Diario Al Registratore
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il racconto Camillo Golgi, il Nobel dimenticato La MICHELE SMARGIASSI Domenica la memoria Cent’anni Lancia, la strada di celluloide DOMENICA LEONARDO COEN 3 SETTEMBRE 2006 di Repubblica Dai postriboli argentini alla ribalta planetaria Siamo andati nelle milonghe di Buenos Aires a vedere Ultimocome cambia il “ballo globale” tango FOTO ©1988 CONG S.A./ © LIZARD EDIZIONI S.R.L. GIUSEPPE VIDETTI JORGE LUIS BORGES i luoghi BUENOS AIRES Barcellona, il mercato-astronave ede tutti questi garofani? Ogni sera li toglia- l tango è il prodotto argentino più diffuso, quello che con CONCITA DE GREGORIO mo, chiudiamo i cancelli, e la mattina ce ne insolenza ha divulgato il carattere argentino sulla faccia sono altrettanti, perfettamente allineati in- della terra. Ovviamente bisogna verificarne le origini e de- cultura torno a lui», sbotta il guardiano. Lui sta lì terminarne una genealogia in cui figurino sia la sacralità immobileV da settantuno anni, una statua di bronzo ad altezza Idella leggenda sia la certezza del vero. La questione fu molto di- Pasolini, film sull’intervista-testamento «naturale, giacca, panciotto, cravattino, e l’eterna sigaretta che battuta nel 1913; il libro di Vicente Rossi, intitolato Cosas de negros PAOLO D’AGOSTINI e PIER PAOLO PASOLINI qualcuno gli lascia accesa tra le dita, arrampicandosi fin lassù (Cordoba 1926) la ripropone. […] L’opinione di Rossi è circostan- dai gradoni coperti di fiori, in quell’angolo di cimitero fodera- ziata: il tango cosiddetto argentino è figlio della milonga di Mon- to da ex voto come la cappella di un santo. La tomba di Carlos tevideo e nipote della habanera. Nacque presso l’Accademia San la lettura Gardel, Valentino delle milonghe, profuma di santità: la pro- Felipe, una baracca adibita a balli pubblici a Montevideo, tra com- cessione continua di visitatori, i bigliettini infilati in ogni per- padritos e gente di colore; emigrò al Basso di Buenos Aires e s’in- Wallace racconta Federer, tennista alieno tugio, le targhe che foderano i marmi. «Grazie Carlos per il tuo volgarì nei Cuartos del quartiere Palermo (dove fu adottato dalla DAVID FOSTER WALLACE aiuto. Famiglia Torres Rosario»; «grazie per il favore che ci hai povera gente di periferia e dalle donne dei soldati) e fece scalpore concesso. Angelica y Alicia»; «grazie, ho avuto quel che ti ho nei postriboli del Centro e di Montserrat, finché venne esaltato dal spettacoli chiesto. Margarita»; il ricordo degli amici del tango di Porto Ri- Teatro Nacional. Quindi, il tango è afromontevideano, il tango al- co, Colombia, Cile, Bolivia, Messico, Perù, Ecuador, Uruguay; la radice ha capelli crespi e ricciuti. […] Mi farete notare che nei l’omaggio di città lontane in cui il tango ha sviluppato una tra- fatti le cose andarono proprio così, ma questa è un’impostura e “Le due vite di Šostakovic, mio marito” dizione, Parigi, Helsinki, Istanbul, Tokyo. non soddisfa il nostro sciovinismo, anzi lo irrita e lo esaspera. LEONETTA BENTIVOGLIO Repubblica Nazionale 31 03/09/2006 (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) 32 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 3 SETTEMBRE 2006 la copertina Ballo planetario GIUSEPPE VIDETTI (seguedalla copertina) Balcarce con la verve di un trentenne, «nes- suna partitura può raccontarne la passione». l cimitero della Chacarita, a Buenos Ai- «Le nuove formazioni — dice Balcarce — El res, custodisce la memoria del tango: Arranque, ma anche l’eccellente Vale Tango, Carlos Gardel (attore e cantante, ini- stanno recuperando la stessa inquietud di ziatore dell’epoca d’oro, ucciso e con- Pugliese, che dedicò l’intera carriera alla de- segnato alla leggenda da un incidente finizione di un nuovo tango urbano». Carlos aereo durante una trionfale tournée Villalba di Tangovia, associazione che orga- Isudamericana, a Medellin, in Colombia, il 24 nizza festival in tutto il mondo, racconta che giugno del 1935, a quarantacinque anni), ma il pianista è diventato una sorta di divinità per anche i grandi nomi che dagli anni Quaranta i giovani artisti. «Tutti hanno in tasca la sua fino al periodo buio della dittatura hanno tra- immagine», dice, estraendo dal portafogli un sformato un folk accattivante e morboso na- “santino” con su scritto «San Pugliese-Pro- to nei quartieri degli immigrati nel primo e tettore dei musicisti». Sul retro, una preghie- più raffinato esempio di musica globale: Aní- ra, «pare l’abbia composta un famoso poeta». bal “Pichuco” Troilo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Nelida Rouchetto, settant’anni, è la vesta- Pugliese. Non c’è tomba che non porti i segni le della Casa del Tango; «senza la sua premu- della devozione popolare, anche in un giorno ra e la sua dedizione non riuscirebbe a resta- di agosto, inverno pieno a Buenos Aires, in cui re aperta», dicono gli artisti