CLUB ALPINO ITALIANO 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013

L’etimologia latina del termine - letteralmente “correre fuori” - esprime pienamente le valenze fisiche, culturali e spirituali che l’escursionismo riveste nella società attuale. Correre fuori, o andare oltre le abitudini, gli orizzonti ristretti della routine quotidiana, l’artificiosità di un sistema di vita che tende a delegare tutto. Non una fuga o una evasione, bensì riprendere l’iniziativa in prima persona, vivere un’esperienza sempre nuova nell’ambiente naturale rispetto al quale viviamo generalmente separati ed estraniati, rientrando in sintonìa con tutto ciò che è altro da sé.

Questi sono i valori che nella ricorrenza del 150° di fondazione il Club Alpino Italiano riscopre e sostiene in una attività che, antica come l’uomo - l’homo erectus, nomade un milione e mezzo di anni fa, assai prima di divenire sapiens - acquisisce rilevanza individuale e sociale nel momento in cui come fenomeno che tende a diventare di massa deve proporre un modello di turismo sostenibile.

Per questo motivo il CAI nel celebrare il centocinquantenario ha inteso, senza trascurare gli altri aspetti dell’alpinismo che in senso lato è lo scopo statutario fondante, richiamare l’attenzione sul camminare in montagna, che nello spirito del motto “La montagna unisce” fa riscoprire da una parte l’unione e la coerenza interiore dell’essere umano con l’ambiente naturale, dall’altra gli aspetti socialmente rilevanti dell’escursionismo, dal piacere di condividere l’esperienza, all’approfondimento della conoscenza di culture diverse, al beneficio fisico.

Questo è il messaggio che è stato affidato al CamminaCAI 150, che si conclude in Sardegna con la XV Settimana Nazionale dell’Escursionismo esprimente tutti i significati di una attività che, grazie ai suoi ritmi a misura d’uomo, porta all’approfondimento della conoscenza sia specifica che generale. In tal senso il Gruppo Regionale Sardegna, cui va un sentito grazie per l’impegno profuso, ha organizzato i vari eventi della manifestazione, dal Meeting dei Sentieri con il Convegno regionale sul Turismo montano sostenibile, agli itinerari nel meraviglioso ambiente naturale sardo lungo i sentieri che testimoniano lo stretto rapporto tra uomo e ambiente nella cultura materiale della popolazione.

UMBERTO MARTINI Presidente Generale del Club Alpino Italiano

CLUB ALPINO ITALIANO 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013

La decisione di celebrare nella nostra Isola, proprio nel 150° compleanno del Club Alpino Italiano, la 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo e il 15° Meeting Nazionale dei Sentieri (alle cui iniziative il CDR ha deciso di affiancare il Convegno Regionale sul “Turismo montano sostenibile: Progetto RES ”) è percepita dal CAI Sardegna come un sincero atto di fiducia, di stima e d’amore verso la nostra regione da parte di tutto il Sodalizio, tanto che come sardi - ringraziando di cuore gli esponenti tutti degli Organi Centrali che hanno reso possibile tale scelta - ci sentiamo impegnati a non deluderne le migliori aspettative. Il CAI Sardegna con le sue Sezioni di Cagliari, di e di Sassari ha predisposto un articolato programma di 18 escursioni, così distribuite: 6 nel Nuorese, 5 nel Sassarese e 7 nel Cagliaritano (comprese 2 di cicloescursionismo) che faranno capo a tre campi base : Nuoro, Alghero (SS) e Cagliari, dove sono state individuate le strutture alberghiere che accoglieranno i partecipanti. Si inizierà a Nuoro con il Convegno Regionale e il Meeting dei Sentieri - che si svolgeranno presso l’Auditorium del Museo Etnografico Sardo dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna - e con le escursioni sul Monte Tiscali e sul ; poi il programma si complica via via intrecciandosi con escursioni simultanee proposte dalle Sezioni sarde, nelle rispettive zone di competenza. La scelta di partire da Nuoro si spiega col fatto che il capoluogo barbaricino rappresenta la zona montuosa che contiene le montagne più alte e significative della nostra Isola; quella di utilizzare l’Auditorium del Museo Etnografico Sardo dell’ISRE per evidenziare il dato che il “ sentiero ” è giudicato dal CAI un “ artefatto ” dell’uomo e come tale appartenente a quel sistema di valori che in senso etnografico e antropologico è indicato come parte della “ cultura materiale ” di un popolo. Camminare, pertanto, su di un sentiero, o meglio, fare escursionismo lungo un sentiero - per il CAI - significa fare e vivere, di fatto, un’esperienza intrinsecamente culturale. È opportuno ricordare e precisare che la Sardegna, seconda isola per dimensione del Mediterraneo, ha un territorio - prevalentemente montuoso - molto vasto e poco popolato: privo di un efficiente servizio di trasporto pubblico locale cosa questa che limita, e non poco, la mobilità delle persone, specialmente dei visitatori esterni privi di mezzi propri; non esiste una rete escursionistica regionale , né la corrispondente carta escursionistica , né la rete delle strutture ricettive funzionali alle attività escursionistiche. E manca purtroppo anche la percezione della necessità di una visione organica e unitaria in materia di sentieristica. Non esiste, insomma, un turismo montano sostenibile, degno di questo nome. A tal proposito, il Convegno Regionale sulla RES vuole essere stimolo per un costruttivo momento di riflessione fra tutti gli amministratori comunali e regionali, con l’obiettivo di mettere al centro delle politiche regionali di sviluppo turistico anche le montagne della Sardegna, attraverso la diffusione pianificata della pratica responsabile, corretta e libera della loro frequentazione, che diversamente dal mare sono fruibili per l’intero arco dell’anno. Le carenze strutturali e le difficoltà attualmente esistenti nell’Isola, per l’occasione saranno colmate dalla generosa disponibilità degli AE e degli ASE del CAI Sardegna, ai quali va, insieme ai componenti il Gruppo di lavoro per l’organizzazione della 15ª SNE e ai dirigenti sezionali, il nostro più sentito ringraziamento. Per tutti questi motivi, le persone interessate a partecipare alla 15ª SNE sono invitate, in coerenza allo spirito del 150° CAI : “ La montagna unisce ”, ad aggregarsi in gruppi omogenei di interesse per definire insieme un programma di escursioni condivise e ottenere il massimo possibile di agevolazioni. A nome del CAI Sardegna e mio personale auguro un felice soggiorno a tutti i partecipanti. Benvenuti in Sardegna!

Peppino Cicalò Presidente Regionale del Club Alpino Italiano Sardegna

CLUB ALPINO ITALIANO 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013

Il 2013 rappresenta un anno particolarmente importante per il Club Alpino Italiano ricorrendo il 150° anniversario della sua fondazione, le cui manifestazioni celebrative, nel settore escursionistico sono state organizzate e coordinate dalla CCE, con il progetto nazionale “CAMMINA CAI 150”. Per la realizzazione ci si è avvalsi di diversi collaboratori che hanno proposto e curato i cammini che compongono l’ossatura del progetto sia per gli escursionisti a piedi che per quelli in MTB. Di questo progetto fanno parte a pieno titolo la 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo e il 15° Meeting Nazionale dei Sentieri, susseguendosi con motivate e significative iniziative su tutto il territorio nazionale, con il contributo emozionale ed operativo delle Sezioni CAI e degli OTTO Escursionismo di tutta l’Italia. In tale contesto, la Commissione Centrale per l’Escursionismo, che mi onoro di presiedere e rappresentare, nell’individuazione del territorio nel quale far svolgere la 15ª Settimana Nazionale Escursionistica di quest’anno, ha unanimemente accolto la candidatura del CAI Sardegna, nella consapevolezza che tale terra, oltre che rappresentare quel continuum ideale del territorio nazionale, avrebbe potuto offrire, nella straordinaria coincidenza fondativa del CAI, una magnifica opportunità per il mondo escursionistico del Sodalizio di immergersi in una terra, sì insulare, ma connotata da un territorio prettamente montuoso di particolare origine morfologica che, pur aprendosi nella vastità degli spazi, culmina nelle asprezze delle elevazioni e nella durezza dei luoghi dell’entroterra, dagli altipiani del ai più significativi sentieri tra la gariga e gli scisti del , verso la simbolica cima di . Ma anche una terra con vertiginose pareti rocciose nelle quali sembrerà riconoscere esclusive immagini alpine fantasticamente proiettate sul mare, elemento ed ambiente sardo ai tutti più noto. I luoghi e le persone di queste terre con la loro antica storia e le loro straordinarie tradizioni, le cui tracce e consuetudini si avrà modo di conoscere ed apprezzare nello spirito di “conoscere per amare e tutelare” durante i percorsi selezionati dagli Accompagnatori del CAI Sardegna con il supporto e l’accoglienza delle Sezioni ospitanti, saggiamente individuati per offrire una sintesi di quella natura e cultura sarda che non sarà più oggetto del nostro immaginario, ma patrimonio del nostro più prezioso ricordo dell’esperienza vissuta in terra di Sardegna della quale per testimonianza tangibile, all’antica maniera dei Sardi, metteremo in tasca la pedra de s’arregordu, per non dimenticare. Nel ringraziare, a titolo personale ed a nome di tutta la Commissione Centrale di Escursionismoil Gruppo Regionale del CAI Sardegna, l’Organo Tecnico Territoriale per l’Escursionismo sardo, gli Accompagnatori Titolati ed i Qualificati sezionali, il Gruppo di Lavoro Sentieri, le Sezioni ospitanti e tutti i soci che a vario titolo si sono adoperati per consentire la realizzazione di questa importante 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo con anche il prestigioso 15° Meeting Nazionale dei Sentieri, quest’anno arricchito dal Convegno Regionale sul “Turismo montano sostenibile - Progetto RES ”, mi sia consentito esprimere il mio compiacimento nel considerare che tali appuntamenti annuali contribuiscono ad accrescere in tutti noi, con autentico senso emulativo, quello spirito e quelle finalità che sono state le spinte motivazionali e propulsive dei nostri Padri Fondatori che nel lontano 1863, nel primo articolo del documento costitutivo del Club Alpino Italiano, hanno condensato proprio nell’assunto di scopo per la promozione …dell’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale. Infine, augurandomi di poterci incontrare in molti in questa particolare 15ª Settimana Nazionale di Escursionismo, colgo l’occasione per salutare tutti cordialmente riconoscendoci nell’antico motto del Club Alpino Italiano Excelsior!

Carlo Diodati Presidente Commissione Centrale Escursionismo

CLUB ALPINO ITALIANO 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013

E’ con grande soddisfazione, ma anche con molto timore, che ho accolto la notizia dell’assegnazione della 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo al Club Alpino Italiano Sardegna.

Desidero ringraziare, in tale occasione, tutti i componenti della Commissione Centrale per l’Escursionismo per questa opportunità e per la fiducia accordataci.

La Commissione Regionale per l’Escursionismo della Sardegna è giovane. Conclude, infatti, quest’anno il suo primo triennio di attività; attività che ha permesso alle Sezioni sarde per la prima volta di collaborare per la realizzazione di un programma comune, il cui obbiettivo è quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione della montagna.

Ringrazio tutti i componenti della Commissione Regionale e del Gruppo di Lavoro per l’organizzazione e la gestione della 15ª SNE per l’impegno e la collaborazione, ma un ringraziamento speciale va al Presidente del CAI Sardegna Peppino Cicalò che col suo costante lavoro, la sua determinazione ed il suo sapere ci ha permesso di crescere.

Maria Meloni Presidente Commissione Regionale Escursionismo CAI Sardegna

150° compleanno del CAI: “Cammina CAI 150 ” - La montagna unisce

CAI Sardegna - 12 / 20 OTTOBRE 2013 : 15° Settimana Nazionale dell’Escursionismo; 15° Meeting Nazionale sui sentieri; Convegno Regionale “Turismo montano sostenibile: Progetto RES ”. LOCALITA’ EVENTO GIORNO ORARIO NOTE: Base Operativa

9:00-12:30 Convegno Regionale : “Turismo montano sostenibile: Progetto RES” AUDITORIUM del MUSEO ETNOGRAFICO SARDO - Rete Escursionistica della Sardegna - Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna Sabato 12 NUORO 15° Meeting Nazionale sui sentieri - Sessione teorica: Via Antonio Mereu, 55 – 08100 NUORO 15:30-18:30 - Materiali, tecniche e sicurezza nella manutenzione dei sentieri ; - Rete Escursionistica Italina e Marchio di Qualità delle Reti Sentieristiche Tel. 0784 257035 - NUORO 8:00-12:30 15° Meeting Nazionale sui sentieri - Sessione pratica di: MONTE - NUORO: Sentiero 101 - Dimostrazioni delle tecniche manutentive su di un sentiero e problematiche connesse ; Ritrovo presso la Chiesetta della Solitudine a Nuoro Domenica 13 NUORO 7:30 -15:30 Escursione n. 01 : Monte TISCALI dal versante di Dorgali 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo :

Lunedì 14 NUORO 7:30 -15:30 Escursione n. 02 : Monte TUTTAVISTA di Galtellì . Il programma presentato di lato prevede complessivamente 18 escursioni di cui 6 nel Nuorese, 5 nel Sassarese e 7 nel NUORO 7:30 -15:30 Escursione n. 03 : MONTALBO di Lodè Cagliaritano (comprese 2 di cicloescursionismo) che faranno Martedì 15 capo a tre basi operative: NUORO , ALGHERO e CAGLIARI , ALGHERO 7:30 -15:30 Escursione n. 04 : Monte CAPPARONE (CAI Sassari ) dove sono state individuate le strutture alberghiere che accoglieranno i partecipanti. NUORO 7:30 -15:30 Escursione n. 05 : GENNARGENTU : Punta Lamarmora (1834 m) tetto della Sardegna. È possibile, quindi, definire il proprio programma delle ALGHERO 7:30 -15:30 Mercoledì 16 (CAI Sassari ) Escursione n. 06 : Le CRESTE di Aggius escursioni scegliendo, fra le 18 proposte nella 15ª SNE, quelle a cui si intende partecipare. CAGLIARI 7:30 -15:30 Escursione n. 07 : Tra daini e cervi nella foresta demaniale di È necessario, tuttavia, precisare che l’isola non è dotata di NUORO 7:30 -15:30 Escursione n. 08 : SUPRAMONTE di : Punta CORRASI (1463 m) tetto del Supramonte . un efficiente servizio di trasporto pubblico locale , cosa questa che ostacola una fluida ed efficace mobilità delle ALGHERO 7:30 -15:30 Giovedì 17 (CAI Sassari ) Escursione n. 09 : CAPO CACCIA persone in un territorio vasto e orograficamente complesso; pertanto, anche al fine di poter ottenere il massimo possibile

CAGLIARI 7:30 -15:30 Escursione n. 10 : Sul vulcano spento di Monte ARCUENTU di eventuali agevolazioni e sconti sui biglietti (aerei e navali) e sulle tariffe alberghiere e di semplificarne le iscrizioni, le NUORO 7:30 -15:30 Escursione n. 11 : SUPRAMONTE di Orgosolo: Monte NOVO San Giovanni persone interessate sono vivamente consigliate ad ALGHERO organizzarsi all’interno della propria Sezioni di riferimento in Venerdì 18 7:30 -15:30 Escursione n. 12 : Monte TORRU di Ittiri (CAI Sassari ) gruppi omogenei di interesse , di almeno 20 unità, per CAGLIARI 7:30 -15:30 Escursione n. 13 : I profumi delle erbe aromatiche sul , Punta Camedda definire insieme uno programma comune di escursioni.

