CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:44 Pagina a1

SETTEMBRE OTTOBRE 2008 st. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.

Alpinismo Nadelgrat, Tofana di Rosez Monte Escursionismo Parco del , Vanoise e Spedizioni Torre del Paine Settembre Ottobre 2008 Supplemento bimestrale a la “Rivista del a la 2008 Supplemento bimestrale Ottobre Settembre Alpino Italiano - Lo Scarpone” Club Po 10/2008 - Sped. in abb. N. CAI SET_OTT0810-09-200818:44Paginaa2

< Trango TREK

Vi parliamo della bellezza dello scoprire, di sentire una passione, di avere addosso un’emozione. Di uscire, respirare, vivere.

Ascolta il tuo Outdoor Instinct

< Trango S EVO

< Trango ALP

7 D D

?

L

;

H

I

7

H O

.com lasportiva www. ® is a trademark of the shoe manufacturing company “La Sportiva S.p.A” located in (TN) Photo © LA SPORTIVA CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:44 Pagina 1

Intercettare il mutamento dell’epoca: non solo un refrain ma un preciso progetto per il CAI. E pren- dendo l’occasione dell’incontro con il mondo Scout, inizia un percorso dentro e fuori l’associazione che probabilmente l’anno prossimo ci porterà verso gli “Stati Generali della Gioventù” in montagna e per la montagna. Al centro sono approcci nuovi e valori di sempre che affascinano lo spirito gio- vanile, l’ambiente da conoscere e difendere, l’empatia con la natura, la scoperta culturale, il gusto della socialità e il mutuo aiuto. Non da ultimo, il recupero della fatica sul sentiero o in parete, come

Photo © LA SPORTIVA simbolo di “riscoperta di una vita autentica”

di Pier Giorgio Il tema è: riusciamo a parlare e ad agire rispetto al mondo giovanile senza sfiorare Oliveti nel lessico, nel timbro, nell’esempio, l’agguato della “retorica”, tanto poco sopportabile agli orecchi e agli occhi delle nuove generazioni ? Proviamoci, almeno. In una domenica d’agosto ho accompagnato a Verona il Presidente Generale Annibale Salsa con Francesco Carrer, Francesco Romussi e Vinicio Vatteroni, ad incontrare i giovani del CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani), il movimento educativo laico degli scout. Si è trattato di un incontro importante, non di routine, che fa seguito ad altri all’insegna del riconoscimento reciproco tra CAI e scoutismo, ognuno nel rispetto delle proprie storie e identità, ma mossi da un intento comune: conoscersi ed educare alla montagna. “Vado in montagna perché amo l’aria pura, il bosco, l’incontro con i pastori”, a domanda risponde un Aprire giovane esploratore di Ragusa. “Alla difesa della bellezza del paesaggio montano - incalza una giovane e preparatissima scout di Ancona - dobbiamo associare la ai giovani difesa degli ecosistemi”. “Da noi - spiega un compagno di is a trademark of the shoe manufacturing company La Sportiva S.p.A located in Italy (TN) ® Rovereto - c’è un buon rapporto tra economia ed ecologia, grazie ad interventi pubblici a favore di chi vive in montagna”. Sono solo

LA SPORTIVA alcuni flash in presa diretta dai micro seminari con giovani dai 16 ai 19 anni svoltisi durante la gran kermesse del CNGEI. Nell’occasione il Presidente Generale, attorniato dai giovani scout, ha disegnato la montagna come “luogo di incontro e di socializzazione”, dove è possibile l’umanizzazione dei rapporti contrapposto ai non-luoghi talvolta alienanti della metropoli. “La montagna, poi, ci dà un’ occasione per alfabetizzarci alla conoscenza del territorio in alternativa ai mondi virtuali della tecnologia sempre più invasivi”. Fondamentale rimane il valore del volontariato, atteggiamento e prassi capaci davvero di “smuovere le montagne” con tanto impegno e passione. “Io vedo questi momenti di scambio e di reciproca conoscenza - ha spiegato Salsa - come gradini per arrivare ad un mio grande sogno: gli Stati Generali della Gioventù: CAI, Scout e tutte le associazioni giovanili d’Italia, insieme in vista di un manifesto dei giovani per la montagna. Credo che i tempi siano ormai maturi per cominciare a lavorare per questo obiettivo, che mi auguro possa essere un nuovo inizio per dare un futuro di qualità alla montagna e per formare giovani consapevoli del suo valore”.

1 CAI SET_OTT 08 13-09-2008 8:11 Pagina 2

Nella Relazione morale all’ultima Libera/CNSASA e Giacomo assemblea di Mantova, lo stesso Salsa Stefani/CAAI, tecniche e tecnicismi non lesse un passaggio niente affatto sono mai, almeno al CAI, fini a loro scontato che merita qui riprendere: stessi, ma servono come strumenti per “(…) Ad essi(i giovani, ndr) dobbiamo fare di più e in sicurezza. La cultura guardare senza prevenzioni per poterli della sicurezza e l’attenzione particolare traghettare, grazie alla mediazione al “giovane”, sono del resto i leitmotiv etico-culturale dei nostri codici morali, che sempre hanno orientato le scelte di verso una fruizione corretta del territorio chi ha progettato corsi e uscite e dell’ambiente.(…) Il miglioramento dell’Alpinismo Giovanile del CAI, fin dal IL PRIMO PASSO della comunicazione verso l’esterno ha varo del “Progetto Educativo” del club come finalità principale, quella di nell’ormai lontano 1988. La coscienza portare nel CAI nuovi Soci, soprattutto delle proprie capacità ed il senso di PER UN COMFORT ESTREMO Giovani, - ribadisce Salsa. Se la sintesi responsabilità insito in chi opera è giocoforza quella del presidente e del accompagnando dei minori, portano gli professore, il messaggio insito è chiaro accompagnatori CAI a scelte oculate e e ficcante: con tutta evidenza i giovani, sono fattori determinanti per evitare con la comunicazione, l’ambiente e la ogni tipo di incidente. “Per supportare cultura, sono uno dei perni su cui si questo tipo di attività - spiegano il basa la politica CAI in questa presidente della Commissione centrale legislatura. “Nessuno educa nessuno, Alpinismo Giovanile, Aldo Scorsoglio e il nessuno si educa da solo, gli uomini si direttore della Scuola centrale AG, Gian educano da soli con la mediazione del Carlo Berchi, ovvero coloro che più di mondo”, parole sante del pedagogista altri portano l’onore e l’onere di Poalo Freire. I giovani, lo sappiamo, indirizzare le attività del CAI rivolte ai come altre categorie sociali non sono giovani - è stato necessario innalzare il tutti uguali, c’è (fortunatamente) tanta livello della preparazione degli biodiversità, culture differenti, interessi accompagnatori. La formazione si è per variegati e priorità molto diverse. Ciò questo evoluta ed è stata posta grande nonostante, dalla nascita dell’Alpinismo attenzione verso tutti gli aspetti tecnici, fino ad oggi, il rapporto tra “i giovani” e culturali e didattici, senza dimenticare i più esperti, “veci e bòcia” come una fondamentale cura nella avremmo detto un tempo, ha un preparazione psicopedagogica(…)”. tracciato riconoscibile, per ampi tratti Grazie a questo imponente impegno di comune, fatto di incontro scontro e base che ha trovato un ulteriore motivo Per garantirti massime prestazioni, sana competizione tra generazioni, di qualificazione all’interno di UNICAI, le scuole di pensiero in progress, filosofie figure tecniche del CAI per i giovani per essere sempre al top, scegli che si superano e sovrappongono hanno potuto operare negli anni con Thorlo. Calze straordinarie, che ti com’è giusto che sia, in un continuo grande profitto ed efficacia. I 605 assicurano un comfort estremo e passaggio di testimone tra vecchi e Accompagnatori di Alpinismo Giovanile, un livello di protezione su misura: nuovi adepti della montagna. Passano i 110 Accompagnatori Nazionali, i 1175 gli anni, cambiano le epoche, mutano le aiuto Accompagnatori, hanno realizzato, mode spesso effimere, ma i solo nello scorso 2007, 98 corsi di “fondamentali” rimangono là, la Alpinismo Giovanile, con 657 giornate in montagna(sempre) insegna, qui si ambiente e il coinvolgimento di oltre 29 1 Leggero impara facendo, occorrono pazienza mila studenti e duemila insegnanti. Tale per formarsi, coraggio per salire in alto, interscambio cooperativo con il mondo 2 Medio determinazione per sconfiggere la della scuola, dalla Primaria fatica. Mi risuonano qui le sagge parole all’Università, prefigura nuove 3 Massimo di un amico prima ancora che grande generazioni di cittadini sempre più alpinista e Socio del CAI, Fausto De capaci e competenti in montagna. Stefani, che in attesa di salire i 14 Ottomila della Terra, come Istruttore di « Il modo vero di essere felici è rendere alpinismo della sua Sezione felici gli altri. Prova a lasciare questo accompagnava ed educava i suoi allievi mondo un po’ meglio di come l’hai in Adamello, preferendo al comodo trovato e, quando arriva il tuo momento rifugio un igloo nel ghiaccio scavato con per morire, tu puoi morire felice nel pala e picca: “La cultura del no limits a sentire che in ogni caso non hai perso il tutti costi si contrasta anche così: con tuo tempo ma hai fatto del tuo meglio». prudenza, esercizio, competenza...E (dal Testamento di Robert Baden- soprattutto bisogna andare per gradi”. Powell, fondatore del movimento Come hanno ribadito congiuntamente lo internazionale Scout) scorso Novembre a Bergamo i presidenti Maurizio Della Pier Giorgio Oliveti

Distribuito in Italia da: ASOLO spa - [email protected] CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:44 Pagina 3

WE KNOW.

SI, CONOSCIAMO IL MONDO DELL’OUTDOOR

E sappiamo che quando scegliete l’attrezzatura da montagna chiedete sempre il massimo. Per questo, da sempre, ci impegniamo a sviluppare prodotti che sono realmente un passo avanti. Progettati, realizzati e testati con un obiettivo in mente: essere al vostro fianco per affrontare ogni sfida. www.asolo.com CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:44 Pagina 4 CAI SET_OTT 08 13-09-2008 8:14 Pagina 5

2008 SETTEMBRE OTTOBRE

Copertina PAINE: R. LARCHER SUL 4° TIRO (f. Elio Orlandi)

ANNO 129 VOLUME CXXVIII 32 2008 SETTEMBRE OTTOBRE Direttore Responsabile: Pier Giorgio Oliveti Direttore Editoriale: Gian Mario Giolito Collaboratore di redazione: Oscar Tamari Art Director e redazione: Alessandro Giorgetta 24 Impaginazione: Alessandro Giorgetta Segreteria di Redazione: Giovanna Massini Tel. 02/2057231. Editoriale Spedizioni e-mail:[email protected], APRIRE AI GIOVANI PAINE: EL GORDO, EL FLACO Y L’ABUELITO CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, Piergiorgio Oliveti 1 Rolando Larcher, Elio Orlandi, Monte dei Cappuccini. Sede Legale - Fabio Leoni 50 20124 Milano, Via E. Petrella, 19 - Il tema Cas. post. 10001 - 20110 Milano - DISAGIO PSICHICO E MONTAGNA-TERAPIA: Etnografia Tel. 02/205723.1. (ric. aut.) LA LORO VOCE COLCERVER Fax 02/205723.201. Giuseppe Borziello 61 CAI su Internet: www.cai.it a cura di Sandro Carpineta 6 Telegr. centralcai milano C/c post. 15200207 intestato a cai Club Alpino Lettere alla rivista 8 Rifugi storici Italiano, Servizio Tesoreria - Via E. Petrella, LA CAPANNA OSSERVATORIO 19 - 20124 Milano. Sotto la lente REGINA MARGHERITA Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino TEMPI DI CRISI E “SELEZIONE NATURALE” Piergiorgio Repetto 64 Italiano - Lo Scarpone: 12 fascicoli del Roberto Mantovani 12 notiziario mensile e 6 del bimestrale € Speleologia illustrato: abb. soci familiari: 10,90; INCIDENTI IN GROTTA abb. soci giovani: € 5,45; abb. sezioni, Cronanca Alpinistica sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. a cura di Antonella Cicogna Giovanni Badino 68 non soci: € 35,40; supplemento spese e Mario Manica 14 per recapito all’estero: Europa - bacino Letteratura del Mediterraneo € 22,92 / Africa - Asia - Nuove Ascensioni LA TRECCANI E LA MONTAGNA ILLUSTRATA Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20 a cura di Roberto Mazzilis 16 Amedeo Benedetti 71 Fascicoli sciolti, comprese spese postali: bimestrale + mensile (mesi pari): Libri di montagna 74 soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile Arrampicata (mesi dispari): soci € 1,90, non soci a cura di Luisa Iovane e € 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 Heinz Mariacher 18 Monte dei Cappuccini al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo a cura del Museo Nazionale della di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Montagna e della Biblioteca Nazionale 76 Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - Personaggi tel. e fax 0542/679083 KUGY E LA GUERRA Materiali & Tecniche Luciano Santin 20 Segnalazioni di mancato ricevimento vanno I CASCHI DA ALPINISMO 2A PARTE indirizzate alla propria Sezione. Michele Titton 78 Indirizzare tutta la corrispondenza Alpinismo e il materiale a: Ufficio NADELGRAT Redazione - via E. Petrella, 19 - 20124 Archeologia Giuseppe Burlone 24 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti di IL MUSEO ETNOPREISTORICO A regola non si restituiscono. Le diapositive STOSSER E LA TOFANA DI ROZES CASTEL DELL’OVO verranno restituite, se richieste. È vietata la Stefano Menegardi 28 Matteo Paone 84 riproduzione anche parziale di testi, MONTE CRISTALLO fotografie, schizzi, figure, disegni senza Fabio Cammelli 32 Scienza e montagna esplicita autorizzazione dell’Editore. LA SCALATA DELLE PIANTE Servizio Pubblicità G.N.P. s.a.s. di Nenzi G. & C. Sede: Via Udine, 21/a Escursionismo Jacopo Pasotti 86 31015 Conegliano, Tv PARCO DEL POLLINO: MONTEA pubblicità istituzionale: Mimmo Pace 40 Alta salute Tel. 011/9961533 - Fax 011/9916208 PREVENZIONE DEL MAL DI MONTAGNA servizi turistici: TRA VANOISE E GRAN PARADISO Enrico Donegani 88 Tel. 0438/31310 - Fax 0438/428707 Marco Blatto 56 e-mail:[email protected] Attualità [email protected] Fotoalbum Fotolito: AOG SpA - Filago (BG) GLI ITINERARI DI CHARTA ITINERUM CONCORSO FOTOGRAFICO 2007 a cura del Gruppo Regionale Stampa: Elcograf - Beverate di Brivio (LC) a cura di Simone Guidetti 43 Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata Lombardia 90 senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. Sped. in abbon. post - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano n. 56 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. 40 Tiratura: 195.197 copie 64 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 6

Disagio psichico e montagnaterapia: la loro voce

a cura di Sandro Carpineta

Questo testo è stato proposto dal gruppo Sopraimille, for- mato da persone che per le difficoltà esistenziali e per il disagio psichico di cui soffro- no sono in cura presso il Centro Salute Mentale di Arco, in Trentino. Loro, assieme ad alcuni operatori del Servizio e ad un gruppo di soci della Sezione di Riva del Garda della S.A.T., hanno creato questo gruppo cinque anni fa, e da allora fanno della montagna un terreno di gioco ma anche di relazione e di riabilitazione. Ma la cosa forse più importante è che questa non è un fatto isolato, tutt’altro! Come questa in Italia esistono altre numerosissime esperienze; e ci piace pensare che questo articolo sia stato scritto anche con le penne degli amici di Clusone, Racconigi, Roma, Asiago, Massa Carrara, Torino, Pergine Valsugana, Rieti, Milano, Pescara, Bergamo, Rovereto, Vittorio Veneto, Varese, Merano, Mestre, Vicenza, Magenta, Portogruaro, Cagliari, L’Aquila …… e dei tanti tanti gruppi che forse dimentichiamo, di quelli che ancora non conosciamo … e soprattutto di quelli che stanno per nascere!

…e sperare negli altri, che a stare assieme alla gente, a natura si respira aria buona, Escursione nel gruppo dell'Adamello, la vaga ben, che no’ me trovare degli amici, a volte si vedono panorami diversi, e sullo sfondo il Brenta. vegna ‘na stornisia! non riesco addirittura a così potrò distrarmi dai miei lavarmi o a fare cose continui pensieri, a volte cosi mi fido degli operatori, Sono Piero, e questa è la mia altrettanto semplici. Sono in pesanti da sopportare. E mi perché avevo voglia di storia, una storia che somiglia cura nel Centro Salute hanno detto che ci sarebbero provarci; non so bene perché, a quella di Roberto, Eva, Mentale della mia città; anche state delle persone forse perché mio padre e mio Enrico, Alessandra e di tanti medici e infermieri, mi esperte che ci avrebbero nonno andavano in altri come me. aiutano, mi curano, mi aiutati, che ci avrebbero montagna, ci lavoravano, o Non sono di certo un seguono e assieme a loro insegnato delle cose nuove su mio zio ci ha fatto la guerra. alpinista, di quelli che si cerco di superare le mie come si và in montagna. E alla fine ho deciso di legge nelle riviste o che si difficoltà, di vivere più Io ho accettato, perché il accettare quella proposta. vedono in certi emozionanti serenamente, di abbandonare dottore scherza sempre e mi E quel giorno sono andato documentari alla televisione. o superare tutti i problemi saluta, mi dà la mano. alla sede della S.A.T. (perché Non sono neanche un atleta, che ho dentro. Ma poi mi sono detto “non da noi il Club Alpino si non ho neanche mai fatto Ed è successo che un giorno so se ci andrò, anzi non ci chiama così). Ci sono tante nessuno sport. gli operatori mi hanno vado, io ho la mia vita, devo persone, alcune sono come Sono solo uno, come altri, ma proposto di andare in cercare lavoro, non ho tempo me e le conosco, vanno dai con tanti problemi più di montagna. Mi hanno chiesto, da perdere, e poi voglio stare medici del CSM; ci sono le altri; la mia vita è una fatica, a me ed agli altri, se a casa il giorno… nel mio infermiere che conosco non riesco ad uscire di casa, a volevamo provarci; perchè è letto….” perché le vedo sempre, mi trovare un lavoro, non riesco bello, si sta insieme, nella Ma mi sono deciso, perchè danno le medicine e sono

6 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 7

andato ai loro gruppi; altri e andare veloce. non li conosco, saranno gli A Luigino, Giovanni, Franco, esperti, sono vestiti come Carla ed Oscar piace quelli che vanno in montagna arrampicare e ora lo fanno Io sto con gli infermieri, benissimo, sembrano dei gatti tanto quelli li conosco bene e e vanno su agili e sicuri; altri mi fumo una sigaretta con ci hanno messo un po’ più di loro. tempo, ma ora anche Maura, Quel giorno ci siamo Gleison, Rinaldo, Nicola e presentati tutti, e gli esperti Gianluigi se la cavano bene; (c’era anche una Guida e gli ultimi arrivati, Franca, Alpina che poi è diventato Michele, Serena, Samuela nostro amico) hanno detto sono già della partita, sono tutto quello che avremmo incerti ma interessati a tutto. fatto, ci hanno raccontato i E a tutti noi, tutti posti dove saremmo andati. indistintamente piace Io pensavo “Ma questi sono soprattutto la natura, la matti…!”, mentre ci facevano montagna così com’è. Per chi vedere delle foto di pareti di è spesso preso dai pensieri roccia incredibili o di distese negativi, è bello vedere la di neve che facevano freddo semplicità delle cose che la solo a vederle “...mica ci natura ci da ad esempio: un porteranno lì”. paesaggio, un albero gli stessi E invece sì! Ci hanno portato insetti che unendo le forze proprio in quei posti! Ormai fanno gruppo e riescono a sono passati cinque anni ed vivere. Lo stesso che ho abbiamo fatto tante ritrovato con il nostro esperienze; ad arrampicare, a gruppo, la stessa cosa che ci sciare, a fare lunghe accade quando ci leghiamo escursioni, sulla cima dei assieme ad una corda. nostri monti, di notte sulla Una semplice parola detta neve con le ciaspole, a come incoraggiamento per passare due giorni in un andare avanti, nella fatica di rifugio, perfino in grotta. una vita comune; vale solo Ad ognuno di noi una gita è questo, la voglia di piaciuta in modo particolare. partecipare a questa Elisa si è divertita tantissimo avventura. In gruppo, stanchi sulla neve, con gli sci da ma insieme sulla cima; e se fondo, o quel giorno che ci non ci siamo arrivati oggi, ha ripresi la televisione; non pazienza, ci arriveremo come in grotta dove ha avuto domani. un po’ paura e non gli è mica Dopo tutto questo tempo, piaciuto tanto! In effetti la queste avventure, alcune neve piace, a tutti, ma lo attività mi sembrano ancora sforzo è tanto, anche se oggi pericolose, come accompagnato dal rumore arrampicare o salire le ferrate sordo dello sprofondare in o scendere in grotta. Ma quel soffice manto; dà abbiamo imparato tanto. serenità, e ci fa scherzare Andrea un giorno ha detto come quando facciamo le “Sono attività pericolose, ho gare a pallate o come la volta paura; è il senso della che Bruno, arrivato di notte montagna, se non puoi più ormai stanchissimo, ha scendere devi per forza baciato la neve davanti al salire, e allora vai su! ….e rifugio (erano tre ore che lo sperare negli altri, che la prometteva!). Ma c’è anche vaga ben, che no me vegna chi come Luciano la neve ‘na stornisia!” vuole vederla solo in discesa, Mi sa che Andrea ha capito ed insiste per fare piste ripide tutto. CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 8

e della diplomazia “degli rivolgere al Club Alpino sono stravolti in stato di affari” con la Cina Cinese l’invito a farsi degrado proprio da forzosi (testimoniata anche dalla interprete, presso il Governo tentativi di artificiose vergognosa e ipocrita della Repubblica Popolare installazioni di strutture accoglienza tributata al Dalai Cinese, di una richiesta, a artificiali (di ferro, di vetro, Lama pochi mesi fa), che in nome degli alpinisti di tutto il di plastica, ecc.) che maniera così esclusiva (e mondo, affinché, pur sfigurano il paesaggio misera) il civilissimo e compatibilmente con le tibetano e che, essendo democraticissimo Occidente, proprie ragioni di controllo inadatte ad essere abitate dai almeno ufficialmente, sa strategico del territorio, contadini d’alta quota, attualmente esprimere. vengano rispettate le versano in uno stato Mario Chiapolino popolazioni nomadi d’alta miserevole di abbandono e di STERMINATO TIBET (Sezione di Ravascletto - Carnia) quota nelle loro costumanze e sporcizia. In relazione all’articolo nelle loro tradizioni culturali, I Club Alpini d’Europa si “Sterminato Tibet, Tibet Risponde il Prof. Luigi Zanzi che vengono riconosciute dichiarano disponibili a sterminato” di Luigi Zanzi, Caro Chiapolino, valori irrinunciabili per la concordare un piano di apparso su “La Rivista” di la Redazione de «La Rivista cultura alpinistica di tutta volontariato di aiuto a novembre-dicembre 2007, dai del CAI» mi ha trasmesso il l’umanità. sostegno dei pastori nomadi contenuti agghiaccianti Suo intervento e-mail in In particolare, si chiede che i tibetani d’alta quota.” seppure in buona misura punto al mio saggio intitolato nomadi tibetani vengano A questo punto non mi resta conosciuti da chi ha “Sterminato Tibet; Tibet lasciati liberi di seguire, ulteriormente denunciare che, minimamente a cuore le sorti sterminato”, in cui secondo le proprie secolari a fronte di tale appello, a cui denunciavo lo sterminio etno- usanze, i proprî percorsi e le ha espresso prontamente e culturale che la Cina sta proprie tecniche di immediatamente la sua compiendo in Tibet. conduzione degli animali adesione Reinhold Messner, Mi affretto immediatamente (principalmente yak e capre), nessuno dei Club Alpini ad inviarLe, in risposta, la più senza essere sottoposti a europei interpellati si è viva espressione di obblighi stanziali o a forzose degnato, fino ad oggi, di gratitudine per la solidarietà pratiche di vita che non formulare una risposta, né di da Lei espressa nei confronti possono reggere prendere iniziative. della mia proposta rivolta ai nell’ambiente d’alta quota in Ciò mi induce a ritenere che, differenti Club Alpini dei cui vivono. purtroppo, di fronte alla sorte differenti stati affinché gli Con i metodi attualmente del popolo tibetano, gli stessi, a prescindere dalle perseguiti, tali popolazioni appassionati della montagna, scelte di opportunità politica nomadi stanno per nonostante fremiti individuali dei governi dei loro stati, estinguersi: sarebbe una di indignazione, non sono facciano fronte comune nel perdita irreparabile per la capaci di agire coesivamente, rivendicare la libertà, cultura alpinistica coerentemente ed l’autonomia e la tutela dell’umanità. insistentemente per portare integrale del retaggio Occorre, invece, che si porti un aiuto decisivo alla culturale del popolo tibetano, rispetto alla libertà di sopravvivenza del più L'esilio di Dharamsala (f. Andrea ideatore e custode (ahimé movimento di tali nomadi avventuroso, più nobile, più Giorgetta). forse in estinzione nelle loro terre, alla loro alto “stile di vita” dei popolo irreversibile) della più cultura pastorale, alla loro montanari. ardimentosa scelta di forma spiritualità che ha sempre È una triste realtà: che della montagna e dei valori e di vita adattata alle più alte trovato sostegno vivo nelle tuttavia accresce, pur delle culture che essa ha terre montane del mondo. istituzioni monastiche d’alta amaramente, la saputo creare, vorrei unirmi Colgo l’occasione per quota (che sono, pertanto, da consapevolezza “realistica” all’appello dell’autore comunicare a Lei e a «La tutelare anch’esse come con sui occorre perseverare e affinchè almeno il nostro Rivista» che personalmente radici imprescindibili della resistere nel tentare Sodalizio non rimanga muto ho rivolto a tutti i Club Alpini vita culturale delle montagne incessantemente di proporre di fronte a questo grido di europei l’appello che qui del Tibet). un’iniziativa responsabile, dolore che riguarda tutti noi, trascrivo: Occorre, inoltre, affidare a pur a costo di continuare ad alpinisti e non, al di là di “I Club Alpini d’Europa, tali popolazioni la cura di essere una voce solitaria nel ogni fede politica, ... facendosi interpreti di quei paesi che tutt’ora deserto. semplicemente perchè un’opinione diffusa tra possano costituire le sole basi Cordialmente, Suo “occorre una cultura che centinaia di migliaia di proprî per spedizioni alpinistiche Luigi Zanzi abbia orrore” di tutto ciò ... iscritti, si uniscono nel d’alta quota e che attualmente

8 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 9

WE KNOW.

SI, CONOSCIAMO IL MONDO DELL’OUTDOOR

E sappiamo che quando scegliete l’attrezzatura da montagna chiedete sempre il massimo. Per questo, da sempre, ci impegniamo a sviluppare prodotti che sono realmente un passo avanti. Progettati, realizzati e testati con un obiettivo in mente: essere al vostro fianco per affrontare ogni sfida.

www.lowealpine.com CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 10

Summit Emi F08 RivistaCai 420x280 Ita indd 1 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 11

+ endless.thenorthface.com/eu

Emilio Previtali | Shishapangma, Tibet | Photo: Kristoffer Erickson

7-08-2008 11:17:37 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:45 Pagina 12

Tempi di crisi e “selezione naturale” di Roberto Mantovani

che un’industria, lassù il sali la stessa cima o attraversi solo in minima parte. Un Un’estate così, lassù, non se turismo era ancora lo stesso colle, se proprio non fenomeno difficile da l’aspettavano. Tre mesi da artigianato, viveva sul fai-da- sei un maniaco cambi aria e spiegare. Parlare di abitudine cancellare dal calendario. te: nessun parco-avventura, cerchi montagne nuove. non era il caso; forse un Giornate nuvolose, temporali, niente impianti di risalita, una Poi, in un’estate bollente e cambiamento nei gusti della temperature settembrine. I sola sala cinematografica che senza fine, le presenze gente, la riscoperta dei sapori fieni destinati a fare la muffa, ricordava le strutture turistiche erano triplicate. Dai genuini, il carovita… chissà. gli ortaggi che per via della parrocchiali degli anni ‘60, primi di giugno a metà I valligiani preferivano non stagione erano cresciuti qualche serata di musica in settembre, la Valle di R. si farsi troppe domande. rachitici, le patate che quasi piazza, la grigliata collettiva era riempita di gente che fino Prendevano quel che arrivava non avevano dato raccolto. di metà agosto. Roba per a quel momento la montagna e ringraziavano, sperando che Ma non era quello che faceva famiglie, per le fughe l’aveva vista solo in continuasse così. Si vede che la differenza. Fosse stato solo frettolose da week end. Per cartolina. Una conseguenza il mondo stava proprio il tempo… Anni prima s’era qualcuno i giorni trascorsi in del caldo torrido che aveva cambiando. Ma tra i giovani visto di peggio. E poi, valle erano un anticipo di trasformato le metropoli della che vivevano stabilmente in l’agricoltura era ormai vacanza, o una scusa per pianura in altiforni. valle cominciavano a un’attività abbastanza consumare la coda delle ferie. In ogni caso, per qualche circolare progetti per marginale per la gente della Sempre meglio che languire settimana, quel minuscolo l’immediato futuro. C’era chi Valle di R.: parte della in città. mondo alpino aveva sperato sognava di aprire un comunità, lassù, come in tanti Prima che altrove che la vita prendesse una agriturismo, chi progettava di altri angoli delle Alpi, aveva inventassero la moda dei piega diversa. Una stagione ampliare il dehor del bar e deciso di campare di turismo. villaggi turistici, in luglio e in come quella, d’altra parte, era chi, pur di star dietro alla Il problema vero era dovuto agosto lassù sembrava di una benedizione del cielo. domanda dei nuovi ospiti, al calo degli ospiti. vivere lontani dal mondo, C’erano auto ovunque, code voleva riadattare la vecchia Da qualche anno, l’economia incontravi gente che non dal panettiere, dal giornalaio, casa dei nonni. Alcuni della zona sopravviveva desiderava nient’altro che alle botteghe degli alimentari. parlavano di agricoltura soprattutto grazie ai respirare aria buona. Poi, a I gestori dei due rifugi biologica o di produzioni vacanzieri che d’estate si parte i vecchi affezionati e avevano dovuto chiedere agro-alimentari innovative, riversavano negli abitati di pochi altri, la valle aveva rinforzi, per riuscire a simili a quelle che avevano fondovalle e di giorno si cominciato a diventare un soddisfare le richieste di visto oltre confine, altri di sparpagliavano ovunque ci rifugio per quelli che non ne quanti salivano a pranzare. trekking guidati, con soste fosse qualcosa di insolito da vogliono sapere di tour Nessuno in realtà si faceva nelle borgate e nelle malghe. fare o da vedere. I operator, capi villaggio e eccessive illusioni. Tutti Ma c’erano anche quelli, la villeggianti trovavano sempre animatori turistici. Alla fine sapevano che, passata più parte abbagliati dal qualche occasione per s’era trasformata nel buen l’ondata di caldo, tutto miraggio del miracolo riempire le ore dell’ozio: retiro di villeggianti in sarebbe tornato come prima: economico, che pensavano di passeggiare tra ai prati, salire canottiera, pantaloncini e provincia profonda d’estate e chiedere finanziamenti per a un rifugio per abbuffarsi di calzini corti, in una riserva un mortorio d’inverno. costruire un maneggio, la sala polenta, bagnarsi nel torrente, per cercatori di funghi, in L’anno dopo, dal punto di multisport, la piscina e - frugare tra i resti dei bunker parco per escursionisti senza vista climatico, la stagione perché no? - una vera costruiti prima della guerra, troppe pretese. Alpinisti veri era stata più regolare, con discoteca. Bisogna star dietro giocare all’alpinismo sulle se ne vedevano pochi, anche temperature nella norma e ai tempi, sostenevano due cime più alte. perché da quelle parti le niente siccità. Come al solito, infervorati, predisporre una Divertimenti da quelle parti possibilità sono limitate, e insomma. Pure, le presenze vera offerta turistica, pensare non ce n’erano granché. Più dopo tre o quattro volte che dei vacanzieri erano calate in grande. E presto sarebbero

12

ZA CAI SET_OTT 08 11-09-2008 9:01 Pagina 13

arrivati alberghi, condomini, naturalmente del maltempo assenze riguardavano mercatino dei prodotti locali supermercati. Il benessere. estivo. Sta di fatto che nella soprattutto quelli che negli non aveva sofferto troppo, e Una vita nuova, insomma, e Valle di R. le presenze dei anni precedenti avevano l’unico agriturismo che aveva peggio per chi non aveva cittadini in vacanza avevano scambiato boschi e pascoli cominciato a funzionare se cervello a sufficienza per subito un netto decremento, e per l’entroterra della riviera l’era cavata discretamente. capirlo. D’altra parte non le nuove iniziative ligure e i cumuli di sabbia del Insomma chi aveva imparato c’era proprio nulla da acchiappaturisti erano state torrente per il litorale marino. ad apprezzare la valle per ciò inventare, bastava copiare subito relegate in soffitta, in Erano mancati del tutto che era non l’aveva tradita, quello che avevano fatto gli attesa di tempi migliori. Non all’appello i forzati del ma chi l’aveva usata come altri. E chissenefrega - che altrove ci fosse il divertimento e aveva surrogato di qualche località dicevano - se alla testata della pienone: i quotidiani disertato in blocco la esotica, o semplicemente ne valle non ci sono Monte dicevano che anche sulle compagnia dei merenderos. aveva frainteso la vocazione, Bianco o le Dolomiti: la spiagge non era più come una Curiosamente, la selezione aveva abbandonato la scena gente vuole divertirsi e basta; volta, e tutti gli albergatori non aveva privilegiato gli alla chetichella. i turisti che frequentano della penisola, che pur ospiti più abbienti (peraltro Che ancora non ci fossero la Courmayeur o Cortina vantavano prezzi in linea col una rarità, nella Valle di piscina, la sala multisport e la d’Ampezzo non salgono certo mercato, lamentavano cali di R…), ma quanti sapevano discoteca, a quel punto non lassù solo per fare scalate o presenze. Ma lassù, in valle, esattamente ciò che volevano era così grave. Archiviata per per ammazzarsi di fatica su e per alcuni dei nuovi fare. Gli appassionati della il momento la minaccia di giù per i sentieri… imprenditori la svolta era montagna - gli iperattivi ma costruire vistosi contenitori Invece, in barba a tutte le stata drammatica. anche i contemplativi che si del nulla e baracconi di previsioni ottimistiche, dopo Da quelle parti, però, non accontentano di una calcestruzzo, si poteva aver fatto qualche vigoroso tutti in quell’estate di nubi e passeggiata tra i boschi - tornare a sperare che nuovi giro in avanti, la ruota temporali avevano tirato erano rimasti quelli di sogni si sarebbero fatti strada, dell’economia valligiana cinghia. Come si diceva sempre: anzi, e forse se ne prendendo la forma aveva rallentato di botto. all’inizio, il numero dei era aggiunto qualcuno in più. ragionevole di un rispetto Colpa della crisi, dicevano vacanzieri era diminuito I gestori dei rifugi avevano ambientale e di una coscienza tutti, dell’aumento del costo sensibilmente ma, stando al lavorato (senza massacrarsi) responsabile. del petrolio e dei prezzi, e bilancio di fine stagione, le nonostante il tempaccio, il Roberto Mantovani CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:46 Pagina 14

inverno a raggiungerla… ho dovuto davvero far leva sulla ragione. E ho fatto dietrofront.» Anche Shaheen Baig, che seguiva a distanza l’alpinista bergamasco, prenderà la stessa decisione. Ad attenderli al campo 3 Qudrat, che aveva già desistito per paura di congelamenti. Partito l’8 marzo alle 6 e 30 dal campo 3 a 7200 metri, Moro è stato rallentato nella sua ascesa dalla condizione dei crepacci. «Ben otto, tra l’ultimo campo Il Broad Peak 8047 m in inverno. Foto © Archivio S. Moro. Antonella Cicogna Qui accantro: Simone Moro e Ali e Mario Manica Qudrat durante il tentativo invernale (C.A.A.I) al Broad Peak 8047 m. Foto © [email protected] Archivio S. Moro. PAKISTAN Broad Peak 8047 m Vuerich hanno purtroppo dovuto Non ha deluso Simone Moro. Ha saputo allargare le braccia e rinunciare al bel scegliere un obiettivo scartato dalla progetto di salita invernale del Grande maggior parte degli ottomilisti, perché Nero, dopo un mese e mezzo di tentativi l’insuccesso è lì, pronto dietro l’angolo, ed estenuanti attese. Freddo gelido, il rischio altissimo. Stiamo parlando del tempeste di neve, vento con punte oltre Broad Peak in inverno. Un progetto che i 100 chilometri orari, sono stati gli lo ha impegnato per oltre due mesi, da ingredienti quasi costanti di questa gennaio a marzo 2008, in Karakorum, spedizione. Solo il 16 gennaio 2008 ha insieme ai compagni pakistani Baig e la cresta sommitale. E senza stata effettuata la seguente attività saputo regalare al trio condizioni Shaheen e Ali Qudrat. Oltre al Broad nemmeno un metro di corda per alpinistica: climatiche favorevoli: «Oggi è un piacere Peak, anche K2, Nanga Parbat, GI e GII assicurarmi ho divorato minuti preziosi 8 agosto - Somerset Ski Club Peak salire, c’è il sole, niente vento. Non sono ancora in attesa di una “prima per superarli, minuti che messi assieme 5519 m, parete nord (Bellò, Babolin, sembra neanche inverno», raccontava bianca”. sono diventate ore, quelle che mi Bocchese, Castegnaro) Vuerich dalle pagine del sito che Non ha deluso Moro, anche se sarebbero servite per arrivare in cima in 9 agosto - Agha Khan Peak 5678 m, aggiornava sull’impresa. l’obiettivo non è stato raggiunto. Anzi, sicurezza», precisa Moro. parete est (Bellò, Babolin, Bocchese, Punto più alto raggiunto i 7000 metri il era lì. Vicino. Vicinissimo. Mancavano Due i tentativi sferrati prima di questo Castegnaro) 28 gennaio, con deposito di materiale in 207 metri di dislivello alla cima. Con terzo e ultimo, il 25 e il 29 febbraio, 12-14 agosto - Karka 6222 m, parete previsione di attrezzare poi il canale che condizioni meteo ottimali, neve ideale e, entrambi respinti dalla forza del vento. nord (Bellò, Babolin, Bocchese, avrebbe condotto al Makalu La. La come spiega Moro, «una forma fisica L’8 marzo è stato l’ultimo giorno Castegnaro) spedizione si è conclusa con campo perfetta». Ma è stato il tempo segnato possibile per tentare la cima. 18 agosto - Cima Alpinisti Vicentini base letteralmente distrutto dalle dalle lancette dell’orologio a dettar Per Moro si trattava del secondo 5750 m, cresta nord (Bellò, Bocchese, tempeste agli inizi di febbraio; perdita legge. «Era tardi. Maledettamente tardi. tentativo invernale alla “Cima Larga”, Brunello, Caprara) della tenda strappata dal vento a 6500 Avevo raggiunto il colle che separa il già salita nell’estate del 2003. L’anno 19 agosto - Quinto Peak 5684 m, metri (con tutto il materiale per Broad Peak centrale dal Broad Peak scorso il tentativo si era interrotto a 700 (Bellò), ED- proseguire l’ascensione) strappata dal principale alle due del pomeriggio. La metri dalla cima. Moro è l’unico Saliti inoltre il Pilastro Rosso della vento; frattura della base del perone per cima era là. La vedevo. Ma mi ci alpinista occidentale ad aver salito un Torre Sud 4500 m e Cima Belvedere Nives, sulla via di rientro dal campo sarebbero volute altre due ore per ottomila in inverno: lo Shisha Pangma 4515 m. base all’Hillary BC in condizioni meteo e arrivarci. E in inverno, toccare vetta così 8046 m, il 14 gennaio 2005, in cordata «Sono stati effettuati anche diversi di terreno tutt’altro che favorevoli. tardi avrebbe significato firmare un con il polacco Piotr Morawski. trekking, spesso per percorsi nuovi - ha L’invernale al Makalu è stata tentata assegno in bianco per il ritorno. raccontato il Capo spedizione Franco nello stesso periodo anche dalla cordata Rimanevano pochissime ore di luce, con Hindu Raj Brunello - Tra questi quello che i tour kazaka composta da Denis Urubko, troppe incognite: una discesa Cinque montagne inviolate e diversi operator locali hanno poi chiamato il Serguey Samoilov, Eugeny Shutov, pericolosissima per via dei crepacci che trekking esplorativi è il risultato della Trekking degli italiani. Un bellissimo Gennady Durov, che aveva dato forfait mi hanno rallentato nella salita, il freddo spedizione Karka 2007, organizzata nel percorso esplorativo che attraversa il qualche giorno prima dell’incidente a intensissimo della notte, il vento gelido nord del Pakistan, catena dell’Hindu facile passo di Amin a 5050 metri, Nives. annunciato dai bollettini. In caso di Raj, nell’agosto 2007 e che ha visto scende integralmente il ghiacciaio di bivacco, non avevo nulla. Sarebbe stato coinvolti i seguenti partecipanti: Franco Chiantar, risale valle e ghiacciaio di Cristina Castagna è la prima italiana ad un rischio assurdo e folle. Ho rinunciato. Brunello, Lorenzo Brunello, Mara Zindikharan, ridiscende a Darkot e aver calpestato la vetta del Makalu. È E non è stato facile. Mi trovavo davvero Babolin, Andrea Caprara, Pierfederico infine, con il passo Ishkoman, si avvenuto l’11 maggio 2008 alle 11 di a un passo. Sapevo di aver speso una Briani, Tarcisio Bellò, Roberta Bocchese, conclude a Gothulti». mattina senza uso di ossigeno. In vetta barca di soldi per il progetto. Sapevo Bruno Castegnaro, Micaela Badiali, al Makalu lo stesso giorno, che le gambe e la testa erano pronte a Micaela Bertolasi, Salvatore Gallo. NEPAL precedendola di un paio di ore, il reggermi. E a vedermi la cima a un Posto il campo base a 3980 metri, nella Makalu 8463 m compagno di spedizione Giampaolo soffio, l’idea di poter essere il primo in valle di Chhantir, a nord di Ghotulti, è Nives Meroi, Roman Benet, Luca Casarotto.

