N. 8 / 2015 NOVEMBRE

Una piramide di

a rapp rese nta re un patrimoni o unico al mondo.

Sanità apistica Entrata - uscita dall’inverno: una partita a scacchi tra api, uomo e ambiente

Ritorniamo all’ABC La conservazione e la disinfezione dei materiali

L’approfondimento del mese Tecnica apistica e corretta alimentazione

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In copertina ANNO XXIII - NUMERO 8 NOVEMBRE 2015 La piramide dei mille mieli. Venerdì 9 otto - sommario bre, all’Expo di Milano, organizzata dall’Os - servatorio Nazionale del Miele all’interno del padiglione di Sloow Food, si è svolta “La giornata dell’apicoltura italiana”, con la pre - sentazione di “Apis Land”, gioco di ruolo sull’apicoltura italiana, ideato dall’Osservato - rio con il contributo del Mipaf. Piatti a base di miele, degustazioni, talk-show condotto da Patrizio Roversi, smielatura in diretta, flash mob degli apicoltori con affumicatori fumanti, ma soprattutto la piramide dei mille pag. 2 Editoriale di F. Panella mieli a simboleggiare la qualità e la varietà dei mieli italiani. La foto è di M. Naldi. pag. 5 Documento A. tumida in Calabria! Sorpresa? Amministrazione e Redazione: Corso Crimea 69, 15121 Alessandria di Unaapi e Conapi Tel. e Fax 0131-250368 e-mail: [email protected] pag. 9 Sanità apistica www.lapisonline.it canale youtube: unioneapicoltori Entrata - uscita dall’inverno: Proprietà: una partita a scacchi tra Aspromiele, Via Drovetti 5, Torino api, uomo e ambiente Direttore Responsabile: di M. Valleri e U. Vesco F. Panella Vice Direttore: pag. 14 Apicoltura e ambiente R. Barbero Le linee guida dell’Efsa: nuovi metodi per la Redazione: L. Allais, R. Barbero, valutazione dei rischi da pesticidi per le api M. Bergero, G. Bigio, M. Carpinteri, di Efsa S. Curti, P. Faccioli, A. Fissore, U. Grassone, A. Lazzati, F. Panella, pag. 19 L. Piana, A. Raffinetti, M. Valleri “Se me lo raccontassero, non ci crederei” di R. Barbero Impaginazione: S. Curti Stampa: Tipografia Canepa, pag. 23 Biologia apistica Via Perfumo 40/a, Spinetta M.go (AL) L’alveare, città senza capo Spedizione in abbonamento postale - di J. Kievits 70% - No/Alessandria. Autorizzazione del Tribunale di Cuneo pag. 31 Ritorniamo all’ABC n. 463 del 27/02/92 La conservazione e la disinfezione Abbonamento annuale dei materiali, tarma della cera inclusa euro 30,00 per 9 numeri. Da versare sul C.C.P. n. 23728108 di M. Bergero intestato ad ASPROMIELE, pag. 37 Via Drovetti 5 - 10138 Torino, Lavori del mese oppure tramite bonifico bancario L’approfondimento info su www.lapisonline.it La salute delle api: tecnica Arretrati euro 3,50. apistica e corretta alimentazione Ai sensi dell’art. 13 del DLgs. 30.6.2003 n. 196, informiamo che i dati personali degli abbonati di U. Grassone e A. Fissore sono trattati da Aspromiele - Associazione Pro - duttori Miele Piemonte - in forma automatizzata e utilizzati per l’invio della rivista, di materiale ammi - pag. 43 Ambasciatori dei mieli nistrativo, commerciale e promozionale derivante dalla nostra attività. Ai sensi dell’art. 7 del suddet - Propoli: dalla natura un alleato polivalente to DLgs. gli abbonati hanno il diritto di conoscere, aggiornare, rettificare o cancellare i propri dati e di di S. Martinotti e E. Ranzato opporsi per motivi legittimi al loro trattamento. pag. 49 Visto per voi Alveari appesi per aiutare… le api

EUROPEA N DOCUMENTATION di G. Bigio

IN APICULTU RE pag. 50 La posta dei lettori di A. Raffinetti FOR PRESS AND INFORMATION Questo numero è stato chiuso in pag. 53 redazione mercoledì 14 ottobre 2015 Notizie in breve

Sommario L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 1 Editoriale

di F. Panella

UNO, DUE, E TRE… RIUSCIREMO… MAI… A CONTARCI?

L’attuale è un Mondo, un universo in veloce – bie multifattoriali, la principale causa del declino travolgente? - movimento. Vari avvenimenti delle api: gli effetti malefici dell’intreccio tra recenti hanno “scombinato” aspetti importanti, monocolture e pesticidi. Nel frattempo, in una anche del microcosmo apistico. L’Alta Corte di vasta zona del Piemonte occidentale, imperver - Giustizia degli USA, accogliendo il ricorso della sa, da settembre, una ”epidemia” che spopola coalizione pro api ambientalista, ha dichiarato migliaia di alveari, con sintomi, nella fase termi - illegale l’autorizzazione del nuovo insetticida nale, di Nosema ceranae . Lo spopolamento si è sistemico Sulfoxaflor. Una delle quattro moleco - manifestato dopo l’abbondante raccolto di le sistemiche killer d’api che, nelle more dell’en - melata, nella grande calura siccitosa dell’estate trata in vigore delle nuove procedure Efsa per 2015. La causa che, in questo caso, potrebbe l’autorizzazione dei pesticidi, anche la Ue ha essere principale e scatenante, fra le tante inter - autorizzato. Invece nella “Settimana delle api” secate, è lo stress delle famiglie da prolungata e del Parlamento Europeo – il Bee Week – la totale assenza di apporti pollinici. Nel frattempo squadra “pro api” di europarlamentari con a si è evidenziato in Calabria il più che prevedibile capo l’onorevole Mariya Gabriel ha segnato un e disastroso flop della veterinaria, nella ”eradica - gran bel goal. In quella occasione ho potuto zione” di Aethina tumida. Al momento, purtrop - contribuire e partecipare a un momento istitu - po, l’eclatante e totale flop della strategia veteri - zionale importante che ha indicato, senza neb - naria non vede ripensamenti di sorta… e siamo già al quarto rogo d’alveari. Si persevera con un approccio che non solo è tanto costoso quanto fallimentare, ma che è, soprattutto, il miglior mezzo per la diffusione del parassita. Lasciamo ai patiti di fantascienza la “spiegazione” della reintroduzione del parassita per opera di una forza occulta, per rimarcare come le proposte di Unaapi e Conapi siano realistiche, praticabili e percorribili.

I lavori della “Settimana delle api” del Parlamento Europeo sono stati aperti da Desislava Taneva, Ministro dell’Agricoltura della Bulgaria, che si è nettamente e chiaramente espressa per il divieto Ue degli insetticidi sistemici.

2 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Editoriale L’Alta Corte di Giustizia degli USA ha accolto il ricorso della coalizione ambientalista nord america - na pro api e ha sospeso l’autorizzazione del Sulfo - xaflor, poiché ha riconosciuto che l’autorizzazione dell’insetticida sistemico è totalmente carente di studi e valutazione sugli effetti per api e insetti utili. Di converso la Ue, che pure ha ristretto l’uso di neonicotinoidi, di recente ha, incredibilmente, autorizzato diversi insetticidi sistemici: Sulfoxaflor, Chlorantraniliprole, Cyantraniliprole e Cyclaniliprole.

Fra queste, la necessità prioritaria di vincere la possibile la tracciabilità di tutte le movimenta - sfida dei prossimi mesi: far funzionare l’anagrafe zioni di tutte le matrici apistiche potenzialmente apistica (BDA), strumento fondamentale di vettrici di malattie (api, api regine, pacchi d’api, conoscenza su stato ed evoluzione del settore. melari, favi…). Proposte di semplice e imme - Per offrire pari condizioni e modalità operative a diato buon senso. Basti immaginare quali costi tutti gli apicoltori italiani e superare i particolari- demenziali (per non parlare delle ore e ore smi regionali. Il buon funzionamento della BDA perse davanti ai PC) e inefficienze comportino impone di superare la stratificazione normati - queste insensate procedure. Tanto contropro - va e cancellare tutte le norme regionali in con - ducenti da tradursi, per limitarsi ad un esem - trasto e/o ridondanti o in aggiunta a quanto pio, nel rischio di passaggio “al nero” di qual - già previsto da norme e decreti di valenza siasi cessione d’api regine . nazionale. Va quindi positivamente apprezza - ta la volontà espressa da alcune Regioni, Sta a noi apicoltori sviluppare iniziative per otte - come la Puglia, di rivedere le proprie leggi nere presto risultati concreti, sta a noi coltivare regionali sull’apicoltura alla luce della BDA. la speranza di altra capacità responsabile e pragmatica dei variegati interlocutori pubblici. E’ anche indispensabile che si superino alcune inaccettabili deficienze delle procedure on line. Certo che cadono le braccia, spira la speranza, E’, infatti, fondamentale che siano quantomeno a leggere quanto “imposto” da una USL per una eliminati: recente manifestazione: “ si comunica che per poter portare in esposizione (…) delle api vive • la “validazione” ASL dei dati inseriti dall’api - racchiuse in apposite teche (…) è subordinata coltore. alla certificazione sanitaria (…). Tale certificazio - La registrazione di nuovi apiari, alla stessa ne sanitaria dovrà riportare il contrassegno iden - stregua del censimento annuale, deve essere tificativo di ogni arnia e attestare sia la sanità un’operazione di e immediata operativi - degli alveari che Ia provenienza da zona non tà, senza “ prese d’atto ” che lasciano, come infetta.(…) certificato anche il corretto tratta - deve essere, all’utente la responsabilità sulla mento per Ia varroasi (…). Dove possibile dovrà correttezza delle informazioni inserite. essere inserita in anagrafe Ia loro movimentazio - La procedura di validazione, non prevista nel ne. (…) obbligo, da parte degli espositori a fine decreto dell’anagrafe, è una “autorizzazione manifestazione, della pulizia e disinfezione della alla registrazione”, che assegna alle Asl un pavimentazione e della struttura (…). E’ oppor - inutile sovraccarico e che ha quale unico risul - tuno, quindi, che gli stessi richiedano la presen - tato la disincentivazione alla segnalazione za di un servizio di disinfezione allo scopo di pre - delle movimentazioni di apiari. venire la propagazione di malattie infettive e dif - fusive oppure, se in grado, venga effettuata in • L’obbligo, in caso di vendita, della georefe - proprio. (…) renziazione dell’apiario d’origine e di destino . Mai come nel nostro bel Paese “ l’ottimo è nemi - Per le cessioni d’api è obbligatorio indicare co del bene ”. E’ ora di eradicare la sindrome di l’esatta ubicazione d’origine e destino degli presuntuosa, prepotente, improvvida derespon - animali, con il conseguente accesso all’elenco, sabilizzazione burocratica. completo di georeferenziazione, degli apiari aziendali. I dati dell’azienda di allevamento Albert Einstein: “L’umanità avrà la sorte che sono più che sufficienti per garantire la traccia - saprà meritarsi”. bilità delle movimentazioni degli animali. E’ innegabile che l’unità epidemiologica è l’azien - Francesco Panella da apistica; nessuno è così folle, da ritenere Novi Ligure, 14 ottobre 2015

Editoriale L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 3

IL DOCUMENTO

DOCUMENTO DI UNAAPI E CONAPI INVIATO ALLE AUTORITÀ SANITARIE E AGRICOLE EUROPEE, NAZIONALI E REGIONALI, E ALLE ASSOCIAZIONI AGRICOLE E AMBIENTALI.

A. TUMIDA IN CALABRIA! SORPRESA? L’Italia, a seguito del ritrovamento, nel settembre 2014, di un parassita esotico degli alveari, incluso nella lista delle malattie denunciabili dell’OIE, si è confrontata con un caso senza precedenti, con le dovute comprensibili incertezze che, all’inizio, hanno reso plausibile la strategia di “stamping-out”. Tuttavia in breve tempo, già dal mese di novembre 2014, sono emerse evidenti peculiarità e criticità del fenomeno: • su diverse migliaia di alveari visitati sono stati individuati solo poche decine d’individui adulti. • Solo in pochissimi casi sono stati individuati stadi larvali. • Gli apiari dichiarati “positivi” sono risultati disseminati in un vasto areale, di oltre 300 km quadrati. • La pur tardiva distribuzione di dispositivi in policarbonato indicatori della presenza di A. tumida non ha fornito significanti risultati. • L’ispezione degli alveari, in autunno/inverno e in tali condizioni di limitato, se non limitatissimo, livello di parassitosi, moltiplica il rischio di falsi negativi. • Non è semplice monitorare, per tempo, altri e molteplici ambienti di possibile sopravvivenza e moltipli - cazione del parassita (laboratori di lavorazione del miele, depositi di melari e materiale apistico vario, sciami selvatici, nuclei di api e bombi per l’impollinazione agricola, sciami d’api selvatici ecc…) Elementi, tutti questi più che sufficienti per imporre una riflessione e un aggiustamento della strategia adottata, come richiesto a più voci da molti soggetti scientifici, istituzionali, come anche da associa - zioni apistiche nazionali e locali Invece il Ministero della Salute italiano ha irremovibilmente seguitato a indicare l’”eradicazione” quale unica strategia di lotta al parassita. Indifferenti a ogni contributo, sollecitazione o confronto le autorità veterinarie hanno continuato a imporre le misure conseguenti a tale scelta, incuranti della diversità del contesto epidemiologico rispetto ad altre emergenze in differenti contesti zootecnici e omettendo qualsiasi valutazione di costi/benefici rispetto alla strategia adottata. Lo “stamping-out” ha così prodotto l’incenerimento (spesso compiuto non a “norma di legge”) di oltre 3500 alveari, degli apiari “sfortunati” in cui si è accertata la presenza di un solo esemplare di A. tumida.

COSA NON È STATO FATTO: • Non si è a oggi indennizzato, neppure parzialmente, quanti gravemente colpiti sia dai roghi sia dalle differenti e collegate misure costrittive, peraltro di limitata se non nulla efficacia. A oggi non è neppure conosciuta l’entità dell’indennizzo spettante all’apicoltore per ogni alveare sacrificato. • Si è accuratamente evitato di consultare e coinvolgere specifiche competenze scientifiche entomo - logiche nazionali, europee e internazionali. • Non è stato a oggi reso noto l’esito dell’indagine genetica sulla possibile origine geografica del parassita, proprio mentre da varie parti si indica come “scontata” una responsabilità apistica nel - l’importazione del parassita.

5 • Non sono state cercate e investite risorse economiche straordinarie indispensabili per l’attivazione di un organico, con obiettivi plausibili, che includesse gli studi scientifici e la ricerca dei migliori metodi di contrasto alla diffusione del parassita. • Non sono stati ricercati e implementati altri metodi di monitoraggio del parassita. • Non sono state sperimentate differenti tipologie di trappole di cattura del parassita, né tantomeno sono stati posizionati tempestivamente - almeno fino a settembre 2015 - nuclei esca orfani per il monitoraggio. • Non ci risulta sia stato effettuato alcun tipo di indagine sui possibili, se non probabili, ambienti di riproduzione dell’insetto (quali ad esempio, depositi di melari e di materiale apistico, laboratori di estrazione e lavorazione del miele, nuclei di api e bombi per l’impollinazione delle colture ecc…). • Non si è cercata la collaborazione degli allevatori, anzi con assoluto disinteresse sulla condivi - sione delle scelte, si sono perseguiti obiettivi irrealistici con metodi improvvidi; determinando quindi fra gli apicoltori solo timore e totale sfiducia nell’operato delle istituzioni.

CHE FARE, ORA? Quando si sarà capaci di prendere atto di quanto e come le misure adottate hanno comportato solo danni incalcolabili all’apicoltura tutta e a quanti immolati al sacro fuoco dell’”eradicazione”, auspichia - mo che si possa finalmente passare a un confronto sereno e costruttivo. Va in primo luogo positivamente registrato che, al momento non sembrerebbe essersi estesa l’area di insediamento parassitario. Ma è anche vero che sono necessari tre anni, in media, per compren - dere quanto le condizioni ambientali influenzano l’aggressività del parassita. Proponiamo quindi che si attivino, finalmente, le seguenti misure, atte al contenimento di A. tumida.

IN CALABRIA • Costituzione di una specifica unità di crisi operativa per la gestione delle misure cautelari con la col - laborazione, a fianco dei responsabili veterinari, dei referenti regionali dell’agricoltura, dell’ambiente e delle rappresentative realtà associative apistiche, nonché con il supporto di referenti scientifici specializzati in lotta ai coleotteri. • Destinare risorse adeguate all’immediata attivazione di ricerche scientifiche per lo studio e il con - trasto della parassitosi. • Distribuzione e utilizzo per il monitoraggio di specifiche e differenti tipologie di trappole. • Trattamento con specifici preparati, autorizzati in deroga dal Ministero della Salute, degli alveari del focolaio originario e delle aree ad esso circostanti. • Spostamento tracciabile di tutti gli apiari, se adeguatamente muniti di trappole di cattura, nell’am - bito della zona in Calabria oggi denominata “di sorveglianza”. • Blocco delle movimentazioni da e per l’areale del focolaio, salvo specifica autorizzazione a seguito di accertamento veterinario. • Possibile introduzione di materiale biologico vivo apistico da zone non infestate verso l’area oggi denominata “di protezione”, al fine di consentire la ricostituzione del patrimonio apistico a chi ha subito abbattimenti e misure costrittive. • Indennizzo congruo delle imprese che hanno subito gli abbattimenti e attivazione di meccanismi di priorità nelle graduatorie dei PSR e dei bandi relativi all’attuale Reg.1234/07 e al prossimo Reg. 1308/13 per favorire la ricostituzione del patrimonio aziendale. • Promuovere urgenti e qualificate attività d’informazione e formazione qualificata degli apicoltori, per proporre e affinare metodi di lotta biologica e convenzionale, e gestione dell’allevamento in presen - za del coleottero.

