Gli aspetti geomorfologici

L’idea di “montagna” è strettamente trare lungo le coste dell’isola, là dove si legata al territorio dove ciascuno di noi trovano le foci dei maggiori corsi d’acqua. vive ed opera, questo fatto genera una Ciò porta a definire la Sardegna un terri- certa confusione poiché ciascuno è portato torio prevalentemente accidentato, ricco di ad immaginare come montagna un rilievo rilievi più o meno imponenti; se esaminia- che è familiare. mo nel dettaglio la conformazione superfi- Profondamente diverso potrebbe essere ciale dell’isola possiamo calcolare in circa il concetto di montagna per un olandese o 380 metri la sua media altitudine e ciò, in per un italiano o per un australiano. Nel considerazione del fatto che solo il 15% tentativo di offrire un metro di misura del territorio isolano supera 1500 metri, comune a tutti, si è definita qui come mon- potrebbe far ritenere la Sardegna una terra tagna un rilievo che non sia inferiore ai prevalentemente collinare. Tuttavia l’a- 1000 metri. Come sempre accade quando spetto del paesaggio sardo è decisamente si vuoi tracciare una linea di demarcazione montuoso, caratterizzato da massicci più o fra confini inesistenti si crea spesso confu- meno estesi e non da vere e proprie catene sione e si generano le eccezioni. montuose. Questo è uno di questi casi ed il risulta- È noto comunemente che le montagne to io possiamo asserire nell’ambito dello sono legate ad un processo genetico di stesso territorio sardo. La Sardegna è noto- orogenesi che dà luogo a potenti e ben svi- riamente una terra povera di pianure, e luppate cordigliere lungo i margini in quelle poche che si possono individuare movimento delle placche continentali, nell’interno, quali la valle del Campidano movimenti della crosta terrestre più cono- e del Cixerri, la piana dell’Alto e Medio sciuti come processi legati alla “tettonica a Tirso, la piana di Chilivani ed altre minori, zolle”. non sono certo legate alla evoluzione della La stessa catena alpina e quella rete idrografica, ma sono sostanzialmente appenninica sono il prodotto di questo definite da strutture geologiche. Non sono fenomeno: il risultato dell’urto tra la zolla pianure alluvionali ma sono valli tettoni- africana con quella europea. Certamente le che, legate allo sprofondamento di una grandi catene montuose hanno avuto que- zolla di limitate proporzioni. Le poche e ri- sta origine, ma non tutti i rilievi sono ori- dotte piane alluvionali, si possono incon- ginati da questo processo.

29 30 31 Fig. 8. Il Monte Limbara offre immagini spettacolari del paesage io chete ode nella sua C\ ol LI! paesaggio che si può impostare nei graniti. Nella foto si 1000 Verso una 1001111 110111 001110 può notare il versante meridionale del rilievo. ‘peIlepIiitIo’’ L’ costituita da 5L1 pertic i di spianamenti) caratteri ttate da ri I monti della Sardegna sono spesso lies i di modesta entità. testimonianze di questi movimenti in epo- Secondo il Davis, a questo stadio il terri che assai remote, molto più antiche dei torio girlilge auras orso tre fasi: quella di processi che hanno originato le attuali catene montuose (Alpi, Ande, Montagne cio me//i, quella di niaturidi ed infine Rocciose, etc.). quella di 5L’IU I ta. Senta esaminare ora tie! dettaglio i Questo 1111 )cCs5L) la i Ill /1(1 tie! won rilievi dellisola. & utile qui ricordale IllOIlleiito in cui il territorio i stato sottopo- il processo di evO!Li!I000 del lesaggio sto. altra veno un processo oroLiollet lOll, 500011 do le teorie rio!! diflericallO \\. ad rio iIllp fonte sollevamento coli relativi, Davis C IS50 19341 Egli ha posto le Nasi corruga 1110111 i Cd ilillal!amenti clic per l’interpreta/ione del mode llanìento del hanno generato una 011101111 nloiitiiosa Il