ALGHERO 7:30 -15:30 Escursione n. 14 : Monte LIMBARA (CAI Sassari ) Sabato 19 CAGLIARI 7:30 -15:30 Escursione n. 15 : Sentiero Miniere sul mare: MASUA - Cala Domestica

CAGLIARI 7:30 -15:30 Cicloescursione n. 16 : Lungo bellissime valli e panoramici altopiani: DOMUSNOVAS

CAGLIARI 7:30 -15:30 Escursione n. 17 : Il volo delle aquile, tra le guglie dei SETTE FRATELLI Domenica 20 CAGLIARI 7:30 -15:30 Cicloescursione n. 18 : Lungo la costa occidentale di BUGGERRU Fine 15ª SNE

15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Sabato 12 ottobre 2013 AUDITORIUM DEL MUSEO ETNOGRAFICO SARDO Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna Via Antonio Mereu, 55 - 08100 NUORO - tel. 0784 257035

Ore 9,00-12,30 CONVEGNO REGIONALE sul “Turismo montano sostenibile: Progetto RES ” - Rete Escursionistica della Sardegna - Organizzato dal CAI Sardegna, con la collaborazione della Commissione Centrale per l’Escursionismo e il Gruppo Lavoro Sentieri del Club Alpino Italiano, il Convegno è rivolto agli amministratori pubblici sia dei Comuni situati nei territori montani - e in quelli ad essi contigui e funzionali - che della Regione Autonoma della Sardegna, con l’obiettivo di mettere al centro delle politiche regionali di sviluppo turistico-economico anche le montagne della Sardegna, attraverso la diffusione pianificata della pratica responsabile, corretta e libera della loro frequentazione, che diversamente dal mare sono fruibili per l’intero arco dell’anno.

Ore 15,30-18,30 15° MEETING NAZIONALE DEI SENTIERI - Sessione Teorica sui temi: - Materiali, tecniche e sicurezza nella manutenzione dei sentieri ; - Rete Escursionistica Italiana e Marchio di Qualità delle Reti Sentieristiche . Il Meeting è un importante momento istituzionale in cui il Gruppo di Lavoro Sentieri - quale struttura centrale del Club Alpino Italiano che si occupa di sentieri - si riunisce annualmente con i Referenti Regionali e Provinciali della Rete Escursionistica Italiana (REI) e gli operatori sentieri CAI, per verificare lo stato dell’arte della sentieristica italiana confrontando i risultati conseguiti - o meno - nelle singole regioni, individuandone criticità e potenzialità, e per discutere insieme di indirizzi, obiettivi, linee guida e modalità operative, in modo da concordare e definire un modo di operare comune e omogeneo a livello nazionale. Domenica 13 ottobre 2013 Ore 8,00-12,30 15° MEETING NAZIONALE DEI SENTIERI - Sessione Pratica : - Dimostrazioni delle tecniche manutentive su di un sentiero e problematiche connesse MONTE ORTOBENE - NUORO: Sentiero 101 Ritrovo presso la Chiesetta della Solitudine a Nuoro - tanto cara alla scrittrice Grazia Deledda - dove ha inizio il Sentiero 101 che dalla Chiesetta porta sino alla cima del Monte Ortobene, luogo in cui è collocata la statua bronzea del “Redentore” (1901), opera dello scultore calabrese, di scuola napoletana, Vincenzo JERACE [Polistena (RC), 1862 -/- Roma, 1947]. Il sentiero scelto, per la sua storia, rappresenta un condensato interessante di molteplici potenzialità e criticità, le cui complesse problematiche - forse presenti in altri contesti territoriali - saranno certamente utili per riflettere meglio sulla situazione data, al fine di ricercare e adottare le soluzioni più adeguate .

ATTENZIONE : L’articolazione dettagliata dei programmi del Convegno Regionale sulla RES e del Meeting nazionale dei Sentieri sarà predisposta e pubblicata nei siti web del CAI Centrale (www.loscarpone.cai.it/home-cai150.html ), della CCE - Commissione Centrale per l’Escursionismo (http://cce.cai.it/ ) e delle Sezioni del CAI Sardegna: CAI Nuoro (www.cainuoro.it ), CAI Sassari (www.caisassari.it ) e CAI Cagliari ( www.caicagliari.it ), entro i primi di settembre.

15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 01: Domenica, 13 ottobre 2013 Titolo : Monte TISCALI (q. 518 m) e il Villaggio preistorico nascosto nel cuore della dolina del Supramonte di Dorgali (NU) e di Oliena (NU).

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Nuoro, Piazza Veneto; - ore 9:00 - Dorgali, Valle di Oddoene, c/o Ponte di S’Abba Arva. Dislivello : 244 m in salita; 244 m in discesa. Durata : ore 5:30 circa. Lunghezza : km 10 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Nuoro L’itinerario: Il percorso inizia in territorio di Dorgali (NU), nella Valle di Oddoene, in località di S’Abba Arva – acqua bianca, chiara – sul Rio Flumineddu, in prossimità del ponticello ricostruito di recente dopo che l’imponente alluvione del 2004 ne ha spazzato via il precedente (q. 196 m). A poche decine di metri oltre detto ponticello passa la strada forestale - con orientamento nord-sud - che costeggia il Rio Flumineddu, lungo la sua sponda sinistra orografica (targa turistica in ceramica). Se si prende a sinistra, direzione sud, si va verso la gola di Gorroppu; se a destra, direzione nord, anche verso Tiscali. Dal ponticello, dunque, muovendo verso nord, dopo circa settecento metri si incontra sulla sinistra una carrareccia (che si ignora), si prosegue oltre sino a raggiungere, sempre sulla sinistra, uno spiazzo utilizzato come parcheggio avanzato (q. 192 m). Qui si prende l'evidente sentiero che in direzione ovest - guardando verso il monte - porta, dopo alcuni tornanti in ripida salita, sulla parte alta della zona conosciuta come Scala de Surtana (q. 310 m), costeggiando in salita la base della parete rocciosa in direzione sud si giunge all’imbocco della piccola Valle di Surtana , dove svoltando a destra, di nuovo in direzione ovest, ci si incammina all'interno di detta piccola Valle, chiusa ai lati da alte pareti calcaree attrezzate con moderne vie di arrampicata. Su evidente e comodo sentiero si prosegue lungo tutto il fondovalle in direzione NW, per poco meno di due chilometri, sino a incontrare un piccolo spiazzo (q. 260 m) situato in località Doloverre, dove confluisce il sentiero proveniente da est, dalla vicina Valle di Lanaittu. Da questo spiazzo il percorso svolta decisamente a sinistra, in direzione SSE, e prosegue quasi dritto in leggera salita per circa trecento metri, poi, dopo alcuni ripidi tornati, si lascia sulla sinistra il tracciato principale per prendere sulla destra la evidente traccia (talvolta segnalata con cartello indicatore) che prosegue in direzione nord a mezza costa, sul versante est del Monte Tiscali; dopo circa altri seicento metri e una serie di ripidi tornantini finali, si raggiunge l'ingresso del Villaggio preistorico di Tiscali (q. 440 m). La visita all’interno del villaggio prevede un ticket di 5 euro (ore 2,40 circa dall’inizio dell’escursione). Per la discesa, si ripercorre l’itinerario utilizzato per la salita; tuttavia, è possibile farlo diversamente, con una breve variante, portandosi sul versante ovest dove corre un lungo balcone naturale incastonato nella parete rocciosa che guarda la Valle di Lanaittu, in modo da passare poi attraverso il suggestivo e stretto passaggio nascosto - una stretta fenditura - tra due piccole pareti di roccia che costituisce l’ingresso “segreto ” per quelli che vi giungono dal versante di Oliena. Superata la strettoia, si prosegue verso sud - lasciando sulla destra il sentiero che arriva dalla sottostante Valle di Lanaittu - camminando lungo la base di risalti rocciosi sino a raggiungere la parte alta e aperta del Monte Tiscali (q. 518 m), dove - piegando prima verso sud-est e poi verso est - si va a riprendere il sentiero utilizzato per la salita.

I luoghi: Il villaggio preistorico è costruito all’interno di un’enorme dolina di crollo di origine carsica, situata sulla cima del Monte Tiscali. Ritrovamenti riferibili all’età medioevale dimostrano la lunga frequentazione della dolina. Probabilmente le popolazioni nuragiche la utilizzarono come rifugio per sfuggire alle persecuzioni dei romani, presenti con accampamenti e guarnigioni nella sottostante Valle di Lanaittu, e si suppone, infatti, che il villaggio sia stato costruito all’epoca della conquista romana dell’isola. L’ingresso alla dolina è difficile da individuare e per questo il luogo ha conservato intatto il fascino di un ambiente misterioso. Le capanne del villaggio di pietra e fango, circa 40, sono state edificate a ridosso delle strapiombanti pareti calcaree della dolina, ben al riparo degli agenti atmosferici. Sono in gran parte crollate, ma si possono notare ancora le fondamenta e si può senza dubbio affermare che la tecnica costruttiva con cui furono realizzate è diversa da quella utilizzata per gli altri villaggi nuragici. Le capanne ad uso abitativo, di forma circolare, si trovano nel lato est: solo una di esse conserva in parte la piccola cupola e l’ingresso con un piccolo architrave di ginepro. Nella zona della dolina, in direzione nord-est un ampio foro consentiva l’uscita del fumo del villaggio ed era un ottimo punto di vedetta sulla valle circostante. Le capanne del lato ovest, di forma rettangolare, erano probabilmente utilizzate come magazzini e dispense per il cibo. L’attuale aspetto degradato del villaggio è dovuto, soprattutto, all’azione dei clandestini che all’inizio del ‘900 vi cercarono tesori, senza risultati. All’interno della dolina resiste un microclima che ha consentito la crescita di un ambiente vegetale unico, con giganteschi alberi di lentisco e di terebinto, normalmente classificati come specie arbustive della macchia mediterranea.

Supramonte di Dorgali (NU) e di Oliena (NU) - Villaggio Tiscali

15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 02: Lunedì, 14 ottobre 2013

Titolo : Monte TUTTAVISTA (q. 806 m) di Galtelli, centro ideale del Parco letterario Grazia Deledda, Premio Nobel nel 1926 con il romanzo “ Canne al vento ”.

Ora e luogo di ritrovo : - ore 8:00 - Nuoro, Piazza Veneto; - ora 9:00 - Galtellì (NU), Chiesa di San Pietro. Dislivello : 741 m in salita; 741 m in discesa. Durata: ore 6:00 circa. Lunghezza: km 9 Difficoltà : (E) Direzione: AE e ASE del CAI Nuoro L’itinerario: La salita si svolge sul Monte Tuttavista - un massiccio calcareo isolato che delimita a sud la valle del fiume Cedrino - sovrastante l’abitato di Galtellì, muovendo dal parcheggio della storica Chiesetta di San Pietro (q. 35 m), percorrendo in salita la strada adiacente per poco più di un centinaio di metri; si prende sulla sinistra l’imbocco di una stradina interpoderale - dal fondo prima asfaltato e poi sterrato - che, costeggiando verso est in lieve salita il fianco della montagna, dopo circa due chilometri raggiunge, in località “Taraculi ”, un cancelletto verde (q. 275 m) dove ha inizio il territorio comunale dato in gestione all’Ente Foreste della Sardegna (ore 0:40 circa dall’inizio dell’escursione). Se il cancello è chiuso, lo si aggira sulla sinistra, passando per una decina di metri sul fianco esterno della recinzione, sino ad incontrare uno scalandrone in legno che si scavalca per entrare all’interno del territorio dell’EFS, in modo da raggiungere così il retro del cancelletto. Da qui (q. 275 m), si prende decisamente a salire, in direzione ovest, lungo una carrareccia che ben presto diventa un comodo sentiero; questo prosegue, sempre verso ovest, costeggiando il versante nord della montagna, sino a raggiungere, dopo una serie di ripidi tornanti, un alto pianoro (q. 516 m) chiamato dai locali “ Su Lutrau ”; di qui, invertendo direzione di marcia, si riprende a salire verso sud-est verso la zona denominata “ Palumbrosa ” per un sentiero che va in direzione dell’evidentissima croce del Cristo in bronzo ; lo si segue nel bel mezzo di un’antica lecceta, sino a raggiungere uno sperone roccioso che porta alla selletta (q. 759 m) posta a est della vetta del Tuttavista (q. 806), in prossimità di un’area picnic; di qui, si prosegue sino alla monumentale statua del Cristo (q. 776 m). Ore 3:20 circa dall’inizio dell’escursione. Per la discesa, si percorre - per poco più di 50 m - la strada asfaltata che in direzione sud va verso il paese di Galtelli; sulla destra si imbocca un evidente sentiero che costeggia il versante sud del Monte Tuttavista, quasi un centinaio di metri sotto la vetta, in lieve e costante discesa, sino ad incontrare una sterrata che si attraversa ortogonalmente per proseguire, in località “ Prathas nettas ”, attraverso una breve serie di poco evidenti tornati, nel versante ovest che guarda verso Galtellì; si prosegue, quindi, in direzione nord su di un sentiero - talvolta poco evidente - sino a raggiungere poco sotto l’alto pianoro “Su Lutrau ” di dove si riprende, in discesa, l’itinerario fatto per la salita, sino a raggiungere il cancelletto verde, prima, e la Chiesetta dei San Pietro, dopo, dove ha termine l’escursione (ore 6:00 circa dall’inizio dell’escursione). A conclusione dell’escursione, nel primo pomeriggio: visita ai luoghi deleddiani nel centro abitato di Galtellì.

