Poste Italiane S.p.A – sped. in a.p. – D.L. 353/2003 in L. 27/02/2004 (conv. n° 46) art. 1 comma 1- LO/MII – N. Anno 3 XCII MENSILE DELL’A.N.A. MENSILE N. 3/2014 N. MARZO del Cavento Il “Brigante” IN COPERTINA Il capitano Fabrizio Battanta. Sullo sfondo il Corno di Cavento AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229 (), montagna che egli conquistò Iscrizione R.O.C. n. 48 insieme ai suoi nel 1917 (foto Edizioni D&C Povinelli, Pinzolo). DIRETTORE RESPONSABILE Bruno Fasani

DIREZIONE E REDAZIONE via Marsala, 9 - 20121 Milano tel. 02.29013181 - fax 02.29003611

marzo 2014 marzo INTERNET E-MAIL www.ana.it [email protected]

3 Editoriale COMITATO DI DIREZIONE Adriano Crugnola (presidente), Ildo Baiesi, 4 Lettere al direttore Roberto Bertuol, Mario Botteselle, Massimo Curasì, Bruno Fasani, Roberto Migli, Massimo Rigoni Bonomo, Salvatore Robustini 8 I sentieri degli alpini 1914-1918 NON ISCRITTI ALL’ANA 16 Emma e l’alpino perduto Abbonamenti, cambio indirizzo, rinnovi tel. 02.62410215 - fax 02.6555139 18 Ca.STA 2014 al Sestriere [email protected] Tariffe per l’abbonamento a L’Alpino 24 Dal ministro della Difesa per l’Italia: 15,00 euro per l’estero: 17,00 euro sul C.C.P. 000023853203 intestato a: 26 Aspettando l’Adunata di Pordenone «L’Alpino» - via Marsala, 9 - 20121 Milano IBAN: IT28 Z076 0101 6000 0002 3853 203 30 Protezione Civile: emergenza maltempo BIC: BPPIITRRXXX indicando nella causale nome, cognome 32 Colico ricorda i Caduti di Nikolajewka e indirizzo completo della persona a cui dovrà essere spedito il giornale.

sommario 34 Selenyj Jar a Isola del Gran Sasso ISCRITTI ALL’ANA Gli iscritti all’ANA, per il cambio di indirizzo, devono 35 Malga Porzùs rivolgersi esclusivamente al gruppo o alla Sezione di appartenenza. 36 Alle foibe di Basovizza

38 Nostri alpini in armi

42 Sport: sci di fondo ai Piani di Bobbio ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI 45 In biblioteca Via Marsala, 9 - 20121 Milano

46 Incontri Segreteria: tel. 02.62410200 fax 02.6592364 48 Alpino chiama alpino [email protected] 50 Dalle nostre Sezioni Segretario Nazionale: tel. 02.62410212 [email protected] 55 CDN dell’8 febbraio 2014 Amministrazione: tel. 02.62410201 e calendario manifestazioni fax 02.6555139 [email protected] Protezione Civile: tel. 02.62410205 fax 02.62410210 [email protected] 1818 2626 Centro Studi ANA: tel. 02.62410207 fax 02.62410230 [email protected] Servizi ANA srl: tel. 02.62410219 fax 02.6555139 [email protected]

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Chiuso in tipografia il 27 febbraio 2014 Di questo numero sono state tirate 367.883 copie

2 3-2014 EDITORIALE

Le vite senza valore

Ci sono alcuni fatti che mi hanno colpito in questi ultimi tempi. In Gran Bretagna stanno approntando una legge che obbliga a sospendere le medicine agli anziani che ne abbiano già beneficiato troppo negli ultimi anni e che si consideri abbiano raggiunto un’adeguata aspettativa di vita, ovvero, come recita la legge «quando l’anziano non rappresenta più un beneficio complessivo per la società». Tradotto: siamo alle vite di scarto, alle vite senza valore. In Belgio è entrata in vigore la legge sull’eutanasia applicata ai minori consenzienti, se affetti da malattia grave e irreversibile. Hanno chiesto ad uno psichiatra quale libertà di decisione possa avere un bambino di cinque anni. Lapidaria la risposta: un bambino gravemente malato può avere la maturità di un adul- to. Anche qui, come sopra, la logica è identica. Ci sono vite senza valore, che rappresentano solo un co- sto sociale. Ho tra le mani lo Standard per l’educazione sessuale nella scuola emanato dall’Ufficio Cultura della Comunità Europea per gli Stati membri. Leggo cosa insegnare ai bambini: da zero a quattro anni infor- marli sul piacere della masturbazione, così tra i quattro e i sei anni, tra i sei e gli otto… e via di seguito. A sei anni poi va spiegato l’amore con persone del proprio sesso, a nove la contraccezione e la pianifica- zione di carriera e gravidanza... Freud direbbe che a quell’età siamo ancora in stato di latenza sessuale, ma per i moderni pedagogisti l’educazione affettiva deve essere molto simile alla ginnastica. La vita non vale per le sue relazioni, ma per il principio soggettivo del piacere. Per ragioni di spazio vi risparmio il se- guito, ma ognuno di voi lo può facilmente verificare scaricando il testo da internet. Mi hanno colpito molto le parole di una canzone sanremese. Talvolta l’arte, col suo linguaggio partico- lare, dice cose estremamente importanti. Canta Renzo Rubino: «Ora che stai impazzendo, fermati e datti un voto. Affondo lentamente e non me ne accorgo. La mia vita è senza bellezza. Fermati e datti un voto…». È un ritornello che incalza: fermati e datti un voto! Fermarsi e darsi un voto è niente più di un invito a prendere coscienza di ciò che ci sta accadendo e delle responsabilità che dovremmo assu- mere davanti alla storia. Si era al CISA dello scorso anno a Vicoforte. Serpeggiava, da parte di alcuni, una certa idea, ossia che i nostri giornali non dovrebbero fare opinione. L’ANA si diceva è fatta di tanta gente con idee diverse, quindi giusto non privilegiare alcun punto di vista. Ricordo che per creanza ed anche con un ’ di umiltà mi mordevo la lingua. C’è sempre qualcuno pronto a far il segugio per snidare l’eventuale mora- lista, mettendosi in cattedra a far la morale. La morale della libertà, fine a se stessa e spinta all’eccesso, fino a confondere il pluralismo col relativismo. Il primo, si sa, prende in considerazione ogni cosa e ne discute serenamente. Il secondo insegna che non esiste alcuna verità cui fare riferimento. Credo invece che le questioni citate un po’ sopra mettano sul piatto un grande interrogativo: che valore ha la persona nella cultura contemporanea? In un tempo nel quale si misura tutto in termini economici (solo l’altro mese si quantificava in euro anche il valore del nostro patrimonio culturale), in termini di Pil e di spread finanziario… sta entrando l’idea che la stessa persona vada misurata in termini di forza fisica, mentale, col metro dell’età, della capacità produttiva, dell’autonomia. Insomma una scala eco- nomicistica che misura l’uomo con le categorie della salute, dell’efficienza e dell’autosufficienza. Penso al Corpo degli Alpini. Siamo cresciuti sentendoci dire che siamo un Corpo. E basterebbe questa parola per insegnarci che tra di noi e nella società non ci sono “pezzi” da buttare, presenze di scarto, pre- senze inutili. Anzi ci hanno insegnato che il sacrificio e la saggezza dei veci sono patrimonio dei bocia, e la forza di quest’ultimi è linfa vitale per dar futuro alla nostra Associazione. Per insegnarci, alla fine, che il Corpo degli alpini è una famiglia, fraternità di uomini da seminare nella storia. Bruno Fasani

3 3-2014 lettere al direttore RICORDARE LE FOIBE stata celebrata, molto in sordina, la giornata in ricordo delle una visita dei ragazzi all’isola di Arbe; naturalmente non si va Èfoibe: nel maggio del 1945 l’Italia festeggiava con gli anglo- ad Arbe ma a Rab (nome slavo) “nei luoghi teatro della repres- americani la fine della guerra, ma a , Gorizia, Pola, Fiume sione fascista degli slavi”. e Zara la liberazione era ben lontana. Le truppe titine entravano E ancora: a Firenze giovani dei centri sociali contestano il musi- nelle città al grido di “Trst je nas”, Trieste è nostra, pretendeva- cal “Magazzino 18” dedicato alle foibe e tentano di impedirne no di annettere alla Jugoslavia le terre di confine fino a la recita; non c’è solo l’inciviltà dell’intolleranza, c’è un preciso Cormons () e davano il via ad una nuova sanguinosa messaggio intimidatorio teso a dissuadere chi vorrebbe saperne invasione. Nella sola notte del 3 maggio a Gorizia vennero di più, e la Rai si allinea: garantisce la trasmissione del musical deportati ben 600 capifamiglia di cui si persero le tracce. la sera del 10 febbraio ma lo sposta alle 23, ben lontano dalla Una storica slovena, Natascia Nemec, riuscì nel 2005 a trovare prima fascia, così sono stati in pochi vederlo e a ricordare che e divulgare la lista e il destino atroce di 1.048 deportati; esatta- le tragedie hanno come colpevoli tutti gli estremismi, nessuno mente tre ore dopo veniva licenziata in tronco. Decine di escluso. migliaia i cadaveri di italiani finiti nelle foibe; è stato un caso di Chi all’epoca era adulto oggi non c’è più; chi come me all’epoca pulizia etnica che nulla aveva a che vedere con le idee politiche era bambino si riconosce nei piccoli che l’iconografia del tempo delle vittime: a Pola finì nelle foibe oltre la metà dei membri del ritrae infagottati, con gli occhi sbarrati, ben stretti alla mamma CLN colpevoli di considerare italiane quelle terre, 350mila che insieme a noi pregava, tutte le sere, perché ci fosse dato il furono gli italiani costretti all’esodo da terre che occupavano da bene di rivedere papà; cosa che fortunatamente per noi si è secoli. Nella loro fuga sono stati coperti di ingiurie, di umilia- avverata, per molti altri no. zioni: a i ferrovieri intimavano al treno dei “fascisti” di Per questo deve vivere la giornata del ricordo: non per rinver- allontanarsi se non si voleva uno sciopero generale, e gente che dire risentimenti, ma per rimarcare la condanna per tutte le per fare 400 km era stata due giorni in treno, in vagoni sigillati, violenze, che hanno devastato e continuano a devastare la ha continuato la sua odissea senza cibo né acqua; la stessa grande Casa Comune, e pregare perché chi vive di odio riman- Bologna, 23 anni dopo, chiedeva inutilmente agli alpini lì con- ga isolato. venuti per il raduno nazionale di non far aprire la sfilata dagli Norberto Ferretti - esule da Pola alpini di Pola, Fiume e Zara, a dimostrazione dell’odio ancora latente contro chi si era permesso di fuggire dal paradiso comu- Non c’è bisogno di aggiungere molte parole a questa lucida e preziosa nista. Odio che ancor oggi si manifesta in mille modi: a Roma testimonianza. Purtroppo, caro amico, non tutte le verità hanno le il monumento alle foibe è stato imbrattato e sono stati distribui- stesse gambe. Qualcuna corre anche troppo, mentre altre arranca- ti volantini anti italiani; inoltre, la giunta comunale ha annul- no, sopraffatte da chi non ha interesse e rispetto per la verità. Forse lato tutti i viaggi degli studenti in Istria e Dalmazia. Ad Albano il giorno in cui non avremo più condizionamenti ideologici nel rac- Laziale i giovani dei centri sociali hanno indossato magliette contare la storia sarà troppo tardi per rendere giustizia morale a chi con su scritto “I love foiba”; a Pisa e a Genova le lapidi per i ha pagato lo scotto della persecuzione, ma almeno sarà il giorno in Martiri delle Foibe sono state danneggiate, a Monza è stata invi- cui avremo liberato gli animi dalla tentazione dell’omertà e della tata alle commemorazioni la negazionista Kervesan (come invi- menzogna. La strada è ancora in salita, ma almeno si è imboccata. tare alle commemorazioni della Shoah qualcuno che dica che Per essere precisi ricordo che il programma di Cristicchi è stato man- gli ebrei si sono suicidati col gas), a Lucca è stata organizzata dato in onda a mezzanotte.

CONVIVIAMO PACIFICAMENTE intervenire). Mi pare inoltre che anche nel paese di Pelugo una parte della popolazione abbia espresso disaccordo sulla scelta del lpino dal 1964, naja in Piemonte, residente da sempre in Comune. Sottolineo questo perché credo non possiamo ignorare ALombardia ma frequentatore assiduo dall’inizio degli anni ’70 che nella Grande Guerra gli uomini della val Rendena hanno del (Valli Judicarie), con qualche puntata in Alto combattuto nelle file dell’Esercito austro-ungarico contro l’Italia: , rare per diversi anni per l’ambiente ostile riscontrato e più i cento anni da allora passati sono molti ma non poi così tanti. Ne frequenti ora in una situazione un po’ (mai troppo) ammorbidita so qualcosa io che nel settembre del 1943, bambino di 4 anni, ho (naturalmente è un’opinione personale). Ho letto l’intervento di visto il mio paese Boves, dove ero in vacanza dai nonni, incendia- Mario Bonfanti riguardante la cancellazione di una via intitolata to dai tedeschi, con almeno 20 persone uccise, compresi parroco a de Gasperi, su L’Alpino di dicembre, pagina 5, e con lui mi sono e coadiutore. Non sono né sociologo né politologo, ma mi piace indignato. Poi, però, proprio perché penso di avere almeno un esprimere qui una speranza: che gli uomini di questa “vecchia poco imparato a conoscere i trentini, ho voluto approfondire l’ar- Europa” (così la chiama don Gnocchi in “Cristo con gli alpini”) gomento, pur sapendo che anche in Trentino sono presenti cor- riescano, mantenendo intatto il senso della propria identità cul- renti filo austro-ungariche. In internet ho trovato l’intervento turale, a guardare all’altro, a quello che vestiva una divisa diversa, della Sopraintendenza per i beni storico-artistici che respinge la con “pietas” umana e cristiana. Ho percorso decine di volte i sen- delibera del comune di Pelugo (con il Centro Studi Judicaria e la tieri della Grande Guerra (Pasubio, Ortigara, Coni Zugna, forti Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, pronti a loro volta ad dell’Altopiano di Lavarone e dei 7 Comuni, del Vezzena) all’ini-

4 3-2014 zio con un sentimento di ostilità verso quelli che, con un’altra quando essa è vera e profonda è come una specie di amore liberato dalla bandiera, avevano calpestato le stesse zolle, gli stessi sassi; poi, sessualità. E la fine imprevista e prematura che mette a tacere questo poco alla volta, sentendo fluttuare nell’aria idiomi diversi dal mio dialogo umano è una lacerazione che prova solo chi sa cosa vuol dire e, dietro di loro, un Paese, una mamma, un papà, una moglie, dei essere autenticamente amici. figli, una ragazza… guardare anche a loro con “comprensione”. Piero Giorgio Serpini – Vedano Olona (VA) RISCOPRIRSI ALPINI Mi raccontava un alpino trentino di aver avuto il nonno paterno tra i Kaiserjäger e quello materno nelle Truppe italiane. Finita la guerra si o spunto per scriverle mi è venuto dalla lettura dell’articolo trovarono sull’Ortigara, piantarono le due bandiere, italiana e - L“capitano quaquaraqua” de L’Alpino di novembre firmato da ca, quindi si abbracciarono. Scoprirono senza giri di parole che la vita Gianluigi Amici e in proposito avrei anch’io qualcosa da aggiun- non può perdersi nei versanti tortuosi delle ideologie, ma deve fiorire gere a riguardo. Mi sono congedato da artigliere alpino 47 anni fa nella comune umanità. Le informazioni che ci dai non ci rallegrano e da allora mi ero promesso di non fare più parte di tutto quello perché ha vinto qualcuno contro qualche altro, ma perché ci ricordano che rappresentasse naja-divise militari-gradi-stellette-cerimonie, che l’intelligenza, il buon senso e la volontà di convivere pacificamente adunate e quant’altro. sono più importanti di tutti gli altri ragionamenti. Decisione presa a causa delle “traversie” purtroppo subìte durante il periodo di ferma dagli arroganti e supponenti superiori, non certo esemplari a imporre ordini strampalati che hanno schifato GRAZIE ALLA NAJA non solo il sottoscritto ma l’intera caserma, naturalmente formata al più da ventenni. Il che certamente avevo iugno, luglio, agosto 1950: campo estivo fra i picchi di voglia di “buttare”, sprovvisto della penna persa il giorno del con- GSennes, di Fanes, del Bechei e del Varella, poi gedo, l’ho recuperato pieno di polvere nella soffitta qualche nell’Ampezzano e nel . Al comando di battaglione, dove tempo fa, non tanto per i tristi ricordi della naja (ci manchereb- opero, viene aggregata una postazione del Genio Alpino compo- be), ma perché sono stato testimone in prima persona dall’impe- sta da un sottufficiale e due alpini con relativa radio-ricetrasmit- gno encomiabile di un alpino del mio paese che, caparbiamente e tente. La vicinanza delle rispettive tende ed i contatti giornalieri con l’aiuto di volontari alpini e non ha portato a termine dopo fanno si che nasca una amichevole convivenza. Uno di loro, di varie peripezie e vicissitudini la definitiva “nuova baita” del mio nome Renato, è di Valdagno, e con lui lego in maniera del tutto paese. Questo esempio mi ha colpito, mi ha fatto riflettere, ha particolare. Finite le incombenze giornaliere prettamente milita- temporaneamente oscurato le giuste e ragionevoli perplessità e ri, sovente lo sorprendo a scrivere lunghe lettere. Poiché la corri- con un amico artigiano ho risposto all’invito contribuendo seppur spondenza in partenza ed in arrivo passava attraverso l’apposito parzialmente alla riuscita finale dell’opera intrapresa. La mia è servizio istituito presso tal comando, ebbi modo di notare che la stata una decisione sofferta ma la concomitanza di questo altrui- corrispondenza da e per, era rivolta ad una donna e, fedelmente, smo e forse l’età mi hanno spronato a mettere un velo ai ricordi sempre la stessa. Qualche anno la naia dopo lo andai a trovare in sebbene ancor oggi la vista di divise di vario genere mi sia indige- quel di Valdagno, ospite suo e della sua famiglia che mi accolse sta. con simpatia e un’ospitalità che mai riuscirò a dimenticare. Ebbi Gian Piero Tassello finalmente modo di conoscere anche la destinataria di così tanta ed assidua corrispondenza: una bella e sorridente fanciulla che L’errore di qualcuno non può mai diventare l’alibi per defilarsi, rin- ben meritava tanta attenzione. L’amicizia continuò nel tempo chiudendosi nel privato. Ma è anche vero che solo gli esempi di credi- mentre i due, uniti nel matrimonio, misero al mondo un bilità riescono a sciogliere i grumi delle nostre chiusure. maschietto al quale, con mia grande sorpresa e gioia, venne dato il mio nome: commosso premio di una fraterna amicizia. Trascorsi altri anni, quel bimbo, divenuto adulto, ha compiuto anche lui il QUEGLI ALPINI CHE CI SALVARONO LA VITA suo dovere portando la penna nera e, nel ciclo della vita, a sua volta formato una famiglia. Da quel primo incontro fra le monta- i primi di marzo del 1984, in viaggio di nozze, scendevamo in gne dolomitiche, parecchia acqua è passata sotto i ponti e, nella Amacchina sulla strada che porta da Dobbiaco a Bressanone bellezza di tre famiglie tra figli, nipoti e nipotini, in una allegra quando ad una curva, per il ghiaccio, persi il controllo della mac- brigata, anche noi due ormai “veci”, spesso nel ritrovarci, ci sen- china finendo in pericoloso bilico su una scarpata. La fortuna tivamo più giovani, forgiati da quella antica “naja” che non cono- volle che in quel momento transitassero alcuni alpini che ci soc- sceva tramonto. Ma ecco all’improvviso giungere un tristissimo corsero. Sicuramente, nonostante lo spavento, li avremo ringra- annuncio che ha paralizzato cuore e mente: quel caro compagno ziati; vorremmo però a trent’anni, ricordando quell’episodio che ed amico, a causa di un incidente, ci ha lasciati in un disperato poteva avere altra conseguenza, ringraziarli ancora, sperando fac- dolore, ma quei sentimenti e quei ricordi sono ancora qui, vivi, ciano parte della grande famiglia dell’ANA. Famiglia a cui mi nel segno di quella fraterna amicizia nata fra le montagne. sono legato come amico del gruppo di Mogliano , sezione Quando Iddio vorrà, ci si ritroverà in quel Paradiso dove tutti gli di Treviso. Sezione a cui ho dedicato la mia passione di ricercato- alpini riposano, e sarà di nuovo un abbraccio. re di storia locale, quasi “per grazia ricevuta”, ma soprattutto per Franco Pedroletti – Induno Olona (VA) la stima e la simpatia che nutro per il loro esempio. Grazie. Anna e Luigino Scroccaro Questa lettera ci giunge a seguito del nostro servizio sulla bellezza di ritrovarsi tra alpini dopo tanti anni. Ed è una lettera che ci racconta la La gratitudine è per gli alpini l’unico “salario”. Se poi questo salario storia bella di un’amicizia. È vero che non ogni amicizia si equivale, ma porta gli interessi di trent’anni è quasi un tesoretto. Auguri! 5 3-2014 lettere al direttore

