di un bel viaggio, con una persona così speciale e stravagante co- me era l’allora presidente della Repubblica a cui Enzo voleva un gran bene. Erano, proprio quelli, i giorni della scoperta della P2: mentre eravamo in Messico Pertini fu informato del blitz di Turone e Colombo ad Arezzo e del ritro- vamento degli elenchi. Sia Pertini che Biagi presero molto sul serio la scoperta della loggia segreta, uno mancherà l’uomo, l’amico che tra le carte e le foto- non volle mai ricevere al Quirinale chi era compar- grafie del suo ufficio, ci svelava il segreto per far so nelle liste; l’altro, per quella vicenda, lasciò il fronte al dolore, quando la morte si porta via le per- “Corriere” e venne a “Repubblica”. sone care. “Io giro per casa, da solo la sera e parlo con lei, Altri tempi. faccio come se fosse nella stanza accanto, e so che da qualche parte mi sta ascoltando anche se A tutti ha insegnato qualcosa: nel giornalismo e nei non sento più le sue parole”. rapporti umani. Fiero, orgoglioso, libero, caro Enzo, dicevi che nel- In uno dei suoi viaggi in Italia venne a trovarmi a le fasi storiche difficili (e pensavi ai tuoi 14 mesi di Firenze. partigiano) serve soprattutto avere dei maestri, dei Allora io dirigevo “Il Tirreno” e lui pensò che po- punti di riferimento di cui ci si fida e che ti aiutano tessi avere uno sguardo privilegiato sulla Toscana. a trovare la strada. Era strano essere intervistati da Enzo… parlavo del Parlavi di altri, ma credo che tu sapessi d’esserlo mio giornale, ma sapevo che lui sapeva tante più ormai tu la nostra guida. cose di me, conosceva la storia di quel giornale e la Presente e silenziosa: ma c’eri e per questo, anche, inquadrava nella storia d’Italia. si facevano, si dicevano e si pensavano certe cose. Le firme dei direttori non erano solo delle firme, ma pagine di una vicenda che lo aveva appassiona- Ciao, caro garante, caro amico e maestro. to per tutta la vita. Mi adoprò soprattutto perché gli raccontassi le sto- Sandra Bonsanti rie della gente semplice: era sempre lì che lui vole- Circoli di LeG va arrivare, alla base della civiltà, e a ciò che col passare degli anni costruisce quella memoria comu- 6 novembre 2007 24 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

IL RICORDO

Prima di un'intervista, Berlusconi gli chiese le domande. Lui rispose: nemmeno Stalin le chiedeva. L'intervista saltò