I luoghi: “… ed ecco il cono verde e bianco del monte di Galte solcato da ombre e da strisce di sole, e ai suoi piedi il paese che pare composto dei soli ruderi dell’antica città romana ”…“… all’ombra del monte, fra siepi di rovi e di euforbie, gli avanzi di un antico cimitero e della Basilica pisana in rovina ”…“… la casa, ad un sol piano oltre il terreno, sorgeva in fondo al cortile, subito dominata dal Monte che pareva incomberle sopra come un enorme cappuccio bianco e verde .” … Brani estratti dal romanzo Canne al vento che quest’anno compie il 100° anniversario della sua pubblicazione avvenuta nel 1913; è l’opera più celebre e conosciuta della scrittrice sarda, quella che più di ogni altra ha determinato l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura a Grazia Deledda nel 1926 . Galtellì , uno dei Borghi autentici d’Italia , si trova nella valle del Cedrino alle pendici del panoramico Monte Tuttavista, su cui svetta la gigantesca statua bronzea del Cristo, opera dell’artista madrileno Pedro Angel Terron MANRIQUE. Il paese conserva le tracce del suo antico passato: fu protetto dal Castello di Pontes che è stato edificato sulle rovine di una rocca romana dai giudici di Gallura agli inizi del secolo XI con lo scopo di difendere il confine meridionale del Giudicato di Gallura di cui Galtellì fece parte; il Castello passò in potere degli Aragonesi soltanto nel 1333; alcuni anni dopo fu da questi fortificato, ma, nel corso delle guerre tra l’Arborea e l’Aragona, in fasi alterne fu ora in potere degli Aragonesi ora in potere dei giudici di Arborea. Sconfitta definitivamente l’Arborea, il castello e il borgo passarono all’Aragona. Il Borgo ebbe nel medioevo notevole importanza: sede di diocesi, istituita tra il X e il XII secolo, come suffraganea Rovine del Castello di Pontes - Galtellì dell’arcivescovado di Pisa che nel secolo XIV dipendeva dalla Santa Sede, venne nel 1496 unita a quella di Cagliari. Ristabilita nel 1779 con il nome di Galtelli-Nuoro, la sede diocesana fu trasferita nel 1928 a Nuoro. Fra le sue strade in particolare - e nei territori limitrofi della Baronia e del Nuorese - è ambientato il romanzo di Grazia Deledda, Canne al vento , nel quale è citato il nome di Galte. A pochi passi dell’ ex cattedrale di San Pietro , infatti, è possibile visitare ancora oggi quella che fu l’abitazione dove soggiornò la scrittrice sarda. Stanislao NIEVO, scrittore, documentarista e ideatore dei parchi letterari - poi realizzati in varie regioni italiane -, durante un sopralluogo a Galtellì, nel 1993, diceva entusiasta: “Qui il Parco è già pronto ed è meraviglioso: basta guardarsi intorno. Questa montagna è incantata, queste testimonianze del passato che la Deledda ha immortalato sono di grande suggestione.” Ed ancora, nel 1996: San Pietro di Galtellì, ex cattedrale diocesana “Arrivando a Galtellì, si attraversa la Sardegna più sarda, pascoli e montagne ritorte, dighe e vallate con qualcosa che sa di stagione vecchia. Le canne al vento ci sono ancora, e si piegano come gli uomini al destino che le investe. In questo, il tempo della Deledda non è mutato. Lo si avverte appena si abbandona lo stradone asfaltato, oltre il paese nuovo, in basso. Attraverso le vie strette si cambia mondo entrando nel vecchio borgo … le case e le vie si piegano una verso l’altra a conservare il mondo di Grazia. Ancora un palcoscenico per scrittori, dove le passioni urtano se stesse, porta a porta … Galtellì è paese di misteri, letteratura e arti varie, un paese di pietre grigie e di bianche pareti che s’indorano al tempo, incastonato tra la valle e gli strapiombi del Monte Tuttavista .”

100 anni di !Canne al Vento" , pubblicato nel 1913, il romanzo ! l "opera che pi # delle altre ha determinato nel 1926 l"assegnazione del Premio Nobel per la letteratura alla scrittrice nuorese Grazia Deledda. Nasce il 27 settembre 1871 a Nuoro dove avviene la sua formazione letteraria del tutto autobiografica, nell "ambito della famiglia, in cui il padre, piccolo proprietario terriero con diploma di procuratore, si dilettava di poesia in dialetto dando vita, in una citt $ povera di risonanze culturali, a dibattiti letterari. Giovanissima, invia alcuni racconti ad un giornale di moda pubblicato a Roma e cerca tramite rapporti epistolari di entrare in contatto con il mondo letterario. A 24 anni pubblica il suo primo romanzo %Anime oneste &. Romanzo familiare, con la prefazione di un critico assai famoso: ! il primo riconoscimento autorevole alle sue qualit $ di scrittrice. Nel 1900, diventa moglie di un funzionario statale, si trasferisce a Roma dove soggiorner $ per il resto della vita. Qui i contatti con il mondo delle lettere sono naturalmente pi # facili anche se il suo nome ! gi $ una promessa. Sulla Nuova Antologia esce nel 1900 il suo romanzo pi # stimato e apprezzato %Elias Portolu &, storia dell "amore di un ex detenuto per la cognata. Nel 1913 esce %Canne al vento &, ambientato a Galtell ' ! unanimemente ritenuto il capolavoro di Grazia Deledda, in cui rappresenta la fragilit $ dell "uomo travolto da una sorte cieca e spietata, mentre %La madre & (1920 ) scandaglia la relazione fra un sacerdote e sua madre. In precedenza aveva scritto un romanzo, %Cenere & (1904 ), in cui aveva affrontato il tema di un rapporto filiale. Nel 1926 ottiene il premio Nobel, un riconoscimento che negli anni lontani delle prime esperienze sarde sarebbe sembrato assurdo sperare. Cos ' la sua fama, prima circoscritta, si accrebbe e si allarg * oltre i confini nazionali. Muore a Roma il 15 agosto 1936 (Nota biografica ricavata da: )

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Escursione proposta n. 03: Martedì, 15 ottobre 2013 Titolo: MONTALBO (q. 1042 m) di Lodè: Sentiero 101 - SI. Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:00 - Nuoro, Piazza Veneto; - ore 8:15 - Sant’Anna di Lodè: c/o “Casa del Parco” - ore 8:30 - Località S’Adde (Riu Siccu) sulla SP 3 Lula-Sant’Anna km 33 Dislivello : 360 m in salita; 360 m in discesa. Durata : ore 6:00 circa. Lunghezza : km 10 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Nuoro

L’itinerario: L’itinerario si sviluppa lungo il tratto del Sentiero Italia che attraversa il territorio del Comune di Lodè , sentiero 101 , del Montalbo, la cui caratteristica è il candido colore della sua roccia. Trattasi di un allungato massiccio calcareo che si protende in direzione Nord-Est Sud-Ovest da Siniscola a Lula. Il percorso si intraprende al Km 33,000 dalla SP 3 (Lula-Sant’Anna di Lodè) in località “ S’Adde ” (Riu Siccu), a quota 794 m, con direzione Sud. Si raggiunge quasi subito la cresta attraverso “ S’iscala ‘e Pertusu ”, e in circa 1,30 ore la Punta Gurturgius (q. 1042 m). Durante la risalita il nostro sguardo può spaziare dall’Isola di Tavolara (a Nord) sino alla costa di Siniscola ed Orosei (ad Est); sotto di noi le località “ S’Ena Manna, S’Ena Longa e S’Ena Tunda ”, fazzoletti di terreno agrario coltivati sino a qualche decennio fa. Si prosegue con direzione Sud verso la zona di “ Sos Aspros ” attraverso l’altopiano denominato “ S’Ena ‘e Talisi ”. Dopo circa 40’ di camminata, una breve deviazione verso N-E (quota 889 m) consente di raggiungere Punta Sos Aspros (q. 904 m). Ripreso il sentiero 101 con direzione S-O dopo circa 1 ora, lungo un percorso particolarmente accidentato che conferma il senso della sua denominazione ( Sos Aspros ) si raggiunge l’altopiano S’Ena Mariane Jana alla base di Su Mutrucone (q. 978 m). In 15’ si può raggiungere la relativa Punta a quota 1050. Il sentiero 101 prosegue in leggera discesa per raggiungere in circa 1 ora la “ Janna Pretu Arche ” (q. 910 m). Da questo incrocio si abbandona il 101 – SI e con direzione N-O si prosegue prima sul sentiero 105 e, subito dopo, sul 104/a sempre con direzione N-O per circa 30’; infine si intraprende il sentiero 104 con direzione Ovest che in circa 20’ ci conduce alla nostra meta: la Cantoniera “Guzzurra ” (q. 799 m), ubicata al Km 29,400 della SP3. L’escursione nel suo complesso non presenta particolari difficoltà, anche se si svolge prevalentemente in cresta e su rocce calcaree, erose dall’acqua e dal vento. Si cammina sempre a vista per cui non sussiste il pericolo di perdersi ma occorre prestare attenzione alla presenza di piccole cavità o forre, tipiche dei terreni carsici, non segnalate e di cui il Montalbo è particolarmente ricco. La vegetazione è piuttosto rada a causa degli eccessivi tagli e degli incendi. Solo nella parte terminale si attraversa un bosco di lecci, fillirea e ginepri. Nei luoghi più riposti e freschi si trovano splendidi esemplari secolari di acero minore, rigogliosi cespugli di cisto, erica, corbezzolo ed euforbia. Di rilievo anche la fauna del Montalbo: da una piccola colonia di mufloni, ai cinghiali, martore, ghiri, gatti selvatici, ghiandaie e, nelle pareti strapiombanti, numerosi rapaci quali: l’aquila reale, il grifone, il gheppio, lo sparviero, l’astore, la poiana ed il falco pellegrino.

I luoghi: Il Montalbo è una montagna che si estende in lunghezza (orientamento: nord est) dal territorio del comune di Lula (ovest) sino a quello di Siniscola (est), per una superfice di circa 100 kmq, abbracciando anche i comuni di Lodè (nord), Loculi e Irgoli (sud). Deve il suo nome al candore delle sue rocce, antichi calcari mesozoici. Montalbo, quindi, come “ Montebianco ” (dove “albo” deriva dal latino albus: “bianco”). È il simbolo della Baronia, regione storica che comprende paesi dell’entroterra e della costa nord-orientale della Sardegna. Per uno strano gioco geologico le cime più alte sono: Punta Catirina e Punta Turuddò, entrambe raggiungono quota 1127 metri; dirimpettaie, sembrano vigilare sul paese di Lula, disteso alla sua base. A rendere possibile l’accesso al monte sono diversi valichi, tra i quali quelli di “ Sa Janna ‘e Nurai ” a ovest e “ Sa Janna ‘e Riu Siccu ” ad est. «Fin dall’epoca dei Giudicati questa montagna rappresentava la “terra dei baroni”, l’antico distretto di Montalbo, poi divenuto Baronia di Posada. Un santuario della natura che per secoli ha assistito alle invasioni dei barbari e alle lotte per il dominio del territorio, il Montalbo è testimone della storia, antica e recente, dell’uomo. Uomo che oggi ha praticamente abbandonato la montagna, ma che fino a qualche decennio fa l’ha vissuta profondamente, nonostante le asperità e le fatiche che comportava. Gli interessi e lo stile di vita, ora, sono diversi da quelli di una volta. E se una volta erano soprattutto i pastori a respirare l’aria del Montalbo, adesso sono gli escursionisti, e gli appassionati di natura in genere, a voler gustare la freschezza del selvaggio sopravvissuto al tempo » (Luciano Piras). Nei secoli scorsi, alle sue falde, intensa è stata l’attività estrattiva per la presenza di diversi siti minerari sia in territorio di Lodè (miniere di “ S’adde e sa Linna ” e di “ Crapatta ”) che in quello di Lula: miniere di “Guzzurra ”, i cui giacimenti di galena argentifera e zinco furono scoperti nel 1867. Nello stesso anno venne affidata la concessione alla Ditta Marsigliese , composta dagli imprenditori Pasquale Signe e Enrico Giraud. Nel maggio del 1869 tale sito ebbe la visita di Quintino Sella in occasione del suo viaggio in Sardegna, quale componente della Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni dell’isola di Sardegna , accompagnato da Eugenio Marchese, direttore regionale del distretto minerario della Sardegna. Negli anni 2006-2007, a seguito di una illuminata decisione dell’amministrazione comunale di Lodè che ha chiesto e ottenuto mediante convenzione la collaborazione istituzionale del CAI Sezione di Nuoro, il Montalbo di Lodè è stato corredato di una moderna Rete Escursionistica dotata di idonea segnaletica orizzontale e verticale, conforme agli standard e ai criteri definiti e indicati dal CAI a livello nazionale.

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Escursione proposta n. 04: Martedì, 15 ottobre 2013

Titolo: Monte Capparone (q. 445 m): Argentiera

Ora e luogo di ritrovo : - ore 8:00 - Alghero: Parcheggio di Via Garibaldi (angolo di Via Lamarmora) di fronte al Porto. Dislivello : 450 m in salita; 450 m in discesa. Durata : ore 5:00 circa. Lunghezza : km 9 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Sassari

L’itinerario: Da Alghero: (km. 39) si esce dalla città imboccando la S.P. 42 che conduce a Porto Torres, dopo 17 km si gira a sx per la S.P. 18 per l’Argentiera. L’escursione inizia dal villaggio minerario dell’Argentiera e prosegue sulla costa a strapiombo sul mare fino a “ li Rocchi di S.Nicola ” su un sentiero molto panoramico, tracciato dalle capre. Il panorama è incredibile, abbraccia tutto il golfo di Porto Ferro fino al promontorio di Capo Caccia. Ad un certo punto il sentiero in costa si interrompe e si prosegue all’interno di un tancato che conduce alla cima del monte Lu Capparoni (m. 445). Si rientra attraverso uno sterrato.