IL CAPITANO BOSONETTO non è raffigurato. Dovendo partire non ho avuto il tempo di infor- marmi, ma ho potuto avere un manifesto l’altra settimana nel mio opportunità di riscriverti e di inondare di carta la tua scriva- ultimo viaggio. Mi sto avviando verso una certa età, ma per avere L’nia me la offre la lettera del “pais” Luciano Mantero pubbli- servito la nostra cara Associazione per così tanti anni mi è parso cata su L’Alpino di gennaio dove ricorda con commozione l’allora strano che il nostro simbolo non sia ben visibile per tutti coloro suo capitano Bosonetto. Tu l’hai titolata “Un Uomo maiuscolo” e che leggevano quest’informazione. Sarà forse una cosa giusta, ma giustamente commentata. Mi unisco anch’io. Con Marcello credo che non arriveranno proprio a convincermi. Bosonetto ho frequentato il 15° corso AUC nel lontano 1955 ed Renato Zuliani – Parigi assegnati al 4° reggimento, abbiamo condiviso la prima nomina al CAR di Bra (Cuneo). Complimenti caro Renato per il tuo arguto spirito di osservazione e per Terminata la naja Marcello si riaffermò e divenne ufficiale in la passione verso l’ANA. Ma non inquietarti. Quanto hai visto è al S.p.e. Lo incontrai ancora e l’ultima volta a Cuneo poco prima massimo una distrazione tipografica, senza alcuna intenzionalità. Gli che fosse trasferito, ormai penna bianca, al comando Truppe alpi- alpini, qualche volta saranno anche imprecisi, ma mai disamorati della ne di . Purtroppo è andato avanti troppo presto e sono loro “famiglia”. lieto che sia ricordato oltre che per la sua preparazione ed intelli- genza, per la sua umanità. Era un alpino “vero” in tutti i sensi, un Papa Francesco in grigio-verde che amava stare con la truppa più I SUPERSTITI DEL MONTE MARRONE che al circolo ufficiali e mi auguro che tale stile non si estingua. Pasquale Perrucchietti l segretario nazionale dell’ANA gen. Silverio Vecchio mi ha Iinformato che il 70° di Monte Marrone figurerà tra le manife- Quando un ufficiale, ma anche chiunque abbia responsabilità di gover- stazioni ufficiali 2014. Alla Messa di Natale in Duomo, sul sagra- no, ha il profumo dei suoi soldati (analogo a quello delle pecore chiesto to, alle spalle del presidente sezionale Boffi, eravamo in tre uffi- dal Papa per i pastori della Chiesa), lascia sempre un segno nel futuro ciali del btg. “Piemonte”, praticamente i soli superstiti, o quasi, dei subordinati. Far diventare uomo un giovane ragazzo non è questio- degli 800 alpini che hanno preso parte prima all’occupazione di ne di chiacchiere, ma di esempio. L’educazione vera passa sempre dai sorpresa, senza colpo ferire, all’alba del 31 marzo 1944, di tutte le comportamenti. creste di Monte Marrone, poi alla difesa, all’alba del lunedì di Pasqua del 10 aprile 1944, dal furioso contrattacco dei proposito di capitano intelligente ma soprattutto “Uomo Gebirgsjäger della Edelweiss. AMaiuscolo”: sono completamente d’accordo sulla denomina- Quindi, a fine maggio alla battaglia delle Mainarde per lo sfonda- zione di “Uomo Maiuscolo” data al capitano Bosonetto nella mento della linea Gustav; infine alla risalita della penisola dal risposta alla lettera di gennaio. Alpino leva 3°/63, caserma Cesare fronte di Cassino a quello di Bologna, sempre tallonando il nemi- Battisti di Cuneo, C.A.R. 2° Alpini. co che si ritirava combattendo. Il tutto riportato nel diario “Una Del capitano Bosonetto, ma soprattutto dell’Uomo, ho un bellis- Guerra da Signori”, scritto allora e pubblicato nel 1972. I tre simo ricordo che porto con me da tanti anni. Ho potuto collabo- superstiti sono: il generale C.A. Luigi Morena, Medaglia rare con lui in qualità di addetto Ufficio Studi Compagnia Trento d’Argento V.M., classe 1917, piemontese, il ten. col. Giovanni del C.A.R. di Cuneo e i miei ricordi, ripeto, sono tutti molto posi- Corvino, classe 1922, di Foggia, valorosissimo ufficiale che, ferito tivi. Al termine della mia leva, il capitano, a titolo di saluto e in Russia dove era stato con il “Val Cismon”, si arruolò nel btg. augurio per la mia vita futura, mi regalò un libro che allora molto “Piemonte” e il sottoscritto, ten. col. Sergio Pivetta, classe 1922, giovane non conoscevo ma che la dice lunga sul personaggio di Valdobbiadene, assegnato col grado di serg. AUC al btg. “Bosonetto”. Il titolo era “I 23 giorni della città di Alba” di “Piemonte” e poi con quello di s.ten. al “Monte Granero”. Beppe Fenoglio, allora ancora scrittore sconosciuto. Siamo vivamente grati al gen. Vecchio per la bella notizia anche Francesco Mamotti - Milano perché, avendo tutti superato quota 90, questa è forse l’ultima occasione che ci viene offerta di ritornare sul monte Marrone Spero tu abbia ancora quel libro. Esso non è soltanto un ricordo del tuo dove nel 1975 abbiamo fatto erigere una croce alta 6 metri sor- passato. È piuttosto un emblema. Emblema della finezza umana, montata da un’aquila in procinto di spiccare il volo, opera dello morale e intellettuale di un maestro vero. scultore alpino Vittorio Piotti, ristrutturata nel 2011 dal gruppo di Mainarde (sezione Molise). Altri superstiti sono il generale Ezio Campanella, molisano, classe QUEI MANIFESTI SENZA LOGO 1915; il generale di C.A. Giorgio Donati, valsusino, classe 1924; il sergente paracadutista alpino Arrigo Curiel, di Trieste, reduce hi ti scrive è l’anziano presidente della sezione di Francia anche di El Alamein e alcuni alpini non più in grado di parteci- Cdell’ANA, posto che ho occupato da ben 26 anni. Sono in pare alle manifestazioni. Non credo saremo più di due o tre. Per pensione, e ritorno in Italia con vero piacere abbastanza sovente contro, la partecipazione degli alpini molisani e della popolazio- per vedere mia mamma che è ormai alla soglia dei 94 anni in pro- ne, generosa ed ospitale, sarà senza dubbio al di sopra di qualsiasi vincia di Treviso, e più precisamente a Nervesa della Battaglia. La aspettativa. penultima volta è stato nel mese di novembre, e leggendo i mani- Sergio Pivetta – Milano festi affissi, vedo che gli alpini del gruppo di Bavaria, (gruppo ubi- cato nel suddetto paese) organizzano un mercato d’inverno. Caro Pivetta, ho dovuto stralciare gran parte del tuo scritto, per ovvie Iniziativa sicuramente encomiabile, ma che mi lascia di un certo ragioni di spazio, privilegiando il ricordo dei protagonisti ancora viventi malumore. delle vicende del Monte Marrone. Quando ci sarà la manifestazione Guardando bene il manifesto mi accorgo che il logo dell’ANA avremo anche modo di raccontarne la storia. 6 3-2014 C’ERA ANCHE LA JULIA mia moglie mi dice che nella cassetta della posta c’è L’Alpino e allora, anche se la stanchezza prende il sopravvento, decido gregio direttore leggo sempre con molto interesse i vostri artico- comunque di leggere alcune pagine del nostro giornale per rilas- Eli e le storie che riguardano gli alpini in armi e non. Come ogni sarmi. Rimango folgorato dalla bellezza della foto di copertina e anno acquisto il calendario degli alpini che poi conservo assieme ai poi leggo l’articolo “Abbracciarsi ancora” di Mariolina Cattaneo. miei ricordi di quando ho svolto il servizio di leva. Nel lontano Parole che si tramutano in poesia e fanno subito montare il nodo 1993/94 ho partecipato orgogliosamente da volontario alla missio- alla gola. Splendido. In un attimo la stanchezza passa e, vedendo ne “Albatros” in Mozambico di cui cade in questo periodo la ricor- quei baldi giovani della foto, mi scorrono davanti tutte le imma- renza del ventennale. Ero in forze presso il btg. Logistico della bri- gini della mia naja nella fanfara della brigata alpina Taurinense gata alpina Julia che affiancò e poi sostituì la brigata Taurinense nel 1997/1998. “Gli occhi sorridenti in un volto di bimbo vestito nello svolgimento della missione in Africa. Con mio rammarico e da soldato” come dice Mariolina sono le parole che mi hanno delusione ho notato che nel calendario storico, nell’articolo che commosso e mi hanno fatto rivivere in un attimo i caroselli, le ricorda l’anniversario della missione, non viene menzionata la pre- sfilate ANA, le cene con i commilitoni, le prove in sala musica, senza della brigata Julia e il merito della buona riuscita della missio- le marce con i nostri strumenti musicali, ma anche le punizioni ne viene dato esclusivamente agli alpini di leva del 3° reggimento inflitte giustamente (pensandoci ora) dai nostri superiori. Uno di Susa. Non sono certo geloso dei miei fratelli alpini, ma ho trovato quei tre personaggi della foto potrei essere io, come potremmo opportuno fare delle precisazioni visto che le ho vissute di persona esserlo tutti noi che abbiamo vissuto il nostro anno nell’Esercito e di cui porto con me bellissimi ricordi. e che non vediamo l’ora di poterci ritrovare e riabbracciare Cristian Fior – Tombolo (PD) durante un’Adunata a cui non possiamo mancare per nessuna ragione al mondo. E grazie don Bruno e tutti voi redattori, voi Caro Cristian, quando si scrive un pezzo storico il rischio che si corre che (perdonami il paragone ecclesiale) siete gli Evangelisti dei è analogo a quello che si corre quando si fanno i ringraziamenti, cioè nostri ricordi, voi che scrivete le nostre sensazioni, le nostre lasciare fuori qualcuno. Sono di lieto di rimediare, grazie alla tua emozioni, i nostri ricordi e raccogliete i nostri pensieri impri- segnalazione, assicurandoti che si tratta soltanto di una involontaria mendoli sulla carta. Ma la stanchezza ora si fa veramente avanti; dimenticanza. chiudo il giornale, riguardo la copertina, i ricordi corrono, il cuore si gonfia, gli occhi ormai lucidi si chiudono e le gote mi si inumidiscono. GLI EVANGELISTI DEI NOSTRI RICORDI Gabriele Gariglio – Trofarello (Torino)

aro direttore, oggi è stata una dura giornata di lavoro in cam- Grazie Gabriele. Noi facciamo le cose col cuore sapendo di avere, come Cpagna, siamo a gennaio, ed è ora di andare a dormire, ma destinatari, tanta gente di cuore. Le tue emozioni parlano da sole.

CONVEGNO E CISA SULLA GRANDE GUERRA l 12 e 13 aprile, a Marostica, nella sede di Palazzo Baggio, si Iterrà il 18° Convegno della Stampa Alpina che avrà come tema “Comunicare il Centenario”. Sarà preceduto – novità di quest’anno – dal Convegno dove l’ANA presenterà i propri intendimenti ed alcune attività già programmate per celebrare il centenario e la possibilità di col- laborazioni con le altre Istituzioni e Associazioni Nazionali. Di seguito il programma di massima del convegno e del CISA. Sabato 12 aprile: ore 9, darà inizio al convegno Luigi Cailotto, presidente commissione Centro Studi ANA. A segui- re interverranno Gianluca Marchesi responsabile del progetto scuole, Paolo Plini responsabile della realizzazione di una carto- grafia multimediale, i rappresentanti delle regioni Lombardia, , Trentino Alto Adige e Veneto, Anna Villari responsabile dei progetti culturali per la presidenza del Consiglio dei ministri e altre autorità. Chiuderà i lavori il pre- sidente nazionale dell’ANA Sebastiano Favero. Il Convegno terminerà alle ore 14. Ore 15,30 inizio del 18° CISA con presentazione del direttore de L’Alpino Bruno Fasani, saluti delle autorità civili e militari, intervento del presidente nazionale Sebastiano Favero. Verrà presentata una prima relazione di Paolo Ferrario, giornalista di Avvenire, e una seconda relazione di Paolo Rumiz, giornali- sta, scrittore, editorialista di Repubblica. Si formeranno quindi due gruppi che termineranno i lavori alle ore 19. Domenica mattina: messa nella chiesetta dei Carmini alle 8,15 e ripresa del CISA fino alle ore 13,30.

7 3-2014 Le tappe della Grande Guerra

Il percorso storico iniziato a gennaio di quest’anno con la storia di Carlo Erba, volontario già nel 1914, è proseguito con la presentazione dell’Adamello di Marco Ferrari. Continua questo mese con l’impresa di Fabrizio Battanta sul Cavento (indicato con il nr. 1 nella mappa).

Seguendo la linea del fronte racconteremo, a mesi alterni, le montagne della Grande Guerra e i suoi personaggi, proseguendo con l’Ortler-Cevedale (2), quindi il Pasubio (3), la Marmolada (4) e il Lagazuoi (5). Parleremo del fronte orientale, delle battaglie sul Grappa e sul Piave dal prossimo anno.

IMPERO D’AUSTRIA- UNGHERIA

TIROLO

5 2 Bolzano Lagazuoi Ortler Cevedale 4 Marmolada 1 TRENTINO e Adamello av Pi o Trento Udine z n so I

3

Lago Pasubio REGNO di Garda D’ITALIA Trieste

Venezia A d M r a ia r ti Adige co

Po

8 3-2014 i sentieri degli alpini 1914-1918

di Andrea Bianchi LA GRANDE GUERRA 16 rubli per “La nostra fede” La storia di un giornaletto, stampato nella lontana Russia nel 1916 dagli esuli trentini e triestini, diventa occasione per un ricordo delle vicende dei sudditi dell’Impero austroungarico di lingua italiana e anche per una proposta di indagini microstoriche in occasione del centenario 2014-2018

a nostra fede: 1914-1920. È questo il titolo di un giornaletto senza Lpretese, stampato nel campo di concentramento di Kirsanoff in Russia dove, nel 1916, in attesa d’imbarcarsi per l’Inghilterra e da là rientrare poi in Italia, vennero riuniti gran parte dei trentini e dei giuliani che avevano vesti- to la divisa austro-ungarica ed erano sta- ti presi prigionieri dai russi dopo le bat- taglie in Galizia e sui Carpazi. Il giornale venne composto con i pochi mezzi a disposizione. Si raccolsero i 16 rubli che servirono a comprare miele, glicerina e colla di pesce ingredienti ne- cessari al clichè della stampa. La redazione operò contro le severe di- sposizioni russe che vietavano ai prigio- nieri (anche se ex) di riunirsi ed era così composta: il direttore Clemente Marassi di Fiume, i redattori Ermete Bonapace da Mezzolombardo, Annibale Moligno- ni da Rabbi, Luigi Morghen da Trento, Arturo Pezzi da Mezzolombardo e Silvio Viezzoli da Istria. Fra i collaboratori ci furono: Ferruccio Spazzali da Cavalese (che per un po’ di tempo fu anche redattore), il maestro Giovanni Giacomelli da Predazzo e Gu- glielmo Maurina da Spormaggiore. Infi-

Frontespizio di un numero del giornale “La Nostra Fede”; la collezione completa è conservata presso il Museo del Risorgimento nel Castello del Buonconsiglio a Trento.

9 3-2014 Gruppo di Trentini della Valle di Fiemme in divisa austroungarica in Galizia (coll. Fontanari). ne i tipografi Umberto Artel da Riva e che però fu smorzato subito, poiché renti, venne eretto ben solido alla base, Luigi Ronca da Trento. qualche copia giunse inavvertitamente dell’altezza di 4 metri. Sul fronte la testa L’obiettivo del giornale che seppe allie- alle autorità russe… pertanto verso la fi- del Redentore e una solida ringhiera tut- tare l’animo dei trentini e dei giuliani da ne di maggio giunse perentorio l’ordine t’intorno. Il prof. Silvio Viezzoli, istria- febbraio a giugno 1916, era questo: “Il di cessare la pubblicazione. no, dettò l’epigrafe: “In memoria degl’Ita- nostro programma è nel titolo: il nostro sco- Una delle ultime cose che il giornaletto liani Irredenti morti nell’attesa di rivedere la po è patriottico. Speriamo di poter rialzare il fece prima di chiudere fu quella di indire Patria libera dallo straniero, la pietà dei morale degli amici tutti qui radunati. Pub- una sottoscrizione per erigere un monu- compagni pose. – Anno MCMXVI”. blicheremo quelle novità d’interesse comune mento funebre in memoria di coloro che Furono 36 le giovani esistenze troncate che ci perverranno da qualunque parte; fa- morirono in quel campo. Lo stesso re- anzitempo di cui 28 trentine. Alcune remo un quadro succinto dell’azione milita- dattore Bonapace, scultore di professio- curiosità a riguardo: nel 1983 le autorità re sui diversi campi di battaglia e cureremo ne, scrisse: “È un monumento fatto di sab- sovietiche hanno dato i nomi dei 64 mi- pure la parte letterario-culturale. Ma fin- bia, sassi e cementato di buona volontà. È litari sepolti, compresi quelli deceduti tantoché saremo costretti a questo forzato sorto spontaneamente, plasmato dall’amore durante la Seconda Guerra Mondiale. esilio, il nostro posto è quale ce lo abbiamo dei conterranei come un fiore coltivato da L’attuale Kirsanov è a circa 90 km da scelto: è dovunque si trovano radunati degli mano pietosa, sulla fossa d’uno che rimarrà Tambov, 500 km a sud di Mosca. Il cimi- italiani”. sconosciuto”. tero è ancora ubicato dove fu eretto il La nostra fede aveva certamente lo sco- L’ex tenente colonnello dell’esercito au- monumento nel 1916 e ogni anno una po di “italianizzare” in senso pro Regno stroungarico Ernesto De Varda da Mez- delegazione trentina si reca a rendere d’Italia i profughi. Ecco giustificata la zolombardo, il dott. Luigi Rosati da Ro- omaggio al luogo. pubblicazione di articoli che esaltavano meno, l’ing. Mario Stanich da Trieste, Questa piccola storia così sommaria- la tradizione irredentistica trentina al- Ermete Bonapace da Mezzolombardo e mente descritta è occasione per fare una l’epoca garibaldina; la storia dei Savoia; Guglielmo Pilati da Moena furono i riflessione più approfondita in vista del le vite esemplari dei trentini che – in- membri del comitato pro monumento. centenario della prima guerra mondiale quadrati nel Regio Esercito Italiano – Dopo varie vicende e sforzi non indiffe- che le varie nazioni europee si accingo- avevano già dato nel 1916 la loro vita no a commemorare; fra queste, almeno per la causa italiana. sulla carta, c’è l’Italia. Non mancarono poi aneddoti e fatti per Molti potrebbero obiettare che per l’Ita- sollevare l’umore, tanto che uno sculto- “Il nostro lia non dovrebbe essere il 2014 l’anno re trentino e un professore istriano scris- programma è nel dell’inizio delle commemorazioni, ma il sero un’allegra parodia de “L’Inferno titolo: il nostro scopo è 2015. Vero, se le commemorazioni ri- Dantesco”, immaginando il Sommo guardassero solo i combattimenti, le vit- Poeta proprio a Kirsanoff. patriottico. Speriamo di torie, le disfatte, vicende che sono ormai Il giornale ebbe un discreto successo an- poter rialzare il morale abbondantemente indagate negli aspetti che al di fuori di Kirsanoff: giunsero degli amici tutti qui generali e a volte nel particolare. esemplari a Mosca, Pietrogrado, Roma, Per l’Italia, tuttavia, l’anno 1914 fu im- Milano, Torino, Padova e Firenze; moti- radunati”. portante sotto un altro aspetto: le vicis- vo d’orgoglio dunque per gli ideatori, ma situdini di quei cittadini, oggi italiani,

10 3-2014 La storia di quei 20/25mila uomini che fino alla fine indossarono la divisa “sbagliata”, è ancora lacunosa e meriterebbe, invece, spazio e rilessione. che nel 1914 erano sudditi dell’Impero Italia e vestire la divisa grigioverde; la tirebbe di capire non solo le storie di austro-ungarico. I trentini, gli alto-ate- storia dei 6 mila prigionieri dei russi, del- questi soldati, ma molto anche degli at- sini e i giuliani si trovarono, il mattino le loro vicissitudini che li portarono poi tuali abitanti del Trentino-Alto Adige e del 1° agosto 1914 a vestire la divisa im- fino in Cina e da là alle Hawaii, per poi di Trieste. periale, inviati a combattere contro i arrivare a Genova attraversando tutti gli Ecco cosa vuol dire “celebrare” un cen- russi sui campi della Galizia e sui monti Stati Uniti d’America, è “piuttosto” no- tenario, partendo appunto da una curio- Carpazi. ta, anche se molto affascinante e certa- sità come un umile giornaletto stampato La stima ritenuta più precisa parla di mente meritevole di essere più ampia- in Russia da trentini e giuliani: un’occa- 55mila uomini: una parte cadde sui cam- mente divulgata. sione per riflettere e indagare con luce pi di battaglia, altri risultarono dispersi e Altri fatti che direttamente interessano nuova! altri ancora (si parla di 6mila uomini) gli alpini e la nostra Associazione sareb- Le Sezioni e i Gruppi alpini legati a que- furono fatti prigionieri dai russi e dovet- bero da approfondire e divulgare, perché ste persone e a questi fatti potrebbero tero subire una doppia onta: come nemi- noti solo a chi si occupa di storia trenti- trovare ora gli spunti giusti per condur- ci dai russi e, come traditori, dai prigio- na e giuliano-dalmata. re le loro micro ricerche sul territorio, nieri delle altre nazionalità dell’esercito La storia di quei 20/25mila uomini che unendo così tanti piccoli tasselli per austro-ungarico. fino alla fine indossarono la divisa “sba- una rilettura della Storia degna del cen- Questo come premessa a ciò che il cente- gliata”, è ancora lacunosa e meritereb- tenario! nario dovrebbe raccontare: la storia di be, invece, spazio e riflessione. Gran circa 20/25mila “avversari” oggi italiani parte delle testimonanze relative a que- (la stima è per difetto), che vestirono la ste persone sono state nascoste e la loro Per saperne di più e leggere un’indagine seria e sto- ricamente corretta, si consiglia il libro di Q. Anto- divisa austroungarica dal 1914 al 1918 pubbilcazione addirittura osteggiata dal nelli, I dimenticati della Grande Guerra. La memoria con diversi sentimenti contrastanti tra regime fascista. I musei del Risorgimen- dei combattenti trentini 1914-1920, Edizioni Il Mar- loro: rassegnazione, dignità, fede e onore. to di Trento e di Trieste hanno nei pro- gine, TN, 2008. Altro libro consigliato è: P. Dogliani, G. Pecout, La storia degli irredenti trentini e giulia- pri archivi molti di questi documenti. A. Quercioli, La Scelta della Patria, Museo Stori- ni, circa 700, che scelsero di entrare in La consultazione di queste fonti consen- co Italiano della Guerra Ed., 2008, Rovereto.

Trentini partiti da Predazzo nel 1914, internati nel 1917 in Russia, giunti a Predazzo nel 1920. (arch. Fotoamatori-Predazzo).

11 3-2014 di Mariolina Cattaneo Il “Brigante” del Cavento

Il capitano Fabrizio Battanta.

12 3-2014 i sentieri degli alpini 1914-1918

LA GRANDE GUERRA

rimavera inoltrata, chi lo direb- scita della prova. Una prova che è desi- nico dire: “Si ricordi che nel mio voca- be?! Il termometro resta sotto lo derio da troppo tempo. Una prova che bolario la parola impossibile non esi- Pzero, la notte poi precipita vertigi- abbiamo osservato sbinocolando giorno ste!”. Conosceva i suoi figlioli, gente nosamente giù. E quando soffia il vento, e notte. Una prova dall’aspetto maesto- rotta alla rude vita del ghiacciaio. Come nelle baracche si balla: l’aria gelida entra so, una cattedrale gotica, paurosa, con le gli uomini del mio battaglione: per lo sinuosa in ogni pertugio delle giubbe, guglie e i picchi a strapiombo sui crepac- più valdostani e piemontesi mescolati a sotto alle maglie di lana. Danza in vorti- ci spalancati come bocche in attesa d’in- lombardi, veneti e friulani. Una prove- ci come volesse giocare. Ci siamo abi- ghiottire uomini e materiali. Una prova nienza mista cementata dall’intimità tuati ormai e riusciamo persino ad ad- che si chiama Corno di Cavento. d’una vita aspra e schietta. Assai lonta- dormentarci sfiancati dai lavori fatti du- Sulla vetta come in un nido d’aquile, vi- na dalle logiche dei tempi moderni. rante il giorno. ve un manipolo di Kajserschützen inten- È questa la voce del tenente, poi capita- Il freddo intenso inghiotte ogni cosa e ti a scavar gallerie, all’erta forse, tuttavia no, infine colonnello Fabrizio Battanta, l’ultimo muro della nuova trincea lo certi che gli italiani mai oserebbero tan- comandante della 242ª compagnia del abbiamo costruito con mattoni di to, mai tenterebbero di raggiungere una Val Baltea. Essa ci parlerà della guerra ghiaccio. posizione considerata troppo pericolosa. sulle vette gelate dell’Adamello. Ci par- Manca poco, forse un mese. Eppure no- Ma non impossibile. Lo sapeva bene il lerà della presa del suo Cavento, monta- nostante l’impresa si avvicini, lo spirito vecchio colonnello Ronchi classe 1869, gna che come una calamita lo attirò a sé è quieto: ufficiali e alpini consci del pe- comandante della zona, che riceveva i continuamente. È il racconto dei fatti ricolo, sono sereni e fiduciosi nella riu- nuovi Ufficiali assegnati lassù con laco- legati alla guerra bianca nel 1917 dove

