Stagione Televisiva - 2013/2014
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
1 2 Osservatorio Media del Moige Movimento Italiano Genitori coordinato da a cura di Elisabetta Scala Alessandra Caneva un anno di zapping guida critica ai programmi televisivi STAGIONE TELEVISIVA - 2013/2014 prefazione di Elisa Manna postfazione di Francesco Posteraro 3 4 indice Prefazione 7 Elisa Manna Introduzione 9 Maria Rita Munizzi, Elisabetta Scala Legenda dei simboli 11 Schede di analisi critica dei programmi 13 Postfazione 205 Francesco Posteraro Indice dei programmi 206 Glossario dei termini tecnici 213 un anno Note professionali degli autori 215 di zapping 5 6 prefazione La nostra è un’epoca in cui proliferano i riti collettivi: tra questi, uno dei più rivelatori riguarda il rapporto tra i media e i minori. Totalmente trascurato nella quotidianità da istituzioni e leader d’opinione, balza prepotentemen- te all’attenzione di tutti quando un doloroso fatto di cronaca fa sospetta- re una qualche infl uenza negativa della televisione o dei videogiochi sui comportamenti devianti di un ragazzo o una ragazza. Per qualche giorno non si parla d’altro: gli esperti vengono bersagliati di richieste d’interviste da giornali e trasmissioni televisive che scompongono il fatto mille volte per capire se i contenuti nocivi di cui i media traboccano possono aver infl uenzato o meno il comportamento deviante in questione (recentemen- te, le baby prostitute in cerca di guadagni facili per acquistare oggetti di consumo di lusso). Come sempre si formano subito due schieramenti: quelli che vedono nei media l’origine di ogni male, quelli che invece tendono a minimizzare e rimpallano comunque le responsabilità sui genitori. In pratica, non si riesce a fare un discorso serio. Già, perché il discorso diventa serio, quando ci si svincola dalle logiche di schieramento e si guarda con competenza e anche buon senso (che non guasta) alle fe- nomenologie che abbiamo davanti agli occhi e in cui i nostri fi gli sono immersi. Quanto a competenza, le conoscenze non mancano: il recente Libro Bianco realizzato dall’Agcom in collaborazione con il Censis ha de- dicato uno spazio importante ad un’ampia review sistematica che pas- sa in rassegna la produzione scientifi ca internazionale più accreditata sul tema. Vi si evidenzia, tra l’altro, che esiste ormai un consenso nella un anno comunità scientifi ca più autorevole sulla pericolosità della rappresenta- zione mediatica della violenza così come di altri contenuti: una rappre- sentazione martellante di modelli estetici irreali, quella del piacere legato ossessivamente al consumo, il ricorso a stereotipi legati alla rappresenta- zione della donna o delle altre etnie, una visione distorta della sessualità. Evidentemente l’infl uenza non è diretta (e qui si potrebbero citare molti padri delle scienze sociali), ma può venire mediata, nel bene e nel male, da genitori, scuola, gruppo dei pari. Nel senso che la televisione e i me- dia in generale agiscono da “rinforzo”, ovvero acuiscono qualità e limiti di zapping della personalità del minore in maniera direttamente proporzionale ad altre variabili, come, ad esempio, il “capitale culturale”: i più “attrezzati” integreranno le conoscenze acquisite a scuola con i contenuti mediatici, quelli meno attivi e critici tenderanno ad usare passivamente i media esclusivamente come fonte d’intrattenimento. In effetti, l’esposizione “controllata” dai genitori può incidere positivamen- te sulle qualità cognitive dei minori. La letteratura ci dice che ciò vale ad esempio per l’arricchimento del vocabolario delle classi più svantaggiate, per le capacità di problem solving o ancora per l’integrazione delle etnie. 7 È qui che emerge con chiarezza l’importanza della Media education: geni- tori consapevoli, informati, sapranno scegliere, orientare i consumi media- tici dei fi gli in maniera che essi non solo non rappresenteranno un pericolo, ma potranno diventare un arricchimento. “Un anno di zapping” si presenta in questo senso come un utile strumento a disposizione dei genitori per acquisire una visione più ampia del pa- norama televisivo italiano, perché fonda la propria tassonomia non tanto sull’asettica riproposizione dei dati d’ascolto (di cui si abusa nelle analisi anche dotte),quanto sulle qualità e gli aspetti valoriali che vanno nella di- rezione di una “TV family friendly”. Il MOIGE in questo senso può vantare una costanza certifi cata, proprio dal fatto che siamo al settimo Rapporto di un monitoraggio che ha lo scopo evidente di accompagnare i fruitori del piccolo schermo domestico in un percorso che conduca verso la consape- volezza degli adulti e soprattutto dei minori. In questo modo il genitore si fa insegnante, perché viene messo in con- dizione di dotare il minore di quegli strumenti in grado di smascherare le