COMUNE DI Regione Provincia di

Piano Urbanistico Comunale L.R. 16/2004

Valutazione Ambientale Strategica Valutazione di Incidenza RAPPORTO PRELIMINARE D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.

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Incaricato per la VAS e redattore del Rapporto Preliminare arch. Saverio Parrella

Consulenza scientifica arch. Maria Cerreta arch. Pasquale De Toro

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INDICE

1. INTRODUZIONE ...... 7

1.1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ...... 7

1.2 ARTICOLAZIONE E STRUTTURA DEL RAPPORTO AMBIENTALE ...... 13

1.3 CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO ...... 17

2. CONSULTAZIONI ...... 21

2.1 CONSULTAZIONI CON I SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE ...... 21

2.2 CONSULTAZIONI CON IL PUBBLICO ED IL PUBBLICO INTERESSATO ...... 21

3. STRUTTURA DEL PIANO ...... 23

3.1 CONTENUTI DEL PIANO ...... 23

3.2 OBIETTIVI DEL PIANO ...... 32

3.3 QUADRO PROGRAMMATICO E DELLA PIANIFICAZIONE DI RIFERIMENTO PER IL PUC ...... 36

3.4 ANALISI DI COERENZA ...... 37

4. STATO DELL’AMBIENTE ...... 103

4.1 ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI ...... 103 4.1.1 Popolazione ...... 111 4.1.2 Patrimonio edilizio ...... 117 4.1.3 Agricoltura ...... 122 4.1.4 Trasporti ...... 128 4.1.5 Energia ...... 132 4.1.6 Economia e produzione ...... 136 4.1.7 Atmosfera ...... 143 4.1.8 Idrosfera ...... 152 4.1.9 Biosfera ...... 164 4.1.10 Geosfera ...... 169 4.1.11 Paesaggio e patrimonio culturale ...... 178

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4.1.12 Rifiuti ...... 182 4.1.13 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti ...... 189 4.1.14 Rumore ...... 194 4.1.15 Rischio naturale ed antropogenico ...... 199

5. AREE INTERESSATE DAL PIANO ...... 207

5.1 POPOLAZIONE ...... 207

5.2 PATRIMONIO EDILIZIO ...... 217

5.3 ECONOMIA E PRODUZIONE ...... 217

5.4 GEOSFERA ...... 217 5.4.1 Uso del suolo ...... 217 5.4.2 Geolitologia, idrogeologia, geomorfologia, stabilità e sismicità...... 246 5.5 PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE ...... 248

6. PROBLEMI AMBIENTALI ...... 255

6.1 RISCHIO DA FRANA ...... 255

6.2 SITI CONTAMINATI ...... 258

6.3 SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIO (SIC) ...... 265

7. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE ...... 271

7.1 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI ...... 271

7.2 ANALISI DI COERENZA ...... 275

8. EFFETTI DEL PIANO SULL’AMBIENTE ...... 289

8.1 OBIETTIVI, STRATEGIE ED AZIONI ...... 289

8.2 VALUTAZIONE QUALITATIVA ...... 293

8.3 VALUTAZIONE QUANTITATIVA ...... 317

9. MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ...... 319

9.1 DEFINIZIONE DELLE MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE ...... 319

10. SCELTA DELLE ALTERNATIVE ...... 321

10.1 VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE ...... 321

11. MONITORAGGIO ...... 323

11.1 RIFERIMENTI INTERNAZIONALI E NAZIONALI ...... 323

11.2 MISURE ED INDICATORI DI MONITORAGGIO ...... 325

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12. STUDIO DI INCIDENZA ...... 327

12.1 RIFERIMENTI NORMATIVI ...... 327

12.2 CARATTERISTICHE ECOLOGICHE DEL SITO ...... 328

12.3 CARATTERISTICHE DEI PIANI E PROGETTI ...... 340

12.4 AREA VASTA DI INFLUENZA DI PIANI E PROGETTI – INTERFERENZE CON IL SISTEMA AMBIENT. 341

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1. INTRODUZIONE

La presente relazione, denominata “Rapporto Preliminare” ed elaborata nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Colle Sannita (BN), è finalizzata all’attività di “consultazione” tra “Autorità procedente”, “Autorità competente” e “Soggetti competenti in materia ambientale” secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Infatti, l’art 3 del D.Lgs. 156/2006 e s.m.i. stabilisce che sulla base di un Rapporto Preliminare sui possibili impatti ambientali significativi dell’attuazione del Piano, l’Autorità procedente entra in consultazione, sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione del Piano, con l’Autorità competente e gli altri Soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. La struttura del presente Rapporto Preliminare, nonché del successivo Rapporto Ambientale, è articolata nell’intento di favorire l’integrazione tra diversi strumenti di programmazione, pianificazione e valutazione che insistono sul medesimo territorio, tenendo conto, allo stesso tempo, dei necessari passaggi di scala utili per gli opportuni approfondimenti. In particolare, il Rapporto Ambientale sarà redatto in conformità all’art. 47 della L.R. 16 del 22 dicembre 2004 (Norme sul governo del territorio), il quale prevede che: . i piani territoriali di settore ed i piani urbanistici debbono essere accompagnati dalla valutazione ambientale di cui alla Direttiva 2001/42/CE, da effettuarsi durante la fase di redazione dei piani (comma 1); . la valutazione deve scaturire da un Rapporto Ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dell’attuazione del piano sull’ambiente e le alternative, alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale di riferimento del piano (comma 2). La L.R. 16/2004 rimanda esplicitamente alla Direttiva 2001/42/CE, recepita dalla Repubblica Italiana con il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. (cfr. D.Lgs. 4/2008 e D.Lgs. 128/2010). Nel successivo paragrafo, sarà brevemente tracciato il quadro normativo di riferimento per la VAS, tenuto conto delle norme che si sono susseguite, a partire dal 2001, a livello comunitario, nazionale e regionale.

1.1 Quadro normativo di riferimento

La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea, approvata il 27 giugno 2001, concerne la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente. Essa estende l’ambito di applicazione della “valutazione ambientale” che, fino a quel momento, si riferiva soltanto alla valutazione degli impatti di determinati progetti sull’ambiente, in applicazione della Direttiva 85/37/CEE e della Direttiva 97/11/CE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La Direttiva 2001/42/CE viene spesso definita “Direttiva sulla VAS” anche se, in realtà, la dizione di “valutazione ambientale strategica” non è mai utilizzata all’interno dei diversi articoli che la costituiscono, mentre è usata la più semplice terminologia di “valutazione ambientale” di determinati piani e programmi. Tenuto conto, però, che il successivo documento dell’Unione Europea sull’Attuazione delle Direttiva 2001/42/CE ne riporta un

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esplicito riferimento, si assume, in questa sede, che la valutazione ambientale prevista dalla Direttiva coincida, a tutti gli effetti, con la VAS. Il documento principale da redigere viene definito “Rapporto Ambientale”, nel quale devono essere individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o programma potrebbe determinare sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o programma. In particolare, le informazioni da inserire nel Rapporto Ambientale sono esplicitate dall’Allegato I della Direttiva. Si può anche osservare che la valutazione ambientale di cui alla Direttiva 2001/42/CE costituisce un processo decisionale che parte dal momento in cui si decide di elaborare un piano o programma per uno specifico settore e continua fino alla fase di monitoraggio dello stesso, cioè comprende anche la sua fase di attuazione. Inoltre, nel corso delle diverse fasi di cui si compone il processo decisionale, è prevista la partecipazione attiva sia delle autorità (soggetti istituzionali) che del pubblico (soggetti singoli o loro organizzazioni, associazioni, gruppi). La Direttiva 2001/42/CE è stata recepita a livello nazionale con il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) così come successivamente modificato dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale) e dal D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 (Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’art. 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69), che costituisce oggi la normativa statale di riferimento per la VAS. In particolare, riprendendo quanto già enunciato nella Direttiva europea, il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. evidenzia che nel Rapporto Ambientale devono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l’attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, e l’Allegato VI al Decreto stesso riporta le informazioni da fornire nel Rapporto Ambientale, nei limiti in cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma. Si sottolinea anche che, per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell’ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative. In particolare, il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. identifica le diverse fasi di cui si compone il processo di VAS tenendo conto delle seguenti definizioni (art. 6): . Valutazione ambientale di piani e programmi: il processo che comprende, lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l’elaborazione del Rapporto Ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del piano o del programma, del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l’espressione di un parere motivato, l’informazione sulla decisione ed il monitoraggio. . Verifica di assoggettabilità di un piano o programma: la verifica attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se piani o programmi, ovvero le loro modifiche, possano avere effetti significativi sull’ambiente e devono essere sottoposti alla fase di valutazione considerato il diverso livello di sensibilità ambientale delle aree interessate. . Rapporto Ambientale: il documento del piano o del programma nel quale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l’attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le

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ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma stesso. . Provvedimento di verifica: il provvedimento obbligatorio e vincolante dell’Autorità competente che conclude la verifica di assoggettabilità. . Parere motivato: il provvedimento obbligatorio con eventuali osservazioni e condizioni che conclude la fase di valutazione, espresso dall’Autorità competente sulla base dell’istruttoria svolta e degli esiti delle consultazioni. . Autorità competente: la pubblica amministrazione cui compete l’adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità e l’elaborazione del parere motivato. . Autorità procedente: la pubblica amministrazione che elabora il piano o programma, ovvero nel caso in cui il soggetto che predispone il piano o programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano o programma. . Proponente: il soggetto pubblico o privato che elabora il piano o programma. . Soggetti competenti in materia ambientale: le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione dei piani o programmi. . Consultazione: l’insieme delle forme di informazione e partecipazione, anche diretta, delle amministrazioni, del pubblico e del pubblico interessato nella raccolta dei dati e nella valutazione dei piani o programmi. . Pubblico: una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone. . Pubblico interessato: il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure. Tenuto conto delle definizioni di cui sopra, le modalità di svolgimento della VAS vengono ulteriormente specificate all’art. 11 del Decreto in cui si precisa che essa è avviata dall’Autorità procedente contestualmente al processo di formazione del piano o programma e comprende: 1. lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità limitatamente ai piani e ai programmi che, a giudizio dell’Autorità competente, producono effetti significativi sull’ambiente; 2. l’elaborazione del Rapporto Ambientale; 3. lo svolgimento di consultazioni; 4. la valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni; 5. la decisione; 6. l’informazione sulla decisione; 7. il monitoraggio. Verificato che il piano o programma sia da assoggettare a VAS devono essere, dunque, espletate le fasi di seguito riportate (artt. 13-18). 1. La redazione del Rapporto Ambientale deve essere preceduta dall’elaborazione di un Rapporto Preliminare in cui si evidenziano i possibili impatti ambientali significativi dell’attuazione del piano o programma. Sulla base del Rapporto Preliminare il proponente o l’Autorità procedente entrano in consultazione, sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione del piano o programma, con l’Autorità competente e gli altri Soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel successivo Rapporto Ambientale. Questa fase di

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consultazione, salvo quanto diversamente concordato, si conclude entro 90 giorni dall’invio del Rapporto Preliminare ai Soggetti competenti in materia ambientale. Il Rapporto Ambientale costituisce parte integrante del piano o del programma e ne accompagna l’intero processo di elaborazione ed approvazione. Pertanto, la proposta di piano o di programma è comunicata all’Autorità competente e comprende il Rapporto Ambientale ed una Sintesi non tecnica dello stesso. Dalla data di pubblicazione del piano o programma decorrono i tempi dell’esame istruttorio e della valutazione. La proposta di piano o programma ed il Rapporto Ambientale sono messi, altresì, a disposizione dei Soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinché questi abbiano l’opportunità di esprimersi. La documentazione è depositata presso gli uffici dell’Autorità competente e presso gli uffici delle Regioni e delle Province il cui territorio risulti anche solo parzialmente interessato dal piano o programma o dagli impatti della sua attuazione. 2. Per favorire la fase di consultazione, contestualmente alla comunicazione di cui al punto precedente, l’Autorità procedente cura la pubblicazione di un avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana o nel Bollettino Ufficiale della Regione o Provincia autonoma interessata. L’avviso deve contenere: il titolo della proposta di piano o di programma, il proponente, l’Autorità procedente, l’indicazione delle sedi ove può essere presa visione del piano o programma e del Rapporto Ambientale, e delle sedi dove si può consultare la Sintesi non tecnica. L’Autorità competente e l’Autorità procedente mettono, altresì, a disposizione del pubblico la proposta di piano o programma ed il Rapporto Ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web. Entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, chiunque può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo Rapporto Ambientale e presentare le proprie osservazioni in forma scritta, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. 3. La fase di valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni riguarda l’Autorità competente che, in collaborazione con l’Autorità procedente, svolge le attività tecnico-istruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni, le obiezioni ed i suggerimenti inoltrati in fase di consultazione, ed esprime il proprio “parere motivato” entro il termine di 90 giorni a decorrere dalla scadenza di tutti i termini di cui al punto precedente. L’Autorità procedente, in collaborazione con l’Autorità competente, provvede, prima della presentazione del piano o programma per l’approvazione e tenendo conto delle risultanze del parere motivato e dei risultati delle consultazioni, alle opportune revisioni del piano o programma. 4. La successiva fase della decisione consiste nel fatto che il piano o programma ed il Rapporto Ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell’ambito della consultazione, sono trasmessi all’organo competente all’adozione o all’approvazione del piano o programma. 5. La decisione finale è pubblicata nella Gazzetta Ufficiale o nel Bollettino Ufficiale della Regione con l’indicazione della sede ove si possa prendere visione del piano o programma adottato e di tutta la documentazione oggetto dell’istruttoria (informazione sulla decisione). Inoltre, sono rese pubbliche, anche attraverso la pubblicazione sui siti web delle autorità interessate:

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a) il parere motivato espresso dall’Autorità competente; b) una Dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate; c) le Misure adottate in merito al monitoraggio. 6. Infine, il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio è effettuato dall’Autorità procedente in collaborazione con l’Autorità competente anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. (art. 10, comma 3) stabilisce che la VAS comprende anche le procedure di Valutazione d’Incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche); a tal fine, il Rapporto Ambientale contiene gli elementi di cui all’Allegato G del D.P.R. 357/1997 e la valutazione dell’Autorità competente si estende alle finalità di conservazione proprie della Valutazione d’Incidenza oppure dovrà dare atto degli esiti della Valutazione d’Incidenza. Anche le modalità di informazione del pubblico devono dare specifica evidenza dell’integrazione procedurale. A livello regionale, il 22 dicembre 2004 è stata approvata la L.R. n. 16 concernente le Norme sul governo del territorio, la quale, all’art. 47, prevede che i piani territoriali di settore ed i piani urbanistici debbano essere accompagnati dalla valutazione ambientale di cui alla Direttiva 2001/42/CE, da effettuarsi durante la fase di redazione dei piani stessi. Il Regolamento di attuazione per il governo del territorio, approvato dal Consiglio Regionale della Campania il 1 agosto 2011 ed emanato dal Presidente della Giunta Regionale il 4 agosto 2011, ha disciplinato i procedimenti amministrativi di formazione dei piani territoriali, urbanistici e di settore previsti dalla L.R. 16/2004. Per quanto riguarda la VAS si ribadisce che la normativa di riferimento è il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. insieme con alcune disposizioni specifiche previste dal Regolamento stesso ma comunque congruenti alla norma nazionale. In primo luogo, il Regolamento definisce come “Amministrazione procedente” quella che avvia, adotta ed approva il piano. Poiché in questa sede si farà riferimento esclusivamente al caso del Piano Urbanistico Comunale (PUC), l’amministrazione procedente coincide con l’Amministrazione comunale. Inoltre, i Comuni sono anche “Autorità competenti” per la VAS dei rispettivi piani e varianti, nonché dei piani di settore dei relativi territori. Pertanto, l’ufficio preposto alla VAS deve essere individuato all’interno dell’ente territoriale ma deve essere obbligatoriamente diverso da quello avente funzioni in materia urbanistica ed edilizia. Per i comuni al di sotto dei 5.000 abitanti le funzioni in materia di VAS, comprese quelle dell’Autorità competente, possono essere svolte in maniera associata (anche con comuni di popolazione superiore) qualora essi non siano in condizione di garantire la necessaria articolazione funzionale. In questo caso i

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comuni possono procedere alla pianificazione in forma associata, anche per ambiti racchiusi nei patti territoriali e nei contratti d’area. Da un punto di vista procedurale, il Regolamento individua le seguenti fasi: 1. L’Amministrazione procedente avvia la VAS contestualmente al procedimento di pianificazione. 2. L’Amministrazione procedente predispone il Rapporto Preliminare contestualmente al Preliminare di Piano (composto dalle indicazioni strutturali del Piano) e ad un Documento strategico, e lo trasmette ai Soggetti competenti in materia ambientale (SCA) da essa individuati. Il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. stabilisce che la consultazione, salvo quanto diversamente concordato, si conclude entro 90 giorni dall’invio del Rapporto Preliminare ai SCA. 3. L’Amministrazione procedente garantisce la partecipazione e la pubblicità nei processi di pianificazione attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati nel procedimento del Piano, per cui prima dell’adozione del PUC sono previste specifiche consultazioni, al fine della condivisione del Preliminare di Piano. 4. Sulla base del Rapporto Preliminare e degli esiti delle consultazioni con i Soggetti competenti in materia ambientale, l’Amministrazione procedente redige il Rapporto Ambientale, che costituisce parte integrante del PUC da adottare in Giunta comunale. 5. L’Amministrazione procedente accerta, prima dell’adozione del Piano, la conformità alle leggi ed ai regolamenti vigenti, ed agli eventuali strumenti urbanistici e territoriali sovraordinati e di settore. Il PUC, redatto sulla base del Preliminare di Piano, è adottato dalla Giunta comunale, salvo diversa previsione dello Statuto. Dall’adozione scattano le norme di salvaguardia previste dall’art. 10 della L.R. 16/2004. 6. Il Rapporto Ambientale, contestualmente al Piano adottato in Giunta, è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania (BURC) e sul sito web dell’Amministrazione procedente, ed è depositato presso l’ufficio competente e la segreteria dell’Amministrazione procedente, nonché pubblicato all’albo dell’ente. 7. Entro 60 giorni dalla pubblicazione del PUC è consentito a soggetti pubblici e privati, anche costituiti in associazioni e comitati, proporre osservazioni contenenti modifiche ed integrazioni alla proposta di Piano. L’Amministrazione procedente, per approfondire la valutazione delle osservazioni formulate ed elaborare le relative modifiche ed integrazioni al Piano, entro e non oltre il termine dei 60 giorni dalla pubblicazione del PUC, può invitare a partecipare tutti i soggetti pubblici e privati interessati ad una conferenza di pianificazione per un’ulteriore fase di confronto. Inoltre, l’Amministrazione procedente può invitare a partecipare ad una conferenza di pianificazione, sotto forma di conferenza di servizi, tutti gli enti che esprimono i pareri, i nulla osta e le autorizzazioni. La fase di confronto si conclude entro il termine perentorio di 30 giorni dalla prima riunione. Il verbale conclusivo costituisce parte integrante della proposta di Piano. 8. La Giunta comunale, entro 90 giorni dalla pubblicazione del PUC per i comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, entro 120 giorni per quelli al di sopra di detta soglia, a pena di decadenza, valuta e recepisce le osservazioni al Piano. 9. Il PUC, integrato con le osservazioni ed il Rapporto Ambientale, è trasmesso alle amministrazioni competenti per l’acquisizione dei pareri, nulla osta, autorizzazioni ed ogni altro atto endoprocedimentale obbligatorio.

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10. L’amministrazione provinciale, al fine di coordinare l’attività pianificatoria nel proprio territorio di competenza, dichiara, entro 60 giorni dalla trasmissione del Piano completo di tutti gli elaborati, la coerenza alle strategie a scala sovracomunale da essa individuate anche in riferimento al proprio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) vigente. 11. Sulla base dell’istruttoria svolta dall’Amministrazione procedente e della documentazione presentata, nonché delle osservazioni, delle obiezioni e dei suggerimenti inoltrati, l’Autorità competente esprime il proprio parere motivato di VAS, così come previsto dall’art. 15 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. 12. Acquisito il parere motivato il procedimento prosegue e si conclude, per quanto riguarda la VAS, secondo le disposizioni degli art. 16, 17 e 18 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., che fanno riferimento alle fasi della “decisione”, dell’“informazione sulla decisione” ed al “monitoraggio”. 13. Il PUC adottato, acquisiti i pareri obbligatori ed il parere motivato di VAS, è trasmesso al competente organo consiliare che lo approva, tenendo conto di eventuali osservazioni accoglibili, comprese quelle dell’amministrazione provinciale, e di tutti i pareri e gli atti, o lo restituisce alla Giunta per la rielaborazione, nel termine perentorio di 60 giorni dal ricevimento degli atti al Consiglio comunale a pena di decadenza del Piano adottato. 14. Il PUC approvato in Consiglio comunale è pubblicato (comprensivo di tutti i documenti di VAS) contestualmente nel BURC e sul sito web dell’Amministrazione procedente. Il PUC è efficace dal giorno successivo alla sua pubblicazione nel BURC. Il Regolamento chiarisce, infine, che per quanto non espressamente disciplinato nel suo articolato, si applicano le disposizioni del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. In particolare, relativamente all’integrazione della Valutazione di Incidenza con la VAS di livello comunale è necessario fare anche riferimento alla Circolare esplicativa dell’Area Generale di Coordinamento 05 (Ecologia, Tutela Ambientale, Disinquinamento, Protezione Civile) dell’11 ottobre 2010. La Circolare evidenzia, innanzitutto, che il Regolamento n. 5/2011 individua i Comuni quali Autorità competenti in matteria di VAS per i piani di livello comunale ma nulla dispone in materia di Valutazione di Incidenza, per la quale, ai sensi del Regolamento n. 1/2010, la funzione di Autorità competente resta in capo alla Regione Campania, Settore 02 Tutela dell’Ambiente dell’A.G.C. 05. Inoltre, detta Circolare stabilisce che il Rapporto Preliminare (e di conseguenza il successivo Rapporto Ambientale) deve prevedere un apposito allegato redatto secondo le indicazioni riportate nell’Allegato G del DPR 357/1997 e s.m.i. e delle Linee Guida sulla Valutazione di Incidenza (Relazione o Studio di Incidenza).

1.2 Articolazione e struttura del Rapporto Ambientale

Il Rapporto Ambientale si pone come obiettivo quello di fornire elementi significativi a supporto dell’attività di pianificazione, in grado di accompagnare la costruzione delle scelte di governo del territorio. La valutazione ambientale in esso contenuta deve essere strutturata e deve svolgersi come un “processo interattivo”, da effettuarsi durante l’intero percorso di elaborazione del Piano. Nel caso in esame, il Rapporto Ambientale, nel corso delle diverse fasi del processo di

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formazione del Piano, dovrà consentire di: . acquisire lo stato e le tendenze evolutive dei sistemi naturali ed antropici, restituendo un quadro conoscitivo complessivo delle loro interazioni a supporto del processo decisionale (analisi del contesto); . assumere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, territoriale e sociale, di qualificazione paesaggistica e di protezione ambientale stabiliti dalla normativa e dalla pianificazione sovraordinata, nonché gli obiettivi e le scelte strategiche fondamentali che la Giunta comunale intende perseguire con il Piano (definizione degli obiettivi); . valutare gli effetti sia delle politiche di salvaguardia sia degli interventi significativi di trasformazione del territorio previsti dal Piano, tenendo anche conto delle possibili alternative (individuazione degli effetti del Piano); . individuare le misure atte ad impedire gli eventuali effetti negativi ovvero quelle idonee a mitigare, ridurre o compensare gli impatti delle scelte di Piano ritenute comunque preferibili, sulla base di una metodologia di valutazione ex ante (mitigazione degli effetti); . definire i fattori di pressione e gli indicatori necessari ai fini della valutazione quantitativa e della predisposizione di un sistema di monitoraggio degli effetti del Piano, con riferimento agli obiettivi stabiliti ed ai risultati prestazionali attesi (monitoraggio degli effetti); . illustrare in una Sintesi non tecnica le valutazioni in ordine alla sostenibilità ambientale e territoriale dei contenuti dello strumento di pianificazione, delle misure e delle azioni funzionali al raggiungimento delle condizioni di sostenibilità indicate, tra cui la contestuale realizzazione di interventi di mitigazione e compensazione (valutazione di sostenibilità). In particolare, in Tabella 1.1 si riporta la struttura dei contenuti del Rapporto Ambientale, che accompagna il PUC, e che è stato articolato secondo le seguenti fasi principali: . analisi del contesto; . analisi di coerenza con i piani ed i programmi sovraordinati; . valutazione qualitativa; . valutazione quantitativa; . monitoraggio. Nella prima fase, dunque, viene elaborata l’analisi del contesto, costituita dalla sistematizzazione delle informazioni di tipo ambientale e territoriale, utili per l’individuazione e l’evidenziazione delle principali criticità/opportunità a cui dare risposta con gli obiettivi di Piano. In essa vengono descritti i diversi aspetti ambientali del territorio oggetto del Piano, articolati in tematiche. Nella seconda fase è verificata la coerenza degli obiettivi di Piano con gli obiettivi dei piani e dei programmi sovraordinati. Nella terza fase viene strutturata la valutazione qualitativa a partire dalle problematiche individuate attraverso l’analisi del contesto e gli obiettivi principali del Piano, evidenziando le questioni rilevanti a cui il Piano dovrebbe essere in grado di dare una risposta. In particolare, la valutazione qualitativa definisce gli obiettivi di sostenibilità ambientale e territoriale, nonché gli obiettivi generali e specifici degli strumenti di pianificazione e delle azioni proposte per il raggiungimento di tali obiettivi. La valutazione qualitativa è necessaria per verificare le interazioni e le coerenze tra obiettivi di Piano ed obiettivi di sostenibilità ambientale e territoriale, per valutare le ipotesi alternative, per fornire considerazioni e suggerimenti per eliminare e/o mitigare le interazioni e gli effetti negativi sull’uomo e sull’ambiente.

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Tabella 1.1a – I contenuti del Rapporto Ambientale e le previsioni normative

Capitoli e paragrafi del Rapporto Ambientale Informazioni richieste dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. 1. Introduzione 1.1 Quadro normativo di riferimento 1.2 Articolazione e struttura del Rapporto Ambientale 1.3 Contesto territoriale di riferimento 2. Consultazioni 2.1 Consultazioni con i Soggetti competenti in materia ambientale 2.2 Consultazioni con il pubblico ed il pubblico interessato 3. Struttura del Piano a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali 3.1 Contenuti del Piano del piano o programma e del rapporto con altri 3.2 Obiettivi del Piano pertinenti piani o programmi 3.3 Quadro programmatico e della pianificazione di riferimento per il PUC 3.4 Analisi di coerenza 4. Stato dell’ambiente b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente 4.1 Organizzazione delle informazioni e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del 4.1.1 Popolazione piano o del programma 4.1.2 Patrimonio edilizio 4.1.3 Agricoltura 4.1.4 Trasporti 4.1.5 Energia 4.1.6 Economia e produzione 4.1.7 Atmosfera 4.1.8 Idrosfera 4.1.9.Biosfera 4.1.10 Geosfera 4.1.11 Paesaggio e patrimonio culturale 4.1.12 Rifiuti 4.1.13 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 4.1.14 Rumore 4.1.15 Rischio naturale ed antropogenico 5. Aree interessate dal Piano c) caratteristiche ambientali, culturali e 5.1 Popolazione paesaggistiche delle aree che potrebbero essere 5.2 Patrimonio edilizio significativamente interessate 5.3 Geosfera 5.3.1. Uso del suolo 5.3.2 Geologia, idrogeologia, geomorfologia, stabilità e sismicità 5.4 Paesaggio e patrimonio culturale 6. Problemi ambientali d) qualsiasi problema ambientale esistente, 6.1 Rischio da frana pertinente al piano o programma, ivi compresi in 6.2 Siti contaminati particolare quelli relativi ad aree di particolare 6.3 Siti di Importanza Comunitario (SIC) rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e dalla flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’art. 21 del D.Lgs. 18 maggio 2001, n. 228

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Tabella 1.1b – I contenuti del Rapporto Ambientale e le previsioni normative

Capitoli e paragrafi del Rapporto Ambientale Informazioni richieste dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. 7. Obiettivi di protezione ambientale e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello 7.1 Individuazione degli obiettivi internazionale, comunitario o degli Stati membri, 7.2 Analisi di coerenza pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale 8. Effetti del Piano sull’ambiente f) possibili impatti significativi sull’ambiente, 8.1 Obiettivi, strategie ed azioni compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, 8.2 Valutazione qualitativa la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, 8.3 Valutazione quantitativa l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi 9. Misure di mitigazione e compensazione g) misure previste per impedire, ridurre e 9.1 Definizione delle misure di mitigazione e compensare nel modo più completo possibile gli compensazione eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma 10. Scelta delle alternative h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative 10.1 Approccio metodologico individuate e una descrizione di come è stata 10.2 Valutazione delle localizzazioni effettuata la valutazione, nonché le eventuali alternative difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o 10.3 Difficoltà incontrate nella raccolta delle difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle informazioni richieste tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste 11. Monitoraggio i) descrizione delle misure previste in merito al 11.1 Riferimenti internazionali e nazionali monitoraggio e controllo degli impatti ambientali 11.2 Misure ed indicatori di monitoraggio significativi derivanti dall’attuazione del piano o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare 12. Studio di Incidenza 12.1 Riferimenti normativi 12.2 Caratteristiche ecologiche del sito 12.3 Caratteristiche dei piani e progetti 12.4 Area vasta di influenza di piani e progetti – Interferenze con il sistema ambientale 13. Allegati 14. Sintesi non tecnica j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti

Nella quarta fase viene elaborata la valutazione quantitativa che, attraverso l’uso di opportuni indicatori, fornisce gli elementi necessari a valutare gli effetti del Piano. Ai fini della valutazione quantitativa del Piano, è opportuno seguire un percorso metodologico che consenta di: . individuare, partendo dalle azioni di Piano, i sistemi ambientali (aria, acqua, ecc.) e territoriali (sistema urbano, sistema infrastrutturale, ecc.) sui quali hanno effetto i fattori di pressione connessi alle azioni; . definire, nell’ambito dei sistemi individuati, la valutazione delle azioni di Piano;

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. identificare, per ciascun sistema, un insieme di indicatori, da utilizzare per la definizione del piano di monitoraggio, idonei a descrivere quantitativamente gli effetti delle azioni di Piano sui sistemi interessati. L’ultima fase del Rapporto Ambientale è costituita dalle indicazioni per il monitoraggio del Piano che, nella Direttiva Europea, è considerato un elemento di importanza rilevante. A tale proposito va sottolineato che è essenziale che il processo di VAS sia concepito in modo “lineare” (redazione del Rapporto Ambientale – approvazione della VAS e del Piano – attuazione del Piano), fino a giungere alla fase di monitoraggio del Piano che ne permetta una valutazione in corso di attuazione, sulla base della quale siano possibili gli opportuni interventi correttivi. Il monitoraggio è, pertanto, uno strumento utile per passare dalla valutazione ex-ante del Piano all’introduzione di un sistema che ne consenta la verifica in itinere ed ex-post, avendo come finalità principale quella di valutare in corso d’opera l’efficacia degli obiettivi e proporre eventuali azioni correttive in base alle dinamiche di evoluzione del territorio. In sintesi, le informazioni da fornire nel Rapporto Ambientale sono congruenti a quanto richiesto nell’Allegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. (che riprende ed integra l’Allegato I della Direttiva 2001/42/CE), tenendo conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del Piano in esame.

1.3 Contesto territoriale di riferimento

Il territorio comunale di Colle Sannita si colloca in un’area interna della Regione Campania a nord-est della provincia di Benevento lungo il versante tirrenico della catena appenninica meridionale. Dista da Benevento circa 45 km e confina con i comuni di , Reino, , , Castelvetere Valfortore, e Riccia (CB) (Figura 1.1). Fa parte del territorio della Comunità Montana “Alto Tammaro” insieme ai comuni di Reino, , Circello, , , , , Castelpagano, Fragneto L’Abate e . Il territorio comunale copre una superficie di 37,3 km2 ed ha una forma abbastanza regolare, con la sua dimensione maggiore che si estende in direzione NE-SW (Figura 1.2). I limiti amministrativi coincidono in buona parte con gli impluvi principali ed, in particolare, la parte orientale e meridionale sono interamente delimitate dal torrente Reinello e da due suoi tributari, mentre ad ovest è il torrente Torti a definire una porzione di confine. Allo stesso modo, la zona a nord è delimitata dal torrente Cervaro. L’area, fatta eccezione per una zona localizzata a settentrione, peraltro molto esigua, che convoglia le acque nel bacino del fiume Fortore, ricade interamente nel bacino imbrifero del fiume Tammaro. La morfologia generale presenta pendenze medie o poco accentuate e le rotture di pendenza più significative sono presenti al contorno dei principali rilievi morfologici, i quali non presentano evidenti caratteri di continuità e risultano ben localizzati. La distribuzione delle quote è condizionata dalla posizione degli impluvi maggiori che, seguendo entrambi un predominante sviluppo NE-SW, racchiudono la maggior parte del territorio, il quale è caratterizzato da uno spartiacque principale collocato in una situazione mediana rispetto ai recapiti vallivi. Detto spartiacque, partendo dal monte di Colle (870 m s.l.m.), delimita una zona anche abbastanza ampia, come la stessa piana di Decorata,

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interessata, nel periodo invernale o all’occorrenza di periodi molto piovosi, da frequenti ristagni d’acqua. I versanti più estesi sono modellati da impluvi minori tendenzialmente paralleli che intercettano i torrenti Reinello e Torti con un accentuato carattere di ortogonalità, e scendono verso il centro abitato (730 m s.l.m.) per poi risalire verso il colle dell’Impiso (869 m s.l.m.); da qui le quote, proseguendo in direzione nord-est, diminuiscono ancora fino alla piana di Decorata, dove il lineamento di massimo topografico devia in direzione nord-ovest fino al confine amministrativo. Quest’ultima zona è caratterizzata da debolissime pendenze ed il paesaggio si traduce in un alternarsi di luoghi a bassa energia di rilievo, raccordati da aree pianeggianti. Ad una distanza di circa 2 km dal centro comunale si trova la zona di Decorata, ove è ubicata un’antica abbazia benedettina che risale all’anno 1.000. Il territorio di Decorata si estende per 81 ha, di cui 57 a bosco e 24 a pascolo. Questo antico feudo viene anche denominato Bosco di Decorata nel cui cuore si trova un laghetto circondato da un’area attrezzata per la ricettività turistica all’aria aperta. Si tratta della frazione più popolata del comune che, nel suo lento sviluppo, è andata recuperando una dimensione urbana mediante una graduale fusione di più borghi agricoli. Decorata prende nome e consistenza insediativa dalla originaria ubicazione, in un felice ambientamento paesaggistico dell’antica basilica fondata nel folto di un bosco, unitamente ad un complesso monastico del 1051. Questo avvenne quando il conte Nubilone, signore di Ponte, di Castel Vipera e di altre terre, insieme al figlio Riccardo, decise di ubicare nel bosco, l’abbazia benedettina Deo Orate, da cui il nome della frazione stesso. Lo sviluppo residenziale registratosi nel territorio limitrofo è indubbiamente collegato alle vicende stesse del monastero. Nelle prossimità di questo, a ridosso di una collina, sorse un piccolo borgo con relativa rocca, di qui la denominazione della contrada Castelletto. Il centro urbano originario, invece, ebbe a svilupparsi, come ancora ricorda la tradizione più che la toponomastica attuale, alle spalle di via Indipendenza. Un crocicchio di poche costruzioni, abbastanza modesto, circoscritto tra via Remigio del Grosso Costa Pagliata, al riparo dalle intemperie e dalla vista di chi attraversava l’antica via, che ricalcava un tracciato pressoché analogo a quello della più moderna “Bebiana”. Invece, il nucleo del paese, oggi definito antico dagli abitanti, nasceva nel cavo di una conca naturale determinato da una convergenza di tre superfici rapidamente degradanti. La scelta di tale localizzazione risale a pochi fondamentali parametri che organizzano, nel complesso una matrice unitaria la quale collabora alla definizione coerente, in termini di difesa, di uno dei primitivi assetti territoriali. La posizione di vedetta rispondeva alla duplice esigenza di controllare il territorio circostante e di emergere da questo secondo una tipica struttura piramidale, diffusa sia nell’organizzazione morfologica dei centri longobardi che in quella dei centri di origine franca. Tale ubicazione consentiva, altresì, di sviluppare il centro nella direzione più adeguata, cioè meno soggetta ai venti e più aperta al sole. Il vecchio centro gode, infatti, di una felicissima esposizione e cristallizza le più interessanti e suggestive soluzioni ambientali dell’intero nucleo urbano, nonostante lo sfacelo prodotto dall’ultimo terremoto. Sulla base della conservazione del piano, cioè sul permanere delle tracce viarie, dei segni sul territorio del succedersi della presenza insediativa, sembra di ravvisare, nel borgo antico, una probabile presenza di età romana. Tale ipotesi nasce più che da una documentazione fondata

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su reperti di natura archeologica dallo studio dei tipi di insediamenti che la colonizzazione romana ha tracciato sul territorio e da alcune fonti indirette. Il centro nel XVI secolo prende a svilupparsi a ridosso della seconda collina in direzione di Santa Maria della Libera; si tratta ovviamente di uno sviluppo ancora spontaneo e frammentario, al quale va ascritta buona parte dell’organizzazione dell’attuale piazza Flora. Nel periodo seguente all’unità d’Italia, si ha il completamento del perimetro urbano destinato a rimanere tale fino a qualche decennio fa; l’adesione all’organizzazione nazionale è testimoniata dalla toponomastica delle zone registranti gli ultimi insediamenti che si aprono a ventaglio rimontando la collina di Santa Maria della Libera in una composta maglia gradonata che, pur non presentando l’organicità e la freschezza dell’assetto urbano originario, dà vita ad un’organizzazione paesaggistica di indubbio significato ambientale. Alla fine del XVII secolo si registrano a Colle, in virtù di alcuni privilegi economici di cui godeva, un aumento demografico e, di conseguenza, quasi un raddoppio dello spazio urbano (Borgo indipendenza, via Roma, via della Libera, prima parte di Corso Umberto, completamento di piazza Flora), accompagnato da uno sviluppo dell’artigianato, delle relazioni commerciali e della piccola industria.

Figura 1.1 – Colle Sannita nell’ambito della provincia di Benevento

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Figura 1.2 – Il territorio di Colle Sannita

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2. CONSULTAZIONI

La Direttiva 2001/42/CE prevede che, nell’ambito del processo di VAS, si attivino specifiche forme di consultazione delle “autorità” e del “pubblico” (art. 6, comma 5). In particolare, le autorità devono essere consultate al momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale e sul loro livello di dettaglio (art. 5, comma 4); si precisa anche che devono essere consultate quelle autorità che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione dei piani e dei programmi (art. 6, comma 3). Il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. definisce tali autorità da consultare come “Soggetti competenti in materia ambientale”, costituiti da pubbliche amministrazioni ed enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione di piani, programmi e progetti (art. 5, comma 1, lett. s). Allo stesso tempo viene precisato che il “Pubblico” è costituito da una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone (art. 5, comma 1, lett. u), ed il “Pubblico interessato” rappresenta il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure (art. 5, comma 1, lett. v).

2.1 Consultazioni con i Soggetti competenti in materia ambientale

A livello regionale, il Regolamento di attuazione per il governo del territorio definisce come “Amministrazione procedente” quella che avvia, adotta ed approva il piano. Nel caso del Piano Urbanistico Comunale (PUC) essa coincide con l’Amministrazione comunale; inoltre, i Comuni sono anche “Autorità competenti” per la VAS dei rispettivi piani e varianti. Ebbene, l’Amministrazione procedente predispone il Rapporto Preliminare contestualmente al Preliminare di Piano (composto dalle indicazioni strutturali del Piano) e ad un Documento strategico, e lo trasmette ai Soggetti competenti in materia ambientale (SCA) da essa individuati. Nel presente caso, l’Amministrazione comunale avvia la fase di consultazione con gli SCA sulla base del presente Rapporto di Preliminare, nonché del Preliminare di Piano e del Documento Strategico.

2.2 Consultazioni con il pubblico ed il pubblico interessato

Il Regolamento regionale sul governo del territorio stabilisce che l’Amministrazione procedente deve garantire la partecipazione e la pubblicità nei processi di pianificazione attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati nel procedimento del Piano, per cui prima dell’adozione del PUC sono previste specifiche consultazioni, al fine della condivisione del Preliminare di Piano. Pertanto, il presente Rapporto Preliminare (corredato dal Preliminare di Piano e dal Documento Strategico) può costituire la base per attivare un processo partecipativo che coinvolga il pubblico ed il pubblico interessato (costituito da organizzazioni e cittadini).

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3. STRUTTURA DEL PIANO

Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi (punto a, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

Nella presente fase di Rapporto Preliminare vengono presi come riferimento il Preliminare di Piano ed il Documento Strategico, redatti a loro volta allo scopo di delineare gli orientamenti strategici per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio comunale.

3.1 Contenuti del Piano

I contenuti del Piano Regolatore Generale (PRG), strumento di pianificazione dell’ente Comune, sono fissati negli articoli 7 e 11 della Legge n. 1150 del 17 agosto 1942, successivamente modificata ed integrata da una serie di provvedimenti legislativi tra cui la Legge n. 765 del 6 agosto 1967, la Legge n. 1187 del 19 novembre 1968, la Legge n. 291 del 1 giugno 1971, la Legge n. 865 del 22 ottobre 1971. L’art. 7 della Legge 1150/1942, “Contenuto del piano generale”, precisa che il PRG deve considerare la totalità del territorio comunale e deve indicare essenzialmente: . la rete delle principali vie di comunicazione, stradali, ferroviarie e navigabili, e dei relativi impianti; . la divisione in zone del territorio comunale, con la precisazione delle zone destinate all’espansione dell’aggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona; . le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; . le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché ad opere ed impianti di interesse collettivo o sociale; . i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico; . le norme per l’attuazione del piano. Inoltre, l’art. 10 precisa che il PRG deve assicurare: . il rispetto delle previsioni del piano territoriale di coordinamento; . la razionale e coordinata sistemazione delle opere e degli impianti di interesse dello Stato; . la tutela del paesaggio e di complessi storici, monumentali, ambientali ed archeologici; . l’osservanza dei limiti di cui agli articoli 41-quinquies (commi 6 e 7) e 41-sexties (commi 1 e 2) della Legge stessa. In particolare, l’articolo 41-quinques (comma 6) afferma che nei comuni dotati di Piano Regolatore Generale o di Programma di Fabbricazione, nelle zone in cui siano consentite costruzioni per volumi superiori a tre metri cubi per metro quadrato di area edificabile, ovvero siano consentite altezze superiori a metri 25, non possono essere realizzati edifici con volumi ed altezze superiori a detti limiti, se non previa approvazione di apposito piano particolareggiato o lottizzazione convenzionata estesi all’intera zona e contenenti la disposizione planovolumetrica degli edifici previsti nella zona stessa. L’articolo 41-quinques (comma 8) precisa che in tutti i comuni, ai fini della formazione di nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, debbono essere osservati limiti

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inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricati, nonché rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi. L’articolo 41-sexties (comma 1), così come modificato dall’articolo 2 della Legge 122/1989, evidenzia che nelle nuove costruzioni ed anche nelle aree di pertinenza delle costruzioni stesse, debbono essere riservati appositi spazi per parcheggi in misura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione. L’articolo 41-sexties (comma 2), così come integrato dall’articolo 12, comma 9, della Legge 246/2005, stabilisce che gli spazi per parcheggi realizzati in forza del precedente comma 1, non sono gravati da vincoli pertinenziali di sorta né da diritti d’uso a favore dei proprietari di altre unità immobiliari e sono trasferibili autonomamente da esse. Attraverso il Decreto Interministeriale n. 1444 del 2 aprile 1968 sono state definite le Zone Territoriali Omogenee (ZTO) da considerare nella divisione in zone del territorio comunale operata dal PRG, e precisamente (art. 2): . Zona A: le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; . Zona B: le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle Zone A. Si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq; . Zona C: le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o nelle quali l’edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità di cui alla precedente punto relativo alle Zone B; . Zone D: le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati; . Zone E: le parti del territorio destinate ad usi agricoli, escluse quelle in cui, fermo restando il carattere agricolo delle stesse, il frazionamento delle proprietà richieda insediamenti da considerare come Zone C; . Zone F: le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale. Lo stesso Decreto fissa una serie di disposizioni regolamentari da applicare sia relativamente ai nuovi PRG che ai relativi piani particolareggiati e lottizzazioni convenzionate, ai nuovi regolamenti edilizi con annesso programma di fabbricazione e relative lottizzazioni convenzionate, alle revisioni degli strumenti urbanistici esistenti. Esse fanno riferimento a: . rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (art. 3); . quantità minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone territoriali omogenee (art. 4); . rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti produttivi e gli spazi pubblici destinati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (art. 5); . mancanza di aree disponibili (art. 6); . limiti di densità edilizia (art. 7); . limiti di altezza degli edifici (art. 8);

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. limiti di distanza tra i fabbricati (art. 9). Ai sensi dell’art. 11 della Legge 1150/1942 il PRG ha vigore a tempo indeterminato. Nella Regione Campania la formazione del PRG è stata disciplina con la L.R. n. 14 del 20 marzo 1982, che ha introdotto specificazioni tecniche concernenti gli elaborati, tendendo a perseguire accuratezza attraverso gli allegati tecnici obbligatori e la rappresentazione cartografica. Non ha approfondito i contenuti strategico-strutturali connessi alla disciplina di uso del suolo, mentre ha lasciato inalterato il procedimento attuativo assunto nella Legge 1150, fondato su atti differiti (strumentazione urbanistica esecutiva). Successivamente, il 22 dicembre 2004, il Consiglio Regionale della Campania ha approvato la L.R. n. 16, concernente le Norme sul governo del territorio. La Legge sancisce che la pianificazione territoriale ed urbanistica si esercita mediante la formazione di “piani generali”, intesi come strumenti contenenti la disciplina di tutela ed uso del territorio per l’intero ambito di competenza degli enti territoriali interessati e di “piani settoriali”, con i quali gli enti territoriali e gli enti pubblici preposti alla tutela di specifici interessi partecipano al procedimento pianificatorio relativamente alle proprie attribuzioni (art. 7, comma 3). Il Comune esercita la pianificazione del territorio di sua competenza nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti ed in coerenza con le previsioni della pianificazione territoriale regionale e provinciale (art. 22, comma 1). A questo scopo, stati introdotti i seguenti strumenti (art. 22, comma 2): . Piano Urbanistico Comunale (PUC); . Piano Urbanistico Attuativo (PUA); . Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC). In particolare, il PUC costituisce lo strumento urbanistico generale del Comune e disciplina la tutela ambientale e le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell’intero territorio comunale, anche mediante disposizioni a contenuto conformativo del diritto di proprietà (art. 23, comma 1). Il PUC, in coerenza con le disposizioni del Piano Territoriale Regionale (PTR) e del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), secondo quanto previsto dall’art. 23, comma 2, della Legge: . individua gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio comunale e gli indirizzi per l’attuazione degli stessi; . definisce gli elementi del territorio urbano ed extraurbano raccordando la previsione di interventi di trasformazione con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico-ambientali, agro-silvo-pastorali e storico-culturali disponibili, nonché i criteri per la valutazione degli effetti ambientali degli interventi stessi; . determina i fabbisogni insediativi e le priorità relative alle opere di urbanizzazione in conformità a quanto previsto dal PTCP, nonché degli standard urbanistici fissati dalla normativa nazionale vigente; . stabilisce la suddivisione del territorio comunale in zone omogenee, individuando le aree non suscettibili di trasformazione; . indica le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone, garantendo la tutela e la valorizzazione dei centri storici nonché lo sviluppo sostenibile del territorio comunale; . promuove l’architettura contemporanea e la qualità dell’edilizia pubblica e privata, prevalentemente attraverso il ricorso a concorsi di progettazione;

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. disciplina i sistemi di mobilità di beni e persone; . tutela e valorizza il paesaggio agrario attraverso la classificazione dei terreni agricoli, anche vietando l’utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive fatti salvi gli interventi realizzati dai coltivatori diretti o dagli imprenditori agricoli; . assicura la piena compatibilità delle previsioni in esso contenute rispetto all’assetto geologico e geomorfologico del territorio comunale, così come risultante da apposite indagini di settore preliminari alla redazione del Piano; . perimetra gli insediamenti abusivi esistenti al fine di reidoneizzarli ed inserirli nel contesto territoriale ed urbano definendone le modalità del recupero urbanistico. Al PUC sono allegate le Norme Tecniche di Attuazione (NTA) riguardanti la manutenzione del territorio e la manutenzione urbana, il recupero, la trasformazione e la sostituzione edilizia, il supporto delle attività produttive, il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola e la regolamentazione dell’attività edilizia (art. 23, comma 8). Inoltre, il PUC è corredato dagli Atti di Programmazione degli Interventi (API), relativi alla disciplina degli interventi di tutela, valorizzazione, trasformazione e riqualificazione del territorio comunale da realizzare nell’arco di tre anni (art. 25, comma 1). In relazione agli interventi di riqualificazione e nuova edificazione, essi prevedono (art. 25, comma 2): . le destinazioni d’uso e gli indici edilizi; . le forme di esecuzione e le modalità degli interventi di trasformazione e conservazione dell’assetto urbanistico; . la determinazione delle opere di urbanizzazione da realizzare o recuperare, nonché degli interventi di reintegrazione territoriale e paesaggistica; . la quantificazione degli oneri finanziari a carico del Comune e di altri soggetti pubblici per la realizzazione delle opere previste, indicandone le fonti di finanziamento. Gli API hanno valore ed effetti del programma pluriennale di attuazione e si coordinano con il bilancio pluriennale comunale nonché con il programma triennale per la realizzazione di opere pubbliche (art 23, commi 3 e 6). Le previsioni del PUC, che assoggettano i beni a vincoli preordinati all’espropriazione o a vincoli che comportano l’inedificabilità, secondo l’art. 38 della stessa L.R. 16/2004, perdono efficacia se, entro cinque anni dalla data di approvazione del PUC, non è stato emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità. I Piani Urbanistici Attuativi (PUA) sono gli strumenti con i quali il Comune provvede a dare attuazione alle previsioni del PUC o a dare esecuzione agli interventi di urbanizzazione e riqualificazione individuati dagli API (art. 26, comma 1). I PUA, in relazione al contenuto, hanno valore e portata dei seguenti strumenti (art. 26, comma 2): . piani particolareggiati e piani di lottizzazione di cui alla Legge n. 1150 del 17 agosto 1942, articoli 13 e 28; . piani per l’edilizia economica e popolare di cui alla Legge n. 167 del 18 aprile 1962; . piani delle aree da destinare ad insediamenti produttivi di cui alla Legge n. 865 del 22 ottobre 1971, articolo 27; . programmi integrati di intervento di cui alla Legge n. 179 del 17 febbraio 1992, articolo 17, alla L.R. n. 3 del 19 febbraio 1996, alla L.R. n. 26 del 18 ottobre 2002; . piani di recupero di cui alla Legge n. 457 del 5 agosto 1978; . programmi di recupero urbano di cui al D.L. n. 398 del 5 ottobre 1993, articolo 11,

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convertito nella Legge n. 493 del 4 dicembre 1993. I PUA possono essere redatti dal Comune, da società di trasformazione urbana o dai proprietari degli immobili rappresentanti il cinquantuno per cento del complessivo valore imponibile dell’area interessata dagli interventi, accertato ai fini dell’imposta comunale sugli immobili (art. 27, comma 1). Infine, il Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC) individua le modalità esecutive e le tipologie delle trasformazioni, nonché l’attività concreta di costruzione, modificazione e conservazione delle strutture edilizie. Inoltre, disciplina gli aspetti igienici aventi rilevanza edilizia, gli elementi architettonici e di ornato, gli spazi verdi e gli arredi urbani (art. 28, comma 1). Il RUEC definisce, in conformità alle previsioni del PUC e delle NTA, i criteri per la quantificazione dei parametri edilizi ed urbanistici, e disciplina gli oneri concessori (art. 28, comma 2). Specifica anche i criteri per il rispetto delle norme in materia energetico- ambientale in conformità agli indirizzi stabiliti con delibera di giunta regionale (art. 28, comma 3). Il RUEC è approvato contestualmente all’approvazione del PUC ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione. Inoltre, il PUC contiene le “disposizioni strutturali” di cui all’art. 3, comma 3, della L.R. 16/2004, aventi validità a tempo indeterminato e tese ad individuare i vincoli e le tutele dettate dalla pianificazione sovraordinata e le linee fondamentali della conservazione e trasformazione a lungo termine del territorio, in considerazione dei valori naturali, ambientali e storico-culturali, dell’esigenza di difesa del suolo, dei rischi derivanti da calamità naturali, dell’articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità. In tali disposizioni è anche contenuta l’individuazione delle parti non trasformabili del territorio che costituiscono l’espressione dell’identità e dell’integrità ambientale, storica e culturale del territorio, nonché la sua struttura portante in termini di infrastruttura ed attrezzatura, e delle parti trasformabili dove, invece, concentrare le azioni di modificazione, riassetto e completamento, anche per dare risposta ai fabbisogni pregressi e futuri. Le suddette disposizioni contengono, altresì, i criteri per il calcolo e l’aggiornamento delle previsioni relative ai fabbisogni, per la definizione delle priorità d’intervento e per l’attribuzione dei diritti edificatori che costituiscono un riferimento indispensabile per le “disposizioni programmatiche” di cui allo stesso art. 3, comma 3, della L.R. 16/2004, tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali del Comune. Tali disposizioni trovano riscontro operativo negli API di cui all’art 25 della stessa L.R. 16/2004, che hanno valore conformativo. In questo senso i fabbisogni, le priorità d’intervento e le modalità di attribuzione dei diritti edificatori andranno verificate e aggiornate periodicamente in sede di API, sulla base dei criteri definiti nel PUC, per rispondere con efficacia sia alle novità emergenti nel quadro legislativo e normativo, e sia alle domande poste dall’analisi delle dinamiche urbane, dalle istanze dei cittadini e delle imprese e dalle propensioni esistenti alla trasformazione urbana. Il Regolamento sul governo del territorio, emanato il 4 agosto 2011, chiarisce e specifica che il PUC si compone del “piano strutturale”, a tempo indeterminato, e del “piano programmatico”, a termine, come previsto all’art. 3 della L.R. 16/2004. Il piano strutturale del PUC, qualora le componenti siano condivise in sede di copianificazione,

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in attuazione dell’art. 4 della L.R. 16/2004, coincide con il piano strutturale del PTCP, il quale definisce (a scala 1:10.000) quanto segue: . i centri storici così come definiti e individuati dagli art. 2 e 4 della L.R. 26/2002; . la perimetrazione indicativa delle aree di trasformabilità urbana; . la perimetrazione delle aree produttive (aree e nuclei ASI ed aree destinate ad insediamenti produttivi) e destinate al terziario e quelle relative alla media e grande distribuzione commerciale; . l’individuazione delle aree a vocazione agricola e gli ambiti agricoli e forestali di interesse strategico; . la ricognizione e l’individuazione delle aree vincolate; . le infrastrutture e le attrezzature puntuali ed a rete esistenti. Pertanto, il piano strutturale del PUC fa riferimento agli elementi di cui sopra, precisandoli ove necessario. Invece, la componente programmatica del PUC si traduce in piano operativo. Il piano programmatico del PUC, per la sua natura operativa, contiene, in primo luogo, le disposizioni tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni interessate (art. 3 della L.R. 16/2004); in secondo luogo, contiene una ulteriore specificazione delle aree individuate nel piano strutturale, indicando: . destinazione d’uso; . indici fondiari e territoriali; . parametri edilizi ed urbanistici; . standard urbanistici; . attrezzature e servizi. Il piano programmatico/operativo del PUC, elaborato anche per porzioni di territorio comunale, contiene altresì gli API, di cui all’art. 25 della L.R. 16/2004. Il RUEC, invece, deve essere periodicamente aggiornato alle normative emanate dopo la sua approvazione, con particolare riguardo alla sostenibilità ambientale nell’edilizia degli interventi. Inoltre, il Regolamento evidenzia che il Piano urbanistico, nell’ambito delle sue potenzialità edificatorie, può essere attuato anche con sistemi perequativi, compensativi e incentivanti. In particolare, la perequazione è finalizzata al superamento della diversità di condizione giuridico-economica che si determina tra le proprietà immobiliari per effetto della pianificazione urbanistica, promuovendo forme di equa distribuzione dei benefici e degli oneri derivanti dagli interventi di trasformazione degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio comunale. La compensazione si realizza con l’attribuzione, nel rispetto delle previsioni dello strumento urbanistico generale, di diritti edificatori alle proprietà immobiliari sulle quali, a seguito di accordo tra il Comune e l’avente diritto, sono realizzati interventi pubblici o comunque ad iniziativa del Comune. L’incentivazione urbanistica ha come obiettivo il miglioramento della qualità urbana, architettonica ed edilizia attraverso interventi che presentano elevate prestazioni in campo energetico-ambientale e paesaggistico, promuovendo nel contempo la bioedilizia e l’uso di materiali ecosostenibili. L’incentivazione si realizza prevedendo specifiche modalità ed azioni previste nel piano programmatico/operativo.