Quel tranquillo cronista Scomodo

di Maria Novella Oppo (L’Unità, 07.11.2007) Certe volte la cronaca non basta. mia professionale quando la sentiva minacciata. Ma non per Enzo Biagi. Come quando mi capitò di assistere a un suo scon- Lui è sempre stato orgoglio so di essere, come dice- tro indiretto con Berlusconi, da poco sceso in cam- va, «solo un cronista». po. Grande cronista quando andava per il mondo a cac- Biagi gli aveva chiesto un'intervista e Berlusconi cia di personaggi e cronista perfino quando, a sua aveva fatto rispondere che pretendeva, da lui che volta, rispondeva alle interviste. aveva intervistato tutti i potenti del mondo, di cono- E non dimenticava i particolari, le citazioni e gli scere in anticipo le domande. «Neanche Stalin lo episodi che potevano servire a noi colleghi più gio- chiedeva», commentò Biagi. vani per ricostruire un clima e un mondo. E l'intervism non si fece. In molti lo chiamavamo affettuosamente «il non- no», ma forse lui non lo sapeva. Non so se quello sia stato il primo scontro tra i due, ma certo Berlusconi non se ne deve essere dimenti- Nel suo ufficio in Galleria, dietro la scrivania, c'e- cato. rano le foto familiari e i disegni (di Federico Felli- L'editto bulgaro è stato l'approdo di una vendetta ni) attraverso i quali sembrava di leggere tutti i suoi dilazionata, da parte di un uomo che non rispettava affetti. e non rispeta la verità. A partire dal padre operaio, che morendo, in ospe- Venne dopo le esilaranti puntate di Biagi con Beni- dale, si era preoccupato di affidargli l'orologio, per- gni, ma era motivato soprattuto dalla impossibilità ché non andasse perduto, in un'epoca in cui le cose di far tacere un giornalista abituato a considerare i ancora avevano valore. fatti e non a riferire slogan preconfezionati. E Biagi ha dato sempre valore alle cose e alle per- La censura, il distacco dal lavoro dentro la Rai, la sone, tutte quelle che hanno contato nella sua vita, vigliaccheria dei dirigenti che si sono prestati a cac- non abbastanza lunga da consentirgli di scrivere un ciare dall'azienda il giomalista più bravo e più sti- altro libro, di fare un'altra intervista, un'altra inchie- mato dal pubblico, tutto questo ha certo indignato sta per allargare le notizie sul mondo in cui vivia- Biagi. mo. Lo ha fatto anche soffrire, ma non lo ha piegato. Ricordava spesso i suoi primi amici, quelli del pae- Lui ha continuato a lavorare, a scrivere, a esprimere se, tra i quali uno comunista, come comunisti erano le sue idee, perfino a immaginare i servizi che a- tanti dei suoi compagni partigiani, «perché - vrebbe potuto mandare in onda giorno per giorno. diceva- di liberali e liberisti in montagna non ne Ma gli attacchi al suo lavoro hanno coinciso con i ho trovati». tremendi dolori che lo hanno colpito negli ultimi E per loro, i suoi amici di allora, lui che non era anni: la morte della moglie e della figlia. mai stato comunista, quando la bandiera rossa fu Togliendogli il lavoro in quel momento, hanno in- ammainata sul Cremlino, spense la Tv, per non ve- fierito sul suo dolore e alla fine lo hanno stroncato. dere. Era un uomo capace di grande ironia, molto più Un uomo così appassionato ai fatti grandi e piccoli, spiritoso di quel che mostrava in video e aveva una non poteva che essere scomodo per tanti, partico- serie infinita di aneddoti da raccontare. larmente dentro la Rai, dove si è spesso scontrato Ma negli ultimi tempi era difficile distrarlo dal suo con gli sbandamenti e gli opportunismi di quelli dolore, anche se era sempre disponibile a parlare che piegavano le ragioni della cronaca a quale della dei fatti del mondo. carriera. Guardava al passato, tranne quando raccontava dei Negli anni de Il Fatto (il miglior programma nella suoi nipoti, che -diceva orgogliosamente- apparten- storia della, tv secondo i critici televisivi) stava an- gono a diverse razze e fedi. che fisicamente isolato, e quasi assediato, in un pic- Per loro conservava la speranza che -si rammarica- colo ufficio nel palazzone della Rai di Milano, con va- l'Italia ha perso in questi anni tragici e grotte- il suo gruppo di lavoro formato da pochissimi pro- schi. fessionisti, amici di sempre. Ora che abbiamo perso anche lui, resta ancora me- Incontrandolo lì per intervistarlo, potevamo osser- no speranza. E resta il dolore di non avergli saputo vare il suo metodo di lavoro, con la speranza di im- esprimere tutto l'affetto che la stima nascondeva. parare qualcosa. La sua durezza, anche, nel difendere la sua autono- ♦ 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 25

Verità e Realtà

di Furio Colombo (7 novembre 2007)