I luoghi: Questa parte della Nurra si trova nel territorio comunale di Sassari, chiamata " Nurra di Fuori ", caratterizzata da una serie di colline che si spingono fino alla costa, dove l'azione erosiva del mare ha letteralmente spaccato la roccia, formando precipizi ed orridi. La zona è ricoperta principalmente dalla classica macchia mediterranea (cisto, lentisco, erica e lussureggianti corbezzoli), con una serie di endemismi quali la palma nana, e la ginestra etneense. Particolare importanza riveste il giacimento minerario dell’Argentiera, noto fin dall’antichità e come riporta il Lamarmora, coltivato già dai romani e dai pisani. A sottolinearne l’importanza, Quintino Sella, nel 1870 dopo la sua visita nelle miniere sarde, nella sua relazione al Parlamento evidenziò la ricchezza del materiale estratto: blenda-galena (molto argentifera) - materiale piombifero e quarzo. Il paesino minerario, restò attivo fino alla seconda metà degli anni cinquanta, il primo insediamento si è sviluppato a monte lungo i lati della strada, mentre il successivo nucleo della laveria e degli impianti industriali verso il mare; singolare è la laveria, realizzata con un materiale del tutto insolito il legno pitch- pine usato per rendere più leggera la struttura e più facili le sostituzioni di parti deteriorate. La chiesa, costruita negli anni quaranta domina l’insediamento al culmine di una lunga scalinata, mentre il cinema è collocato a ridosso del mare. Oggi il villaggio è pesantemente alterato dagli interventi di ristrutturazione turistica.

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Escursione proposta n. 05: Mercoledì, 16 ottobre 2013

Titolo : Punta LAMARMORA (1834 m), tetto della Sardegna : traversata del Gennargentu, dal versante di Fonni (NU) a quello di Desulo (NU).

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Nuoro, Piazza Veneto; - ore 9:00 - Stazione Sciistica di Bruncu Spina - Fonni (NU). Dislivello : 289 m in salita; 324 m in discesa. Durata : ore 6:00 circa. Lunghezza : km 12 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Nuoro

L’itinerario: La salita si svolge muovendo dal versante di Fonni (NU) lungo il Sentiero 702 che inizia nel parcheggio della Stazione Sciistica del Bruncu Spina (q. 1545 m); prosegue a mezza costa verso sud lungo i fianchi orientali del Bruncu Spina e di Punta Paulinu , sino a raggiungere il passo Arcu Gennargentu (q. 1659 m) seguendo un’ideale linea ascendente priva di significativi dislivelli; di qui si prende il Sentiero 721 e si prosegue verso sud, dopo aver raggiunto e superato Genna Orisa (q. 1782 m), per la vicina Punta Lamarmora (q. 1834 m). Per la discesa si torna indietro sino ad Arcu Gennargentu, poi seguendo sempre il Sentiero 721 si prosegue per il versante di Desulo passando per il rudere Rifugio Lamarmora (q. 1620), il passo Arcu Artilai (q. 1660), il Rifugio “ Sa Crista ” (q. 1510) in località S’Arena, da dove si prosegue sino a raggiungere il sottostante parcheggio in località Su Filariu, situato 160 m più in basso a circa 1.1 km di distanza.

I luoghi: Per quasi due secoli, sin dal tempo della dominazione spagnola, la zona attraversata dall’itinerario è stata oggetto e teatro di feroci e sanguinosi contrasti sociali, per ragioni di pascolo e di confini territoriali, tra le comunità di Fonni e di Villagrande Strisaili e tra le comunità di Arzana e di Desulo. Solo all’inizio dell’Ottocento si pose fine - almeno formalmente - a tali annose “ disamistades ” con ricomposizioni istituzionali conseguite per l’intervento diretto dei Savoia regnanti del Regno di Sardegna. Nei primi anni dell’Ottocento, i luoghi attraversati hanno visto la presenza attiva di Alberto Lamarmora , generale, naturalista e cartografo del Regno di Sardegna, prima, e del Regno d’Italia, poi, che a seguito delle sue ricerche ha pubblicato nel 1826 a Parigi il libro “ Voyage en Sardaigne” e nel 1860 a Torino il libro “Itinéraire de l’ile de Sardeigne” . Alla sua memoria è stata dedicata la vetta più alta della Sardegna. Nel 1869, è la volta di Quintino Sella che in occasione del suo secondo viaggio in Sardegna, quale componente della Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni dell’isola di Sardegna , il 20 maggio, muovendo della miniera di Correboi con Eugenio Marchese, direttore regionale del distretto minerario della Sardegna, decide di proseguire il viaggio per Lanusei passando per la vetta, allora considerata quella del Bruncu Spina (q. 1829), e la cresta sommitale del Gennargentu. Nel 1901, grazie all’iniziativa del geologo triestino Domenico Lovisato , già fondatore nel 1879 del CAI Sezione di Sassari e qualche anno più tardi del CAI Sezione di Cagliari, viene costruito sul Gennargentu, sotto Punta Paolinu, per conto del Club Alpino Sardo, la Casa-Rifugio quale «omaggio duraturo alla memoria di Alberto Lamarmora grande illustratore e sommo benefattore della Sardegna ». Luogo di transito del “ Sentiero Italia ”, nel 1995 si svolge la prima edizione del “ Camminaitalia ”, seguita nel 1999 dalla seconda. Nel 2002 - Anno Internazionale delle Montagne, il CAI Sezione di Nuoro propone e da vita a una manifestazione escursionistica di alto significato simbolico: “ La montagna che unisce ”. Quattro distinte colonne di camminatori, provenienti rispettivamente dai versanti dei comuni di Arzana, Desulo, Fonni e Villagrande Strisaili, i cui territori gravitano nella parte sommitale del Gennargentu, composte ciascuna da molti Soci CAI e da una folta rappresentanza della popolazione locale con alla testa il proprio Sindaco convergono e raggiungono Punta Lamarmora. Nel segno della “montagna che unisce” il Presidente della Provincia di Nuoro, nonché i Presidenti delle Comunità Montane del Nuorese, del Mandrolisai e dell’Ogliastra (pervenuti sulla cima insieme alla quattro comitive) hanno sottoscritto con i Sindaci una pergamena a ricordo dello storico evento. Sulla cima gli oltre 300 partecipanti hanno festeggiato l’avvenimento che ha visto per la prima volta “insieme” popolazioni da sempre in forte contrasto per motivi legati ai confini territoriali di rispettiva pertinenza.

Nel 2011, in occasione del 10°anniversario della Manifestazione escursionistica “La montagna che unisce ”, sulla vetta del Gennargentu, in una memorabile giornata di festa, il “ sentiero stellare ” dedicato al Beato Pier Giorgio Frassati , è inaugurato alla presenza del Presidente Generale del Club Alpino Italiano Umberto Martini, dell’Azione Cattolica Italiana, della Associazione “ Giovane Montagna ”, di Nella Gawronska nipote del Beato, dei Sindaci dei succitati Comuni, del CAI Sardegna e di oltre 800 persone convenute da ogni zona dell’Isola e da tutte le Regioni Italiane. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 06: Mercoledì, 16 ottobre 2013

Titolo : Le CRESTE di Aggius (q. 788 m) : graniti scolpiti dal vento.

Ora e luogo di ritrovo : - ore 8:00 - Alghero: Parcheggio di Via Garibaldi (angolo di Via Lamarmora) di fronte al Porto. Dislivello : 300 m in salita; 300 m in discesa. Durata : ore 5:00 circa. Lunghezza : km 7 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Sassari

L’itinerario: Da Alghero (km. 115) si imbocca la SS 291, poi la S.S.131 in direzione Cagliari, fino al bivio per Tempio S.S. 672, infine S.P. 74 per Aggius. L’escursione inizia dalla periferia del paese di Aggius, si svolge in sentiero accidentato, tra meravigliose rocce modellate dal vento e si conclude nel parco di Santa Degna. I luoghi: Aggius situato a mt 514 sul livello del mare, è un tipico paese gallurese, che si trova in mezzo ai nuraghi, ai piedi della seghettata cresta granitica detta "Monti di Aggius" (q. 788 m). Il panorama è certamente uno dei più belli della Sardegna, il paese appare incastonato tra rocce granitiche dalle forme bizzarre, sugheri secolari e vigneti. Aggius è famosa anche per la qualità delle sue acque sorgive, con caratteristiche oligominerali. E’ la “patria dei graniti artistici”: un paesaggio dantesco di affioranti rocce granitiche, che si ergono quasi come gruppi statuari appositamente installati da un abile scenografo. Descrivere queste opere d’arte del vento non è possibile perché la realtà è superiore a quanto si possa immaginare o raccontare. Da diversi anni ormai il Comune ha provveduto a creare un’area verde attrezzata di incantevole bellezza: il laghetto di Santa Degna. Il paese è stato l’epicentro del banditismo gallurese per circa tre secoli: dalla metà del Cinquecento, in pieno periodo spagnolo, alla metà dell’Ottocento, sotto la dominazione sabauda. Viene ricordato nella prima metà del seicento come centro di falsari. La “zecca” si sarebbe trovata su uno dei suoi monti che per questo fu chiamato Fraili (officina del fabbro). Da vedere: • Museo Etnografico Oliva Carta Cannas . Il più grande in Sardegna, un vero “tesoro” dell’Isola, una struttura suggestiva per l’ampiezza degli ambienti espositivi e la particolare cura con cui è stata realizzata, che integra magistralmente la maestosità del granito, con spazi verdi e l’esposizione museale che racchiude in sé tutta la ricchezza della storia, delle tradizioni e della cultura popolare gallurese, dal 1600 ai nostri giorni. In sottofondo il caratteristico canto corale di Aggius (caro anche al D’Annunzio) del quale vengono proposti i più bei brani. • Museo del Banditismo . Una teca è dedicata al bandito aggese Sebastiano Tansu, “ il Muto di Gallura ” figura che ispirò l’omonimo romanzo di Enrico Costa pubblicato nel 1884 nel quale si narrano le vicende relative alla faida fra le famiglie dei Mamia e dei Vasa, avvenuta in Gallura, dal 1849 al 1856 . Il Museo è nato con l’obiettivo di diffondere valori positivi per la costruzione di una mentalità che favorisca l’affermarsi della legalità e della moralità pubblica ad ogni livello. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n.07: Mercoledì, 16 ottobre 2013 Titolo : Tra daini e cervi, nella Foresta Demaniale di Monte ARCOSU (q. 611 m).

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:00 - Cagliari, Piazza Yenne; - ore 8:00 - Località Sa Spindula Dislivello : 750 m in salita; 750 m in discesa. Durata : ore 7:00 circa. Lunghezza : km 12 Difficoltà : (E) Direzione: AE e ASE del CAI Cagliari

L’itinerario: Il percorso ha inizio in località Sa Spindula (q. 200 m), che prende il nome dall’omonimo rio. Si risale in continua e ripida ascesa l’alveo di tale rio, sino ad arrivare alla Sella Paddera (q.610 m). Da quest’ultima, procedendo in direzione Nord-Ovest, attraverso vari tornanti in salita, si raggiunge il crinale e, in breve, la vetta (q. 948 m), dalla quale il panorama è vastissimo. Verso Nord, oltre la valle del Cixerri , notiamo il Castello di Acquafredda , l’Iglesiente e, in lontananza, a seconda delle condizioni atmosferiche, le cime del Gennargentu ; verso Sud, l’intero Sulcis e il mare, a Ovest il Monte Caravius (1113 m) e il Monte Sa Mirra ( 1087 m ). Si rientra ripercorrendo il tragitto dell’andata. I luoghi: La storia della riserva di Monte Arcosu è legata a quella del Cervo sardo di cui, i disboscamenti e la caccia, hanno ristretto, nel tempo, l’areale. Nonostante il divieto assoluto di caccia al cervo, vigente dal 1939 , nel corso del XX secolo la popolazione è andata progressivamente in diminuzione. Negli anni cinquanta l'areale era ridotto a tre siti, corrispondenti alla macchia-foresta dei massicci della Sardegna meridionale ( Monte Linas , Sarrabus e Sulcis ). Alla fine degli anni sessanta la popolazione era confinata nel territorio impervio che si estendeva da Monte Arcosu a Is Cannoneris, nel settore centrale e occidentale del massiccio del Sulcis. L'allevamento nei recinti e i tentativi di ripopolamento operati dall'Azienda Foreste Demaniali della Sardegna si sono rivelati efficaci solo in parte, di fronte alla minaccia d'estinzione che incombeva a causa della pressione antropica sull' ecosistema delle foreste del Sulcis e del bracconaggio . Nella metà degli anni ottanta , il primo censimento attendibile stimò una consistenza di meno di 300 esemplari. L'azione del WWF Italia s'inserisce in questo contesto, con la raccolta di fondi destinati all'acquisizione di un'area destinata ad ospitare e proteggere il Cervo sardo. Tale area, di circa 3000 ettari, si estendeva a est del Monte Lattias e del Monte Arcosu ed ospitava una parte degli ultimi esemplari del Cervo sardo. L'importanza strategica della riserva è documentata dal successo ottenuto nel ripopolamento del Cervo sardo: nel 1985 la popolazione censita nella riserva era di 80 esemplari, nel censimento del 2007 , invece, è stata stimata ufficialmente una popolazione di circa 1000 esemplari, su un totale di 7196 presenti nell'isola. Le aree interessate dallo studio si trovano all'interno degli areali del bramito. Secondo i progetti della Regione Sardegna, di alcuni Comuni interessati, del WWF, la prospettiva futura sarebbe l'integrazione della riserva nel costituendo Parco del Sulcis , la cui estensione dovrebbe essere limitata, secondo il disegno di legge, al solo territorio occupato attualmente dalle foreste demaniali e dall'oasi del WWF. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n: 08: Giovedì, 17 ottobre 2013 Titolo : Punta CORRASI (q. 1463 m), il tetto del Supramonte .

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Nuoro, Piazza Veneto; - ore 9:00 - Oliena (NU), Maccione.

