Il Seminario Di Sant'agata De' Goti
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UNIVERSITA DEGLI STUDI "SUOR ORSOLA BENINCASA" NAPOLI FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL'EDUCAZIONE TESI DI LAUREA IN Storia della scuola e delle istituzioni educative IL SEMINARIO DI SANT'AGATA DE' GOTI Relatore Candidato Ch.mo Prof. Carmela Cesare Giuseppe Fioravanti Matricola 001004015 Anno Accademico 2005 – 2006 IND IC E Introduzione I CAPITOLO Storia di Sant'Agata de' Goti 1. Dalle origini alla caduta dell'Impero Romano. 2. La Saticula di Tito Livio 3. Sant'Agata durante il Medioevo 4. Sant'Agata e le Signorie 5. Dall'Unita d'Italia al XX secolo 6. Le strutture su cui poggia la vita civile della comunità santagatese II CAPITOLO Origine e fondazione del Seminario. Il Fondatore 1. Contesto storico: il Concilio di Trento 2. Trento e Sant'Agata de' Goti. Nascita del Seminario 3. II Seminario nel XVIII secolo 4. La vicenda del Seminario nella prima meta del XIX secolo III CAPITOLO Il Convitto Ginnasio nei locali del Seminario 1. Stato e Chiesa nelle prospettive educative del Risorgimento italiano 2. 'Nome Regolamentari pel Convitto-Ginnasio di Santagata dei Goti' 3. Statuto per gli alunni interni del Seminario di Santagata dei Goti' 4. Norme generali, disciplina scolastica, programma didattico 5. I1 Seminario: 1900/1967 CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA 3 INTRODUZIONE Nei secoli passati il Seminario diocesano di Sant'Agata de' Goti era una delle istituzioni più importanti della provincia beneventana; a Sant'Agata c'era una sola scuola di secondo grado, frequentata da molti ragazzi, anche da quelli che già in partenza sapevano che non avrebbero compiuto gli studi teologici. In questo lavoro ho cercato di ripercorrere le diverse tappe storiche ed educative che hanno ca- ratterizzato la vita dell'Istituto. Nel primo capitolo mi sono soffermata ad analizzare anche la storia del luogo nel quale il Seminario è sorto, ovvero Sant'Agata de' Goti. Sant'Agata ha vissuto tutte le vicende belliche, politiche e religiose che hanno caratterizzato e plasmato il cammino di tutte le popolazioni e le contrade del meridione d'Italia e più partico- larmente di quella fascia interna della penisola che va sotto il nome di Sannio. Cammino che va dall'età pre-romana alla caduta dell'Impero, dalle invasioni barbariche al feudalesimo medieva- le, dalle dominazioni straniere alla formazione dello Stato unitario, dalla esperienza totalitaria fascista alla costituzione della repubblica democratica. Pertanto vari sono stati i popoli che l'hanno abitata e ognuno ha lasciato parte della propria civiltà, dando vita a un patrimonio cul- turale di ampio respiro. Nel secondo capitolo invece, ho trattato della origine e fondazione del Seminario, sofferman- domi ad esaminare gli aspetti educativi e pedagogici nel corso dei secoli. Il Seminario fu isti- tuito nel clima della Controriforma: l'allora vescovo Giovanni Beroaldo (1556-1566) trasferito dalla chiesa di Telese a quella santagatese e reduce dal Concilio di Trento, gettò le prime basi per la costruzione del Seminario. Successivamente la sede venne trasferita nel convento tardomedievale di Montevergine. Grande impulso all'attività del Seminario venne dato da S. Alfonso Maria de Liguori (1762-1775) che ristrutturò ed ampliò l'edificio, tale che un sempre maggior numero di alunni chiedeva di fre- quentarlo. Egli diede ai seminaristi un nuovo regolamento, che ne rinnovava i programmi culturali e lo svolgimento della vita all'interno. Verso la fine del Settecento, il Seminario, negli studi, raggiunse massimo splendore tanto da essere definito: “Liceo dei dotti e la sede di Minerva”. Successivamente, gli altri vescovi che si sono succeduti nel governo della Diocesi santagatese, han- no cercato di svolgere la loro attività per il sempre migliore sviluppo di questo Seminario. Nel terzo capitolo ho illustrato gli ulteriori sviluppi del Seminario: nell'anno 1881, in virtù di un contratto sottoscritto tra l'Amministrazione del Seminario e la Giunta Municipale, nei locali del Se- minario, fu fondato un Convitto-Ginnasio. Furono anche approvati un regolamento e uno statuto che prescrivevano i diversi doveri dei responsabili del Seminario, gli obblighi dei seminaristi, l'accesso al Convitto-Ginnasio, l'organizzazione degli studi e cosi via. Il Sistema d'Istruzione era quello voluto dai Programmi Governativi, al fine di ottenere il pareggia- mento di questo Istituto con quelli del Governo e la licenza conseguita per effetto degli esami soste- nuti nel Convitto, era cosi un documento legalmente riconosciuto per poter poi continuare gli studi. Dunque, ai vescovi era lasciata autonomia nella conduzione dei Seminari, però gli studi in essi compiuti non venivano riconosciuti dallo Stato se non si fossero adottati i regolamenti e i piani di studio previsti dalla legge. Il Seminario di Sant'Agata de' Goti fu uno dei luoghi fra i pia prestigiosi della provincia beneventa- na; bisogna però ricordare che le condizioni di gran parte delle famiglie erano troppo disagevoli per permettere ai loro figli la possibilità di accedervi. Col passare degli anni il numero dei seminaristi andò assottigliandosi e nel 1967 il Seminario fu chiuso. Oggi nei locali del Seminario vi è il Liceo classico statale. 