6 NELLE ALTRE REGIONI D’ITALIA Obiettivi prioritari sono: • Attivazione effettiva, uniforme e praticabile della BDA sulla collocazione e movimentazioni degli apiari. Superando gli attuali vincoli burocratico/formalistici che ne scoraggiano l’utilizzo, sia per le gravi deficienze della modulistica che ne ostacolano - se non addirittura ne impediscono - attual - mente l’utilizzo e sia per la contraddizione/sovrapposizione con gli adempimenti precedentemen - te stabiliti da normative regionali. • Ricerca e costruzione della massima possibile collaborazione di tutti gli apicoltori per scongiurare o quantomeno ritardare, il più possibile, l’estensione dell’infestazione parassitaria. Se e sino a quando l’infestazione sarà limitata alla zona di prima colonizzazione, possono essere condivisibili adeguate misure restrittive, ma le caratteristiche di A. tumida inducono a prevedere una sua possibile, e molto probabile, espansione in altre regioni italiane. E’ pertanto urgente valutare le diverse opzioni e misure per contrastare efficacemente la possibile espansione dell’infestazione. La priorità che proponiamo è che ogni scelta e misura sia valutata per l’insieme di costi e bene - fici che comporta. Qualora si accertasse l’insediamento dell’insetto in altri areali d’Italia, difficilmente confinabili e determinabili, riproporre nel/nei nuovo/i focolaio/i limitazioni della movimentazione degli alveari (l’unica modalità di diffusione relativamente “visibile e percepibile”) rischia di comportare per l’api - coltura danni non commisurati ai supposti benefici. L’allevamento d’api implica nella sua generalità, infatti, spostamenti e movimentazioni complesse e obbligate di tutti quegli elementi in cui e su cui si riproduce il parassita. Allevare api richiede appunto la necessaria (quindi non regolamentabile, né contenibile) movimentazione, oltre alle fami - glie in produzione, di melari, sciami naturali, sciami artificiali, favi da nido con api o di scorte, api regine, cera ecc… Oltre a tali movimentazioni specifiche, proprie e indispensabili, di quest’alleva - mento zootecnico così particolare, vanno poi considerate le rilevanti e indispensabili, specie nel nostro Paese, movimentazioni per il servizio d’impollinazione di colture protette o in pieno campo. L’imposizione di limitazioni della movimentazione di api in produzione rischia di tradursi non solo in una misura assolutamente inadeguata e di assai difficile controllo, ma in un boomerang. Essa, infat - ti, rischia di indurre gli apicoltori a non collaborare nell’individuazione e conoscenza delle zone di espansione del parassita. Basti in proposito rammentare l’effetto di misure similari prese in occa - sione dell’arrivo della varroa nel nostro Paese varie decadi or sono: non v’è traccia, a nostra cono - scenza, di una sola comunicazione ufficiale, fatta a suo tempo, d’infestazione da varroa da parte di veterinari, apicoltori e tecnici apistici in tutta Italia! Ribadiamo invece che è necessario e possibile realizzare tempestivamente, con il massimo impe - gno e condivisione, un’attività qualificata di informazione e formazione degli apicoltori italiani, indi - spensabile per il contrasto adeguato a questa nuova parassitosi. Informazione, praticabilità, convinzione e collaborazione sono e restano le principali armi di ogni battaglia sanitaria. Le sottoscritte associazioni riaffermano la loro totale disponibilità ad attivarsi in tale direzione.

Novi Ligure, 30 settembre 2015

Francesco Panella, Diego Pagani, Presidente UNAAPI Presidente CONAPI

7 HOBBY FARM Via Milano 139 - 13900 Biella - ITALY - Tel. 015 28628 Fax 015 26045 e.mail: [email protected] - www.hobbyfarm.it ENTRATA - USCITA DALL’INVERNO: UNA PARTITA A SCACCHI TRA API, UOMO E AMBIENTE

Per la fauna dei climi temperati l’inverno rappresenta una fase dell’anno molto delicata dove temperature e scarsità di risorse alimentari costringono gli animali a cambiare drasticamente le proprie abitudini. di Michele Valleri e Umberto Vesco

e api si sono evolute adat - L tan dosi a sopravvivere alle stagioni difficili, sia caldo- aride che fredde, senza entrare in letargo. Le colonie per mantener - si attive all’interno del nido necessitano di un buon numero di individui e scorte alimentari tut - tavia, nonostante le difficoltà che una colonia deve affrontare per arrivare a primavera, l’inverna - mento rappresenta una fase naturale del ciclo biologico del - l’alveare. Nonostante ciò negli ultimi anni la mortalità invernale delle colonie è drasticamente aumentata. In particolare l’apicol - tura americana che, prima del - l’avvento della Varroa e dei pesti - cidi neonicotinoidi, vantava una mortalità invernale inferiore al 10%, dal 2006 ha visto triplicate le perdite. Queste morie pesano sull’apicoltura e su gran parte dell’economia agricola america - na ed equivalgono a 250.000 colonie in meno al sopraggiunge - re della primavera, periodo in cui l’America ha sempre più la ne - cessità di impollinatori per le sue colture agrarie. Un team di ricerca dell’Università metabolici e il comportamento le. Quando la deposizione ripar - della Pennsylvania ha raccolto le della colonia (es. cessazione te in maniera considerevole a ricerche esistenti sullo sverna - dell’allevamento della covata e fine inverno/inizio primavera, la mento delle api cercando di indi - formazione del glomere). divisione dei compiti tra di esse viduare le varie criticità al fine di Nella stagione produttiva (pri - riprende. identificare le cause delle nume - mavera, estate e inizio autunno) In aggiunta a queste profonde rose morie. Riportiamo i dati rac - la vita delle operaie è relativa - differenze di comportamento, colti dai ricercatori americani. mente breve, circa 30 giorni, nelle diverse stagioni le api suddivisa in un susseguirsi di manifestano anche importanti Comportamento e compiti prestabiliti. differenze nella fisiologia. I livelli fisiologia delle api In autunno invece, con la popo - di ormone giovanile, vitellogeni - operaie durante lazione in declino numerico, na e proteine nell’emolinfa, così l’invernamento nascono le api svernanti desti - come le dimensioni delle ghian - Con l’alternarsi delle stagioni nate a vivere fino a un massimo dole ipofaringee, sono correlati cambiano il comportamento di 8 mesi e a prendere parte alla tra loro e si regolano reciproca - delle singole operaie, i profili formazione del glomere inverna - mente, variando significativa -

Sanità apistica L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 9 ambientali come il fotoperiodo, le temperature e le condizioni nutrizionali per determinare quali inneschino i cambiamenti stagionali nel comportamento e nella fisiologia delle api e della colonia.

Fotoperiodo Il metabolismo delle api, con il regolamento ormonale sembra essere strettamente collegato al fotoperiodo. Accorciando artifi - cialmente la lunghezza del gior - no in tarda primavera e in estate si provocano diversi cambia - menti nelle colonie tra cui la cannibalizzazione di covata e uova, l’aumento della raccolta e del consumo di nettare e polline e perfino la formazione del glo - mere a temperature ambientali di 18-20 °C. Il fotoperiodo più breve provoca l’aumento del In estate e autun no la regina inizia a diminuire la deposizione contenuto di lipidi e proteine nei delle uova; successivamente, quando la temperatura media corpi grassi, il tessuto che rego - scende sotto 10 °C, le api iniziano a formare il glomere: la il metabolismo e le riserve di impiegano la vibrazione data dai muscoli del volo per gene - nutrienti, provocando in ultima rare calore che mantiene una temperatura esterna del glome - re di 12 °C e di 33 °C in prossimità delle roselline di covata, analisi la formazione di api ope - che diminuiscono man mano che le temperature scendono. raie simili a quelle invernali ma In inverno (quando la temperatura massima media è sopra i comunque non longeve quanto 4 °C) ricomincia la deposizione, che raggiunge il culmine in le api svernanti. primavera, periodo in cui, proprio a causa della crescita demografica delle famiglia, si verificano le sciamature. Suc - cessivamente le colonie, sia le vecchie che quelle di nuova Temperatura formazione, raccolgono polline, la fonte di proteine per l’alle - Un altro fattore determinante è vamento della covata e nettare, che viene convertito in miele la temperatura. Spostando una usato come fonte di energia, di supporto soprattutto nei mesi colonia estiva in una stanza invernali. fredda per 8 giorni è risultata una riduzione significativa di mente tra api nutrici, bottinatrici di proteine nell’emolinfa, che ormoni giovanili nelle bottinatri - ed invernali. rimane stabile per tutto l’inver - ci. Tuttavia, non è stato verifica - In sintesi, i livelli di ormone gio - no . Il tasso di ormone giovanile to se ciò fosse stato influenzato vanile sono bassi nelle api diminuisce quindi da ottobre a anche dal fotoperiodo azzerato nutrici e nelle api svernanti e metà novembre raggiungendo il o dall’assenza di importazione; più alti nelle bottinatrici. suo livello più basso a metà indubbiamente la temperatura Al contrario i livelli di vitellogeni - gennaio per poi aumentare ver - determina il tempo utile di volo na e di proteine dell’emolinfa tiginosamente a febbraio e ed è diretta conseguenza della sono più alte e le ghiandole marzo. Di pari passo l’incedere formazione del glomere. Tutta - ipofaringee più grandi nelle della primavera determina una via è improbabile che l’aumento nutrici e nelle api svernanti diminuzione della vitellogenina, della temperatura ambientale rispetto alle bottinatrici. delle proteine dell’ emolinfa e un avvii l’allevamento della covata Poche ricerche hanno esamina - ridimensionamento della ghian - perché generalmente si arresta to i cambiamenti nella fisiologia dola ipofaringea; in tal modo, in in ottobre-novembre per riparti - delle api nel corso dell’inverno primavera le api svernanti ritor - re in dicembre-gennaio, periodo tuttavia è interessante notare nano allo stato fisiologico di bot - in cui le temperature sono più che non sono state osservate tinatrici. basse. differenze significative tra le api autunnali, api invernali o di fine I fattori che scatenano Disponibilità alimentari inverno. Questi risultati suggeri - l’entrata e l’uscita Indubbiamente uno dei fattori in scono che le api in autunno dallo stato di sverna - grado di posticipare o anticipare sono già “settate” per uno mento maggiormente i tempi di entrata stato fisiologico invernale, E’ stata inoltre esaminata la e uscita dall’invernamento è caratterizzato da un accumulo bibliografia sui vari fattori costituito dall’afflusso di risorse,

10 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Sanità apistica peraltro collegato direttamente tivo perché stimola il raccolto Nel tardo inverno / inizio prima - alle condizioni meteo e di tem - di polline. Al contrario l’espo - vera le temperature e la lun - peratura. Aumentare la disponi - sizione al feromone della ghezza del giorno aumentano bilità di polline attraverso ali - covata durante la stagione favorendo la deposizione di una mentazione supplementare invernale, specie in inverni piccola quantità di covata. La ritarda la produzione di api miti, può indurre la maturazio - presenza della covata e del invernali, mentre limitare l’afflus - ne precoce delle api invernali feromone ad essa associato sti - so del polline, ad esempio con e quindi anticiparne la morte mola la maturazione comporta - l’ausilio di trappole per il polline, ed essere così dannoso nei mentale nelle api operaie inver - anticipa la produzione di api casi in cui la ripresa vegetati - tendo i processi innescati in invernali. L’integrazione con ali - va si attardi. autunno. menti proteici a primavera sti - Anche le bottinatrici rilasciano Se l’aumento di bottinatrici mola anche la produzione di un feromone, l’etil-oleato, che coin ciderà con un aumento di covata. Il polline è infatti la fonte inibisce il passaggio alla condi - afflusso di polline la covata sarà principale di proteine e lipidi, zione di bottinatrice, mante - ulteriormente stimolata facilitan - elementi determinanti per l’alle - nendo le api allo stato di nutrici do così una rapida crescita delle vamento della covata. Le api più a lungo. Di conseguenza colonie in primavera. Al contra - modulano il tasso di allevamen - quando calano le ore di luce e rio, la riduzione del polline ral - to della covata a seconda della le bottinatrici rimangono più a lenta lo sviluppo della colonia disponibilità di fonti di proteine e lungo all’interno del nido perché diminuisce la produzio - cessano la riproduzione quando espongono le nutrici ad una ne di covata e quindi del fero - ne sono sprovviste. Se le colo - dose maggiore di etil-oleato mone della covata, con conse - nie invernali in blocco di covata rallentando di conseguenza la guente rallentamento della ma- vengono trasferite in una stanza maturazione comportamentale turazione comportamentale del- di volo e nutrite con polline, le e l’invecchiamento. le operaie. regine iniziano immediatamente a deporre e le operaie attivano le ghiandole ipofaringee in 3-4 giorni. Inoltre quando viene bloccata artificialmente la cova - ta in estate le operaie sono simili alle api invernali . Pertanto, la mancanza di covata da sola può indurre le colonie a passare allo stato fisiologico tipico del - l’inverno, indipendentemente dal fotoperiodo, dalla tempera - tura o dalla disponibilità di fiori - ture. Metabolismo Nel corso dello sviluppo le larve secernono un feromone in grado di i nnescare risposte comportamentali e alterazioni fisiologiche nelle api operaie fondamentali per un completo svernamento. Questo feromo - ne della covata spinge le api a raccogliere polline, che, come già detto, stimola a sua volta la produzione di covata con con - L’interazione dei principali fattori fisiologici con l’abbondanza seguente ulteriore aumento del di: api nutrici (cerchio verde), bottinatrici (cerchie rosso) e api feromone. Le api esposte al svernanti (cerchio blu). feromone della covata accele - Con il passaggio da nutrice a bottinatrice aumenta nell’emo - rano la maturazione ed iniziano linfa e l’ormone giovanile. Al contrario nelle operaie la proteina vitellogenina (Vg) funge da scorta di nutrienti e il suo aumento prima l’attività di bottinatura e determina la diminuzione dell’ormone giovanile e vice versa. quindi l’invecchiamento. Per In totale i livelli di proteina emolinfa, che includono Vg e tutti cui sembra che l’esposizione gli altri tipi di proteine, sono più elevati nelle api nutrici rispetto al feromone delle covata alle bottinatrici. Infine, le ghiandole ipofaringee, che si trovano prima della nascita delle api nel capo delle api operaie, producono secrezioni con cui viene svernanti e dopo l’avvio della nutrita la covata e sono più sviluppate nelle api nutrici. covata in primavera, sia posi -