Dislivello : 761 m in salita; 761 m in discesa.

Durata : ore 6:00 circa. Lunghezza : km 10

Difficoltà : (E)

Direzione : AE e ASE del CAI Nuoro L’itinerario: Il percorso inizia in località Maccione (q. 702 m), in prossimità del parcheggio dell’Albergo-Ristorante gestito dalla Cooperativa Turistica “ENIS”, che si raggiunge dopo circa 3 km - in auto o in pullman - attraverso la strada asfaltata che porta da Oliena (q. 339 m) e che prosegue in sterrato verso la parte alta della montagna. Da Maccione si sale alla sella di Scala ‘e Pradu (q. 1227 m), in parte su sterrata e in parte su sentiero - su cui transita la tratta sarda del “Sentiero Italia ” - privo di idonea segnaletica. Dallo spiazzo di Scala ‘e Pradu - in un surreale paesaggio calcareo che a perdita d’occhio si estende privo di vegetazione - si prosegue, in direzione sud - sud est, per tracce di sentiero sino a Punta Corrasi (q. 1463 m), il tetto del Supramonte. Per la discesa si utilizza lo stesso itinerario percorso per la salita.

I luoghi: Il Supramonte si estende nei comuni di Oliena, Orgosolo, Urzulei, Baunei e Dorgali. Il (q. 1463 m) è la cima più alta del Supramonte ed è anche, più semplicemente, il monte di Oliena le cui bianchissime e imponenti bastionate calcaree dell’era mesozoica, contrassegnata da una lunga serie di creste, le hanno valso nel tempo l’appellativo di “dolomiti sarde ” per via anche della straordinaria colorazione rosata che le rocce assumono in particolare con la luce radente del tramonto. Le punte più importanti oltre alla Punta Corrasi sono: Carabidda, Ortu Hamminu, Sos Nidos, Cusidore. Su questi luoghi agresti ed impervi, fino a non molti anni fa, planavano maestosi gli avvoltoi grifone e pascolavano cervi e daini sardi. Oggi è ancora possibile vedere le aquile, volare alte nel cielo, e numerosi branchi di mufloni. Oltre l’altissima linea di cresta del monte che sovrasta l’abitato di Oliena, dallo spiazzo di Scala ‘e Pradu, si apre un aspro e vasto territorio un tempo sconosciuto ai più che non fossero pastori: un paesaggio roccioso, spoglio di vegetazione, secco, immobile, quasi senza tempo, lunare. « Immagina di essere nella Luna. Immagina un paese così, completamente diverso, arido come la Luna, ma che però ha un’altra faccia che gli uomini non hanno mai visto. Li, contrariamente a quel che si crede, c’è poco di acqua, quanto basta a certe piante che resistono alla siccità … » (Giuseppe Dessì). Per queste caratteristiche di luogo senza tempo, nel 1966, fra quelle rocce bianche il noto registra cinematografico statunitense John Huston ha girato la scena del “ sacrificio di Isacco ” per il film La Bibbia.

Negli stessi luoghi, il regista italiano Giovanni Columbu ha ambientato e realizzato le riprese di alcune scene drammatiche del suo recente film “ Su Re ”. Gli stessi luoghi sono zona di transito del “ Sentiero Italia ” e hanno visto svolgersi nel 1995 la prima edizione del “ Camminaitalia ”, seguita nel 1999 dalla seconda. Disteso alla base del suo meraviglioso monte, l’abitato di Oliena ha quasi certamente origini protosarde. Le ricerche paleo-archeologiche effettuate negli ultimi decenni nel suo territorio permettono di ricostruire, seppure in modo ancora parziale, l’avvicendarsi umano in questa zona - in particolare nella vicina e intima Valle di Lanaitto - sin dal Paleolitico Superiore come attestano i recenti ritrovamenti effettuati sin dal 1981 dal paleontologo olandese Paul Yves Sondaar nella Grotta Corbeddu dove, assieme ai resti di fauna Pleistocenica, sono rinvenuti alla luce resti umani ed utensili in osso; evento questo che costituisce un importantissimo risultato storico, scientifico e culturale, visto che fino al 1979-80 in Sardegna non era stato ritrovato nessun documento certo sulla presenza dell’uomo del Paleolitico. Diversi altri ritrovamenti, avvenuti ancora presso la Valle di Lanaitto e le zone circostanti l’attuale centro abitato, testimoniano la presenza di insediamenti umani nel neolitico con forte presenza di villaggi e tribù nuragiche, nell’età del bronzo, nell’età romana, nell’età medioevale. Agli inizi del 1300 Oliena risulta direttamente sottoposta al dominio di Pisa, nel giudicato di Gallura, nella curatoria prima di Posada, poi di Galtellì. La pagina più bella della sua storia, tuttavia, è senza dubbio quella scritta dai Gesuiti che arrivati nel paese nel 1665 - grazie a un lascito del Rettore Salis - si affiancarono ai frati minori, già presenti dal 1525. Essi iniziarono a costruire un grande convento ed edificarono l’attuale chiesa parrocchiale, dedicata al fondatore del loro ordine: Sant’Ignazio di Loyola. Il convento fungeva da scuola e per tale motivo fu detto “Collegio”: qui si insegnava latino e retorica . Questa scuola accoglieva i giovani di Oliena e di tutta la zona e probabilmente era la scuola più importante del Nuorese. Nel collegio, i gesuiti avevano installato un frantoio e piantato un giardino ricco di agrumi e alberi sconosciuti nella zona. Gli abitanti erano per la maggior parte dediti alla pastorizia e i terreni coltivati erano pochi, in prevalenza a cereali; ma grazie all’infaticabile lavoro dei Gesuiti venne via via intensificandosi la pratica dell’agricoltura con l’introduzione di alberi da frutta, della viticoltura e della vinificazione: « Non conoscete il Nepente di Oliena neppure per fama? Ahi lasso! » (Gabriele d’Annunzio). L’incremento della stessa coltivazione dell’olio ebbe inizio con l’avvento dei gesuiti e si consolidò con le incentivazioni da parte degli Spagnoli e dei Savoia, che promettevano titoli nobiliari a chi innestava alcune migliaia di olivastri.

Supramonte di Oliena (NU) - Monte Cusidore (1147 m) 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 09: Giovedì, 17 ottobre 2013 Titolo : CAPO CACCIA (q. 186 m). Ora e luogo di ritrovo : - ore 8:00 - Alghero: Parcheggio di Via Garibaldi (angolo di Via Lamarmora) di fronte al Porto. Dislivello : 150 m in salita; 150 m in discesa. Durata : ore 4:00 circa. Lunghezza : km 7 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Sassari L’itinerario : Da Alghero: (km. 17) si segue la litoranea che passa per Fertilia e proseguendo lungo la SP 127/bis che, con vista sulla baia di Porto Conte, percorre tutta la fascia costiera si arriva alle “ Prigionette ”, sede dell’Ente Foreste della Sardegna, che gestisce il Parco Regionale di Porto Conte . L’escursione a piedi inizia dal parcheggio e prosegue in parte su strade sterrate fino a Cala di Barca. Al ritorno si possono visitare le bellissime “Grotte di Nettuno” I luoghi: Capo Caccia è un imponente promontorio di roccia calcarea situato nell'estremità nord-occidentale della Sardegna, che si affaccia sulla rada di Alghero. Vi è ubicata la stazione meteorologica di Capo Caccia e, per la sua posizione è dotato di un faro, che grazie alla sua posizione in altezza, 186 metri slm, è uno dei più visibili a distanza, circa 34 miglia, di tutta Italia. Capo Caccia deve il suo nome alle battute di caccia al piccione che i notabili dell'800 compivano dalla barca nei periodi di bonaccia attorno al promontorio, dalla sommità del quale si può scorgere uno fra i panorami più belli e suggestivi dell'isola. È possibile osservare lungo tutte le falesie l'aquila del Bonelli, il falco pellegrino, il gabbiano reale, la procellaria, i rondoni. In tempi recenti è stata dichiarata oasi permanente di protezione faunistica con grande beneficio delle varie specie presenti sia sopra che sotto l'acqua. Attualmente su tutta l'intera area insistono sia l'Area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana, riserva marina, che il Parco di Porto Conte, parco regionale terrestre, con fauna e flora uniche, come ad esempio l'imponente grifone e la centaurea orrida.

L'area marina di Capo Caccia per la presenza di rocce calcaree è caratterizzata da grotte, anfratti e cavità che conservano le tracce di una presenza umana risalente a oltre dodicimila anni fa che contribuiscono al fascino del luogo. Sotto lo sperone di Capo Caccia si trova la Grotta di Nettuno. La si raggiunge a piedi dalla sommità dello stesso promontorio scendendo lungo l' Escala del Cabirol (scala del capriolo), una scalinata panoramica di 656 gradini. Alla grotta si arriva anche via mare, in circa un'ora con un imbarcazione che parte da Alghero, o più vicino da Cala Dragunara, consentendo di osservare dal mare l’area marina protetta. Si costeggiano, infatti, prima le scogliere di Capo Galera e di Punta Giglio, doppiando quindi la Punta del Capo Caccia. Si sbarca direttamente all'ingresso della grotta, posto alla base dell'altissima falesia proprio di fronte all'isola Foradada. Il percorso turistico all'interno della grotta è di circa 580 metri. La parte iniziale della grotta è occupata dal Lago Lamarmora , dalle acque straordinariamente limpide. Al centro del lago è Scala del capriolo presente una colonna stalagmitica alta un paio di metri, detta l' Acquasantiera perché sulla sommità sono presenti alcune vaschette in cui si raccoglie un po’ di acqua dolce. Tramite una breve discesa si arriva alla Sala delle Rovine , ornata di grandi stalattiti, per poi raggiungere la sala centrale, detta Sala della Reggia , da dove si vedono al centro grandi colonne calcitiche che si innalzano per 9 metri. Subito dopo, la volta raggiunge i 56 metri di altezza, si vedono grandi colate a canne d'organo e la colonna stalagmitica chiamata l' Albero di Natale . Il Lago Lamarmora termina con una spiaggetta sabbiosa chiamata spiaggia “ dei Ciottolini ” perché formata un tempo da sassolini. Dalla Reggia si arriva in salita alla Sala Smith , dal nome di un capitano inglese che agli inizi dell'800 iniziò l'esplorazione della grotta, con al centro il cosiddetto Grande Organo , un'enorme e imponente colonna larga 50 metri per 4 ed alta 49 m, la più grande della grotta. Lungo la parete opposta il soffitto diviene più basso e si entra nella Sala delle Trine e dei Merletti . Si arriva infine alla cosiddetta Tribuna della Musica , una balconata da dove ci si può affacciare sulla Reggia e sul Lago Lamarmora.

Palma nana 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 10: Giovedì, 17 ottobre 2013 Titolo : Sul vulcano spento di Monte ARCUENTU (q. 784 m).

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:00 - Cagliari, Piazza Yenne; Dislivello : 800 m in salita; 850 m in discesa. Durata : ore 7:00 circa. Lunghezza : km 11 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Cagliari

L’itinerario: Il percorso inizia in prossimità dell’Agriturismo Monte Arcuentu (q. 308 m), a circa 6 km di distanza da Montevecchio, lungo la strada per la Costa Verde. Si imbocca una carrareccia dalla quale si gode una splendida vista sulla Costa Verde , dalle dune di Piscinas sino alla spiaggia di Funtanazza . Dopo circa 1h 15’ dalla partenza, si arriva ai piedi del torrione vulcanico (q. 640 m) e, successivamente, imboccando un sentiero, che si inerpica tra le rocce, in ripida ascesa, si giunge sulla cima del suggestivo M. Maiori (q. 725 m), dal quale si gode un magnifico panorama a 360°. I luoghi: I Bizantini, nell'VIII secolo d.c., furono costretti ad abbandonare il controllo della Sardegna, che così dovette proteggersi da sola dalle feroci scorribande delle flotte saracene. L'Arconte di Sardegna, che comandava allora l' Esercitum Sardiniae , al fine di esercitare un maggior controllo e protezione dell’isola, decise di suddividerla in quattro zone, affidandole al controllo di quattro " Judex ". Con il passare del tempo, queste zone divennero autonome ed indipendenti. Nascevano così i Giudicati di Cagliari, Thorres, Gallura ed Arborea. Per difendere quest'ultimo dal Giudicato di Cagliari, i giudici arborensi costruiscono una serie di fortificazioni e castelli lungo i confini del giudicato. Il più importante è sicuramente il Castello di Arcuentu che dominava a Est il Campidano e ad Ovest la costa del Golfo di Oristano. Successivamente, divenne un monastero Vallombrosano e, in epoca più recente, si hanno notizie del suo utilizzo come arsenale. Oggi esistono ancora alcuni resti del castello e delle mura, arroccati sulla cresta sommitale del monte omonimo. Legata a questo affascinante luogo è la curiosa storia di Fra Lorenzo (frate francescano del Convento Fra Ignazio da Laconi di Cagliari) che per trent’anni consecutivi, nel corso del XX secolo, ha vissuto un mese all’anno sul Monte Arcuentu per le sue meditazioni, nell’assoluto silenzio. Sempre ad opera di Fra Lorenzo, la spettacolare via Crucis che dalla base del Monte Arcuentu conduce fino alla sua cima. Il Monte Arcuentu, si presenta come un imponente torrione, dalle pareti verticali. La sua origine risale con tutta probabilità all'era terziaria ad opera dell’incessante attività vulcaniche che hanno prodotto delle lave andesitiche e trachitiche. Fa parte di un sistema montuoso che si estende per circa 8 chilometri decorrendo quasi parallelamente alla fascia costiera della Costa Verde. E’ quasi disabitato, anche per via della sua particolare conformazione geologica: rocce prevalentemente basaltiche con imponenti cime nella parte centrale e spettacolari muraglioni originatisi dal solidificarsi di antiche colate laviche. Malgrado la sua altezza relativamente modesta (q. 784 m), costituisce una meta irrinunciabile. I motivi di interesse sono davvero tanti: storici, geologici, botanici (per la ricca flora e per la presenza di un secolare bosco di lecci sulla cima), archeologici e paesaggistici. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 11: Venerdì, 18 ottobre 2013 Titolo : MONTE NOVO S. Giovanni (q. 1316 m). Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Nuoro, Piazza Veneto; - ore 9:00 - Orgosolo, Montes, c/o Caserma forestale “Ilodei Malu”.

