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a Caglio, nei prati un tempo detti di Santa Valeria dal nome della vicina chiesetta un’atmosfera luministicamente ricercata, accomuna la condizione umana e quella quel potente afflato panteista che, nella sua ineluttabile eternità, sarà celebrato in

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romanica, dove nei giorni di bel tempo, con l’aiuto del suo padrone di casa Giaco- animale. Il tema della maternità – accolta come un dono o negata – è ricorrente in questi stessi anni nel Trittico dell’Engadina, un complesso ciclo pittorico – rima- | II Emanuele Vittorio p.za mo Rusconi e di altri due uomini, Segantini portava la grande tela e si accingeva a Segantini, rimasto orfano di madre all’età di sette anni: attraverso una personale e sto incompiuto - destinato all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Nel loro informazioni: Per lavorare. Sul fare della sera, in uno scenario emotivamente trasfigurato e dilatato al straordinaria visione simbolista di cui l’intenso naturalismo è componente impre- perenne divenire, La vita, incarnata da una primavera crepuscolare, e La morte, punto da non trovare fedele corrispondenza con il paesaggio reale, le vacche sono scindibile, L’angelo della vita si identifica con la donna, origine dell’umanità, e, in una statica e desolata scena funebre ambientata in pieno inverno, sono l’essen-

ricondotte malinconicamente allo steccato ed accudite da alcune contadine, per senso lato, con la natura, generatrice di tutto il creato. A questa immagine carica za stessa de La natura, della condizione esistenziale di rassegnazione cui sono Provincia di di Provincia una delle quali - quella in primo piano - posò Ghita (Margherita) Invernizzi, futura di arcana spiritualità si contrappongono i corpi estremamente sensuali de Le cat- condannati uomini ed animali. A causa di un attacco di peritonite, il 28 settembre Como di Provincia balia della piccola Bianca Segantini. tive madri, donne che, avendo rinunciato alla procreazione e alla maternità, sono 1899 l’artista trova la morte sulle cime dello Schalfberg, che - nel suo mai placato A centocinquanta anni dalla nascita di Giovanni Segantini (Arco, Trento, 1858 La luminosità tersa dei Grigioni induce Segantini, trasferitosi a Savognino nel condannate ad espiare la loro colpa in uno sterile purgatorio di ghiaccio. anelito ad un creato sempre più sublime e rivelatore - aveva raggiunto proprio – Schalfberg, Engadina, 1899) il Comune di Caglio rende omaggio al grande mae- 1886, a sviluppare le intuizioni cromatiche già rivelate nell’opera Alla stanga, ma- La produzione simbolista, di cui fa parte anche la tela di spiccata ispirazione pre- allo scopo di dipingere La natura, in una coincidenza tra vita e arte che avrebbe stro e alla sua permanenza in Brianza con una serie di eventi ai quali questa prima turando così una nuova concezione del colore e la scoperta del suo straordinario raffaellita L’amore alla fonte della vita (1896), convive del tutto coerentemente contribuito non poco alla nascita del “mito Segantini”, di un mito che il Comune di esposizione farà da cornice permanente. potenziale ottico-percettivo. L’esecuzione di una seconda versione dell’Ave Maria con opere dedicate alle attività dei campi - La raccolta del fieno, l’Aratura – e a Caglio è orgoglioso di celebrare. Attraverso un’accurata selezione di alcuni tra i suoi maggiori capolavori, ripro- a Trasbordo (1886-89), tematicamente identica a quella realizzata pochi anni pri- vedute paesaggistiche in cui la figura umana è assente o si fa progressivamente dotti a grande dimensione e collocati en plein air nei punti del borgo brianteo più ma a , ma inedita da un punto di vista tecnico, inaugura la fase divisionista più insignificante (Pascoli di primavera, 1896), assorbita dalla grandiosità della suggestivi e più significativamente legati al maestro, la mostra ripercorre l’intera del maestro, sancita a livello ufficiale dalla prima Triennale di Brera del 1891, in natura, da un tutto di cui l’uomo è solo una piccola parte. Pascoli di primavera Margherita Cavenago esperienza artistica ed esistenziale del pittore. occasione della quale l’artista espone, nella stessa sala della Maternità di Gaetano si ispira al paesaggio del Maloja - dove l’artista si era trasferito con la famiglia nel Previati, Le due madri. Emblema della sua adesione alla nuova corrente stilisti- 1894 - colto in un sereno momento di risveglio della natura cui, in lontananza, si ca, essa diviene a livello concettuale simbolo della maternità universale che, in accompagnano le stagionali attività agricole. Lo scenario alpestre è permeato di Bibliografia essenziale | Arcangeli, Gozzoli 1973; Quinsac 1982; Belli, Quinsac 1999. Dopo aver vissuto a Milano una turbolenta giovinezza e una formazione all’Acca- demia di Brera arricchita dalla frequentazione degli ambienti artistici più avanzati, nel 1881 Segantini, insieme alla compagna Bice Bugatti, lascia il capoluogo lom- Caglio bardo e approda in Brianza, stabilendosi inizialmente a Pusiano, in seguito – spinto