Il «non c'è più» che proviamo- e diciamo nel mo- colo, con regole, priorità, colpi di scena e perfor- mento della scomparsa di Enzo Biagi nasce dal mance ambientate nello spettacolo, non nelle rego- pauroso senso di vuoto per la perdita di un grande le del giornalismo (che sono severe, strette, impe- amico. riose e non violabili a piacere), il lavoro giornali- Ma in questo caso il vuoto è più vasto e riguarda stico è reso nano dal sovrapporsi di un vasto potere tutto il giornali-smo, tutta la vita pubblica italiana. economico. Non -non solo- nel senso di avere perduto il gior- E un fatto recente. nalista, bravo, severo, rapidissimo, esatto, implaca- Infatti il potere economico ha sem-pre avuta in- bile, innovatore. fluenza e interessi da far pesare. Non solo perché se ne va il professionista che in Ma aveva anche la necessità, di fronte all'opinione tutta la sua lunga vi-ta non ha pubblica democratica, di salvare perso un evento e non ha com- il decoro, mostrandosi accanto, messo un errore, di fatto o di non sopra il giornalismo, non giudizio. come sfacciato regolatore delle Nel suo per-corso non ci sono, notizie vere, false a da cancella- infatti, tortuosità o cancellature, re. non una. Il suo lavoro e sempre stato un Ciò è accaduta in Italia -con una paginone fitto di note, chiare su- sorta di anticipazione profetica- - bito. quando un pesante potere econo- E confermate dopo, dal punto mico datata di tutti gli strumenti giusto in cui questo re-porter si di persuasione negazia1é, si è è sempre trovato (e poi ritrova- improvvisamente spostato dall'e- to, ad ogni rivisitazione del suo, di-toria (che stava comunque già del nostro passato). trasformando in una struttura neo-feudale) alla vita politica e Ma questa perdita avviene ades- al governo. so, nel peggior periodo del gior- Sono masse pesanti e drammati- nalismo e della vita pubblica che, che hanno urtato e tentato di italiana. abbattere, uno dopo l'altro, i due riferimenti più alti È affettuoso e celebrativo dire, accanto al feretro. dei giornalismo italiano, Indro Montanelli e Enzo di una persona amata e ammirata: «come lui non Biagi. ce ne sono più». La storia esemplare vuole che uno dei due uomini La nostalgia dolorosa è sempre accanto alla perdita liberi si sia trovato più vicino alla destra e l'altro di chi è stato caro specialmente se ha avuta un ruo- alla sinistra. Ma, come ormai ci dicono in molti, lo e un peso nella nostra vita. queste sono definizioni d'altri tempi. Forse è vero, Enzo Biagi era una pianta robusta che si è estesa perché in tutti e due i casi è stata la forza, intatta fino a questi giorni. delle due persane e la loro Ma aveva le sue radici salde e profonde in un terre- inflessibile integrità a svelare il nuova paesaggio, na diverso, in un tempo finita. la nuova condizione di dominio delle informazioni. Quel tempo è stata segnato per sempre dalla la tra- Noi, qui all'Unità, Padellaro ed io e tutti i colleghi, gedia italiana, tra fascismo e antifascismo, e ha passiamo vantarci di avere avuto amicizia, consi- dato ragioni, motivazioni, necessità di scegliere. glio e sostegno ininterrotto da questi due uomini E stato il grande dono che molti hanno ricevuta liberi, di averlo avuto molto più spesso che da parti dalla lotta vittoriosa al fascismo e che qualcuno politiche contigue. (non tutti, non tanti, in una generazione) ha custo- Ed è qui, adesso, che ci sentiamo orgogliosi di ave- dito come un tesoro per tutta la vita. re realizzato, nelle dimensioni limitate di un quoti- diano di antica tradizione politica, morto e poi ri- Ecco ciò che ci fa apparire Enzo Biagi così grande sorto, la lezione di Biagi: mai tacere un fatto vero, e importante alla fine del sua percorso. mai zittire una voce, per quanto irritante. Perché la sua incorruttibile e non negoziabile in- transigenza è divenuta cruciale in un'epoca triste e La vita di Enzo. Biagi è stata una vi-ta di buon la- modesta della vita italiana in cui tutto è negoziabi- voro, impegnata a da-re volto alla realtà, a non ne- le, e una buona, conveniente negoziazione copre e garla mai, quando è benevola, quando è spiacevo- cancella il vecchio argomento che una volta, un po' le, quando è intollerabile. enfaticamente, si chiamava dovere professionale. E’ questa la parola che va messa al centro del ri- Il lavoro giornalistico, a parte nuovi eroi del nostra cordo vero e non solo ideale Biagi: rappresentazio- tempo che invocano ancora nome e prestigio della (Continua a pagina 26) professione, ma sono star della società dello spetta- 26 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Il garante della stanza accanto italiano