Il Cavento dalla vedretta della Lobbia

13 3-2014 vo appoggio. E tutto ciò ininterrotta- mente per tre ore, sotto l’assillo di un’in- cognita esasperante: ci spia il nemico lassù? Gli alpini mi guardano dal sotto in su con quegli sguardi interrogativi che ogni comandante ha visto e ricorda, e al- lora riprendiamo ad arrancare con rin- novata lena”. Alle 11.25 la mia compagnia raggiunge la ‘Bottiglia’, così era chiamata l’antici- ma nord del Cavento, per via di quella sua forma a recipiente. Il 15 giugno 1917 alle 12.40 tutti, da nord e da sud, raggiungono la vetta. Il Cavento è finalmente nostro! I mesi successivi trascorsero piuttosto calmi a causa dell’intensificazione delle forze su altri settori, dopo la ritirata di Caporetto e la successiva resistenza sul Grappa e sul Piave. L’ “Ippopotamo” (foto archivio Pietro Masnovo). Tuttavia, nonostante l’assenza di grandi azioni, la vita non era certo spassosa las- ogni prodigio diveniva ordinaria ammi- narlo lungo il Pian di Neve e issarlo su sù. La temperatura in quei giorni oscilla- nistrazione. È la guerra alpina. fino a Cresta Croce. va tra i 32 e i 42 sotto zero. Ogni cosa era Il giorno avanti la conquista osservavo i E ora che tuoni! che sputi! che colpisca ghiaccio: gallette, scatolette di carne, vi- tavolati azzurri che riempivano quella il bersaglio! no. Le ricognizioni e gli spostamenti av- regione polare, mai dimenticata. Cono- Gli austriaci si allertano, brulicano co- venivano per lo più di notte e nella bu- scevo con maniacale precisione ogni me formiche allarmate dalle fiamme. Fo- fera. manovra che io, in testa ai miei alpini, nogrammi, ordini, contrordini si susse- Gli austriaci avevano rafforzato le loro avrei compiuto l’indomani. Ogni sasso guono a un ritmo sincopato. posizioni: la vedretta di Lares era ormai che potesse costituire un appiglio, ogni Alle 9.30 tocca a noi: il segnale è un raz- definitivamente in mano nemica. E poi passaggio difficile, ogni caverna naturale zo sibilante che veloce punta la fine del c’era la questione del Corno. che ci avrebbe offerto riparo dal fuoco cielo e termina la sua traiettoria con una Tutti sapevano che la presa del Cavento nemico. parabola perfetta. era divenuta una faccenda d’orgoglio fe- Scende la sera. Lasciamo i luoghi di so- Come proiettili gli skyatori si spingono rito. Avrei scommesso che l’attacco sa- sta e ci portiamo verso le posizioni di at- giù dal Passo del Diavolo e dal Lares; il rebbe giunto a un anno esatto da quel tesa. Siamo a 300 metri in linea d’aria battaglione Val Baltea, il mio, insieme al vittorioso venerdì 15 giugno 1917. Era dall’obiettivo finale. Il silenzio scende battaglione Mandrone e a tre Compa- la beffa oltre al danno e così fu. Perdem- sulla vedretta di Lares, sulla Lobbia, av- gnie di volontari alpini avanzano come mo la cima, fummo costretti ad abban- volge il Passo del Diavolo e il monte Fu- stabilito. Intanto l’ippopotamo sul rove- donare le nostre posizioni. Ma… mo: un fragore sordo riempie le orec- scio di Cresta Croce e l’artiglieria sul Rimettere piede sul Corno rappresenta- chie, è la voce della montagna che parla Crozzon di Lares scagliano colpi a un rit- va il mio unico obiettivo, oltre a una ne- a chi la sa ascoltare. Ci mettiamo tran- mo cadenzato, quasi intonato. cessità per la nostra linea difensiva. Pre- quilli, qualcuno riesce persino a dormire E il Cavento fuma, come un camino, co- parammo il piano d'attacco: azione dopo in quella notte chiara e senza vento di me un vulcano pronto a fare faville. azione, come in un film. Il primo tempo giugno, vigilia dello scontro preparato in L’attacco intenso e continuo prova i no- vedeva la conquista del Cavento, il se- quattro lunghi mesi. stri corpi vigorosi. Il colonnello Emilio condo tempo quella del monte Folletto. Quest’aria fine, purissima è di buon au- Battisti figura d’ufficiale nobilissima così L’impresa sarebbe stata così compiuta. gurio. scriverà di quei momenti: “Si compren- Alle prime luci di venerdì 19 luglio Alle 4.30 un boato desta la montagna. Il de come la salita procedesse con una 1918, l’enorme pezzo da 149G diede il cannone da 149G, l’ippopotamo, sputa lentezza altrettanto esasperante quanto segnale d’inizio e un fragore mostruoso un colpo dal tuono pauroso. È lassù a inevitabile e in aperto contrasto con la calò sulle vette. La montagna ferita per- Cresta Croce, trasportato a braccia dagli necessità di far presto. Chi non ha preso deva i suoi pezzi: giganteschi massi bal- alpini. Lo sforzo maggiore fu quello di parte ad una impresa del genere non può zavano ovunque nell’aria e poi giù sul trascinarlo, tra moccoli, mugugni e sor- forse rendersi esatto conto dello sforzo terreno, enormi pinnacoli di roccia pre- sate di cognac, dal fondo valle alla pun- fisico e morale che essa richiede. Essi cipitavano nell’abisso dei ghiacci; i col- ta Venerocolo. Impresa ciclopica, diran- non conoscono lo sgomento che prende pi, i proiettili, gli shrapnel rasentavano no. quando l’appiglio, faticosamente rag- le nostre teste, sibilavano a pochi centi- Per la presa del Corno, la cui eccitazione giunto, sfugge lentamente alla presa del- metri da noi. già sentiamo scorrere nel sangue, gli al- le dita intirizzite mentre il piede, cion- Venivano a cercarci, rabbiosi. pini ebbero l’ordine di smontarlo, trai- dolante nel vuoto, cerca invano il nuo- Fu un inferno, sei ore di attacchi conti- 14 3-2014 nui. Raggiungemmo infine il presidio E se la prima parte della sua vita ha del nemico sulla vetta a quota 3.400: pochi leggendario, la seconda fu del tutto nor- superstiti stretti tra loro, nel fondo di male. una caverna. Debole fu la loro resistenza Era originario della Val d’Intelvi, sopra cosicché alle 10.30 il Corno era di nuo- a Como, e nel 1915, allo scoppio delle vo nostro ed io nominato il ‘Brigante del ostilità, venne esonerato a partire per- Cavento’. ché considerato cittadino svizzero. Lui e Venne novembre e fummo chiamati, do- il cugino Domenico Battanta. po trenta mesi ininterrotti, ad abbando- “Decisero allora di arruolarsi come vo- nare quelle baracche scomode e trabal- lontari, pazzesco! Oggi si farebbero car- lanti, a lasciare quei villaggi improvvisa- te false e loro, invece, non ci pensarono ti. E solo allora, nel profondo del cuore due volte” l’ingegnere lo dice scuotendo ognuno comprese che quella era divenu- la testa, ancora impressionato. “Partiro- ta casa e noi, una grande famiglia. Fabrizio Battanta, il “Culunel”. no perché amavano la Patria e volevano Con quest’animo andammo incontro al- difenderla”. la Vittoria finale, consapevoli d’aver avevo ereditato proprio da lui, mi man- Ancora qualche parola, qualche raccon- compiuto addirittura l’impossibile per la dò a Genova a terminare gli studi. E to. L’ingegnere guarda dritto nel vuoto, difesa di quei monti e di quelle vallate quando mi laureai venne a vedermi. Era muove gli occhi come stesse cercando che ci avevano visto nascere, quadrati orgoglioso”. La voce si rompe, avvicina tra i ricordi qualcosa per noi. forse e con un brutto carattere, ma certa- agli occhi il fazzoletto, “Scusate, ma par- Sul tavolo oltre al ritratto ci sono il me- mente fieri e pronti a tutto per il bene lare di mio padre...”. dagliere, il cappello e un paio di libri fo- dell’Italia. Una commozione intensa che sorpren- tografici. “Fatene buon uso, poi riporta- de, e non si può commentare. temeli. Sono per mio figlio. Si chiama MIO PADRE, IL “CULUNEL” Il “Culunel” se ne è andato ormai tren- Fabrizio, come il nonno”. Ce ne andia- Intensa commozione. Il racconto indu- t’anni fa, ma è come fosse ieri. Per la sua mo, avvolti dall’aria umida di Milano. E gia, poi riprende. Di fronte al figlio del famiglia, ma anche per i tanti che lo co- dai pensieri. Non è nostalgia e neppure “Culunel” Fabrizio Battanta, si fa fatica nobbero bene. sfiducia negli individui del tempo pre- a non rimanere in silenzio. Perché nei Tardò a sposarsi perché, al rientro dalla sente. È la constatazione certa che gio- suoi occhi, in ciò che dice la figura del guerra, sembrava avesse pochi mesi di vani pronti a sacrificare la propria vita padre prende forma in modo netto, lim- vita a causa di una ferita alla spalla ripor- per un ideale ve ne siano rimasti pochi. pido. Chiarissimo. tata proprio durante la battaglia del Ca- Siamo figli del nostro tempo. E proprio Lo ricorda nella casa in Val d’Intelvi, in vento. La moglie parecchio più giovane, per questo sentiamo maledettamente Adamello durante i pellegrinaggi, al ma- gli diede prima due figlie femmine e poi, pungente la mancanza di Fabrizio Bat- re con i nipotini. Prima al lavoro come finalmente, il maschio che tanto aveva tanta e di tanti come lui. Uomini di una geometra impiegato alle Ferrovie e poi desiderato. volta. in pensione, ma sempre con qualche co- sa da fare. Da sinistra: Fabrizio e Virginio Battanta, rispettivamente nipote e figlio del “Brigante del Cavento”. Tiene tra le mani una foto, con cura la poggia sul tavolo. “Ecco mio padre”. La pipa spenta incastrata sul lato destro della bocca. I denti piccoli, nascosti da un sorriso che raramente si allarga, a me- tà tra ironia e sarcasmo. Sul viso solchi profondi indice degli ottanta contrappo- sti a un’aria arguta, quasi fanciullesca, da vero brigante! Riprende: “E poi cos’altro vi posso dire di lui? era molto legato ai suoi, quelli con cui aveva combattuto. Si sentivano spesso e si incontravano appena possibi- le”. “E come papà? era severo?” “Ma no... soprattutto premuroso. Stu- diavo Ingegneria al Politecnico di Mila- no, ma a causa di una brutta allergia che

15 3-2014 EmmaEmma ee l’alpinol’alpino perdutoperduto

Emma Martina Luigia Morano, nata il 29 novembre 1899.

ce a scale ripide, inseguite da un corri- ne lei. “Non ho mai preso medicine e mano in ferro battuto, prodotto da mani prego sempre il Signore, e San Giulio abili, ormai dimenticate. perché mi protegga dalle persone catti- Roba d’altri tempi, si dirà. ve”. Gli occhi conservano ancora una Primo, secondo, terzo piano. Un ballato- flebile luce, guardano fissi davanti a mez- io, un bagno esterno e qualche apparta- z’aria. Come ci fosse qualcosa di invisibi- mento. La maniglia si muove: “Buon- le che li attragga proprio lì. E forse c’è. giorno, entrate. Entrate pure”. La nipote si sostituisce alla voce stanca L'alpino Augusto Barilati uno dei fondatori, nel 1924, del gruppo alpini di Villadossola. Sul tavolo un piatto, dentro un pacchet- di Emma e racconta, racconta per una to chiuso con cura. Il tinello è pulito e volta ancora questa cavalcata lunga cen- Renato Crivich il capogruppo de- spoglio, solo il necessario. Un’altra porta toquattordici anni. La voce pacata, dol- gli alpini di Pallanza. Lui ci con- chiusa viene aperta davanti a noi e di ce rivela nella pronuncia di alcune paro- Èdurrà da Emma, come promesso. fronte, seduta composta sopra ad un’am- le la sua provenienza. “Ero di Siusi, vici- Puntuale all’appuntamento, in piedi nel pia poltrona ecco la signora Emma, la no a Bolzano”. E subito ritorna a parlare piazzale poco distante dall’imbarcadero. persona più vecchia d’Europa. della zia. Il lago alle sue spalle dorme sotto un cie- Emma Martina Luigia Morano nata il 29 Guardo Emma disinteressata alle nostre lo di nuvole che celano un velo d’azzur- novembre 1899. chiacchiere perché troppo deboli e fram- ro tenue. All’orizzonte montagne coper- La sua esistenza ha attraversato tre seco- mentarie per il suo udito. La guardo. Ho te di neve, troppo lontane per destare li. Ha visto il succedersi di undici Papi. come l’impressione che il tempo non si desideri. Ma tutto ciò non è dipeso dalla sua vo- accanisca su di lei, come se l’avesse volu- “Bene, allora andiamo?”. lontà, è successo e basta. “Sono sempre tamente dimenticata. È vecchia, ma bel- Attraversiamo la strada che cinge tutto stata bene” dirà Emma un po’ annoiata la. Piacevole da guardare. Sa di buono, il lago e passa due regioni. Le vie sono da questo clamore che fatica a compren- ha il profumo della lana quando è calda. strette, le case vecchie ma ben tenute. dere. Noi vorremmo sapere di più, ma Ci racconta della sua infanzia: “Ero sem- Poco prima del campanile, prolunga- siamo arrivati tardi. Emma è fragile e ha pre malata e un giorno mia mamma mento d’una torre che ora non è più, sul- freddo. Comincia a sentire il peso del chiamò il medico che mi salvò. Se aves- la destra, sale una via, tra un muro e una tempo trascorso. Forse è stanca di rac- se aspettato ancora qualche giorno sarei casa di ringhiera. Un portoncino condu- contare qualcosa che stupisce tutti, tran- morta. Soffrivo di anemia, mi prescrisse

16 3-2014 di bere due uova ogni giorno e disse a amorevole che ti avvicina a lei. È così perché la caparbietà di Emma ti conta- mia madre di portarmi via, in un posto Emma. Sul marito Giovanni solo due gia. Il suo amore per la vita, nonostante più caldo. Ecco che ci trasferimmo qui parole, ma noi sappiamo che lo sposò tutto. La sua dolcezza ben nascosta sotto sul lago. E da allora sono sempre stata quasi per forza nell’ottobre del 1926. a una corteccia coriacea, all’apparenza bene. Ho bevuto ogni giorno due uova e Ebbero un unico figlio nove anni dopo impenetrabile. mangiato un etto di carne macinata cru- che morì a soli sei mesi. Nel 1938 Emma Qualche settimana fa camminavo per la da. Come mi aveva detto il medico. Era lo cacciò di casa perché manesco e da al- strada, la coltre del freddo aveva ghiac- bravo il mio medico”. lora visse sola. E lo dice, lo ribadisce: “So- ciato la terra. La natura aveva cessato il All’improvviso si volta e dice: “A Villa- no sempre stata sola”. Come a dire d’aver suo divenire, imprigionata nel ghiaccio. dossola non c’era la guerra”. superato ogni cosa con la forza esclusiva E là sotto giaceva tra la terra e qualche “Ma lei aveva un fidanzato alpino che del suo cuore. Poi continua: “Ho lavorato foglia ingiallita, una margherita. Perfet- dal fronte non è più tornato. Vero?” tanto. Fino a 55 anni in stabilimento poi tamente conservata. Possibile? questo “Sì, ma non mi ricordo più”. Mente, Em- fino a 75 al Collegio Santa Maria e poi piccole fiore aveva resistito alla morsa ma. “Mio papà era serio. Mio papà era basta. Ho lavorato tanto”. Ripete. “Non dell’inverno, si era nutrita del sole palli- severo e io non potevo mica fare quello ha mai parlato di morte” dice la nipote do di dicembre. La sua caparbietà l’ha che volevo”. “solo ultimamente…”. tenuta in vita. La sua cocciutaggine, la “Ma l’Augusto era il suo fidanzato?” Guardo Emma e le chiedo quando è na- sua forza. Ecco Emma, come la marghe- “Ci vedevamo e ci scrivevamo e poi ba- ta. Gira di poco il viso: “29 novembre rita nel ghiaccio. Una sagoma robusta sta”. Augusto, l’alpino è partito per la 1899. Ma quest’anno non festeggerò il scolpita dall’incedere del tempo. guerra e non ha più fatto ritorno. Emma compleanno”. Sento un groppo in gola. I Fragile eppure potentissima testimo- stenta a raccontare come se il ricordo colori si confondono e la vista perde la nianza affacciata su tre secoli. Cammina bruciasse. Augusto è sparito portando messa a fuoco. Non si può piangere se a Emma ora solo con il suo pensare. Cam- con sé i sogni di una vita insieme. Augu- morire è una vecchina di cento e tanti mina e cammina, per dove chissà. sto promesso sposo. anni? Non si dovrebbe. Ma non è facile Mariolina Cattaneo Era di Villadossola, abitava nelle case degli operai dietro l’acciaieria. Lì si co- nobbero e parlarono per la prima volta. Si piacquero e si vollero bene. Scandisco adagio le parole, mi avvicino al suo orecchio e le tocco la mano per attirar- la a me: “Emma è un nome molto bello”. “Io mi chiamo Emma Martina. Quando mi portarono per battezzarmi avevo solo la madrina, mia zia Martina. Mio padre fermò un uomo lungo la strada e gli chie- se se fosse disposto a farmi da padrino. Lui acconsentì purché mi venisse messo il nome di sua moglie morta. Ecco per- ché mi chiamarono Emma”. La nipote, in piedi nella stanza, annuisce. “Si ricor- da, si ricorda tutto”. Vittorio Bariletta, Renato Crivich, capogruppo di Pallanza. Sono trascorsi una manciata di minuti, segretario del gruppo di Villadossola. il pendolo suona una dolce melodia co- Vittorio e Renato: grazie! me quella dei carillon. Sono le dieci. Tra un’ora saremo fuori di lì. Emma riceve Cercare le tracce di Augusto non sarà facile. Telefono a Villadossola, il capogruppo, in va- solo dalle nove alle undici, poi basta. Ha canza al mare, tornerà solo a fine febbraio. Mi suggerisce di sentire il suo segretario, l’al- pino Vittorio Bariletta. Trascorrono un paio d’ore, lo chiamo. Il vento soffia forte attraver- le sue cose da fare e non fa eccezioni per so il telefono e giunge al mio orecchio. Così domando: “Disturbo?”. “No, il mio capogrup- nessuno, nemmeno per la televisione. po mi ha avvisato. Sono qui davanti al monumento ai caduti di Villadossola, però non c’è Chi la vuole incontrare, deve attenersi nessun Augusto”. Resto in silenzio stupita. “Ah, capisco… grazie, non credevo si fosse alle sue regole. Lo capisco bene. Sulle già mosso…”. E Vittorio: “Andrò in sede a controllare. Abbiamo un quadro con tutti gli al- spalle stanche di Emma, pesa una lunga pini che partirono per la grande guerra. Ci sentiamo domani”. Una voce pacata la sua, esistenza, entusiasmante per la diversità quasi senza accento né cadenze dialettali. Una voce gentile. Chiudo la telefonata e mi sof- degli eventi di cui furono protagonisti i fermo su questa “forza verde”. Incessante, operosa nonostante l’indifferenza dilaghi ovun- suoi occhi; a tratti difficile, sofferta. Af- que. Animata da un altruismo che dall’altro non pretende nulla. Assolutamente nulla. E che frontata e superata grazie alla forza con- più dà tanto meno si aspetta di essere contraccambiata. Volevamo incontrare la signora centrata in un carattere poco malleabile, Emma e con naturalezza abbiamo chiamato Crivich che si è adoperato per condurci da cocciuto. Duro come il granito. E come lei. Volevamo trovare l’Augusto e Vittorio lo ha fatto per noi. E grazie a loro, ecco un’incre- il granito capace di illuminarsi d’im- dibile sorpresa: Augusto non morì al fronte. Fu ferito, poi trasferito e inviato in congedo il- limitato solo alla fine del 1919. Tornò a Villadossola, ma non trovò più Emma che a quel provviso sotto a un raggio di sole e di tempo viveva già con tutta la famiglia a Pallanza, sul lago Maggiore. svelare riverberi iridescenti. Un sorriso I mezzi di allora non consentirono ai due promessi sposi di ritrovarsi. Finì così il loro amore. delicato, appena accennato, un gesto 17 3-2014 Ca.STA di Matteo Martin Sugli sci al

orza, forza! Spingete!”. L’inci- tamento dei due compagni di “Fplotone in attesa del cambio è incalzante. Sono stati tre giorni massa- cranti e sanno di giocarsi tutto in que- st’ultima frazione di gara, la staffetta al- pina. Le mani si toccano, il cambio si perfeziona. “Un, due, tre, quattro…” ri- petono a mente mentre la gamba slancia e riprende, il battito aumenta, il respiro tere in montagna – e l’atleta si fondono accelera. Uno dietro l’altro iniziano ad e ognuno di essi nel gruppo agisce al- affrontare la salita con le pelli di foca, l’unisono esaltandone la tecnica, la forza quattrocento e più metri di dislivello da atletica e mentale. Ogni plotone sugge- togliere il fiato. Poi giù tra le porte in risce un affiatamento particolare e non slalom gigante, rese più insidiose dai sol- può essere altrimenti perché la maggior chi e dalla neve farinosa, caduta abbon- parte di questi ragazzi, qualche mese fa, Sul traguardo l’urlo di gioia degli alpini dante nella notte. Così è stato per altre erano insieme in missione in Afghani- dell’8° reggimento decreta il vincitore otto volte, fino alla volata finale. stan. Lontano da casa hanno condiviso per acclamazione del trofeo “Buffa”, Quella dei plotoni è la più appassionan- paure, si sono sostenuti l’un l’altro, han- mentre più forti di tutti nella gara dei te delle gare dei Campionati sciistici no sofferto insieme. E qui, come in mis- plotoni, valida per l’International Fede- delle Truppe alpine perché il militare – sione, si parte, si lotta e si soffre con il ration of Mountain Trophy, sono risulta- addestrato a vivere, muoversi e combat- gruppo. ti gli atleti tedeschi.

18 3-2014 Dopo 27 anni i Campionati sciistici delle Truppe Alpine tornano in Piemonte, oltre mille atleti sulle piste Sestriere

Gli alpini di casa del 3° che dopo due giornate di gara erano avanti di un’in- collatura sono scivolati in quarta posi- zione, piegati dalla grande prova di forza della brigata Julia che ha piazzato sul po- dio altri due suoi reggimenti, il 7° e il 5° che ha celebrato il terzo posto inneg- giando “Morbegno avanti!” e sventolan- do il tricolore sulle piste. Tra i più festeggiati dell’8° c’è Duquaine Pagavino, classe 1990. Vive a Cividale del Friuli ma è originario di Haiti. A quanti gli fanno le congratulazioni rega- la sorrisi che ispirano tanta simpatia. “Sono negli alpini dal 2013 - racconta Duquaine - e mi alleno con i miei com- pagni da settembre per questa gara. Per me è come essere in famiglia perché ci si aiuta sempre. In questa competizione la squadra deve essere equilibrata nelle ca- pacità e se uno è in difficoltà bisogna es- sere pronti a dare una mano; si parte e si arriva insieme, non si lascia mai indietro nessuno”. Poche parole che riassumono perfettamente lo spirito delle Olimpiadi degli alpini.

19 3-2014 quelle più tipicamente militari come il biathlon, le pattuglie e i plotoni. A decretare aperti i campionati non po- teva che essere una tedofora d’eccezio- ne, il caporal maggiore scelto Mara Zini, atleta olimpica del Centro Sportivo Esercito che conquistò la medaglia di bronzo nella staffetta 3.000 metri di short track alle Olimpiadi di Torino 2006. Nella prima giornata dei campionati, sulla pista “Giovannino Agnelli” di Se- striere, una splendida Marta Bassino, giovane atleta del Centro Sportivo Eser- cito, ha vinto la gara di Gigante davanti alla francese Marion Bertrand. Terza l’austriaca Carmen Thalmann che nella Il gen. Graziano durante l'intervento seconda discesa della stessa disciplina ha alla cerimonia di chiusura. conquistato il podio più alto, preceden- do proprio la nostra connazionale e la La 66ª edizione dei Ca.STA si è presen- giornate di gara, sottolinea la “grande francese Anne Sophie Barthet che si è tata con una grande novità. I campiona- soddisfazione per lo svolgimento dei aggiudicata il Trofeo Comando Truppe ti hanno infatti lasciato la Val Pusteria e campionati in queste vallate dove è mol- Alpine in virtù della buona prova nella in omaggio all’originario spirito itine- to forte il connubio tra popolazione e al- combinata: si è classificata quarta nello rante dopo 27 anni sono tornati in Pie- pini, presenti in molte caserme”. slalom speciale vinto dalla svizzera Mi- monte, sulle piste di Sestriere e dei co- Oltre mille gli atleti partecipanti, 250 chelle Gisin. muni limitrofi di Pragelato, Oulx e dei quali appartenenti a tredici team Nella gara di biathlon, disputata sulle Bousson, nel comprensorio della “Via- stranieri (, Bulgaria, Fran- piste di Pragelato, si sono imposti il ser- lattea” che nel 2006 vide i più forti atle- cia, Germania, USA, Gran Bretagna, gente Roberto Mauro del 2° Alpini e il ti del mondo contendersi le medaglie Spagna, Libano, Macedonia, Oman, caporale Jessica Brandstetter del 4° alpi- olimpiche. Anche l’allora sottosegreta- Slovenia, Svizzera, Ungheria) che si so- ni paracadutisti che hanno conquistato i rio di Stato alla Difesa Roberta Pinotti no affrontati per cinque giorni nelle di- titoli maschile e femminile di campione (ora Ministro), che ha seguito le ultime scipline di sci nordico, di sci alpino e italiano dell’Esercito nella specialità. Sempre a Pragelato è andata in scena la combattutissima gara con 18 pattuglie italiane che, sotto una fitta nevicata, si

NON SOLO SPORT I Ca.STA non sono solo gare e sport. Nel- l’articolato programma è dedicata una parte importante alle manifestazioni lega- te alla montagna e all’addestramento mili- tare, a partire dalla spettacolare esercita- zione tecnico-tattica del 2° Alpini di Cuneo (nella foto in basso) in cui è stata simulata un’azione di combattimento in seguito ad un’imboscata che ha evidenziato l’eccel- lente capacità degli alpini di operare in ambiente montano innevato e in condizio- ni estreme. Altrettanto spettacolare è stata la fiaccolata in notturna (nella foto), de- gna del “Guinness dei Primati”, con 600 atleti in perfetta sincronia che sono scesi dalle piste della Vialattea, trasformando la montagna in uno sfavillante tricolore. Le musiche sul tema “agonismo, sport e montagne” sono state il leitmotiv della sera- ta al cinema di Sestriere, gremito per il concerto della Fanfara della brigata Tauri- nense diretta magistralmente dal maresciallo capo Marco Calandri. Il ricordo dei Caduti è stato celebrato con la deposizione delle corone a Pragela- to, Champlas Du Col, Cesana, Claviere e Bousson alla presenza del gen. Alberto Primicerj e dei comandanti della Taurinense, gen. Massimo Panizzi e della Julia, gen. Ignazio Gamba. L’ANA era rappresentata dal revisore dei conti nazionale Mario Botteselle.