32 lento procedere delle ai ion i di detìiol i buite all’orogenesi ercinica, il Monte Lim- /10110 LICJI agenti erosk i detcriuina il pas- bara ed il Monte dei Sette Fraris (7 Fratel- saggio gI’adua!e attraverso questi 3 stadi. li) costituiscono i rilievi più elevati dei set- La teoria del Davis pies ode anello la possi- tori nordorientale e sud-orientale della bile i lite I’l’Li!irIIIe del cielo cd Lui ripristi- Sardegna. Sono ubicati agli estremi della no dell’erosione più cI’l’ieaee. ripprire till dorsale orientale dell’isola costituita in coltlpletil riogiovalliiìleiito ud paesaggio ill gran parte da litologic del Paleozoico. 111 sistema di evoluzione a rilievi “policicli- La struttura delle rocce granitiche, ci”. Cosicché è possibile osservare nel pae- formate da una miscela di minerali ben saggio forme mature associate a forme gio- cristallizzati, rende questo tipo di roccia vanili. Sebbene questa teoria, oggi, abbia particolarmente fragile ed alterabile sia diversi punti critici e non spiega sufficiente- dall’erosione termoclastica, legata alla mente le molte problematiche dell’evoluzio- variazione della temperatura, sia dalla pre- ne del paesaggio, essa ha indubbiamente senza delle acque di percolazione che fornito una chiave di lettura per le interpre- negli interstizi e nella fratture provocano tazioni delle forme di un territorio. profonde alterazioni dei silicati che sono Oggi la geomorfologia, con lo studio dei abbondantemente presenti in tali rocce. processi morfodinamici e la conoscenza Il prodotto di questo disfacimento è un dell’importanza dei fattori climatici e sabbione granulare composto in prevalen- biologici, ha consentito di comprendere za dalla parte silicea della roccia, come il quanto possano essere rapidi i processi di quarzo, che determina spesso potenti coltri erosione nel modellamento di un territorio di questo materiale sul basamento intrusi- o di versanti a debole acclività. vo. Ciò premesso, vediamo i rilievi che Queste coltri si accompagnano sempre caratterizzano la Sardegna cercando di agli affioramenti delle rocce granitiche e dare, di ciascuno di essi, un quadro esau- rappresentano un evidente moclellamento riente sulle forme e sulle loro evoluzioni. del paesaggio che da aspro e selvaggio in Le superfici che in Sardegna superano la presenza di affioramenti inalterati risulta quota di 1000 metri sono piuttosto limitate e invece morbido e dolce, dove coincide con solo nel massiccio del costitui- le coltri costituite da questi sabbioni silic- scono un’area piuttosto estesa. Le rimanenti ci. II paesaggio che caratterizza solitamen- zone, possono essere considerate delle vere te le rocce di natura intrusiva, è general- e proprie cime di rilievi che, comunque, mente definito da accumuli di grossi bloc- hanno tutte le caratteristiche morfologiche chi, da potenti affioramenti compatti a per essere considerate “montagne”. forma di guglie spesso profondamente fes- Poiché i loro aspetti morfologici sono surate. legati al tipo litologico ed all’ambiente di Questi affioramenti rispecchiano quello un territorio, verranno considerati come che è un po’ l’andamento in profondità aree simili quei rilievi che presentano ana- dell’alterazione superficiale, causata loghe caratteristiche pur geograficamente dall’infiltrazione delle acque lungo le frat- ubicati in zone dell’isola tra loro distanti. ture e lungo le discontinuità presenti nella Uno di questi casi è rappresentato dai rilie- massa intrusiva, quali ad esempio i filoni, vi nelle aree garantiche: sempre presenti nei graniti, che ne costi- tuiscono una variazione litologica. L’alte- razione tende a formare un orizzonte M. Limbara, M. Sette Fratelli discontinuo negli affioramenti di graniti e, come è visibile nello schema che ac- Inseriti in un paesaggio dominato dagli compagna questo discorso, si vede che affioramenti delle rocce granitiche attri- esso si approfondisce dove la discontinui-