dall’urgenza di esplorare crinali prealpini sempre più elevati – in prossimità del Caglio, tra i luoghi pittoreschi della Vallassina, è considerato uno tra i più interessanti e suggestivi paesi del Triangolo Lariano per la sua amena posizione e per i suoi angoli caratteristici. di contributo al Grazie lago del Segrino (Carella e Corneno), per poi approdare nell’autunno del 1885 a Situato in posizione elevata all’ombra del monte Palanzone, il luogo è sempre stato una meta di villeg- Caglio. giatura piuttosto rinomata, basandosi l’economia locale in gran parte sul turismo. A questo periodo della sua vita corrisponde una pittura dalle tonalità scure e “di Il paese, dalla fine dell’Ottocento ai primi del Novecento e, in modo più massiccio, dopo gli anni cin- maniera”, che - quasi rinnegando il realismo degli anni milanesi - un po’ ingenua- quanta, è stato preso d’assalto nei mesi estivi da molte famiglie brianzole e milanesi sia per la salubri- mente si abbandona alle lusinghe della moda del tempo e ai soggetti a contenuto tà dell’aria sia per le caratteristiche paesaggistiche che lo hanno reso un luogo privilegiato, piacevole e tranquillo. aneddotico da essa prediletti (Zampognari di Brianza, 1883-85). Ma accanto ad La storia di Caglio non si differenzia molto da quella degli altri paesi del Triangolo Lariano. La sua ori- episodi di vita contadina dai toni idilliaci e leziosi, Segantini concepisce scene gine si perde nella notte dei tempi: forse il nome Caglius deriva da un antico nome gentilizio romano di grande credibilità e concretezza come Dopo il temporale, in cui un tessuto “Callius” oppure, come dice Boselli, potrebbe derivare dalla voce caio (recinto-chiusura). E’ stata materico molto ricco rende tangibile la pesantezza dei panni ispessiti dall’umidità, anche suggerita la possibile derivazione da caglio per il latte o anche dalla presenza di un’erba locale: dei velli delle pecore intrisi di pioggia e la grassezza della terra e dell’erba vivifi- il fiore giallo galium verum.