Sanità apistica L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 11 ambienti ricchi di risorse e/o integrando con la nutrizione. Inoltre, quando le colonie sono nutrite con feromone della covata in autunno, consumano più supplemento proteico favo - rendo la produzione di covata e la crescita delle colonie. Il tratta - mento annuale con feromone della covata migliora la produ - zione futura di miele, la dimen - sione della colonia e il successo di svernamento. Pertanto la somministrazione di feromone della covata può es - sere un’opzione che facilita lo sviluppo delle colonie e migliora la sopravvivenza invernale. In ogni caso devono essere inver - nate solo colonie popolose e I fattori che incidono sulle siti e mi gliorare il tasso di suc - con scorte abbondanti. perdite nello svernamento cesso allo sverna mento. Qualora le scorte non fossero Sono molteplici i fattori che pos - L’origine genetica delle api può sufficienti è necessario sommi - sono impattare sulla sopravvi - anche influenzare il tasso di per - nistrare sciroppo 2:1 (2 parti di venza delle colonie. dite invernali: è stato dimostrato zucchero per 1 di acqua) all’ini - L’infestazione da varroa è forte - che la sopravvivenza dipende zio dell’autunno per portare le mente correlata con le perdite sia dal luogo che dal genotipo, famiglie al peso opportuno. invernali. Infatti l’acaro varroa, in quanto le colonie con regine L’esposizione a pesticidi deter - essendo un ectoparassita che si locali sopravvivono media - mina, anche a bassissime con - nutre di emolinfa, impatta negati - mente più a lungo delle colonie centrazii, vari effetti subletali: vamente sulla fisiologia e su tutti i con regine non locali. ridotta longevità, funzioni immu - processi di invernamento-sver - Le quantità di scorte sono un nitarie compromesse e difficoltà namento delle api, determinando altro fattore determinante per la di apprendimento, memoria, una riduzione del tasso di vitello - sopravvivenza della colonia. orientamento, capacità di botti - genina e del contenuto di protei - Le colonie più popolose utiliz - namento e coordinazione moto - ne e carboidrati delle api, ridu - zano le scorte in modo più effi - ria. Questi effetti impattano sulla cendone la longevità. La varroa ciente ed il consumo per ape è capacità da parte delle colonie trasmette inoltre vari virus che inferiore nelle colonie numero - di svernare con successo. deprimono il sistema immunitario se rispetto a quelle piccole che Sfortunatamente non sono molti delle api. Gli effetti drammatici hanno meno probabilità di sver - gli studi sugli effetti dei pesticidi delle virosi sono stati osservati nare e produrre raccolti più sulle colonie invernate. sulla fisiologia e sul comporta - abbondanti l’anno seguente. E’ Per quando possibili è fonda - mento delle api, tra cui la matura - interessante notare che supple - mentale nel corso dell’anno zione accelerata alla condizione mentare o privare di polline le tutelare le api dall’esposizione ai di bottinatrice, sulla riduzione colonie in autunno non influenza pesticidi, compresi quelli utiliz - della vitellogenina e sull’aspettati - significativamente il numero di zati per il controllo della varroa. va di vita. api invernali prodotte, le loro Infine non bisogna tralasciare le Per ridurre la carica virale e pro - scorte fisiologiche di nutrienti né ben note pratiche di corretta teg gere l’immunocompetenza la loro performance ma, come scelta della postazione e inver - delle api gli apicoltori devono detto in precedenza, ne ritarda namento: le api devono essere controllare efficacemente la var - o ne anticipa la produzione. Per - protette dai venti freddi domi - roa e ridurre l’esposizione ad tanto non è la nutrizione autun - nanti ma anche dai ristagni di altri fattori di stress, come i nale ma sono altri fattori (genoti - umidità garantendo una suffi - pesticidi, che a loro volta pos - po e/o carica di parassiti e pato - ciente ventilazione. sono aggravare pesantemente geni e/o la disponibilità di risor - Non bisogna infine dimenticare anche una situazione appena se nel corso della stagione) che di porre le porticine metalliche compromessa. regolano lo sviluppo della popo - in posizione invernale per impe - Anche i trattamenti per il controllo lazione e la performance delle dire l’accesso ai topi, che altri - della varroa hanno un impatto api invernali. Pertanto gli apicol - menti rovinerebbero i favi per negativo sulla colonia, per cui tori dovrebbero facilitare l’alle - nutrirsi delle scorte di polline. viene consigliato di utilizzare un vamento della covata durante approccio di lotta integrata per la primavera, l’estate e l’autun - regolare le popolazioni di paras - no mantenendo le famiglie in

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BEE LIFE – EUROPEAN BEEKEEPING COORDINATION (ASBL)

La valutazione Una casa fitofarmaceutica, nel dei rischi da momento in cui presenta una pesticidi per le api: richiesta di messa sul mercato di un obbligo di legge un principio attivo o di un formu - I criteri per l’approvazione a livello lato, deve pertanto fornire alle comunitario di un principio attivo au torità competenti un fascico - lo di omologazione contenente • Effetti subletali su api e sono definiti nel Regolamento colonia ovvero possibili inter - comunitario 1107/2009: informazioni e dati, definiti dai regolamenti Ce 283/2013 e ferenze sui meccanismi che regolano la vita sociale e sui “Una sostanza attiva, un antidoto 284/201 3. La documentazione oggi richiesta è più rigorosa e meccanismi riproduttivi del - agronomico o un sinergizzante l’alveare. non sono approvati se non è completa che in passato, e accertato, alla luce di un’ade - riguarda: • Esposizione ovvero tutte guata valutazione del rischio, • tossicità acuta ovvero gli quelle informazioni necessarie basata su Linee guida per l’ese - effetti tossici dovuti a un’unica per valutare il rischio da pesti - cuzione di test adottati a livello esposizione nel tempo a una cidi nel caso di una loro pre - comunitario o internazionale, che sostanza o a esposizioni mul - senza nel nettare, nel polline, l’utilizzazione dei prodotti fitosa - tiple nel corso di un periodo nell’acqua (compresa l’acqua nitari contenenti la sostanza atti - molto breve (esempio le 24 di guttazione delle piante), va, l’antidoto agronomico o il ore). L’esposizione può avve - nelle polveri e loro deriva nel sinergizzante in questione: com - nire per ingestione o per con - caso della concia delle se - porta un’e sposizione trascurabile tatto della sostanza. menti. Questi dati sono ne - per le api, oppure non avrà effetti •Tossicità cronica ovvero gli cessari perchè le proprietà dei inaccettabili, acuti o cronici, per effetti tossici dovuti a una pesticidi sistemici (che entra - la sopravvivenza e lo sviluppo esposizione continua o ripetu - no in circolo nella pianta) cau - delle colonie, tenendo conto ta nel tempo a una sostanza. sano una contaminazione di nettare e polline. Alcune re- degli effetti sulle larve di api e sul • Effetti sullo sviluppo delle comportamento delle api”. centi importanti perdite di api. colonie sono state conse - guenti all’effetto delle polveri Le gocce d'acqua emesse dalle foglie di alcune piante sono definite “guttazione d’acqua”. Il processo di guttazione tos siche emesse dalle semi - avviene comunemente sulle foglie del mais e di altre colture. natrici in occasione della se - mina di sementi conciate con pesticidi sistemici. Peraltro, per i pesticidi sistemici, gene - ralmente persistenti nel suolo e solubili nell’acqua, è estre - mamente importante che siano forniti i dati sulla loro evoluzione nell’ambiente. Una volta che la competente autorità di valutazione dei rischi, in Europa l’Efsa (European Food Safety Authority), riceve i dati richiesti, questa deve analizzare, interpretare e valutare i rischi che la sostanza attiva rappre - senta per le api. Al fine di stan - dardizzarne al massimo la valu -

14 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Apicoltura e ambiente tazione, esistono metodologie di riferimento comunemente chia - mate “Linee guida”. Uno Stato membro designato, detto “Rela - tore”, coordina la valutazione del fascicolo. I risultati della valuta - zione vengono successivamente comunicati alle autorità preposte alla gestione dei rischi che ne decidono in merito alla autoriz - zazione e alle modalità di com - mercializzazione. Le autorità preposte sono, a livello europeo, il Comitato Permanente della Catena alimentare e della Salute Animale (Standing Committee on the Food Chain and Animal Health - SCOFCAH), in ambito nazionale, i competenti ministeri. La sfida più grande in questo Sfide e situazione attuale riguardo la valutazione processo è l’utilizzo di Linee dei rischi da pesticidi per le api. guida appropriate che permetta - no di valutare nel modo più cor - retto possibile i rischi rappresen - tati dai pesticidi per le api. Le linee guida dell’Efsa: il metodo scientifico ritenuto più appropriato per valutare i rischi da pesticidi per le api Dal 2010, il Coordinamento Api - stico Europeo ( Bee Lif -Europe - an Beekeeping Coordination) ha messo in luce le falle dell’attuale procedura di valutazione dei rischi da pesticidi per le api in Europa. Sempre nel 2010, in collaborazione con l’associazio - ne Corporate Europe Observa - tory (CEO) ha dimostrato che la Commissione europea, a “sua insaputa”, stava esternalizzando l’ expertise in materia di valuta - zione dei rischi da pesticidi per le api proprio alle case fitofarma - ceutiche, generando seri conflitti di interesse. La Commissione (DG SANTE) ha reagito rapidamente. Nel 2011, ha dato mandato all’Efsa affinchè rivalutasse le basi scientifiche dei metodi di valuta - zione in uso sui rischi da pestici - di per le api. L’Efsa, nel 2012, a seguito del mandato della Com - missione, si è pronunciata con un parere scientifico che identi - fica le maggiori debolezze e lacune dell’attuale Metodo di Valutazione del Rischio. Aspetti come la tossicità a lungo

Apicoltura e ambiente L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 15 Tabella comparativa tra le Linee guida dell’EPPO attualmente utilizzate e le nuove linee guida dell’EFSA ad oggi (ottobre 2015) non ancora approvate nè attuate .

Linee guida dell’EPPO: Linee guida dell’EFSA: utilizzate attualmente non approvate nè attuate

Titolo Environmental risk assessment scheme for Linee Guida per la valutazione plant protection products - pp3/10 (3): dei rischi su api da prodotti capitolo 10 (ultimo aggiornamento 2010) per la protezione delle piante (Apis mellifera, Bombus spp . And solitary bees) (2013) Autori Un gruppo di lavoro per la “protezione delle api” Un gruppo di esperti indipen - interno alla Commissione Internazionale sulle denti all’interno dell’EFSA relazione piante-impollinatori (ICPPR) ha realiz - zato le linee guida per l’Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante (EPPO). L’industria dei pesticidi era fortemente rappresentata in questo gruppo di lavoro.

Schema di Adattato per prodotti da nebulizzare Adattato per diversi tipi di valutazione ed esposizioni a breve termine esposizione: attraverso dei rischi il polline, il nettare, l’acqua, la polvere, incluse esposizioni a breve e lungo termine

Studio Tossicità acuta per l’ Apis mellifera Tossicità acuta e cronica tossicologico per le larve e le api adulte. Valutazione degli effetti subletali e del potenziale tossico cumulativo per Apis mellifera, Bombus e api solitarie

termine (tossicità cronica), gli zione dalle precedenti procedure roso da un punto di vista scienti - effetti subletali (quelli che senza di valutazione. fico, ma anche trasparente e provocare la morte immediata, Il parere scientifico dell’Efsa è democratico. Queste Linee alterano la vita sociale dell’ape così servito come riferimento per guida sono le sole metodolo - compromettendo la sopravviven - l’elaborazione delle “Linee guida gie che permetterebbero di za dell’alveare), la tossicità nei sulla valutazione dei rischi da analizzare e interpretare i dati confronti delle larve, dovuti alle pesticidi per le api” (dette “Linee (tossicologici e d’esposizione) molteplici vie di esposizione guida dell’Efsa), pubblicate nel come richiesti dalla legge (acqua, alimenti come nettare e 2013. Varie consultazioni pubbli - europea in materia di valuta - polline, aria inquinata dalle polveri che sono state organizzate per zione dei rischi per gli insetti delle seminatrici) non venivano in arricchire il documento, renden - impollinatori. alcun modo presi in considera - do il processo non solo più rigo - Le linee guida dell’Efsa, per gli stati Le Linee guida dell’EFSA forniscono un Metodo di Valutazione dei membri: “inapplicabili” Rischi in grado di: Le autorità preposte alla valuta - • interpretare, analizzare e meglio comprendere i rischi che i zione dei rischi all’interno del - pesticidi rappresentano per le api e gli impollinatori; l’Unione europea potranno utiliz - • armonizzare la valutazione di questi rischi tra tutti gli Stati Mem - zare le Linee guida dell’EFSA bri europei; solo dopo la loro approvazione • fornire informazioni chiare ai responsabili pubblici per consentire da parte del Comitato Perma - decisioni basate su dati più completi. nente della Catena Alimentare e della Salute Animale (SCOF - La mancata adozione delle Linee guida dell’Efsa andrebbe contro CAH), composto dai rappresen - lo spirito della legislazione europea sui pesticidi. Equivarrebbe a tanti della Commissione europea tornare indietro, perseverando nell’utilizzo di metodi di valutazione (DG SANTE) e dai rappresentati dei rischi inadeguati e redatti da un gruppo di esperti in cui l’indu - dei governi nazionali (general - stria fitofarmaceutica era fortemente rappresentata. mente i ministeri dell’Agricoltura o della Salute). Dopo la pubbli -

16 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Apicoltura e ambiente cazione delle Linee guida dell’Efsa nel 2013, si assiste allo scontro tra la Commissio - ne, che spinge per la loro approvazione, e gli Stati Mem - bri che impediscono il raggiun - gimento della maggioranza qualificata necessaria per la loro approvazione, impedendo di fatto la corretta valutazione dei rischi da pesticidi per le api in Europa. Il quadro normativo e le basi scientifiche sono completi, ma un blocco politico, alla cui base sono gli interessi economici di alcuni Stati membri o le lobby delle industrie fitofarmaceutiche, impedisce l’applicazione delle Linee guida. Gli Stati membri contrari sosten - gono che le prescr izioni sono troppo complicate da mettere in atto e che alcuni parametri sono inadeguati. E’ tuttavia molto diffi - cile, a causa di mancanza di tra - sparenza, ottenere informazioni ste discussioni e negoziazioni, il messa in atto di una lunga lista di dettagliate sulla posizione assun - documento originale sia svuota - standard metodologici internazio - ta da ogni Stato membro. to. La DG SANTE promette di no, nali. Grazie alla presenza all’inter - Le case farmaceutiche temono, ma la questione rimane aperta. no dell’OCSE, del Biac (Business invece, che l’applicazione delle and Industry Advisory Commit - nuove Linee guida Efsa possano Altri attori implicati tee), partecipata dalle case fitofar - ridurre la vendita dei pesticidi da La proposta di attuazione delle maceutiche, la loro presenza e loro prodotti. Linee Guida dell’Efsa sembra influenza è di fatto “istituzionaliz - aver stravolto l’ordine costituito zata” nell’Ocse stesso. La commissione sulla regolamentazione dei pesti - europea riprende cidiin base al quale erano le stes - ICPPR in mano il dossier se industrie di fitofarmaci a defini - Il gruppo di lavoro “Protezione Il documento, poichè gli Stati re i metodi di valutazione dei rischi delle api” interno all’ICPPR (Busi - membri dell’Unione europea non per le api in Europa. La forte ness and Industry Advisory Com - sono ancora riusciti a trovare un influenza delle lobby dei pesticidi mittee) prosegue le attività per accordo, nel 2015 è così ancora a lungo esercitata in Europa è il validare il metodo di valutazione in attesa di approvazione. Per motivo principale per cui l’attuale proposto dall’Efsa riguardante la superare questa impasse politica, scontro sui metodi di valutazione tossicità dei pesticidi su bombi e la Commissione europea, riba - dei rischi per le api continua e… api solitarie. Anche in questo dendo un suo diritto, si è riappro - non solo a livello europeo. La gruppo di lavoro l’industria fito - priata dell’iter procedurale. La DG pubblicazione delle Linee guida farmaceutica è fortemente rap - SANTE, responsabile del dossier, dell’Efsa ha comunque originato presentata. ha così messo in atto una valuta - varie iniziative. zione di impatto a seguito dell’ap - APITOX plicazione delle Linee guida del - OCSE Alla luce dei conflitti di interesse l’Efsa. Questo processo sarà In primo luogo c’è stata una forte sul tema “api e pesticidi”, un seguito da molteplici servizi della pressione da parte degli stati gruppo di scienziati indipendenti Commissione, sotto la direzione membri e delle case fitofarma - ha creato un gruppo di lavoro del vice-presidente, il commissa - ceutiche affinchè l’Organizzazio - all’interno di COLOSS, chiamato rio Frans Timmermans. L’obbiet - ne per la Cooperazione e lo Svi - APITOX, con l’obiettivo di ana - tivo è di presentare una proposta luppo Economico (OCSE) elabo - lizzare in campo i metodi di valu - sulle metodologie di valutazione rasse propri standard metodolo - tazione proposti dall’Efsa e per dei rischi, che gli Stati membri gici. Va ricordato che l’OCSE fornire risposte a varie questioni saranno obbligati ad accettare e comprende anche paesi non specifiche ancora aperte. mettere in atto. Nonostante le facenti parte dell’Unione Euro - rassicurazioni della DG SANTE, pea, come il Canada, gli Stati c’è il timore che, nel corso di que - Uniti, il Giappone. Al suo attivo la

Apicoltura e ambiente L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 17

“SE ME LO RACCONTASSERO, NON CI CREDEREI”

Un caso isolato? Certamente no, solo uno dei tanti, ma che è servito a portare alla luce carenze, omissioni, negligenze, inadempienze, incapacità. Tranquilli, anche questa volta non succederà nulla perché, come sempre, a tanti colpevoli, corrisponde nessun colpevole. di Roberto Barbero

ivalta Bormida, piccolo integrata che alcune Regioni in cui siano coltivate in serra e Rpaese nell’acquese (AL), è hanno approvato. con l’eccezione dei trattamenti caratterizzato da una agri - L’apicidio è avvenuto su zuc - fogliari eseguiti a fioritura con - coltura vocata alle produzioni chino? E allora tale coltura verrà clusa. orticole, quali insalate e zucchi - presa come riferimento. Il perché di un divieto di impie - ne. Ai primi di agosto un apicol - Il regolamento (UE) N. 485/2013 go che ha inizio con la disinfe - tore ha patito un apicidio con - della Commissione del 24 mag - stazione del terreno per conclu - seguente all’impiego (ovvia - gio 2013 prevede che i neo nico - dersi solo con il termine della mente vietato, ma qualcuno tinoidi (thiametoxan, clothiani - fioritura è evidente: sono pro - controlla?) di thiametoxan su din e imidacloprid) possono dotti sistemici, che entrano in zucchino. essere autorizzati come insetti - circolo nella pianta, avvelenan - Questo episodio, cui ahimè sem - cida solo per impieghi profes - dola, nettare compreso. pre più passivamente ci stiamo sionali e che gli usi come la Una prima riflessione: quando abituando e rassegnando, può concia delle sementi, il tratta - un impiego è professionale? fornirci invece alcuni spunti di mento del terreno o l’applica - L’augurio è che non si intenda riflessioni sull’impiego dei neoni - zione fogliare non sono autoriz - tanto o solo il mero possesso di cotinoidi, nonché su norme, eti - zati per una serie di colture (tra partita Iva, ovvero che sia suffi - chette, consigli di utilizzo per fini - cui lo zucchino) la cui fioritura è ciente appartenere a una cate - re con i disciplinari di produzione attrattiva per le api, salvo il caso goria professionale per esserne