14 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:46 Pagina 15

Dave Lucas in apertura della via ben visibile dalla strada che conduce al Dark side of the Moon, in Sinai. paese di Castiglione», spiega Ghiglione. Foto© Archivio G. Hornby. «La nostra via sale dapprima sull’anticima della parete est, e nell’ultima parte sul versante ovest con fino al V+ per uno sviluppo di 1200 tre splendidi tiri. Lo sviluppo è di 360 metri. metri. Il granito eccellente, compatto e tafonato. L’ambiente del gruppo EGITTO roccioso di Popolasca è davvero Catena del Sinai selvaggio, un vero e proprio tesoro Da costa a costa. Il sogno degli inglesi d’avventura. Finora le vie tracciate qui si Geoff Hornby, Susan Sammut, David contano sulla punta delle dita. Gli Lucas e David Barlow era di approcci sono complessi, ma realizzabili attraversare l’intera catena montuosa in due, tre ore». Aria salata è stata del Sinai a piedi, da costa a costa: dal conclusa il 27 luglio 2007, dopo un Golfo di Aqaba al Golfo di Suez. Per bivacco in parete. esplorare wadi e canyon e aprire nuove vie. È quanto i quattro hanno fatto dal 21 novembre al 17 dicembre 2007, accompagnati dalla guida beduina M’salam e dai cammellieri Eid e Farrag. «In ventisei giorni abbiamo percorso 300 chilometri a piedi e realizzato una ventina di vie nuove», ha raccontato Dhaulagiri 8167 m Mazza, Daniele Curti, Andrea Bordoli, Hornby, che già in Sinai aveva aperto L’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner ha Cristian Trovesi, Daniela Travella e nuove linee e da sempre svolge salito il 2 maggio scorso il Dhaulagiri, Alessandro Giudici, ha così salito nella alpinismo di carattere esplorativo con la mettendo così nel carnet d’aria sottile il Suru Valley (Kashmir indiano) una moglie Susie. «In questa traversata suo undicesimo Ottomila (K2 8616 m, montagna inviolata di 5200 metri, siamo anche riusciti a esplorare una Everest 8848 m, Lhotse 8516 m ancora denominandola Golden Sentinel. «Si dozzina di wadi e canyon che da affrontare). Cima il giorno tratta di una pala di granito dorato certamente saranno un ottimo terreno precedente anche per la basca Edurne posizionata sulla linea della Shafat per future scalate». Pasaban, al suo decimo Ottomila, ma Fortress e del Peak Giorgio. Su Golden L’intera traversata si è svolta senza il Sul settimo tiro della via Aria Salata con già Everest e K2 alle spalle. Sentinel abbiamo realizzato due linee di supporto di alcun veicolo e tutte le vie in Corsica. Foto© G. Ghiglione. Vetta negli stessi giorni anche per Ivan salita alla cuspide terminale: la prima si sono state aperte senza uso di chiodi o Vallejo (Ecuador) che ha così terminato sviluppa per otto lunghezze lungo spit. Tra le realizzazioni più significative: tutti e quattordici gli Ottomila senza far l’aereo spigolo nord che abbiamo Jabal Banat Monte Butara - 865 m uso di ossigeno. battezzato The North Ridge.La 2 nuove linee sulla parete nord-est: Sul versante sudest del Monte Butara, seconda, centrale, è stata chiamata Jerusalem, 400 m, diff. 7- Gianni Ghiglione, Pietro Merlo e INDIA Viaggio nell’ignoto, di sette tiri. Le Palestine, 380 m, diff. 5+ Massimo Gastaldi hanno aperto dal difficoltà massime superate sono di VI Apritori: Hornby e Sammut basso la via L’orizzonte degli eventi, KASHMIR 12 tiri con difficoltà tra il 5c e il 7a+, 6b Golden Sentinel grado con utilizzo di protezioni veloci e Jabal H Umm Shaur pochissimi chiodi», ha spiegato Orsi, 5 nuove linee, di cui la più bella lungo obbligatorio e due brevi tratti in 5200 m - Suru Valley artificiale. Cima inviolata e tre nuove vie per il capo spedizione. fessura di 200 metri con difficoltà 7- Sui contrafforti di Golden Sentinel, Apritori: Lucas e Barlow «Il monte Butara è ben visibile sulla Gruppo Curbatt del Cai di nel sinistra orografica della valle che 25° anniversario dalla sua fondazione. partendo dal campo base a 4.000 Shaur metri, è stato inoltre aperto l’itinerario Pareti ovest e sud conduce al Col Bavella. L’enorme massa Nell’agosto 2007 la spedizione, di granito è anche chiamata Elefante in composta da Maurizio Orsi, Fabrizio La scacchiera che si snoda lungo 250 metri con difficoltà 5+ diedri, traversi e placche con difficoltà Apritori: Hornby e Sammut quanto, da lontano, ricorda la gigantesca testa di questo animale. La CORSICA nostra via sale appunto lungo l’intera proboscide dell’Elefante, per uno Punta Lo Stellato sviluppo di 370 metri su granito molto 1551 m - Gruppo Popolasca compatto e delicato, tranne per l’ultima Gianni Ghiglione e Massimo Bottazzi lunghezza formata da tafoni. Come hanno aperto dal basso una nuova via materiale servono 15 rinvii, friends in Corsica sul versante est della Punta medio-piccoli, nuts, e si consiglia una Lo Stellato, nel gruppo roccioso di staffa». Popolasca. La via, Aria salata, è di 12 Prevedere 1 ora e 45 min. per lunghezze con difficoltà tra il 5a e il 7b, l’avvicinamento. Sei i giorni impiegati 6a+ obbligatorio (materiale 10 rinvii, dalla cordata per l’apertura di questo corde da 60 m). «Punta Lo Stellato è itinerario.

Per le relazioni e la personale Il Golden Sentinel 5200 m e i collaborazione ringraziamo: tracciati delle vie aperti dalla Franco Brunello, Gianni Ghiglione, spedizione dei Curbatt. Geoff Hornby, Simone Moro, Foto© Archivio F. Mazza. Fabrizio Mazza.

15 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:47 Pagina 16

alla Torre dal Pian delle Fugazze passando per Malga Cornetto, quindi a piedi per sentiero tra prati e bosco (bollini gialli, ore 0.45). L’attacco si trova alla base dello spigolo N. E., poco sotto una forcella (chiodo con cordino). Discesa dal versante Sud per pendio facile fino al Sentiero dell’Emmerle (ore 0.40 al sentiero, ore 1.40 al parcheggio).

Monte Cornetto - m 1899 A cura di Roberto Mazzilis Piccole Dolomiti - Sengio Alto Caneva di Tolmezzo La parete Nord del Cimon della Il 3 dicembre del 2006 G. Tararan e A. via per Terzo, 19 Pozza con il tracciato della via Castagna in 4 ore hanno aperto la via 33028 (UD ) “Scacco Matto”. “Bel Cornetto” lungo lo sperone Nord. Cell. 3393513816 Arrampicata di soddisfazione su roccia Via "L'Alfa e l'Omega" sulla Torre buona con direttiva lo spigolo molto orientale delle Meisules. APUANE via “Scacco Matto”. Lo sviluppo marcato dello sperone che separa i 2 Pizzo dell’Aquila complessivo è di m 410 dei quali m 40 vaj. Ambiente isolato e poco Cima Veronica - m 1288 di zoccolo e m 20 di facili rocce per la frequentato. Sviluppo m 350. Difficoltà - m 2398 Gruppo del Pizzo d’Uccello dal II al IV +, tratti di V e V +, fessura di vetta. In tutto 9 tiri di corda con Dolomiti D’Oltre Piave - Monfalcon di Il Pizzo dell’Aquila è situato nella VI + nel primo tiro di corda. Per una difficoltà di VI, A1 (in libera VI +). Tra Cimoliana - Ramo di Koegel estremità occidentale del Gruppo del ripetizione sono consigliati chiodi, friend soste e assicurazioni intermedie sono Sulla parete Sud - Est, il 15 ottobre del Pizzo d’Uccello. È ben visibile da Massa, fino al n° 5 e cordini vari. stati usati circa 25 chiodi, 3 cunei, una 2005 Sergio Liessi e Cristian Pelegrin riconoscibile dalla sua forma piramidale. Avvicinamento dal Pian delle Fugazze dozzina di friend e una fettuccia. La hanno aperto la “Via Diretta”. Sulla parete Sud - Ovest il 19 ottobre per Malga Cornetto e il Vajo Stretto. roccia è buona, a parte lungo la prima Arrampicata breve di m 140 su roccia del 2007 Roberto Penge e Claudio Risalirlo fino alla base dello sperone lunghezza di corda, un po’ friabile e buona. Difficoltà II, III, 1 passaggio di III+. Faimali (Aiuto Istruttori della Scuola di (sbocco Vajo Horn Eitzen e Vajo delle poco proteggibile. Ai ripetitori sono Ore 1. Avvicinamento dal Rif. Padova in Alpinismo “B. Dodi” della Sezione del Ombre (ore 1). Attacco per un diedro a consigliati, anche per rinforzare le ore 2.30. Attacco nel canalone - C.A.I. di Piacenza) hanno aperto la “Via sinistra dello spigolo. Discesa per soste, una serie di friend (alcuni grandi). colatoio posto tra la Cima Veronica e il dei 3 Porcellini”. Sviluppo m 160 per sentiero verso Est alla Forcella Cornetto, Tutto il materiale usato è rimasto in Monfalcon di Cimoliana. Discesa per la 4 tiri di corda lungo diedri e placche di quindi per il Sentiero dell’Emmerle alla parete, assieme al libro di via nella via normale (bollini rossi e ometti). roccia articolata e generalmente buona. grande grotta al termine della settima Strada del Re e Malga Cornetto. Difficoltà di V e 2 passaggi di A1. Usati lunghezza di corda. Dal parcheggio del Cima Maddalena chiodi, friend e medi e piccoli, Grostè (Madonna di Campiglio) si Torre Orientale - m 2410 e cliff per le staffe. È stato lasciato delle Meisules prosegue per la Malga Mondifrà e la Val Dolomiti D’Oltre Piave Gruppo Spalti di 1 solo chiodo sul primo tiro di corda. Dla Biesces Centonia (ore 1.40 dalla Malga Toro Dolomiti - Gruppo del Sella “L’Alfa e Mondifrà). Nel corso dell’estate del 2007, dopo ALPI OCCIDENTALI L’Omega” è una nuova via aperta sulla La discesa è piuttosto lunga e di difficile diversi tentativi frustrati da temporali e Rocce Pian del orientamento specialmente in caso di parete Nord in stile alpinistico, Secco - (Top. prop.) scarsa visibilità. Si svolge in direzione difficilissima e molto sostenuta. Alta Val Sangone - Sottogruppo Asietta - Sud - Est (verso la Val Gelada). Malgrado sia lunga solamente m 190 (5 Rocciavrè Passaggi di II su rocce a tratti esposte e tiri di corda) ha richiesto all’artefice Il 13 settembre 2007 Alessandro Cauda friabili fino al vallone sotto la Bocchetta principale, Nicola Tondini, molti tentativi Via "Generazioni" sulla parete Ovest ha aperto e attrezzato a spit - fix una il primo dei quali in solitaria nell’agosto di Mondifrà (ore 2.15). In alternativa è di Cima Maddalena. via facile di m 85 (3 tiri di corda). possibile scendere a corde doppie lungo del 2006. In seguito è tornato in parete Difficoltà dal II al IV lungo rampe e la via di salita. nel 2007 con diversi compagni, diedri. Questa struttura rocciosa è Giovanna Tondini, Nicola Sartori e raggiungibile dall’ex stazione sciistica Torri del Tricorno Michele Marini, con il quale, il 22 dell’Aquila per strada sterrata. - m 1650 (Top. prop. ) settembre, ha ultimato e “liberato” Scollinare in direzione delle rocce fino Piccole Dolomiti - Monte Cornetto - questa sua “creazione”, riservata a ad una betulla, pochi m prima della Contrafforte Est ripetitori in grado di superare difficoltà quale inizia la via (ore 0, 35). Su questa guglia calcarea e molto continue di VIII + e IX - (7b) affidandosi frastagliata il 17 febbraio del 2007 G. esclusivamente a chiodatura normale ALPI ORIENTALI Tararan e A. Castagna (entrambi del (effettuata ancorandosi sui cliff) da Cimon della Pozza C.A.A. I.) hanno salito, concatenandoli e integrarsi con n° 10, una serie di - m 2824 denominandoli, gli ultimi risalti di cresta friend fino al n° 10, una serie di nut. Dolomiti di Brenta - Catena principali. Il risultato è una via molto Per l’apertura sono stati usati 19 chiodi Settentrionale varia su roccia buona, a tratti ottima e 9 clessidre di assicurazione La parete Nord - Ovest è costituita da con esposizione a Nord. Sviluppo m 270 intermedia, oltre a 6 chiodi, 7 clessidre un complesso insieme di quinte e con difficoltà abbastanza omogenee e e 1 spuntone per le soste. possenti pilastri. Sul settore più continue di III, IV, IV +, V, V + e VI. Usati La via attacca m 10 a destra della via occidentale, tra un enorme camino con una decina di chiodi (7 lasciati) e “Regenbongen” (ore 0.10 dal Passo muschio e una serie di diedri paralleli, il numerose clessidre. Per una ripetizione Gardena). La discesa è possibile a piedi 15 settembre del 2007 in 7 ore Gianni sono consigliati chiodi, nut e friend per sentiero o con 3 corde doppie lungo Canale e Aldo Mazzotti hanno aperto la medio - piccoli, cordini. Avvicinamento la via (portare 2 corde da m 60).

16 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:47 Pagina 17

nevicate in piena estate, ad opera di arrampicata effettiva Roberto Mazzilis e arrampicata libera di II e III lungo il Gianmario Meneghin, Maurizio Roberto Simonetti (entrambi del C.A.A.I. fianco Nord, quindi con una doppia da Bergamo, Flavio Durigon, Diego Stefani orientale) hanno aperto una nuova via m 30 fin sul canalone Nord - Est per il e Lucia Del Favero è stata ultimata sulla dolomitica parete Sud. Si tratta di quale si scende fin sulla falda detritica l’apertura della via “Generazioni”.Un una via paragonabile come difficoltà e che digrada sul sentiero per il Rif. Giaf itinerario interessante dedicato alla tipo di arrampicata alla nota “Via dei (ore 1 dalla cima al sentiero). memoria di Lanfranco Cattel (Cicci ), Fachiri” alla Cima Scotoni. La direttrice membro del gruppo Ragni di Pieve di della salita è caratterizzata da continui Il versante meridionale della Torre Cadore. L’itinerario supera la parete spostamenti obliqui e traversi verso Ovest, giallo - grigia e strapiombante sinistra, ricalcando, senza forzature e Molaro con il tracciato della via che si affaccia sulla insellatura detritica quasi sempre sfruttando cenge e cornici Mazzilis - Lenarduzzi. di Forcella Scodavacca. Lunghezza m molto agevoli, la linea di “confine” 200 per 7 tiri di corda. Dolomia (eccezionalmente esposta) tra la parete leggermente friabile solo nel primo tiro. gialla e strapiombante e le placche Difficoltà di 6 a, 6 b, 6 c, 7 a grigio - nere poste sulla destra della via (azzerabile). Tempo per una ripetizione Floreanini - Zamolo. ore 3 / 5. Sono stati usati 5 chiodi Sviluppo m 455 per 9 tiri di corda in normali, 31 spit e 1 cordino su parete aperta e fessure. Roccia molto Il versante Sud della Torre Cridola clessidra. Ai ripetitori sono consigliati appigliata. Difficoltà di V, VI, VI +, 1 con il tracciato della via alcuni friend medi e due mezze corde passaggio di VII - (diedro - fessura Mazzilis - Lenarduzzi. oppure una da m 70 per la discesa in giallastro leggermente friabile e da corda doppia lungo la via (ancoraggi a ripulire e successivo traverso a sinistra compattezza. Dopo oltre m 250 di spit). Accesso alla base della parete dal su placche verticali e compatte. Sosta sviluppo questa parte di via porta su Rif. Padova o Giaf per comodo sentiero sopra un grande vuoto, chiodi ottimi). In una cresta dalla quale ci si deve in direzione Forcella Scodavacca. La parete sono rimasti 13 chiodi (7 alle abbassare verso sinistra fino alla vasta parete si trova un centinaio di metri di soste e 6 per assicurazione intermedia). rampa - canale che dalla Tacca del distanza, in territorio veneto. Usati anche 7 friend di varie misure e Cridola guida, verso destra, fino alla L’attacco si raggiunge per falde un anello di cordino. base della parete Sud della Torre detritiche in direzione della Avvicinamento alla parete in ore 1 dal Cridola. Sviluppo complessivo m 415 perpendicolare data da una nicchia Rif. Giaf per il sentiero che porta a dei quali gli ultimi m 150 di diedro sulla visibile a metà parete (segnavia blu Forcella Scodavacca. Torre Cridola vera e propria. Difficoltà di all’attacco, ore 1.30 dai rifugi). L’attacco si trova presso uno zoccolo II, III, IV, V con passaggi di V + nei primi grigio ed appoggiato, sulla destra di due m 265, V, VI e VII molto sostenuto nel Torrione Spinotti stretti camini e alla base di una fessura superamento della parete della Torre (Non quotata ) superficiale che si raggiunge risalendo Cridola. Usati 1 nut, 2 friend medi e 4 Dolomiti D’Oltre Piave - Gruppo del un canale parzialmente detritico. chiodi sulla Torre, altri 2 chiodi nella via Cridola La discesa si compie sul versante Ovest di avvicinamento. Attacco dai ghiaioni di Cima Lastrons Il 20 settembre del 2007 in ore 6 di con difficoltà fino al III - e con 2 corde Forcella Scodavacca raggiungibile in ore del Lago - m 2595 doppie (la prima di m 50 da uno stretto 1.30 dal Rif. Giaf. Discesa effettuata in Alpi Carniche - Massiccio del Monte intaglio a Nord della cima lungo la zona corde doppie da m 60 lungo la via di Coglians - Cjanevate La parete Sud della Torre Spinotti di distacco di un grande franamento. La salita e poi verso destra seguendo a Alla base della parete Ovest (vedi con il tracciato della via seconda per raggiungere la stretta ritroso la via Casara fino a raggiungere rubrica maggio - giugno 2007) Paolo Mazzilis - Simonetti. forcella che separa la Torre Spinotti il canalone della via normale al Monte Pezzolato (Fox) e Sara Gojak hanno dalla Torre Gabriella). Quindi si prosegue Cridola (ore 1 al canalone). aperto con uso di spit altri 3 itinerari di per il canalone (lungo e con diversi arrampicata dei quali uno (denominato passaggi impegnativi) che digrada verso Torre Molaro - m 2095 “Nessie”) abbastanza interessante per Ovest fino sulla falda detritica posta alla Dolomiti D’Oltre Piave - Gruppo del lo sviluppo di m 130 e difficoltà base della Torre (ore 1 .30 dalla cima). Cridola - Contrafforte Orientale omogenee di 6 a, 6 b e 6 c azzerabile. Via nuova per lo spigolo e la parete Sud L’attacco è a circa m 30 sulla sinistra Torre Cridola - (anche - Ovest realizzata da Roberto Mazzilis e della via “Complimenti al Cuoco”.Il Torre Hubel) - m 2404 Fabio Lenarduzzi il 02 ottobre del 2007. secondo itinerario (“Vellutata Dolomiti D’Oltre Piave - Gruppo del Si tratta di una arrampicata impegnativa all’Aglio”) misura m 70 e raggiunge in Cridola - Contrafforte Orientale nella parte bassa per la roccia friabile leggero obliquo verso destra la prima La prima ascensione assoluta della (tratto in cui è stato trovato un chiodo). sosta della vecchia via. Il terzo itinerario parete Sud è stata effettuata il 24 La metà superiore, molto più difficile, si attacca a circa m 40 sulla sinistra della settembre del 2007 da Roberto Mazzilis sviluppa in piena parete strapiombante, via “Vista sul Lago”. Sviluppo m 80. e Fabio Lenarduzzi lungo l’evidente superabile completamente in Difficoltà di 6 a e 6 b su roccia e diedro - fessura che solca nel centro arrampicata libera, su roccia ottima ed ambiente stupendi. Chiodatura a spit l’intera Torre, dallo strapiombo iniziale, il esposta. Sviluppo complessivo m 345 alle soste, sui tiri da integrare con cui superamento ne rappresenta la il dei quali i primi m 60 di colatoio per Camalot vari, corda da m 70, 12 “passaggio chiave” di accesso, alla raggiungere la base della Torre. preparati. vetta bifida ed esilissima. L’attacco è Difficoltà di IV, V, V +, VI, 1 passaggio di stato raggiunto lungo un nuovo VI +. Oltre al materiale per le soste Monte Sernio - m 2190 percorso direttamente dalle falde sono stati usati 4 chiodi (lasciati) e 2 Alpi Carniche - Gruppo Sernio - detritiche poste sulla verticale della friend. Corde da m 60. Grauzaria Torre concatenando alcune brevi pareti Avvicinamento dal Rif. Giaf in ore 1. Sulla parete Nord - Ovest della Spalla a placche delle quali una molto bella e Attacco nel colatoio tra la Torre Molaro Ovest, il 19 agosto del 2007 Roberto individuabile dal basso grazie alla sua e la Torre Spinotti. Discesa in Simonetti (C.A.A.I.) e Ivano Benedet

17 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:47 Pagina 18

hanno aperto e dedicato a Simon Saccardo una via breve ma su roccia compatta lungo i gradoni ripidi situati immediatamente a destra della via per lo spigolo Nord - Ovest, consigliato per la discesa. Dislivello complessivo m 350 per 7 tiri di corda. Difficoltà di IV e V ,un tratto di V +. Usati chiodi per le soste, friend e anelli di corda. Avvicinamento Coppa Italia nel Boulder Park di come per l’it 157 g della Guida Monti Gandino (BG), foto Marco Presti. Luisa Iovane d’Italia Vol. I fino alla forcelletta sul filo Anna Stöhr, vince qui a Fiera di e Heinz dello spigolo. Si prosegue per una Mariacher Primiero, dopo Hall e Grindelwald, settantina di m fino alla prima fascia di ph. Newspower/Eos. rocce verticali. Quindi verso destra in leggera discesa per un sistema di COPPA ITALIA FASI Battaglia (B-Side Torino), che si cenge che porta alla base della Spalla BOULDER a Gandino (BG). La piazzavano rispettivamente seconda e Ovest, sulla sinistra dell’ampio incavo seconda prova del circuito nazionale si terza. Tra i ragazzi vittoria di Gabriele Lama e Sharafutdinov. Era un peccato della via Tessari. Si attacca per una svolgeva a fine maggio nei parcheggi di Moroni (B-Side Torino) che superava per Gabriele che in Coppa del Mondo rampa facile quindi per brevi paretine Piazza XXV aprile della cittadina nel agevolmente i quattro blocchi di finale, non vengano sommati tutti i blocchi interrotte da ampi terrazzi. In più punti, bergamasco. Giunta al quinto anno seguito da Michele Caminati (Rock On risolti durante le varie prove (come in verso sinistra, ci si può collegare alla via consecutivo l’organizzazione della Parma e Lucas Preti (Never Fall Coppa Italia), e in finale si riparta dello spigolo. società Koren, diretta da Davide Brescia), con un tentativo in più. Per praticamente da zero, su blocchi quasi Rottigni, non aveva più molto da due tentativi in più Luca Giupponi insuperabili, dove si gioca tutto sui Seconda Cima delle migliorare ulteriormente, e la scivolava in quarta posizione, ma la tentativi. Il russo Sharafutdinov vinceva Rondini - m 1954 manifestazione si confermava di nuovo soddisfazione di essere tornato ai così davanti agli austriaci Kilian Alpi Giulie - Gruppo dello Jôf Fuart come la più apprezzata della serie da massimi livelli era sicuramente più Fischhuber e a , e Moroni La prima ascensione assoluta della parte degli atleti. Il cemento del importante. Per la giornata seguente il finiva (sempre ottimo) 4°, invece che sul parete Nord - Ovest è stata effettuata parcheggio sotterraneo veniva gruppo Koren aveva programmato una podio. Anche durante la finale femminile da Roberto Mazzilis e Daniele Picilli il 7 mascherato da fantasiose strutture e gara amatoriale, per sfruttare si rimescolava la classifica dei turni agosto del 2007 in ore 7 lungo una via volumi, che addolcivano le pendenze e ulteriormente i mesi di lavoro dedicati precedenti: l’austriaca Anna Stöhr denominata “Un Moschèt in Dòi”. permettevano una tracciatura più varia, alla costruzione delle strutture. Il brutto risaliva dall’8° al 5° al 1° posto, la sua Il secondo tiro di corda implica il curata dal duo milanese formato da tempo favoriva un’altissima straordinaria prestazione al traguardo le superamento della barriera di tetti gialli Cristian Brenna ed Enrico Baistrocchi. partecipazione, con oltre 70 iscritti, e assegnava una meritata vittoria, la terza che fasciano la base della parete. La Programma di gara compresso, che divertimento assicurato per tutti su una consecutiva della stagione. Inaspettato fessura / camino successiva si impegnava i partecipanti solo durante il trentina di blocchi. secondo posto per la diciottenne trasforma in canale ampio per il quale si pomeriggio e la serata del sabato, e francese Charlotte Durif, 17° in prosegue fin sotto la parete sommitale, quindi notevole concentrazione e COPPA DEL MONDO qualificazione, nota per gli eccellenti molto bella, aerea e con roccia buona. successo di pubblico, che poteva BOULDER IFSC a Grindelwald. Nel risultati nella specialità Lead, ma che Sviluppo complessivo m 500. Difficoltà seguire i risultati in tempo reale anche villaggio svizzero ai piedi dell’Eiger si non aveva mai partecipato a una Coppa di IV, V, V +, VI, 1 passaggio di VI +: sul megaschermo montato a fianco svolgeva la terza prova del circuito di , 3° Akiyo Noguchi. Usati una ventina di ancoraggi tra delle strutture. Tra le 15 ragazze erano Boulder, con 37 ragazze e 65 ragazzi chiodi, nut e friend di varie misure. in tre a superare tutti e cinque i blocchi iscritti provenienti da 22 paesi. La COPPA DEL MONDO Avvicinamento dalla Val Saisera per il di semifinale, Chiappa, Zampar e squadra di Eiger Live Program doveva BOULDER IFSC a Vail (Stati Uniti). sentiero che porta al Rif. Pellarini fino Longo, ma le difficoltà abbastanza fronteggiare problematiche condizioni Nel giro di una settimana gli specialisti alla vasta fiumana di detriti sotto le moderate permettevano di raggiungere meteorologiche, con pioggia e forte del boulder si trasferivano dall’Eiger alle Cime delle Rondini. Risalendoli, in una almeno tre top a quasi tutte le vento, ma l’impegno e l’organizzazione Montagne Rocciose, nella nota stazione decina di minuti si raggiunge la base partecipanti. Più selettivi i problemi della svizzera riuscivano a portare a termine sciistica del Colorado, per la quarta della Seconda Cima delle Rondini, categoria maschile, in cui metà dei 27 con successo la manifestazione. Buon prova di Coppa. Nell’ambito dei Teva riconoscibile perché risulta essere la concorrenti riusciva a salire solo un risultato in qualificazione per Jenny Mountain Games, tra i vari sport centrale e alpinisticamente più unico boulder o addirittura nessuno. Si Lavarda, che passava il turno 13°, dell’outdoor, quelli un po’ fuori dagli interessante (ore 1.30 dal parcheggio). mettevano invece in evidenza, con 5 superando 3 dei 5 blocchi; niente da schemi tradizionali, era stato presente L’attacco della via (ometto) si trova in top, Moroni, Giupponi e Caminati. Da fare invece per Roberta Longo, che per alcuni anni il Bouldering, ma questa centro parete, alla base della fenditura notare con piacere l’ottima prestazione chiudeva 30°. In semifinale guidava la era la prima Coppa del Mondo Boulder sottile e leggermente obliqua verso di Luca Giupponi delle Fiamme Oro, un classifica la giapponese Akiyo Noguchi, ufficiale in assoluto sul suolo destra, impostata lungo una veterano dell’arrampicata, che mentre Jenny scivolava in 15° americano. Nel lontano 1990 Berkeley, successione di balze a gradoni con sembrava aver finalmente superato un posizione. Tra i ragazzi partenza positiva California, aveva ospitato una prova di detriti e qualche mugo, poi sbarrata da debilitante problema alla spalla che gli per Gabriele Moroni, 7° con 4 blocchi; Coppa del Mondo Lead, e da allora i tetti gialli. La discesa è complicata e aveva impedito di esprimersi con risultati peggiori per i suoi compagni di migliori climbers americani, per poter comporta lunghi tratti di arrampicata successo nella passata stagione. In squadra Michele Caminati, Stefano partecipare a confronti internazionali, con difficoltà fino al III e alcune corde finale Elena Chiappa (Sportica Pinerolo) Ghidini, Lucas Preti e Christian Core, erano sempre stati costretti a spostarsi doppie lungo i camini incisi a sinistra si riconfermava come la più in forma che con due soli blocchi restavano in Europa o Asia. Nell’assenza di una (Est) della cresta Sud. Quindi, del periodo, essendo l’unica esclusi dalla semifinale, e si fermavano Federazione forte, che sostenesse gli scavalcata la cresta verso destra, concorrente ad aver superato al primo a metà classifica. In semifinale il russo atleti dal punto di vista logistico e dall’insellatura che separa la Seconda tentativo tutti i blocchi, sia della Gelmanov, il migliore della finanziario, è comprensibile che solo Cima dalla Prima si scende tutto il semifinale che della finale. Perfette in qualificazione, precipitava in 10° quelli assolutamente al top grandioso canalone che riporta finale, con quattro blocchi al primo posizione, mentre il nostro Moroni partecipassero saltuariamente ai circuiti all’attacco della via (ore 1.30. Dalla colpo, anche Cassandra Zampar passava brillantemente in testa, unico a internazionali. Tra gli oltre novanta vetta al parcheggio ore 3). (Olympic Rock Trieste) e Claudia superare i 4 blocchi proposti, davanti a iscritti alla prova di Vail si poteva quindi

18 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:47 Pagina 19

notare un forte contingente un numerosissimo pubblico e di un statunitense, 12 ragazze e 10 ragazzi, ospite d’onore d’eccezione, il che si erano guadagnati un posto nella vicepresidente del Comitato Olimpico squadra durante il Campionato Cinese. Nonostante lo scarso numero Nazionale a Boulder (CO) qualche mese d’iscritti, 28 maschi e 23 femmine, era prima. Gli americani si facevano subito presente la gran parte degli atleti onore mettendosi in testa alle migliori della passata stagione, ma tra qualificazioni, con Alex Johnson e Paul questi nessun rappresentante dell’Italia. Robinson, ottimo Gabriele Moroni, La nostra squadra sta in effetti secondo con due blocchi. Passaggio del attraversando un momento di turno anche per Caminati, 7° e Core; transizione: Flavio Crespi, l’atleta delle primo sfortunato escluso dalla Fiamme Gialle che ha mietuto i semifinale Lucas Preti. Da notare che a maggiori successi negli anni passati, in causa di una tracciatura troppo “cattiva” seguito ad un grave infortunio durante solo una decina di atleti su 55 l’allenamento aveva dovuto sottoporsi a riuscivano a superare almeno un blocco una operazione alla spalla, ed era e per gli altri la classifica si faceva sui ancora in fase di riabilitazione; Luca tentativi per le zone. Una folla di 7500 Zardini “Canon”, in forza nell’Arma dei appassionati applaudiva Carabinieri, quest’anno ha intenzione di un’entusiasmante competizione concentrarsi solo sull’Europeo e sui femminile: la favorita Anna Stöhr circuiti nazionali; i componenti più prendeva il comando in semifinale, ma giovani della squadra preferiscono farsi in finale l’americana Alex Johnson esperienza durante competizioni più tornava a superare le avversarie per abbordabili dal punto di vista logistico. due tentativi. Seconda quindi Katharina Anche Jenny Lavarda, dopo alcune Saurwein e terza la Stöhr. Si trattava presenze sottotono alle prove di della prima partecipazione della Bouldering, preferiva rinunciare alla diciannovenne Johnson, di Hudson, partenza della sua specialità preferita. Texas, a una Coppa del Mondo Boulder, Nella categoria femminile, in assenza di nelle categorie giovanili si era messa in Maja Vidmar, la vincitrice della Coppa luce in passato nella velocità. In campo 2007, Angela Eiter doveva accettare la maschile Kilian Fischhuber ristabiliva nascita di un’altra stella l’abituale scala dei valori, superando dell’arrampicata, oltrettutto come lei quattro blocchi, Moroni due e tutti gli austriaca e tirolese. La quindicenne altri semifinalisti solo uno; Caminati Johanna Ernst è un prodotto della chiudeva così 12° e Core 14°. Il testa a scuola d’arrampicata di Innsbruck, con testa Fischhuber-Moroni si concludeva base fissa nel palazzetto del Tivoli, ha purtroppo in finale a favore cominciato a far gare in tenera età e si dell’austriaco, per un “ridicolo” tentativo era già distinta con un 6° posto nella in più su una zona, per il nostro Coppa del Mondo Boulder a Hall. La Gabriele un grande secondo posto e vittoria nella prima Coppa Lead a cui una conferma che per una vittoria partecipava rappresentava una sorpresa basterebbe solo un pizzico di fortuna. anche per lei, ma non era dovuta ad un Terzo il ventunenne del New Jersey Paul colpo di fortuna, bensì semplicemente Robinson, alla sua prima competizione al fatto di essere stata l’unica a internazionale in assoluto. E’ degno di raggiungere la catena in tutte le fasi ammirazione il fatto che una superstar della gara. Dietro di lei la slovena internazionale come Chris Sharma non Natalija Gross e la francesina Charlotte avesse avuto problemi ad esporsi Durif, mentre Angela Eiter veniva scendendo in campo, finendo onorevole fermata dal tempo in semifinale al 10° ottavo, davanti a un Lama vincitore di posto. Tra i ragazzi il grande lottatore, il una tappa precedente. La stesso dicasi ceco Tomas Mrazek, si imponeva su per Lisa Rands, attualmente la miglior un’altra giovane promessa austriaca, il specialista mondiale, unica americana diciottenne Jacob Schubert, seguito dal ad aver vinto una prova di Coppa (nel giapponese Anma Sachi. La prova di 2002 a ), 9° a Vail. Forte degli Velocità entusiasmava i cinesi ottimi piazzamenti la federazione sicuramente più di quella Lead, e veniva americana vinceva in casa il primo trasmessa in diretta televisiva posto della classifica a squadre, e le dall’emittente nazionale. Con buona restava forse il rimpianto di non aver ragione, perché con delle prestazioni sfruttato di più in campo internazionale veramente eccezionali gli atleti cinesi il suo grande potenziale. conquistavano i primi quattro posti di entrambe le categorie. La campionessa COPPA DEL MONDO IFSC Chun-Hua Li raggiungeva la fine della LEAD a Qinghai (Cina). La prima prova parete alta 15 metri in meno di 11 del circuito Lead e la seconda di quello secondi, mentre al suo connazionale Velocità si svolgevano a Xining, nella Zhong bastavano 7 secondi, stabilendo provincia del Qinghai, alla presenza di entrambi due nuovi record mondiali. CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 20

2008 ANNO KUGYANO Kugy e la

di Luciano guerra Santin

Non fosse per le immagini certo sfondo, possono fare la di abbigliamenti casual, loro comparsa uomini del striscioni e cortei evocati dal genere, a connotare, a dar termine (e anche dalla sua luce a un determinato momento della vita di una sostanziale riduttività), a Kugy, il primo a destra, sulla Cengia degli Dei al Jôf Fuart. Julius Kugy si potrebbe città e della società che ne è appiccicare l’etichetta di parte». “pacifista”. Vero che nel 1915 il quasi gonfio nella sua multicolore L’illusione, però, svanisce nel La sua avversione per la sessantenne dottore si offre veste di gala». 1914: «L’orribile serpente di guerra è in realtà corollario di quale referente alpino, per Un sentimento probabilmente fuoco della guerra mondiale un’impostazione rispettosa e insegnare ai Gebirgsschützen ereditato dalla madre, che, aveva cominciato la sua corsa costruttiva nei confronti del i percorsi delle Giulie, quando tra i corteggiatori funesta e non restava che mondo e della vita. «Senza diventate fronte. Ma lo fa delle figlie spuntava qualche raccomandarsi a Dio», reticenze e ambiguità, egli ci perché l’Heimat è sotto ufficiale, opponeva un secco: commenta Kugy, che ha insegnato un modo per attacco, obbedendo dunque a «Non voglio sciabole». E che apprende la notizia al ritorno essere migliori», ha scritto quella forte istanza etica che, quando l’altro figlio Paul da una salita al Fuart, dalla Rinaldo Derossi, tra i più con il senso del bello e della venne richiamato per vetta del quale scende sotto acuti esegeti kugyani. «Forse poesia, rappresenta il suo partecipare all’occupazione una fitta nevicata. A Tarvisio in un certo tempo, con un tratto più caratteristico («Non della Bosnia conseguente al gli Schützen del 5° ho fatto che il mio dovere. Congresso di Berlino, si battaglione sono già nei Non è persona onesta, ma un precipitò dal duca di debole, un vile, chi non Württemberg, comandante La Scotti Hütte con i parafulmini. difende la patria nel dell’operazione, per bisogno»). scongiurarlo di scartarlo Kugy, che non aveva prestato («Suo figlio, signora, non il servizio militare causa corre alcun pericolo, miopia, non nutriva simpatie l’occupazione sarà una verso l’apparato militare (e passeggiata militare», le ancor meno, sottolinea, per la rispose questi. «Lei però ha mensur, lo sfregio rituale anche un altro figlio, Julius: tanto apprezzato dagli quello va in montagna. Tenga studenti tedeschi). d’occhio lui, che corre rischi «Non sono mai stato amico ben maggiori»). della divisa», scrive infatti ne È il periodo della Belle La mia vita. «Penne Epoque, e in Europa regna la ondeggianti, code di volpe pace. Malgrado le guerre sui berretti e simili fronzoli coloniali, le tensioni mi ricordavano sempre un imperialistiche, le spinte po’ troppo il regno animale. centrifughe degli Quando vedo un generale o irredentismi, nessuno pensa qualche altro dignitario in che l’impero d’Austria possa gran pompa penso anche oggi dover combattere sulla sua al gallo che se ne viene terra.

20 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 21

vagoni e cantano. «Partiamo attrezzare itinerari protetti dal tutti, restano solo i finanzieri fuoco nemico e dalle al confine. L’Italia si unisce a valanghe. Con pioli e cavi, in noi!», dicono. E il dottore sole 48 ore, la via alla gola commenta «Con che facilità Nord Est del Fuart viene crediamo ai nostri amici!». trasformata in camminamento Sentendo le mine in Val dal cortinese Angelo Dibona Dogna e Val Raccolana, e da Anton Oitzinger. Con il aggiunge: «L’Italia stava fidato Bergfüherer di costruendo larghe strade Valbruna, Kugy compie poi automobilistiche nel cuore di anche una ricognizione queste montagne, per portare notturna oltre le linee l’artiglieria pesante contro nemiche, rischiando la pelle Malborghetto, Predil e Raibl. soprattutto al rientro, causa lo È così che l’Italia si è unita a zelo delle giovani sentinelle. noi!». Collabora alla collocazione di Dice ancora che sulle cime postazioni alla “Forca del rocciose del Jôf Fuart «si masso” e alla Torre Genziana, dovrebbe scrivere a lettere alla presa del Piccolo Jôf di indelebili: Cave fidem Miezegnot, per un versante italicam!» (la frase è giudicato impraticabile dagli contenuta in “Scenari di italiani, alla sfortunata guerra nelle Alpi Giulie”, impresa del Kuglic (il pulpito ultimo capitolo di “Dalla vita dove oggi sorge il bivacco di un alpinista”, relativo alle Stuparich). esperienze al fronte, rimasto Pur insignito dell’ordine di a lungo inedito, e uscito Franz Joseph (di cui sotto come testo autonomo lo l’Italia, prudentemente scorso agosto, per i tipi delle eviterà di parlare), e in odore edizioni Saisera). di commendatorato, Kugy era A metà luglio del 1915, malvisto dalle gerarchie appunto dopo l’attacco militari, per lo scarso spirito italiano all’Austria, Kugy si bellicista. offre come Alpine Referent Particolarmente ostile gli fu il volontario: organizza una maggior generale Dietrich scuola d’arrampicata e fa von Ritter (che definiva la sua scuola di roccia “l’ente touristico”). In una lettera I ruderi di casa Oitzinger recentemente rivenuta al dopo il bombardamento. Kriegsmuseum di Vienna ne chiede la rimozione, magari con la formula del “promoveatur ut amoveatur”. Le truppe ormai sono preparate, hanno preso confidenza con i monti, dunque «la presenza del grossista di Trieste, qui destinato senza alcun grado militare, di conseguenza si è fatta inutile», scrive von Dietrich. «Egli mantiene sempre una grande influenza, basata sulla sua fama alpinistica, su tutti gli ufficiali e uomini di truppa interessati all’alpinismo, ed egli la sfrutta - solo per mancanza di senso militare e CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 22

Cima Burgruine con sullo sfondo Cima de Lis Codis e la catena dello Jôf di Montasio.

gli augurai ogni bene. Ringraziò e mi disse come commiato: “Spero, signore, che ritornerà dopo la guerra. Dunque arrivederci!”. “Lo sa”, dissi io “che siamo tutti e due dei ragazzi piuttosto invecchiati? Dovrebbe essere un po’ più cauto con quell’arrivederci”. “Giusto,

Ursula Pitzer, pronipote di Kugy, con il marito, alla cerimonia del 19 giugno 2008. Qui accanto: La strada militare del Vrsic, tra le valli dell'Isonzo e della Sava.

sfascio, disse “Mi creda, il ha ragione signore. Allora mio cuore sanguina”». arrivederci in Paradiso”, La marcia si arresta al Piave. rispose l’uomo di tutto cuore. Data la sua conoscenza Un arrivederci che accettai dell’italiano, Herr Doktor è volentieri e sul quale conto». incaricato di provvedere agli Nel 1918, poco prima del approvvigionamenti, compito Gotterdammerrung finale, che svolge con attenzione ai Kugy torna a Trieste, completa inesperienza nelle nelle vie e nei caffè, provate bisogni della popolazione passando per le montagne. Lo questioni militari - non a venire con noi, per capire civile, specie dove ci sono scenario è tragico, ma proprio proprio sempre a favore della cos’è la guerra, cosa sono gli vecchi e bambini. a Valbruna, vedendo disciplina e dello spirito orrori della guerra!», scrive A Cesio Maggiore, ricorda in Oitzinger intento a ricostruire militare». Kugy. “Anton Oitzinger, vita di una la sua casa, trova un motivo Dopo Caporetto, con il Per via incontra colonne di guida alpina”, l’incontro con di speranza: «La guerra giovane amico e compagno di prigionieri italiani: «Tutti un vecchio contadino, capo di riecheggia ancora. Ma alla salite Miro Dovgan, Kugy erano di ottimo umore: una famiglia patriarcale fine la pace benedirà ogni segue l’avanzata “Siamo contentissimi, veneta, con cui trova un valle, e la vecchia tregua di austrotedesca. È una marcia contentissimi, per noi la soddisfacente accordo sulla Dio si poserà benevola sopra faticosa, nel fango, attraverso guerra è finita”. Solo gli rerquisizione. le montagne. Allora potremo la desolazione lasciata da ufficiali erano seri e «Quando ce ne andammo ci visitare le tombe dei nostri anni di combattimenti. «Voi, silenziosi. Uno di essi, ferito accompagnò fino all’ingresso cari e ringraziare i nostri guerrafondai che state nei e trasportato dai suoi uomini, di casa. Dandogli la mano, gli caduti». parlamenti e nei consigli, guardando le scene dello dissi di non affaticarsi oltre e Luciano Santin

22 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 23 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 24

V ALLESE

testo e foto di Giuseppe Nadelgrat Burlone

Foto in alto: “Maquillage” ai piedi prima della partenza. Qui sopra: La Bordierhütte.

La traversata 80 anni dopo la “prima”

Cercavamo una salita lunga, in un noi eravamo in ebollizione per la salita L’Alberto cercando di ignorare l’incompa- bell’ambiente di alta montagna non troppo lungo le pietraie inconsistenti che ti tibilità tra i suoi piedi e quelle trappole difficile e da godersi con calma, a fine inghiottono immediatamente se sbagli colorate nelle quali stanno infilati, io trala- stagione. anche solo una curva della traccia di salita. sciando di confrontare zoppicamenti Abbiamo scelto di festeggiare gli 80 anni Era una traccia esile in una notte buia… garantiti per giorni con il nostro obiettivo della “prima” di Kurz e Knubel nel modo Comunque eccoci qui, alle porte della principale: una salita “plaisir”. più appropriato, altro che torta e candeline! nostra traversata, con bel tempo ed anche Ma tant’è, distratti dalle stelle prima, dai Per dirla tutta le candele le avrei accese migliori speranze. Siam giovani! Nello spi- colori dell’alba poi ci troviamo in vetta al volentieri ad un protettore dei talloni, rito, sicuramente i più giovani della banda Chli Durrenhorn, con la ragionevole spe- quando, arrivati al Galenjoch il mio amico di scalatori impegnati sui fianchi del ranza di rimanere nelle tempistiche che il Alberto ha cominciato a trafficare con Durrenhorn questa notte. socievole gestore della capanna Bordier ci pomate e cerotti. Erano le cinque di matti- Godiamo infatti tutti e due di quella beata aveva dato ieri sera. In vetta al Durrenhorn na, a 3300 metri a quell’ora fa freddo, ma incoscienza caratteristica dei novellini. tre le 9 e le 10. Ed è salomonicamente alle 24 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 25

mento, forse il tratto più bello: un breve castelletto di rocce grigie sostiene la cupo- la nevosa del Hohberghorn, 4219 metri dai quali il già notevole spettacolo di cime si arricchisce dell’imponente Dom, proprio di fronte ai nostri occhi. Nel frattempo un’arietta fastidiosa ci ricor- da che la crioterapia lascia qualche distur- bo, se si esagera…e anche la piadina, il nostro pranzo di oggi, surgelata lascia un po’ a desiderare. La farciamo con uno Stecknadelhorn spettacolare, con una cre- sta dalle forme fiammeggianti e bizzarre, elegante senza essere troppo faticosa. Ottimo! Il vento rinforza, così suoniamo la carica e senza troppi tentennamenti aggiriamo il gendarme del Nadelhorn a sinistra e per l’ultimo tratto di via normale raggiungia- mo anche la croce di vetta del quarto “4000” di oggi. E’ incredibile come i tallo- ni guariscano in fretta, quando c’è in giro il balsamo del settimo cielo! E siamo in due a sguazzarci dentro, qui in cima, gli ultimi alpinisti in giro questo pomeriggio. Scendiamo soddisfatti, forse un poco sfatti, a tratti sopraffatti dalla forza del vento. All’Ulricshorn, ultima cima del nostro giro, le raffiche ci fanno barcollare, ma ci caricano di quella sostanza a lento rilascio che rende piacevoli i ricordi di questi momenti, di tutti quei giorni in cui ti sei sentito VIVO!

Sopra: Stecknadelhorn a sinistra, Nadelhorn al centro e Lenzspitze a destra.

Qui a destra: Prime luci sulla cresta del Durrenhorn.