4 CAPITOLO I STORIA DI SANT'AGATA DE'GOTII 1. DALLE ORIGINI ALLA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO: LA SATICULA DI TITO LIVIO Ancora oggi non si ha la certezza dell'origine e fondazione della città di Sant'Agata de' Goti, tutta- via, secondo gli studi storici accreditati essa sorge sul luogo dell'antica SATICULA. Saticula, territorio urbano posto ai confini della Campania e del Sannio, citta aspramente contesa dai sanniti e dai romani durante le guerre sannitiche per la sua peculiare posizione strategica che la metteva in condizione di controllare le falde meridionali del Taburno e l'accesso alle Valli Telesina e Caudina il cui possesso era indispensabile per giungere a dominare il cuore dell'Italia Meridionale. Nella letteratura antica la prima menzione di Saticula, ci giunge da Virgilio, quando narra che: " i Saticulani discesero dai monti per andare a combattere contro Enea sbarcato nel Lazio”. La prima testimonianza in testi storici risale a Tito Livio che narrando le vicende della prima guerra Sannitica del 343 a.c. , scrive: "i due consoli partiti da Roma con due eserciti, Valerio per la Cam- pania e Cornelio per il Sannio, il primo pone gli accampamenti presso monte Gauro, e l'altro pres- so Saticula". Un'altra prova tesa a confermare che Saticula sorge ove oggi è Sant'Agata de' Goti, ci vien data dall'itinerario percorso dal pretore Marcello Claudio durante la seconda guerra punica da Canosa a Nola, al fine di soccorrere quest'ultima assediata da Annibale. Questa è la strada (per agrum saticu- lam) che dovette fare Marcello dopo aver passato il Volturno, vicino Caiazzo, per andare a Suessola e poi a Nola. Un altro riferimento ancora e offerto da Festo Pompeo, nel secondo secolo d.c., che ci dà la certezza della localizzazione di Saticula nel recinto del Sannio prima affermando esplicitamente che: "Sati- cula oppidum in Samnio" e, poi precisando: "in Samnio ad confinia campaniae". Inoltre la ricostruzione della storia della città di Sant'Agata de' Goti, si avvale dei reperti archeolo- gici costituiti dalle necropoli. Gli scavi effettuati verso la fine del secolo XVIII sia da istituzioni borboniche che da privati nelle contrade di Presta e San Pietro (poco distanti dal centro storico), hanno portato alla luce vari bronzi e molti esemplari dei famosi vasi saticulani a figure rosse sul fondo nero che sono conservati in par- te nel museo di Napoli, di Benevento e in musei europei; inoltre una raccolta di vasi, bronzi e mone- te, patrimonio della famiglia Rainone, è tuttora conservata nell'abitazione della famiglia Mustilli, depositaria del materiale storico affidatole dal consiglio comunale, con delibera del 20-01-1903. Sui vasi molto è stato scritto e dato alla stampa dal Sig Cav. Hamilton, ambasciatore della Corte di Londra presso il nostro Regnante Ferdinando IV. La città - fortezza di Saticula giocò, è noto, un suo ruolo nelle guerre sannitiche e puniche. A partire dal IV secolo a.c. , la storia dei Sanniti si intreccia con quella di Roma, a causa di lunghi e ripetuti conflitti tra i due popoli. La prima guerra sannitica nasce dal contrasto per il dominio della Campania, aspramente contesa da ambo i popoli. "I Sanniti dopo aver espugnate le citta di Atella e Calatia, diedero battaglia ai Campani nella pianura di Capua, prostrando gli avversari. I Campani si chiusero nella citta di Capua dove fu- rono assediati. Atterriti si rivolsero ai Romani ai quali fecero volontaria dedizione di se e del territorio. Questo evento segnò l'inizio di un conflitto che durò molti anni, con alterne vicende". L'esercito romano venne affidato ai due consoli M. Valerio e Cornelio Cosso, "il primo scon- fisse i Sanniti presso il monte Gauro, nei campi Flegrei fra Cuma e Napoli; l'altro cadde in 5 una imboscata presso Saticula". Riuscì a salvarsi dalla disfatta solo grazie all'astuzia tattica di uno dei tribuni militari P. Decio Mure. Nel 342 fu rinnovato il trattato di pace col quale i Sanniti, rimasti sconfitti, rinunciavano ai loro interessi nella regione dei Sidicini. La seconda guerra Sannitica scaturisce dalla comune tendenza ad espandersi dei Romani e dei Sanniti. Tuttavia fu nel corso di questo conflitto che i romani subirono una pesantissima sconfitta nel tentativo di conquistare Benevento, cadendo in un'astuta imboscata: bloccati in una strettoia vennero in gran parte uccisi o fatti ostaggi riportando uno degli insuccessi più clamorosi della storia romana. I sopravvissuti dovettero passare sotto un gioco di tre lance incrociate, segno di umiliazione e scherno. Questo episodio e ricordato col nome di "Forche Caudine" dal nome della località di Claudio vicina al teatro del combattimento. Cinque anni dopo la vicenda delle Forche Caudine, i Romani fidando sull'alleanza di Canosa e Tea- no, piombarono su Saticula e l'espugnarono.