33 34 35 36 37 Fig. 10. Le quote elevate che raggiungono le cime del Monte Liniba,afai’oriscono il (11/Uvainen/o dei sabbioni granitici rendendo il paesag- gio esteenianiente brullo e ricco di scciiari speitoco/ari. tà e le fessurazioni sono maggiori, mentre si Questo processo di asportazione del ma- assottiglia e rimane più superficiale clove la teriale, viene favorito nelle zone in cui roccia risulta più fresca e compatta. l’alterazione è più marcata, com’è visibile Il dilavamento che sempre accompagna dal disegno, e man mano che una regione l’evoluzione del paesaggio, legato allo subisce un lento sollevamento, il paesag- scorrirnelito superficiale delle acque sia gio rende sempre più evidenti gli affiora- incanalate che selvagge sui versanti dei menti in roccia inalterata granitica. rilievi o sulle superficie più o meno accli- Il perdurare di questa evoluzione, asso- vi, denuda vasti territori asportando questa ciata ad un sollevamento generalizzato che pellicola di alterazione. interessa territori sempre più estesi (come Il processo consente così alla roccia, che l’intera regione), causa un accentuarsi più in profondità è ancora fresca (o agli marcato di questo paesaggio con un con- affioramenti inalterati già presenti in sente frastagliamento delle forme in vette, loco), di emergere sempre più nel paesag- cime, blocchi, grossi affioramenti di rocce gio circostante. granitiche. È la conseguenza del processo

38 Fig. 11. Le testate dei banchi ignimbritici che m’mano isolati, i resti d’erosione o i rilievi isolati. nel paesaggio una scarpata continua, testimoniano gli Il territorio occupato da queste monta- episodi esplosivi durante l’attività vulcanica del Ter- gne in origine risultava talvolta sepolto da ziario. Catena del Marghine. una coltre di sedimenti che, al momento del consolidamento di queste masse intru- di asportazione del materiale alterato da sive, venivano metarnorfosati; a questo questo orizzonte iniziale, che dà luogo così proposito, è interessante anche osservare a dei rilievi sempre più aspri. Da un punto di vista geomorfologico vi quale sia stata 1 ‘evoluzione riguardante il è una distinzione su questi tipi di affiora- rilievo del monte Limbara che, costituito mento, per cui, a seconda della genesi da una successione di intrusioni magmati- attraverso la quale si è giunti a quel pae- che verificatesi una dopo l’altra, ha dato saggio si possono chiamare ti, monadnock, luogo a cunei granitici successivi nello inselberg, vari tipi di morfologie presenti stesso batolite ercinico. Questa caratte- nell’ambito granitico; legate a forme relit- ristica, ben visibile osservando la monta- te dalla erosione: quali gli affioramenti gna da una certa altitudine, mostra un rilie-

39 Schema 2. Schema cronologico del Quaternario. DaPa- che. nizza, 1Q85. Parzialmente moth/ira/a. Il processo metamorfico, che ha prodot- to molti litotipi presenti oggi in vaste re- vo costituito da una successione di falde gioni della Sardegna, è chiaramente asso- parallele fra loro, che danno luogo ad una ciato all’intrusione granitica ercinica del forma ad ogiva. Il monte Acuto e tutta la tardo Paleozoico. Con il termine di “rocce zona dei rilievi nell’area di Berchidda ed a metamorfiche” si comprende una serie nord del Limbara appaiono essere delle piuttosto complessa di litologie apparte- falde in deposizione laterale rispetto all’ul- nenti tutte al Paleozoico pre-Carbonifero, tima intrusione, che dovrebbe coincidere tra cui le più rappresentative e, complessi- con i rilievi più interni individuabili nelle vamente, più note sono gli scisti (s.l.) e le cime di Punta Balestrieri, le vette più ele- filladi. vate di questa montagna. Queste rocce ad alto e medio grado di Prima di concludere la descrizione delle metarnorfismo, che si possono osservare forme sui rilievi nelle rocce granitiche, me- sia nel centro dell’isola, intorno al massic- rita un cenno il , situato nel cio del Gennargentu, ed anche in altre cuore dell’Iglesiente, che rappresenta, come località dove questi affioramenti raggiun- tutti gli affioramenti delle rocce intrusive gono una certa importanza. Non vanno nel territorio sardo, una emergenza isolata e dimenticati tutti i rilievi della zona dell’a- periferica dell’unico batolite costituente bitato di Villacidro, intorno al monte l’ossatura geologica di tutta l’isola. Linas, e nell’area di Iglesias. Si può ricor- Un aspetto importante della genesi dei dare inoltre la zona del Sulcis tra il Monti rilievi della Sardegna, è osservabile nelle Rosas cd il Monte Arcosu e, più a sud, il aree in cui affiorano le rocce metamorfi- territorio di Teulada.