9.30 che, con calma, lasciamo il primo 4000 della giornata. Sin qui la roccia era stata un mediocre mix di lame e blocchi, a volte buoni, a volte meno buoni. Una delle guide che abbiamo consultato per preparare la salita dice che la qualità migliora avvicinandosi al Nadelhorn: andiamo a verificare. La presenza di lunghi tratti nevosi, avvici- nandosi al Hohberghorn, arricchisce l’este- tica di questa traversata con i caratteristici profili delle cornici. Arrivare alla seconda vetta della lunga cresta è un vero godi- 25 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:48 Pagina 26

un bosco verdissimo. Da Gasenried, 1659 m, si raggiunge il rifugio in 3.30/4 ore, lungo un buon sentiero fino al ghiacciaio Riedgletscher che si traversa senza particolari difficoltà seguendo le paline di segnalazione. Un ultimo tratto sul ripido scalino roccioso che sostiene il piano dove sorge la capanna dà un tocco di ambiente alla salita. Dal rifugio si percorre a ritroso l’ultimo tratto fino al lato occidentale del Riedgletscher dove si lascia la traccia che scende a Gasenried per imboccare la ripida cengia ascendente a destra segnalata con ometti e qualche catarifrangente. Seguendo la traccia su terreno molto ripido si raggiunge il Galenjoch 3303 m (è consigliabile reperire il percorso il pomeriggio precedente).Dalla sella con percorso evidente si raggiunge il Chli Durrenhorn 3890 m superando i tratti più impegnativi sul versante destro (passi di II). Una calata di 5 m da un cordino in loco permette di scendere al Durrenjoch 3860 m. Salire direttamente verso il tratto ripido che anticipa la cima del Durrenhorn 4035 m. Buona parte del dislivello della gita è compreso in questo tratto: per avere buone chances di rispettare i tempi previsti per un rientro LA SALITA alla frazione di Gasenried, con scarse possibilità di senza affanno non bisogna arrivare in vetta dopo le Dall’Italia raggiungere il passo del Sempione e trovare parcheggio in periodi di alta stagione. Si può 10. Dalla Bordierhutte 6/8 ore.. scendere la valle del Rodano fino a Visp.Salire la imboccare il sentiero che sale alla Bordier Hütte 2886 Scendere su rocce un poco migliori di quelle incontrate stretta valle in direzione di Zermatt fino a S. Niklaus: m anche da Grachen, aggiungendo 40 minuti di in precedenza verso l’Hohbergjoch 3916 m. e un bivio a sinistra indica Grachen. Salire in auto fino cammino piacevole e pianeggiante lungo le “bise” in proseguire sul versante ovest dapprima su rocce, poi

26 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:49 Pagina 27

per cresta nevosa fino al castello di roccette che sostiene la vetta del Hohberghorn 4219 m. Una facile cresta nevosa conduce allo Stecknadeljoch 4142 m. Possibile scappatoia sul versante destro, verso l’Hohberggletscher, ed il Festijoch. Per la cresta di rocce frastagliate raggiungere lo Stecknadelhorn 4241 m. Di fronte resta ancora un affilata cresta di neve ed il Gendarme del Nadelhorn, aggirabile a sinistra su terreno ripido con neve buona, o da superare direttamente con passi di III. Raggiunta la sella a monte del Gendarme, per gli ultimi metri di via normale alla vetta del Nadelhorn 4327 m (10/12 ore dal rifugio). In discesa seguire la via normale della cresta NE al Windjoch 3850 m PD. Scavalcare l’Ulricshorn 3925 m e calare verso Nord sul pianeggiante Riedgletscher puntando ai contrafforti rocciosi del Balfrin. In corrispondenza del cambio di pendenza prestare attenzione ai crepacci ed in breve raggiungere la traccia segnalata con ometti di pietra per la capanna Bordier (14/16 ore, è preferibile prevedere un pernottamento prima di affrontare il rientro). La presentazione di Buscaini sul delle Guide CAI TCI annovera la traversata tra le più belle dell’intero Vallese. Aveva ragione!

Materiale: Abbigliamento adeguato all’alta montagna, imbrago e casco, piccozza e ramponi, una corda sin- gola da 50 m. 2 viti da ghiaccio, qualche anello di cor- dino, una piccola scelta di nut, moschettoni sciolti.

Rifugio: Bordier Hutte tel. 0041-(0)27-9561909 Cartografia e guide: Carta Nazionale Svizzera 1:50.000 Visp, 1:50.000 Mischabel. Mario Vannuccini I Quattromila delle Alpi ed.Nordpress, Gino Buscaini Monte Rosa Guida dei Monti d’Italia CAI- TCI. Giuseppe Burlone (Guida alpina, AGAI)

A fronte in alto: Passaggi aerei verso il primo 4000 della traversata.

A fronte sotto: Il Riedgletscher salendo da Gasenried.

Foto in alto: Verso il gendarme del Nadelhorn.

Qui accanto: La cresta dal Galenjoch al Durrenhorn.

27 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:49 Pagina 28

DOLOMITI ORIENTALI Stösser

di Stefano e la Menegardi Tofana Scalare nelle Alpi era la sua passione di Rozes John Muir (uno scalatore e letterato Scozzese innamorato della valle più bella del mondo. La Yosemite Valley) delinea bene i tratti degli scalatori che, come Stösser, hanno vissuto la loro vita per la montagna: “Crebbi esuberante nel corpo ma teso e impetuoso nella mente. La mia mente voleva qualcosa di più, qualcosa di tangibile. Cercava la realtà intensamente, sempre come se non fosse presente. Ma è evidente a tutti quel che faccio. Io scalo”.

Nato il I dicembre 1900 a Pforzheim, nel Baden, regione tedesca di sud-ovest, Walter Stösser fu uno dei più forti scala- tori della Germania, alla pari del triesti- no Emilio Comici. Era figlio di bene- stanti agricolturi che, però, come la mag- gior parte della popolazione europea, aveva vissuto la grave crisi economica dei primi decenni del Novecento. Il gio- vane Stösser fu costretto a ridimensiona- re i progetti di studio (studi di architettu- ra ) e accontentarsi di diventare un mae- stro elementare. Nel 1920 ottiene la prima docenza. Stösser aveva un’innata propensione all’attività organizzativa e un amore smodato per i libri.

Qui accanto: in arrampicata su roccia grigia dopo il traverso. A fronte: Il tiro chiave in traverso di VII.

28 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:49 Pagina 29

Era membro della Sezione locale nord-ovest del Civetta da parte di Emil Wetterstein). Nel settembre del 1929 si D.Oe.A.V di Pforzheim, presieduta da Solleder e Gustav Lettenbauer, i 1300 spinge con l’amico Hall sulla via Brown- Adolf Witzenmann, riconosciuto pioniere metri della ghiacciata parete nord della Smythe (la Sentinella Rossa), che rag- dell’alpinismo dolomitico. Si conformò Dent d’Hèrens di Welzenbach e Eugen giunge la vetta del Monte Bianco dal ver- al nazionalismo tedesco e sostenne con Allwein e infine l’impresa di Roland sante della Brenva e, nell’agosto 1930 forza l’etica romantica dello Sturm und Rossi e Fritz Wiessner alla parete sud-est riesce nella terza ripetizione della Drang. Stösser iniziò ad arrampicare nel della Fleischbank. Secondo Stösser le “Welzenbach” alla nord della Dent Battert, palestra rocciosa ai margini set- ascensioni più rilevanti sembrano essere d’Hèrens, con Schütt. tentrionali della Foresta Nera, a pochi quelle dei “capiscuola” nonostante que- Stösser, escluso dalla prima spedizione al chilometri dal suo paese. Diede vita alla sto è sempre desideroso di nuovi progetti Nanga Parbat per la mancanza del visto corporazione degli Scalatori del Battert e nuove prime ascensioni su pareti presti- d’entrata nel Caucaso, fu escluso anche (Klettergilde Battert). Negli anni attorno giose. Nell’agosto del 1928 con gli amici una seconda volta per la sostituzione del al 1925 avvenne uno straordinario pro- Friedrich Schütt e Ludwig Hall apre una Capo-spedizione (sostituirono Welzen- gresso tecnico con l’arrivo delle prime via lungo la parete nord della bach con Willy Merkl). vie di sesto grado accompagnato, inevi- Gehrenspitze, nell’Allgäu. Il 12 e il 13 Nell’agosto del 1932, in mancanza di tabilmente, da perdite umane di grandi e giugno 1930 in cordata con Fritz Schütt compagni, si accorda con un compagno valorosi dolomitisti. Hans Fiechtl muore affronta la parete sud del Rusenflush, nel di cordata di Heckmair, Kröner. Il proget- quarantenne durante una salita sulla pare- Rhätikon. È però tra il 1928 e il 1932 che to era quello di scalare il Cervino per la te del Totenkirchl. In quegli anni a caval- il bravissimo scalatore tedesco affronta le via Schmid, ma dovettero ripiegare sulla lo della prima guerra mondiale i tedeschi imprese più rilevanti. Affronta la via cresta sud-est del Zinal-Rothorn. e gli austriaci vinsero diverse pareti per Dülfer al Fleischbank (Kaisergebirge), la Battendo su un gradino di ghiaccio, itinerari nuovi, sia in Austria, che in “Diretta” del Totenkirchl, la via Herzog Kröner scivola riuscendo comunque a Italia. Sono da annoverare la salita della sulla sud del Schüsslkarspitze (nel rimanere attaccato alla parete, però una 29 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:49 Pagina 30

scarica di sassi lo colpisce in pieno e cade sud, La Cima Ombretta per la parete sud- IV. Ma è ventotto anni dopo che si va nel crepaccio. Questo episodio scosse a ovest, il Campanile Toro dal versante oltre le soglie dell’impossibile con il tal punto Stösser che decise di andare a nord-est, la Torre Leo per variante alla grande maestro tedesco W. Stösser. curarsi per tre mesi in una clinica. L’anno parete nord-est, L’ lungo lo spi- Finalmente uno degli alpinisti più forti di 1934 lo trascorse tra impegni scolastici, golo ovest, il Piccolo Vernel con variante allora si decide a varcare, con una linea quiete famigliare e l’impegno della alla parete sud e il Gran Vernel per lo spi- “”, la marcata fascia di stra- ristrutturazione della casa. È proprio nel golo sud-est. piombi che costituisce la parte superiore contesto quotidiano che ha l’occasione di Nella Guida monti d’Italia “Dolomiti della grande parete… È qui una delle incontrare e conoscere un frequentatore orientali” di Antonio Berti, la Tofana è poche volte in cui Stösser osò sbilanciar- del Battert e membro del Klettergilde, definita, citando E. Rossaro, come una si sulla difficoltà dell’itinerario, valutan- Theo Seybold. prodigiosa cattedrale di quasi mille metri dola di sesto grado. In sole dodici ore, È proprio con questo ultimo compagno di di altezza, “chiazzata di rosa tenue dai Stösser, affrontò la magnifica parete sud cordata che affronta la parete nord del primi raggi del sole”. La descrizione pro- della Tofana di Rozes. Dopo la rampa ini- Morgenhorn e muore trascinato dal peso segue dicendo che “alla base, sotto le ziale della via Dimai, la via Stösser, si del compagno che vola staccando dalla ghiaie, stanno ancora in ombra i due lun- dipana tra le lunghe colate giallo-nere parete l’unica protezione in posto. ghi gradini paralleli, corrispondenti alle della parete strapiombante. Parte a sini- “Vittima non vinta della montagna”: è due grandi bancate calcaree, sulle quali stra di una grotta e finisce per costeggia- così che fu definito Stösser ai funerali, poggiano otto lunghi pilastri, ognuno re un grande camino orrido sulla destra come segno di un’epoca eroica che ha diverso dall’altro e divisi da lunghe fes- con arrampicata su “salsicciotti” stra- segnato profondamente il modo con cui sure e camini verticali. Dietro si alza la piombanti. affrontare ogni attività. Nel 1928 Stösser parete vera e propria, scavata nel centro La relazione di Antonio Berti è molto scriveva delle Dolomiti, che erano diven- da un autentico anfiteatro che appare approssimativa anche perché riduce la tate per lui “la terra della nostalgia, del sospeso nel vuoto”. parte più impegnativa della via, che è desiderio, questo magico mondo di felici- La Tofana di Ròzes (o tà e pace, la mia patria nei monti…”. Tofana di fuori), con i Delle Dolomiti vorrei ricordare le impre- suoi 3225 metri, è la se più importanti che si possono annove- prima grande parete che rare tra gli anni 1929 e il 1933: Cima ci troviamo di fronte Piccolissima di Lavaredo, versante nord, quando valichiamo il con Schütt; Cima Grande di Lavaredo per passo Falzarego e ci diri- lo spigolo nord-ovest ; la parete sud della giamo verso Cortina. Tofana, il Becco di Mezzodì per la parete Imbrigliate nella grande parete della Tofana ci Qui sotto: sul primo tiro. A destra: Le vie della parete sono le altre due Sud (da GMI Dolomiti Orientali di A. Berti, CAI-TCI). “Tofanine” chiamate da me così per la minor rile- vanza arrampicatoria, che sono la Tofana di mezzo (II) e la Tofana di dentro (III). Grohmann, Lacedelli, Dimai e Siorpaes, sono stati i primi nel lontano 1864 ad accedere alla cima della maestosa Tofana di Ròzes. Ma il primo vero itinerario di rilevanza alpinistica risa- le al 1901 e sono Ilona e Rolanda von Eötvös, con le guide A. Dimai, G. Siorpaes e Verzi, a inci- dere la parete e a supera- re l’anfiteatro strapiom- bante con un traverso esposto sulla parete sini- stra. Una via molto impe- gnativa per quei tempi: 1000 metri di parete con difficoltà complessiva di 30 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:49 Pagina 31

Avevo quindici anni nell’agosto del 2003 e non ero ancora praticissimo ad usare il martello per schiodare e chiodare (non che lo sia tutt’ora). Non avevo tanto l’idea di come potessi riuscire a reggere 800 metri di parete di VI grado continuo. Quello che conta di più nelle imprese alpi- nistiche come questa è la forza di volontà e il desiderio a tutti costi di arrampicare fino alla fine nel migliore dei modi. La prima parte della via è la rampa della Dimai. Questa prima parte la conosceva- mo già perché qualche anno prima l’ave- vamo fatta per fare la Dimai. Eravamo smaniosi di arrivare all’anfiteatro e così di “conserva “ percorremmo la prima parte in 40 minuti circa. Arrivati sotto la parete della Stösser con pazienza e prudenza ci siamo alternati nel guidare la cordata e siamo giunti in vetta verso le 18 entusiasti dell’impresa e con il cuore intriso di linfa dolomitica. Senza dilungarmi nel raccon- tarvi le varie lunghezze di corda vi offro un piccolo assaggio della via con alcune immagini significative. Stefano Menegardi (Sezione di Desenzano)

circa 200 metri, ad un “sorpasso” di Qui sopra: Il pilastro centrale molti “salsicciotti” strapiombanti, per della parete Sud, con al centro circa 100 metri tenendosi nella metà l’ampio anfiteatro giallo, e il destra della parete e verso destra allo spi- tracciato della via. golo. Ma ora giungiamo a come l’ho vissuta io la via! Quello che preoccupava me e il mio esperto papà era il fatto che le ripetizioni si contavano “sulle dita di una mano monca”. Non eravamo tanto spaventati dalle difficoltà o dall’immane fascia stra- piombante che incuteva timore solo a vederla con il binocolo dal passo Falzarego, ma dalla possibilità che in alto nel camino orrido la parete fosse franata un po’ e non ci fosse più la possibilità di proseguire. Era da alcune estati che mio padre la menava con questa via… Nello schizzo dell’autore, E finalmente ci decidemmo ad affrontare lunghezza per lunghezza, le la parete. difficoltà dell’itinerario.

31 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:49 Pagina 32 Monte

Testo e foto di Fabio Cammelli Cristallo Una storia dimenticata e una via normale d’altri tempi

“Va in un gruppo delle Alpi che sia solitario. Dove sei solo con te stesso cosicché impari il linguaggio dei monti. Finché diventi come un albero nel bosco, un’erba sul prato, una roccia viva sulla cresta. Non più spettatore estraneo che parli altra lingua, ma un membro della grande natura come gli alberi, le rocce e l’erba…” (Oskar Erich Meyer) Piz Popéna e Monte Cristallo, visti dal Lago di Landro/Dürrensee.

Monte Cristallo: una delle montagne Un tempo dagli Ampezzani il Monte reggiabile, quasi magica: solitudine e dolomitiche più belle in assoluto. Da qua- Cristallo veniva chiamato Croda de grandiosità, immani ghiaioni e larghe lunque parte lo si guardi suscita meravi- Bertoldo, mentre per la gente di Auronzo cenge rocciose, guglie aguzze e torri iso- glia e sorpresa, così come solo può fare era il Monte Larietto. L’inglese John Ball late, ripidi canali ghiacciati e lunghe cre- una montagna “regina”. lo vedeva come una “cattedrale gotica”, ste frastagliate. Non soltanto, ma l’incre- Se lo si guarda da Cortina d’Ampezzo, mentre l’italiano Leone Sinigaglia ne par- dibile varietà di scorci sempre diversi e dal Faloria o anche dal Passo Tre Croci lava come “popolarissima cima”: per tutti sempre spettacolari rendono questo grup- appare come una montagna complessa oggi è “il Cristallo”, quarta montagna per po forse unico in tutte le Dolomiti, con ma di straordinario fascino, una delle più altitudine tra le crode dolomitiche. una storia alpinistica che annovera i nomi suggestive scenografie della conca È costituito da tre cime (Cima Principale, più illustri dell’epoca e con vicende di ampezzana, un acquarello di luci che si Cima di Mezzo e Cima Nord Ovest). A guerra tra le più avvincenti ed eroiche di accende di fuoco vivo alla luce del tra- Nord precipita sul Ghiacciaio del tutta la Grande Guerra. monto. Cristallo, mentre a Sud scende con ripidi “Non si può vivere senza sole”: Se lo si osserva invece dal versante oppo- pendii verso il Passo Tre Croci e verso il sto, ad esempio da Landro/Höhlenstein, valico Són Fórca/Somforca. A Est la tenente Franco appare come un gigantesco anfiteatro di Grava di Cerigères lo separa dal Piz roccia e di ghiaccio che sfolgora in con- Popéna, mentre a Ovest la Grava di Arnaldi, morto sulla troluce. Pareti verticali s’innalzano con Staunìes/Gràa de Stounìes lo divide dalla cima del Cristallo uno slancio vertiginoso da una deserta e Cresta Bianca. Poco dopo la fine del secondo conflitto profonda conca glaciale. E questa conca, Oggi come un tempo il Cristallo schiude mondiale, il prof. Antonio Berti, insigne occupata da un piccolo ma alto ghiac- sempre, all’alpinista che vi si sappia medico e impareggiabile compilatore di ciaio, si accende e si spegne nel seguire accostare sommessamente e con grande guide alpinistiche sulle Dolomiti, cercò un raggio di sole che filtra da un profon- umiltà, le stesse sensazioni e le medesime di avere notizie degli amici alpinisti rima- do intaglio, il Passo del Cristallo, e che emozioni provate dai primi pionieri. Se si sti al di là della cortina di ferro e, fra que- scivola con i suoi riflessi lungo una eccettuano i percorsi attrezzati e alcune sti, dell’ungherese Marcell Jankovics de sinuosa valle, la Valle di Landro, per cime di facile accesso, il Cristallo rimane Csalma. accendere di luce viva sia rocce che ancora circondato da un velo di mistero Illustre letterato e alpinista, nato il 3 cenge, sia canaloni che forcelle. che lo arricchisce di una bellezza impa- novembre 1874 a Gárdospuszta e morto 32 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:50 Pagina 33

in miseria a Budapest il 12 novembre qualche altra cima dolomitica, questa magli di fiamma vollero umiliarne le 1949, il dr. Marcell Jankovics è ricordato volta in solitudine e senza guide. Gli ulti- fronti superbe con enormi percosse; in Dolomiti come il primo salitore, in mi suoi anni di vita, complice il regime quando arrivò l’inverno duro e crudele, cordata con le guide Angelo Dimai “Deo” politico in Ungheria, furono da lui, come col suo gran manto paralizzante per e Pietro “de Santo” Siorpaes, del da altri nobili e benestanti ungheresi, tra- spaccare in una stretta gelida il loro Campanile San Marco, nelle Marmarole, scorsi in miseria. corpo di roccia; quando venne la prima- il 26 agosto 1902. Questo splendido cam- Alla richiesta di notizie di Antonio Berti vera a distruggere, come un demone insi- panile, la cui cima non era mai stata cal- su Marcell Jankovics, rispose inaspettata- nuante e delicato, con le sue carezze tie- pestata da essere umano, era privo di mente la vedova che, commossa e grata pide, la loro volontà diretta al cielo. nome e pertanto s’imponeva il “battesi- per l’interessamento venuto da così lonta- Cos’è di fronte a questo la tempesta che mo”. Pochi giorni prima, il 14 luglio no, inviò al prof. Berti questo scritto del si è svolta nell’anima minuscola degli 1902, alle ore 9.47 del mattino, nella marito, redatto nel 1924 in italiano, lin- uomini? e il rodere, il demolire del picco- grande Piazza San Marco a Venezia, il gua che egli amava e conosceva perfetta- lo tarlo umano che cercò rifugio, nelle famoso Campanile era crollato su sé stes- mente. sue lotte, sotto il manto di questi giganti so. Miracolosamente il disastro non L’articolo è intitolato “Lettere dall’altro di pietra? aveva causato nessuna vittima e non mondo”, e parla di una storia iniziata e aveva provocato alcun danno alla conclusasi sulla cima del Monte Basilica di San Marco. Memore dell’ac- Cristallo. caduto, Jankovics lascia sulla cima del campanile ancora innominato un biglietto Arrivai sull’orlo del roccione; mi asciu- con scritto: gai il sudore della faccia, respirando “Credo che la cima non abbia ancora forte. Sono sopra. Mi è riuscito. Vicino e nome, così prendo la libertà di fare la lontano rivedo i vecchi conoscenti: i proposizione di chiamare questa cima migliori che non mutano e non invecchia- “Campanile San Marco”, perché si vede no; quelli di buon carattere; gli intrepidi. anche la casa di San Marco e perché il Sono tali perché neanche la loro vocazio- bel campanile caduto della stupenda città ne è cambiata; la loro vocazione è di sim- di Venezia avrà un monumento degno.” boleggiare la verità e non di vessare, di Fu l’unica grande impresa dell’ungherese ingannare, rattristare gli uomini. La veri- in Dolomiti, e comunque di altre sue pos- tà può dolere, ma non offende e non sibili imprese non è pervenuto a noi delude, solleva e rende felici… nulla, anche perché il rapporto tra Queste rocce giallo-oro trascurano i Jankovics e la montagna era un rapporto minuscoli uomini irrequieti che si arram- molto personale e discreto. Dopo la picano sui loro fianchi per annunciare, Prima Guerra Mondiale ritornò a orgogliosi, che hanno vinto le rocce, non Carbonín/Schluderbach per salire ancora si interessano nemmeno di quelli che cor- rono velocemente ai loro piedi, nelle innumerevoli macchine, e mentre misura- Dr. Marcell Jankovics. no le distanze, dimenticano di ammirare le bellezze e le grandezze vicine. Basta che i monti si coprano con i loro veli di nebbia, e le mete dei moderni indifferenti vanno perdute. Salve o vecchi conoscenti! Salve magiche Marmarole, salve Sorapíss superbo, gri- gio Antelao, Tofana albeggiante, schiera compagna di giovani audaci e superbi, Inizio ‘900: alpinisti sulla Cengia Inferiore, “Torri”, “Becchi”, “Campanili”! Sono poco sopra il Passo del Cristallo vostri i primi raggi del sole, la stella che (foto Theodor Wundt). brilla sulla vostra fronte nelle notti di sogno; i tempi bassi non ve li hanno potu- ti togliere, e neppure la rivalità che vuole Sono sopra. Ho compiuto il tentativo ver- giungere fino al cielo, il volo rombante tiginoso, e stavo per non riuscire. Ho degli aeroplani e la presuntuosa sapienza dovuto avvinghiarmi con le dita alle degli uomini. sporgenze dei roccioni, con più fatica che Se questi monti raccontassero quello che dieci anni fa. Mi sono convinto che il hanno vissuto e veduto… salire impetuoso non è per i miei capelli Quando la terra tremò ed essi emersero grigi. Più assetato di allora, ho dovuto nascendo dalla schiuma delle acque bere l’etere cristallino. Insomma, sono respinte, quando i fulmini scaturendo da invecchiato. La volontà, sì, è quella di 33 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:50 Pagina 34

Val Fonda/Tiefental e Monte Cristallo. Acquaforte di Theodor Alphons (1860-1987).

te di ghiaccio, come tante farfalle bian- che. La luce forte le cambiò in lucenti foglie appassite, argentee, come quelle dei pioppi che cadono in autunno. Ero io il pioppo argenteo che lascia cadere le sue foglie, al comando dell’autunno. Seguendo i frammenti luccicanti negli abissi e nei crepacci, il dolore e l’ama- rezza sgombrarono dall’animo mio. E rimase un’unica dolcezza, un messaggio segreto, contenuto nelle due date. Mi dicevo: “È valsa la pena di vivere”. Era il più grande dono che si può ricevere dalla vita.

prima, ma la forza è scemata. Anch’io tra le mani e negli orecchi mi risuonava sono ferito in qualche posto, ma non la poesia del medico toscano Francesco sanno estrarmi il proiettile. Sarebbe faci- Redi: le estrarlo dal corpo, statua di polvere; la “Del buon Chianti il vin decrepito/ mae- scienza ci riuscirebbe, ma io mi sento stoso/ imperioso/ mi passeggia dentro il ferito nell’anima, e non c’è scienza che core/ e ne scaccia senza strepito/ ogni possa guarire questa lesione. affanno ed ogni dolor…”. Quassù tutto è come dieci anni fa: la rupe Avrei bevuto volentieri. Ma non ce n’era giallo-oro, il candore smaltato della nella bottiglia. Continuavo a tenerla in neve, l’azzurro dell’aria, il tremolio della mano. Da quando sono invecchiato luce. Solo io sono mutato: il piccolo sole chiacchiero con le cose, faccio amicizia della mia anima non è più quello di con loro e invece gli uomini li trascuro… prima; là dentro è cominciata la nuova M’irritai, ruppi la bottiglia, col gesto del epoca glaciale. È terribile non essere più cantore greco di Byron che infrange il se stessi. suo calice sul capo di Sunium. Il conte- Invece di guardare in alto e lontano, nuto della bottiglia si sparpagliò sui avvenendomi della mia miserabilità, mi sassi, vicino a me: erano piccoli scritti occupavo solo di me. Cercavo qualcosa - ingialliti e sciupati, gli autografi di quel- fuori del mio essere - a cui attaccare i li che una volta si sono seduti qui. miei pensieri. Ecco il mio nome: due volte…23 luglio 1894…1 agosto 1914. Stavo in piedi sulla vetta, pronto a conti- La mia scrittura sbiadita. Mi toccai la nuare la lotta e la strada, ma appena sco- testa, il braccio. Dubitavo di me, mi pare- perto il mio mutamento mi sedetti sui va di leggere lo scritto di un estraneo. Cristallo e Lago di Landro, in una cromolitografia di sassi che andavano lentamente riscal- Invece ero stato io a scrivermi quei due Arno Lemke del 1900 circa. (raccolta G.L. Cercenà) dandosi al sole; lasciai perdere le mie piccoli messaggi. Il primo da giovane, gambe nel nulla, sopra il ghiacciaio quando avevo ancora la fede ed ero senza azzurrastro del Passo del Cristallo. dubbi, l’altro l’avevo scritto al meriggio Mi misi a ordinare vicino a me le altre Guardavo le terribili balze del Piz della vita, al grande bivio, quando la fede cartine sciupate e macchiate d’acqua. Popéna, erte davanti a me, sulle quali nei cominciava a mancarmi, ma combattevo Trovai un altro foglietto, staccato proba- miei anni giovanili sentii tanta felicità. ancora. E adesso, che privo di illusioni e bilmente da un taccuino, con la stessa Mi appoggiai intanto all’ometto di pietre di fede non combatto più, ritrovo i miei data del 1 agosto 1914: Franco Arnaldi, sulla cima e vidi, meravigliato, nel messaggi. Torino. mezzo, una bottiglia. Il fragile vetro era sano. Era rimasto intatto tra le lotte della Non si muoveva il più lieve soffio. Come se avessi scovato una fotografia. terra e del cielo, mentre le rocce di cen- Giocando, lanciandoli per aria, logoravo Accanto a quel nome e a quella data, tomila anni franavano, si frantumavano i due pezzetti di carta, giocavo a palla rivedo la persona, il suo capo scoperto, riducendosi in polvere. La vanità umana con i miei ricordi. Non tirava vento e la con i riccioli neri arruffati, affacciatasi a l’ha nascosta quassù per eternarsi ed carta mi ricadeva in mano. Stracciai len- un tratto tra le rocce che conducono essa si è conservata. E non contiene più il tamente gli scritti e li gettai nel burrone. verso la vetta. In un attimo la sua figura vecchio Chianti, rosso fuoco. La rigiravo Giravano, rotolavano sulle pareti smalta- snella si drizza sull’orlo della rupe e 34 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:50 Pagina 35

“Inglese?”. Val d’Ansièi, verso l’Italia. Io andai a Feci segno di no. destra, e mi fermai sotto le Tre Croci “Tedesco?”. (Passo Tre Croci, n.d.A.). È bello rifu- Di nuovo: no. giarsi all’ombra di questi due segni “Ungherese?”. inchiodati per traverso, quando le ore Mi levai impaurito come se avessi sono difficili e strane. Anche se i savi lo improvvisamente percepito il significato negano, questi legni sono il più gran infinitamente triste di quella parola, del dono della vita. Né sapienza, né storia, miserabile avvenire. né felicità umana sono riuscite a darne Alzò un dito alle labbra, facendo cenno un altro eguale. Così ci eravamo lasciati di tacere. noi due, i futuri nemici, come gli amici Dimentichiamo che oggi è il 1 agosto più cari. 1914, che comincia un nuovo volume di storia, da rilegarsi in nero, con la crona- …Rivangando il passato, mi dimenticai ca penosa dei dolori, delle delusioni, del sulla vetta del monte. A un tratto mi alzai, male dell’anima, che la musa spietata guardai intorno cercando una nuova bot-

Strada d’Alemagna in Valle di Landro/Höhlensteintal; sullo sfondo il gruppo del Cristallo (cromolitografia tedesca, c. 1870). (Civica Raccolta delle Stampe. Achille Bertarelli).

s’incammina verso di me con passi don- dolanti. Marciando si toglie gli occhiali Cristallino e Monte neri e si strofina le mani arrossate. Si Cristallo. Olio su tela ferma, prova a sorridere, guarda intorno. della fine del 1800. Gli occhi si aprivano per assorbire e Opera di Josef abbracciare. Sorrise di nuovo, amabil- Schoyerer, allievo di mente al cielo immenso, ai monti fian- Charles Miller. cheggianti, alle profondità nevose e a un falco che girava in alto, sopra di noi. Silenzio. non dovrebbe scrivere e che le generazio- tiglia per rimettere al sicuro le schedine Non si udiva che l’eguale e cupo stillare ni future non dovrebbero leggere. Non ingiallite e sciupate - queste lettere d’un delle gocciole d’acqua simili al ticchettio parlammo e ci demmo la mano. (L’autore altro mondo - nella piramide di sassi, dell’orologio che misura il tempo. I raggi dell’articolo fa riferimento ai catastrofici sulla vetta. Avevo stracciato i miei mes- del sole scaldavano i ghiaccioli merlati, “venti di guerra” che stanno portando saggi; l’uomo può disporre delle proprie pendenti dall’orlo della roccia più alta. inesorabilmente allo scoppio del primo lettere, dei ricordi, dei sogni, anche del Ogni tanto lo scroscio di un masso libe- conflitto mondiale, nel corso del quale suo onore e della vita, ma non ha il dirit- rato che franava. Passò un quarto d’ora italiani e ungheresi si trovarono a fron- to di toccare gli scritti altrui. Neanche io. della vita dei grandi monti. Dove va quel teggiarsi da nemici, n.d.A.). Queste lettere non erano dirette a me, ma masso che precipita? e le gocciole? forse a tutti quelli che dopo di me verranno là dove finisce il tempo evanescente. Scendemmo insieme. Io guardavo come quassù, e scriveranno ancora, a loro Silenzio. stendeva ora un braccio ora l’altro verso volta. La schedina in cima al monte è Il giovane poi parlò: sentiva di doverlo i massi sporgenti, come aderiva con la uguale al nome scritto sulla corteccia fare. Ci sono momenti in cui chi vive deve figura snella alla parete delle rocce gial- dell’albero, i caratteri rimangono chiari dire qualcosa. Momenti della gioia le. Scuoteva il capo e sorrideva ogni e non si cancellano; è come il nome scrit- suprema o del grande dolore. volta che una goccia gli cadeva tra i to sulla parete di una torre: sono stato “Che bellezza!”. capelli arruffati. Di nuovo, zitto. qui. Neanche le iscrizioni sepolcrali si Annuii, guardando con tristezza l’estra- Quest’ora quassù è ancora tutta nostra. possono cancellare… neo che stava più alto di me. E scendevamo, strisciando, quel giorno. Trovai un’altra bottiglia, vuota. L’avrà “È bello”. Tra i pini di sotto ci demmo ancora la forse lasciata quello stesso Franco Sentii l’irrequieto scricchiolare delle sue mano. Lo vidi drizzarsi, cogliere un fio- Arnaldi… scarpe chiodate sulle pietre nere, nella rellino alpestre; poi voltò a sinistra, per Arrotolavo con gran cura le cartine e le macchia di neve liquefatta. Mi guardò. le pinete rugiadose che stormivano della facevo entrare nella gola stretta della 35 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:50 Pagina 36

bottiglia, una dopo l’altra. Invece di dov’è quell’italiano? dove si china per cantoniere si alza, mi guarda, scruta la guardare il sole lucente pensavo a scioc- cogliere il fiore alpino? ecco, lì ci sono mia intenzione: per lasciarmi il tempo di chezze, come a certe fiasche messe nei tanti fiori che ne troverebbe a suo piacere. un paternostro, se voglio pregare, o musei, con dentro un meraviglioso velie- A tre o quattro passi, un cimitero militare. voglio soltanto leggere i nomi. Se vede le ro, una cappellina, costruiti con molliche Ce ne sono parecchi tra questi monti; mie labbra…si muovono come se pregas- da un triste marinaio con diabolica appartengono tutti a quel tempo in cui gli si; rileggo e ripeto il nome. Il nome, l’uo- pazienza, da qualche silenzioso naufra- uomini venivano a morire qua dove prima mo astratto, l’uomo idealizzato, come go. Anch’io mi sentivo condannato a un si veniva soltanto ad amare e vivere. l’anima, come il ritratto. gioco simile. Entro. Un uomo scapigliato, con la fac- Il cantoniere silenzioso non resiste più, si Piegando e arrotolando i bigliettini, mi cia arsa, stava inginocchiato sull’erba, leva il grande cappello che portava fermo a uno e lo leggo: intento a ordinare un ricamo di ciottoli abbassato sugli occhi e dice: “Franco Arnaldi, 1 agosto 1917. Non si bianchi e lucidi. Il cantoniere, che custo- “Il tenente Arnaldi fu un bravo soldato. può vivere senza sole”. disce le strade e questo angolo dove ogni Lo conoscevo. Sono stato un anno e mezzo con lui nelle caverne del Popéna. Era buono”. “Davvero? come è morto il povero ragazzo? e dove?”. Indicò la cima.

“Giusto lassù. Sul Cristallo. Era un bravo soldato, ma non sopportava la vita in caverna, umida e scura. Non gli piace- va nascondersi eternamente. Usava dire che l’uomo e il serpente hanno litigato sin dal Paradiso Terrestre e che non è bene per l’uomo strisciare furtivamente, celandosi sempre. Morire in battaglia è niente, ma vivere senza sole è impossibi- le. Le sue ultime parole, quando mi strin- se la mano, furono queste: “Caporale Berti, succeda quello che ha da succedere, io salgo alla cima del Cristallo. Caporale Berti, devo immerge- re i miei occhi nella luce del sole, una volta…”. Proprio quando era sulla cima, fischiò una granata. Non so se l’abbiano tirata dal Piana o dal Pauses. Una scheggia lo Il piccolo cimitero di Passo Tre Croci, ora non più esistente. (Archivio foto Zardini). uccise. L’abbiamo portato giù, io e due piemon- tesi. Povero tenente!”.

Strinsi la mano al cantoniere e uscii dal Il mio sguardo vagava sulle pareti sco- strada finisce. Ricopriva di sassi bianchi cimitero alpino. Sentivo le membra scese del Piz Popéna, dalle oscure caver- le tombe, intorno a cui crescono i fiori pesantissime. ne simili ad occhi senza luce. Le caverne alpestri. I rilievi dei tumuli sono già stati Ero stanco per l’arrampicata, o forse i degli italiani. Finisco il lavoro che mi ero cancellati dalle piogge e dalla neve. Le miei pensieri pesavano troppo… assunto rompendo la prima bottiglia. Do piccole croci bianche si schierano come Indietro il cantoniere continuava a pulire uno sguardo al sole senza il quale Franco bianche figure che tendono le braccia per e a ornare le tombe… Arnaldi non poteva vivere e mi avvio allo riunirsi. Qui dormono quei trenta soldati stretto passaggio dal quale egli, anni fa, morti, che qui vicino sono arrivati al …I raggi del sole scherzavano con carez- mi venne incontro. Stendo prima una gran punto che la vita mette dopo tanti ze ammalianti su quella piccola croce gamba, poi l’altra verso il masso spor- sospiri, sussurri, grida… bianca. gente e guardo in giù per vedere se non Leggo le iscrizioni: nomi melodiosi, date, Meditavo: ho vissuto nell’epoca in cui si c’è per caso lo snello ragazzo italiano, numeri di reggimenti, di compagnie, di doveva pagare con la vita un raggio di l’uomo del 1 agosto 1914. È con me, lo plotoni. quel sole che è di tutti. vedo dappertutto. E invece non c’è… Eccolo! Ho letto questo lassù, nelle lettere dal- Osservo appena i metri di roccia che “Franco Arnaldi, tenente. 7° Alpini. l’altro mondo… aumentano sopra di me, ed eccomi di 1 agosto 1917”. Fabio Cammelli nuovo giù alle Tre Croci. Guardo intorno: Giungo le mani involontariamente. Il (Sezione di Vipiteno-CAI Alto Adige e GISM) 36 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:50 Pagina 37

Itinerari si discosta per un tratto dal tracciato massicciati). Superati alcuni recenti In alto si traversa obliquamente di originario dei primi salitori. smottamenti del terreno e usciti dalla nuovo verso il centro della Grava, per MONTE CRISTALLO Si consiglia una corda di almeno 30 fitta vegetazione di mughi, si guadagna portarsi ai piedi di alcuni facili avancorpi Via comune Cima metri da utilizzare per sicurezza e per quota con alcune brevi serpentine e si rocciosi che permettono, a loro volta, di Principale 3221 m eventuali calate in corda doppia nei raggiunge la panoramica e inclinata salire più agevolmente e di raggiungere Paul Grohmann, con le guide Angelo punti più esposti (soste attrezzate). Utili, terrazza erbosa del Col da Varda c. un comodo terrazzino da dove appare, Dimai e Santo Siorpaes, il 14 settembre in alcuni casi assolutamente necessari, 2200 m (ore 0.45-1). poco più in alto, il Passo del Cristallo. 1865. piccozza e ramponi per accedere al Il sentiero prosegue in salita su terreno Da questo terrazzino, per facile sentiero Passo del Cristallo. erboso e ondulato, lascia alla propria che si tiene appoggiato alle rocce del Punto di partenza: Passo Tre Percorso dall’autore in data: 8 agosto sinistra una piazzola di atterraggio per Piz Popéna, si arriva alla base del Croci/Són Zuógo 1805 m, importante 2007. l’elicottero del Soccorso Alpino, sale canalone sommitale, circa 40-50 metri valico stradale tra la conca di Cortina diritto lungo un pendìo di magre zolle sotto il valico. d’Ampezzo, Misurina e la Val d’Ansièi a) dal Passo Tre Croci erbose e sormonta una cordonatura A seconda degli anni, così come a (attraversato dalla Statale n. 48 delle al Passo del Cristallo morenica. seconda della stagione, l’accesso al Poco più in alto s’incontra un muretto di passo lungo questo canalone può Dolomiti; circa 8 km da Cortina). Sul per la Grava di Cerigères sassi disposto trasversalmente, in modo risultare più o meno difficile: vale passo, oltre a due edifici residenziali Dal Passo Tre Croci 1805 m, volgendo a da impedire di continuare a destra comunque sempre la pena avere con sè privati, sorge un imponente complesso NW, si prende una stradicciola sterrata in fase di ultimazione, adibito a “Centro (segn. 203) che s’inoltra in direzione del salute e altri spazi di servizio”; sul ver- bosco soprastante (tabella segnavia con sante ampezzano del passo è aperto in indicazioni per “Passo del Cristallo, estate il Bar-Ristorante “Són Zuógo”. Forcella Són Fórca, Val Padeón, Rifugio Dislivello in salita: c. 1425 m com- Són Fórca, Rifugio Lorenzi, Ferrata plessivi (c. 1000 m dal Passo Tre Croci Dibona”). al Passo del Cristallo; c. 425 m dal Poco più avanti, al di là di una sbarra Passo del Cristallo alla cima). metallica che vieta il transito Difficoltà: I e II grado, con un passag- automobilistico, s’incontra sulla destra gio di III grado. un cippo alla memoria del “Sottotenente Tempo di salita: ore 5.30-6.45 com- Camillo Masset, Battaglione “Val Piave”, plessive (ore 3-3.45 dal Passo Tre Croci 268ª Compagnia, 7° Reggimento, al Passo del Cristallo; ore 2.30-3 dal caduto il 16 agosto 1916” (cippo Passo del Cristallo alla cima). rinvenuto nel 1993, durante lavori di Tempo di discesa: ore 3.15-4.15 scavo per sotterrare una vasca nelle complessive (ore 1.30-2 dalla cima al vicinanze della dependance del Gran Passo del Cristallo; ore 1.45-2.15 dal Hotel Tre Croci; l’ufficiale, nato a Passo del Cristallo al Passo Tre Croci). Bardonecchia e decorato con Medaglia Note: la presenza lungo la via di nume- d’Argento al valore, cadde colpito da rosi ometti (talora fuorvianti), nonché la una granata sul Salto Superiore del tentazione di affidarsi completamente a Forame: la salma, sepolta in un primo sbiaditi e talora incerti bolli rossi posso- tempo nel piccolo cimitero di Tre Croci, no rendere problematico l’orientamento, oggi non più esistente, venne poi soprattutto in caso di maltempo o neb- trasportata all’Ossario di ). Il Sorapíss, visto dalla terrazza erbosa del Col da Varda. bia. La via comune attualmente seguita Oltrepassata una centralina elettrica, la strada sterrata prosegue nel bosco con moderata pendenza, lascia a sinistra lungo il vecchio sentiero (interrotto poco piccozza e ramponi, al fine di non una diramazione secondaria e sale in più avanti da una grande frana): si trovarsi in gravi difficoltà nel superare Cippo alla memoria del Sottotenente direzione del Rifugio Són Fórca/Rifugio prosegue invece diritto e in salita fin queste poche decine di metri che Camillo Masset. Somforca 2215 m. Poco più avanti, al sotto le rocce del Cristallo, poi si separano dal valico. In questi ultimi secondo bivio sulla destra e dopo circa traversa a destra, si oltrepassa uno anni, comunque, si tende a evitare la 10 minuti di cammino dal Passo Tre smottamento del terreno, si contorna salita diretta lungo questo ripido Croci, in località Sote Col da Varda/Sotto una conoide detritica e si scende canalone sommitale in quanto, pur il Col da Varda 1850 m, s’incontra la leggermente nella grandiosa Grava di trattandosi dell’accesso più ovvio e deviazione per il Passo del Cristallo: Cerigères/Gràa de Cerigières, breve, è anche il più impegnativo e abbandonata la sterrata, si piega a profondamente serrata tra gli appicchi pericoloso: destra (E) e si segue il tracciato di una della Cima Principale del Monte Cristallo - lo si può trovare infatti fortemente vecchia mulattiera militare (indicazioni e quelli del Piz Popéna. Una buona innevato, con neve dura o anche, in per “Passo del Cristallo, Val Fonda”; traccia di sentiero si fa strada tra grossi alcuni tratti, con lastre scoperte di segn. 221). La si percorre brevemente massi squadrati e prende quota con ghiaccio vivo (difficili da gradinare); in salita sino a portarsi, dopo pochi numerosi zig-zag, tenendosi - può presentarsi invece libero dalla minuti, su un’altra mulattiera di guerra. inizialmente a ridosso delle rocce del neve, ma con un fondo di terra dura, Anziché seguire quest’ultima mulattiera, Cristallo. Guadagnato un certo dislivello, quasi cementata (dove appare la si attraversa e si prende un sentiero il sentiero traversa verso il centro della problematico approntare una qualsiasi ben tracciato (indicazione per “Forcella Grava, lascia a destra una traccia forma di assicurazione). del Cristallo”) che rimonta con 5 ampie diretta allo zoccolo roccioso del Piz Si preferisce quindi optare per una svolte una costa di baranci, traversando Popéna e continua a salire lungo il variante su roccia alla sinistra di questo sotto le rocce dello spalto de Ra soprastante e faticoso ghiaione, per poi canalone sommitale: in questo caso, Cerigères (si tratta anche in questo spostarsi a destra dello stesso, risalito il sentiero a ridosso delle rocce caso di una vecchia mulattiera militare, addossandosi ai contrafforti del Piz del Piz Popéna e oltrepassata la di cui rimangono ancora in piedi i muri Popéna. strettoia del canalone, si prosegue in

37 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:51 Pagina 38

Qui accanto: Il Passo disposto trasversalmente: ciò non lascia del Cristallo: primi passi dubbi sul fatto che occorre lungo la via normale. abbandonare la cengia fin qui percorsa (attenzione: proseguendo lungo la stessa si raggiungerebbe l’orlo dell’enorme gola della parete W, dove all’improvviso questa cengia Sotto: Lungo la Cengia s’interrompe). Superiore verso un Da questo muretto di sassi si piega a caratteristico “fungo” destra verso facili gradoni di roccia di roccia. grigia (freccia di vernice rossa), sopra i quali incombe una torre di roccia rossastra. Si risalgono questi gradoni, arrampicando dapprima verso destra sino a un muretto, poi a sinistra su In basso a sinistra: sentiero sino a una freccia rossa e Passaggio esposto per infine ancora a destra sulle facili arrivare sullo spigolo roccette di un canale roccioso, mirando Sud del monte. alla base di un camino-canale ben

salita per qualche metro direttamente Fonda e il Passo Tre Croci. I due lungo il canalone stesso, per poi uscirne versanti presentano caratteristiche a sinistra su una cengia rocciosa completamente diverse: sul versante esigua. Con percorso intuitivo si sale su settentrionale si approfonda il facili gradoni verso sinistra per circa 10 Ghiacciaio del Cristallo, mentre a metri, per poi entrare in un canale a meridione scende precipitosamente la destra. Dopo altri 10 metri lo si caotica e ghiaiosa Grava di Cerigères. abbandona e si prende un’incerta Nel corso della Prima Guerra Mondiale il cengia che obliqua a destra e che valico risultava presidiato da truppe immette, dopo circa 20 metri, in un italiane: sul versante della Grava di nuovo canale ghiaioso: su lungo lo Cerigères, poco sotto il passo e stesso fino a uscire direttamente al addossati alla parete rocciosa del Piz valico, tra le rocce del Monte Cristallo, Popéna, sono tuttora visibili i ruderi di circa 10 metri più in alto rispetto al un vecchio ricovero militare, la baracca Passo del Cristallo 2808 m (ore 2.15- Dibona, non facilmente accessibile dal 2.45; ore 3-3.45; F-/F+ a seconda passo. delle condizioni del canalone sommitale). b) dal Passo del Cristallo Profondo e netto intaglio roccioso tra la 2808 m alla Cima Principale Cima Principale del Monte Cristallo del Monte Cristallo 3221 m a Ovest e il Piz Popéna 3152 Da poco sopra il Passo del Cristallo m a Est, conosciuto anche con il 2808 m, volgendo a S tra le rocce del toponimo di “Forcella del Cristallo”, il Monte Cristallo, si prende una traccia di Passo del Cristallo consente un sentiero che scavalca uno sprone questo sprone un ometto di sassi), si evidente. Lo si attacca preferibilmente passaggio diretto e alpinistico tra la Val roccioso (ben visibile sul dorso di traversa in leggera discesa su esposta da sinistra, salendo per i primi 8 metri cengetta spiovente e si contorna l’apice su roccia ripida ma ben appigliata (II), di un canalone roccioso. Da qui, girato cui seguono 15 metri, sempre nel uno spigolo di roccia (ometto), si entra camino-canale, di roccia più facile (I), in un canale sassoso e si sale a una sino a uscirne sulla destra. A questo larga e comoda cengia (la Cengia punto si traversa a destra in orizzontale Inferiore) che, assecondando alcune e si raggiunge un canalino roccioso grosse rientranze rocciose, attraversa in (bollo; ometto di sassi), che porta a sua leggera salita tutta la parete SE del volta ai piedi di un camino. Su lungo lo Cristallo. Una volta messo piede su stesso (freccia rossa), arrampicando su questa larga cengia, la si percorre verso roccia ripida ma ricca di appigli (a metà W: aggirato un nuovo spigolo roccioso, e al termine di questo camino si trovano si continua sotto alcuni salti rocciosi alcuni cordini per possibili calate in strapiombanti (dove ripararsi in caso di corda doppia), sino a raggiungere la pioggia), si supera un anfratto su grande e comoda Cengia Superiore, un’aerea passerella di legno e si sotto enormi strapiombi giallastri (ben prosegue sempre su larga cengia. Là evidente, alla propria sinistra e alla dove la stessa tende a restringersi, si propria altezza, un caratteristico “fungo scende di qualche metro su rocce rotte, di roccia”). per poi subito risalire a riprendere la La via originaria di Grohmann e traccia sulla Cengia Inferiore e arrivare, compagni continua per circa 20 metri a dopo c. 20 minuti dal Passo del sinistra su questa Cengia Superiore, poi Cristallo, a un evidente muretto di sassi, l’abbandona e sale a destra lungo una

38 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:51 Pagina 39

che porta di nuovo sulla cresta S del che una paretina alta circa 3 m, monte, all’altezza di una larga cengia e considerata come “passaggio chiave” sotto un caratteristico salto di roccia della salita e caratterizzata da piccoli giallastra. ma solidi appigli, in alcuni punti lisciati Come punto di riferimento successivo si dall’uso nel corso degli anni. scorge, in alto e a sinistra, un bel La si affronta da sinistra verso destra (II pilastro di rocce rossastre, sulla cui e III), trovando all’uscita un buon chiodo cresta di destra passa la via di salita. di assicurazione e più a destra una bella Da questa larga cengia si prosegue a clessidra (utili entrambi per destra per circa 10 metri (muretto di un’eventuale discesa in corda doppia). sassi, freccia rossa) e si sale a sinistra Oltrepassato questo passaggio, si lungo un canalino roccioso. Si rimonta prosegue verso l’alto su facili gradoni di questo canalino, poi su direttamente roccia a tratti friabile, mantenendosi sul lungo lo spigolo per qualche metro, filo o subito a ridosso della cresta quindi a sinistra dello stesso (bolli) e sommitale (I e II), là dove questa forma infine di nuovo a destra, sino a il dorso di quel bel pilastro di dolomia raggiungere il cosiddetto “Bastón del rossastra di cui si è accennato sopra: in Ploner”, un aereo terrazzino formato da breve, con percorso facile e intuitivo, si

Qui sopra: In cresta, sopra il “Bastón del Ploner”.