Apicoltura e ambiente L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 19 abilitati all’uso, ma che ci si rife - metoxan). Questa pratica sem - cotinoidi non potessero mai risca invece a una reale capaci - brerebbe in evidente contrasto essere utilizzati, nel caso di col - tà professionale di utilizzo. con quanto previsto dal reg. ture di interesse apistico, né nel Il caso accaduto dimostra esser 485/2013, non avendo alcuna terreno che le ospiterà, né per vera la seconda ipotesi: chi ha logica vietare da un lato la con - la concia dei semi e neppure utilizzato il thiametoxan possie - cia delle sementi di zucchino e per alcun loro impiego prima de sì partita Iva, ma è professio - addirittura la preventiva disinfe - della fioritura, sono diventati di nalmente incapace. stazione del terreno, per poi fatto i soli impieghi vietati… Del resto: chi ne attesta la pro - rendere possibile l’assorbimen - Così il far assorbire dalle radici fessionalità? to radicale del thiamethoxan, delle piantine di zucchino, La coltura dello zucchino si da parte delle piantine, con il prima del loro trapianto in pieno caratterizza per una fioritura trattamento in vassoio prima campo, non rientrando tra gli continua; non esiste una fase del loro trapianto in campo. A esempi previsti dal regolamento post fioritura. Ai sensi del citato scanso di equivoci: non siamo 485/2013, diventa una pratica regolamento, thiametoxan e in pre semina (disinfestazione) o agricola ammissibile. imidacloprid non avrebbero in fase di semina (concia), ma in Questa possiamo immaginare alcuna possibilità di impiego, un momento successivo, il tra - essere stata la logica di Syn - quantomeno in pieno campo. pianto, ovvero il posizionamen - genta, non dimentichiamo un La lettura del “ Programma per to in campo delle piantine e evidente portatore di interesse, la Protezione zucchino 2015 ” ancor più vicino alla fioritura alla base della richiesta autoriz - elaborato da Syngenta (http: dello zucchino, che inizia pochi zativa. //www3.syngenta.com/coun - giorni dopo il trapianto. Cosa è Ben più grave è che tale richie - try/it/it/colture/Documents/Orti - accaduto? Che gli esempi indi - sta sia stata approvata dai cole/2015/Syngenta-depliant- cati dal regolamento Ce competenti uffici del Ministero zucchino-2015-interattivo.pdf) 485/2013, che non potevano della Salute. prevede invece la passibilità di ovviamente prendere in consi - La lettura delle etichette d’uso effettuare, prima del trapianto in derazione tutti i possibili casi, di Actara 240 SC e Actara 25 pieno campo, un trattamento in ma che semplicemente “esem - WG non lascia spazio ad alcun vassoio con Actara (p.a. Thia - plificavano” come i citati neoni - dubbio! Sono infatti ammessi

Syngenta “Programma per la Protezione zucchino 2015”

20 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Apicoltura e ambiente per “applicazione pre trapianto tramite immersione dei vassoi e per irrigazione sovrachioma:… zucchino 40 ml/100 piante… L’approvazione è avvenuta con decreto dirigenziale del Ministero della Salute del 30 settembre 2013. Non solo è stato tradito lo spirito del Reg Ce 485/2013, ma, prevedendo la possibilità di irrigazione sovrachioma pretra - pianto delle piantine, si è venuti meno agli stessi esempi riportati dal tale decreto che, ricordiamo, vieta esplicitamente l’applicazio - ne fogliare del thiametoxan sulle colture di interesse apistico (cos’altro è, infatti, l’irrigazione sovrachioma se non una appli - cazione fogliare?). Veniamo ora alle norme di pro - caso della coltura di zucchino in zucchino. Che sarà mai della duzione integrata. Ogni Regio - serra, Lombardia e Calabria lotta agli altri parassiti dello zuc - ne approva un “Disciplinare di prevedono la possibilità di un chino e soprattutto cosa preve - produzione integrata” in cui solo trattamento annuo, senza dono i diversi disciplinari per gli vengono normate, per ogni alcuna distinzione tra coltura in interventi contro i patogeni delle specie vegetale di interesse pieno campo o in serra (!), così altre colture, comprese tra la A produttivo, le relative pratiche come la Regione Marche, que - di actinidia e la Z di zucchino? colturali ammesse. A tal fine st’ultima con la variante di con - Gioire per le 5 Regioni “virtuo - sono stati presi in considerazio - sentire il thiamethoxan per im - se” (in realtà hanno solo fatto il ne i disciplinari di produzione mersione delle piantine prima loro dovere…) o piangere per le integrata approvati da 9 Regioni del trapianto e vietare l’imida - 4 inadempienti? italiane, scelte a caso, limitata - cloprid nella fase di prefioritura Che dire poi dell’operato del mente a quanto previsto per la (?). La Regione Lazio invece (ci Ministero della Salute? lotta agli afidi dello zucchino; se auguriamo per un qualche refu - E della presunta professionalità la Regione Sicilia, non citandoli so) ne prevede l’impiego solo… degli agricoltori? tra gli ammessi, di fatto ne pre - in pieno campo. Ben 4 regioni E dell’assenza di controlli in clude il possibile impiego in su 9 hanno approvato “Discipli - campo? pieno campo, Piemonte, Ligu - nari di Produzione integrata” E, perché no, anche della non ria, Emilia Romagna, Puglia dello zucchino ben lontani dallo puntualità e tempestività con cui esplicitano invece chiaramente spirito del regolamento comuni - gli apicoltori segnalano e denun - la possibilità di utilizzo di imida - tario e… abbiamo preso in con - ciano gli avvelenamenti ? cloprid e thiametoxan nel solo siderazione il solo afide dello

Apicoltura e ambiente L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 21

L’ALVEARE, CITTÀ SENZA CAPO

Gli antichi credevano che a comandare l’alveare fosse un re. Poi la scienza, in un periodo di maschilismo imperante, dimostrò che il re era in realtà una regina. Oggi apprendiamo che il potere della regina è assai limitato, più che comandare è in realtà comandata… di Janine Kievits

e crediamo a Virgilio, nes - non poca confusione fra gli stu - una parola: self organization Ssun popolo dell’Asia ha diosi quando il microscopio ne ovvero auto-organizzazione. tanta venerazione per il ha dato conferma), ma, re o Non si tratta che di una parola proprio re quanto il popolo delle regina che sia, la madre non ma che apre un’infinità di porte api. E’ lui che sorveglia i loro comanda nessuno. Nessuna sul mondo delle api e dei rap - lavori, è lui che esse adorano, gerarchia nell’alveare, nessun porti fra il loro mondo e il nostro. che circondano di un fitto mor - ordine dato, né comando rice - Il favo dell’ape non soltanto è morio e che scortano in gran vuto e, estraendone i favi, nes - ben costruito, ma anche ben numero . L’agronomo Varrone, suno ha mai visto le api occu - organizzato: la covata occupa il suo contemporaneo pure più parsi della pianificazione di un centro, è circondata da una pragmatico, afferma a sua volta favo futuro né dell’organigram - corona di polline e tutto attorno che le api obbediscono alla voce ma di ripartizione dei compiti per il miele a formare contempora - del loro capo, come i soldati al successivo. neamente una riserva facilmente suono della tromba 1. Cosa c’è dunque di più ordinato accessibile e un elemento di Osservando le api circondare la che il nido delle nostre api? E la inerzia termica che protegge l’al - madre e le cure di cui è oggetto, ripartizione del lavoro fra nutrici, veare da brusche variazioni di si comprende il perché della svi - bottinatrici e magazziniere non è temperatura. Come determina - sta degli antichi. Si tratta in real - forse qualcosa di meraviglioso? no le api l’ubicazione di ciascu - tà di una doppia svista: non sol - Come fanno le api? Alcuni ricer - no di questi elementi? tanto il re è in realtà una regina catori hanno analizzato la que - Un ricercatore americano, Scott (cosa che del resto ha generato stione e la loro risposta sta in Camazine, ha trascorso tante

1 Le citazioni sono tratte da testi pubblicati (testi integrali e traduzioni) sul sito di Philippe Remacle: http://www.remacle.org/

Biologia apistica L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 23 ore nell’osservare come le api già deposto (fig. 1). La deposi - delle bottinatrici di nettare che riempiono e svuotano le celle zione delle uova è dunque inizial - ripartiscono il raccolto fra diverse con annotazioni registrate su mente sparsa ma, a poco a api immagazzinatrici. Che si tratti pannelli trasparenti, cosa che ha poco, riempie tutti gli spazi di magazziniere o bottinatrici, permesso di ricostruirne l’evolu - lasciati liberi sino a completare il tutte depositano il loro carico zione nel tempo. Dapprima ha favo. Se di primo acchito il com - ovunque sul favo. Ciò è stato osservato la regina. Essa si portamento della regina può verificato in due diverse situazio - mantiene generalmente nella sembrare disordinato, in realtà ni. Nella prima è stato messo a parte centrale del favo ma, con - segue una regola statistica: il disposizione delle api un favo trariamente a quel che fa pensa - 95% delle deposizioni avvengo - vuoto, nella seconda è stato re la covata ben ordinata dei no entro una distanza massima inserito nell’alveare un favo di nostri alveari in primavera, non di 3 celle da una precedente covata cui ne era stato ritagliata depone mai in due o più celle deposizione. Accade lo stesso una porzione, sostituita con un adiacenti. Fra una deposizione e con il comportamento delle ope - equivalente pezzo di favo vuoto. l’altra procede a zig-zag sul favo raie. Le bottinatrici di polline sca - Lo studio ha potuto così dimo - per poi ritornare a deporre non ricano loro stesse le pallottole di strare che la presenza di covata lontano da una cella in cui aveva polline nelle celle, a differenza non influenza per niente il luogo di deposizione del nettare o del polline, azione che avviene sem - pre in modo del tutto casuale. In compenso, la vicinanza della covata determina il modo in cui le api prelevano il polline e il net - tare dalle celle; quelle più vicine alla covata vengono svuotate assai più spesso rispetto a quelle distanti, verosimilmente dalle nutrici che si servono del nutri - mento più vicino al loro “posto di lavoro” per alimentare le larve o se stesse. Una volta ancora si tratta di una realtà statistica: una cella contenente polline o nettare sarà svuotata con una probabili - tà proporzionale al numero di celle di covata adiacenti. Queste regole statistiche sono sufficienti a spiegare la disposi - zione finale di un favo? Per Fig. 1 - Porzione centrale di un favo che mostra l’ordine saperlo, S. Camazine ha fatto di deposizione della regina. Prima del periodo di osservazione simulare il riempimento di un erano state deposte 82 uova. Il periodo di osservazione ha avuto la durata di un’ora nel corso della quale sono state favo (Langstroth, 3300 celle) da deposte 43 uova nell’ordine indicato nell’immagine. un computer, cui ha chiesto di (Fonte: Camazine 1991, per gentile autorizzazione dell’autore) rispettare i seguenti vincoli: • partendo dal centro del favo la regina depone in modo casuale un uovo al minuto in una cella scelta in modo casuale, ma situata a meno di 4 celle da una in cui fosse già avvenuta una deposizione; • nettare e polline sono deposi - tati in modo totalmente ca - suale sul favo, in celle vuote o parzialmente riempite dello stesso alimento; • nettare e polline vengono pre - levati in modo casuale, ma co n probabilità proporzionale alla vicinanza delle celle di Fig. 2 - Simulazione a computer dell’evoluzione del riempimento covata: una cella circondata di un favo al giorno 7 (si veda il testo) . da 6 celle di covata avrà 10

24 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Biologia apistica volte la probabilità di essere svuotata rispetto ad una cella distante dalla covata; • il turn-over del nettare è del 60% (l’altro 40% resta nel favo per costituire la riserva invernale o per rappresentare la quota prelevata dall’apicol - tore), quello del polline del 99%. Il computer ha così simulato il riempimento del favo, rispettan - do queste semplici regole. Il risultato è stato convincente: se il giorno 1 la covata appare ancora dispersa e se il polline si Fig. 3 - Simulazione a computer dell’evoluzione mescola ancora al nettare, al del riempimento di un favo al giorno 22 (si veda il testo). giorno 7 il favo elaborato dal (Fonte: Camazine 1991, per gentile autorizzazione dell’autore) computer era simile a quello che possiamo trova re nei nostri abbandonare una fonte nettarife - dimostrano come sia un model - alveari in primavera (fig. 2). Al ra per un’ altra? Si possono for - lo matematico a spiegare il giorno 22, avvenuti gli sfarfalla - mulare ipotesi diverse. Per comportamento dell’ape. menti a partire dal centro del esempio si può immaginare che Per farlo, vengono collocate favo, riprende la deposizione e il certe bottinatrici confrontino alcune colonie in un posto ove conseguente stoccaggio di net - due fonti visitate in successione le risorse nutritive sono scarse, tare e polline al suo intorno. Tutto e poi influenzino le altre, o che di modo che le api possano ciò si riduce sino a cessare a fine siano le api immagazzinatrici essere nutrite artificialmente. stagione o nel caso di febbre che, dopo aver confrontato il Vengono utilizzati a questo sciamatoria, situazioni che deter - nettare ricevuto dalle diverse scopo due nutritori: l’uno conte - minino la presenza di polline e bottinatrici, con il loro compor - nente uno sciroppo diluito e l’al - nettare nel centro dei favi (fig. 3 e tamento vadano ad orientare le tro uno più concentrato. La 4). Il mod ello quindi funziona. Se bottinatrici in uscita verso que - posizione di questi due nutritori non rende conto di tutta la com - sta o quella fonte. Nessuna é stata invertita nel corso della plessità dei meccanismi in gioco delle due è vera, come mostra giornata in modo tale che quello in cui intervengono i cambia - un nuovo studio scientifico. S. dei due che è più interessante al menti stagionali o modifiche Camazine e Thomas Seeley, un mattino diventi il più povero al fisiologiche dell’alveare, è suffi - ricercatore ben noto per i suoi pomeriggio e viceversa. In un ciente per permetterci ci capire scritti in particolare sulla scia - primo test, non meno di 4000 che un meccanismo semplice è matura, anche matematico, api sono state marcate in lotti alla base di una ordinata gestio - ne degli spazi del favo, senza che intervengano né piani pre - costituiti, né autorità centralizza - te (fig. 5). Lo stesso accade per la scelta delle fonti di bottinatura. Anche qui l’organizzazione è evidente: le api si dirigono infallibilmente verso le sorgenti per loro più red - ditizie, cosa che consente abbondanti raccolti necessari per lo sviluppo nel corso dell’an - no e per la sopravvivenza inver - nale (un alveare consuma ogni anno una ventina di chili di polli - ne e una sessantina di miele (Seeley e al. 1991), corrispon - denti come minimo a 150 kg di nettare! Come decidono le api di approvvigionarsi su una fioritura piuttosto che su un’altra? (fig. 6) Fig. 4 - Aspetto di un favo al termine di un primo ciclo Soprattutto come decidono di di deposizione: decisamente simile a quello della figura 3.