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Pertanto, il piano programmatico del PUC può delimitare gli ambiti di trasformazione urbana da attuare con procedure perequative mediante “comparti edificatori” ed attraverso convenzione. La quantità di aree e le quantità edilizie insediabili negli ambiti di trasformazione, in conformità alle previsioni del piano programmatico di natura operativa, che non sono riservate agli usi pubblici o di interesse pubblico, necessarie anche a soddisfare i fabbisogni pregressi, sono attribuite ai proprietari di tutti gli immobili compresi negli stessi ambiti. Tale capacità edificatoria è la somma dei diritti edificatori destinati allo specifico ambito assegnabile ai proprietari nelle trasformazioni fisiche previste dal piano strutturale e da quelle funzionali previste dal piano programmatico. Il piano programmatico può comprendere uno studio di fattibilità tecnico-economica riguardante le trasformazioni urbanistiche da attuare con procedure perequative. I diritti edificatori sono ripartiti, indipendentemente dalla destinazione specifica delle aree interessate, tra tutti i proprietari degli immobili compresi negli ambiti, in relazione al valore dei rispettivi immobili. Tale valore è determinato tenendo conto della qualificazione e valutazione dello stato di fatto e di diritto in cui si trovano gli stessi immobili all’atto della formazione del PUC. I diritti edificatori sono espressi in Indici di Diritto Edificatorio (IDE) che fissano il rapporto tra la superficie fondiaria relativa al singolo immobile e le quantità edilizie che sono realizzabili con la trasformazione urbanistica nell’ambito del processo di perequazione. L’ambito comprende aree edificate e non edificate, anche non contigue. Gli ambiti sono individuati sulla base degli elementi omogenei che si rilevano dal piano strutturale del PUC, tenendo conto dell’esistenza di eventuali vincoli. Il piano programmatico individua per ogni comparto la quantità della volumetria complessiva realizzabile e la quota di tale volumetria attribuita ai proprietari degli immobili inclusi nel comparto, nonché la quantità e la localizzazione degli immobili da cedere gratuitamente al Comune o ad altri soggetti pubblici per la realizzazione di infrastrutture, attrezzature, aree verdi, edilizia residenziale pubblica e comunque di aree destinate agli usi pubblici e di interesse pubblico che formano le componenti del dimensionamento complessivo del Piano. I PUA definiscono i tipi di intervento, l’organizzazione fisica, le funzioni urbane ammissibili e la conformazione urbanistica del comparto, provvedendo in tal modo a localizzare sia le quantità edilizie destinate agli usi pubblici e di interesse pubblico, sia quelle attribuite ai proprietari degli immobili compresi nel comparto. A ciascun proprietario degli immobili compresi nel comparto è attribuita una quota delle complessive quantità edilizie realizzabili, determinata moltiplicando la superficie fondiaria degli stessi immobili per i rispettivi IDE. Le quote edificatorie, espresse in metri quadrati o in metri cubi, sono liberamente commerciabili, ma non possono essere trasferite in altri comparti edificatori. Il comparto edificatorio può essere attuato dai proprietari, anche riuniti, degli immobili inclusi nel comparto stesso, dal comune o da società miste, anche di trasformazione urbana. Nel caso di attuazione di un comparto da parte di soggetti privati, devono essere, in via prioritaria, stabiliti tempi e modalità di cessione a titolo gratuito al Comune, o ad altri soggetti pubblici, degli immobili necessari per la realizzazione nel comparto di infrastrutture, attrezzature, aree verdi, edilizia residenziale pubblica ed altre opere pubbliche o di interesse pubblico così come localizzate dal comune attraverso i PUA. Ai proprietari che cedono gratuitamente gli immobili è riconosciuto il diritto di edificazione pari al valore delle proprietà cedute. I detentori della maggioranza assoluta delle quote edificatorie complessive attribuite ad un

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comparto edificatorio possono procedere all’attuazione dell’ambito nel caso di rifiuto dei rimanenti proprietari. Accertato il rifiuto, previa notifica di atto di costituzione in mora, con assegnazione di un termine non superiore a 30 giorni, i proprietari detentori della maggioranza assoluta formulano la proposta di trasformazione prevista dal PUC. Decorso in modo infruttuoso anche tale termine, i proprietari associati procedono all’attuazione del comparto, acquisite le quote edificatorie attribuite ai proprietari che hanno deciso di non partecipare all’iniziativa con i relativi immobili, mediante corresponsione del controvalore determinato dall’ufficio tecnico comunale o nel caso di rifiuto di tale somma, mediante deposito della stessa presso la tesoreria comunale secondo le disposizioni del Codice Civile. Nel caso di inerzia o di rifiuto all’attuazione di un comparto edificatorio da parte di proprietari di immobili detentori nel loro insieme di una quota superiore alla maggioranza assoluta delle quote edificatorie complessive, il Comune fissa un termine per l’attuazione dell’ambito stesso, trascorso il quale il Comune può attuarlo direttamente, o a mezzo di una società mista o riassegnarlo mediante procedimento ad evidenza pubblica, acquisendone le quote edificatorie ed i relativi immobili. Le acquisizioni delle quote edificatorie e dei relativi immobili avvengono mediante procedure di esproprio. L’approvazione degli interventi equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza. Nell’ambito del quadro normativo sopra delineato, il PUC di Colle Sannita si sviluppa con riferimento a cinque “sistemi” componenti il più ampio sistema territoriale. Per ciascun sistema sono state individuate delle specifiche “strategie” come di seguito riportato:

. Sistema naturalistico ed ambientale:  tutela, recupero e potenziamento delle componenti naturali che costituiscono il patrimonio di naturalità del territorio, al fine di ridurre l’abbandono, in un’ottica di sviluppo ecocompatibile volto ad una migliore fruizione e svolgimento delle attività connesse, quale fattore di stimolo allo sviluppo locale;  creazione di connessioni tra le componenti naturali esistenti al fine di garantire la funzionalità ecologica ed i cicli biologici del territorio in relazione al contesto di area vasta;  salvaguardia e riqualificazione della rete idrografica presente al fine di garantire il corretto funzionamento idraulico ed ecologico dell’intero sistema, per la messa in sicurezza del territorio;  realizzazione di un adeguato livello di sicurezza delle funzioni insediativa, produttiva ed infrastrutturale attraverso il recupero e la manutenzione dei sistemi naturali, forestali e delle aree agricole, e mediante un sistema di governo locale coordinato con le direttive della pianificazione territoriale e di settore vigente;  bonifica e recupero ambientale delle situazioni di degrado naturalistico-ambientale e di rischio ecologico;  potenziamento della rete di spazi verdi urbani ai fini della qualificazione ecologica dell’ambiente urbano;  promozione di politiche ed interventi per l’uso compatibile ed ecologicamente sostenibile delle risorse, anche mediante il contenimento dei consumi energetici nell’ambito delle attività agricole, produttive e negli usi civili.

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. Sistema paesistico e storico-culturale:  promozione della salvaguardia e valorizzazione del paesaggio complessivo, in modo da favorire l’arricchimento armonico e la visibilità dei segni che costituiscono i valori naturali ed antropici del territorio, individuando gli elementi che lo costituiscono (ambiti, componenti di interesse paesaggistico e storico-culturale).  promozione di politiche di tutela delle aree di crinale garantendo la tutela paesaggistica e la qualità degli insediamenti, anche mediante il controllo degli impianti eolici attraverso la loro corretta ambientazione e l’attivazione di opportune azioni di compensazione;  tutela e valorizzazione della viabilità panoramica, anche promuovendo una sentieristica di tipo turistico ed interventi concertati con i comuni contermini, in modo da salvaguardare la percezione dei quadri panoramici principali fruibili da punti visuali particolari mediante la limitazione delle trasformazioni antropiche ed il controllo di quelle ammesse.  promozione di politiche e di interventi di valorizzazione integrata del patrimonio storico culturale diffuso nel territorio rurale, composto dagli edifici e manufatti di maggior rilievo che costituiscono la testimonianza dell’antropizzazione del territorio, dai siti di interesse archeologico e dalla viabilità storica.

. Sistema del territorio rurale:  salvaguardia e valorizzazione dello spazio rurale del territorio comunale quale risorsa socio-economica, ecologico-ambientale e di caratterizzazione paesaggistica, per la quale promuovere azioni di sviluppo sostenibile con il sostegno delle specifiche politiche comunitarie-regionali;  classificazione del territorio rurale da effettuare in funzione dell’uso produttivo del suolo e delle caratteristiche ambientali, prevedendo il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola e delle relative diversificazioni degli ordinamenti colturali, anche con le finalità di valorizzare le produzioni autoctone;  incentivazione alla creazione di forme organizzate consortili della filiera agroalimentare, anche tramite la realizzazione di apposite strutture di servizio e supporto allo sviluppo del settore;  potenziamento del contributo alla funzionalità ecologica del territorio delle aree agricole;  definizione di una disciplina urbanistica volta al mantenimento, diversificazione e sviluppo sostenibile delle attività agricole e delle attività ad esse connesse, individuando e normando le caratteristiche normo-tipologiche per lo sviluppo sostenibile di insediamenti produttivi e residenziali rurali;  regolamentazione dell’utilizzo del suolo per la produzione di energie alternative.

. Sistema infrastrutturale:  riorganizzazione e potenziamento del sistema della mobilità per migliorare i livelli di accessibilità e decongestionamento del centro abitato;  promozione di interventi di riqualificazione funzionale ed ambientale-paesaggistica delle infrastrutture viarie, mediante fasce di mitigazione ed integrazione con il sistema relazionale locale (viabilità urbana, percorsi pedonali-ciclabili, aree di sosta);

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 razionalizzazione e potenziamento della sosta mediante una rete di parcheggi adeguati agli usi urbani presenti e futuri;  qualificazione delle infrastrutture tecnologiche esistenti.

. Sistema insediativo:  valorizzazione del patrimonio identitario, sia architettonico che storico-culturale, mediante la rigenerazione dei tessuti storici al fine di recuperare un’immagine urbana restaurata e funzionale;  tutela dell’immagine dell’insediamento storico evitando fenomeni di saldatura con gli insediamenti di nuovo impianto, garantendo la salvaguardia delle visuali e del valore paesistico-ambientale del paesaggio agrario circostante posto a cintura dello stesso;  riuso del patrimonio edilizio storico non utilizzato con il reinserimento della residenza e di funzioni terziarie compatibili a basso carico urbanistico;  stratificazione del tessuto consolidato affidata a processi di rigenerazione urbana delle situazioni marginali attraverso la promozione di interventi integrati materiali ed immateriali di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale;  riqualificazione e realizzazione di spazi pubblici di relazione con eventuali integrazioni pedonali ed una idonea accessibilità;  realizzazione di nuove centralità urbane finalizzate a migliorare la funzionalità delle attività ed a qualificare e potenziare l’attrattività del territorio comunale;  promozione di processi di progettazione e realizzazione degli interventi pubblici e privati volti alla qualificazione morfologica ed architettonica degli spazi urbani, dei tessuti residenziali e delle aree produttive, alla sostenibilità ambientale dell’insediamento e dell’edilizia mediante l’applicazione di metodi e tecniche di risparmio energetico, risparmio della risorsa idrica, bioarchitettura, ed anche mediante forme di sostegno ed incentivazione In relazione alle strategie di cui sopra ed in relazione agli “obiettivi” di Piano (cfr. § 3.2.) saranno sviluppate le “azioni” di Piano di cui saranno verificati gli effetti sull’ambiente (cfr. Capitolo 8).

3.2 Obiettivi del Piano

La L.R. 16/2004 sul “governo del territorio” intende promuovere modalità innovative di pianificazione urbanistica al fine di incentivare lo sviluppo socio-economico dei sistemi territoriali locali, con l’obiettivo di favorire e sostenere iniziative volte ad una maggiore efficienza ed incisività, attraverso il coordinamento e l’integrazione delle politiche d’intervento dei singoli territori comunali. Le finalità e gli obiettivi previsti dalla legge regionale hanno indotto ad una intesa istituzionale per definire un’ampia concertazione tra diversi Enti territoriali, volta alla definizione di strategie comuni di tutela e sviluppo del territorio da calare, con la previsione di specifiche azioni, all’interno dei singoli strumenti di pianificazione urbanistica comunale. Al fine di favorire lo sviluppo dei territori montani dell’Alto Tammaro e del Fortore (in provincia di Benevento) è stato sottoscritto un Patto di pianificazione urbanistica associata fra 13 Comuni, tra cui quello di Colle sannita, volto a sancire i principi e gli obiettivi da porre alla

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base della redazione in forma associata dei singoli piani urbanistici comunali, ponendo al centro dell’attività pianificatoria la piena valorizzazione delle risorse ambientali, produttive e storico culturali esistenti. In particolare, sono stati definiti criteri ed indirizzi posti alla base della programmazione di interesse sovracomunale da osservare nelle attività di pianificazione e programmazione strategica consistenti: . nell’adozione, in sede di pianificazione urbanistica comunale, di medesimi indirizzi ed obiettivi di programmazione territoriale a valenza sovracomunale, nonché di norme e metodologie di tutela uniformi volte alla valorizzazione delle risorse ambientali mediante la configurazione di un unico parco a rete incentrato sul Tratturo Regio e sulle sue varie diramazioni, sui Siti di Importanza Comunitaria, sui boschi, sui corsi d’acqua, sui corridoi ecologici e sulle zone di significativa qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica; . nell’adozione di analoghe modalità di inquadramento, di studio, di trattamento, di valorizzazione, di promozione e di gestione del patrimonio urbanistico, architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in senso lato, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale ed alla formazione di una rete dei centri storici minori; . nell’adozione di comuni organismi di gestione dei servizi di scala comprensoriale in modo da configurare in prospettiva un vero e proprio distretto produttivo economicamente ed ambientalmente sostenibile, basato sulla tipicità, su un mix di tradizione ed innovazione e sulla solidarietà sociale; . nella scelta di strategie di sviluppo comuni dalle quali possano derivare progetti intercomunali nel settore delle infrastrutture, dei trasporti, dell’energia, del turismo, della tutela ambientale, della valorizzazione delle risorse culturali, del mercato edilizio e delle politiche sociali; . nella scelta di comuni buone pratiche amministrative basate sull’innovazione tecnologica, sulla comunicazione, sulla diffusione delle conoscenze e mirate al miglioramento dei servizi al cittadino, alla partecipazione attiva della popolazione alle iniziative in materia di sviluppo civile ed economico, in modo da superare le condizioni di marginalità dell’area; . nella scelta di comuni programmi di divulgazione scientifica che consentano di diffondere la cultura ecologica e di preservare la cultura storico-antropologica locale, insieme alle matrici identitarie dei singoli centri abitati. Coerentemente con le azioni strategiche e gli indirizzi inseriti nel PTR e nel PTCP della provincia di Benevento, il Patto di pianificazione urbanistica associata individua le seguenti otto “linee strategiche” da recepire in sede di pianificazione urbanistica comunale, che sono: 1. migliorare ed integrare l’accessibilità e la mobilità dell’area; 2. potenziare l’imprenditorialità locale, promuovere l’innovazione e l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi pur conservandone la tipicità e l’identità storica; 3. migliorare la qualità della vita, il livello di sicurezza e la solidarietà sociale; 4. realizzare politiche urbane innovative, omogenee e concertate in tutta l’area rivitalizzando i centri storici; 5. rafforzare le aree culturali di eccellenza, costituite da beni storico-artistici, eventi e manifestazioni, istituti culturali; 6. sviluppare ed integrare la filiera ambiente-turismo-cultura-sport;

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7. accrescere l’integrazione territoriale e l’offerta di servizi di interesse collettivo; 8. attuare politiche che implichino l’uso di risorse energetiche rinnovabili ed ambientalmente compatibili. Tenuto conto delle linee strategiche individuate dal Patto di pianificazione urbanistica associata, e tenuto conto delle strategie precedentemente elencate (cfr. § 3.1), sono stati elaborati gli “obiettivi generali” (indicati con OG) e gli “obiettivi specifici” (indicati con OS) per la pianificazione urbanistica comunale, che possono essere strutturati secondo lo schema di Figura 3.1.

Figura 3.1a – Obiettivi di Piano

OG1 OS1.1 Realizzare politiche urbane innovative Recuperare, riqualificare e valorizzare il centro storico rivitalizzando il centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati

OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di servizi locali

OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente

OG2 OS2.1 Rafforzare le aree culturali di Valorizzare e promuovere gli istituti culturali, museali e formativi presenti eccellenza (beni storici-artistici, eventi e manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali

OG3 OS3.1 Adottare modalità di valorizzazione, Tutelare e valorizzare gli elementi di interesse storico-paesaggistico promozione e gestione del patrimonio caratterizzanti il territorio urbano, architettonico, storico- artistico, archeologico e culturale in genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale

OG4 OS4.1 Diffondere la cultura ecologica e Tutelare il paesaggio rurale e delle produzioni agricole di maggior pregio preservare la cultura storico- antropologica locale, insieme alle OS4.2 matrici identitarie dei singoli centri Perseguire il recupero ambientale e la rifunzionalizzazione dei siti abitati compromessi

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Figura 3.1b – Obiettivi di Piano

OG5 OS5.1 Tutelare e valorizzare la rete delle Tutelare e valorizzare le risorse ambientali e la biodiversità risorse ambientali (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

OG6 OS6.1 Migliorare la qualità della vita, il livello Incrementare gli spazi per l’aggregazione ed il tempo libero, nonché quelli di sicurezza e la solidarietà sociale, per servizi assistenziali e formativi accrescendo l’integrazione territoriale e l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 collettivo Attuare interventi per il miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere architettoniche

OG7 OS7.1 Sviluppare ed integrare la filiera Incrementare le aree a destinazione sportiva sia gestione pubblica che ambiente-turismo-cultura-sport privata

OS7.2 Potenziare la ricettività turistica-sportiva legata alla fruizione dell’ambiente (ricettività diffusa)

OG8 OS8.1 Potenziare l’imprenditorialità locale e Rilanciare il settore agricolo-zootecnico favorendo la certificazione dei promuovere l’innovazione e prodotti l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi pur conservandone la OS8.2 tipicità e l’identità storica Razionalizzare le aree industriali-artigianali esistenti, anche prevedendo il ricorso all’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili

OG9 OS9.1 Attuare politiche che implichino l’uso Promuovere specifici interventi (efficientamento energetico degli edifici, di risorse energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, incremento della permeabilità dei suoli, ambientalmente compatibili riduzione del carico idrico, contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio

OG10 OS10.1 Migliorare ed integrare l’accessibilità Realizzare opportuni collegamenti di viabilità intercomunale e la mobilità OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile

Gli obiettivi individuati vengono messi in relazione con quelli di altri piani e programmi che insistono sul territorio del comune di Colle Sannita, allo scopo di verificare la “coerenza” tra il redigendo PUC e gli altri strumenti di pianificazione e programmazione (cfr § 3.4).

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3.3 Quadro programmatico e della pianificazione di riferimento per il PUC

Di seguito si riporta il quadro della programmazione e della pianificazione territoriale vigente sul territorio del comune di Colle Sannita, utile per operare la “verifica di coerenza” con gli obiettivi del PUC. I programmi ed i piani vigenti possono essere suddivisi a seconda della loro scala di riferimento (regionali, interprovinciali o provinciali) e dei loro contenuti (territoriali o di settore). I piani ed i programmi di livello regionale sono i seguenti: . Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con la Legge Regionale n. 13 del 13 ottobre 2008. . Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE), approvato dal Commissario ad Acta con Ordinanza n. 11 del 7 giugno 2006. . Piano Energetico Ambientale Regione Campania – Proposta di Piano, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 475 del 18 marzo 2009. . Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 711 del 13 giugno 2005. . Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 167 del 14 febbraio 2006. . Piano Regionale di Tutela delle Acque, adottato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 1220 del 6 luglio 2007. . Piano Regionale dei Rifiuti, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n. 8 del 23 gennaio 2012. . Piano Regionale Antincendio Boschivo, adottato con Decreto ministeriale 3 gennaio 2008, ai sensi dell’art. 8, comma 2 della Legge 21 novembre 2000, n. 353. . Programma degli Interventi Infrastrutturali per il Sistema Integrato Regionale dei Trasporti, approvato dalla Giunta Regionale della Campania con Deliberazione n 1228 del 5 aprile 2002. I piani elaborati dalle Autorità di Bacino sono i seguenti: . Autorità di Bacino Nazionale Liri-Volturno-Garigliano: Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni (approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 21 novembre 2001), Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio idraulico (approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 12 dicembre 2006), Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio frane (approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 12 dicembre 2006), Piano Stralcio per il Governo della Risorsa Idrica Superficiale e Sotterranea (adottato dal Comitato Istituzionale con Deliberazione n. 1 del 26 luglio 2005), Piano Stralcio Tutela Ambientale (approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con D.P.C.M. del 27 aprile 2006). . Autorità di Bacino Interregionale dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore: Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino interregionale del fiume Fortore, adottato dal Comitato Istituzionale con Deliberazione n. 102 del 29 settembre 2006. I piani e programmi interprovinciali e provinciali sono i seguenti: . Piano d’Ambito dell’ATO n.1 del maggio 2003. . Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), adottato dal Consiglio Provinciale

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con Deliberazione n. 86 del 16 dicembre 2004 e, nella sua nuova elaborazione, dalla Giunta Provinciale con Deliberazione n. 407 del 16 luglio 2010. . Piano Provinciale Energetico Ambientale (PEA) dell’aprile 2005. . Piano Provinciale dei Trasporti Pubblici Locali, approvato dal Consiglio Provinciale con Deliberazione n. 121 del 27 dicembre 2002. . Piano Provinciale Faunistico-Venatorio 2007-2011, approvato dal Consiglio Provinciale con Deliberazione n. 12 del 20 febbraio 2008. . Programma Provinciale di Protezione Civile per la Previsione e la Prevenzione dei Rischi del settembre 2001. . Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio “Calidone” (PRUSST), istituito con Protocollo di intesa del 23 ottobre 2000. Non sono stati presi in esame piani e programmi in corso di elaborazione.

3.4 Analisi di coerenza

Con riferimento a ciascuno dei piani e programmi individuati al § 3.3 viene condotta una “analisi di coerenza” attraverso la costruzione di una matrice per ciascun piano o programma (Tabelle 3.1-3.31), in cui si incrociano le informazioni relative ai rispettivi specifici obiettivi (disposti per colonne) e quelle relative agli obiettivi del redigendo PUC (disposte per righe). Le informazioni contenute nella matrice sono di tipo qualitativo, esplicitate attraverso tre simboli che sottolineano, rispettivamente, l’esistenza di relazioni di “coerenza” (), “indifferenza” () ed “incoerenza” () tra le strategie di PUC (e quindi dei relativi obiettivi) e gli obiettivi degli altri piani e programmi considerati. In particolare, gli elementi significativi sono rappresentati sia dalle “coerenze” tra obiettivi, che evidenziano come sia il PUC che gli altri pertinenti piani e programmi che insistono sul territorio comunale condividano una simile strategia di possibile conservazione e/o trasformazione dello stesso, e sia dalle “incoerenze”, che possono essere intese come fattori di criticità, in quanto il perseguimento di certi obiettivi può pregiudicare il perseguimento di altri. Da quanto sopra, si evince che l’analisi delle eventuali incoerenze non pregiudica, a priori, la possibilità di perseguire determinati obiettivi, ma sottolinea come, in fase di progettazione dei relativi interventi, sia necessario comprendere come superare le criticità evidenziate. Non bisogna, invece, attribuire alcuna valenza negativa alle numerose indifferenze riscontrate, in quanto complessivamente esse spesso sottolineano che, seppure alcune strategie del PUC non trovino diretta relazione con un certo piano o programma (in quanto di carattere settoriale), risultano, invece, coerenti con gli obiettivi di altri piani o programmi considerati. Pertanto, risulta significativo non soltanto esaminare quanto riportato, per ciascun piano o programma, in ciascuna cella di ogni singola matrice in termini di coerenza, indifferenza o incoerenza, ma anche condurre un’analisi complessiva, prendendo in esame simultaneamente tutte le matrici (analizzate per tutti i piani ed i programmi), allo scopo di verificare la frequenza con cui si presentano le coerenze e le incoerenze. Tale analisi di frequenza, che considera il numero di volte per le quali si sono riscontrate coerenze ed incoerenze tra le strategie di PUC e gli obiettivi di tutti gli altri piani e programmi

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considerati, è riportata in Tabella 3.32 ed è esplicitata per mezzo di istogrammi. I risultati generali mostrano che tutti gli obiettivi sono caratterizzati da relazioni di coerenza, mentre alcune incoerenze interessano soltanto 3 obiettivi su 19. In particolare, le incoerenze si riscontrano con riferimento agli obiettivi: OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse ambientali e la biodiversità; OS10.1 Realizzare opportuni collegamenti di viabilità intercomunale; OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile.

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Tabella 3.1a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete ecologica regionale (RER)

1 – Evitare fenomeni di 2 – Integrare diverse 3 – Ricercare forme di 4 – Collegare la tutela 5 – Incentivare 6 – Garantire la 7 – Valorizzare il frammentazione, che tipologie connettive, pur recupero e tutela del delle risorse naturali non l’agricoltura per conservazione ed il paesaggio ed il costituiscono uno dei conservando gli esclusivi territorio degradato e/o rinnovabili a quella delle contribuire alla potenziamento patrimonio culturale, principali fattori di attributi funzionali e vulnerabile risorse culturali (i conservazione, alla tutela dell’identità dei paesaggi, anche attraverso il degrado non solo del coinvolgendo tutti gli paesaggi umani, come i ed alla valorizzazione dei dei territori ad alta recupero e paesaggio ecologico ma spazi territoriali ancora centri urbani e gli spazi paesaggi e dell’ambiente, naturalità e dei sistemi l’implementazione della anche del paesaggio suscettibili di ruoli rurali) anch’esse non favorendo la salvaguardia territoriali di sviluppo naturalità del territorio, visivo biologici come aree rinnovabili, attraverso il della biodiversità campani e, nel con l’eliminazione dei protette a vario titolo, recupero e la vegetazionale e contempo, conservare e detrattori ambientali acque superficiali, siti riqualificazione del faunistica, la gestione potenziare il livello di diversi soggetti a norme costruito e la integrata dei biotopi, biodiversità all’interno di non trasformabilità, regolamentazione nonché la conservazione della regione attraverso frammenti di territorio dell’espansione edilizia del suolo e della qualità un corretto modello di con utilizzazioni delle risorse idriche gestione del territorio ecocompatibili (boschi, incolti, ecc.), in modo da ottenere configurazioni geografiche continue o Obiettivi generali Obiettivi specifici puntualmente diffuse

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico        centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati        OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di        servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente        OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi        artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali        OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in        genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior        cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei        abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa        qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.1b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete ecologica regionale (RER)

1 – Evitare fenomeni di 2 – Integrare diverse tipologie 3 – Ricercare 4 – Collegare la tutela 5 – Incentivare 6 – Garantire la 7 – Valorizzare il frammentazione, che connettive, pur conservando gli forme di delle risorse naturali non l’agricoltura per conservazione ed il paesaggio ed il costituiscono uno dei esclusivi attributi funzionali e recupero e rinnovabili a quella delle contribuire alla potenziamento patrimonio culturale, principali fattori di coinvolgendo tutti gli spazi tutela del risorse culturali (i conservazione, alla tutela dell’identità dei paesaggi, anche attraverso il degrado non solo del territoriali ancora suscettibili di territorio paesaggi umani, come i ed alla valorizzazione dei dei territori ad alta recupero e paesaggio ecologico ma ruoli biologici come aree protette a degradato e/o centri urbani e gli spazi paesaggi e dell’ambiente, naturalità e dei sistemi l’implementazione della anche del paesaggio vario titolo, acque superficiali, siti vulnerabile rurali) anch’esse non favorendo la salvaguardia territoriali di sviluppo naturalità del territorio, visivo diversi soggetti a norme di non rinnovabili, attraverso il della biodiversità campani e, nel con l’eliminazione dei trasformabilità, frammenti di recupero e la vegetazionale e contempo, conservare e detrattori ambientali territorio con utilizzazioni riqualificazione del faunistica, la gestione potenziare il livello di ecocompatibili (boschi, incolti, costruito e la integrata dei biotopi, biodiversità all’interno ecc.), in modo da ottenere regolamentazione nonché la conservazione della regione attraverso configurazioni geografiche dell’espansione edilizia del suolo e della qualità un corretto modello di continue o puntualmente diffuse delle risorse idriche gestione del territorio puntualmente diffuse

Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e        l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere        architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione        sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione        dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione        promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento        l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,        contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale        OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile       

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.2a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete del rischio ambientale (RA)

1 – Perseguire la mitigazione del rischio ambientale ed una 2 – Quantificare il rischio ambientale che consente una 3 – Evitare che gli eventi derivanti da sorgenti di rischio corretta destinazione d’uso del territorio, identificando le pianificazione consapevole, in modo da confrontare naturali, che hanno una concausa negli interventi antropici, non potenziali situazioni di rischio al fine di prevenirne il verificarsi o sistematicamente lo stato e l’evoluzione del sistema determinino perdite umane e mantengano a livelli accettabili i di ridurne l’impatto qualora una di esse dovesse accadere ambientale in esame con un prefissato obiettivo di riferimento, danni economici, anche riducendo la pericolosità per le sorgenti generalmente identificabile in accettati criteri di rischio di rischio antropiche, evitando il verificarsi di eventi disastrosi e tollerabile riducendo la probabilità di accadimento a valori inferiori al livello di rischio accettabile Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico    centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati    OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di    servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente    OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi    artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali    OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in    genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior    cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei    abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa    qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.2b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete del rischio ambientale (RA)

1 – Perseguire la mitigazione del rischio ambientale ed una 2 – Quantificare il rischio ambientale che consente una 3 – Evitare che gli eventi derivanti da sorgenti di rischio corretta destinazione d’uso del territorio, identificando le pianificazione consapevole, in modo da confrontare naturali, che hanno una concausa negli interventi antropici, non potenziali situazioni di rischio al fine di prevenirne il verificarsi o sistematicamente lo stato e l’evoluzione del sistema ambientale determinino perdite umane e mantengano a livelli accettabili i di ridurne l’impatto qualora una di esse dovesse accadere in esame con un prefissato obiettivo di riferimento, danni economici, anche riducendo la pericolosità per le sorgenti generalmente identificabile in accettati criteri di rischio di rischio antropiche, evitando il verificarsi di eventi disastrosi e tollerabile riducendo la probabilità di accadimento a valori inferiori al livello di rischio accettabile Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e    l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere    architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione    sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione    dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione    promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento    l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,    contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale    OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile   

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.3a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete delle interconnessioni (RI)

1 – Garantire l’accessibilità 2 – Perseguire il riequilibrio 3 – Ridurre la congestione 4 – Migliorare 5 – Rendere accessibili le 6 – Permettere l’accessibilità per le persone e le merci modale sul versante del nelle aree urbane e l’interconnessione dei sistemi aree marginali, i sistemi dei poli di attrazione all’intero territorio regionale, trasporto urbano e metropolitane e promuovere territoriali di sviluppo con economici sub-provinciali, le provinciali, nonché di quelli con livelli di servizio metropolitano realizzando la riqualificazione delle aree quelli nazionali ed aree di pregio culturale e sub-provinciali per il sostegno differenziati in relazione alle infrastrutture per il trasporto urbane periferiche e delle internazionali paesaggistico, le aree allo sviluppo territoriale esigenze socio-economiche rapido di massa in sede aree dismesse produttive equilibrato e policentrico, in delle singole aree, puntando propria, nonché, con un’ottica di rete pluriconnessa sulla capacità delle riferimento al trasporto e di interconnessione tra le infrastrutture di creare valore interurbano regionale su ferro diverse reti modali per e su strada, definendo gli riequilibrare l’attuale struttura itinerari ed i nodi di prevalentemente interscambio radiocentrica delle infrastrutture e dei servizi di trasporto Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.3b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete delle interconnessioni (RI)

1 – Garantire l’accessibilità 2 – Perseguire il riequilibrio 3 – Ridurre la congestione 4 – Migliorare 5 – Rendere accessibili le 6 – Permettere l’accessibilità per le persone e le merci modale sul versante del nelle aree urbane e l’interconnessione dei sistemi aree marginali, i sistemi dei poli di attrazione all’intero territorio regionale, trasporto urbano e metropolitane e promuovere territoriali di sviluppo con economici sub-provinciali, le provinciali, nonché di quelli con livelli di servizio metropolitano realizzando la riqualificazione delle aree quelli nazionali ed aree di pregio culturale e sub-provinciali per il sostegno differenziati in relazione alle infrastrutture per il trasporto urbane periferiche e delle internazionali paesaggistico, le aree allo sviluppo territoriale esigenze socio-economiche rapido di massa in sede aree dismesse produttive equilibrato e policentrico, in delle singole aree, puntando propria, nonché, con un’ottica di rete pluriconnessa sulla capacità delle riferimento al trasporto e di interconnessione tra le infrastrutture di creare valore interurbano regionale su ferro diverse reti modali per e su strada, definendo gli riequilibrare l’attuale struttura itinerari ed i nodi di prevalentemente interscambio radiocentrica delle infrastrutture e dei servizi di Obiettivi generali Obiettivi specifici trasporto

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.4a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete delle interconnessioni (RI)

7 – Garantire l’accessibilità 8 – Assicurare lo sviluppo 9 – Assicurare al sistema 10 – Garantire maggiore 11 – Garantire l’accesso ai 12 – Valorizzare la mobilità dei servizi a scala regionale, sostenibile del trasporto, infrastrutturale elevata qualità ai servizi di trasporto servizi di trasporto alle fasce debole al fine di incentivare con una rete trasportistica di riducendo consumi energetici, potenzialità ed affidabilità e collettivo sociali deboli una mobilità alternativa migliore qualità, anche alle emissioni inquinanti ed altri bassa vulnerabilità, in efficiente e decongestionante, persone con ridotta capacità impatti sull’ambiente maniera particolare nelle aree capillare, ecologica e motoria a rischio, aumentando la collegata ai percorsi turistici sicurezza e riducendo l’incidentalità, in particolare sulla rete stradale Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 46

Tabella 3.4b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q1 – Quadro delle reti Rete delle interconnessioni (RI)

7 – Garantire l’accessibilità 8 – Assicurare lo sviluppo 9 – Assicurare al sistema 10 – Garantire maggiore 11 – Garantire l’accesso ai 12 – Valorizzare la mobilità dei servizi a scala regionale, sostenibile del trasporto, infrastrutturale elevata qualità ai servizi di trasporto servizi di trasporto alle fasce debole al fine di incentivare con una rete trasportistica di riducendo consumi energetici, potenzialità ed affidabilità e collettivo sociali deboli una mobilità alternativa migliore qualità, anche alle emissioni inquinanti ed altri bassa vulnerabilità, in efficiente e decongestionante, persone con ridotta capacità impatti sull’ambiente maniera particolare nelle aree capillare, ecologica e collegata motoria a rischio, aumentando la ai percorsi turistici sicurezza e riducendo l’incidentalità, in particolare Obiettivi generali Obiettivi specifici sulla rete stradale OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 47

Tabella 3.5a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q2 – Quadro degli ambienti insediativi (AI) Ambiente insediativo Sannio

1 – Favorire 2 – Promuovere 3 – Distribuire le funzioni 4 – Valorizzare, in modo 5 – Organizzare la 6 – Riorganizzare le reti 7 – Bloccare lo sprawl l’organizzazione un’organizzazione superiori e rare tra le sostenibile, il patrimonio produzione energetica delle infrastrutture edilizio e le espansioni intermodale della unitaria della “città diverse componenti del ambientale organizzato in facendo ricorso principali secondo il lineari lungo le strade mobilità secondo un Caudina”, della “città sistema insediativo rete ecologica, integralmente a fonti modello dei corridoi modello (per quanto Telesina”, della “città complessivo, affidando opportunamente rinnovabili (idroelettrico, infrastrutturali possibile) reticolare a Fortorina”, ecc., con ruoli urbani significativi articolata per livelli, e del eolico, combustibili da maglia aperta, politiche di mobilità volte alla “città Caudina”, alla patrimonio storico- forestazione produttiva) temperando l’impianto a sostenere l’integrazione “città Telesina”, alla culturale (ivi inclusi i storicamente tra i centri che le “città Fortorina”, ecc., nel centri storici abbandonati radiocentrico sul compongono ai quali quadro di di e ), capoluogo, anche assegnare ruoli un’organizzazione ricorrendo anche a forme realizzando indispensabili complementari policentrica del sistema innovative integrate nuove arterie insediativo complessivo (quale, ad esempio, il (superstrada Benevento- Parco dei Tratturi) Obiettivi generali Obiettivi specifici , “Fortorina”, ecc.)

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico        centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati        OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di        servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente        OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi        artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali        OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in        genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior        cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei        abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa        qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 48

Tabella 3.5b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q2 – Quadro degli ambienti insediativi (AI) Ambiente insediativo Sannio

1 – Favorire 2 – Promuovere 3 – Distribuire le funzioni 4 – Valorizzare, in modo 5 – Organizzare la 6 – Riorganizzare le reti 7 – Bloccare lo sprawl l’organizzazione un’organizzazione superiori e rare tra le sostenibile, il patrimonio produzione energetica delle infrastrutture edilizio e le espansioni intermodale della unitaria della “città diverse componenti del ambientale organizzato in facendo ricorso principali secondo il lineari lungo le strade mobilità secondo un Caudina”, della “città sistema insediativo rete ecologica, integralmente a fonti modello dei corridoi modello (per quanto Telesina”, della “città complessivo, affidando opportunamente rinnovabili (idroelettrico, infrastrutturali possibile) reticolare a Fortorina”, ecc., con ruoli urbani significativi articolata per livelli, e del eolico, combustibili da maglia aperta, politiche di mobilità volte alla “città Caudina”, alla patrimonio storico- forestazione produttiva) temperando l’impianto a sostenere l’integrazione “città Telesina”, alla culturale (ivi inclusi i storicamente tra i centri che le “città Fortorina”, ecc., nel centri storici abbandonati radiocentrico sul compongono ai quali quadro di di Apice e Tocco Caudio), capoluogo, anche assegnare ruoli un’organizzazione ricorrendo anche a forme realizzando indispensabili complementari policentrica del sistema innovative integrate nuove arterie insediativo complessivo (quale, ad esempio, il (superstrada Benevento- Parco dei Tratturi) Caserta, “Fortorina”, ecc.) Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e        l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere        architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione        sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione        dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione        promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento        l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,        contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale        OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile       

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 49

Tabella 3.6a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q3 – Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo (STS) STS Alto Tammaro (B5)

1 – Potenziare 2 – Migliorare 3 – Perseguire la difesa della 4 – Valorizzare i territori 5 – Valorizzare il patrimonio 6 – Recuperare le aree l’interconnessione attraverso l’interconnessione attraverso biodiversità marginali culturale ed il paesaggio dismesse il miglioramento la realizzazione di nuove dell’accessibilità attuale infrastrutture Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 50

Tabella 3.6b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q3 – Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo (STS) STS Alto Tammaro (B5)

1 – Potenziare 2 – Migliorare 3 – Perseguire la difesa della 4 – Valorizzare i territori 5 – Valorizzare il patrimonio 6 – Recuperare le aree l’interconnessione attraverso l’interconnessione attraverso biodiversità marginali culturale ed il paesaggio dismesse il miglioramento la realizzazione di nuove dell’accessibilità attuale infrastrutture Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 51

Tabella 3.7a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q3 – Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo (STS) STS Alto Tammaro (B5)

7 – Tutelare il territorio 8 – Tutelare il territorio 9 – Tutelare il territorio 10 – Promuovere le 11 – Promuovere le 12 – Promuovere le 13 – Promuovere le dal rischio sismico dal rischio idrogeologico dal rischio connesso alle attività produttive per lo attività produttive per lo attività produttive per la attività produttive per lo Obiettivi generali Obiettivi specifici attività estrattive sviluppo industriale sviluppo delle filiere diversificazione sviluppo turistico territoriale OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico        centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati        OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di        servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente        OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi        artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali        OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in        genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior        cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei        abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa        qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 52

Tabella 3.7b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q3 – Quadro dei sistemi territoriali di sviluppo (STS) STS Alto Tammaro (B5)

7 – Tutelare il territorio 8 – Tutelare il territorio 9 – Tutelare il territorio 10 – Promuovere le 11 – Promuovere le 12 – Promuovere le 13 – Promuovere le dal rischio sismico dal rischio idrogeologico dal rischio connesso alle attività produttive per lo attività produttive per lo attività produttive per la attività produttive per lo Obiettivi generali Obiettivi specifici attività estrattive sviluppo industriale sviluppo delle filiere diversificazione sviluppo turistico territoriale OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e        l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere        architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione        sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione        dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione        promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento        l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,        contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale        OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile       

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 53

Tabella 3.8a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q4 – Quadro dei campi territoriali complessi (CTC) Q5 – Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale e delle raccomandazioni per lo svolgimento di “buone pratiche” Area interprovinciale Caserta/Benevento/Avellino 1 – Ridurre il rischio 2 – Evitare la 3 – Curare in modo 1 – Conferire 2 – Attuare la 3 – Attuare la 4 – Diffondere la 5 – Valorizzare i antropico e naturale frammentazione dettagliato carattere di perequazione compensazione conoscenza e la processi di in relazione alla ambientale dovuta l’inserimento competitività ai urbanistica (come ambientale e del promozione del programmazione per realizzazione di nuove alla realizzazione di ambientale e sistemi territoriali di strumento alternativo potenziale ecologico- sistema produttivo lo sviluppo in atto, infrastrutture stradali nuove infrastrutture paesistico dei nuovi sviluppo, in modo che all’esproprio), che ambientale, in modo locale, favorendo le assecondando la stradali assi stradali essi possano attraverso l’istituto da collegare ogni dinamiche di crescita tendenza alla costituire gli ambiti del comparto trasformazione del territorio e aggregazione adeguati per urbanistico consenta urbanistica a concreti promuovendo sovracomunale dei sostenere l’impegno di coinvolgere i privati interventi di partenariati Comuni dell’innovazione nell’attuazione dei miglioramento economico-sociali su economica, sociale ed piani, al contempo qualitativo delle tre base locale per amministrativa eliminando le risorse ambientali sostenere maggiori disparità di fondamentali (aria, l’incremento della trattamento tra i acqua e suolo), occupazione proprietari fondiari affinché sia garantito un processo naturale di rigenerazione o autorigenerazione Obiettivi generali Obiettivi specifici delle risorse stesse OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico         centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati         OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di         servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente         OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi         artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali         OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in         genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior         cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei         abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa         qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 54

Tabella 3.8b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Q4 – Quadro dei campi territoriali complessi (CTC) Q5 – Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale e delle raccomandazioni per lo svolgimento di “buone pratiche” Area interprovinciale Caserta/Benevento/Avellino 1 – Ridurre il rischio 2 – Evitare la 3 – Curare in modo 1 – Conferire 2 – Attuare la 3 – Attuare la 4 – Diffondere la 5 – Valorizzare i antropico e naturale frammentazione dettagliato carattere di perequazione compensazione ambientale conoscenza e la processi di in relazione alla ambientale dovuta l’inserimento competitività ai urbanistica (come e del potenziale ecologico- promozione del programmazione per realizzazione di nuove alla realizzazione di ambientale e sistemi territoriali strumento ambientale, in modo da sistema produttivo lo sviluppo in atto, infrastrutture stradali nuove infrastrutture paesistico dei di sviluppo, in alternativo collegare ogni locale, favorendo le assecondando la stradali nuovi assi stradali modo che essi all’esproprio), che trasformazione urbanistica a dinamiche di crescita tendenza alla possano costituire attraverso l’istituto concreti interventi di del territorio e aggregazione gli ambiti adeguati del comparto miglioramento qualitativo promuovendo sovracomunale dei per sostenere urbanistico consenta delle tre risorse ambientali partenariati Comuni l’impegno di coinvolgere i fondamentali (aria, acqua e economico-sociali su dell’innovazione privati suolo), affinché sia garantito base locale per economica, sociale nell’attuazione dei un processo naturale di sostenere ed amministrativa piani, al contempo rigenerazione o l’incremento della eliminando le autorigenerazione delle occupazione maggiori disparità di risorse stesse trattamento tra i Obiettivi generali Obiettivi specifici proprietari fondiari OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e         l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere         architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione         sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione         dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione         promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento         l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,         contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale         OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile        

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.9a Obiettivi del Piano Territoriale Regionale

Obiettivi del PUC Linee guida per il paesaggio in Campania 1 – Costruire la rete ecologica e 2 – Valorizzare e sviluppare i territori 3 – Riqualificare e salvaguardare i 4 – Valorizzare il patrimonio culturale 5 – Recuperare le aree dismesse ed promuovere la difesa della marginali contesti paesistici di eccellenza ed il paesaggio in via di dismissione biodiversità Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico      centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati      OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di      servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente      OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi      artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali      OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in      genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior      cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei      abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa      qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.9b Obiettivi del Piano Territoriale Regionale (PTR)

Obiettivi del PUC Linee guida per il paesaggio in Campania 1 – Costruire la rete ecologica e 2 – Valorizzare e sviluppare i territori 3 – Riqualificare e salvaguardare i 4 – Valorizzare il patrimonio culturale 5 – Recuperare le aree dismesse ed promuovere la difesa della marginali contesti paesistici di eccellenza ed il paesaggio in via di dismissione biodiversità Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e      l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere      architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione      sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione      dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione      promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento      l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,      contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale      OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.10a Obiettivi del Piano Regionale delle Attività Estrattive

Obiettivi del PUC 1 – Regolare l’attività 2 – Promuovere il 3 – Ridurre il consumo di 4 – Sviluppare le attività 5 – Promuovere, ove 6 – Incentivare la qualità 7 – Promuovere la estrattiva in funzione del recupero e l’eventuale risorse non rinnovabili estrattive in aree possibile, la dell’attività estrattiva e prevenzione e la soddisfacimento anche riutilizzo del territorio con anche attraverso specificatamente ricomposizione e la prevedere nuovi e più repressione del solo parziale del cessazione di ogni attività l’incentivazione ed il individuate riqualificazione delle cave efficienti sistemi di fenomeno fabbisogno regionale, estrattiva, in un tempo riutilizzo degli inerti abbandonate controllo dell’abusivismo nel calcolato per province determinato, in zone ad settore estrattivo alto rischio ambientale ed in aree in crisi Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico        centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati        OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di        servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente        OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi        artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali        OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in        genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior        cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei        abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa        qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.10b Obiettivi del Piano Regionale delle Attività Estrattive

Obiettivi del PUC 1 – Regolare l’attività 2 – Promuovere il 3 – Ridurre il consumo di 4 – Sviluppare le attività 5 – Promuovere, ove 6 – Incentivare la qualità 7 – Promuovere la estrattiva in funzione del recupero e l’eventuale risorse non rinnovabili estrattive in aree possibile, la dell’attività estrattiva e prevenzione e la soddisfacimento anche riutilizzo del territorio con anche attraverso specificatamente ricomposizione e la prevedere nuovi e più repressione del solo parziale del cessazione di ogni attività l’incentivazione ed il individuate riqualificazione delle cave efficienti sistemi di fenomeno fabbisogno regionale, estrattiva, in un tempo riutilizzo degli inerti abbandonate controllo dell’abusivismo nel calcolato per province determinato, in zone ad settore estrattivo alto rischio ambientale ed in aree in crisi Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e        l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere        architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione        sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione        dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione        promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento        l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,        contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale        OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile       

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.11a Obiettivi del Piano Energetico Ambientale Regionale

Obiettivi del PUC 1 – Contenere il fabbisogno 2 – Ridurre i costi energetici 3 – Migliorare la sicurezza e la 4 – Promuovere la crescita 5 – Promuovere il mercato 6 – Promuovere la energetico e le emissioni per le famiglie e per le qualità competitiva dell’industria locale della CO2 e modelli di comunicazione, la climalteranti mediante il imprese dell’approvvigionamento regionale dei servizi energetici governance economica e partecipazione e la potenziamento delle fonti energetico relativamente alle filiere del territoriale condivisione sociale ai rinnovabili, il miglioramento fotovoltaico, del solare e del processi di sviluppo dell’efficienza energetica negli solare termodinamico territoriale e locale usi finali, nella trasformazione e nella distribuzione Obiettivi generali Obiettivi specifici dell’energia

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.11b Obiettivi del Piano Energetico Ambientale Regionale

Obiettivi del PUC 1 – Contenere il fabbisogno 2 – Ridurre i costi energetici 3 – Migliorare la sicurezza e la 4 – Promuovere la crescita 5 – Promuovere il mercato 6 – Promuovere la energetico e le emissioni per le famiglie e per le qualità competitiva dell’industria locale della CO2 e modelli di comunicazione, la climalteranti mediante il imprese dell’approvvigionamento regionale dei servizi energetici governance economica e partecipazione e la potenziamento delle fonti energetico relativamente alle filiere del territoriale condivisione sociale ai rinnovabili, il miglioramento fotovoltaico, del solare e del processi di sviluppo dell’efficienza energetica negli solare termodinamico territoriale e locale usi finali, nella trasformazione e nella distribuzione Obiettivi generali Obiettivi specifici dell’energia

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.12a Obiettivi del Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati

Obiettivi del PUC 1 – Raccogliere e sistematizzare i dati esistenti 2 – Valutare il rischio di inquinamento per 3 – Attuare la bonifica ed il ripristino 4 – Attuare la messa in sicurezza dei siti sulle diverse matrici ambientali l’ambiente naturale, il territorio urbanizzato ed ambientale dei siti per i quali si registra il contaminati laddove i valori di concentrazione il danno per la salute pubblica superamento o il pericolo concreto ed attuale limite accettabile di sostanze inquinanti non di superamento dei valori di concentrazione possono essere raggiunti, nonostante limite accettabile di sostanze inquinanti l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico     centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati     OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di     servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente     OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi     artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali     OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in     genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior     cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei     abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa     qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.12b Obiettivi del Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati

Obiettivi del PUC 1 – Raccogliere e sistematizzare i dati esistenti 2 – Valutare il rischio di inquinamento per 3 – Attuare la bonifica ed il ripristino 4 – Attuare la messa in sicurezza dei siti sulle diverse matrici ambientali l’ambiente naturale, il territorio urbanizzato ed ambientale dei siti per i quali si registra il contaminati laddove i valori di concentrazione il danno per la salute pubblica superamento o il pericolo concreto ed attuale limite accettabile di sostanze inquinanti non di superamento dei valori di concentrazione possono essere raggiunti, nonostante limite accettabile di sostanze inquinanti l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e     l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere     architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione     sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione     dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione     promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento     l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,     contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale     OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile    

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.13a Obiettivi del Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria

Obiettivi del PUC 1 – Conseguire, entro il 2010, 2 – Evitare, entro il 2010, 3 – Contribuire al rispetto dei 4 – Conseguire il rispetto dei 5 – Conseguire una 6 – Contribuire con le nelle zone definite di nelle zone definite di limiti nazionali di emissione di limiti di emissione, con considerevole riduzione delle iniziative di risparmio risanamento, il rispetto degli mantenimento, il ossidi di zolfo, ossidi di azoto, riferimento agli ossidi di zolfo, emissioni dei precursori energetico, di sviluppo di obiettivi di qualità dell’aria, peggioramento della qualità composti organici volatili ed ossidi di azoto e polveri, per i dell’ozono e porre le basi per il produzione di energia elettrica stabiliti dalle più recenti dell’aria con riferimento ai ammoniaca grandi impianti di rispetto degli standard di con fonti rinnovabili e tramite normative europee, con seguenti inquinanti: ossidi di combustione qualità dell’aria per tale la produzione di energia riferimento ai seguenti zolfo, ossidi di azoto, inquinante elettrica da impianti con inquinanti: ossidi di zolfo, monossido di carbonio, maggiore efficienza ossidi di azoto, monossido di particelle sospese con energetica a conseguire, entro carbonio, particelle sospese diametro inferiore a 10μm, il 2010, la percentuale di con diametro inferiore a benzene riduzione delle emissioni 10μm, benzene prevista per l’Italia in applicazione del protocollo di Obiettivi generali Obiettivi specifici Kyoto

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.13b Obiettivi del Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria

Obiettivi del PUC 1 – Conseguire, entro il 2010, 2 – Evitare, entro il 2010, 3 – Contribuire al rispetto dei 4 – Conseguire il rispetto dei 5 – Conseguire una 6 – Contribuire con le nelle zone definite di nelle zone definite di limiti nazionali di emissione di limiti di emissione, con considerevole riduzione delle iniziative di risparmio risanamento, il rispetto degli mantenimento, il ossidi di zolfo, ossidi di azoto, riferimento agli ossidi di zolfo, emissioni dei precursori energetico, di sviluppo di obiettivi di qualità dell’aria, peggioramento della qualità composti organici volatili ed ossidi di azoto e polveri, per i dell’ozono e porre le basi per il produzione di energia elettrica stabiliti dalle più recenti dell’aria con riferimento ai ammoniaca grandi impianti di rispetto degli standard di con fonti rinnovabili e tramite normative europee, con seguenti inquinanti: ossidi di combustione qualità dell’aria per tale la produzione di energia riferimento ai seguenti zolfo, ossidi di azoto, inquinante elettrica da impianti con inquinanti: ossidi di zolfo, monossido di carbonio, maggiore efficienza ossidi di azoto, monossido di particelle sospese con energetica a conseguire, entro carbonio, particelle sospese diametro inferiore a 10μm, il 2010, la percentuale di con diametro inferiore a benzene riduzione delle emissioni 10μm, benzene prevista per l’Italia in applicazione del protocollo di Obiettivi generali Obiettivi specifici Kyoto

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.14a Obiettivi del Piano Regionale di Tutela delle Acque

Obiettivi del PUC 1 – Mantenere o raggiungere, per i corpi idrici significativi e 2 – Mantenere, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale 3 – Mantenere o raggiungere, per i corpi idrici a specifica sotterranei, l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo “elevato” come definito dall’Allegato 1 del D.Lgs. 152/1999 destinazione, gli obiettivi di qualità per specifica destinazione di stato di “buono” come definito dall’Allegato 1 del D.Lgs. cui all’Allegato 2 del D.Lgs. 152/199, salvo i termini di Obiettivi generali Obiettivi specifici 152/1999 adempimento previsti dalla normativa previgente

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico    centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati    OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di    servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente    OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi    artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali    OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in    genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior    cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei    abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa    qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.14b Obiettivi del Piano Regionale di Tutela delle Acque

Obiettivi del PUC 1 – Mantenere o raggiungere, per i corpi idrici significativi e 2 – Mantenere, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale 3 – Mantenere o raggiungere, per i corpi idrici a specifica sotterranei, l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo “elevato” come definito dall’Allegato 1 del D.Lgs. 152/1999 destinazione, gli obiettivi di qualità per specifica destinazione di stato di “buono” come definito dall’Allegato 1 del D.Lgs. cui all’Allegato 2 del D.Lgs. 152/199, salvo i termini di Obiettivi generali Obiettivi specifici 152/1999 adempimento previsti dalla normativa previgente

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e    l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere    architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione    sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione    dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione    promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento    l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,    contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale    OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile   

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.15a Obiettivi del Piano Regionale dei Rifiuti

Obiettivi del PUC 1 – Minimizzare l’impatto del 2 - Conservare risorse, quali 3 - Gestire i rifiuti “after-care- 4 – Raggiungere 5 - Raggiungere la 6 - Trattare in sicurezza ed in ciclo dei rifiuti, a protezione materiali, energia e spazi free”, cioè tale che né la l’autosufficienza regionale sostenibilità economica del tempi ragionevoli dei rifiuti della salute umana e messa a discarica né la nella gestione dei rifiuti urbani ciclo dei rifiuti stoccati da anni sul territorio dell’ambiente termovalorizzazione, il riciclo o regionale qualsiasi altro trattamento comportino problemi da risolvere per le future Obiettivi generali Obiettivi specifici generazioni

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.15b Obiettivi del Piano Regionale dei Rifiuti

Obiettivi del PUC 1 – Minimizzare l’impatto del 2 - Conservare risorse, quali 3 - Gestire i rifiuti “after-care- 4 – Raggiungere 5 - Raggiungere la 6 - Trattare in sicurezza ed in ciclo dei rifiuti, a protezione materiali, energia e spazi free”, cioè tale che né la l’autosufficienza regionale sostenibilità economica del tempi ragionevoli dei rifiuti della salute umana e messa a discarica né la nella gestione dei rifiuti urbani ciclo dei rifiuti stoccati da anni sul territorio dell’ambiente termovalorizzazione, il riciclo o regionale qualsiasi altro trattamento comportino problemi da risolvere per le future generazioni Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.16a Obiettivi del Piano Regionale Antincendio Boschivo

Obiettivi del PUC 1 – Adeguare i mezzi e le 2 – Integrare e potenziare i 3 – Favorire il mantenimento 4 – Promuovere il ricorso alle 5 – Offrire sostegno ai comuni 6 – Migliorare la divulgazione tecnologie adottate, nonché sistemi informativi e di radio- degli interventi di prevenzione associazioni di volontariato ad elevato rischio incendio e l’informazione al pubblico mantenere le sale operative comunicazione nell’ambito dei programmi prevalentemente per le boschivo attraverso il per sensibilizzare i cittadini in unificate, allo scopo di ridurre forestali attività di prevenzione ed miglioramento di piani di merito alle problematiche il numero di incendi e le aree avvistamento interfaccia per specifici degli incendi boschivi e di annualmente percorse dal progetti di educazione interfaccia fuoco ambientale o di prevenzione ed intervento Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.16b Obiettivi del Piano Regionale Antincendio Boschivo

Obiettivi del PUC 1 – Adeguare i mezzi e le 2 – Integrare e potenziare i 3 – Favorire il mantenimento 4 – Promuovere il ricorso alle 5 – Offrire sostegno ai comuni 6 – Migliorare la divulgazione tecnologie adottate, nonché sistemi informativi e di radio- degli interventi di prevenzione associazioni di volontariato ad elevato rischio incendio e l’informazione al pubblico mantenere le sale operative comunicazione nell’ambito dei programmi prevalentemente per le boschivo attraverso il per sensibilizzare i cittadini in unificate, allo scopo di ridurre forestali attività di prevenzione ed miglioramento di piani di merito alle problematiche il numero di incendi e le aree avvistamento interfaccia per specifici degli incendi boschivi e di annualmente percorse dal progetti di educazione interfaccia fuoco ambientale o di prevenzione ed intervento Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.17a Obiettivi del Programma degli Interventi Infrastrutturali per il Sistema Integrato Regionale dei Trasporti

Obiettivi del PUC 1 – Garantire l’accessibilità 2 – Assicurare elevate 3 – Garantire la qualità dei 4 – Assicurare lo sviluppo 5 – Assicurare la sicurezza 6 – Minimizzare il costo per le persone e le merci potenzialità ed affidabilità al servizi di trasporto collettivi, il sostenibile del trasporto riducendo l’incidentalità, in generalizzato della mobilità all’intero territorio regionale, sistema dei trasporti, ed al loro accesso alle fasce sociali riducendo i consumi particolare per la rete stradale (costo risultante dalla somma con livelli di servizio contempo bassa vulnerabilità, deboli e/o marginali, ed energetici, le emissioni dei costi di produzione del differenziati in relazione alle in maniera particolare nelle idonee condizioni di mobilità inquinanti e gli impatti sul trasporto privato e del esigenze socio-economiche aree a rischio alle persone con ridotte territorio trasporto pubblico) ed il valore delle singole aree al fine di capacità motorie di tutte le risorse che gli utenti conseguire obiettivi territoriali del sistema debbono (decongestionare le aree consumare per muoversi costiere, collegare le aree (tempo, rischio incidenti, Obiettivi generali Obiettivi specifici interne) e produttivi carenza comfort)

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.17b Obiettivi del Programma degli Interventi Infrastrutturali per il Sistema Integrato Regionale dei Trasporti

Obiettivi del PUC 1 – Garantire l’accessibilità 2 – Assicurare elevate 3 – Garantire la qualità dei 4 – Assicurare lo sviluppo 5 – Assicurare la sicurezza 6 – Minimizzare il costo per le persone e le merci potenzialità ed affidabilità al servizi di trasporto collettivi, il sostenibile del trasporto riducendo l’incidentalità, in generalizzato della mobilità all’intero territorio regionale, sistema dei trasporti, ed al loro accesso alle fasce sociali riducendo i consumi particolare per la rete stradale (costo risultante dalla somma con livelli di servizio contempo bassa vulnerabilità, deboli e/o marginali, ed energetici, le emissioni dei costi di produzione del differenziati in relazione alle in maniera particolare nelle idonee condizioni di mobilità inquinanti e gli impatti sul trasporto privato e del esigenze socio-economiche aree a rischio alle persone con ridotte territorio trasporto pubblico) ed il valore delle singole aree al fine di capacità motorie di tutte le risorse che gli utenti conseguire obiettivi territoriali del sistema debbono (decongestionare le aree consumare per muoversi costiere, collegare le aree (tempo, rischio incidenti, Obiettivi generali Obiettivi specifici interne) e produttivi carenza comfort)

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.18a Obiettivi dei Piani Stralcio elaborati dalle Autorità di Bacino

Obiettivi del PUC 1 – Realizzare la 2 – Perseguire la 3 – Attivare le 4 – Disciplinare le 5 – Perseguire la 6 – Contenere i 7 – Risanare le 8 – Favorire la 9 – Regolamentare sistemazione, la difesa, la misure necessarie attività estrattive al difesa ed il fenomeni di acque superficiali e razionale i territori conservazione ed il sistemazione e la per la moderazione fine di prevenire il consolidamento subsidenza dei sotterranee allo utilizzazione delle interessati dagli recupero del suolo regolazione dei delle piene dissesto del delle aree instabili, suoli e di risalita scopo di fermarne risorse idriche interventi di piano nei bacini corsi d’acqua territorio nonché la difesa delle acque marine il degrado ed superficiali e ai fini della loro idrografici degli abitati e delle lungo i fiumi e assicurarne profonde tutela ambientale infrastrutture nelle falde idriche l’utilizzo per le contro i movimenti esigenze franosi e gli altri dell’alimentazione, fenomeni di degli usi produttivi, dissesto del tempo libero, della ricreazione e Obiettivi generali Obiettivi specifici del turismo