A destra: In discesa verso il Passo del Cristallo, all’altezza di un caratteristico “fungo di roccia”.

rampa di ripide rocce. dall’aereo spigolo meridionale del un lastrone piatto, dove arriva da destra traversa su cresta sassosa e si La via comune oggi più seguita si monte (sul quale fanno bella mostra un la via originaria di Grohmann e raggiunge la soprastante cima. mantiene invece su questa Cengia bollo di vernice rossa e un ometto di compagni, e sul quale si narra che Superiore per spostarsi con una lunga sassi). Tra questo pulpito e lo spigolo si Georg Ploner (albergatore di Carbonín) DISCESA: a ritroso lungo la via normale traversata inizialmente in quota, su frappone una repulsiva rientranza della avesse dimenticato il suo “alpenstock” di salita, in arrampicata libera o facile terreno, in direzione dell’evidente parete, caratterizzata da un colatoio durante un tentativo di salita. usufruendo di alcune calate in corda “fungo di roccia” sopramenzionato. centrale, delimitato lateralmente da tetti Da questo lastrone si prosegue lungo il doppia (ore 1.30-2 sino al Passo del Questo caratteristico pinnacolo (punto di di roccia giallastra. soprastante spigolo (o subito alla sua Cristallo). riferimento molto importante) lo si In bella esposizione, su roccia destra), sino a portarsi ai piedi di un alto Fabio Cammelli aggira dal basso, con un traverso a apparentemente difficile ma ricca di salto roccioso. Si hanno ora due (Sezione di Vipiteno saliscendi: scavalcata infatti una appigli (II), si contorna questa possibilità: - CAI Alto Adige e GISM) forcellina, ci si cala per alcuni metri su rientranza, si traversa sotto un a) si sormonta direttamente questo alto facili gradoni, per poi continuare in caratteristico soffitto strapiombante e si gradone, arrampicando su roccia a tratti salita su cengia ghiaiosa. Quando punta direttamente al vicino spigolo. esposta e friabile, sino a giungere BIBLIOGRAFIA questa s’interrompe, si prosegue a Raggiuntolo (ometto e muretto di sassi; all’altezza della “Lasta”; - Berti Antonio, “Dolomiti Orientali”, destra e si riprende quota su roccette entusiasmante vista su Cortina b) si scende leggermente a destra su Volume I - Parte 1ª, Collana Guida dei ben appigliate, sino a portarsi di nuovo d’Ampezzo/Anpezo), si sale con bella larga e facile cengia, sino a portarsi Monti d’Italia, CAI-TCI, Milano, 1971; su una comoda e larga cengia, avendo arrampicata direttamente lungo lo sotto un ampio canale di facili gradoni - Fornari Antonella, “Cuore di Cristallo. questa volta il “fungo di roccia” ancora stesso, per poi proseguire in un facile (vecchi tronchi di legno risalenti alla Sulle vie e i sentieri della memoria nel alla stessa altezza ma alle proprie canalino: alla sua sommità (terra rossa), Prima Guerra Mondiale), che si Gruppo del Cristallo”, Edizione Grafica spalle. si scavalca una forcellina, si scende a risalgono in direzione della soprastante Sanvitese, San Vito di Cadore, 2001; Seguendo questa cengia, si obliqua in sinistra (sul versante W) di circa 2 cresta, sino a portarsi all’altezza della - Jankovics Marcell, “Lettere dall’altro salita verso sinistra e si arriva a un bel metri, per poi continuare su facili “Lasta”. mondo”, Le Alpi Venete, Primavera- pulpito panoramico, a breve distanza gradoni e lungo una traccia di sentiero Questa cosiddetta “Lasta” altro non è Estate, 2002.

39 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:51 Pagina 40

P ARCO DEL POLLINO Lungo i crinali

Testo e foto di Mimmo Pace di Montea La carovana del C.A.I. si muove.

menti di giovani e vigorosi Loricati, tra- piantati dal Pollino come per incanto, che qui hanno trovato il loro piccolo paradiso. Aquilegie e orchidee selvatiche ornano le verdi radure … peonie, orchidee, gigli tigrini, felci e mille altre essenze arbusti- ve e florali impreziosiscono il sottobosco. Grappoli di coccinelle trovano rifugio quassù dalle disastrose “guerre antiparas- sitarie” della pianura! Non di rado puoi ammirare l’aquila vol- teggiare alta sugli aspri dirupi, o percepi- re il colpo d’ala del falco pellegrino. Alle sue pendici, faggi centenari toccano il cielo … una quiete senza fine ti circon- da … s’ode a tratti il toc-toc del picchio riecheggiare nella cupa foresta … e lo Montea, veduta generale. stormire delle fronde quì si avverte come il respiro del Cosmo!

ulla vetta di Montea, la più bella cui si apre un magnifico arco naturale … ed aspra montagna del Parco un faggio gigantesco, alla ricerca di luce e Nazionale del Pollino, un mez- di sole, si è allungato tanto da trapassarne S zodì di maggio, sventolava la la volta! bandiera di “Summit for Peace”. Incedendo nella folta foresta, poco più L’aveva portata su con sé un folto gruppo avanti, appare un enorme fungo di pietra delle Sezioni C.A.I. “ e foggiato dal tempo, che si regge come per Castrovillari”, per la prima giornata italia- incanto su di un esile peduncolo, la Tavola na di una “Cima per la Pace”. dei Briganti; preferiamo non proporne L’escursione resta legata a tale finalità, l’immagine, poiché da qualche tempo è ma è stimolo e occasione per illustrare e mutato il suo aspetto : è stata cementifica- far conoscere questa fascinosa montagna ta, si pensi, e imprigionata fra tiranti d’ac- di . ciaio! Percorreremo insieme i suoi crinali attra- Le sorprese non mancano neppure lungo verso uno spettacolare saliscendi che si l’inesauribile e tormentato crinale di vetta svolge tortuoso e interminabile in un … ecco apparire, appena sotto la linea di ambiente variegato e mutevole e che offre cresta, il “Dito del Diavolo” : così è cono- mille spunti per ammirare, contemplare, sciuta nel paesino di S. Agata d’Esaro, riflettere, stupirsi, rinnovarsi interiormen- una inquietante formazione calcarea te. Già alle sue pendici, la Natura è in modellata dall’erosione e in equilibrio vena di stranezze … ecco la Pietra instabile. Portusata, un grandioso monolito entro Sul nostro cammino, straordinari insedia- 40 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:51 Pagina 41

grafico ne mostra l’intero percorso a piedi. La folta carovana del C.A.I. si muove … e siamo in cinquanta a partecipare, tra le Sezioni di Reggio Calabria e Castrovillari. Parte del gruppo ha accelerato l’andatura e sembra intenzionato a prendere le distanze … ma è soltanto ansia e voglia di tuffarsi subito nell’avventura. La fitta vegetazione del verde costone che risaliamo, a tratti si apre e consente la fruizione di splendidi scorci sulla valle dell’Esaro, la Catena Costiera e la Sila. Si prosegue nell’ascesa e dopo una buona ora il crinale è raggiunto … bisognerà ora percorrerne l’affilata cresta in un andiri- vieni di interminabili saliscendi.

Qui sopra: Loricati e faggi tra gli aspri dirupi di vetta. Lungo le porzioni sommitali dei suoi fian- chi scoscesi, allignano connubi forestali Foto sotto: Su per il crinale di vetta. d’eccezione … il pino nero è misto al fag- gio, all’acero, al pino loricato, al tasso, A destra: L’arco naturale nel monolito di Pietra all’agrifoglio e all’abete bianco. Portusata. Più su, nudi, ripidi canaloni e crinali fra- stagliati, brulicanti di monumenti di roc- cia dalle forme bizzarre e cosparsi di relit- ti arborei calcinati dal sole. Quando l’aere è terso, si godono visioni d’incanto sul tondeggiante Massiccio Dall’alto di un ciglione a strapiombo si della Mula, sulla veste ramata delle fag- offre un incomparabile scorcio sulla sel- gete senza tempo della Dorsale del vaggia e verdissima valle del Fiume Rosa, Pellegrino, sulla lontana Catena del col Varco del Palombaro, tappa importan- Pollino … mentre lo sguardo incredulo te della antica “Via del Sale”, che con- corre, perso su distanze azzurrine e sulla giungeva l’entroterra ai porti del Tirreno. costa, su … su, fino a Capo di Palinuro. La prima cima di Montea è ora ben visibi- Non v’è, nel Parco, montagna tanto sel- le, incastonata tra cangianti pennellate di vaggia e che associ caratteri così mutevo- verde. La testa del gruppo ha guadagnato li come Montea: cammini su dolci radure la sommità dell’ennesimo “groppone”, al erbose … e d’un tratto ti si apre davanti di là del quale una sorpresa l’attende … un dirupo vertiginoso … ti senti giunto in un totem di pietra è lì, proteso sul dirupo vetta e dopo un attimo la scorgi ancora a far da sipario a un maestoso loricato. così tanto lontana da sembrarti quasi Volgendoci indietro, l’occhio impatta in irrangiungibile … forse è una montagna vistosi contrasti cromatici … il verde stregata, questa! tenero dei faggi appena sbocciati spicca Ma … ritorniamo alla nostra escursione; sulle sagome scure delle schiere di pini ci troviamo alla Fontana di Cornia, pro- loricati che popolano le cime più alte e prio ai piedi di Montea: lo stralcio carto- impervie.

41 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:51 Pagina 42

Qui accanto: Il Dito del Diavolo.

Sotto a sinistra: Cime di Montea: tavolozza primaverile.

Qui sotto: Montea: cartina del percorso.

La prima vetta di Montea incombe ora su di noi… ma la seconda, quella vera, si profila ancora lontana; una pioggia dirot- ta e un vento tagliente ci affliggono, ma compimento della missione. I segni della presenza dell’Uomo sono non ci scoraggiano… al contrario, ci spro- Poi, sotto una pioggia incessante, giù alla lontani e così poco distinti: il rumore nano a proseguire l’avventura. spicciolata, sulla via del ritorno, con nel della “Civiltà” che tumultua in nome del E allora avanti ancora per scoscese forre cuore la gioia di aver vissuto quest’ “Progresso”, non giunge fin quassù, solo selvose e desolate pietraie, aggirando avventura e poterla narrare! in questi luoghi solitari ed arcani si riesce aerei e selvaggi bastioni di roccia e supe- Montea, per concludere, non è una mon- ad avvertire, almeno per attimi, un distac- rando passaggi obbligati su pericolose tagna per turisti, ma solo per i veri patiti co dalle vicende del mondo, alla ricerca scarpate. dell’avventura, delle emozioni e della di quell’equilibrio interiore, che costitui- Finalmente tocchiamo la vetta… c’è solo natura selvaggia; è questa una delle poche sce il cardine della nostra esistenza. il tempo per una foto ricordo e per parte- montagne, se non l’unica del Sud, che cipare tutti assieme al rito del dispiega- possa ancora indurre lo stato di “wilder- Mimmo Pace mento dei vessilli, a testimonianza del ness”. (Sezione di Castrovillari) 42 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 43

Concorso fotografico del CAI centrale

a cura di Simone Guidetti 2007

Si conclude con questo numero della Europa Paesi extraeuropei Rivista del CAI la rassegna delle foto vincitrici del Concorso fotografico “Da valle a cima”. Considerato il suc- cesso e l’interesse riscontrato, si auspica che tale iniziativa possa essere riproposta anche in futuro. Vengono di seguito presentate le foto vincitrici relative alle Sezioni: Europa e Paesi extraeuropei. Per ciascuna delle foto è riportato il titolo, una descrizione di massima ed Il monte dell’Arca. Monte Ararat ripreso dal Nevado Artesonraju. Cresta Nord e Versante Ovest il nominativo dell’autore. monastero di Khor Virap in Armenia. Foto Giovanni del Nevado Artesonraju (6025 m). Foto Andrea Un sentito ringraziamento a tutti i Scaramuzzino. Bonizzoni (nome autore: Mataburro). partecipanti.

Pietra ed acqua dal Montenegro. Montenegro - Bolivia - Lago rosa. Bolivia - lago rosa nei pressi del Rijeka cnojevica. Foto Giuseppe Paderni. Salar de Uyuni. Foto Andrea Motta.

Alba sulla Vignemale. La Vignemale (3298 m) vista Ruwenzori, tra pioggia, fango e sudore. dal rifugio Oulettes de Gaube - Pirenei Centrali, Agosto Un momento della salita al Ruwenzori (5519 m), 2007. Foto Gaia Tretto. dal rifugio Mahangu al rifugio Kyondo Anno 1990. Foto Onofrio Di Gennaro. set./ott. 2008 43 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 44

44 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 45

45 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 46

46 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 47

47 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 48

48 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:53 Pagina 49

49 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:54 Pagina 50

Paine el gordo, el flaco

di Rolando Larcher, Elio Orlandi y l’abuelito e Fabio Leoni

Qui sopra: Preparando il materiale.

A sinistra: Larcher e Leoni verso l’attacco.

A destra: La parete Est della Torre Centrale del Paine.

appaga rifuggendo spesso nei sogni, ine- pensieri in una dimensione quasi fatta di sauribile terra di fantasie e moltiplicatori assenza di tempo. di illusioni, e respiro ancora un profondo Nessuno nasce sotto una buona stella, desiderio di realizzare. semplicemente a volte siamo solo incapa- A volte mi accorgo di rimanere con i ci di guardare bene il cielo, e di cieli stel- sogni mezzi aperti senza poi cercare nem- lati e non, da queste parti nel corso degli meno di capire se mai avranno un termi- anni, ne ho già visti parecchi: alcuni ne… come a frugare nell’incertezza di un (pochi) profondi e punteggiati di miriadi inconscio che non vuole più ritrovarsi per di stelle, altri (molti) solitamente oscuri di timore quasi di definire l’infinito. nubi e cupi di tempesta, dove perfino le Come è strana e curiosa la vita con le sue stelle sembravano essere senza cielo. sorprese e le varie imprevedibilità, e se è Per buona sorte, e cosa veramente insoli- vero che la stessa vita rispecchia tutto ta, in questo ultimo periodo abbiamo già quello che si è in grado di fare, il ritrovar- vissuto un qualche crepuscolo reso libero mi a distanza di ventidue anni su questa dal vento; quindi ora ci appare ancora più parete con ancora tutti i pori della pelle che giustificabile il pur minimo azzardo di dilatati per raccogliere ogni emozione che ottimismo. una grande avventura può dare, tutto que- Non abbiamo voluto portare con noi la sto, ma proprio tutto, mi da la netta sensa- certezza dei bollettini meteo di internet e Curiosa la vita... zione di rivivere un sogno già vissuto. la sicurezza delle sue finestre di bel tempo di Elio Orlandi Ogni viaggio è un po’ come rinascere annunciate, né telefoni satellitari per ren- un’altra volta. Più si ricercano nuove dere partecipi virtualmente, in tempo Mi sono lasciato alle spalle chilometri di esperienze ancor più si rinasce e si colti- reale a quindicimila chilometri di distan- certezze senza sapere dove poteva andare vano la fantasia e la conoscenza di sé stes- za, i curiosi di turno abituati ai “reality a sbattere la mia curiosità, così anche i si e degli altri… e l’unicità di questi show” alpinistici ed attirati dai “gossip” vuoti di memoria continuano a riempirsi momenti è così intimamente coinvolgente mediatici. di conoscenza. La sete di avventura si da sentire proiettati il mio essere ed i miei Preferiamo viverla fino in fondo questa 50 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:54 Pagina 51

incertezza perché è sinonimo della natura- lità di questo angolo di pianeta, adattando le nostre ambizioni al suo ambiente ed accettando tutte le incognite date dalle difficoltà e dalle variabili del suo clima. Certo è una scelta controcorrente di questi tempi che non assicura certezze, però a noi appare come il sale che dà il sapore della vera genuinità alle salite di un certo spessore: il giusto valore che dovrebbe rappresentare la base del rapporto di equi- librio tra l’uomo e la montagna, fatto di passione, rispetto, spirito di adattamento e serenità. Ogni giorno che viviamo su questa gran- de parete ha il sapore dell’effimero, momenti in precario equilibrio lungo i tratti dell’imprevedibilità. Istanti dove il vento può giocare d’improvviso il suo ruolo da giustiziere sconvolgendo l’aria d’insicurezza e l’atmosfera verticale nel- l’anticamera di un grande incubo. Personalmente preferisco l’uomo all’alpi- nista, la semplicità del buon senso alla complessità delle polemiche, la sincerità della passione alla falsità del successo, il senso della misura e del rispetto all’inso- lenza dell’arroganza. Questa è una storia che può sembrare simile a mille possibili altre storie, ma rimane comunque unica nel suo spazio temporale nel quale viene vissuta. Per me questi sono davvero giorni specia- li dove sento le emozioni rincorrere i ricordi e lo sguardo, continuamente in fuga, scivolare di lato lungo quella linea immaginaria che molti anni fa avevamo voluto chiamare “Magico Est”, semicela- ta tra le pieghe di questa immensa parete. Come un filo sottile che tiene legato il cervello sospeso sul passato, mi pervade una sensazione di raro privilegio, un intreccio di pulsazioni emotive nel rivede- re a poco meno di una settantina di metri Sopra: Rolando sulla sinistra il suo impressionante profilo Larcher sul verticale, nel riconoscere gli esili punti quarto tiro. dei vari bivacchi sperduti in quell’oceano di granito e, durante l’intera salita, avere la netta sensazione di coinvolgere tutti i sensi in un grande festival di emozioni: vedere lo stupore negli occhi degli amici; sentire trasformata la loro considerazione in espressione di ammirazione; annusare nell’aria la stessa incertezza nella riuscita data dall’imprevedibilità del tempo; toc- care un vuoto così totale ed a tratti capace Qui accanto: di togliere il respiro; gustare la stessa Fabio Leoni gioia sul punto più alto dove ormai non sul nono tiro. c’è più nulla da scalare. 51 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:54 Pagina 52

Qui accanto: Casa dolce casa: la portaledge utilizzata negli 11 giorni di permanenza in parete.

Sotto: Larcher sul 17° tiro.

nuova difficile via senza il segno di una traccia finale, ed un sogno improbabile realizzato a sorpresa. E ancora Fabio, oltre ad essere passato sul Cerro Catedral accompagnato dal “Volo del Condor”, dopo avere realizzato il suo “Lungo Sogno” sulla Torre Sud e ricarica- tosi di “Adrenalina Verticale” sulla Torre Nord, cullava da tempo in cuor suo quel lontano desiderio di mettere le mani, piedi

Che dire, se non riconoscere che è stata si per il verso giusto, la decisione di met- veramente una gran bella via quella salita tere le mani sull’”ancora possibile” rima- realizzata con Maurizio Giarolli ed sto sulla Torre Centrale del Paine era Ermanno Salvaterra su questo versante di maturata momentaneamente già l’anno parete che in quegli anni era ancora ine- scorso quando, di ritorno con la giusta splorato. Una visionaria primizia di stile e ricarica di entusiasmo dalla nostra splen- coraggio ancora adesso capace di procu- dida “Osa ma non troppo”, appena realiz- rarmi quel tipico effetto d’incredulità nel zata sulle verticalità dello semisconosciu- notare le impressionanti placconate sovra- to Cerro Cota 2000, Rolly, compiendo un state da quella fuga di strapiombi che a giro conoscitivo nella valle del Rio noi era toccato affrontare e superare tor- Ascencio, si era lasciato inevitabilmente mentati dal vento, dalla neve e dalla pol- ammaliare dall’elegante estetica di quel vere di ghiaccio. gigantesco missile di granito chiamato Ritrovandomi ad arrampicare su questa Torre Centrale e, stregato da quella fugge- roccia dalle linee così perfette ho l’im- vole e slanciata bellezza verticale, ci pro- pressione di stare a vivere contempora- pose l’azzardo di una linea non ancora neamente due realtà separate, divise sola- ben decisa. mente dal passato e dal presente. I com- Breccia subito aperta, colpo andato per- pagni sono diversi, ma la determinazione fettamente a segno e finale prenotato e poi e l’entusiasmo sono gli stessi. Tra i vari scontato per il nostro cervello molto labi- tracciati realizzati su questo granito ora le a questo tipo di emozioni e così, dopo noi stiamo solo ricercando la nostra un altro anno trascorso da sognatori, riec- nuova linea ancora possibile, però stando coci ancora pronti a fare riesplodere il ben attenti a non interferire con i capola- fuoco che alimenta quel folle gioco che si vori esistenti, consapevoli che il vero chiama arrampicata. valore dipende molto anche dal rispetto Non credo ai miracoli anche se a dire il dell’originalità. vero con Fabio qualche tempo fa ne Come ogni cosa che può riempire di abbiamo sfiorato uno o almeno del quasi e cervello da qualsiasi parte anche sulla immenso ogni attimo di vita vissuto con miracolo aveva le sembianze… quando, Torre Centrale. grande passione e capace di lasciarti den- dopo che il vento ci aveva disperso tutto il Quindi, anche per me, quale migliore tro un segno indelebile, non mi sono mai materiale alla “brecha” della Torre Sud, ci opportunità per rispolverare quel deside- dimenticato di quei giorni passati sulla avventurammo con cuor leggero e rio di mitigare l’inguaribile nostalgia che “Magico Est”, ed ora mi ritrovo su questa “Spirito Libero” lungo la parete nord della era rimasta ad aspettarmi latente su questa fantastica torre con altri due amici: Fabio Torre Nord con pochissimo materiale parete da sogno dagli indimenticabili Leoni e Rolando Larcher che, di fatto, non recuperato in prestito da un’altra spedizio- giorni del 1986? sono proprio secondi a nessuno in quanto ne. Non lasciammo nulla lungo i tiri e Ora ritrovandomi spesso a fermare il pen- ad entusiasmo, capacità, forza, bravura e nemmeno le soste attrezzate perché quel siero sull’evolversi di questa ultima sensibilità. materiale ci serviva per assicurarci duran- avventura, mi sale netta la consapevolez- Come spesso accade nelle grandi storie te le filate di corda successive. Casualità za del rinnovato rischio di entrare in che poi fortunatamente vanno ad evolver- della vita: come risultato una inaspettata un’altra nuova fase nostalgica, sicuramen- 52 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:54 Pagina 53

te alimentata dalla grande soddisfazione per il risultato ottenuto, ma soprattutto merito della conferma di quel valore aggiunto propiziato dallo spontaneo rap- porto di affiatamento e di schietta amici- zia che ha caratterizzato la nostra intesa durante tutta l’ascensione. Il fascino del “nuovo” conquista puntual- mente il lato curioso della nostra fantasia e la ricerca dell’inedito, lungo una magica parete come questa, coinvolge ogni stimo- lo di creatività che, rapportato con la genuina importanza dei rapporti umani, è sinonimo di particolare e sicura qualità. In quei giorni trascorsi in sospensione tra roccia e cielo, perfettamente sintonizzati reciprocamente sulla stessa lunghezza d’onda di intenti, abbiamo avuto modo di conoscere molte delle nostre sfaccettature caratteriali e comportamentali che denota- no le distinte personalità, condividendo a mano che salivamo, dentro me cresceva ganza del gesto s’intrecciava con la poten- impegno, fatica e soddisfazione, ma sicura la percezione di stare a realizzare za della loro determinazione. soprattutto apprezzando, rivalutandolo, il qualcos’altro di buono ma soprattutto di Due vere forze della natura con innata valore primordiale e l’importanza anche importante per noi stessi. Considerando la predisposizione alla scalata ed il tutto delle cose semplici. nostra propensione di concepire il ruolo marcato da un entusiasmo contagioso: Quando non era il proprio turno di arram- da capocordata come indole naturale ed quale migliore viatico per ottenere quel picata risultava piacevole lasciare sfuggi- abituati da sempre a praticarla nella sua qualcosa di ancora possibile tra gli spazi re lo sguardo oltre la parete, subendo l’i- massima soddisfazione, il ritrovarsi poi ormai rimasti ristretti e complicati su que- nevitabile incantesimo degli orizzonti per ore in sosta forzata a dare sicurezza al sta grande parete! lontani, liberi da confini; e sembrava non primo di turno risultava talvolta davvero Ogni tanto fa proprio bene affidarsi all’e- finire mai nemmeno quel gran senso di mortificante. nergia esuberante dei compagni: mettere vuoto che ci avvolgeva specie sulla parte Sinceramente, però, mi sembrava quasi il cuore in pace serve anche per rinforzare centrale della torre, dove gli occhi dove- una follia da sprovveduti frenare o limita- la reciproca fiducia e rilassare il cervello. vano continuamente ricalibrare l’esilità re l’esuberanza dirompente di Rolly e di Dopo alcuni giorni a stretto contatto con i delle fessure a strapiombo sul nulla, per- Fabio, per cui, messo da parte qualsiasi segreti e le rugosità della sua roccia, mettendo poi alle mani di praticare l’illu- stimolo di egoismo ed avuta pure la mia anche una grande parete tende a rivelarsi sione della sicurezza ponendo in atto qua- occasione di spellarmi le dita su una diffi- famigliare. lunque forma di raffinatezza e sofistica- cile serie di strapiombi centrali, mi conce- Riesce improbabile sul momento realizza- zione adatta alla progressione. devo il piacere di osservare il loro modo re pienamente l’importanza di qualsiasi Con due compagni così forti poi, e mano di arrampicare, soprattutto quando l’ele- decisione, così come attribuire la giusta valutazione ai gradi ed alle difficoltà, e specie in apertura su terreno ignoto. Tutto questo dipende anche dall’eventualità di Sopra: Il vuoto trovarsi ad affrontare passaggi alterati sopra il Campo dalla presenza del vento, dalle variabili dei Trombettieri. del clima e condizioni della roccia. In questi giorni di permanenza in parete, di sorprese ne abbiamo avute più di una date dai capricci del solito clima imperfet- to, troppo abituato a scompigliare qualun- que progetto e ad indebolire qualsiasi determinazione. Anche questa volta non siamo rimasti immuni dalle varie imprevedibilità tanto che, quando la sera si presentava l’ora di mettere a riposo i muscoli, il cervello già andava da sé a proiettarsi all’indomani, Qui accanto: preoccupato di come sarebbero cambiate Rolando Larcher le condizioni ambientali e, di conseguen- sul 20° tiro. za, di come avremmo trovato la roccia. 53 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:55 Pagina 54

L’apprensione che ci bloccava lo stomaco nei dormiveglia che separavano i due giorni di sosta forzata nel “portaledge”, ci ha fatto soprattutto comprendere quanto fosse sempre grande la nostra fragilità. Dava un raro effetto di agghiacciante impotenza subire quella situazione di pre- caria instabilità dove pareva che lo stesso universo ci crollasse addosso e, l’impres- sione che il vento strappasse tutto dalla parete, l’ossessionante mulinare dei pezzi di ghiaccio e la paura di essere presi per bersaglio, il rumore delle scariche che rovinavano di lato, la sensazione di essere abbandonati al proprio destino, procurava

Leoni e Orlandi salgono lungo le fisse.

Leoni, Orlandi e Larcher in vetta.

Larcher con il gagliardetto delle Fiamme Oro.

Momenti di intese silenziose e di ricerca interiore, di ricchezza e sobrietà di stile, di passaggi concepiti ed azzardati in arram- picata libera ed altri obbligati al metodo della tecnica. Attimi di sofferenza soppor- tata e di gioia incontenibile sospesa nel- l’aria e poi dispersa dal vento. La sensazione del vuoto assorbe molte energie ed il nulla sotto i piedi restituisce profonde emozioni delle quali, però, riesce difficile darsi realmente un perché. La continua ricerca della possibile legge- rezza, la tendenza di rendersi sempre meno dipendenti dalla forza di gravità, il inesorabilmente quella strana voglia di più totale solitudine. Durante una qualun- piacere di sentirsi fisicamente sospesi lasciare tutto e fuggire. que salita, il riuscire magari ad immagina- nello spazio, il gusto di sorprendersi libe- Al mattino, come d’incanto, i primi raggi re lo sviluppo delle incognite che potreb- ri nei movimenti e nella fantasia; queste si di un sole ancora indeciso rompevano bero presentarsi più avanti, stimola non potrebbero considerare solo alcune tra le l’incubo, asciugando l’aria impregnata di poco la fantasia di qualsiasi arrampicatore spiegazioni plausibili. umidità e riscaldando la necessità di abituato a ricercare il nuovo. Poi, come in un disegno predeterminato, riprendere i movimenti. Almeno per alcu- Conoscere l’ignoto certamente rendereb- ecco la possibilità di beneficiare di un ne ore tutto sembrava ritornare vagamen- be le cose più sicure e semplici, però per ultimo giorno di tregua, di eludere il vento te alla normalità e poi, prima che il vento buona sorte dell’avventura, questo rimane ed, approfittando inconsapevolmente ritornasse con i suoi scherzi sottili, rima- solo un pensiero astratto, una specie di anche di un sorprendente ed irrefrenabile neva il piacere di sentire le mani ritoccare alchimia impossibile che porterebbe la impulso di “turbolarcherite” ad alto la roccia, i piedi riprendere a scalpitare, prevedibilità troppo complice dell’ovvie- potenziale adrenalinico, finalmente rag- gli occhi frugare in alto per carpirne i tà, tanto da ridurre a perdere il gusto della giungere quell’apice che rappresenta la segreti, la testa riordinare propositi e con- ricerca, soffocando anche il pur minimo soddisfazione di realizzare e completare centrazione. stimolo di creatività. un lungo sogno, con la consapevolezza di Contrasti di un mondo lontano, contraddi- Nel cuore di questa grande parete abbia- non avere fatto una nuova via solamente zioni di una passione che tende sempre a mo seguito il nostro percorso naturale in per riempire uno spazio su questa grande coinvolgere anche l’anima, imperfezione pieno isolamento: solamente noi e la roc- parete, bensì avere colto un’altra occasio- di una natura che non conosce compro- cia. Giorni trascorsi a crescere le speranze ne di completare la nostra vita di una ulte- messi, né condizioni, né regole e che, di concludere un viaggio difficile ma este- riore esperienza che ci ha intrigati profon- però, a noi ha riservato il raro privilegio di tico, amando e odiando il sole, la pioggia, damente di emozioni, sensazioni e valori. godere anche dei suoi infiniti silenzi nella il vento, la neve e la polvere di ghiaccio. Elio Orlandi 54 CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:47 Pagina 55

Adios, Torre Central di Rolando Larcher

Salite di questo genere, non si realizzano Solo ritornando a valle, nella civiltà, lenta- interiormente arrivando in cima, né tanto- mente il corpo si rigenera, la mente si rilas- meno ritornando alla base. sa e, altrettanto lentamente, si viene pervasi Si è contenti, ma è una gioia sottile, si è di una profonda dolce sensazione d’appa- troppo impegnati fisicamente e psicologi- gamento, di gioia, di senso compiuto. camente nel rientro alla sicurezza per Un inebriante nettare, che fluendo, forti- gustarne il reale valore. fica ancor più la nostra grande amicizia. Subentra anche l’inevitabile adattamento Una sensazione bellissima che cresce al umano alle condizioni ostili. Vivere in rimpicciolirsi della meta raggiunta, parete diviene cosa normale, trasformando riflessa negli specchietti della jeep che si quasi in un’ovvietà l’immensa fortuna di allontana. raggiungere la vetta. Adios, Torre Central.

La via: El Gordo, El Flaco y L’Abuelito Torre Centrale del Paine - parete est - Parco Nazionale Torres del Paine - Cile Via nuova aperta, in stile capsula, con 14 giorni d’arrampicata di cui 11 consecutive in parete, dal 29 gennaio al 8 febbraio 2008. Vetta raggiunta il giorno 7 febbraio alle ore 19.00 Apritori: Elio Orlandi, Fabio Leoni, Rolando Larcher Sviluppo: 1200m Difficoltà max in libera: 7a+ Difficoltà max in artificiale: A3+ Difficoltà obbligatoria: 6b+ Materiale per una ripetizione: una serie di stopper, 2 serie di camalot fino al nr°4, tripli dal nr°0,5 al 2, due serie di microfriends, chiodi ed alcuni birdbeack da integrare nei tratti artificiali. Tutte le soste sono attrezzate. La via propone una difficile arrampicata libera ed artifi- ciale. I primi 500 metri sono stati superati completa- mente in arrampicata libera, aiutandosi solamente con qualche resting. I 200 metri successivi, sopra al campo dei “Trombettieri”, sono stati saliti quasi esclu- sivamente in artificiale. Il resto con un misto di libera- artificiale, con una netta predominante della prima, nonostante il clima rigido e ventoso e la brutta sorpre- sa nello scoprire, che le stimate belle fessure della parte alta, erano cieche e repulsive.

Per i materiali si ringrazia: Scheda tecnica La Sportiva, , la ditta Asber con RIRI Montura per Elio Orlandi e Rolando Larcher La Spedizione denominata “Progetto Centrale”, Salewa per Fabio Leoni patrocinata dal Club Alpino Accademico Italiano, ha raggiunto l’obbiettivo prefissato, aprendo un nuovo difficile itinerario sulla parete est della Torre Centrale del Paine. In alto: Adios Torre I componenti della spedizione sono: Central! Elio Orlandi: Guida Alpina, vive a San Lorenzo, veterano delle cime patagoniche, con moltissime vie nuove all’attivo, una su tutte “Linea d’eleganza” al Fitz Roy, candidata al Piolet d’Or 2005. Fabio Leoni: Accademico del CAI, vive a Pergine, Sopra a sinistra e a comproprietario dell’attività commerciale Vertical World destra: Tracciato e Sport, per la undicesima volta in Patagonia con molte relazione della via. vie nuove all’attivo, ma anche realizzazioni a Baffin ed in Alaska. Rolando Larcher: Accademico del CAI, vive a Mattarello, poliziotto alla questura di Trento, alla sua terza esperienza patagonica, ha aperto vie in Marocco, Qui accanto: Elio Madagascar, Messico e Turchia. Orlandi sull’11° tiro. 55 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:55 Pagina 56

ALPI GRAIE Tra

Testo e foto Vanoise di Marco Blatto e Gran Paradiso

Nei pressi del gruppo delle Levanne, si incontrano al loro estremo limite due importanti parchi europei: quello italiano del Gran Paradiso e quello francese della Vanoise. Qui si delinea anche un notevole nodo orografico che separa tre valli, due delle quali piemontesi e una savoiarda. Se i con- fini dettati anche da una catena di spartiacque di prim’ordine, le separa-

Sopra: Stambecco al Colle della Piccola. Qui accanto: Colle perduto tra Levanna orientale e Levannetta. Sotto: Lago del Dres.

56 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:56 Pagina 57

Le tre Levanne dai Laghi Bellagarda. Le caratteristiche “dune” glaciali del Col du Grand Mean.

no oggi nelle rispettive realtà geografi- recarsi a Bonneval Sur Arc comuni- che, sono invece i secoli di storia e di cando con i vicini francesi da “patoi- scambi commerciali, così come la sant”. lotta per la liberazione dal nazifasci- Nei millenni, la progressiva demolizio- smo, a tesserne un comune e indis- ne degli antichi circhi glaciali, soprat- solubile legame. A tutto ciò si aggiun- tutto sul versante italiano, non ha ga la condivisione di una parlata di determinato agevoli vie di comunica- base franco - provenzale, che fa sì zione naturali come colli o passi. Gli che gli abitanti dell’alta Valle dell’Orco accessi al versante mauriennois sono e della Val Grande di Lanzo possano quindi quasi tutti alpinistici e praticabili solamente in limitati periodi dell’anno. Il pianeggiane e tranquillo Glacier Tuttavia di lì passarono gli scalpellini des Sources de l’Arc emigranti della Val Grande, che cerca- rono la fortuna d’oltralpe lavorando come ardoisier, oppure i partigiani della Valle dell’Orco per trovar salvez- za tra i loro compagni maquis, quan- do vi era il rischio che i passi più conosciuti risultassero presidiati. Questa è la proposta di una settimana diversa, affrontando un’alta via d’altri tempi e praticando un escursionismo di grande impegno. È l’occasione per vedere da vicino montagne delicate e difficili, che videro all’opera nella seconda metà dell’Ottocento leggen- darie guide francesi, alpinisti inglesi, nonché il fior fiore dell’allora nascente élite torinese di esploratori.