intrinseche procedure di signifi cazione mediale. Ma non è tutto: talvolta il minore fi nisce dentro lo schermo, con tutte le strumentalizzazioni che conosciamo. L’industria radiotelevisiva italiana s’i- nerpica in rischiosi equilibrismi tra la quasi certezza di fare ascolti con bambini attori o cantanti e il dovere sancito dal Codice Media e Minori di esporlo alla luce dei rifl ettori prevenendo però qualsiasi fattore di turba- mento. Ebbene, troppo spesso l’equilibrismo non riesce e, pur rispettando formalmente i dettami della legge, la tv continua ad incentivare il protago- nismo e l’adultizzazione dei minori nuocendo a quelli dentro lo schermo e a quelli davanti ad esso. Molto si potrebbe fare: da una “legge quadro” che riprenda tutte le con- traddizioni normative del sistema di tutela dei minori per rendere realmente effi cace la tutela, fi no ad una normativa sull’autocertifi cazione dei prodot- ti audiovisivi, come avviene in altri Paesi europei. Forse, in mancanza di un’attenzione normativa di maggior respiro, conviene prendere atto del fatto che il sistema dei media è un sistema che genera prodotti per attirare pubblico e vendere spazi pubblicitari (un discorso a parte evidentemente, andrebbe fatto per il Servizio Pubblico). Questa logica marginalizza, è un fatto, le esigenze dei minori. Perciò, la dimensione dell’educazione e della crescita critica del pubblico, degli operatori dell’informazione e dei respon- sabili nel sistema dei media, diventa una strada prioritaria e concreta. An- che attraverso questa guida. Elisa Manna Responsabile “Politiche Culturali” Fondazione Censis 8 introduzione Non solo share. Il punto di partenza con cui, da 17 anni, ci avvicinia- mo ai programmi e agli spot televisivi è la qualità family friendly. Ed è in quest’ottica che valutiamo centinaia di trasmissioni tra fi ction, fi lm, soap, mini serie, varietà, talk show, approfondimenti, cartoni animati e spot. La tv è ancora una delle principali forme di intrattenimento e guardarla insieme, commentando quanto va in onda, rimane un com- portamento preferibile per tutta la famiglia. Riteniamo che un prodotto televisivo sia buono quando la “vision” degli autori, cioè il “sottotesto’’, trasmette valori di bellezza, bontà ed autenticità: auspichiamo che oltre a divertire debba veicolare anche un messaggio valoriale positivo e stimolante, sia per i minori che per i genitori. Da questi presupposti nasce “Un anno di zapping”, l’unica guida critica alla programmazione televisiva italiana, che si muove nella direzione di una tv family friendly. Nell’edizione di quest’anno, trovate le schede di 180 programmi, compresi 40 spot, che abbiamo selezionato tra quelli in onda in fascia protetta (7.30-22.30) valutati anche grazie alle miglia- ia di segnalazioni arrivate al nostro Osservatorio Media (numero verde 800937070, www.moige.it) - e anche attraverso le nostre pagine su Facebook e Twitter. In questa guida è stata analizzata e selezionata tanta fi ction con parti- colare riguardo per quella in grado di esprimere una rappresentazione autentica della realtà che incentivi i legami familiari e la realizzazione umana attraverso l’affettività. Abbiamo prestato attenzione a quei cartoni animati che, usando il lin- un anno guaggio fantasioso proprio dei bambini, portano a una trasposizione delle qualità umane in modo semplice e appropriato. Buon gusto, valorizzazione della dignità della persona e senso del bel- lo, sono i criteri con cui valutiamo i programmi di varietà e intratteni- mento. In particolare quando sono presenti minori, chiediamo che vi sia rispetto per la loro età e sensibilità, che l’ambiente sia adeguato a loro, giocoso e senza elementi di stress e che non siano “usati” per far “spettacolo al servizio degli adulti”. L’ideale è che sia per loro una esperienza positiva e divertente. di zapping La pubblicità viene infi ne considerata nei suoi contenuti anche psico- logici, ma senza “psicologismi”. È chiaro che l’obiettivo dello spot, in ultima istanza, è vendere un prodotto, ma nulla vieta di valorizzare il messaggio con l’ironia, la bellezza, l’eleganza, la capacità di evidenzia- re stili di vita sani. Questi messaggi sono di gran lunga preferibili alla scorciatoia di attirare l’attenzione richiamando gli istinti più bassi. La classifi cazione simbolica aiuta nell’immediata comprensione dell’a- nalisi dei prodotti televisivi. La valutazione qualitativa è espressa per 9 gradi: dal bidoncino per il programma trash alla stellina per la qualità. Il simbolo della Conchiglia Moige è il riconoscimento più alto assegnato a coloro che riescono a conciliare successo, qualità e valori positivi, con- densandoli in un momento di svago adatto a tutta la famiglia. L’intento del volume è quello di offrire a genitori ed educatori uno stru- mento utile per una visione critica, mentre ai direttori