(Continua da pagina 25) I lettori di questa giornale ricorderanno che si è ten- ne dei fatti come dovere, e non importa se i respon- tata di tutto per zittire chi ha tenacemente segui-to sabili di quei fatti se ne dispiacciono e vorrebbero "il percorso Biagi", fino al pun-to di accusare di negoziar le loro finte notizie. contiguità con il terrorismo ogni narraziane scru- polosa di ciò che stava accadendo. La parala chiave non è la mitica verità, troppo spes- Ma, ti dice e ti lascia detto Enzo Biagi, tu continui so scritta con la maiuscola. lo stesso, almeno finché resta un giornale libero per La parola chiave è la semplice realtà, ciò che è real- farlo mente accaduto e che non sarà mai censurata. Il resto sono giochi, come accorrere ad affollare Il fatto che i venditori di finte notizie (potenti e an- certe trasmissioni tv per farsi vede-re, non importa che minacciosi fino a1 puntò di toglierti il tua lavo- con chi ro benché tu sia stimato, ammirato, famoso) abbia- Enzo Biagi non partecipava ai gio-chi, che sono no avuto tanto successo, e siano riusciti ad aprire, parte del mondo dello spettacolo, e anche questo è accanto a ciò che chiamavano giornalismo, un viva- un insegnamento da tenere vivo e tenere caro. ce mercato del falso di immagine, del falso presti- E’ il nostro immen-so debito di giornalisti e di ami- gio, di falsi eventi, dando a -questo mercato del fal- ci. so una impetuosa corsia di preferenza anche nella grande stampa (altre al dominio quasi completa del- Furio Colombo la televisione) tutto ciò ha resa più grande ed ecce- L’Unità, 7.novembre 2007 zionale la figura e il senso del lavoro di Enzo. Bia- [email protected] gi, che a narrare la realtà non ha mai rinunciato. Aveva 87 anni, era ricoverato in una clinica di Milano. Accanto a lu, al momento del decesso le figlie Carla e Bice

Italia in lutto, è morto Enzo Biagi maestro di libero giornalismo

La camera ardente aperta oggi e domani, i funerali giovedì a Pianaccio La figlia Carla: "Ha sul petto il distintivo dei partigiani, voleva essereNapolita- ricordato così"

da La Repubblica, 6.11.2007 Enzo Biagi è morto questa matti- no: stra- na. Il decano dei giornalisti italiani, ordinario che aveva 87 anni, da oltre una settimana era ricoverato nella clinica Capitanio di Milano. Accanto a lui, al momento del- l'addio, le due figlie, Carla e Bi- ce.

Il mondo dell'informazione per- de così uno dei suoi personaggi più celebri e autorevoli: "Una grande voce di libertà", come ha commentato a caldo il presi- dente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La camera ardente -vi si accede da via Quadronno, sul retro della casa di cura- è stata aperta alle 10, e sarà visitabile fino a doma- ni. E tanta gente comune si è messa da subito in fila.

Ad annunciare per primo il de- 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 27

Italia in lutto, è morto Enzo Biagi maestro di libero giornalismo

(Continua da pagina 26) ri. cesso di Biagi è stato il medico Giorgio Massarotti, Sabato le sue condizioni sono apparse migliori. Sta- all'ingresso della clinica: "Per incarico della fami- mattina presto, però, c'è stato il peggioramento. glia -ha detto ai cronisti presenti- e con estremo E poi la morte. Tra i primi ad accorrere in clinica, dolore, annuncio che il dottor Biagi si è spento dopo la notizia del decesso, i colleghi Sergio Zavoli alle 8 di questa mattina con serenità". e Ferruccio De Bortoli (direttore del Sole 24 ore).

Poi hanno parlato le figlie: "Si è addormentato I funerali si svolgeranno giovedì a Pianaccio, il pic- sereno -ha raccontato Bice- le ultime parole che colo borgo di Lizzano in Belvedere, sull'Appennino ha pronunciato sono state 'ho tanto bisogno di bolognese, dove il giornalista era nato. voi'. Ci ha fatto dormire qualche ora, a me e a Sarà seppellito accanto alla moglie Lucia. mia sorella, e ci ha aspettate. Siamo stati insie- Intanto, questa mattina, la sua figura è stata ricorda- me". ta anche nell'Aula del Senato: prima di riprendere La figlia Carla invece ha sottolineato che suo padre l'esame della legge FinanzBiagi,iaria, con tutti Luttazzi i gruppi e parla-San- avrebbe voluto essere ricordato per quello che era: mentari hanno espressotoro, il nelloro 2002 cordoglio venne accu-per il "Una persona onesta". "Ha sul petto il distintivo "grande giornalista". sato dal Cavaliere di Giustizia e Libertà -ha proseguito- perché era E il governo, con il ministrodi "uso per criminoso"gli Affari regionali della una delle cose più care di cui parlava di più, os- Linda Lanzillotta si è associatotv per una alla intervista celebrazione. a Be- sia dei partigiani, e anche questo mi piace ricor- Così come il presidente nigni.di turno Nel di 2007 Palazzo il ritorno Mada- darlo". ma, Milziade Caprili.