57 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:56 Pagina 58

Generalità

Accesso alla Valle dell’Orco Da Torino: - Lungo la tangenziale nord in direzione dell’Aeroporto di Caselle, prendendo l’uscita 3 per Gran Paradiso, Valli del Canavese e SS 460 di Ceresole Reale. Lungo quest’ultima si raggiungono Rivarolo Canavese, Cuorgné e Pont Canavese. Si risale la Valle dell’Orco oltrepassando Sparone e Locana, indi giungendo a Noasca e a Ceresole Reale. - Con l’autostrada A5 Torino - Aosta con uscita a San Giorgio Canavese, da cui si segue la strada statale per Castellamonte Cuorgné e Pont Canavese all’imbocco della Valle dell’Orco. Da Milano: - Con l’autostrada A4 Milano - Torino, utilizzando il raccordo A4 - A5 Milano - Cartografia Istituto Geografico Centrale Via Prati, 2 - 10121 Torino. Aosta. Si segue l’A5 fino ad Carta n° 2 “Valli di Lanzo e Moncenisio”. Nulla osta alla riproduzione L ’itinerario Ivrea dove si esce, n° 02 del 21/02/2008. imboccando poi la SS 560 PRIMO GIORNO: per Strambinello, Giulio Berutto - Lino Locale invernale: 20 da Ceresole Reale, Fornelli: Alpi Graie Apertura: sempre aperto Castellamonte e Cuorgné. località Fonti Periodo consigliato: Meridionali; Guida dei Monti Gestione: da aprile a metà settembre Rifugio Vittorio Raffaele Leonesi Minerali 1494 m Il periodo migliore per d’Italia; CAI - TCI 1980, al Rifugio Vittorio 2909 m affrontare l’haute route Marco Blatto e Umberto Raffaele Leonesi Località: canalone del Colle Perduto proposta va generalmente 2909 m Bado: Valle dell’Orco, guida Proprietà: Cai Sezione di Torino dalla fine di maggio alla fine escursionistica; Posti letto totali: 12 Dislivello: 1415 m di luglio. Oltre tale periodo, i L’escursionista Editore 2008 Apertura: sempre aperto Difficoltà: EE ripidi canali d’accesso agli Rimini. Gestione: non gestito (per l’uso del Tempo di percorrenza: ore 4 apparati glaciali risultano in Rocciamelone, Uja di rifugio informarsi presso il Cai Sezione di Torino). cattive condizioni, con fondo Ciamarella Le Levanne Alte Note: tappa di avvicinamento all’alta Rifugio Paolo Daviso 2280 di vetrato o ghiaie smosse; Valli di Lanzo; carta n° 103 via vera e propria, che si svolge Località: vallone della Gura aumenta inoltre di gran lunga serie Monti 1:25000; Istituto Telefono: 0123 506749 interamente all’interno del Parco il pericolo di caduta pietre Geografico Centrale - Torino Proprietà: Sezione di Torino - gestione Nazionale del Gran Paradiso, al dalle pareti circostanti, Valli di Lanzo e Moncenisio; Cai Sezione di Venaria Reale cospetto del maestoso versante considerando che l’intero carta n° 2 serie Valli; Istituto Posti totali: 18 settentrionale della Levanna Orientale gruppo è costituito per lo più Geografico Centrale - Torino locale invernale: 6 posti 3555 m e della Levannetta 3439 m da gneiss scistosi. Valle dell’Orco; carta n° 14 Apertura: sempre aperto Attrezzatura 1:25000; L’escursionista & Gestione: dall’ultimo sabato di luglio Raggiunta la frazione Prese di Ceresole consigliata: alla prima domenica di settembre. Nei Monti - 2007 Rimini. Reale, poco prima di una serie di Corda, piccozza e ramponi; fine settimana, da metà giugno all’ulti- tornanti, voltare a sinistra seguendo le mo sabato di luglio e dalla prima dome- indicazioni per le Fonti Minerali e utili il casco e qualche vite da Punti di Appoggio: nica di settembre a metà settembre scendere fino al torrente Orco che si ghiaccio Refuge des Evettes 2590 m Cartografia e guide: Bivacco Fassero - Soardi 2297 m oltrepassa su di un ponte. Raggiungere Località: Plan des Evettes, Vallée de Località: Pian Giovanot nel vallone di Sea Marco Blatto: 70 normali il Posto Tappa GTA - Via Alpina “Le l’Arc (France) Proprietà: Cai Sez. Uget di Torino Fonti” e lasciare l’auto nell’ampio nelle Valli di Lanzo, collana Tel. 0333 479059670 Posti letto totali: 12 piazzale. Si sale quindi dietro la “In cima”; Blu Edizioni 1998 Proprietà: Club Alpin Français - Lyon Apertura: sempre aperto costruzione lungo una sterrata Peveragno (Cn). Posti letto totali: 65 Gestione: non gestito. (indicazioni per vari segnavia tra cui il

58 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:56 Pagina 59

n° 525 per il Rifugio Leonesi) che in possibile effettuare una calata in corda una evidente depressione roccioso - originando un curioso laghetto nella breve porta all’altezza del muro di doppia sul lato destro del colle (fettucce glaciale. Guadagnarla senza particolari zona ablativa. Reperire degli ometti che sbarramento della diga AEM. Proseguire in clessidre di roccia) e portarsi più in difficoltà e attraversare il ghiacciaio segnalano una traccia che taglia la per la strada asfaltata che costeggia la basso dove la pendenza diminuisce. puntando a un successivo colle (tratto morena e le pendici rocciose del Mont sponda destra idrografica del Lago di Vincere senza particolari difficoltà problematico in caso di nebbia) che si Sèti, scendendo verso il Plan des Ceresole Reale, fino a Villa Poma. Qui si l’eventuale crepaccia terminale alla apre tra la cresta ovest della Punta Evettes. Si incontra una pista segnalata reperisce sulla sinistra il sentiero con i base del canale e raggiungere il fondo Martellot (Roc du Mulinet) 3452 m e la che in breve, dopo aver superato un segnavia 521 - 525 - 526, che sale del ghiacciaio della Levanna. Scenderlo poco definita cresta est della Ouille de ponticello sul torrente che forma la con ampi tornanti fra i larici, tenendo la direzione sud - est, per poi Trievés 3061 m. Per raggiungere questa Cascade de la Reculaz, raggiunge il seguendone le indicazioni (comuni con il abbandonarlo a favore della conca depressione, conosciuta come il Col de Refuge des Evettes 2590 m. segnavia 521) fino all’Alpe Loslà. Di qui detritica che caratterizza la base del Trievés 3050 m, bisogna superare un si prosegue per l’Alpe Trucco 2098 m, versante orientale della Punta Girard. breve ma ripido pendio che richiede QUARTO GIORNO: dove il sentiero 525 procede in ascesa Reperire in breve una traccia più cautela in presenza di ghiaccio vivo dal Refuge des inoltrandosi in un vallone di origine evidente che taglia la morena ora (45°). Evettes 2590 m al morenica (vallone delle Rocce). Nella divenuta più vegetata e che si abbassa La discesa sul versante opposto si Bivacco Fassero parte alta la traccia si mantiene contro fino al Col di Fea 2595 m. Di qui, effettua puntando verso sud - est e Soardi 2297 m le rocce dello zoccolo della Cima delle seguire in direzione sud l’ottimo scavalcando una fascia di rocce non Dislivello: 510 m in salita e 803 in Fasce (nevai fino a stagione inoltrata), sentiero segnalato con bollini di vernice difficili che sbarra il pendio glaciale. Si discesa supera alcune rocce montonate e rossa che conduce in circa 45 minuti al raggiunge il terrazzo roccioso ove è Rifugio Paolo Daviso 2280 m. ubicato il Rifugio Vittorio Raffaele Leonesi 2909 m. TERZO GIORNO: dal Rifugio Paolo SECONDO GIORNO: Daviso 2280 m al dal Rifugio Vittorio Refuge Des Evettes Raffaele Leonesi 2590 m 2909 m al Rifugio Dislivello: 1000 m circa in salita e 650 Paolo Daviso 2280 m in discesa, con notevole spostamento Dislivello: 400 m circa in salita e 1236 Difficoltà: PD m in discesa Tempo di percorrenza: ore 6,30 Difficoltà: PD Tempo di percorrenza: ore 4 Note: Si tratta della tappa più lunga e Note: traversata alpinistica in impegnativa del percorso, ambiente di alta montagna, che interamente in ambiente glaciale. Il richiede un buon senso panorama è grandioso su tutta la dell’orientamento e padronanza del Vanoise e sulle vette del gruppo Gura movimento su terreno nivo - glaciale. - Martellot. Occorre prestare attenzione, a inizio stagione, alla presenza di cornici sul Dal Rifugio Paolo Daviso, risalire per un versante nord - est del Colle Perduto breve tratto il sentiero percorso in Il col de Trieves con il Gruppo della Vanoise sullo sfondo. e su quello est del Passo dell’Arc. discesa il giorno precedente. Giunti a un bivio segnalato, seguire a sinistra le indicazioni per il Col Girard (scritta di raggiunge così il margine settentrionale Dal Rifugio Vittorio Raffaele Leonesi, Difficoltà: F+ vernice rossa su un masso), salendo tra del Glacier du Mulinet, dove a questo entrare nel canale di glacio - nevato che Tempo di percorrenza: ore 4,30 scende ripido dal Colle Perduto e rocce montonate e residui di nevato in punto bisogna risalire leggermente risalirlo al centro con pendenze direzione nord. Portarsi alla base verso monte tendendosi in prossimità Note: La traversata prevede il progressivamente maggiori fino al dell’evidente e ripido canale che scende della costiera di confine italo - francese, culmine, a quota 3290 m (40 - 45°; dal Col Girard, stretto tra la punta costituita dalle vette del gruppo Gura - transito per il Colle di Sea, qualche pericolo di caduta pietre). Detto omonima e la Punta Clavarino 3262 m. Martellot. Questa accortezza ci permette storicamente il passaggio pedestre canale, stretto tra la Levanna Orientale Attaccarlo nel centro, superare a di evitare alcuni grandi e insidiosi più agevole tra Francia e Italia in e la Levannetta, mette in comunicazione sinistra un affioramento roccioso e crepacci che si aprono sul lato questo punto della catena Sea - la Valle dell’Orco con la Vallée de l’Arc. vincere il tratto finale più ripido (45°). occidentale dell’apparato glaciale. Monfret. Il versante savoiardo Lo scivolo di nevato che costituisce il Proseguire con lievi saliscendi, Proseguire sul versante francese sul presenta, secondo le condizioni, più o tranquillo Glacier des Sources de l’Arc, canale di salita, è noto localmente col scavalcare alcuni piccoli crepacci e meno insidie, con un pendio nevoso - facendo attenzione a qualche crepaccio nome di Talentchi ed è tristemente portarsi verso l’evidente Col du Grand nei pressi del colle. Costeggiare la base famoso per i numerosi incidenti occorsi Mean 3214 m. Guadagnarne la sella detritico moderatamente ripido, del versante settentrionale della ad alpinisti sprovveduti che lo hanno culminale e scendere in una curiosa mentre quello italiano è privo di Levanna Orientale e raggiungere affrontato con leggerezza e, soprattutto, valletta dominata da “dune” glaciali. difficoltà. l’evidente depressione compresa tra senza placche antizoccolo ai ramponi. Percorrerla sul fondo in direzione ovest questa e la Punta Girard, depressione Guadagnato il culmine del Col Girard e, appena possibile, superare le “dune” Dal Refuge des Evettes 2590 m. che costituisce il Passo dell’Arc 3197 3034 m, scendere sul Ghiacciaio des in direzione sud scendendo sull’esteso attraversare in direzione sud - sud - est m. Dal facile versante francese portarsi Sources de l’Arc senza la e quasi pianeggiante Glacier du Grand il prativo Plan des Evettes e puntare sul ciglio del breve ma ripido canale che preoccupazione per i crepacci, Mean. Attraversarlo abbassandosi verso verso le morene del Glacier des Evettes. scende dal versante italiano, facendo costeggiando il versante settentrionale ovest, puntando all’incirca alla curiosa Costeggiare un lago morenico e attenzione a eventuali cornici. Se il della Punta Clavarino. La cresta mole triangolare del Mont Sèti 3153 m raggiungere l’ablazione del ghiacciaio tratto finale risultasse eccessivamente occidentale di detta punta si abbassa (nessun crepaccio particolarmente che si risale senza particolari difficoltà ripido per la neve abbondante, è verso il fondo del ghiacciaio, originando insidioso). Qui il ghiacciaio si esaurisce fino a una zona caratterizzata da alcuni

59 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:56 Pagina 60

seracchi. Piegare allora a sinistra e a Ceresole Reale rimontare verso est la cresta morenica località Fonti che caratterizza la sponda destra Minerali 1494 m idrografica del bacino, in corrispondenza Dislivello: 425 m in salita e 1211 in della spalla che scende da un anticima discesa della Punta Bonneval. Guadagnare il Difficoltà: EE plateau superiore del Glacier des Tempo di percorrenza: ore 4,30 Evettes e risalire il pendio nevoso - Note: il percorso attraversa il Colle glaciale (o detritico) che consente di della Piccola 2705 m, antico punto di guadagnare il Colle di Sea 3100 m. passaggio tra la Val Grande di Lanzo Scendere senza difficoltà sui residui del Colle delle Lose con Uia di Ciamarella sullo sfondo. e la Valle dell’Orco, al cospetto della Ghiacciaio di Sea che caratterizzano il Levanna orientale 3555 m. primo tratto del versante italiano, e poi Dal Rifugio Paolo Daviso si percorre il per morene con tracce di sentiero (o sentiero ottimamente tracciato che nevai a inizio stagione) nel valloncello zona delle Alpi occidentali. La discesa scende con qualche facile passaggio di risale in direzione nord fino al Colle di dominato a sud dal Ghiacciaio Tonini e sul versante del vallone della Gura arrampicata (ometti) facendo attenzione Fea 2595 m. Una volta al colle, prestare dalla spettacolare parete nord dell’Uja di richiede un po’ di attenzione a causa al termine a una placca rocciosa un po’ attenzione poco più a monte ai bollini Ciamarella 3676 m. Abbassarsi sulla di qualche passaggio esposto. liscia. Si scende nel canale tra bianco - arancione che segnalano un sponda sinistra idrografica dell’alto Dal Bivacco Fassero - Soardi, seguire in sfasciumi e poi per un piccolo nevaio percorso a mezza costa. Questo fino a un grosso masso squadrato procede in direzione nord - est, (grande tacca di vernice con freccia di sormontando inizialmente il valloncello direzione). Si perde quota a sinistra per detritico - morenico che si apre a nord un sistema di cenge e poi ci si infila in del Col di Fea. Procedere tra rocce uno stretto foro originato da una stelle montonate e praterie alpine seguendo i addossata alla parete (meglio togliersi lo segnavia talvolta poco visibili in caso di zaino). Continuare per prati ripidi e nebbia. Con lunga traversata fasce rocciose, superando un colatoio e ascendente portarsi sotto le pendici imboccando una stretta cengia a della Cima della Piccola e risalire una sinistra (tratto esposto). La si percorre rampa erbosa che porta in breve al aiutandosi nel tratto finale con un cavo Colle della Piccola 2705 m. Ci si di sicurezza e poi ci si immette in una abbassa ora sul versante della Valle spaccatura con qualche passaggio di dell’Orco (segnavia 521), percorrendo arrampicata elementare, raggiungendo un valloncello costituito all’inizio da finalmente i detriti di falda alla base del grandi massi, fino a raggiungere uno versante. Procedere in direzione nord spalto costituito di blocchi accatastati. fino sul ciglio del canale dalle sponde Piegare allora a destra seguendo degli franose, inciso dal rio di fusione del ometti e dei bollini rossi e scendere per Ghiacciaio sud del Mulinet (Rio un ripido pendio verso il fondo del Bramafam). Attraversare al meglio il vallone, dove in breve si incontra un canale, individuando sulla sponda laghetto a quota 2413 m. Proseguire Scendendo dal Colle delle Lose. opposta un masso con una grossa ancora fino a una zona caratterizzata da tacca di vernice bianco - rossa. rocce montonate e fasce rocciose, oltre Reperire quindi agevolmente il sentiero vallone di Sea (tracce di sentiero e discesa l’ottimo sentiero con segnavia la quale si tocca un pianoro erboso. che percorre l’antica morena di sponda qualche segnavia) raggiungendo infine il 308 fino a un bivio segnalato con Risalire brevemente a sinistra verso un vegetata e che raggiunge il Ricovero Bivacco Fassero - Soardi 2297 m freccia di vernice rossa e scritta “ Passo alpeggio, aggirare un costone e Ferreri 2207 m. Seguire la traccia che delle lose”; abbandonare allora il giungere in vista del Lago di Dres. Non taglia il versante a sinistra, e che in sentiero e salire a sinistra lungo una abbassarsi verso il lago, ma continuare QUINTO GIORNO: breve attraversa il rio proveniente traccia più esile, fino alle rovine del Gias in direzione ovest lungo una traccia dal Bivacco dall’antica soglia glaciale del ghiacciaio della Piatou e del vecchio Rifugio Guido fattasi più vaga; oltrepassare i ruderi di Fassero - Soardi nord del Mulinet. Occorre in questo Rey 2189 m. Fare attenzione alla un alpeggio e quindi toccare la sponda 2297 m al Rifugio punto prestare grande attenzione nel traccia che si perde e piegare occidentale del lago dove si trova un Paolo Daviso 2280 m guado, specialmente se il torrente decisamente a nord seguendo i bollini ottimo sentiero. Esso conduce in breve risultasse ingrossato (ore pomeridiane di vernice rossa. Si risale quindi il all’Alpe Foppa 2089 m e, dopo due Dislivello: 569 m in salita e 586 in estive), poiché questo precipita in una Bacino delle Lose, che nella parte alta è passerelle che attraversano altrettanti discesa vorticosa e ripida cascata. Continuare caratterizzato da un macereto che si ruscelli, guadagna anche l’Alpe Loslà Difficoltà: EEA con percorso a mezza costa (bollini di estende ai piedi dell’Uja di Mombran 2045 m. Scendere nel Vallone inciso dal Tempo di percorrenza: ore 3,30 vernice arancione) e scendere sul fondo 2964 m. Si entra nel canale che Rio Dres e immettersi nel sentiero che Note: magnifica traversata in del vallone della Gura inciso dal rio conduce al Colle delle Lose proviene da sinistra (segnavia 525 e ambiente selvaggio e isolato, dove omonimo. Trovare un punto di caratterizzato da grossi massi, che si 526). Seguirlo fedelmente fino a toccare stazionano branchi di stambecchi e attraversamento idoneo e risalire la evitano tenendosi a sinistra; si rimonta la strada asfaltata che percorre la dove è facile osservare l’aquila reale. sponda idrografica opposta lungo una una cengia rocciosa verso destra (cavo sponda del Lago di Ceresole Reale nei La prima parte del percorso si traccia che, passando sotto alcune di sicurezza) e si esce al culmine della pressi di Villa Poma 1584 m. Di qui si sviluppa in un vallone roccioso - barre rocciose, raggiunge il Rifugio depressione rocciosa a quota 2866 m. raggiunge il muro della diga AEM e detritico caratterizzato da rocce Paolo Daviso 2280 m. montonate e da affioramenti gneissici Ci si abbassa sul versante del vallone quindi la località Le Fonti 1494 m, listati, che originano il toponimo della Gura per rocce accatastate non punto iniziale di partenza di questa Bacino delle Lose: la “losa” è infatti la difficili (bollini rossi), fino a raggiungere SESTO GIORNO: “haute route”. caratteristica lastra di roccia utilizzata il vertice di una parete rocciosa sulla dal rifugio Paolo Marco Blatto per la copertura del tetti in questa sponda sinistra del valloncello. La si Daviso 2280 m (GISM)

60 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:56 Pagina 61

V AL DI ZOLDO

Testo e foto di Giuseppe Borziello Colcervèr

Ho qualche giorno di libertà abitato, fatto di poche case al dal lavoro, fra Natale e sole, su un colle al margine Capodanno, in questo inizio del bosco. Qualcuno mi d’inverno avaro di neve. Ho disse: vedi, quello è voglia di far foto, e ho voglia Colcervèr, il villaggio più di fuggire dalla nebbia della alto della Val Zoldana, ora pianura. Perciò stivo in però è abbandonato e non c’è macchina la mia attrezzatura più nessuno... E mi venne in fotografica, piuttosto mente che di quel piccolo ingombrante (eh sì, resto borgo mi aveva già parlato, affezionato agli apparecchi tanti anni fa, il mio amico tradizionali, a pellicola, e Nevio, che è originario di ancora non mi sono Astragàl ed è rimasto rassegnato a convertirmi al profondamente legato a Fra i tetti spioventi il campanile della chiesa dei SS. Ermagora e Fortunato. digitale...) e, con un viaggio questa valle, anche se la vita tutto sommato breve, l’ha portato ad abitare in città prima meta di questa di legno vecchio, scurito dal raggiungo la valle di Zoldo. e a dividere il suo tempo e i giornata. Da Forno di Zoldo tempo; intrichi architettonici Il mese scorso, dalla Forcella suoi interessi fra l’Italia ed il mi porto a Pralongo e da qui di scale e ballatoi; facciate San Sebastiano vidi, giusto Cile. imbocco con l’auto un’erta ingentilite da trafori, a sotto di me, un minuscolo E così scelgo Colcervèr come stradina che sale a stretti disegnare il profilo di un tornanti nel bosco di faggio. fiore, di un gallo o d’altro Dal Colcervèr vista verso la Gardesana. Un cartello dà il benvenuto a animale. Questi fienili in Colcervèr, riportando anche legno testimoniano la la tradizionale denominazione tradizionale economia del in dialetto zoldano Coz˜olver piccolo borgo, basata su una e specificando l’altitudine, povera agricoltura di che è di 1221 m sul livello montagna e sulla pastorizia, a del mare. Un piccolo slargo differenza di quanto avveniva fra una casa in muratura e in fondovalle, dove era più alcuni fienili in legno mi importante l’attività permette di parcheggiare metallurgica, dedicata alla l’auto. produzione di arnesi in ferro Mi carico dell’attrezzatura e soprattutto di chiodi, che fotografica e mi inoltro fra le venivano venduti nelle città vecchie case e i tabià. L’aria di pianura. è tersa e la luce è ancora Una casa più grande, a tre quella radente del mattino. La piani, con l’ampia e severa fontana fra le case mostra un facciata in muratura volta a luccicante pendente di solatìo e i due focolari goccioline ghiacciate. Assiti emergenti ai lati, è un chiaro

set./ott. 2008 61 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:56 Pagina 62

esempio di “casa dolomitica recente” e risale alla metà del XVIII secolo. La chiesetta, intitolata ai santi Ermagora e Fortunato, fu costruita fra il 1739 e il 1741, per volontà della famiglia Panciera. È a navata unica, con volta a tutto sesto; l’altare è in legno dipinto, gli stipiti delle porte e le acquasantiere sono in pietra rosa di Castellavazzo. Dal tetto in lamiera si eleva un minuscolo campanile di legno, che ospita una sola L’ingresso in paese per il vecchio sentiero che sale da Pralongo. piccola campana e contribuisce a dare maggior slancio alla costruzione. separati dalla Cima della borgo faceva qualche contadino. Accanto a lui un Colcervèr è in bella posizione Gardesana attraverso l’ampia centinaio di abitanti. Nella ragazzo down, che mi guarda soleggiata, alta sulla valle e insellatura di Forcella de le guida di Giovanni Angelini e con i suoi grandi occhi stupiti ai piedi del San Sebastiano Laste; ad oriente gli Spiz di Piero Sommavilla del 1983, è e non dice nulla. Il vecchio (San Bastiàn). Il toponimo ha Mezzodì e la grande corona descritto come un “piccolo contadino, parlando un un plausibile significato degli Sfornioi e del villaggio un tempo fiorente e italiano sufficientemente faunistico-venatorio: “colle Bosconero. Più lontano, a ora in via di spopolamento”, corretto, mi chiede se son dei cervi”. A far da scenario, nord est, emerge dai tetti vicino “alla dorsale di ameni venuto a far fotografie. Si tutt’intorno al villaggio, ci delle case l’inconfondibile colli, che dal Còl Baiòn 1358 vede che ha proprio voglia di sono le grandi crode profilo dell’Antelao. La m, sopra il villaggio, va chiacchierare con qualcuno, e dolomitiche della Val di Moiazza s’indovina appena, dolcemente innalzandosi fino così lascio che mi racconti la Zoldo: proprio sopra le dietro le cime degli alberi che a congiungersi con la catena sua vita, trascorsa fra la Val quattro case del borgo, come ricoprono il Col Baiòn: un del S. Sebastiano in di Zoldo e la Germania... si diceva, il San Sebastiano e tempo, quando il bosco era corrispondenza del crinale Quand’era bambino la strada poi il Tàmer, che appaiono tenuto a ceduo, di alberi ce della Forcella della Val dei carrozzabile non c’era, e per n’era meno, e la vista poteva Barance”. andare a scuola a Pralongo Le vecchie stalle ormai ospitano correre più liberamente. Oggi c’è soltanto qualcuno doveva ogni giorno soltanto del pollame. Il sentiero n. 538 sale alla che vien su nei fine percorrere il sentiero nel Casera Colcervèr (1286 m) e settimana, a ritrovare i ricordi bosco. Ancora oggi per lui la quindi al laghetto di El Vâch e i ritmi di un tempo passato, vista più cara del paese è (1361 m), per poi proseguire di una vita legata ad altri quella che si ha dal capitello con la numerazione 524-536 lavori, ad altre abitudini, ad posto nel punto più basso, verso la Baita Valentino altri costumi... proprio dove sbocca il Angelini ai Scarselóin (1680 Incontro qualche anziano dal sentiero che viene da m) e infine, attraverso il volto sereno e una coppia Pralongo: è la stessa vasto accumulo detritico del giovane, forse venuta quassù immagine che si ritrovava Vant de le Forzèle, alla per le vacanze di Natale. C’è davanti ogni pomeriggio, al Forcella La Porta del Tàmer anche un bimbo che osserva ritorno da scuola. Da quando (2326 m). Invece il sentiero curioso le poche pecore dal hanno costruito la stradina n. 539 risale il Prai da Mônt e vello sporco di strame. Un che sale a stretti tornanti, il Col de le Óle (1416 m), per signore vestito distintamente l’ingresso al villaggio si è raggiungere quindi la mi spiega che, fra il modificato, avviene dall’alto Forcella della Val dei crepuscolo e l’alba, cervi e invece che dal basso, e perciò Barance (1688 m), dove caprioli arrivano fin sotto le ha un che di innaturale, di s’innesta sul percorso case, a cercare avanzi di cibo sbagliato... Mi vien da dell’Anello Zoldano (segn. n. o qualche provvista pensare che - fatte le debite 536). dimenticata all’esterno. proporzioni - a Colcervèr è A Colcervèr sono ormai tanti Poi incontro un altro uomo di successo come a Venezia. anni che più nessuno abita in forse sessant’anni, che Anche la Serenissima infatti, maniera stabile. E pensare dall’aspetto e dagli abiti quando l’Austria costruì il che un tempo questo piccolo dimessi sembra un anziano ponte translagunare, perse il

62 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:57 Pagina 63

due ragazzi son grandi, più legno. Io gli spiego che quel che ventenni, e non hanno cespuglio è un biancospino, e voluto proseguire l’attività perché no, una siepe di paterna, nonostante che oggi biancospino qui può anche sarebbe più facile, senza più starci bene, e d’autunno farà debiti da pagare e con la le bacche rosse che gelateria bene avviata. Hanno richiameranno gli uccelli di preferito continuare gli studi passo... e prendersi un diploma di Ci salutiamo cordialmente, perito, con la soddisfazione e scambiandoci gli auguri per l’orgoglio di ricoprire un l’anno nuovo che sta per ruolo di tecnico in qualche incominciare. Lui rientra a grande azienda, agevolati preparare una pastasciutta per dalla conoscenza di ben due sé e il suo figliolo, io lingue straniere, l’inglese e riprenderò l’auto e mi soprattutto il tedesco. sposterò dall’altro lato della Perciò lui è venuto giù dalla valle, a cercare altre vecchie Germania, ha lasciato la sua case da fotografare, altri gelateria, costatagli tanta frammenti di una vita, di una fatica e tanti sacrifici, ed è cultura di montagna che non tornato in valle con questo è ancora del tutto persa qui in suo terzo figlio che, abituato Zoldo, ma che ritrovi fra le a vivere in Germania, qui assi annerite dei fienili, nei stenta ad ambientarsi. Ha colori sbiaditi di qualche risistemato la vecchia casa antica pittura, affrescata sul paterna di Colcervèr e vi ha muro di una casa, nello messo pure le galline e sguardo di qualche anziano, qualche pecora, così che ha la che indovini perso ad scusa buona per star quassù inseguire ricordi lontani, di Sopra le case di Colcervèr incombe il San Sebastiano. più tempo che può, per quando era bambino e gli accudire le bestie. Ma qui ci toccava scarpinare nella neve suo naturale ingressus in città della Germania sta bene, ci sta volentieri, per andare e venire da urbem (come si legge in tante settentrionale, tanto lontano ritrovando l’aria e gli odori e scuola... antiche stampe), da casa, a lavorare l’intero i ritmi lenti e sereni della sua Giuseppe Borziello corrispondente alla bocca di giorno e l’intera settimana, infanzia. E non importa se (Sezione di Mestre - GISM) porto di Lido: dal mare cioè, per pagare i debiti contratti una notte la volpe gli ha fatto invece che dalla terraferma, per avviare l’attività. fuori quasi tutte le galline. Cartografia: con arrivo alla splendida D’inverno il ritorno al paese, È gentile, sembra contento - Istituto Geografico Militare, Carta scenografia di San Marco dai suoi. che qualcuno sia venuto d’Italia, tavolette 1:25.000: 12 III SE quindi, e non allo squallido Quando arrivarono i figli, suo quassù fin da Mestre per Forno di Zoldo, 23 IV NE Cime di S. terminal di Piazzale Roma. padre gli disse di non lasciarli conoscere questo posto e Sebastiano. Ma torniamo a Colcervèr e al crescere sulla montagna, - Ed. Tabacco, Carta topografica per scattare tante foto, con quella escursionisti 1:25.000: Foglio n. 025 mio nuovo amico. Dopo dov’è solo neve e fame, ma strana e ingombrante Dolomiti di Zoldo cadorine e agordine. l’infanzia trascorsa fra le di portarli a vivere in pianura, macchina fotografica avvitata poche case del borgo e la il più lontano possibile dalla sul cavalletto. Mi indica dove Bibliografia: scuola di Pralongo, fra la miseria della valle. E così, passare per non trovar - G. Angelini e P. Sommavilla: Pelmo e neve e il freddo del lungo ancora una volta ubbidendo ghiaccio sul cammino, dove Dolomiti di Zoldo. CAI-TCI, Milano 1983 - M. Dal Mas, G. Matera, F. Palma, G. inverno, e la breve estate al padre, la cui autorità andare a cercare un angolo di Pison, S. Rezzi: I manufatti e le ornata di fiori ai piedi del San evidentemente non poteva ripresa migliore. Mi mostra aggregazioni rurali nella Comunità Sebastiano, giunse il essere messa in discussione, un cespuglio che ha portato Montana Cadore - Longaronese - momento dell’emigrazione in stabilì la famiglia a dalla Germania, pensando di Zoldano. Comunità Montana Cadore - Germania, “sotto padrone” a Valdobbiadene: “bel posto far crescere una siepe davanti Longaronese - Zoldano ed., Belluno fare gelati. Finché, a ventitré anche quello, però...”. Ma lui alla sua casa, dietro la 1984 anni, il padre gli disse che era sempre in Germania, a vecchia staccionata di legno, - L. Dematteis: Case contadine nelle ormai tempo di mettersi in sfaticare tutto il giorno nella Valli Dolomitiche del Veneto. Priuli & e chiede a me un parere, se Verlucca ed., Ivrea 1991 proprio, di metter su una sua gelateria, a pagare i debiti secondo me va bene una bella propria gelateria. E così fece, e a mandare a casa quel po’ siepe o se, quassù in Sul Web: raccogliendo la sfida, di soldi che avanzavano, per montagna, non è meglio - www.comune.forno-di-zoldo.bl.it stabilendosi in una qualche far studiare i figli. Ora i primi lasciare la nuda staccionata di - www.clz.bl.it

63 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:57 Pagina 64

I RIFUGI STORICI DEL CLUB ALPINO ITALIANO La Capanna di Piergiorgio Repetto Osservatorio Regina Margherita al Monte Rosa

L’alpinismo italiano Estate 1893: sul Monte Rosa La regina Margherita e le origini della con il suo seguito al Capanna Colle del Lys e, Osservatorio Gli albori in alto, davanti alla dell’Alpinismo capanna appena sul Monte Rosa costruita. Per trovare gli antesignani dell’alpinismo moderno sul Monte Rosa, dopo le esplorazioni del XVIII secolo, dobbiamo attendere gli anni ‘40 dell’800. È l’abate Giovanni Gnifetti, parroco di Alagna, che coinvolge nella sua passione alcuni fra i più ardimentosi valligiani. Dopo tre tentativi falliti, il Gnifetti raggiunge per primo la La Capanna persone che sottoscrissero per paio di settimane, rispetto al giorno Signalkuppe, la vetta è stata ribattezzata Osservatorio: raccogliere fondi è da segnalare la dell’inaugurazione. Era il 18 agosto del appunto Punta Gnifetti. L’alpinista era le origini: Sezione di Monaco del Club alpino 1893, a mezzogiorno, quando la partito da Alagna l’8 agosto del 1842 e Il 14 luglio 1889 è una data Tedesco. Il costo dell’intera struttura Sovrana faceva il suo ingresso nella raggiungeva il giorno successivo, il 9 di memorabile per il Club venne ampiamente coperto e comportò Capanna appena terminata, salutata dal agosto,la desiata meta da tempo Alpino Italiano. In quel giorno si una spesa totale di lire 17.900 e 55 rappresentante del CAI il Senatore del studiata e agognata. Accompagnavano svolgeva in Torino l’Assemblea dei centesimi. Regno Perazzi, che “le attestava l’abate il teologo Giuseppe Farinetti, Delegati. Alessandro Sella, figlio del La capanna venne composta in tutti i l’ammirazione per il suo coraggio e Cristoforo Ferraris, cultore appassionato grande Quintino, lancia la proposta della suoi elementi strutturali a Biella, in l’amore per la scienza e l’alpinismo”. di architettura, il geometra Cristoforo costruzione di una capanna sopra i legno di larice d’America, e fu quindi Era infatti indubitabile che il “binomio: Grober e i fratelli Giordani, il notaio 4500 metri suggerendo come luogo trasportata a Gressoney, quindi a dorso Scienza e Alpinismo” aveva Giacomo e il medico Giovanni. Il fiero, ideale la Punta Gnifetti del Monte Rosa. di mulo, pezzo per pezzo, fino alla rappresentato il denominatore indomito gruppetto di alpinisti entusiasti La proposta è accolta con entusiasmo vecchia Capanna Linty, al limite inferiore inscindibile che aveva ispirato e mosso e volitivi era accompagnato da due dai Delegati che unanimemente dei ghiacciai. Al lungo e faticoso tratto ogni passo nella realizzazione della guide, rimaste purtroppo anonime. riconoscono in quella erigenda struttura finale provvidero robusti portatori grande opera. E prova ne era infatti, Avevano raggiunto la quota di ben 4554 non soltanto una utilità per gli alpinisti, valdostani, che portarono a compimento anche, che gli ambienti ricavati erano metri di altitudine, un vero primato ma anche un ricovero e un punto di il trasporto del materiale che giunse in equamente divisi: un dormitorio, un alpinistico per quei tempi! osservazione per gli studiosi dei vetta nell’estate del 1893 tramite una locale ad uso cucina e soggiorno, e un Cinquantun anni dopo, annota Teresio fenomeni naturali a quelle altitudini. piccola teleferica ad argano. Il Rifugio osservatorio scientifico. Nel resoconto Valsesia in un articolo apparso sulla A far sì che il progetto si concretizzasse più alto del mondo si presentava come storico si legge ancora: la presenza Rivista del CAI del Novembre-Dicembre ci fu una gara generosa a offrire un solido e robusto edificio di forma della Regina anche quel 4 settembre 1980, “era la volta della regina contributi in denaro e prestazioni rettangolare dalle seguenti dimensioni: sembrava ancora palpabile. Margherita di Savoia, salita a collaudare professionali gratuite; intervennero la metri 9,68 x 3,60, con triplici pareti e Alla cerimonia inaugurale del 4 la capanna due settimane prima Casa Reale, il Governo, la Società un rivestimento globale in rame come settembre avevano presenziato 25 dell’inaugurazione. Vittorio Sella ha Meteorologica Italiana, molti istituti antidoto contro i fulmini. persone, ossia circa la metà di quelle immortalato in una foto l’Ospite Augusta scientifici non solo italiani ma anche Nella presentazione storica della che il giorno prima si erano radunate al della più alta Capanna del mondo, al stranieri, che riconobbero e pubblicazione: “1893 - 1993 Cento anni Col d’Olen. Oltre al Presidente Grober, centro del gruppo, davanti al rifugio apprezzarono l’opera grandiosa che il della Capanna Osservatorio REGINA valsesiano, c’erano il segretario ancora in via di completamento”. Club Alpino Italiano si apprestava a MARGHERITA, si dice che la Regina generale Basilio Calderini, pure lui Era l’estate del 1893. realizzare. Tra le partecipazioni di enti e Margherita aveva preceduto tutti di un valsesiano e un deputato al Parlamento,

64 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:57 Pagina 65

Qui accanto e sotto: Due vedute della nuova Capanna.

In basso a sinistra: L’ampliamneto del 1898 con la costruzione della torretta.

struttura precedente, ed è rivestito interamente da lamiere di rame. La coibentazione è stata ottenuta creando una intercapedine nella doppia parete entro la quale è stata inserita lana di roccia blindata da lamine di alluminio.

l’Onorevole Attilio Bruniati di Vicenza. dell’importanza della struttura, è stato Da allora il Rifugio Regina Margherita, assicurato dalle Guide di Gressoney e di Capanna e Osservatorio è stata la Casa Alagna che si sono alternate nei degli alpinisti e il Laboratorio degli decenni e che hanno garantito sempre uomini di scienza. Il Rifugio ha ospitato la continuità e la funzionalità del rifugio, decine di migliaia di personaggi illustri: anche al prezzo di grandi sacrifici, come da Papa Ratti, a John Kennedy, dall’ex ad esempio i rifornimenti recati per anni segretario dell’O.N.U. Dag a spalla prima dell’utilizzo dell’elicottero, Hammarskjold, al Presidente della storia assai recente. Repubblica Pertini. E ci fermiamo qui perchè sarebbe troppo lungo l’elenco! Il Rifugio oggi: La Capanna Margherita ha ospitato la nuova costruzione anche famosi scienziati, impegnati in Il 30 agosto 1980 la Sede Centrale del importanti ricerche sulla fisiologia CAI inaugurava la nuova costruzione umana; di questi studi e ricerche ne affidandola in gestione alla Sezione di parleremo piùavanti. Altrettanto è Varallo Sesia. avvenuto per le osservazioni Sul finire del 1976 la Sede Centrale del astronomiche: dalle osservazioni CAI, su proposta dell’allora Presidente compiute lassùsono stati sviluppati studi della Commissione Centrale Rifugi e fondamentali fin dagli inizi del Opere Alpine ing. Giacomo Priotto, poi Novecento. divenuto Presidente Generale, e del Nel corso dei centoquindici anni di Segretario Generale ing. Giorgio esistenza, feconda di attività, la vecchia Tiraboschi, decideva di varare il Varallo Sesia, Sezione che, Il rivestimento in rame che ricopre il Margherita è stata oggetto di progetto per la “nuova Margherita”, praticamente da sempre, ha curato la tetto, le pareti ed il pavimento, ampliamenti e sistemazioni. Il suo affidandone la realizzazione alla gestione della capanna. costituisce una gigantesca “gabbia di funzionamento, sempre all’altezza Commissione Rifugi della Sezione CAI di Le operazioni di ricostruzione si sono Faraday” destinata ad isolare sviluppate per gradi negli anni perfettamente l’intera struttura, immediatamente successivi, smontando salvaguardandola dai fulmini che sono a poco a poco l’originaria struttura e assai frequenti a quelle altitudini sostituendola con manufatti moderni, quando imperversano le bufere. trasportati dal fondo valle in parte con A conclusione di quanto riferito a le funivie e, nel tratto finale con l’ausilio proposito di questa nuova, splendida e di elicotteri. Ad opera compiuta, la importante struttura, si può dire che un nuova Capanna Margherita è in grado di soggiorno alla Capanna Margherita, a offrire una confortevole accoglienza ad parte i problemi della quota e della una settantina di alpinisti ed ospiti, con scarsità di ossigeno, è confortevole e una grande sala per la ristorazione gratificante, specie per chi vi è giunto capace di oltre 150 coperti. A questo va con le proprie gambe. Va infine dato aggiunto, particolare assai importante atto al Club Alpino Italiano, che ha che la riqualifica ulteriormente come voluto fortemente la realizzazione di osservatorio scientifico, la quest’opera, che questa struttura ha predisposizione di adeguati locali adibiti raggiunto lo scopo prefisso: una alla ricerca scientifica. Il tutto, nel suo funzione altamente utile al fine di insieme, per un totale di circa 1000 rendere confortevole il riposo delle metri cubi, razionalmente distribuiti su migliaia di alpinisti che ogni anno tre piani, con una superfice utile intorno affrontano lo sforzo della scalata e di ai 450 metri quadri. Il Rifugio è quegli uomini di scienza che lassù costruito interamente in legno, come la operano.

65 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:58 Pagina 66

L’Osservatorio alla Qui sotto e a destra: Due momenti della costruzione Capanna Margherita della nuova Capanna. Studi ed esperimenti sul Clima e A centro pagina: Attrezzature scientifiche. la Meteorologia, Fisica Terrestre e In basso a sinistra: 1894, il primo laborartorio scientifico. Fisiologia

Leggiamo sulla Rivista Mensile - Vol XV anno 1896, a proposito della nuova Capanna Osservatorio, quanto segue: “… si è costituito fin dall’anno scorso un Comitato di scienziati per erigere sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa un nuovo edificio presso la Capanna Regina Margherita, il quale sia destinato esclusivamente ad uso di osservatorio, o, per meglio dire, ad uso degli scienziati che vorranno lassù intraprendere studi di astronomia, meteorologia fisica terrestre, fisiologia, ecc.”. Del predetto Comitato fanno parte i professori: Angelo Mosso, Piero Giacosa, Francesco Porro e Andrea Naccari, il senatore del Regno prof. Pietro Blaserna, il prof. Tacchini, il dott. Alfonso Sella, l’ing. Gaudenzio Sella e il Presidente del Club Alpino avv. Antonio Grober. Ci fu una raccolta fondi a cui aderirono in primis la Regina Margherita, il Principe Luigi Amedeo, Duca degli Abruzzi che, viene ricordato, Gli interventi migliorativi alla Capanna ne venne a conoscenza, di passaggio a vennero effettuati negli anni New York, durante il suo viaggio di immediatamente successivi e conclusi circumnavigazione del globo. Egli volle nei primi anni del Novecento. Nell’estate infatti concorrere alla sottoscrizione con del 1901,e precisamente ai primi di una somma ritenuta straordinaria a quel settembre, ci fu una spedizione tempo: ben L. 5000. La notizia di così scientifica tedesca al Monte Rosa. Una generosa elargizione venne accolta con comitiva di scienziati, composta da plauso e riconoscenza dal Comitato alcuni professori di fisiologia scientifico e dal Consiglio Direttivo del dell’Università di Berlino, sotto la Club. direzione del prof. Zuntz, partiva da Gressoney-la-Trinitè, diretta alla Capanna Margherita per continuare lassù le esperienze fisiologiche, iniziate in Svizzera. Dagli atti ufficiali della Sede Centrale La Relazione di cui sopra si conclude del CAI, e precisamente dallo stralcio struttura. con l’elaborazione di tutti gli interventi della “Relazione sull’andamento del Ne stralciamo alcuni che riteniamo operati negli anni (dal 1893 al 1902), i Club nell’ultimo decennio”, letta dal storicamente significativi: “il 2 luglio costi sostenuti e le loro coperture con Presidente Grober al Congresso Alpino, 1902 il Duca degli Abruzzi, ha offerto contributi relativi alle opere stesse. tenutosi al Moncenisio, il 4 settembre alla Sede centrale del Club alcuni 1904, riportiamo quanto segue: “Fra le preziosi strumenti scientifici, già nuove opere di ragguardevole Ricerche scientifiche appartenenti alla spedizione polare, importanza debbonsi noverare il torrione alla Margherita destinandoli alla predetta Capanna, allo dell’Osservatorio e il più recente Riuscire a dare, sia pure con delle scopo di agevolare le osservazioni e gli ampliamento della Capanna Regina appropriate sintesi, una informazione studi di fisica terrestre e meteorologica Margherita, eseguiti appunto in questo completa sulle attività scientifiche svolte che volessero intraprendere gli decennio. nei decenni alla Margherita, credo sia scienziati. Gli strumenti donati Coi mezzi forniti recentemente dal quasi impossibile, e comunque assai consistono in un ‘eliofotometro’,un Ministero di Agricoltura, Industria e arduo, soprattutto se si considera che ‘elettrometro di Brown’, un Commercio, e cogli strumenti donati siamo costretti a rimanere nel poco ‘anemometro e anemoscopio appositamente al nostro Club da S.A.R. spazio di un articolo sulla “Rivista”. registratore Richard’, un ‘anemometro a il Duca degli Abruzzi, l’Osservatorio è Nel “Riassunto storico” delle fasi relative mano’, un ‘sismografo Tosetti’, due largamente provveduto di suppellettile alla costruzione della Capanna- ‘necoscopi, un ‘elettrometro Ems’; scientifica per osservazioni Osservatorio e alla sua gestione, che strumenti che a cura della Sede meteorologiche e ricerche di fisica viene pubblicato nella Rivista del Club centrale furono collocati nel “torrione” terrestre; e per cura dei professori Alpino Italiano, nel 1923, troviamo ad della Capanna, struttura destinata ad Mosso e Zuntz è pure fornito di quanto esempio notizie assai interessanti Osservatorio di meteorologia e fisica occorre a studi di fisiologia.” riguardo a fatti e interventi sulla terrestre”.

66 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:58 Pagina 67

Dopo la celebre spedizione tedesca del ormonali, la prevenzione e la cura del La Biblioteca Esperimenti scientifici effettuati prof. Zuntz sulle ricerche fisiologiche, di malessere in montagna”. Le relazioni in più alta d’Europa presso la Capanna Osservatorio. cui abbiamo già trattato, occorre campo medico si concludevano con È il 6 agosto del 2004 il giorno ricordare il progetto del prof. Mosso, l’intervento del dott. Giacomo Benedetti dell’inaugurazione della Biblioteca più lanciato nel settembre del 1901 al dell’associazione Radioamatori Medici alta d’Europa sulla vetta del Monte Rosa Congresso di fisiologia a Torino, italiani sull’argomento: alla Capanna Osservatorio Regina riguardo ad una stazione per ricerche “Telemonitoraggio cardiologico”eseguito Margherita. Con grande orgoglio e sperimentali di fisiologia e biologia, alla Margherita e trasmesso via etere intima soddisfazione viene coronato con maggiori artefici nella ricostruzione della patologia, zoologia, igiene e botanica al alle basi di osservazione a distanza. successo uno sforzo, dopo aver speso Capanna. Col d’Olen. Tale Stazione sul Monte tante energie e fatica, soprattutto Rosa è in corrispondenza con Ricerche glaciologiche dovuto al frutto di una grande idea Conclusioni l’Osservatorio della Margherita con lo La relazione era presentata dal dott. D. culturale, sociale e morale vissuta e Chi si è accinto a scrivere questo scopo di servire alle ricerche Wagenbach dell’Università di Heidelberg tenacemente voluta dai Soci della articolo sulla Capanna Osservatorio sperimentali sopradescritte, e con sui risultati delle indagini compiute al Sezione del CAI di Varallo con la Regina Margherita ha dovuto per annessa una stazione anche per la Colle Gnifetti con sondaggi importanti collaborazione della Biblioteca nazionale necessità cercare di compiere uno meteorologia e la fisica terrestre. sullo spessore glaciale (il manto tocca del CAI. L’intento dei promotori era sforzo di sintesi nell’intento di fornire al lo spessore di 130 metri) e il confronto, quello di offrire agli alpinisti che lettore elementi sufficienti a conoscere Il Clima e le sue variazioni: con immagini fotografiche delle sostavano in Capanna, nello spirito della questa stupenda opera del Club Alpino esperienze del prof. Umberto modificazioni dello stesso manto nel migliore accoglienza, anche una sorta di Italiano, struttura creata e voluta corso dell’ultimo secolo. viatico culturale. dall’uomo, che come già scrivemmo, è Monterin sulla Climatologia e Meteorologia dell’Ambiente Alpino Nel 1925 fu aperto un concorso per un posto di Geofisico Direttore degli Osservatori del Monte Rosa. Umberto Monterin, che si era preparato alla tecnica delle osservazioni meteorologiche presso l’Istituto fisico dell’Università di Torino,si presentò al concorso, nel quale erano richieste anche attitudini all’alpinismo, e brillantemente lo vinse. Monterin, valdostano, era nato a Gressoney-la-Trinitè e il suo cuore e il suo spirito erano legati al Monte Rosa e alla sua Valle. Il Monterin gestì gli Osservatori del Monte Rosa dal 1925 al 1940. Le osservazioni eseguite in quei quindici anni costituiscono una raccolta unica nel suo genere, specialmente per lo studio delle variazioni dei fenomeni meteorologici secondo l’altitudine.