Biologia apistica L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 25 scelgono il nutritore in cui lo sci - roppo è più concentrato anche se situato a 250 m, ma preferi - scono quello con scarsa con - centrazione se situato a 50 m piuttosto che uno mediamente concentrato collocato a 250 m dall’alveare. Stabiliscono quindi un “rapporto qualità/prezzo” fra le diverse fonti, integrando il rap - porto fra distanza e concentra - zione che le api immagazzinatrici non possono conoscere. Va scartata quindi l’ipotesi secondo cui queste ultime influenzino la scelta. Resta una terza ipotesi: quella che tutto si decida fra le bottina - trici, ciascuna di esse traducen - do nel proprio comportamento il Fig. 5 - Anche se la covata sembra perfettamente regolare, come si può valore assoluto della sorgente vedere su questo favo, la regina non depone mai in più celle contigue. bottinata, valore che l’ape deter - minerebbe in rapporto a una da 50 con piccoli puntini colorati momento del test il nutritore con scala di riferimento innata. In cosicché ciascuna bottinatrice lo sciroppo più concentrato è questo schema, la danza effet - potesse essere distinta indivi - stato allontanato dall’alveare di tuata dalle bottinatrici al ritorno dualmente. E’ stato così possi - oltre un chilometro, al fine di nell’alveare è il momento in cui si bile verificare con precisione gli creare un conflitto fra il parame - prende la decisione relativa a abbandoni e come venivano tro “concentrazione dello scirop - quale fonte scegliere: è in effetti reclutate le bottinatrici nell’al - po”, il solo apprezzabile dalle il vigore della danza a essere veare. E’ stato possibile verifica - immagazzinatrici, e il rapporto determinante e provocare l’ab - re che non solo il nutritore con “distanza/concentrazione dello bandono o il reclutamento per lo sciroppo più concentrato era sciroppo” che possono cono - una fonte o un’altra in funzione visitato da un maggior numero scere solo le bottinatrici. della vantaggiosità di ciascuna. di api ma che una stessa ape vi Viene così confermato che le api Quest’ultima ipotesi è stata tra - ci si recava più frequentemente che vanno al nutritore con mag - dotta in equazioni. Non entrere - rispetto al nutritore con bassa gior concentrazione danzano mo nel dettaglio del modello che concentrazione. vigorosamente al contrario delle integra il tempo impiegato dalle In un secondo esperimento, altre, con anche minor capacità bottinatrici per effettuare i diversi due alveari sono state trasferiti di reclutamento. Lavorano inoltre compiti all’interno dell’alveare in un’arnia da osservazione per più velocemente rispetto a quelle (scarico del nettare, tempo di poter misura re tutti i parametri di che continuano a frequentare il attesa…), la probabilità per ogni bottinatura: nutritore meno interessante. viaggio che l’ape danzi per l’una • il tempo impiegato dalle api Il risultato di questi esperimenti o l’altra fonte e infine la probabi - immagazzinatrici per scarica - permette così di spiegare i criteri lità di abbandono di una fonte re il nettare, seguiti dalle api nella scelta delle per un’altra. Ci accontenteremo fonti di nettare più interessanti. di constatare che, ancora una • il tempo trascorso prima di Forse le bottinatrici confrontano volta, il modello funziona perfet - riuscire dall’alveare per una le diverse fonti disponibili? Certa - tamente, riproducendo corretta - nuova bottinatura, mente no poiché le api si atten - mente i risultati rilevati con l’os - • il tempo di bottinatura, gono generalmente a uno solo servazione degli alveari, quando • il numero di cicli di danza ese - dei nutritori. Quelle che hanno si inseriscono i parametri corri- guiti, frequentato i due nutritori nella spondenti. Una volta ancora, il modello certamente non rende • il numero di api reclutate. stessa giornata sono poco numerose e si tratta di api che conto di tutta la complessità del Com e per l’esperimento prece - sono passate per reclutamento comportamento dell’alveare. dente, le api sono state indotte a al nutritore con maggior concen - Questo studio ha però dimostra - scegliere uno dei due nutritori, il trazione e poi a questo sono to che la scelta più opportuna cui interesse relativo cambiava rimaste strettamente fedeli. può essere adottata in ogni nel corso della giornata. Per poter Sono le api immagazzinatrici ad momento e in assenza di una discriminare il ruolo delle bottina - influenzare le bottinatrici circa la organizzazione centralizzata. Se trici da quello delle api immagaz - scelta della fonte? Questa ipote - postuliamo che il sistema nervo - zinatrici nella scelta della fonte, al si non é stata confermata: le api so dell’ape è calibrato congeni -

26 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Biologia apistica tamente in modo tale che cia - mantenere la coesione in tutta la compresa la società umana. scuna di esse possa stimare il colonia, malgrado l’ape, presa Consideriamo infatti l’organizza - valore di una fonte, allora è vero individualmente, non disponga zione di una città dove, pur in che l’orientamento verso le fonti che delle percezioni locali per presenza di piani urbanistici e di migliori avviene senza che nes - orientare il suo comportamento autorità pubbliche, certi aspetti, suna ape dia o riceva alcuna (la presenza di uova in una cella come la distribuzione dei negozi direttiva, per il solo fatto che vicina, la danza di un’ape nelle per esempio (dove aprire panet - esse danzano più vigorosamen - vicinanze, la concentrazione del terie, saloni per parrucchieri o te per le fonti più vantaggiose e nettare che le è stato ceduto…). macellerie…) non obbediscono reclutino in questo modo molte Questo tipo di funzionamento ad alcun piano prestabilito e non altre bottinatrici. non è privo di vantaggi, in parti- di meno rispondono ad una E’ proprio questo che definisce colare poiché i sistemi di organizzazione in fin dei conti la “self-organization” (auto-orga - comando centralizzati sono razionale, grazie a regole comuni nizzazione) (fig. 7): un modello di dispendiosi: si considerino, a (in questo caso il libero mercato). funzionamento sociale in cui non livello individuale, i bisogni ener - Il sistema ha però anche degli esiste alcun potere centralizza - getici del sistema nervoso, e su inconvenienti: in assenza di ogni to, né un piano o un sistema di scala sociale, il costo del gruppo centro di comando, la colonia è gestione, in cui tuttavia non di di gestione di una fabbrica (See - inadatta a trovare la soluzione meno emergono organizzazioni ley, 2002). La perdita di un indi - globale a un problema importan - superiori per il solo fatto che viduo, inoltre, non ha conse - te che dovesse porsi. Il concetto tutte le unità che costituiscono il guenze importanti sul funziona - di self-organization ci fornisce sistema (le api) obbediscono a mento dell’insieme, poiché nes - dunque una base concettuale regole identiche (il fatto di prele - suno è responsabile dell’orga - per comprendere l’importanza vare nettare e polline da celle nizzazione dei compiti realizzati che possono avere su di un vicine alla covata, il fatto di dan - da altri individui. Così il sistema è alveare gli effetti sub-letali dei zare con più vigore quando la ben diffuso in natura: non sol - contaminanti che intossicano fonte di nettare è più vantaggio - tanto è la regola nelle società tutte o parte delle api. La coe - sa, il fatto di abbandonare la degli insetti, ma lo si ritrova, per renza di tutta la colonia si fonda fonte che si frequenta quando si esempio, nei movimenti dei ban - in effetti sulla correttezza delle vede una danzatrice danzare chi di pesci e, più in generale, in percezioni di ogni ape a livello con più vigore…). forma parziale, in tutte le forme locale e sull’adeguamento delle Queste regole sono sufficienti a di organizzazione sociale, ivi risposte comportamentali che la

Fig. 6 - L’orientamento verso le migliori fonti di bottinatura avviene senza che alcuna ape fornisca indicazioni alle sorelle o ne riceva.

Biologia apistica L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 27 Fig. 7 - L’organizzazione dell’alveare è garantita solo da un elevato livello di auto-coordinazione.

autorità centrale). Ne consegue che l’ape, per quanto significativamente attrez - zata per rispondere alle sfide del suo habitat, si trova del tutto disarmata nell’affrontare gli scompigli brutali che l’uomo vi potrebbe apportare. Sta a noi apicoltori sorvegliare il mantenimento degli equilibri naturali, indispensabili alla loro sopravvivenza: bella e grave responsabilità con i tempi che corrono…

singola ape da a queste perce - no che possa constatare la com - zioni. Se le percezioni vengono parsa del problema (cosa che distorte, se le risposte comporta - necessita di un’obiettività che Tratto da mentali cessano di essere ade - nessuna ape può avere), né La Santé de l’Abeille 243-2011 guate, allora sarà tutto l’insieme apportare una soluzione concer - (Traduzione di Federica Zotti) a incepparsi, senza possibilità di tata (cosa che obbligatoriamente recupero, poiché non c’è nessu - necessita dell’intervento di una

28 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Biologia apistica E

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e attività agricole, impre - L scindibilmente legate all’e- spo sizione am bientale e all’andamento me teorologi co, che richiedono interventi di manutenzione ordinaria e stra - ordinaria delle attrezzature im- piegate, generalmente con - dotti nella stagione improdutti - va invernale. La manutenzione gioca un ruolo di primo piano nella ge- stione aziendale permettendo, se non di risolvere, quantome - no di ridurre problematiche sanitarie, velocizzando le ope - razioni in campo (le chiusure all’ultimo momento con bande adesive), prolungando la dura - ta in vita di materiale/attrezza - ture, con ovvi benefici econo - mici per l’azienda stessa. Esiste una sottile differenza tra il concetto di conservazione del materiale e quello di disin - fezione. Nel primo rientrano tutte le operazioni volte a pre - servare/riportare materiale mo men taneamente inutilizza - to nel le migliori condizioni possibili. Il termine disinfezio - ne presuppone un’operazione legata al debellamento di un agente patogeno presente sul materiale e in grado di infetta -

Altro che riposo nel periodo invernale. Dal campo si passa al magazzino per dedicarsi a tutte quegli interventi sulle attrezzatu - re che ne garantiscono maggior durata e migliore sanità.

Ritorniamo all’ABC L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 31 re le api con cui verrà succes - sivamente in contatto. In campo apistico quasi sem - pre si approfitta del momenta - neo inutilizzo del materiale per sottoporlo sia a interventi di manutenzione corrente sia di di sin fezione. I magazzini delle aziende nel periodo invernale si riempiono di melari e relativi favi, arnie, favi da nido contenenti polline e/o miele, apiscampo, escludi- regina... Senza dimenticare maschere, guanti, leve e affu - micatori. Adottare buone pratiche apisti - che durante l’intera stagione produttiva aiuta nella gestione del materiale; disporre di un locale di un ambiente coperto o chiuso, pulibile in cui stoccare il materiale ci consente di lavora - re nelle migliori condizioni. Il passaggio alla Di seguito verranno presenta - fiamma è utile per te, suddivise in base alla natu - ripulire le attrezzature ra del metodo, le principali apistiche dai residui di cera e propoli. metodologie di disinfezione del Solo la fiamma ma teriale apistico. azzurra ha però azione sterilizzante. MEZZI FISICI meno garanzie di efficacia cazione contro batteri, funghi, Calore: rappresenta probabil - della sterilizzazione. lieviti e virus. Le radiazioni della mente il metodo più vecchio di banda UV-C sono caratteriz - disinfezione. La maggior parte Passaggio alla fiamma: bru - zate da un marcato effetto ger - dei patogeni muore già a tem - ciatura dell’interno dell’arnia micida, con un picco di massi - perature superiori a 46 °C, le tramite cannello fino a che il ma efficacia in corrispondenza spore invece sopravvivono a legno imbrunisca completa - della lunghezza d’onda di 254 temperature molto più alte. mente, successiva spazzola - nm, ma hanno scarso potere Per queste, è necessario oltre - tura e lavaggio con idropulitri - di penetrazione. Infatti, nella passare i 100 °C per avere ce. L’efficacia è circa dell’80- maggior parte dei materiali, un’azione di disinfezione signi - 85%. l’energia radiante viene com - ficativa. Vi sono due tipi di pletamente assorbita dagli calore utilizzabile. Raggi gamma: è l’unico mez- strati superficiali. Per questo Calore umido : in autoclave, si zo di disinfezione che garanti - motivo è poco utilizzata in utilizza vapore acqueo sotto sce risultato sicuro e che può ambiente apistico. pressione. La pressione che si essere utilizzata sia per le arnie raggiunge è di circa 1 atmo - che per i favi. Relativamente MEZZI CHIMICI sfera, cui corrisponde una poco costoso, ma richiede temperatura del vapore organizzazione per la conse - Passaggio in soluzione di acqueo di 121 °C. La steriliz - gna e il ritiro del materiale e soda caustica (15%): il disin - zazione viene protratta per 20 per gli aspetti legislativi. Il rici - fettante apistico per antono - minuti almeno. Calore secco : clo del materiale irradiato non masia. L’arnia, dopo essere viene utilizzata l’aria come vet - crea alcun problema alle api stata raschiata, viene lavata tore di calore, tramite stufe. né in termini di cera né in ter - con acqua bollente e soda. L’equilibrio termico del mate - mini di miele che ritorna alla Sembrerebbe oggi tecnica - riale da sterilizzare viene rag - famiglia. mente superato anche se giunto per convezione. Per trova ancora tanti estimatori. facilitare il processo si utilizza - Le Radiazioni Ultraviolette: Corrode i materiali che vi ven - no sistemi di ventilazione ad la radiazione UV nella sua fra - gono immersi e richiede gros - aria forzata. È un’operazione zione a lunghezza d’onda più sa attenzione nell’utilizzo, pro - più lunga e più impegnativa corta, da 200 a 280 nanometri vocando gravi ustioni, nel caso rispetto all’autoclave, con (UV-C), ha trovato ampia appli - di accidentale contatto.

32 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Ritorniamo all’ABC La soda caustica in soluzione acquosa bollente, pur richie - dendo estrema attenzione nell’impiego, è tra i disinfettanti maggiormente utilizzati in apicoltura, grazie all’ottima efficacia.

Immersione in paraffina: ha la “candeggina” non raggiunge genere nemmeno la concen - una efficacia che si avvicina al le spore protette da cera o trazione del 5%. Questa tecni - 100% con immersione del propoli. La soluzione, inoltre, ca può trarre in errore: pensia - materiale per dieci minuti a non può essere conservata mo di aver sterilizzato il mate - 160 °C. Sia il tempo che la alla luce e per periodi molto riale, ma in realtà non è così. temperatura sono fondamen - lunghi. Recenti studi afferma - tali per la buona riuscita del - no che sarebbe necessaria Ossido di etilene: è molto l’operazione. Il punto di fiam - una concentrazione del 50% attivo contro microrganismi e ma della paraffina è di 199 °C. per ottenere una disinfezione spore. Nel caso dei favi, il Fondamentale monitorarne in profondità. I prodotti a base miele in essi contenuto, funge con continuità la temperatura di cloro normalmente in com - da barriera motivo per cui l’os - per evitare pericolosi incendi. mercio non raggiungono in sido di etilene non è efficace

Immersione in ipoclorito di sodio: una delle poche so- stanze effettivamente attive sulle spore della peste. La comune “candeggina” ha una concentrazione in acido clori - drico del 3%. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’immer - sione in acqua e ipoclorito allo 0,5% elimina le spore della peste in 20 minuti. Il materiale deve essere assolutamente e estremamente pulito perché

La paraffina a 160 °C abbina ottima azione disinfettante con la verniciatura dell’arnia. Richie - de estrema attenzione per l’ele - vata infiammabilità. Si presta per interventi su grandi numeri.

Ritorniamo all’ABC L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 33 sulle spore contenute in celle FOCUS: con miele. Il risultato finale è TARMA DELLA CERA condizionato da temperatura e La tarma della cera è un insetto umidità. Infine, il suo uso è dell’ordine dei lepidotteri, famiglia estremamente problematico: delle tarme o piralidi: le classiche la miscela con aria lo rende falene notturne. Due le specie esplosivo e può lasciare resi - parassite degli alveari, in partico - dui cancerogeni. Per tali motivi lare della cera contenente residui è bandito in molti paesi e organici. Si tratta di Achroia gri - anche poco utilizzato in Italia. sella , tarma piccola della cera, e Galleria melonella , tarma grande L’ossigeno attivo: di recente della cera. Quest’ultima è la più scoperta e utilizzo anche in insidiosa e dannosa per i mate - campo apistico, agisce veico - riali stoccati in magazzino. lando sostanze diverse (solita - La tarma della cera, d’ora in poi mente acidi organici). La sua faremo riferimento esclusiva - efficacia sembra essere supe - mente a G. melonella , condivide riore a quella della soda cau - gli areali in cui vive l’ape mellifera, stica. È efficace contro gli anche se è caratterizzata da una agenti delle principali malattie maggior sensibilità al freddo. È la e batteriosi dell’alveare. larva a provocare danni ai favi È inoltre ammesso dal discipli - che abbiano contenuto covata; nare Ce per l’apicoltura biolo - l’adulto possiede infatti un appa - gia. I disinfettanti a base di rato boccale atrofizzato. ossigeno attivo hanno il gros - Le uova vengono deposte dalla so vantaggio di poter essere femmina adulta negli anfratti o utilizzati anche sui favi (ovvia - fenditure dei favi, in posti dove le mente “nudi”) consentendone api difficilmente riescono a rag - una buona disinfezione. giungerle ed eliminarle. Una volta schiuse, le larve iniziano la loro azione erosiva nei favi, resa visibile Esaminati i metodi più utilizzati dalle gallerie sotto l’opercolo della covata. I favi più a rischio sono ed efficaci per la disinfezione quelli vecchi, ricchi di esuvie, polline e residui organici. Il ciclo del materiale apistico, sono completo di sviluppo per una generazione varia tra 1 e 9 settima - utili alcune considerazioni fi nali ne. L’attività di ovideposizione avviene di notte. su alcuni fattori che possono condizionarne il risultato finale: Possibili strategie di lotta • Tempo di esposizione al di- La prima azione di lotta alla tarma è in apiario. Come per tutti i sinfettante: tanto è maggio - parassiti (vale anche per gli ultimi arrivati: Aethina tumida e Vespa re, migliori saranno i risultati. velutina ), ci sono alcuni accorgimenti di tecnica apistica sempre • Concentrazione del disinfet - utili da adottare: tante: tanto è maggiore, • tenere quanto più possibile gli alveari forti e sani; migliori saranno i risultati. • non lasciare mai cera o favi inutilizzati negli apiari; • pulire periodicamente i supporti sul fondo degli apiari; • Presenza di sostanze orga - • sostituire regolarmente i favi; niche sul materiale da tratta - • a seguito di un’infestazione massiccia, distruggere le uova pre - re: tanto maggiori, peggiori senti nel legno e nei favi. sa ranno i risultati. Esistono metodi di lotta preventiva e/o curativa specifici per elimi - • Natura del microrganismo: nare la tarma della cera, che possiamo suddividere in tecnici, fisi - problematica la disinfezione ci, chimici e biologici. nel caso di Paenibacillus larve , più facile quella di tutti Interventi tecnici gli altri patogeni. Consistono nella eliminazione dei favi neri e vecchi, nella fusione In apicoltura abbiamo spesso rapida della cera vecchia e nell’utilizzo sistematico dell’escludire - a che fare con la disinfezione gina, prestando attenzione a che non venga stoccato polline nei di materiali porosi, saturati da favi da melario! materiale organico, che ne Interventi fisici rende ancor più problematica Stoccare il materiale in luogo fresco e asciutto (es. cantine) o l’operazione. I moderni disin - ricorrere alla crioconservazione (celle frigo, freezer). Sarebbe teo - fettanti contengono tensioattivi ricamente possibile anche il trattamento con il calore, reso però che facilitano la veicolazione di difficile attuazione operativa: tutti gli stadi della tarma vengono dei p.a. e che sciolgono le uccisi in 24 ore a 60 °C e umidità relativa del 50% (Burges, H.D. sostanze organiche presenti.