20 3-2014 sono affrontate nella prova di fondo e poral maggiore scelto Daniele Cappel- Nel discorso di chiusura il comandante tiro. Più forti di tutti sono stati gli atle- letti del Reparto comando e supporti delle Truppe Alpine gen. Alberto Primi- ti del Centro Addestramento Alpino tattici Tridentina. cerj ha espresso gratitudine per la grande che in poco meno di un’ora e venti Come di consueto l’Associazione Nazio- partecipazione internazionale di Paesi hanno battuto gli alpini paracadutisti, nale Alpini è stata accanto ai militari in amici e alleati: “Il confronto con espe- precedendo di un’incollatura il 5° Alpi- armi in tutte le cerimonie durante i cin- rienze così diverse non può che ampliare ni, penalizzato da una minore precisio- que giorni: il presidente nazionale Seba- il bagaglio professionale di soldati della ne al tiro. stiano Favero ha partecipato alla giorna- montagna, un ambiente naturale che ri- Con due buone prove il maresciallo ca- ta inaugurale, mentre il vice presidente chiede doti di carattere e di preparazione po Franco Pittino (4° alpini paracaduti- vicario Adriano Crugnola alla cerimo- unici. Questo significa essere alpini, og- sti) e il caporale maggiore scelto Alessia nia di chiusura, insieme al presidente gi come in passato - ha continuato Pittin sono i nuovi campioni italiani emerito Corrado Perona. Anche in gara Primicerj - perché noi siamo gli dell’Esercito di slalom gigante, gli alpini in congedo hanno offerto una eredi, ma da quasi un secolo la mentre nello sci alpinismo si buona prova, seppur inferiore a quella nostra associazione d’arma sono imposti il caporale Jes- dello scorso anno, piazzandosi al quinto custodisce e mantiene vivi sica Brandstetter e, come posto nello slalom gigante con Gian- questi valori”. nella scorsa edizione, il ca- mauro Piantoni e Andrea Rossi.

21 3-2014 mento importante per l’adde- stramento e un passo fonda- mentale per ridurre i rischi delle operazioni”. Parole ripre- se dalla sen. Pinotti che ha ri- cordato anche che “i Ca.STA sono la dimostrazione dell’at- tenzione che le Forze Armate rivolgono alla cura della buo- na forma fisica e della prepara- zione del militare”. Nei loro discorsi le autorità hanno ricordato i Caduti nelle missioni in Afghanistan e han- no espresso vicinanza ai geni- tori del capitano Massimo Ranzani e alla mo- glie del tenente Mauro Gigli, pre- Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito senti alla cerimonia gen. Claudio Graziano ha rimarcato che di chiusura. “in un momento di trasformazioni e di Gli atleti italiani e razionalizzazione del nostro Esercito stranieri si sono av- l’addestramento e l’efficienza diventano vicendati sul podio e prioritari. Concentrarci sull’operatività hanno alzato al cielo e sostenere manifestazioni come questa le coppe. Poco dopo significa sostenere la volontà di essere le bandiere in rap- operativi, di badare alla sostanza e di presentanza delle esprimere al meglio le nostre capacità”. nazioni partecipanti Il capo di Stato Maggiore della Difesa sono state ammaina- ammiraglio Luigi Binelli Mantelli ha te al suono dei ri- ricordato che i campionati “sono test Duquaine Pagavino abbraccia due compagni spettivi inni. La fiamma delle Olimpiadi che sviluppano e incentivano la coesio- di squadra. degli alpini si è lentamente spenta; si In alto: Il podio del Trofeo "Buffa" ne del gruppo, che valorizzano lo spiri- con il gen. Graziano, la sen. Pinotti, riaccenderà nuovamente il prossimo an- to di squadra e risultano essere un mo- l'ammiraglio Binelli Mantelli e il gen. Primicerj. no in alta Val Pusteria. “IL GRUPPO VINCE SU TUTTO”

Abbiamo chiesto al maresciallo Danilo Luciani i segreti della vit- ché alcuni nostri compagni sono partiti da zero e abbiamo dovu- toria. Luciani è il comandante del plotone dell’8°Alpini che ha vin- to trasmettere tutta la nostra conoscenza non solo atletica, ma to i Ca.STA e da istruttore ha preparato i suoi uomini per la com- anche quella legata alle tradizioni e al culto della montagna senza petizione più dura e appassionante dei campionati che ha lo sco- le quali non si comprendono appieno queste discipline. po di valutare il livello di preparazione tecnico-tattica e la capaci- tà di movimento su sci delle unità. Per una competizione così faticosa la preparazione atleti- La gara dura tre giorni e prevede le prove di tiro, lo slalom gigan- ca è fondamentale. Ma serve solo quella? Quali sono le ca- te, la ricerca di travolti in valanga, due prove di fondo a cronome- ratteristiche che rendono vincente un plotone? tro - una delle quali prevede il trasporto di un ferito in barella - Servono gambe e testa. Ogni componente del plotone deve ave- avendo al seguito l’equipaggiamento individuale e lo zaino da 15 re buone capacità fisiche ma è importante anche la tecnica e so- kg sulle spalle. prattutto la capacità di reagire nel momento in cui dovesse verifi- Le prove di movimento si sono svolte da Cesana verso Claviere carsi un inconveniente. Spesso in gara non vince il più forte, ma su un percorso di 23 km per 1.000 metri di dislivello e hanno quello che riesce a superare e risolvere un problema. previsto il lancio di precisione della bomba a mano inerte, men- tre la prova topografica è stata cancellata per le avverse condi- Le donne nelle Truppe alpine sono una realtà che raggiun- zioni meteo. ge l’8% di tutta la Forza. Quindici di loro hanno partecipa- to alla gara dei plotoni, 15 kg di zaino e stesso vostro equi- Qual è stata la parte più difficile della tre giorni di gara? paggiamento. Come si sono comportate? Sono toste? Tutta la tre giorni di gara è complessa ma anche la preparazione Inserire le donne nel progetto è stata una delle belle novità. La specifica che abbiamo iniziato a fine settembre è stata molto im- preparazione deve tenere conto della loro minor potenza fisica pegnativa perché abbiamo dato spazio ai giovani, accanto a quel- che però è compensata da un’ottima forza mentale. li più esperti. Questo ha permesso di avere un buon equilibrio tra È comunque il gruppo che deve essere fondamentale: quando an- esperienza, forza atletica e mentale. Ma è stato impegnativo per- diamo in montagna in allenamento o gareggiamo non siamo delle

22 3-2014 "Morbegno avanti!", LE CLASSIFICHE inneggiano gli alpini del 5° al termine Trofeo Medaglie d’Oro della gara dei plotoni. Disputato tra le rappresentative delle Truppe alpine, viene aggiu- dicato tenendo conto della somma dei punteggi ottenuti dai sin- goli reparti nelle gare di slalom, biathlon, sci alpinismo dei Cam- pionati Italiani dell’Esercito, di pattuglia e dei plotoni. 1°) 8° Alpini (78 punti); 2°) 4° reggimento alpini paracadutisti (75); 3°) 5° Alpini (62).

Trofeo dell’amicizia Comprende i punteggi ottenuti dalle singole rappresentative na- zionali nelle prove di slalom gigante, sci alpinismo, fondo e pattu- glia. Vi partecipano anche rappresentative di vari Corpi dell’eser- cito e associazioni d’Arma, come l’ANA, che però non concorrono per l’assegnazione del trofeo. 1°) Italia (39 punti); 2°) Germania e Francia (26); 4°) Slovenia (12).

International Federation of Mountain Trophy Il trofeo è assegnato al reparto meglio classificato in assoluto nel- la gara dei plotoni. 1°) Germania (3714 punti); 2°) 8° Alpini (3569); 3°) 7° Alpini (3538,50)

Trofeo “Ten. M.O. Silvano Buffa” Il trofeo è assegnato al reparto delle Truppe alpine vincitore della gara dei plotoni. 1°) 8° Alpini (3702 punti); 2°) 7° Alpini (3660) 3°) 5° Alpini (3631)

Trofeo Viene disputato tra gli atleti delle rappresentative nazionali dei di- versi Paesi partecipanti e prevede lo svolgimento di due gare FIS Coppa Europa di slalom gigante e speciale femminile. Il Trofeo viene assegnato alla migliore atleta, per somma dei due migliori tempi ottenuti nelle due gare. Anne-Sophie Barthet (Francia) Gli uomini dell’8° Alpini con il comandante, col. Matteo Spreafico. Inginocchiato, in primo piano, con la bandana c’è il maresciallo Luciani. Su www.truppealpine.eu/casta2014/ sono pubblicate le classifiche complete.

individualità, siamo uno di un sedicesimo (che rappresenta il nu- mero di atleti di un plotone che partecipano alla gara di staffetta, n.d.r.).

C’è differenza di preparazione e di approccio alla gara con gli atleti di altri Paesi? Non saprei. Gli atleti tedeschi sono fortissimi, ma hanno anche se- lezionato i migliori tra le loro unità, mentre noi partecipiamo ognu- Per vincere occorre coraggio e determinazione. Ma che no con il nostro reggimento. ruolo gioca la tensione e la paura nel vostro lavoro? Il panico è negativo. La paura e la tensione sono invece delle spie I reparti in gara sono gli stessi che abbiamo visto, a diver- sempre accese nel nostro lavoro che ti fanno fare le cose bene. so titolo, impegnati in missione all’estero. Lo spirito in alle- Sono presenti in tutti gli aspetti del nostro essere alpini, dalla namento e in gara è simile a quello durante le missioni? montagna, alla missione, alla gara. Con questo plotone con cui abbiamo gareggiato oggi abbiamo Se si è, ad esempio, in un passaggio complesso di un’arrampica- partecipato al primo Ca.STA nel 2012 e siamo arrivati secondi, ta, hai paura ma è anche questa che ti permette di fare bene le poi siamo andati insieme in Afghanistan, siamo tornati e oggi ab- cose. E superarla è un’emozione forte che ti fa crescere e matu- biamo vinto l’oro! È il gruppo che fa la differenza: lo spirito alpino, rare in esperienza. Questi ragazzi che oggi hanno provato la ten- lo spirito di appartenenza. La maggior parte di loro sono friulani, sione di una gara combattuta fino all’ultimo hanno vissuto l’espe- mentre io sono umbro… quasi non c’entro nulla con la montagna! rienza di gestire un’emozione nuova. In Afghanistan invece hai Ma questo è un limite se lo si accetta come tale. La loro forza è paura di saltare su di un ordigno o di farti male, oppure hai paura anche quella di essere corregionali e vivere in un territorio di mon- per gli altri, perché un tuo uomo può essere ferito o ucciso. Vive- tagna; non solo io mi sono allineato, ma mi sono amalgamato e re e gestire queste tensioni nel nostro lavoro vuol dire crescere e ho condiviso alla perfezione questo sentimento. fare esperienza, come uomini, come atleti e come alpini. Fotoservizio Comando Truppe Alpine 23 3-2014 In visita al Ministro

Con il ministro della Difesa del Governo Letta, Mario Mauro (al centro), il presidente Favero, il vicepresidente nazionale vicario Crugnola, Federico di Marzo e Pierluigi Parpinel.

o scorso 29 gennaio il presidente nazionale Sebastiano to che veda, se non il ripristino della leva, almeno la possibili- Favero e il vice presidente vicario Adriano Crugnola, ac- tà di impegnare i giovani per un periodo congruo a prestare un Lcompagnati dal Delegato ANA a Roma Federico di Mar- servizio per la Patria. Oltre ad un possibile servizio in ambito zo e dal presidente della sezione di Cividale Pierluigi Parpinel, militare, le proposte potranno anche comprendere un servizio hanno avuto un incontro con il ministro della Difesa Mario civile opportunamente strutturato e articolato. Mauro. Il Ministro ha dato la disponibilità per l’apertura di un tavolo I vertici dell’ANA hanno presentato al Ministro alcuni temi di lavoro con rappresentanti dell’ANA e del ministero della che stanno particolarmente a cuore all’Associazione e hanno Difesa per affrontare l’argomento e delineare un possibile pro- altresì illustrato le principali iniziative avviate in occasione del getto di intervento in tal senso. prossimo centenario della prima guerra mondiale. Al ministro Mauro il Presidente Favero ha donato a nome del- In modo particolare è stata presentata la disponibilità del- l’ANA un ricordo ed una ristampa del libro in edizione nume- l’ANA a collaborare con il ministero per delineare un proget- rata Cristo con gli alpini del Beato don Carlo Gnocchi.

24 3-2014 Su “L’Alpino” di febbraio abbiamo dedicato internazionali, l'integrazione tra i vari sul modello professionale e sulle norme ampi servizi ai giovani e al loro impegno corpi, sono alcune delle iniziative che Be- di revisione dello strumento militare. Ai sociale. Abbiamo chiesto al ministro della niamino Andreatta avviò nei suoi due sensi della 244/12 la contrazione conti- Difesa del Governo Letta, Mario Mauro - anni e mezzo da ministro della Difesa. Le nuerà fino al 2024 e consegnerà al Paese che ringraziamo - le sue impressioni su riforme da lui iniziate si sono poi realizza- uno strumento militare più agile, capace questo tema, tanto attuale, quanto delicato. te e hanno creato un dinamismo che con- di far fronte alle esigenze di sicurezza che sente alla Difesa italiana di reggere il con- ci troviamo ad affrontare nel contesto Ai giovani di oggi contestano di esse- fronto a livello europeo. Guardare lonta- geostrategico di riferimento. Per quanto re poco impegnati nel sociale. Prima no era il suo insegnamento. Siamo un riguarda l’esternalizzazione dei servizi va della sua sospensione il servizio ob- Paese che ha bisogno di un dibattito sulla sottolineato che consente di avvantag- bligatorio dava loro la possibilità di cultura della difesa perché è cambiato il giarsi delle economie di scala e della spe- crescere, confrontandosi con delle mondo ed è cambiata l'Unione Europea. cializzazione settoriale delle imprese. Il realtà diverse da quelle in cui erano Una delle sfide dell'Europa è proprio contribuito all’economia locale e all’oc- abituati a vivere. In quale misura la quella di fare un'unità politica e questa cupazione viene comunque garantito at- sua abolizione ha co- non può prescindere dal traverso le assunzioni che le imprese ef- stituito una perdita di Siamo un Paese concetto di difesa". fettuano necessariamente in loco. valori etici e di espe- che ha bisogno di rienze per i giovani? In questi anni è stata L’Associazione Nazionale Alpini che La sospensione della le- un dibattito sulla svolta la cosiddetta è formata in gran parte da “figli del- va è stato un provvedi- cultura della difesa “mininaja” che ha la leva” ha tra le sue fila oltre 14mi- mento a cui si è giunti perché è cambiato avuto una buona par- la volontari di Protezione Civile. La con il consenso di tutte tecipazione. Sarà ri- reintroduzione di un servizio obbli- le parti politiche del- il mondo ed è proposta oppure è allo gatorio potrebbe sensibilizzare i gio- l’epoca e fortemente cambiata l'Unione studio l’introduzione vani e renderli più attivi in questo voluto dalla società ci- Europea... di un servizio diffe- campo? vile. Ritengo che la le- rente e nel caso po- L’Associazione Nazionale Alpini sta va abbia svolto un compito fondamenta- trebbe essere simile al servizio di leva? svolgendo un lavoro eccezionale, rico- le sotto il punto di vista sociale dal dopo- Al momento non sono state pianificate nosciuto in tutto il mondo, nel tenere guerra fino alla sua sospensione, trasfe- nuove attività in questo senso. Certa- vive e tramandare le tradizioni, rafforza- rendo, come lei giustamente sottolinea, mente le confermo la bontà dell’iniziati- re vincoli di fratellanza e di amore per la valori tra i giovani del nostro Paese, ren- va “Vivi la Difesa - militare per tre setti- Patria, per la montagna e per l’ambiente. dendo l’Italia ancora più coesa e moder- mane”, che si poneva l’obiettivo di avvi- Un patrimonio culturale che si concre- na. Ma proprio questo sviluppo sociale cinare sempre più il mondo dei giovani a tizza sulle nostre strade, paesi, città col- ed economico della società ha determi- quello delle “stellette”. Essa, ha rappre- piti purtroppo troppo spesso dalle emer- una richiesta di cambiamento nella sentato un’occasione per conoscere me- genze che affliggono il nostro Paese. Re- formazione dei giovani. Cambiamento glio il mondo militare, e per condividere cente è l’intervento di volontari nella che ha coinvolto anche le Forze Armate i valori delle Forze Ar- provincia di Modena e che oggi impiegano in ogni parte del mate. Attraverso un ...i nostri giovani Bologna in seguito alla mondo giovani professionisti competen- contatto diretto, si è of- grave alluvione, ma in- ti, frutto di un lungo percorso di forma- ferto a tanti ragazzi e ra- hanno sempre più numerevoli sono gli zione e addestramento. gazze l’opportunità di la consapevolezza eventi, in Italia e al- sperimentare ciò che la di quanto sia l’estero, che vedono Alcuni sostengono che il servizio ob- vita militare rappresen- farsi strada i nostri vo- bligatorio sarebbe solo un costo per ta, trascorrendo un bre- importante lontari quale esempio lo Stato. Questa posizione è corretta ve periodo in Enti e re- il volontariato..., di abnegazione e dedi- oppure i benefici, anche economici, parti, insieme con i no- facendosi portatori zione al prossimo, que- supererebbero i costi sociali? stri soldati, marinai, sto ritengo sia il mi- Limitare la discussione sull’opportunità o avieri e . dei valori di gliore esempio e la mi- meno di avere un servizio obbligatorio so- solidarietà, gliore sensibilizzazione lo su temi di convenienza economica, an- Oggi molti servizi nelle fratellanza e nei confronti di altri ziché di efficacia e valore, penso sia limi- caserme sono appaltati giovani. Considerando tativo. E se parliamo di efficacia e valore, all’esterno. Un even- generosità che anche che i nostri gio- allora è sotto gli occhi di tutti come i no- tuale impiego dei gio- caratterizzano vani hanno sempre più stri militari rappresentino con il loro la- vani nei reparti po- associazioni come la consapevolezza di voro, con i fatti, la più grande agenzia trebbe essere utile, so- quanto sia importante umanitaria del nostro Paese. In merito al prattutto in tempi di l’ANA... il volontariato ed il servizio obbligatorio vorrei ricordare che scarsa occupazione? Qualora dimo- servire a favore della collettività, facen- esso è frutto di un lungo percorso di ana- strassero motivazione e propensione, dosi portatori dei valori di solidarietà, lisi, valutazione e decisione: la fine della potrebbero essere inquadrati nelle fratellanza e generosità che caratterizza- leva obbligatoria, l'ingresso delle donne unità operative? no associazioni come l’ANA e tutto il nelle Forze Armate, le missioni militari L’attuale bilancio della difesa è basato mondo del volontariato. 25 3-2014 Un territorio pieno di passione, tutto da scoprire Pordenone with love Amerai la nostra provincia Una terra affascinante, di città, paesi e borghi ricchi di storia e cultura, che riflette le cime delle sue montagne nei rapidi corsi d’acqua, improvvisamente inghiottiti e poi magicamente di nuovo alla luce. Ambiente che, per grandi letterati vissuti in questo territorio quali Ippolito Nievo e Pier Paolo Pasolini, è stato fonte di creativa ispirazione. È questo il Friuli Occidentale, un territorio tut- to da amare, come recita il brand per la promozione del turismo provinciale Pordenone with love.

NATURA ENOGASTRONOMIA ARTI E MESTIERI È la montagna pordenonese lo scri- I prodotti sono semplici, legati alle Il Friuli Occidentale scrive la sua sto- gno in cui sono racchiusi i diademi tradizioni contadine, a partire dagli ria su lavoro, artigianato e industria- di più grande valore. Meta sciistica insaccati quali il muset (cotechino lizzazione. Nel distretto maniaghese invernale ma frequentata anche in lesso) o il salame cotto nell’aceto. Da si realizzano la metà della produzione estate per i percorsi naturali è il com- non perdere è la pitina, una sorta di nazionale di coltelli, forbici e attrezzi prensorio del Piancavallo. Nel Parco polpetta di carni miste tutta da scopri- da taglio e il 50 per cento dei cavatap- delle Dolomiti Friulane, invece, vola re. Altro alimento tipico è il formag- pi di tutto il mondo. Della “filiera del maestosa l’aquila reale, in un para- gio, in particolare il Montasio nelle vino” fanno parte anche le barbatelle, diso naturale per l’escursionismo, il sue diverse stagionature, al quale si ac- piantine dalle quali si genera la vite trekking e il cicloturismo. A pochi costano i tipici salat (salato) o l’àsin (a e cresce l’uva. A Rauscedo oltre 250 passi ci sono uno spettacolare can- pasta morbida e cremosa), e quello tal vivaisti coltivano circa 70 milioni di yon, la Forra del Cellina, e il Campa- cit (pezzettini mescolati fino a forma- giovani viti esportate in tutto il mon- nile di Valmontanaia, monolite che re una crema, racchiusi in un vaso di do. Dai sassi del fiume Tagliamento ha si erge in cielo per quasi 200 metri. pietra). Formaggio che viene utilizzato origine invece un’altra importante at- Siamo nelle Dolomiti Friulane, ri- anche nei piatti tipici friulani quali il tività economica: stiamo parlando dei conosciuto Patrimonio Unesco dal frico e il toc in braide. Nei dolci, sapore terrazzi e mosaici, che hanno fatto di 2009 così come i Palù del Livenza, tutto particolare per il Biscotto Por- Spilimbergo la capitale mondiale di tra Polcenigo e Caneva, tutelati due denone. Il tutto innaffiato dagli ottimi questa attività. Ciò che ha contribuito anni dopo per la presenza di un abita- vini bianchi e i rossi, che coprono il al raggiungimento di questo importan- to palafitticolo risalente al Neolitico. 55 per cento della produzione regio- te traguardo è anche la presenza nella Infine i Magredi tra i fiumi Cellina e nale con le Doc Friuli Grave, Lison cittadina pordenonese di una scuola Meduna: una vasta coltre sassosa di Pramaggiore e Prosecco a cui si ag- unica nel suo genere, che ogni anno ciottoli bianchi conosciuta come la giungono quelli esclusivi dei vitigni richiama studenti provenienti dalle “steppa pordenonese”. autoctoni. nazioni di tutti e cinque i continenti.

Palestra di roccia a Erto e Casso La Pitina della Val Tramontina Il mosaico a Spilimbergo 26 3-2014 www.pordenonewithlove.it

CULTURA GRANDE GUERRA CITTÀ E BORGHI Il dialogo tra le genti, gli scambi eco- Anche in provincia di Pordenone sono Diversi sono gli scrigni di bellezza in nomici e le conseguenti contamina- visibili testimonianze che ricordano le provincia. Ad esempio Sacile, con le zioni culturali hanno permesso di cre- vicende belliche della Prima Guerra sue eleganti architetture legate alla are in questa terra le basi sulle quali Mondiale. Quella di maggior rilievo è Serenissima Repubblica che si spec- poggiano grandi festival letterari, ci- la “Strada degli Alpini” della Forcella chiano nelle acque del fi ume Livenza nematografi ci e musicali. Pordenone Clautana, infrastruttura costruita tra il o Spilimbergo con i suoi quattrocen- è diventata marchio di una cultura 1910 e il 1912 che si sviluppa nel cuo- teschi scorci e il duomo mediova- forte, attiva in tutte le stagioni: a set- re nelle Prealpi pordenonesi. La ro- le. E poi i comuni inseriti nella lista tembre va in scena pordenonelegge. tabile, voluta dal Comando Supremo dei “mille borghi più belli d’Italia”: it, (15a edizione nel 2014) la festa del italiano, venne inserita nel progetto di Valvasone, gioiello di urbanistica e libro con gli autori che richiama più difese militari in caso di guerra con il architettura; Poffabro, frazione di di centomila visitatori e ospiti di fama vicino Impero asburgico. Balzerà agli Frisanco, che nel periodo natalizio si internazionale. Da oltre trent’anni a onori delle cronache nel novembre trasforma in un piccolo presepe anti- ottobre in città si tengono le Giornate del 1917, quando, dopo la disfatta di co; Cordovado, con la sua torre mil- del Cinema Muto, mentre in primave- Caporetto il battaglione guidato dal lenaria, al di là della quale il tempo ra si svolge Dedica, la rassegna incen- giovane tenente Erwin Rommel rag- sembra essersi fermato. Ma poi ci sono trata su una grande personalità della giunse la zona della Forcella Clautana anche Sesto al Reghena, culla del cultura. Anche la musica si è ritagliata e poi utilizzando proprio la potere temporale grazie alla presenza nel tempo i suoi spazi. Fabbrica di idee “Strada degli Alpini”. Molti dei caduti dell’Abbazia benedettina di S. Maria e di gruppi musicali soprattutto negli negli scontri a fuoco durante la ritirata in Sylvis, oppure Erto e Casso, con anni ’80, la tradizione viene ancora sono stati seppelliti nel cimitero mili- le dimore tutelate dalle Belle Arti per promossa grazie a Vibraction, rassegna tare di Val da Ros, che si trova lungo la forma particolare e la cui recente che racchiude sei festival che si svol- la strada che collega Clauzetto con la storia è legata alla triste vicenda della gono in particolari ambientazioni. località di Pielungo. vicina diga del Vajont.