Ricerche in campo medico Il dott. Mazzuero apriva la serie delle relazioni, come rappresentante del In tempi recenti vi è infine da segnalare Dal “Notiziario del CAI Varallo” del stata costruita a garanzia dell’uomo Gruppo facente capo al Centro Medico alcune iniziative, eventi e interventi che dicembre 2004 apprendiamo come stesso e di quell’ambiente di Veruno, dell’Università di Pavia, che hanno ulteriormente qualificato nacque l’idea tra i bibliotecari della incomparabile e unico che è quello aveva compiuto ricerche alla Capanna l’Osservatorio e la sua attività. Ne Sezione che, con l’approvazione del dell’Alta Montagna. Non sappiamo se ci Margherita nel 1983. Durante il periodo elenchiamo alcune tra le più Consiglio Direttivo Sezionale, si sono siamo sufficientemente riusciti. di attività, i medici esaminarono 70 significative: Il Sistema di gestione buttati sul progetto. Partono le richieste Lasciamo al lettore il giudizio e la alpinisti, dei quail 65 saliti a piedi e 5 in ambientale secondo la norma “UNI EN alle Case Editrici specializzate in libri di curiosità di approfondimenti ulteriori elicottero. Più della metà dei soggetti ISO 14001” certificazione ambientale montagna; servono libri non solo in attingendo alla copiosa letteratura presentavano sicure alterazioni del rifugio, ottenuta nell’agosto del lingua italiana, ma anche in tedesco, disponibile presso gli archivi CAI, atti e all’elettrocardiogramma, in contrasto 2002; l’installazione di una Stazione francese, inglese e spagnolo. Vengono pubblicazioni a cui abbiamo con il fatto che le stesse persone a Meteorologica della Regione Piemonte spedite molte lettere in diversi paesi fatto riferimento. Un riconoscente, bassa quota risultavano invece nella nel quadro di una gestione di rete di europei. Il successo è enorme; già dalla doveroso ringraziamento alla Sezione norma. Interessanti osservazioni sono oltre 340 stazioni nivometeorologiche settimana successiva in segreteria del CAI Varallo che ha messo a state fatte al riguardo. La dott.ssa sparse su tutto il territorio regionale sezionale cominciano ad arrivare i libri. disposizione di chi scrive copiosissima e Oriana Pecchio, dell’Istituto di Fisiologia collegate alla Sala Situazione Rischi Chi ne invia due, chi tre, una casa utilissima documentazione, che ci ha Umana dell’Università di Torino Naturali di Torino, ove pervengono i dati editrice addirittura una quindicina, consentito di approfondire la ricerca relazionava sugli studi relativi ai ogni 30 minuti; il riconoscimento della un’altra inglese ne manda venti. storica sul Rifugio e l’informativa sugli meccanismi che producono il mal di Capanna Margherita quale “Centro di I libri donati alla biblioteca sono in aspetti scientifici dell’Osservatorio. montagna. Il dott. Marco Maggiorini, Sperimentazioni Cliniche” a seguito italiano, tedesco, francese, inglese e Un particolare grazie al Presidente, ing. dell’Ospedale Universitario di Zurigo, della delibera del 13 febbraio 2003 del spagnolo e alcuni anche in giapponese. Giorgio Tiraboschi, per la sua preziosa trattava l’argomento: “L’edema Servizio Sanitario Nazionale - Regione La stessa è stata dedicata a Emilio collaborazione. polmonare in altitudine, i dosaggi Piemonte - ASL n. 11. Detomasi, guida alpina e uno dei Piergiorgio Repetto

67 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:58 Pagina 68

Incidenti in grotta:

il Marguareis insegna di Giovanni Badino (Gruppo Speleologico La conca di Piaggiabella. Al centro Piemontese della foto l’entrata principale del CAI Uget, sistema carsico omonimo. Torino)

Siamo qualche centinaio di chiodi, centinaia di metri di metri al di sotto dei pendii corde fisse e poi abbiamo meridionali del Marguareis, imbarellato Igor, lo abbiamo Alpi Marittime, nel complesso trasportato sino qui, ma ora... di Piaggiabella, rami Gary Il pavimento della piccola Hemming. Sono passate una galleria sprofonda di una ventina d’ore da quanto siamo decina di metri, creando una entrati per mettere in sorta di crepaccio coricato, sicurezza la lunga via che stretto, irregolare. Alla sua porta sin qui, fino ad ora sommità, contro il soffitto, la frequentata da pochissimi sua sezione rimane larga tre esperti ma che nelle prossime spanne, proprio quanto la ore vedrà centinaia di persone barella, che dunque deve Qui e a sinistra: Trasporto dell’infortunato con barella. Il cunicolo è largo da tutto il nord Italia che passare da lì, in orizzontale appena come la barella che quindi deve passare ben contro al soffitto, stanno convergendo qui per per venti metri, ben contro la sospesa da una serie di chiodi da roccia. estrarre uno di noi, croato, che volta, ma quindi sospesa su si è ferito. In questo tempo una scivolosa fessura, Il soccorso in grotta complicazioni che in diversi abbiamo messo settanta impercorribile sia da essa che Recuperare un ferito in grotta casi hanno reso fatali delle dai tecnici che dovranno è sempre difficile, perché ferite che di per sé erano spostarla. bisogna trasportarlo abbastanza leggere. “Come armiamo?”, mi attraverso ambienti lungo i La sfida quindi è medica (in chiedono. quali in genere ha faticato ad quali altre situazioni un ferito E che ne so? Guardo avanzare da sano. Là sotto gli è trattato così “malamente” e attentamente e immagino elicotteri non volano, bisogna lontano dagli standard l’enorme barella che contiene fare tutto il cammino alla ospedalieri?), è tecnica per la Igor, larga tre spanne e alta rovescia. spaventosa difficoltà di certi due. Il passaggio è di In genere stimiamo che per passaggi, ma è soprattutto difficoltà inverosimile. un recupero siano necessarie organizzativa perché l’unica Impossibile. Iko mi dice che fra 10 e 20 ore per ognuna soluzione è quella di operare potremmo... No, rispondo, delle ore che servono per avvicendando molti tecnici. non c’è nulla che vada bene, arrivare al luogo Molti. Ogni tanto, ogni attrezzamento classico dell’incidente. Attualmente ci praticamente tutti... abbasserebbe Igor facendolo sono delle esplorazioni ad Quando si descrivono queste incastrare. Bastano pochi oltre 20 ore di movimento difficoltà si usa aggiungere centimetri di abbassamento dall’ingresso, e quindi certi l’annotazione che, per sotto la linea ideale e tutto si incidenti sotterranei possono fortuna, gli incidenti in grotta pianta. E Igor ci muore. essere davvero drammatici. sono rari... Rompiamo questo Per la prima volta in vita mia Anche solo l’attesa dei primi luogo comune: la rarità degli sono colto dalla sensazione soccorritori è lunga (in incidenti non è mica una che non ce la possiamo fare. genere 10-15 ore), quindi è fortuna. Buona parte degli “Ma, un momento, aspetta, e facile che insorgano speleologi inizia e finisce se...” ipotermia e altre l’attività senza mai averne

68 set./ott. 2008 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 69

Tre incidenti fondo a tutte le nostre riserve. Quest’anno, per tre volte, la Le marguareisiane lezioni di montagna è stata il speleologia d’emergenza Marguareis, un nome che per iniziano a metà agosto, gli speleologi di tutta Europa quando una numerosa squadra suona temibile e mitico. va in esplorazione nelle zone Le sue grotte sono vaste e nord orientali del complesso difficili, e richiedono un di Piaggia Bella, dove da una discreto adattamento ventina d’anni nessuno mette specifico, che hanno in pochi. più piede. La sua fama è poi ammantata Entrano dalla Carsena del Pas, del ricordo di tanti difficili scendono lungo i franosi recuperi e della tragedia della saloni sino a -300, e da lì Chiusetta, quando nove di noi La barella con l’infortunato esce finalmente dalla Carsena del Pas, ovvero risalgono lungo un affluente morirono sommersi dalle l’entrata principale dell’abisso di Piaggiabella. alla testata del quale, un paio valanghe. di chilometri più in là, c’è Se quindi al telefono l’obiettivo. Ma non lo sentiamo “incidente in raggiungono: nelle lunghe e visto uno, e anche tanti superare questi momenti, a Marguareis”, sappiamo che problematiche vie fossili tecnici del soccorso limitano ricompattare la squadra, a la loro esperienza ad riflettere con calma, esercitazioni. Questo è un preparandosi alla sfida. Sì, guaio, perché quando perché un incidente in grotta, l’incidente scatta, -ma tanti incidenti sono così- l’impreparazione psicologica è soprattutto qualcosa di lento può avere effetti devastanti. e vischioso, che inghiotte Gli incidenti, le emergenze giorni e progetti, ed èegna a sono un momento essenziale superare questi momenti, a per la crescita di una persona ricompattare la squadra, a che si espone ad ambienti riflettere con calma, rischiosi. Qui non c’interessa preparandosi alla sfida. Sì, commentare gli aspetti tecnici perché un incidente in grotta, e di prevenzione, sia per -ma tanti incidenti sono così- progressione, autorecuperi e è soprattutto qualcosa di lento soccorso organizzato. Qui e vischioso, che inghiotte vogliamo commentare il fatto giorni e progetti, ed èhe che ogni tanto, come rifiutavano per nell’estate 2007, essi possono “scaramanzia”. essere salutari. È in quei momenti che Intanto per il loro modo di impariamo che certe Il trasporto di un infortunato in barella richiede la presenza simultanea di presentarsi: d’improvviso, precauzioni non sono una molti operatori. inattesi. Emergono come cosa buona per il nonno o dalle profondità marine, vigliaccate da sfidare per far nei prossimi giorni ne dedicate all’alpinista Gary riempiendo di onde una vedere che siamo coraggiosi, vedremo delle belle. Hemming, uno dei più esperti superficie quieta sino ad un ma sono il risultato del Ma quest’anno la montagna della squadra (in realtà è uno istante prima. Si è stanchi, concreto andare in grotta o in aveva deciso che ci spiegava degli speleologi più esperti bagnati, si sognano dettagli montagna. alcune cose per ridarci un po’ del mondo), Igor, scivola da delle prossime ore, dei Poi chiamiamo il soccorso e di entusiasmo; è stata un’arrampicata e s’incunea prossimi giorni e, tac! C’è un così in tante case lontane gentilissima ed istruttiva. nella diaclasi sottostante, problema. anche la superficie tranquilla Certo, un po’ assordante... lussandosi gravemente gamba A quel punto si è invasi da un della serata di tanti tecnici Per tre volte ha suonato il e spalla. senso d’irrealtà, si lotta con stanchi è sfondata gong degli incidenti, per tre Potevano essere solo in due, o la negazione dell’accaduto dall’emersione della nuova volte abbiamo risposto in non avere altre corde, e Igor lì (che spesso è più pericolosa sfida. modo corale, da tutta Italia. sarebbe rimasto a dissolversi dell’incidente stesso), col Anche per loro è una cosa Si è trattato d’incidenti a in poche ore di vertigine. desiderio di ricondurre la inattesa, anche per tanti di poche centinaia di metri di Invece ci sono tanti realtà alle sonnolente loro sarà un’inaugurazione... profondità, ma molto compagni, e lì vicino fantasticherie di pochi minuti Incidente a meno... “Meno” complessi, per risolvere i giacciono corde abbandonate prima. quanto? Su che montagna? quali abbiamo quasi dalla metà degli anni ‘80; e L’esperienza c’insegna a (sottolineo il “quasi”) dato dunque riescono ad estricarlo

69 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 70

e condizionarlo. Poi vanno a dare l’allarme. si può dolere delle L’incidente è a -200, a meno conseguenze sulle vittime, di due chilometri ma dal punto di vista dall’ingresso, ma la grotta è speleologico ci si deve dolere molto difficile; l’allarme è anche del fatto che questi diramato in tutta Italia, colpi tremendi hanno il dappertutto gli speleologi difetto di svegliare abbandonano i campi estivi e d’improvviso i neofiti che a convergono sul Marguareis quel punto, in genere, non che, perentorio, ha convocato hanno la forza di tutti (“volevi esplorare quella metabolizzarli, e smettono di vola via in elicottero verso ha generato un fecondissimo diramazione..? No, per fare attività. remoti ospedali, mentre noi scambio di tecniche e di quest’estate ti ho deciso L’archetipo di questo tipo di di nuovo ci guardiamo procedure fra la sezione di altro...”). incidenti è stata la tragedia stanchi ed increduli, felici. montagna e quella di grotta, Igor mostrerà una grinta della Chiusetta, arrivato a E poi, per far entrare nel mito che ha reso il CNSAS una disumana, ma il recupero conclusione di una serie di l’estate 2007, terzo colpo di struttura tecnicamente senza impegnerà in turni azioni arrischiate ma finite gong: tre esperti speleologi uguali a livello mondiale. massacranti e ripetuti quasi bene. torinesi sono bloccati da una Altri incidenti salutari per il duecento volontari sino Ignorare i colpi piena a -500 in una soccorso sono stati nel ‘76 all’uscita alla dolina della d’avvertimento non è una complessa grotta delle l’incidente al Cappa Carsena piena di gente, di gran politica, laggiù abbiamo propaggini più orientali del (Marguareis) e nel ‘90 quello luce solare, del rumore di lasciato nove compagni, e in complesso di Piaggiabella. Di al Veliko (Kanin) che hanno turbine. Molti di noi ne tanti hanno abbandonato nuovo iniziano corse cambiato in modo radicale hanno viste molte, molte questa meravigliosa attività. notturne, allarmi, gente che in (ma qui approfitto per davvero, ma non riescono a tutta Italia si prepara lo zaino annotare: ancora incompiuto) non piangere. “Senti, Iko, e se mettessimo chiedendosi cosa sia saltato le tecniche del soccorso in Una settimana dopo, nuovo la corda a zig-zag?..” in mente a quella grotte profonde. E allo stesso colpo di gong: Adrian, un Un paio d’ore dopo la barella montagnona, quest’anno. modo la tragedia di nizzardo, si rompe una supera quel passaggio chiave In realtà questa volta Vermicino e gli incidenti che gamba a -80 in una piccola nelle Gary Hemming con una l’emozione è limitata, le le sono seguiti negli anni ma strettissima grotta delle tecnica creata lì per lì e che piene non sono una gran seguenti hanno indotto una zone occidentali della probabilmente è destinata ad minaccia per gli speleologi profonda ristrutturazione montagna. Accorrono un gran futuro, come è esperti; o li ammazzano dell’organizzazione di nuovamente volontari da ogni capitato a Contrappeso e a subito (ma è rarissimo) soccorso. parte d’Italia (“ma chi si Carrucola su MBB. Come oppure li inchiodano in Accade allo stesso modo con vede, come mai di nuovo da queste, in parte deriva un’innocua, interminabile le malattie gravi nella vita di queste parti?..”), anche se poi dall’elaborazione di tecniche attesa. Succede proprio in un individuo. Chi ne esce la grinta del ferito gli del soccorso in montagna. questo modo e quando impara a vedere il quotidiano permetterà di superare Realizziamo una sorta di l’acqua, con calma, cala, loro da una prospettiva diversa, strettoie senza grandi lavori pavimento sospeso con una escono aiutati da pochi ma scopre che è difficile di disostruzione. Di nuovo, il corda tesa a zig-zag su chiodi tecnici. comunicarla. Giovane e ferito estratto dal buio se ne alterni, fissata con Barcaioli Il Marguareis risanato si trova a dire frasi come nell’attrezzamento ci fa crescere che aveva sentito dal nonno, dell’interno degli elicotteri. La capanna Saracco - Volante nella Nella vita di chi va in e ammutolisce. Poi su quelle piccole conca di Piaggiabella. ambienti rischiosi gli Purtroppo esistono gli teleferiche appoggiamo la incidenti sono incidenti non metabolizzabili, barella e noi la mandiamo un’insostituibile occasione di sono quelli che capitano in un avanti standoci appesi sotto. crescita, sia individuale che ambiente disabituato, illuso È una tecnica che i trapani a collettiva. d’invulnerabilità e sfide batteria hanno reso possibile Negli anni ‘60 gli incidenti adrenaliniche, quando (come ormai da due decenni, ma che del Buco del Castello e della ora) le tecniche evolute è emersa come per magia Guglielmo, in Lombardia, e hanno reso rari i piccoli soltanto nell’estate del 2007, di Su Anzu, in Sardegna, incidenti, gli avvisi. In queste fra mille difficoltà e tecnici indussero la formazione del situazioni quando un colpo stanchi, in una fase Soccorso Speleologico. riesce a passare, ha un effetto particolarmente istruttiva di È importante notare che si è spaventoso. L’equivalente quello che ormai ci pare formato nell’ambito del della malattia fatale. essere stato un corso di Soccorso Alpino e che questo Dal punto di vista umano ci speleologia tenutoci dal Marguareis in persona. 70 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 71

Enciclopedia Italiana

di Amedeo Benedetti Treccani

e la montagna illustrata

L’Enciclopedia Italiana Giotto Dainelli: Spedizione Treccani è stata Dainelli al Karakorum, probabilmente la massima fianco destro del Siachen impresa culturale italiana di (p. g. concessione). ricerca. L’idea di una grande enciclopedia nazionale venne a Ferdinando Martini e suddivisi in 48 sezioni, (ad iconografico senza eguale nel di Roberto Almagià. Stessa Bonaldo Stringher, che nel ognuna delle quali era mondo. Insomma, la migliore modesta estensione ha anche 1924 la proposero assegnato un determinato enciclopedia del XX secolo. “Cervino” (ma la fama di all’imprenditore tessile e numero di pagine), con Mi è sembrato quindi immagine di vetta più nota e senatore Giovanni Treccani 60.000 voci principali e interessante esaminare come rappresentata al mondo le (Montichiari, 1877 - Milano, 240.000 secondarie, incluse furono trattate le montagne riserva almeno otto 1961). Il progetto interessò nelle prime e reperibili nella monumentale opera, e fotografie). fortemente il mecenate, che attraverso un accurato verificare chi furono i Un’altra cosa che salta agli pensò l’iniziativa ancora più sistema di indici: in tutto fotografi che fornirono le occhi è un certo squilibrio in grande. All’atto costitutivo 300.000 esponenti, contro i bellissime immagini a rilevabile dalla differente dell’Istituto Giovanni 170.000 del Larousse od i corredo delle principali voci lunghezza dei pezzi, non Treccani, fondato a Roma il 265.000 della Britannica. sull’argomento: “Alpi”, sempre proporzionata 18 febbraio 1925, erano Il primo volume uscì il 15 “Alpinismo”, “Ande”, all’importanza della catena o presenti nel primo Consiglio marzo 1929, e fino al 1937 “Appennino”, “Bianco, vetta trattata. La parte del Direttivo personaggi quali apparvero regolarmente i Monte”, “Carpazi”, leone è della bellissima voce Giovanni Gentile (nominato successivi, al ritmo costante “Caucaso”, “Cervino”, “Alpi”, a cui sono dedicate direttore scientifico di un volume ogni tre mesi. “Dolomiti”, “Etna”, ben 60 pagine e 85 dell’opera), Gaetano De L’opera finita (escluso il “Everest”, “Ghiacciaio”, fotografie; seguono poi Sanctis, Luigi Einaudi, volume degli Indici e quelli “Himalaya”, “Karakorum”, “Appennino” (15 pp., 36 Ferdinando Martini, Ugo delle successive Appendici) “Kilimangiaro”, “K’uen- fot.), “Ande” (14 pp., 11 Ojetti, ed altri. comprendeva 35.256 pagine Lun”, “Pamir”, “Pirenei”, fot.), “Alpinismo” (12 pp., 44 L’ambizioso progetto, fu raccolte in 35 volumi, circa “Rifugio alpino”, “Rocciose, fot.), “Caucaso” (11 pp., 38 quello di fondere 50 milioni di parole, 36.630 Montagne”, “Rosa, Monte”, fotografie, 17 delle quali però armonicamente le illustrazioni intercalate, 7.064 “Ruvenzori”, “San non riguardanti vette ma caratteristiche del dizionario tavole in nero, 471 tavole a Bernardo”, “Tatra”, “T’ien popolazione locale, enciclopedico tipo Larousse colori, 137 tavole geografiche Shan”. Altre voci in abitazioni, ecc.), (fondato a Parigi nel 1864, a colori, 1.550 carte argomento erano brevi, e “Ghiacciaio” (11 pp., 32 fot.), ricco di 220.000 voci), e geografiche in nero prive di illustrazioni. Tanto “Carpazi” (6 pp., 20 dell’enciclopedia intercalate nel testo, della più per dare un’idea del loro fotografie, otto delle quali monografica tipo Britannica alta qualità. limitato sviluppo, occupano non sulle cime ma su regione (nata ad Edimburgo, nel Alla fine l’opera risultò una meno di una pagina le e pastori), “Rocciose, 1768, recante 45.000 voci): le delle enciclopedie più grandi descrizioni di catene Montagne” (4 pp., 12 fot.), voci monografiche dovevano del ventesimo secolo (con la importanti come “Hindu- “Etna” (4 pp., 11 fot.), essere limitate, mentre esteso spagnola Espasa, e kush” di Aldo Sestini, “Himalaya” (4 pp., 11 fot.), il numero delle voci comuni. l’undicesima edizione della “Khorasan” di Giuseppe “Pirenei” (4 pp., 6 fot.), Gli argomenti furono Britannica), con un apparato Caraci, o la voce “Montagna” “Bianco, Monte” (4 pp., 4

set./ott. 2008 71 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 72

delle A. nell’età medievale e (i popoli), e Renato Biasutti moderna, ad opera di (caratteri antropologici, Francesco Cognasso (le A. cultura). “Cervino” è occidentali), Carlo Guido interamente del già ricordato Mor (le A. centrali), e Migliorini, come pure Roberto Cessi (le A. “Dolomiti”. Ad occuparsi di orientali). La voce “Etna” fu Gaetano Platania, “Alpinismo” fu invece scritta dell’Università di Catania. interamente da Giovanni A scrivere “Everest” fu Bobba. “Ande” fu opera chiamato l’esploratore congiunta di Carlo Errera Filippo De Filippi, di (nome e limiti, storia Settignano. “Ghiacciaio” dell’esplorazione), Almagià venne redatta congiuntamente (geologia, suddivisione, da Aldo Sestini (generalità, clima, aspetto antropico ed alimento e ablazione, economico), Giovanni Negri costituzione e struttura, (flora), e Giuseppe Colosi movimento, azioni (fauna). “Appennino” venne morfologiche dei g.), Vittorio Sella: Jannu e il suo ghiacciaio occidentale (p. g. c. Fondazione Sella). redatta ancora da Almagià Alessandro Ghigi (fauna), e (storia della conoscenza, Fabrizio Cortesi (flora). geologia, A. settentrionale, A. La voce “Kilimangiaro” fu fot.), “Karakorum” (3 pp., 8 colle del San Bernardo; od centrale, A. meridionale), realizzata da Herbert John fot.), “Rifugio Alpino” (3 pp., ancora che l’Aconcagua, Giuseppe Lugli Pleure, docente all’Università 8 foto), “K’uen-Lun” (3 pp., vetta più alta dell’America (toponomastica antica), e dal di Manchester. “Himalaya” fu 6 fot.), “Dolomiti” (2 pp., 6 meridionale, oltre ad già citato Béguinot opera del solo Aldo Sestini, fot.), “T’ien Shan” (2 pp., 2 occupare solo un sesto di (vegetazione). “Bianco, come pure “Karakorum”, fot.), “Cervino” (1 p., 8 fot.), pagina, non abbia neppure Monte” venne elaborata da “K’uen-Lun”, “Pamir”, e “Pamir” (1 p., 2 fot.), “San una illustrazione. Ma Manfredo Vanni (generalità) “Rosa, Monte”. “Pirenei” Bernardo” (mezza p., 6 fot.), all’epoca non era montagna e da Elio Migliorini venne scritta interamente da “Rosa, Monte” (mezza p., 5 del tutto familiare. In tale (esplorazione). “Carpazi” fu Francesco Pellati. La fot.), “Tatra” (mezza p., 2 voce l’autore, Riccardo opera del grande Emmanuel trattazione di “Rifugio fot.). Riccardi, infatti scriveva: de Martonne, docente di Alpino” fu affidata Altre trattazioni relative a «Non si conosce esattamente Geografia all’Università di all’ingegner Plinio Marconi, cime che erano state teatro di la sua altezza, che è Parigi. Per “Caucaso” venne di Roma. “Rocciose, guerra, come “Adamello” di certamente superiore ai 7000 richiesta la collaborazione di Montagne” fu opera del solo Elio Migliorini (1 p., 1 f.), metri (7130 ?)». Michele Gortani (orografia, Giuseppe Caraci, così come erano ovviamente un poco Diversi, e quasi tutti idrografia, geomorfologia, “Tatra”. La voce “Ruvenzori” dilatate da interventi di storici prestigiosi, furono gli autori sismicità, risorse minerarie), venne redatta da Attilio Mori. militari. impiegati nella stesura delle Giorgio Pullé (clima), ancora “San Bernardo” fu di Claudia È normale che voci: “Alpi” fu appannaggio Béguinot (flora), ancora Merlo (generalità) e Armando un’enciclopedia pubblicata in del già citato insigne Colosi (fauna), Adolfo Dirr Tallone (storia). “T’ien Italia (e che si dichiara nel geografo Roberto Almagià titolo italiana) dia, in (Firenze, 1884 - Roma, Jules Brocherel: Séracs di Glacier du Géant, 1921 (p. g. c. B.R.E.L. di Aosta). proporzione, maggior 1962), direttore dell’intera importanza ai rilievi nostrani; sezione di geografia, che meno normale che della apriva la voce, trattando la catena più elevata al mondo, storia della conoscenza delle l’Himalaya, venga data una Alpi. Seguivano Renato trattazione che è circa un Antonio Toniolo (situazione, terzo di quella dedicata, per limiti e partizione, esempio, alle Ande, o al descrizione orografica), Caucaso; o che i Carpazi Giorgio Dal Piaz (geologia), abbiano maggior spazio del Cesare Fabris (orografia, Karakorum; o che cime come idrografia, clima), Augusto quelle dell’Everest, del Béguinot (vegetazione), Kilimangiaro, o del Giuseppe Colosi (fauna), Ruvenzori siano Giorgio Roletto (l’uomo sulle sbrigativamente trattate in un Alpi), Pietro Barocelli (le A. solo quarto di pagina, circa la nell’antichità). La parte finale metà dello spazio attribuito al era destinata alla descrizione

72 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 73

Firenze, con 3 foto (1 in “Alpi”, 2 in “Appennino”); il professor Riccardo Riccardi, con 3 foto (in “Carpazi”); Boyer, con 2 foto (in “Pirenei”); Burloni, con 2 foto (in “Dolomiti”); De Vincentiis, con 2 foto (in “Appennino”); E.N.I.T., con 2 foto (in “San Bernardo”); Ivancich, con 2 foto (in “Alpi”). Poi, con una sola immagine: Abbate (in “Appennino”); Baruzzi (in “Alpi”); Benini, Sondrio (in “Alpi”); Bottega d’Arte Alpina, Courmayeur (in “Alpi”); Day (in “Etna”); Franco (in “Etna”); Giovanni Gargiolli, fondatore e primo Vittorio Sella: Il Cervino del Col d’Hérens (p. g. c. Fondazione Sella). direttore del Gabinetto Shan”, infine, venne cui Sella partecipò in imprenditore, nonché Fotografico Nazionale di realizzata da Piero Landini. Caucaso (1889, 1890, 1896), costruttore di bivacchi fissi Roma (in “Appennino”); L’apparato illustrativo in Nepal (1899), in Alaska del CAI. Il suo archivio di Leosini (in “Appennino”); complessivo di tali voci era (1897), sul Ruwenzori circa 3.000 tra lastre e Leporini - E. Camponecchio costituito da 24 carte, 7 (1906), e in Karakorum negative di medio e grande (in “Appennino”); Monari (in disegni, e soprattutto 377 (1909). formato, è stato donato dalla “Appennino”); R. Moncalvo, splendide foto in bianco e Nella classifica in questione famiglia al Museo della Torino (in “Alpinismo”); nero. Il fotografo con il segue poi Jules Brocherel, Montagna di Torino. Romualdo Moscioni, Roma maggior numero di ricorrenze con 25 foto di notevolissimo Subito dopo abbiamo (in “Appennino”); Giulio è Vittorio Sella, Biella, con valore documentario (23 in Ghedina di Cortina, il Parisio, Napoli (in “Appenni- 62 immagini (11 in “Alpi” “Ghiacciaio”, 2 in “San maggior illustratore all’epoca no”); Perret (in “Etna”); compresa una telefotografia, Bernardo”; nell’opera erano della zona dolomitica, con 22 Rame (in “Appennino”); 1 in “Bianco, Monte”, 21 in poi disseminate in altre voci foto (9 in “Alpi”, 9 in Schiagno (1 in “Alpi”); Senni “Caucaso”, 11 in ulteriori sue 24 foto). “Alpinismo”, 4 in (in “Appennino”); Wide “Himalaya”, 4 in “Cervino”, L’etnografo valdostano “Dolomiti”). World (in “Ghiacciaio”); 4 in “Karakorum”, 1 in (Courmayeur, 1871 - Aosta, Seguivano a distanza, sempre Wunderlich (in “Pirenei”). Di “Ghiacciaio”, 2 in “Rosa, 1954), dopo aver scritto nel in ordine decrescente: alcune immagini, infine, non Monte”, 7 in “Ruvenzori”, di 1898 per la Hoepli il libro Baehrendt, di Merano, con 8 era specificato l’autore (82), o cui due telefotografie. Di Alpinismo, aveva goduto foto (in “Alpi”); De Lorenzo, derivavano da altre opere Sella erano poi presenti come fotografo di una certa con 6 foto (in “Appennino”); (60). nell’Enciclopedia, sparse in fama già a partire dal 1900, Mezzalama, con 6 foto (in In conclusione, pur rilevando voci più generiche, altre 22 quando aveva realizzato dei “Alpinismo”); Giovanni qualche lacuna (manca per foto). Sella (1859 - 1943), notevoli reportages nella Bobba, Torino, con 5 foto (in esempio una voce sul come è noto, fu una singolare spedizione in Tien Shan “Alpinismo”); Gambini, con 5 “McKinley”, vetta più alta figura di fotografo - alpinista organizzata dal principe foto (in “Alpinismo”); Haas, del continente - esploratore. Le sue 3.400 Scipione Borghese, tanto da con 5 foto (in “Appennino”); nordamericano), e qualche lastre sono conservate dal collaborare in seguito come Luciano Morpurgo, con 5 foto comprensibile squilibrio 1948 a Biella, in un antico fotografo con le testate più (1 in “Alpi”, 4 in “italocentrico” in favore dei fabbricato sulla collina di S. prestigiose dell’epoca. “Alpinismo”); Baratono, con rilievi alpini, l’argomento Gerolamo, in un Istituto di Troviamo poi Francesco 4 foto (3 in “Alpi”, 1 in montagna risulta trattato più fotografia alpina che porta il Ravelli, Torino, con 24 “Alpinismo”); il grande che degnamente, attraverso la suo nome. La collezione bellissime foto (15 in “Alpi”, geografo e geologo Giotto grande qualità delle voci riguarda le vette ed i massicci 6 in “Alpinismo”, 3 in “Rosa, Dainelli, Firenze, con 4 foto descritte (“Alpi”, ad esempio, dell’arco alpino ripresi dal Monte”). “Cichin” Ravelli, (in “Karakorum”); Bruni, con è una delle più belle e 1880 al 1896 (sino ad allora valsesiano d’origine (nacque 4 foto (in “Etna”); Ghiglione, complete dell’intera opera), e mai fotografati), ed anche la ad Orlongo, nel 1885) e con 4 foto (in “Alpinismo”); la bellezza stupefacente di documentazione fotografica torinese d’adozione, fu Giorgio Sommer, Napoli, con molte illustrazioni. riguardante le spedizioni a alpinista, fotografo, 4 foto (in “Alpi”); Alinari, Amedeo Benedetti

73 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 74

Disponibile presso le librerie e le di una vitalità e di una (A. Selva, L. Festorazzi, A. edicole dell’Eporediese e della intensa presenza umana. Galeazzi, S. Canali, G. Nicoli Valchiusella oltre che presso la sede Sono ben 272 le pagine, tutte e altri), con un grande amore CAI di Ivrea e la Libreria la Montagna esclusivamente a colori, che per queste montagne. di Torino. con una grafica molto L’interesse del volume, che • Il volume che si occupa in accurata compongono il testo. non dovrebbe mancare nella modo esclusivo ed esaustivo Al ricco contenuto si associa biblioteca degli appassionati della Valchiusella e copre un un’ampia raccolta di delle Grigne, non è solo vuoto di decenni è il frutto immagini (oltre 250), così legato alla moltitudine di della curiosità, dell’indagine, significativa da rendere la nuove vie presentate, alcune dell’approfondimento e di guida interessante anche delle quali anche su ghiaccio un’intensa ed attenta ricerca soltanto sotto il profilo alla Parete Fasana, ma risiede di Matteo Antonicelli, alla fotografico. anche nell’indagine storica sua terza esperienza Completano la pubblicazione che viene sviluppata trattando editoriale, che mette a le mappe d’assieme e le Pietro Buzzoni, Andrea di vie classiche, sempre disposizione degli mappe di dettaglio disegnate Spandri, Giuseppe Carì inserite nel contesto della appassionati di escursionismo espressamente per questa CALCARE D’AUTORE storia dei luoghi e degli il piacevole risultato. guida, l’elenco delle mete Arrampicare nella uomini che le aprirono. Il testo raccoglie 127 con la relativa posizione nella dimenticata e sconosciuta Da notare la capacità degli itinerari, tutti ispezionati valle, due foto panoramiche, Ed. Parco Regionale Grigna autori nel curare gli aspetti dall’autore nel corso del ed un funzionale e Settentrionale, Comunità esplorativi e storici di queste 2007. Alle mete apprezzate dettagliatissimo indice dei Montana , 2007. aree lecchesi, con ottimi anche al di fuori della luoghi interessati dagli 336 pagg.; 16,5 x 24 cm.; ill. col. risultati anche sotto il profilo Valchiusella si aggiungono itinerari. Questo lavoro è un Schizzi it. della ricerca del dettaglio numerosissimi percorsi, invito ad addentrasi nella editoriale. interessanti dal punto di vista Valchiusella per trovare • Il già ampio panorama In particolare spicca la naturalistico e ambientale, spunti preziosi ed apprezzare delle pubblicazioni relative sezione dedicata al Pizzo che toccano, in uno spazio l’incomparabile bene della alle Grigne si arricchisce d’Eghen (Eghen è il contenuto e a pochi passi natura, ricercando sensazioni nell’estate 2007 di una maggiociondolo nel dialetto dalle città, luoghi sconosciuti ed emozioni autentiche. notevole topoguida di locale), l’ultima e complessa persino agli specialisti e agli L’auspicio è che la guida sia arrampicate, dedicata da parete salita alla ribalta abitanti della valle: vette, l’incentivo a scoprire un Pietro Buzzoni, Andrea dell’arrampicata moderna nel colline, valichi, laghi, territorio che non mancherà Spandri e Giuseppe Carì, noti lecchese: qui si affiancano torrenti, cascate, boschi e di coinvolgere e interessare arrampicatori della itinerari sportivi di grido in pianori di alta quota. sia i neofiti sia coloro che in Valsassina, alla zona, sino ad ambiente isolato e due vie Oltre agli scenari montagna cercano sfide più oggi solo parzialmente “antiche”, ma di gran classe, incomparabili e alla natura impegnative. studiata ed esplorata, del che meritavano di essere incontaminata la Valchiusella Grignone o Grigna riscoperte. La vasta zona offre un ambiente ricco di Piercarlo Jorio settentrionale. della Cresta di Piancaformia storia, antica persino di IL CULTO DELLE Calcare d’autore. è ampiamente illustrata, con i millenni. Nel libro sono MADONNE NERE. Arrampicare nella Grigna molti nuovi itinerari, talora descritti molti itinerari a LE PRIME MADRI PERDUTE dimenticata e sconosciuta brevi, aperti su roccia ottima carattere storico o con una Priuli&Verlucca, Scarmagno (TO), (Bellavite, Missaglia 2007) si e in ottica sia moderna che rilevanza sociale: in primo maggio 2008 presenta come un bel volume classica, negli ultimi anni. luogo le incisioni rupestri che Pag. 92, € 17,50 in quadricromia, corredato da Non mancano infine alcune fanno della valle uno dei un gran numero di eccellenti interessanti falesie, luoghi più interessanti ed • Il libro che qui schizzi tecnici e da un ancor frequentabili in estate, come apprezzati, le miniere che presentiamo, Il culto delle più alto numero di fotografie, quella del Rifugio Bietti, che hanno fornito per secoli Madonne nere. Le prime sia di arrampicata che di si pone oggi come utile punto minerali ricercati, ampie Madri perdute, di Piercarlo paesaggio. L’opera riassume di partenza per intense mulattiere e magnifici ponti Jorio, fa parte della collana egregiamente un lungo giornate verticali. su torrenti che costituivano le Quaderni di Cultura Alpina periodo, tutt’altro che Eugenio Pesci remote ed efficaci vie di (QCA) della Priuli & concluso, di esplorazioni, di comunicazione, le baite Verlucca: tale collana, nata apertura di nuove vie, di Matteo Antonicelli presenti ovunque, ed infine i poco dopo la Casa editrice 37 ripetizione di itinerari poco VALCHIUSELLA A PIEDI, vecchi borghi raccolti intorno anni fa, è diretta da Luigi noti, in questa parte del 127 Cime, Escursioni, Passeggiate ad una chiesetta, ancora oggi Dematteis e conta circa 90 Gruppo, portate a termine Ivrea, Aprile 2008. distanti dalle vie di titoli che percorrono, negli ultimi anni dagli autori 272 pagg., 23x15 cm, 255 foto a comunicazioni ma con i segni scandagliano, studiano ogni e dai loro compagni di scalate colori, mappe stilizzate, € 23,00.

74 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 18:59 Pagina 75

forma di vita nella più Magno, Padre della Chiesa mistero, il tempio della Gran frase tratta dalla Bibbia, centrale, cruciale, sconfinata (VI sec.), decidono di attuare Madre di Dio, che riproduce Cantico dei Cantici o di regione d’Europa, l’arco il programma di: il Pantheon di Roma, così Salomone (1,5): forse vero e alpino, appunto, dall’Uomo “Trasformare, non costruito sulla sponda destra proprio razzismo contenuto in di Similaun ad oggi. distruggere”. del Po tra il 1818 e il 1831, quel “ma” o, come più Jorio (classe 1927) aveva già Ecco che le festività pagane sarebbe sorto nel luogo in cui benevolmente si sostiene, scritto libri per i QCA, prima si trasformano in cristiane, in antico sorgeva un tempio semplice espressione di di questo finora ultimo, su così i templi tutt’interi o per di Iside… canone estetico. uomini e cose della singoli componenti D’altra parte, nel famoso Infatti la pelle chiara era montagna, dal Magico, architettonici, le statue, le sogno/incubo di s. Girolamo, propria di chi non si divino, favoloso che già dal divinità stesse reinterpretate altro Padre della Chiesa, (IV- esponeva al sole, quindi titolo preannuncia in chiave cristiana, in modo V sec), il santo non si sente signorile, opposta a quella quest’ultimo. che quella che si era proposta forse rimproverare dal plebea di marinai o contadini: Così, esaminando le come rivoluzionaria cesura Giudice: “Ciceronianus es, la poetessa greca Erinna di Madonne nere, il lettore deve diventa, invece, un non christianus - Ciceroniano Rodi (IV sec. a. C.), di poco essere disponibile ad una sostanziale continuum, sei, non cristiano”? posteriore a Saffo, scriveva: trasvolata mozzafiato dalla compiendo la metamorfosi In tale prospettiva sono viste “Ho pudore del cupo colore preistoria con le sue Veneri culturale alla base dello nel libro di Jorio le circa 450 che mi sfigura il volto…”. steatopigie (cioè grassone) a spirito e della storia europea. Madonne nere superstiti in O forse è allegoria del nero Babilonia, all’Egitto, alla Ma i tratti originari, solo che tutto il mondo (senza contare peccato di cui si carica la Grecia, agli Ebrei, tutti entrati si aguzzi un po’ la vista, quelle che sono definite Grande Madre, la Chiesa, che in contatto attraverso gli restano ben distinguibili: “scure”): di queste, 59 sono resta comunque “bella”? Etruschi prima, ma altrimenti sarebbero in Italia, per lo più al Nord e In assenza di certezze, le soprattutto i Romani poi, con inspiegabili le numerose in particolare in Piemonte e ipotesi del perché nere sono i Celti e i Germani. circostanze dei ritrovamenti Val d’Aosta, e una quarantina moltissime: addirittura si Infine, ecco la religione delle statue di Madonne nere in Francia. ipotizza che nella Madonna cristiana le cui gerarchie, nascoste sotto terra, nelle In molte - ad esempio, quella nera convergano linee di secondo il principio fenditure delle rocce, nelle di Tindari (Me) - campeggia forza ereticali presenti nelle originario saggiamente cavità degli alberi. l’epigrafe “Nigra sum sed statue pagane muliebri facenti espresso da s. Gregorio A Torino, città eletta d’ogni pulchra, Sono nera ma bella”, parte dei bottini dei Crociati - e qui non possono mancare T itoli i n libreria gli ormai onnipresenti Templari - tornati in patria Vittorino Mason Luigi Grassia cantando Salve Regina dopo Sulle tracce di pionieri e camosci Sioux, CowBoy e Corsari aver gridato negli assalti Vie normali nel parco Nazionale Dolomiti Bellunesi L’America degli “altri” italiani “Deus vult, Dio lo vuole”. Edizioni Versante Sud, Milano, 2008 C&D Vivalda Editori, Torino, 2008 Infatti, gli elementi di Collana Luoghi Verticali. Collana Le Tracce continuità con le più varie € € 272 pagg.; 15x21 cm; foto col. 27,80 232 pagg.; 15x23 cm; 18,00 culture pagane o, comunque, non cristiane, non si contano: Roberto Bergamino Ass. Naz. Alpini, a cura di ne citiamo qui solo una, Una famiglia in montagna Con gli alpini sui sentieri della storia quella della biblica Lilith - la 89 passeggiate tra Piemonte e Valle d’Aosta. I luoghi della Grande Guerra vera prima donna, precedente Edizioni Arti grafiche San Rocco, Mursia Editori, Milano, 2008 ad Eva - che rappresenta € Grugliasco, TO, 2008 322 pagg.; 17x24 cm; foto b/n. 20,00 nella cultura occidentale la Collana Luoghi Verticali. Dea Oscura demonizzata. € 208 pagg.; 12x21 cm; foto col. 15,00 Sandra Tafner, a cura di Una cosa è sicura, che se si Finalmente una donna comincia a leggere questo Ines Papert e Karin Steinbach Ritratti di montagne al femminile libro con l’animo curioso e Nel ghiaccio Museo Nazionale della Montagna Editore, Torino, predisposto alle emozioni Come ho trovato la mia strada sulle pareti verticali 2008 Cahier Museomontagna 160. forti, difficilmente lo si lascia Casa Editrice Corbaccio, Milano, 2008 144 pagg.; 20,7x20,7 cm; foto col. prima di averlo terminato. Collana Exploits Anche grazie all’iconografia € 254 pagg.; 14x21 cm; foto col. 19,60 Renato Gerdolo, Angela Stanisci, rigorosa e suggestiva in nero Marcello Tomaselli (ovviamente…) e alla lingua Marco Ferrazza La vegetazione delle montagne italiane usata da Jorio: questa è Cattedrali della Terra CAi-Com. scientifico Centrale, Milano, 2008 coerente con l’argomento, ora John Ruskin e le Alpi Collana I Manuali poetica e immaginifica, ora € C&D Vivalda Editori, Torino, 2008 Collana I Licheni 387 pagg.; 15,5x21,7 cm; foto col. 22,00 (soci CAI scientifica e precisa. € € 341 pagg.; 12,5x20 cm; ill. col. e b/n 20,00 13,00). A.G. 75 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:00 Pagina 76

per i catastrofici eventi del frane formano una conoide di passato. ghiaccio polverizzato che può Due preziosi opuscoli, recenti ostruire il corso d’acqua. acquisti della Biblioteca, Negli anni freddi gli ammassi documentano l’enorme crollo di ghiaccio erano tanto che nella primavera del 1818 consistenti da riempire il sconvolse la Val di Bagnes fondo valle e raggiungere nel sud ovest del Vallese, ai sulla riva opposta le rocce piedi del massiccio del Grad che sostengono le cornici Combin, già teatro di della Liaz. Ciò accadde nel un’analoga catastrofe nel 1818 e si formò un enorme 1595. Testimone oculare dei lago nel bacino di Torremby fatti è il decano Philippe- e di Charmontane. L’ingegner LE NOTIZIE Cyriaque Bridel (1757-1845) Venetsch incaricato di 1. autore di molti scritti sulla prevenire la catastrofe Un bilancio positivo: l’estate Svizzera, pastore a Montreux. imminente fece scavare una 2008 al Museomontagna, A cura del MUSEO Bridel dichiara la conformità galleria e il lago si abbassò come d’abitudine, è stata un NAZIONALE DELLA della relazione ai fatti ma la temperatura salì il momento di grande attività. MONTAGNA - CAI-TORINO verificati di persona durante disgelo formò un torrente L’Area Espositiva - con le e della BIBLIOTECA due ricognizioni, penetrando impetuoso che travolse il sale permanenti e le mostre NAZIONALE CAI là dove le comunicazioni ponte di Châble e scese a temporanee Finalmente una erano interrotte, con marce in Martigny. In poche ore donna e Ai Monti! Ceramiche IL LIBRO quota accompagnato da una l’uragano liquido invase la d’arte 1930-1950 - è stata Una catastrofe glaciale guida locale. pianura distruggendo ponti ed regolarmente aperta al L’attuale situazione di rischio Il ghiacciaio di Gétroz, edifici, trascinando animali e pubblico. Anche le Aree per la struttura dei ghiacciai, sospeso 600 m sopra il corso alberi, provvigioni e mobili. Documentazione e Incontri dovuta al riscaldamento della Dranse, si incanala nella Nonostante la popolazione si (con l’affollatissimo globale, risveglia l’interesse gorge de Mauvoisin da cui le fosse ritirata sulle alture 34 Ristorante) hanno svolto il uomini furono sorpresi e loro servizio. All’aperto, per uccisi, senza contare i finire, nel cortile del dispersi. Museomontagna, la rassegna L’autore conclude con “Voci Alte”, con tre l’invito a partecipare alla appuntamenti musicali di raccolta di fondi per gli livello internazionale, ha sfortunati abitanti della zona. richiamato oltre 3500 - Course à l’éboulement du spettatori. Glacier de Gétroz et au Lac 2. de Mauvoisin au fond de la Giornata Bianca - Valanghe Vallée de Bagnes 16 Mai tra realtà e immaginario. 1818, 16 p., 1 tav. ripieg. Fuoripista ma non fuori di all’acquatinta, ex-libris di testa: sabato 4 ottobre 2008 al ‘Xaver Göldlin von Palamonti di Bergamo si terrà Tieffenau’ e uno più recente una giornata per la del dr. O. Allgäuer prevenzione della morte Lucernencis bianca, organizzata dalla - Seconde course à la Vallée Sezione di Bergamo e curata de Bagnes et détails sur les dalla BN CAI con il ravages occasionnés par coordinamento di Roberto l’écoulement du Lac de Serafin, in collaborazione con Mauvoisin 21 juin 1818, 30 Museomontagna, SVI, p.,2 tav. ripieg. in acquatinta CNSA, Uff. Ambiente CAI, e bistro con tre vedute. Comm. Centr. Medica, CISA Entrambi gli opuscoli in 8vo, ICAR, AINEVA. Si con vignetta incisa sul front, alterneranno l’aspetto sono stampati a Vevey da culturale e spettacolare e Loertscher et Fils ne 1818; quello tecnico didattico. Si sulla coperta cornice concluderà con un recital con tipografica e vignetta accompagnamento musicale e (attributi dell’arte), sulla stacchi corali, a cura della quarta uno stambecco. BN CAI.