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico          centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati          OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di          servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente          OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi          artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali          OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in          genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior          cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei          abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa          qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.18b Obiettivi dei Piani Stralcio elaborati dalle Autorità di Bacino

Obiettivi del PUC 1 – Realizzare la 2 – Perseguire la 3 – Attivare le 4 – Disciplinare le 5 – Perseguire la 6 – Contenere i 7 – Risanare le 8 – Favorire la 9 – Regolamentare sistemazione, la difesa, la misure necessarie attività estrattive al difesa ed il fenomeni di acque superficiali e razionale i territori conservazione ed il sistemazione e la per la moderazione fine di prevenire il consolidamento subsidenza dei sotterranee allo utilizzazione delle interessati dagli recupero del suolo regolazione dei delle piene dissesto del delle aree instabili, suoli e di risalita scopo di fermarne risorse idriche interventi di piano nei bacini corsi d’acqua territorio nonché la difesa delle acque marine il degrado ed superficiali e ai fini della loro idrografici degli abitati e delle lungo i fiumi e assicurarne profonde tutela ambientale infrastrutture nelle falde idriche l’utilizzo per le contro i movimenti esigenze franosi e gli altri dell’alimentazione, fenomeni di degli usi produttivi, dissesto del tempo libero, della ricreazione e Obiettivi generali Obiettivi specifici del turismo

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e          l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere          architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione          sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione          dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione          promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento          l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,          contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale          OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile         

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.19a Obiettivi del Piano d’Ambito dell’ATO n. 1 Calore Irpino

Obiettivi del PUC 1 – Reperire 2 – Ammodernare 3 – Contribuire alla 4 – Contribuire ad 5 – Ridurre e 6 – Incrementare 7 – Fornire 8 – Ottenere il 9 – Rendere maggiori risorse ed adeguare gli protezione ed alla assicurare il limitare i prelievi di le percentuali di continuità raggiungimento ed disponibile e idropotabili attuali schemi salvaguardia dei minimo deflusso acque sotterranee copertura del all’approvvigionam il mantenimento riutilizzabile, ove necessarie per distributivi e di bacini dei principali vitale nei corsi anche al fine di servizio soprattutto ento idropotabile del livello possibile, la risorsa fronteggiare trasporto anche al gruppi sorgentizi d’acqua anche recuperare le nel settore della commisurandolo qualitativa “buono” costituita dagli ulteriori necessità fine di ridurre attraverso il riserve storiche depurazione e alla domanda (Allegato 1 del effluenti depurati future derivanti sia l’elevato regime di rilascio di fonti dell’acquifero degli impianti di quali-quantitativa D.Lgs. 152/1999) da sviluppi perdite che li secondarie fognatura dell’utenza dei corpi idrici demografici che da caratterizza ricettori, attraverso maggiori il collettamento fabbisogni pro- degli scarichi ed un capite efficiente sistema fognario e Obiettivi generali Obiettivi specifici depurativo

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico          centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati          OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di          servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente          OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi          artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali          OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in          genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior          cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei          abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa          qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.19b Obiettivi del Piano d’Ambito dell’ATO n. 1 Calore Irpino

Obiettivi del PUC 1 – Reperire 2 – Ammodernare 3 – Contribuire alla 4 – Contribuire ad 5 – Ridurre e 6 – Incrementare 7 – Fornire 8 – Ottenere il 9 – Rendere maggiori risorse ed adeguare gli protezione ed alla assicurare il limitare i prelievi di le percentuali di continuità raggiungimento ed disponibile e idropotabili attuali schemi salvaguardia dei minimo deflusso acque sotterranee copertura del all’approvvigionam il mantenimento riutilizzabile, ove necessarie per distributivi e di bacini dei principali vitale nei corsi anche al fine di servizio soprattutto ento idropotabile del livello possibile, la risorsa fronteggiare trasporto anche al gruppi sorgentizi d’acqua anche recuperare le nel settore della commisurandolo qualitativa “buono” costituita dagli ulteriori necessità fine di ridurre attraverso il riserve storiche depurazione e alla domanda (Allegato 1 del effluenti depurati future derivanti sia l’elevato regime di rilascio di fonti dell’acquifero degli impianti di quali-quantitativa D.Lgs. 152/1999) da sviluppi perdite che li secondarie fognatura dell’utenza dei corpi idrici demografici che da caratterizza ricettori, attraverso maggiori il collettamento fabbisogni pro- degli scarichi ed un capite efficiente sistema fognario e Obiettivi generali Obiettivi specifici depurativo

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e          l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere          architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione          sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione          dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione          promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento          l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,          contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale          OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile         

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.20a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S1 – Sistema ambientale e naturalistico S2 – Sistema storico-paesistico 1 – Individuare una rete 2 – Assicurare l’uso efficiente 1 – Promuovere la 2 – Tutelare e valorizzare in 3 – Stabilire le condizioni per 4 – Valorizzare, tutelare e ecologica provinciale, e razionale delle risorse salvaguardia, il recupero e la modo sostenibile le risorse nuove opportunità rendere maggiormente fruibili interconnettendo tutte le naturali e la loro fruibilità valorizzazione del paesaggio storico-insediative ed imprenditoriali nel settore le risorse culturali “core areas” e le “stepping complessivo, di cui i beni ambientali della cultura e delle attività zones” attraverso corridoi storico-culturali sono parte culturali Obiettivi generali Obiettivi specifici ecologici e zone di transizione integrante

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.20b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S1 – Sistema ambientale e naturalistico S2 – Sistema storico-paesistico 1 – Individuare una rete 2 – Assicurare l’uso efficiente 1 – Promuovere la 2 – Tutelare e valorizzare in 3 – Stabilire le condizioni per 4 – Valorizzare, tutelare e ecologica provinciale, e razionale delle risorse salvaguardia, il recupero e la modo sostenibile le risorse nuove opportunità rendere maggiormente fruibili interconnettendo tutte le naturali e la loro fruibilità valorizzazione del paesaggio storico-insediative ed imprenditoriali nel settore le risorse culturali “core areas” e le “stepping complessivo, di cui i beni ambientali della cultura e delle attività zones” attraverso corridoi storico-culturali sono parte culturali ecologici e zone di transizione integrante Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.21a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S3 – Sistema della tutela e valorizzazione delle risorse agroforestali S4 – Sistema del governo del rischio idrogeologico 1 – Promuovere il 2 – Migliorare la qualità della 3 – Sostenere investimenti 1 – Puntare ad una 2 – Sviluppare adeguati 3 – Garantire il presidio del miglioramento, la vita nelle aree rurali a mirati al recupero del integrazione corretta delle processi tendenti non solo a territorio, a partire da quello qualificazione e la maggiore ritardo di sviluppo paesaggio rurale, alla linee di sviluppo socio- migliorare le conoscenze del montano, anche attraverso le certificazione dei processi (Fortore e Alto Tammaro), caratterizzazione delle economico con i Piani di territorio ma anche finalizzati attività agricole produttivi al fine di offrire anche attraverso una diversità territoriali, al Bacino, i Piani ambientali, i a promuovere attività di prodotti di elevata qualità rivitalizzazione economica recupero di tradizioni colturali Piani di Assetto dei Parchi prevenzione dei rischi nutrizionale orientata alla derivante da un appropriato e culturali del territorio regionali ed i Piani di tutela salvaguardia della salute sfruttamento delle risorse sannita, al turismo delle acque umana ed al benessere del endogene agricole, naturali, enogastronomico Obiettivi generali Obiettivi specifici consumatore idriche ed ambientali

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.21b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S3 – Sistema della tutela e valorizzazione delle risorse agroforestali S4 – Sistema del governo del rischio idrogeologico 1 – Promuovere il 2 – Migliorare la qualità della 3 – Sostenere investimenti 1 – Puntare ad una 2 – Sviluppare adeguati 3 – Garantire il presidio del miglioramento, la vita nelle aree rurali a mirati al recupero del integrazione corretta delle processi tendenti non solo a territorio, a partire da quello qualificazione e la maggiore ritardo di sviluppo paesaggio rurale, alla linee di sviluppo socio- migliorare le conoscenze del montano, anche attraverso le certificazione dei processi (Fortore e Alto Tammaro), caratterizzazione delle economico con i Piani di territorio ma anche finalizzati attività agricole produttivi al fine di offrire anche attraverso una diversità territoriali, al Bacino, i Piani ambientali, i a promuovere attività di prodotti di elevata qualità rivitalizzazione economica recupero di tradizioni colturali Piani di Assetto dei Parchi prevenzione dei rischi nutrizionale orientata alla derivante da un appropriato e culturali del territorio regionali ed i Piani di tutela salvaguardia della salute sfruttamento delle risorse sannita, al turismo delle acque umana ed al benessere del endogene agricole, naturali, enogastronomico Obiettivi generali Obiettivi specifici consumatore idriche ed ambientali

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.22a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S5 – Sistema della difesa delle risorse idriche S6 – Sistema del governo del rischio sismico 1 – Favorire l’adozione di misure atte 2 – Tutelare le acque superficiali e 3 – Adeguare e razionalizzare le reti 1 – Mettere in sicurezza il territorio 2 – Prevenire il rischio sismico a contenere i consumi idrici, il sotterranee prevedendone e di servizio idrico riutilizzo delle acque reflue depurate riducendone l’inquinamento, ed il riciclo dell’acqua, promuovendo favorendo l’uso sostenibile delle la conoscenza e la tutela delle risorse idriche e la conservazione proprie risorse, la diffusione di della capacità naturale di auto- tecniche di risparmio idrico ed depurazione dei corpi idrici indirizzando gli strumenti urbanistici alla realizzazione di reti duali Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico      centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati      OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di      servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente      OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi      artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali      OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in      genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior      cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei      abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa      qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 82

Tabella 3.22b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S5 – Sistema della difesa delle risorse idriche S6 – Sistema del governo del rischio sismico 1 – Favorire l’adozione di misure atte 2 – Tutelare le acque superficiali e 3 – Adeguare e razionalizzare le reti 1 – Mettere in sicurezza il territorio 2 – Prevenire il rischio sismico a contenere i consumi idrici, il sotterranee prevedendone e di servizio idrico riutilizzo delle acque reflue depurate riducendone l’inquinamento, ed il riciclo dell’acqua, promuovendo favorendo l’uso sostenibile delle la conoscenza e la tutela delle risorse idriche e la conservazione proprie risorse, la diffusione di della capacità naturale di auto- tecniche di risparmio idrico ed depurazione dei corpi idrici indirizzando gli strumenti urbanistici alla realizzazione di reti duali Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e      l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere      architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione      sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione      dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione      promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento      l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,      contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale      OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 83

Tabella 3.23a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S7 – Sistema della gestione dei rifiuti S8 – Sistema di tutela del S9 – Sistema della gestione delle attività estrattive suolo e gestione di aree contaminate

1 – Migliorare il sistema 2 – Elevare il livello di 3 – Promuovere la 4 – Introdurre innovazioni 1 – Rimuovere le 1 – Sviluppare azioni tese 2 – Avviare studi e di gestione dei rifiuti, sicurezza dei siti riduzione della quantità e di processo nel sistema condizioni di emergenza a ricondurre le previsioni ricerche necessari per la promuovendo la raccolta pericolosità dei rifiuti di gestione dei rifiuti ambientale attraverso la del Piano Regionale delle redazione del Piano differenziata, il riciclaggio prodotti, anche mediante messa in sicurezza, la Attività Estrattive in un Provinciale per le Attività ed il recupero campagne informative bonifica ed il ripristino quadro di tutela Estrattive ambientale dei siti ambientale-territoriale- paesaggistica e di Obiettivi generali Obiettivi specifici sviluppo sostenibile

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico        centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati        OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di        servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente        OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi        artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali        OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in        genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior        cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei        abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa        qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.23b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S7 – Sistema della gestione dei rifiuti S8 – Sistema di tutela del S9 – Sistema della gestione delle attività estrattive suolo e gestione di aree contaminate

1 – Migliorare il sistema 2 – Elevare il livello di 3 – Promuovere la 4 – Introdurre innovazioni 1 – Rimuovere le 1 – Sviluppare azioni tese 2 – Avviare studi e di gestione dei rifiuti, sicurezza dei siti riduzione della quantità e di processo nel sistema condizioni di emergenza a ricondurre le previsioni ricerche necessari per la promuovendo la raccolta pericolosità dei rifiuti di gestione dei rifiuti ambientale attraverso la del Piano Regionale delle redazione del Piano differenziata, il riciclaggio prodotti, anche mediante messa in sicurezza, la Attività Estrattive in un Provinciale per le Attività ed il recupero campagne informative bonifica ed il ripristino quadro di tutela Estrattive ambientale dei siti ambientale-territoriale- paesaggistica e di Obiettivi generali Obiettivi specifici sviluppo sostenibile

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e        l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere        architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione        sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione        dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione        promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento        l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,        contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale        OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile       

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.24a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S10 – Sistema della tutela e S11 – Sistema insediativo S12 – Sistema dei servizi valorizzazione delle risorse sovracomunali energetiche

1 – Ridurre il deficit del 1 – Frenare e 2 – Individuare delle soglie 3 – Perseguire politiche 4 – Consolidare la struttura 1 – Favorire un più ordinato bilancio energetico provinciale successivamente fermare minime di consistenza dei urbanistiche volte a policentrica del sistema ed organico sviluppo del con interventi di riequilibrio l’ulteriore dispersione centri insediati e di dotazione recuperare e riconvertire gli insediativo in un’attenta e territorio provinciale sotto il nel settore dei consumi ed in abitativa almeno in quelle dei servizi al di sotto delle insediamenti dismessi realistica programmazione dei profilo della distribuzione dei quello della produzione di modalità che risultano più quali non è opportuno servizi di base servizi di livello energia, in particolare di onerose per l’efficiente perseguire politiche di sovracomunale, riducendo la quella elettrica funzionamento del sistema espansione residenziale, in dipendenza dei piccoli centri dei servizi collettivi e della base ai diversi contesti dal capoluogo mobilità, e che sono più territoriali (montagna, collina, degenerative per l’impatto ecc.) ambientale e per l’integrità del paesaggio rurale Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.24b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S10 – Sistema della tutela e S11 – Sistema insediativo S12 – Sistema dei servizi valorizzazione delle risorse sovracomunali energetiche

1 – Ridurre il deficit del 1 – Frenare e 2 – Individuare delle soglie 3 – Perseguire politiche 4 – Consolidare la struttura 1 – Favorire un più ordinato bilancio energetico provinciale successivamente fermare minime di consistenza dei urbanistiche volte a policentrica del sistema ed organico sviluppo del con interventi di riequilibrio l’ulteriore dispersione centri insediati e di dotazione recuperare e riconvertire gli insediativo in un’attenta e territorio provinciale sotto il nel settore dei consumi ed in abitativa almeno in quelle dei servizi al di sotto delle insediamenti dismessi realistica programmazione dei profilo della distribuzione dei quello della produzione di modalità che risultano più quali non è opportuno servizi di base servizi di livello energia, in particolare di onerose per l’efficiente perseguire politiche di sovracomunale, riducendo la quella elettrica funzionamento del sistema espansione residenziale, in dipendenza dei piccoli centri dei servizi collettivi e della base ai diversi contesti dal capoluogo mobilità, e che sono più territoriali (montagna, collina, degenerative per l’impatto ecc.) ambientale e per l’integrità del Obiettivi generali Obiettivi specifici paesaggio rurale OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.25a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S13 – Sistema delle aree produttive 1 – Assicurare una corretta e 2 – Creare le condizioni economiche 3 – Incrementare la competitività, la 4 – Assicurare la sostenibilità 5 – Creare una gerarchia tra aree di razionale organizzazione delle aree per lo sviluppo imprenditoriale e la produttività, la coesione e la ambientale dello sviluppo del interesse provinciale a valenza produttive, garantendo specifici crescita produttiva cooperazione sociale in aree sistema produttivo, anche utilizzando intercomunale finalizzate ad attrarre parametri di localizzazione e concentrate del territorio, le migliori tecnologie disponibili e nuove imprese, anche e soprattutto funzionamento irrobustendo, anche attraverso rispettando nel medio e lungo esogene, ed aree di interesse locale l’innovazione tecnologica, le filiere periodo la capacità di carico finalizzate all’ampliamento ed alla produttive (specie in agricoltura e dell’ambiente qualificazione degli apparati Obiettivi generali Obiettivi specifici nello sviluppo rurale) produttivi esistenti

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico      centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati      OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di      servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente      OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi      artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali      OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in      genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior      cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei      abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa      qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.25b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S13 – Sistema delle aree produttive 1 – Assicurare una corretta e 2 – Creare le condizioni economiche 3 – Incrementare la competitività, la 4 – Assicurare la sostenibilità 5 – Creare una gerarchia tra aree di razionale organizzazione delle aree per lo sviluppo imprenditoriale e la produttività, la coesione e la ambientale dello sviluppo del interesse provinciale a valenza produttive, garantendo specifici crescita produttiva cooperazione sociale in aree sistema produttivo, anche utilizzando intercomunale finalizzate ad attrarre parametri di localizzazione e concentrate del territorio, le migliori tecnologie disponibili e nuove imprese, anche e soprattutto funzionamento irrobustendo, anche attraverso rispettando nel medio e lungo esogene, ed aree di interesse locale l’innovazione tecnologica, le filiere periodo la capacità di carico finalizzate all’ampliamento ed alla produttive (specie in agricoltura e dell’ambiente qualificazione degli apparati Obiettivi generali Obiettivi specifici nello sviluppo rurale) produttivi esistenti

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e      l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere      architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione      sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione      dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione      promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento      l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,      contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale      OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.26a Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S14 – Sistema infrastrutturale viario S15 – Sistema socio-economico 1 – Assicurare un corretto funzionamento delle 1 – Accrescere la qualità di vita dei cittadini 2 – Migliorare e creare le condizioni di 3 – Promuovere la localizzazione di nuove linee di comunicazione, di interesse locale e contesto (trasporti, sicurezza, ecc.) per lo iniziative imprenditoriali, ivi incluse quelle nel sovralocale, tenendo conto dei fabbisogni di sviluppo imprenditoriale, mediante interventi settore turistico, e l’emersione delle imprese trasporto pubblico (su gomma e su ferro), di che assicurino la sostenibilità ambientale, che dall’area del sommerso trasporto privato (su gomma) e di trasporto promuovano la riduzione degli impatti, e delle merci rispettino la capacità di carico dell’ambiente e del territorio Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico     centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati     OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di     servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente     OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi     artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali     OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in     genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior     cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei     abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa     qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.26b Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Obiettivi del PUC S14 – Sistema infrastrutturale viario S15 – Sistema socio-economico 1 – Assicurare un corretto funzionamento delle 1 – Accrescere la qualità di vita dei cittadini 2 – Migliorare e creare le condizioni di 3 – Promuovere la localizzazione di nuove linee di comunicazione, di interesse locale e contesto (trasporti, sicurezza, ecc.) per lo iniziative imprenditoriali, ivi incluse quelle nel sovralocale, tenendo conto dei fabbisogni di sviluppo imprenditoriale, mediante interventi settore turistico, e l’emersione delle imprese trasporto pubblico (su gomma e su ferro), di che assicurino la sostenibilità ambientale, che dall’area del sommerso trasporto privato (su gomma) e di trasporto promuovano la riduzione degli impatti, e delle merci rispettino la capacità di carico dell’ambiente e del territorio Obiettivi generali Obiettivi specifici OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e     l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere     architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione     sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione     dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione    promuovere l’innovazione e dei prodotti  l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento    l’identità storica energetico da fonti rinnovabili  OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,     contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale     OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.27a Obiettivi del Piano Provinciale Energetico Ambientale

Obiettivi del PUC 1 – Incentivare e sensibilizzare l’uso 2 – Promuovere ed incentivare 3 – Incentivare l’impiego di fonti 4 – Favorire la riconversione e la 5 – Proporre nuovi impianti di razionale dell’energia l’impiego di tecnologie ad alto rinnovabili ed assimilate, nel pieno riqualificazione degli impianti produzione dell’energia elettrica, rendimento e basso impatto rispetto dell’ambiente esistenti finalizzate al miglioramento alimentati da fonti convenzionali, ambientale, finalizzate al risparmio del loro rendimento impieganti tecnologie ad alto energetico nel settore civile, rendimento, basso impatto industriale e dei trasporti ambientale e privilegianti l’impiego dei reflui termici Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico      centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati      OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di      servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente      OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi      artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali      OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in      genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior      cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei      abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa      qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare 92

Tabella 3.27b Obiettivi del Piano Provinciale Energetico Ambientale

Obiettivi del PUC 1 – Incentivare e sensibilizzare l’uso 2 – Promuovere ed incentivare 3 – Incentivare l’impiego di fonti 4 – Favorire la riconversione e la 5 – Proporre nuovi impianti di razionale dell’energia l’impiego di tecnologie ad alto rinnovabili ed assimilate, nel pieno riqualificazione degli impianti produzione dell’energia elettrica, rendimento e basso impatto rispetto dell’ambiente esistenti finalizzate al miglioramento alimentati da fonti convenzionali, ambientale, finalizzate al risparmio del loro rendimento impieganti tecnologie ad alto energetico nel settore civile, rendimento, basso impatto industriale e dei trasporti ambientale e privilegianti l’impiego dei reflui termici Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e      l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere      architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione      sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione      dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione      promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento      l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,      contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale      OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.28a Piano Provinciale dei Trasporti Pubblici Locali

Obiettivi del PUC 1 – Migliorare la mobilità sul territorio provinciale 2 – Fornire un adeguato sostegno allo sviluppo economico e 3 – Aumentare l’attrattività dei servizi di trasporto offerti sociale Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico    centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati    OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di    servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente    OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi    artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali    OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in    genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior    cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei    abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa    qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.28b Piano Provinciale dei Trasporti Pubblici Locali

Obiettivi del PUC 1 – Migliorare la mobilità sul territorio provinciale 2 – Fornire un adeguato sostegno allo sviluppo economico e 3 – Aumentare l’attrattività dei servizi di trasporto offerti sociale Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e    l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere    architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione    sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione    dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione    promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento    l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,    contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale    OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile   

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.29a Obiettivi del Piano Provinciale Faunistico-Venatorio

Obiettivi del PUC 1 – Favorire il riequilibrio 2 – Perseguire miglioramenti 3 – Attivare un controllo 4 – Valutare il prelievo 5 – Attivare il monitoraggio e 6 – Attivare il monitoraggio faunistico e la ristrutturazione a fini faunistici del territorio conservativo di alcuni sull’avifauna migratoria la conservazione degli habitat delle specie rare e/o Obiettivi generali Obiettivi specifici del territorio provinciale predatori minacciate

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico       centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati       OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di       servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente       OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi       artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali       OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in       genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior       cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei       abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa       qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.29b Obiettivi del Piano Provinciale Faunistico-Venatorio

Obiettivi del PUC 1 – Favorire il riequilibrio 2 – Perseguire miglioramenti 3 – Attivare un controllo 4 – Valutare il prelievo 5 – Attivare il monitoraggio e 6 – Attivare il monitoraggio faunistico e la ristrutturazione a fini faunistici del territorio conservativo di alcuni sull’avifauna migratoria la conservazione degli habitat delle specie rare e/o Obiettivi generali Obiettivi specifici del territorio provinciale predatori minacciate

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e       l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere       architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione       sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione       dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione       promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento       l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,       contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale       OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile      

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.30a Obiettivi del Programma Provinciale di Protezione Civile per la Previsione e la Prevenzione dei Rischi

Obiettivi del PUC 1 – Difendere il territorio dagli 2 – Limitare i rischi industriali 3 – Prevedere e prevenire gli eventi 4 – Ridurre la pressione insediativa 5 – Accrescere la sicurezza delle incendi boschivi derivanti da attività potenzialmente sismici nelle aree a maggiore rischio sismico aree soggette a rischio sismico, con pericolose priorità agli edifici strategici (ospedali, scuole, caserme, prefettura, ecc.) attraverso l’adeguamento delle strutture e delle infrastrutture alle norme antisismiche Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico      centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati      OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di      servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente      OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi      artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali      OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in      genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior      cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei      abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa      qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.30b Obiettivi del Programma Provinciale di Protezione Civile per la Previsione e la Prevenzione dei Rischi

Obiettivi del PUC 1 – Difendere il territorio dagli 2 – Limitare i rischi industriali 3 – Prevedere e prevenire gli eventi 4 – Ridurre la pressione insediativa 5 – Accrescere la sicurezza delle incendi boschivi derivanti da attività potenzialmente sismici nelle aree a maggiore rischio sismico aree soggette a rischio sismico, con pericolose priorità agli edifici strategici (ospedali, scuole, caserme, prefettura, ecc.) attraverso l’adeguamento delle strutture e delle infrastrutture alle norme antisismiche Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e      l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere      architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione      sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione      dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione      promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento      l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,      contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale      OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.31a Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio “Calidone”

Obiettivi del PUC 1 – Favorire iniziative 2 – Sostenere le 3 – Coniugare 4 – Elaborare una 5 – Conseguire 6 – Ridurre le fonti e 7 – Gestire in modo 8 – Tutelare la qualità imprenditoriali nel iniziative volte a processi di sviluppo serie di principi e un’accessibilità l’entità sostenibile il sistema dei suoli necessaria settore industriale ed favorire il turismo e economico con strumenti ecologici, urbana sostenibile dell’inquinamento idrico, con per lo sviluppo di artigianale, anche l’agriturismo, con iniziative volte al socio-economici ed per migliorare dell’aria, un’attenzione ecosistemi naturali ed attraverso la particolare recupero, alla organizzativi per la l’ambiente urbano e promuovendo la sua particolare alla artificiali, anche realizzazione di nuovi riferimento alle aree salvaguardia ed alla gestione delle aree tenerne alta la rigenerazione qualità ed alla bonificando o insediamenti di interesse messa in sicurezza urbane vivibilità mediante un quantità dell’acqua e mettendo in sicurezza industriali o la naturalistico, del patrimonio approccio integrato delle fonti idriche le discariche e le cave riqualificazione di paesaggistico e storico, culturale, che coniughi abbandonate quelli esistenti religioso monumentale ed necessità di trasporto ambientale e tutela dell’ambiente Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico         centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati         OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di         servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente         OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi         artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali         OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in         genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior         cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei         abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa         qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.31b Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio “Calidone”

Obiettivi del PUC 1 – Favorire iniziative 2 – Sostenere le 3 – Coniugare 4 – Elaborare una 5 – Conseguire 6 – Ridurre le fonti e 7 – Gestire in modo 8 – Tutelare la qualità imprenditoriali nel iniziative volte a processi di sviluppo serie di principi e un’accessibilità l’entità sostenibile il sistema dei suoli necessaria settore industriale ed favorire il turismo e economico con strumenti ecologici, urbana sostenibile dell’inquinamento idrico, con per lo sviluppo di artigianale, anche l’agriturismo, con iniziative volte al socio-economici ed per migliorare dell’aria, un’attenzione ecosistemi naturali ed attraverso la particolare recupero, alla organizzativi per la l’ambiente urbano e promuovendo la sua particolare alla artificiali, anche realizzazione di nuovi riferimento alle aree salvaguardia ed alla gestione delle aree tenerne alta la rigenerazione qualità ed alla bonificando o insediamenti di interesse messa in sicurezza urbane vivibilità mediante un quantità dell’acqua e mettendo in sicurezza industriali o la naturalistico, del patrimonio approccio integrato delle fonti idriche le discariche e le cave riqualificazione di paesaggistico e storico, culturale, che coniughi abbandonate quelli esistenti religioso monumentale ed necessità di trasporto Obiettivi generali Obiettivi specifici ambientale e tutela dell’ambiente

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e         l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere         architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione         sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione         dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione         promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento         l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,         contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale         OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile        

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 3.32a Analisi di coerenza

Obiettivi del PUC

Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche OS1.1 Recuperare, riqualificare e valorizzare il urbane innovative centro storico Coerenze 13 rivitalizzando il centro Incoerenze 0 storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati Coerenze 15 Incoerenze 0

OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di servizi locali Coerenze 8 Incoerenze 0 OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente Coerenze 8 Incoerenze 0 OG2 Rafforzare le aree OS2.1 Valorizzare e promuovere gli istituti culturali di eccellenza (beni culturali, museali e formativi presenti Coerenze 12 storici-artistici, eventi e Incoerenze 0 manifestazioni, istituti OS2.2 Valorizzare i borghi rurali culturali) Coerenze 16 Incoerenze 0

OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi di valorizzazione, promozione interesse storico-paesaggistico caratterizzanti il e gestione del patrimonio territorio urbano, architettonico, storico-artistico, Coerenze 19 archeologico e culturale in Incoerenze 0 genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e delle ecologica e preservare la produzioni agricole di maggior pregio Coerenze 10 cultura storico- Incoerenze 0 antropologica locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero ambientale e la identitarie dei singoli centri rifunzionalizzazione dei siti compromessi Coerenze 12 abitati Incoerenze 0

OG5 Tutelare e valorizzare OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse la rete delle risorse ambientali e la biodiversità ambientali (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, Coerenze 22 corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa Incoerenze 7 qualità paesaggistica, naturalistica, storico- produttiva, archeologica e turistica

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Tabella 3.32b Analisi di coerenza

Obiettivi del PUC

Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la OS6.1 Incrementare gli spazi per l’aggregazione ed qualità della vita, il il tempo libero, nonché quelli per servizi Coerenze 6 livello di sicurezza e la assistenziali e formativi Incoerenze 0 solidarietà sociale, accrescendo OS6.2 Attuare interventi per il miglioramento l’integrazione dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere Coerenze 5 territoriale e l’offerta architettoniche dei servizi di interesse Incoerenze 0 collettivo OG7 Sviluppare ed OS7.1 Incrementare le aree a destinazione sportiva integrare la filiera sia gestione pubblica che privata; Coerenze 4 ambiente-turismo- Incoerenze 0 cultura-sport OS7.2 Potenziare la ricettività turistica-sportiva legata alla fruizione dell’ambiente (ricettività Coerenze 13 diffusa) Incoerenze 0

OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo-zootecnico l’imprenditorialità favorendo la certificazione dei prodotti Coerenze 6 locale e promuovere Incoerenze 0 l’innovazione e l’internazionalizzazione OS8.2 Razionalizzare le aree industriali-artigianali dei sistemi produttivi esistenti, anche prevedendo il ricorso Coerenze 20 pur conservandone la all’approvvigionamento energetico da fonti tipicità e l’identità rinnovabili Incoerenze 0 storica OG9 Attuare politiche OS9.1 Promuovere specifici interventi che implichino l’uso di (efficientamento energetico degli edifici, raccolta risorse energetiche differenziata dei rifiuti, incremento della Coerenze 19 rinnovabili ed permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico, Incoerenze 0 ambientalmente contenimento dell’inquinamento acustico) per un compatibili uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed OS10.1 Realizzare opportuni collegamenti di integrare l’accessibilità viabilità intercomunale Coerenze 20 e la mobilità Incoerenze 1

OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile Coerenze 24 Incoerenze 1

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4. STATO DELL’AMBIENTE

Aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano (punto b, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

Il presente capitolo esamina lo stato attuale dell’ambiente del territorio del comune di Colle Sannita e la sua probabile evoluzione senza l’attuazione del PUC. La costruzione del quadro conoscitivo territoriale, dal punto di vista ambientale, è stata condotta con riferimento ad alcune principali “aree tematiche” così come individuate, a livello nazionale, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ed, a livello regionale, dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (ARPAC). Le aree tematiche sono state, a loro volta, articolate in “temi ambientali” a cui sono stati associati alcuni “indicatori” specifici, raggruppati in “classi”, le quali sono costituite da uno o più indicatori che esplicitano informazioni omogenee e/o correlate relative ad una determinata caratteristica dello stato dell’ambiente. Le classi di indicatori sono state organizzate secondo il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte), includendo soltanto quegli indicatori pertinenti alle finalità del presente Rapporto Ambientale, prendendo come riferimento la struttura contenuta nelle seguenti pubblicazioni relative alla fase di reporting ambientale: . ISPRA, Annuario dei dati ambientali 2010; . ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2006; . ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2007; . ARPAC, Relazione sullo stato dell’ambiente in Campania 2009. Inoltre, gli indicatori di cui sopra sono stati integrati con ulteriori indicatori ambientali disponibili da altre fonti e ritenuti utili per costruire un quadro soddisfacente relativamente all’attuale stato dell’ambiente del territorio di Colle Sannita.

4.1 Organizzazione delle informazioni

I dati ambientali e territoriali considerati nel presente Rapporto Ambientale fanno riferimento alle seguenti “aree tematiche”: . popolazione; . patrimonio edilizio; . agricoltura; . trasporti; . energia; . economia e produzione; . atmosfera; . idrosfera; . biosfera; . geosfera; . paesaggio e patrimonio culturale . rifiuti;

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. radiazioni ionizzanti e non ionizzanti; . rumore; . rischio naturale ed antropogenico. A ciascuna area tematica, come si è già osservato, vengono associati uno o più “temi ambientali”, che la esplicitano. Gli indicatori, legati ai temi ambientali, sono organizzati in “classi” e, per ciascuna di esse, viene riportato l’anno di riferimento, la sua collocazione nel modello DPSIR e, nel caso fossero disponibili dati relativi a più anni, si è cercato di comprendere un trend dei valori, nonché inquadrarli, ove possibile, in un contesto di riferimento provinciale e regionale. In particolare, la costruzione dello stato dell’ambiente è stata condotta principalmente con riferimento ai dati relativi all’intero territorio comunale anche se, relativamente ad alcuni temi ambientali, sono disponibili soltanto dei dati parziali, cioè riferiti a siti specifici che, a loro volta, possono interessare uno o più comuni (come nel caso di Siti di Importanza Comunitaria, dei corsi d’acqua superficiale, degli acquiferi, ecc.). In altri casi si dispone, invece, soltanto di dati di livello provinciale o regionale. Se non esplicitamente indicato i dati fanno riferimento al territorio comunale. Per quanto riguarda la copertura temporale, sono stati sempre considerati i dati disponibili più aggiornati. Una sintesi delle informazioni considerate è riportata nelle Tabelle 4.1-4.15 mentre nei paragrafi 4.1.1-4.1.15 i dati vengono analizzati nel dettaglio. In particolare, ciascun tema ambientale si compone di una scheda tematica in cui si riporta un testo esplicativo, eventuali obiettivi fissati dalla normativa, le fonti dei dati, le tabelle degli indicatori, eventuali cartografie.

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Tabella 4.1 – Popolazione

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Popolazione Struttura della popolazione Consistenza assoluta della popolazione residente P Comunale 2001 ISTAT Composizione per classi di età della popolazione residente P Comunale 2001 ISTAT Famiglie residenti P Comunale 2001 ISTAT Stranieri residenti P Comunale 2001 ISTAT Occupazione Tasso di attività P Comunale 2001 ISTAT Occupati P Comunale 2001 ISTAT Occupati per attività economica P Comunale 2001 ISTAT Occupati per classe d’età P Comunale 2001 ISTAT Tasso di occupazione P Comunale 2001 ISTAT Tasso di disoccupazione P Comunale 2001 ISTAT Tasso di disoccupazione giovanile P Comunale 2001 ISTAT

Tabella 4.2 – Patrimonio edilizio

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Patrimonio edilizio Edifici Edifici per tipologia d’uso P Comunale 2001 ISTAT Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione P Comunale 2001 ISTAT Edifici ad uso abitativo per tipo di materiale di costruzione R Comunale 2001 ISTAT Abitazioni Abitazioni e grado di utilizzo P Comunale 2001 ISTAT Abitazioni per titolo di godimento P Comunale 2001 ISTAT Affollamento abitativo P Comunale 2001 ISTAT

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Tabella 4.3 – Agricoltura

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Agricoltura Superficie agricola Aziende e superficie agricola D, P Comunale 2000 ISTAT Aziende e superficie irrigua D, R Comunale 2000 ISTAT Coltivazioni Coltivazioni praticate D Comunale 2000 ISTAT Coltivazioni intensive D Comunale 2000 ISTAT Seminativi D Comunale 2000 ISTAT Coltivazioni legnose agrarie D Comunale 2000 ISTAT Agricoltura biologica Produzioni biologiche (agricole e zootecniche) R Comunale 2009 Regione Campania Produzioni di pregio (agricole) R Comunale 2000 ISTAT Zootecnia Aziende ed allevamenti zootecnici P Comunale 2000 ISTAT

Tabella 4.4 – Trasporti

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Trasporti Mobilità locale e trasporto passeggeri Spostamenti giornalieri P Comunale 2001 ISTAT Provincia di Benevento, Ferrovie dello Trasporto pubblico R Comunale 2012 Stato Composizione del parco veicolare Dimensione della flotta veicolare D Comunale 2009 ACI Dotazione della flotta veicolare D Comunale 2009 ACI

Tabella 4.5 – Energia

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Piano energetico ambientale Energia Produzione di energia Impianti per la produzione di energia elettrica D, R Comunale 2012 provinciale, Comune Distribuzione di energia D, R Comunale 2002 Piano energetico ambientale provinciale Consumi energetici Consumi di energia elettrica per usi finali D Provinciale 2001 Piano energetico ambientale provinciale

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Tabella 4.6 – Economia e produzione

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Economia e produzione Attrattività economico-sociale Imprese ed unità locali R Comunale 2001 ISTAT Livello locale del reddito P Comunale 2007 Il Sole 24Ore Turismo Esercizi alberghieri ed extralberghieri R Comunale 2007 ISTAT Aziende agrituristiche R Comunale 2006 ISTAT Prodotti sostenibili Prodotti certificati R Comunale 2011 ISPRA Certificazione ambientale Organizzazioni ed aziende certificate R Comunale 2011 ISPRA, ACCREDIA Autorizzazione integrata ambientale Impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale P Comunale 2005 ISPRA

Tabella 4.7 – Atmosfera

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Atmosfera Clima Condizioni climatiche – Stazione climatica di San Marco dei Cavoti S Sito specifico 2010 Regione Campania Rete di monitoraggio della qualità dell’aria Centraline fisse e postazioni mobili per il monitoraggio della qualità dell’aria R Comunale 2011 ARPAC, Comune Piano regionale di risanamento e Qualità dell’aria Zone di qualità dell’aria S, R Comunale 2005 mantenimento della qualità dell’aria Piano regionale di risanamento e Emissioni in atmosfera Emissioni diffuse di inquinanti atmosferici P Comunale 2002 mantenimento della qualità dell’aria Piano regionale di risanamento e Emissioni da impianti di inquinanti atmosferici P Comunale 2002 mantenimento della qualità dell’aria

Contributo locale al cambiamento climatico globale Emissioni di CO2 totali – Regione Campania P Regionale 2005 Piano energetico ambientale regionale

Emissioni di CO2 per tipologia di fonte – Regione Campania P Regionale 2005 Piano energetico ambientale regionale

Emissioni di CO2 per settori – Regione Campania P Regionale 2005 Piano energetico ambientale regionale

Emissioni di CO2 totali – Provincia di Benevento P Provinciale 2001 Piano energetico ambientale provinciale

Emissioni di CO2 per tipologia di fonte – Provincia di Benevento P Provinciale 2001 Piano energetico ambientale provinciale

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Tabella 4.8 – Idrosfera

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Idrosfera Risorse idriche superficiali Bilancio idrologico superficiale del bacino – Fiume Tammaro S Corpo idrico 2002-2006 Piano regionale di tutela delle acque Bilancio idrologico superficiale del bacino – Fiume Fortore S Corpo idrico 2002-2006 Piano regionale di tutela delle acque Risorse idriche sotterranee Tipologie di risorse idriche sotterranee S Corpo idrico 2005 Piano regionale di tutela delle acque Consumi idrici Sistema di adduzione P, R Comunale 2001 Piano regionale di tutela delle acque Collettamento delle acque reflue Rete fognaria R Comunale 2001 Piano regionale di tutela delle acque Depuratori R Comunale 2001 Piano regionale di tutela delle acque Sversamenti di inquinanti nei corpi idrici superficiali Carichi sversati nei corpi idrici superficiali P Comunale 2001 Piano regionale di tutela delle acque Carichi sversati nei corpi idrici superficiali per settori P Comunale 2001 Piano regionale di tutela delle acque Qualità delle acque superficiali Inquinamento da macrodescrittori (LIM) – Fiume Tammaro S Corpo idrico 2006 ARPAC Indice Biotico Esteso (IBE) – Fiume Tammaro S Copro idrico 2006 ARPAC Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) – Fiume Tammaro S Corpo idrico 2006 ARPAC Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) – Fiume Tammaro S Corpo idrico 2006 ARPAC Qualità delle acque sotterranee Monitoraggio delle acque sotterranee R Corpo idrico 2002-2006 ARPAC

Tabella 4.9 – Biosfera

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale PUC – Analisi territoriale, Piano Biosfera Aree naturali protette e/o di tutela ambientale Aree naturali protette e/o tutelate R Comunale 2012 territoriale di coordinamento provinciale Boschi e foreste Superficie boschiva S Comunale 2010 Piano generale forestale regionale Tipologia dei boschi S Comunale 2010 Piano generale forestale regionale Biodiversità Diversità di habitat e specie - SIC S Sito specifico 2004 Ministero dell’Ambiente Specie faunistiche S Comunale 2007 Piano faunistico-venatorio provinciale

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Tabella 4.10 – Geosfera

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Geosfera Territorio comunale Estensione territoriale D Comunale 2001 ISTAT Aree di interesse paesaggistico ed ambientale Superficie vincolata R Comunale 2012 PUC – Analisi territoriale Consumo di suolo Aree naturali ed artificializzate S, P Comunale 2012 PUC – Analisi territoriale Cave ed attività estrattive Cave per condizione di attività P Comunale 2006 Piano regionale delle attività estrattive Discariche Discariche e superficie ad esse destinate P Comunale 2012 PUC – Analisi territoriale ARPAC, Piano regionale di bonifica dei Siti inquinati Siti inquinati per tipologia P Comunale 2008 siti inquinati

Tabella 4.11 – Paesaggio e patrimonio culturale

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Paesaggio e patrimonio Sistema paesaggistico Componenti paesaggistiche S, R Comunale 2012 PUC – Analisi territoriale culturale Piano territoriale di coordinamento Patrimonio culturale Beni di interesse storico, architettonico, archeologico e paleontologico S, R Comunale 2010 provinciale

Tabella 4.12 – Rifiuti

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Rifiuti Produzione di rifiuti Rifiuti solidi urbani P Comunale 2010 Provincia di Benevento Raccolta differenziata Rifiuti oggetto di raccolta differenziata R Comunale 2010 Provincia di Benevento Rifiuti oggetto di raccolta differenziata per frazione merceologica R Comunale 2010 Provincia di Benevento Smaltimento e trattamento dei rifiuti Siti e/o impianti di smaltimento/trattamento dei rifiuti R Comunale 2007 Piano regionale rifiuti urbani Piano regionale di gestione integrata Impianti di gestione dei rifiuti speciali R Comunale 2008 dei rifiuti speciali

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Tabella 4.13 – Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Radiazioni ionizzanti e Rischio da radiazioni ionizzanti Sistemi litologici con concentrazione di radon potenziale D Comunale 2007 ARPAC non ionizzanti Inquinamento da campi elettromagnetici Inquinamento da sorgenti di radiofrequenze (campi RF) S, R Comunale 2003-2007 ARPAC Inquinamento da sorgenti a bassa frequenza (campi ELF) S, R Comunale 2003-2007 ARPAC

Tabella 4.14 – Rumore

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale Rumore Inquinamento acustico Attività di controllo sull’inquinamento acustico R Comunale 2003-2007 ARPAC Monitoraggio acustico (diurno) S Comunale n.d. Piano di Zonizzazione Acustica Monitoraggio acustico (notturno) S Comunale n.d. Piano di Zonizzazione Acustica Classificazione acustica comunale Classi di zonizzazione acustica R Comunale n.d. Piano di Zonizzazione Acustica

Tabella 4.15 – Rischio naturale ed antropogenico

Area tematica Tema ambientale Classe di indicatori DPSIR Copertura Fonte dei dati Territoriale Temporale CNR, Regione Campania, Consiglio dei Rischio naturale ed Vulnerabilità del territorio ad eventi idrogeologici, vulcanici e Rischio idrogeologico, vulcanico e sismico P Comunale 2012 Ministri, Istituto Nazionale di Geofisica e antropogenico sismici Vulcanologia, ITHACA Vulnerabilità ai nitrati di origine agricola Zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVNOA) S, R Comunale 2007 Regione Campania Rischio di incendi boschivi Incendi e superficie bruciata I Comunale 2007 Piano regionale antincendio boschivo Rischio di incidenti rilevanti Stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti P Comunale 2011 Ministero dell’Ambiente

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4.1.1 Popolazione

Le informazioni relative alla popolazione residente all’interno del territorio comunale fanno riferimento a diverse tematiche che ne esplicitano alcune caratteristiche significative. In particolare, sono state prese in esame le informazioni relative ai seguenti temi: . struttura della popolazione; . occupazione. Per quanto possibile i dati comunali sono stai messi in relazione con quelli provinciali e regionali. Il riferimento temporale è quello del Censimento generale della popolazione e delle abitazioni del 2001, anche se sono stati riportati, dove possibile, gli aggiornamenti al 2011 e l’indicazione del trend di variazione relativamente agli ultimi dieci anni.

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Scheda 4.1 – Struttura della popolazione

La tematica fa riferimento ad una serie di indicatori di pressione allo scopo di evidenziare non soltanto la consistenza assoluta della popolazione residente ma anche di pesare le diverse classi di età, con particolare riferimento ai residenti minori di 5 anni e maggiori di 64 anni. Inoltre, i dati relativi alla struttura dei nuclei familiari ed alla presenza di stranieri consentono di comprendere la composizione della popolazione residente. Nel comune di Colle Sannita, all’anno 2001 del Censimento, la popolazione residente era costituita da 3.056 unità (l’1,1% della popolazione della provincia di Benevento) di cui il 13,6% minore di 15 anni ed il 25,5% maggiore di 65 anni. Il numero di componenti per famiglia è pari a 2,74, più basso della media della provincia di Benevento (2,80) e della Campania (3,05). Il numero di stranieri per 100 residenti è pari a 0,69, più alto della media provinciale (0,52) e più basso di quella regionale (0,71). Con riferimento al periodo intercensuario 1991-2001 si nota che la popolazione residente ha registrato un decremento del 14,4% (passando dai 3.571 residenti del 1991 ai 3.056 del 2001), maggiore del decremento demografico provinciale (–0,2%), mentre a livello regionale si è riscontrato un incremento demografico (+1,3%). Per quanto concerne gli anni successivi al 2001 si sono registrati i seguenti dati relativi alla popolazione residente: . 1° gennaio 2002: 3.047 abitanti; . 1° gennaio 2003: 3.045 abitanti; . 1° gennaio 2004: 3.020 abitanti; . 1° gennaio 2005: 2.982 abitanti; . 1° gennaio 2006: 2.853 abitanti; . 1° gennaio 2007: 2.807 abitanti; . 1° gennaio 2008: 2.772 abitanti; . 1° gennaio 2009: 2.735 abitanti; . 1° gennaio 2010: 2.732 abitanti; . 1° gennaio 2011: 2.680 abitanti; che evidenziano un ulteriore decremento demografico di circa il 12,3% nel periodo 2001- 2011. Nel contempo a livello provinciale si è registrato un incremento demografico dello 0,4% ed a livello regionale del 2,2%. Dal 2001 al 2011 gli stranieri residenti sono passati da 21 a 33 unità.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2001 ISTAT, Demografia in cifre, Sito Internet, 2002-2011

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Consistenza assoluta della popolazione residente (Pressione, anno 2001) Numero di residenti 3.056 Numero di residenti di sesso maschile 1.462 Numero di residenti di sesso femminile 1.594 Percentuale dei residenti di sesso maschile 47,8 % Percentuale dei residenti di sesso femminile 52,2 %

Composizione per classi di età della popolazione residente (Pressione, anno 2001) Numero di residenti con età minore di 15 anni 415 Numero di residenti con età compresa tra 15 e 64 anni 1.861 Numero di residenti con età maggiore di 64 anni 780 Percentuale della classe di età minore di 15 anni 13,6 % Percentuale della classe di età compresa tra 15 e 64 anni 60,9 % Percentuale della classe di età maggiore di 64 anni 25,5 % Indice di vecchiaia 187,95

Famiglie residenti (Pressione, anno 2001) Numero di famiglie residenti 1.113 Numero di nuclei familiari residenti 827 Numero medio di componenti per famiglia 2,84

Stranieri residenti (Pressione, anno 2001) Numero di stranieri residenti 21 Numero di stranieri di sesso maschile 3 Numero di stranieri di sesso femminile 18 Numero di stranieri per 100 residenti 0,68

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Scheda 4.2 – Occupazione

La tematica dell’occupazione viene analizzata attraverso le seguenti classi di indicatori (e relativi indicatori) che possono essere letti in maniera sinottica: tasso di attività, occupati, occupati per attività economica, occupati per classi di età, tasso di occupazione, tasso di disoccupazione, tasso di disoccupazione giovanile. Il tasso attività mette in relazione la popolazione attiva (cioè la parte di popolazione che è in grado, salvo impedimenti temporanei, di svolgere legalmente un’attività lavorativa) con la popolazione in età lavorativa (cioè la popolazione maggiore di 14 anni). Tenuto conto che la popolazione attiva costituisce le cosiddette “forze di lavoro” (che è data dalla somma delle persone in cerca di lavoro e gli occupati), il tasso di attività viene calcolato come rapporto percentuale tra le forze di lavoro e la popolazione residente maggiore di 14 anni. Esso evidenzia le opportunità lavorative esistenti, tenendo conto anche della differenza tra i sessi. Il comune di Colle Sannita fa registrare un tasso di attività del 43,2%, con un forte squilibrio di genere; si tratta di un valore in linea alla media provinciale (pari al 44,2%) ed alla media regionale (43,8%). Anche per quanto concerne gli occupati (pari a 982 unità), si può osservare un forte squilibrio di genere: il 56,7% maschile rispetto al 43,3% femminile. In particolare, il 46,7% degli occupati è impiegato in “altre attività”, cioè in attività diverse dall’agricoltura (23,8%) e dall’industria (29,5%). La maggior parte degli occupati (68,8%) appartiene alla classe di età compresa tra i 30 ed i 54 anni. Il tasso di occupazione è un indicatore statistico che indica la percentuale di popolazione che possiede un’occupazione lavorativa. Si calcola come rapporto percentuale tra gli occupati e la popolazione residente maggiore di 14 anni. Il tasso di disoccupazione, invece, è un indicatore della forza lavoro che non riesce a trovare lavoro e, pertanto, si calcola come rapporto percentuale tra persone in cerca di lavoro (disoccupati ed in cerca di prima occupazione) e forze di lavoro (persone in cerca di lavoro ed occupati). Il tasso di disoccupazione giovanile si ottiene, invece, come rapporto percentuale tra le persone in cerca di occupazione in età 15-24 anni e le forze di lavoro della corrispondente classe di età. Il comune di Colle Sannita fa registrare un tasso di occupazione del 37,2%, maggiore della media della provincia di Benevento (36,8%) e della regione Campania (32,0%). Il tasso di disoccupazione è pari al 13,9%, minore alla media provinciale (16,8%) ed a quella regionale (27,0%). Il tasso di disoccupazione giovanile è del 39,2%, inferiore alla media provinciale (49,6%) ed alla media regionale (65,6%). Si tratta di un tasso non particolarmente elevato per un piccolo comune del Sud Italia, se si considera che la media dell’Italia Meridionale è del 55,7% e quella nazionale è pari al 33,3%.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2001

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Tasso di attività (Pressione, anno 2001) Tasso di attività totale 43,2 % Tasso di attività maschile 50,6 % Tasso di attività femminile 36,4 %

Occupati (Pressione, anno 2001) Numero di occupati 982 Numero di occupati di sesso maschile 557 Numero di occupati di sesso femminile 425 Percentuale degli occupati di sesso maschile 56,7 % Percentuale degli occupati di sesso femminile 43,3 %

Occupati per attività economica (Pressione, anno 2001) Numero di occupati nell’agricoltura 233 Numero di occupati nell’industria 290 Numero di occupati in altre attività 459 Percentuale degli occupati nell’agricoltura 23,8 % Percentuale degli occupati nell’industria 29,5 % Percentuale degli occupati in altre attività 46,7 %

Occupati per classe d’età (Pressione, anno 2001) Numero di occupati per la classe 15-19 anni 6 Numero di occupati per la classe 20-29 anni 163 Numero di occupati per la classe 30-54 anni 675 Numero di occupati per la classe >54 anni 138 Percentuale degli occupati per la classe 15-19 anni 0,6 % Percentuale degli occupati per la classe 20-29 anni 16,6 % Percentuale degli occupati per la classe 30-54 anni 68,8 % Percentuale degli occupati per la classe >54 anni 14,0 %

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Tasso di occupazione (Pressione, anno 2001) Tasso di occupazione 37,2 % Tasso di occupazione maschile 44,3 % Tasso di occupazione femminile 30,7 %

Tasso di disoccupazione (Pressione, anno 2001) Tasso di disoccupazione 13,9 % Tasso di disoccupazione maschile 12,3 % Tasso di disoccupazione femminile 15,8 %

Tasso di disoccupazione giovanile (Pressione, anno 2001) Tasso di disoccupazione giovanile 39,2 % Tasso di disoccupazione giovanile maschile 39,3 % Tasso di disoccupazione giovanile femminile 39,0 %

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4.1.2 Patrimonio edilizio

All’interno della tematica del patrimonio edilizio sono stati considerati i dati relativi agli edifici presenti sul territorio comunale, evidenziandone le diverse tipologie. Un approfondimento particolare è stato riservato agli edifici ad uno abitativo ed alla questione del disagio abitativo. Pertanto, i temi trattati sono stati i seguenti: . edifici; . abitazioni. Anche in questo caso, le informazioni disponibili si riferiscono al Censimento generale della popolazione e delle abitazioni del 2001 e, per quanto possibile, i dati comunali sono stati messi in relazione con quelli provinciali e regionali.

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Scheda 4.3 – Edifici

La tematica viene esaminata tenendo conto delle seguenti classi di indicatori: edifici per tipologia d’uso, edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione, edifici ad uso abitativo per tipo materiale di costruzione. I dati mostrano che l’86,7% degli edifici presenti sul territorio comunale è destinato ad uso abitativo. Di questi soltanto il 2,5% è stato costruito prima del 1919, ed un ulteriore 26,1% è stato realizzato dal 1919 al 1961. La maggiore crescita si è registrata negli anni 1962-1991, periodo in cui è stato realizzato il 60,0% dell’attuale patrimonio abitativo, mentre minore è stata la crescita dopo il 1991, quando è stato realizzato il rimanente 11,4% delle abitazioni. Inoltre, tenuto conto sia dell’epoca di costruzione che delle tradizioni costruttive locali emerge che il 53,2% del patrimonio abitativo è realizzato in muratura portante ed il 9,1% in calcestruzzo armato.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2001

Edifici per tipologia d’uso (Pressione, anno 2001) Numero di edifici e complessi di edifici 1.051 Numero di edifici e complessi di edifici utilizzati 980 Numero di edifici ad uso abitativo 911 Numero di edifici e complessi di edifici (utilizzati) per alberghi, uffici, 11 commercio e industria, comunicazioni e trasporti

Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione (Pressione, anno 2001) Numero di edifici costruiti prima del 1919 23 Numero di edifici costruiti dal 1919 al 1945 109 Numero di edifici costruiti dal 1946 al 1961 129 Numero di edifici costruiti dal 1962 al 1971 253 Numero di edifici costruiti dal 1972 al 1981 118 Numero di edifici costruiti dal 1982 al 1991 175 Numero di edifici costruiti dal 1992 al 2001 104 Numero di edifici presenti al 2001 911

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Edifici ad uso abitativo per tipo di materiale da costruzione (Risposta, anno 2001) Numero di edifici in muratura portante 485 Numero di edifici in calcestruzzo armato 83 Numero di edifici in altro materiale 343 Percentuale degli edifici in muratura portante 53,2 % Percentuale degli edifici in calcestruzzo armato 9,2 % Percentuale degli edifici in altro materiale 37,7 %

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Scheda 4.4 – Abitazioni

Relativamente alla tematica delle abitazioni ci si riferisce, principalmente, alla problematica del disagio abitativo. Questo non riguarda soltanto le fasce deboli della popolazione, che pure continuano a soffrire un’esigenza abitativa primaria; infatti, oggi si sta sviluppando una nuova domanda abitativa conseguente al bisogno di maggiore qualità degli alloggi e dello spazio urbano, spesso caratterizzato da diffusi fenomeni di degrado presente nei quartieri di edilizia pubblica, nelle vaste periferie abusive, nelle zone di recente espansione e nelle zone urbane più antiche, dove si concentra maggiormente il degrado sociale. Un primo indicatore utile per comprendere lo stato di possibile disagio abitativo è relativo al “grado di utilizzo delle abitazioni”, che si calcola sommando le abitazioni occupate da persone residenti e non residenti e, quindi, dividendo il valore ottenuto per le abitazioni totali. Per il comune di Colle Sannita si registra un grado di utilizzo pari al 80,2%, in linea con la media provinciale (79,2%) e minore della media regionale (85,0%). Relativamente al “titolo di godimento” si può notare come nel comune di Colle Sannita la percentuale di abitazioni in proprietà rispetto al totale delle abitazioni occupate da persone residenti è abbastanza elevata (pari al 77,5%), seguita da quella delle abitazioni occupate ad altro titolo (15,1%) e da quella della abitazioni in affitto (7,4%). Si tratta di una condizione leggermente diversa sia rispetto alla media provinciale che regionale. Nella provincia di Benevento si riscontra, infatti, che il 71,2% delle abitazioni sono occupate da residenti in quanto proprietari (il 61,9% in Campania), il 14,9% sono in affitto (27,6% in Campania) ed il 13,9% sono occupate ad altro titolo (il 10,5% in Campania). Per quanto concerne il fenomeno dell’“affollamento abitativo” sono stati costruiti alcuni indicatori specifici che mostrano, ancora una volta, come la dimensione del disagio abitativo del comune di Colle Sannita possiede delle connotazioni proprie, anche se non dissimili dalla media provinciale e regionale. Si registrano, in particolare, i seguenti valori: . numero di residenti per stanza in abitazioni occupate da persone residenti: 0,62 (provincia di Benevento 0,62; regione Campania 0,78); . numero medio di stanze per abitazione occupata da persone residenti: 4,7 (provincia di Benevento 4,6; regione Campania 4,0); . superficie media delle abitazioni occupate da persone residenti: 107,1 mq (provincia di Benevento 101,9 mq; regione Campania 90,9 mq); . superficie media per stanza in abitazioni occupate da persone residenti: 24,0 mq (provincia di Benevento 23,2 mq; regione Campania 22,9 mq). Inoltre, la Regione Campania ha provveduto ad elaborare un indice sintetico del disagio abitativo per tutti i comuni del territorio regionale: a Colle Sannita è stato associato un valore pari 0,5765 (i valori registrati sono compresi tra 0,9710 e 0,4464 in provincia di Benevento e tra 1,1179 e 0,4250 in Campania) che lo colloca tra quelli a “basso” disagio abitativo. Infine, si deve evidenziare il fatto che la Delibera CIPE n. 87 del 13 novembre 2003 ha individuato 116 comuni campani ad alta tensione abitativa; in particolare, 13 comuni appartengono alla provincia di Benevento e tra questi non è compreso il comune di Colle Sannita.