Dislivello : 416 m in salita; 416 m in discesa. Durata : ore 4:00 circa. Lunghezza : km 7,2

Difficoltà : (E)

Direzione : AE e ASE del CAI Nuoro

L’itinerario: Il percorso inizia in località Montes , nel parcheggio della Caserma Forestale “Ilodei Malu ” (Funtana Bona), raggiungibile da Orgosolo dopo circa 15 km attraverso la strada provinciale 48. Dal parcheggio (q. 900 m), guardando verso sud, si prende la sterrata che sulla destra inizia a salire sul versante nord del Monte Fumai (q. 1316 m); dopo circa 1,2 km si raggiunge un primo piccolo tornante - seguito da un secondo - dove si lascia temporaneamente la sterrata per imboccare sulla sinistra una breve deviazione che evita i due tornantini e porta direttamente all’importante sorgente di “ Funtana Bona ” (q. 1085 m), dove ha origine il Fiume Cedrino . Da qui, si riprende la sterrata - precedentemente abbandonata - che dopo circa 1,3 km raggiunge una spaziosa selletta (q. 1187 m); qui si lascia la sterrata e si svolta a sinistra, verso nord, per incamminarsi nell’evidente sentiero che si dirige verso il vicino Monte Novo S. Giovanni (q. 1316 m). Dove, alla sua base inizia lo storico sentiero opportunamente sistemato - con gradini e staccionate di protezione - dal personale dell’Ente Foreste Sardegna, attraverso il quale si raggiunge la panoramica cima che a 360° spazia a perdita d’occhio, con imprevedibili scorci mozzafiato, ben oltre il Supramonte: dall’azzurro intenso del mare del Golfo di Orosei (est) al vicino massiccio del Gennargentu (ovest), un vasto territorio che alla vista dell’osservatore appare sorprendentemente privo di insediamenti umani. È questo in assoluto il regno del silenzio e dell’isolamento … Per la discesa si utilizza lo stesso itinerario percorso per la salita.

I luoghi: «C’è una regione detta Fontanabona, con alcune capanne di pastori, quasi tutti banditi del villaggio di Orgosolo, .... fui ricevuto con più di dodici fucili puntati sulla mia persona, con l'ingiunzione di non fare un passo in più ... » (da "Itinerario dell’Isola di Sardegna " di Alberto La Marmora , 1840) La Foresta Demaniale di Montes , attraversata dall’itinerario, ricade nel territorio comunale di Orgosolo e si estende dai primi contrafforti del massiccio del Gennargentu (Monte Armario e Passo Correboi ), all’alta valle del Cedrino, al Supramonte sino al Rio Flumineddu che ne costituisce il confine est. È un bene ex-ademprivile trasferito nel 1914 dalla Cassa di Credito Agrario di Sassari all’Azienda del Demanio Forestale dello Stato. L’ademprivio, una peculiare consuetudine delle popolazioni della Sardegna, consisteva nell’uso civico di un bene naturale, generalmente di proprietà indivisa della collettività, sul quale vantava diritti di sfruttamento (pascolo e legnatico) l’intera comunità.

Al visitatore, la foresta demaniale offre, al suo interno, un insieme di meravigliosi paesaggi e specie naturalistiche di grande interesse come la straordinaria lecceta primaria di “ Sas Baddes ” (una tra le poche superstiti nel continente europeo, unica nel Mediterraneo), lo spettacolare panorama che si affaccia sul pianoro di “ Su Mudrecu ” (caratterizzato dalle tragiche forme degli scheletri di ginepri: testimonianze del catastrofico incendio che distrusse la foresta nel 1931), il Monte Fumai ed il Monte Novo San Giovanni, facilmente raggiungibile quest’ultimo attraverso un sentiero forse di origine preistorica. All’interno della Caserma Forestale è possibile visitare il Museo Naturalistico , di recente istituzione. Nel territorio, la presenza umana è testimoniata da ritrovamenti risalenti al neolitico e soprattutto al periodo nuragico fra i quali, in particolare, si ricordano: il maestoso Nuraghe Mereu , che bianco emerge - con la sua straordinaria geometria - oltre la massa verde della circostante foresta di Sas Baddes per essere stato costruito con blocchi di candida roccia calcarea e, poco sotto, quello di Su Presettu Tortu (più conosciuto come Nuraghe Gorroppu ). Un percorso, quindi, di insediamenti umani, ancora tutti da indagare, che parte dalla preistoria, attraversa il nuragico, il fenicio-punico, il romano e continua in epoca giudicale e medioevale. Per quanto riguarda le fonti scritte, il nome di Orgosolo compare per la prima volta nel tardo Medioevo: nel 1341 lo troviamo elencato nelle “ Rationes decimarum ”, i centri che versavano le decime alla curia romana. Nel 1388 alcuni suoi rappresentanti siglarono ad Orani l’accordo di pace fra il Giudicato d’Arborea e Giovanni d’Aragona. A partire dall’Ottocento, il nome di Orgosolo si diffonde in Europa sulla scia di numerosi episodi di ribellismo resistenziale che nel tempo si sono progressivamente evoluti in forme di vero e proprio banditismo. Negli anni ’50 del ‘900, gli studi antropologici di Franco Cagnetta evidenziano l’esistenza di una comunità con modelli di comportamento arcaici in Europa e al centro del Mediterraneo, in netto contrasto con lo sviluppo dell’era moderna. Tale lettura viene sostenuta dal film “ Banditi a Orgosolo ” di Vittorio de Seta , un capolavoro del neorealismo italiano, che contribuisce notevolmente a diffondere la fama del paese. Ai primi anni ’70 del ‘900, risale un altro fenomeno, stavolta con ampi contenuti artistici, oltre che sociali e politici. Parliamo dei murales che caratterizzano il centro abitato del paese come un unicum all’interno della categoria dei paesi dipinti, dove i murales sono visti sempre di più come scelta di arredo urbano. I murales di Orgosolo, invece, nascono e si sviluppano in un ambito socio-politico che vede il coinvolgimento attivo degli abitanti, prima con i ragazzi delle scuole e poi con una forma critica di partecipazione collettiva ai messaggi ivi contenuti. La visibilità di Orgosolo a livello nazionale e internazionale ha permesso la diffusione, assieme al nome, di alcuni aspetti etnici e tradizionali della cultura delle zone interne della Sardegna, come il canto a “tenore ”, tipico canto gutturale a tre voci più un solista, oggi sotto tutela dell’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità per i suoi aspetti ancestrali. Per tutti questi motivi, la Foresta Demaniale di Montes è zona di transito del “ Sentiero Italia ”; al suo interno ha visto svolgersi nel 1995 la prima edizione del “Camminaitalia ”, seguita nel 1999 dalla seconda.

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Escursione proposta n. 12: Venerdì, 18 ottobre 2013 Titolo : MONTE TORRU di Ittiri (q. 620 m). Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Alghero: Parcheggio di Via Garibaldi (angolo di Via Lamarmora) di fronte al Porto Dislivello : 300 m in salita; 300 m in discesa. Durata : ore 5:00 circa. Lunghezza : km 7 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Sassari L’itinerario: Da Alghero (km. 34) si imbocca la SP 127 bis per Ittiri fino al paese, da lì la SP 28 per Romana fino al Km 6,800 ponticello Abialzu. L’escursione si svolge tra il Logudoro e il Meilogu nei territori di Ittiri-Romana, parte dai piedi della montagna fino alla vetta e rientro con sentiero a vista non segnalato, aggirando il complesso roccioso de torrioni. I luoghi: Il Meilogu è una regione storico-geografica della Sardegna che può essere considerata una sub-regione del Logudoro. Il nome significa "luogo di mezzo": infatti si trovava esattamente al centro del Giudicato di Torres. La presenza di numerosi siti archeologici di epoca prenuragica (domus de janas- dolmen –tombe di giganti e anfratti sottoroccia) che hanno restituito un patrimonio immenso di manufatti (ceramiche e bronzetti) e di nuraghi testimoniano l’importanza e la fertilità dei luoghi, densamente abitati da tempi immemorabili. L’ambiente è caratterizzato da coni vulcanici spenti, in particolare Monte Torru, alto circa 620 metri, appare come un bastione naturale a tre piani concentrici decrescenti via via che si sale. I piani sono delimitati e retti da muraglie naturali di blocchi di trachite dalle forme più varie. In cima una corona e i resti del nuraghe omonimo, eretto direttamente sulle rocce e tracce di capanne nuragiche. Il nuraghe, in posizione dominante, è costruito con blocchi di trachite tenera, non molto grandi, le fondamenta poggiano direttamente sulla roccia, che forma anche un bastione naturale che poi è stato rifinito e completato dai costruttori del nuraghe aggiungendovi grossi blocchi. Si tratta di un nuraghe monotorre, all'interno nella parete sinistra del vano d'accesso, si trova una scala elicoidale ricavata nello spessore murario, che conduce ad una terrazza superiore. L'ingresso è in parte ostruito da pietre crollate dalla parte superiore della cupola. Nei pressi del nuraghe, sono visibili alcune basi di capanne di forma circolare, che indicano la presenza di un villaggio nuragico. Dalla cima un mirabile colpo d’occhio spazia a nord fino al Golfo dell’Asinara a est fino al Limbara a sud-est svetta e prosegue la Catena del Goceano, a sud Badde Urbara e il , a ovest la zona di Alghero fino a Capo Caccia. Dalla vetta attraverso un sentierino ripido in discesa si arriva ad un grandissimo spiazzo circolare, che fa pensare a un luogo di riunioni dei nuragici, posto su un gradone roccioso e circondato da un complesso di edifici rocciosi grigi con venature di forme e colori diversi, tutti pieni di cavità, caverne e grandi ripari sottoroccia delimitati da muretti a secco, utilizzati da sempre dai pastori, infatti ancora oggi il territorio è adibito a pascolo di bovini, ovini e caprini. In discesa vallate e pianure verdi, punteggiate da alberi modellati dal maestrale, e da macchie multicolori formate dalle varie essenze mediterranee. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 13: Venerdì, 18 ottobre 2013 Titolo : Punta CAMEDDA (1214 m), i profumi delle erbe aromatiche sul Massiccio del Monte LINAS.

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:o0 - Cagliari, Piazza Yenne; - ore 8:30 - Parco di Perd’e Pibera

Dislivello : 850 m in salita; 900 m in discesa. Durata : ore 7:00 circa. Lunghezza : km 11 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Cagliari

L’itinerario: Dal Parco di Perd‘e Pibera si imbocca un ombreggiato e agevole sentiero che ben presto porta al panoramico pianoro di S’Argiola de Cammedda (q. 882), che si affaccia sulla profonda e suggestiva gola di Canale Mau . Da tale pianoro, si giunge alla punta Conca de Sa Rutta (q. 1080) e, da qui, procedendo su roccette, sull’affilata linea di cresta di Punta Cammedda (q. 1214). Dalla vetta si discende lungo un ripido pendio, sino a raggiungere la sella di Genna ‘e Impì (q. 1035) dalla quale si imbocca il sentiero che, snodandosi attraverso il profondo e boscoso alveo di Canale Mau , conduce al Ponte sul Rio Piras (q. 282), luogo di arrivo I luoghi: Il Parco di Perd’e Pibera , sito nel territorio di Gonnosfanadiga, è il Parco Comunale più vasto del Medio Campidano: boschi di lecci e querce secolari si alternano con gli edifici, recentemente restaurati, dell’omonima miniera, ampiamente sfruttata durante il periodo fascista. Dal 1870 in poi lavorarono attivamente in questa miniera prima l'Ing. Leon Gouin e successivamente la Società Viellie Montagne alla ricerca di minerali di ferro, piombo e zinco; invece di tali minerali fu scoperto un solfuro abbastanza raro, la molibdenite (Solfuro di Molibdeno).I lavori di ricerca inizirono nel 1918 e proseguirono nel 1925 ad opera della Ditta Giovanni Ansaldo sicura di poter vendere il raro minerale alle industrie siderurgiche della penisola. Negli anni '30 furono approfondite le gallerie ed i pozzi che andavano a ricercare sei vene di molibdenite incassate nel granito ercinico. Venne costruita inoltre la laveria che avrebbe ospitato un moderno impianto di flottazione. Tale edificio, in cemento armato, fu costruito vicino alla galleria principale: il Ribasso Porru, dal quale il materiale giungeva, tramite un breve tratto di binari, alla laveria. Nel 1938 la produzione giornaliera raggiunse i 250 chili di molibdenite quasi pura. Con il secondo conflitto mondiale si ebbe il calo della domanda del prezioso minerale e fino al 1952 la società non eseguì nessun lavoro, preparandosi alla riconversione delle sue attività in Sardegna. Si cercò di superare la crisi utilizzando l'impianto della laveria per trattare la fluorite estratta dalla miniera di Monreale a Sardara, ma anche questo tentativo fallì per l'opposizione degli agricoltori e degli allevatori che temevano per l'inquinamento del corso d'acqua. Agli inizi degli anni Cinquanta l’attività estrattiva si ridusse per il calo della domanda del minerale estratto e nel 1952 la miniera venne chiusa definitivamente. Gli edifici e i terreni del sito sono divenuti di proprietà del comune di Gonnosfanadiga, che li ha recentemente restaurati ed adibiti per fini culturali. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 14: Sabato, 19 ottobre 2013 Titolo : MONTE LIMBARA (q. 1359 m). Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Alghero: Parcheggio di Via Garibaldi (angolo di Via Lamarmora) di fronte al Porto. Dislivello : 350 m in salita; 350 m in discesa. Durata : ore 5:00 circa. Lunghezza : km 7 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Sassari L’itinerario: Da Alghero (km. 121) si imbocca la SS 291 e poi la SS 131 quindi la 672 per Tempio e per Vallicciola la sp 51. L’escursione si svolge in Gallura sulle cime del Monte Limbara che con Punta Balestrieri si innalza fino a 1359 m. L’escursione parte da Vallicciola e si snoda attraverso sentieri segnati dall’Ente Foreste. I luoghi: Il Monte Limbara è un massiccio montuoso situato tra la regioni storiche e geografiche della Gallura e del Logudoro . Una gran parte del territorio (6.681 ettari) è gestito dall'Ente foreste della Sardegna, che vi ha realizzato una serie di percorsi escursionistici caratterizzati da denominazioni che richiamano le caratteristiche geografiche della zona o le particolarità specifiche di ogni itinerario. Dal punto di vista geologico il territorio è caratterizzato da rocce di natura granitica, erose dal tempo in forme piuttosto scenografiche, risalenti al Paleozoico. La formazione del massiccio è dovuta al sollevamento del blocco granitico della Gallura, avvenuto durante il Cenozoico. Nei pressi della Punta Balestrieri si trova la chiesetta della "Madonna della Neve". Per diverse volte le pendici del monte furono percosse da notevoli incendi che distrussero i suoi vecchi boschi, composti da alberi di sughera e leccio, gli interventi di ripristino della copertura vegetale portarono all'impianto di conifere, caratterizzate dal loro rapido accrescimento. La vegetazione che caratterizza prevalentemente il territorio è la macchia mediterranea, costituita da erica, corbezzolo, lentisco, fillirea e leccio che, nelle valli, si trova associato al frassino orniello, all'agrifoglio, all'acero minore ed al tasso. In alcuni settori si possono trovare associazioni vegetali allo stato spontaneo formate da pioppo tremulo, da pino marittimo e da boschi di sughera. La macchia che si sviluppa sui terreni più aridi e nelle zone più elevate delle montagne è costituita dal cisto, dal ginepro nano, dal prugnolo selvatico e dalla ginestra spinosa. Vi si trovano anche endemismi alcuni particolarmente rari come il ribes del Limbara, la viola di Corsica, l'erba barona, la carlina sardo-corsa e la felce florida. La vegetazione ripariale è costituita da salici, ontani neri, tamerici ed oleandri. La fauna è costituita da mammiferi come il cinghiale, la volpe, la martora, la donnola, il gatto selvatico, la lepre sarda ed il coniglio selvatico. Il daino ed il muflone sono stati reintrodotti dall'uomo. Tra gli uccelli vi sono l'aquila del Bonelli, l'aquila reale, la poiana, il gheppio, lo sparviero, il falco pellegrino, l'astore, la civetta, l'assiolo, il corvo imperiale, la cornacchia grigia, la ghiandaia, la taccola . Nelle zone sgombre dagli alberi si possono osservare la pernice sarda, la beccaccia, l’allodola, la calandra, il tordo, il saltimpalo, l’averla capirossa, il verdone, il cardellino, il merlo, il pettirosso, la cinciallegra, la cincia mora, il picchio rosso maggiore, lo scricciolo e la magnanina sarda. Tra i rettili e gli anfibi vanno citati la lucertola del Bedriaga, il gongilo, la biscia dal collare, la biscia viperina, l'euprotto sardo, il discoglosso sardo, la raganella sarda, il rospo smeraldino e la Testudo marginata.