Il paese seguì in tutto e per tutto le vicende della Pieve di , di cui fece parte sino al 1407, quindi

Caglio di cate dall’acqua, o La benedizione delle pecore, ambientata nel centro di anche durante il periodo in cui la Pieve venne infeudata ai Vescovi di Milano. Passato sotto i Visconti, Comune liberamente rielaborato in funzione dell’effetto complessivo della composizione. come del resto tutta la zona circostante, il paese divenne poi, nel 1409, parte del feudo del Duca Fa- A messa prima - nato dalla trasformazione dell’opera di spiccato sapore anticle- cino Cane. Verso la metà del XIV secolo il Duca Filippo Maria Visconti diede al Capitano Dal Verme la ricale Non assolta, in cui una ragazza madre si allontana dal sagrato della chiesa signoria del territorio Vallassinese, incluso Caglio. La storia del paese continua con la dominazione delle varie signorie, prima i Fregoso, nel 1500 e, suc- derisa da tre frati francescani - testimonia l’abbandono da parte dell’artista di cessivamente, dal 1533 sino al 7 agosto 1788, agli Sfondrati. Da quella data il paese non appartenne soggetti “di genere” in favore di una spiritualità che prelude già all’epopea della a nessuna famiglia e, dal 1928 al 1947, venne inserito nel Comune di Santa Valeria che comprendeva natura inaugurata dalla grandiosa tela intitolata Alla stanga (1886). Questo ca- l’insieme di Caglio, e , per poi divenire completamente autonomo. polavoro, all’epoca accolto da riconoscimenti ufficiali internazionali (Medaglia Un ospite illustre di Caglio, attratto dai panorami dei “Monti di Sera” e dalle bellezze naturalistiche d’oro all’Esposizione Universale di Amsterdam) e dall’onore di venire acquistato del posto, fu l’illustre pittore divisionista Giovanni Segantini. Egli dimorò nel paese tra il 1885 e 1886. Durante questo periodo dipinse una delle sue opere più famose “Alla stanga”. Il pittore riuscì a con-

dal governo italiano per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, conclude centrare nel dipinto l’atmosfera della piana di Santa Valeria, una zona particolarmente suggestiva di gloriosamente il periodo brianteo, segnando un punto fermo nell’evoluzione tecni- da Realizzata Alla Stanga, 1886 | Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma Caglio, dove vi erano alcuni steccati presso i quali venivano regolarmente legate alla stanga sul far ca dell’artista e preannunciando i suoi sviluppi successivi. L’opera è stata dipinta della sera le vacche brune del paese.

Segantini a Caglio: Alla stanga, conclusione di un percorso brianteo Come raggiungerci