40 Fig. 12. 11 Monte Ferru, a nord di Oristano, domina La caratteristica principale risiede nella l’alta piana del Campidano e costituisce un massiccio fitta laminazione che si evidenziano in vulcanico di grande interesse. Le rocce efti,sivc che lo queste rocce; questo fatto, noto come sci- costituiscono danno luogo ad un paesaggio brullo e ino- stosità, è un carattere derivato dall’intensi- spitale. tà del grado di metamorfismo a cui sono state sottoposte queste formazioni. Ad oriente della città di Cagliari, queste Il lento raffreddamento del sottostante rocce sono presenti nella zona del Sarra- magma, provoca la ridistribuzione bus e del Gerrei dove, intorno al monte all’interno di queste rocce dei minerali Serpeddì, affiorano in continuità. La loro presenti, generando dei piani preferenziali caratteristica è legata prevalentemente alla di disposizione di questi elementi e indu- strutture delle rocce filiadiche, che, sotto- cendo in ciò una più facile aggressività da poste ad una lenta ma costante erosione parte degli agenti atmosferici con l’infil- durata milioni di anni, ha favorito una pro- trazione delle acque di circolazione lungo fonda alterazione e argillificazione di que- tali piani. sti sedimenti. La conseguente argillificazione consen-

41 42 Fig. 13. Il Monte Tu/iii lungo lafd/esia carbonatica del legata a profonde pareti di roccia e da scar- Golfo di Orosei. Dal versante a mare del rilievo si è pate di una certa importanza. Sebbene riversala la colata basalt/ca del B.cu de Pala, visibile anche queste esistano, nel complesso delle dalle rocce scure ne/la Iblogratia, fin quasi al/ci caletta rocce metamorfiche generalmente rap- di Fui/i, a sinisira nella .foto. presentano forme minori in questo paesag- gio molto modellato e morbido. te un facile modellamento della superficie Non va trascurato il fatto che sul finire di questi affioramenti per cui dell’era paleozoica, circa 300 milioni di morfologicamente, tali rilievi presentano anni fa, la situazione geografica dell’isola forme addolcite, raramente sono ricchi di era dominata da un paesaggio estrema- zone impervie e aspre. I rilievi del territo- mente evoluto, geologicamente noto come rio centrale dell’isola come il massiccio “penepiano ercinico”, ancor oggi visibile del Gennargentu, il più elevato della Sar- sulle rocce del Paleozoico al di sotto degli degna con 1834 m s.l.m., devono l’asprez- affioramenti carbonatici del Mesozoico za del loro paesaggio più all’abbandono (Sarcidano e Barbagie). del territorio che ad una accidental ità Questo contatto identifica una vecchia

43 Fig. 14. La morfologia sui ca/cari del di ringiovanimento, che ha consentito, anche Urzulei rivela con evidenza l’attività carsica che si svi- in quelle rocce estremamente modellate e luppa in questo tipo di rocce. Sono frequenti i corsi d’ac- alterate, una loro profonda incisione qua che scorrono incassati in profonde fosse per lunghi soprattutto lungo il corso dei principali tratti come si può osservare dal versante del Canale de fiumi che solcano questo basamento. Coro jos nella foto. Senz’altro, l’esempio più meritevole di attenzione ci è offerto dal corso del Flumen- superfice di raccordo tra questi rilievi che dosa che, partendo dalle falde del Gennar- rappresenta la morfologia dell’isola al pas- gentu percorre, con una direzione piuttosto saggio tra le due ere. rettilinea verso sud, la Sardegna meridiona- Fin da quel periodo la situazione le sfociando poi nella piana di Muravera. morfologica di questo territorio risultava Questo corso d’acqua ha inciso in modo molto addolcita dalla demolizione degli notevole i rilievi, spesso isolandoli e antichi rilievi ridotti oramai a forme molto contribuendo alloro modellarnento; più mature con quote piuttosto basse. Succes- spesso, il suo corso profondamente incas- sivamente questo paesaggio ha subito un sato nelle rocce del Paleozoico, rivela quale

