Curriculum Vitae Informazioni Personali Titoli Professionali

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Curriculum Vitae Informazioni Personali Titoli Professionali Curriculum Vitae Informazioni personali Cognome(i) / Nome(i) PROF. DR. MARIO PAGANO- Dirigente Archeologo Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Indirizzo(i) Via Gambardella, 29-80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) Telefono 081-5362650 Cellulare 349-6632908 E-mail [email protected] - [email protected] Cittadinanza Italiana Data di nascita 29.6.1958 Sesso Maschile Titoli professionali Dal gennaio 2004, quale unico vincitore, nel 2002, del concorso per titoli integrato da un colloquio ad un posto di Dirigente Archeologo, è Dirigente Archeologo del Ministero Beni e Attività Culturali e, a partire da tale data, e fino al 3. 2. 2008, ha ricoperto l’incarico di Soprintendente per i beni archeologici del Molise, continuando ad espletarlo ad interim fino al 31. 3. 2008. Con D. M. del 10 dicembre 2007 è stato assegnato alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania e nominato Soprintendente per i beni archeologici per le province di Salerno, Avellino e Benevento, incarico che ha ricoperto a partire dal 4. 2. 2008. A decorrere dal 6. 5. 2008 è stato Soprintendente per i Beni archeologici per le province di Caserta e Benevento. Dal 21 gennaio 2011 all’11 marzo 2015 è stato Soprintendente per i Beni archeologici dell’Umbria e Direttore del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, incarico che ha rivestito con la massima valutazione, e dove ha curato importanti restauri, come quelli dell’arco etrusco di Perugia, sponsorizzato da Brunello Cucinelli, e del Satiro- telamone marmoreo di età adrianea proveniente da Terni, numerose mostre e l’allestimento del medagliere, della collezione di gemme Guardabassi, della collezione delle gemme Guardabassi, dei gioielli e della sala storica del Museo Archeologico Nazionale di Perugia, del recupero e dell’esposizione della tomba dei Cacnii di Perugia e del ripostiglio di bronzi di Castel S. Mariano, e dell’eccezionale tomba a grotticella dell’antica età del bronzo di Colfiorito, individuata durante i lavori della Quadrilatero. A decorrere dal 1 dicembre 2012 gli è stato, inoltre, conferito l’incarico aggiuntivo ad interim di Soprintendente per i Beni archeologici delle Marche e Direttore del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, che ha positivamente rivestito, con la massima valutazione, fino al 20 gennaio 2014, portando a compimento l’allestimento della sezione romana del Museo Archeologico Nazionale di Ancona, inaugurata nel dicembre 2013 e 1 compiendo lo studio sull’identificazione dei celebri bronzi dorati di Cartoceto di Pergola con L. Licinius Murena padre e figlio. Risultati assai considerevoli ha ottenuto per la limitazione delle spese del Ministero, con l’eliminazione totale dei fitti passivi, con un risparmio su base annuale di più di 200.000,00 EURO per l’Umbria e di 100.000, 00 euro per le Marche per il 2014. Dall’11 marzo 2015 al 10 luglio 2016 è stato Soprintendente Archeologia delle Marche e, fino al dicembre 2015, Direttore del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, dove ha curato l’esposizione al pubblico del frontone ellenistico di Civitalba e l’apertura al pubblico dell’anfiteatro romano di Ancona, del quae ha curato anche il rilevo e lo studio, con l’identificazione del più antico arco d’Italia. Ell’epoca di Dionigi di Siracusa. Dall’11 luglio 2016 è stato Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, dove ha curato importanti studi e restauri di beni archeologici, artistici e storici mobili, come il ritrovamento e il restauro delle armi longobarde e dell’elefante antiquus della Sila, lo studio della villa e del monastero del Vivarium di Cassiodoro e il restauro, lo studio e la pubblicazione della tavola di Belmonte, di Antonello da Messina e l’identificazione di due importanti ritratti di Solimena. Con Decreto del 28 novembre 2019 è stato nominato Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevnto, con sede nella Reggia di Caserta. E’ stato per molti anni Direttore degli Scavi di Ercolano, dove gli è universalmente riconosciuto il notevole incremento della conoscenza e del restauro, grazie anche a sponsorizzazioni, e di Stabiae (dove è stato per un triennio responsabile del progetto internazionale Rediscovering Ancient Stabiae, e dove ha avviato progetti internazionali di studio, valorizzazione e restauro). E’ stato inoltre coordinatore del settore restauro della Soprintendenza archeologica autonoma di Pompei, realizzando vari progetti di conservazione e restauro come quello sugli scheletri di Ercolano, anche con la realizzazione di calchi ora esposti con grande successo al pubblico, sui mosaici e gli affreschi delle ville di Stabiae e nella