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Fonte dei dati ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2001 CLES, Politiche abitative nella regione Campania, 2008

Abitazioni e grado di utilizzo (Pressione, anno 2001) Numero di abitazioni 1.387 Numero di abitazioni occupate da persone residenti 1.113 Numero di abitazioni occupate solo da persone non residenti 0 Numero di abitazioni vuote 274 Grado di utilizzo delle abitazioni 80,2 %

Abitazioni per titolo di godimento (Pressione, anno 2001) Numero di abitazioni occupate da persone residenti in proprietà 863 Numero di abitazioni occupate da persone residenti in affitto 82 Numero di abitazioni occupate da persone residenti ad altro titolo 168 Percentuale delle abitazioni occupate da persone residenti in proprietà 77,5 % Percentuale delle abitazioni occupate da persone residenti in affitto 7,4 % Percentuale delle abitazioni occupate da persone residenti ad altro titolo 15,1 %

Affollamento abitativo (Pressione, anno 2001) Numero di stanze 6.500 Numero di residenti per stanza 0,47 Numero di stanze in abitazioni occupate da persone residenti 5.267 Numero di residenti per stanza in abitazioni occupate da persone residenti 0,58 Numero medio di stanze per abitazione occupata da persone residenti 4,7 Superficie media delle abitazioni occupate da persone residenti 107,1 mq Superficie media per stanza in abitazioni occupate da persone residenti 24,0 mq

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare

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4.1.3 Agricoltura

Per quanto concerne l’agricoltura si fa riferimento ai dati territoriali ed alle caratteristiche delle aziende agricole ed alle coltivazioni praticate. Le tematiche affrontate sono le seguenti: . superficie agricola; . coltivazioni agricole; . agricoltura biologica; . zootecnia. In particolare, sono stati evidenziati i rapporti esistenti tra Superficie Territoriale (ST), Superficie Agricola Totale (SAT) e Superficie Agricola Utilizzata (SAU), nonché, nel dettaglio, le categorie delle principali coltivazioni praticate. Sono state anche esaminate le caratteristiche quantitative delle aziende e degli allevamenti zootecnici. Considerando che non sono ancora disponibili i dati dettagliati del 6° Censimento generale dell’agricoltura, si è fatto riferimento al precedente censimento del 2000.

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Scheda 4.5 – Superficie agricola

In questa sezione si evidenzia l’estensione di territorio comunale destinato ad attività agricole, anche con riferimento alle aziende che operano nel settore. I dati fanno riferimento al Censimento dell’agricoltura del 2000, ultimo disponibile. Il rapporto tra Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e Superficie Territoriale (ST) risulta essere particolarmente significativo in quanto fornisce l’indicazione della quota di territorio effettivamente destinata ad attività agricole produttive rispetto alla superficie territoriale comunale totale. Essendo la SAU pari a 2.822 ha e la ST pari a 3.699 ha, si ottiene un rapporto SAU/ST del 76,3%. Questo dato può essere confrontato con quello provinciale e regionale. La provincia di Benevento presenta una SAU pari a 112.225 ha ed una ST di 207.063 ha, da cui si ricava un rapporto SAU/ST del 54,2%. La Campania possiede una SAU di 588.201 ha ed una ST di 1.359.025 ha, con un rapporto SAU/ST del 43,3%. Pertanto, il territorio di Colle Sannita presenta un rapporto SAU/SAT maggiore sia della media provinciale che regionale. Le aziende agricole presenti sul territorio comunale sono 291 e costituiscono lo 0,86% delle aziende agricole della provincia di Benevento (che conta 33.530 aziende). Per quanto concerne la dotazione di fondi irrigui si registra un rapporto tra superficie irrigata e SAU pari allo 0,24%.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento agricoltura 2000

Aziende e superficie agricola (Determinante, pressione, anno 2000) Superficie Territoriale (ST) 3.699 ha Superficie Agricola Totale (SAT) 3.232 ha Superficie Agricola Utilizzata (SAU) 2.822 ha Percentuale della SAT rispetto alla ST 87,4 % Percentuale della SAU rispetto alla ST 76,3 % Percentuale della SAU rispetto alla SAT 87,3 % Numero di aziende agricole 291

Aziende e superficie irrigua (Determinante, risposta, anno 2000) Superficie agricola irrigata 6,90 ha Superficie agricola irrigabile 15,04 ha Percentuale della superficie agricola irrigata rispetto alla SAU 0,24 % Numero di aziende irrigue 2

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Scheda 4.6 – Coltivazioni

La presente tematica intende evidenziare quali sono le caratteristiche delle coltivazioni praticate nel territorio comunale, definendo anche l’intensità dello sfruttamento a cui è sottoposto il suolo agrario. A questo scopo viene individuata e quantificata l’estensione di forme di “agricoltura intensiva”; queste ultime sono intese, in senso generico, come superfici soggette a tecniche di lavorazione e coltivazione del terreno che massimizzano la stabilità produttiva del suolo mediante lavorazioni profonde e distribuzione dei fertilizzanti con inevitabili conseguenze sulle proprietà chimiche, fisiche e biologiche del suolo. In mancanza di definizioni specifiche, si può operare un’opportuna semplificazione delle superfici assoggettate a sfruttamento agricolo ad elevato impatto ambientale sommando rispettivamente: . superfici a seminativo, intese come colture di piante erbacee soggette all’avvicendamento colturale con durata delle coltivazioni non superiore a cinque anni; . superfici legnose agrarie, intese come colture praticate sulle superfici fuori avvicendamento, investite a coltivazioni di piante legnose agrarie che occupano il terreno per un lungo periodo. Alla somma di superfici a seminativo e superfici agrarie legnose dovrebbero essere sottratte le superfici utilizzate ad agricoltura biologica (spesso trascurabili), nelle quali si interviene su quei fattori capaci di mantenere il sistema suolo lontano da forme di degradazione avanzata. Le principali coltivazioni praticate nel territorio del comune di Colle Sannita possono essere racchiuse nelle seguenti categorie: . seminativi (2.590,23 ha), che comprendono cereali, legumi secchi, patata, barbabietola da zucchero, piante industriali, coltivazioni ortive, coltivazioni foraggere; . coltivazioni legnose agrarie (14,24 ha), che comprendono vite, olivo, agrumi, fruttiferi, vivai; . prati permanenti e pascoli (217,95 ha); . arboricoltura da legno (12,10 ha); . boschi (307,62 ha); . superficie agraria non utilizzata (18,47) . altra superficie (71,40 ha). L’insieme delle prime tre voci costituisce la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) di 2.822,42 ha, mentre complessivamente si ottiene la Superficie Agricola Totale (SAT) di 3.232,01 ha. La quota di agricoltura intensiva è, dunque, costituita dalla somma di seminativi e coltivazioni legnose agrarie per un totale di 2.604,47 ha, che occupa il 92,3% della SAU e l’80,7% della SAT. Il dato medio provinciale fa riferimento al 90,1% di agricoltura intensiva rispetto alla SAU ed al 70,1% rispetto alla SAT. Il dato medio regionale fa riferimento all’80,7% di agricoltura intensiva rispetto alla SAU ed al 54,0% rispetto alla SAT.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento agricoltura 2000

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Coltivazioni praticate (Determinante, anno 2000) Superficie coltivata a seminativi 2.590,23 ha Superficie delle coltivazioni legnose agrarie 14,24 ha Superficie dei prati permanenti e pascoli 217,95 ha Superficie per arboricoltura da legno 12,10 ha Superficie boschiva 307,62 ha Superficie agraria non utilizzata 18,47ha Altra superficie 71,40 ha

Coltivazioni intensive (Determinante, anno 2000) Superficie destinata ad agricoltura intensiva 2.604,47 ha Percentuale della superficie destinata ad agricoltura intensiva rispetto alla SAU 92,3 % Percentuale della superficie destinata ad agricoltura intensiva rispetto alla SAT 80,7 %

Seminativi (Determinante, anno 2000) Superficie a coltivazione di cereali 1.371,92 ha Superficie a coltivazione di frumento 759,59 ha Superficie a coltivazioni ortive 8,19 ha Superficie a coltivazioni foraggere avvicendate 1.094,86 ha

Coltivazioni legnose agrarie (Determinante, anno 2000) Superficie a vite 8,76 ha Superficie ad olivo 4,30 ha Superfici ad agrumi 0,00 Superficie a fruttiferi 0,80 ha Superficie ad altre coltivazioni legnose agrarie 14,24 ha

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Scheda 4.7 – Agricoltura biologica

La tematica fa esplicito riferimento a due categorie particolari e significative della produzione agricola: i prodotti biologici e quelli di pregio. I prodotti biologici sono relativi a quelle aziende che praticano agricoltura e zootecnia facendo ricorso a tecniche di vario tipo che non ammettono l’uso di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi, ed escludono l’impiego di organismi geneticamente modificati e di loro derivati. Nel comune di Colle Sannita si registra la presenza di 19 aziende di prodotti biologici vegetali, e nessuna produttrice di prodotti biologici zootecnici. Non sono presenti aziende biologiche che si occupano della lavorazione di prodotti agricoli. Nella provincia di Benevento sono stati censiti 209 produttori agricoli, 20 preparatori ma nessuna azienda di raccolta di prodotti spontanei; nella regione Campania si contano 1.484 produttori agricoli, 253 preparatori e due raccoglitori di prodotti spontanei. Per quanto concerne i prodotti di pregio ci si riferisce, in genere, a prodotti agricoli DOC (Denominazione di Origine Controllata), DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), DOP (Denominazione di Origine Protetta). Nel territorio di Colle Sannita non si registrano aziende che producono uva per vini DOC e DOCG. In provincia di Benevento si contano 1.309 aziende di aziende con produzione di uva per vini DOC e DOCG (4.206 in Campania) per una superficie 2004,80 ha (4.588,81 ha in Campania).

Fonte dei dati ISTAT, Censimento agricoltura 2000 Regione Campania, Elenco Operatori Agricoltura Biologica in Campania (ERAB), 2010

Produzioni biologiche (agricole e zootecniche) (Risposta, anno 2009) Numero di aziende che praticano produzioni biologiche 19 Numero di produttori agricoli 0 Numero di preparatori 0 Numero di raccoglitori di prodotti spontanei 0

Produzioni di pregio (agricole) (Risposta, anno 2000) Numero di aziende con produzione di uva per vini DOC e DOCG 0 Superficie adibita alla produzione di uva per vini DOC e DOCG 0,00 ha

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Scheda 4.8 – Zootecnia

L’allevamento zootecnico è abbastanza diffuso nella regione Campania con alcune specializzazioni produttive in funzione di specificità territoriali, in parte dovute all’ambiente fisico (aspetti pedologici, temperatura, pioggia, umidità), in parte all’organizzazione aziendale ed all’insieme dei rapporti che si instaurano tra le diverse componenti dei sistemi economici territoriali. Nel territorio di Colle Sannita si contano 251 aziende zootecniche per un numero totale di 24.154 capi. Si tratta dell’1,52% delle aziende zootecniche presenti sul territorio provinciale, che ne conta 16.439.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento agricoltura 2000

Aziende ed allevamenti zootecnici (Pressione, anno 2000) Numero di aziende zootecniche 251 Numero di capi bovini 1.360 Numero di capi bufalini 1 Numero di capi suini 1.446 Numero di capi ovini 1.837 Numero di capi caprini 55 Numero di capi equini 12 Numero di capi in allevamenti avicoli 24.154

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4.1.4 Trasporti

Allo scopo di comprendere la pressione sul territorio e sull’ambiente del settore dei trasporti, sono state prese in esame le seguenti tematiche: . mobilità locale e trasporto passeggeri; . composizione del parco veicolare; In particolare, sono stati evidenziati non solo i dati relativi alla struttura del parco circolante ma anche alla necessità di spostamento (soprattutto per studio e lavoro) ed all’offerta di trasporto pubblico.

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Scheda 4.9 – Mobilità locale e trasporto passeggeri

La mobilità locale mette in evidenza gli spostamenti giornalieri effettuati all’interno e verso l’esterno del territorio di riferimento, mentre il trasporto passeggeri si riferisce al trasporto pubblico comunale ed intercomunale. Nel comune di Colle sannita si registra in media che giornalmente si spostano 1.196 persone, di cui il 76,9% all’interno dello stesso comune di residenza ed il 23,1% al di fuori di esso. Relativamente al trasporto passeggeri su gomma si deve sottolineare che il comune è servito una sola azienda di mobilità (la Eredi Eduardo Palombi s.a.s.), con la linea Riccia–Colle Sannita–Benevento. Per quanto riguarda il settore ferroviario, si riscontra l’assenza di linee ferroviarie nel territorio comunale. Le stazioni più vicine sono quelle di Benevento (nodo per Napoli, Roma, Foggia, Avellino e Campobasso), , , Fragneto Monforte, Campolattaro, , Morcone, Santa Croce del Sannio della linea Benevento-Campobasso.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2001 Provincia di Benevento, Servizio pubblico automobilistico, Sito Internet, 2012 Ferrovie dello Stato, Orario ferroviario, Sito Internet, 2012

Spostamenti giornalieri (Pressione, anno 2001) Numero di persone che si spostano giornalmente 1.196 Numero di persone che si spostano giornalmente nello stesso comune di 920 residenza Numero di persone che si spostano giornalmente fuori dal comune di 276 residenza Percentuale delle persone che si spostano giornalmente rispetto al totale della 39,1 % popolazione residente Percentuale delle persone che si spostano giornalmente nello stesso comune 76,9 % di residenza Percentuale delle persone che si spostano giornalmente fuori dal comune di 23,1 % residenza

Trasporto pubblico (Risposta, anno 2012) Numero di linee per il trasporto pubblico comunale su gomma 0 Numero di linee per il trasporto pubblico intercomunale su gomma 0 Numero di linee per il trasporto pubblico interprovinciale su gomma 1 Numero di linee ferroviarie 0 Numero di stazioni ferroviarie 0

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Scheda 4.10 – Composizione del parco veicolare

Questa tematica intende analizzare la struttura del parco circolante sia in relazione alle sue diverse tipologie che con riferimento all’indice di motorizzazione (veicoli per residente) ed al suo incremento nel tempo. Nel 2009 (ultimo dato disponibile), per il comune di Colle Sannita, la dimensione della flotta veicolare totale ammontava a 2.101 veicoli (il 76,6% costituito da autovetture), che rappresenta lo 0,9% della flotta veicolare della provincia di Benevento (pari a 222.665 veicoli). Il numero di veicoli per 100 abitanti è pari a 65,8 e quello delle autovetture per 100 abitanti è pari a 50,4. Si tenga presente che la media provinciale è di 77,1 veicoli per 100 abitanti e quella regionale di 75,8; inoltre, la media provinciale è di 59,8 autovetture per 100 abitanti e quella regionale di 58,0. Per quanto concerne l’incremento annuo del parco autovetture si registra una variazione del +1,3% con riferimento all’anno 2009 rispetto al 2008. Se, invece, si considera il quinquennio 2005-2009 si riscontra un incremento medio annuo del parco autovetture del +1,5%.

Fonte dei dati ACI, Il parco veicolare in Italia 2005 ACI, Il parco veicolare in Italia 2006 ACI, Il parco veicolare in Italia 2007 ACI, Il parco veicolare in Italia 2008 ACI, Il parco veicolare in Italia 2009

Dimensione della flotta veicolare (Determinante, anno 2009) Numero di veicoli totali 2.010 Numero di autovetture 1.540 Numero di motocicli 124 Numero di autobus 10 Numero di autocarri per il trasporto merci 261 Numero di motocarri e quadricicli per il trasporto merci 2 Numero di rimorchi e semirimorchi per il trasporto merci 2 Numero di trattori stradali e motrici 19 Numero di autoveicoli speciali/specifici 22 Numero di motoveicoli e quadricicli speciali/specifici 6 Numero di rimorchi e semirimorchi speciali/specifici 24

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Dotazione della flotta veicolare (Determinante, anno 2009) Numero di veicoli per 100 abitanti 65,8 Numero di autovetture per 100 abitanti 50,4 Numero di motocicli per 100 abitanti 4,1 Incremento annuo del parco autovetture +1,5 %

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4.1.5 Energia

La questione energetica viene affrontata sotto un duplice aspetto, ovvero facendo riferimento alle seguenti tematiche: . produzione di energia; . consumi energetici. In termini di risorse energetiche, si fa riferimento sia all’energia prodotta da fonti tradizionali che da fonti alternative. Per quanto concerne i consumi energetici, si dispone di dati esclusivamente a scala provinciale.

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Scheda 4.11 – Produzione di energia

Nel comune di Colle Sannita non sono presenti fonti energetiche primarie (petrolio, gas). Nella provincia di Benevento la produzione di energia elettrica da fonti energetiche primarie (petrolio, gas naturale e legna) è limitata alla sola legna, peraltro in quantità molto modeste, poiché non sono presenti sul territorio provinciale attività estrattive di petrolio e metano. Per la produzione da fonti energetiche secondarie (derivati del petrolio) non si riscontrano nel territorio provinciale attività di trasformazione energetica, in quanto non sono presenti raffinerie e neppure centrali termoelettriche. Per quanto concerne gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili si individuano nella provincia di Benevento quattro tipologie: impianti eolici, impianti idro, impianti fotovoltaici e solare termico. Tuttavia, nel Comune di Colle Sannita non si registra la presenza di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili; neppure si riscontra la presenza di gruppi elettrogeni. Il territorio comunale presenta due tratte della rete di distribuzione e trasporto del metano, nonché una cabina di decompressione del metano ma nessuna cabina di compressione. Non sono presenti depositi di liquidi infiammabili e combustibili per uso industriale, agricolo, artigianale e privato, ma sono presenti un deposito e rivendita di liquidi infiammabili e combustibili per uso commerciale, cinque depositi e rivendite gpl ed altri gas combustibili in bombole, 36 serbatoi di gpl ed altri gas combustibili. Nel territorio comunale di Colle Sannita sono altresì presenti 10 impianti termici, cinque impianti termici a combustibile liquido, nessun impianto termico a combustibile solido. Relativamente alla distribuzione, sono presenti nel territorio comunale due distributori gpl e due di benzina e gasolio.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.Lgs. 79/1999 prevedeva l’obbligo, per importatori e produttori di energia elettrica da fonti convenzionali che abbiano importato o prodotto almeno 100 GWh, di immettere in rete, l’anno seguente, una quota di energia rinnovabile pari al 2% dell’energia importata o prodotta da fonti convenzionali. Il D.Lgs. 387/2003, che recepisce la Direttiva 2001/77/CE, stabiliva un aumento annuale di tale quota minima pari a 0,35% per il triennio 2005-2007. In particolare, La Direttiva 2001/77/CE fissa per l’Italia l’obiettivo, al 2010, del 25% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili rispetto al consumo totale di elettricità. La Direttiva 2004/8/CE promuove la cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell’energia e fissa per l’Unione Europea l’obiettivo indicativo di un raddoppio del contributo della cogenerazione alla produzione complessiva di energia elettrica, dal 9% del 1994 al 18% nel 2010.

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Fonte di dati Provincia di Benevento, Piano energetico ambientale, 2005 Comune di Colle Sannita, Dati comunali, 2012

Impianti per la produzione di energia elettrica (Determinante, risposta, anno 2012) Numero di aerogeneratori 0 Numero di gruppi elettrogeni 0

Distribuzione di energia (Determinante, risposta, anno 2002) Numero di depositi e rivendite di liquidi infiammabili e combustibili per uso 1 commerciale Numero di depositi e rivendite di GPL ed altri gas combustibili in bombole 5 Numero di serbatoi di GPL ed altri gas combustibili 36 Numero di impianti termici 10 Numero di distributori di GPL 2 Numero di distributori di benzina e gasolio 2

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Scheda 4.12 – Consumi energetici

La tematica in oggetto si riferisce ai consumi di energia elettrica, sia a scala provinciale che comunale. A livello provinciale i consumi generali di elettricità (all’anno 2001) sono stati stimati pari a 609,2 GWh, distribuiti come segue nei diversi settori: . agricoltura: 21,2 GWh (3,4%); . industria: 188,7 GWh (31%); . terziario: 168,6 GWh (27,7%); . usi domestici: 230,7 GWh (37,9%). Pertanto, si registra un consumo annuo di 2,12 MWh/ab.

Fonte dei dati Provincia di Benevento, Piano energetico ambientale, 2005

Consumi di energia elettrica per usi finali (Determinante, anno 2001) Provincia di Benevento Consumi finali annui di energia elettrica 609,2 GWh Consumi finali annui di energia elettrica nel settore agricolo 21,2 GWh Consumi finali annui di energia elettrica nel settore industriale 188,7 GWh Consumi finali annui di energia elettrica nel settore terziario 168,6 GWh Consumi finali annui di energia elettrica nel settore residenziale 230,7 GWh Percentuale dei consumi di energia elettrica nel settore agricolo 3,4 % Percentuale dei consumi di energia elettrica nel settore industriale 31,0 % Percentuale dei consumi di energia elettrica nel settore terziario 27,7 % Percentuale dei consumi di energia elettrica nel settore residenziale 37,9 %

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4.1.6 Economia e produzione

Riconoscendo, da un lato, che lo sviluppo economico di un territorio è parte integrante delle politiche di sviluppo sostenibile ma anche che, dall’altro lato, le attività produttive sono spesso la causa di consumo indiscriminato di risorse e degrado ambientale, sono state analizzate alcune tematiche che offrono una visione multidimensionale del settore economico e produttivo. In particolare, le caratteristiche economiche del territorio comunale sono state descritte in base ai seguenti fattori: . attrattività economico-sociale; . turismo; . prodotti sostenibili; . certificazione ambientale; . autorizzazione integrata ambientale. Pertanto, risulta possibile evidenziare sia l’aspetto quantitativo delle attività produttive presenti (numero di imprese ed unità locali) ma anche quello qualitativo, esaminando la presenza/assenza di prodotti ed aziende certificate.

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Scheda 4.13 – Attrattività economico-sociale

L’attrattività economico-sociale di un territorio è funzione della vitalità di diversi settori economici nonché della sua dotazione infrastrutturale. Si può fare riferimento, innanzitutto, alle imprese ed alle unità locali presenti sul territorio comunale, considerando anche il numero di addetti. Nel comune di Colle Sannita si contano (anno 2001 del Censimento dell’industria) 191 imprese con 463 addetti, che si articolano in 211 unità locali con 546 addetti. Il numero di imprese rispetto agli abitanti è pari al 6,3%, mentre il numero unità locali rispetto agli abitanti è pari al 6,9%. Un secondo indicatore può essere rappresentato dal livello locale del reddito, che esprime la “ricchezza” economica di una collettività, tenuto anche conto del territorio in cui essa è inserita. In questa prospettiva bisogna considerare che, negli ultimi anni, dal punto di vista della ricchezza economica, si è riscontrato una sempre maggiore distanza tra il gruppo delle regioni settentrionali, che ha continuato a crescere ed accumulare redditi, e le regioni meridionali, sempre più indebolite dall’impoverimento strutturale. Relativamente all’anno 2007 (ultimi dati disponibili), il comune di Colle Sannita fa registrare un valore del reddito per contribuente pari a 6.469 €, con un decremento dell’8,0% nel periodo 1999-2007. Se si considera, invece, il reddito per abitante si riscontra un valore di 4.439 € (con un incremento del 3,0% nello stesso periodo) e se ci si riferisce al reddito per famiglia si ottiene un valore di 13.892 € (con un decremento del 6,0%). Si tratta di un livello locale del reddito tra i più bassi della provincia di Benevento, che posiziona Colle Sannita al 63° posto su un totale di 78 comuni. La provincia di Benevento, inoltre, che mediamente fa registrare un valore di 10.486 €/contribuente (con un decremento del 8,4% nel periodo 1999-2007) risulta essere l’ultima provincia delle Campania in graduatoria. La media nazionale è pari a 16.249 €/contribuente, con un incremento del reddito del 2,0% nel periodo 1999-2007, dovuto sostanzialmente alle regioni del Centro-Nord.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento dell’industria 2001 Il Sole24Ore, La ricchezza dei comuni, 2007

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Imprese ed unità locali (Risposta, anno 2001) Numero di imprese 191 Numero di addetti nelle imprese 463 Percentuale delle imprese rispetto agli abitanti 6,3 % Numero di unità locali 211 Numero di addetti nelle unità locali 546 Percentuale delle unità locali rispetto agli abitanti 6,9 %

Livello locale del reddito (Pressione, anno 2007) Reddito annuo per contribuente 6.469 € Reddito annuo per abitante 4.439 € Reddito annuo per famiglia 11.504 €

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Scheda 4.14 – Turismo

La tematica intende definire l’intensità turistica per comprendere il carico del turismo sul territorio, in quanto esso comporta, a fronte della valorizzazione del territorio stesso, compresi gli indotti economici, una maggiore pressione sulle risorse naturali, quali il consumo idrico e lo smaltimento dei rifiuti. Per poter quantificare il fenomeno del turismo si prendono in esame le informazioni relative all’offerta di ricettività alberghiera ed extralberghiera. Nel comune di Colle Sannita sono stati un albergo a tre stelle, tre “bed and breakfast”, un alloggio in fitto a scopo turistico, sette alloggi agrituristici/country house, per complessivi 60 posti letto in esercizi alberghieri e 79 posti letto in esercizi extralberghieri. L’offerta agrituristica è costituita da 11 aziende.

Fonte dei dati ISTAT, Atlante statistico dei comuni 2009

Esercizi alberghieri ed extralberghieri (Risposta, anno 2007) Numero di alberghi a 5 stelle 0 Numero di alberghi a 4 stelle 0 Numero di alberghi a 3 stelle 1 Numero di alberghi a 2 stelle 0 Numero di alberghi a 1 stella 0 Numero di “bed and breakfast” 3 Numero di residenze turistico-alberghiere 0 Numero di alloggi in fitto a scopo turistico 1 Numero di case per ferie 0 Numero di alloggi agro-turistici e “country-houses” 7 Numero di ostelli per la gioventù 0 Numero di campeggi e villaggi 0 Numero di posti letto negli alberghi a 3 stelle 60 Numero di posti letto negli alloggi in fitto a scopo turistico 6 Numero di posti letto nei “bed and breakfast” 14 Numero di posti letto in alloggi agro-turistici e “country-houses” 69

Aziende agrituristiche (Risposta, anno 2006) Numero di aziende agrituristiche 11 Numero di aziende agrituristiche autorizzate all’alloggio 4 Numero di posti letto in aziende agrituristiche 40

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Scheda 4.15 – Prodotti sostenibili

Un indicatore significativo relativamente alla sostenibilità dei prodotti è costituito dal numero di licenze Ecolabel, che rappresenta il “consumo rispettoso dell'ambiente” da parte delle aziende. Infatti, i prodotti etichettati con il marchio Ecolabel hanno un ridotto impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita, essendo i criteri di riferimento basati sullo studio Life Cycle Assessment (LCA), con riferimento sia alle caratteristiche prestazionali che a quelle ambientali. Il marchio Ecolabel promuove i prodotti che: 1) riducono gli impatti ambientali; 2) riducono l’utilizzo di materie prime ed energia; 3) hanno una maggiore durata di vita; 4) riducono le emissioni ed i rifiuti; 5) riducono l’utilizzo di sostanze tossiche e/o nocive; 6) garantiscono un’informazione attendibile e trasparente. Nessun prodotto risulta registrato Ecolabel per aziende del comune di Colle Sannita. Non si riscontra alcuna registrazione neppure per aziende della provincia di Benevento mentre si contano due soli prodotti certificati nella regione Campania.

Obiettivi fissati dalla normativa La normativa di riferimento per il marchio Ecolabel è il Regolamento CE 1980/2000, che non pone obiettivi quantitativi, trattandosi di uno strumento volontario delle politiche ambientali europee.

Fonte dei dati ISPRA, Ecolabel, Sito Internet, 2011

Prodotti certificati (Risposta, anno 2011) Numero di prodotti certificati Ecolabel 0

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Scheda 4.16 – Certificazione ambientale

Rispetto alla tematica della certificazione ambientale, il numero di registrazioni EMAS rappresenta un buon indicatore per valutare il livello di attenzione rivolto alle problematiche ambientali da parte delle organizzazioni/imprese. Le motivazioni alla base della scelta delle organizzazioni/imprese di registrarsi EMAS sono di varia natura e possono essere classificate sulla base dei benefici che questo comporta, tra i quali: 1) la prevenzione e la riduzione degli impatti ambientali; 2) la riduzione del rischio di incidente; 3) la riduzione dei consumi di materie prime e di energia; 4) la riduzione delle emissioni e dei rifiuti. Nel comune di Colle Sannita non si registra alcuna organizzazione/impresa registrata EMAS (rispetto alle otto della provincia di Benevento ed alle 60 della Campania). Un altro indicatore significativo è costituito dal numero di certificati UNI-EN-ISO 14001 in quanto indica la sensibilità verso l’ambiente delle imprese e delle organizzazioni che intendono gestire e diminuire i fattori di pressione derivanti dalle proprie attività. Il processo di certificazione passa attraverso il controllo indipendente di un ente accreditato che, quindi, assicura la terzietà del giudizio espresso. Le informazioni fornite dall’indicatore sono, dunque, da intendersi in un’ottica di risposta alle problematiche di pressione ed impatto generate dall’inquinamento legato ad attività produttive. Nel comune di Colle Sannita non è presente alcuna organizzazione/azienda certificata UNI- EN-ISO 14001 (rispetto alle 72 della provincia di Benevento ed alle 1.176 della Campania).

Obiettivi fissati dalla normativa La normativa di riferimento per le registrazioni EMAS è il Regolamento CE 761/01 che però non pone target prefissati in quanto si tratta di uno strumento è volontario. Anche la certificazione UNI-EN-ISO 14001 è uno strumento volontario e, quindi, non prevede alcun obiettivo prefissato.

Fonte dei dati ISPRA, Elenco organizzazioni registrazione EMAS, Sito Internet, 2011 ACCREDIA, Organizzazioni/aziende con sistema aziendale di gestione certificato, Sito Internet, 2011

Organizzazioni ed aziende certificate (Risposta, anno 2011) Numero di organizzazioni/aziende registrate EMAS 0 Numero di organizzazioni/aziende certificate UNI-ES-ISO 14001 0

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Scheda 4.17 – Autorizzazione integrata ambientale

Il Registro INES contiene informazioni sulle emissioni in aria ed acqua di specifici inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e da stabilimenti generalmente di grossa capacità presenti sul territorio (cosiddetti complessi IPPC). Pertanto, il numero delle dichiarazioni INES corrisponde al numero di complessi IPPC che, in base ai criteri stabiliti dalla normativa (Decisione 2000/479/CE, D.M. 23/11/2001), presentano elevate emissioni in aria e acqua. I criteri consistono in una lista di inquinanti in aria e acqua con valori soglia di emissione specifici per ciascun inquinante e per compartimento ambientale. Nel comune di Colle sannita non è localizzato alcun complesso IPPC (rispetto un impianto della provincia di Benevento ed ai 20 della regione Campania).

Obiettivi stabiliti dalla normativa Le informazioni relative ai complessi IPPC devono essere raccolte annualmente con la Dichiarazione INES sulla base dei criteri stabiliti dal D.M. 23/11/2001. Tali criteri, che comprendono una lista di inquinanti con un valore soglia di emissione (in aria e acqua), stabiliscono che un complesso IPPC dichiara l’emissione di un inquinante solo se superiore al corrispondente valore soglia (Allegato 1 del Decreto).

Fonte dei dati ISPRA, Registro INES, Sito Internet, 2005

Impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale (Pressione, anno 2005) Numero di stabilimenti INES 0

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4.1.7 Atmosfera

Le emissioni in atmosfera di gas serra e di inquinanti di vario tipo hanno ripercussioni sia sui cambiamenti climatici (scala globale) che sulla qualità della vita con relativi danni alla salute, soprattutto nelle aree urbane (scala locale). In particolare, sono stati analizzate le seguenti tematiche: . clima; . rete di monitoraggio della qualità dell’aria; . qualità dell’aria; . emissioni in atmosfera; . contributo locale al cambiamento climatico globale. Relativamente alla qualità dell’aria si deve tener presente che il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, ha inserito tutti i comuni della Campania i tre tipologie di zone (di “risanamento”, di “osservazione” e di “mantenimento” della qualità dell’aria) a seconda della presenza e quantità degli inquinanti, e con riferimento ai limiti fissati dalla legislazione.

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Scheda 4.18 – Clima

Per quanto concerne le informazioni del clima è possibile utilizzare i dati provenienti dalle stazioni meteo della Rete Agrometeorologica della Regione Campania. Essa è costituita da 37 stazioni di rilevamento automatico di cui otto sono localizzate nel territorio della provincia di Benevento, ed in particolare nei seguenti comuni: . ; . Castelvetere; . Castelvetere in Val Fortore; . ; . Morcone; . San Marco dei Cavoti; . ; . Telese. Analizzando i dati della stazione di San Marco dei Cavoti (la stazione più prossima al territorio di Colle Sannita) è stato possibile estrapolare le informazioni relative alla temperatura (massima, minima e media), all’umidità relativa (massima, minima e media), all’escursione termica, alla precipitazione giornaliera, alla velocità media del vento ed alla radiazione globale. In particolare, i dati si riferiscono alle medie annuali relativamente all’anno solare 2010 (ultimi dati disponibili). Dalla lettura dei dati si evince che la temperatura media annua è di 11,6°C con un’escursione termica media di 7,7°C, mentre l’umidità relativa media è pari al 78,6%. La precipitazione media annua è di 1,9 mm e la velocità media del vento è pari a 4,6 m/s.

Fonte dei dati Regione Campania, Agrometeorologia, Sito Internet, 2010

Condizioni climatiche (Stato, anno 2010) Stazione di San Marco dei Cavoti Temperatura massima media annua 15,6°C Temperatura minima media annua 8,5 °C Temperatura media annua 11,6 °C Escursione termica media annua 7,7 °C Umidità relativa massima media annua 92.6 % Umidità relativa minima media annua 58,3 % Umidità relativa media annua 78,6 % Precipitazione giornaliera media annua 1,9 mm Velocità del vento media annua 4,6 m/s Radiazione globale media annua 7,8 Mj/mq

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Scheda 4.19 – Rete di monitoraggio della qualità dell’aria

La tematica intende verificare l’adeguatezza della rete di monitoraggio, distinguendo le centraline fisse dalle postazioni mobili. In Campania la rete di rilevamento della qualità dell’aria è gestita dall’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania) che si avvale di una rete fissa di 20 centraline, localizzate soprattutto nei capoluoghi di provincia, e da una rete mobile. Le centraline sono in attività dal 1994 e misurano, ad intervallo di un’ora, la concentrazione in atmosfera degli inquinanti. Le centraline utilizzate appartengono a quattro tipologie (A, B, C e D). Le centraline di tipo A sono localizzate in aree verdi, lontano dalle fonti di inquinamento, e misurano tutti gli inquinanti primari e secondari, allo scopo di fornire un valore da utilizzare come riferimento. Le centraline di tipo B sono localizzate in aree ad elevata densità abitativa e misurano la concentrazione dei seguenti inquinanti emessi: SO2, NO2, PTS. Le centraline di tipo C vengono localizzate in zone ad elevato traffico e misurano gli inquinanti emessi direttamente dal traffico veicolare: NO2, CO, PTS. Le centraline di tipo D sono vengono localizzate in periferia e sono finalizzate alla misura dell’inquinamento fotochimico o secondario: NO2, O3. In provincia di Benevento, ed esclusivamente nel comune capoluogo, sono state localizzate due centraline di tipo D. Non si dispongono, pertanto, dati puntuali sulla qualità dell’aria riferiti al comune di Colle Sannita, tenuto anche conto che nessuna campagna di monitoraggio con mezzi mobili è stata effettuata, a partire dal 1994, relativamente al territorio comunale.

Fonte dei dati ARPAC, Qualità dell’aria. Il monitoraggio in Campania 2005-2007 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2006 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2007 Comune di Colle Sannita, Dati comunali, 2011

Centraline fisse e postazioni mobili per il monitoraggio della qualità dell’aria (Risposta, anno 2011) Numero di centraline fisse 0 Numero di campagne effettuate con postazioni mobili 0

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Scheda 4.20 – Qualità dell’aria

Per quanto concerne la qualità dell’aria del territorio di Colle Sannita, tenuto conto che non si dispongono di dati provenienti da centraline fisse o postazioni mobili (cfr. Scheda 4.19), è possibile fare riferimento alle informazioni che sono state elaborate nell’ambito del Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria. Questo Piano identifica, innanzitutto, quattro “zone di risanamento” della qualità dell’aria, che si definiscono come quelle zone in cui almeno un inquinante supera sia il limite che il margine di tolleranza fissati dalla legislazione. Vengono, quindi, individuate anche delle “zone di osservazione”, definite di superamento del limite ma non del margine di tolleranza. Inoltre, si prevedono una serie di strategie e misure che dovrebbero consentire (entro il 2010), per le zone di risanamento e di osservazione il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria stabiliti dalle direttive europee e dalle normative nazionali. Per le altre zone, quelle di “mantenimento”, tali strategie e misure dovrebbero consentire (entro il 2010) di evitare il peggioramento della qualità dell’aria. Per quanto concerne la provincia di Benevento, tra le zone di risanamento è stata individuata quella dell’“Area beneventana”, con il territorio del comune capoluogo. Essa non comprende il territorio di Colle Sannita che non appartiene neppure ad una zona di osservazione, facendo parte, invece, di una zona di mantenimento della qualità dell’aria.

Obiettivi e/o soglie fissati dalla normativa L’obiettivo di valutare la qualità dell’aria per consentirne la successiva gestione (cioè il miglioramento dove è necessario ed il mantenimento dove è buona) è fissato dal D.Lgs. 351/1999 e dal D.M. 60/2002. In particolare, i valori limite della concentrazione dei diversi inquinanti atmosferici sono stati stabiliti dal D.M. 60/2002, entrato in vigore nel gennaio 2005, il quale prevede quantità che progressivamente, fino al 2010, diminuiscano il valore limite.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, 2005

Zone di qualità dell’aria (Stato, risposta, anno 2005) Appartenenza del comune a “zone di risanamento” della qualità dell’aria no Appartenenza del comune a “zone di osservazione” della qualità dell’aria no Appartenenza del comune a “zone di mantenimento” della qualità dell’aria sì

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Scheda 4.21 – Emissioni in atmosfera

Nel Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria sono riportati i dati relativi alle emissioni in atmosfera dei seguenti composti e sostanze inquinanti: ossidi di zolfo

(SOx), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili (COV), polveri sospese (PM10).

Gli ossidi di zolfo (SOx), che derivano in gran parte dall’uso di combustibili contenenti zolfo, costituiscono uno dei principali agenti del processo di acidificazione dell’atmosfera.

Gli ossidi di azoto (NOx) derivano dai processi di combustione ad alta temperatura e le fonti principali sono da identificarsi nei trasporti, nella produzione di elettricità e calore, nelle attività industriali. Il monossido di carbonio (CO) è un inquinante atmosferico che si forma durante i processi di combustione quando essa risulta essere incompleta per mancanza di ossigeno. Le fonti maggiori sono i trasporti e l’industria (impianti siderurgici e raffinerie di petrolio), mentre in quantità minore è dovuto alle centrali termoelettriche ed agli impianti di riscaldamento civile. I composti organici volatili (COV), insieme agli ossidi di azoto, costituiscono i precursori dell’ozono troposferico. L’ozono, la cui causa principale di formazione sono i trasporti, ha un elevato potere ossidante e determina effetti dannosi sulla popolazione, sugli ecosistemi naturali e sui beni storico-artistici. Le polveri sospese sono particolarmente insidiose quando hanno una dimensione inferiore a

10 μm (PM10); esse possono avere sia origine naturale (erosione dei suoli, trasporto di sabbia, aerosol marino, ecc.) che antropica (le cui fonti principali sono il settore residenziale e quello dei trasporti). In particolare, il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, della

Campania ha stimato (anno di riferimento 2002) le emissioni di SOx, NOx, CO, COVNM e PM10 per i diversi comuni della regione raggruppandoli in classi, e distinguendo tra emissioni “diffuse” ed emissioni dovute ad “impianti” produttivi. A seconda degli inquinanti considerati le classi crescenti di inquinamento sono state individuate secondo il seguente schema dei valori annui di emissioni:

. Emissioni diffuse di ossidi di zolfo (SOx):  Classe 1: da 0,11 t a 15,73 t;  Classe 2: da 15,74 t a 59,33 t;  Classe 3: da 59,34 t a 201,13 t;  Classe 4: da 201,14 t a 595,73 t.

. Emissioni da impianti di ossidi di zolfo (SOx):  Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t;  Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t;  Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t;  Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t.

. Emissioni diffuse di ossidi di azoto (NOx):  Classe 1: da 4,06 t a 180,72 t;  Classe 2: da 180,73 t a 580,29 t;  Classe 3: da 580,30 t a 2.202,09 t;  Classe 4: da 2.202,10 t a 11.320,82 t.

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. Emissioni da impianti di ossidi di azoto (NOx):  Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t;  Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t;  Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t;  Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. . Emissioni diffuse di monossido di carbonio (CO):  Classe 1: da 17,17 t a 571,80 t;  Classe 2: da 571,81 t a 1.857,43 t;  Classe 3: da 1.857,44 t a 6.327,01 t;  Classe 4: da 6.327,02 t a 42.104,79 t. . Emissioni da impianti di monossido di carbonio (CO):  Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t;  Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t;  Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t;  Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. . Emissioni diffuse di composti organici volatili (COV):  Classe 1: da 6,11 t a 262,45 t;  Classe 2: da 262,46 t a 817,92 t;  Classe 3: da 817,93 t a 2.567,83 t;  Classe 4: da 2.567,84 t a 15.933,29 t. . Emissioni da impianti di composti organici volatili (COV):  Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t;  Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t;  Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t;  Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t.

. Emissioni diffuse di particolato atmosferico (PM10):  Classe 1: da 0,45 t a 22,46 t;  Classe 2: da 22,47 t a 74,81 t;  Classe 3: da 74,82 t a 289,84 t;  Classe 4: da 289,85 t a 1.057,57 t.

. Emissioni da impianti di particolato atmosferico (PM10):  Classe 1: da 0,00 t a 35,68 t;  Classe 2: da 35,69 t a 99,00 t;  Classe 3: da 99,01 t a 186,78 t;  Classe 4: da 186,79 t a 810,50 t. Si tenga presente che la suddivisione in classi è stata operata tenendo conto di tutti i comuni della Campania che, in alcune aree della regione (soprattutto quella costiera), sono caratterizzati dai valori molto elevati di emissioni (Classe 4). Per il comune di Colle Sannita si registrano valori appartenenti alla Classe 1 per le emissioni diffuse, e valori appartenenti alla Classe 1 per le emissioni da impianti.

Obiettivi e/o soglie fissati dalla normativa I limiti nazionali di emissioni da raggiungere entro il 2010, fissati dal D.Lgs. 171/2004 sono di 475 kt per gli ossidi di zolfo (SOx), di 990 kt per gli ossidi di azoto (NOx) e di 1.159 kt per i composti organici volatili (COV).

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Relativamente al monossido di carbonio (CO) si fa riferimento a diverse normative a seconda dei settori che ne generano emissioni: Direttiva/98/77/CE per ridurre le emissioni dei veicoli a motore; Direttiva 97/68/CE per le emissioni di inquinanti gassosi; D.M. 503 del 19/11/1997 per le emissioni da processi di combustione; D.M. del 12/07/1990 e D.Lgs. 351/1999 per la combustione da impianti industriali.

Il D.M. n. 60 del 02/04/2002 fissa, invece, i valori limiti per il PM10 in vigore dall’01/01/2005 (fase 1) e dall’01/01/2010 (fase 2). Per quanto concerne il settore dei trasporti, la Delibera CIPE 123/2002 (“Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra”) fissa un obiettivo settoriale di emissioni di gas serra strettamente connesso al consumo di combustibili fossili. Il D.Lgs. 128/2005, di recepimento della Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, prevede il raggiungimento di limiti indicativi per l’utilizzo dei biocarburanti nel settore dei trasporti (1% nel 2005 e 2,5% nel 2010) più bassi di quelli riportati nella Direttiva. Inoltre, il D.Lgs. 66/2005, che attua la Direttiva 2003/17/CE, ha introdotto nuovi limiti al tenore di zolfo di benzina e gasolio (50 mg/kg) ed al tenore di aromatici nelle benzine a partire dal primo gennaio 2005. A partire dal 2009 tutti i carburanti devono avere un tenore di zolfo inferiore ai 10 mg/kg.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, 2005

Emissioni diffuse di inquinanti atmosferici (Pressione, anno 2002)

Classe relativa alle emissioni diffuse annue di SOx 1

Classe relativa alle emissioni diffuse annue di NOx 1 Classe relativa alle emissioni diffuse annue di CO 1 Classe relativa alle emissioni diffuse annue di COV 1

Classe relativa alle emissioni diffuse annue di PM10 1

Emissioni da impianti di inquinanti atmosferici (Pressione, anno 2002)

Classe relativa alle emissioni da impianti annue di SOx 1

Classe relativa alle emissioni da impianti di NOx 1 Classe relativa alle emissioni da impianti di CO 1 Classe relativa alle emissioni da impianti di COV 1

Classe relativa alle emissioni da impianti di PM10 1

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Scheda 4.22 – Contributo locale al cambiamento climatico globale

Relativamente alla tematica del cambiamento climatico si dovrebbero valutare le emissioni di gas serra in atmosfera, principalmente con riferimento alle emissioni di anidride carbonica

(CO2), che costituiscono la causa principale dell’effetto serra e che sono connesse, per quanto concerne le attività antropiche, all’utilizzo dei combustibili fossili. Non si dispone, però, del dato comunale ma soltanto dei dati regionali (al 2005) e provinciali (al 2001).

Ebbene, le emissioni di CO2 per la Campania ammontano a complessive 14.828.000 t, con un decremento dell’11,8% rispetto ai valori di emissione del 1990. In Italia si è, invece, registrato un incremento del 13% nel periodo 1990-2005.

La quantità di emissioni di CO2 pro capite è pari a circa 2,6 t/ab, la quale si discosta in maniera sensibile dalla media nazionale che presenta un valore pro capite pari a 7,7 t/ab. La suddivisione di emissioni per tipologia di fonte si riferisce principalmente all’utilizzo dei prodotti petroliferi (77,6%), mentre la ripartizione per settori evidenzia la prevalenza del settore dei trasporti (58,4%).

A livello provinciale, le emissioni di CO2 ammontano a complessive 801.000 t. Si ottiene una quantità di emissioni CO2 pro capite di circa 2,8 t/ab.

Obiettivi e/o soglie fissati dalla normativa Sottoscrivendo il Protocollo di Kyoto l’Italia si è impegnata a ridurre le emissioni nazionali complessive di anidride carbonica nel periodo 2008-2012 del 6,5% rispetto al 1990.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano energetico ambientale regionale, 2009 Provincia di Benevento, Piano energetico ambientale, 2005

Emissioni di CO2 totali (Pressione, anno 2005) Regione Campania

Quantità di emissioni di CO2 in un anno 14.828.000 t

Quantità di emissioni di CO2 pro capite in un anno 2,6 t/ab

Emissioni di CO2 per tipologia di fonte (Pressione, anno 2005) Regione Campania Percentuale di emissioni da prodotti petroliferi 77,6 % Percentuale di emissioni da gas naturale 20,0 % Percentuale di emissioni da combustibili solidi 2,2 % Percentuale di emissioni da energie rinnovabili 0,2 %

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Emissioni di CO2 per settori (Pressione, anno 2005) Regione Campania Percentuale di emissioni per il settore agricolo 3,7 % Percentuale di emissioni per il settore industriale 20,1 % Percentuale di emissioni per il settore energia 9,7 % Percentuale di emissioni per il settore civile 8,1 % Percentuale di emissioni per il settore dei trasporti 58,4 %

Emissioni di CO2 totali (Pressione, anno 2001) Provincia di Benevento

Quantità di emissioni di CO2 in un anno 801.000 t

Quantità di emissioni di CO2 pro capite in un anno 2,8 t/ab

Emissioni di CO2 per tipologia di fonte (Pressione, anno 2001) Provincia di Benevento Percentuale di emissioni da prodotti petroliferi 55,3 % Percentuale di emissioni da gas naturale 22,6 % Percentuale di emissioni da vettore energia elettrica 22,1 %

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4.1.8 Idrosfera

La componente ambientale “acqua” è stata affrontata con riferimento alle risorse idriche superficiali ed a quelle sotterranee. Per entrambe ne sono stati evidenziati sia parametri di tipo fisco (portate, consumi, prelievi, ecc.) che chimico, cioè legati alla presenza di inquinanti. Le tematiche esaminate sono le seguenti: . risorse idriche superficiali; . risorse idriche sotterranee; . consumi idrici; . collettamento delle acque reflue; . sversamenti di inquinanti nei corpi idrici superficiali; . qualità delle acque superficiali; . qualità delle acque sotterranee. Per quanto concerne, in particolare, la qualità delle risorse idriche (superficiali e sotterranee) risultano indispensabili i dati forniti periodicamente dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Campania (ARPAC), che attualmente coprono l’intervallo temporale 2001- 2007.

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Scheda 4.23 – Risorse idriche superficiali

Questa tematica si riferisce alle caratteristiche del bacino idrologico superficiale del fiume Tammaro e del bacino idrologico superficiale del fiume Fortore, che ricadono, in parte, nel territorio del comune di Colle Sannita. In particolare, il fiume Tammaro appartiene alla categoria dei Corpi Idrici Significativi (CIS), così come classificati dalla Regione Campania. Per i due bacini idrologici si considerano, in questa sede, gli afflussi meteorici ed i relativi deflussi. È possibile, quindi, confrontare i dati di deflusso registrati da specifiche stazioni di monitoraggio con quelli ottenibili a partire dai dati delle precipitazioni, ricavando il bilancio idrologico medio annuo del bacino, che risulta essere positivo in entrambi i casi. I dati ottenuti sono anche correlati alla temperatura media annua del bacino, nonché alla sua pendenza media ed estensione. Nel territorio di Colle Sannita è anche localizzato il lago di Decorata (2,29 ha).

Fonte dei dati Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006 Regione Campania-ARPAC, Acqua: il monitoraggio in Campania 2002-2006

Bilancio idrologico superficiale del bacino (Stato, anni 2002-2006) Fiume Tammaro Superficie del bacino 672,8 km2 Pendenza media del bacino 6,09 % Quota media del bacino 594,2 m s.l.m. Temperatura media annua 12,5 °C Afflusso meteorico medio annuo 960,2 mm Deflusso medio annuo 459,0 mm Bilancio idrologico superficiale medio annuo + 501,2 mm

Bilancio idrologico superficiale del bacino (Stato, anni 2002-2006) Fiume Fortore Superficie del bacino 243,8 km2 Pendenza media del bacino 7,90 % Quota media del bacino 621,9 m s.l.m. Temperatura media annua 11,9 °C Afflusso meteorico medio annuo 835,9 mm Deflusso medio annuo 366,3 mm Bilancio idrologico superficiale medio annuo + 469,6 mm

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Scheda 4.24 – Risorse idriche sotterranee

La tematica si riferisce alle caratteristiche dei Corpi Idrici Sotterranei Significativi (CISS) così come classificati dalla Regione Campania, nonché alle sorgenti, ai pozzi ed agli inghiottitoi presenti sul territorio comunale. Relativamente al territorio della provincia di Benevento sono stati individuati i seguenti Corpi Idrici Sotterranei Significativi (CISS): . Bassa Valle del Calore (province di AV e BN), di tipo alluvionale; . Piana di Benevento (provincia di BN), di tipo alluvionale; . Monte Moschiaturo (province di BN e CB), di tipo carbonatico; . Monte Camposauro (provincia di BN), di tipo carbonatico; . Monte Taburno (provincia di BN), di tipo carbonatico; . Piana dell’Isclero (province di BN e AV), di tipo alluvionale; . Monti Tifatini (province di BN e CE), di tipo carbonatico; . Monti di (provincia di BN e CE), di tipo carbonatico; . Monti di Avella-Partenio-Pizzo d’Alvano (province di AV, BN, CE e NA), di tipo carbonatico. In genere, per ciascun acquifero è importante conoscere il bilancio idrologico, cioè la differenza tra le entrate e le uscite d’acqua nel corpo idrico sotterraneo. La maggior parte degli acquiferi presenta un bilancio idrologico positivo ad eccezione dei Monti Tifatini (che interessano però in parte la provincia di Benevento) e della Piana di Benevento. In ogni caso, nessuno dei corpi idrici sotterranei di cui sopra riguarda, in tutto o in parte, il territorio del comune di Colle Sannita. Allo stesso modo non si registra la presenza di alcuna sorgente o gruppo sorgivo, pozzi o campi di pozzi, e di inghiottii.

Fonte delle informazioni Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006

Tipologie di risorse idriche sotterranee (Stato, anno 2005) Numero di Corpi Idrici Sotterranei Significativi (CISS) 0 Numero di sorgenti e gruppi sorgivi 0 Numero di pozzi e campi di pozzi 0 Numero di inghiottitoi 0

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Scheda 4.25 – Consumi idrici

La tematica si riferisce ai consumi idrici annui da parte della popolazione residente attraverso la quantità di acqua immessa nella rete di distribuzione. Inoltre, il consumo idrico pro capite consente anche di valutare le abitudini della popolazione in rapporto alla risorsa idrica. Il comune di Colle Sannita è servito dall’acquedotto ERIM. Il volume annuo mediamente immesso in rete è pari a 333.800 m3, con un consumo annuo pro capite di 109,9 m3/ab. La quota di abitanti servita dalla rete idrica è pari al 100% della popolazione complessiva del comune, superiore alla media nazionale del 96%.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006

Sistema di adduzione (Pressione, risposta, anno 2001) Volume di acqua prodotta in un anno 0 m3 Volume di acqua acquistata in un anno 253.867 m3 Volume di acqua immessa nella rete di distribuzione in un anno 333.800 m3 Volume di acqua consumata pro capite in un anno 109.9 m3/ab Copertura del servizio di adduzione 100%

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Scheda 4.26 – Collettamento delle acque reflue

La tematica si riferisce al sistema di raccolta dei reflui considerando, soprattutto, la percentuale di abitanti serviti dalla rete fognaria che, nel territorio comunale di Colle Sannita, è pari al 78% della popolazione complessiva. A questo proposito bisogna considerare che la presenza o meno della rete fognaria, ed il suo grado di copertura espresso in percentuale, indicano il grado di conformità del sistema ai requisiti di legge. È ritenuto conforme, l’agglomerato provvisto di rete fognaria e con grado di copertura uguale o superiore al 90%; parzialmente conforme, l’agglomerato provvisto di rete fognaria, ma con grado di copertura inferiore al 90%; conforme con riserva, l’agglomerato in cui è presente la rete fognaria, ma con grado di copertura non definito; non conforme, l’agglomerato non provvisto di rete fognaria. Per quanto concerne il sistema depurativo il comune di Colle Sannita non è dotato di depuratore comunale. I corpi idrici recettori dei volumi scaricati sono rappresentati dai torrenti Torti, Reinello e Castagna.