di questo perso- la pioggia insistente scoraggerebbe chiun- naggio tra Piaf e Valentina Cortese. Un inter- que dall’avventurarsi a piedi in un cimitero vento alle corde vocali le ha rubato quasi tutta sconfinato. la voce, ma le resta la mimica straordinaria per Tra i nomi dei grandi, manca quello di Astor raccontare di quando nel ‘95 tutta Buenos Ai- Piazzolla, il bandoneonista che ha rivoluzio- res venne qui alla Casa a dire addio a Pugliese. nato il tango e lo ha traghettato in una nuova Come fa cento volte al giorno, Nelida osserva era. Ci riuscì manifestando tutti i sintomi del spiritata i ritratti in bianco e nero appesi nella genio, a costo di diventare antipatico, di sem- galleria, per ognuno ha una parola, di ognuno brare folle, irrispettoso, ribelle. «Qui Piazzolla non c’entra nulla», dicono in coro una signora e sua figlia, strette nei poveri golfini infeltriti, i capelli neri in crescita sotto la tintura bionda, A sorpresa, all’inizio un enorme mazzo di fiori pronto a essere de- positato davanti alla lapide di Troilo (1914- del nuovo millennio, 1975), el Gordo. «Non so dove sia sepolto, ma loro», dice la madre indicando le tombe tutt’intorno, «non lo avrebbero voluto qui, la capitale argentina non faceva parte della famiglia. Provate laggiù, al Pantéon Sadaic», dove ci sono i grandi auto- ribolle di antiche note ri e compositori argentini. Ma anche lì dentro il maestro non gode di troppe simpatie. «Piaz- “Il tango ti aspetta - zolla non ha tomba, sua moglie lo ha fatto cre- mare e ha sparso le ceneri», borbotta sbrigati- dicono i vecchi - vo un operaio addetto alla manutenzione, mentre sistema i messaggi delle ammiratrici depositati intorno alla lapide di Roberto Goye- non ha fretta neche (1926-1994), el Polaco che incantò le- gioni di femmine. Prima o poi gli cadi Potrà suonare anacronistico, ma la Buenos Aires del nuovo millennio ribolle di tango, e tra le braccia” non sembra affatto una capitale d’altri tempi. La crisi economica del 2001 non ha affievolito l’entusiasmo, ha scatenato la voglia di recupe- rare l’antica grandeur. Siamo andati con l’idea di cercare tesori sepolti nella polvere dei vec- chi quartieri, invece seguendo i passi del tan- go abbiamo scoperto una Buenos Aires effer- vescente e dinamica, tutt’altro che vinta. Ora che sono a loro volta “intrappolati” in antiche note, i giovani rammentano quel che diceva- no i vecchi quando anche in Argentina il rock sembrava la risposta a ogni domanda: «Il tan- go ti aspetta, non ha fretta. Puoi incontrarlo e non riconoscerlo, tanto prima o poi gli cadi tra le braccia». C’è ancora chi va predicando che il giorno in cui nascerà il nuovo Gardel un manto di ne- ve ricoprirà la città. Ma anche quest’anno l’in- verno porta solo pioggia, e intanto i ragazzi ri- scoprono la milonga, prendono lezioni di bal- lo nel loft del fascinoso coreografo Roberto Herrera, nel quartiere di Monserrat, e ai ritro- Tango vi della new economy preferiscono i locali ti- pici. L’altro giorno sono scesi in piazza per protestare contro la chiusura del Club del Vi- no, un locale che a Buenos Aires stava al nue- Ritorno a Buenos Aires vo tangocome il Blue Note di New York al jazz: affollatissimo con- certo all’addiaccio con la partecipazio- ne dell’Orquesta El Arranque, che festeg- gia dieci anni di atti- vità ed è nel ricco car- tellone del Festival Buenos Aires Tango che si terrà per due settimane, dal 12 al 24 settembre, all’Audi- torium Parco della Musica di Roma. Nella Casa del Tango (Guardia Vieja 4049, quartiere di Al- magro), dove gli arti- sti provano nuove musiche e coreogra- fie, si dibatte su una cultura centenaria con la stessa urgenza con cui i futuristi mette- CAVALIERE vano a punto il loro manifesto. La parola chia- ve è inquietud, inquietudine, ma anche cu- riosità in spagnolo, «curiosità di scoprire, per- ché molto della tecnica del tango è legato alla tradizione orale», dice il geniale violinista Ra- miro Gallo, che ha appreso il verboda uno dei pochi guardiani del tempio ancora in vita, Emilio Balcarce, ottantotto anni, già arran- giatore nelle orchestre di Alfredo Gobbi, Troi- lo e Pugliese. «Il tango è capriccioso», spiega Habanera È una delle figure base del Tango da sala. In questa elaborazione grafica ( sulla base di “Ballare danzare” di Rino Capone, Gremese Editore ) Repubblica Nazionale 32 03/09/2006 viene mostrata la versione “su destro” da parte del cavaliere e della dama DOMENICA 3 SETTEMBRE 2006 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 33 IL FESTIVAL A ROMA Oltre 50 artisti, mostra fotografica, rassegna cinematografica, lezioni di ballo: è il programma del “Festival Buenos Aires Tango”, che si terrà dal 12 al 24 settembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il 12 e il 13 di scena l’Orquesta El Arranque. Il 14 e 15 il cantante Ariel Ardit, la compagnia di danza No Bailarás e una milonga con il trio di Ramiro Gallo.