Le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita di Segantini (Arco zione Internazionale di Anversa. Nel 1886 Alla stanga ottiene la grande medaglia fine Ottocento, originerà il famoso “panteismo” informatore del simbolismo dell’ulti- Caglio si raggiunge da Como via Erba, , Asso, lasciando la provinciale in di Trento, 1858) sono un’occasione per ripercorrere le tappe della folgorante carriera d’oro di nuovo ad Amsterdam e nel 1888 è acquistato dal Governo italiano per la mo periodo. Un simbolismo, comunque e sempre, d’impronta naturalista: la perce- località Maglio di Asso per proseguire per Rezzago e Caglio oppure da Milano dell’artista e approfondire il suo legame con la Brianza, e Caglio in particolare: Caglio Galleria Nazionale di Roma. Così Segantini, appena trentenne e neppure italiano zione di una natura madre e matrigna all’unisono, cui la tecnica divisionista, asservita prendendo la superstrada per Lecco, uscita Erba e poi seguendo Canzo, Asso, di Alla stanga. – perché ancora ritenuto austriaco –, è fra i primi pittori a entrare nel patrimonio alle luci rarefatte delle alpi svizzere, imprimerà forza e unicità. Il suo divisionismo, in- Rezzago e Caglio. La scelta di Segantini di trasferirsi in Brianza ha motivazione sicuramente nell’insito d’arte contemporanea della neo-nazione. fatti, concepito quale procedura diretta di porre la pennellata sulla tela, spezzando la Collegamenti da Como, Erba e Asso: bisogno di contatto con la natura, quasi a ritrovare nelle prealpi briantee l’universo per- In Brianza Segantini lavora molto e cresce intellettualmente, ponendo le basi del materia in lunghi filamenti di colore – alcuni puri –, si modula sulle nuove teorie dell’ot- S.P.T. Autolinee duto dell’infanzia, e di contro corrisponde al rifiuto di un’idea metropolitana dell’esi- suo inconfondibile linguaggio pittorico nell’esprimere la visione del vero che, come tica, se pur assorbite tramite fonti mediate. tel. 031.247111 - www.sptlinea.it stenza e dell’arte, quella, per intenderci, posta al centro della propria ricerca dagli Sca- detto, andava ideologicamente maturando. La stessa corrispondenza, all’inizio Collegamenti da Milano: pigliati. Significa prendere le distanze dal clima tardo romantico che pure lo ha nutrito stentata, con Vittore Grubicy testimonia l’evolversi da una condizione di quasi Tra il Trittico della Natura (1898-99), cui la morte improvvisa dell’artista imprime il F.N.M. (linea Milano - Asso) e staccarsi dagli ambienti frequentati nella stagione di Brera. analfabetismo a uno stile personalissimo e a una capacità di lettura critica dei testi sigillo di testamento, e Alla stanga (1886), prima opera di dimensione impegnativa, tel. 031 681529 - www.ferrovienord.it Lontano, dunque, dalle osterie e dai caffè, dalle combriccole di una Milano cui, per al- destinati a influenzarlo. sono passati solo dodici anni, ma sembra un secolo. Nel Trittico l’impatto simbolico tro, sempre lo legherà un rapporto di amore-odio, fresco d’Accademia, nell’ottobre Forte delle pur piccole entrate che gli garantisce la Galleria Grubicy e del sostegno affiora dalla resa luminosa di una natura-paesaggio della mente, ricreata sotto gli oc- 1881, Segantini, con la compagna Bice Bugatti, si stabilisce in Brianza, inizialmente a morale di Bice, si lascia alle spalle non solo un’infanzia tragica e una gioventù da chi di chi guarda dalla duttilità del pennello. In Alla stanga simbolismo non esiste, e la Pusiano, per seguire una strada inconsueta ai tempi: impossessarsi del ‘vero’ di quei emarginato, ma anche le tematiche del breve preambolo milanese (pur siglato da luce è ancora figlia del chiaroscuro e dei giochi materici. paesaggi miti, spesso velati di nebbia, e tradurlo in ricche sfumature tonali, nell’inten- punte quali Il Naviglio a Ponte San Marco, 1880), per sviluppare una percezione Eppure il modus operandi d’investigazione del reale era già in atto a Caglio. to di farsi interprete di una natura concepita come territorio e feudo di vita contadina. naturalistica del paesaggio e della vita dei campi, dando avvio a un’iconografia Si tratta, in entrambi i casi – e ovviamente nelle tappe intermedie – di operare sul luo- A Pusiano si ferma sino alla fine del 1882 (in maggio era nato il primogenito Gottardo): contadina e agreste inesistente nel contesto italiano dell’epoca. go, di mettere “in posa” i modelli – contadini pagati per l’occasione, con le loro bestie il soggiorno più lungo in uno stesso posto prima della Svizzera. Da Pusiano passa a In mancanza di riferimenti codificati, dapprima si orienta verso gli idilli pastorali, ispi- – come in una scenografia teatrale. In più, veniva addirittura allestita una struttura pro- Carella, dove, dopo un’iniziale sistemazione, s’insedia nella “Ca’ dii strii”, per leggen- rati a Francesco Paolo Michetti, con amoreggiamenti bucolici, in pose manierate e tettiva che preservasse la tela durante i tempi morti, eliminando la necessità di spo- da popolare abitata, appunto, dagli spiriti (a Carella, nell’ottobre 1883, nasce Alberto; preferibilmente al crepuscolo: accattivanti pastori con flauti e pifferi incantano langui- starla, così il pittore, tornando di volta in volta nel suo atelier en plein air, si ritrovava mentre Mario e Bianca nasceranno a Milano, marzo 1885 e maggio 1886). de bellezze che si dissetano al ruscello o al pozzo, sotto l’occhio protettivo del gregge. immediatamente davanti il medesimo panorama, senza essere distratto dal problema Sia a Pusiano che a Carella, dal 1882 