Obiettivi fissati dalla normativa IL D.Lgs. 152/1999 e s.m.i., che definisce la disciplina generale per la tutela delle acque, fissa gli obiettivi principali da conseguire attraverso l’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione degli scarichi idrici nell’ambito del servizio idrico integrato, come previsto dalla Legge 5 gennaio 1994, n. 36, “Disposizioni in materia di risorse idriche”.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006

Rete fognaria (Risposta, anno 2001) Volumi annui scaricati nella fognatura 50.000 m3 Copertura della rete fognaria 78,0 %

Depuratori (Risposta, anno 2001) Numero di depuratori 0 Volumi annui scaricati negli impianti di depurazione 0 m3 Coefficiente di depurazione 0,0 %

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Scheda 4.27 – Sversamenti di inquinanti nei corpi idrici superficiali

Un elemento per la valutazione delle pressioni esercitate sulle risorse idriche fa riferimento alle concentrazioni di alcuni elementi, quali BOD5 (Domanda Biochimica di Ossigeno), azoto (N) e fosforo (P). Ebbene, il Piano di tutela delle acque della Regione Campania, ha provveduto a stimare i carichi “generati” e “sversati” per tutte le componenti antropiche che concorrono ad alterare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali (demografia, industria, agricoltura e zootecnia). Non è stato possibile, invece, stimare gli impatti sulle acque sotterranee. In particolare, si riportano i dati dei carichi sversati per l’intero territorio comunale da cui emerge che il carico maggiore è quello relativo al BOD5. Per quanto concerne la suddivisione per settori di attività si può osservare che la pressione demografica costituisce l’unica causa per il fosforo, mentre il carico sversato di azoto e di BOD5 è dovuto principalmente all’agricoltura ed alla zootecnia.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.Lgs. 152/1999 fa riferimento ai carichi inquinanti apportati dai corsi d’acqua, fissando all’Allegato 5 i limiti di emissione dei diversi inquinanti per gli scarichi nei corpi d’acqua superficiali e sul suolo.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano di tutela delle acque, 2006

Carichi sversati nei corpi idrici superficiali (Pressione, anno 2001)

Carico di BOD5 sversato annuo 328.869 kg Carico di azoto (N) sversato annuo 94.580 kg Carico di fosforo (P) sversato annuo 2.048 kg

Carichi sversati nei corpi idrici superficiali per settori (Pressione, anno 2001)

Carico di BOD5 sversato dovuto alla pressione demografica 66.926 kg

Carico di BOD5 sversato dovuto all’industria 39.646 kg

Carico di BOD5 sversato dovuto ad agricoltura e zootecnia 222.297 kg Carico di azoto (N) sversato dovuto alla pressione demografica 13.752 kg Carico di azoto (N) sversato dovuto all’industria 708 kg Carico di azoto (N) sversato dovuto ad agricoltura e zootecnia 80.120 kg Carico di fosforo (P) sversato dovuto alla pressione demografica 2.048 kg Carico di fosforo (P) sversato dovuto all’industria 0 kg Carico di fosforo (P) sversato dovuto ad agricoltura e zootecnia 0 kg

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Scheda 4.28 – Qualità delle acque superficiali

Per la valutazione della qualità delle acque superficiali ci si riferisce alla suddivisione in classi chimiche secondo le disposizioni del D.Lgs. 152/1999. In particolare, il livello di qualità dell’acqua nei fiumi e nei principali affluenti viene, di solito, analizzato utilizzando i seguenti indicatori ed indici: . Indicatore di qualità fisico-chimica e microbiologica valutata mediante sette parametri

macrodescrittori: O2 (ossigeno disciolto), BOD5 (domanda biochimica di ossigeno), COD

(domanda chimica di ossigeno), N-NH4+ (azoto ammoniacale), N-NO3- (azoto nitrico), P Totale (fosforo totale) e Coliformi fecali. Il cosiddetto Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) si ottiene sommando i punteggi ottenuti dai sette precedenti parametri chimici e microbiologici e considerando il 75° percentile della serie delle misure. Il risultato viene, quindi, fatto rientrare in una scala con livelli di qualità decrescente da 1 a 5, dove:  Livello 1 = ottimo;  Livello 2 = buono;  Livello 3 = sufficiente;  Livello 4 = scarso;  Livello 5 = pessimo. . Indicatore di qualità biologica (in realtà è esso stesso già un indice) analizzato mediante la qualità biotica, usando i valori rilevati dalla mappatura dei corsi d’acqua e condotto con il metodo dell’Indice Biotico Esteso (IBE); esso utilizza lo stato delle popolazioni dei macroinvertebrati bentonici come indicatore indiretto del livello d’inquinamento. In particolare, l’indice IBE classifica la qualità di un corso d’acqua su di una scala che va da 12 (qualità ottimale) a 0 (massimo degrado). Per comodità, i punteggi espressi su questa scala vengono raggruppati in una scala con livelli di qualità decrescente da 1 a 5, dove:  Classe 1 = ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile;  Classe 2 = ambiente con modesti sintomi di inquinamento o di alterazione;  Classe 3 = ambiente molto inquinato o comunque alterato;  Classe 4 = ambiente molto inquinato o comunque molto alterato;  Classe 5 = ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato. . Indice sintetico dello stato ecologico, espressione della qualità, della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali, ottenuto dalla sovrapposizione dei due indicatori precedenti ed individuato dal peggiore. In sostanza, per definire il cosiddetto Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) si confronta il risultato del LIM con quello dell’IBE ed il valore peggiore determina la classe di appartenenza (da 1 a 5), dove:  Classe 1 = ottimo;  Classe 2 = buono;  Classe 3 = sufficiente;  Classe 4 = scarso;  Classe 5 = pessimo. . Indice sintetico dello stato ambientale, che si ottiene incrociando i valori conseguiti per il SECA con i dati relativi alla presenza di microinquinanti (sia organici che metalli pesanti), considerando il peggiore dei due risultati per l’attribuzione della classe di qualità. In

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questo modo si ottiene lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA), espresso secondo i seguenti giudizi:  Elevato;  Buono;  Sufficiente;  Scadente;  Pessimo. Il territorio di Colle Sannita è interessato lungo il suo confine meridionale dal Fiume Tammaro. Questo costituisce un corso d’acqua che nasce in Molise ed attraversa, per la quasi totalità del suo corso, la provincia di Benevento. Esso corre lungo i versanti orientali del massiccio del Matese, su substrati prevalentemente dolomitici, alimentandosi delle acque di diversi affluenti, dei quali il più importante è il torrente Tammarecchia. Nel tratto superiore, in corrispondenza dell’abitato di Campolattaro (BN), il suo corso è interrotto da una diga. Il fiume è monitorato da monte a valle con tre stazioni. Il monitoraggio chimico-fisico evidenzia un’alterazione ambientale nel passaggio da monte a valle, confermata anche dalle analisi sulla qualità biologica delle acque che mostra una caduta verticale in termini di varietà delle popolazioni. Un punto critico è costituito, senza dubbio, dalla diga di Campolattaro, a valle della quale l’acqua si presenta moderatamente torbida e con schiume in superficie, ambiente idoneo alla sopravvivenza di poche Unità Sistematiche tolleranti. Poco efficace risulta l’apporto della buona qualità delle acque del torrente Tammarecchia, anch’esso monitorato, anche per la portata ridotta. L’IBE, come il LIM, precipita ancora più a valle, avvicinandosi alla città di Benevento, dove le alterazioni dell’ecosistema si fanno via via più evidenti. In prossimità della zona industriale di (BN), dove è posizionata la terza stazione di monitoraggio, l’acqua si presenta torbida e l’ecosistema fluviale versa in un pessimo stato di conservazione. L’odore di reflui veicolati dall’acqua è forte e risultano visibili gli effetti dell’inquinamento. Si riportano di seguito i valori del LIM, dell’IBE, SECA e del SACA (riferiti alle rilevazioni più recenti, cioè all’anno 2006); dalla lettura dei dati e dei grafici ottenuti emerge che il SECA ricade nella classe 3 (“sufficiente”) ed il SACA è “sufficiente”. I trend del LIM e dell’IBE sono pressoché costanti. Si deve, altresì, notare che gli ultimi dati disponibili, cioè quelli relativi all’anno 2007, evidenziano un peggioramento del LIM nella stazione di Campolattaro (da Livello 2 a Livello 3) ed un miglioramento nella stazione di Benevento (da Livello 3 a Livello 2). Non si dispone, invece, di dati più aggiornati relativamente all’IBE e, di conseguenza, del SECA e del SACA.

Obiettivi fissati dalla normativa Per quanto concerne il LIM, l’IBE ed il SECA, il D.Lgs. 152/1999 fissava che entro il 2016 ogni corso d’acqua superficiale, e tratto di esso, avrebbe dovuto raggiungere per ciascun indicatore/indice almeno il livello/classe di qualità 2 ed entro il 2008 almeno il livello/classe 3. Di conseguenza ne derivavano i giudizi del SACA. Tale Decreto è stato abrogato dapprima dal D.Lgs. 152/2006 e successivamente dal D.Lgs. 4/2008. Il perdurante impiego del calcolo di LIM, IBE, SECA e SACA secondo la vecchia procedura (così come sta facendo l’ISPRA e l’ARPAC) è conseguenza di difficoltà interpretative ed operative della nuova normativa.

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Fonte dei dati ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2006 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2007 Regione Campania-ARPAC, Acqua: il monitoraggio in Campania 2002-2006

Inquinamento da macrodescrittori (LIM) (Stato, anno 2006) Fiume Tammaro Livello di qualità del LIM in località Morcone (stazione di rilevamento Ta1) 2 Livello di qualità del LIM in località Campolattaro (stazione di rilevamento 3 Ta2) Livello di qualità del LIM in località Benevento (stazione di rilevamento Ta3) 3

Indice Biotico Esteso (IBE) (Stato, anno 2006) Fiume Tammaro Classe di qualità dell’IBE in località Morcone (stazione di rilevamento Ta1) 2 Classe di qualità dell’IBE in località Campolattaro (stazione di rilevamento 2 Ta2) Classe di qualità dell’IBE in località Benevento (stazione di rilevamento Ta3) 3

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Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) (Stato, anno 2006) Fiume Tammaro Classe di qualità del SECA in località Morcone (stazione di rilevamento Ta1) 2 Classe di qualità del SECA in località Campolattaro (stazione di rilevamento 3 Ta2) Classe di qualità del SECA in località Benevento (stazione di rilevamento 3 Ta3)

Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) (Stato, anno 2006) Fiume Tammaro Giudizio di qualità del SACA in località Morcone (stazione di rilevamento Ta1) buono Giudizio di qualità del SACA in località Campolattaro (stazione di rilevamento sufficiente Ta2) Giudizio di qualità del SACA in località Benevento (stazione di rilevamento sufficiente Ta3)

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Scheda 4.29 – Qualità delle acque sotterranee

Così come per le acque superficiali, anche per la valutazione della qualità delle acque sotterranee ci si riferisce ad una suddivisione in classi chimiche secondo le disposizioni del D.Lgs. 152/1999. Più precisamente, si determina uno Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) che costituisce un indice sintetico per la classificazione della qualità delle acque delle sorgenti e dei pozzi. Le acque sotterranee sono classificate mediante il sistema parametrico a classi di qualità con valori di soglia descritto nell’Allegato 1 del Decreto stesso. Il metodo porta alla determinazione dello “stato chimico” che viene successivamente combinato lo “stato quantitativo”, per definire univocamente lo “stato ambientale” delle acque sotterranee. In particolare, lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SCAS) viene espresso secondo la seguente scala:  Classe 1 = pregiate caratteristiche idrochimiche;  Classe 2 = buone caratteristiche idrochimiche;  Classe 3 = generalmente buone caratteristiche idrochimiche (segnali di compromissione);  Classe 4 = scadenti caratteristiche idrochimiche;  Classe 0 = particolari caratteristiche idrochimiche. La classe O può essere anche combinata alla classe 4, ottenendo una classe 4-0 (stato scadente-particolare). Lo stato quantitativo fa riferimento alla seguente scala:  Classe A = impatto antropico nullo o trascurabile, con condizioni di equilibrio idrogeologico; le estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo.  Classe B = impatto antropico ridotto, con moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia si produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa e sostenibile sul lungo periodo.  Classe C = impatto antropico significativo, con notevole incidenza dell’uso sulla disponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali.  Classe D = impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica. Lo stato ambientale complessivo è il risultato dell’analisi congiunta dello stato chimico e dello stato quantitativo. Per definire lo stato ambientale si confronta il risultato dello stato chimico con quello quantitativo e la classe peggiore ne definisce la classe di appartenenza. In questo modo, si ottiene un indice sintetico espresso in una scala con classi di qualità decrescente:  Classe 1 = elevata;  Classe 2 = buona;  Classe 3 = sufficiente;  Classe 4 = scadente.  Classe 0 = particolare. Anche in questo caso la classe O può essere combinata alla classe 4, ottenendo una classe 4-0 (stato scadente-particolare).

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In provincia di Benevento vengono monitorati i seguenti corpi idrici sotterranei: . Piana di Benevento; . Monte Moschiaturo; . Monti del Matese; . Monte Camposauro; . Monte Taburno; . Piana dell’Isclero; . Monti di Durazzano. Per ciascun corpo idrico sotterraneo sono disponibili i dati relativi sia a parametri idrologici e meteoclimatici che le classi relative allo stato chimico, quantitativo ed ambientale. In ogni caso, così come è stato già evidenziato nella Scheda 4.24, nessuno dei corpi idrici sotterranei di cui sopra riguarda, in tutto o in parte, il territorio del comune di Colle Sannita, non caratterizzato, peraltro, da alcun acquifero.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.Lgs. 152/1999 fissava, sia per lo stato chimico che per quello quantitativo delle acque sotterranee, che entro il 2016 si sarebbe dovuto raggiungere almeno la classe di qualità 2 ed entro il 2008 almeno la classe 3. Tale Decreto è stato abrogato dapprima dal D.Lgs. 152/2006 e successivamente dal D.Lgs. 4/2008. Il perdurante impiego dell’indice SCAS secondo la vecchia procedura (così come sta facendo l’ISPRA e l’ARPAC) è conseguenza di difficoltà interpretative ed operative della nuova normativa.

Fonte dei dati ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2006 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2007 Regione Campania-ARPAC, Acqua: il monitoraggio in Campania 2002-2006

Monitoraggio delle acqua sotterranee (Stato, anni 2002-2006) Numero di corpi idrici sotterranei monitorati 0

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4.1.9 Biosfera

La presente tematica intende evidenziare la presenza/assenza sul territorio comunale di aree naturali protette o, comunque, di tutela ambientale, correlandone alla presenza di specie ed habitat significativi. Le informazioni disponibili sono stati suddivisi nelle seguenti categorie: . aree naturali protette e/o di tutela ambientale; . boschi e foreste; . biodiversità. Si deve, comunque, evidenziare che il comune di Colle Sannita non è interessato da parchi, riserve naturali o Zone di Protezione Speciali (ZPS), mentre è presente un Sito di Interesse Comunitario (SIC).

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Scheda 4.30 – Aree naturali protette e/o di tutela ambientale

La tematica fa riferimento alle diverse tipologie di area naturale protetta presenti sul territorio comunale. Si può evidenziare che Colle Sannita non è interessato da parchi o riserve naturali, nonché da Zone di Protezione Speciale (ZPS). Sono presenti, invece, il Sito di Importanza Comunitario (SIC) denominato “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore” ed il “corridoio ecologico regionale secondario del Tammaro”, così come individuato dalla Proposta di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). In particolare, la superficie del SIC compresa nel territorio comunale è pari a 105,45 ha (come somma di due sub-aree) e rappresenta il 2,85 % della superficie territoriale.

Obiettivi fissati dalla normativa Le aree protette (parchi e riserve, nazionali e regionali) sono definite dalla Legge Quadro 394/1991 e vengono istituite allo scopo di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale nazionale. Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) sono state introdotte dalla Direttiva 79/409/CEE, recepita in Italia con la Legge Quadro 157/1992, che si prefigge la protezione e la gestione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo e ne disciplina il loro sfruttamento. I Siti di Interesse Comunitario (SIC) sono stati introdotti dalla Direttiva 92/43/CEE che ha come obiettivo la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché dalle Decisioni della Commissione UE del 22/12/2003 e del 07/12/2204, relative agli habitat delle regioni biogeografiche alpina e continentale, recepite rispettivamente dal D.M. 25/03/2004 e dal D.M. 25/03/2005.

Fonte dei dati Piano Urbanistico Comunale, Analisi territoriale, 2012 Provincia di Benevento, Proposta di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 2010

Aree naturali protette e/o tutelate (Risposta, anno 2012) Numero di parchi naturali e riserve presenti sul territorio comunale 0 Numero di SIC presenti sul territorio comunale 1 Numero di ZPS presenti sul territorio comunale 0 Numero di corridoi ecologici presenti sul territorio comunale 1 Superficie del SIC compresa nel territorio comunale 105,45 ha Percentuale della superficie del SIC compresa nel territorio comunale rispetto 2,85% alla superficie territoriale comunale

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Scheda 4.31 – Boschi e foreste

Questa tematica intende evidenziare l’estensione della porzione di territorio occupata da boschi e/o foreste. La superficie boschiva compresa nel territorio del comune di Colle Sannita è pari a 1.009,97 ha, e costituisce il 27,3% della superficie territoriale comunale. Le tipologie di bosco più diffuse sono quelle di cerro e ripariali.

Obiettivi della normativa La legge quadro di riferimento in materia forestale è il testo unico sul vincolo idrogeologico, legge forestale n. 3267 del 1923. La normativa forestale della Campania consiste nella L.R. 11/1996 e nella L.R. 14/2006, che prevedono specifici strumenti di pianificazione forestale.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano Forestale Generale 2009-2013

Superficie boschiva (Stato, anno 2010) Superficie boschiva 1.009,97 ha Percentuale della superficie boschiva rispetto alla superficie territoriale 27,3 % comunale

Tipologia dei boschi (Stato, anno 2010) Alneti ripariali 1,96 ha Area di vegetazione arborea e arbustiva in evoluzione 3,05 ha Boschi di cerro 938,94 ha Boschi di cerro e roverella 0,01 ha Boschi di pino 5,44 ha Boschi di pino d’aleppo con cipresso 5,24 ha Boschi misti di conifere e latifoglie 8,81 ha Boschi ripariali 46,52 ha

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Scheda 4.32 – Biodiversità

La presente sezione si riferisce alla descrizione dello stato della biodiversità presente nel territorio comunale, sia con riferimento alle diverse specie presenti che al loro livello di minaccia. A questo scopo è possibile, innanzitutto, fare riferimento alle informazioni ottenute con il progetto Bioitaly (Rete Natura 2000), in quanto le informazioni contenute nel database del progetto individuano non solo la presenza di taluni habitat e specie, ma anche il loro livello di minaccia. In particolare, valgono le seguenti definizioni: . Habitat naturali di interesse comunitario: gli habitat che nel territorio degli Stati della Comunità Europea: a) rischiano di scomparire nella loro area di ripartizione naturale; oppure, b) hanno un’area di ripartizione naturale a seguito della loro regressione o per il fatto che la loro area è intrinsecamente ristretta; oppure, c) costituiscono esempi notevoli di caratteristiche tipiche di una o più delle cinque regioni biogeografiche seguenti: alpina, atlantica, continentale, macaronesica e mediterranea. . Specie di interesse comunitario: le specie che nel territorio degli Stati della Comunità Europea: a) sono in pericolo, tranne quelle la cui area di ripartizione naturale si estende in modo marginale su tale territorio e che non sono in pericolo né vulnerabili nell’area del paleartico occidentale; oppure, b) sono vulnerabili, vale a dire che il loro passaggio nella categoria delle specie in pericolo è ritenuto probabile in un prossimo futuro, qualora persistono i fattori alla base di tale rischio; oppure, c) sono rare, vale a dire che le popolazioni sono di piccole dimensioni e che, pur non essendo attualmente in pericolo o vulnerabili, rischiano di diventarlo; oppure, d) sono endemiche e richiedono particolare attenzione, data la specificità del loro habitat e/o le incidenze potenziali sul loro stato di conservazione. Così come già evidenziato nella Scheda 4.30, il territorio comunale di Colle Sannita è interessato dal Sito di Importanza Comunitario (SIC) “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”, di cui si riportano le principali informazioni relative alla diversità di habitat e specie. Inoltre, si può fare anche riferimento alle informazioni relative alle presenze faunistiche contenute rilevate dal Piano faunistico-venatorio provinciale, che ha preso in esame 12 specie significative esaminandone le classi di presenza (nulla, scarsa, buona, elevata) all’interno dei diversi territori comunali. Per Colle Sannita si riscontra una “elevata” presenza della volpe, nonché una “buona” presenza del fagiano e della lepre.

Obiettivi fissati dalla normativa Per quanto concerne la normativa italiana bisogna far riferimento alla Legge 157/1999, “Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”. A livello internazionale i riferimenti sono la Direttiva 79/409/CEE, la Direttiva 92/43/CEE, la Convenzione di Berna e la Convenzione di Bonn.

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Fonte dei dati Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), Natura 2000 Formulario Standard, 2004 Provincia di Benevento, Piano faunistico-venatorio provinciale 2007-2011

Diversità di habitat e specie (Stato, anno 2004) SIC “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore” (100% provincia BN) Numero totale di habitat 6 Numero di habitat di interesse comunitario 3 Numero di specie di uccelli di interesse comunitario 5 Numero di specie di mammiferi di interesse comunitario 4 Numero di specie di anfibi e rettili di interesse comunitario 2 Numero di specie di pesci di interesse comunitario 1 Numero di specie di invertebrati di interesse comunitario 1 Numero di specie vegetali di interesse comunitario 0

Specie faunistiche (Stato, anno 2007) Classe di presenza del fagiano buona Classe di presenza della starna scarsa Classe di presenza della coturnice scarsa Classe di presenza della lepre buona Classe di presenza del cinghiale scarsa Classe di presenza della volpe elevata Classe di presenza del lupo non rilevata Classe di presenza dei corvidi non rilevata Classe di presenza dei rapaci diurni scarsa Classe di presenza dei rapaci notturni scarsa Classe di presenza della nutria scarsa Classe di presenza dei mustelidi non rilevata

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4.1.10 Geosfera

Si tratta di una tematica molto ampia che intende analizzare le diverse caratteristiche territoriali tenendo conto dell’uso sostenibile (o insostenibile) del suolo. In particolare, sono state esaminati i seguenti tematismi: . territorio comunale; . aree di interesse paesaggistico ed ambientale; . consumo di suolo; . cave ed attività estrattive; . discariche; . siti inquinati. Di particolare importanza risulta essere, oggi, la questione legata al “consumo di suolo” che costituisce uno degli obiettivi della pianificazione territoriale ed urbanistica al livello regionale. Infatti, lo stesso Piano Territoriale Regionale (PTR) evidenzia che l’obiettivo dello sviluppo sostenibile del territorio deve essere sorretto “dal più basso consumo di suolo perseguibile”, valorizzando le reti e le connessioni ecologiche, e ponendo attenzione allo sviluppo del territorio extra-urbano ed all’ampliamento delle reti infrastrutturali.

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Scheda 4.33 – Territorio comunale

La Superficie Territoriale (ST) di Colle Sannita è pari a 36,99 km2 e rappresenta il 1,8% della ST della provincia di Benevento (pari a 2.071,2 km2). Si può considerare che la provincia di Benevento conta 78 comuni e, quindi, la ST media è pari a 26,55 km2. La densità abitativa del comune è pari a 82 ab/km2 rispetto alla media provinciale di 139 ab/km2 ed a quella regionale di 420 ab/km2. Il territorio comunale è caratterizzato da una altezza minima di 478 m s.l.m., mentre raggiunge una altezza massima di 869 m s.l.m.

Fonte dei dati ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2001 ISTAT, Atlante statistico dei comuni 2009

Estensione territoriale (Determinante, anno 2001) Superficie Territoriale (ST) 36,99 km2 Densità abitativa 82 ab/km2 Quota minima del territorio comunale 255 m s.l.m. Quota del Municipio 769 m s.l.m. Quota massima del territorio comunale 869 m s.l.m. Superficie montana 36,99 km2

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Scheda 4.34 – Aree di interesse paesaggistico ed ambientale

Per quanto concerne le aree di interesse naturalistico ed ambientale, come si è già evidenziato nella Scheda 4.30, il territorio di Colle Sannita è interessato da un Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Relativamente ai fiumi, torrenti e corsi d’acqua si ottiene una superficie tutelata interna ai confini comunali pari a 495,15 ha. Inoltre, il territorio comunale è interessato da “vincolo idrogeologico” (R.D. 3267 del 30 dicembre 1923); l’area perimetrata a vincolo idrogeologico è pari a 1.588,45 ha (il 42,9% della ST).

Fonte dei dati Piano Urbanistico Comunale, Analisi territoriale, 2012

Superficie vincolata (Risposta, anno 2012) Superficie a vincolo idrogeologico 1.588,35 ha Superficie fluviale tutelata 495,17 ha Percentuale della superficie a vincolo idrogeologico rispetto alla superficie 42,9 % territoriale Percentuale della superficie fluviale tutelata rispetto alla superficie territoriale 13,5 %

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Scheda 4.35 – Consumo di suolo

La tematica in esame costituisce uno degli obiettivi della pianificazione territoriale ed urbanistica regionale. Infatti, l’art. 2 della L.R. Campania 16/2004 sul “Governo del territorio”, fa esplicito riferimento all’obiettivo della promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo, come riferimento della pianificazione territoriale ed urbanistica. D’altra parte, una delle principali questioni è relativa alla trasformazione da un uso “naturale” (quali foreste ed aree umide) ad un uso “semi-naturale” (quali coltivi) o “artificiale” (quali edilizia, industria, infrastrutture) del territorio. Tali transizioni, oltre a determinare la perdita, nella maggior parte dei casi permanente ed irreversibile, di suolo fertile, causano ulteriori impatti negativi, quali la frammentazione del territorio, la riduzione della biodiversità, le alterazioni del ciclo idrogeologico e le modificazioni microclimatiche. Inoltre, la crescita delle aree urbane e delle relative infrastrutture determinano un aumento del fabbisogno di trasporto e del consumo di energia, con conseguente aumento dell’inquinamento acustico, delle emissioni di inquinanti atmosferici e di gas serra. In questa prospettiva, risulta utile confrontare l’uso del suolo allo status quo (cioè in assenza di piano) con quello relativo alle scelte di pianificazione, evidenziandone l’eventuale consumo, tenendo della presenza di aree già urbanizzate. Per il comune di Colle Sannita, ad oggi, si riscontra una superficie urbanizzata pari a 142,91 ha, che corrisponde al 3,87% della superficie territoriale comunale.

Fonte dei dati Piano Urbanistico Comunale, Analisi territoriale, 2012

Aree naturali ed artificializzate (Stato, pressione, anno 2012) Superficie delle aree naturali 3.550,12 ha Superfici delle aree urbanizzate 142,91 ha Percentuale delle aree naturali rispetto alla superficie territoriale comunale 96,13 % Percentuale delle aree urbanizzate rispetto alla superficie territoriale comunale 3,87 %

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Scheda 4.36 – Cave ed attività estrattive

Le attività di estrazione di minerali di seconda categoria (cave) rappresentano un importante settore economico ma, allo stesso tempo, causano degrado ambientale sia relativamente alle operazioni di estrazione del materiale che della destinazione d’uso delle cave abbandonate. In questa prospettiva, acquista un rilievo crescente l’istituto del recupero ambientale delle cave da effettuarsi anche contestualmente all’attività di cava. La Regione Campania ha proceduto all’elaborazione di un Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) da cui è possibile evincere una serie di dati relativi all’attività estrattiva regionale. In particolare, le cave presenti sul territorio della provincia di Benevento sono complessivamente 277, rispetto ad un totale regionale di 1.532 cave. La media annuale di materiale estratto è pari a 1.929.607 t (anno di riferimento 2003), con un’incidenza maggiore di calcari (43,8%) e argilla (32,9%). Dal punto di vista dell’impatto ambientale si deve considerare che il PRAE ha individuato quattro tipologie di aree: “aree di crisi” (AC), “zone critiche” (ZCR), “zone altamente critiche” (ZAC) ed “aree di particolare attenzione ambientale” (APA). Le “aree di crisi” sono quelle oggetto di intensa e non sempre organica attività, dove vi è particolare concentrazione di cave attive e non attive in aree delimitate, con estesa modifica del territorio, dove l’impatto ambientale è medio/alto, con presenza di vincoli e vicinanza di centri storici importanti. Le “zone critiche” sono localizzate all’interno di alcune aree di crisi dove l’impatto sul territorio è ad elevato rischio di dissesto morfologico. Le “zone altamente critiche” sono quattro e sono state estrapolate dalle zone critiche (laddove il notevole impatto è aggravato dalla contiguità o prossimità ad un centro abitato), di cui due ricadono nel territorio della provincia di Napoli, una in quello della provincia di Caserta ed uno in quello della provincia di Salerno. Le “aree di particolare attenzione ambientale” sono quelle altamente critiche dove il livello di impatto è considerato al di sopra la soglia di sostenibilità. Nel territorio della provincia di Benevento si contano sei aree di crisi, che comprendono 80 cave, ma nessuna zona critica o area di particolare attenzione ambientale. Nel comune di Colle Sannita sono state censite esclusivamente due cave abbandonate e, quindi, non sono presenti aree di crisi, zone critiche, né aree di particolare attenzione ambientale. Non si registrano sul territorio comunale (ma neppure provinciale), insediamenti estrattivi attivi di minerali di prima categoria (miniere). Inoltre, il comune di Colle Sannita non comprende nessuno degli otto siti minerali dismessi di estrazione di bauxite, minerali ceramici e combustibili fossili presenti nel territorio provinciale (con 40 siti totali presenti nella regione Campania).

Obiettivi fissati dalla normativa La pianificazione dell’attività estrattiva di cava è stata demandata alle Regioni ed alle Province mediante la redazione di piani regionali (o provinciali) dell’attività estrattiva. Tali piani, oltre a censire le cave in esercizio o dimesse, contengono prescrizioni circa l’individuazione e la delimitazione delle aree, dei fabbisogni, delle modalità di coltivazione, dei

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tempi di escavazione e dei piani di recupero da seguire nella progettazione dei singoli interventi, in relazione alle diverse situazioni ed alle caratteristiche morfologiche.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano Regionale delle Attività Estrattive, 2006 Piano Urbanistico Comunale, Analisi territoriale, 2012 MATTM-APAT, Censimento dei siti minerari abbandonati, 2006

Cave per condizione di attività (Pressione, anno 2006) Numero di cave autorizzate 0 Numero di cave chiuse 0 Numero di cave abbandonate 2 Superficie delle aree destinate a cava 0,00 ha

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Scheda 4.37 – Discariche

Per consentire lo smaltimento dei rifiuti in Campania, la Legge 123/2008 ha autorizzato la realizzazione di una serie di discariche (complessivamente nove) nelle cinque province campane (di cui due discariche nella provincia di Napoli). I siti individuati sono i seguenti: . Andretta (AV), località Pero Spaccone (Formicoso); . Savignano Irpino (AV), località Postarza; . Sant’Arcangelo Trimonte (BN), località Nocecchie; . Caserta, località Torrione (Cava Mastroianni); . Santa Maria La Fossa (CE), località Ferrandelle; . Napoli, località Chiaiano (Cava del Poligono – Cupa del cane); . Terzigno (NA), località Pozzelle e località Cava Vitiello; . Serre (SA), località Macchia Soprana; . Serre (SA), località Valle della Masseria. A queste deve aggiungersi quella di San Tammaro (CE) le cui operazioni di abbancamento sono iniziate nel luglio 2009. Relativamente al territorio di Colle Sannita si registra la presenza di una discarica chiusa che occupa una superficie di 3.600 mq.

Fonte dei dati Legge 14 luglio 2008, n. 123, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di protezione civile Regione Campania, Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani, 2012 Piano Urbanistico Comunale, Analisi territoriale, 2012

Discariche e superficie ad esse destinata (Pressione, anno 2012) Numero di discariche in esercizio 0 Numero di discariche dismesse 0 Numero di discariche chiuse 1 Superficie destinata a discarica (chiusa) 3.600 mq

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Scheda 4.38 – Siti inquinati

La presenza di siti inquinati compromette la possibilità di un uso sostenibile del territorio se non si procede ad una loro bonifica. Si tenga presente che i “siti inquinati” vengono definiti come quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane svolte o in corso, è stata accertata, sulla base della normativa vigente, un’alterazione puntuale delle caratteristiche naturali del suolo da parte di un qualsiasi agente inquinante. Tale contaminazione può riguardare il suolo, il sottosuolo, le acque superficiali o le acque sotterranee. I “siti inquinati di interesse nazionale” sono costituiti da quei siti contaminati che, in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, possono provocare un impatto rilevante sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali e ambientali. I Siti di Interesse Nazionale (SIN) sono individuati con decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, d’intesa con le Regioni interessate. Un “sito potenzialmente inquinato” è, invece, caratterizzato dal fatto che, a causa di specifiche attività antropiche, pregresse o in atto, sussiste la possibilità che nel suolo o nel sottosuolo, o nelle acque superficiali, o in quelle sotterranee, siano presenti sostanze contaminanti in concentrazioni tali da determinare un pericolo per la salute pubblica, o per l’ambiente naturale o costruito. Ebbene, nella provincia di Benevento sono stati censiti 10 siti contaminati (48 in Campania) di cui uno ubicato nel territorio comunale di Colle Sannita, nel sito denominato Area Pozzi Castel Pagano 1-2 che costituisce un’area industriale in attività. Esso non appartiene, però, ai Siti contaminati di Interesse Nazionale (SIN). Il sito, che presenta contaminazione delle matrici sottosuolo e acque, è stato inserito nel Piano Regionale di Bonifica della Campania che ne ha individuato la tipologia di bonifica ed il relativo costo, descritti al Capitolo 6 relativo ai “problemi ambientali” presenti nel territorio comunale (cfr. § 6.2). I gruppi contaminanti rilevanti sono idrocarburi del petrolio e inorganici. Infine, bisogna rilevare che è stato censito anche un sito potenzialmente inquinato denominato identificato come “discarica autorizzata comunale” in località Acqua Solfatara.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.M. 471/1999 e il D.Lgs. 4/2008 prevedono che le regioni istituiscano le anagrafi regionali dei siti da bonificare e adottino dei piani di bonifica delle aree contaminate. Il D.M. 471/1999 individua i valori di concentrazione limite accettabili.

Fonte dei dati ARPAC, Siti contaminati in Campania, 2008 Regione Campania-ARPAC, Piano Regionale di Bonifica dei siti inquinati della Regione Campania, 2005

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Siti inquinati per tipologia (Pressione, anno 2008) Numero di siti potenzialmente inquinati 1 Numero di siti inquinati 1 Numero di sito inquinati di interesse nazionale 0

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4.1.11 Paesaggio e patrimonio culturale

Per quanto concerne il paesaggio sono stati presi in esame i seguenti temi ambientali: . sistema paesaggistico; . patrimonio culturale. Si tratta di una scelta che prende come riferimento la Convenzione Europea del Paesaggio che evidenzia come il paesaggio deve essere inteso quale componente essenziale dell’ambiente di vita delle popolazioni e costituisce espressione della diversità del loro patrimonio comune culturale e naturale, nonché fondamento della loro identità.

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Scheda 4.39 – Sistema paesaggistico

Lo studio del sistema paesaggistico del territorio di Colle Sannita ha fatto riferimento tre tipologie di componenti secondo il seguente schema: . componenti naturalistiche ed ecologiche:  boschi e zone a rimboschimento;  sorgente;  corsi d’acqua e fasce ripariali;  lago di Decorata; . componenti paesistiche:  rilievi montani;  elementi di roccia affiorante;  elemento o aggregato visualmente emergente;  punto panoramico;  viabilità panoramica; . componenti di interesse storico-culturale:  tessuto di impianto antico e configurazione storica;  tessuto di impianto antico e configurazione recente;  edifici di interesse storico-architettonico;  edifici extraurbani di interesse storico-culturale;  transumanza;  tratturi. Quanto sopra evidenzia la stretta relazione tra componenti naturalistiche ed antropiche nella definizione del sistema paesaggistico di cui si riporta una cartografia di riferimento.

Fonte dei dati Piano Urbanistico Comunale, Analisi territoriale, 2012

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Componenti paesaggistiche (Stato, risposta, anno 2012) Numero di componenti caratterizzanti il sistema paesaggistico 3

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Scheda 4.40 – Patrimonio culturale

Il patrimonio storico-culturale della provincia di Benevento risulta essere di elevata importanza, anche se finora non sempre adeguatamente valorizzato e conosciuto nelle sue espressioni più diffuse e, in prevalenza, non compromesso da trasformazioni ed urbanizzazioni. Infatti, la maggior parte del territorio provinciale non è stata interessata dagli intensi fenomeni di urbanizzazione che nella seconda metà del secolo scorso hanno investito molte aree della regione Campania, producendo compromissioni del patrimonio storico e dei suoi rapporti con il contesto. Questo ha garantito la permanenza di un ricco e significativo complesso di testimonianze storiche, comprendente tipologie di beni relative alle diverse epoche: l’architettura civile, l’architettura religiosa, l’architettura militare, gli edifici produttivi, oltre a ponti, strutture termali ed altri manufatti. Nel comune di Colle Sannita è presente un immobile bene vincolato ai sensi della ex Legge 1089/1939 ed, inoltre, sono stati censiti 28 beni mobili catalogati. Non si registra, invece, la presenta di rinvenimenti archeologici. Infine, si può evidenziare che nella provincia di Benevento sono presenti sei distretti paleontologici (Taburno-Camposauro, Sud-Matese, Fortore, Sud-est Taburno, San Nazzaro). Il comune di Colle Sannita appartiene al distretto paleontologico del Fortore e nel suo territorio è presente un giacimento fossile.

Fonte dei dati Provincia di Benevento, Proposta di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, 2010

Beni di interesse storico, architettonico ed archeologico (Stato, risposta, anno 2010) Numero di beni immobili vincolati 1 Numero di beni mobili catalogati 35 Numero di rinvenimenti archeologici 0 Numero di giacimenti fossili 1

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4.1.12 Rifiuti

La questione dei rifiuti costituisce un aspetto critico dei territori della Campania che, spesso, si trovano quotidianamente ad affrontare una grave situazione di emergenza. Allo scopo di comprenderne la dimensione del fenomeno a scala comunale (ma anche provinciale e regionale) si riportano i dati relativi a: . produzione di rifiuti; . raccolta differenziata; . smaltimento e trattamento dei rifiuti. Si può evidenziare che la Regione Campania è dotata di un Piano regionale rifiuti urbani (2007) e di un Piano regionale 2010-2013 di gestione integrata dei rifiuti speciali in Campania ma anche che, allo stesso tempo, la Legge 26/2010 prevede che il servizio di gestione integrata dei rifiuti debba organizzarsi prioritariamente per ambiti territoriali nel contesto provinciale e per distinti segmenti delle fasi del ciclo di gestione dei rifiuti stessi.

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Scheda 4.41 – Produzione di rifiuti

La tematica è di grande attualità per la regione Campania ed, effettivamente, si riferisce ad una delle maggiori sfide dello sviluppo sostenibile che consiste, in primo luogo, nella capacità di ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti ed, in secondo luogo, nello gestire in modo sostenibile il loro smaltimento. Dal rilevamento della produzione di rifiuti urbani e della raccolta differenziata relativa al comune di Colle Sannita, si rileva che, all’anno 2010 (ultimo dato certificato disponibile) sono stati prodotti complessivamente 628,11 t di rifiuti, così ripartiti: . 203,54 t da raccolta indifferenziata (32,4,6%). . 424,57 t da raccolta differenziata (67,6%). I rifiuti solidi urbani (differenziati ed indifferenziati) ottenuti corrispondono ad una produzione di pro capite di 229,91 kg/ab/anno. Nella provincia di Benevento (nello stesso anno 2010) sono state prodotte 102.168,73 t di rifiuti solidi urbani, che corrispondono ad una media di 353,89 kg/ab/anno. Con riferimento agli anni precedenti, si può osservare, per il comune di Colle Sannita, un incremento nella produzione dei rifiuti nel periodo 2008-2010: . anno 2008: 402,92 t; . anno 2009: 529,24 t; . anno 2010: 628,11 t. A scala provinciale si registra un incremento dal 2008 al 2009 (da 99.058,70 t a 104.499,05 t) ma un decremento per il 2010 (102,168,73 t).

Obiettivi fissati dalla normativa La Decisione 1600/2002/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che ha istituito il “Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente”, stabilisce i principali obiettivi in materia ambientale che l’Unione Europea si propone di perseguire per un periodo di dieci anni, a decorrere dal 22 luglio 2002. Sulla base di tale programma la Commissione Europea ha adottato, il 27 maggio 2003, la Comunicazione n. 301 “Verso una strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti”, che si pone l’obiettivo di promuovere una reale prevenzione quantitativa e qualitativa dei rifiuti, nonché di incentivare il loro riciclo. Successivamente la Direttiva 2006/12/CE (c.d. Direttiva “Rifiuti”), entrata in vigore il 17 maggio 2006, promuove la prevenzione o la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti. Anche se il vigente D.Lgs. 22/1997 non fissi obiettivi quantificati di prevenzione, raccolta e recupero dei rifiuti speciali, vengono ribaditi i principi ispiratori della gerarchia fissata a livello europeo che prevedono, in primo luogo, la riduzione quantitativa e qualitativa dei rifiuti, seguita dal recupero nelle sue tre forme di reimpiego, riciclaggio e recupero di energia, e da ultimo lo smaltimento sicuro dei soli rifiuti che non possono essere diversamente trattati.

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Fonte dei dati Provincia di Benevento, Aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti ed evoluzione dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani, anni 2010-2012 Provincia di Benevento, Osservatorio rifiuti, Sito Internet, 2012

Rifiuti solidi urbani (Pressione, anno 2010) Quantità di rifiuti solidi urbani prodotta in un anno 628,11 t Produzione annua pro capite di rifiuti solidi urbani 229,91 kg/ab

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Scheda 4.42 – Raccolta differenziata

Il tema della raccolta differenziata è legato a quella della produzione dei rifiuti in quanto ne indica la percentuale che può essere riciclata e che, quindi, non viene smaltita, contribuendo ad una gestione più sostenibile dei rifiuti stessi. Nell’anno 2010 (ultimo dato certificato disponibile), per il comune di Colle Sannita si è registrata una quantità di raccolta differenziata pari a 424,57 t (che corrispondono a 115,40 kg/ab/anno) su un totale di 628,11 t di rifiuti solidi urbani (cfr. Scheda 4.41). Pertanto, la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi urbani è pari al 67,6%. La frazione merceologica che offe il maggiore contributo fa riferimento a quella organica (38,1%), seguita dal multimateriale (26,4%) e dal vetro (22,7%). Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo incremento della percentuale di raccolta differenziata, se si considera che nel 2008 il comune di Colle Sannita faceva registrare una quota molto minore di quella attuale. . anno 2008: 14,0 %; . anno 2009: 59,1 %; . anno 2010: 67,6 %. A livello provinciale la raccolta differenziata si attesta al 40,5% (nel 2010), ed era del 30,3% nel 2009 e del 26,9% nel 2008.

Obiettivi fissati dalla normativa Per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani il D.Lgs. 22/1997, art. 24, comma 1, fissava l’obiettivo che in ogni Ambito Territoriale Ottimale (ATO) doveva essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti: a) 15% entro il 1999; b) 25% entro il 2001; c) 35% entro il 2003. Successivamente il D.Lgs. 152/2006 fissava i seguenti obiettivi per la raccolta differenziata: a) almeno il 30% entro il 31 dicembre 2006; b) almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008; c) almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.

Fonte dei dati Provincia di Benevento, Aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti ed evoluzione dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani, anni 2010-2012 Provincia di Benevento, Osservatorio rifiuti, Sito Internet, 2012

Rifiuti oggetto di raccolta differenziata (Risposta, anno 2010) Quantità di raccolta differenziata effettuata in un anno 424,57 t Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi urbani 67,6 % Quantità annua di raccolta differenziata pro capite 115,40 kg/ab

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Rifiuti oggetto di raccolta differenziata per frazione merceologica (Risposta, anno 2010) Quantità annua di rifiuti organici 168,08 t Quantità annua di carta e cartone 42,01 t Quantità annua di tessile e abbigliamento 4,05 t Quantità annua di vetro 100,44 t Quantità annua di rifiuti da multimateriale 116,83 t Quantità annua di rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici 4,00 t Quantità annua di batterie ed accumulatori esausti 6,68 t Percentuale annua di rifiuti organici 38,1 % Percentuale annua di carta e cartone 9,5 % Percentuale annua di tessile e abbigliamento 0,9 % Percentuale annua di vetro 22,7 % Percentuale annua di rifiuti da multimateriale 26,4 % Percentuale annua di rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici 0,9 % Percentuale annua di batterie ed accumulatori esausti 1,5 %

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Scheda 4.43 – Smaltimento e trattamento dei rifiuti

Questa tematica fa riferimento alla presenza di impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti, con riferimento sia ai rifiuti urbani che a quelli speciali. Relativamente alla provincia di Benevento, il Piano regionale rifiuti urbani prevede quanto segue: . discarica di Sant’Arcangelo Trimonte; . impianto ex CDR di Casalduni; . impianti di compostaggio di (sequestrato) e di Benevento (impianto ex Laser di proprietà dell’Asia); . isole ecologiche di , Casalduni, (già realizzate); , , , Baselice, Benevento, , , , , , , Foiano Val Fortore, , Molinara, , Pietrelcina, Ponte, Pontelandolfo, , , , San Marco dei Cavoti, Sant’Arcangelo Trimonte, Solopaca, . Non tutti i siti e/o impianti di cui sopra sono stati realizzati e, comunque, nessuno di essi riguarda il comune di Colle Sannita. Per quanto concerne i rifiuti speciali, nel territorio comunale di Colle Sannita non è localizzato alcun impianto di gestione (a fronte di 39 impianti nella provincia di Benevento e 715 in Campania).

Obiettivi fissati dalla normativa La normativa di riferimento è costituita dal D.Lgs. 36/2003 relativo alle discariche di rifiuti. Il provvedimento stabilisce i requisiti operativi e tecnici per gli impianti di discarica definendo le procedure, i criteri costruttivi e le modalità di gestione di tali impianti al fine di ridurre l'impatto sull'ambiente dei luoghi di raccolta dei rifiuti. Le discariche vengono classificate in tre categorie in relazione alla tipologia di rifiuti: inerti; non pericolosi; pericolosi. Il decreto prevede che, entro un anno dalla sua entrata in vigore, le regioni, ad integrazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, elaborino un programma per la riduzione della frazione biodegradabile da collocare in discarica, allo scopo di raggiungere specifici obiettivi di smaltimento dei rifiuti biodegradabili a breve (173 kg/anno per abitante entro il 2008), medio (115 kg/anno per abitante entro il 2011) e lungo termine (81 kg/anno per abitante entro il 2018).

Fonte dei dati Regione Campania, Piano regionale rifiuti urbani 2007 Regione Campania, Piano regionale 2010-2013 di gestione integrata dei rifiuti speciali in Campania

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Siti e/o impianti di smaltimento/trattamento dei rifiuti urbani (Risposta, anno 2007) Numero di discariche 0 Numero di impianti ex CDR 0 Numero di piazzole per la messa in riserva delle “eco balle” 0 Numero di aree di trasferenza 0 Numero di siti di stoccaggio comunali ed intercomunale 0 Numero di siti di stoccaggio provvisorio 0 Numero di impianti di compostaggio 0 Numero di isole ecologiche 0 Numero di impianti di incenerimento 0 Numero di termovalorizzatori 0

Impianti di gestione dei rifiuti speciali (Risposta, anno 2008) Numero di impianti di recupero 0 Numero di impianti di smaltimento 0 Numero di impianti di termo-distruzione 0 Numero di impianti di trattamento chimico-fisico-biologico 0 Numero di autodemolizioni 0 Numero di altre tipologie di impianti 0

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4.1.13 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Per quanto concerne il fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico, risulta necessario fare riferimento agli eventuali superamenti dei limiti normativi. I temi ambientali individuati sono relativi a: . rischio da radiazioni ionizzanti; . inquinamento da campi elettromagnetici. In entrambi i casi l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAC) svolge le attività di controllo e le informazioni attualmente disponibile si riferiscono al periodo 2003- 2007; però, non sempre i dati coprono tutti i comuni della Campania ed, in taluni casi, sono disponibili esclusivamente su scala provinciale.

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Scheda 4.44 – Rischio da radiazioni ionizzanti

Le radiazioni ionizzanti sono delle particelle e delle onde elettromagnetiche capaci di penetrare nella materia. Questa caratteristica permette alle radiazioni di far saltare da un atomo all’altro gli elettroni che incontrano nel loro percorso. In tal modo gli atomi, urtati dalle radiazioni, perdono la loro neutralità (che consiste nell’avere un uguale numero di protoni e di elettroni) e si caricano elettricamente, ionizzandosi. La ionizzazione può causare negli organismi viventi fenomeni chimico-fisici che portano a lesioni osservabili sia a livello cellulare che dell’organismo, con conseguenti alterazioni funzionali e morfologiche, fino alla morte delle cellule o alla loro radicale trasformazione. Si parla di danni somatici quando le radiazioni danneggiano le strutture cellulari ed extracellulari e di danni genetici quando provocano alterazioni nella costituzione dei geni. Per questo, le radiazioni ionizzanti sono molto nocive. In particolare, le radiazioni ionizzanti sono prodotte da nuclidi radioattivi, da particelle provenienti dal cosmo (raggi cosmici) e da speciali apparecchiature elettroniche (raggi X). I raggi cosmici sono sempre naturali, invece le sostanze radioattive possono essere naturali o artificiali; ad esempio, i comuni raggi X utilizzati nella diagnostica medica sono artificiali, ma possono trovarsi anche in natura. Un particolare elemento radioattivo è il radon che costituisce un elemento chimico radioattivo gassoso appartenente alla famiglia dei gas nobili o inerti. Il radon è generato dal decadimento nucleare del radio, che a sua volta proviene dall'uranio. Durante tale processo il nucleo del radio emette una radiazione alfa e si trasforma in un nucleo di radon. A differenza del radio e dell’uranio, il radon è un gas in grado di fuoriuscire dal terreno, dai materiali da costruzione e anche dall’acqua ed entrare, quindi, anche negli edifici attraverso delle fessure microscopiche presenti nelle strutture. All’aria aperta, invece, il radon si disperde rapidamente e non raggiunge quasi mai concentrazioni pericolose. I suoi effetti sull’uomo sono proporzionali alla concentrazione e al tempo che si trascorre in sua presenza. Il Radon emette radiazioni e si trasforma in altri elementi; questi ultimi sono definiti prodotti di decadimento e sono a loro volta radioattivi, emettono quindi radiazioni che possono danneggiare le cellule dando inizio, in alcuni casi, ad un processo cancerogeno proprio a carico dello stesso apparato. Nella regione Campania è stato avviato un progetto di “Monitoraggio della radioattività ambientale”, con l’obiettivo di costruire una rete regionale in grado di prevenire, intercettare e minimizzare i rischi originati da: . incidenti nell’impiego di radionuclidi; . realtà naturali potenzialmente a rischio per la collettività; . sorgenti radioattive orfane; . incidenti non preventivabili a priori. In particolare, il progetto di monitoraggio della radioattività sul territorio della regione Campania prevede un’implementazione organizzativa e tecnica del Centro di riferimento Regionale per il controllo della Radioattività (CRR), l’istituzione di Punti di Osservazione Territoriale (POT) e l’attivazione di una Rete Unica Regionale di Sorveglianza sulla Radioattività. I Punti di Osservazione Territoriale sono cinque, uno per provincia, e costituiscono i nodi provinciali della rete ed hanno un’attività di base su scala provinciale e funzioni di laboratorio specialistico a valenza regionale sulle seguenti tematiche:

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. POT Avellino: NORM e TENORM; . POT Benevento: misure dosimetriche; . POT Caserta: misure  e ; . POT Napoli: emergenze: . POT Salerno: misure  e X. La Rete Unica Regionale di Sorveglianza della Radioattività ha il compito di avviare indagini analitiche su matrici ambientali, alimentari e su prodotti industriali in genere, al fine di rendere disponibili le informazioni sull’andamento spazio temporale della radioattività, sia sulla totalità del territorio regionale che su aree circoscritte, e sui livelli di radioattività in alimenti e prodotti. Le indagini riguardano i controlli sulle matrici alimentari e le acque potabili, nonché la sorveglianza del territorio con particolare attenzione ad alcuni punti critici. L’attività di campionamento è affidata al CRR per le matrici ambientali ed industriali ed alle AA.SS.LL. per le matrici alimentari e le acque potabili. Nel biennio 2005-2006, sono stati operati 482 campionamenti di matrici alimentari in regione Campania e, per tutte le matrici esaminate, sono state effettuate analisi di spettrometria gamma ad alta risoluzione con rivelatore al Germanio iperpuro, volte all’identificazione di radionuclidi naturali ed artificiali, nonché alla determinazione della concentrazione delle relative attività (espressa in Bq/kg). Nessun campionamento ha riguardato la provincia di Benevento e, quindi, relativamente alle matrici alimentari, non si dispone, ad oggi, di dati provinciali o disaggregati per comune. Per quanto concerne la matrice acqua, in considerazione della sua rilevante valenza ambientale e socio-sanitaria, l’ARPAC ha affrontato, in termini conoscitivi e sperimentali, la problematica relativa all’interazione fiume-falda, nel bacino del fiume Bussento. Si tratta, comunque, di un territorio che non riguarda il comune di Colle Sannita. Infine, per quanto concerne la risoluzione delle problematiche inerenti la tematica del Radon, l’ARPAC ha avviato un progetto sperimentale in grado di individuare aree a diversa suscettibilità di esalazione di radon dal suolo, dette “Radon-prone Areas”. Si tratta di una carta di livello regionale da cui si evince che il territorio di Colle Sannita è localizzato in un’area caratterizzata da “alta” concentrazione di radon potenziale.

Obiettivi fissati dalla normativa La Raccomandazione 1990/143/EURATOM, fissa gli standard di protezione dalle radiazioni ionizzanti naturali negli ambienti residenziali, soprattutto in relazione ai livelli di concentrazioni di Radon indoor, ha indicato due valori di riferimento: 400 Bq/m3, per le abitazioni già esistenti, raccomandando, altresì, che l’adozione di provvedimenti correttivi avvenga con urgenza proporzionale al superamento di tale valore; 200 Bq/m3, per le abitazioni di futura edificazione, da garantire utilizzando opportune tecniche preventive.

Fonte delle informazioni ARPAC, Agenti fisici. Il monitoraggio in Campania 2003-2007

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Sistemi litologici con concentrazione di radon potenziale (Determinate, anno 2007) Classe di concentrazione di radon potenziale alta

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Scheda 4.45 – Inquinamento da campi elettromagnetici

Negli ultimi anni si è registrata in tutto il territorio nazionale una crescente presenza di sorgenti di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, dovuto ad una sempre maggiore diffusione di nuovi strumenti tecnologici. Per i campi elettromagnetici bisogna fare una distinzione tra: . campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF – Extremely Low Frequency); . campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde (RF – Radio Frequency). I campi ELF sono generati dagli impianti legati alla trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica (elettrodotti); i campi RF fanno riferimento alle stazioni radio base per telefonia mobile ed ai trasmettitori radiotelevisivi. Ebbene, l’ARPAC, incaricata del controllo del rispetto dei limiti di legge delle sorgenti di radiazioni elettromagnetiche, svolge un’attività di controllo attraverso rilevazioni compiute in seguito a segnalazioni, richieste e denunce di enti pubblici e di privati, in quanto non esiste attualmente una rete di monitoraggio dei campi elettromagnetici in Campania. Nel quinquennio 2003-2007 in provincia di Benevento sono state effettuate 16 misure dei campi ELF (174 in Campania) e 30 misure dei campi RF (684 in Campania), ma nessuna di essa ha riguardato siti localizzati all’interno del territorio comunale di Colle Sannita.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.P.C.M. 8 luglio 2003 fissa i limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. Il D.Lgs. 259/2003 indica le modalità e le tempistiche per la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione, con particolare riferimento alle stazioni radio base per la telefonia mobile e la rete di televisione digitale terrestre. Il D.M. 381/1998 prevede che, nel caso si verifichino superamenti per impianti RF, debbano essere attuate azioni di risanamento a carico dei titolari degli impianti.

Fonte delle informazioni ARPAC, Agenti fisici. Il monitoraggio in Campania 2003-2007 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2006 ARPAC, Annuario dati ambientali Campania 2007

Inquinamento da sorgenti di radiofrequenze (campi RF) (Stato, risposta, anni 2003-2007) Numero di misure puntuali per campi RF 0 Numero di monitoraggi in continuo per campi RF 0

Inquinamento da sorgenti a bassa frequenza (campi ELF) (Stato, risposta, anni 2003-2007) Numero di misure puntuali per campi ELF 0

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4.1.14 Rumore

Per quanto concerne il rumore, si è fatto riferimento alle seguenti tematiche: . inquinamento acustico; . classificazione acustica comunale. Le fonti dei dati sono, in genere, costituite dalle attività di controllo dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAC), ma che non coprono tutti i comuni della Regione, e dai rilievi fonometrici che vengono condotti localmente in occasione dell’elaborazione del Piani comunali di Zonizzazione Acustica (PZA).

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Scheda 4.46 – Inquinamento acustico

Questa tematica vuole comprendere in che misura gli abitanti di un certo territorio possono essere esposti a rumore ambientale, prodotto soprattutto dal traffico e dalle attività industriali. Le attività di controllo sul superamento dei limiti normativi condotti dall’ARPAC sono state condotte sull’intero territorio regionale effettuando sopralluoghi e controlli del rumore sia su richiesta di enti pubblici che di cittadini ed associazioni. Le tipologie di esercizio sono state suddivise in sei macroaree: attività artigianali, attività produttive, attività ricreative, esercizi commerciali, servizi, altre tipologie. Le misure sono state eseguite in prossimità delle sorgenti indagate nei punti di maggiore esposizione della popolazione. Il periodo di riferimento per monitorare la sorgente dipende dalla tipologia di attività e dalla sorgente specifica monitorata e può essere diurno o notturno, giornaliero o settimanale. Nel quinquennio 2003-2007 sono state effettuate 81 attività di controllo in provincia di Benevento (282 in Campania), ma nessuna di essa ha riguardato siti localizzati all’interno del territorio comunale di Colle Sannita. Non sono ancora disponibili i rilievi fonometrici da effettuare per l’elaborazione del Piano di Zonizzazione Acustica (PZA) che dovrà accompagnare il Piano Urbanistico Comunale, per cui i valori degli indicatori proposti non sono al momento disponibili.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.P.C.M. 14/11/1997 fissa i valori limiti assoluti di immissione nell’ambiente esterno (diurni e notturni) a seconda delle classi di destinazione d’uso del territorio: . aree particolarmente protette: diurno 50 Leq in dB(A), notturno 40 Leq in dB(A); . aree prevalentemente residenziali: diurno 55 Leq in dB(A), notturno 45 Leq in dB(A); . aree di tipo misto: diurno 60 Leq in dB(A), notturno 50 Leq in dB(A); . aree di intensa attività umana: diurno 65 Leq in dB(A), notturno 55 Leq in dB(A); . aree prevalentemente industriali: diurno 70 Leq in dB(A), notturno 60 Leq in dB(A); . aree esclusivamente industriali: diurno 70 Leq in dB(A), notturno 70 Leq in dB(A). Il Decreto fissa anche valori limiti assoluti di emissione delle diverse sorgenti (fisse e mobili) e valori di qualità.

Fonte dei dati ARPAC, Agenti fisici. Il monitoraggio in Campania 2003-2007 Comune di Colle Sannita, Dati comunali, 2012

Attività di controllo sull’inquinamento acustico (Risposta, anni 2003-2007) Numero di misure sul rumore eseguite 0

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Monitoraggio acustico (diurno) (Stato, anno 2012) Numero di punti di monitoraggio con valori misurati fino a 50 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 50 a 55 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 55 a 60 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 60 a 65 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 65 a 70 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati oltre 70 Leq in dB(A) n.d.

Monitoraggio acustico (notturno) (Stato, anno 2012) Numero di punti di monitoraggio con valori misurati fino a 40 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 40 a 45 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 45 a 50 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 50 a 55 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 55 a 60 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati da 60 a 70 Leq in dB(A) n.d. Numero di punti di monitoraggio con valori misurati fino oltre 70 Leq in dB(A) n.d.

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Scheda 4.47 – Classificazione acustica comunale

A fronte del sempre più diffuso fenomeno dell’inquinamento acustico, è importante mettere in evidenza le risposte fornite dalle amministrazioni locali. In questa prospettiva, lo scopo essenziale del Piano di Zonizzazione Acustica (PZA) è quello di costituire lo strumento di programmazione di base per la regolamentazione del rumore prodotto dalle attività umane. La zonizzazione acustica viene attuata con l’obiettivo di prevenire il deterioramento di zone non inquinate e di risanare quelle dove si riscontrano livelli di rumorosità ambientale che potrebbero comportare effetti negativi sulla salute della popolazione. Si pone come uno strumento di prevenzione per una corretta pianificazione delle aree di sviluppo urbanistico ed è indispensabile per potere procedere ad un controllo efficace del rumore ambientale, delineando un quadro di riferimento per identificare le aree da salvaguardare, le aree dove i livelli sonori sono accettabili, le zone dove è permesso lo sviluppo di attività rumorose e quelle dove è necessario prevedere un intervento di risanamento. Scopo della zonizzazione acustica è, soprattutto, quello di permettere una chiara individuazione dei livelli massimi ammissibili di rumorosità nei diversi ambiti territoriali, oltre a quello di definire eventuali obiettivi di risanamento acustico delle zone edificate esistenti e di prevenzione rispetto alle nuove aree. Le classi di destinazione d’uso del territorio sono previste dal DPCM 14/11/1997, alle quali sono associati specifici limiti sui livelli acustici ammissibili: . Classe I (aree particolarmente protette). Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. . Classe II (aree destinate ad uso prevalentemente residenziale). Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali. . Classe III (aree di uso misto). Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali e uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. . Classe IV (aree di intensa attività umana). Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. . Classe V (aree prevalentemente industriali). Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. . Classe VI (aree esclusivamente industriali). Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. Per ciascuna delle classi lo stesso DPCM 14/11/1997, fissa dei valori limiti massimi del livello sonoro equivalente (Leq A) relativi alle classi di destinazione d’uso del territorio di

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riferimento, secondo il seguente schema: . Classe I (aree particolarmente protette): diurno 50 Leq A, notturno 40 Leq A. . Classe II (aree destinate ad uso prevalentemente residenziale): diurno 55 Leq A, notturno 45 Leq A. . Classe III (aree di uso misto): diurno 60 Leq A, notturno 50 Leq A. . Classe IV (aree di intensa attività umana): diurno 65 Leq A, notturno 55 Leq A. . Classe V (aree prevalentemente industriali): diurno 70 Leq A, notturno 60 Leq A. . Classe VI (aree esclusivamente industriali): diurno 70 Leq A, notturno 70 Leq A. In assenza di Piano di Zonizzazione Acustica, che sarà elaborato in relazione alla proposta definitiva di Piano Urbanistico Comunale, i valori degli indicatori proposti non sono al momento disponibili.

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.Lgs. 194 del 19/08/2005 in “Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale” fa riferimento alla necessità di una mappatura acustica e di mappe acustiche strategiche, all’interno delle quali stimare il numero di persone che si trovano in una zona esposta al rumore.