34 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Ritorniamo all’ABC Indispensabile per il buon esito 1978). Lo stoccaggio in luogo fresco, luminoso e ventilato (ventila - della disinfezione la preventiva zione forzata) è un sistema di conservazione preventivo che tende pulitura manuale del materiale. a ridurre la possibilità per l’adulto di deporre le uova. Possibile il E’ infine necessario distingue - trattamento ai raggi gamma, che trova logica, visti i costi, in pre - re fra una disinfezione di routi - senza di altre patologie. ne, fatta per mantenere “sano” il materiale e quella condotta Interventi chimici su materiale che ha ospitato o L’anidride solforosa (SO2) non è più disponibile in commercio in è stato in contatto con famiglie bombolette per l’elevato rischio di esplosione. Disponibile invece lo infette. In quest’ultimo caso la zolfo, che rimane uno dei mezzi di lotta più efficaci, in polvere o zol - disinfezione è solo una parte di lette. È estremamente volatile, non liposolubile e presenta pochi, quanto è necessario fare per se non nulli rischi per api, cera e miele. Uccide le larve, ma non le debellare la malattia dall’apia - uova, pertanto si consiglia di attendere 1-2 settimane, dopo aver rio. Nel caso di peste america - allontanato i favi dagli alveari, prima di effettuare il trattamento. na è conveniente una valuta - L’acido acetico agisce contro uova e adulti, poco sulle larve. Può zione costi/benefici: general - contribuire anche alla inattivazione delle spore di nosema, ma cor - mente la soluzione più saggia rode i metalli. I vapori di acido acetico sono più pesanti dell’aria e sotto tutti i punti di vista è la quindi il contenitore con l’acido va posto in alto. bruciatura di tutto il materiale, arnie e favi compresi. Interventi biologici Non dimentichiamoci infine Prevedono l’impiego di spore di Bacillus thuringiensis . Il ceppo del della “pulizia” dopo ogni visita batterio impiegato nel prodotto commerciale B-401, Certan® o in apiario o nel caso di dubbio Mellonex, è stato selezionato espressamente per la sua efficacia o parvenza di una qualche contro la tarma grande della cera. Il prodotto deve essere nebuliz - malattia di tuta e guanti (la- zato sui favi; le spore, ingerite dalla larva della tarma della cera, vaggio) , leva (fiamma), af - liberano una tossina, che ne danneggia irreparabilmente la parete fumicatore rimuovendo da intestinale, provocandone la morte. Poiché la tarma adulta non si questi ultimi i resti di propoli e nutre, il prodotto non ha alcun efficacia nei suoi confronti. Il batterio cera. è innocuo per i vertebrati (uomo, animali domestici) e per le api e non pone problematiche residuali né nella cera né nel miele.

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36 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Pubblicità L’approfondimento del mese

di U. Grassone e A. Fissore L a LA SALUTE DELLE API: TECNICA APISTICA E CORRETTA ALIMENTAZIONE v o Nell’estate 2015 sono stati registrati preoccupanti spopolamenti di alveari in una vasta area del territorio Astigiano, in Piemonte, meta di un elevato numero di apicoltori nomadisti per le produ - zioni di acacia e melata. Complice un’estate particolarmente siccitosa, con caldo africano prolungato e assenza di polline per oltre un mese, le api sono andate incontro ad r un rapido e inarrestabile deterioramento dei corpi grassi, rendendole facilmente attaccabili

da un patogeno normalmente non fonte di problemi in Piemonte, il Nosema ceranae. i Partendo da questo contesto, abbiamo ritenuto utile, per tutti i nostri lettori, approfondire il tema della corretta alimentazione degli alveari, a partire dall’uscita dell’inverno, in preparazione della nuova stagione produttiva. Il dott. Belletti, dell’Università di Udine, ha accettato di condividere con d noi la sua esperienza maturata negli anni sulla materia, proponendoci l’articolo che segue.

L’alimentazione delle api è ormai entrata a pieno titolo nella e buona prassi operativa apistica, pur arrivando a rappresen - tare fino al 14% del costo di produzione del miele, incidendo quindi in maniera significativa nella determinazione del red - dito aziendale. La nutrizione e le spese per la lotta alla varroa l

(8-12%, per acquisto dei presidi e per la manodopera) costi - tuiscono le voci passive più significative nella gestione cor -

rente dell’azienda apistica (Belletti P., Scalari F, Rosa F. m 2010). Alimentare non significa soltanto costi, ma è un inter - vento spesso necessario per evitare situazioni di stress; la scelta dei prodotti da utilizzare deve soddisfare nel contem - po esigenze di qualità e di economicità. Già nel 1905 il prof. Canestrini parlava di corretta nutrizione degli alveari per favorirne lo svernamento e la ripresa prima - e verile. Citava l’importanza dell’apporto nutrizionale in termini quanti-qualitativi, suggerendo ricette a base di farina di

castagne, lievito di birra, latte bollito con aggiunta di zucche - s ro e foglie di rosmarino (pappa di latte). Molti testi di apicoltura dei primi del novecento definiscono

l’apporto alimentare da parte dell’apicoltore come una con - e seguenza naturale della razionalizzazione dell’apicoltura (passaggio dal bugno villico all’arnia razionale), quasi a dimostrare come la nutrizione accompagni da sempre l’api - coltore nella gestione degli alveari e non sia una moderna

Lavori del mese L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 37 Evitare le situazioni di stress nutrizionale A scanso di equivoci è bene sot - tolineare che l’alimentazione base per le api è rappresentata da miele e polline. E’ tuttavia fondamentale evitare che gli alveari vadano incontro a periodi prolungati di stress alimentari e patologici (varroa). La risposta di una famiglia d’api sottoposta a una alimentazione di soccorso o di emergenza, dopo un periodo prolungato di stress (1 mese), è infatti sempre molto lenta. L’obiettivo è quindi prevenire. Tra i nutrienti il polline è la princi - pale fonte di aminoacidi, lipidi, amido (in quantità molto poco significative), vitamine e minerali. Figura 1 - Favo laterale privo di scorte. E’ uno dei fattori che maggior - mente condiziona la longevità pratica riconducibile solo al mon - ne artificiale (periodo autunnale e delle api influendo direttamente do professionale. invernale), il Comitato Ministeriale sullo “sviluppo del corpo gras - Dal 1932 fino al 1943 lo Stato Ita - ha disposto che 3000 quintali di so”. In periodi di carenza di pol - liano distribuiva gratuitamente, zucchero greggio del commercio line si osserva una contrazione attraverso le confederazioni api - venga ceduto agli apicoltori pre - della popolazione dell’alveare e stiche territoriali, un quantitativo via denaturazione e aggiunta di una diminuzione delle difese pari a 5 litri di melitosio per ogni pasta d’aglio e in alcuni casi immunitarie con conseguente alveare regolarmente de nun - macinato di farina di castagne ”. minor resistenza a patogeni e ciato. Lo sciroppo era addiziona - L’importanza e l’interesse verso fattori esogeni (pesticidi). to con un composto a base di la nutrizione degli alveari è via via Non tutti i pollini sono uguali, ma estratto di aglio, componente cresciuto al punto che, a partire sono caratterizzati da profonde importante per l’attività antibatte - dagli anni ‘90, e soprattutto nel - differenze qualitative: il polline di rica, antimicotica e immunosti - l’ultimo decennio, alcune aziende rovo, per esempio, è più ricco in molante. Così recitava il bollettino si sono specializzate nella produ - amminoacidi essenziali rispetto emesso a favore delle consociate zione di sciroppi glucidici, canditi a quello di castagno o di erica. apistiche nel 1942: “ Allo scopo di e integratori alimentari. Poichè il polline viene consuma - favorire l’alimentazione degli Attualmente (2014) sono più di to e metabolizzato in maniera alveari in relazione alla necessità 40 i prodotti commercializzati e efficiente prevalentemente dalle frequente di ricorrere alla nutrizio - autorizzati in Italia. api nutrici, l’alimentazione pro - teica è da sconsigliare nel perio - do invernale (inutile e costosa), risultando invece determinante a fine agosto e nella ripresa prima - verile (dopo i primi cicli di covata, ovvero in presenza delle nuove api nutrici). Qualità dell’alimenta - zione ed effetti sul nosema La qualità del polline influenza anche la tolleranza delle api a Nosema ceranae che, come noto, diminuisce l’aspettativa di vita delle api e la loro funzionali - tà. La nutrizione con polline aumenta la sopravvivenza sia di api sane che di quelle infette. Figura 2 - Famiglia indebolita (circa 22 sesti di api, meno di cinque - Alcuni studi dimostrano come il mila individui) a causa di prolungato stress estivo. L’alimentazione, livello estremamente alto di pro - seppur abbondante, risulta tardiva per una sua possibile ripresa. teine e antiossidanti del polline

38 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Lavori del mese Figura 3 - ApiHerb e sgocciolamento negli spazi interfavo.

tembre e ottobre per le zone più tem perate e vicine al mare. Questi prodotti trovano inoltre valido impiego nella prevenzio - ne di N. ceranae (“Verifica del - l’efficacia di ApiHerb e Vita Feed Gold nel contenimento di Nosema ceranae” AAVV), con tre somministrazioni a cadenza settimanale in contemporanea con il trattamento di lotta alla varroa, di fine luglio/primi di agosto. In presenza di spore di nosema è consigliabile protrarre le somministrazioni per 6 setti - mane, sempre con interventi settimanali, al fine di ottimizzar - ne l’azione. Figura 4 - Trattamento con Apiguard in presenza di candito, con famiglia diaframmata e compattata su 8 favi. L’alimentazione è determinante anche di rovo, in comparazione a quel - gratori alimentari presenti in durante il trattamento lo di cisto, determina nelle api, commercio, nello specifico Api - con timolo nutrite con il primo, una maggio - Herb e Vita Feed Gold, in som - Le prove di monitoraggio del - re longevità e resistenza a tale ministrazione primaverile e l’efficacia dei trattamenti con patologia. In passato l’alimenta - autunnale, con risultati significa - timolo effettuate in apiari in Friuli zione proteica non rivestiva un tivi. È stato riscontrato un Venezia Giulia nel 2005 e 2013 ruolo importante in quanto il pro - aumento della forza famiglia, hanno evidenziato come la blema principale era rappresen - unico parametro rilevato, nel somministrazione di alimento tato dalla sola varroa e dai pochi trattamento primaverile, e mi - (candito), durante il periodo di virus ad essa collegati. Oggi il gliori condizioni di invernamento presenza del timolo, ne migliora sistema immunitario dell’alveare e ripresa primaverile con il tratta - l’efficacia di circa il 10% con è compromesso non solo dalla mento di fine estate (“Monito - una forbice più contenuta tra i varroa, ma da numerosi virus, raggio efficacia ApiHerb, anno valori minimi e massimi, come alcuni indipendenti dall’acaro, in 2012” Belletti P., Chicco A., se l’alimentazione rendesse più grado di determinare fenomeni Della Vedova G.). costante l’andamento della sempre più frequenti di spopola - Il trattamento primaverile (fine caduta degli acari nei diversi menti e morie di api. febbraio/primi di marzo) e quello alveari. autunnale consistono in 3 som - Alcuni consigli per ministrazioni a distanza di 7 gg. La salute delle api migliorare le condizioni Il periodo in cui il trattamento passa attraverso fisiologiche dell’alveare esplica la maggiore funzionalità la scelta del tipo Dal 2012 in Friuli Venezia Giulia (effetti postivi sulle api svernanti) di alimento si effettuano prove di campo è da metà agosto a metà di set - Nella scelta di un alimento, sia con utilizzo utilizzo di alcuni inte - tembre per le zone fredde, set - esso candito che sciroppo, è

Lavori del mese L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 39 Figura 5 – La valutazione dell’appetibilità di un candito può essere eseguita su una famiglia ben popolata, possibilmente stretta su 8 favi, effet - tuando le pesate per 3 volte a intervalli di 24 ore

necessario prendere in conside - alla segnalazione “contenuto pascoli nel caso in cui la scarsità razione alcune loro caratteristi - basso”. di polline e nettare possano che, per procedere a una corret - L’appetibilità dei canditi in com - comprometterne il benessere. ta valutazione del rapporto qua - mercio non deve essere presa La pianta di rovo non è presente lità/ prezzo. come requisito principale per dappertutto, ma dopo quanto è I principali elementi da valutare definire se un prodotto è di qua - stato detto, potrebbe essere un sono: lità o meno (il fast food per le utile elemento nella scelta di una • origine della materia prima, api). Le api preferiscono comun - nuova postazione. preferibilmente saccarosio da que paste fini e non grossolane, L’articolo è frutto del lavoro di barbabietola; preferibilmente mor bi de e che Pier Antonio Belletti*, Andrea • contenuto in HMF, che deve mantengano tale caratteristica Chicco** E Shira Bar On*** essere basso; soprattutto nel periodo inverna - • contenuto in polisaccaridi, le, momento in cui la disponibili - che deve essere il minore tà d’acqua risulta ridotta. * Pier Antonio Belletti - Apicoltore possibile; In conclusione possiamo affer - professionista, tecnico apistico • appetibilità, ovviamente buo - mare con certezza che l’alimen - Regione Friuli Venezia Giulia, na. tazione determina lo stato fisio - Docente presso la Facoltà di Medina Veterinaria, Università In questo caso non è intenzione logico dell’alveare e la sua capa - degli Studi di Udine operare distingui tra i diversi pro - cità di rispondere agli “attacchi dotti in commercio. interni ed esterni”. **Andrea Chicco – Apicoltore I parametri indicati sono impor - L’apicoltore deve essere in professionista, tecnico apistico tanti e determinanti nella scelta grado di valutare tempestiva - Regione Friuli Venezia Giulia, prove monitoraggio 2010 - 2015 di un candito o sciroppo; oppor - mente nel corso della stagione tunamente abbiamo de ciso di apistica le situazioni di stress *** Shira Bar On - Apicoltrice non indicare i valori ottimali per dell’apiario, non esitando a spo - professionista, prove monitoraggio singolo parametro, limitandoci starlo, se necessario, su nuovi 2013 - 2015

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40 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Lavori del mese I LAVORI DI NOVEMBRE

In questo periodo occorre ricordarsi di: Operazioni in apiario ==> Controllare le scorte mediante pesatura alveari o controllo singoli favi ==> Prelevare favi con api e scorte dalle famiglie più forti per aiutare le più deboli ==> Eventuale nutrizione o spostamento di favi con scorte ==> Riunione di alveari troppo deboli ==> Trattamenti invernali contro la varroa ==> Stringere l’ingresso delle porticine Operazioni in magazzino ==> Invasettare Formazione ==> Partecipare ai concorsi di miele ==> Effettuare il censimento in Banca Dati per l’Anagrafe Apistica ==> Partecipare alle riunioni di zona

Lavori del mese L’ Apis | N. 7 OTTOBRE 2015 41 PRODOTTI VITA CONTRO I PIÙ TEMIBILI NEMICI DELL’APE

Estratto naturale di beta vulgaris Gel a rilascio graduale Nuova formulazione: più stabilità e efficacia e melassa e controllato del timolo Disinfettante sporicida a base di Acido Peracetico di nuova generazione Complemento nutrizionale Migliora l’igiene dell’alveare Agisce come acaricida, Largo spettro d’azione: Efficace contro i disordini intestinali battericida e fungicida efficace contro batteri, funghi e virus Facile da usare Efficace anche in primavera Notevole rapidità di disinfezione contro Varroa e No sema Speciale formulazione non corrosiva

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a cura di Simona Martinotti e Elia Ranzato

PROPOLI: DALLA NATURA UN ALLEATO POLIVALENTE

Il propoli o la propoli? Entrambe le parole traggono origine dalle finalità di protezione per cui le api utilizzano tale resina ed è possibile usare indifferentemente l’una o l’altra definizione.