“Pordenonelegge”, festa del libro con gli autori Segnaletiche per la strada degli alpini Sacile, giardino della Serenissima 27 3-2014 Appuntamenti Adunata

8° ALPINI A Carlo Di Giusto cerca Egisto Cometto di Pede- SAN DANIELE DEL FRIULI robba, Luciano Polloni Nel 1971 erano a San Daniele del Friuli, comando di Forlimpopoli e Bosoni T.C.C, 2°/’70. Per un incontro a San Daniele in occa- CASERMA PIAVE, ANNI 1972-73 di , alpini del sione dell’Adunata di Pordenone contattate Andrea Alpini della caserma Piave di 1°/’52, anni 3°/’38 che negli anni Scandiuzzi, 338-7264910; e-mail: [email protected] 1972-73, ritroviamoci a Pordenone a 40 anni dalla fi- 1960-61 erano alla ca- ne della naja. Contattate Dino Mucelli, 348-0841205; serma dell’8° Alpini a e-mail: [email protected] Tolmezzo. Carlo Di Giu- sto li aspetta all’Aduna- ta. Chiamarlo al nr. 0432-958393; e-mail: [email protected]

BTG. TOLMEZZO, NEL 1962 Istruttori btg. Tolmezzo, caserma Monte Grappa di CASERMA MENINI A VIPITENO Bassano, nel 1962. Incontriamoci a 52 anni dalla naja Guido Perletti cerca i compagni di naja che negli anni BTG. GEMONA a Pordenone con il nostro comandante Liberale Tonus. 1962-63 erano alla caserma Menini di Vipiteno, co- Alpini del btg. Gemona a Contattare Giorgio D’Aprile, 335-5213346; e-mail: mandata dal capitano Tonel. Per ritrovarsi a Pordeno- Ugovizza (Udine), nel [email protected] ne, contattarlo al nr. 338-9282128. 1967. Giacomo Bet (tel. 334-2987511) incontre- rebbe volentieri i commi- litoni a Pordenone.

52° CORSO AUC Gli allievi del 52° corso AUC che erano alla SMALP di Aosta si dan- no appuntamento a Por- denone, sabato 10 maggio alle ore 12 al- l’osteria da Rocco a Bor- go Meduna. Per preno- tazioni Luciano Forabo- schi, 327-1472227; 32° CORSO AUC e-mail: [email protected] Gli AUC del 32° corso, febbraio-agosto 1963, si dan- 12° CORSO ACS no appuntamento a Pordenone. Contattare Italo De Alpini del 12° corso ACS della SMALP di Aosta, da giu- CASERMA VIAN Mas, 335-619878; e-mail: [email protected] gno a dicembre 1966, dove siete? Ritroviamoci a Por- Padre Giuseppe Roda denone! Contattate Guglielmo Valle, al nr. 328- (tel. 366-3860274) vor- 1168924. MESSA PER GLI ARTIGLIERI CADUTI rebbe incontrare all’Adu- La Messa per i Caduti del 3° artiglieria da montagna nata gli artiglieri che nel della Julia e per tutti gli artiglieri di ordine e grado ver- GRUPPO CONEGLIANO periodo settembre-no- rà celebrata a Pordenone, sabato 10 maggio alle ore Dorino Poletto vorrebbe riabbracciare a Pordenone gli vembre 1972 erano alla 18, nella chiesa Madonna delle Grazie. Per informazio- artiglieri del gruppo Conegliano, 14ª batteria, congeda- caserma Vian di San ni contattate Modesto Di Nunzio, 368-7863739; oppu- ti nel febbraio del 1976. Chiamatelo al nr. 335- Rocco Castagnaretta re Dante Ventresca, 348-3042060. 1038009; e-mail: [email protected] (Cuneo).

28 3-2014 ASPETTANDO L’ADUNATA - PORDENONE 2014

Julia al Verdi CONCERTO DELLA FANFARA A PORDENONE, DOPO NOVE ANNI

a Città ha risposto “presente!” al guito numerosi brani che hanno trovato voro di Arturo Zardini “Stelutis Alpi- concerto svoltosi a Pordenone che grande apprezzamento dei tantissimi por- nis”. Gran finale con il “Silenzio fuori or- Lha visto protagonista la fanfara del- denonesi presenti al Verdi. Dopo una se- dinanza” nonché il famoso “Trentatré” e la brigata Alpina Julia in occasione delle rie di marce, si è spaziato anche nelle l’Inno d’Italia. manifestazioni in avvicinamento al- musiche dell’opera italiana come il “Nes- Tra il pubblico erano presenti anche il l’Adunata nazionale. In pochi istanti il sun dorma” di Puccini. Quindi alcune vice presidente nazionale Nino Geronaz- teatro Verdi si è riempito in ogni ordine colonne sonore di film famosi come zo, il presidente della sezione di Pordeno- di posto, tanto che alcune persone han- Guerre stellari, Indiana Jones e - vista la ne Giovanni Gasparet e il comandante no dovuto assistere all’esibizione dai mo- concomitanza temporale - il tema delle della Julia, gen. Ignazio Gamba, che ha nitor messi a disposizione nel foyer della Olimpiadi. Non potevano poi mancare espresso pieno appoggio e sostegno al- struttura. La dimostrazione di forte attac- alcuni classici della Julia quali il capola- l’Adunata, dando la disponibilità della camento verso uno dei simboli fanfara anche in occasione di fu- dell’Esercito Italiano in Friuli Ve- ture iniziative legate al raduno nezia Giulia ha colto di sorpresa delle penne nere in città. Sul anche gli organizzatori della sera- palco è salita anche Andrea Ga- ta, i quali sono rimasti pienamen- lai, la studentessa dell’Istituto te soddisfatti di come la città ab- “Galvani” di Cordenons che ha bia accolto la fanfara. La presenza ideato il logo dell’87ª edizione al Verdi segna il ritorno a Porde- dell’Adunata nazionale di Por- none del gruppo musicale, dopo denone. Accompagnata dalla di- un lungo periodo di assenza; la lo- rettrice dell’istituto e da un’inse- ro ultima apparizione nel capoluo- gnante, alla ragazza è stato dona- go della Destra Tagliamento risale to il crest che rappresenta il mar- al 2005, quando, sempre nella chio della manifestazione. (a.l.) stessa struttura, venne festeggiato il completamento della sede sezio- nale dell’ANA. Andrea Galai e la direttrice Istituto “Galvani” Laura Borin con il crest Dal repertorio classico a quello un che riporta il marchio dell’Adunata po’ più moderno, la fanfara ha ese- di Pordenone.

29 3-2014 PROTEZIONE CIVILE di Giuseppe Bonaldi Acqua e neve VOLONTARI ANA IN EMILIA E NEL VENETO PER L’EMERGENZA MALTEMPO

Uno specialista delle squadre alpinistiche rimuove la neve da un tetto.

li eccezionali eventi atmosferici chiede aiuto e i volontari dell’ANA pre- Gli eccezionali eventi atmosferici conti- che hanno interessato a più ripre- senti nel territorio rispondono senza in- nuano incessantemente a colpire il terri- Gse e con diverse tipologie di circo- dugio, consentendo di mettere in salvo le torio e il 21 gennaio il Dipartimento na- stanze il territorio nazionale hanno ri- persone nelle zone già sommerse dall’ac- zionale di P.C. richiede i volontari della chiesto un significativo intervento dei qua o, in via preventiva, in quelle che Colonna mobile ANA per offrire ulte- volontari della nostra Protezione Civile. stanno per essere allagate. È una corsa riore sostegno alle attività di assistenza Dal 16 al 18 gennaio le intense precipita- contro il tempo… alla popolazione. Interviene immediata- zioni in Emilia Romagna hanno indotto Quando l’argine del Secchia viene final- mente il modulo idrogeologico, dotato di le amministrazioni ad utilizzare i volon- mente sistemato per i volontari ANA ini- idrovore e composto da volontari delle tari ANA per il monitoraggio dei corsi zia un nuovo tipo di attività. Alla nostra sezioni di Varese, Monza e Pavia. d’acqua che si stavano rapidamente in- Associazione viene assegnato, come luogo Dopo l’avvicendamento della squadra grossando. Ma è da domenica 19, in se- d’intervento, il comune di Bastiglia (Mo- con altri volontari della sezione di Berga- guito alla rottura dell’argine del fiume dena) dove viene installata una cucina da mo l’operatività di questo modulo termi- Secchia, che la situazione si presenta in campo dell’ANA che distribuisce pasti al- na il 29 gennaio. Continua invece con tutta la sua gravità: migliaia di ettari ven- l’Esercito, alla Croce Rossa Italiana, ai Vi- assiduità l’impegno delle sezioni di Mo- gono invasi dall’acqua che con incredibi- gili del fuoco e ai volontari delle diverse dena, Parma, , Reggio Emilia e le velocità allaga strade, fabbricati e ter- associazioni, con punte di 400/500 pasti al Bolognese-Romagnola che provvedono reni agricoli. La regione Emilia Romagna giorno per un totale complessivo di 7.000. dapprima allo svuotamento delle cantine

30 3-2014 con l’ausilio di motopompe, quindi allo sgombero dei materiali dagli interrati delle unità residenziali e per ultimo alla pulizia e al lavaggio con le idropulitrici, in modo da riportare il più possibile alla normalità gli ambienti. Le attività dei volontari dell’ANA Re- gione Emilia Romagna - presenti gior- nalmente con numeri variabili da 40 a 120, per un totale complessivo di 1.140 giornate/uomo - sono terminate il 7 feb- braio e sono state particolarmente ap- prezzate dalla Regione, ma anche dalla popolazione, che ha riconosciuto la ca- pacità di risposta della nostra Associazio- ne a qualsivoglia tipologia emergenziale. Terminata l'assistenza alle popolazioni, su richiesta delle province dell’Emilia Romagna, i volontari delle sezioni Bolo- gnese Romagnola, Modena e Parma han- no continuato il monitoraggio di corsi d’acqua e dei movimenti franosi. In Ve- Un volontario sgombera i materiali danneggiati dall’alluvione in Emilia. neto l’emergenza conseguente alle ab- l’ingrossamento dei corsi d’acqua in pia- dene, Conegliano, Bassano, Vittorio Ve- bondanti nevicate è iniziata il 30 genna- nura, dove sono stati effettuati interventi neto, Venezia, Padova (Bovolento), Val- io. L’attivazione dell’ANA è pervenuta finalizzati al monitoraggio dei fiumi, alla dagno (Trissino, Brogliano, Castelgom- dalla Regione Veneto tramite la Provin- predisposizione di sacchi di sabbia per ar- berto), Vicenza e Verona (Merlara). cia di Belluno e la prefettura. Molto effi- ginare l’acqua e al supporto ai Vigili del Complessivamente le sezioni del Veneto cace è risultata l’apertura della sala ope- Fuoco con motopompe per contrastare hanno contribuito al superamento del- rativa del Centro Coordinamento Soc- gli allagamenti negli scantinati e nei pa- l’emergenza con 1.140 giornate/uomo. corsi presso l’aeroporto di Belluno dove i diglioni delle aziende, per lo svuotamen- Consentitemi di esprimere riconoscenza volontari ANA hanno gestito e coordi- to dei canali, il controllo movimenti fra- a tutti i volontari che con grande impe- nato la attività legate al “volontariato” e nosi e di alcune strutture pubbliche. In gno e ottima capacità d’intervento, anco- ai “materiali e mezzi”. Le località interes- questi ambiti sono intervenute le squadre ra una volta, hanno portato aiuto e soli- sate e che hanno visto l’intervento dei di Motta di Livenza, Treviso, Valdobbia- darietà a chi ne aveva più bisogno. nostri volontari sono quelle della provin- cia di Belluno a partire dalle vette feltri- ne nella zona di Lamon; nell’Agordino INTERVIENE L’ESERCITO ad Alleghe, Arabba, Cencenighe; nella Per combattere l’emergenza Val Zoldana e in tutto il Cadore. Le neve nel bellunese sono in- squadre ANA delle sezioni di Belluno, tervenuti anche gli alpini del Cadore, , Verona, Padova, Treviso, 7° reggimento (nella foto) che hanno utilizzato pale ca- Vicenza, e Valdagno ricatrici gommate, terne ruo- hanno in un primo momento contribuito tate e camion per sgombera- con Veneto strade ed Enel alla rimozione re le strade e garantire la via- degli alberi caduti sulle carreggiate o di bilità. Gli alpieri e gli istruttori quelli che compromettevano la funzio- di alpinismo si sono invece nalità delle linee elettriche e successiva- occupati della rimozione del- mente hanno portato nelle case di ripo- la neve dai tetti. A Cortina so, negli edifici pubblici e dove c’era bi- d’Ampezzo hanno lavorato al- sogno, gruppi elettrogeni e torri faro del- l’istituto scolastico Valboite, la Colonna Mobile ANA per rimediare chiuso a causa del maltem- alla mancanza di energia elettrica. po, dopo il cedimento del tetto che fortunatamente non ha causato danni alle persone. Le operazioni di soccorso sono continua- Nei comuni più isolati dell’Alto Cadore, raggiunti grazie ai cingolati BV206, sono stati di- stribuiti generi di conforto agli abitanti. te fino al 9 febbraio con la presenza di L’attivazione dell’Esercito accanto ai volontari della Protezione Civile è avvenuta anche nel- volontari (con punte di 100 presenze le zone colpite dall’eccezionale ondata di maltempo, a Modena, Pisa, Treviso e nel Lazio giornaliere) per lo sgombero di neve dai dove sono intervenuti fanti, lagunari e parà che hanno rinforzato gli argini, tenuto sotto tetti degli edifici pubblici, delle scuole, di controllo i fiumi e utilizzato le idrovore per rimuovere l’acqua dagli scantinati delle case. ambulatori, case di riposo, palestre, pa- Gli interventi dell’Esercito sono avvenuti su richiesta delle rispettive Prefetture e con il co- lazzetti, case private e dalla stazione fer- ordinamento del Comando Forze di Difesa Interregionale Nord di Padova, comandato dal roviaria di Perarolo di Cadore. gen. C.A. Bruno Stano. L’emergenza nel Veneto è continuata per 31 3-2014 Dramma, gloria COLICO COMMEMORA I CADUTI DI NIKOLAJEWKA

icordare chi ha combattuto. Ri- del comandante della “Julia” gen. B. Gli alpini della Sezione hanno quindi cordare il passato per costruire il Ignazio Gamba. percorso le vie cittadine, imbandierate a Rfuturo. Ricordare che 62mila pen- Durante la Messa, concelebrata con i festa, accompagnati della fanfara della Ju- ne nere partirono per la terribile Campa- parroci del territorio nella parrocchiale lia e della fanfara alpina Alto Lario. Era- gna di Russia e che soltanto 19mila fece- di San Giorgio, mons. Giovanni D’Erco- no presenti il presidente nazionale Seba- ro ritorno alle loro case e alle loro fami- le, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi de stiano Favero, il consigliere nazionale glie, queste le parole chiave per leggere il L’Aquila, ha detto di voler stringere in Mariano Spreafico, i gonfaloni della re- significato della cerimonia del 71° anni- un ideale abbraccio gli alpini: “La tre- gione Lombardia, del comune di Colico, versario della battaglia di Nikolajewka, menda esperienza della battaglia di Ni- delle province di Lecco, Como e Sondrio. organizzata dalla sezione di Colico “Alto kolajewka ha dimostrato l’ardore e la In corteo numerosi sindaci e un nutrito Lario”. Una commemorazione che a Co- forza delle penne nere, portatrici di fede, gruppo di volontari della Protezione Ci- lico, in una cornice di montagne inneva- di amore e di coraggio. Negli alpini arde vile ANA e comunale e della Croce Ros- te, ha visto una grande partecipazione di una fiamma che loro portano con orgo- sa. Presenti i vessilli delle sezioni di Coli- penne nere. Le celebrazioni hanno avuto glio sui loro cappelli e dentro i loro cuo- co, Como, Lecco, Omegna, Sondrio, Ti- un prezioso prologo sabato sera, nel Tea- ri. In questa Italia in profonda crisi uma- rano e Vicenza; oltre 100 i gagliardetti di tro De André di Mandello del Lario: alla na e spirituale voi - ha concluso il presu- gruppi alpini insieme a numerosi rappre- presenza del sindaco Riccardo Mariani si le - siate sempre testimoni di speranza”. sentanti di associazioni d’arma e civili. è esibita la fanfara della brigata Alpina Julia, diretta dal maresciallo capo Loren- zo Sebastianutto, con un repertorio di musica classica e militare. La commemorazione - che si è svolta sotto il patronato del presidente della re- gione Lombardia e patrocinata dal co- mune di Colico, dalle province di Lecco, Como e Sondrio - ha avuto inizio dome- nica mattina in piazza 5º Alpini con l’al- zabandiera, alla presenza di un picchetto armato del 5° Alpini di Vipiteno con il suo comandante col. Michele Biasiutti e

32 3-2014 Alcuni dei reduci e ricordo premiati. La corona in onore dei Caduti di tutte le pegno, il sacrificio, il rischio, le responsa- nanti italiani voglio dire che oggi più guerre, è stata scortata dal presidente na- bilità, il grande senso di umanità profusi che mai abbiamo bisogno che i giovani zionale Favero, dal gen. Gamba, dal pre- nelle drammatiche realtà della Ritirata apprendano anche dal passato i veri va- fetto di Lecco Antonia Bellomo, dal sono e resteranno un valido punto di ri- lori su cui fondare le loro azioni. E ai gio- presidente della sezione di Colico Luigi ferimento per tutti gli italiani”. vani diciamo che l’impegno e il dovere Bernardi e dal sindaco di Colico Raffae- Sul sacrificio delle penne nere e in gene- vengono prima dei diritti”. Quindi una le Grega. rale di tutti i soldati che pagando con la rassicurazione: “Finché ci sarà un alpino, Nel suo intervento, il presidente Bernar- vita “hanno contribuito a costruire il la nostra Italia potrà ancora avere una di, ha sottolineato come Nikolajewka mondo in cui viviamo” si è soffermato speranza per il proprio futuro”. costituisca “uno dei più drammatici ma anche il prefetto di Lecco, Antonia Bel- Il generale Gamba, dal 2012 comandan- al tempo stesso più gloriosi eventi nella lomo, che ha poi ufficializzato l’attribu- te della “Julia” e reduce dall’Afghani- storia degli alpini perché proprio Nikola- zione di un’onorificenza al Merito della stan dove ha guidato il Comando occi- jewka rappresenta una grande vittoria Repubblica a Bernardi. È stata la volta dentale dell’Isaf a Herat, ha ricordato nel contesto di una immane tragedia”. del presidente nazionale: “Siamo qui in- come nelle missioni di pace in cui han- Accostando a monito e testimonianza, i nanzitutto per non dimenticare e i nostri no operato gli alpini si siano ottenuti de- reduci presenti ai numerosi giovani delle reduci sono con noi per testimoniarlo. terminati risultati. scuole, ha rievocato la battaglia per “ri- Vogliamo celebrare un avvenimento tra- Terminati gli interventi sono state con- cordare gli orrori della guerra, perché se gico, una battaglia dalla quale non tutti segnate le targhe ricordo ai reduci di Ni- non c’è la memoria, l’uomo è destinato a hanno avuto la fortuna di tornare e riab- kolajewka, tutti ultranovantenni: Giob- ripetere gli stessi errori”. E ancora “l’im- bracciare i propri cari. Anche in terra di be Bigiolli, classe 1922, del battaglione Russia i nostri alpini e i soldati italiani si alpini “Val Camonica”, Ottorino Betti- sono comportati con onore. Ai gover- ga, 95 anni, Antonio Gilardoni classe 1918 e Bernardo Genesio Bettiga, classe 1921, tutti del battaglione “Morbegno” Autorità e rappresentanze e Antonio Rasica, 94 anni, artigliere al- davanti alla chiesa al pino del gruppo “Bergamo”. termine della Messa. Il grande tricolore è stato L’inno degli alpini, suonato e cantato portato in sfilata dagli alpini. dalla fanfara della brigata Julia con la fanfara sezionale di Colico, ha chiuso una cerimonia suggestiva.

33 3-2014 Quadrivio insanguinato COMMEMORATI GLI EROI DI SELENYJ JAR A ISOLA DEL GRAN SASSO

uindicimila alpini hanno par- vessillo della sezione Abruzzi, è inizia- tecipato a Isola del Gran Sas- ta la sfilata, durata più di due ore, lun- Qso (Teramo) alla commemo- go la strada che conduce al Santuario razione di Selenyj Jar, la battaglia di San Gabriele. Sul palco, ad atten- “del quadrivio insanguinato” di fine dere il lungo corteo c’erano i reduci dicembre 1943, dove gli alpini abruz- del battaglione “L’Aquila”: Valentino zesi si immolarono per difendere le Di Franco ed Ercole Nori di Isola del posizioni conquistate. Gran Sasso, Giovanni Rosati di Cap- La ventiduesima edizione della com- pelle dei Marsi (L’Aquila), Giustino memorazione è iniziata con l’alza- D’Orazio e Alfredo Di Pasquale di Bi- bandiera, nella mattinata di sabato senti (Teramo), Angelo Chiarilli di 15 febbraio, seguita dalla Messa, ce- Ortucchio (L’Aquila) e Lino Gobbi lebrata presso la chiesa madre in ri- di Arco (Trento). Accanto ai “veci”, i cordo dei Caduti di tutte le guerre. vertici dell’Associazione, con il presi- Momento toccante della cerimonia è dente nazionale Sebastiano Favero, i stata la consegna della piastrina di ri- consiglieri nazionali Di Nardo, Laviz- conoscimento del carabiniere Giu- zari e Robustini, il presidente seziona- Il lungo corteo, sullo sfondo il Gran Sasso. seppe Grotta di Isola del Gran Sasso, le Giovanni Natale, oltre al coman- disperso durante la Campagna di Russia. no Favero. Durante l’incontro c’è stato un dante del 9° reggimento alpini col. Mas- La piastrina, portata dai reduci del batta- toccante ricordo di Peppino Prisco “l’alpi- simo Iacobucci, agli addetti militari delle glione L’Aquila Valentino Di Franco e no abruzzese”. Il figlio Luigi ha parlato del ambasciate degli Stati Uniti, della Russia, Nori Ercole, è stata affidata al coman- padre e del suo attaccamento agli alpini dell’Ungheria e della Romania, alle altre dante Legione Carabinieri Abruzzo gen. abruzzesi, mentre il consigliere nazionale autorità militari, civili e religiose. La Claudio Quarta che l’ha consegnata ad Cesare Lavizzari ha rievocato la dramma- Messa, accompagnata dal coro "Su insie- Alberino, nipote del disperso, e ai suoi tica esperienza del giovanissimo Prisco, me" della sezione di Firenze, è stata offi- familiari. sottotenente del battaglione alpini ciata dal cappellano del 9° Alpini don Sabato pomeriggio, dopo la deposizione “L’Aquila” in Russia. L’incontro è stato al- Fausto Amantea. Al termine della fun- delle corone al monumento ai Caduti del- lietato dal coro ANA “Stella del Gran zione il bell’intervento del presidente na- la prima e seconda guerra mondiale, sono Sasso” che il numeroso pubblico ha ac- zionale Sebastiano Favero ha chiuso la intervenuti al Palaisola il sindaco di Isola compagnato nell’esecuzione di alcune fortunata due giorni di Isola del Gran del Gran Sasso Alfredo Di Varano, il pre- cante del suo vasto repertorio. Sasso. Giulio Ciarelli sidente della sezione Abruzzi Giovanni Domenica, dopo gli onori al gonfalone Natale e il presidente nazionale Sebastia- del comune di Isola del Gran Sasso e al foto di Luciano Adriani

Il saluto delle autorità agli alpini in sfilata.