76 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:00 Pagina 77

FORTE DI EXILLES L’attività del Museomontagna vive anche lontano dal Monte dei Cappuccini. A Exilles, in Valle di Susa, opera una sede staccata: il Forte di Exilles che, dall’alto di una rocca, domina la strettoia per secoli contesa tra Savoia e Delfinato. Storie di battaglie, assedi, sconfitte e vittorie hanno segnato questo luogo per quasi 900 anni. La costruzione è oggetto, nel tempo, di innumerevoli trasformazioni che seguono lo sviluppo dell’architettura militare. Fatto radere al suolo dai francesi al termine del XVIII secolo, il Forte è ricostruito nell’assetto odierno tra il eventi integrano l’offerta LA FOTO IL FILM 1818 e 1829. culturale: mostre, concerti e Catastrofe di St. Gervais, Vajont, film di Renzo Il Forte aperto al pubblico nel spettacoli. Il Forte, avvenuta il 15 luglio 1892. Martinelli, del 2001, è la 2000 si è avviato verso una attualmente interessato da Lo sfondamento del lago nel storia di una tragedia nuova rinascita grazie nuovi restauri, è aperto tutto Ghiacciaio di Tête-Rousse annunciata: 9 ottobre 1963, all’impegno congiunto della l’anno. fotografato il 15 agosto. ore 22,39. Regione Piemonte e del Dal Monte Toc, sopra la Museo Nazionale della diga del Vajont, si stacca Montagna del CAI-Torino. una enorme frana: 270 mila Il Forte offre oggi al metri cubi di roccia si visitatore un’articolata riversano nel lago artificiale possibilità di visita. sollevando una gigantesca Due complessi percorsi di onda che, superata la diga visita portano il visitatore alla stessa, si abbatte con scoperta del monumento: un violenza inaudita nella valle lungo anello all’interno della sottostante cancellando e roccia consente la visita dei spazzando via ogni cosa. vari livelli della costruzione; Muoiono oltre duemila la salita ai sottotetti, persone. imponenti e altamente La catastrofe non è una spettacolari, completa un terribile fatalità: a lavori itinerario di grande avviati si scopre che il suggestione. Monte Toc ha una profonda Due aree museali spaccatura che potrebbe particolarmente spettacolari causare una grande frana. presentano: soldati di pietra e Nonostante le denunce della delicati acquarelli, immagini popolazione e della stampa i e suoni, insiemi scultorei per lavori per la costruzione un percorso inaspettato nella della diga proseguono fino storia e nella memoria del alla tragica conclusione. soldato in montagna; Il soggetto della pellicola è modellini, disegni e schizzi, di Renzo Martinelli e Pietro un’architettura che si Calderoni; gli interpreti: trasforma, secoli di storia del Michel Serrault, Daniel forte raccolti in allestimento Auteuil, Laura Morante, rigoroso e Jorge Perugorria, Leo Nella stagione estiva diversi Gullotta, Philippe Leroy.

77 CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:49 Pagina 78

I caschi da alpinismo 2ª parte

Michele Titton (CNSAS - Sezione di Pieve di Soligo)

Prove sperimentali Foto sopra: Cella di carico da 50kN Apparecchiatura per le prove con step di lettura ogni 0,0036 sec. È stato deciso di costruire Qui accanto: Struttura interamente l’apparecchiatura basandoci connessa allo speciale pavimento a sulle indicazioni della norma nido d’api. EN 12492 ma anche semplificando e facilitando la sopportare una forza di sua realizzazione omettendo compressione massima di 100 alcuni accorgimenti kN senza subire danni, è stata irrilevanti per i nostri test. usata una celle di carico Per misurare la massima commerciale che era già a forza ricevuta durante disposizione del La testa di prova, costituita l’impatto è stato utilizzato un laboratorio(la cella però era da strati di legno di densità di trasduttore di forza con il da 50 kN e forniva una circa 700 kg/m3 incollati ed relativo strumento di lettura ogni 0.003 sec), avvitati assieme secondo le condizionamento del segnale. collegabile a PC e dotata di indicazioni della UNI EN Anche se dovrebbe essere di programma per l’output dei 960, è stata sistemata in tipo non inerziale (celle di valori delle forze di impatto modo che l’asse d’impatto carico) ed essere in grado di in modo da avere in tempo coincida con gli assi reale il grafico dello sforzo baricentrici del trasduttore di Apparecchiatura per le prove di massimo in funzione del forza ed del percussore. assorbimento di energia di impatto. tempo. Il percussore utilizzato nelle Senza dover creare una base prove è una massa battente con massa apposita non formata da una sfera di inferiore 500kg su cui acciaio, avente peso di (5 ± Qui sopra: Percussore sferico in attaccare la cella di carico, è 0,05) kg e la faccia di acciaio da 5 kg. stato posizionato il percussione emisferica di trasduttore di forze raggio pari a (50 ± 1) mm. Testa di prova in legno. direttamente al pavimento del Il sistema di guida non è altro laboratorio del Dipartimento che un mezzo che consenta la di Costruzioni e Trasporti di caduta libera, perciò è stato Padova (infatti questo fatto cadere la massa battente pavimento ha la prerogativa all’interno di un tubo di PVC di avere una massa in modo da evitare che consistente ed una struttura a eventuali spostamenti d’aria o nido d’api in calcestruzzo oscillazioni del sistema di armato e acciaio che lo sgancio facciano deviare la rendono essenzialmente traiettoria (è da ricordare che infinitamente rigido nei essendo la massa non confronti delle strutture che guidata, ma in caduta libera, vengono testate in non ci serve uno strumento laboratorio). per misurare la velocità

78 CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:50 Pagina 79

sbloccato permette l’innesco della Tutta la sperimentazione è stata caduta libera. ottimamente filmata e lodevolmente Avvenuto l’impatto si memorizzano i dati fotografata con moderna tecnologia ottenuti dalla cella e si archiviano per digitale in modo da avere una poter procedere ai loro confronti. catalogazione importante soprattutto per Per quasi tutti i caschi si è provveduto la valutazione visiva delle rotture che si ad effettuare più di una prova: tra la sono manifestate nel sistema di prima e le successive ogni elmetto assorbimento di energia, e per la veniva tolto dalla testa di prova e valutazione del movimento globale del successivamente rimesso in modo da casco in funzione del tempo di impatto eliminare le deformazione residue (risulta essere un tempo brevissimo, dovute all’eventuale incastro rigido dell’ordine dei 15 millisecondi). dell’urto. Questo infatti avrebbe falsato le prove poiché parte dei movimenti Grafico forza-tempo dissipativi che il meccanismo del casco Si riporta nel seguito un esempio di avrebbe dovuto fare, sarebbero mancati grafico di output della cella di carico. causando maggiori sforzi sulla cella. Esso esprime il valore della massima Durante le prove si sono sviluppati forza assoluta in funzione del tempo che alcuni attriti come quello di scorrimento la cella di carico registra durante tutto su di un perno di anticorodal del breve periodo dell’impatto. cordino di kevlar con cui si teneva la Solo leggendo il grafico forza-tempo si massa e quello viscoso dell’aria nel perviene subito alla determinazione tubo guida. Questi però possono essere della massima forza che registra la cella considerati trascurabili, o meglio di carico e si riesce a valutare, in linea ininfluenti visto che il loro contributo globale, la sua variazione istante per genererebbe una variazione inferiore istante. Questo permette di capire se all’errore che realmente commette la durante l’impatto si generano dei cella di carico. meccanismi di ridistribuzione delle tensioni causati essenzialmente da In alto: Sistema di guida con tubo in PVC. Qui sotto: Posizionamento della rotture, cinematismi con contatti tra Qui accanto: Particolare dei tiranti che permettono mettere sfera per la caduta libera da 2 m elementi interni e deformazioni differenziate tra materiali con diversa in asse il tubo guida. sopra il punto di impatto. rigidezza. In basso: Momento dell’impatto e Inoltre si riesce a valutare la durata acquisizione dei valore sulla cella dell’urto e stimare attraverso l’area d’impatto e quindi verificare causare delle variazioni sui risultati. di carico. che la velocità non sia minore Inizialmente, montata l’apparecchiatura del 95% di quella che si come spiegato nel paragrafo precedente, sono stati effettuati alcuni otterrebbe teoricamente in test di prova su elmetti da cantiere. caduta libera ). Una volta che verificato che tutto La struttura portante funzioni correttamente, si posiziona fondamentalmente è un telaio nella testa di prova ogni casco in di acciaio a cui è stata fissata maniera accurata e ben allacciato in e calibrata l’apparecchiatura modo da garantire la sua stabilità attraverso una serie di tiranti, durante l’impatto. Successivamente, dopo che il questo infatti ha permesso di programma di gestione della cella di poter centrare il punto degli carico sia pronto per acquisire nuovi impatti e di rendere input, si lasciata cadere liberamente la agevolmente ricostruibile massa di acciaio dall’altezza prevista, l’intero sistema in breve cioè 2 m dall’estradosso della calotta, tempo per ulteriori prove. all’interno del tubo guida, in modo da garantire l’impatto sempre nella sommità dell’elmetto. L’assialità è fondamentale in quanto, in questa fase di studio, si vuole valutare il massimo Svolgimento delle prove sforzo normale di compressione Tutte le prove sono state eseguite nel possibile sulla colonna vertebrale e non laboratorio del Dipartimento di eventuali colpi di frusta che si Costruzioni e Trasporti di Padova di via innescano per urto avente eccentricità Marzolo, avente una temperatura rispetto all’asse dei baricentri delle costante di 19°C ed un’umidità relativa masse. del 70% costantemente per tutto il Per evitare imprecisioni a causa di un periodo dell’anno; infatti, vista errato rilascio della massa sferica da 5 l’esperienza acquisita nei test del Prof. kg, essa dev’essere trattenuta sospesa Contri sulla rottura delle corde, si è visto attraverso un cordino in kevlar che il diverso condizionamento potrebbe agganciato ad un perno che una volta

79 CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:51 Pagina 80

sottesa alla curva la quantità di impulso Grafico forza-tempo durante un test. Qui sopra: Qui sotto: che arriva alla cella di carico. Modello Casco: Full Carbon EDELRID Tabella riassuntiva delle prove: - Impatto: 1° di 2 eseguiti Nella tabella riassuntiva sono Risultati delle prove Massima forza misurata dalla cella: riportati relativamente ad ogni prova, Si riportano alcuni grafici delle prove 4.34 kN. i valori della massima forza assoluta effettuate e la tabella riassuntiva. e dell’integrale della curva forza- tempo.

Modello Casco: Silver Star CAMP (Colore Rosso) - Impatto: 1° di 3 eseguiti Massima forza misurata dalla cella: 5.10 kN.

Modello Casco: Rock Star CAMP (Colore Blu) - Impatto: 2° di 2 eseguiti Massima forza misurata dalla cella: 9.16 kN.

Considerazioni determinato tempo. L’unità di misura La lettura del grafico della quantità di moto è il kNs. La quantità di moto trasmessa ad un Nel caso di urto reale, cioè non corpo da una forza F che agisce per un propriamente anelastico e nemmeno determinato tempo t si definisce impulso elastico, in cui agisce costantemente la Modello Casco: The Cap Carbon - Impatto: 1° di 2 eseguiti della forza: I = F x Δt, cioè I =Δ p, allora forza esterne di gravità, il valore Massima forza misurata dalla cella: 7.40 kN. l’impulso di una forza è uguale alla dell’impulso si calcola integrando l’area variazione della quantità di moto del sottesa alla curva forza-tempo del drop corpo sul quale la forza ha agito per un test.

80 CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:52 Pagina 81

Drop test: l’area corrisponde all’impulso.

La quantità di moto che ottengo dal sia pressappoco lo stesso ed inoltre Accurata calcolo teorico è di 31.32 Ns (la salta agl’occhi come siano similari le sistemazione del quantità di moto che la sfera da 5 kg di curve forza-tempo. Questo è dovuto casco sulla testa massa ha appena prima dell’impatto essenzialmente al fatto che la struttura di prova. con il casco è pari a 31.32 Ns), mentre che ha assorbito l’urto era la cesta l’integrale delle curve varia a seconda interna di fettuccia che, proprio per del modello e della prova ma risulta come sono stati disposti i caschi ad sempre maggiore di 31.32 Ns. Questo usura, cioè fissati con la parte esterna è dovuto al fatto che c’è in parte una della calotta rivolta verso il Sole, non ha piccola risposta elastica del sistema risentito dell’invecchiamento del tempo casco-testa dove parte dell’energia e dei raggi UV. Confronto tra Si ripresenta il ragionamento fatto in finisca in un leggero sobbalzo della Si deduce come un casco di questo i Silver-Star di C.A.M.P. precedenza. massa impattante, infatti se l’urto fosse genere assorba principalmente l’energia stato totalmente elastico avrei l’area dell’impatto con la struttura interna in della curva pari a 31.32 x 2 Ns, mentre fettuccia di nylon ed il decadimento se l’urto fosse totalmente anelastico delle proprietà meccaniche e della avrei l’area della curva di 31.32 Ns. resilienza del materiale che la L’andamento della forza di reazione compongono sia causato principalmente conferma le supposizioni. dal logoramento generato dal sudore acido e muffe nel tempo. Mentre la calotta esterna avrà la Confronti tra le prove effettuate funzione di riparare dalla penetrazione Confronto tra da contatto di oggetti acuminati e di Rock-Star di C.A.M.P. ripartire le tensioni d’impatto sulle fettucce in modo uniforme.

Confronto tra i diversi modelli testati

Si vede dal grafico comparativo che, tra gli stessi caschi di modello Rock-Star di C.A.M.P., il valore dello sforzo massimo

81 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:01 Pagina 82

Relativamente ai diversi modelli testati come ci sia stata una sequenza di Conclusioni - studio della risposta in funzione dello si nota dai grafici forza-tempo come si collassi degl’elementi strutturali finché stato di invecchiamento Limiti dell’approccio differenzino le risposte in funzione della tutta l’energia è stata trasmessa - ottimizzazioni dei spessori e della Sembra d’obbligo riproporre come il struttura dell’elmetto. Si criticano le direttamente al sistema testa-cella forma progetto avrebbe voluto avere uno relative differenze tra di essi: senza essere dissipata dal casco (la sviluppo più ampio, sia per quello che - il grafico generato dall’assorbimento sinusoide nasce dal fatto che la cella di concerne la sperimentazione e Bibliografia dell’urto dal Rock-Star di C.A.M.P. carico abbia ricevuto un urto con l’invecchiamento del materiale, sia per da letteratura presenta l’andamento di figura che piccola eccentricità tale da mandarla in la modellazione ad elementi finiti. [1l] Contri L., Scienza delle costruzioni , mostra l’assorbimento dell’energia nel flessione). Inoltre è fondamentale rimarcare come Edizioni Libreria Cortina, tempo medio di circa 0.010 secondi; Inoltre gli andamenti differenti dei tutta la ricerca sia stata centrata Padova,1997. - il grafico generato dall’assorbimento caschetti più recenti si differenziano per sull’assorbimento di energia dovuto [2l] Pigozzi D., Appunti di meccanica dell’urto dal Silver-Star di C.A.M.P. il sistema di fissaggio della cesta in all’impatto per caduta di gravi, e non razionale, Edizioni Progetto, Padova,. presenta l’andamento di figura simile nylon alla calotta: il primo, Rock-Star invece ha riprodurre in fedeltà le stesse 2003/04 al precedente, mostrando come fissato senza rivetti, assorbisce l’energia prove utilizzate per certificare i caschi di [3l] Carpinteri A., Scienza delle l’assorbimento dell’energia e la snervando in parte anche i ganci di protezione utilizzati dagli alpinisti. Quindi costruzioni 1, Pitagora Editrice, massima forza trasmessa siano dello nylon, mentre il secondo, Full Carbon i commenti dei risultati e le Bologna, 1992 stesso ordine del precedente (nel fissato con i rivetti, assorbe in parte considerazioni fatte si devono valutare [4l] Mazzoldi, Nigro, Voci “FISICA” vol.1, tempo medio di circa 0.010 secondi) l’energia rompendo i fili delle fettucce in criticamente tenendo conto dei limiti Edizioni Edises anche se la struttura resistente risulta dynema e prolungando in questo modo i entro i quali si è svolta la diversa; tempi a causa del tipo di cinematismo sperimentazione. Proprio per questo da web - il grafico generato dall’assorbimento che si innesca. non si parla di casco migliore rispetto [1w] www.osteopata.it Il Rachide dell’urto dal The Cap Carbon di Grivel ad un altro. [2w] www.ucv.ve presenta un tempo medio di circa ANALYSIS AND DESIGN OF ANTERIOR 0.007 secondi, di molto inferiore ai Azioni sulla colonna vertebrale CERVICAL PLATES USING THE FINITE precedenti, ma con picco massimo di Requisiti e caratteristiche È stato calcolato che un disco di un ELEMENT METHOD di Katherina forza nettamente superiore; Dalle prove di laboratorio effettuate si è adulto normale può sostenere una Rojas, Abraham Krivoy , Miguel - Il grafico generato dall’assorbimento visto che ogni casco ha rispettato le tensione di compressione di 8.4 MPa Cerrolaza dell’urto dal Full Carbon di Edelrid attese ed in molti casi le ha anche prima di rompersi mentre quello del [3w] bulletin.pan.pl presenta un tempo medio di circa superate. Infatti i valori del primo drop corpo vertebrale è di 8.0 MPa (la A nonlinear analysis of the human 0.018 secondi, di molto superiore ai test sono stati tutti inferiori ai 10 kN tensione sul disco in un uomo in vertebral column and medical precedenti, ma conseguentemente come richiesto dalla normativa e nella posizione retta senza pesi aggiunti è di recommendations that follow di M. con picco massimo di forza maggior parte dei casi anche il secondo DIETRICH, K. KEDZIOR, P. BORKOWSKI circa 1 MPa). e addirittura il terzo impatto sono stati nettamente inferiore. duelcom.it In genere una vertebra sia strutturata in Risulta interessante notare come invece assorbiti in maniera eccellente. modo tale da sopportare sforzi limite i valori delle aree, e cioè l’impulso della Inoltre si intuisce come lo spessore anche dell’ordine di 10 kN, che sono Ringraziamenti forza, siano molto simili in tutti i casi: troppo sottile della calotta non sia in successivamente trasmessi al disco, DIPARTIMENTO DI COSTRUZIONI E dell’ordine dei 0.039 kNs. grado di assicurare un’adeguata questo perché la struttura ossea e rigidezza e faccia si che la schiuma (nel TRASPORTI DI PADOVA muscolare collaborano assieme per caso di caschi moderni o composti) Ringrazio i Professori Lorenzo Contri, Confronto tra i caschi tradizionali sopportare i massimi sforzi. riceva il colpo in una zona localizzata Renato Vitaliani (relatore), Alberto di diverse età raggiungendo rapidamente condizioni Bernardini e Piero Pavan (Co-relatore) estreme (fase di densificazione del per i fondamentali suggerimenti e la polistirene espanso), per cui fiducia nell’aver introdotto questo nuovo l’accelerazione rilevata è alta. Per tipo di studi nell’ambiente universitario. approfondire lo studio parametrico nell’intorno dello spessore ottimale degli COMMISSIONE CENTRALE MATERIALI E strati si rimanda a studi futuri. TECNICHE DEL C.A.I. Positivi risultati si sono ottenuti dalla Ringrazio Giuliano Bressan e Sandro determinazione della tenuta in funzione Bavaresco per aver sostenuto lo studio, dell’usura dei materiali sintetici: infatti si costruito tutti i macchinari necessari alle è visto come gli elmetti invecchiati si prove ed aver fornito parte degli elmetti comportino verosimilmente come quelli usati, ed inoltre per essere stati punto nuovi, ma questo è dovuto di riferimento durante le fasi più critiche essenzialmente al fatto che l’usura da del lavoro. irraggiamento ha interessato solo la calotta esterna e non il telaio o il CNSAS - II° ZONA DELEGAZIONE polistirolo interno. BELLUNESE Ringrazio il delegato Fabio “Rufus” Bristot, per aver fornito statistiche e Possibili sviluppi materiale fondamentale per la riuscita di Lo sviluppo sinergico di materiali e questo studio, ed il Capostazione della forme, nel rispetto delle normative di Stazione di soccorso alpino della omologazione, e l’impiego di moderni Pedemontana del Grappa, Ivo Zulian, strumenti di progettazione virtuale Da questi grafici si intuisce come i per aver fornito parte degli elmetti usati. certamente contribuiranno caschi Cassin, visibilmente più vecchi e all’ottenimento di migliori prodotti. rovinati, a differenza dei Rock-Star e dei C.A.M.P. Fondamentalmente i principali sviluppi Full Carbon, tentano di assorbire Ringrazio l’azienda di Premana per aver in cui si svilupperà questa l’impatto ma senza esito positivo: i primi creduto in questo studio fornendo i tutti sperimentazione saranno: due picchi di forza lasciano immaginare i caschi nuovi utilizzati nei test.

82 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:02 Pagina 83

Piccolo il mondo. duelcom.it

Nuova generazione di satellitari Thuraya. Finalmente hai il mondo in tasca.

Thuraya SG 2520 l’ipertecnologico. È il nuovo terminale Thuraya dual mode, satellitare e GSM Tri-band. Di dimensioni compatte ha il display a colori, GPS integrato, porta USB, Bluetooth, porta infrarossi, fotocamera/telecamera a 1.3 megapixel, GPRS a 60/15 kbps, memory card, invio/ricezione di SMS e MMS satellitari.

Thuraya SO 2510 il tascabile. È il telefono satellitare più piccolo al mondo: solo 118 x 53 x 19 mm per 130 grammi di peso! Funziona esclusivamente in modalità satellitare ed è dotato di display a colori, GPS integrato, porta USB e GPRS a 60/15 kbps.

IL PRIMO SISTEMA DI TRACCIAMENTO SATELLITARE PER TUTTI. LA PRIMA SOLUZIONE PROFESSIONALE UTILIZZABILE, IN MANIERA SEMPLICE ED INTUITIVA, SIA DA CLIENTI PRIVATI CHE DA GRUPPI PROFESSIONALI. PER MAGGIORI INFORMAZIONI WWW.GEOMAT.IT

service provider per l'Italia servizio clienti 800.58.26.25 www.intermatica.it - [email protected] Ovunque, per tutti. CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:02 Pagina 84

Il Museo etnopreistorico al Castel

a cura di Matteo Paone dell’Ovo

a sezione napoletana del L Vetrine con reperti dell’Età del Club Alpino Italiano fu Bronzo e del Ferro. fondata nel 1871 come Qui sotto: società di «dotti cultori di Ingresso al Museo. scienze naturali e di dilettanti A centro pagina: in ascensioni montane». Vetrine dell’Area Etnografica. Questa caratteristica iniziale è rimasta ben viva nei suoi centotrentacinque anni di vita, ha avuto, infatti, come soci un gran numero di • archeologi, • geologi, • naturalisti, • botanici, • vulcanologi e • speleologi, tutti profondi conoscitori delle colline e delle montagne sotto l’aspetto sia naturalistico sia di quello relativo allo studio della presenza dell’uomo e della (Paolo Scandone, Italo preistoriche. sua azione sul territorio. Sgrosso, Antonio Rodriguez, Verso la fine degli anni ‘60 È grazie a questa Silvio Di Nocera, Bruno una serie di ritrovamenti di impostazione culturale che Scotto di Carlo, Gerry reperti preistorici nelle grotte piccolo nucleo venne nel tempo si creano le basi di Moleta, Ulisse Lapegna, di Nardantuono, Castelcivita, costantemente visitato dalle volontà e conoscenze che Amalia Tavernier, Giulia Ausino e Capaccio fecero scolaresche. hanno reso possibile la Irace, Aurelio Nardella) che ulteriormente concentrare costituzione del Museo. grazie alle campagne di l’attenzione sulla preistoria. È proprio grazie a questi rilevamento geologico in tutte specifici interessi che deve Negli anni ‘60, per una serie le regioni meridionali Verso la fine degli anni ‘70 essere inserito il progetto fortunata di incontri, nel conoscevano profondamente furono, pur tra innumerevoli museale. Gruppo Speleologico si il territorio. difficoltà, tolti dai cassetti Esso ha dei grossi limiti concentrano la passione di Infatti, per chi lavora in degli armadi le prime pietre perché documenta soltanto Alfonso Piciochi geologia, sul territorio del lavorate trovate in superficie una piccolissima parte della (capogruppo, animatore delle nostro paese, così ricco di dai geologi e collocate in preistoria regionale. attività, grande cultore di testimonianze del passato, poche e modeste vetrine Al contrario la sua ricchezza storia e di arte) e le basta che lo percorra e lo nell’angusto spazio dei locali va vista principalmente nelle conoscenze specifiche di sappia leggere nel suo del Maschio Angioino. molteplici testimonianze alcuni geologi e naturalisti contesto stratigrafico e Grazie alla sensibilità di raccolte nelle aree al di là dell’Università di Napoli geomorfologico per trovare qualche socia, docente nelle della regione ed in varie parti strumenti di epoche scuole medie, anche quel del mondo.

84 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:02 Pagina 85

Il legame che unisce queste Molise da Pietro Patriarca e diverse realtà molto distanti • dalle ceramiche slovacche e tra loro è proprio la bulgare studiate di recente successione cronologica dal in una delle ultime punto di vista della tecnica campagne di lavoro in che segna il grande progresso reciprocità del gruppo evolutivo dell’uomo da speleo con gruppi speleo 1.000.000 anni fino a 3.000 cecoslovacchi e bulgari. Fissaggio anni fa. Il museo è costituito da Il materiale - frutto dei tre donazioni di vecchie scavi praticati nella provincia veloce & sicuro collezioni dell’800 e da di Salerno antecedentemente materiale raccolto in al 1972: grotta di superficie. Nardantuono a Olevano sul Ben cinque raccolte della Tusciano, grotta dell’Ausino metà dell’800 avute in dono e grotta di Castelcivita - è come quella stato consegnato nel ‘74, in • Garbarino (bacino del occasione della II Mostra di Noce), Preistoria del Salernitano, • Battaglia (Capena), alla locale soprintendenza. • Galluccio (America del Soltanto una piccola parte ne »Posso sempre contare al Nord), è stata data in affidamento. 100% sui miei bastoncini La raccolta è ricca in gran Komperdell.« parte di materiale Hans Kammerlander, alpinista estremo prevalentemente litico trovato in superficie in tutta l’area italiana, dalle Alpi alla Sicilia.

Più di recente per i continui rapporti etnografici con la preistoria e soltanto per fini didattici si è organizzata una mostra di materiale che I bastoncini KOMPERDELL illustra tre realtà: Power Lock sono stati nominati • la prima quella di una tribù per il VOLVO SPORTS della Nuova Guinea che DESIGN AWARD 2006 vive tuttora nell’economia del paleolitico (la ricca POWER LOCK collezione di utensili e foto è stata regalata alla sezione dal1’etnologo Carlo de APERTO: • Romano (Daunia) Martino); parte inferiore si sono aggiunte alle • la seconda è quella del CHIUSO: la regolabile collezioni portate dai soci mondo pastorale che. parte inferiore è da varie aree del globo secondo le teorie di bloccata come quelle Salvatore Puglisi dovrebbe • sul materiale andino da collegarsi alla cultura Scandone, preistorica della civiltà • quello etiope da Guzzetta e appenninica (Bronzo medio Cinque, e finale); • quello del Niger da • la terza è la realtà contadina Il 1° bastoncino con doppio POWER Sommaruga, con ricco materiale raccolto LOCK. Fissaggio veloce e sicuro! • quello dei pani di selce in varie province dai nostri neolitici del Grand soci. Pressigny (Indre et Loire) A queste realtà. che suscitano da Irace, grande interesse ai giovani • da Venosa da Chiapella- visitatori, è stato dato spazio Porta, per il momento nella sala TITANAL POWER LOCK • dai laghi pleistocenici del Barracco. Versione UOMO & DONNA

Alta resistenza grazie alla Impugnatura – presa sicura anche con l’umidità .HF tecnologia Titanal.HF. grazie allo speciale rivestimento sull’impugnatura. DISTRIBUTORE ITALIANO: Land-Mark S.r.l. . 31044 Montebelluna . Tel.:+39/0423/61 54 04 . Fax +39/0423/30 32 65 . [email protected] CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:02 Pagina 86

La scalata delle piante di Jacopo Pasotti

Il riscaldamento Sarei tentato di riguardare alcune foto di escursioni della del clima spinge mia giovinezza. Quando la le piante verso mia famiglia mi trascinava su per i sentieri della Val di altitudini più Dentro o per i boschi di abete elevate. Anche se intorno a Gressoney. In Larici e abeti allignano nella fascia altitudinale più alcuni vecchi album di elevata per piante arboree. il tema è già stato fotografie si riconoscono trattato su questa diverse specie di piante e di erbe alpine. Forse, tornando rivista, merita di oggi su quei pascoli troverei vegetazione montana. Ed ora lavoro che i ricercatori essere rispolverato. le stesse specie o, invece, potrei cercare di misurare il francesi hanno presentato incontrerei nuovi coloni, dislivello raggiunto dalle sulla famosa rivista Science è Perchè c’è una giunti da altitudini inferiori piante alpine nella loro forse il fatto di aver studiato alla rincorsa di un clima a risalita verso le vette. Tre 171 specie e la loro novità. loro ottimale. I nuovi arrivati decadi, secondo il botanico distribuzione dal livello Ora sappiamo la avrebbero preso il posto dei francese significherebbero marino a 2600 metri, dai fiori che facevano da scenario che la fascia altitudinale Vosgi ai Pirenei, dal velocità a cui ai miei pic nic di trent’anni ottimale per le erbe che Massiccio Centrale alle Alpi questo sta fa. Le piante della mia incontrai allora sarebbe oggi Occidentali fino a quelle giovinezza le dovrei cercare ben 90 metri più in alto. Corse, raccogliendo studi avvenendo: più in alto. Ma potrei anche Lo studio, a differenza di compiuti dal 1905 al 2005 - 29 metri di altezza non trovarle più, perchè molti altri, presenta risultati un secolo di botanica. I spesso in montagna oltre ad sulla altezza “ottimale” (e ricercatori hanno analizzato i ogni dieci anni. una certa altezza compaiono non quella “limite”) a cui è dati di 28000 censimenti di blocchi rocciosi grandi come possibile trovare una specie piante arboree e di erbe dal case o falde di detrito su cui vegetale. L’altezza ottimale è fondovalle alle cime dei molte erbe non possono quella preferita da una massicci europei. E questo è attecchire. determinata specie. Bisogna lo spirito delle ricerche che Da quelle passeggiate sono ricordarsi che le piante sono vogliono offrirci un quadro passate tre decadi almeno, e più temerarie di quanto ci si generale del rapporto tra la potrei sbilanciarmi in qualche possa aspettare: ci sono biosfera ed il clima: sono calcolo. Un team di sempre semi che provano a studi che coprono vaste ricercatori, guidato da colonizzare zone al limite regioni e lunghi periodi. Con Jonathan Lenoir del dell’ottimale (qualche anno fa questi dati alla mano i Laboratoire d’Etude des chi provava a far crescere un botanici sono arrivati alla Ressources Forêt-Bois di fico al nord delle Alpi era stima (media, ovviamente) di Nancy (Francia), ha dato un considerato un visionario, ora 29 metri di quota guadagnati valore a quello che i botanici in molte città svizzere è di decade in decade dalle hanno riconosciuto da tempo sempre più diffuso). piante arboree. come un cambiamento della L’aspetto più interessante del Lenoir sottolinea che i

86

5 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:02 Pagina 87

più congeniale. Le erbe sono, Purtroppo pare che questa insomma, molto reattive ai attività sia sempre meno cambiamenti del clima. diffusa. È lenta, i risultati si Di studi sulla vegetazione ne misurano a lungo termine, ed è abbiamo già trattato quindi sempre più difficile da diffusamente su questa essere finanziata (in un rivista. Abbiamo presentato sistema, quello scientifico, in lavori importanti compiuti cui i ricercatori subiscono anche su Alpi ed Appennini. pressioni per produrre risultati Questo ha di nuovo una nel più breve tempo possibile). velocità: 29 metri di altezza Sembra, infatti, che gli esperti guadagnata per decade. Un di indagini sul terreno siano valore che definisce ancora sempre meno. E che questa meglio l’entità del conoscenza, che si passa non cambiamento. Che poi si solo studiando all’università, riassume in sparizione di ma anche “andando a bottega” specie che già vivono ad da chi ha lavorato sul terreno altitudini elevate (e che oltre per anni, potrebbe estinguersi, Ranunculus Glacialis, fiore d’alta quota, osservato fino a 4270 m (le foto: non possono andare) ed come certe arti e mestieri fini Alessandro Giorgetta). arrivo in quota di specie di che richiedono tempo. fondovalle. risultati valgono per erbe e decine o centinaia di anni. E’ un risultato interessante, L’articolo scientifico: fiori, di montagna e di valle, Le erbe si rinnovano più dunque, che si deve in gran J. Lenoir, J. C. Gégout, P.A. Marquet, ma non sono da applicarsi a rapidamente, in un secolo parte al meticoloso lavoro che P. de Ruffray, H. Brisse. A Significant possono susseguirsi diverse diverse generazioni di botanici Upward Shift in Plant Species Optimum piante arboree. Le erbe, Elevation During the 20th Century. infatti, hanno un ciclo di vita decine di generazioni. Ed esperti di censimenti hanno Science. 27 JUNE 2008 VOL 320 più rapido degli alberi, la cui ogni generazione cerca di compiuto in un secolo di vita si misura invece in insediarsi dove il clima le è osservazioni sul terreno. Jacopo Pasotti

5LYLVWD'HL&DL[LQGG  CAI SET_OTT 08 13-09-2008 8:14 Pagina 88

Come prevenire il mal di montagna ovvero proviamo a fare un po’ di chiarezza

di Enrico Donegani l’esercizio o in un ambiente particolare che al termine del diluvio, quando le reazioni allergiche. Commissione (freddo, caldo, umidità, ipossia). acque si sono ritirate, egli abbia preso Il dosaggio consigliato è quello di 250 Centrale Il cattivo uso dei farmaci alcune volte terra sulla sommità di questo monte, ma mg x 2 al giorno, iniziando un giorno Medica dipende dalle iniziative individuali e da se realmente lo fece, Noè stabilì un prima dell’esposizione all’alta quota, libere interpretazioni dei singoli soggetti , incredibile record di adattamento almeno fino a quando non si dimostri Prendo spunto da recenti carteggi, che spesso sfocia in un pericoloso “fai- all’inverso all’ alta quota, ‘scendendo’ utile un dosaggio inferiore in ambiente alcuni seri e altri faceti, avvenuti fra il da-te”. dal livello del mare ad una quota di oltre critico e in un numero elevato di sottoscritto e alcuni soci del CAI, sempre 5000 metri. soggetti. a proposito dell’annoso e impegnativo Non ci stancheremo mai di ribadire che problema dell’uso di farmaci per la prevenzione più efficace del mal di Ribadendo che i farmaci non possono e DESAMETAZONE: il desametazone,un prevenire il mal di montagna. montagna è rappresentata non devono comunque mai sostituirsi potente glucocorticoide, come tutti i La ricerca di sostanze che possano dall’acclimatazione, con un’ascesa lenta alle semplici e basilari regole delle farmaci di questa grande famiglia consentire il risultato a tutti i costi e nel e graduale, che non superi i 300-500 misure preventive, proponiamo di possiede molteplici effetti sistemici minor tempo possibile ha ingenerato metri di dislivello al giorno sopra i 3000 seguito una aggiornata sintesi di tutte le alcuni dei quali possono essere utilizzati nello sportivo il convincimento che non metri, per dare tempo all’organismo di sostanze studiate/utilizzate quale per la prevenzione e il trattamento del si possa svolgere alcun impegno, anche adattarsi alla nuova situazione profilassi del “mal di montagna”, di cui mal di montagna in tutte le sue forme. di lieve entità, se non ci si fa aiutare da ambientale, prendendo, oltre i 3000 si abbia conoscenza dalle riviste Già negli anni ‘80 vari Autori avevano “qualche cosa”. metri, un giorno di riposo ogni 1000 mediche. dimostrato l’efficacia del desametazone La mentalità dello sportivo che si serve metri superati. ad alte dosi nella profilassi dell’ AMS, di un farmaco per aumentare le sue Se nonostante queste precauzioni ACETAZOLAMIDE: certamente mentre a dosaggi inferiori il farmaco prestazioni fisiche fa parte di una certa dovessero manifestarsi i disturbi del mal l’acetazolamide (DIAMOX®) è il farmaco risultava inefficace. Più recentemente cultura sportiva che in qualche modo di montagna, è meglio rinviare l’ulteriore più studiato e attualmente utilizzato per altri studi randomizzati hanno ricalca la cultura del doping. ascesa. E se i disturbi non dovessero la profilassi dei disturbi dell’alta quota. Il confermato la necessità di alte dosi di Ricorrere a prodotti farmacologici per migliorare con il riposo o addirittura suo meccanismo d’azione si esplica desametazone per ottenere un effetto migliorare le proprie prestazioni fisiche, dovessero peggiorare, allora conviene essenzialmente sul rene, mediante profilattico valido sull’ AMS e sull’HAPE, invece che credere nel duro lavoro, nel scendere rapidamente. l’inibizione di un enzima, l’anidrasi iniziando 2 giorni prima della salita in buon allenamento e nella rigorosa Anche una corretta alimentazione e carbonica, presente nelle cellule del quota. Il meccanismo d’azione del acclimatazione per chi va in montagna, l’assunzione di almeno due litri di acqua tubulo renale, provocando la perdita di desametazone è quello di stimolare il va nella direzione opposta sia di un al giorno restano importanti fattori per bicarbonati di sodio e di acqua riassorbimento dell’acqua alveolare, corretto stile di vita finalizzato al prevenire i disturbi da alta quota. attraverso le urine e conseguente aumentare la disponibilità di ossido mantenimento di una buona salute, sia L’allenamento a livello del mare può quadro di acidosi metabolica e modesta nitrico (un potente vasodilatatore) a di una concezione eticamente giusta e migliorare la resistenza fisica disidratazione. In questa maniera, lo livello dei vasi arteriosi polmonari e salutare di intendere lo sport. dell’individuo ma non sostituisce stato di acidosi metabolica è in grado di cerebrali, migliorandone la disfunzione L’ uso improprio di sostanze l’acclimatazione alla quota. migliorare le conseguenze indotte endoteliale dovuta all’ipossia e alla farmacologiche erode i valori morali ed il Recentemente è stata studiata una dall’ipossia e i disturbi ad essa correlati. risposta infiammatoria e preservandone significato autentico della formazione del metodica comportamentale, chiamata È stata anche dimostrato che questo l’integrità. Ma probabilmente altri proprio essere. “respiro lento”, che è sostanzialmente farmaco è in grado di bloccare la meccanismi intervengono nella La parola “farmaco” deriva dal termine una tecnica di respirazione che stimola vasocostrizione polmonare ipossica e di prevenzione del mal di montagna. greco “pharmakon” che significa veleno. l’assimilazione di ossigeno e si ispira alle ridurre la produzione di sostanze che Le dosi necessarie sono alte e Questa osservazione linguistica deve tecniche yoga. Si basa su sei atti favoriscono il passaggio dei liquidi a potenzialmente pericolose, ma in indurre a qualche riflessione sull’impiego respiratori al minuto, ognuno della livello dei vasi polmonari e cerebrali. individui sani non dovrebbero comparire dei farmaci e sull’importanza che i durata di 10 secondi, di cui 4 utilizzati In realtà, tutti gli studi, non effetti collaterali a breve o lungo farmaci hanno assunto nella nostra per inspirare e 6 per espirare. completamente paragonabili fra loro per termine. Indubbiamente studi più ampi società. Esperimenti condotti su persone differenze metodologiche, considerano sono necessari per valutare bene gli Il farmaco perfetto che agisca solo sulla soggette all’ipossia hanno dimostrato alpinisti di varie età e condizioni di effetti secondari sfavorevoli. malattia, un farmaco senza effetti che questi individui hanno un reale allenamento, con differenti gradi di Il desametazone è certamente un ottimo collaterali o rischi d’impegno, non esiste. beneficio da questa tecnica anche a acclimatazione e con diversa farmaco per il trattamento del mal di Per questo motivo l’impiego dei farmaci lungo termine. suscettibilità individuale. montagna nelle sue forme più gravi va attuato con prudenza ed attenzione. Al momento attuale, l’acetazolamide (HACE, HAPE), ed è altresì un farmaco Nessun farmaco è privo di effetti Il Monte Ararat è alto 5165 metri e si risulta essere il farmaco più utilizzato, efficace per la loro prevenzione. Ma va collaterali. Le reazioni indesiderate fra gli trova nella Turchia orientale. La sua generalmente ben tollerato, ben ricordato che il farmaco può dare un sportivi sono le stesse che si verificano storia è profondamente legata alla storia sperimentato, e il più efficace nella falso senso di sicurezza (euforia da in ambito clinico nella popolazione di Noè e del suo biblico viaggio di prevenzione dell’ AMS. Va comunque steroidi) e spingere una persona a quote generale. Alcune tuttavia possono salvataggio dell’uomo e degli esseri ricordato che essendo un sulfonamide in più alte di quella cui il corpo si è verificarsi con più frequenza durante viventi. Non siamo assolutamente certi alcuni soggetti possono manifestarsi acclimatato. In altre parole il farmaco