Composizione colore, odore e probabilmente le resine e sostanze balsamiche della propoli caratteristiche utili, a seconda (circa il 50%), le cere (circa il L’uomo conosce e sfrutta le pro- della fonte e della stagione del- 30%), il polline (circa il 5%), i sali prietà della propoli fin dall’antichi- l’anno. La composizione esatta minerali, gli zuccheri e le vitami- tà. La propoli ha, infatti, trovato della propoli dipende dal tipo di ne. La parte più interessante è utilizzo come antibatterico, antivi- piante accessibile alle api. Poiché data dai flavonoidi, che sono rale, antimicotico, antinfiammato- è difficile osservare le api nei loro composti chimici vegetali diffusi rio, cicatrizzante, analgesico e viaggi di foraggiamento, le fonti nelle piante superiori e hanno lassativo. Oggi la propoli trova esatte delle resine di solito non molteplici proprietà. utilizzo nella preparazione di sono note. Nella propoli sono I principali flavonoidi presenti numerosi prodotti cosmetici conosciute più di 200 molecole nella propoli sono pinocembrina, (detergenti, creme solari e dopo- attive e tra le diverse componenti galangina e quercetina, ma sono sole, dopobarba, creme di bel- si ricordano gli oli essenziali (5- presenti anche altri composti lezza e rossetti) e per l’igiene del 10%), i flavonoidi, gli idrossiacidi fenolici (in particolare l’acido caf- cuoio capelluto, della bocca e dei aromatici, gli acidi alifatici, le feico, dalle proprietà antiossidanti denti, ecc. La propoli cambia in aldeidi aromatiche, le cumarine, e antiinfiammatorie). Effetti benefici della propoli Una delle proprietà più conosciu- ta e testata della propoli è la sua azione antibatterica. Diversi auto- ri hanno studiato l’attività antimi- crobica della propoli. Mentre alcuni autori hanno trovato cam- pioni di propoli attivi solo contro i batteri Gram-positivi e alcuni fun- ghi, altri hanno riscontrato solo una debole azione anche contro i batteri Gram-negativi (Sforcin et al., 2000). Studi più recenti (Uzel et al. , 2005) hanno potuto verifi- care come i batteri Gram-positivi sono più suscettibili alla propoli già a basse concentrazioni, men- tre la crescita dei batteri Gram- negativi è stata inibita solo a con-

Ambasciatori dei mieli L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 43 Figura 1 - Immagini al microscopio ottico a trasmissione relative all’esperimento di scratch wound assay con i cheratinociti. Nel riquadro a sinistra si osserva la situazione al tempo zero; nel riquadro a destra invece si osserva come, dopo 24 h, le cellule, in presenza del campione di propoli, siano migrate verso l’interno della ferita. (https://www.youtube.com/watch?v=bGcdzMENGxg)

centrazioni più elevate. Altre tempo di trattamento di circa il La propoli ha dimostrato anche ricerche (Starzyk et al ., 1977) 50-80% (Scheller et al., 1980). una cospicua attività antimicrobi - hanno affrontato l’attività anti- L’effetto anti-infiammatorio della ca molto importante nella ripara - protozoica della propoli. E’ stato propoli è stato confermato in zione delle ferite, in particolare dimostrato che la propoli agisce studi su pazienti con bronchite contro batteri Gram-positivi (sta - efficacemente contro Trichomo - cronica (Scheller et al ., 1995). filococchi e Strepthococci spp.) e nas vaginalis e Toxoplasma gon - L’uso di propoli migliora anche gli Gram-negativi ( E. coli, K. pneu - dii , responsabili rispettivamente indicatori biochimici e immunolo - moniae, P. vulgaris e P. aerugino - di infiammazioni vaginali e di gici nei pazienti geriatrici (Scheller sa ), protozoi, funghi ( Candida toxoplasmosi. et al ., 1984). albicans ). I flavonoidi della propoli possono Queste proprietà antimicrobiche agire sulla membrana microbica Propoli e medicina sono essenzialmente dovute al o parete cellulare causando rigenerativa contenuto di flavonoidi, e in parti- danni funzionali e strutturali. Insieme ad altri prodotti delle api colare alla presenza di pinocem - I benefici della propoli per il cavo (come miele, pappa reale e polli - brina, galangina e pinobanksina. orale sono stati rivelati da nume - ne), la propoli ha grandi proprietà Alcuni studi hanno evidenziato il rosi studi. La propoli oltre a dimi - terapeutiche, in uso fin dall’anti - ruolo svolto dal solvente impiega - nuire l’ipersensibilità dentale può chità nella medicina popolare in to per l’estrazione della propoli indurre anche una riduzione della varie parti del mondo (Martinotti e nell’influenzare la potenza della mucosite orale in seguito a che - Ranzato, 2015). La propoli, che è attività antimicrobica della propoli mioterapia e l’insorgenza di generalmente ben tollerata, con ottenuta (Tosi et al. , 1996) malattie gengivali e parodontali rari casi di allergia e nessuna tos - La riparazione di una ferita e la (Mahmoud et al ., 1999; Parolia et sicità, viene ritenuta come un rigenerazione tissutale procedo - al ., 2010; Abdulrhman et al ., ottimo candidato per la gestione no tramite un modello finemente 2012). Allo stesso modo, estratti delle ferite cutanee, aumentando orchestrato di fasi integrate, idroalcolici di propoli hanno mo - la proliferazione, l’attivazione, e emostasi, infiammazione, prolife - strato di avere un effetto nella capacità di crescita delle cellule razione cellulare, e rimodellamen - rigenerazione ossea, della cartila - della pelle (Martinotti e Ranzato, to della matrice extracellulare, gine e della polpa dentaria (Klein - 2015). Alcune ricerche hanno che coinvolgono una serie di pro - rok et al. , 1978; Scheller et al ., rivelato che la propoli accelera la cessi cellulari e molecolari (Marti- 1978). Sono stati condotti anche riparazione dei tessuti ustionati notti e Ranzato, 2014). Questo alcuni studi clinici che hanno mediante la stimolazione del processo comprende la migra - confermato il ruolo positivo della rimodellamento della matrice zione e la proliferazione delle cel - propoli. La propoli è stata, infatti, extracellulare al livello del letto lule della pelle, come cheratinociti testata in 150 casi di complican - della ferita, proponendo che i e fibroblasti. Il nostro studio è ze post-chirurgiche e ustioni. È cambiamenti osservati nel conte - stato così rivolto all’analisi dei stato così osservato che, quando nuto della matrice extracellulare meccanismi cellulari e molecolari si usa la propoli, i risultati di gua - dopo l’applicazione di propoli indotti dalla propoli durante il pro - rigione sono stati significativa - possano essere collegati con la cesso di riparazione della ferita. A mente migliori in confronto ai capacità dei composti flavonoidi tal fine, è stato usato un modello metodi convenzionali. Questo si di ridurre la perossidazione lipidi - sperimentale in vitro di scratch è tradotto in una migliore ripresa ca ed evitando così la necrosi wound healing già ampiamente fisiologica e accorciamento del (Olczyk et al ., 2013). sperimentato nel nostro laborato -

44 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Ambasciatori dei mieli rio. Questo test è un metodo per mando che può essere utilizzata tà di Aspromiele Piemonte e del misurare in vitro la capacità di in modo sicuro non solo per Laboratorio Erboristico Il Giardino chiusura di una ferita. I passaggi applicazioni esterne su pelle dei Semplici (La Spezia), ha lo fondamentali di tale sistema sana, ma anche come rimedio scopo di aumentare la cono - implicano la creazione di un sulle ferite. scenza sui processi riparativi e taglio, di una discontinuità in un Anzi, la ricerca ha fornito per la fornire un “valore aggiunto” al monostrato di cellule, catturando prima volta un dato molto impor - pro dotto propoli attraverso lo svi - le immagini all’inizio e ad intervalli tante, ovvero che la propoli, in un luppo di prodotti con attività tera - regolari durante la migrazione modello in vitro , è in grado di peutica (cioè per il trattamento e delle cellule per “chiudere la feri - indurre un effetto molto cospicuo la gestione di ferite, ustioni, ulce - ta”, e confrontando così le imma - di riparazione delle ferite, parago - re, ecc.). Questa ricerca implica gini per quantificare la velocità di nabile o superiore a quello dei ancora un importante impegno, migrazione, in presenza o meno mieli considerati più promettenti in particolare verso l’identificazio - di propoli (figura 1). in questo campo. ne delle molecole presenti nella La ricerca è stata svolta usando Tale indicazione è stata irrobusti - propoli che possono esercitare linee cellulari di cheratinociti e ta dal confronto tra propoli e un effetti così importanti, ma può for - fibroblasti che sono i principali tipi prodotto medicale ottenuto dalle nire una caratterizzazione farma - cellulari della pelle. Lo studio ha piastrine del sangue, il lisato pia - cologica della propoli stessa, defi - fornito una caratterizzazione delle strinico, che viene utilizzato nella nendone più chiaramente il mec - proprietà della propoli sulle cellule pratica clinica per migliorare la canismo di azione, la farmacodi- della pelle e suggerisce che que - guarigione delle ferite. Ora, utiliz - namica, le indicazioni e il razionale sto prodotto naturale possa zando propoli prodotte in areali d’uso, e aprendo nuovi e interes - essere usato efficacemente per il vegetazionali diversi, potremo santi orizzonti di utilizzo (anche trattamento delle ferite. I nostri comprendere se ci sono differen - commerciale) della propoli. dati hanno infatti dimostrato che ze tra le propoli e in che misura. Il Curriculm degli autori la propoli è poco citotossica su lavoro che il nostro gruppo ha e bibliografia possono cheratinociti e fibroblasti, confer - intrapreso, grazie alla disponibili - essere richiesti in redazione narrativa apistica a cura di LE API IN POESIA - un’antologia dall’antichità a oggi di Claudio Graziola - Ed. Montaonda

Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che un’antologia sia un semplice lavo - ro di raccolta e che dunque rischi di risultare un libro senz’anima. Ma era “piovosa”, la giornata in cui nel lontano 1979 cominciò a prendere forma il lavoro di raccolta di Claudio Graziola, come lui stesso ci racconta. Ed è proprio l’aggettivo “piovosa”, la vividezza di questo ricordo, che mi fa percepire la sua partecipazione e la sua pas - sione. Oltre naturalmente a un’abbondanza di materiali che non sono facilmente ottenibili semplicemente frugando su internet, ma che bisogna saper cercare con lo stesso perseverante entusiasmo di chi ama farsi stupire dalla bellezza di un oggetto nelle botteghe antiquarie. In mezzo a tanta abbondanza ci sono anche quelli che, a me, appaiono pol - pettoni illeggibili, ma soprattutto tantissime, sorprendenti, inusuali, per noi, prospettive in cui il mondo delle api viene riflesso. Con tenerezza, ammirazione, meraviglia… In questa incredibile ricchezza qualcuno manca, come l’ungherese Gyula Illyés o il romagnolo Toni - no Guerra (lo sceneggiatore di Fellini), il cui Pierino delle Api “aspetta all’ombra che i culi delle api,/golose e impazienti, ingravidino i fiori./ Ecco perché nascono i frutti…). E sono contento di poterli suggerire a Graziola, per un lavoro che, immagino, lui stesso vada continuamente scoprendo felicemente incompiuto. Graziola, che è anche tra i creatori di un ricco museo di apicoltura vicino a Treviso, è roveretano di ori - gine. Lo si nota dalla quantità di poeti del Trentino che è riuscito a portare alla luce sul tema delle api. Tanto che uno si chiede: non ci saranno solo in Trentino così tanti poeti delle api. E se Graziola fosse stato siciliano o abruzzese, quanti altri ne avrebbe scoperti? Si può credere che la poesia, per essere letta e capita, richieda una preparazione o un intenso sforzo intellettuale. Per alcuni anni ho lavorato con le api fianco a fianco con un boscaiolo, un uomo semplice, che un giorno mi ha sorpreso citandomi una poesia sulle api della poetessa Emily Dickinson. Per sor - prenderlo, a mia volta gli ho regalato una sua raccolta di poesie. L’ultima parola l’ha avuta lui, Giuliano, quando, qualche giorno dopo, mi ha detto “Ho confrontato la traduzione che mi hai regalato con le tre che già avevo a casa e l’ho trovata veramente interessante”… [Paolo Faccioli]

Ambasciatori dei mieli L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 45 CON L’APIS LA COPERTURA ASSICURATIVA COMPLETA DELLE AZIENDE APISTICHE

Anche in presenza di una normativa che stabilisce le distanze tra gli apiari, le abitazioni e i luoghi di pubblico transito, negli ultimi anni si sono intensificati i contenziosi e le richieste di risarcimento danni: persone punte e biancheria sporcata dalle deiezioni sono i casi più frequenti. Spesso chi ritiene di aver subito un danno, nel momento in cui si rende conto di avere come con - troparte una Società di Assicurazione e non il vicino apicoltore, non procede nella richiesta di risarcimento. La polizza assicurativa svolge quindi un primo importante ruolo dissuasivo nei con - fronti dei “piantagrane”. D’altra parte, invece, una certa pericolosità oggettiva delle api impone, ai non sprovveduti, di tute - larsi adeguatamente. La richiesta di un contratto assicurativo collettivo, più che altro con la copertura di massimali ele - vati e adeguati alla tipologia di rischio, ci è parsa forte. L’editore di L’Apis (Aspromiele) ha pertanto attivato un contratto particolarmente valido.

Copertura R.C. Garanzie prestate: • massimale unico di euro 2.500.000; • copertura di eventuali danni a cose, persone o ani -

i mali provocati durante il carico, scarico e trasferi -

r mento degli alveari (nomadismo); • copertura dei danni subiti dai prestatori d’opera (con

o regolare rapporto di lavoro) nello svolgimento dell’at -

t tività apistica; l • copertura dei danni causati a terzi all’interno della

o sede aziendale; • copertura dei danni subiti dal proprietario del c fondo su cui sono stati collocati gli alveari, in quanto conside - i rato terza persona;

p • copertura dei danni provocati anche in caso di colpa grave (es. mancato rispetto delle distanze dai confini) purché non

A sussista la dolosità;

• estensione territoriale a tutti i paesi facenti parte dell’Unione . Europea; • gestione delle vertenze di danno e copertura delle spese legali “fino a quando la Società C Assicuratrice ne ha interesse”. Eventuali ricorsi non richiesti dall’assicurazione sono a cari - . co dell’apicoltore. Vengono riconosciute le spese incontrate dall’Assicurato per i legali e i tecnici solo se designati dalla società di assicurazione; R

• verrà applicata una franchigia fissa di 250 euro relativamente ai danni a cose; • l’assicurazione non comprende i danni derivanti da manipolazione industriale e commerciale e dei prodotti apistici. n La polizza coincide con l’anno solare, decorre cioé dal 1 gennaio e scade al

o 31 dicembre. i

z I premi annuali sono differenziati per classi di alveari e ammontano a:

a Classi di alveari Premio annuo r Da 1 a 100 20 €

u Da 101 a 300 40 € € c Da 301 a 500 65 i Oltre 501 80 € s Gli interessati sono invitati prima di sottoscrivere a visionare tutte le condizioni contrattuali all’indirizzo s http://www.aspromiele.it/index.php/assicurazione o contattare le strutture organizzative di Aspromiele A

46 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Assicurazione A

Assicurazione R.C. Apicoltori s Anno Assicurativo 2016 s i c

COGNOME ______NOME ______u

CODICE FISCALE ______P.IVA______r

INDIRIZZO______N° ______a

CITTA’______PROV. ______z i

CAP. ______TEL. ______o

SEDE AZIENDALE (se diverso dalla residenza) ______n

E-MAIL ______e

In qualità di Socio di Aspromiele e/o abbonato alla rivista L’Apis dichiaro di aver preso R visione delle condizioni contrattuali e intendo aderire alla polizza collettiva per: .

r responsabilità civile (segnare con una crocetta la voce che interessa) C

r 1 – 100 alveari (20 €) r 101 – 300 alveari (40 €) .

r 301 – 500 alveari (65 €) r oltre 501 alveari (80 €) A p Il premio di ______è stato versato in data ______mediante

conto corrente postale N° 23728108 intestato a Aspromiele Associazione Produttori i Miele – Via Drovetti 5 – 10138 Torino. c o Copia del bollettino di pagamento, unitamente al presente modulo compilato, deve essere

inviato in busta chiusa a: Aspromiele – C.so Crimea 69 – 15121 Alessandria l In assenza del modulo compilato e sottoscritto, pur avendo effettuato il versamento t del premio dovuto, non sarà possibile trasmettere i dati alla compagnia assicuratrice e o

quindi dar corso alla richiesta di sottoscrizione. r

La copertura assicurativa è attiva dal 1 gennaio al 31 dicembre 20 16 se il versamento del premio i viene effettuato prima del 01/01/2016 , se effettuato successivamente a tale data sarà attiva a par - tire dalle 24.00 del giorno in cui viene versato il premio e scadrà alle 24.00 del 31 dicembre 2016. Le sottoscrizioni saranno accettate entro e non oltre il termine del 31 luglio 2016. In caso di sinistro si invita a contattare entro 5 giorni dall’accaduto l’ufficio di Aspromiele al numero 0131-250368 .