34 3-2014 Celebrata la verità ALPINI, ASSOCIAZIONI E AUTORITÀ RICORDANO L'ECCIDIO A MALGA PORZÙS

a prima domenica di febbraio, pro- mosso dall’Associazione partigiani LOsoppo Friuli, si è rinnovato a Faedis l’incontro per ricordare l’eccidio di Porzùs. Il 7 febbraio 1945 un centinaio di partigia- ni della brigata “Garibaldi”, legati al Parti- to Comunista e inseriti nell’esercito di libe- razione della Jugoslavia, raggiunsero le mal- ghe di Porzùs, dove si trovava il comando della brigata partigiana Osoppo, collegata agli altri partiti del Comitato di Liberazio- ne Nazionale. Furono uccisi con l’inganno il comandante Francesco De Gregori (Bol- la), già capitano dell’8° Alpini nella cam- pagna di Grecia e il commissario politico Gastone Valente (Enea), mentre il capita- no Aldo Bricco, alpino piemontese, riuscì miracolosamente a mettersi in salvo. Un’altra quindicina di partigiani vennero fatti prigionieri e uccisi barbaramente tra l’8 e il 20 febbraio in località Bosco Roma- gno nei pressi di Spessa a Cividale. Nel 2009, per iniziativa della Camera dei Depu- tati, agli alpini del gruppo di Faedis è stato affidato il compito di custodire questi luo- ghi, divenuti monumento nazionale. Pro- prio a Faedis, nel 2012, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso La malga dove venne compiuto l’eccidio. omaggio alle vittime e con parole profonde ha riaffermato il valore dell’identità unita- ria dell’Italia, nel rispetto della verità stori- ca evitando di nascondere eccidi ed orrori che appaiono oggi incomprensibili, ma che non devono essere dimenticati. Così è sta- to anche quest’anno: nonostante il mal- tempo erano numerosi i partecipanti alla cerimonia. Tra le autorità la governatrice della Regione Friuli Venezia Giulia Debo- ra Serracchiani, il prefetto di Udine Rai- mondo Provvidenza, il vice presidente del- la Provincia Franco Mattiussi e moltissimi sindaci. Presente il vessillo della sezione di Cividale scortato da numerosi alpini che qui ritrovano il proprio senso di apparte- nenza alla Patria, in un rinnovato spirito di fratellanza, poiché anche sul confine orientale, come ha detto il presidente Na- politano, “il ricordo di quella orrenda tra- gedia non divide più il nostro popolo da quelli a noi vicini, oggi partecipi di quella grande costruzione istituzionale che ha da- to vita ad una Europa di pace, per la prima volta unita, nella sua lunga storia”. Un momento della cerimonia a Faedis.

35 3-2014 di Dario Burresi Non dimentichiamoli! A BASOVIZZA, PER ONORARE LE VITTIME DELLE FOIBE

La deposizione della corona e il Labaro scortato dal presidente nazionale Favero e da alcuni consiglieri.

ieci anni fa il Parlamento italiano Lega Nazionale (i “padroni di casa”) e la d’Italia. Sulle note del “Trentatré”, il La- istituì il Giorno del Ricordo (leg- Federazione Grigioverde con varie As- baro lascia lo schieramento seguito dagli Dge 30 marzo 2004, n. 92) da cele- sociazioni d’Arma. alfieri che lottano per tenere in alto i lo- brare il 10 febbraio di ogni anno per ri- Per la brigata alpina Julia era presente il ro vessilli contrastando una bora forte cordare la tragedia delle foibe e dell’eso- colonnello Paolo Cerviatti e il trombet- che non dà tregua, mentre i giovani del- do giuliano-dalmata, per onorare quelle tiere che ha accompagnato l’intera ceri- le associazioni patriottiche sventolano i vittime e divulgare la conoscenza di pro- monia. Numerose anche le associazioni loro Tricolori. blematiche ed eventi tenuti segreti trop- patriottiche, di esuli e di familiari degli Una raccomandazione a tutti: occorre po a lungo. infoibati. Piacevole sorpresa per tutti, parlare delle Foibe e dell’Esodo, sui no- Quest’anno il 10 febbraio cadeva di lu- l’arrivo di una settantina di studenti del- stri giornali, nelle nostre riunioni affin- nedì: per agevolare la partecipazione di le scuole medie di Latina. ché si conosca questa triste pagina del- alpini provenienti dalle località più lon- Il clima umido ma mite è peggiorato a la storia italiana fino ad ora ignorata, tane, la sezione ANA di Trieste ha volu- metà mattina e gli alpini sono stati salu- spesso fraintesa, a volte addirittura con- to celebrare il “Giorno alpino del ricor- tati da una bora sferzante e dalla pioggia testata! do” domenica 9, in aggiunta, non in so- che ha inzuppato per bene i vecchi cap- Ben pochi sanno, per esempio, che mai è stituzione, al “Giorno del Ricordo” uffi- pelli di feltro. Un bel benvenuto, non c’è stata revocata (come prevede la nostra ciale. La scelta si è rivelata felice. Dome- che dire, per Sebastiano Favero che, da legge in caso d’indegnità) l’onorificenza nica mattina sul piazzale della Foiba di presidente nazionale, partecipava alla ce- di “Cavaliere di Gran Croce al Merito Basovizza erano presenti circa 300 alpi- rimonia di Basovizza per la prima volta. della Repubblica Italiana”, con l’aggiun- ni, 22 vessilli sezionali e 72 gagliardetti Alle 10 in punto gli onori al Labaro che ta del Gran Cordone, la più alta onorifi- provenienti non solo dal Friuli Venezia entra nello schieramento, passa in rasse- cenza italiana, conferita nel 1969 da Sa- Giulia, ma anche dal Veneto, dalla gna i vessilli e i gagliardetti e si posiziona ragat a Josip Bros (detto “Tito”) che per Lombardia e dal Trentino Alto Adige. accanto al palco. Seguono, come con- entità di stragi compiute è al terzo posto Ha onorato e impreziosito la cerimonia suetudine, l’alzabandiera, la resa degli dopo Stalin e Hitler nel mondo e nella la presenza - per il quarto anno consecu- onori ai Martiri delle Foibe, la deposizio- storia. tivo - del Labaro, accompagnato dal pre- ne di una corona d’alloro e i discorsi… Dopo la cerimonia, il caldo ristoro nella sidente Sebastiano Favero, dal vice pre- alpinamente brevi, anche a causa del “Hostaria ai Pini” perché gli alpini san- sidente Nino Geronazzo, dai consiglieri freddo! no coniugare la serietà e l’austera com- nazionali Luigi Cailotto, Gianni Ceder- Le parole del presidente Favero toccano mozione delle cerimonie all’allegro con- maz, Renato Cisilin, Onorio Miotto, Et- ed entusiasmano gli animi degli alpini e vivio di fronte a un piatto bollente di tore Superina e dal revisore dei conti Er- in modo particolare dei triestini, degli “jota” accompagnato da un buon bic- nestino Baradello. Con loro anche l’ex esuli e dei familiari delle vittime che più chiere di “teràn”. consigliere nazionale Giuliano Luigi degli altri hanno vissuto e vivono con Così ci si riscalda, si asciuga la pioggia… Chiofalo di Udine. intensità le sofferenze legate agli avveni- e forse anche qualche lacrima di com- Schierati a fianco del nostro Labaro, la menti accaduti sul confine orientale mozione.

36 3-2014 IN BREVE Addio a Schenetti

LA BELLA BAITA DEL GRUPPO DI BORGOFRANCO Questa è la bella sede del gruppo di Borgofranco di Ivrea, recuperata da un locale fatiscente che, grazie al lavoro degli alpini e al sostegno dell’am- ministrazione comunale, è stata trasformata in questa nuovissima “baita”. Moltissima gente era presente all’inaugurazione, preceduta da un cor- teo lungo le vie del paese, onore ai Caduti e la Messa. Al termine il capogruppo Vigliermo ha sot- tolineato lo spirito alpino che ha contraddistinto tutto il progetto.

IN RICORDO DEI CADUTI SOMMESI Il gruppo di Somma Lombardo, sezione di Varese, ha ricordato con la posa di un cippo otto soldati sommesi dispersi in terra di Russia. Alla cerimonia hanno partecipato i parenti dei dispersi, l’ammini- strazione comunale, la cittadinanza e tanti alpini, tra cui un reduce di 91 anni, che nel 1942 era sul fronte del Don.

Emilio Schenetti (a destra), presidente della sezione Reggio Emilia, all’Adunata di Piacenza.

ultimo discorso, Emilio Schenetti lo ha rivolto ai suoi alpini, all’assemblea ETTORE DE CORTI, UN EROE DIMENTICATO della sezione di Reggio Emilia che da lì a poco lo avrebbe rieletto all’unani- Trenta tra uomini e donne dell’ANA dei gruppi di mità (era presidente dal 2011). Al termine della riunione si è sentito male, Montenerodomo, Palena e Lanciano, sezione L’ Abruzzi, sono saliti in montagna partendo dalla accusando problemi respiratori. All’ospedale di Sassuolo gli viene diagnosticata una base della funivia di Palena. Dopo due ore di brutta polmonite che necessita il ricovero e un ciclo di terapie. Con il passare dei cammino si sono raccolti in silenzio attorno al cippo che ricorda il tenente pilota dell’aeronauti- giorni, però, le sue condizioni peggiorano, fino all’epilogo nella notte del 16 febbra- ca Ettore De Corti, eroe della seconda guerra io, quando il suo cuore smette di battere. Al suo capezzale ci sono gli alpini ad assi- mondiale, medaglia d’Oro al V.M. A settant’anni sterlo, su richiesta dei familiari. Schenetti, 64 anni, era in pensione ed era stato un dalla sua morte è stato finalmente ricordato que- sto eroe che morì a 24 anni sul Guado di Coccia apprezzato geologo e imprenditore a Sassuolo. Lascia la moglie Elena, la madre no- di Palena (Majella) il 18 ottobre 1943, proprio nel vantenne Angiolina e le sorelle Rita e Palmina. luogo dove sorge il cippo a lui dedicato. Figlio di un alpino, Umberto, reduce del fronte greco-albanese con il 6° Alpini, LA NUOVA “BAITA” DI CARAMAGNA Schenetti aveva prestato servizio alla Compagnia comando del battaglione “Saluz- Il gruppo di Carama- zo”, brigata “Taurinense”, con l’incarico di esploratore. Appassionato di sport, era gna della sezione di Saluzzo ha una nuova stato sommozzatore e paracadutista sportivo fino al 1996. sede. L’amministrazio- Ai funerali, celebrati da don Umberto Iotti nella chiesa di San Cassiano di Baiso, ne comunale ha con- c’erano tanti alpini, provenienti da tutta Italia. Ivo Castellani, già presidente della cesso in uso agli alpini il fabbricato che, un tempo, era destinato ad abi- Sezione e amico di Schenetti ha tenuto l’orazione funebre; il vice presidente nazio- tazione dell’addetto alla pesa pubblica. Con gior- nale vicario Adriano Crugnola nel suo intervento ha ricordato il lavoro svolto in nate di intenso lavoro e i materiali messi a dispo- sizione dell’amministrazione, gli alpini carama- questi anni da Schenetti e dalla Sezione che guidava, soprattutto nel campo della gnesi hanno recuperato l’immobile. La nuova se- protezione civile nell’emergenza terremoto e, nell’ultimo periodo, per le gravi allu- de è stata inaugurata in occasione della festa per vioni. Un impegno encomiabile per l’Associazione che lo ha portato ad essere sem- il 50° anniversario di fondazione del Gruppo. pre in prima fila con costanza e grande passione.

37 3-2014 NOSTRI ALPINI IN ARMI Ciao Simona IN BREVE MUORE SOTTO UNA VALANGA LA HOSQUET, NAZIONALE DI FONDO E GUIDA ALPINA

PIETRO DALLE 101 PRIMAVERE È iscritto al gruppo di Limito-Pioltello-Segrate Pie- tro Paterlini, 101 anni splendidamente portati. Re- duce della Campagna di Russia con il 4° Alpini è stato festeggiato dai parenti e dagli amici alpini.

IL 90° COMPLEANNO DI MARIO… Il gruppo di Lozio, sezio- ne Vallecamonica, ci manda questa foto che ritrae insieme il più “ve- cio” del gruppo, Mario Piccinelli classe 1923 e il più giovane Ivan Massa, classe 1979, scattata in occasione dei 90 anni del vecio Mario.

n grave lutto ha colpito il mondo Terminata la carriera agonistica ha lavo- … E QUELLO DI AUGUSTO alpino. Simona Hosquet, 29 anni, rato nella Sezione Sci Alpinistica del Re- Augusto Camino cl. 1923, reduce dei balcani con caporal maggiore scelto del Cen- parto Attività Sportive occupandosi del- il 3° Alpini, prima con il btg. Exilles, poi con il btg. U Piemonte, e nel gruppo Legnano del Corpo Italia- tro Addestramento Alpino è morta gio- la formazione in montagna a favore di no di Liberazione. Iscritto al gruppo di Casalborgo- vedì 6 febbraio, all’ospedale Parini di tutti i reparti della Forza Armata e degli ne sezione di Torino, il 6 ottobre 2013 ha festeg- Aosta dopo essere stata estratta in gravi Eserciti Esteri. Nel 2007 è diventata la giato il 90° compleanno con parenti e amici alpini. condizioni dalla neve, travolta da una prima donna soldato a conseguire la qua- valanga caduta nella zona di Cheneil in lifica di istruttore militare scelto di sci e Valtournenche. alpinismo. Nel 2011, la prima italiana a L’enorme massa nevosa si è scaricata a ripetere la via Bonatti sul Cervino. oltre 2mila metri di quota su un gruppo Tanti i messaggi di cordoglio, a comin- di sciatori che stavano praticando l’eli- ciare da quello del Capo di Stato Mag- ski: due di loro sono rimasti illesi, men- giore dell’Esercito generale di C.A. tre la Hosquet trovata sotto ad un metro Claudio Graziano insieme a quello del di neve, è apparsa subito gravissima. presidente nazionale Sebastiano Favero TRE REDUCI REGGIANI Nata ad Aosta e residente ad Antey- e di tutta l’Associazione Nazionale Alpi- Sono una dozzina i reduci iscritti alla sezione di Saint-Andrè, è stata la prima donna del- ni che hanno espresso profondo dolore Reggio Emilia, e per loro il gruppo di Collagna l'Esercito a ottenere il brevetto di guida per la perdita di Simona e vicinanza ai Valgranda aveva organizzato una festa con con- alpina. Ha fatto parte della squadra na- suoi familiari. segna di una medaglia ricordo. Tre i “veci” che zionale italiana juniores e nelle stagioni I funerali si sono svolti domenica 9 feb- non erano presenti, così sono stati convocati a sorpresa nella sede di Novellara dove hanno rice- 2003 e 2004 ha conquistato il titolo di braio nella chiesa di Antey-Saint-An- vuto, visibilmente commossi, la loro medaglia. campionessa italiana di staffetta e una dré, dove Simona viveva. Hanno parte- Sono Umberto Menon di Reggiolo, classe 1922 medaglia d’argento tricolore nella prova cipato alle esequie oltre mille persone, (reduce dei campi di concentramento di Forbach individuale sui 5 km a tecnica classica. strette al dolore dei genitori e del fratel- e di Buchenwald), Vando Falchi di Dosolo, classe Ha da sempre dimostrato un attacca- lo Daniele; nel picchetto d’onore c’era- 1921 (reduce della Campagna di Russia) e Ivo mento alla montagna e una passione per Mazzoli di Novellara, classe 1917 (reduce della no molti dei suoi commilitoni del Cen- prigionia in Francia). il suo lavoro, davvero non comuni. tro Addestramento Alpino.

38 3-2014 Da Kabul a Solbiate Olona TERMINA LA MISSIONE DEL CORPO D’ARMATA DI REAZIONE RAPIDA

L’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e l’on. Gioacchino Alfano passano in rassegna i reparti. l Labaro dell’Associazione, scortato quale il generale Battisti ha svolto l’in- Forze Armate afgane possono assumere dal vice presidente vicario Adriano carico di Capo di Stato Maggiore, ruolo la completa responsabilità della sicurez- ICrugnola, dal vice presidente Renato fondamentale nel coordinamento della za del loro Paese lo si deve all’impegno Zorio e dai consiglieri nazionali Cesare coalizione internazionale costituita dalle di tutte le forze alleate. Lavizzari, Massimo Curasì, Ettore Supe- Forze Armate di 50 Paesi di tutto il Infine il generale Stoltz ha ricordato co- rina, Guido Vercellino ha presenziato, lo mondo. Nel suo discorso, il generale me l’NRDC-ITA abbia operato con suc- scorso 10 febbraio, alla cerimonia di Battisti ha rivolto un plauso a tutto il cesso in Afghanistan già nel 2005 e nel rientro dall’Afghanistan del comandan- personale di NRDC-ITA che in missio- 2009 meritandosi il riconoscimento te del NATO Rapid Deployable Corps – ne si è distinto per professionalità e im- conferitogli dal Supreme Allied Com- (NRDC-ITA), generale di Corpo pegno. Ha ringraziato i sindaci e i citta- mander, Europe (SACEUR). d’Armata Giorgio Battisti, e del contin- dini dei Comuni della Valle Olona per il La cerimonia segna la fine di un periodo gente dello staff internazionale. Alla ca- loro costante sostegno, rivolgendo un intenso e impegnativo. L’esperienza ma- serma “Ugo Mara” di Solbiate Olona particolare e commosso ringraziamento turata fino ad ora consentirà al NRDC- (Varese), accanto ai vertici dell’ANA alle famiglie dei Caduti, che sopportano ITA di affrontare con sempre maggiore c’erano il sottosegretario alla Difesa on. con dignità un profondo dolore. determinazione le sfide del futuro. Gioacchino Alfano, il capo di Stato L’on. Alfano ha ribadito come il perso- Maggiore della Difesa ammiraglio Luigi nale di NRDC-ITA abbia operato in ter- Il Labaro scortato Binelli Mantelli e dell’Esercito gen. ra afgana con competenza e versatilità, dai vice presidenti Crugnola e Zorio C.A. Claudio Graziano, il vice capo di frutto di un intenso impegno e di una e da alcuni consiglieri. Stato Maggiore di Supreme Headquar- professionalità riconosciute da tutti. ters Allied Powers Europe (SHAPE) Anche l’ammiraglio Binelli Mantelli ha gen. C.A. Philippe Stoltz, il comandan- ricordato il prezioso supporto delle fami- te delle Forze Operative Terrestri gen. glie del personale in missione, esortando C.A. Roberto Bernardini e il sindaco di quest’ultimo a profondere lo stesso im- Solbiate Olona Salvatore Luigi Melis. pegno nella prossima sfida di NRDC- Da gennaio 2013, per un anno, circa 280 ITA: la costituzione di un Joint Task militari del comando del Corpo d’Arma- Force Headquarters. ta di Reazione Rapida della NATO in Il generale Graziano ha sottolineato co- Italia sono stati impiegati, a Kabul, nel- me, tra le missioni che vedono impegna- l’ambito della missione International ta la NATO, quella in Afghanistan, sia Security Assistance Force (ISAF), nella la più complessa e difficile. Se oggi le

39 3-2014 NOSTRI ALPINI IN ARMI Catinaccio, c’ero anch’io! Fuoripista A pagina 30 e 31 del numero di gennaio abbiamo pubblicato un comunicato del Comando Truppe alpine dal titolo “In ferrata sul Catinaccio”. I nostri lettori, sempre molto attenti, vi in sicurezza hanno rilevato un’incongruenza. Scriviamo: “…il Catinaccio non risulta essere mai stato re progetti per aumentare la sicurez- asceso da alcun reparto militare”. Non è un’affermazione corretta poiché molti altri reparti Tza in montagna sono stati realizzati in armi, in anni diversi, hanno compiuto questa ascensione. Ci scusiamo quindi per l’errore. dalla Sezione Meteomont del Comando Ecco, sull’argomento, uno stralcio di alcune e-mail e lettere, documentatissime, giunte in Truppe Alpine e dal comprensorio “Ada- redazione. mello Ski” che con i suoi 100 km di piste e con alcuni dei più suggestivi itinerari Enzo Polesana fuoripista dell’arco alpino attira ogni in- Enzo Polesana fece la sua na- verno un numero sempre crescente di ja nella 94ª compagnia del appassionati. btg. Trento, 6° Alpini, co- Per promuovere una corretta frequenta- mandata dall’allora capitano zione della montagna sulle piste del To- Paolo Montanari. Il 9 luglio nale e di Pontedilegno sono attivi un campo artva, un check point sul ghiac- 1971 la compagnia partì da ciaio e una stazione meteonivologica. Monguelfo alla volta della Sciatori e appassionati del fuoripista Val d’Ega per il campo estivo possono esercitarsi con il kit di autosoc- (nella foto). Da lì cominciaro- corso prima di effettuare un itinerario no le marcie attraverso valli e grazie al campo artva allestito nella par- passi dolomitici, durante le te centrale del Passo Tonale, ai piedi del- quali, nella mattinata del 14 le piste, tra la seggiovia Scoiattolo e la luglio, dal rifugio Santer salì sciovia Presanella. È aperto a tutti, è fino alla cima del Catinaccio, come documentato dalla foto scattata dall’allora co- completamente automatico ed è basato mandante, oggi generale, Montanari. su tre livelli: base, avanzato e professio- nale. Una volta selezionato il livello la ri- cerca viene attivata. Il campo è anche a Gen. Giovanni Comelli disposizione di quanti vorranno eserci- Il gen. Comelli documenta come l’8 ago- tarsi con i dispositivi di autosoccorso (ar- sto 1961 la 39ª batteria del gruppo Vesto- tva, pala, sonda). ne del 5° rgt. art. mont. ascese il Catinac- Gli appassionati di attività alpinistiche e i cio portando un mortaio da 120 (nella fo- freerider possono fruire anche di un to). I comandanti erano: capitano Alberto check point artva sul ghiacciaio Presena. Masera per la 39ª btr., per il gruppo Vesto- È posizionato all’arrivo delle sciovie, a monte della discesa verso il Cantiere, e ne ten. col. Celestino Revelli, per il 5° art. permette di verificare il funzionamento mont. il col. Vito Giustiniani. del proprio dispositivo prima di intrapren- dere l’itinerario Sgualdrina. Queste strut- Walter Zanoni ture fanno parte di un progetto più ampio Era il campo estivo 1969 e Walter Zanoni, che è completato dalla stazione meteoni- specialista al tiro della 127ª compagnia vologica automatica, installata in zona mortai, btg. Bolzano 6° Alpini, racconta Val Albiolo e i cui dati saranno accessibi- come la sua Compagnia raggiunse la vetta li dal sito www.meteomont.org o da del Catinaccio ben zavorrata dai mortai da www.adamelloski.com 120 (nella foto).

Gen. Luigi Telmon Il gen. Luigi Telmon, già ufficiale del btg. Tirano e comandante del plotone para- cadutisti Orobica, ricorda che le salite al Catinaccio venivano regolarmente effet- tuate ogni anno durante i corsi di alpinismo della brigata Orobica e del plotone al- pini paracadutisti della Brigata.

Mar. magg. Battista Dada Il mar. Battista Dada racconta come nell’estate 1957 la vetta del Catinaccio sia sta- ta conquistata, seguendo la via dei Camini, dai sottufficiali e ufficiali del corso di roc- cia e ghiaccio della SMALP di Aosta. Dada vi ha partecipato inquadrato nel btg. Ci- vidale. Sul “libro di vetta”, ai piedi della grande croce, c’è anche la sua firma insieme a quella di altri partecipanti alla spedizione.

40 3-2014 Staffetta alpina, bronzo a Sochi GRANDE PROVA NEL BIATHLON AI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI opo 16 anni e quattro Olimpiadi in- Dvernali l’Italia conquista nuova- mente una medaglia nel biathlon, grazie alla splendida prova nella staffetta mista dei due atleti del Centro Addestramento Alpino, il caporal maggiore scelto Karin Oberhofer e il 1° caporal maggiore Do- minik Windisch e dei compagni di squa- dra Dorothea Wierer (Fiamme Gialle) e Lukas Hofer (Carabinieri). La gara di staffetta mista, per la prima volta inserita nel programma olimpico, è stata entusiasmante. Nella prima frazio- ne la squadra italiana si è portata nelle posizioni di testa con la Wierer che ha dato il cambio alla Oberhorfer quando era in seconda posizione. L’atleta di Bressanone ha condotto una splendida 6 km, con un solo errore al poligono, sen- za farsi distrarre dall’attacco della ceca Soukalova. Al cambio con Windisch l’Italia è terza, a 20” da Repubblica Ceca e Norvegia. Nonostante il tentativo di gia, arrivata prima con un margine di 45”. rimonta dei tedeschi e degli slovacchi, Una medaglia che si aggiunge ai due ar- Windisch riesce a mantenere la posizio- genti e ad altri cinque bronzi conquista- ne. L’ultimo frazionista, Lukas Hofer, ti dall’Italia nelle varie discipline: risul- percorre i 7,5 km di gara tenendo un tati di prestigio che hanno portato gran- gran ritmo sugli sci, con due sessioni di de soddisfazione nel team azzurro. Ricor- tiro perfette. diamo che alla 22ª edizione dei Giochi Il distacco dall’atleta tedesco è di 30”. È Olimpici invernali hanno partecipato fatta, l’Italia conquista uno splendido 113 atleti, 23 dei quali sono alpini della In festa sul podio al termine della gara. bronzo, frutto di una bella prova corale, Sezione Sport Invernali del Centro Da sinistra, Dorothea Wierer, Karin Oberhofer, dietro alla Repubblica Ceca e alla Norve- Sportivo Esercito di Courmayeur. Dominik Windisch e Lukas Hofer. Un alpino in Somalia ono trascorsi più di vent’anni dalla mala, che è stato per molti anni all’8º Smissione ONU del 1992 e i nostri Alpini di Cividale del Friuli e più recen- militari sono tornati a Mogadiscio sotto temente al Comando della NATO a l’egida dell’Unione Europea che, nel Bruxelles. 2010, ha avviato l’operazione European Questo seppur piccolo contributo alpino Union Training Mission Somalia, allo sco- insieme al grande aiuto internazionale po di addestrare le forze armate somale e stanno facendo fare un passo importante legittimarne il governo transitorio, elet- al paese del Corno d’Africa, a lungo in to dal parlamento nel settembre 2012. bilico tra anarchia e guerra civile. An- Dopo aver reso operativa la base europea che se la strada è ancora in salita: ne è all’interno dell’aeroporto internazionale prova l’attacco di inizio anno proprio di Mogadiscio la scorsa estate sono stati contro l’aeroporto di Mogadiscio dove inviati dal Ministero della Difesa anche sono stanziati, tra gli altri, il contingen- i primi soldati italiani. Tra loro c’è il ma- te italiano della brigata Folgore, i rap- resciallo Igor Pizzolato (nella foto), uni- presentanti della Presidenza del Consi- ca penna nera presente nella capitale so- glio e l’Ufficio Italiano per la Somalia.