Biagi, che aveva sei by-pass, era stato ricoverato La Repubblica per problemi cardiaci, ma venerdì scorso si erano 6.11.2007 L’editto manifestate anche complicazioni renali e polmona- bulgaro, le Le esequie nella chiesa dei Santi Giacomo e Anna, nel paese natale del giornalista Celebrate da Ersilio Tonini. Molte le autorità presenti. E il coro di montagnascuse canta Bella di Ciao

L’ultimo saluto ad Enzo Biagi A Pianaccio celebrati i funerali

La figlia Bice: “L’editto bulgaro ? Certo che c’ è stato. Qualcuno ha delle amnesie” Prodi: “Gli italiani sanno benissimo quali sono gli atti di giustizia e quali gli atti di ingiustizia”

da La Repubblica, 8 novembre 2007

Moltissime persone hanno dato oggi l'ultimo saluto La figlia Bice, polemica con Berlusconi, ha ricorda- ad Enzo Biagi nella piccola chiesa dei Santi Giaco- to il padre e i suoi ultimi anni, e riferendosi all'al- mo e Anna a Pianaccio, il paesino dell'Appennino lontanamento dalla Rai con l'"editto bulgaro" ha bolognese dove il giornalista è nato e cresciuto. detto: "Certo che c'è stato. C'è qualcuno che, a Poco dopo mezzogiorno la bara ricoperta di rose volte, ha delle botte di amnesia. Lui non ha mai rosse ha lasciato la chiesa, portata a spalla e accom- perso la memoria, né lui né noi". "Mi fa piacere pagnata da un lungo applauso sulle note di Bella pensare a una pacificazione sua, e negli ultimi Ciao. mesi il ritorno con tanto affetto. E' stato l'ultimo Il feretro era giunto questa mattina da Milano. regalo che la vita, e qualcun altro che forse si è Ad accompagnare Biagi in quest'ultimo viaggio c'e- mosso, gli ha fatto", ha detto ancora la figlia del rano le figlie Bice e Carla e i nipoti. giornalista.

Diverse le autorità presenti alla cerimonia: il presi- E Prodi, uscendo dalla chiesa è tornato sulla que- dente del Consiglio Romano Prodi, applaudito al stione ribadendo le parole pronunciate nei giorni suo arrivo, il ministro delle Comunicazioni Paolo scorsi, rinnovando la polemica contro Berlusconi e Gentiloni, il presidente della Rai Claudio Petruccio- la sua scelta di allontanare il giornalista dalla televi- li, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati e il presi- sone nel 2002: "Gli italiani sanno benissimo quali dente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. sono gli atti di giustizia e quali gli atti di ingiusti- C'erano anche Ferruccio de Bortoli, direttore del zia". Sole 24 ore, e Paolo Mieli direttore del Corriere Senza una legge sul conflitto di interessi, il rischio della Sera. che possa ripetersi "c'è sempre nella democrazia: (Continua a pagina 28) 28 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

L’ultimo saluto ad Enzo Biagi. A Pianaccio celebrati i funerali

in Italia forse un po' di più di quello che ci do- Anche il sindaco di Roma e segretario del Pd Wal- vrebbe essere". (Continua a pagina 29) Napolita- no: stra- ordinario 11 novembre 2007 Sp. Ricordando ENZO BIAGI Giustizia e Libertà 29