al 1884, con Segantini vive, in stretta comunio- Presto, però, ogni leziosaggine lascia il posto a un’osservazione diretta, e priva di pratico di recuperare la stessa angolatura. Il che, col trascorrere dei giorni, lo portava ne di lavoro, il collega pittore, compagno d’Accademia, Emilio Longoni, con il quale si sovrastrutture sentimentali, della natura e del suo quotidiano. Dopo il 1883, l’“idillio” a dominare sempre più la coreografia costruita e inventare quegli accorgimenti che gli spartisce il modesto stipendio elargito dal mercante, mecenate e amico Vittore Gru- scompare dalla storia segantiniana, sopravvivendo soltanto in disegni, a matite colo- permettessero di giungere al esito desiderato, anche modificando l’effettiva visuale e bicy, titolare con il fratello Alberto della Galleria milanese di via San Marco. Il sodalizio, rate o carboncino, che riprendono dipinti precedenti (Il pifferaio, 1885-87). accostando scorci prospettici in realtà non percepibili insieme dallo sguardo. però, s’interrompe bruscamente per la pretesa del Grubicy di firmare a sua discrezio- Il primo ‘assemblaggio’ prospettico a fine simbolico Segantini lo aveva tentato ne le opere, attribuendo all’uno i dipinti dell’altro. Inferocito e amareggiato Longoni se Se questa svolta, decisa e decisiva, ha un catalizzatore, non è azzardato identifi- in A messa prima (1885-86), dove la ripresa specularmene invertita del sagrato della ne torna a Milano. carlo in Jean François Millet, che sin dal 1848 aveva eletto a proprio ambito de- chiesa barocca di Veduggio conferisce alla scala una monumentalità che non possie- putato il piccolo borgo di Barbizon – a cinquanta chilometri da Parigi – e la foresta de, e alla salita del prete la valenza mistica dell’ascesa. Da Carella a Corneno a Caglio. di Fontainebleau. Segantini conosce Millet grazie alle riproduzioni litografiche, alle La stanga, poi (vale a dire lo steccato intorno al quale si radunavano le mandrie e che A Caglio Segantini abita solo. Arriva nell’autunno 1885 e vi resta sei mesi all’incirca: il incisioni e alla monografia del critico Sensier che gli procura Vittore Grubicy, e cer- divideva i pascoli di Sormano da quelli di Caglio), si era fatta pretesto per ancorare la tempo necessario per l’elaborazione e il compimento di Alla stanga, la monumentale tamente da Millet derivano immagini come Il seminatore e la figura della pastora cornice del vasto giro d’orizzonte, di pianura e altipiano, infondere un senso d’infinito opera conclusiva dell’esperienza briantea. (Bice e i figli si fermano a Corneno). con il gregge di Dopo il temporale, 1883-84. ed evocare la poesia crepuscolare della Brianza, in uno scenario che appare epopea Ultimato Alla stanga, che per lui costituisce un passaggio risolutivo nel modo di con- Dal maestro francese Segantini apprende, e porterà ai massimi esiti, la prassi di sem- della vita contadina. Ma anche qui Segantini aveva lavorato su frammenti mnemoni- cepire la pittura e l’organizzazione del soggetto, sente di aver esaurito l’ispirazione le- plificare la forma e agire la figura entro una rivisitazione sintetica del dato visivo. Inoltre ci composti nel riportare l’intera catena montuosa, non visibile in tale estensione da gata alla Brianza e, nella primavera 1886, ripara a Milano. Ma il desiderio di un ritorno ha discendenza millettiana l’accezione del contadino come chi sa di non poter domi- nessun punto né di Caglio né di Sormano. La volontà di sfuggire il limite del particolare alle origini lo riprende tenace e, a fine estate, parte a piedi per un viaggio di ricognizione nare i cicli universali e vi si adegua, entra in sintonia con essi, in una sorta di ineluttabile topografico e ricreare il paesaggio dato per comunicarne la maestosa totalità molto che, da Como, attraverso Livigno, Poschiavo, Pontresina, St. Moritz e Silvaplana, lo passività che è il senso del suo esistere. Sin dagli esordi, non c’è in Segantini alcun lascia già intuire della successiva evoluzione. condurrà a Savognino e alla definitiva dimora sulle alpi svizzere. accento di denuncia sociale. Anzi, con il passare degli anni, ulteriormente si verrà Infine, in Alla stanga si intravede anche l’importanza che verrà assumendo la materia: Il periodo brianteo, dunque, dura meno di cinque anni, ma è stagione in salita convincendo, in un procedere pressoché ossessivo, che la sua missione sia proprio Segantini, per la prima volta, vi fa uso contemporaneo di pennelli di differenti misure di affermazioni internazionali, al di là dell’aneddotica sulle usanze da bohémien, volgere in immagini tale simbiosi tra natura, uomini e animali. Concetto che comincia e spatola. È dal tessuto materico, di fatto, che scaturiscono gli evocativi contrasti di sui perenni debiti e la fatidica “boletta”, di cui tuttora in Brianza si tramanda la ad affermarsi nei capolavori della Brianza – si pensi a La benedizione delle pecore luce: dalla pacata armonia di toni verdi, gialli, azzurri e terre, mescolati sia sulla tela memoria. (1884 ca), Ave Maria a trasbordo [qui riprodotto nella stesura finale realizzata a Sa- che sulla tavolozza – non ancora “puri” come avverrà più tardi. Nel 1883 Ave Maria a trasbordo vince la medaglia d’oro all’Esposizione Interna- vognino, 1886, primo esperimento della divisione del colore] o alle varie versioni de zionale di Amsterdam; nel 1885 La tosatura delle pecore è premiato all’Esposi- Le due madri (1889) – e che, con la maturità e l’assimilazione della cultura europea Annie-Paule Quinsac Punti di interesse