88 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:03 Pagina 89

non hanno dimostrato un miglioramento dell’acetazolamide. Uno studio condotto della saturazione arteriosa dell’ossigeno. nel 2003 su un grande numero di Se la teofillina possiede effetti preventivi persone sulla via per il campo base sull’ AMS, essi sono modesti e dell’Everest a quota 4928 metri ha temporanei, sicuramente inferiori a quelli dimostrato che l’associazione Ginko e dell’acetazolamide. Inoltre vanno acetazolamide non è stata più efficace considerati anche i suoi effetti secondari nella prevenzione dell’AMS rispetto alla , quali la tachicardia e i tremori e il fatto sola acetazolamide, mentre i gruppi che il farmaco andrebbe preso 5-3 Ginko e placebo hanno presentato la giorni prima dell’esposizione alla quota. medesima incidenza di mal di montagna. SALMETEROLO: il salmeterolo è un Inoltre, poiché i preparati antiossidanti composto che rientra nella famiglia dei devono essere assunti con largo anticipo farmaci stimolanti i α-recettori. Tra le per massimizzare il loro effetto, il Ginko molteplici azioni che essi possiedono, in dovrebbe essere assunto 3-5 giorni laboratorio è stata dimostrata anche la prima dell’ascensione in quota. Va infine capacità di aumentare l’eliminazione dei ricordato che un farmaco che non risulta Lo Z8, 6050 m (f. Gino Buscaini). liquidi dagli alveoli dei polmoni colpiti da efficace in una situazione a basso edema polmonare, sia nell’uomo sia in rischio di AMS è molto improbabile che molte specie di animali. Somministrato lo diventi in ambiente ad alto rischio. non deve essere assunto allo scopo di per inalazione, il farmaco è stato ricercare un aiuto “ergonomico” per SILDENAFIL - TADALAFIL: il valutato per la prevenzione dell’HAPE in ALTRI COMPOSTI ANTIOSSIDANTI: andare più in alto, più forte. sildenafil e il tadalafil sono farmaci che uno studio condotto su un piccolo i “radicali liberi”, di cui molto si parla, possiedono un’azione farmacologica numero di soggetti suscettibili esposti sono molecole con alta energia NIFEDIPINA: la nifedipina è un utile per il trattamento dell’edema all’alta quota alla Capanna Margherita. I contenenti uno o più elettroni dispari farmaco appartenente alla famiglia dei polmonare acuto d’alta quota (HAPE). risultati hanno dimostrato una nella loro orbita atomica. “calcioantagonisti”, sostanze che Queste sostanze (il “famoso” per altri significativa riduzione dell’ incidenza Essi sono implicati in molti problemi bloccano l’afflusso degli ioni calcio motivi VIAGRA® ed il più recente dell’HAPE ma in maniera meno efficace patologici e il grado del danno ossidativo all’interno delle cellule cardiache e di CIALIS®), mediante l’inibizione potente rispetto al desametazione e al sildenafil. da loro prodotto è controllato da un quelle muscolari lisce dei vasi sanguigni ed altamente specifica della 5- sofisticato sistema antiossidante periferici. Gli ioni calcio sono fosfodiesterasi, provocano la SUMATRIPTANO: il sumatriptano è dell’organismo capace di stabilizzare il fondamentali per la contrazione delle vasodilatazione dei vasi polmonari. Il loro una sostanza chimica in grado di loro effetto dannoso. Nel corso di una cellule muscolari e il fatto di impedire il effetto è molto simile ma più selettivo stimolare selettivamente i recettori della spedizione all’Everest è stato studiato e loro accumulo nelle cellule produce rispetto a quello di vasodilatazione 5-idrossitripatamina, producendo di confermato il potenziale benefico effetto alcuni effetti, tra i quali quello di una vascolare indotto della nifedipina, e conseguenza vasocostrizione a livello dei di un supplemento nella dieta di spiccata vasodilatazione del circolo sembra essere più valido soprattutto nei vasi cerebrali e quindi bloccando sostanze antiossidanti quali la vitamina vascolare arterioso periferico e soggetti predisposti all’ HAPE. Queste l’attivazione del sistema trigemino- C, la vitamina D e l’acido a-lipoico. Al polmonare. La nifedipina, dunque, sostanze riducono l’aumento della vascolare, meccanismo che si ipotizza contrario, in un altro recente studio possiede un’ottima azione ipotensiva pressione polmonare con un essere alla base dell’ AMS. condotto su 16 soggetti di 25 anni, è sistemica e polmonare, ma possiede concomitante effetto protettivo sulla Uno studio condotto su un gruppo di 31 stata somministrata tutta una serie di anche un effetto tachicardizzante membrana alveolo-capillare ed evitano soggetti a quota 3450 metri, avrebbe agenti antiossidanti (ß-carotene, (aumento della frequenza cardiaca), può così il passaggio di liquidi nell’interstizio dimostrato un efficace effetto del vitamina D, vitamina C, selenio e zinco) provocare iperpotassiemia, pesantezza polmonare e il successivo accumulo di farmaco nel prevenire l’insorgenza del iniziando 21 giorni prima e proseguendo della testa, vampate di calore, cefalea, “acqua” nei polmoni. mal di montagna. per 14 giorni in quota, senza ottenere in edemi (gonfiore) malleolari, vertigini e Il sildenafi e il tadalafil invece non hanno realtà nessun beneficio rispetto ai astenia. dimostrato efficacia nella prevenzione GINKO BILOBA: il Ginko Biloba, per le controlli placebo. Dal nostro punto di vista, per un utilizzo dell’ AMS. sue virtù e proprietà antiossidanti, negli medico in alta montagna, la nifedipina è Nelle ricerche effettuate in alta quota, ultimi dieci anni è diventato molto ALTRE SOSTANZE: molte altre in grado di ridurre l’ipertensione del questi farmaci non hanno dimostrato popolare quale farmaco per la sostanze sono state sperimentate per circolo polmonare conseguente effetti ipotensivi sistemici o altri disturbi prevenzione dell’AMS, probabilmente per prevenire il mal di montagna, molte all’ipossia barometrica, aumentando la secondari , ma va sottolineato che gli le sue origini esotiche da erboristeria. Il supportate da esperienze aneddotiche o, funzione e migliorando lo scambio dei studi sono stati eseguiti su pochi e suo principio attivo, nei topi ipossici, è in in altri casi, da piccoli studi randomizzati gas a livello dei polmoni. selezionati partecipanti, con una breve grado di prevenire l’ aumento della ma in nessun caso si sono evidenziate Per questo suo meccanismo d’azione, la esposizione all’alta quota, per cui sono pressione a livello polmonare, ma il prove scientifiche convincenti per nifedipina è stata sperimentata ed è necessari ulteriori studi per confermare meccanismo di protezione non è ancora l’utilizzo dello spironolattone, della attualmente utilizzata con successo la loro validità e sicurezza. stato chiarito. furosemide o della codeina quali farmaci quale farmaco di prima scelta nella Esiste solo uno studio clinico condotto in utili per prevenire il mal di montagna. profilassi e nel trattamento dell’ edema TEOFILLINA: gli effetti della teofillina, una situazione a basso rischio che polmonare acuto d’alta quota (HAPE), un inibitore delle fosfodiesterasi, per la dimostra un minimo effetto benefico di In conclusione, il farmaco deve servire risultando più efficace, più sicuro e prevenzione dell’AMS sono questo prodotto, mentre tutti gli altri 6 per trattare sintomi e curare malattie, meno caro di altri farmaci. Inoltre, potenzialmente favorevoli, migliorando il studi condotti su piccoli gruppi di non per migliorare la “performance” avrebbe dimostrato anche benefici effetti sonno in alta quota per la stimolazione persone e in condizioni di ascesa fisica, soprattutto in un ambiente - nel prevenire o attenuare i disturbi del del “drive” respiratorio centrale e passiva e in differenti condizioni quello della montagna - dove i margini mal di montagna acuto, in virtù della riduzione conseguente del respiro (trekkers in Nepal, soggetti in ipossia di sicurezza sono pericolosamente sottili. miglior saturazione d’ossigeno del periodico, inibendo la permeabilità simulata, alpinisti a 3800 metri) non sangue che consegue al suo utilizzo, microvascolare a livello dei polmoni e hanno confermato particolari benefici Enrico Donegani anche se studi successivi non hanno del cervello e riducendo la pressione effetti sull’incidenza e sulla gravità del (Commissione Centrale confermato questo risultato. polmonare. In realtà gli studi condotti mal di montagna rispetto all’uso Medica CAI)

89 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:03 Pagina 90

INTERREG III A Charta Itinerum A cura del Gruppo Regione Lombardia La provincia di Lecco: Sezione naturalistica

IN QUESTO NUMERO misurazione il piano che coincide col che è diventata prevalente, sostituendo attraverso un sifone caudale (Nepa PROPONIAMO fondo del Lago di (il più profondo quasi ovunque le specie autoctone. Solo cinerea). DEI BEI ITINERARI CURATI d’Europa: -425 m), il dislivello in questo alcuni ambienti umidi conservano una Tra i vertebrati legati agli ambienti caso può superare i 3000 m. vegetazione che continua a mantenere acquatici ricordiamo gli anfibi come il DALLA SEZIONE DI LECCO L’insieme di questi elementi geografici un aspetto quasi naturale ed alcune rospo comune (Bufo bufo), la rana verde fa si che nel territorio di Lecco si trovino specie assumono il valore di indicatore (Rana esculenta) ed il rettile più diffuso morfologie, climi, ambienti talmente biologico nel caso di eutrofizzazione legato a questo ambiente, la Natrice o La provincia di Lecco, offre, a chi ama diversi tra loro che non è possibile delle acque. biscia d’acqua (Natrix natrix). camminare, molte opportunità; la descriverlo in modo unitario. Si è quindi Phragmites australis, la comune La zona dei laghi briantei è inoltre ricchezza e la varietà degli ambienti optato per una suddivisione dell’area in Cannuccia di palude, si dimostra la più interessata dalla presenza di una naturali che la caratterizzano quattro zone che risultano molto diverse pronta ad occupare questi habitat. Più notevole avifauna sia stanziale come lo permettono le scelte più diverse, dalla tra loro ma che hanno al loro interno nascoste le belle fioriture di Ninfee Svasso maggiore (Podiceps cristatus), tranquilla mulattiera all’arrampicata più una certa omogeneità. (Nymphaea alba), di Ranuncoli acquatici sia migratrice come la Cannaiola impegnativa. (Ranunculus aquatilis e Ranunculus (Acrocephalus scirpaceus) e il LA BRIANZA fluitans), di Giaggiolo di palude (Iris Tarabusino (Ixobrychus minutus). Si tratta infatti di un territorio molto Nella zona più meridionale della pseudoacorus) Alcuni mammiferi come il riccio vario e ricco di ambienti molto diversi. provincia troviamo la brianza con le sue e di rare specie di orchidee (Orchis (Erinaceus europaeus), il topo delle case Questo aspetto lo si coglie molto bene colline in parte di origine morenica, i laxiflora, Orchis incarnata, Epipactis (Mus musculus), la volpe (Vulpes vulpes) osservando la carta topografica: il 70% laghi briantei relitti anch’essi delle palustris). si possono ancora incontrare in tutta la della provincia è montuoso, il rimanente glaciazioni e le zone pianeggianti. zona dell’alta pianura. 30% è collinare o di pianura. Quest’area è quella che maggiormente FAUNA L’asse principale, lungo il quale si ha subito l’aggressione dell’uomo: cave, La grande antropizzazione del territorio IL LARIO E LE SUE SPONDE sviluppa gran parte del territorio, va da strade, ferrovie, gallerie, costruzioni influisce anche sulla fauna che risulta Sud verso Nord. VEGETAZIONE E FLORA industriali ma anche opere agricole impoverita nella sua variabilità. Anche in Esso comprende a Sud una parte della La presenza del lago è la causa della intensive. Fanno eccezione la zone del questo caso sono gli ambienti acquatici Pianura Padana ed in particolare l’Area straordinaria mitezza del clima delle sue Parco di Montevecchia e della Valle del dei laghetti briantei a conservare Briantea con i suoi molteplici laghi, ad sponde: le temperature invernali infatti Torrente Curone ed il Parco del Monte elementi faunistici di grande interesse Ovest il suo confine coincide in gran non sono mai basse come ci si Barro. soprattutto nell’ambito degli invertebrati. parte con il Triangolo Lariano ed il Lago aspetterebbe e questo influenza in Gli insetti a larva acquatica come gli di Como (Lario), a Nord arriva ad modo sostanziale soprattutto la flora. odonati (libellule), tricotteri e plecotteri incontrare la Valtellina. Infine verso Est VEGETAZIONE E FLORA Nei famosi antichi giardini che passano i loro stadi larvali in acqua confina con le Prealpi Bergamasche. La coltivazione intensiva sia di piante circondano le ville lariane crescono respirando l’ossigeno tramite branchie Un altro motivo che contribuisce in erbacee che di piante arboree ha piante esotiche caratteristiche di climi primitive; altri, come alcuni coleotteri modo fondamentale alla ricchezza del sostituito quasi ovunque le essenze più caldi come palme, bambù, oleandri, (per esempio del genere Dytiscus) paesaggio lecchese è il fatto che vi è un originarie, la vegetazione quindi non ha rododendri ed azalee. rimangono per tutta la vita legati passaggio dalla quota della pianura più l’aspetto naturale, le specie Anche l’agricoltura tradizionale ha all’elemento liquido adottando varie (circa 200 m. s.l.m.) alla cima più alta spontanee sono sporadiche mentre beneficiato di questa situazione, la strategie per l’assunzione dell’ossigeno in uno spazio relativamente breve, con sono frequenti le aree incolte e coltivazione dell’ulivo ancora oggi dà atmosferico, altri ancora sfruttano la un dislivello massimo di circa 2400 m degradate. Le poche zone boschive delle piccole ma ottime rese; sui terrazzi tensione superficiale per pattinare a (cima del Monte Legnone 2610 m. sono inoltre caratterizzate dalla di origine Teresiana però non vengono pelo d’acqua (Gerris), mentre lo s.l.m.). È ancora più impressionante se massiccia presenza della Robinia più coltivate le viti che invece in tempi scorpione d’acqua respira addirittura consideriamo come base della (Robinia pseudoacacia), pianta esotica storici davano il loro succoso contributo.

90 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:03 Pagina 91

questa montagna vi è un’elevatissima dona ai versanti in quota i suoi accesi presenza di specie botaniche (si supera colori autunnali e l’Abete rosso (Picea il migliaio!). Le cause principali di excelsa). questa varietà sono due: il substrato Le piante erbacee di piccola taglia sono calcareo con rare specie autoctone (i quelle più adatte all’ambiente montano, cosiddetti endemismi, es. Primula inoltre per sfruttare al meglio la breve glaucescens) e la presenza di essenze bella stagione tendono a fiorire in relitte derivanti dalla vegetazione anticipo al primo scioglimento della presente durante i periodi glaciali (Dryas neve. Primule, Crochi, Soldanelle octopetala). preparano le loro gemme quando sono ancora al di sotto del manto bianco. FAUNA L’aspetto semi-naturale dell’area FAUNA permette alla fauna di esprimere la sua Gli animali presenti in questa zona della varietà. provincia sono i più caratteristici delle I grandi mammiferi erbivori sono facili Alpi. da osservare: Caprioli (Capreolus Ai grandi mammiferi erbivori si capreolus) e Camosci (Rupicapra aggiunge infatti l’ungulato tipico delle rupicapra) sono abbondanti, il Cervo alte quote: lo Stambecco (Capra ibex) (Cervus elaphus) è sporadico ma presente principalmente nella zona del presente. Pizzo dei Tre Signori. La Marmotta Monte Legnone, versante Ovest. Gli onnivori Volpe (Vulpes vulpes) ed il (Marmotta marmota) compare un po’ Tasso (Meles meles) si possono ovunque, ma predilige la Val Biandino incontrare anche nei pressi delle dove è veramente abbondante. Tra i abitazioni. Tra i piccoli mammiferi sono FAUNA Le vie del gruppo delle Grigne sono mustelidi compare nella zona del monte onnipresenti lo Scoiattolo (Sciurus Le sponde lecchesi del lago sono molto notissime agli alpinisti da quasi due Legnone, l’Ermellino (Mustela erminea) vulgaris) ed il Ghiro (Myoxus glis). antropizzate, gli ambienti integri sono secoli, palestre di roccia per i noti piccolo mustelide dal bel manto Anche la fauna avicola è molto ricca: la quasi del tutto scomparsi insieme alla ‘Ragni’ di Lecco, gruppo di variabile. presenza di rapaci nidificanti come la loro fauna. arrampicatori tra i più noti in Italia. Per quanto riguarda l’avifauna possiamo Poiana (Buteo buteo) e l’Aquila reale Nonostante tutto è presente una fauna Nonostante l’intervento massiccio aggiungere a quella già citata per il (Aquila chrysaetos) e varie altre specie avicola abbastanza ricca: sulle rupi dell’uomo, soprattutto in Valsassina, gruppo delle Grigne la presenza del come il bellissimo Biancone (Circaetus sovrastano le sponde nidificano il Nibbio dato dalla costruzione di seconde case Gallo Forcello (Tetrao tetrix) e delle due gallicus) rendono molto interessante il bruno (Milvus migrans) ed il più raro e dalla presenza di attività industriali, specie di tetraonidi: Pernice bianca cielo per i bird-watchers. Sono comuni Falco pellegrino (Falco peregrinus ). questa zona mantiene ancora aree di (Lagopus mutus) e Coturnice (Alectoris tra le rupi i Gracchi alpini, riuniti in Sono sempre più comuni il Gabbiano eccellenza dal punto di vista graeca). stormi vocianti (Pyrrhocorax graculus). comune (Larus ridibundus) ed il naturalistico come il Parco Regionale Sono presenti varie specie di rettili tra le Gabbiano reale (Larus argentatus) che della Grigna Settentrionale istituito quali ricordiamo la Vipera comune usano il lago per il riposo notturno, recentemente. SENTIERO GERMANEDO - mentre si spostano sulla pianura di (Vipera aspis), il Saettone (Elaphe CAMPO DE’ BOI - RIFUGIO longissima) ed il piccolo Orbettino giorno dove vanno a procacciarsi il cibo. VEGETAZIONE E FLORA STOPPANI - GERMANEDO Può inoltre capitare di incontrare lungo (Anguis fragilis). Anche in queste zone della provincia la Gli anfibi: è ancora abbastanza comune le sponde il Martin pescatore (Alcedo Partenza: Rione Germanedo di Lecco presenza dell’uomo ha modificato la Salamandra (Salamandra atthis) che si rifornisce di piccoli pesci. Intermedia: Campo de’ Boi l’aspetto della vegetazione naturale, il salamandra) ed in alcune pozze non La fauna ittica del nostro bacino risente Arrivo: Germanedo bosco è stato selezionato per la troppo disturbate il Tritone crestato dell’inquinamento dovuto alle attività Dislivello in salita: 435 m produzione del legname che fino al (Triturus cristatus). industriali presenti sulle sue riva ma Tempo di percorrenza: 2.30 h - 3 h secolo scorso rappresentava una fonte Tra gli insetti possiamo citare alcune soprattutto dallo scarico dei reflui dei Lunghezza: 5 km di energia indispensabile per la vita specie endemiche, rari coleotteri del paesi e delle città rivierasche. Inoltre la Difficoltà: EE degli abitanti della montagna. Il Faggio genere Boldoriella adattati alla vita di morfologia molto ripida delle rive limita Segnaletica presente e descrizione: (Fagus sylvatica) è l’essenza arborea grotta abitano esclusivamente le cavità la zona litorale con un passaggio norma CAI prevalente. Coltivato a ceduo da secoli delle Grigne. repentino alle acque profonde. I pesci per il suo legno che veniva trasformato Equipaggiamento: da trekking presenti quindi sono a loro agio nelle Caratteristiche del fondo: Sentiero in carbone ancora nei primi decenni del L’ALTA VALSASSINA acque profonde, i più noti sono il novecento. Un albero importante per Periodo consigliato: fine maggio, Lavarello (Coregonus sp.) e l’Agone l’economia rurale è stato il Castagno E LA VALVARRONE primi di ottobre. (Alosa fallax lacustris); quest’ultimo ha (Castanea sativa), presente in Punti di appoggio: Rifugio Stoppani probabilmente origine da una specie abbondanza soprattutto nei pressi delle VEGETAZIONE E FLORA Note: Il Rifugio Stoppani è il primo rifu- marina che risaliva i fiumi per la zone abitate. Accompagnano il faggio La flora presente sul substrato gio di proprietà del CAI Lecco. riproduzione e che è diventata col alcune specie con abito arbustivo: il metamorfico cambia rispetto alla flora di Fu inaugurato nel 1895. Nel 1944 fu tempo sedentaria. Lungo le rive il pesce Maggiociondolo (Laburnum calcare, alcune specie vengono completamente distrutto perché ritenuto di grandi dimensioni più frequente è anagyroides) ed il Nocciolo (Corylus sostituite da altre affini originando il ricovero di partigiani. Nel dopoguerra fu certo il Cavedano (Leucisus cephalus avellana). fenomeno della vicarianza. L’esempio allestita una struttura prefabbricata, cabeda). Il sottobosco fiorisce a primavera di più noto è forse quella del Rododendro sostituita nel 1978 dal fabbricato Ellebori (Elleborus niger), Bucaneve che sul calcare è presente con la specie attuale, funzionale ed accogliente. IL GRUPPO DELLE GRIGNE (Galanthus nivalis) ed Erba trinità Rhododendron hirsutum, mentre su Il rifugio è intitolato all’Abate Stoppani, E DEL RESEGONE (Hepatica nobilis), più avanti di Pervinca substrato cristallino vive meglio il primo presidente del CAI Lecco. Si tratta dell’area della provincia più (Vinca minor) e di varie Campanule. Rhododendron ferrugineum. Ai suoi tempi l’alpinismo non era alla nota dal punto di vista del turismo La Flora del Gruppo delle Grigne merita I boschi si arricchiscono di conifere tra portata di tutti; potevano praticarlo solo estivo ed invernale. un’attenzione particolare infatti su le quali il Larice (Larix decidua) che persone ricche che, con il supporto di

91 CAI SET_OTT 08 10-09-2008 19:03 Pagina 92

guide alpine, puntavano a imprese altisonanti, alla salita di grandi montagne e alla conquista di cime inesplorate. Antonio Stoppani nella sua opera “Il Bel Paese” propose un modello di alpinismo diverso, alla portata di tutti e di tutte le borse . Sottolineò “il piacere dei monti”, la pace e la serenità del semplice camminare in montagna, la gioia di raggiungere una cima anche modesta, il godimento interiore di fronte alle bellezze e ai panorami offerti da tutte le montagne. Campo de’ Boi: pare che la località abbia preso nome dai Galli Boi che, Il Resegone al tramonto. forse, qui ebbero un centro fortificato.

Descrizione del percorso Il percorso inizia nel rione Germanedo di Lecco (301 m.), al termine della Via arriva rapidamente a Campo de’ Boi SENTIERO COLLE imbocca quella strada e ci si inoltra Airoldi e Muzzi. Qui, un ponte permette (692 m). Qui si trova un grande prato DI BALISIO - PIALLERAI - nella valle del torrente . Attraversati tre ponti, uno sul Pioverna e di attraversare il torrente Bione e di dove si sarà liberi di giocare, una bella SAN CALIMERO - RIFUGIO imboccare subito a sinistra la mulattiera pineta dove godere il fresco nelle due su torrenti confluenti, Amna e segnalata per la Madonnina e Campo giornate estive, una piccola trattoria RIVA- BAIEDO Acqua Fredda, si raggiunge in circa 20 Partenza: Strada provinciale per de’ Boi. È un bella mulattiera a gradoni e dove mangiare qualcosa. minuti la Cappella del Sacro Cuore ciottoli, affiancata a intervalli regolari da Dal vasto pianoro di Campo de’ Boi si (832m). Intermedia: Rifugio Pialleral cappelle con le stazioni della Via Crucis percorre un breve tratto in salita fino a Qui la strada si divide: a sinistra Arrivo: Baiedo decorate da figure in cotto. una cappelletta votiva posta vicino a una seguendo sempre il segnavia n 31 si Dislivello in salita: 772 m Dopo l’ultima cappella, in posizione grande casa. Qui inizia un sentiero che entra nella Valle dei Grassi Lunghi. Si Tempo di percorrenza: 4.30-5 h panoramica, sorge la chiesetta della corre a mezza costa, prima su terreno attraversa una zona di prati con vista Difficoltà: EE Rovinata, restaurata pochi anni fa e privo di alberi, poi in mezzo a piacevoli sulle Grigne e si prosegue diritto finchè Equipaggiamento: da trekking dedicata alla madonna Addolorata. boschi; si supera un valloncello, si la carrareccia si trasforma in mulattiera Caratteristiche del fondo: Sentiero Su un lato della chiesa c’è una fonte incontra il bivio per il Monte Magnodeno entrando nel bosco e immettendosi Periodo consigliato: marzo - ottobre dove puoi dissetarti con acqua dove si dovrà proseguire diritto tendendo dopo un po’ nel percorso della Punti di appoggio: Agriturismo Alpe freschissima. la sinistra, attraversando la vasta zona Traversata Bassa. Cova, Rifugio Pialleral, Rifugio Riva La mulattiera prosegue, diventando più denominata “i Grassi” e rfino a Al bivio (1050 m), si continua per la Note: Questo luogo è una continua stretta ma meno ripida, sulla destra della raggiungere il fondo della Val Comera. traccia che sale a destra, si risale un alternanza di prati, zone boschive e chiesa, costeggia la Val Comera, passa Attraversato il torrente si prosegue fino a costone boschivo e si raggiunge le baite nuclei abitativi che testimoniano il tradi- davanti alla fonte della Marietta e sale a incrociare la mulattiera (segnavia 1A) dell’Alpe Cova (1311m), dove è in zionale attaccamento degli abitanti a zig-zag nel bosco di castagni. che collega Costa con Piano Fieno; si funzione un agriturismo. questi luoghi alla pastorizia e alla lavo- Si prosegue diritto, senza badare ad attraversa in salita il vasto Pra’ Si prosegue diritto lungo il filo della razione del latte. alcune diramazioni secondarie, e si Cavazzino, dominato dalle punte del Costa seguendo l’indicazione “Rifugio I Sassi Rossi di Baiedo sono costituiti da Resegone dove alcune cascine ben Pialleral” posta su un cartello verde; Veduta della Grigna Meridionale verrucano, una varietà di roccia conservate sono ancora in parte adibite superati alcuni baitelli e casette, si conglomerata formata in prevalenza da da Ovest. all’allevamento del bestiame. raggiunge il Rifugio Pialleral (1390 m) frammenti di quarzo e di porfido che In poco tempo ci si troverà al Rifugio e, poco più in alto, il pianoro con i conferisce loro la colorazione rosso Stoppani (890 m). ruderi del Rifugio Tedeschi (1428 m). scuro. Il verrucano, nella zona lecchese, Per il ritorno si segue in discesa il Appena sopra il rifugio si vedrà un bel è presente come costituente principale sentiero n° 1. sentiero che taglia il pendio verso nel gruppo del Pizzo dei 3 Signori; Si può fare una piccola sosta alla destra in direzione della chiesa di San affiora inoltre, oltre che a Baiedo di Cappella della Madonna del Resegone, Calimero, visibile da lontano per gli Pasturo, a Introbio e a Taceno. una moderna cappella votiva dove si spioventi rossi del tetto. Il rifugio Mario Tedeschi in Pialleral, trovano i nomi di tutti i periti sul Il percorso passa prima in leggera punto di partenza per l’ascensione alla Resegone. discesa sopra le malghe del Pertusio, vetta della Grigna, fu devastato dai Appena più sotto si passa in mezzo alle poi entra nel bosco attraversando due nazisti e ricostruito dopo la seconda baite di Costa, antica frazione di valloncelli. Superato il secondo si guerra mondiale. Nel 1986 fu travolto Acquate abitata tutto l’anno ancora nel incontra un bivio dove si dovrà tenere la da un’enorme slavina primo dopoguerra, ora in parte abitata sinistra . Si attraversano i letti di 3 solo d’estate. piccoli torrenti che confluiscono nella Descrizione del percorso Poco dopo Costa, il sentiero n° 1 Valle dell’Acqua Fredda (1340 m), poi si Dalla strada provinciale di Ballabio, 400 incrocia il n° 4 per Germanedo. risale un ripido costone che, lambendo metri prima del colle di Balisio (723 m) Passando prima per una costa ripida e le baite di Prabello di sotto (1390 m) e appena dopo un distributore di sassosa, poi per un bel bosco di porterà all’Alpe di Prabello di sopra e benzina, si stacca una strada in parte castagni e quindi, di fianco alle case di poi a San Calimero (1495 m). asfaltata e in parte sterrata segnalata Deviscio si ritorna al punto di partenza Di fianco alla chiesa, a destra da una bandierina (segnavia n.31): è camminando sul bordo di prati spaziosi. guardando la facciata, parte un sentiero questo il punto di partenza dell’ in discesa che diventa poi una strada itinerario che viene proposto. Si sterrata e porta alle baite e alle pozze 92 CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:54 Pagina 93

GLI SPECIALISTI

del Porè; da qui, deviando a sinistra, si Coltignone. a 23 anni il Sig. Coletti si scende al Rifugio Riva (1020 m), posto Al bivio, si tiene la destra e si sale al Doccupa di abbigliamento su un bel ripiano panoramico affacciato Passo del Giuff (1531 m), piccola sella sportivo. Nel 1991 tanta espe- sulla Valsassina. caratterizzata da uno sperone di calcare rienza si è concretizzata nel Dal rifugio parte una comoda bianco spaccato da una fessura. La marchio Colvet, garanzia di otti- carrareccia (segnavia n.34), a tratti forma di questa roccia assomiglia al ma qualità. La linea Colvet pro- sterrata, a tratti acciottolata, che giogo dei buoi e a questo, pone abbigliamento sportivo attraversa la conca di Nava probabilmente, è dovuto il suo nome tecnico da montagna sia estivo caratterizzata da prati e cascine, alcune “giuff” che in dialetto significa giogo. che invernale: fiore all’occhiello delle quali hanno conservato le Poco più avanti si trova un altro bivio. è la linea alpinismo, affiancata caratteristiche architettoniche Tenendo la sinistra si potrà proseguire dalla produzione di capi per tradizionali. verso la vetta del Resegone per il trekking, snowboard, sci: mate- Il percorso continua poi nel bosco, su sentiero n. 7. riali innovativi, tessuti traspi- mulattiera selciata che porta all’abitato Si propone la Variante di Val Caldera ranti, impermeabili, elastici e di Baiedo (632 m), frazione di Pasturo, che si svolge sul sentiero n° 8, verso resistenti per una linea di eleva- snodandosi lungo il fianco destro della destra. Per questa via, superati alcuni to livello qualitativo ma concor- valle di San Levargo. speroni rocciosi, si raggiunge la renziale nei prezzi. I capi Colvet, Dalla parte opposta si noteranno delle confluenza del segnavia n. 17 che distribuiti in Italia e all’estero da caratteristiche formazioni rocciose di porterà alla vetta del Resegone (1875 un’efficiente rete di vendite, seleziona colore rosso, dette appunto i Sassi m) e al rifugio Azzoni (1860 m). i migliori negozi di articoli sportivi per Rossi. Dalla vetta, il panorama è grandioso: offrire massima qualità ad ottimi abbraccia Lecco e la Brianza, i laghi e i prezzi. Per informazioni: SENTIERO PIANI D’ERNA - monti lecchesi, le montagne della S. Lucia di Piave (TV) sponda occidentale del lago, del Via Mareno, 11 VETTA DEL RESEGONE - ☎ 0438-700321 fax 460553 VERSASIO triangolo lariano e della bergamasca. Se si capita in una giornata limpida, si Partenza: Piani d’Erna con la funivia può spingere lo sguardo ancora più Intermedia: Vetta del Resegone lontano, fino alle Alpi e ad alcune delle Arrivo: Versasio loro vette (Monte Rosa, Bernina, Dislivello in salita: 546 m Cengalo, Badile, Disgrazia), ai monti Tempo di percorrenza: 5.30-6 h dell’Oberland Bernese, agli Appennini e Lunghezza: 8.70 km partenza e arrivo alle Alpi Liguri. piani d’Erna + 3.8 km per ritorno a Per il ritorno, si prende il sentiero n. 17 piedi a Versasio proveniente dalla Forcella di Olino e si Difficoltà: EE segue fino a raggiungere una piccola Segnaletica: norma CAI + cartelli locali radura costellata di massi dove si trova Equipaggiamento: da trekking la Sorgente Forbesette (1378 m) e dove Caratteristiche del fondo: Sentiero confluisce il segnavia n. 7 che avevi già Periodo consigliato: marzo - ottobre seguito in salita. Punti di appoggio: Rifugio Azzoni, Per la stessa via, si ritorna al passo del Rifugio Stoppani Giuff e alla Bocca d’Erna. Note: Il Resegone è la montagna di A questo punto, se si è molto stanchi si Lecco per eccellenza e deve il suo potrà decidere di riprendere la funivia nome al particolare profilo delle sue per scendere a Versasio. cime che, visto da lontano, richiama la Si consiglia però di continuare a sagoma di una grossa sega. camminare e di completare l’ impresa Le vie che portano al Resegone sono raggiungendo a piedi la stazione di molte: qui ti proponiamo un percorso ad partenza della funivia attraverso il anello che si svolge sul versante sentiero n. 1. orientale della montagna. Il percorso di discesa si svolge inizialmente su un pendio erboso, poi Descrizione del percorso entra nel bosco e assume il carattere di Si sale ai Piani d’Erna con la funivia. una bella mulattiera acciottolata. Dalla stazione sommitale (1329 m) si A tre quarti circa del cammino, si può scendi alla Bocca d’Erna, ampia sella fare una sosta presso il rifugio Stoppani prativa dove si incrociano tutti i sentieri (890 m), di proprietà del CAI Lecco, che transitano per i Piani d’Erna. oppure, poco più sotto, dopo le case Si sale leggermente in diagonale verso della Frazione Costa, presso la cappella sinistra imboccando il sentiero n° 7 e si dedicata ai morti della montagna. raggiunge la fonte Pesciola, nel punto in Il sentiero n. 1 termina sulla strada cui il prato trapassa nel bosco. asfaltata che proviene da Versasio. Il sentiero qui diventa un po’ più ripido e Si segue verso destra per un breve inizia ad aggirare il Pizzo di Morterone. tratto, poi si imbocca a sinistra il ripido Dopo circa 20 minuti di saliscendi nel sentiero che porta direttamente al bosco, si trova un bivio posto su un piazzale della funivia (530 m). costone erboso e panoramico. È l’occasione per una breve sosta per ammirare le montagne che si hanno di Le foto sono a cura dell’archivio ERSAF fronte: Monte Due Mani, Grigne,

www.serviziovacanze.it CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:54 Pagina 94

ALTO ADIGE VAL PUSTERIA

uesto ottimo Residence - Hotel, gestito dalla famiglia Trenker è Qsituato a due passi dalla stazione di Dobbiaco. Dispone di 25 camere (alcune con balcone) e di 45 appartamenti - da 2 a 5 posti letto (mono e bilocali) - tutti con bagno privato, TV, telefono e angolo cot- tura. Inoltre, parcheggio privato, palestra, sauna, idromassaggio, bagno turco e massaggi a richiesta. La cucina, di eccellente livello qualitativo, propone piatti tipici locali e internazionali. È punto di par- tenza strategico per le piste da sci (fondo incluso) di tutta la Val Pusteria. Possibilità di praticare lo sci aplinismo in tutta la zona. Appartamenti da € 44,50 min. a € 219,50 max per giorno secondo stagione 1/2 pens. da € 44,50 a € 76,00 supp. sing. € 8,00 SCONTO A SOCI O GRUPPI C.A.I. secondo stagione OFFERTE SPECIALI PER GRUPPI APPARTHOTEL GERMANIA 39034 Dobbiaco (BZ) Via Dolomiti, 44 ☎ 0474-972160 fax 973272 E-mail: [email protected] www.apparthotel-germania.com

Attenzione Chiunque desiderasse ricevere gratuitamente materiale illustrativo sulla nostra struttura alberghiera o sulla zona, è pregato di inviare il seguente coupon (anche in fotocopia) al nostro alber- go completandolo dell’indirizzo dove poter inviare il materiale in oggetto.

NOME ______COGNOME ______

INDIRIZZO ______CAP ______

CITTÀ ______PROVINCIA ______

TEL. ______CELL. ______

E-MAIL ______

Informativa ex D.Lgs. n. 196/03: Hotel Laurin, titolare del trattamento, tratta i dati personali liberamente conferiti per fornire i servizi indi- cati e, se lo desidera, per aggiornarla su iniziative e offerte del titolare del trattamento. Potrà esercitare i diritti dell'art. 7 del D.Lgs. n. 196/03 rivolgendosi al Titolare del trattamento e al direttore dell'Hotel Laurin, via al Lago, 5 - 93034 Dobbiaco (BZ). I dati potranno esse- re trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, all'amministrazione, al servizio clienti e a società esterne per l'evasione delle ’Hotel Nocker propone una sapiente combinazione di scelte per richieste e per l'invio di materiale promozionale. Consenso attraverso il conferimento del suo indirizzo e-mail del numero di telefax o di telefono (del tutto facoltativi), esprime il suo specifico consenso all'utilizzo di detti strumenti per l'invio di informazioni commerciali. Luna vacanza attiva oppure all’insegna del relax. Potete decidere di esplorare le adiacenti piste per lo sci da fondo, di usufruire degli ’esperienza dell’agriturismo in impianti di risalita nelle vicinanze o anche di passeggiare e fare shop- LAlto Adige è estremamente pia- ping nel grazioso centro di cevole per l’incanto dello scenario Dobbiaco. Tra i servizi offerti: un naturale, per la qualità dei servizi e caffè bar, la sala TV e un ristoran- per la convenienza dei prezzi: Casa te tipico con specialità prelibate Waldruhe offre appartamenti da 2 a (la famiglia Nocker è anche pro- 4 posti letto completi di cucina, duttrice di una rinomata qualità bagno, TV, parco giochi per bambi- di speck e di altri succulenti ni, giardino per animali. In posizio- insaccati). Camere con TV, telefo- ne panoramica, fornisce un comodo accesso agli impianti di risalita del no diretto e cassaforte. Sauna, Monte Elmo (a 2 Km) e alla pista da fondo che attraversa il paese. solarium e whirlpool, ascensore, Prezzi: solamente da € 15,50 minimo a € 19,50 massimo a persona bowling, parcheggio e garage. In bassa stagione bambini fino a 2 anni gratis e fino a 5 anni sconto 50% 1/2 pens. da € 40,00 a € 66,00 pens. comp. da € 47,50 a € 77,00 secondo stagione SCONTI A SOCI C.A.I. secondo periodo (per soggiorno minimo di 7 notti) SCONTO A SOCI E GRUPPI C.A.I. secondo stagione AGRITURISMO CASA WALDRUHE Fam. Bachmann HOTEL NOCKER ★★★ Dobbiaco (BZ) 39038 S. Candido - Prato Drava (BZ) Via S. Silvestro, 32 ☎ e fax 0474-966761 Via Dolomiti, 21 ☎ 0474-972242 fax 972773 E-mail: [email protected] www.haus-waldruhe.com E-mail: [email protected] www.nocker.it www.serviziovacanze.it CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:54 Pagina 95

ALTO ADIGE VAL PUSTERIA - VAL DI FUNES - VAL BADIA - VAL SENALES

un piccolo paradiso nelle Alpi, immerso in Èuna natura splendida, nel mezzo di miti- che montagne. Riposatevi all'aria fresca e sana delle montagne e godete l'ospitalità fami- liare della nostra casa. Abbiamo camere con- fortevoli, una cucina locale e internazionale, un nuovo centro sauna (bio sauna, sauna fin- landese, bagno turco) piscina coperta. OFFERTE RISPARMIO: dal 23.08.08 al 10.12.08 prenotate 10 gg e pagate 9, prenotate 14 gg e pagate 12. Superofferta autunno dal 13.09.2008 al 26.10.2008 a partire da € 306,00 7 gg mezza pensione. Transumanza delle pecore con grande festa dal 13.09. al 15.09. La famiglia Weithaler Klara, Hans e Günther vi aspettano con piacere! Mezza pensione da € 45,00 a € 60,00 SCONTO A SOCI C.A.I. 5% sul prezzo settimanale Offerte speciali per gruppi HOTEL GERSTGRAS ★★★ 39020 Val Senales (BZ) ’Hotel è situato in una delle zone più belle delle Dolomiti. Maso Corto, 7 ☎ 0473-662211 fax 662212 LDispone di 23 camere (50 posti letto), con balcone, servizi priva- E-mail: [email protected] www.hotelgerstgras.com ti, telefono, TV e 7 appartamenti da due a cinque persone. L’ottima cucina propone piatti tradizionali e specialità gastronomiche servite la guida per nella sala da pranzo panoramica o sulla terrazza soleggiata. A fine le vostre vacanze giornata, per rilassarsi, è disponibile la sauna, il bar in legno antico, la tipica stube tirolese “zirbenstube”. Disponibile inoltre www.serviziovacanze.it una sala giochi per bambini. Skylift a soli 60 mt. A 10 km da Alta Badia e Plan de per informazioni sulle località e Corones raggiungibili con lo ski-bus gratui- to. Pista per sci da fondo panoramica, pista sulla loro ospitalità per slittini ed escursioni con ciaspole. per individuare le strutture che praticano Camere mezza pensione da € 38,00 a € 58,00 sconti o agevolazioni ai soci e ai gruppi C.A.I. App. da € 29,00 a € 43,50 (per pers. - pulizia inclusa) per le OFFERTE last-minute SCONTO A GRUPPI C.A.I. HOTEL★★★ & APPARTEMENT ANTERMOIA Fam. Michaela e Ivo Winkler Ulteriori informazioni telefonando 39030 S. Martino in Badia (BZ) Antermoia, 69 ☎ 0474-520049 fax 520070 E-mail: [email protected] dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18 www.hotelantermoia.com allo 0438/23992 www.serviziovacanze.it CAI SET_OTT 08 11-09-2008 8:55 Pagina 96

TOSCANA ISOLA D’ELBA TRENTINO VALLE DI NON VENETO CADORE

a sua posizione è ideale per accedere alle piste del , LArmentarola e della Val Badia o per dedicarsi a escursioni sci alpinistiche: si tratta del Rifugio Lagazuoi, che trovate arrivan- do in funivia, a quota 2752. La tradizionale cortesia della famiglia Pompanin vi accoglierà all’in- terno di confortevoli camere o camerate per un totale di 74 posti letto. Il panorama splendido, al tramonto e all’al- ba, e le prelibatezze della cuci- na di montagna allieteranno le vostre serate in compagnia. Sistemazione di mezza pensio- ne o solo pernottamento.

RIFUGIO LAGAZUOI mt. 2752 32043 Cortina d’Ampezzo (BL) ☎ 0436-867303 fax 866505 E-mail: [email protected] www.lagazuoi5torri.dolomiti.org

egozio specializzato HOTEL MARGHERITA ★★★ Nin abbigliamento e 38020 Rumo (TN) attrezzatura per lo sport, Frazione Marcena, 61 da oltre vent’anni al ser- ☎ 0463 530531 fax 530492 vizio dello sportivo più esigente. Da noi trovere- E-mail: [email protected] www.hotelmargheritarumo.it te le migliori marche per praticare: telemark, sci- alpinismo, ghiaccio, SCOPRI “LE MADDALENE” IN INVERNO: trekking e roccia. Per chi ama lo sci alpinismo guida con 40 itine- Scarpa • Crispi • Ski rari illustrati. Escursioni con le “Ciaspole” per trabb • Fischer • The esperti e principianti. Da oltre 100 anni la fami- North Face • Mello’s • glia Fedrigoni è garanzia di ospitalità e offre Salewa • Great Escapes un’ottima cucina. Hotel con ogni confort, sala • Vaude • Black Diamond giochi, biliardo, internet point, bus navetta, ani- • Camp • Grivel • La mazione periodo Capodanno, parcheggio priva- Sportiva • Meindl • Lowa to, sala congressi, nuovo ed attrezzatis- • Salomon • Edelrid • simo centro benessere “Bianca Oasi”, Ferrino • Petzl • Deuter • piscina interna ed esterna riscaldata. Aku • K2 ski • Dynafit • Richiedete offerte per mercatini di Fritschi • Champion.... Natale e Capodanno 2008/09 ...e tantissime altre. 1/2 pens. da € 41,00 a € 74,00 pens. comp. da € 47,00 a € 84,00 VENDITA PER SCONTO A SOCI C.A.I. 10% CORRISPONDENZA (escluso Capodanno 2008/09) Possibilità prezzi personalizzati

★★★ CAVALLINO BIANCO OTTIMI SCONTI AI SOCI C.A.I. 38020 Rumo (TN) Via Marcena, 6 ☎ 0463 531040 fax 531039 MIVAL SPORT E-mail: [email protected] Pove del Grappa (VI) Via San Bortolo, 1 ☎ 0424-80635 fax 554469 www.cavallinobiancorumo.it E-mail: [email protected] www.mivalsport.it www.serviziovacanze.it