casa dello Scheletro e nelle Terme suburbane di Ercolano, lo studio e la pubblicazione della grotta S. Biagio e dell’area paleocristiana a Stabiae, sugli oggetti lignei, marmorei e bronzei di Ercolano, e direttore dell’Ufficio Studi della Soprintendenza archeologica di Pompei, presso la quale ha lavorato continuativamente dal 1987 al 2003. Dal 1982 al 1987 ha lavorato presso la Soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta, dove, dal 1983, è stato responsabile dell'Ufficio Scavi di Alife (CE). Ha conseguito la maturità classica presso la prestigiosa Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli, come vincitore di concorso, e ha conseguito, con lode e menzione per la pubblicazione della tesi in Archeologia, la laurea in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” di Napoli, a soli venti anni, nel 1979. Dottore di ricerca in Archeologia, quale vincitore di concorso del I° ciclo triennale di Dottorato (1987), specializzato in Archeologia con lode a Napoli nel 1982 e, quale vincitore di concorso, presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene nel 1980. Conosciuti a livello internazionale gli studi sul riconoscimento della celebre grotta della Sibilla Cumana come opera militare del IV-III secolo a. C., sulla topografia e sui templi dell’acropoli di Cuma, sui monumenti dell’area del Lucrino, dell’Averno e del Fusaro, con la pubblicazione scientifica del cd. Tempio di Apollo, seconda cupola romana in ordine di grandezza dopo il Pantheon, su Capua (basilica dei SS. Apostoli e battistero costantiniani, casa repubblicana con mosaici di P. Confuleius, circo, anfiteatro e ricerche sul 2 periodo tardo-antico) e l’agro Falerno (con l’identificazione del pons Campanus lungo la via Appia, dove sostarono Orazio e Virgilio), sulla basilica di S. Fortunata a Liternum, su Ercolano, Pompei, Oplontis e l’eruzione del 79 d. C., sulla storia e la documentazione di archivio delle esplorazioni archeologiche dell’area vesuviana (Pompei, Ercolano e Stabiae, Portici, Torre Annunziata e Torre del Greco) e lo studio sulle provenienze degli oggetti degli scavi nell’antico Regno di Napoli, con a pubblicazione di numerosi volumi di documenti inediti degli scavi borbonici, che costituiscono il più recente e importante punto di riferimento per gli studiosi italiani e stranieri, e che completano la documentazione pubblicata nell’Ottocento da Giuseppe Fiorelli e da Michele Ruggiero. Ha pubblicato numerosi contributi sulla storia e sulle problematiche del restauro di Pompei e di Ercolano, sulla storia della legislazione dei beni culturali (inedito progetto di legge del 1848 della Commissione per le Riforme, segretari Fiorelli e D’Ambra) e sulla tecnica e il restauro della pittura parietale romana, in particolare sul blu egiziano e sul rosso cinabro (il celebre rosso pompeiano) e sui leganti degli affreschi. Ha pubblicato numerose guide archeologiche, di grande diffusione a livello internazionale, in italiano e in inglese, in particolare sugli scavi di Ercolano, venduta in più di 10000 esemplari in varie lingue (inglese, francese e tedesco), e di Oplonti. Si è occupato anche di studi sul Lazio meridionale, in particolare sulla colonia romana di Minturnae e il suo territorio. Notevoli la recente identificazione in Umbria del grifo e del leone, di bronzo, simboli della città di Perugia, come automata bizantini smontati dalla spina dell’ippodromo di Costantinopoli, precedentemente facenti parte della decorazione augustea del santuario di Apollo ad Azio, e degli elementi architettoni dell’Antinoeion di villa Adriana, che hanno permesso la corretta datazione ad età giustinianea (sotto il governo di Narsete) del celebre tempietto del Clitumno, del S. Angelo di Perugia e del San Salvatore di Spoleto, nonché l’epoca della trasformazione in chiesa di S. Angelo in Formis (CE) del celebre tempio di Diana Tifatina, l’identificazione dei celebri bronzi dorati di Pergola con i ritratti di L. Licinius Murena padre e figlio, e l’identificazione e la ricostruzione della catapulta, di fabbricazione tarantina, del IV secolo a. C. di Casalbordino (CH), gli studi sul vivarium di Cassiodoro e sulla fase tardo antica di Scolacium. Gli studi interdisciplinari relativi agli effetti dell’eruzione del 79 d. C. e sugli scheletri ercolanesi costituiscono un punto fermo dell’archeologia vesuviana, e sono stati editi sulla prestigiosa rivista scientifica inglese “Nature” nel 2001 e divulgati, a livello internazionale, da un documentario televisivo in 4 lingue coprodotto per Discovery Channel, France 2 e altre televisioni: “Ercolano. Gli scheletri del mistero, Roma, Doclab Productions, 2002”, che ha ricevuto numerosi e importanti premi internazionali tra i quali quello del pubblico del Festival del Cinema archeologico di Rovereto. 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