Alla Stanga, 1886 | Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma Alla Stanga presso il Belvedere Segantini 1 Oasi Faunistica 2 Campo da tennis-calcetto 3 Santuario della Madonna di Campoè 4 Parco Daini 5 Lazzaretto 6 Municipio 7 Sala civica | Biblioteca Benedizione delle pecore, 1884 ca. 8 Arena Aratura, 1890 | Bayerische Neue Pinakothek, Monaco Dopo il temporale, 1883-84 | Collezione privata Museo Segantini, Saint-Moritz L’Angelo della vita, 1894 | Galleria d’Arte Moderna, Milano La raccolta del fieno, 1889 | Museo Segantini, Saint-Moritz 9 Chiesa Parrocchiale 10 Centro sportivo | Parco giochi 11 Residenza Villa Dossel 14 12 13 12 Chiesa di Santa Valeria 13 Lavatoio 14 Castagneti Casa dove visse Giovanni Segantini Pro loco Zampognari in Brianza, 1883-85 | National Museum of Western Art, Tokio P Area di parcheggio Area pic-nic

Pascoli di primavera, 1866 | Pinacoteca di Brera, Milano

8 P L’amore alla fonte della vita, 1896 | Galleria d’Arte Moderna, Milano 7

Trittico | La vita, 1896-1899 | Museo Segantini, Saint-Moritz P

6 Le due madri, 1889 | Galleria d’Arte Moderna, Milano

9

Trittico | La natura, 1897-1899 | Museo Segantini, Saint-Moritz

Le cattive madri, 1894 | Osterreichische Galerie Belvedere, Vienna

1 2 3 4 5 14

10 11 P Trittico | La morte, 1898-1899 | Museo Segantini, Saint-Moritz A messa prima, 1885-86 | Museo Segantini, Saint-Moritz