44 Fig. 15. Il Supramonte di Oliena-Orgosolo-Urzulei visto un edificio vulcanico di età caledoniana dalla parte meridionale. Si può osservare come la pre- (basso Paleozoico) costituito da vulcaniti senza delle rocce carbonatiche del Mesozoico diano metamorfosate, qui il corso del Flumendo- luogo a forme più accidentate ed aspre mentre il basa- sa ha accentuato il suo carattere aspro e mento del Paleozoico, ben visibile in primo piano, si accidentato scavando ai piedi di questo mostra più morbido e dolce. rilievo una profonda valle che corre lungo il tratto mediano del fiume. sia stato il sollevamento dell’intera regione Il Gennargentu, possiede numerose nel corso del tempo, consentendo anche vette (non va dimenticato che con il termi- precise datazioni lungo il suo tragitto. ne del Gennargentu s’intende tutto il mas- Un bell’esempio viene fornito dalle siccio Paleozoico che costituisce il blocco colate basaltiche presso la confluenza con centro-orientale dell’isola), cima oggi turi- il rio Mulargia, dove il Flumendosa ha sticamente assai nota, la maggiore delle sfondato le vulcaniti plioceniche. quali è e ad essa fanno Si può menzionare anche il M. Santa contorno altri rilievi più “frequentati” Vittoria, presso Esterzili, che rappresenta quali il M. Spada.

45 Fig. 16. 11 Monte Perda Liana: la sua inconfondibile caratterizzano i rilievi della Barbagia, sagoma rappresenta morologicamentc un “testinwne” delle Baronie e dell’OgliastraSarcidano. un rilievo relitto che documenta l’estensione delle rocce Queste forme sono più conosciute in del Mesozoico in tutta questa parte della Barbagia. Sardegna come “tacchi”, riferiti principal- mente alle regioni del Sarcidano e della Più a sud, superato il corso del Flumen- Barbagia di Seui-Seulo. Sono tutti crono- dosa, ci si inoltra, nel Sarrabus, sul M. Ser- logicamente ascrivibili alla medesima for- peddì a circa 1069 m sul livello del mare. mazione geologica appartenente all’Era Mesozoica, nei vari periodi di cui è com- posta. Rappresentati quasi esclusivamente I rilievi carbonatici mesozoici della da rocce calcareo-dolomitiche alla cui Sardegna centroorientale base giaciono dei livelli, potenti alcuni metri, costituiti da argille gessose e con- Tra gli aspetti più singolari del panora- glomerati. ma sardo, sono da menzionare i paesaggi Sebbene oggi, questi affioramenti risul- determinati dagli altopiani carbonatici che tino separati fra loro ed occupino, talvolta,

46 47 Fig. 17. La valle del Rio Pardu, presso gli abitati di (Oliena), il M. Taquisara (Ussassai), si può Ulassai ed Osini, visibili nella foto, è costituita da rocce constatare che superano abbondantemente filladiche soggette a frequenti movimenti di frana, sor- i 1.000 metri di quota. Confrontati con gli montate sul versante occidentale dalle potenti bancate altri affioramenti di rocce calcaree del carbonatiche del Mesozoico. medesimo periodo presenti in altre zone dell’isola (Sulcis Nurra - Gallura orienta- un territorio poco esteso (basti pensare al le), posti a quote considerevolmente infe- picco isolato della montagna di Perda riori (mai superiori ai 1000 m), si può Liana nel territorio comunale di Gairo), facilmente comprendere il notevole solle- essi sono la testimonianza della presenza e vamento che il territorio della Sardegna della estensione del mare Mesozoico su centro-orientale ha subito nel corso delle questa porzione dell’isola; più propria- ere successive al Mesozoico. mente, la loro presenza è stata attribuita ad L’intenso sollevamento ha anche un bacino orientale di questo mare. determinato una profonda incisione di Osservando alcuni di questi rilievi, questo orizzonte calcareo, creando, in tal quali il M. Tonneri (Seui), il M. Corrasi modo, un paesaggio fatto di altopiani più o