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Escursione proposta n. 15: Sabato, 19 ottobre 2013

Titolo : Sentiero sul mare: MASUA - Cala Domestica.

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:00 - Cagliari, Piazza Yenne; - ore 9:00 - Porto Bega sa Canna.

Dislivello : 370 m in salita; 400 m in discesa.

Durata : ore 7:00 circa. Lunghezza : km 13

Difficoltà : (E)

Direzione : AE e ASE del CAI Cagliari

L’itinerario: Dal ponticello situato nelle vicinanze della Laveria La Marmora , si imbocca il sentiero che permette di superare, tra vari saliscendi, le strapiombanti pareti di Bega sa Canna . Dopo circa 900 m di ascesa, si giunge su una cengia aerea dalla quale si può ammirare il panorama minerario di Masua con il suggestivo Scoglio del Pan di Zucchero , situato difronte Porto Flavia. Arrivati all’altopiano di P.ta Buccione (q. 316,) si prosegue verso l’incantevole fiordo di Canal Grande dal quale, risalendo le falesie di Puntixedda e su Muloi , si perviene a Porto Sciusciau e, in breve, alla bellissima spiaggia di Cala Domestica.

I luoghi: Il sito minerario di Masua era già conosciuto alla fine del '600, e ciò è testimoniato dalla presenza di scavi, gallerie e fornelli nella roccia calcarea per la ricerca del piombo e dell'argento. Fu nel 1924 che, l'Ing. Vecelli , per conto di una società belga , ideò un sistema per abbattere i costi di trasporto e di imbarco del minerale: nasceva così Porto Flavia , audace opera ingegneristica che permetteva di imbarcare sui piroscafi, tramite dei nastri trasportatori, il minerale immagazzinato nel sottosuolo. Nonostante gli ammodernamenti, la crisi degli anni 30 colpì anche la miniera di Masua , che passò alla Società Piombo Zincifera Sarda. Masua divenne un polo per il trattamento del minerale: infatti, nel 1952, venne costruito un moderno impianto di flottazione da 300 tonn. al giorno. Con la gestione negli anni '70 da parte della società “AMMI” , venne intrapresa la coltivazione dei solfuri e degli ossidati della miniera di Acquaresi . Questi giacimenti erano collegati con l'impianto di trattamento di Masua tramite la moderna Galleria di carreggio, denominata Ornella , lunga 12 km. Questa consentiva di raggiungere i cantieri Marx e Scalittas e di trasportare ogni anno 500.00 tonn. di minerale. Nel 1991, per ragioni economiche vennero chiusi i cantieri e gli impianti di trattamento della miniera. L'enorme patrimonio minerario di tale territorio risulta ora gestito dall'IGEA, che permette la visita sia di Porto Flavia che del Museo delle Macchine da Miniera, entrambi incastonati in questo suggestivo e incantevole paesaggio costiero.

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Escursione proposta n. 16: Sabato, 19 ottobre 2013

Titolo : DOMUSNOVAS - Lungo bellissime valli e panoramici altopiani: Sa Duchessa-Oridda-Perda Niedda .

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Cagliari, Piazzale dei Centomila;

Dislivello : 800 m in salita; 800 m in discesa.

Durata : ore 6-7 circa. Lunghezza : km …

Difficoltà : (MC/MC) Direzione : Cicloescursionisti del CAI Cagliari.

L’itinerario: La cicloescursione proposta è un’anello che parte alla fine della strada asfaltata che dal paese di Domusnovas porta alle miniere di Sa Duchessa, siamo all’interno della foresta del Marganai, in agro di Domusnovas (q. 250 m slm). Nel primo tratto risaliremo il corso del Rio Sa Duchessa, tra gli alberi potremmo scorgere i resti delle miniere di Barraxiutta, e più avanti gli edifici abbandonati di Sa Duchessa, da lì a breve la salita si farà più pesante sino ad arrivare nell’altopiano di Tinì (q. 520 m slm), pedaliamo dentro una fitta lecceta, che dopo una rampa in forte pendenza ci porterà alla caserma forestale di Tinì, dalla quale si potrà osservare la miniera di Arenas. Continuando in salita scollineremo in località Su Baracconi (q. 750 m slm), dal valico si scenderà per un breve tratto, poi prenderemo una mulattiera laterale che salirà sino a sa Tellura (q. 800 m slm) e da lì scenderemo sino al rio Oridda (q. 600 m slm), prima pedalando su un bellissimo sentiero, poi su una comoda sterrata. Dall’altopiano di Oridda potremmo ammirare la cresta quarzitica di Muru Mannu e la gola a monte della famosa cascata di Piscinas Irgas. Dopo aver mangiato, saliremo sino al valico in località Perda Niedda passando per due rampe in forte pendenza intervallate da una zona umida, il canale Aleni, in leggera salita. Dal valico ci tufferemo in una panoramica e stretta lingua d’asfalto, che passando dentro un bellissimo bosco ci riporterà sino alle miniere di Baraxiutta e quindi di nuovo al parcheggio.

I luoghi: Non deve trarre in inganno il silenzio e la pace quasi surreale del territorio che attraverseremo, un altro scenario sarebbe apparso al visitatore di 100 anni fa: tutta la foresta del Marganai pullulava di vita. Le miniere di Barraxiutta, quelle di Tiny e Arenas erano nel loro periodo più florido, l’estrazione di piombo, zinco e rame viaggiava a pieno regime, e la direzione delle miniere di Oridda si dava da fare nella sua residenza in cima a Sa Tellura. I lavori minerari hanno lasciato una traccia indelebile nella montagna, di una realtà che non esiste più da più di 40 anni e che va salvaguardata.

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Escursione proposta n. 17: Domenica, 20 ottobre 2013

Titolo : Il volo delle aquile tra le guide dei SETTE FRATELLI (q. 1016 m).

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Cagliari, Piazza Yenne; - ore 9:00 - Giardino Botanico “Maidopis”.

Dislivello : 430 m in salita; 430 m in discesa. Durata : ore 5:00 circa. Lunghezza : km 9 Difficoltà : (E) Direzione : AE e ASE del CAI Cagliari

L’itinerario: Dal Giardino Botanico di Maidopis (q. 550), si imbocca il sentiero n. 2 della Forestale che si inerpica con ripidi tornanti sino a lambire, dapprima, il basamento granitico di Perda sub’e Pari e, successivamente, quello di Bruncu Tupp ‘e Ludu (q. 773) e Bruncu perdu Cossu (q. 915). Si giunge infine sulle creste dei Sette Fratelli attraverso un suggestivo sentiero che si snoda, alla quota di circa 900 m., tra affilate guglie e giganteschi massi di granito. Lasciate le creste, dopo aver attraversato il vasto altopiano di Acqueddas , si rientra al vivaio di Maidopis , luogo di partenza. I luoghi: La denominazione deriva dal fatto che il nucleo principale della foresta è costituito da un'area occupata dal Massiccio dei Sette Fratelli , piccola catena montuosa con altezza media intorno agli 800 metri, nella quale svetta Punta Ceraxia (1.016 m). Le vette dei Sette Fratelli sono separate da incisioni e piccole valli quasi ortogonali fra loro; l'emergenza granitica di cui fanno parte appartiene ad un più vasto affioramento che si protrae in modo più o meno continuo in Sardegna e in Corsica. La presenza dell'acqua è uno degli elementi di maggior fascino della foresta dei Sette Fratelli . Nella stagione delle piogge i corsi d'acqua della zona si presentano con una portata non eccessiva, salvo precipitazioni assai intense, ma di breve durata; i dislivelli improvvisi, i salti, le cascatelle, le piscine naturali ed il terreno granitico su cui scorrono, fanno si che il loro percorso sia spesso movimentato. Sui crinali più alti, dimora una vegetazione a pulvino con ginestra corsa, timo, lavanda mentre lungo gli alvei dei torrenti la vegetazione riparia a oleandro, salici e ontano. La foresta demaniale dei Sette Fratelli è uno degli areali di eccellenza per il cervo sardo che qui ha trovato rifugio ed oggi è presente in gran numero, grazie alle azioni mirate per la sua protezione portate avanti dall’Ente Foreste della Sardegna. L’area, inoltre, offre un ambiente naturale in cui si può incontrare l’aquila reale, la martora e la lepre sarda, oltre al frequentatissimo cinghiale. Parte di questa foresta, nel periodo in cui la colonia penale agricola di Castiadas era attiva, veniva sfruttata con l'ausilio dei detenuti forzati per la produzione di carbone da legna. Di questa attività rimangono solo dei distaccamenti e una rette di sentieri che penetrano nel fitto della foresta. 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo - 2013 CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

Escursione proposta n. 18: Domenica, 20 ottobre 2013 Titolo : Lungo la costa occidentale di BUGGERRU.

Ora e luogo di ritrovo : - ore 7:30 - Cagliari, Piazza dei Centomila;

Dislivello : 800 m in salita; 800 m in discesa. Durata : ore 6-7 circa. Lunghezza : km 23 Difficoltà : (BC/MC) Direzione : Cicloescursionisti del CAI Cagliari.

L’itinerario: Si parte dall’abitato di Buggerru, si percorrerà un tratto di strada litoranea asfaltata sino alla vasta spiaggia dorata di San Nicolao, qui si prenderà la vecchia strada che da Buggerru portava a Fluminimaggiore, se ne percorreranno alcuni chilometri su asfalto e altri su sterrata, quando la salita diventerà più decisa avremmo modo di ammirare le splendide dune di sabbia di San Nicolao e dopo una breve visita, una volta scollinati (q. 215 m), scenderemo, con una serie di divertenti tornanti, nella zona di Piscina Morta, un laghetto d’acqua dolce, secco nei periodi più caldi. E’ qui che si prenderà il sentiero 308 (q. 100 m) che con una serie interminabile di tornanti recupera un dislivello di 500 m in poco più di 3,5 km, il fondo in alcuni tratti è sassoso e le rampe ci costringeranno a scendere per prendere fiato, ne varrà di certo la pena, il panorama è straordinario e si fa sempre più vasto, sino ad arrivare nei pressi di Monte Gennargentu (q. 651 m) e Punta Bau Mannu (q. 653 m), da qui una discesa ci porterà in località S’ega su Solu e ancora più giù sino alla panoramica vedetta in località Bacchitt’è Montis (q. 428 m), per poi tornare sui nostri passi per 1 km e imboccare l’ottima discesa, in parte asfaltata, che chiuderà il circolare di 23 Km e ci riporterà a Buggerru con una vista sul mare difficile da descrivere.

I luoghi: Nei primi anni del ‘900 Buggerru veniva chiamata la “Petite Paris ”, questo perché i dirigenti delle miniere, francesi, che si trasferirono assieme alle loro famiglie in questo piccolo borgo minerario, ricrearono un certo ambiente culturale: a Buggerru c’era un cinema gestito da un francese, c’era un teatro e un circolo riservato alla ristretta élite dei dirigenti della società francese. Per contro c’erano i minatori che lavoravano in condizioni disumane, sottopagati e costretti a turni di lavoro massacranti, e gli incidenti erano all’ordine del giorno, per tutti questi motivi i lavoratori si organizzarono nella “ Lega di Resistenza di Buggerru ”, con 4000 iscritti, che forti delle loro ragioni attuarono un’ondata di scioperi che cominciò nei primi mesi del 1904. Il 7 maggio si verificò l’ennesimo incidente sul lavoro, morirono 4 minatori. Nei primi di settembre fu diramata una circolare dove si comunicava che, a partire dal giorno successivo, la pausa di 2 turni di lavoro veniva ridotta a un’ora, ne seguì un intensificarsi della protesta e il 4 settembre 1904, mentre la delegazione sindacale era in trattative, gli operai si erano riuniti, di fronte alla sede della direzione generale della miniera, in sostegno della delegazione sindacale. Nel frattempo i titolari della Società Mineraria chiamarono l'esercito, che fece fuoco sugli operai uccidendone tre e ferendone molti altri. Quella domenica sarà ricordata come l' Eccidio di Buggerru e portò al primo sciopero nazionale del 16 settembre, al quale aderirono i lavoratori italiani di tutte le categorie. Oggi della Buggerru mineraria rimangono solo il ricordo e le numerose rovine.