41 3-2014 SPORT di Anna Rosa Rossi dominatore ai Piani di Bobbio OLTRE TRECENTO ATLETI AL CAMPIONATO ANA DI SCI DI FONDO

itorna con successo a Barzio, in del presidente della sezione di Lecco, Per il vincitore assoluto è una riconfer- Valsassina, il 79° campionato na- Marco Magni. ma, una dimostrazione di forza che trova Rzionale ANA di sci di fondo; for- Le condizioni meteorologiche non sono un precedente nella scorsa edizione del temente voluto dalla sezione di Lecco, dalla parte degli organizzatori, ma le campionato: dopo l’esperienza asiaghese l’evento dedicato alle penne nere fa iscrizioni ripagano gli sforzi compiuti: sui Francesco Rossi si riconferma campione nuovamente tappa sulle montagne del Piani di Bobbio a 1.700 metri, lungo la nazionale ANA di sci di fondo, al termi- Lario dopo l’edizione nordica del 1936 e pista di sci di fondo dei Rododendri, so- ne di un testa a testa mozzafiato con un del 1956 e quella dedicata allo sci alpino no oltre 300 i concorrenti a prendere il alpino in armi, Richard Tiraboschi di del 1995. Un folto corteo ha condotto i via. Pioggia e foschia accompagnano la Bergamo, classe 1988, già atleta del vessilli delle 33 Sezioni partecipanti, i manifestazione alpina che va assumendo Centro Sportivo Esercito di Courma- gagliardetti dei Gruppi e i fondisti, nella i contorni di una competizione d’altri yeur, vincitore della gara “Senior”. Sul piazza principale del paese dove l’alpino tempi. terzo gradino del podio assoluto sale il Gianfranco Polvara, simbolo della valla- La partenza è a cronometro: gareggiano forte portacolori della sezione di Trento, ta ospitante e atleta che ha preso parte a due fondisti alla volta, a seconda della Matteo Radovan, mentre gli altri vinci- ben cinque Olimpiadi invernali, ha ac- categoria, alla 5, 10 e 15 km in tecnica tori di categoria sulla distanza dei 15 km ceso il tripode che ha aperto ufficial- libera su un impegnativo percorso ad sono Diego Piazzi (Trento) nella “Ma- mente il campionato. La cerimonia è anello di 5 chilometri. E l’altitudine si ster A1” e Marco Gaiardo (Belluno) stata accompagnata dalle parole dei con- sente e rende ancor più selettiva la pro- nella “A3”. siglieri nazionali e sezionali, del vice va valida per l’assegnazione del titolo Buone prove anche nelle categorie “Ma- presidente vicario Adriano Crugnola e nazionale. ster B”. Per loro un solo giro di pista e un

42 3-2014 leader indiscusso, Battista Rossi della se- zione di Sondrio con il miglior tempo sulla distanza più breve e la vittoria nel- la categoria “B2”. Alfredo Pasini (Berga- mo) si impone nella categoria “B3”, mentre il figlio Fabio, anche lui alpino, difende i colori azzurri alle Olimpiadi di Sochi. Matteo Sonna (Trento) vince la “Master B4”, mentre il generale Valenti- no Stella guadagna per la sezione Aosta il podio più alto nella “B5–B6”. La 10 km è appannaggio di Gianfranco Polva- ra per la sezione di Lecco nella “Master B1”, Gianni Penasa (Trento) nella “Ma- ster A5” e Stefano De Martin (Cadore) nella “A4” con il miglior tempo nella 10 km. Avvicendamento al vertice delle Sezio- ni ANA: dopo la vittoria di Trento nel 2013, è la Sezione di Bergamo - seconda I consiglieri Onorio Miotto (a destra) e Mariano Spreafico (a sinistra) premiano i primi tre classificati. ad Enego lo scorso anno - che conquista Sul podio Francesco Rossi, vincitore del campionato, Richard Tiraboschi e Matteo Radovan, terzo. la vetta della classifica a squadre su Trento e Sondrio, la Sezione organizza- trice, sul gradino più basso del podio. Nel corso delle premiazioni, svolte al termine di un partecipatissimo rancio alpino, alla presenza di Antonio Rossi, assessore regionale allo sport e campione olimpico di canottaggio ad Atlanta, dei consiglieri nazionali Onorio Miotto e Mariano Spreafico, del sindaco di Barzio Andrea Ferrari, del presidente della se- zione di Lecco Marco Magni con i con- siglieri e i commissari sportivi, viene ri- cordata l’alpina valdostana Simona Ho- squet. Fondista, guida, istruttore di sci e alpinismo, Simona è rimasta vittima, lo scorso 6 febbraio, di una valanga in Val- tournenche.

(foto di Luigi Rinaldo) Il campione olimpico e assessore regionale per lo Sport Antonio Rossi con gli alpini durante il suo intervento ai campionati di Barzio.

A sinistra: il vice presidente nazionale vicario Crugnola con il vice presidente vicario della sezione di Lecco Mauro Farina.

CLASSIFICHE Assoluta (primi cinque classificati): 1°) Francesco Rossi (sez. Sondrio, 0.36’18”); 2°) Richard Tiraboschi (Berga- mo, 0.36’35”); 3°) Matteo Radovan (Tren- to, 0.37’48”); 4°) Marco Gaiardo (Belluno, 0.38’29”); 5°) Mirko Penasa (Trento, 0.38’36”). Trofeo col. Tardiani (prime tre sezioni classificate): 1°) Bergamo (1875 punti); 2°) Trento (1494); 3°) Sondrio (1217). Le classifiche complete sono pubblicate su www.ana.it

43 3-2014 Il raduno IN BREVE del “Gemona” a sezione di Gemona e la neo costituita associazione “Mai Daur”, organizzano il L3° raduno del btg. Gemona. GLI IMPEGNI DELLA P.C. DI FIRENZE PROGRAMMA Durante i campionati mondiali di ciclismo svolti a Firenze in settembre, la Protezione Civile della lo- • Sabato 5 aprile cale Sezione ANA è stata impegnata, oltre che co- Gemona del Friuli - ore 9 piazza del Municipio: alzabandiera e deposizione corona me supporto e informazioni, anche per la campa- al monumento ai Caduti - 9,15 cinema sociale: proiezione del film “L’albero tra le gna informativa del Dipartimento nazionale di P.C. denominata “Terremoto, io non rischio” con 15 trincee” di Paolo Rumiz - 9,30 caserma Goi: deposizione corona al monumento dei persone dei gruppi di Firenze e Valdarno Superio- militari deceduti nel sisma del ’76 – 17 via Carlo Caneva: deposizione corona al cip- re suddivise in due turni di 5 ore giornaliere. Lo po del btg. “Gemona” - 17,30 Comunità Montana del Gemonese: assemblea del- stand aperto per l’occasione ha ricevuto la visita l’Associazione “Mai Daur” - 20,30 cinema sociale: esibizione della fanfara della Ju- di numerosissimi cittadini interessati alle modalità lia, proiezione di filmati sulla Grande Guerra e presentazione del libro di Celso Gal- per ridurre il rischio sismico. lina “Due facce della stessa medaglia”. - ore 10,45 caserma Fantina e Zanibon: alzabandiera. - ore 11,45 caserma “La Marmora”: alzabandiera e deposizione corona al monumento ai Caduti. Muris di Ragogna - ore 15,30 deposizione corona al monumento ai Caduti del “Galilea”. Sabato 5 aprile funzionerà il servizio filatelico temporaneo delle Poste Italiane, con UN’OPERA DEL PITTORE MICHETTI Questo è il quadro “Nikolajewka”, opera del famo- “annullo speciale”. so pittore Giorgio Michetti, classe 1912, residente a Viareggio, con al suo attivo numerosissime ‘per- • Domenica 6 aprile sonali’. Iscritto come aggregato alla sezione di Pi- Gemona del Friuli - ore 9,30 piazza del Ferro: ammassamento, alzabandiera e di- sa-Lucca-Livorno, ha voluto dedicare una delle sue scorsi ufficiali - 10,30 Messa in Duomo - 11,30 sfilata per le vie cittadine - 13 piaz- quotatissime opere alla tragedia degli alpini nella Campagna di Russia. za del Ferro: termine sfilata - 13,15 rancio alpino - 17 piazza del Ferro: ammainaban- diera - 20,30 cinema sociale: proiezione del film “La Grande Guerra” di Mario Mo- UN GAGLIARDETTO SUL KALA PATTHAR nicelli. Nicola Ginetti, iscritto al gruppo di Prato, se- zione di Firenze, ha par- Per informazioni: tecipato a un trekking •Sede ANA, via Scugjelars, 3 - Gemona del Friuli (Udine) tel. 0432-981216, con destinazione il Kala [email protected] - www.anagemona.it Patthar, a quota 5.545, •Associazione Mai Daur - via Scugjelars, 3 - Gemona del Friuli (Udine) tel. e fax detto il balcone sul- 0432-981216 - [email protected] - www.maidaur.it - facebook: battaglione alpini l’Everest (metri 8.848) che si vede alle sue spalle. In mano ha il gagliardetto del Gruppo lasciato, in- Gemona “Mai Daur”. sieme ad altri, nella piramide del CNR. •Ufficio IAT: tel. 0432-981441 - [email protected] - www.gemonaturismo.it LA NUOVA BAITA DEL GRUPPO Il gruppo di Villa Raverio, sezione di Monza ha inaugurato la baita alpina attesa ben 57 anni, tan- ti quanti gli anni dalla fondazione del Gruppo. Il ta- glio del nastro è stato affidato al reduce alpino Per i Caduti in Afghanistan Enrico Beretta classe 1921 e al “sindaco dei ra- n monumento dedicato ai Caduti in Afghanistan - in particolare a quelli del gazzi” di Besana Brianza: i nostri valori che pas- sano ai giovani. La baita, piccola ma confortevo- U7° Alpini, battaglione “Feltre” - sarà inaugurato il prossimo 6 aprile a Feltre, le, è arricchita da simboli alpini eseguiti da arti- alla presenza del presidente nazionale Sebastiano Favero. giani alpini brianzoli. Il programma prevede alle ore 8,30 la Messa nella cattedrale di Feltre in suffragio ai Caduti; ore 9,45 ammassamento in via Campogiorgio e sfilata per le vie della città; ore 10,30 alzabandiera in piazza “btg. Feltre”, scoprimento del monumento realizza- to dallo scultore Antonio Bottegal, onori ai Caduti e interventi delle autorità. Sabato 5 aprile, alle ore 20,30 presso l’auditorium Istituto Canossiano (in via Monte Grappa 1 a Feltre) si terrà il “Concerto per la pace nel mondo” con la Ban- da cittadina comunale di Arsiè.

44 3-2014 I libri recensiti in questa rubrica si possono reperire presso la Libreria Militare via Morigi 15, angolo via Vigna, Milano tel. 02-89010725 biblioteca punto vendita gestito da due alpini.

LI NOLEGGIO A CURA DI MAURO FERRARIS OPERAZIONE GALILEA ADAMELLO 1963-2013 L’ULTIMA VOLTA Perché tra tutte le unità 50 anni di memoria La fine dell’era del mulo che formavano il convoglio e di fratellanza nelle Truppe alpine gli inglesi silurarono pro- I muli sono stati congeda- prio il Galilea? Che cosa ra doveroso per la ti nel 1991, chiudendo trasportava di così impor- Esezione ANA Valle- con nostalgia un’epoca. tante? Quali segreti na- camonica ricordare i Questi racconti, accom- sconde il suo relitto in fon- 50 anni dei pellegri- pagnati da foto a colori, do al mare? Che cosa sta naggi in Adamello con alcune commoventi, ri- cercando un nostalgico del un programma che evi- guardano il periodo che Terzo Reich esperto in recuperi sottomarini? Chi denziasse il legame va dal 1986 al 1989, con è il misterioso guardiano del faro tormentato da che unisce gli alpini al- particolare riguardo all’ul- un oscuro passato? Basato su un capillare lavoro l’Adamello, le cui cime timo campo invernale effettuato dalla 7ª batteria di ricerca, il romanzo sovverte l’interpretazione raccontano gli atti di di artiglieria da montagna del gruppo Pinerolo, data finora, coinvolgendo il lettore in un crescen- eroismo e la quotidiani- prima del congedo dei quadrupedi. Tutte le testi- do di colpi di scena. tà vissuti da migliaia di monianze sono state riportate esattamente come Il ricavato dalla vendita del libro sarà devo- nostri giovani negli an- sono state scritte dagli autori e questo rende il li- luto dall’autore, a nome della sezione di ni della Guerra Bianca. bro davvero autentico. Udine, alle famiglie di bambini malati termi- Tra le varie iniziative che hanno coinvolto il terri- Pagg. 179 – euro 20 nali. torio valligiano e in particolare il comune di Te- Editore Alpitrek – Giaveno (Torino) Pagg. 166 – euro 18 mù, culla del pellegrinaggio, c’è questa pubblica- Tel. 011-9376917 – www.alpitrek.com Nuovi Sentieri Editore zione, sintesi e memoria di incontri tra “veci” e Per l’acquisto rivolgersi alla sezione di Udine, “bocia”, di emozioni vissute da chi ritornava su RENATO CRESTA tel. 0432-502456, martedì, giovedì e sabato quei campi di battaglia, di dolore per un amico NEVE dalle 16 alle 19; e-mail: [email protected] perduto, di orgoglio per il dovere compiuto. Il li- Compendio di nivologia bro ripercorre, anno dopo anno, la storia del pel- Formazione ed evoluzione della neve A CURA DI PIERO AMBROSINI E ROBERTO ROSSINI legrinaggio, col passare degli anni divenuto ma- Ambiente e dinamica delle valanghe CON IL PATROCINIO DELLA REGIONE VENETO nifestazione nazionale. Prevenzione e soccorso DA VENEZIA A CATTARO La documentazione agli atti del gruppo di Temù Un testo unico, un Le località costiere dell’Adriatico orientale dice che il 1° raduno-pellegrinaggio si ebbe nel viaggio affascinante nelle cartoline d’epoca 1963, ma già molti anni prima il Tonale e l’Ada- nel mondo della neve, Il volume è stato pensato per mello erano meta di tante penne nere. dalla formazione di un ricordare quelle località della Il numero de “L’Alpino” del maggio 1924, in un leggerissimo cristallo costa adriatica e delle isole box in prima pagina intitolava: “Adamello! Que- fino alla potenza deva- del Quarnaro e Dalmate che st’anno tutti in Adamello!”. stante della valanga. oggi sono parte integrante Era un invito a partecipare al Convegno che si sa- Renato Cresta - già uffi- delle repubbliche di Slovenia e rebbe tenuto quell’anno dal 23 agosto al 2 set- ciale degli alpini para- Croazia. Al termine della se- tembre a Ponte di Legno. Lo stesso giornale ri- cadutisti, insegnante ai conda guerra mondiale molte porta un ampio articolo sull’avvenimento: “…in corsi di formazione per maestri di sci e responsa- migliaia di italiani residenti in quelle regioni dovet- fraternità d’animo con gli alpinisti del Club Alpino bili della sicurezza sulle piste - ci regala un manua- tero lasciare le loro terre e i loro averi, riparando Italiano in Adamello, luogo non scelto a caso ma le ricchissimo di informazioni, grafici, tabelle, illu- in buona parte in Italia. Il libro oltre a riprodurre perché testimone solenne e solitario di gesta su- strazioni, l’esperienza di una vita. oltre 900 bellissime cartoline d’epoca, vuol esse- blimi, quello in cui sono sepolti, sotto la valanga Pagg. 395 – euro 35 re un omaggio a quegli oltre 250.000 esuli. o sotto le nevi, i compagni caduti in faccia al ne- Mulatero Editore – Omegna (TO) Pagg. 355 – euro 33 mico, e ogni balza, ogni cima, ogni valle canta al- Tel. 0124-428051 Volume di grandi dimensioni in carta patinata l’animo un ricordo; sono i silenzi interminabili, gli www.mulatero.it Cierre Edizioni – Sommacampagna (Verona) immacolati candori delle Alpi che avvolgono del- Tel. 045-8581572 – www.cierrenet.it la loro poesia e della loro luce i reduci vecchi e nuovi, coloro che compirono ieri le gesta, coloro KATIUSCIA LANERI - ELISABETTA LOI - SAMANThA VIVA che le compiranno, se sia necessario, domani”. AFGHAN WEST Voci dai villaggi A CURA DI IVETTA FUhRMANN Questi i motivi che hanno reso sempre più fre- Questo libro è il racconto ADOLFO RIVOIR quenti i raduni e sempre più consistente la parte- del viaggio di tre giornali- L’UFFICIALE CHE SALVÒ LA BANDIERA cipazione. Questo bel volume contribuisce a con- ste in Afghanistan, nella Diario di prigionia in Polonia e Germania servare quei ricordi e a lasciare traccia di un per- zona tra Herat e Farah, Il diario di Adolfo Rivoir è un corso che gli alpini continueranno nel tempo. (Ni- nel momento in cui è an- contributo importante per la co- cola Stivala) cora in atto la transizione noscenza e la riscoperta degli di potere. Le autrici, tra- IMI, gli internati militari italiani in ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZ. VALLECAMONICA mite un’opera testuale, Germania tra il settembre 1943 A CURA DI NICOLA STIVALA fotografica e video, rac- e il maggio 1945. ADAMELLO 1963-2013 contano la speranza di Circa 650.000 uomini dislocati 50 anni di memoria e di fratellanza chi, dopo decenni di guerre, vede la possibilità di in vari campi di detenzione in Introduzione di Luciano Viazzi un futuro basato sul lavoro svolto e sul sangue Polonia e Germania, in condizio- Pagg. 239 – euro 23 comprese spese versato dai nostri soldati. Il senso di una missione ni di vita difficilissime. Il col. Rivoir dopo l’8 set- di spedizione da versare sul c/c 10982 - quella italiana ISAF - che ha contribuito a creare tembre si trovò costretto a consegnare le armi ai IBAN: IT39K0324454160000000010982 un forte legame tra popolo afgano e italiano. tedeschi e a darsi prigioniero insieme ai suoi sol- UBI Banca di Vallecamonica – Sede di Breno Pagg. 165 – euro 29 dati. Durante la prigionia conservò sotto gli abiti A pag. 4 è presente un QR-code che permette ai la bandiera del 5° alpini riportandola in patria al- Per l’acquisto e informazioni rivolgersi alla sezio- possessori di smartphone di guardare il video, la sua liberazione nel 1945. ne ANA Vallecamonica tel. 0364-321783 dopo aver installato un software gratuito. Pagg. 126 – euro 14,50 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11 Bonfirraro Editore – Barrafranca (Enna) Editrice Claudiana s.r.l. – Torino il giovedì anche dalle 17 alle 18. Tel. 0934-464646/400091 Tel. 011-6689804 – www.claudiana.it e-mail: [email protected] www.bonfirraroeditore.it 45 3-2014 INCONTRI

Domenica 6 aprile i congedati del 5° btg. Edolo si ritroveranno a Clusane d’Iseo (Brescia). Contattare Lu- ciano Abeni, 333-5832644; oppure Giovanni Goffi, 0365-313557.

Raduno dei Lupi, 34ª cp. di Ul- zio, 3°/’88 con l’allora capitano, ora gen. D. Federico Bonato.

I musicanti della banda militare del 12° CAR di Montorio dal 1954 al 1963 si danno appuntamento a Mon- torio Veronese domenica 13 aprile con il proprio strumento in occasione del 34° raduno. Per informazioni contattare Franco Malfer, 338-7755295; oppure Archimede Portolani, 334-5821050.

Non si vedevano dal 1953 quan- do erano nella 56ª Sezione Sani- tà di Bressanone, btg. Trento. Sono Francesco Bazzini e Otta- vio Tonina.

Foto ricordo davanti alla sede del gruppo di Lumezzane San Sebastiano (Brescia) degli artiglieri del grup- po Vestone, 5° da montagna. Gli artiglieri del 5° che erano a , gr. Vestone nel 1966, di nuovo insieme dopo 47 anni. So- no, da sinistra, Mondinini, Bacca- nelli, Lonardini, Rodondi e Pasini.

Si sono riabbracciati a Colle di Compito (Lucca) dopo 50 anni gli alpini del btg. Val Chiese, ca- serma di Vipiteno. Sono, Boc- cardi, Marella, Bonaguidi, Ros- sato e Cincelli.

Gli alpini della 43ª cp., btg. Aosta, anni 1964-65 si sono ritrovati a 49 anni dal congedo, a Stresa. Per i prossimi incontri, Pietro Ricca 333-6545922.

46 3-2014 INCONTRI

Raduno al passo Croce D’Aune il prossimo 13 aprile, ore 10,30 con i comandanti del gruppo Agordo di Feltre. Contattare Mirko Fiorese, 335-5304073; oppure Carlo Maino, 335-5740983.

Si sono dati appuntamento a Feltre, il prossimo 25 maggio i commilito- Si sono ritrovati a Udine per festeggiare i 40 anni dalla naja del 70° ni del 3°/’65 e 3°/’68 che hanno fatto il militare a Feltre. Per informazioni corso AUC della SMALP, comandato dal cap. Folegnani. gen. Bresadola, 348-9030741; Ottorino Zanon, 0444-240132; G.Luigi Bandini, 335-6213452; Romolo Tamburlin, 339-2970647.

Gli allievi del 18° corso ASC della SMALP di Aosta, anni 1960-61 si ri- troveranno sabato 12 aprile presso l’albergo Klostersepp di Chiusa (Bolzano). Per informazioni, Giancarlo Bendin, 347-0195257; Um- berto Dalla Vecchia, 348-7309650.

Quarantatreesimo raduno dei genieri alpini della brigata Cadore, in Val Vi- I “peones” che nel 1978 erano alla Cesare Battisti di Merano, si sono sdende. Con loro il col. Trevisan, comandante della compagnia Pionieri dati appuntamento a Stradella (Pavia). Contattare Gianfranco Monta- e il mar. aiutante Morgi. Per futuri incontri, Sandro Vio, 041-5344760. gna, 329-3176481; e-mail: [email protected]

Commilitoni del btg. Aosta, anni 1966-67. Per ritrovarsi più numerosi telefonare a Ugo Zunino, 348- 9501177; oppure Giuseppe Peisino, 333-3945756. 47 3-2014 CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

CASERMA PIETRO CELLA GR. BELLUNO, 6° ALPINI

Artiglieri del gruppo Belluno, caserma Bertolotti di Pontebba, 6° Alpini, anni 1979-1980, dove siete? Giuliano Re vi sta cercando. Scrivetegli via mail all’indirizzo: [email protected]

Caserma Pietro Cella dal settembre 1976 al maggio 1977. Orazio Cro- CORSO ROCCIA DEL 7° ce (tel. 339-7343136) cerca i compagni di naja.

BTG. CIVIDALE, 76ª CP.