48 meno estesi. La morfologia aspra sulla formando così una nicchia al riparo dalla superficie di questi “tacchi” deriva dalla stessa. stessa composizione litologica degli alto- piani: i calcari che li costituiscono favori- scono il processo carsico che dà luogo, Supramonte di Urzulei: sulla loro superficie ed all’interno di que- Orgosolo Oliena ste rocce, a forme legate alla dissoluzione chimica producendo sulla sommità degli Questo altopiano, di vastissima altopiani forme molto ondulate ed acci- estensione, legato profondamente a strut- dentate. ture di faglia che hanno condizionato il suo Non tutti i rilievi sono di modesta perimetro, vede nella Punta Solitta (1206 estensione, come la già citata vetta del M. m) una delle sue principali cime. Tuttavia, Perda Liana o il Texile di Aritzo, ve ne tutto l’altopiano è bordato da numerose sono alcune che rappresentano una forma- vette che superano i 1.000 metri di quota. zione di grandiose dimensioni, quali il La superficie profondamente modellata Supramonte di OrgosoloOliena. dal processo carsico, presenta aspetti Cerchiamo ora di inquadrare alcune di straordinari, aspri e selvaggi con un pas- queste cime evidenziandone alcune saggio continuo di forme caratteristiche caratteristiche morfologiche. del carsismo epigeo. È così possibile osservare valli secche, cañon e forre, campi solcati e numerosissime cavità car- Monte Tonneri siche. Frequenti sono anche gli inghiottitoi e le doline, tra i primi non va dimenticata È senz’altro il rilievo più conosciuto l’impressionante voragine di Su Sercone, della Barbagia meridionale, la sua morfo- una profonda dolina il cui strapiombo rag- logia tipica a “tacco”, isolata completa- giunge i 200 metri, situata quasi al centro mente nel territorio, rappresenta uno degli del Supramonte. scenari più suggestivi dell’isola. Si affian- Poco lontano da essa si trova il Campo cano a questo rilievo, la cui cima è rappre- Donnanigoro, una vasta area sub-pianeg- sentata dalla P.ta Margiani Pubusa con giante che rende quasi anomalo questo circa 1323 metri, anche il tacco di M. Arbu paesaggio così dolce e uniforme sulla (1031) ed il testimone del M. Perda Liana morfologia esistente nel Supramonte. Si (1293 m) che offre ancora una visione del- tratta infatti di una poije, una dolina di l’imponente demolizione subita da queste enormi proporzioni che si trova qui ad una rocce nel corso del tempo e, documenta, quota di 850 m. l’estensione di questo mare verso nord, in Sul versante orientale dell’altopiano del direzione del Lago Alto del Flumendosa. Supramonte, i calcari finiscono brusca- La giacitura, quasi sub-orizzontale di mente lungo la vallata del Rio Flumined- queste formazioni calcaree, accentua le du, dove formano una potente scarpata che profonde scarpate che costituiscono la bru- percorre il versante per una lunghezza di sca e rapida accentuazione della pendenza circa 22 chilometri delimitando lo spro- dei versanti al contatto con le sottostanti fondamento subito da questa vallata in rocce filladiche. Tra le forme spettacolari conseguenza dei grandi movimenti tettoni- che possono incontrare in questo territorio, ci subiti dall’isola durante l’Era terziaria. oltre a quelle ipogee, sono da ricordare le La parete di roccia, che manifesta anco- molte doline ivi esistenti ed una splendida ra questi movimenti di faglia mostrando cascata, attiva solo nei periodi umidi, che delle scarpate parallele tra loro secondo ha creato un fantastico ombrello di pietra l’andamento lineare della scarpata princi- che lentamente va coprendo il versante, pale, viene in alcuni punti interrotta dalle

