NUMERO 240 in edizione telematica 10 febbraio 2017 DIRETTORE: GIORS ONETO e.mail:
[email protected] Professor Locatelli, ma chi glielo ha fatto fare, a 73 anni, di prendere in mano la disastrata atletica italiana? “Detto che, quando uno prova ancora voglia, l’età non conta e che fortunatamente la salute è ottima, il mio ritorno in Fidal è nato in maniera abbastanza inattesa, almeno per me. Da quando infatti ho assunto un incarico al Coni, a Roma vivo all’Acqua Acetosa dove fa base anche Giomi, che negli Anni Novanta era vicepresidente quando Gola mi aveva affidato la direzione tecnica dell’atletica. Così negli ultimi due-tre anni è capitato spesso che ci si ritrovasse per cenare insieme ed ovviamente spesso è capitato che si parlasse del nostro sport e dei problemi che sta vivendo e magari del relativo feeling che poteva esserci tra chi aveva vissuto sempre in maniera maggiore il mondo della strada rispetto a quello della pista. La preoccupazione maggiore di Giomi riguardava la gestione di quegli atleti di alto livello che, proprio perché non sono molti, occorre seguire con tutta una serie di servizi che garantiscano la loro presenza negli appuntamenti di maggiore significato”. Locatelli, così come nella vita, non si risparmia e le parole si susseguono incalzanti. Sprigiona energia e c’è da augurarsi riesca a trasmetterla a quei nostri talenti in qualche caso forse troppo viziati. “Siamo ai primi di dicembre dello scorso anno – prosegue Locatelli – e ancora non so nulla, ma mi giunge qualche voce su un mio possibile ruolo in Fidal.