Fonte dei dati Comune di Colle Sannita, Dati comunali, 2012

Classi di zonizzazione acustica (Risposta, anno 2012) Superficie appartenente alla Classe I n.d. Superficie appartenente alla Classe II n.d. Superficie appartenente alla Classe III n.d. Superficie appartenente alla Classe IV n.d. Superficie appartenente alla Classe V n.d. Superficie zonizzata totale n.d. Percentuale della superficie appartenente alla Classe I rispetto alla superficie n.d. zonizzata totale Percentuale della superficie appartenente alla Classe II rispetto alla superficie n.d. zonizzata totale Percentuale della superficie appartenente alla Classe III rispetto alla superficie n.d. zonizzata totale Percentuale della superficie appartenente alla Classe IV rispetto alla superficie n.d. zonizzata totale Percentuale della superficie appartenente alla Classe V rispetto alla superficie n.d. zonizzata totale

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4.1.15 Rischio naturale ed antropogenico

Un’attenzione particolare è stata rivolta alle condizioni di rischio antropico e naturale, che hanno messo in evidenza il grado di vulnerabilità del territorio. I tematismi affrontati sono: . vulnerabilità del territorio ad eventi idrogeologici, vulcanici e sismici; . vulnerabilità ai nitrati di origine agricola; . rischio di incendi boschivi; . rischio di incidenti rilevanti. L’identificazione degli indicatori più opportuni ha fatto riferimento ad una molteplicità di studi scientifici che, spesso, vengono continuamente aggiornati diffondendone anche i risultati via web.

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Scheda 4.48 – Vulnerabilità del territorio ad eventi idrogeologici, vulcanici e sismici

La presente tematica intende valutare il rischio rispetto a probabili eventi di natura idrogeologica, vulcanica e sismica. Allo stesso tempo, il riferimento ad eventi già accaduti risulta essere utile allo scopo di organizzare, per il futuro, l’attività di prevenzione. Per quanto riguarda il rischio da frana, a livello comunale, negli ultimi 50 anni è stato censito un solo evento significativo: . ambiente fisiografico di collina (località Audanella). Non si sono, invece, registrati eventi di piena negli ultimi 50 anni. Un fenomeno particolare che evidenzia il rischio geologico-idraulico è rappresentato dai “sinkholes”, cioè da voragini catastrofiche di forma sub-circolare, con diametro e profondità variabili da pochi metri a centinaia di metri, che si aprono rapidamente nei terreni, nell’arco di poche ore (6-24 ore). Le cause sono diverse anche se tali fenomeni si verificano in aree di pianura: piane alluvionali, conche intramontane, piane costiere ad una certa distanza da rilievi carbonatici. Talvolta i “sinkholes” possono essere colmati di acqua per la risalita dell’acqua di falda. Alcuni esempi significativi nella provincia di Benevento riguardano le aree di Telese e di Solopaca, dove i sinkholes hanno interessato sia versanti calcarei che i terreni di conoide ed alluvionali del fondovalle, e risultano essere in stretta correlazione con il contesto idrogeologico e strutturale dell’area. Non sono stati registrati fenomeni similari nel territorio di Colle Sannita. Per quanto concerne il rischio sismico, il comune di Colle Sannita risulta classificato in Zona 1, che rappresenta una sismicità “alta”, a fronte di una ripartizione in quattro ambiti riferiti a diversi livelli di rischio decrescente (Zone da 1 a 4, cioè di sismicità alta, media, bassa e molto bassa) dell’intero territorio nazionale. Gli eventi sismici significativi che, negli ultimi 100 anni, hanno riguardato il territorio comunale sono i seguenti: . 19/03/1997: area epicentrale Matese (intensità max = 6, magnitudo 4,59 Mw); . 03/04/1996: area epicentrale Irpinia (intensità max = 6, magnitudo 4,92 Mw); . 26/05/1991: area epicentrale Potentino (intensità max = 7, magnitudo 5,22 Mw); . 05/05/1990: area epicentrale Potentino (intensità max = 7-8, magnitudo 5,84 Mw); . 07/05/1984: area epicentrale Appennino Abruzzese (intensità max=8, magnitudo 5,93 Mw); . 21/08/1962: area epicentrale Irpinia (intensità max = 9, magnitudo 6,19 Mw); . 23/07/1930: area epicentrale Irpinia (intensità max = 10, magnitudo 6,72 Mw); . 26/03/1924: area epicentrale Sannio (intensità max = 5, magnitudo 4,64 Mw); . 21/10/1919: area epicentrale Gargano (intensità max = 6, magnitudo 5,02 Mw); . 13/01/1915: area epicentrale Avezzano (intensità max = 11, magnitudo 6,99 Mw); . 04/10/1913: area epicentrale Matese (intensità max = 8, magnitudo 5,40 Mw). Nell’ambito del rischio sismico un’ulteriore informazione è costituita dalla presenza di “faglie capaci”, che richiedono particolare attenzione in quanto attive ed in grado di produrre spostamenti significativi in superficie. La loro riattivazione, generalmente associata a terremoti di forte magnitudo, può produrre conseguenze gravi sugli insediamenti, sia per effetto dello scuotimento sismico, sia per lo spostamento differenziale del terreno. In Campania sono stati identificati 54 sistemi di faglie capaci ma nessuno di essi riguarda direttamente il territorio di Colle Sannita, che non è interessato neppure da rischio vulcanico.

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Obiettivi individuati dalla normativa L’O.P.C.M. del 20 marzo 2003, n. 3274, modifica la Legge 64/1974 prevedendo, sul territorio nazionale, zone di sismicità alta, media, bassa e molto bassa.

Fonte dei dati Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto AVI – Archivio frane, Sito Internet, 2012 Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto AVI – Archivio piene, Sito Internet, 2012 Regione Campania, Il SIT difesa suolo, 2007 Consiglio dei Ministri, Ordinanza 3274/2003, Classificazione sismica del territorio nazionale Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Database macrosismico italiano, Sito Internet, 2012 ITHACA ( HAzard from CApable faults), Sito Internet, 2012

Rischio idrogeologico, vulcanico e sismico (Pressione, anno 2012) Numero di eventi di frana censiti negli ultimi 50 anni 1 Numero di eventi di piena censiti negli ultimi 50 anni 0 Presenza di “sinkholes” no Sismicità alta Numero di eventi sismici significativi rilevati negli ultimi 100 anni 11 Presenza di “faglie capaci” no Rischio vulcanico nullo

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Scheda 4.49 – Vulnerabilità ai nitrati di origine agricola

La Direttiva 91/676/CEE (c.d. Direttiva “Nitrati”), recepita dal D.Lgs. 152/1999 e dal D.M. 7 aprile 2006, riguarda la pratica della fertilizzazione dei suoli agricoli. Infatti, attraverso lo spandimento degli effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e delle piccole aziende agroalimentari, si genera l’inquinamento delle acque sotterranee e superficiali dovuto, in primo luogo, ai nitrati presenti nei reflui. La Direttiva prevede: . una designazione di Zone Vulnerabili da Nitrati di Origine Agricola (ZVNOA), nelle quali vi è il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle piccole aziende agroalimentari, fino un limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro; . la regolamentazione dell’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e dei reflui aziendali, con definizione dei Programmi d’Azione, che stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati tali spandimenti. In Campania le ZVNOA sono state approvate con Deliberazione n. 700 del 18 febbraio 2003 (BURC n. 12 del 17 marzo 2003) ed esse sono state delimitate utilizzando specifica documentazione tecnica (carte dei suoli, carta delle pendenze, carte dell’uso agricolo del suolo, dati della rete di monitoraggio delle acque dell’ARPAC, dati e cartografie delle Autorità di bacino) e riportate su apposita cartografia in scala 1:25.000. Il territorio di Colle Sannita non risulta ricompreso, neppure parzialmente, in una ZVNO, che nella provincia di Benevento interessa 20 comuni (243 in Campania).

Obiettivi fissati dalla normativa Il D.Lgs. 152/1999 fa riferimento ai carichi inquinanti apportati dai corsi d’acqua, fissando all’Allegato 5 i limiti di emissione dei diversi inquinanti per gli scarichi nei corpi d’acqua superficiali e sul suolo. La Direttiva 91/676/CEE (c.d. Direttiva “Nitrati”), recepita dal D.Lgs. 152/1999 e dal D.M. 7 aprile 2006, prevede il limite massimo annuo di 170 kg di azoto per ettaro per lo spargimento dei reflui degli allevamenti e di quelli provenienti dalle piccole aziende agroalimentari.

Fonte dei dati Regione Campania, Le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, 2007

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Zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVNOA) (Stato,risposta, anno 2007) Appartenenza del territorio comunale a ZVNOA no

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Scheda 4.50 – Rischio di incendi boschivi

Il patrimonio forestale italiano, per ampiezza e varietà di specie, costituisce un’immensa ricchezza per l’ambiente e l’economia, per l’equilibrio del territorio, per la conservazione della biodiversità e del paesaggio. Ogni anno si assiste, però, all’incendio di migliaia di ettari di bosco, molto spesso dovuto a cause dolose. Le conseguenze per l’equilibrio naturale sono gravissime ed i tempi per il riassetto dell’ecosistema molto lunghi. Per quanto concerne il territorio comunale di Colle Sannita, nell’anno 2007 (ultimi dati disponibili), si sono verificati tre incendi, con 6,79 ha di superficie bruciata, di cui 0,79 ha di superficie boscata e 6,00 ha di superficie non boscata. Nella provincia di Benevento si sono registrati 1.223 incendi (il 21,4% dei 5.723 incendi avvenuti in regione), i quali hanno interessato una superficie totale di 5.395,30 ha, che rappresenta il 15,2% della superficie incendiata in Campania (pari a 35.568,84 ha).

Obiettivi della normativa La Legge 353/220, “Legge Quadro in materia di incendi boschivi”, prevede la redazione di un Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

Fonte dei dati Regione Campania, Piano regionale antincendio boschivo, 2008

Incendi e superficie bruciata (Impatto, anno 2007) Numero di incendi 3 Superficie boscata bruciata 0,79 ha Superficie non boscata bruciata 6,00 ha Superficie totale bruciata 6,79 ha Percentuale della superficie bruciata rispetto alla superficie territoriale 0,2 % comunale

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Scheda 4.51 – Rischio di incidenti rilevanti

La tematica fa riferimento agli stabilimenti industriali che vengono definiti “a rischio rilevante” a norma del D.Lgs. 334/1999, in attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose. Più in generale, lo svolgimento di ogni attività umana presuppone l’esposizione ad un rischio relativo alla trasformazione tecnologica ed all’adattamento spaziale dell’ambientale naturale. Per questo motivo si usa distinguere tra “rischio antropico” (derivante da ogni attività umana che comporta la presenza sul territorio di impianti produttivi, infrastrutturali e reti tecnologiche) e “rischio naturale” (legato ad eventi vulcanici e/o sismici ed a crisi idrogeologiche). Nella valutazione del rischio, antropico o naturale, si tiene conto di una serie di elementi fondamentali quali: i determinanti del rischio, l’ambito spaziale interessato, la durata dell’evento calamitoso, i sistemi di propagazione e gli effetti. Sulla base di quanto sopra è stata condotta una valutazione sul rischio derivante da impianti produttivi o depositi che trattano sostanze pericolose localizzati in Campania. Nel territorio comunale di Colle Sannita non è stato censito alcuno stabilimento/deposito suscettibile di causare incidenti rilevanti. Nella provincia di Benevento sono stati censiti due stabilimenti/depositi e nella regione Campania nel suo complesso sono presenti 69 stabilimenti/depositi a rischio di incidenti rilevanti.

Obiettivi fissati dalla normativa Predisposizione dell’Inventario Nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti (art. 15, comma 4, del D.Lgs. 334/1999).

Fonte dei dati Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti, 2011

Stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti (Pressione, anno 2011) Numero di stabilimenti a rischio con obbligo di Sistema di Gestione della 0 Sicurezza Numero di stabilimenti a rischio con obbligo di Sistema di Gestione della 0 Sicurezza e Rapporto di Sicurezza

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5. AREE INTERESSATE DAL PIANO

Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate (punto c, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

Il Piano Urbanistico Comunale (PUC) interessa l’intero territorio del comune di Colle Sannita, che è possibile analizzare nel dettaglio considerando sia la sua suddivisione in sezioni censuarie (soprattutto per quanto concerne le tematiche relative alla popolazione ed al patrimonio abitativo) che in specifiche zone, in base alle loro caratteristiche territoriali ed ambientali (per esempio, con riferimento all’uso del suolo o all’indagine geologica). Nel presente capitolo vengono esaminate le diverse zone che compongono il territorio comunale con riferimento alle pertinenti “aree tematiche” (ed ai relativi “temi ambientali”) utilizzati per la costruzione dello stato dell’ambiente (cfr. § 4.1), allo scopo di comprendere eventuali “criticità” o “sensibilità” del territorio, in funzione delle azioni di Piano proposte. Poiché molteplici indicatori sono stati già riportati nel precedente Capitolo 4, relativo alla descrizione dello stato dell’ambiente, vengono ora analizzate le caratteristiche delle diverse aree del territorio comunale evitando di ripetere le informazioni già esaminate, riferite peraltro all’intero territorio comunale. Vengono riportati, comunque, alcuni indicatori significativi relativi alle diverse zone territoriali, anche suddivisi in classi di valori relativamente alle particelle censuarie. Le cartografie di riferimento sono state ottenute per mezzo di elaborazioni GIS su dati Istat per particelle censuarie oppure sono state tratte da studi specifici o dalle analisi territoriali svolte specificamente per l’elaborazione del PUC, quali l’Indagine sull’uso agricolo e l’Indagine geologica.

5.1 Popolazione

Dall’analisi spaziale dei dati emerge che le particelle censuarie in cui si registra il maggior numero di residenti sono quelle localizzate in corrispondenza del capoluogo, situato nell’area centro-meridionale del territorio comunale (Figura 5.1). La distribuzione spaziale per classi di età e per famiglie residenti ricalca, grosso modo, quella della popolazione totale, mentre gli stranieri residenti si sono localizzati in alcune specifiche località oltre che nel capoluogo (Figure 5.2-5.6). Il tasso di occupazione risulta essere risulta essere abbastanza omogeneo sull’intero territorio comunale, seppure si riscontra il maggiore valore in corrispondenza dell’area nord-orientale (Figura 5.7). Il maggior numero di persone che si sposta giornalmente (di solito per motivi di studio o lavoro), sia all’interno che all’esterno del territorio comunale, è residente nel capoluogo e nella zona nord-orientale, anche se le altre aree del comune sono comunque interessate da questa tipologia di fenomeno (Figure 5.8-5.9).

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Figura 5.1 – Popolazione residente

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Figura 5.2 – Popolazione residente minore di 15 anni

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Figura 5.3 – Popolazione residente compresa tra 15 e 64 anni

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Figura 5.4 – Popolazione residente maggiore di 64 anni

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Figura 5.5 – Famiglie residenti

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Figura 5.6 – Stranieri residenti

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Figura 5.7 – Occupazione

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Figura 5.8 – Spostamenti giornalieri nel comune di residenza

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Figura 5.9 – Spostamenti giornalieri fuori dal comune di residenza

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5.2 Patrimonio edilizio

Per quanto concerne il patrimonio abitativo sono stati elaborati, per ciascuna sezione censuaria, i dati relativi agli indicatori maggiormente significativi. In primo luogo, emerge che le sezione censuarie che presentano il maggior numero di edifici e complessi di edifici sono quelle relative al centro capoluogo (Figure 5.10-5.11). Un dato analogo si riscontra anche se si considerano i soli edifici ad uso abitativo (Figura 5.12), considerando comunque quelli destinati ad altri usi (Figura 5.13), e questo dato può essere letto anche in relazione alla crescita edilizia, che ha interessato il capoluogo già a partire dal primo dopoguerra (Figure 5.14-5.20). Gli indicatori relativi alle abitazioni disponibili evidenziano anch’essi una maggiore concentrazione relativamente al capoluogo (Figure 5.21-5.23). Il grado di utilizzo delle abitazioni presenta, invece, valori più elevati in corrispondenza dell’area centrale del territorio comunale (Figura 5.24), mentre gli altri indicatori elaborati relativi alle abitazioni ed alle stanze (soprattutto quelle occupate) evidenziano, ancora, una maggiore concentrazione in corrispondenza del capoluogo (Figure 5.25-5.29). Il numero di residenti per stanza risulta essere maggiormente omogeneo sul territorio comunale (Figure 5.30-5-31) mentre gli indicatori che evidenziano le relazioni esistenti tra abitazioni e stanze presentano una distribuzione territoriale alquanto diversificata (Figure 5.32-5.33).

5.3 Economia e produzione

Il comune di Colle Sannita presenta una localizzazione delle imprese e delle unità locali in corrispondenza del capoluogo e della frazione di Decorata, mentre gli addetti si concentrano sia nel capoluogo che nell’area settentrionale del territorio comunale (Figure 5.34-5.37).

5.4 Geosfera

5.4.1 Uso del suolo

Relativamente alle attuali caratteristiche agronomiche del territorio di Colle Sannita sono state condotte delle indagini in loco che hanno condotto all’elaborazione della “carta dell’uso del suolo”, la quale costituisce un elaborato che ha la finalità dell’accertamento sia dell’uso agricolo delle zone del territorio comunale non urbanizzate, oltre che della qualità delle colture in atto nelle stesse zone al momento del rilevamento. La carta dell’uso del suolo costituisce un elaborato tecnico che riveste notevole rilevanza per la scelta delle aree da destinare alla espansione residenziale e ad impianti produttivi, nonché per l’individuazione delle aree del territorio, che per aspetti produttivi ed ambientali necessitano di particolari attenzioni, sotto l’aspetto normativo, allo scopo di tutelare e valorizzare il paesaggio agrario e l’intero territorio comunale. In questa prospettiva, l’analisi del sistema ambientale si può sviluppare ed approfondire mediante il rilievo dei principali elementi caratterizzanti il territorio.

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Figura 5.10 – Edifici e complessi di edifici

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Figura 5.11 – Edifici e complessi di edifici utilizzati

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Figura 5.12 – Edifici ad uso abitativo

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Figura 5.13 – Edifici ad uso non abitativo

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Figura 5.14 – Edifici ad uso abitativo costruiti prima del 1919

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Figura 5.15 – Edifici ad uso abitativo costruiti tra il 1919 e il 1945

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Figura 5.16 – Edifici ad uso abitativo costruiti tra il 1946 e il 1961

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Figura 5.17 – Edifici ad uso abitativo costruiti tra il 1962 e il 1971

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Figura 5.18 – Edifici ad uso abitativo costruiti tra il 1972 e il 1981

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Figura 5.19 – Edifici ad uso abitativo costruiti tra il 1982 e il 1991

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Figura 5.20 – Edifici ad uso abitativo costruiti tra il 1992 e il 2001

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Figura 5.21 – Abitazioni totali

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Figura 5.22 – Abitazioni occupate da persone residenti

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Figura 5.23 – Abitazioni vuote

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Figura 5.24 – Grado di utilizzo delle abitazioni

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Figura 5.25 – Abitazioni occupate da persone residenti in proprietà

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Figura 5.26 – Abitazioni occupate da persone residenti in affitto

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Figura 5.27 – Abitazioni occupate da persone residenti ad altro titolo

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Figura 5.28 – Stanze totali

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Figura 5.29 – Stanze in abitazioni occupate da persone residenti

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Figura 5.30 – Residenti per stanza

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Figura 5.31 – Residenti per stanza in abitazioni occupate da persone residenti

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Figura 5.32 – Stanze per abitazione occupata da persone residenti

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Figura 5.33 – Dimensione media delle abitazioni occupate da persone residenti

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Figura 5.34 – Imprese

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Figura 5.35 – Addetti nelle imprese

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Figura 5.36 – Unità locali

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Figura 5.37 – Addetti nelle unità locali

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L’Indagine sull’uso agricolo ha suddiviso il territorio comunale nelle diverse colture che lo caratterizzano, elaborando la Carta dell’uso del suolo e delle attività colturali in atto (Figura 5.38); sono state così individuate le seguenti classi: . Aree agricole ordinarie coltivate a vigneti e oliveti (E1a): comprendono le aree a vite, la quale è coltivata esclusivamente in piccolissimi appezzamenti e la cui produzione viene quasi interamente destinata all’autoconsumo familiare, nonché le aree coltivate ad olivo, costituite da superfici del tutto trascurabili. . Aree agricole ordinarie a seminativo estensivo (E1b): si tratta di aree presenti su tutto il territorio comunale, nelle quali dominano la cerealicoltura e la foraggicoltura; risulta, invece, estremamente ridotta la superficie destinata a colture ortive, per lo più costituita da orti di tipo familiare. . Aree agricole ordinarie a pascolo ed incolto produttivo (E1c): questa classe comprende i pascoli naturali e gli incolti produttivi che sono rinvenibili soprattutto nei terreni con pendenze elevate, scarsamente meccanizzabili, con bassa suscettività produttiva. . Boschi (E2a): sono distribuiti su tutto il territorio comunale e rilevabili, in particolare, sui terreni con elevate pendenze, caratterizzati dalla presenza di dissesti superficiali diffusi e profondi circoscritti, e/o su Inceptisuoli-Entisuoli di origine calcarea e/o arenacea; le formazioni forestali sono comprese prevalentemente da latifoglie, mentre le specie predominanti sono il cerro e la roverella. . Boschi di particolare interesse ambientale (E2b): sono stati individuati sotto questa classe il Bosco della Colonia di Decorata ed il Bosco del Castelletto, caratterizzati dalla più alta densità boschiva, dove ancora sono preservati gli ecosistemi naturali; si tratta di boschi costituiti da formazioni vegetali a carattere permanente che favoriscono la biodiversità e la complessità ambientale, sia dal punto di vista ecologico che paesaggistico. . Rimboschimenti (E2c): comprendono il rimboschimento con latifoglie e conifere (effettuato su superfici a pascolo ed incolto) ed il rimboschimento delle superfici agricole (effettuato su superfici agricole allo scopo di ritirare i seminativi dalla produzione). . Aree agricole urbane (E3): sono localizzate nei pressi del centro urbano ed utilizzate a seminativo, e sono costituite da corpi fondiari estremamente frazionati che non consentono l’utilizzo delle normali tecniche colturali e l’introduzione della meccanizzazione; si tratta di aree dove la suscettività agricola è inferiore alla loro potenzialità edificatoria. Inoltre, sono state identificate delle “aree agricolo di interesse paesaggistico ed ambientale”, costituite da aree agricole con risorse di pregio ambientale e naturalistico, composte da alberature, siepi, boschetti e fasce alberate di collegamento con aree naturali limitrofe. Si tratta di aree che, per la loro natura, devono essere salvaguardate mediante l’uso eco- compatibile del patrimonio agricolo.

5.4.2 Geolitologia, idrogeologia, geomorfologia, stabilità e sismicità

L’Indagine geologica ha permesso di individuare e cartografare i principali litotipi presenti nel territorio comunale. La distinzione tra i vari affioramenti è stata operata sulla base di criteri prettamente litologici senza peraltro tralasciare considerazioni di carattere geologico- strutturale.In particolare, le “formazioni geolitologiche”, a partire dalle più recenti, sono state distinte come di seguito (Figura 5.39):

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. Arenarie quarzose sabbie e sabbie argillose: in questa formazione sono state inserite sia le arenarie grossolane ben cementate e ricche di granuli di quarzo, che nella letteratura scientifica vengono indicate come Flysch Numidico, che le associazioni litologiche costituite da sabbie giallastre con intercalazioni di arenarie grigie e marne argillose e a luoghi con conglomerati. Affiorano in maniera diffusa sul territorio comunale anche se gli affioramenti più consistenti sono quelli intorno alla Frazione di Decorata e quello su cui sorge il centro abitato del Comune di Colle Sannita. . Brecce e brecciole calcaree: si tratta di un complesso di puddinghe e di brecce ad elementi prevalentemente calcarei poco arrotondati e di dimensioni variabili da qualche centimetro fino a 20-30 cm. Gli affioramenti più significativi si rinvengono sul Monte di Colle, sul Colle dell’Impiso e nel centro abitato della Frazione di Decorata. . Calcari e calcari marnosi con intercalazioni di marne e marne argillose: comprendono una associazione litologica costituita da calcari e calcari marnosi di colore nocciola e grigio rosati passanti ad un’alternanza di marne e marne argillose sottilmente stratificate di colore grigiastro. Tali materiali sono osservabili diffusamente ed in modo sparso sul territorio comunale; l’affioramento più cospicuo prende origine dalla località Cadelrè e si estende, in direzione nord fino alla località Piana di Decorata. Altro affioramento significativo e di notevole estensione è quello riscontrabile nel settore sud del territorio comunale in corrispondenza della località Zepponi. . Argille, argille marnose e marne argillose scagliose varicolori, con intercalazioni di calcari e calcari marnosi a luoghi con brecce calcaree e arenarie: in questa formazione sono stati raggruppati una serie di termini litologici a prevalente composizione argillosa. La stessa comprende argille, argille marnose e marne argillose scagliose varicolori. Intercalati ai termini argillosi si osservano spesso strati di natura calcarea e calcareo-marnosa mentre, a luoghi, sono presenti limitati imballati di brecce calcaree e lenti di arenarie. Tali termini affiorano diffusamente su tutto il territorio comunale e non sempre è possibile valutare in maniera precisa gli spessori ed i limiti con le altre formazioni presenti. Gli affioramenti più cospicui di questa formazione si rinvengono lungo i versanti sia di destra che di sinistra orografica dei Torrenti Torti e Reinello. Dal punto di vista dell’“idrogeologia” i diversi tipi litologici affioranti sono stati distinti in complessi idrologici in base al relativo grado e tipo di permeabilità ed, inoltre, sono stati identificati tutti i sottobacini imbriferi presenti sul territorio comunale (Figura 5.40), interessato dallo spartiacque regionale (c.d. Spartiacque Appenninico). Relativamente alla “geomorfologia”, sono state individuate le principali forme evolutive che hanno contribuito in maniera determinante al graduale modellamento della superficie topografica. Inoltre, dalla combinazione dei parametri geolitologici, morfologici e di franosità, unitamente alla valutazione di tutti i fattori accessori che possono incrementare la stabilità (coperture vegetali di tipo arboree) o accelerare i processi morfoevolutivi in atto (salti morfologici, aree circostanti le nicchie di distacco delle frane, erosioni alla base dei versanti), è stato possibile localizzare all’interno del territorio comunale aree con caratteristiche di stabilità differenti. Esse sono state così distinte (Figura 5.41): . Aree stabili: comprendono le aree subpianeggianti e quelle in cui affiorano termini di natura litoide non fratturati, in buone condizioni giaciturali e con pendenze inferiori al 35%.

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. Aree ad incerta stabilità: si tratta di aree ricadenti su terreni sciolti, con pendenze superiori al 10%; in questa classe ricadono anche quelle aree in cui affiorano litotipi con caratteristiche litoidi, con pendenze superiori al 35%. . Aree potenzialmente franose: sono state così classificate quelle aree caratterizzate da pendenze superiori al 20%, con lineamenti morfologici mal definiti ed in cui affiorano termini prevalentemente sciolti; si tratta di aree al limite della stabilità ed in cui sono presenti i segni di antiche frane di cui se ne sconsiglia l’uso ai fini edificatori. . Aree instabili: comprendono le frane recenti, le aree esondabili, le linee di intensa erosione e le aree poste nelle immediate adiacenze dei fenomeni di dissesto. Per quanto concerne, infine, la “sismicità” e stata redatta una Carta della microzonazione sismica, suddividendo il territorio comunale in cinque zone a diverso comportamento sismico, secondo la seguente classificazione (Figura 5.42): . Zona 1: le aree ricadenti in questa zona corrispondono a quelle di affioramento delle brecce e brecciole calcaree e delle arenarie quarzose cementate, con profilo morfologico subpianeggiante ed in cui la falda non gioca alcun ruolo; sotto il profilo meccanico si tratta di rocce lapidee dotate di buone caratteristiche tecniche. . Zona 2: comprende le aree subpianeggianti in cui affiorano i calcari marnosi e quelli in cui affiorano le brecce e le brecciole calcaree, con presenza della falda a profondità inferiore di 5,0 m. . Zona 3: in questa zona ricadono le aree in cui affiorano i terreni argillosomarnosi, con falda idrica episuperficiale e quelle in cui affiorano le arenarie quarzose e i calcari marnosi con pendenze fino al 35%. . Zona 4: corrisponde alle aree ove affiorano i termini argilloso-marnosi con pendenze elevate in condizioni di equilibrio precario, e con falda idrica episuperficiale; vi appartengono, inoltre, quelle in cui affiorano i calcari marnosi con pendenze superiori al 35 %. . Zona 5: in tale zona ricadono le aree classificate instabili (frane antiche e recenti, linee di intensa erosione e zone esondabili) e le fasce poste nelle loro immediate adiacenze. La microzonazione sismica tiene conto, dunque, dei vari incrementi sismici dovuti alla litologia, alla presenza di acqua nel sottosuolo e alle condizioni morfologiche e di stabilità dei versanti.

5.5 Paesaggio e patrimonio culturale

Il territorio di Colle Sannita si caratterizza per essere uno dei paesaggi collinari caratteristici della Regione Campania. Il territorio comunale si presenta con una struttura compatta ed alquanto omogenea sotto il profilo altimetrico, infatti l’altezza media del territorio è di circa 720 m s.l.m., variando dai 500 m della località “Costa Pendente” agli 870 m del “Colle dell’Impiso”. Il paesaggio è quello dell’alta collina marnoso-argillosa a pendenza moderata, con bioclima meso-mediterraneo umido. Il tipo di orografia e le citate caratteristiche climatiche hanno determinato una conseguente distribuzione della vegetazione e dei terreni naturalmente destinata all’agricoltura, soprattutto di tipo estensivo a seminativi ed a pascolo. Si è così sviluppata una vegetazione costituita essenzialmente da boschi (querce, carpini e

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cerri) che si estendono, a partire dai vari crinali verso le incisioni dei valloni, con un andamento frammentato a macchia di leopardo. Fanno parte del sistema paesistico culturale anche alcune componenti di interesse paesaggistico che facilitano la percezione del paesaggio, in quanto ne costituiscono emergenze visive e ne potenziano la visione statica o dinamica. Sono, infatti, riconoscibili alcuni crinali significativi dal punto di vista percettivo quali il lungo crinale che, partendo dal centro abitato di Colle lungo la strada Beneventana sul percorso dell’antico Tratturo giunge in località Impiso per poi proseguire verso la frazione di Decorata. Quest’ultima si trova a 782 m s.l.m., a circa 8 km dal centro abitato di Colle, ed è caratterizzata oltre che dalla presenza dell’abbazia anche dal lago omonimo il quale rappresenta una conosciuta meta turistica all’interno di un gradevole scenario paesaggistico, caratterizzato da aree boschive di rilevante consistenza (Castelpagano e Riccia). Altre componenti di interesse paesaggistico rinvenibili dall’analisi del territorio sono: la viabilità panoramica ed i coni visuali. La prima è rappresentata da quella parte della viabilità esistente che costituisce un percorso privilegiato da cui è possibile fruire di una visione dinamica degli scorci panoramici per la lettura del territorio. La seconda componente è relativa a quei punti di vista privilegiati, individuabili come coni visuali, dai quali è possibile fruire di una visione statica degli scorci panoramici significativi. Completano la composizione del sistema paesistico-culturale anche le numerose componenti più propriamente di interesse storico-culturale, che caratterizzano la fisionomia del paesaggio come segni permanenti nel tempo e costituiscono l’identità collettiva del luogo. Tra di esse è possibile distinguere i numerosi beni immobili di interesse storico-architettonico (Chiesa di San Giorgio, Chiesa dell’Annunziata, Chiesa di Santa Maria della Libera, Cappella di Santa Maria di Decorata, Cappella dell’Immacolata Concezione).

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Figura 5.38 – Uso del suolo

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Figura 5.39 – Geolitologia

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Figura 5.40 – Idrogeologia

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Figura 5.41 – Stabilità dei versanti

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Figura 5.42 – Microzonazione sismica

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6. PROBLEMI AMBIENTALI

Qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (punto d, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

Nel presente capitolo saranno esaminati le principali problematicità ambientali connesse non solo alle aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, ma all’intero territorio comunale. Le informazioni (e le relative immagini) state tratte da quanto riportato dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio di Frana (Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno), dal Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino Interregionale del Fiume Fortore (Autorità di Bacino Interregionale dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore), dal Piano regionale di bonifica dei siti inquinati della regione Campania (Regione Campania), dal Progetto definitivo di bonifica con misure di sicurezza dell’area Pozzo Castelpagano 1-2 (ENI S.p.A.), dalle Attività di caratterizzazione della discarica comunale in località Solfatara (Agrifuturo Soc. Coop. Onlus) e dallo Studio-progetto per la valorizzazione di interventi di Recupero, valorizzazione e promozione dell’area SIC- IT2080010 “Sorgenti e Alta Valle del Fiume Fortore” (dott. agr. Antonio P. Leone).

6.1 Rischio da frana

Nella valutazione del rischio di frana si incontrano, in genere, diverse difficoltà che dipendono dalla complessità dei contesti geo-ambientali nei quali le frane hanno sede, dalla molteplicità degli approcci proposti in letteratura per lo studio di tali fenomenologie, dal caotico sviluppo dei centri urbani che con detti fenomeni interagiscono, ecc. A tali difficoltà si devono aggiungere quelle strettamente legate alla molteplicità di proposte presenti in letteratura per la definizione dei fattori (pericolosità, vulnerabilità, ecc.) che concorrono alla valutazione del rischio ai quali, unitamente al rischio medesimo, vengono frequentemente attribuiti significati diversi in un medesimo contesto, con conseguenti equivoci sulla valutazione degli effetti che i fenomeni franosi possono produrre. Il comune di Colle Sannita è ricompreso nei limiti territoriali dell’Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno e dell’Autorità di Bacino Interregionale dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore (Figura 6.1). Per quanto concerne gli studi condotti dall’Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri- Garigliano e Volturno, sono stati preliminarmente definiti cinque termini: . Pericolosità (P): probabilità di accadimento, all’interno di una certa area ed in un certo intervallo di tempo, di un fenomeno naturale di assegnata intensità; . Elementi a rischio (E): persone e/o beni (abitazioni, strutture, infrastrutture, ecc.) e/o attività (economiche, sociali, ecc.) esposte “a rischio” in una certa area;

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. Vulnerabilità (V): grado di perdita di un certo elemento o insiemi di elementi esposti “a rischio”, derivante dal verificarsi di un fenomeno naturale di assegnata intensità, espresso in una scala che va da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale); . Danno potenziale (W=E×V): grado previsto di perdita a seguito di un particolare fenomeno naturale, funzione sia della “pericolosità” che della “vulnerabilità”; . Rischio (R): numero atteso di vittime, persone ferite, danni a proprietà, distruzione o interruzione di attività economiche, in conseguenza di un fenomeno naturale di assegnata intensità. Tra i termini così definiti, sono state, quindi, individuate due relazioni per la valutazione del rischio: R=P×E×V, R=P×W. Dalle equazioni di cui sopra discende che il rischio da associare ad un determinato fenomeno franoso, che interagisce con strutture ed infrastrutture, dipende dalla intensità e della probabilità di accadimento dell’evento, dagli elementi che con l’evento interagiscono e dalla loro vulnerabilità.

Figura 6.1 – Limiti territoriali delle Autorità di Bacino

Così definita, la valutazione del rischio comporta non poche difficoltà per la complessità e l’articolazione delle azioni da svolgere ai fini di un’adeguata quantificazione dei fattori che compaiono nelle equazioni. Pertanto, nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio di Frana si è ritenuto opportuno adottare criteri metodologici semplificati, orientati ad una

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valutazione qualitativa del rischio che è apparsa, fin dall’inizio, l’unica perseguibile per la scala dello studio, l’estensione del territorio e l’assenza di dati di maggior dettaglio sui singoli fenomeni franosi oltre che sul tessuto urbano ed infrastrutturale. In particolare, il criterio adottato è stato finalizzato all’individuazione delle quattro classi di rischio definite nell’Atto di Indirizzo e Coordinamento del D.L. 180/1998, alle quali si sono aggiunte altre due classi che testimoniano gli inevitabili limiti della scala alla quale si sono condotte le indagini e gli studi. In definitiva si sono ottenute le seguenti classi:

. RPa: area nella quale il livello di rischio, “potenzialmente alto”, può essere definito solo a seguito di indagini e studi a scala di maggior dettaglio; . R4: area a rischio “molto elevato” nella quale, per il livello di rischio presente, sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche; . R3: area a rischio “elevato” nella quale, per il livello di rischio presente, sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle attività socio- economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale; . R2: area a rischio “medio” nella quale, per il livello di rischio presente, sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche; . R1: area a rischio moderato nella quale, per il livello di rischio presente, i danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale sono marginali;

. RPb: area nella quale l’esclusione di un qualsiasi livello di rischio, “potenzialmente basso”, è subordinata allo svolgimento di indagini e studi a scala di maggior dettaglio. Le sei classi di rischio così individuate sono state perimetrate nella “Carta degli scenari di rischio”, unitamente alle aree non urbanizzate, definite “di attenzione”, secondo la seguente classificazione:

. APa: area di attenzione “potenzialmente alta”, non urbanizzata, nella quale il livello di attenzione, potenzialmente alto, può essere definito solo a seguito di indagini e studi a scala di maggior dettaglio; . A4: area di “alta” attenzione, non urbanizzata, potenzialmente interessata da fenomeni di innesco, transito ed invasione di frana a massima intensità attesa alta; . A3: area di “medio-alta” attenzione, non urbanizzata, ricadente all’interno di una frana attiva a massima intensità attesa media o di una frana quiescente della medesima intensità in un’area classificata ad alto grado di sismicità; . A2: area di “media” attenzione, non urbanizzata, ricadente all’interno di una frana quiescente, a massima intensità attesa media; . A1: area di “moderata” attenzione, non urbanizzata, ricadente all’interno di una frana a massima intensità attesa bassa;

. APb: area di attenzione “potenzialmente bassa”, nella quale l’esclusione di un qualsiasi livello di attenzione, potenzialmente basso, è subordinata allo svolgimento di indagini e studi a scala di maggior dettaglio. Nella “Carta degli scenari di rischio” sono, altresì, segnalate le aree urbanizzate e non urbanizzate, per le quali il livello di rischio e di attenzione non è definibile a scala 1:25.000, ottenendo le seguenti ulteriori classi:

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. C1: aree di possibile ampliamento dei fenomeni franosi cartografati all’interno, ovvero di fenomeni di primo distacco; . C2: aree di versante in cui non è stato riconosciuto un livello di rischio o di attenzione significativo; . al: aree inondabili da fenomeni di sovralluvionamento individuati sulla base di modelli idraulici semplificati o studi preliminari, il cui livello di rischio o di attenzione deve essere definito a seguito di indagini e studi a scala di maggior dettaglio. Per ciascuna delle classi individuate le Norme Tecniche di Attuazione del Piano prevedono gli interventi possibili relativamente all’uso del suolo, compresi divieti e prescrizioni. Gli studi condotti d Autorità di Bacino Interregionale dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore hanno individuato e classificato le aree in frana distinguendole in base a tre livelli di pericolosità: . PF3: aree a pericolosità da frana “estremamente elevata”; . PF2: aree a pericolosità da frana “elevata”; . PF1: aree a pericolosità da frana “moderata”. Inoltre, al fine di valutare la priorità degli interventi di messa in sicurezza e per le attività di protezione civile, è stato individuato, perimetrato e classificato il livello di rischio idrogeologico secondo le seguenti quattro classi: . RI4 e RF4: aree a rischio “molto elevato”; . RI3 e RF3: aree a rischio “elevato”; . RI2 e RF2: aree a rischio “medio”; . RI1 e RF2: aree a rischio “moderato”. Anche in questo caso, per ciascuna delle classi individuate, le Norme Tecniche di Attuazione prevedono gli interventi consentiti, previa valutazione di compatibilità idrogeologica. Tenuto conto delle definizioni di cui sopra, in Figura 6.2 si riporta la Carta degli scenari di rischio relativamente al territorio comunale di Colle Sannita.

6.2 Siti contaminati

Il Piano regionale di bonifica dei siti inquinati della regione Campania, approvato nel 2005, individua un sito contaminato localizzato nel comune di Colle Sannita, denominato Pozzi Castel Pagano 1-2 (Figura 6.3), che presenta un indice di rischio pari a 62,09 ma che, comunque, non appartiene ai Siti contaminati di Interesse Nazionale (SIN). In particolare, risultano contaminate le seguenti matrici ambientali: sottosuolo ed acque, con presenza di idrocarburi del petrolio ed inorganici. La superficie contaminata del sito è pari a 9.250 mq, dove la principale matrice ambientale contaminata è il sottosuolo, in cui sono state riscontrate le seguenti sostanze: benzene (12,00 mg/kg), toluene (1,30 mg/kg), xilene (5,60 mg/kg), etilbenzene (0,65 mg/kg) piombo (129 mg/kg), ), idrocarburi C<12 (20 mg/kg), idrocarburi C>12 (700 mg/kg). Per il sito il Piano regionale di bonifica ha provveduto ad individuare le tipologie di bonifica ed il relativo costo. Le tipologie di bonifica da utilizzare fanno riferimento all’Air Sparging, al Pump and Treat, al Bioventing ed all’Ossidazione chimica, da eseguire in seguito alla caratterizzazione del sito, con un costo complessivo di 1.140.000 euro per la bonifica e 27.740 euro per la caratterizzazione.

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Figura 6.2 – Scenari di rischio frana

Il Pump and Treat è uno dei sistemi di bonifica dei falde inquinate più applicati al livello nazionale e internazionale. Questi sistemi possono avere l’obiettivo di rimuovere i contaminanti dissolti o anche di sbarrare idraulicamente il deflusso delle acque contaminate verso potenziali recettori presenti all’esterno dell’area contaminata. Il Bioventing è una tecnologia che, inducendo nel sottosuolo la circolazione di ossigeno, con l’eventuale aggiunta di nutrienti, stimola la biodegradazione aerobica dei contaminanti ad opera dei microrganismi presenti naturalmente nel sottosuolo. È particolarmente indicata per

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suoli insaturi contaminati da idrocarburi mentre non è efficace su terreni eterogenei, poco permeabili o prossimi a falde. L’Ossidazione chimica è una tecnica che si applica al risanamento di terreno ed acqua di falda. I processi di ossidazione chimica si basano sulla trasformazione dei composti inquinanti pericolosi in composti non pericolosi (o meno tossici) mediante l’iniezione nella matrice contaminata (suolo saturo o insaturo) di una miscela reagente contenente un opportuno agente ossidante per mezzo di pozzi o trincee di iniezione. L’utilizzo di composti con potere fortemente ossidante permette l’ossidazione di composti organici resistenti all’ossidazione biologica (biodegradazione).

Figura 6.3 – Localizzazione del sito Pozzi Castel Pagano 1-2

Dall’esame di ulteriore documentazione specifica fornita al Comune dall’ENI si evince che diverse attività (non riportate nel Piano regionale di bonifica) risultano essere state già compiute relativamente alla caratterizzazione dei terreni ed alla bonifica dei siti. Ebbene, le prime attività d’indagine effettuate nel sito Pozzi Castel Pagano 1-2, previste dallo specifico Piano della Caratterizzazione Ambientale, risalgono al marzo 2003; si sono articolate nella realizzazione di cinque sondaggi a carotaggio continuo, spinti a profondità comprese tra 5 e 11 m dal piano di campagna (p.c.). Un ulteriore sondaggio, spinto fino a 6 m dal p.c., è stato realizzato all’esterno dell’area, a circa 10 m di distanza dalla Strada Comunale, ed utilizzato per determinare i valori di fondo naturale del contesto ambientale in cui si colloca l’area. Altri due sondaggi sono stati spinti fino alla profondità di 9-10 m dal p.c. e successivamente attrezzati a piezometro.

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Le analisi di laboratorio condotte sui campioni di terreno prelevati nel corso delle diverse campagne di indagini hanno evidenziato superamenti dei limiti di legge per i seguenti parametri: idrocarburi pesanti (C>12), idrocarburi leggeri (C<12), idrocarburi aromatici (benzene, toluene, xileni, etilbenzene, idrocarburi aromatici totali) ed, in misura minore, metalli (piombo, vanadio). I limiti di riferimento sono stati adottati in ragione della destinazione d’uso di tipo agricolo prevista dal vigente PRG del Comune di Colle Sannita. Dalle indagini condotte, suddividendo i suoli superficiali (da 0 a 1 m dal p.c.) dai suoli profondi, è stato possibile identificare tre aree sorgenti di contaminazione ed una sub-area all’interno della prima di queste (Figura 6.4): . Area 1: è l’area principale, ubicata nella porzione nord-est del sito, tra il confine occidentale dello stesso e le due teste pozzo. Tale area si estende per una superficie stimata di circa 2.395 m2. L’impatto interessa principalmente i suoli profondi, con profondità comprese tra 1 e 14 m dal p.c. (massima profondità indagata), con le concentrazioni più rilevanti nella porzione profonda (a partire da 10 m dal p.c.). Nell’Area 1 è stato riscontrato un impatto prevalente da idrocarburi aromatici (benzene, toluene, xileni) ed, in misura minore, da idrocarburi leggeri (C<12) e pesanti (C>12); in un unico campione è stato riscontrato un modesto superamento del limite per il parametro vanadio. Tuttavia, tale dato non è stato confermato dalle indagini integrative realizzate nel gennaio 2007 e, quindi, non sembra significativo di un effettivo stato di contaminazione del terreno, bensì attribuibile ad un valore analitico anomalo rispetto al fondo naturale medio.  Sub-area 1: all’interno dell’Area 1 sono stati individuati dei superamenti localizzati a profondità comprese tra 0 e 2 m dal p.c.; la superficie stimata è di circa 230 m2. . Area 2: ubicata nella porzione sud del sito, si estende per una superficie stimata di circa 316 m2; l’impatto interessa i suoli superficiali e profondi, con profondità comprese tra 0 e 6 m dal p.c. L’impatto dei suoli profondi è principalmente ascrivibile ad idrocarburi leggeri e pesanti ed, in misura minore, ad idrocarburi aromatici (benzene, etilbenzene, xileni) e piombo. Le concentrazioni di idrocarburi appaiono mediamente di un ordine di grandezza superiore a quelle riscontrate nell’Area 1, con predominanza degli idrocarburi pesanti (C>12) rispetto agli idrocarburi leggeri (C<12). Tutti i campioni analizzati oltre i primi 5-6 m di profondità dal p.c. hanno mostrato concentrazioni non rilevabili di idrocarburi leggeri, pesanti ed aromatici. In questo caso, le stratigrafie dei sondaggi eseguiti nell’area indicano che alla profondità di 5-6 m si ha un cambio litologico, con un passaggio da argille rimaneggiate ad argilloscisti, costituenti il bedrock dell’area. Tale cambio di litologia sembra aver ostacolato la migrazione in profondità delle sostanze contaminanti. . Area 3: è costituita da suoli superficiali (0-1 m dal p.c.) impattati da idrocarburi leggeri (C<12) e pesanti (C>12); superficie stimata 110 m2. Per quanto riguarda le aree di contaminazione individuate a sud e nella zona orientale del sito (Area 2 ed Area 3) è stato previsto lo scavo ed il trasporto ad impianto autorizzato del terreno contaminato. Per l’Area 1, ubicata nella porzione nord del sito, in fase di progettazione preliminare della bonifica erano stati proposti test pilota di Bio Venting (BV), Soil Vapor Extraction (SVE), Bio Sparging (BS) e Air Sparging (AS). Tuttavia le indagini integrative hanno evidenziato: . maggiore estensione dell’area contaminata (2.395 m2); . litologia sfavorevole alle tecniche sopra indicate (limi argillosi ed argille compatte); . assenza di un corpo acquifero significativo nello spessore di terreno contaminato.

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Figura 6.4 – Aree interne al sito Pozzi Castel Pagano 1-2

Queste informazioni hanno portato a non ritenere idonee le tecnologie di SVE ed AS per il sito in oggetto, motivo per il quale non si è proceduto all’esecuzione dei test pilota previsti in sede di progettazione preliminare, preferendo valutare altre tecnologie di bonifica, quali: . Electrical Resistance Heating (ERH): appartiene alle tecniche di bonifica che presuppongono il trattamento dei terreni senza preventiva asportazione per escavazione del terreno stesso (metodi “in situ”). Si tratta, in particolare, di una tecnologia di bonifica “aggressiva”, in grado di ridurre in breve tempo la massa di composti organici volatili presenti in falda e nel suolo. Il funzionamento della tecnologia ERH consiste nello scaldare rapidamente il sottosuolo insaturo (anche saturo) fino a circa 100 °C, facendo passare corrente elettrica nel suolo contaminato, sfruttando la presenza di umidità al suo interno, per mezzo del posizionamento di alcuni elettrodi all’interno dei piezometri nell’area oggetto di studio. L’alta temperatura favorisce l’evaporazione dei composti volatili che possono essere così strippati dal sottosuolo. I vapori vengono quindi estratti, raffreddati e trattati secondo i metodi comuni (ad esempio, sistemi di SVE). . Low Temperature Thermal Desorption (LTTD): appartiene alle tecniche di bonifica che presuppongono il trattamento dei terreni previa asportazione per escavazione del terreno stesso (metodi “ex situ”). Si tratta di una tecnologia efficace per la rimozione di diversi

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composti organici, tra cui idrocarburi, pesticidi, composti clorurati. Al contrario della precedente, questo metodo prevede la rimozione del terreno contaminato ed il successivo trattamento in posto (terreno poggiante e coperto da teli impermeabili). Anche questo sistema prevede il riscaldamento del suolo contaminato (90-320 °C) in modo da provocare il passaggio dei contaminanti alla fase gassosa. La temperatura di esercizio è di poco superiore alla più alta temperatura di ebollizione dei composti da rimuovere. Quando il suolo è riscaldato a questa temperatura, i contaminanti raggiungono il rispettivo punto di ebollizione ed evaporano, diventando parte della miscela di gas. I gas prodotti vengono poi rimossi per mezzo di una pressione negativa (ad esempio, sistema SVE) e condotti in una camera di combustione secondaria, dove vengono ulteriormente riscaldati fino a quando si formano anidride carbonica ed acqua. Successivamente i gas vengono raffreddati prima dell’ultimo trattamento nella bag-house, dove viene intercettato il particolato prodotto. Naturalmente la tecnica concernente lo “scavo e trasporto a discarica” consiste nella rimozione fisica del terreno contaminato, lo stoccaggio temporaneo in sito, la caratterizzazione e lo smaltimento presso una discarica adeguata. Gli scavi sono, quindi, richiusi con terreni di provenienza certificata. Questo tipo di bonifica ha il vantaggio di garantire la completa rimozione dei terreni contaminati ed il raggiungimento degli obiettivi di bonifica in tempi relativamente limitati. Tuttavia, il metodo può essere facilmente utilizzato per aree di dimensioni ridotte, profondità limitate e terreni insaturi; al contrario, nel caso sia necessario rimuovere terreni non superficiali, è necessario prevedere azioni per garantire l’esecuzione delle attività in condizioni di sicurezza, quali opere di sostegno delle pareti di scavo o la sagomatura delle pareti stesse con opportune scarpate. Quest’ultimo caso comporta la conseguente movimentazione di ingenti volumi di terreno potenzialmente non contaminati. Questa tecnica ha lo svantaggio di non permettere di trattare o riutilizzare il terreno in sito, e di costituire, pertanto, un trasferimento di contaminazione dal sito ad una discarica controllata. Utilizzando le tecniche più opportune, si sta attualmente procedendo alla bonifica del sito. Inoltre, si deve considerare che Il Piano regionale di bonifica dei siti inquinati della regione Campania ha anche identificato nel territorio comunale di Colle Sannita un sito “potenzialmente inquinato”: si tratta di una discarica comunale autorizzata, oggi dismessa, situata in località Acqua Solfatara, cioè nella porzione nord-orientale del territorio comunale di Colle Sannita (Figura 6.5), immediatamente a valle della strada comunale denominata Petrara. L’area di discarica è situata ad una quota topografica di circa 700 m s.l.m. e si sviluppa nella parte medio-alta di un versante posto in destra orografica del Torrente Reinello. Non si riscontano nelle vicinanze dell’area interessata significativi centri abitati; gli unici nuclei abitativi sono situati a monte della discarica ad una distanza di circa 320 m. Al fine di descrivere l’assetto del sottosuolo dell’area che ospita la discarica e di predisporre correttamente l’ubicazione dei punti di sondaggio geognostico, sono stati effettuati stendimenti di tomografia geoelettrica che hanno permesso di individuare la superficie di separazione tra il volume di rifiuti stoccati ed il sottosuolo. Sono stati realizzati due stendimenti di cui uno parallelo al lato più lungo della discarica ed il secondo perpendicolare a quest’ultimo. La campagna di sondaggi ambientali è stata svolta utilizzando la tecnica di perforazione a rotazione con carotaggio continuo limitando i fluidi di circolazione al fine di preservare le caratteristiche geochimiche dei terreni.

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Figura 6.5 – Localizzazione della discarica comunale di località Acqua Solfatara

Dalle indagini effettuate si è potuto constatare che i rifiuti sono disposti regolarmente solo all’interno dell’area adibita a discarica, costituiti prevalentemente da rifiuti solidi urbani indifferenziati. Lo stato dei luoghi non evidenzia l’esposizione dei materiali di rifiuto, in quanto il sito di discarica è stato colmato prestando attenzione ad alternare livelli dei rifiuti solidi urbani con livelli di materiale argilloso impermeabilizzante.

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Il corpo della discarica, anche nei tempi passati, non ha mai subito modificazioni in seguito ad assestamenti e dilavamenti da acque meteoriche. I rifiuti prodotti conferiti in discarica hanno una matrice inorganica per cui è da escludersi qualsiasi produzione di gas in seguito a decomposizioni o reazioni chimiche. La raccolta e lo smaltimento del percolato confluisce in una vasca di raccolta situata all’interno della discarica le cui condizioni risultano integre. La tipologia di riferimento è quella della discarica “a fossa” con superficie di fondo costituita da teli in plastica impermeabili di cui non si conosce l’effettivo grado di integrità e funzionalità. Il sito è stato utilizzato dai primi mesi del 1994 fino a marzo 2000, periodo in cui è stata dichiarata la saturazione della stessa. La superficie della discarica occupa un’area di circa 3.600 m2, con u’altezza media del rifiuto stoccato variabile tra i 6 ed i 7 m, interamente circoscritta mediante un muro di calcestruzzo sormontato da una recinzione in rete metallica alta 2 m e retta da pali in ferro. Dalla lettura degli elementi progettuali si osserva che il volume utile complessivo della discarica si attesta sul valore di circa 25.000 m3, anche se in effetti è stato raggiunto un volume inferiore, valutato come decremento di circa il 35%. I maggiori rischi evidenziati fanno riferimento a quelli che interessano le componenti suolo e risorsa idrica in quanto: 1. i rifiuti potrebbero essere in diretto contatto con il substrato geologico, oppure potrebbe essere compromessa la protezione contro l’infiltrazione degli inquinanti nel suolo e nella falda idrica; 2. non si è a conoscenza della concentrazione della quantità e delle direzioni di infiltrazioni del percolato. Tuttavia, non si osserva la presenza di percolato sul cumulo di rifiuti e l’area della discarica appare ricoperta da un livello di terra su cui ha attecchito la vegetazione pioniera. È stato predisposto uno specifico piano di indagine (con campionamento dei terreni e delle acque sotterranee) atti a comprendere i necessari interventi di bonifica/messa in sicurezza, peraltro in corso. Attualmente si è in fase di progettazione esecutiva delle necessarie operazioni di bonifica del sito.

6.3 Sito di Importanza Comunitario (SIC)

Il SIC “Sorgenti ed alta valle del fiume Fortore” (codice sito IT 802001), rientra nella rete Natura 2000, istituita in attuazione della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE. Perimetrato dalla Regione Campania, si estende nei territori dei comuni di Foiano Valfortore, Montefalcone in Val Fortore, Baselice, San Bartolomeo in Galdo, Castelvetere in Val Fortore e Colle Sannita, tutti appartenenti alla provincia di Benevento. Interessa due aree poste a nord ed a nord-est del territorio comunale di Colle Sannita (Figura 6.6). Con riferimento all’elenco contenuto negli Allegati della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE e della Direttiva 79/409/CEE sugli “uccelli selvatici”, all’interno del SIC è presente la seguente diversità di habitat e specie, . Habitat: foreste miste (60%), culture cereali estensive (10%), terreno roccioso, ghiaioso o sabbioso (5%), terreni irrigui (10%), pascoli e steppe (10%), altri (5%). . Uccelli migratori abituali: Lanius collurio, Milvus migrans, Milvus milvus, Pernis apivorus,

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Alcedo attui, Alauda arvensis, Anas platyrhynchos, Columba palumbus, Phasianus colchicus, Streptopelia turtur, Turdus merula, Turdus philomelos, Perdix perdix, Coturnix coturnix, Turdus iliacus. . Mammiferi: Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus ferrumequinum, Myotis myotis, Myotis capaccinii, Felis silvestris. . Anfibi e rettili: Bombina variegata, Elaphe quatuorlineata, Chalcides chalcides, Coluber viridiflavus, Lacerta bilineata, Podarcis sicula, Triturus italicus. . Pesci: Alburnus albidus, . Invertebrati: Austropotamobius pallipes, Sympecma fusca. Malgrado la presenza di importanti specie animali e vegetali presenti, l’area del SIC appare, in generale, fortemente manomessa dalle attività antropiche esistenti, sia attività estrattive che agricole, ma presenta quei margini di recupero di funzionalità, cioè di capacità di recupero del proprio potenziale di biodiversità originario, come peraltro previsto nella Direttiva “Habitat”. Infatti, gli ecosistemi fluviali, in particolare nei territori meridionali dove più che di sistemi fluviali si parla di sistemi torrentizi, hanno una buona capacità di resilienza. Con particolare riferimento al territorio di Colle Sannita è possibile evidenziare che i problemi ambientali esistenti sono, soprattutto, correlati alla “degradazione del suolo”. Quest’ultima è stata definita come il declino della qualità del suolo attraverso il cattivo uso delle attività umane. Più specificamente, essa fa riferimento al declino della produttività attraverso avversi cambiamenti dello stato dei nutritivi, dei contenuti di sostanza organica, della stabilità strutturale, della concentrazione di elettroliti e prodotti chimici tossici. La degradazione del suolo raggruppa diversi problemi ambientali, alcuni dei quali tra loro correlati, alcuni di natura fisica, altri di natura chimica. Se si escludono i problemi di salinità ed alcalinità dei suoli, che interessano soprattutto le aree costiere, il problema chimico più rilevante è, senza dubbio l’inquinamento da microelementi. Tra i problemi di natura fisica, quello di maggior peso, soprattutto nelle aree collinari e montane dei sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo, è l’erosione del suolo. Nel contesto territoriale di riferimento entrambi gli aspetti (accumulo di microelementi nei suoli ed erosione idrica) sono stati valutati. I “microelementi” sono elementi essenziali per la crescita e la produzione delle piante anche se dalle stesse richieste in concentrazioni molto piccole (da cui il nome di microelementi o micronutrienti). Tuttavia, in quantità eccessiva, questi elementi sono tossici per le piante e gli animali. Livelli di microelementi (o elementi in traccia) tossici possono derivare da condizioni naturali dei suoli o da attività produttive, agricole o industriali. Nelle recenti decadi, l’uso di fertilizzanti inorganici è aumentato drasticamente, a spese dei più tradizionali trattamenti nutritivi organici. È altresì aumentato enormemente il consumo di antiparassitari. L’aumento di prodotti chimici in agricoltura si è spesso tradotto in preoccupanti aumenti dei livelli di inquinamento da microelementi nei suoli e nelle acque di falda. Nelle aree SIC oggetto di studio, un eventuale rischio d’inquinamento chimico da microelementi potrebbe derivare dall’uso dei prodotti agricoli in agricoltura, soprattutto nell’area nord-orientale, dove l’uso agricolo del suolo è relativamente esteso. Non sono, tuttavia, improbabili livelli elevati di microelementi legati all’uso dei concimi organici (letame) e, soprattutto, alla natura mineralogica del materiale di origine dei suoli, dominato da argille e marne.