Luogo ______, data ______

Ai sensi dell’art. 13 del DLgs. 30.6.2003 n. 196 informiamo che tutti i dati rilasciati sono raccolti e trattati da Aspromiele-Associazione Produttori Miele Piemonte nel rispetto del D.L. 196/03 anche per l’eventuale invio di materiale amministrativo, informativo e/o promozionale. I dati non verranno diffusi a soggetti esterni a eccezione dell’agenzia assicurativa. Ai sensi dell’art. 7 del suddetto DLgs. gli interessati hanno il diritto di conoscere, aggiornare, rettificare o cancellare i propri dati e di opporsi per motivi legittimi al loro trattamento.

Firma ______

Le condizioni della polizza assicurativa sono consultabili all’indirizzo http://www.aspromiele.it/index.php/assicurazione "

Assicurazione L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 47 ORGANIZZANO GIOVEDÌ 26 E VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015 CORSO SULLA PRODUZIONE DELLA PAPPA REALE “Aspetti tecnici, economici e commerciali della produzione di Pappa reale” SABATO 28 NOVEMBRE 2015

Dalle ore 09:00 alle ore 13:00 a cura di Copait il 12° CONVEGNO NAZIONALE “Pappisti CERCASI” (La richiesta di Pappa Reale Italiana è in forte aumento… è indispensabile incrementare la produzione)

Dalle ore 15:00 alle 19:00 a cura di Unaapi Prospettive per l’apicoltura italiana, minacce ed opportunità”

Il corso ed il convegno si svolgeranno all’Hotel Palace del Conero - Via Grandi N°6 - 60027 Osimo (AN) (a 100 mt. uscita Ancona Sud) tel. 071-7108312 fax 071-7108744 www.hpconero.it E_mail : [email protected]

Per maggiori informazioni, programma convegno, costi pernottamento e pranzi: www.pappareale.org • www.mieliditalia.it • www.cooparistotele.com Per iscrizioni al corso sulla produzione della pappa reale e informazioni : www.pappareale.org • www.coparistotele.com • [email protected] • Cell. 331-7171844

48 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Pubblicità Visto per voi

a cura di G. Bigio

ALVEARI APPESI PER AIUTARE… LE API

Nella riserva naturale di Shennongjia, Cina centrale, si è ricorsi a questo stratagemma per aiutare la popolazione di api in preoccupante diminuzione. Ben 700 alveari sono stati appesi alla parete scoscesa di una montagna, alta 1200 metri, per riprodurre le condizioni in cui le api costruirebbero naturalmente il loro nido. Le api in Cina sono in declino al punto che per l’impollinazione di alcune colture (per lo più frutticole) ci si avvale di operai che, usando pennellini, impollinano manualmente i fiori. Le cause del declino sono da ricercarsi nella perdita di risorse negli habitat più congeniali alle api e nell’utilizzo di insetticidi. Nel contempo la Cina è l’unico paese al mondo che è riu - scita a realizzare sia il miracolo di un enorme incremento della produzione di “miele”, sia di essere l’unico con una capacità produttiva incredibilmente stabile, anno dopo anno. Posizionando alveari sulle pendici di una montagna all’inter - no di una riserva naturale viene messa a disposizione delle api una ricchezza rappresentata da una grande varietà di piante che fioriscono in momenti diversi, massimizzando le fonti di nettare e polline.

Fonte: http://ecowatch.com/2015/09/30/beehives-help-honeybee/

Visto per voi L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 49 La posta dei lettori

a cura di A. Raffinetti e-mail: [email protected]

Le api rovinano l’uva?

Il vicino di mio zio, che ne cura il vigneto, dal momento che mio zio vive a Savona e non ha quindi modo di occuparsene, vuole farmi spostare gli alveari lamentando che le mie api bucano i chicchi d’uva. Vorrei sapere a quanto ammonta il danno che sto arrecando, cioè quanti chicchi i miei 9 alveari rovinano, in modo da valuta - re se è conveniente ripagarlo in miele oppure spostarle. Diana, Cogoleto (GE)

Buon giorno Diana, il vicino di suo zio sta sbagliando. Le api non sono responsabili della lacerazione dei chic - chi di uva, bensì le vespe e i calabroni, in possesso di un apparato boccale che permette loro di perforare la buccia dell’uva. L’apparato boccale delle ve - spe e dei calabroni è denominato masticatore-lambente mentre quello delle api lambente-succhiatore. La dif - ferenza di termini è dovuta al fatto che mentre le vespe sono dotate di robuste mandibole taglienti e dentellate, quelle delle api sono piccole e smussate. Ne consegue che le vespe e i calabroni sono in grado di lacerare la buccia dell’uva (e di alcuni frutti) mentre l’ape può solo contribuire alla suzione delle sostanza zuccherina messa a disposizione dall’opera di vespe e calabroni. Carlo Vidano, stimato entomologo dell’università di Torino, ha sempre sottolineato come le api abbiano nei confronti dell’uva una importante azione benefica: svuotando l’aci - no dei succhi zuccherini impediscono l’indebito sviluppo di muffe e microorganismi responsabili di fer - mentazioni anomale o di difetti nel vino. Alla luce di ciò è lei che dovrebbe chiedere al vicino di suo zio di ripagarla con qualche cassa d’uva o qualche buona bottiglia di vino.

50 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 La posta dei lettori Vendita del miele, ma quante autorizzazioni devo avere?

Sono una vostra abbonata e sono arrabbiata. Ho speso tempo (e soldi) per far preparare la famosa Scia sanitaria, pensavo di poter vendere il miele dove ho il laboratorio, ma mi stanno dicendo che non basta, che devo fare anche una Scia amministrativa. Voi dicevate di no. Boh. Non ne posso più di questa buro - crazia. Lettera firmata

Buon giorno, purtroppo non è infrequente che servizi veterinari, Suap, camere di commercio o comuni sollevino, in occasione della presentazione della Scia sanitaria, svariate questioni in merito alla necessità che l’apicol - tore debba possedere uno spa - zio dedicato alla vendita del miele o che debba presentare anche una “Scia commerciale o amministrativa”, bloc - cando la pratica nonostante nella Scia sani - taria sia stata scritta l’indicazione di attività di produzione primaria. L’articolo 4 del Dlgs 18 maggio 2001, n. 228 non lascia spazio a dubbi. In esso è scritto infatti che gli imprenditori agricoli, singoli o associati, iscritti nel registro delle imprese (di cui all’art. 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580) possono vendere direttamen - te al dettaglio, in tutto il territorio della Repub - blica, i prodotti provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende, osservate le disposizioni vigenti in materia di igiene e sanità. Per la vendita al dettaglio esercitata su superfici all’aperto nell’ambito dell’azienda agricola o di altre aree private di cui gli imprenditori agricoli abbiano la disponibilità non è richiesta la comunicazione di inizio attività. Da agosto 2013 viene rafforzato ulteriormente questo concetto, infatti con il cosiddetto “Decreto del fare” del Governo Letta per la vendita esercitata in occasione di sagre, fiere, manifestazioni a carattere religioso, benefico o politico o di promozione dei prodotti tipici o locali, non è richiesta la comunicazione di inizio attività. Sono invece necessarie specifiche autorizzazioni per la vendita in forma itinerante e su aree pubbliche (mercati) o in locali aperti al pubblico.

Nuovo nucleo, larve morte

Questa estate ho fatto un nucleo con un favo di covata aper - ta, uno di covata opercolata, un cereo, due di scorte. Dopo tre giorni ho visto che, mentre le uova si sono schiuse, quelle che erano larve sono rimaste larve e si sono scurite e girate sulla schiena. Come mai? Stefano Tartari, Toceno (VB)

Buon giorno Stefano, il fatto che le uova siano sopravvissute a differenza delle larve fa supporre che il nucleo non fosse suffi - cientemente popolato di api (forse ne hai messe poche oppure sono tornate nelle famiglie di origine perché non hai allonta - nato a sufficienza il nucleo costituito). Infatti le larve per il loro sviluppo hanno biso - gno di api che le nutrano, mentre l’uovo per schiudere ha bisogno solo di calore, nel suo caso garantito dalle temperature estive.

La posta dei lettori L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 51 APICOLTURA DELLA MAREM MA • Api regine selezionate • Sciami artificiali • Pappa reale italiana

APICOLTURA PASINI 58042 CAMPAGNATICO (GR) tel-fax: 0564 996674 cell. 339-3398094 [email protected]

52 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Pubblicità notizie in breve

Le punture più dolorose Zona del corpo Valutazione dolore Valutazione Deviazione Dedicarsi completamente alla Terminologia comune media standard ricerca, forse questa la motiva - Cranio 2.3 0.6 zione che ha spinto Michael Punta del terzo dito del piede 2.3 0.6 Smith, uno studente della Cornell Parte alta del braccio 2.3 0.6 University, a stilare una classifica delle parti del corpo dove è più Natica 3.7 0.6 doloroso essere punti dalle api. Polpaccio 3.7 0.6 Lo studio è stato effettuato per - Base della schiena 4.0 1.7 chè le punture delle api sono Parte alta della coscia 4.7 1.2 considerate lo standard con cui Polso 4.7 0.6 giudicare il dolore causato dalle punture di altri insetti. Smith ha Pianta del piede 5.0 1.7 avvicinato api su diverse parti del Avambraccio 5.0 n.a. suo corpo, inducendole a punge - Retro del ginocchio 5.0 1.0 re, cinque volte al giorno, su 25 Retro del collo 5.3 1.2 zone diverse del corpo, per un Dietro l'orecchio 5.3 1.2 totale di 38 giorni. Alla fine del - Dorso della mano 5.3 1.2 l’esperimento ha concluso che, nonostante le punture sui genitali Piede 6.0 1.0 fossero dolorose, i punti più dolo - Addome 6.7 0.6 rosi sono risultati il labbro supe - Punta del dito medio 6.7 0.6 riore e la narice. Motivo in più per Capezzolo 6.7 0.6 non dimenticare tuta e maschera Ascella 7.0 0.0 nel visitare gli alveari! Guancia 7.0 0.0 Fonte: https://peerj.com/ Palmo 7.0 0.0 articles/338/ Scroto 7.0 0.0 Asta del pene 7.3 0.6 Labbro superiore 8.7 0.6 Narice 9.0 0.0 Autostrade per le api coltivate andranno gestite in dell’attività di impollinazione dei modo più sostenibile, tale da fiori, fondamentale per garantire In Irlanda gli aiuti per le api viag - garantire una rete, quasi un’in - le produzioni agricole locali, quali giano veloci nella corsia di sor - frastruttura, di zone caratterizza - colza e mele. passo. In risposta al declino delle te dall’essere gradite agli insetti api native dell’isola di smeraldo impollinatori. Fonte: http://www.breakin - (un terzo delle 98 specie presenti La dottoressa Jane Stout del Tri - gnews.ie/ireland/ è prossima all’estinzione) è stato nity College di Dublino sottolinea new-bee-highways- predisposto un piano ambizioso come un’azione tempestiva scheme-aims-to-reverse- per creare zone rifugio in cui gli possa garantire la prosecuzione decline-in-numbers-696307.htm l insetti impollinatori possono tro - vare risorse nutritive. Queste zone saranno collegate da corridoi, adiacenti alle vie di comunicazione, che verranno sfalciati con minor regolarità, per garantire fioriture scalari e abbondanti. Tutti potranno colla - borare, partendo dal proprio giardino, riducendone le sfalcia - ture, piantando semi di specie attrattive per gli insetti o metten - do a disposizione di api solitarie e bombi nidi artificiali. Anche il verde pubblico e le aree agricole

Notizie in breve L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 53 notizie in breve

Tutti contro le “api-zombie” Il ciclo vitale di Aphocephalus borealis Da qualche anno un nuovo parassita minaccia la salute delle nostre api. Femmine di Le larve della A. borealis mosca si nutrono Negli Stati Uniti è stato riscontrato come in cerca di api delle interiora dell'ape, la mosca Apocephalus borealis , normal- uccidendola mente parassita dei bombi, ha iniziato a parassitizzare anche le api mellifere. Que - sta mosca depone uova nell’addome Una mosca depone le sue delle api, causandone in breve la morte. uova all'interno Sembrerebbe inoltre avere un’azione di un'ape sinergica con il virus delle ali deformi e Una femmina Una larva con le infezioni da N. ceranae . di A. borealis emerge dall'ape Negli Stati Uniti, per contrastarne la diffu - sione, è stato messo in atto dall’Universi- Le mosche Le larve si tà di San Francisco, un piano di monito - adulte sfarfallano impupano e si accoppiano Un'ape circondata raggio che coinvolge anche i cittadini, da pupe di A. borealis nelle vicinanze che possono trovare sul sito internet del progetto tutte le informazioni necessarie a identificare api potenzialmente parassitizzate da A. borealis , come catturarle, come conservare i campioni e come comunicare i risultati. Al momento, come si può apprezzare dalla mappa i casi di api parassitizzate sono stati rinvenuti princi - palmente negli stati occidentali (California, Oregon e Washington), ma alcuni casi iniziano a presentarsi anche sulla costa orientale, facendo presagire uno scenario preoccupante.

Fonte: https://www.zombeewatch.org/

Allevamento biologico certificato da C.C.P.B. - Codice Aziendale 0064

da aprile SCIAMI SU 5 TELAINI e API REGINE “collaudate” da nuclei DB

Prenotazioni: Via Malafrasca 216 – 50026 San Casciano V.P. (FI) soc. coop. agricola Tel. e Fax (055)8248196 e-mail: [email protected] web: www.laginestra.toscana.it

54 L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 Notizie in breve notizie in breve

Api come bioindicatori in contatto con polveri di metalli pesanti, pesticidi, radionuclidi e composti organici volatili, e potreb - I livelli di inquinamento ambientale nel Sulcis, Sar - bero quindi servire a quantificarne la presenza degna sud occidentale, sono molto alti, a causa nell’areale. Campioni rappresentati dal capo, dalle dell’elevato sfruttamento, durato decenni, per ali, dalla coppia di zampe posteriori e dal tubo trat - l’estrazione mineraria di piombo, zinco e argento. I to digerente, sono stati analizzati con un microsco - livelli di inquinamento sono così alti che la zona è pio a scansione elettronica, abbinato a spettrosco - monitorata anche per gli effetti a carico della popo - pia a raggi X. Le analisi erano mirate ad individuare lazione residente. Le api, bottinando i fiori o racco - differenze chimiche e morfologiche del particolato gliendo acqua, vengono a contatto con le sostan - presente nei tessuti delle api. I risultati ottenuti ze inquinanti presenti nell’ambiente, scandaglian - hanno permesso di identificare tre fonti di partico - do meticolosamente ogni mm 2. Un gruppo di ricer - lato: catori, guidati dal dr. Marco Pellecchia della Koinè, • industriale, ditta di consulenze ambientali di Parma, ha sfrutta - • proveniente dalle miniere, to questa caratteristica per effettuare indagini sui • proveniente dal suolo. quantitativi di residui contenuti nel corpo di api bot - Tutte le tre categorie di particolato sono state ritro - tinatrici, provenienti da alveari localizzati nella zona vate nei campioni analizzati, ad esclusione dell’ap - del Sulcis. Queste api sono potenzialmente venute parato digerente, dimostrando che le api bottina - trici possono essere un valido aiuto nel monitorare la presenza di inquinanti nell’ambiente. Fonte: http://journals.plos.org/plosone/article? id= 10.1371/journal.pone.0132491

Livelli di organofosfati in Canada Compro - Vendo Un campione di api, miele e pane d’api è stato prelevato, nell’estate del 2013 da 7 alveari, scelti in modo casuale tra quelli presenti nello stato del Saskatchewan in Canada, per quantificare la presenza di insetticidi organofosfati. I risultati ottenuti, mediante analisi di cromatografia e spettrometria di massa, hanno evidenziato la presenza di ben nove molecole: dia - zinone, dimetoato e chlorpyrifos-oxon nel miele; fenamifos, chlorpy - rifos e chlorpyrifos methyl nel pane d’api; ethoprop, malathion e dichlorvos nel campione di api adulte. Di fronte a un così vasto campionario, anche se le concent razioni rilevate erano molto basse, non rimane altro che… essere allarmati. Ricordiamo che è attivo all’indirizzo: Fonte: Apidologie http://www.mieliditalia.it/ index.php/annunci http://link.springer.com/article/10.1007/s13592-015-0357-y

Notizie in breve L’ Apis | N. 8 NOVEMBRE 2015 55 notizie in breve

I giovani apicoltori si riuniscono in Slovacchia

Nell’estate appena trascorsa si sono riuniti per quattro giorni a Bansk Bystrica i giovani apicoltori europei. L'incontro in sé è una combinazione di un concorso incentrato sull’apicoltura, e un programma socioculturale vario durante il quale i partecipanti – pro - venienti da 24 differenti nazioni e suddivisi in squa - dre da tre persone ciascu - na – possono socializzare e stringere loro contatti e competere tra di loro in gare pratiche e test per mettere alla prova le cono - scenze e le competenze apistiche dei giovani parte - cipanti. L'obiettivo principale non è solo la gara, ma trasferire le compe - tenze maturate dagli apicoltori piú esperti, ai giovani apicoltori, motivandoli a raccogliere le sfide che l’apicoltura del futuro pre - senterà loro. Solo investendo nelle generazioni future di apicoltori si potrà spe - rare di preservare questa attività. Fonte: http://www.imyb.sk/

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