Interventi Stradali Per Il Collegamento Della Nuova Base NATO (Art
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Comune di Giugliano in Campania UNITA’ DI PROGETTO (Infrastrutture Base Nato – PIU EUROPA) Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO (art. 4 punto 1 lettere da A) a G) della Deliberazione CIPE del 03/08/2011) Relazione archeologica (immagine tratta da simo capecchi – in viaggio col taccuino – http://inviaggiocoltaccuino.blogspot.it/2011_03_01_archive.html) dott.ssa Daniela Citro arch. Emilio Castaldo Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica INDICE Premessa p. 3 1. Definizione del territorio p. 3 1.1. Lineamenti geologici p. 4 1.2. Inquadramento geomorfologico p. 6 1.3. Assetto idrogeologico p. 6 1.4. Analisi paesaggistica p. 8 1.5. Aspetti naturalistici p. 8 2. L’evidenza archeologica p. 9 2.1. L’Ager Campanus p. 9 2.2. Liternum p. 12 2.3. Il territorio liternino p. 16 2.4. La via Domitiana p. 18 2.5. Il Lago Patria p. 20 2.6. Il litorale Domizio p. 23 3. La Base NATO p. 24 4. Il quadro vincolistico p. 25 5. Le aree di intervento: tipologia e caratteristiche p. 26 6. Indagini geo-archeologiche preliminari e in corso d’opera p. 26 BIBLIOGRAFIA p. Allegato – Tavola con ubicazione delle evidenze archeologiche nell’agro Liternino e degli interventi di controllo archeologico sovrapposti al progetto esecutivo 2 / 2 Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica Premessa Nell’ambito della realizzazione del progetto esecutivo relativo agli “ Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO” (art. 4 punto 1 lettere da A) a G) della Deliberazione CIPE del 03/08/2011) bandito dal Comune di Giugliano in Campania è stata elaborata una relazione geo-archeologica allo scopo di fornire elementi utili circa l’assetto archeologico e geologico dell’area e in base al potenziale archeologico valutato, programmare delle indagini preventive alle opere a farsi o dei controlli in corso d’opera. Tutte le attività saranno concordate con la Soprintendenza competente e saranno mirate alla ricerca di eventuali evidenze di interesse archeologico e alla ricostruzione del paesaggio antico. In questa prima fase è stata eseguita una ricerca bibliografica, grazie alla quale sono state desunte tutte le informazioni necessarie alla conoscenza del territorio interessato dagli interventi oggetto di gara. Questi ultimi sono stati analizzati nel dettaglio e in base alle loro caratteristiche è stato possibile prevedere diverse tipologie di indagini: carotaggi e saggi geo-archeologici preventivi e controllo in corso d’opera in caso di scavo. Gli interventi archeologici sono stati ubicati sulla planimetria di progetto allegata. 1. Definizione del territorio L’area in esame (Fig. 1) ricade nel comune di Giugliano in Campania, riportata nell’IGM 184 IV NW – Lago Patria in scala 1:25.000 e nel Foglio 183-184 Isola D’Ischia – Napoli della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000. É collocata nel settore centro-occidentale della Piana Campana, a NE del distretto vulcanico dei Campi Flegrei, corrispondente alla fascia “esterna” flegrea. Il territorio comunale di Giugliano in Campania è parte integrante dell’area metropolitana partenopea, che conta circa 117.963 abitanti; si sviluppa a nord dei Campi Flegrei, con una superficie di 94 kmq, un’altitudine di 104 m s.l.m. e 97.000 abitanti; compreso tra l’Agro Napoletano e la Bonifica del Basso Volturno è circondato dalle colline di Marano a nord, dal Lago Patria a ovest e a sud giunge fino al litorale Domitio. 3 / 3 Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica Fig. 1 – Piano Regolatore Generale del comune di Giugliano (1985 - da Studio di Fattibilità 2009) 1.1. Lineamenti geologici La zona stabile rispetto ai fenomeni di subsidenza che interessano il Distretto Vulcanico Flegreo- Napoletano, è situata all’esterno del bordo nord-occidentale della “Caldera dei Campi Flegrei” formatasi in seguito a due collassi legati alle eruzioni dell’Ignimbrite Campana avvenuta circa 39.000 anni BP e del Tufo Giallo Napoletano, datata 15.000 anni BP (Fig. 2). La successione stratigrafica del sottosuolo è sostanzialmente costituita da terreni piroclastici sciolti, in giacitura primaria e rimaneggiata, talvolta umificati, composti dai prodotti delle eruzioni flegree appartenenti alla cosiddetta “Serie Urbana Recente” e subordinatamente vesuviane, degli ultimi 12.000 anni. Ad essi si intercalano depositi riferibili a fasi di rimaneggiamento e pedogenizzazione passanti in prossimità della fascia costiera a sedimenti di transizione, palustri e marini. Questa successione poggia sul substrato ascrivibile alla facies incoerente del Tufo Giallo Napoletano, 3° ciclo dell’attività vulcanica dei Campi Flegrei, caratterizzata