49 incisioni provenienti dall’interno del mas- localizzato ma coinvolge un intero versan- siccio calcareo. Una di queste, la più nota, te, risultando così come una frana di enor- è l’incisione del Gorroppu, una gola pro- mi dimensioni. fonda ed aspra che si apre ad un vero e Recenti studi hanno permesso di proprio cañon lungo circa 1 chilometro ed constatare come in Sardegna questi tipi di al quale si accede al cuore del Supramonte fenomeni risultino ben conservati e fossi- nel versante orientale. lizzati lungo gli affioramenti di rocce cal- caree appartenenti sia al Mesozoico che al Cenozoico. Sebbene con una diversa storia e attraverso processi evolutivi, è assimilabi- La particolare conformazione di questo le a questi rilievi carsici anche il comples- rilievo aiuta subito a comprendere quale so montuoso del Marganai. sia stata la sua complessa vicenda evoluti- È costituito da rocce calcaree del basso va, legata a strutture tettoniche ed ai movi- Paleozoico (Cambriano) di circa 600 milio- menti gravitativi che si sono succeduti in ni di anni. La sua origine così antica fa com- questa area. Visto dall’alto, il rilievo del prendere quanto difficile sia stato il cammi- M. Albo ha una forma allungata secondo no di questa formazione per giungere all’e- un orientamento nord est-sud ovest; la sua voluzione attuale. La sua morfologia, i suoi lunghezza e di circa 21 chilometri con una paesaggi e le sue forme, richiamano moltis- larghezza massima di 5 circa. simo i panorami dei rilievi calcari dei “Tac- L’intero rilievo è stato soggetto a poten- chi” e delle rocce mesozoiche in generale. ti sovrascorrimenti che hanno interessato Tuttavia possiedono alcune caratteristiche anche il basamento metamorfico ed hanno morfologiche che ne rivelano l’età. così definito la singolare lineazione di Molte delle forme esistenti sono oramai questa montagna. “fossili”, non più attive; le stesse cavità In alcune zone, lungo i fianchi del carsiche che attraversano per molti chilo- monte si possono osservare delle “sfrangia- metri la massa di questi calcari hanno per ture” nella continuità dell’affioramento; si lo più concluso il loro ciclo evolutivo. ha l’impressione di un trascinamento disor- La stessa grotta di S. Giovanni, posta ai dinato di queste rocce carbonatiche. Queste piedi del complesso del Manganai in forme del versante sono legate a movimen- prossimità del paese di Domusnovas, ti di origine gravitativa che hanno determi- famosa perché percorribile in auto, è ora- nato il profilo stesso del versante. Benché mai fossile. Anche molte delle strette val- già osservati come vere e proprie forme di late che caratterizzano questo territorio origine recente (pleistocenica) oggi si pos- sono legate al crollo ed all’asportazione sono indicare per alcune di esse, come successiva della volta di grandi cavità sot- quelle presenti nell’area pedemontana di terranee. La vallata del rio di M. Narba Siniscola, come legate a deformazioni gra- Sarmentu, che si apre oltre la Grotta di S. vitative profonde spesso coincidenti con Giovanni, rappresenta l’antico percorso di lineazioni tettoniche preesistenti ed indotte questa cavità. da scosse sismiche del vulcanismo plio- quaternario (presente in prossimità dell’a- M. Perdedu - M. Santa Vittoria rea) e favorite da climi di tipo periglaciale. M. Santu Padre- Monti Ferru L’effetto che si può osservare prodotto M. Arcuentu da questo tipo di fenomeno, è offerto dalla dispersione di blocchi di proporzioni Alcuni tra i rilievi più significativi della ciclopiche lungo il versante dove il profilo Sardegna, traggono la loro origine da im- risulta irregolare. Il movimento non è mai portanti attività vulcaniche verificatesi in