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Figura 6.6 – Perimetrazione comunale del SIC “Sorgenti ed alta valle del fiume Fortore”

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Per le due aree SIC (settentrionale e nord-orientale) interne al territorio di Colle Sannita, attraverso la tecnica dell’ICP (Inductive copupled plasma emisson spectrometry),sono stati analizzati i seguenti microelementi totali: nichel (Ni), manganese (Mn), cromo (Cr), zinco (Zn), rame (Cu), piombo (Pb) e cadmio (Cd). Stando ai risultati dell’esperimento condotto, le poche condizioni di “anomalia” sono tali da far pensare all’influenza dell’alterazione dei materiali di origine, piuttosto che all’inquinamento, anche se non è assolutamente da escludere il contributo dei prodotti chimici (fertilizzanti e antiparassitari) e naturali (letame) utilizzati in agricoltura. L’analisi dei risultati ottenuti ha evidenziato che, per la maggior parte dei micro-elementi analizzati, non esistono livelli di accumulo nei suoli che diano particolare preoccupazione. Solo il nichel (Ni) ed il cromo (Cr) superano di poco il limite di normalità ma, comunque, si mantengono molto al disotto della soglia massima dei suoli non contaminati. I suoli con più elevati contenuti di Ni e Cr sono stati perciò considerati affetti da anomalie naturali, dipendenti dalla presenza dei due metalli nella roccia (soprattutto nel caso del Ni, relativamente abbondante nelle rocce argillose) di origine del suolo ed a specifiche condizioni pedo-ambientali (ad esempio, basso potenziale di ossido-riduzione che, nel caso del Cr, ne limita la solubilità e, quindi, la mobilità lungo il profilo).

Figura 6.7 – Carta dell’erosione idrica dei suoli

Relativamente all’“erosione idrica” bisogna, innanzitutto, considerare che l’erosione dei suoli è un fenomeno naturale determinato dalle caratteristiche ambientali tipiche di ciascuna zona ed in equilibrio con queste. I problemi nascono quando questo equilibrio viene alterato, come

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è avvenuto nell’ambiente collinare italiano, a seguito delle profonde trasformazioni sociali ed economiche e dei conseguenti e rapidi mutamenti delle tecniche agronomiche e degli indirizzi produttivi. L’attività antropica ed il cambiamento dei sistemi di agricoltura hanno determinato un’accelerazione macroscopica dei processi erosivi, in particolare in quegli ambienti collinari e montani che per le loro caratteristiche strutturali sono più suscettibili ai fenomeni di degradazione. L’impatto del processo erosivo sui suoli del territorio di Colle Sannita è presente soprattutto nell’area SIC nord-orientale (Figura 6.7). Il rischio attuale di erosione è risultato fortemente mitigato nelle aree, anche in forte pendenza, protette dalla copertura boschiva. Pertanto, il notevole effetto protettivo del bosco trova riscontro nel maggiore sviluppo dei profili delle aree boschive, rispetto a quelli delle aree coltivate.

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7. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE

Obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale (punto e, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

Nel presente capitolo gli obiettivi di Piano, di cui si è già verificata la coerenza con il quadro pianificatorio e programmatorio di riferimento per il territorio di Colle Sannita (cfr § 3.4), vengono messi in relazione con gli obiettivi di sostenibilità fissati a livello statale e comunitario. Infatti, prima di analizzare gli effetti del piano sull’ambiente, si intende esaminare se gli obiettivi, e quindi le azioni conseguenti, risultino essere coerenti con le politiche ambientali stabilite a livello nazionale ed europeo, e che estendono quelle fissate da piani e programmi di livello regionale e provinciale.

7.1 Individuazione degli obiettivi

Dalle politiche per lo sviluppo sostenibile promosse negli ultimi anni a livello nazionale ed internazionale sono emersi alcuni criteri ed obiettivi generali a cui ogni territorio può fare riferimento per definire i propri obiettivi locali di sostenibilità, che possono costituire un punto di riferimento per effettuare la valutazione ambientale di piani e programmi. Per l’analisi degli obiettivi di sostenibilità ambientale e territoriale pertinenti al Piano in esame si potrebbero considerare documenti a valenza internazionale (Agenda 21, Protocollo di Kyoto, Habitat II, ecc.), europea (V e VI Programma europeo d’azione ambientale, Strategia dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile, Relazione “Città europee sostenibili” del Gruppo di esperti sull’ambiente urbano della Commissione Europea, ecc.) e nazionale (Agenda 21 Locale, Strategia ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, Linee guida per l’integrazione della componente ambientale in piani e programmi, ecc.). In ogni caso, alcuni documenti regionali (come il PTR) o provinciali (come la Proposta di PTCP) già incorporano al loro interno gli obiettivi di sostenibilità stabiliti a livello internazionale o nazionale, declinandoli con riferimento a realtà territoriali specifiche. Inoltre, la Commissione Europea (DG XI “Ambiente, sicurezza nucleare e protezione civile”), nel 1998 ha elaborato il Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea, nell’ambito del quale sono stati individuati “dieci criteri chiave per la sostenibilità”. Ad essi, nelle successive Linee guida per la valutazione ambientale strategica (Vas) dei Fondi strutturali 2000-2006, sono stati associati alcuni obiettivi di sostenibilità specifici per i diversi settori di intervento. In particolare, i dieci criteri chiave per la sostenibilità e la loro definizione secondo la Commissione Europea sono elencati di seguito: 1. Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. L’impiego di risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti di minerali e conglomerati riduce le riserve disponibili per le generazioni future. Un principio chiave dello sviluppo sostenibile afferma che tali risorse non rinnovabili debbono essere utilizzate

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con saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non limiti le opportunità delle generazioni future. Ciò vale anche per fattori insostituibili (geologici, ecologici o del paesaggio) che contribuiscono alla produttività, alla biodiversità, alle conoscenze scientifiche e alla cultura. 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. Per quanto riguarda l’impiego di risorse rinnovabili nelle attività di produzione primarie, quali la silvicoltura, la pesca e l’agricoltura, ciascun sistema è in grado di sostenere un carico massimo oltre il quale la risorsa si inizia a degradare. Quando si utilizza l’atmosfera, i fiumi e gli estuari come “depositi” di rifiuti, li si tratta anch’essi alla stregua di risorse rinnovabili, in quanto ci si affida alla loro capacità spontanea di autorigenerazione. Se si approfitta eccessivamente di tale capacità, si ha un degrado a lungo termine della risorsa. L’obiettivo deve, pertanto, consistere nell’impiego delle risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o possibilmente ad un ritmo inferiore) a quello della loro capacità di rigenerazione spontanea, in modo da conservare o anche aumentare le riserve di tali risorse per le generazioni future. 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti. In molte situazioni, è possibile utilizzare sostanze meno pericolose dal punto di vista ambientale ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, ed in particolare dei rifiuti pericolosi. Un approccio sostenibile consiste nell’impiegare i fattori produttivi meno pericolosi dal punto di vista ambientale e nel ridurre al minimo la produzione di rifiuti adottando sistemi efficaci di progettazione di processi, gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento. 4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi. In questo caso, il principio fondamentale consiste nel conservare e migliorare le riserve e le qualità delle risorse del patrimonio naturale a vantaggio delle generazioni presenti e future. Queste risorse naturali comprendono la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, le bellezze e le opportunità ricreative naturali. Il patrimonio naturale, pertanto, comprende la configurazione geografica, gli habitat, la fauna e la flora, il paesaggio, la combinazione e le interrelazioni tra tali fattori e la fruibilità di tale risorse. Vi sono anche stretti legami con il patrimonio culturale. 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. Il suolo e le acque sono risorse naturali rinnovabili essenziali per la salute e la ricchezza dell’umanità, e che possono essere seriamente minacciate a causa di attività estrattive, dell’erosione o dell’inquinamento. Il principio chiave consiste, pertanto, nel proteggere la quantità e qualità delle risorse esistenti e nel migliorare quelle che sono già degradate. 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali. Le risorse storiche e culturali sono risorse limitate che, una volta distrutte o danneggiate, non possono essere sostituite. In quanto risorse non rinnovabili, i principi dello sviluppo sostenibile richiedono che siano conservati gli elementi, i siti o le zone rare rappresentativi di un particolare periodo o tipologia, o che contribuiscono in modo particolare alle tradizioni ed alla cultura di una data area. Si può trattare, tra l’altro, di edifici di valore storico e culturale, di altre strutture o monumenti di ogni epoca, di reperti archeologici nel sottosuolo, di architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e di strutture che

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contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Gli stili di vita, i costumi e le lingue tradizionali costituiscono anch’essi una risorsa storica e culturale che è opportuno conservare. 7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. Nel contesto del presente dibattito, la qualità di un ambiente locale può essere definita dalla qualità dell’aria, dal rumore ambiente, dalla gradevolezza visiva e generale. La qualità dell’ambiente locale è importantissima per le aree residenziali e per i luoghi destinati ad attività ricreative o di lavoro. La qualità dell’ambiente locale può cambiare rapidamente a seguito di cambiamenti del traffico, delle attività industriali, di attività edilizie o estrattive, della costruzione di nuovi edifici ed infrastrutture, e da aumenti generali del livello di attività, ad esempio da parte di visitatori. È inoltre possibile migliorare sostanzialmente un ambiente locale degradato con l’introduzione di nuovi sviluppi. 8. Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo). Una delle principali forze trainanti dell’emergere di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati che dimostrano l’esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide ed acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluorocarburi (CFC), distruzione dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Successivamente è stato identificato il nesso tra anidride carbonica e altri gas serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future. 9. Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale dei principi istituiti a Rio de Janeiro (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992). La consapevolezza dei problemi e delle opzioni disponibili è d’importanza decisiva: l’informazione, l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione dei risultati della ricerca, l’integrazione dei programmi ambientali nella formazione professionale, nelle scuole, nell’istruzione superiore e per gli adulti, e tramite lo sviluppo di reti nell’ambito di settori e raggruppamenti economici. È importante anche l’accesso alle informazioni sull’ambiente a partire dalle abitazioni e nei luoghi ricreativi. 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile. La Dichiarazione di Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992) afferma che il coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate nelle decisioni relative agli interessi comuni è un cardine dello sviluppo sostenibile. Il principale meccanismo a tal fine è la pubblica consultazione in fase di controllo dello sviluppo ed, in particolare, il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, lo sviluppo sostenibile prevede un più ampio coinvolgimento del pubblico nella formulazione e messa in opera delle proposte di sviluppo, di modo che possa emergere un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità. Successivamente, il Consiglio Europeo tenuto a Barcellona nei giorni 15 e 16 marzo 2002 proponeva i seguenti obiettivi di sostenibilità ambientale:

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. promozione di modelli sostenibili di produzione e consumo, dissociando la crescita economica dal degrado ambientale e tenendo conto della capacità di carico degli ecosistemi; . conservazione e gestione sostenibile delle risorse naturali ed ambientali; . accesso a fonti di energia sostenibili, utilizzo di tecnologie pulite e di energie rinnovabili, e maggiore efficienza energetica; . limitazione o riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; . passaggio dai trasporti su strada ai trasporti su ferrovia e per vie navigabili, nonché ai trasporti pubblici in genere; . conservazione della biodiversità, con riferimento a tutti i settori e le attività (risorse naturali, agricoltura, pesca, ecc.); . salvaguardia della biodiversità nelle foreste e negli altri importanti ecosistemi creando reti ecologiche; . protezione della qualità dei suoli; . promozione dello sviluppo sociale e della salute; . rafforzamento della governance per lo sviluppo sostenibile, compresa la partecipazione pubblica. A livello nazionale, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha approvato, con Deliberazione n. 57 del 2 agosto 2002, la “Strategia di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”, che individua i principali obiettivi ed azioni per quattro aree prioritarie: 1) clima; 2) natura e biodiversità; 3) qualità dell'ambiente e della vita negli ambienti urbani; 5) uso sostenibile e gestione delle risorse naturali e dei rifiuti. I principali obiettivi individuati e articolati secondo le aree tematiche della Strategia sono i seguenti: . Clima e atmosfera:  riduzione delle emissioni nazionali dei gas serra del 6,5% rispetto al 1990, entro il periodo tra il 2008 e il 2012, in applicazione del Protocollo di Kyoto;  estensione del patrimonio forestale per l’assorbimento del carbonio atmosferico;  promozione e sostegno dei programmi di cooperazione internazionale per la diffusione delle migliori tecnologie e la riduzione delle emissioni globali;  riduzione dell’emissione di tutti i gas lesivi dell’ozono stratosferico. . Natura e biodiversità:  protezione della biodiversità e ripristino delle situazioni ottimali negli ecosistemi per contrastare la scomparsa delle specie animali e vegetali e la minaccia agli habitat;  riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali e sul suolo a destinazione agricola e forestale;  protezione del suolo dai rischi idrogeologici e salvaguardia delle coste dai fenomeni erosivi  riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione, che già minaccia parte del territorio italiano;  riduzione dell’inquinamento nelle acque interne, nell’ambiente marino e nei suoli. . Qualità dell’ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani:  riequilibrio territoriale ed urbanistico in funzione di una migliore qualità dell’ambiente urbano, incidendo in particolare sulla mobilità delle persone e delle merci;  riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera al di sotto dei livelli di attenzione

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fissati dall’Unione Europea;  mantenimento delle concentrazioni di inquinanti al di sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi ed al patrimonio monumentale;  riduzione dell’inquinamento acustico;  promozione della ricerca sui rischi connessi ai campi elettromagnetici e prevenzione dei rischi per la salute umana e l’ambiente naturale;  sicurezza e qualità degli alimenti anche attraverso l’adozione del criterio di trasparenza e tracciabilità;  bonifica e recupero delle aree e dei siti inquinati;  rafforzamento della normativa sui reati ambientali e della sua applicazione, eliminazione dell’abusivismo edilizio, lotta alla criminalità nel settore dello smaltimento dei rifiuti e dei reflui. . Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti:  riduzione del prelievo di risorse naturali non rinnovabili senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita;  promozione della ricerca scientifica e tecnologica per la sostituzione delle risorse non rinnovabili, in particolare per gli usi energetici ed idrici;  conservazione e ripristino del regime idrico compatibile con la tutela degli ecosistemi e con l’assetto del territorio;  riduzione della produzione di rifiuti, recupero di materiali e recupero energetico di rifiuti;  riduzione della quantità e della tossicità dei rifiuti pericolosi. I documenti internazionali ed i relativi obiettivi elencati consentono di esplicitare alcune questioni rilevanti rispetto ai temi della sostenibilità, di cui tener conto nell’ambito dell’analisi di coerenza riferita agli obiettivi del PUC.

7.2 Analisi di coerenza

In modo analogo a quanto già operato al § 3.4 e con riferimento a ciascuno dei documenti relativi alle strategie di sostenibilità individuati al precedente § 7.1 viene condotta una “analisi di coerenza” attraverso la costruzione di una matrice per ciascun documento (Tabelle 7.1-7.5), in cui si incrociano le informazioni relative ai loro specifici obiettivi (disposti per colonne) e quelle relative gli obiettivi) del redigendo PUC (disposte per righe). Le informazioni contenute nella matrice sono di tipo qualitativo: vengono utilizzati tre simboli che sottolineano rispettivamente l’esistenza di relazioni di “coerenza” (), “indifferenza” () ed “incoerenza” () tra le strategie di PUC e gli obiettivi dei documenti considerati, che esplicitano gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale (e segnatamente comunitario) e nazionale pertinenti al piano in esame. In particolare, gli elementi significativi sono rappresentati sia dalle “coerenze” tra obiettivi, che evidenziano come sia il PUC che le politiche ambientali internazionali e nazionali si muovano lungo una simile traiettoria di sviluppo sostenibile, e sia dalle “incoerenze”, che possono essere intese come fattori di criticità, in quanto il perseguimento di certi obiettivi può pregiudicare il perseguimento di altri. Si tenga presente che l’analisi delle eventuali incoerenze non pregiudica, a priori, la

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possibilità di perseguire certi obiettivi ma sottolinea come, in fase di progettazione dei relativi interventi, sia necessario comprendere come superare le criticità evidenziate. Non bisogna, invece, attribuire una valenza negativa alle indifferenze riscontrate, in quanto complessivamente esse spesso sottolineano che alcuni obiettivi che si intendono perseguire con il PUC non trovano diretta esplicitazione in documenti (internazionali e nazionali) che hanno valenza molto generale. Pertanto, risulta significativo non solo esaminare quanto riportato in ciascuna cella di ogni singola matrice in termini di coerenza, indifferenza o incoerenza, ma anche condurre un’analisi complessiva, prendendo in esame simultaneamente tutte le matrici, allo scopo di verificare la frequenza con cui si ottengono le coerenze e le incoerenze. Tale analisi di frequenza, che considera il numero di volte per le quali si sono riscontrate coerenze ed incoerenze tra gli obiettivi di PUC e gli obiettivi di sostenibilità individuati a livello internazionale e nazionale, è riportata in Tabella 7.6 ed è esplicitata graficamente per mezzo di istogrammi. I risultati generali mostrano che non risultano obiettivi specifici che presentano incoerenze; 18 obiettivi su 19 sono caratterizzati da relazioni di coerenza, mentre un obiettivo presenta esclusivamente relazioni di indifferenza. Questo ha consentito di confermare gli obiettivi prefissati e di comprendere, allo stesso tempo, in che modo progettare azioni di conservazione e trasformazione del territorio in accordo gli obiettivi di panificazione comunale, a loro volta congruenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati a livello internazionale e nazionale.

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Tabella 7.1a Criteri chiave per la sostenibilità (Commissione Europea, 1998)

Obiettivi del PUC 1 – Ridurre al 2 – Impiegare le 3 – Utilizzare e 4 – Conservare e 5 – Conservare e 6 – Conservare e 7 – Conservare e 8 – Proteggere 9 – 10 – minimo l’impiego risorse gestire in modo migliorare lo migliorare la migliorare la migliorare la l’atmosfera Sensibilizzare Promuovere la delle risorse rinnovabili nei corretto, dal stato della fauna qualità dei suoli qualità delle qualità (riscaldamento maggiormente partecipazione energetiche non limiti della punto di vista e della flora e delle risorse risorse storiche e dell’ambiente del globo) alle del pubblico alle rinnovabili capacità di ambientale, le selvatiche, degli idriche culturali locale problematiche decisioni che rigenerazione sostanze ed i habitat e dei ambientali, comportano uno rifiuti paesaggi sviluppare sviluppo pericolosi/inquin l’istruzione e la sostenibile anti formazione in campo Obiettivi generali Obiettivi specifici ambientale OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico           centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati           OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di           servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente           OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi           artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali           OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in           genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior           cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei           abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa           qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.1b Criteri chiave per la sostenibilità (Commissione Europea, 1998)

Obiettivi del PUC 1 – Ridurre al 2 – Impiegare le 3 – Utilizzare e 4 – Conservare e 5 – Conservare e 6 – Conservare e 7 – Conservare e 8 – Proteggere 9 – 10 – minimo l’impiego risorse gestire in modo migliorare lo migliorare la migliorare la migliorare la l’atmosfera Sensibilizzare Promuovere la delle risorse rinnovabili nei corretto, dal stato della fauna qualità dei suoli qualità delle qualità (riscaldamento maggiormente partecipazione energetiche non limiti della punto di vista e della flora e delle risorse risorse storiche e dell’ambiente del globo) alle del pubblico alle rinnovabili capacità di ambientale, le selvatiche, degli idriche culturali locale problematiche decisioni che rigenerazione sostanze ed i habitat e dei ambientali, comportano uno rifiuti paesaggi sviluppare sviluppo pericolosi/inquin l’istruzione e la sostenibile anti formazione in campo Obiettivi generali Obiettivi specifici ambientale OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e           l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere           architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione           sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione           dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione           promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento           l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,           contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale           OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile          

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.2a Obiettivi di sostenibilità ambientale (Consiglio Europeo di Barcellona, 2002)

Obiettivi del PUC 1 – Promuovere 2 – Conservare e 3 – Promuovere 4 – Limitare o 5 – Promuovere 6 – Conservare 7 – 8 – Proteggere la 9 – Promuovere 10 – Rafforzare modelli gestire in modo l’accesso a fonti ridurre le il passaggio dai la biodiversità, Salvaguardare la qualità dei suoli lo sviluppo la governance sostenibili di sostenibile le di energia emissioni di gas trasporti su con riferimento a biodiversità nelle sociale e la per lo sviluppo produzione e risorse naturali sostenibili, ad effetto serra strada ai tutti i settori e le foreste e negli salute sostenibile, consumo, ed ambientali l’utilizzo di trasporti su attività (risorse altri importanti compresa la dissociando la tecnologie pulite ferrovia e per vie naturali, ecosistemi partecipazione crescita e di energie navigabili, agricoltura, creando reti pubblica economica dal rinnovabili, ed nonché ai pesca, ecc.) ecologiche degrado una maggiore trasporti pubblici ambientale e efficienza in genere tenendo conto energetica della capacità di carico degli Obiettivi generali Obiettivi specifici ecosistemi OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico           centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati           OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di           servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente           OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi           artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali           OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in           genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior           cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei           abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa           qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.2b Obiettivi di sostenibilità ambientale (Consiglio Europeo di Barcellona, 2002)

Obiettivi del PUC 1 – Promuovere 2 – Conservare e 3 – Promuovere 4 – Limitare o 5 – Promuovere 6 – Conservare 7 – 8 – Proteggere la 9 – Promuovere 10 – Rafforzare modelli gestire in modo l’accesso a fonti ridurre le il passaggio dai la biodiversità, Salvaguardare la qualità dei suoli lo sviluppo la governance sostenibili di sostenibile le di energia emissioni di gas trasporti su con riferimento a biodiversità nelle sociale e la per lo sviluppo produzione e risorse naturali sostenibili, ad effetto serra strada ai tutti i settori e le foreste e negli salute sostenibile, consumo, ed ambientali l’utilizzo di trasporti su attività (risorse altri importanti compresa la dissociando la tecnologie pulite ferrovia e per vie naturali, ecosistemi partecipazione crescita e di energie navigabili, agricoltura, creando reti pubblica economica dal rinnovabili, ed nonché ai pesca, ecc.) ecologiche degrado una maggiore trasporti pubblici ambientale e efficienza in genere tenendo conto energetica della capacità di carico degli Obiettivi generali Obiettivi specifici ecosistemi OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e           l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere           architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione           sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione           dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione           promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento           l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,           contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale           OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile          

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare

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Tabella 7.3a Obiettivi di sostenibilità ambientale (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, 2002)

Obiettivi del PUC Clima e atmosfera Natura e biodiversità 1 – Ridurre le 2 – Estendere il 3 – Promuovere e 4 – Ridurre 1 – Proteggere la 2 – Ridurre la 3 – Proteggere il 4 – Ridurre e 5 – Ridurre emissioni nazionali patrimonio sostenere i l’emissione di tutti biodiversità e pressione suolo dai rischi prevenire il l’inquinamento dei gas serra del forestale per programmi di i gas lesivi ripristinare le antropica sui idrogeologici e fenomeno della nelle acque 6,5% rispetto al l’assorbimento del cooperazione dell’ozono situazioni ottimali sistemi naturali e salvaguardare le desertificazione, interne, 1990, entro il carbonio internazionale per stratosferico negli ecosistemi sul suolo a coste dai fenomeni che già minaccia nell’ambiente periodo tra il 2008 atmosferico la diffusione delle per contrastare la destinazione erosivi parte del territorio marino e nei suoli ed il 2012, in migliori tecnologie scomparsa delle agricola e forestale italiano applicazione del e la riduzione delle specie animali e Protocollo di Kyoto emissioni globali vegetali e la minaccia agli Obiettivi generali Obiettivi specifici habitat

OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico          centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati          OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di          servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente          OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi          artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali          OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in          genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior          cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei          abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa          qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.3b Obiettivi di sostenibilità ambientale (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, 2002)

Obiettivi del PUC Clima e atmosfera Natura e biodiversità 1 – Ridurre le 2 – Estendere il 3 – Promuovere e 4 – Ridurre 1 – Proteggere la 2 – Ridurre la 3 – Proteggere il 4 – Ridurre e 5 – Ridurre emissioni nazionali patrimonio sostenere i l’emissione di tutti biodiversità e pressione suolo dai rischi prevenire il l’inquinamento dei gas serra del forestale per programmi di i gas lesivi ripristinare le antropica sui idrogeologici e fenomeno della nelle acque 6,5% rispetto al l’assorbimento del cooperazione dell’ozono situazioni ottimali sistemi naturali e salvaguardare le desertificazione, interne, 1990, entro il carbonio internazionale per stratosferico negli ecosistemi sul suolo a coste dai fenomeni che già minaccia nell’ambiente periodo tra il 2008 atmosferico la diffusione delle per contrastare la destinazione erosivi parte del territorio marino e nei suoli ed il 2012, in migliori tecnologie scomparsa delle agricola e forestale italiano applicazione del e la riduzione delle specie animali e Protocollo di Kyoto emissioni globali vegetali e la minaccia agli Obiettivi generali Obiettivi specifici habitat OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e          l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere          architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione          sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione          dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione          promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento          l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,          contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale          OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile         

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.4a Obiettivi di sostenibilità ambientale (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, 2002)

Obiettivi del PUC Qualità dell’ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani 1 – Promuovere il 2 – Ridurre le 3 – Mantenere le 4 – Ridurre 5 – Promuovere la 6 – Garantire la 7 – Bonificare e 8 – Rafforzare la riequilibrio territoriale emissioni inquinanti concentrazioni di l’inquinamento ricerca sui rischi sicurezza e la qualità recuperare le aree ed normativa sui reati ed urbanistico in in atmosfera al di inquinanti al di sotto acustico connessi ai campi degli alimenti anche i siti inquinati ambientali e la sua funzione di una sotto dei livelli di di limiti che elettromagnetici e la attraverso l’adozione applicazione, migliore qualità attenzione fissati escludano danni alla prevenzione dei rischi del criterio di eliminare dell’ambiente urbano, dall’Unione Europea salute umana, agli per la salute umana e trasparenza e l’abusivismo edilizio, incidendo in ecosistemi ed al l’ambiente naturale tracciabilità lottare contro la particolare sulla patrimonio criminalità nel settore mobilità delle persone monumentale dello smaltimento dei Obiettivi generali Obiettivi specifici e delle merci rifiuti e dei reflui OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico         centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati         OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di         servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente         OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi         artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali         OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in         genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior         cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei         abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa         qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.4b Obiettivi di sostenibilità ambientale (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, 2002)

Obiettivi del PUC Qualità dell’ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani 1 – Promuovere il 2 – Ridurre le 3 – Mantenere le 4 – Ridurre 5 – Promuovere la 6 – Garantire la 7 – Bonificare e 8 – Rafforzare la riequilibrio territoriale emissioni inquinanti concentrazioni di l’inquinamento ricerca sui rischi sicurezza e la qualità recuperare le aree ed normativa sui reati ed urbanistico in in atmosfera al di inquinanti al di sotto acustico connessi ai campi degli alimenti anche i siti inquinati ambientali e la sua funzione di una sotto dei livelli di di limiti che elettromagnetici e la attraverso l’adozione applicazione, migliore qualità attenzione fissati escludano danni alla prevenzione dei rischi del criterio di eliminare dell’ambiente urbano, dall’Unione Europea salute umana, agli per la salute umana e trasparenza e l’abusivismo edilizio, incidendo in ecosistemi ed al l’ambiente naturale tracciabilità lottare contro la particolare sulla patrimonio criminalità nel settore mobilità delle persone monumentale dello smaltimento dei Obiettivi generali Obiettivi specifici e delle merci rifiuti e dei reflui OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e         l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere         architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione         sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione         dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione         promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento         l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,         contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale         OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile        

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.5a Obiettivi di sostenibilità ambientale (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, 2002)

Obiettivi del PUC Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti 1 – Ridurre il prelievo di risorse 2 – Promuovere la ricerca scientifica 3 – Conservare e ripristinare il 4 – Ridurre la produzione di rifiuti, 5 – Ridurre la quantità e la tossicità naturali non rinnovabili senza e tecnologica per la sostituzione regime idrico compatibile con la promuovere il recupero di materiali dei rifiuti pericolosi pregiudicare gli attuali livelli di delle risorse non rinnovabili, in tutela degli ecosistemi e con ed il recupero energetico di rifiuti qualità della vita particolare per gli usi energetici ed l’assetto del territorio Obiettivi generali Obiettivi specifici idrici OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e innovative rivitalizzando il valorizzare il centro storico      centro storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati      OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di      servizi locali OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente      OG2 Rafforzare le aree culturali OS2.1 Valorizzare e promuovere gli di eccellenza (beni storici- istituti culturali, museali e formativi      artistici, eventi e presenti manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali      OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli valorizzazione, promozione e elementi di interesse storico- gestione del patrimonio urbano, paesaggistico caratterizzanti il territorio architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in      genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e ecologica e preservare la delle produzioni agricole di maggior      cultura storico-antropologica pregio locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero identitarie dei singoli centri ambientale e la rifunzionalizzazione dei      abitati siti compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse rete delle risorse ambientali ambientali e la biodiversità (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa      qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.5b Obiettivi di sostenibilità ambientale (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, 2002)

Obiettivi del PUC Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti 1 – Ridurre il prelievo di risorse 2 – Promuovere la ricerca scientifica 3 – Conservare e ripristinare il 4 – Ridurre la produzione di rifiuti, 5 – Ridurre la quantità e la tossicità naturali non rinnovabili senza e tecnologica per la sostituzione regime idrico compatibile con la promuovere il recupero di materiali dei rifiuti pericolosi pregiudicare gli attuali livelli di delle risorse non rinnovabili, in tutela degli ecosistemi e con ed il recupero energetico di rifiuti qualità della vita particolare per gli usi energetici ed l’assetto del territorio Obiettivi generali Obiettivi specifici idrici

OG6 Migliorare la qualità della OS6.1 Incrementare gli spazi per vita, il livello di sicurezza e la l’aggregazione ed il tempo libero, solidarietà sociale, accrescendo nonché quelli per servizi assistenziali e      l’integrazione territoriale e formativi l’offerta dei servizi di interesse OS6.2 Attuare interventi per il collettivo miglioramento dell’accessibilità e per l’abbattimento delle barriere      architettoniche OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione      sport pubblica che privata; OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione      dell’ambiente (ricettività diffusa) OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità locale e zootecnico favorendo la certificazione      promuovere l’innovazione e dei prodotti l’internazionalizzazione dei OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- sistemi produttivi pur artigianali esistenti, anche prevedendo conservandone la tipicità e il ricorso all’approvvigionamento      l’identità storica energetico da fonti rinnovabili OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico,      contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale      OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile     

Coerenza (), indifferenza (), incoerenza ()

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Tabella 7.6a Analisi di coerenza

Obiettivi del PUC

Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG1 Realizzare politiche OS1.1 Recuperare, riqualificare e urbane innovative valorizzare il centro storico Coerenze 5 rivitalizzando il centro Incoerenze 0 storico OS1.2 Riutilizzare gli immobili abbandonati Coerenze 5 Incoerenze 0

OS1.3 Densificare l’abitato esistente con funzioni residenziali e dotazione di servizi Coerenze 3 locali Incoerenze 0

OS1.4 Localizzare la nuova edificazione in adiacenza dell’abitato esistente Coerenze 3 Incoerenze 0

OG2 Rafforzare le aree OS2.1 Valorizzare e promuovere gli istituti culturali di eccellenza culturali, museali e formativi presenti Coerenze 1 (beni storici-artistici, Incoerenze 0 eventi e manifestazioni, istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi rurali Coerenze 3 Incoerenze 0

OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi di valorizzazione, interesse storico-paesaggistico promozione e gestione caratterizzanti il territorio del patrimonio urbano, architettonico, storico- Coerenze 8 artistico, archeologico e culturale in genere, volte Incoerenze 0 alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale OG4 Diffondere la cultura OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e delle ecologica e preservare la produzioni agricole di maggior pregio Coerenze 8 cultura storico- Incoerenze 0 antropologica locale, insieme alle matrici OS4.2 Perseguire il recupero ambientale e identitarie dei singoli la rifunzionalizzazione dei siti Coerenze 8 centri abitati compromessi Incoerenze 0

OG5 Tutelare e OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse valorizzare la rete delle ambientali e la biodiversità risorse ambientali (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi Coerenze 15 ecologici; ecc.) quali zone di significativa qualità Incoerenze 0 paesaggistica, naturalistica, storico- produttiva, archeologica e turistica

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Tabella 7.6b Analisi di coerenza

Obiettivi del PUC

Obiettivi generali Obiettivi specifici

OG6 Migliorare la OS6.1 Incrementare gli spazi per qualità della vita, il l’aggregazione ed il tempo libero, nonché Coerenze 1 livello di sicurezza e la quelli per servizi assistenziali e formativi Incoerenze 0 solidarietà sociale, accrescendo OS6.2 Attuare interventi per il miglioramento l’integrazione dell’accessibilità e per l’abbattimento delle Coerenze 1 territoriale e l’offerta barriere architettoniche dei servizi di interesse Incoerenze 0 collettivo OG7 Sviluppare ed OS7.1 Incrementare le aree a destinazione integrare la filiera sportiva sia gestione pubblica che privata; Coerenze 3 ambiente-turismo- Incoerenze 0 cultura-sport OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- sportiva legata alla fruizione dell’ambiente Coerenze 3 (ricettività diffusa) Incoerenze 0

OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- l’imprenditorialità zootecnico favorendo la certificazione dei Coerenze 1 locale e promuovere prodotti Incoerenze 0 l’innovazione e l’internazionalizzazione OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- dei sistemi produttivi artigianali esistenti, anche prevedendo il Coerenze 10 pur conservandone la ricorso all’approvvigionamento energetico da tipicità e l’identità fonti rinnovabili Incoerenze 0 storica OG9 Attuare politiche OS9.1 Promuovere specifici interventi che implichino l’uso di (efficientamento energetico degli edifici, risorse energetiche raccolta differenziata dei rifiuti, incremento Coerenze 9 rinnovabili ed della permeabilità dei suoli, riduzione del ambientalmente carico idrico, contenimento Incoerenze 0 compatibili dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed OS10.1 Realizzare opportuni collegamenti di integrare l’accessibilità viabilità intercomunale Coerenze 0 e la mobilità Incoerenze 0

OS10.2 Realizzare interventi strutturali per la mobilità sostenibile Coerenze 5 Incoerenze 0

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8. EFFETTI DEL PIANO SULL’AMBIENTE

Possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi (punto f, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

In questo capitolo gli obiettivi di PUC, di cui si è già verificata la coerenza con il quadro pianificatorio e programmatorio di riferimento per il territorio di Colle Sannita, vengono messi in relazione con le azioni previste dal Piano (elaborate sulla base delle analisi finora svolte) nell’intento di analizzarne i possibili impatti significativi sull’ambiente.

8.1 Obiettivi, strategie ed azioni

È stato già evidenziato (cfr. § 3.1) che il PUC di Colle Sannita si sviluppa con riferimento a cinque “sistemi” componenti il più ampio sistema territoriale e che per ciascun sistema sono state individuate delle specifiche “strategie”. Allo stesso tempo sono stati individuati gli “obiettivi” di Piano (cfr. § 3.2), declinandoli in obiettivi generali ed obiettivi specifici. Tenendo conto delle strategie e degli obiettivi vengono, quindi, elaborate le “azioni” di Piano, che perseguono gli obiettivi ed attuano le strategie; anche le azioni possono essere suddivise per sistemi secondo il seguente schema:

. Sistema naturalistico ed ambientale:  miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità. Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza;  individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo.  individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua, nonché migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti.  realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico- architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per la fruibilità turistica e naturalistica;

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 individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano;  realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, in Valfortore, Castepagano);  previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di progetto ed evitare la saturazione edilizia;  riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo;

. Sistema paesistico e storico-culturale:  individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione della evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale;  regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici, mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative;  conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante fasce di rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi;  tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare diversamente l’offerta turistico- ricettiva;

. Sistema del territorio rurale:  promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle componenti della rete ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale;

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 promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale dell’area;  regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e della salvaguardia della attività produttiva agricola in atto;  valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende singole o associate;  sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale;  qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale;  riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli naturalistico-ambientali e rurali.

. Sistema infrastrutturale:  completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante;  realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare extraurbano;  completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale;  realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale;  interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare;  realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un carattere qualificato di viabilità di accesso al centro abitato;  integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade;  realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica;  previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali;  predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico- culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di attrezzature di servizio.

. Sistema insediativo:  recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio;

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 individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della rifunzionalizzzazione urbana;  incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione della edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e private) mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario;  qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni pedonali ed idonea accessibilità;  definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo;  previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano ed incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di commercio e servizi;  formazione di nuova centralità urbana, mediante la integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di nuove occasioni di accessibilità e caratterizzazione morfologico- funzionale;  definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo;  qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante la individuazione di aree destinate alla realizzazione di una offerta residenziale a bassa densità con caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale;  individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali;  realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi;  integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale;  formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico- ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente integrate con il contesto ambientale e paesaggistico;  creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili e la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico;  direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive;  definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano. Allo stesso tempo è possibile strutturare una matrice che pone in relazione gli obiettivi e le azioni di Piano, evidenziando le relazioni gerarchiche che sussistono tra questi elementi (Tabella 8.1).

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Successivamente (cfr. §§ 8.2 e 8.3) possono essere valutati i possibili impatti che le azioni di Piano potrebbero determinare sull’ambiente, in coerenza con quanto previsto dalla Direttiva 2001/42 CE e dal D.Lgs. 151/2006 e s.m.i., e distinguendo tra una “valutazione qualitativa” ed una possibile “valutazione quantitativa”, nell’intento di comprendere come potrebbe essere garantito lo sviluppo sostenibile del territorio del comune di Colle Sannita.

8.2 Valutazione qualitativa

Allo scopo di individuare, già in prima istanza nel presente Rapporto Preliminare, i potenziali effetti ambientali significativi del Piano, è possibile condurre, in questa fase, una valutazione qualitativa articolandola a partire dallo schema gerarchico definito nella Tabella 8.1. Infatti, risulta essenziale comprendere i possibili impatti che le azioni previste dal Piano determinano rispetto alle aree tematiche ed ai relativi temi ambientali individuati nell’ambito dell’analisi dello stato dell’ambiente del territorio di Colle Sannita (cfr. capitolo 4). Inoltre, la conoscenza dello stato dell’ambiente ha permesso di evidenziare le vulnerabilità e le criticità del territorio, nonché le risorse e le potenzialità. A partire da esso, il confronto tra lo stato dell’ambiente e le azioni proposte consente di valutare gli impatti che si potrebbero determinare. Pertanto, sono state elaborate delle matrici di valutazione (Tabelle 8.2-8.6) in cui ciascuna azione si confronta con i “temi ambientali” propri delle relative “aree tematiche”, esaminate nell’ambito dello studio sullo stato dell’ambiente e di seguito elencate: . popolazione; . patrimonio edilizio; . agricoltura; . trasporti; . energia; . economia e produzione; . atmosfera; . idrosfera; . biosfera; . geosfera; . paesaggio e patrimonio culturale . rifiuti; . radiazioni ionizzanti e non ionizzanti; . rumore; . rischio naturale ed antropogenico. In particolare, le matrici di valutazione riportano per righe le “azioni” (corrispondenti ai relativi obiettivi) e per colonne i “temi ambientali” di ciascuna “area tematica”. Nelle caselle di incrocio sono indicati gli impatti (“positivi” e “negativi”), distinguendo tra quelli di tipo “temporaneo” (prevalentemente connessi al “breve/medio termine”) e quelli di tipo “permanenti” (che si dispiegano, in genere, nel “lungo termine”), così come previsto dall’Allegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. È stata utilizzata la seguente simbologia: . impatto permanente potenzialmente positivo (); . impatto temporaneo potenzialmente positivo (); . impatto potenzialmente nullo ();

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. impatto temporaneo potenzialmente negativo (); . impatti permanente potenzialmente negativo (). Gli impatti potenzialmente positivi individuano la possibilità che l’azione considerata possa determinare dei benefici sull’ambiente, contribuendo sia alla tutela ed alla valorizzazione delle risorse presenti che alla promozione di processi di sviluppo sostenibile. Gli impatti potenzialmente nulli sono riferiti a quelle azioni che, in alcuni casi, non interessano l’area tematica in esame, mentre in altri casi, non incidono sullo stato dell’ambiente. Gli impatti potenzialmente negativi esplicitano le esternalità negative che le azioni potrebbero determinare e le cui implicazioni sono da considerare con cautela. Ciascuna matrice consente di definire il quadro complessivo degli impatti e di comprendere il comportamento delle diverse azioni rispetto ad ogni area tematica ed ai relativi temi ambientali, evidenziando in che misura incidono gli impatti potenzialmente positivi, gli impatti potenzialmente nulli e gli impatti potenzialmente negativi. Le matrici permettono di definire un quadro sinottico degli impatti potenziali, che potranno essere ulteriormente indagati ed approfonditi nell’ambito della valutazione quantitativa da sviluppare, però, nel Rapporto Ambientale definitivo, quando il Piano Urbanistico Comunale avrà individuato, con un maggiore grado di approfondimento, gli impatti di tipo quantitativo (ove possibile) per le singole azioni.

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Tabella 8.1a Previsioni del PUC

Obiettivi generali Obiettivi specifici Azioni OG1 Realizzare politiche urbane OS1.1 Recuperare, riqualificare e A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei innovative rivitalizzando il centro valorizzare il centro storico programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la storico gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio OS1.2 Riutilizzare gli immobili A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e private) mirate alla ricostituzione abbandonati dell’integrità dell’impianto originario OS1.3 Densificare l’abitato esistente con A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della rifunzionalizzazione urbana funzioni residenziali e dotazione di servizi A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni pedonali ed idonea accessibilità locali A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di commercio e servizi A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi OS1.4 Localizzare la nuova edificazione A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo in adiacenza dell’abitato esistente A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo OG2 Rafforzare le aree culturali di OS2.1 Valorizzare e promuovere gli istituti A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di eccellenza (beni storici-artistici, culturali, museali e formativi presenti nuove occasioni di accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale eventi e manifestazioni, istituti OS2.2 Valorizzare i borghi rurali A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale culturali) A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti naturalistico-ambientali e rurali OG3 Adottare modalità di OS3.1 Tutelare e valorizzare gli elementi A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri valorizzazione, promozione e di interesse storico-paesaggistico originari, in modo da definire una disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale gestione del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di architettonico, storico-artistico, viabilità, insediamenti o tralicci eolici, mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative archeologico e culturale in genere, A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante fasce di rispetto, limitazioni e volte alla salvaguardia dell’identità regolazione della disciplina degli interventi dei luoghi urbani e del paesaggio A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari rurale all’agricoltura, nonché per qualificare diversamente l’offerta turistico-ricettiva OG4 Diffondere la cultura ecologica OS4.1 Tutelare il paesaggio rurale e delle A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità e preservare la cultura storico- produzioni agricole di maggior pregio integrate con la forma delle componenti della rete ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale antropologica locale, insieme alle A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e della salvaguardia della attività produttiva matrici identitarie dei singoli centri agricola in atto abitati OS4.2 Perseguire il recupero ambientale A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti e la rifunzionalizzazione dei siti in frana o di rischio potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo compromessi OG5 Tutelare e valorizzare la rete OS5.1 Tutelare e valorizzare le risorse A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di delle risorse ambientali (Regio ambientali e la biodiversità manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità. Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei Tratturo, boschi, corsi d’acqua, e delle fasce di pertinenza corridoi ecologici; ecc.) quali zone A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da di significativa qualità potenziare e qualificare eliminando le situazioni di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo paesaggistica, naturalistica, storico- A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua, nonché migliorando la qualità ecologica produttiva, archeologica e turistica degli assetti colturali esistenti A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per la fruibilità turistica e naturalistica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano

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Tabella 8.1b Previsioni del PUC

Obiettivi generali Obiettivi specifici Azioni OG6 Migliorare la qualità della vita, OS6.1 Incrementare gli spazi per A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il il livello di sicurezza e la solidarietà l’aggregazione ed il tempo libero, nonché percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e sociale, accrescendo l’integrazione quelli per servizi assistenziali e formativi qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in Valfortore, Castepagano) territoriale e l’offerta dei servizi di A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare interesse collettivo la dotazione della rete ecologica di progetto ed evitare la saturazione edilizia OS6.2 Attuare interventi per il A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un carattere qualificato di viabilità di miglioramento dell’accessibilità e per accesso al centro abitato l’abbattimento delle barriere A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade architettoniche A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali OG7 Sviluppare ed integrare la OS7.1 Incrementare le aree a A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico-ricettive mediante filiera ambiente-turismo-cultura- destinazione sportiva sia gestione attività all’aria aperta opportunamente integrate con il contesto ambientale e paesaggistico sport pubblica che privata OS7.2 Potenziare la ricettività turistica- A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale dell’area sportiva legata alla fruizione A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità dell’ambiente (ricettività diffusa) paesaggistica e sostenibilità ambientale (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale OG8 Potenziare l’imprenditorialità OS8.1 Rilanciare il settore agricolo- A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende singole o associate locale e promuovere l’innovazione e zootecnico favorendo la certificazione dei A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo l’internazionalizzazione dei sistemi prodotti della filiera corta tramite l’offerta di prodotto trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale produttivi pur conservandone la OS8.2 Razionalizzare le aree industriali- A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, tipicità e l’identità storica artigianali esistenti, anche prevedendo il attraverso il potenziamento delle aree disponibili e la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico ricorso all’approvvigionamento energetico A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive da fonti rinnovabili A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano OG9 Attuare politiche che OS9.1 Promuovere specifici interventi A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a bassa densità con caratteristiche di implichino l’uso di risorse (efficientamento energetico degli edifici, sostenibilità energetica ed ambientale energetiche rinnovabili ed raccolta differenziata dei rifiuti, ambientalmente compatibili incremento della permeabilità dei suoli, riduzione del carico idrico, contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed integrare OS10.1 Realizzare opportuni A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante l’accessibilità e la mobilità collegamenti di viabilità intercomunale A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare extraurbano OS10.2 Realizzare interventi strutturali A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale per la mobilità sostenibile A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di attrezzature di servizio

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Tabella 8.2a Area tematica: Popolazione Area tematica: Patrimonio edilizio Area tematica: Agricoltura Area tematica: Trasporti

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Struttura della Occupazione Edifici Abitazioni Superficie Coltivazioni Agricoltura Zootecnia Mobilità locale e Composizione popolazione agricola biologica trasporto del parco passeggeri veicolare A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di           insediamento di nuove funzioni economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e           private) mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della           rifunzionalizzazione urbana A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni           pedonali ed idonea accessibilità A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di           commercio e servizi A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi           A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo           A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali           A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo           A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di nuove occasioni di           accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale           A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti           naturalistico-ambientali e rurali Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.2b Area tematica: Popolazione Area tematica: Patrimonio edilizio Area tematica: Agricoltura Area tematica: Trasporti

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Struttura della Occupazione Edifici Abitazioni Superficie Coltivazioni Agricoltura Zootecnia Mobilità locale e Composizione popolazione agricola biologica trasporto del parco passeggeri veicolare A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una           disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici,           mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante           fasce di rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare           diversamente l’offerta turistico-ricettiva A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle           componenti della rete ecologica appartenenti al sistema naturalistico- ambientale A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e           della salvaguardia della attività produttiva agricola in atto A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio           potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.2c Area tematica: Popolazione Area tematica: Patrimonio edilizio Area tematica: Agricoltura Area tematica: Trasporti

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Struttura della Occupazione Edifici Abitazioni Superficie Coltivazioni Agricoltura Zootecnia Mobilità locale e Composizione popolazione agricola biologica trasporto del parco passeggeri veicolare A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità.           Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni           di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua,           nonché migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per           la fruibilità turistica e naturalistica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto           retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e           paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in Valfortore, Castepagano) A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di           progetto ed evitare la saturazione edilizia A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un           carattere qualificato di viabilità di accesso al centro abitato A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade           A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica           A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali          

Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.2d Area tematica: Popolazione Area tematica: Patrimonio edilizio Area tematica: Agricoltura Area tematica: Trasporti

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Struttura della Occupazione Edifici Abitazioni Superficie Coltivazioni Agricoltura Zootecnia Mobilità locale e Composizione popolazione agricola biologica trasporto del parco passeggeri veicolare A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico-ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente           integrate con il contesto ambientale e paesaggistico A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale           dell’area A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale           (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende           singole o associate A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto           trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili           e la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive           A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano           A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a           bassa densità con caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante           A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare           extraurbano A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale           A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale           A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare           A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di           attrezzature di servizio Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.3a Area tematica: Energia Area tematica: Economia e produzione Area tematica: Atmosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Produzione Consumi Attrattività Turismo Prodotti Certifica- Autorizzazio- Clima Rete di moni- Qualità Emissioni in Contributo di energia energetici economico- sostenibili zione ne integrata toraggio dell’aria atmosfera locale al sociale ambientale ambientale della qualità cambiamen- dell’aria to climatico A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni             economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e             private) mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della             rifunzionalizzazione urbana A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni             pedonali ed idonea accessibilità A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di             commercio e servizi A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi             A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo             A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali             A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo             A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di nuove occasioni di             accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale             A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti             naturalistico-ambientali e rurali Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.3b Area tematica: Energia Area tematica: Economia e produzione Area tematica: Atmosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Produzione Consumi Attrattività Turismo Prodotti Certifica- Autorizzazio- Clima Rete di moni- Qualità Emissioni in Contributo di energia energetici economico- sostenibili zione ne integrata toraggio dell’aria atmosfera locale al sociale ambientale ambientale della qualità cambiamen- dell’aria to climatico A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una             disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici,             mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante             fasce di rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare             diversamente l’offerta turistico-ricettiva A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle componenti della             rete ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e             della salvaguardia della attività produttiva agricola in atto A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio             potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.3c Area tematica: Energia Area tematica: Economia e produzione Area tematica: Atmosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Produzione Consumi Attrattività Turismo Prodotti Certifica- Autorizzazio- Clima Rete di moni- Qualità Emissioni in Contributo di energia energetici economico- sostenibili zione ne integrata toraggio dell’aria atmosfera locale al sociale ambientale ambientale della qualità cambiamen- dell’aria to climatico A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità.             Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni             di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua,             nonché migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per             la fruibilità turistica e naturalistica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto             retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e             paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in Valfortore, Castepagano) A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di             progetto ed evitare la saturazione edilizia A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un             carattere qualificato di viabilità di accesso al centro abitato A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade             A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica             A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali            

Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.3d Area tematica: Energia Area tematica: Economia e produzione Area tematica: Atmosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Produzione Consumi Attrattività Turismo Prodotti Certifica- Autorizzazio- Clima Rete di moni- Qualità Emissioni in Contributo di energia energetici economico- sostenibili zione ne integrata toraggio dell’aria atmosfera locale al sociale ambientale ambientale della qualità cambiamen- dell’aria to climatico A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico-ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente             integrate con il contesto ambientale e paesaggistico A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale             dell’area A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale             (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende             singole o associate A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto             trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili e             la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive             A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano             A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a             bassa densità con caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante             A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare             extraurbano A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale             A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale             A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare             A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di             attrezzature di servizio Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

Comune di Colle Sannita (BN) – Piano Urbanistico Comunale (PUC) Valutazione Ambientale Strategica (VAS) – Rapporto Preliminare

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Tabella 8.4a Area tematica: Idrosfera Area tematica: Biosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Risorse idriche Risorse idriche Consumi idrici Collettamento Sversamenti di Qualità delle Qualità delle Aree naturali Boschi e foreste Biodiversità superficiali sotterranee delle acque inquinanti nei acque acque protette e/o di reflue corpi idrici sup. superficiali sotterranee tutela ambientale A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni           economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e           private) mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della           rifunzionalizzazione urbana A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni           pedonali ed idonea accessibilità A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di           commercio e servizi A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi           A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo           A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali           A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo           A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di nuove occasioni di           accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale           A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti           naturalistico-ambientali e rurali Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.4b Area tematica: Idrosfera Area tematica: Biosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Risorse idriche Risorse idriche Consumi idrici Collettamento Sversamenti di Qualità delle Qualità delle Aree naturali Boschi e foreste Biodiversità superficiali sotterranee delle acque inquinanti nei acque acque protette e/o di reflue corpi idrici sup. superficiali sotterranee tutela ambientale A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una           disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici,           mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante           fasce di rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare           diversamente l’offerta turistico-ricettiva A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle componenti della rete           ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e della           salvaguardia della attività produttiva agricola in atto A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio           potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.4c Area tematica: Idrosfera Area tematica: Biosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Risorse idriche Risorse idriche Consumi idrici Collettamento Sversamenti di Qualità delle Qualità delle Aree naturali Boschi e foreste Biodiversità superficiali sotterranee delle acque inquinanti nei acque acque protette e/o di reflue corpi idrici sup. superficiali sotterranee tutela ambientale A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità.           Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni           di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua,           nonché migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per           la fruibilità turistica e naturalistica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto           retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e           paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in Valfortore, Castepagano) A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di progetto ed           evitare la saturazione edilizia A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un           carattere qualificato di viabilità di accesso al centro abitato A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade           A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica           A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali          

Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Tabella 8.4d Area tematica: Idrosfera Area tematica: Biosfera

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Risorse idriche Risorse idriche Consumi idrici Collettamento Sversamenti di Qualità delle Qualità delle Aree naturali Boschi e foreste Biodiversità superficiali sotterranee delle acque inquinanti nei acque acque protette e/o di reflue corpi idrici sup. superficiali sotterranee tutela ambientale A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico-ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente           integrate con il contesto ambientale e paesaggistico A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale           dell’area A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale           (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende           singole o associate A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto           trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili e           la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive           A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano           A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a           bassa densità con caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante           A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare           extraurbano A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale           A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale           A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare           A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di           attrezzature di servizio Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Paesaggio e Tabella 8.5a Area tematica: Geosfera Area tematica: Rifiuti patrimonio culturale

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Territorio Aree di Consumo di Cave ed Discariche Siti inquinati Sistema Patrimonio Produzione di Raccolta Smaltimento e comunale interesse suolo attività paesaggistico culturale rifiuti differenziata trattamento paesaggistico estrattive dei rifiuti ambientale A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni            economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e            private) mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della            rifunzionalizzazione urbana A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni            pedonali ed idonea accessibilità A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di            commercio e servizi A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi            A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo            A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali            A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo           A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di nuove occasioni di            accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale            A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti            naturalistico-ambientali e rurali Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Paesaggio e Tabella 8.5b Area tematica: Geosfera Area tematica: Rifiuti patrimonio culturale

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Territorio Aree di Consumo di Cave ed Discariche Siti inquinati Sistema Patrimonio Produzione di Raccolta Smaltimento e comunale interesse suolo attività paesaggistico culturale rifiuti differenziata trattamento paesaggistico estrattive dei rifiuti ambientale A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una            disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici,            mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante            fasce di rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare            diversamente l’offerta turistico-ricettiva A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle componenti della rete            ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e della            salvaguardia della attività produttiva agricola in atto A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio potenziale,            prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Paesaggio e Tabella 8.5c Area tematica: Geosfera Area tematica: Rifiuti patrimonio culturale

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Territorio Aree di Consumo di Cave ed Discariche Siti inquinati Sistema Patrimonio Produzione di Raccolta Smaltimento e comunale interesse suolo attività paesaggistico culturale rifiuti differenziata trattamento paesaggistico estrattive dei rifiuti ambientale A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità.            Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni            di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua,            nonché migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per            la fruibilità turistica e naturalistica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto            retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e            paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in Valfortore, Castepagano) A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di progetto ed            evitare la saturazione edilizia A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un            carattere qualificato di viabilità di accesso al centro abitato A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade            A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica            A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali           

Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Paesaggio e Tabella 8.5d Area tematica: Geosfera Area tematica: Rifiuti patrimonio culturale

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Territorio Aree di Consumo di Cave ed Discariche Siti inquinati Sistema Patrimonio Produzione di Raccolta Smaltimento e comunale interesse suolo attività paesaggistico culturale rifiuti differenziata trattamento paesaggistico estrattive dei rifiuti ambientale A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico-ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente            integrate con il contesto ambientale e paesaggistico A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale            dell’area A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale            (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende            singole o associate A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto            trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili e            la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive            A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano            A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a            bassa densità con caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante            A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare            extraurbano A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale            A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale            A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare            A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di            attrezzature di servizio Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Tabella 8.6a Area tematica: Rumore Area tematica: Rischio naturale ed antropogenico Radiazioni ionizzanti e non ionizzati

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Rischio da radiazioni Inquinamento da Inquinamento Classificazione Vulnerabilità del Vulnerabilità ai nitrati Rischio di incendi Rischio di incidenti ionizzanti campi acustico acustica comunale territorio di origine agricola boschivi rilevanti elettromagnetici A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni         economiche e culturali in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e         private) mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della         rifunzionalizzazione urbana A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni         pedonali ed idonea accessibilità A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di         commercio e servizi A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi         A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo         A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali         A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo         A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni sociali e la creazione di nuove occasioni di         accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale         A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti         naturalistico-ambientali e rurali Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Tabella 8.6b Area tematica: Rumore Area tematica: Rischio naturale ed antropogenico Radiazioni ionizzanti e non ionizzati

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Rischio da radiazioni Inquinamento da Inquinamento Classificazione Vulnerabilità del Vulnerabilità ai nitrati Rischio di incendi Rischio di incidenti ionizzanti campi acustico acustica comunale territorio di origine agricola boschivi rilevanti elettromagnetici A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una         disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con l’assetto paesaggistico del territorio comunale A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici,         mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità attuative A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante         fasce di rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare         diversamente l’offerta turistico-ricettiva A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle componenti della         rete ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e         della salvaguardia della attività produttiva agricola in atto A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio         potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa del suolo Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Tabella 8.6c Area tematica: Rumore Area tematica: Rischio naturale ed antropogenico Radiazioni ionizzanti e non ionizzati

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Rischio da radiazioni Inquinamento da Inquinamento Classificazione Vulnerabilità del Vulnerabilità ai nitrati Rischio di incendi Rischio di incidenti ionizzanti campi acustico acustica comunale territorio di origine agricola boschivi rilevanti elettromagnetici A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità.         Mantenimento e recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni         di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua,         nonché migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per         la fruibilità turistica e naturalistica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto         retrostante, prevedendo la conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e         paesaggistiche dell’area, e la promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in Valfortore, Castepagano) A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di         progetto ed evitare la saturazione edilizia A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un         carattere qualificato di viabilità di accesso al centro abitato A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade         A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica         A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali        

Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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Area tematica: Tabella 8.6d Area tematica: Rumore Area tematica: Rischio naturale ed antropogenico Radiazioni ionizzanti e non ionizzati

Azioni del PUC Tema ambientale Tema ambientale Tema ambientale Rischio da radiazioni Inquinamento da Inquinamento Classificazione Vulnerabilità del Vulnerabilità ai nitrati Rischio di incendi Rischio di incidenti ionizzanti campi acustico acustica comunale territorio di origine agricola boschivi rilevanti elettromagnetici A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni turistico-ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente         integrate con il contesto ambientale e paesaggistico A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale         dell’area A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale         (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle attività turistiche dell’intero territorio comunale A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende         singole o associate A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto         trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e commerciali per il turismo rurale A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili e         la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità ambientale e all’efficientamento energetico A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive         A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano         A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a         bassa densità con caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante         A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare         extraurbano A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale         A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale         A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare         A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di         attrezzature di servizio Impatto permanente potenzialmente positivo (), impatto temporaneo potenzialmente positivo (), impatto potenzialmente nullo (), impatto temporaneo potenzialmente negativo (), impatto permanente potenzialmente negativo ()

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8.3 Valutazione quantitativa

In sede di Rapporto Ambientale definitivo si cercherà anche di comprendere, sulla base dei risultati della valutazione qualitativa, in che termini il Piano comporterà una modifica dei valori degli attuali indicatori ambientali o, comunque, quale possa un “trend di previsione”. A questo scopo si precederà a strutturate delle opportune matrici di valutazione (del tipo delle Tabelle 8.7) per ciascuna delle azioni previste ed esplicitando rispettivamente: . l’area tematica; . il tema ambientale; . la classe di indicatori; . l’indicatore; . la classificazione dell’indicatore secondo il Modello DPSIR; . l’unità di misura utilizzata per valutare l’indicatore selezionato; . le conseguenze dell’impatto sull’indicatore, distinguendo tra “Stato di fatto” e “PUC”. È evidente che, per ciascuna azione, saranno considerati soltanto l’area tematica ed il tema ambientale pertinenti, in accordo con gli esiti della precedente valutazione qualitativa. In particolare, i valori riferiti allo “stato di fatto” tengono conto delle caratteristiche dello scenario già analizzate nello stato dell’ambiente (cfr. capitolo 4) con riferimento ad un orizzonte temporale T0; le indicazioni assunte per il PUC individuano delle possibili previsioni di trasformazione con riferimento ad un orizzonte temporale T1, cioè che si potrebbe realizzare nell’arco di dieci anni. Ciascuna matrice di valutazione, elaborata per ogni azione, ne riassume le peculiarità ed esplicita le possibili implicazioni che si potrebbero delineare. Allo scopo di considerare simultaneamente gli impatti “cumulativi” e “sinergici” si potrà elaborare anche un’analoga matrice in grado di esprimere una “valutazione di sintesi” di tutti gli impatti generati dalle singole azioni di Piano.