da prodotti eruttati con meccanismo deposizionale da flusso piroclastico e distribuiti con spessori ridotti in aree medio-distali dalla città di Napoli. Dal punto di vista litologico il Tufo Giallo si presenta, in conseguenza del processo di zeolitizzazione post- deposizionale, in forma litoide semicoerente di colore giallo (cappellaccio) e incoerente di colore grigio 4 / 4 Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica (pozzolana). Allontanandosi dalla zona centrale dei Campi Flegrei, la facies litoide diminuisce di spessore lasciando il posto alla facies incoerente, il cui spessore aumenta 1 (Fig. 3). Fig. 2 - Carta morfostrutturale dell’area flegreo-napoletana in cui sono indicati i movimenti del suolo (da Orsi et al. 2004) Fig. 3 - Stralcio della Carta Geologica in scala 1:100.000 – Foglio 183-184 – Napoli – Isola d’Ischia con indicazione dell’area di studio 1Bartoli, Palomba 2010, pp. 5-9. 5 / 5 Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica 1.2. Inquadramento geomorfologico La pianura ubicata a sud del Volturno presenta oggi un profilo sostanzialmente piatto lievemente inclinato verso il mare (Fig. 4). Le ricerche geoarcheologiche condotte nella zona hanno mostrato che la morfologia dei luoghi in antico era varia e accidentata, con modesti rilievi che dovevano condizionare i drenaggi e i deflussi delle acque. Le bonifiche antropiche hanno nel tempo modellato e livellato le asperità, modificando di conseguenza le forme di occupazione del territorio e la viabilità. Ciò è dimostrato dai rinvenimenti archeologici intercettati a quote differenti in ragione delle ondulazioni degli antichi paleosuoli 2. Fig. 4 - DTM dell’area del golfo di Napoli con indicazione dell’area oggetto del presente studio 1.3. Assetto idrogeologico La fascia costiera della Campania comprende distretti vulcanici e grandi pianure in cui affiorano essenzialmente depositi quaternari piroclastici ed alluvionali, il loro grado di permeabilità è molto variabile in relazione alla granulometria (Fig. 5). 2 Ruffo 2010, p. 142. 6 / 6 Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica Gli acquiferi sono interessati da una circolazione idrica sotterranea a più falde sovrapposte, derivanti dal susseguirsi di litotipi a diverso grado di permeabilità, alimentate dalla stessa sorgente nutrita da acque di infiltrazione diretta e dagli apporti laterali degli adiacenti massicci carbonatici (Monte Maggiore, Monti Tifatini, Matese, Monti di Durazzano). L’area Domizia in particolare è caratterizzata da una pianura che degrada dolcemente verso il mare, il cui reticolo Fig. 5 – Schema idrogeologico della Piana Campana (da Corniello 1988) idrografico si contraddistingue per le opere antropiche di bonifica (Regi Lagni) realizzate in tempi storici e di recente. La presenza in superficie e nel sottosuolo, di materiali ad elevata permeabilità per porosità determina l’infiltrazione delle acque nel sottosuolo e la formazione di una copiosa falda sotterranea. In chiave idrogeologica, i litotipi presenti nel sottosuolo possono essere ascritti a tre differenti complessi, ciascuno con proprie caratteristiche di permeabilità: - Piroclastici e detriti alluvionali incoerenti con medio bassa permeabilità per porosità, a causa della presenza di una considerevole componente cineritica. - Tufi delle varie formazioni (grigio e giallo) con basso grado di permeabilità per porosità ed elevato per fessurazione, ma limitato nello spazio. - Lave e scorie, presenti in profondità in tutta l’area flegrea, caratterizzate da una buona permeabilità per porosità e fessurazione 3. 3 Studio di Fattibilità 2009, pp. 28-30. 7 / 7 Interventi stradali per il collegamento della nuova Base NATO – Relazione archeologica 1.4. Analisi paesaggistica L’area ricade nell’unità di paesaggio “Pianura Campana a colture intensive” i cui caratteri essenziali sono: - terreno piano, fertilissimo, con una straordinaria intensità di colture variate con piante arboree ed erbacee; - fitto popolamento costituito da insediamenti sparsi sia radi che compatti che attualmente stanno progressivamente urbanizzando casualmente la campagna. I suoli sono costituiti da uno spesso mantello di tufi vulcanici che garantiscono un’elevata fertilità naturale con possibilità di colture redditizie. Il paesaggio è solcato da fossi e alvei anche antropici che drenano le acque superficiali e da pozzi che agevolano l’irrigazione dei campi. Attualmente svariate colture erbacee si accompagnano a quelle legnose; il paesaggio è sempre più o meno verdeggiante grazie alle fertilità dei suoli e al clima mite dell’inverno 4. 1.5. Aspetti naturalistici Le comunità vegetali che si sviluppano al limite della spiaggia sono caratterizzate da rade piante annuali quali il ravastrello o la lappola,