Corso roccia al passo del Falzarego del 7° Alpini, brg. Cadore, nel- l’agosto del 1963, con il reduce di Russia Lauri. Giuseppe Capra, al- l’epoca in servizio alla caserma Calvi di Tai di Cadore, risponde al nr. 338-4630465; e-mail: [email protected]

75° CORSO AUC Gli alpini del 75° corso AUC si ritroveranno il prossimo 27 aprile a Bas- Giuliano Tardivel (tel. 340-8719753) cerca il caporal maggiore Giancarlo sano del Grappa (Vicenza) e ad Asolo (Treviso) per festeggiare i 40 an- Panicchi che era in servizio a , btg. Cividale, 76ª cp., negli an- ni dall’inizio del corso. Per informazioni Angelo De Momi, ni 1970-71. Nella foto anche Bencic, Vignoli, Gasparini, Salvi e Serena. e-mail: [email protected]

CERCA IL COMMILITONE CASERMA TESTAFOCHI, 42ª CP. CERCA RUSCONI E BONFANTI NELLA FOTO

Angelo Cristante, 2°/1970, 76ª cp., btg. Cividale, brg. Julia cer- Domenico Lucchina (tel. 335-7798615) cerca i commilitoni che erano ca il commilitone originario di Il- con lui ad Aosta, 42ª cp., caserma Testafochi, anni 1968-69. legio di Tolmezzo del quale non Dino Polla nel 1952 era a Mera- ricorda il nome, con lui a destra no con l’artigliere Rusconi, poi di- nella foto, scattata alla caserma 29° CORSO AUC venuto autista del magg. Bonfan- Zucchi di Chiusaforte. Contattar- Giovanni Nini cerca i commilitoni del 29° corso AUC, plotone Pionieri. ti. Contattare Polla al nr. 0131- lo al nr. 333-8207259. Telefonargli al nr. 349-1864681; e-mail: [email protected] 264774.

48 3-2014 CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! - ALPINO CHIAMA ALPINO

CASERMA TINIVELLA, 1962 SOCCORRITORI DEL VAJONT

Moggio Udinese, caserma Tinivella, nel 1962: corso specialisti al tiro dei mortai da 81. Al centro l’allora tenente Gianfranco Zaro, ora gene- Longarone 14 ottobre 1963: artiglieri del 6° da montagna, gr. Agordo, rale ed ex comandante della Julia. Rodolofo Romanello, che ricorda an- 42ª batteria, caserma Zannettelli di Feltre, con il sottotenente Angelo che Pomi, Zaninetti, Grassi, Perracca e Manghi, risponde al nr. 339- De Boni (tel. 043-95453) che hanno partecipato ai soccorsi della po- 5920973; e-mail: [email protected] polazione durante la tragedia del Vajont.

ALLA SMALP, NEL 1967 A 20 ANNI DAL CONGEDO

Walter Boleso (tel. 031-914596) cerca i due ACS Apostoli e Achil- le che erano con lui alla SMALP Btg. Logistico Tridentina a Elvas – Bressanone, 7°/’94. Incontriamoci a 20 anni dal congedo: contattare Ales- di Aosta, 3ª cp., nel 1967. sio Marini al nr. 347-6743337; e-mail: [email protected]

BTG. GEMONA, ANNI 1976-77 BRESSANONE, ANNI ’60 MONTORIO VERONESE, NEL 1961

Erano a Bressanone, dal 1959 al 1961. Franco Paolicchi, al cen- tro sulle spalle di un commilito- ne, cerca i compagni di naja fo- tografati con lui (l’ultimo a destra Btg. Gemona, brg. Julia, 70ª cp., è Fernando Damian). Scrivergli in a Tarvisio, negli anni 1976-77. via Pietro Nenni 3 – 55042 Forte Dodicesimo CAR a Montorio Veronese nel 1961. Mario Vanini cerca i Giancarlo Lideo risponde al nr. dei Marmi (Lucca); e-mail: commilitoni nella foto scattata a Verona. Contattarlo al nr. 0332- 339-4982491. [email protected] 435797.

49 3-2014 SEZIONI ITALIA

ASTI A scuola dagli alpini

li alunni della scuola primaria Aluffi di Castelnuovo Calcea ac- darietà dei militari nei confronti della popolazione e in particolare dei Gcompagnati dalle insegnanti e dagli alpini castelnovesi hanno visi- bambini. Racconti e filmato hanno dato modo agli alunni di conoscere tato la nuova sede delle penne nere di Asti, situata nel parco di Rio Cro- l’aspetto solidale degli alpini che spesso vengono visti solo come figure sio, dove sono stati accolti dal presidente Adriano Blengio e da alcuni legate a imprese militari del passato. Al termine della presentazione lo alpini della Sezione. È stato proiettato il documentario “Ma chi sono scambio di doni: gli alunni hanno regalato agli alpini un libro sulla vita questi alpini?”, realizzato dal Centro Studi ANA, in cui la protagonista di Brofferio, importante personaggio di Castelnuovo Calcea e gli alpini è una simpatica penna nera che racconta, in modo semplice e diverten- hanno ricambiato con un guidoncino. Immancabili le foto ricordo e una te, la storia degli alpini. Particolare interesse ha suscitato il racconto di passeggiata nel parco con la promessa di ritornare ancora per ascoltare un alpino da poco tornato dall'Afghanistan che ha sottolineato la soli- altri racconti dai più “veci”.

COMO Villa Carlotta torna a splendere

ulle sponde del Lario, a Tremezzo, sorge Villa Carlotta: conosciu- Sta in tutto il mondo fu costruita dal marchese Clerici alla fine del Seicento, passata ai Sommariva, quindi alla principessa Orange-Nas- sau nel 1850. Oggi è aperta al pubblico. Ricca di opere d’arte fra cui alcune sculture del Canova, vanta un pregiato giardino botanico. La parte boscosa a monte è stata adottata dagli alpini comaschi che, da due anni, stanno lavorando per riportare il vecchio uliveto allo splendore di un tempo e per riutilizzare gli annessi, pregevoli fabbri- cati rurali. Gli alpini, in particolare quelli dei Gruppi del territorio, hanno prestato 2.887 ore di lavoro, ripulendo un’area di oltre 18.500 metri quadri. In 42 giornate-lavoro, i 460 volontari hanno ripulito l’area da infestanti, abbattuto alberi non tipologici, asportando oltre 180 quintali di materiale. Con l’uso di un piccolo scavatore hanno anche ripristinato la vecchia mulattiera d’accesso. Attualmente il la- voro è orientato alla preparazione della zona in cui si terrà il campo scuola dell’Associazione nel prossimo mese di luglio. I ragazzi che in- terverranno saranno immersi in un territorio incantevole, di fronte alle Grigne e al promontorio di Bellagio. completare il recupero dell’area e proseguire con la manutenzione, in Lo scorso anno il cantiere è stato visitato dall’allora presidente nazio- collaborazione con la fondazione Villa Carlotta. I turisti, oltre alle nale Corrado Perona e da alcuni consiglieri nazionali che si sono resi bellezze della villa e della sponda tremezzina del Lario, conosceranno conto dell’entità del lavoro. L’intenzione delle penne nere è quella di così anche gli alpini.

50 3-2014 SEZIONI ITALIA

FELTRE Buon compleanno, gruppo di Seren

l gruppo di Seren, chiamato “Monte Grappa”, tra i più vecchi della no Bassani, hanno preso la parola il capogruppo Riccardo Rech, il Isezione di Feltre, ha compiuto 80 anni. I festeggiamenti sono co- sindaco Loris Scopel, alcune autorità civili, il capogruppo di Ramon minciati con l’ammassamento presso le scuole Medie di Seren del di Loria Renato Monegato e il presidente della sezione di Feltre Car- Grappa e con la sfilata per le vie del paese e sono proseguiti con la lo Balestra. Il capogruppo ha consegnato un riconoscimento agli ex Messa, durante la quale don Fabio Cassol ha esaltato le caratteristi- capigruppo: Bassani, Titton e a Romina Rech, nipote di Giuseppe che dello spirito alpino. Quindi l’alzabandiera e la deposizione di una Rech. Una targa ricordo di questo importante traguardo è stata rega- corona d’alloro al monumento ai Caduti. Nella tarda mattinata i di- lata ai rappresentanti dei Gruppi presenti: Ramon di Loria, Telve scorsi di rito: dopo una breve storia del Gruppo, raccontata da Tizia- Valsugana, Seregno, Zocca e Mussolente.

IVREA Bimbi in festa per l’ottantesimo stata una festa memorabile Èquella degli 80 anni di fonda- zione del gruppo di San Benigno Canavese, culmine di un lavoro iniziato più di un anno fa. Gli alpi- ni sono stati nelle scuole materne ed elementari del paese incontran- do oltre 300 bambini. È stato emo- zionante spiegare chi sono gli alpi- ni, cosa hanno fatto e cosa fanno ora in Italia e nel mondo. La pre- sentazione è stata agevolata dalla proiezione del DVD appositamente preparato dal Centro Studi ANA per un pubblico così giovane. I bambini, entusiasti dell’insolita le- zione, la domenica mattina hanno partecipato alla sfilata. Le vetrine dei negozi erano ‘alpine’ grazie agli allestimenti dei com- mercianti e la popolazione ha ad- dobbato le vie con una moltitudine di bandiere tricolori per i tre giorni della festa. Un opuscolo illustrato con la storia del Gruppo è stato di- stribuito a soci e simpatizzanti. 51 3-2014 SEZIONI ITALIA

ROMA Viterbo tricolore

iterbo imbandierata ha accolto i numerosissimi alpini convenuti Messa in memoria di tutti i Caduti nella cattedrale di San Lorenzo, Vper il raduno della Sezione e il 30° del Gruppo. Tante penne ne- accompagnata dal coro ANA Roma. In serata l’incontro dei rappre- re anche delle sezioni Molise, Marche, Latina e dei gruppi di Castel- sentanti dell’Associazione con autorità civili, militari, Associazioni e franco Veneto, Lizzano in Belvedere, Castellino Tanaro e Mori. cittadini: presenti il consigliere nazionale Salvatore Robustini, il pre- Il raduno è iniziato con l'inaugurazione della mostra sui “140 anni di sidente della sezione di Roma Enzo Fuggetta e il sindaco di Viterbo storia degli Alpini” e sulla “Guerra Bianca” organizzata dagli alpini Leonardo Michelini. Al termine una conferenza audiovisiva sul- del gruppo di Castelfranco Veneto (Treviso) e da Massimo Albano, l’ANA dal tema: “Storia di solidarietà e volontariato”, e l’esibizione, che ha ricevuto grande consenso. La giornata si è conclusa nella Sa- in piazza Plebiscito, della fanfara di Borbona. la Regia del Palazzo dei Priori, con la conferenza sui “140 anni di Sto- Le celebrazioni della domenica sono state accompagnate dalla musi- ria del Corpo degli Alpini”, presentata dal gen. Marco Corti. ca della fanfara della brigata Taurinense alla presenza di numerosi Sabato l’inaugurazione di una targa e la deposizione di fiori al Monu- vessilli e gagliardetti oltre al picchetto militare del 9°. La sfilata ap- mento all’Alpino presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercito. Poi la plaudita da tanta gente ha chiuso questa tre giorni indimenticabile.

LA SPEZIA Una piazza per un reduce

i è svolta a Groppo di Tresana la cerimonia di inti- Stolazione della piazza alla memoria del reduce di Russia e co-fondatore del gruppo di Tresana, Innocen- zo “Tino” Polloni. L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione tra il comune di Tresana e il locale gruppo ANA. Dopo un breve saluto del presidente sezionale Alfredo Ponticelli, è intervenuto il sindaco Oriano Valenti che ha descritto la figura di Polloni ricordando il suo ope- rato, sempre rivolto al bene della comunità di Groppo. Ha chiuso il gen. Serra rievocando l’epopea della riti- rata di Russia. Poi lo scoprimento della targa con l’in- titolazione della piazza per mano della vedova e della figlia di Polloni e la deposizione di una corona da par- te del sindaco Valenti e del gen. Serra. Un grazie anche allo speaker della manifestazione, Gianfranco Angeloni.

Il gen. Serra ed il sindaco Valenti rendono omaggio alla memoria.

52 3-2014 SEZIONI ITALIA

CUNEO Ripristinata la ferrata sull’Oronaye stata inaugurata la “Via at- Ètrezzata degli Alpini” alla ci- ma Dronero del monte Orona- ye, sullo spartiacque italo-fran- cese delle alpi Cozie. La cima fu conquistata per la prima volta nell’agosto 1883 da Giovanni Masini, Ettore Troya e da due alpini i cui nomi sono rimasti sconosciuti. La prima guerra mondiale ha vi- sto, sulle Alpi Orientali, la rea- Alpini di oggi il ten. Stefano Anghilante, il serg. Giuseppe D’Agostino e… lizzazione di molte vie ferrate di ieri: Aldo Meinero e Toni Caranta (Foto Toni Caranta). per favorire il passaggio in luo- stituiti i cavi e le scalette, restaurati i due ricoveri ed è stata dotata ghi particolarmente impervi. delle protezioni che ne permettono la risalita in sicurezza. Il lavoro di Nel 1935, ad opera degli alpini recupero conservativo della ferrata ha richiesto parecchi anni, consi- del btg. Dronero, fu realizzata la derato che i mesi in cui è possibile lavorare in parete sono pochi poi- più imponente ferrata delle Alpi ché si sviluppa tra i 2.650 e i 3.050 metri d’altitudine. Occidentali, quella del monte Il ripristino di questo prodigio di ingegneria realizzato dagli alpini Oronaye. La ferrata, carica di La scala finale, lunga 50 metri. delle nostre valli, ha richiesto un ingente impegno economico coper- anni e deteriorata dalle avversi- to in parte dal Comitato Organizzatore dell’Adunata nazionale di tà della montagna, è stata ripristinata dalla guida alpina Nino Perino Cuneo. Ci si arriva da Cuneo risalendo la val Maira fino alla frazione con la collaborazione di altre guide e volontari del Soccorso Alpino di Acceglio, da dove si raggiunge il bivacco Valmaggia, inizio della della val Maira. Segue fedelmente il tracciato originale, sono stati so- ferrata che richiede una ottima esperienza alpinistica.

VARESE L’eredità di Nikolajewka

Il vice presidente vicario Crugnola con il presidente sezionale Bertolasi (al Alpini e gagliardetti iniziano la salita della Via Sacra. centro) e altre rappresentanze che hanno partecipato al pellegrinaggio. edele al motto “Senza memoria il popolo non ha radici” la sezio- scovo ausiliario di Milano mons. Luigi Stucchi insieme a otto cap- Fne di Varese ha organizzato anche quest’anno il tradizionale pel- pellani alpini. Nell’omelia il celebrante ha esortato gli alpini a prose- legrinaggio al santuario di Santa Maria del Monte, sopra Varese, per guire sul sentiero della solidarietà, che è foriera di pace, pace che de- fare memoria della drammatica e decisiva battaglia di Nikolajewka ve regnare nei nostri cuori e nelle nostre famiglie. La celebrazione, del 26 gennaio 1943. Alla prima cappella della Via Sacra si sono da- accompagnata dal coro sezionale, si è conclusa con la Preghiera del- ti appuntamento tanti gagliardetti dei Gruppi della sezione e una l’alpino, registrata dal reduce Palmino Anselmi, sopravvissuto all’ec- moltitudine di alpini con amici e parenti. La serata dal clima quasi cidio di Cefalonia, mancato pochi giorni prima. L’orazione ufficiale è primaverile, ha favorito la partecipazione. La manifestazione è co- stata pronunciata dal vice presidente nazionale vicario Adriano Cru- minciata con un intervento del presidente sezionale Francesco Ber- gnola che ha paragonato la sofferenza dei nostri alpini in quel genna- tolasi che ha rievocato, anche dal punto di vista storico, l’avveni- io del 1943 alle difficoltà politico-economiche che il popolo italiano mento. Poi la salita al Sacro Monte con la recita del Santo Rosario, si trova a dover affrontare in questi anni. Ha continuato ricordando alternando i “misteri” con la Preghiera dell’Alpino e la lettura di al- come i valori sui quali si basa lo spirito alpino possono essere una le- cuni scritti dei soldati in trincea. Nel Santuario, sull’altare, erano ben va per rimuovere quel pesante strato di indifferenza e di ignavia che visibili i tre simboli della manifestazione: un’urna contenente la ter- attanagliano da qualche decennio la nostra Patria. La manifestazione ra di Russia, un’icona della Madonna recuperata in un’isba, e la reli- si è conclusa con il canto “Signore delle cime” eseguito all’unisono quia del Beato don Carlo Gnocchi. La Messa è stata celebrata dal ve- dal coro e dai partecipanti alla celebrazione eucaristica. 53 3-2014 SEZIONI ESTERO

ARGENTINA SVIZZERA Gara di tiro a segno Costanza festeggia i 50 a Buenos Aires i è svolta come tutti gli anni a novembre la gara di tiro a segno, aper- Sta a soci e aggregati, organizzata al poligono di Buenos Aires dalla sezione Argentina. La vittoria dell’ultima edizione è andata a Ernesto Angel Pizzorno, iscritto al gruppo di Buenos Aires.

l gruppo “Lago di Costanza” ha compiuto 50 anni, celebrati con una Igrande festa organizzata dal capogruppo Fernando Epis. La cerimo- nia è iniziata presso la chiesa di San Colombano di Rorschach con l’ingresso del vessillo, accompagnato dal presidente sezionale Fabio Brembilla e dal consigliere Nicola Stellato: di scorta sette gagliardet- ti e i labari delle Associazioni Trentini e Bergamaschi nel mondo. Il celebrante ha ricordato l’impegno degli alpini e la loro importanza in Il vincitore Pizzorno tra il presidente sezionale Fernando Caretti, terra d’emigrazione come polo di aggregazione e baluardo di principi che gli consegna il trofeo, e il vice presidente sezionale Gianfranco Tuzzi. morali. Il Console generale di San Gallo ha lodato gli alpini portan- doli ad esempio in questo momento così duro e incerto. Queste le pa- role del capogruppo a chiusura della festa: “Questa è stata la mia ulti- ma fatica da capogruppo. La partecipazione, la stima e la generosità dei presenti mi ripagano dell’impegno che ho profuso nell’organizza- zione. Grazie a tutti”.

AUSTRALIA In ricordo di padre Gonelli Il gruppo dei partecipanti, soci e aggregati, con al centro Pizzorno. el secondo anniversario Ndella sua scomparsa, av- venuta nel febbraio 2012, vo- gliamo ricordare padre Ata- CANADA nasio Gonelli che per oltre Borse di studio a Vancouver vent’anni ha svolto il suo apostolato quale cappellano dell’Associazione Nazionale Alpini di Sydney. Nato nel 1923 a Cottignano (Biella), arruolato negli alpini, era destinato al fronte russo, ma gli eventi dell’8 settembre lo trattennero in Italia. Entrò nell’ordine dei cappuccini e venne ordinato sacerdote nel 1947. La sua scelta per la vita missionaria lo portò nel 1949 ad emi- grare in Australia, dove per alcuni anni accolse e accompagnò nei centri di accoglienza i nostri connazionali emigrati. Dal 1936 al 1971 fu direttore, giornalista e factotum del giornale in lingua italiana da lui creato “La Fiamma”. Anche il Comitato Assistenza agli Italiani di Sydney è in parte una sua creazione: sua l’istituzione di corsi di italia- no e di varie forme di assistenza. Poco prima di morire, con un grup- po di connazionali, fonda il “Father Atanasio Gonelli Charitable urante la “Festa dei Combattenti” tenutasi al “Centro Italiano” di Found” per poter continuare la sua missione caritativa rivolta ai con- DVancouver, sono state consegnate le borse di studio “Franco Berta- nazionali bisognosi. Padre Atanasio ha sempre seguito gli alpini con gnolli” a tre studenti meritevoli, nipoti di alpini iscritti alla Sezione. grande amore assistendoli spiritualmente nei momenti di sofferenza e Nella foto, da sinistra: il cappellano della sezione monsignor Bernardo condividendo le loro gioie, soprattutto quelle familiari. Non è mai Rossi, Alyssa Ramanzin tra i nonni, Germano Sandri che ha ritirato mancato a nessuno dei raduni alpini in questa lontana terra, sempre l’assegno per conto del nipote Stefano, Kevin Minato con i nonni e, ul- celebrando la Messa. Prima della sua morte promise: “…continuerò timo a destra, il presidente sezionale Vittorino Dal Cengio. ad essere vicino agli alpini con la preghiera”. 54 3-2014 CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE La riunione dell’8 febbraio 2014 l caporedattore de L’Alpino Giangaspare Basile ha lasciato Allo scopo di ridurre i costi della pubblicazione del periodico Iil suo incarico e, invitato al CDN, ha ricevuto il saluto del L’Alpino, all’interno del giornale verrà inserita della pubblicità presidente nazionale Favero, a nome suo e dell’Associazio- qualificata e selezionata. ne: Favero lo ha ringraziato per l’impegno e la professionali- Zorio ha presentato una relazione sulla sua missione esplo- tà profusa nei molti anni trascorsi al servizio dell’ANA e, co- rativa in Sardegna sui luoghi interessati dalla recente alluvio- me attestato di stima e gratitudine, gli ha consegnato un ri- ne. Sono stati danneggiati molti ponti che hanno compro- conoscimento. messo gravemente l’economia locale ed in modo particolare Prosegue l’organizzazione nei dettagli dell’Adunata naziona- la pastorizia. Il CDN sta valutando se è possibile coinvolgere le di Pordenone. Riguardo allo sfilamento è consentito solo in un intervento di prevenzione la nostra Protezione Civile. agli appartenenti all’ANA senza deroghe: eventuali sfilamenti La decisione viene rimandata fino a che verranno effettuate di gruppi autonomi saranno consentiti solo per circostanze le opportune valutazioni in materia e individuate le necessa- particolari approvate dal CDN. rie risorse finanziarie per realizzare l’intervento. Riguardo l’Adunata de L’Aquila, il COA per motivi tecnici, non È continuata la discussione in CDN sulla seconda serie di ar- è ancora stato ufficialmente costituito anche se il lavoro or- gomenti riguardanti la Protezione Civile: formazione, eserci- ganizzativo procede secondo le scadenze programmate. tazioni, sicurezza, controllo sanitario e regolamento. Quanto A conclusione dell’impegno del prof. Losapio, co-fondatore è emerso nella discussione verrà presentato alla riunione dei dell’Ospedale da campo ANA e fin dalla sua costituzione di- presidenti a Motta di Livenza il prossimo 22 marzo. rettore di questa preziosa struttura, il CDN ha preso in con- Prosegue l’organizzazione del CISA che si terrà a Marostica siderazione il doveroso riconoscimento da attribuirgli. Al- sabato 12 e domenica 13 aprile prossimi e del convegno sul l’unanimità è stata approvata la proposta di iscrivere il prof. centenario della Grande Guerra che occuperà la mattinata di Losapio nell’albo dei soci benemeriti per i suoi meriti. L’albo sabato 12. dei soci benemeriti ad oggi registra solo 54 nominativi di Sono in fase di individuazione e di messa a punto anche le personaggi che hanno contribuito a far grande la nostra As- attività che faranno da corollario alle celebrazioni del cente- sociazione. nario della Grande Guerra.

NUOVI PRESIDENTI Sondrio: Gianfranco Giambelli ha sostituito Alberto Del Martino. Valdobbiadene: Valentino Baron ha sostituito Marino Fuson.

CALENDARIO APRILE 2014 28/29/30 marzo 12/13 aprile A L’AQUILA INCONTRO DEI GIOVANI A MAROSTICA 18° CISA E CONVEGNO SULLA GRANDE GUERRA 1° aprile PAVIA – Festa della Protezione Civile al tempio della frater- SONDRIO – Commemorazione dei Caduti del ghiacciaio nità di Cella di Varzi Scerscen al Sacrario militare di Sondrio 21 aprile 5 aprile GORIZIA – 49° raduno sul monte Quarin a Cormòns CASALE MONFERRATO – Concorso canoro “Dante e Batti- sta” 26 aprile COMO – Inaugurazione della mostra centenario Grande Guerra 5/6 aprile GEMONA – 3° raduno del btg. alpini “Gemona” 26/27 aprile FELTRE – “Concerto per la pace” e inaugurazione del monu- CIVIDALE – Campionato sezionale di tiro a segno trofeo mento ai Caduti in Afghanistan e nelle missioni di pace del “Specogna-Gasparini” btg. Feltre CUNEO – 7° raduno in Langa a Neviglie

6 aprile 27 aprile CASALE MONFERRATO – A Occimiano festa dei veci della GENOVA – Pellegrinaggio sezionale alla Madonna della Guardia classe 1938 PARMA – A Busseto inaugurazione nuova sede del gruppo SALUZZO – 80° del gruppo di Martiniana Busseto-Polesine-Zibello “Terre del Po” SALUZZO – A Melle raduno con Messa al Sacrario “Mater 12 aprile Captivorum” LECCO – Concerto di Pasqua del coro Grigna e consegna PISA-LUCCA-LIVORNO – A Calci, sui monti Pisani, 16° trofeo borsa di studio Pedroni per apertura festeggiamenti del 90° “Rainaldo Rainaldi” organizzato dal gruppo di Pisa

55 3-2014 Acquista “Jody“Jody Skater”Skater”

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