L’ultimo saluto ad Enzo Biagi. A Pianaccio celebrati i funerali (Continua da pagina 28) riportava i sentimenti respirati qui, nella ter Veltroni ha voluto partecipare ai funerali. E così sua Pianaccio. E Pianaccio ha trasmesso i valori ha ricordato il cronista scomparso due giorni fa a profondi della sua umanità. Da stasera avrete Milano: "Un'idea di giornalismo e anche di vita. un testimone che rappresenta la vostra storia, Nasce da questi luoghi, nasce dalla storia di una da consegnare di generazione in generazione". famiglia operaia, nasce dalla battaglia della resi- stenza, nasce dalle cose migliori della società ita- Sulla piazza del paese sono arrivate molte corone liana". di fiori: dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dalla Ferrari, dalla Fiat, da Luca Cor- Per lo scrittore , Biagi "è stato un dero di Montezemolo, dal Corriere della Sera, dal- maestro che mi ha insegnato che verità e potere la Federazione nazionale della stampa italiana. non coincidono mai e che è necessario guardare Fra le corone anche una dedicata a Enzo Biagi dal- le sfumature più che i valori unici". la tv pubblica, firmata "la tua Rai".

Le esequie sono state celebrate dal cardinale Ersi- Il giornalista sarà sepolto nel piccolo cimitero di lio Tonini, insieme ad altri due parroci amici del Pianaccio. giornalista. Non sarà tumulato accanto alla moglie e alla figlia: In dubbio fino all'ultimo per motivi di salute, il sarà infatti rispettata l'antica tradizione che vede prelato aveva dato ieri sera la sua disponibilità, nel cimitero gli uomini e le donne separati. visto il forte legame con Biagi. Vista la dimensione del camposanto, le tombe sa-

"Eravamo amici, anzi fratelli. Il nostro è stato ranno comunque a pochi metri l'una dall'altra. un rapporto profondissimo e di fraternità" ha detto Tonini. La Repubblica "Biagi aveva una profondità interiore intatta e 8 novembre 2007

di Enzo Biagi

«Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà.»

«I giornali sarebbero ansiogeni ? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto ?»

«Nel cinturone dei soldati del Fuhrer c’era scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi. Hitler lo aveva arruolato.»

«Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare ma non occorre ascoltare.»

«Ho sempre creduto che se c’è un posto al mondo dove non esistono le razze questo è proprio l’Italia: infatti le nostre antenate ebbero troppe occasioni di intrattenimento.» Giustizia e Libertà «Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione Periodico Politico Indipendente che viene intervistato dice la sua e anche quella degli altri.» Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 «La società è permissiva nelle cose che non costano Proprietà: L. Barbato nulla.» Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma E-Mail: [email protected] «E’ diffile non desiderare la donna d’altri, dato che Fax: (+39) 06.6227.6293 quelle di nessuno di solito sono poco attraenti.» Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Fernando Esposito 30 Giustizia e Libertà Sp. Ricordando ENZO BIAGI 11 novembre 2007