Tabella 8.7 – Struttura delle matrici di valutazione quantitativa per ciascuna azione

Aree Temi Classi di Indicatori DPSIR Unità di Impatti quantitativi tematiche ambientali indicatori misura Stato di PUC fatto

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9. MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

Misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano (punto g, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

9.1 Definizione delle misure di mitigazione e compensazione

Dall’analisi dei risultati delle matrici di valutazione qualitativa e quantitativa di cui al precedente capitolo 8, in sede di Rapporto Ambientale definitivo, si potranno evidenziare gli impatti negativi rispetto alle componenti ambientali considerate. Successivamente, approfondendo l’esame delle azioni previste dal PUC, sarà possibile individuare alcune misure utili per impedire, ridurre e compensare gli impatti potenzialmente negativi nei confronti dei diversi ricettori ambientali. In questa prospettiva, saranno elaborate delle opportune “schede di approfondimento” per singola area tematica (del tipo di Tabella 9.1) relative alle azioni che potrebbero comportare degli effetti presumibilmente negativi. In esse, oltre alle azioni, si indicheranno le componenti ambientali interessate, le problematiche di riferimento, le considerazioni ed i suggerimenti che si intendono offrire per mitigare e compensare gli impatti negativi, nonché le relative competenze.

Tabella 9.1 – Struttura delle matrici di mitigazione/compensazione area tematica

Azioni Problematiche Considerazioni e suggerimenti Competenze

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10. SCELTA DELLE ALTERNATIVE

Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste (punto h, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

10.1 Valutazione delle alternative

Nell’elaborazione del Piano Urbanistico Comunale a partire da quanto già delineato nel Preliminare di PUC (cui si accompagna il presente Rapporto Preliminare) si potranno richiedere maggiori approfondimenti soprattutto in termini di precisa localizzazione delle funzioni. Questo significa che si dovrà procedere ad una valutazione delle possibili alternative localizzative tenendo conto di specifici “criteri” ed “indicatori” spaziali, riferiti alla natura territoriale delle aree considerate. Tenuto conto della disponibilità di un Sistema Informativo Geografico (GIS) di supporto alla pianificazione, saranno costruite delle “carte di suscettività alla localizzazione” per ciascuna destinazione d’uso significativa, con riferimento ai criteri ed agli indicatori individuati. In particolare, la classificazione spaziale di criteri ed indicatori darà luogo a specifici tematismi che potranno essere sovrapposti (“map overlay”) in maniera tale da escludere le aree non idonee ed individuare quelle complessivamente di maggiore suscettività localizzativa, cioè individuando le combinazioni e le localizzazioni preferibili delle diverse funzioni, in modo da minimizzare gli impatti. A seconda della struttura delle informazioni disponibili si potrebbe anche procedere ad una operazione di “map overlay” pesato, cioè attribuendo pesi diversi ai criteri di valutazione integrando il GIS con sistemi di valutazione multicriterio. In definitiva, si intende realizzare un percorso di “valutazione spaziale”, allo scopo di includere gli aspetti territoriali ed ambientali nel processo di definizione delle strategie e delle scelte di Piano, riconoscendo il ruolo rilevante da essi esercitato nell’ambito del processo decisionale e nella selezione delle alternative. La valutazione costituisce, infatti, parte integrante delle scelte di Piano e permette di rendere esplicite le potenzialità e le criticità delle possibili alternative di trasformazione. In questa prospettiva, la costruzione di un opportuno Sistema Informativo Geografico a supporto della VAS costituisce uno strumento privilegiato del processo decisionale, utile per condurre una verifica preventiva della sostenibilità ambientale, per individuare le azioni possibili, nonché i limiti e le condizioni dello sviluppo e della valorizzazione del territorio, all’interno della pianificazione urbanistica.

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11. MONITORAGGIO

Descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piano proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare (punto i, Allegato VI, D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.)

11.1 Riferimenti internazionali e nazionali

Il termine “monitoraggio” appare per la prima volta in letteratura, relativamente alle valutazioni ambientali, nel Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), sviluppato a seguito della Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente umano del 1972. Il monitoraggio viene definito come la raccolta di osservazioni periodiche e ripetitive di uno o più elementi dell’ambiente per determinare e valutare le condizioni ambientali e la loro evoluzione. L'introduzione del monitoraggio come elemento indissociabile dalle valutazioni ambientali viene riconosciuto, a partire dal decennio 1980-1990, soprattutto da parte degli Stati Uniti e del Canada (primi Paesi in cui fu introdotta la Valutazione d’Impatto Ambientale rispettivamente nel 1970 e nel 1973). Infatti, al momento dell’istituzione della Valutazione d’Impatto Ambientale negli Stati Uniti con il National Policy Act del 1969 il monitoraggio ambientale non era incluso tra le azioni previste dalla relativa procedura. Un processo di rivisitazione negli anni 1980-1990 focalizzava l’attenzione sull’importanza del monitoraggio, così come definito dall’UNEP, introducendo opportuni meccanismi. A livello europeo la Direttiva 42/2001/CE sulla Valutazione Ambientale Strategica ha recepito questa attenzione alla fase di monitoraggio all’art. 10. Si precisa che la finalità dell’attività di monitoraggio consiste nel “controllo” degli effetti ambientali significativi dei piani e programmi, al fine di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure correttive che si ritengono opportune. A tale scopo possono essere impiegati, se del caso, i meccanismi di controllo esistenti onde evitare una duplicazione del monitoraggio. Il D.Lgs. 4/2008, di recepimento della Direttiva 42/2001/CE, tratta la fase di monitoraggio all’art. 18 in cui precisa che il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive; esso è effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali (comma 1). Inoltre, il piano o programma individua le responsabilità e la sussistenza delle risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio (comma 2). Delle modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate è data adeguata informazione attraverso i siti web dell’autorità competente e dell’autorità procedente e delle Agenzie interessate (comma 3). Le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio sono tenute in conto nel caso di eventuali

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modifiche al piano o programma e comunque sempre incluse nel quadro conoscitivo dei successivi atti di pianificazione o programmazione (comma 4). Pertanto, la strutturazione delle attività di monitoraggio delle trasformazioni territoriali e dell’efficacia delle politiche di piano è finalizzato a osservare l’evoluzione dello stato del territorio e dell’ambiente, valutati attraverso un insieme di indicatori ed a verificare, qualitativamente ma anche quantitativamente, lo stato di attuazione degli obiettivi e l’efficacia delle politiche del piano, ossia la “performance di piano”. Il processo di monitoraggio attivato a seguito della valutazione ambientale di un piano, è occasione per evidenziare, e quindi tentare di risolvere, quelle criticità del piano che possono emergere nell’esperienza di gestione dei primi anni di vigenza. Le valutazioni e le analisi del monitoraggio debbono essere in grado di fornire ad amministratori e tecnici utili contributi e riscontri per la revisione dei contenuti del piano, e contemporaneamente costituiscono uno spunto ed un momento attivo nei confronti della pianificazione di settore e di livello comunale. In ogni caso, un sistema di monitoraggio deve essere progettato in fase di elaborazione del piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La progettazione implica la verifica e integrazione degli indicatori da utilizzare così che l’andamento di ciascun indicatore dovrà essere oggetto di un momento di diagnosi ed approfondimento, finalizzato a comprendere quali variabili hanno influito sul raggiungimento degli obiettivi di piano o sul loro mancato rispetto. All’analisi fa seguito l’attività di elaborazione di indicazioni per il riorientamento del piano, finalizzata a delineare i possibili provvedimenti (ad esempio, modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo, ecc.). Tale fase di diagnosi e proposta dovrà essere documentata in modo da poter essere sottoposto a consultazione e per poter costituire la base per la ridefinizione del piano. Ai fini della VAS, il monitoraggio degli effetti ambientali significativi del PUC ha la finalità di: . osservare l’evoluzione del contesto ambientale di riferimento del piano, anche al fine di individuare effetti ambientali imprevisti non direttamente riconducibili alla realizzazione degli interventi; . individuare gli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano; . verificare l’adozione delle misure di mitigazione previste nella realizzazione dei singoli interventi; . verificare la qualità delle informazioni contenute nel Rapporto Ambientale; . verificare la rispondenza del PUC agli obiettivi di protezione dell’ambiente individuati nel Rapporto Ambientale; . consentire di definire e adottare le opportune misure correttive che si rendano necessarie in caso di effetti ambientali significativi. Il monitoraggio rappresenta, dunque, un aspetto sostanziale del carattere strategico della valutazione ambientale, trattandosi di una fase proattiva, dalla quale trarre indicazioni per il progressivo riallineamento dei contenuti piano agli obiettivi di protezione ambientale stabiliti, con azioni specifiche correttive. In tal senso, il monitoraggio rappresenta un’attività complessa ed articolata, che non consiste in una mera raccolta e aggiornamento di informazioni, ma costituisce un’attività di supporto alle decisioni, anche collegata ad analisi valutative.

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11.2 Misure ed indicatori di monitoraggio

In fase di Rapporto Ambientale definitivo, le informazioni che saranno utilizzate per la valutazione degli impatti delle diverse azioni faranno riferimento ai dati elaborati nel processo di formazione del PUC, il quale, giunto a conclusione del suo iter procedurale, dovrà essere sottoposto ad un monitoraggio che ne permetta una valutazione ex post, sulla base della quale apportare gli opportuni aggiustamenti e/o modifiche. Pertanto, nella fase di monitoraggio si terrà conto soprattutto di alcune azioni che, in maniera diretta o indiretta, potrebbero provocare effetti positivi e negativi sulle componenti ambientali selezionate. In particolare, si farà riferimento ad un “set prioritario di indicatori”, selezionati tra quelli maggiormente significativi, considerando la classificazione effettuata mediante il modello DPSIR Uno dei riferimenti concreti per la messa a punto delle linee metodologiche per il monitoraggio del piano è stato il Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea (Commissione Europea, DGXI Ambiente, 1998), che evidenzia come il «monitoraggio è l’attività di raccolta ed elaborazione delle informazioni circa l’efficacia dell’attuazione del piano; l’attività di monitoraggio consente la valutazione dello scostamento tra obiettivi identificati e quelli conseguiti». Il monitoraggio, quindi, dovrà essere strutturato in modo da poter descrivere le evoluzioni del territorio in esame, in riferimento agli obiettivi generali e specifici ed alle azioni del PUC, in modo da comprendere come gli obiettivi dello stesso siano effettivamente perseguiti nel tempo e nel tentativo di evidenziare la presenza di eventuali criticità insorgenti. In particolare, il set prioritario di indicatori per il monitoraggio dovrà essere individuato a partire dagli indicatori esplicitati per valutare gli interventi previsti dal PUC (cfr. Tabella 8.7) costruendo una specifica “scheda di monitoraggio” (del tipo di Tabella 11.1), che tenga conto dei temi ambientali, delle classi di indicatori e degli indicatori utilizzati per la valutazione quantitativa degli effetti del Piano. Relativamente al monitoraggio, però, il numero di indicatori dovrà essere ridotto in quanto si fa riferimento soltanto a quelli effettivamente pertinenti a questa fase della pianificazione. A ciascuno di essi sarà associato anche l’ente preposto al rilevamento dei dati. La scheda di monitoraggio consente di valutare sia nella fase “in itinere” che “ex post”, gli effetti dell’attuazione delle singoli azioni e, quindi, di operare tempestivamente le opportune misure correttive. Per quanto concerne la periodicità della rilevazione dei dati si suggerisce il riferimento ad un triennio (fermo restando la disponibilità dei dati anche in riferimento a studi specifici che possano interessare il territorio comunale), che può coincidere con la predisposizione degli “atti di programmazione degli interventi”, previsti dalla L.R. 16/2004. Essi, infatti, in conformità alle previsioni del PUC e senza modificarne i contenuti, disciplinano gli interventi di tutela, valorizzazione, trasformazione e riqualificazione del territorio comunale da realizzare nell’arco temporale di tre anni.

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Tabella 11.1 – Struttura della scheda di monitoraggio

Aree Temi Classi di Indicatori DPSIR Unità di Valori di Enti tematiche ambientali indicatori misura riferimento preposti (stato di fatto)

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12. STUDIO DI INCIDENZA

Nel presente capitolo il Rapporto Ambientale, redatto in conformità con l’Allegato VI del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., viene integrato dallo Studio di Incidenza per il Sito di Importanza Comunitaria denominato Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore (codice identificativo IT8020010) che interessa parzialmente il territorio comunale di Colle Sannita, tenuto conto dell’Allegato G del D.P.R. 357/1997 e dell’approccio suggerito dalla pubblicazione Valutazione di piani e progetti aventi un’incidenza significativa sui siti Natura 2000. Guida metodologica alle disposizioni dell’articolo 6, paragrafi 3 e 4, della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE, edita nel 2001 dalla Commissione Europea, DG Ambiente.

12.1 Riferimenti normativi

Il D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, Regolamento recante attuazione delle Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, aggiornato e coordinato dal D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120, prevede all’art. 5 la Valutazione di Incidenza relativamente ai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ed alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) con riferimento alla pianificazione e programmazione territoriale (comma 1). In particolare, la valutazione viene operata alla scopo di tener conto della valenza naturalistico-ambientale dei siti ed i proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore devono predisporre uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sui siti stessi, tenuto anche conto dei loro obiettivi di protezione (comma 2). I contenuti dello studio sono riportati nell’Allegato G del Decreto e fanno riferimento a due categorie di informazione: . Caratteristiche dei piani e progetti, che devono essere descritte con riferimento, in particolare a:  tipologie delle azioni o opere;  dimensioni e/o ambito di riferimento;  complementarità con altri piani e/o progetti;  uso delle risorse naturali;  produzione di rifiuti;  inquinamento e disturbi ambientali;  rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate. . Area vasta di influenza di piani e progetti – interferenze con il sistema ambientale, che devono essere descritte con riferimento al sistema ambientale considerando:  componenti abiotiche;  componenti biotiche;  connessioni ecologiche. In particolare, le interferenze devono tener conto della qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e della capacità di carico dell’ambiente naturale con riferimento minimo alla cartografia del progetto Corine Land Cover (carta della copertura del suolo in scala 1:100.000). Il successivo D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del

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Decreto Legislativo 3 aprile2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, all’art. 10, riguardante le norme per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti, precisa che la Valutazione Ambientale Strategica comprende le procedure di Valutazione di Incidenza. Pertanto, il Rapporto Ambientale deve contenere gli elementi di cui all’Allegato G del D.Lgs. 357/1997, cosicché la valutazione dell’autorità competente si estende alle finalità di conservazione proprie della Valutazione di Incidenza ed anche le modalità di informazione del pubblico devono fornire specifica evidenza dell’integrazione procedurale (comma 3). Infine, dalla lettura della 92/43/CEE del Consiglio d’Europa del 21 maggio 1992 (cosiddetta Direttiva “Habitat”) relativa alla Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, emerge che gli obiettivi di conservazione di un SIC fanno, in generale, riferimento a: . salvaguardia, protezione e miglioramento della qualità dell’ambiente; . conservazione degli habitat naturali; . conservazione della flora e della fauna selvatica; . salvaguardia della biodiversità insieme con il mantenimento e la promozione di attività umane. La Giunta Regionale della Campania, con Deliberazione n. 23 del 19 gennaio 2007, ha individuato delle Misure di conservazione per i siti Natura 2000 della Regione Campania. Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC), confermando quelle stabilite in sede statale e ponendo una serie di divieti relativamente all’attività venatoria, alla realizzazione di nuove discariche o nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, all’attività di circolazione motorizzata fuoristrada, nonché all’obbligo di mettere in sicurezza elettrodotti e linee elettriche.

12.2 Caratteristiche ecologiche del sito

La Direttiva 92/43/CEE, definita anche Direttiva “Habitat”, riconosce che la salvaguardia, la protezione ed il miglioramento della qualità dell’ambiente naturale costituiscono un obiettivo essenziale di interesse generale perseguito dall’Unione Europea, tanto che assume come suo scopo principale quello di promuovere il mantenimento della biodiversità, considerando, al contempo, anche le esigenze di ordine economico, sociale, culturale e regionale, contribuendo in tal modo al più generale obiettivo di uno sviluppo sostenibile, tenuto conto che il mantenimento della biodiversità può richiedere, in taluni casi, il mantenimento e la promozione di attività umane. Ai fini del perseguimento degli obiettivi individuati dalla Direttiva vengono definiti, tra gli altri, i seguenti termini (art.1): . Specie di interesse comunitario: le specie che nel territorio degli Stati dell’Unione Europea: a) sono in pericolo, tranne quelle la cui area di ripartizione naturale si estende in modo marginale su tale territorio e che non sono in pericolo né vulnerabili nell’area del paleartico occidentale; oppure, b) sono vulnerabili, vale a dire che il loro passaggio nella categoria delle specie in pericolo è ritenuto probabile in un prossimo futuro, qualora persistono i fattori alla base di tale rischio; oppure, c) sono rare, vale a dire che le popolazioni sono di piccole dimensioni e che, pur non essendo attualmente in pericolo o vulnerabili, rischiano di diventarlo; oppure, d) sono endemiche e richiedono particolare

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attenzione, data la specificità del loro habitat e/o le incidenze potenziali sul loro stato di conservazione. Le specie di interesse comunitario sono elencate nell’Allegato II della Direttiva; . Specie prioritarie: le specie di interesse comunitario che sono in pericolo e per la cui conservazione la Comunità Europea ha una responsabilità particolare a causa dell’importanza della parte della loro area di distribuzione naturale compresa nel territorio degli Stati membri; . Stato di conservazione di una specie: l’effetto della somma dei fattori che, influendo sulla specie, possono alterare a lungo termine la ripartizione e l’importanza delle sue popolazioni; . Stato di conservazione soddisfacente di una specie: uno stato di conservazione di una specie per cui: a) i dati relativi all’andamento delle popolazioni della specie in causa indicano che tale specie continua e può continuare a lungo termine ad essere un elemento vitale degli habitat naturali cui appartiene; b) l’area di ripartizione naturale di tale specie non è in declino né rischia di declinare in un futuro prevedibile; c) esiste e continuerà probabilmente ad esistere un habitat sufficiente affinché le sue popolazioni si mantengano a lungo termine; . Habitat di una specie: ambiente definito da fattori abiotici e biotici specifici in cui vive la specie in una delle sue fasi del suo ciclo biologico; . Habitat naturali: zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, interamente naturali o seminaturali; . Habitat naturali di interesse comunitario: gli habitat che nel territorio degli Stati dell’Unione Europea: a) rischiano di scomparire nella loro area di ripartizione naturale; oppure, b) hanno un’area di ripartizione naturale a seguito della loro regressione o per il fatto che la loro area è intrinsecamente ristretta; oppure, c) costituiscono esempi notevoli di caratteristiche tipiche di una o più delle cinque regioni biogeografiche seguenti: alpina, atlantica, continentale, macaronesica e mediterranea. Gli habitat di interesse comunitario sono elencati nell’Allegato I della Direttiva; . Habitat naturali prioritari: gli habitat naturali di interesse comunitario che rischiano di scomparire nel territorio degli Stati membri e per la cui conservazione l’Unione Europea ha una responsabilità particolare a causa della loro area di distribuzione naturale; . Stato di conservazione di un habitat naturale: l’effetto della somma dei fattori che influiscono sull’habitat naturale, nonché sulle specie tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua struttura e le sue funzioni, nonché la sopravvivenza delle sue specie tipiche; . Stato di conservazione soddisfacente di un habitat naturale: uno stato di conservazione di un habitat per cui: a) la sua area di ripartizione naturale e le superfici che comprende sono stabili o in estensione; b) la struttura e le funzioni specifiche necessarie al suo mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare ad esistere in un futuro prevedibile; c) lo stato di conservazione delle specie tipiche è soddisfacente; . Conservazione: un complesso di misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente; . Sito: un’area geograficamente definita, la cui superficie sia chiaramente delimitata; . Sito di Importanza Comunitaria (SIC): un sito che, nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene, contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di

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habitat naturale di interesse comunitario o una specie di interesse comunitario in uno stato di conservazione soddisfacente e che può contribuire alla coerenza di una rete ecologica europea e/o che contribuisce in modo significativo al mantenimento della diversità biologica nella regione biogeografica o nelle regioni biogeografiche in questione. Per le specie animali che occupano ampi territori, i Siti di Importanza Comunitaria corrispondono ai luoghi, all’interno dell’area di ripartizione naturale di tali specie, che presentano gli elementi fisici o biologici essenziali alla loro vita e riproduzione; . Zona Speciale di Conservazione (ZSC): un Sito di Importanza Comunitario designato dagli Stati membri mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale, in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle specie per cui il sito è designato. La salvaguardia della biodiversità viene perseguita mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche presenti nel territorio europeo degli Stati appartenenti all’Unione Europea (art. 2, comma 1). Preso atto che, nel territorio europeo, gli habitat naturali non cessano di degradarsi e che un numero crescente di specie selvatiche è gravemente minacciato, si propone, allo scopo di assicurare il mantenimento o il ripristino di tali habitat e specie in uno stato soddisfacente di conservazione (art. 2, comma 2), di designare Zone Speciali di Conservazione (ZSC), che vadano a costituire una “rete ecologica europea” denominata Rete Natura 2000 (art. 3, comma 1). Tale rete è formata dai siti in cui si trovano tipi di habitat naturali di interesse comunitario e habitat delle specie di interesse comunitario, integrandosi in tale rete anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS), di cui alla Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Ogni Stato membro contribuisce alla costituzione della Rete Natura 2000 in funzione della rappresentazione sul proprio territorio dei tipi di habitat naturali di interesse comunitario e habitat delle specie di interesse comunitario (art. 3, comma 2), individuando i siti in cui si riscontra la presenza di tali habitat e raccogliendo, per mezzo di un apposito formulario elaborato dalla Commissione Europea (Formulario standard Natura 2000), tutte le informazioni scientifiche relative a ciascun sito (art. 4, comma 1) e che lo caratterizzano come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). In particolare, i criteri di selezione dei siti atti ad essere individuati quali siti di importanza comunitaria e designabili quali zone speciali di conservazione sono contenuti nell’Allegato III della Direttiva. L’elenco dei siti selezionati da ciascun Stato membro viene trasmesso alla Commissione Europea entro il triennio successivo alla notifica della Direttiva, che provvede a stilarne, d’accordo con ciascuno Stato membro, l’elenco definitivo. A questo punto ogni singolo Stato, entro un termine massimo di sei anni, designa il sito come una Zona Speciale di Conservazione e ne stabilisce le priorità in funzione dell’importanza dei siti per il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, di uno o più tipi di habitat di interesse comunitario o di una o più specie di interesse comunitario e per la coerenza della Rete Ecologica Natura 2000, nonché alla luce di rischi di degrado e di distruzione che incombono su detti siti (art. 4, comma 4). Inoltre, ogni Stato stabilisce per le zone di speciale conservazione le misure di conservazione necessarie che implicano, all’occorrenza, appropriati piani di gestione specifica o integrati ad altri piani di sviluppo e le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat e di specie di interesse comunitario

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presenti nei siti (art. 6, comma 1). Per quanto riguarda l’esperienza italiana, nel giugno 1995, il Ministero dell’Ambiente – Servizio Conservazione della Natura ha avviato il Progetto Bioitaly, che si è avvalso della collaborazione delle Regioni, delle Province Autonome, dell’Unione Zoologica Italiana, della Società Italiana di Ecologia e della Società Botanica Italiana, e che si è articolato in due fasi: . individuazione e delimitazione sul territorio nazionale dei siti di importanza comunitaria secondo gli allegati della Direttiva “Habitat”; . completamento dell’informazione sui siti mediante la compilazione di una scheda che prevede l’approfondimento dei dati relativi agli aspetti amministrativi e naturalistici e l’integrazione della lista dei siti con l’indicazione di habitat e specie che, seppur non riportate negli Allegati della Direttiva, risultano comunque di pregio naturalistico a livello nazionale e regionale. Tutte le informazioni sono state inserite in un database e, attraverso il collegamento informatico di una rete nazionale che interfaccia il Servizio Conservazione della Natura con le unità periferiche regionali, le varie informazioni sono aggiornate con periodiche attività di monitoraggio. Per garantire l’uniformità di tutti i dati e per permettere una gestione degli stessi più razionale, è stato stabilito che tutte le informazioni relative ad ogni sito avessero un formato standard, cioè costituito da un numero fisso di campi. Per quanto concerne le informazioni ecologiche selezionate per i SIC e le ZPS, il Formulario standard Natura 2000 opera una distinzione tra habitat e specie. Relativamente agli habitat vengono riportati, innanzitutto, i dati relativi ai tipi di habitat presenti nel sito ed alle rispettive superfici di copertura, espresse in percentuale di superficie coperta. Si tratta di tipi di habitat suddivisi in classi molto generali, la cui percentuale di superficie coperta, valutata ricorrendo al “miglior giudizio di esperti”, raggiunge il 100% e, quindi, corrisponde alla superficie totale del sito. Nel successivo campo vengono riportati gli habitat di interesse comunitario presenti nel sito, cioè quelli elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE, indicandone anche il rispettivo codice Natura 2000, e la percentuale di copertura all’interno del Sito (in questo caso non è detto che la somma sia pari al 100%); gli habitat prioritari sono segnati con un asterisco accanto al codice. Inoltre, gli habitat sono stati classificati rispetto a tre criteri: “rappresentatività”, “superficie relativa” e “grado di conservazione”. Il grado di rappresentatività rivela “quanto tipico” sia un tipo di habitat, utilizzando il seguente sistema di classificazione: A. rappresentatività eccellente; B. buona rappresentatività; C. rappresentatività significativa; D. presenza non significativa. La superficie relativa è espressa in percentuale e mette in relazione la superficie coperta dal tipo di habitat nel sito e la superficie totale coperta dallo stesso tipo di habitat sul territorio nazionale; viene utilizzato il seguente sistema di classificazione: A. percentuale maggiore del 15%; B. percentuale compresa tra il 2% ed il 15%; C. percentuale compresa tra lo 0% ed il 2%. Il grado di conservazione considera tre sottocriteri: “grado di conservazione della struttura”,

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“grado di conservazione delle funzioni” e “possibilità di ripristino”. Combinando insieme le diverse informazioni si ottiene un unico risultato espresso secondo il seguente sistema di classificazione: A. conservazione eccellente; B. buona conservazione; C. conservazione media o ridotta. Tenuto conto dei criteri di cui sopra viene elaborata per ciascun habitat una “valutazione globale”, espressa secondo il seguente sistema di classificazione: A. valore eccellente; B. valore buono; C. valore significativo. Tutti i suddetti criteri sono riportati in un campo specifico accanto ai codici di ciascun habitat. Per quanto riguarda le specie, vengono elencate nei primi due campi le specie appartenenti all’avifauna, la cui protezione è oggetto della Direttiva 79/409/CEE, cioè gli uccelli elencati nell’Allegato I della Direttiva e gli uccelli migratori abituali di cui all’art. 4 della Direttiva. Nei successivi campi sono riportate le specie di interesse comunitario presenti nel sito, cioè quelle elencate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE (suddivise in mammiferi, anfibi e rettili, invertebrati), indicandone anche il rispettivo codice Natura 2000 e le informazioni relative alla loro popolazione; eventuali specie prioritarie sono contrassegnate con un asterisco accanto al codice. Anche le specie vengono classificate rispetto a tre criteri: “popolazione”, “conservazione” ed “isolamento”. Il criterio della popolazione si utilizza per valutare la dimensione o la densità della popolazione presente sul Sito in rapporto a quella del territorio nazionale, secondo il seguente sistema di classificazione: A. percentuale maggiore del 15%; B. percentuale compresa tra il 2% ed il 15%; C. percentuale compresa tra lo 0% ed il 2%. D. popolazione non significativa. Il criterio della conservazione comprende due sottocriteri: “grado di conservazione degli elementi dell’habitat importanti per le specie” e “possibilità di ripristino”. Combinando insieme le diverse informazioni si ottiene un unico risultato espresso secondo il seguente sistema di classificazione: A. conservazione eccellente; B. buona conservazione; C. conservazione media o limitata. L’isolamento viene interpretato come stima approssimativa del contributo di una data popolazione alla diversità genetica della specie ed al grado di fragilità di questa popolazione specifica; in sintesi, più la popolazione è isolata (in relazione alla sua area di ripartizione naturale) maggiore è il suo contributo alla diversità genetica della specie. Si utilizza la seguente classificazione: A. popolazione (in gran parte) isolata; B. popolazione non isolata, ma ai margini dell’area di distribuzione; C. popolazione non isolata all’interno di una vasta fascia di distribuzione. Tenuto conto dei criteri di cui sopra, si elabora per ciascuna specie una “valutazione globale”

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espressa secondo il seguente sistema di classificazione: A. valore eccellente; B. valore buono; C. valore significativo. Vengono, infine, riportate alcune altre specie importanti di flora e fauna presenti nel sito e non contenute negli Allegati delle Direttive 92/4/CEE e 79/409/CEE. Ebbene, il territorio comunale di Colle Sannita risulta interessato dal Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore” (Figure 12.1 e 12.2) per una superficie di 105,45 ha, che costituisce il 2,85% del territorio comunale. La Figura 12.3 mostra alcune immagini del paesaggio e dell’ambiente naturale del SIC all’interno del territorio comunale di Colle Sannita. Invece, nella Scheda 12.1 sono elencate le caratteristiche del sito così come rilevate nel relativo Formulario standard Natura 2000. Relativamente al Piano di Gestione del Sito si deve evidenziare che all’interno del Progetto LIFE Natura 2005 “Azioni urgenti di conservazione per i pSIC del Fiume Fortore”, è stata individuata l’Autorità di Bacino dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore, partner del Progetto stesso, quale soggetto deputato alla costituzione di un Comitato di Coordinamento, composto da rappresentanti di tutti gli Enti Pubblici, territorialmente competenti (Regioni, Province, Comuni) e privati (Associazioni ambientaliste e di categoria), indicati dalle competenti Regioni (Campania, Molise e Puglia) al fine di giungere alla redazione di un Piano di Gestione del SIC del Fiume Fortore. Nella seduta del 28 ottobre 2005, con Deliberazione n. 94, il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore ha istituito e disciplinato il funzionamento del Comitato di Coordinamento per il Piano di Gestione del SIC del Fiume Fortore, mentre nelle sedute successive si sono svolti i lavori tecnici del suindicato Comitato di Coordinamento, dai quali, tra l’altro, è scaturita la proposta di estensione del SIC “Sorgenti e Alta Valle del Fiume Fortore”,e la proposta di Piano di Gestione dello stesso SIC. Con nota prot. n. 1596/09 del 15/12/2009, l’Autorità di Bacino dei Fiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore, ha trasmesso le risultanze degli incontri tecnici e da ultimo, il recepimento delle osservazioni formulate e verbalizzate da parte del Comitato di Coordinamento e di quelle successivamente formulate dalla stessa Autorità di Bacino al fine di rendere compatibile il Piano di Gestione con il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Fortore, comunicando, altresì, la conclusione del procedimento di elaborazione del Piano di Gestione e mettendo, a disposizione sul sito internet del progetto (www.lifefortore.it), gli elaborati finali costituenti il Piano di Gestione del SIC “ Sorgenti e Alta Valle del Fiume Fortore”. In particolare, il Piano persegue i seguenti obiettivi: . salvaguardia della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche di interesse comunitario; . mantenimento o ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario; . conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico; . protezione, gestione e regolazione delle specie di cui sopra. Attualmente il Piano di Gestione del SIC è in fase di adozione.

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Figura 12.1 – Perimetrazione del SIC “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”

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Figura 12.2 – Perimetrazione comunale del SIC “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”

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Figura 12.3 – Paesaggio caratteristico del territorio interessato dal SIC

Fonte: Studio-progetto per la valorizzazione di interventi di Recupero, valorizzazione e promozione dell’area SIC-IT2080010 “Sorgenti e Alta Valle del Fiume Fortore” (a cura del dott. agr. Antonio P. Leone).

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Scheda 12.1 – Sito di Importanza Comunitaria “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”

Codice Sito Area Altezza media IT8020010 2.423 ha 700 m s.l.m.

Caratteristiche generali Descrizione Interessante ittiofauna erpetofauna ed ornitofauna nidificante Qualità ed importanza (Lanus collurio, Alcedo atthis) Disboscamento senza reimpianto, sovrappascolo e incendi. Vulnerabilità Immissione di fauna alloctona Valli appenniniche sul cui fondo scorrono i diversi rami di un fiume Altre caratteristiche che si versa in Adriatico, su un substrato prevalentemente arenaceo

Tipi di habitat presenti Superficie coperta Corpi d’acqua interni (acque stagnanti e correnti) 10 % Praterie aride, steppe 10 % Colture cerealicole estensive (incluse le colture in rotazione con maggese 10 % regolare) Foreste miste 60 % Habitat rocciosi, detriti di falda, aree sabbiosi, nevi e ghiacci perenni 5 % Altri habitat (inclusi abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali) 5 % Copertura totale habitat 100 %

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Codice Tipo Superficie coperta Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- 6220* 10 % Brachypodietea 3250 Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum 10 % 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 5 %

Habitat di interesse comunitario (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Grado di Codice Rappresentatività Superficie relativa Valutazione globale conservazione 6220* B C B B 3250 B C B B 8210 B C C C

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Uccelli migratori abituali (non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) Conserva- Valutazione Codice Specie Popolazione Isolamento zione globale A338 Lanius collurio C B C B A073 Milvus migrans C B C B A074 Milvus milvus C C C C A072 Pernis apivorus C B C B A229 Alcedo atthis C B C B A247 Alauda arvensis C B C B A053 Anas platyrhynchos C B C B A208 Columba palumbus C B C B A115 Phasianus colchicus C B C B A210 Streptopelia turtur C B C B A283 Turdus merula C B C B A285 Turdus philomelos C B C B A112 Perdix perdix C B C B A113 Coturnix coturnix C B C B A286 Turdus iliacus C B C B

Mammiferi (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Conserva- Valutazione Codice Specie Popolazione Isolamento zione globale Rhinolophus 1303 C A C A Rhipposideros Rhinolophus 1304 C A C A ferrumequinum 1324 Myotis myotis C A C A 1316 Myotis capaccinii C A C A

Anfibi e rettili (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Conserva- Valutazione Codice Specie Popolazione Isolamento zione globale 1193 Bombina variegata C A C A 1279 Elaphe quatuorlineata C A C A

Pesci (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Conserva- Valutazione Codice Specie Popolazione Isolamento zione globale 1120 Alburnus albidus B B B A

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Invertebrati (elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE) Conserva- Valutazione Codice Specie Popolazione Isolamento zione globale Austropotamobius 1092 C A A A pallipes

Altre specie importanti di fauna Gruppo Specie Popolazione Mammiferi Felis silvestris Molto rara Anfibi Triturus italicus Rara Chalcides chalcides Rara Coluber viridiflavus Comune Rettili Lacerta bilineata Comune Podarcis sicula Comune Invertebrati Sympecma fusca Presenza

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12.3 Caratteristiche dei piani e progetti

Le caratteristiche del Piano Urbanistico Comunale (PUC) oggetto del presente Rapporto Ambientale sono state già illustrate nei precedenti capitoli, a cui si rimanda. In particolare, con riferimento all’Allegato G del D.P.R. 357/1997, vengono ora evidenziate alcune informazioni relative alle seguenti tematiche: . Tipologie delle azioni o opere. Il PUC ha posto a base delle trasformazioni urbanistiche del territorio comunale i seguenti 10 “obiettivi generali” (cfr. § 3.2):  OG 1: Realizzare politiche urbane innovative rivitalizzando il centro storico;  OG 2: Rafforzare le aree culturali di eccellenza (beni storici-artistici, eventi e manifestazioni, istituti culturali);  OG 3: Adottare modalità di valorizzazione, promozione e gestione del patrimonio urbano, architettonico, storico-artistico, archeologico e culturale in genere, volte alla salvaguardia dell’identità dei luoghi urbani e del paesaggio rurale;  OG 4: Diffondere la cultura ecologica e preservare la cultura storico-antropologica locale, insieme alle matrici identitarie dei singoli centri abitati;  OG 5: Tutelare e valorizzare la rete delle risorse ambientali (Regio Tratturo, boschi, corsi d’acqua, corridoi ecologici; ecc.) quali zone di significativa qualità paesaggistica, naturalistica, storico-produttiva, archeologica e turistica;  OG 6: Migliorare la qualità della vita, il livello di sicurezza e la solidarietà sociale, accrescendo l’integrazione territoriale e l’offerta dei servizi di interesse collettivo;  OG 7: Sviluppare ed integrare la filiera ambiente-turismo-cultura-sport;  OG 8: Potenziare l’imprenditorialità locale e promuovere l’innovazione e l’internazionalizzazione dei sistemi produttivi pur conservandone la tipicità e l’identità storica;  OG 9: Attuare politiche che implichino l’uso di risorse energetiche rinnovabili ed ambientalmente compatibili;  OG 10: Migliorare ed integrare l’accessibilità e la mobilità. A loro volta gli obiettivi sono stati articolati in “obiettivi specifici” ed “azioni” di Piano, orientate a perseguire quanto prefissato dagli obiettivi. In maniera dettagliata tutte le azioni di Piano sono contenute nella Tabella 8.1 (Capitolo 8), che esplicita anche le relazioni esistenti tra gli obiettivi generali, gli obiettivi specifici e le azioni stesse. . Dimensioni e/o ambito di riferimento. Il PUC si riferisce al territorio comunale di Colle Sannita, caratterizzato da una Superficie Territoriale pari a 3.699 ha, con una superficie naturale protetta di 105,45 ha (cfr. Scheda 4.30 del Capitolo 4). . Complementarità con altri piani e/o progetti. Il rapporto con altri piani e programmi vigenti sul territorio di Colle Sannita è stato verificato attraverso una “analisi di coerenza” (cfr. § 3.4). In particolare, i programmi ed i piani considerati sono suddivisi a seconda della loro scala di riferimento (regionali, interprovinciali o provinciali) e dei loro contenuti (territoriali o di settore). I risultati generali hanno evidenziato che tutti gli obiettivi specifici (associati ai 10 obiettivi generali di Piano) sono caratterizzati da relazioni di coerenza con gli obiettivi dei diversi piani e programmi, a meno di alcune incoerenze relative a tre obiettivi specifici su 19 (cfr. Tabella 3.32 del Capitolo 3)

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. Uso delle risorse naturali. Il tema delle risorse naturali disponibili nel territorio comunale ed il loro utilizzo è già stato affrontato al Capitolo 4 (“Stato dell’ambiente”), all’interno del quale le diverse “aree tematiche” sono stati articolate in specifici “temi ambientali”, ai quali sono stati associati alcuni “indicatori” pertinenti organizzati secondo il modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte). In particolare, sono state considerale le risorse agricole (Schede 4.5-4.8), le risorse energetiche (Scheda 4.11), le risorse idriche (Schede 4.23-4.24), le risorse forestali (Scheda 4.31) e l’attività estrattiva (Scheda 4.36). Relativamente alle risorse naturali specifiche dei sito in questione si rimanda al successivo § 12.4 in cui viene riportata la carta dell’uso del suolo. . Produzione di rifiuti. La tematica dei rifiuti è stata anch’essa affrontata al Capitolo 4 sullo “Stato dell’ambiente”, distinguendo tra produzione dei rifiuti (Scheda 4.41), raccolta differenziata (Scheda 4.42), smaltimento e trattamento dei rifiuti (Scheda 4.43). . Inquinamento e disturbi ambientali. Sempre con rifermento allo “Stato dell’ambiente” (Capitolo 4), sono state affrontate le diverse forme di inquinamento e disturbi ambientali. In particolare, sono state trattate le tematiche dell’inquinamento dell’aria (Schede 4.20- 4.22), delle acque (Schede 4.27-4.29), del suolo (Scheda 4.38), elettromagnetico (Scheda 4.45) ed acustico (Scheda 4.46). Inoltre, l’identificazione specifica dei “problemi ambientali” esistenti nell’ambito territoriale di Colle Sannita sono stati esaminati nel dettaglio al Capitolo 6. . Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate. Il rischio antropico (derivante da ogni attività umana che comporta la presenza sul territorio di impianti produttivi, infrastrutturali e reti tecnologiche) è stato anch’esso esaminato al Capitolo 4 sullo “Stato dell’ambiente”, con riferimento agli stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti (Scheda 4.51). In tutti i casi di cui sopra, le azioni previste dal PUC si pongono l’obiettivo di non produrre ulteriori effetti negativi sull’ambiente con particolare riferimento all’area SIC.

12.4 Area vasta di influenza di piani e progetti – interferenze con il sistema ambientale

Il presente paragrafo si riferisce alla fase di “valutazione appropriata”, così come introdotta dalla Commissione Europea. Questa tipologia di valutazione si pone l’obiettivo di considerare l’“incidenza” del piano (o di un progetto) sull’integrità del Sito “Natura 2000”, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, tenendo conto della struttura e funzione del Sito stesso, nonché dei suoi obiettivi di conservazione. In caso di incidenza negativa, si considera anche la possibilità di mitigazione e/o compensazione degli impatti. L’Allegato G del D.P.R. n. 357/1997 indica come riferimento minimo la cartografia del progetto Corine Land Cover (carta della copertura del suolo in scala 1:100.000). Nel caso specifico la carta dell’uso del suolo (carta di base, che rappresenta lo stato di utilizzo del territorio) è stata elaborata in scala 1:1.000, permettendo una conoscenza del territorio ad una scala più particolareggiata del Corine Land Cover (cfr. Figura 5.38 del § 5.4.1). Dall’analisi della carta dell’uso del suolo si evince che sia il SIC “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore” (Figura 12.4) è caratterizzato da “boschi di particolare interesse ambientale”, da “pascoli ed incolti produttivi”, da “rimboschimento delle superfici agricole e da “seminativo

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intensivo” nell’area settentrionale; invece, nell’area nord-orientale il SIC è caratterizzato da”boschi” e da “seminativo intensivo”. Per quanto concerne l’incidenza delle azioni previste dal PUC sul SIC in questione si deve, innanzitutto, evidenziare che si sta ancora esaminando il Preliminare di Piano, che non presenta ancora una zonizzazione del territorio accompagnata da Norme Tecniche di Attuazione; allo stato le previsioni di Piano fanno riferimento alla struttura composta da “obiettivi generali”, “obiettivi specifici” ed “azioni” contenute nella Tabella 8.1 (Capitolo 8). Pertanto, a questo livello di approfondimento, è possibile verificare se le azioni proposte possano generare incidenze (positive o negative) o meno sull’area del SIC, con riferimento alle “componenti biotiche”, alle “componenti abiotiche” ed alle “connessioni ecologiche” (Tabella 12.1), tenuto conto che non sono previsti interventi antropici in aree sensibili dal punto di vita ambientale, se non volti alla conservazione e valorizzazione delle stesse. Ebbene, si riscontra che 41 azioni di Piano non producono alcun tipo di incidenza, quattro azioni comportano incidenze “potenzialmente positive” e nessuna azione determina incidenze “potenzialmente negative”. Una valutazione maggiormente dettagliata, che si riferisce al fase di attuazione del PUC, potrà essere successivamente condotta in fase di Piano definitivo o, ancora, in presenza di più puntuali interventi progettuali che, comunque, le azioni di Piano tracciano soltanto in termini generali.

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Figura 12.4 – Uso del suolo e SIC “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”

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Tabella 12.1a Sito di Importanza Comunitario “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”

Obiettivi generali Obiettivi specifici Componenti Componenti Connessioni Azioni biotiche abiotiche ecologiche OG1 Realizzare politiche OS1.1 Recuperare, A1.1.1 Recupero e valorizzazione del tessuto di impianto antico e configurazione storica (borgo antico) e di quello di impianto storico e configurazione recente, tramite urbane innovative riqualificare e valorizzare il l’integrazione dei programmi in atto con la riqualificazione dei suoi elementi di struttura e la programmazione di insediamento di nuove funzioni economiche e culturali    rivitalizzando il centro centro storico in grado di sostenere la qualificazione e la gestione degli edifici e delle aree di maggior pregio storico OS1.2 Riutilizzare gli A1.2.1 Incentivazione ad operazioni di recupero, riqualificazione, ricostruzione dell’edilizia storica per la residenza e le attrezzature di servizio (pubbliche e private) immobili abbandonati mirate alla ricostituzione dell’integrità dell’impianto originario    OS1.3 Densificare l’abitato A1.3.1 Individuazione di aree libere o liberabili tramite compensazione volumetrica ai fini del soddisfacimento degli standard pregressi e della rifunzionalizzazione esistente con funzioni urbana    residenziali e dotazione di A1.3.2 Qualificazione morfologica e funzionale di specifici assi e spazi centrali per la realizzazione di spazi pubblici di relazione, con eventuali integrazioni pedonali ed servizi locali idonea accessibilità    A1.3.3 Previsione di interventi di ricucitura ed integrazione edilizia degli insediamenti di recente attuazione, evitando realizzazioni di carente valore urbano e incentivando la complessità funzionale dei contesti con attività di commercio e servizi    A1.3.4 Realizzazione di attrezzature di interesse pubblico mirate al soddisfacimento degli standard nuovi e pregressi    OS1.4 Localizzare la nuova A1.4.1 Definizione morfologica del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo edificazione in adiacenza    dell’abitato esistente A1.4.2 Individuazione di direttrici di potenziale sviluppo urbano, in ambiti di perequazione urbanistica, per funzioni prevalentemente residenziali    A1.4.3 Definizione morfologica, anche mediante integrazioni edilizie, del margine urbano in prossimità del contesto rurale limitrofo    OG2 Rafforzare le aree OS2.1 Valorizzare e A2.1.1 Formazione di nuova centralità urbana, mediante l’integrazione/qualificazione di spazi, servizi ed attrezzature, per il rafforzamento delle occasioni di relazioni culturali di eccellenza promuovere gli istituti sociali e la creazione di nuove occasioni di accessibilità e caratterizzazione morfologico-funzionale (beni storici-artistici, culturali, museali e formativi    eventi e manifestazioni, presenti istituti culturali) OS2.2 Valorizzare i borghi A2.2.1 Qualificazione ambientale e paesaggistica delle frange lineari e degli agglomerati lungo la viabilità di collegamento territoriale rurali    A2.2.2 Riqualificazione dell’edificato ricadente negli agglomerati rurali mediante ricalibratura dell’attuale assetto e definizione dei margini verso gli ambienti naturalistico-ambientali e rurali    OG3 Adottare modalità OS3.1 Tutelare e valorizzare A3.1.1 Individuazione dei paesaggi a dominante rurale-naturalistica e a dominante antropica, anche in funzione dell’evoluzione delle trasformazioni attuate o della di valorizzazione, gli elementi di interesse permanenza dei caratteri originari, in modo da definire una disciplina di piano che regoli gli interventi in termini “comportamentali” per renderli congruenti con    promozione e gestione storico-paesaggistico l’assetto paesaggistico del territorio comunale del patrimonio urbano, caratterizzanti il territorio A3.1.2 Regolazione degli interventi relativi ai crinali significativi dal punto di vista percettivo, che si presentano per lo più integri o caratterizzati dai segni architettonico, storico- dell’antropizzazione sotto forma di viabilità, insediamenti o tralicci eolici, mediante fasce di protezione, limitazione e regolazione della disciplina delle modalità    artistico, archeologico e attuative culturale in genere, A3.1.3 Conservazione e qualificazione dei punti di vista privilegiati dai quali è possibile fruire di una visione degli scorci panoramici significativi, mediante fasce di volte alla salvaguardia rispetto, limitazioni e regolazione della disciplina degli interventi    dell’identità dei luoghi A3.1.4 Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale diffuso, mediante apposita disciplina degli interventi ed anche tramite l’incentivazione del riuso ai fini urbani e del paesaggio delle attività complementari all’agricoltura, nonché per qualificare diversamente l’offerta turistico-ricettiva rurale    OG4 Diffondere la OS4.1 Tutelare il paesaggio A4.1.1 Promozione di interventi diffusi per l’aumento della funzionalità ecologica delle aree agricole (muri a secco, filari, macchie alberate, differenziazione di cultura ecologica e rurale e delle produzioni coltivazioni) secondo modalità integrate con la forma delle componenti della rete ecologica appartenenti al sistema naturalistico-ambientale    preservare la cultura agricole di maggior pregio A4.1.2 Regolazione dell’attività insediativa in funzione dell’aumento della funzionalità ecologica del territorio, della sua qualificazione paesaggistica e della storico-antropologica salvaguardia della attività produttiva agricola in atto    locale, insieme alle OS4.2 Perseguire il recupero A4.2.1 Riduzione dei rischi nelle aree sensibili al fine di garantire il corretto funzionamento idrogeologico ed ecologico del territorio, attraverso consolidamento e matrici identitarie dei ambientale e la messa in sicurezza dei versanti in frana o di rischio potenziale, prevedendo tecniche di ingegneria naturalistica e sviluppando pratiche agricole funzionali alla difesa singoli centri abitati rifunzionalizzazione dei siti del suolo    compromessi OG5 Tutelare e OS5.1 Tutelare e valorizzare A5.1.1 Miglioramento del funzionamento della rete di deflusso delle acque superficiali, con particolare attenzione alle cesure o riduzioni di sezione degli alvei, valorizzare la rete delle le risorse ambientali e la soprattutto in presenza di manufatti esistenti, al fine di assicurare il deflusso delle acque e di ridurre o eliminare le relative condizioni di pericolosità. Mantenimento e    risorse ambientali biodiversità recupero ambientale dell’assetto naturale degli alvei e delle fasce di pertinenza (Regio Tratturo, boschi, A5.1.2 Individuazione dei corridoi ecologici primari dei torrenti Reinello e Cervaro, ricadenti nelle aree agricole di interesse produttivo e paesaggistico, le cui funzioni corsi d’acqua, corridoi ecologiche sono da potenziare e qualificare eliminando le situazioni di degrado e i detrattori ambientali, favorendo così la rinaturalizzazione dell’alveo    ecologici; ecc.) quali A5.1.3 Individuazione dei corridoi ecologici secondari, di portata locale, da potenziare attraverso il recupero ambientale degli alvei dei corsi d’acqua, nonché zone di significativa migliorando la qualità ecologica degli assetti colturali esistenti    qualità paesaggistica, A5.1.4 Realizzazione di aree circoscritte puntuali di appoggio della naturalità (stepping zones), attraverso la qualificazione ambientale delle aree adiacenti ai beni naturalistica, storico- storico-architettonici extraurbani, con funzione anche di qualificazione per la fruibilità turistica e naturalistica    produttiva, archeologica A5.1.5 Individuazione di aree di collegamento con la funzione di garantire il mantenimento della discontinuità, anche se di dimensione limitata, nelle aree urbanizzate e turistica ed intercluse, al fine di permettere la connettività ecologica e, ove possibile, la apertura di una “finestra paesaggistica” sul territorio aperto retrostante, prevedendo la    conservazione della permeabilità dei suoli e dell’assetto naturale attraverso il verde urbano

Incidenza potenzialmente positiva (), incidenza potenzialmente nulla (), incidenza potenzialmente negativa ()

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Tabella 12.1b Sito di Importanza Comunitario “Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore”

Obiettivi generali Obiettivi specifici Azioni Componenti Componenti Connessioni biotiche abiotiche ecologiche OG6 Migliorare la OS6.1 Incrementare gli A6.1.1 Realizzazione di un parco multifunzionale (ambientale, paesaggistico, culturale, agricolo), all’interno della zona agricola di interesse produttivo e paesaggistico, qualità della vita, il spazi per l’aggregazione ed da individuare lungo il percorso dei torrenti Reinello e Cervaro mediante il potenziamento delle vocazioni funzionali, storiche, fruitive e paesaggistiche dell’area, e la livello di sicurezza e la il tempo libero, nonché promozione di forme congiunte di tutela e qualificazione ambientale e paesaggistica con i comuni contermini (San Marco dei Cavoti, Baselice, Castelvenere in    solidarietà sociale, quelli per servizi Valfortore, Castepagano) accrescendo assistenziali e formativi A6.1.2 Previsione di aree a verde diffuso all’interno del tessuto edificato, di varia ampiezza, costituite da giardini pubblici, orti urbani, aree attrezzate a gestione l’integrazione territoriale privata, al fine di incrementare la dotazione della rete ecologica di progetto ed evitare la saturazione edilizia    e l’offerta dei servizi di OS6.2 Attuare interventi per A6.2.1 Realizzazione di sistemazioni verdi, di opere di arredo urbano e paesaggistico, e di mobilità pedonale al fine di attribuire al percorso stradale un carattere interesse collettivo il miglioramento qualificato di viabilità di accesso al centro abitato    dell’accessibilità e per A6.2.2 Integrazione e razionalizzazione della sosta diffusa lungo le strade l’abbattimento delle barriere    architettoniche A6.2.3 Realizzazione di parcheggi per i residenti della città storica    A6.2.4 Previsione di attraversamenti urbani ed itinerari ciclo pedonali    OG7 Sviluppare ed OS7.1 Incrementare le aree A7.1.1 Formazione di nuovi poli per attività sportive (atletica, calcio, centro ippico) per l’incremento degli standard di livello territoriale e di integrazione alla dotazioni integrare la filiera a destinazione sportiva sia turistico-ricettive mediante attività all’aria aperta opportunamente integrate con il contesto ambientale e paesaggistico ambiente-turismo- gestione pubblica che    cultura-sport privata OS7.2 Potenziare la A7.2.1 Promozione di interventi di valorizzazione, sviluppo e diversificazione delle attività connesse all’agricoltura a supporto della fruibilità turistico-culturale dell’area ricettività turistica-sportiva    legata alla fruizione A7.2.2 Integrazione delle dotazioni turistico-ricettive già esistenti mediante riordino, completamento e qualificazione dei manufatti e degli spazi aperti in funzione di dell’ambiente (ricettività una maggiore compatibilità paesaggistica e sostenibilità ambientale (alberghi, residenze stagionali, camping, locali commerciali) per supportare l’incremento delle    diffusa) attività turistiche dell’intero territorio comunale OG8 Potenziare OS8.1 Rilanciare il settore A8.1.1 Valorizzazione delle potenzialità e della produttività delle colture anche mediante conversione delle stesse, secondo piani attuativi promossi da aziende singole l’imprenditorialità locale agricolo-zootecnico o associate    e promuovere favorendo la certificazione A8.1.2 Sviluppo di pratiche agricole innovative dal punto di vista colturale ed ambientale per incrementare la presenza di aziende agricole e zootecniche a produzione l’innovazione e dei prodotti biologica, con sviluppo della filiera corta tramite l’offerta di prodotto trasformati in azienda, e di servizi complementari ricreativi (fattoria didattica, aree pic-nic) e    l’internazionalizzazione commerciali per il turismo rurale dei sistemi produttivi OS8.2 Razionalizzare le A8.2.1 Creazione di un distretto della produzione da attuare prevedendo una mixitè funzionale di attività industriali a basso impatto, commerciali, artigianali, ricettive pur conservandone la aree industriali-artigianali e terziarie di servizio, attraverso il potenziamento delle aree disponibili e la previsione di interventi di qualificazione formale e funzionale volti alla sostenibilità    tipicità e l’identità esistenti, anche prevedendo ambientale e all’efficientamento energetico storica il ricorso A8.2.2 Direttrici di potenziale sviluppo per funzioni produttive all’approvvigionamento    energetico da fonti A8.2.3 Definizione morfologica del margine edilizio degli insediamenti industriali in prossimità degli assi viari di accesso al centro urbano rinnovabili    OG9 Attuare politiche OS9.1 Promuovere specifici A9.1.1 Qualificazione del contesto territoriale perturbano mediante l’individuazione di aree destinate alla realizzazione di un’offerta residenziale a bassa densità con che implichino l’uso di interventi (efficientamento caratteristiche di sostenibilità energetica ed ambientale risorse energetiche energetico degli edifici, rinnovabili ed raccolta differenziata dei ambientalmente rifiuti, incremento della compatibili permeabilità dei suoli,    riduzione del carico idrico, contenimento dell’inquinamento acustico) per un uso sostenibile del territorio OG10 Migliorare ed OS10.1 Realizzare A10.1.1 Completamento ed adeguamento della viabilità urbana ed extraurbana portante integrare l’accessibilità opportuni collegamenti di    e la mobilità viabilità intercomunale A10.1.2 Realizzazione di un nuovo tracciato stradale di raccordo per favorire le connessioni territoriali e preservare il centro abitato dal flusso veicolare extraurbano    OS10.2 Realizzare interventi A10.2.1 Completamento ed adeguamento di tracciati per collegare tratti della viabilità esistente al fine di fluidificare la mobilità locale strutturali per la mobilità    sostenibile A10.2.2 Realizzazione di nuove connessioni a raso o rotatorie nei nodi di intersezione con la viabilità territoriale    A10.2.3 Interventi di qualificazione per l’inserimento paesaggistico-ambientale di viabilità panoramica da adeguare    A10.2.4 Predisposizione di sentieri per la fruizione turistica del paesaggio e dell’ambiente naturale, anche prevedendo la connessione con i manufatti isolati della rete storico-culturale e le aziende agricole e zootecniche dotate di attrezzature di servizio   

Incidenza potenzialmente positiva (), incidenza potenzialmente nulla (), incidenza potenzialmente negativa ()

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