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15ª SETTIMANA NAZIONALE DELL’ESCURSIONISMO 12 - 20 ottobre 2013

INFORMAZIONI ALBERGHIERE E SERVIZIO TRASPORTO TURISTICO LOCALE PRIVATO

SISTEMAZIONI ALBERGHIERE A NUORO E COMUNI LIMITROFI

EURO Hotel *** Via Trieste n°62 - 08100 NUORO // Tel. 0784.34071 - Fax: 0784.33643 e-mail: [email protected] - www.eurohotelnuoro.it L’Hotel dispone di 54 camere con bagno privato, aria condizionata, minibar, TV digitale e ampio parcheggio privato. Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (acqua e ¼ di vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio minibar): Camera singola = € 84,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 55,00 .

Hotel GRILLO *** Via Monsignor MELAS n°14 - 08100 NUORO // Tel. 0784.38668/38 678 - Fax: 0784.32005 e-mail: [email protected] - www.grillohotel.it L’Hotel dispone di 30 camere con servizi privati, aria condizionata, minibar, TV digitale. Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (½ acqua + ¼ vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio minibar): Camera singola = € 65,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 45,00 .

Hotel SANDALIA *** Via Luigi EINAUDI n°14 - 08100 NUORO // Tel. 0784.38353 - Fax: 0784.38353 e-mail: [email protected] - www.hotelsandalia.com L’Hotel dispone di 50 camere con servizi privati, aria condizionata, minibar, TV LCD color, parcheggio. Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (½ acqua + ¼ vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio minibar): Camera singola = € 85,50 - Camera matrimoniale uso singola = € 90,00 Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 60,75 - Camera tripla con letti separati = € 55,50

Hotel Il Querceto *** Via Lamarmora, 4 – 08022 DORGALI (NU) // Tel.0784.96509 – Fax: 0784.95254 e-mail: [email protected] - www.ilquerceto.com L’Hotel dispone di 20 camere con bagno privato, minibar, telefono e TV satellitare. È distante da Nuoro 34 km (36 min). Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (½ acqua + ¼ vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio minibar): Camera singola = € 63,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 48,00 .

Hotel GUSANA *** Località: Lago di Gusana - 08020 GAVOI (NU) // Tel. 0784.53000 / 53502 - Fax: 0784.52178 e-mail: [email protected] - www.albergogusana.it L’Hotel dispone di 30 camere con bagno privato, minibar, TV. È distante da Nuoro 36 km (40 min). Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (½ acqua + ¼ vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio minibar): Camera singola = € 60,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 45,00 .

Hotel TALORO *** Località: Lago di Gusana - 08020 GAVOI (NU) // Tel. 0784.53033 – 0784.53740 e-mail: [email protected] - www.hoteltaloro.com L’Hotel dispone di 70 camere con bagno privato, minibar, telefono e TV satellitare. È distante da Nuoro 40 km (45 min). Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (½ acqua + ¼ vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio minibar): Camera singola = € 63,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 48,00 .

SISTEMAZIONI ALBERGHIERE AD ALGHERO (SS)

Hotel Alghero City **** Via Gallura n°15 07041 ALGHERO (SS) // Tel. 079.985860 - Fax: 079.9739747 e-mail: [email protected] - www.algherocityhotel.it L’Hotel dispone di 50 camere con bagno privato, aria condizionata, minibar, telefono e TV satellitare. Tariffe a persona/giorno: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato (compresa IVA, ma non il servizio frigobar). Camera singola = € 39,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 25,00 - Camera tripla = € 20,00. Non servono i pasti, ma vicino c’è un ristorante, a 200 metri circa, che fornisce pasti convenzionati a €. 15,00 bevanda compresa. Hotel La Margherita *** Via Sassari, 70 – 07041 ALGHERO (SS) // Tel. 079.979006. Fax: 079.976417 e-mail: [email protected] - www.hotellamargherita.it L’Hotel dispone di 54 camere con bagno privato, minibar, telefono e TV satellitare. Tariffe a persona/giorno: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato (compresa IVA, ma non il servizio frigobar). Camera singola = € 55,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 35,00 . Per la cena , ad Alghero in Via Garibaldi 87 - c’è il complesso polifunzionale Quarté Sayàl con ristorante e pizzeria Maò de Plà che fornisce pasti per tutte le esigenze, anche a menù fisso al costo di 30 euro.

Hotel CATALUNYA **** Via Catalogna, 24 – 07041 ALGHERO (SS) // Tel. 079.953172 Fax: 079.953177 e-mail: [email protected] - www.hotelcatalunya.it L’Hotel dispone di 128 camere con bagno privato, aria condizionata, frigobar, cassaforte, telefono e TV satellitare. Le tariffe sotto indicate sono valide per gruppi composti da almeno 20 persone; per piccoli gruppi – composti da 12 a 19 persone – le tariffe sotto indicate subiranno una maggiorazione del 20%. Per trattamento di Mezza Pensione si intende: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato + cena (½ acqua + ¼ vino locale incluso nel prezzo). Tariffe a persona/giorno (compresa IVA, ma non il servizio frigobar): Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 63,00 . Camera uso singola = supplemento € 26,00 .

SISTEMAZIONI ALBERGHIERE A CAGLIARI

Hotel ITALIA *** Via Sardegna, 31 – 09124 CAGLIARI // Tel. 070.660410 / 070.660510 - Fax: 070.650240 e-mail: [email protected] - www.hotelitaliacagliari.com L’Hotel dispone di 100 camere con bagno privato, aria condizionata, frigobar, telefono e TV satellitare. Tariffe a persona/giorno: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato (compresa IVA, ma non il servizio frigobar). Camera singola = € 63,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 40,00 - Camera tripla con letti separati = € 35,50.

Hotel 4 MORI *** Via Giovanni Maria Angioy 27, CAGLIARI // Tel. 070.668535 – 070.666987 e-mail: [email protected] - www.hotel4mori.it L’Hotel dispone di 39 camere con bagno privato, minibar, telefono e TV satellitare. Prezzi a persona/giorno: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato (compresa IVA, ma non il servizio minibar). Camera singola = € 55,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 35,00 .

HOSTEL MARINA Scalette di Piazza San Sepolcro, 2 - 09124 CAGLIARI // Tel. 070.670818 – Fax: 070.682421 e-mail: [email protected] - www.hostelmarinacagliari.com L’Hotel dispone di 35 camere con bagno privato; mini frigo e TV satellitare solo nelle camere singole o doppie. Prezzi a persona/giorno: pernottamento + colazione a buffet dolce/salato (compresa IVA, ma non il servizio minibar). Camera uso singola = € 40,00 - Camera doppia con letti separati o matrimoniale = € 30,00 - € Camera tripla o quadrupla = 25,00. Per la cena , a Cagliari in Via Sardegna 50 - vicino alle strutture ricettive - si trova la “ Trattoria Gennargentu ” che fornisce pasti convenzionati a costi che vanno da 18 a 25 euro.

ATTENZIONE : tutte le tariffe alberghiere sopra riportate sono indicative; pertanto, dovranno essere perfezionate direttamente con le amministrazioni delle strutture ricettive contattate, sulla base del numero e delle specifiche esigenze dei partecipanti.

SERVIZIO TRASPORTO TURISTICO LOCALE PRIVATO Coordinatore unico regionale per la 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo, in rappresentanza del COTRASAR - Consorzio Trasporti Aziende della Sardegna, per i trasferimenti da e per i porti e gli aeroporti, verso le sedi alberghiere e verso il luogo di inizio delle escursioni: - DEPLANO Autolinee & Turismo - Località Prato sardo, Lotto n. 118 – 08100 NUORO Tel. 0784.295030 - Fax. 0784.295247 – e-mail: [email protected] - sito web: www.deplanobus.it

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15ª SETTIMANA NAZIONALE DELL’ESCURSIONISMO 12 - 20 ottobre 2013

PARTECIPAZIONE E ISCRIZIONI

Le persone interessate a partecipare alla 15ª Settimana Nazionale dell’Escursionismo in Sardegna (considerato che l’isola non è dotata di un efficiente servizio di trasporto pubblico locale , cosa questa che ostacola una fluida ed efficace mobilità in un territorio vasto e orograficamente complesso) sono vivamente consigliate - anche per ridurre le difficoltà e acquisire migliori servizi e agevolazioni - ad iscriversi presso la propria Sezione CAI di riferimento per poter essere organizzate in gruppi omogenei di interesse , di almeno 20 partecipanti, al fine di: 1. pianificare , al meglio, il programma delle escursioni specifico del proprio gruppo omogeneo di interesse , individuando e scegliendo, fra le 18 escursioni proposte nella 15ª SNE, quelle a cui detto gruppo intende partecipare, facendo attenzione alle basi operative relative alla zona di appartenenza delle escursioni scelte: Nuoro (CAI Nuoro ) e comuni limitrofi, Alghero (CAI Sassari ) e Cagliari (CAI Cagliari ); 2. permettere alla propria Sezione CAI di riferimento - una volta definito il programma delle escursioni - di provvedere, secondo il numero e le esigenze del gruppo di partecipanti: a. alla prenotazione dell’albergo - o degli alberghi - fra quelli indicati nel presente opuscolo (facenti capo alle basi operative sopra indicate), chiedendo di poter usufruire delle eventuali agevolazioni sui biglietti aerei (Convenzione Meridiana fly ) e/o navali (Convenzione Tirrenia ) indicate nella iniziativa regionale denominata: “ Sardegna sulla cresta dell’onda ”, che prevede sconti sui biglietti sino al 30%; b. alla prenotazione dei mezzi di trasporto turistico locale (minibus o autobus), se sprovvisti di mezzi propri, contattando direttamente la ditta Deplano Autolinee & Turismo - coordinatore unico regionale per la 15ª SNE - per i trasferimenti da e per i porti e gli aeroporti, verso le sedi alberghiere e verso il luogo di inizio delle escursioni prescelte; 3. consentire alla propria Sezione CAI di riferimento di iscrivere il proprio gruppo omogeneo di interesse alle escursioni scelte, comunicando entro il 31 agosto 2013 - a mezzo e-mail - alle Sezioni CAI competenti per territorio: Cagliari, Nuoro e Sassari, i nominativi dei singoli partecipanti, del coordinatore responsabile (indicando il numero del suo telefono cellulare) e indicare la struttura alberghiera scelta per il soggiorno; La Sezione CAI di riferimento, inoltre, dovrà inviare, entro il 30 settembre 2013 - sempre a mezzo di e-mail - alle Sezioni CAI competenti per territorio: Cagliari , Nuoro e Sassari , nota di conferma e/o di aggiornamento di quanto già comunicato al precedente punto 3.

SEZIONI DEL CLUB ALPINO ITALIANO PRESENTI IN SARDEGNA : • Sezione di Cagliari (1932) Via Piccioni, 13 - 09124 CAGLIARI (CA) Tel. 070.667877 - Fax: 070.667877 -/- e-mail: [email protected] -/- sito web: http://www.caicagliari.it • Sezione di Nuoro (1997) Via Campania, 22 - 08100 NUORO (NU) Tel. 0784.34926 - Fax: 0784.34926 -/- e-mail: [email protected] -/- sito web: http://www.cainuoro.it • Sezione di Sassari (2004) Via Principessa Jolanda, 62 - 07100 SASSARI (SS) Tel. 079.291035 - Fax: 079.293728 -/- e-mail: [email protected] -/- sito web: http://www.caisassari.it

CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE SARDEGNA ~ CAI 150 la montagna unisce ~

“ALBO D’ORO“ della Settimana Nazionale dell’Escursionismo

Precedenti edizioni: 1 ª - Nel 1998 in LIGURIA: LUNIGIANA - Appennino Tosco Emiliano. 2 ª - Nel 1999 in UMBRIA: CITTÀ DI CASTELLO - Alta Valle del Tevere. 3 ª - Nel 2000 in PIEMONTE: VERBANO - CUSIO - OSSOLA/Villadossola. 4 ª - Nel 2001 in TOSCANA: VERSILIA - ALPI APUANE – Viareggio. 5 ª - Nel 2002 in LOMBARDIA: VALTELLINA - Bormio (Internazionale) . 6 ª - Nel 2003 in PIEMONTE: VAL DI SUSA - VAL SANGONE/Bardonecchia. 7 ª - Nel 2004 in TRENTINO: VAL DI NON–MADDALENE/ Fondo. 8 ª - Nel 2005 in SICILIA: Madonie ed Etna. 9 ª - Nel 2006 in FRIULI: Carnia. 10 ª - Nel 2007 in LIGURIA: Alpi Marittime. 11 ª - Nel 2008 in PIEMONTE: Valli di Lanzo. 12 ª - Nel 2009 in ABRUZZO: Gran Sasso d’Italia e Monti della Laga. 13 ª - Nel 2011 in CAMPANIA: Benevento, Vico Equense. 14 ª - Nel 2012 in EMILIA ROMAGNA : Lizzano in Belvedere, Pievepelago, Berceto, Brisighella. 15 ª - Nel 2013 in SARDEGNA , nel Nuorese : Gennargentu (Punta Lamarmora), Supramonte di Dorgali (Tiscali), di Oliena (Corrasi), di Orgosolo (Monte Novo), Tuttavista di Galtellì, Montalbo di Lodè; nel Sassarese : Monte Capparone, Creste di Aggius, Capo Caccia, Monte Torru, Monte Limbara; nel Cagliaritano : Monte Arcosu, Monte Arcuentu, Monte Linas, Masua, Domusnovas, Monte Sette Fratelli, Buggerru.