Quelli della mia generazione di Luigi Barbato Quelli della mia generazione, che l’otto settem- di ossequio al potere che detenevano, bre 1943, avevano appena compiuto gli otto anni, Tutte caratteristiche che poi mise sempre più in si trovarono a vivere anni davvero difficili ma risalto quando alla pagina scritta fece seguire ebbero, col passare del tempo un percorso programmi televisivi. “politico” estremamente più facile. L’essere giovani, giovani significa essere usual- Ma il massimo della sua comunicatività la si potè mente “massimalisti”, e per noi era piuttosto im- riscontrare fin dal suo primo rotocalco televisivo: pensabile il “ma”, il “se”, il “forse”. “RT”; e poi con il celebre “Dicono di lei”, basa- L’unica realtà che per noi esisteva era il “Sì” o il to su interviste a personaggi famosi, e poi con “No”, per il CLN o per Salò. “Proibito”, inchiesta di attualità sui fatti della settimana. Man mano che il gli anni passavano, a Napoli, ci Grandissimo successo egli lo conquisto nel 1995, trovavamo a formarci leggendo prima Gaetano quando diede vita a “Il Fatto”, programma gior- Salvemini, Guido Dorso, i Quaderni dal Carcere naliero di cinque minuti su avvenimenti e perso- di Antonio Gramsci, ed a seguire quanto veniva naggi italiani, che venne ripreso in tutte le stagio- dibattuto da Pasquale Saraceno e Manlio Rossi ni successive, sempre con altissime percentuali Doria, e poi siamo passati a leggere Il Mondo di di ascolto (oltre 8milioni di telespettatori). Pannunzio, Il Contemporaneo e poi il “maxi” Espresso, i libri di Ernesto Rossi, frequentando i Nel 2002, dopo settecento puntate, “Il Fatto” fu vari cineforum (sempre detenuti dalla sinistra o al centro di aspre polemiche a causa di una sua da gesuiti), e la redazione di Nord e Sud. presunta faziosità negativa nei confronti dell'allo- E di intellettuali e uomini politici ne avevamo ra presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il tanti da seguire, pur nelle loro differenze e varie quale ha espressamente rimproverato il giornali- sfaccettature, a partire da Pietro Nenni, Riccardo sta di non essere equanime. Durante una trasmis- Lombardi, Giuseppe Romita, Emilio Lussu, sione televisiva nella sua visita di stato a Sofia, Giorgio La Pira, Ugo la Malfa (memorabili i suoi accusò lui, Santoro e Luttazzi. (trasmissione da dibattiti in piazza con Pietro Ingrao e Giorgio allora, conosciuta come “l’editto bulgaro"). Amendola), Aldo Moro, Antonio Giolitti ed alcu- Come c’era da aspettarsi dopo l’ “editto” nel gi- ni altri. ro di un paio di mesi si giunse alla chiusura del programma, avvenuta a mezzo di “raccoman- Sono nato e cresciuto a Napoli, in quella città che data con ricevuta di ritorno”. negli anni Cinquanta l’unico record che aveva battuto era stato il superare la soglia dei 100 mi- Ne rimanemmo sconvolti, ma ce lo si lasci dire, lioni per acquistare un giocatore di calcio: Hasse quello che ancor più ci sconvolse fu il rilevare Jepson. Nello stesso tempo la città doveva subire che non fu promosso alcuno “sciopero” della i soprusi del “Comandante” (come veniva chia- Stampa Italiana; nessun giornale si fece promoto- mato Achille Lauro, sindaco della città in quegli re di una forte e violenta campagna stampa in anni) e di tutta la sua triste combriccola che ha difesa di Enzo Biagi, di e di Da- niele Luttazzi. iniziato la distruzione urbanistica della città pri- ma con il mostro di oltre 108metri di piazza del Ed ora, ad oltre cinque anni da quel tristo giorno, Carmine e poi con la “colata di cemento” assistiamo a interviste televisive in cui si può ve- (made Ottieri) che scendeva dal Vomero a metà, dere Silvio Berlusconi che non solo rilascia di- quasi, di Via Aniello Falcone. chiarazioni di stima per colui che ha dramma - Era la Napoli che Francesco Rosi descriveva con ticamente perseguitato ("Al di là delle vicende tanta precisione e crudezza nel film “Le Mani che ci hanno qualche volta diviso, rendo o- sulla città” regista con cui avevamo modo di maggio ad uno dei protagonisti del giornali- parlare, di incontrare. smo”, AsMedia, 06.11. 2007) ma si affanna ad Subito dopo il periodo del “comandante”, ecco affermare che l’ “editto bulgaro” in realtà non che spunta, sorge e si afferma la triste dinastia c’è mai stato e che certo lui non è per nulla re- dei “veneti” Gava che stabilitisi a Castellammare sponsabile della chiusura de “Il Fatto”. di Stabia divennero in breve tempo i “padroni del vapore” campano, potere vanamente conte- Non possiamo, a questo punto, che ritenere degne di so, nei primi tempi, dal casertano Bosco. un Enzo Biagi la ferma e chiara affermazione di sua figlia Bice, dopo il funerale del padre: "L'editto bul- In questi anni, appunto, cominciammo a leggere i garo ? Certo che c'è stato. Qualcuno ha delle am- primi articoli di Enzo Biagi su Epoca, e fin da nesie". subito riuscimmo a comprendere come dietro quella firma vi fosse qualcuno che poteva inse- Anche molto significativa è stata la dichiarazione di gnarci qualcosa, con il suo modo di parlare, di Prodi: “Gli italiani sanno benissimo quali sono gli scrivere, piano, semplice, che si interessava dei atti di giustizia e quali gli atti di ingiustizia”. probemi della gente normale e che quando parla- va dei “ras” lo faceva senza ombra di deferenza, ♦