50 Fig. 18. Strada Villa grande- Talana. Particolari effetti a“calanchi” nelle rocce meta- morfiche del basamento paleo- zoico sardo. La costante lami- nazione di queste rocce facilita l’attività erosiva lungo i piani di scistosità dando luogo afor- me calanchive. vari momenti della complessa storia dell’i- al tipo di attività effusiva che si manifesta; sola. Tra quelli che possiamo a ragione “e- questa attività si esplica soprattutto lencare” come vere montagne si annovera- attraverso fasi esplosive ed emmissioni di no: il massiccio del Monti Ferru, a nord lave. della piana di Milis - Oristano; il Monte Nel primo caso avviene che tutto il Santa Vittoria di Esterzili, tra la Barbagia materiale proiettato all’esterno del condot- dei Seui ed il Sarcidano; il monte Perdedu, to di emmissione ricade tutt’intorno, tanto in prossimità dei monti del Gennargentu; più distante quanto più ridotte sono le ed il rilievo del monte Santu Padre lungo dimensioni degli elementi. Ciò spiega per- la catena del Marghine. ché il materiale più grossolano, a volte di Sebbene diversi per litotipo e per età, proporzioni notevoli, si potrà ritrovare più hanno avuto tutti origine da medesimi pro- facilmente in prossimità del centro erutti- cessi di natura effusiva che hanno prodot- vo (sia esso di natura fessurale o un vero to manifestazioni vulcaniche di grandi camino vulcanico). proporzioni. Il materiale più fino potrà facilmente L’origine di un vulcano è condizionata raggiungere maggiori distanze per giunge-

51 Fig. E. Le manifestazioni vulcaniche si possono presentare con una certa ciclicità, ogni momento di attività del vulcano produce spesso depositi di natura piroclastica o lavica. Nello schema vengono rappresentati alcuni momenti di attivi- tà di un centro eruttivo, qui riferibile al monte Santu Padre, che danno luogo a livelli di tipo piroclastico ed ignimbri- tico sovrapposti. Tra un episodio e quello successivo, nel lasso di tempo che li divide, gli agenti atmosferici modella- no le superfici strutturali dei livelli effusivi accentuandone le forme anche in conseguenza dei processi tettonici in atto.

52 Fig. 19. Dai rilievi del versante meridionale della valle precedente, indipendente dalla configura- del Cixerri si può dominare il raccordo tra le grandi pia- zione del territorio dove si manifesta. nure tettoniche del Cixerri e del Campidano. Sulla piana Infatti la lava, essendo un mezzo fluido sottostante si può osservare il rilievo del Monte dell’Ac- più o meno viscoso, si comporta come tale qua Fredda, presso Siliqua. defluendo e scorrendo verso le zone più basse; allontanandosi dalla bocca di re talvolta (come nel caso delle ceneri) ad emmissione tanto più velocemente quanto interessare territori molto vasti e molto più essa e fluida ed il pendio ripido. distanti. Spesso queste fasi esplosive per- Di norma lo scorrimento delle lave durano per tempi molto lunghi producendo avviene lungo le incisioni esistenti sui coltri di depositi piroclastici potenti alcune fianchi dell’edificio vulcanico o, quan- decine di metri. d’esso ancora non è formato, direttamente Nel secondo caso, quando cioè si hanno sui drenaggi esistenti sul basamento. Acca- fuoriuscite di magma fuso, il fenomeno de, così, che dove esiste un reticolo idro- viene condizionato dalla morfologia esi- grafico ben sviluppato, spesso questo stente nell’area e non è più, come nel caso viene ricoperto e fossilizzato dalla pro-

53 Fig. 20. I processi erosivi che producono profonde alterazio- ni nelle rocce granitiche danno luogo, col tempo, al dilava- mento del materiale arenizzato che ricopre la roccia del basa- mento. L’ “emersione” sulla superficie di parti ancora inal- terate forma spesso, nel pae- saggio granitico, dei maestosi picchi (o domi). Monte Setti Frares. gressione delle colate; dove il paesaggio, temperatura assai elevata. invece, è caratterizzato da morfologie pia- Il rilievo del Santa Vittoria ed il Monte neggianti, le colate si possono espandere Perdedu sono esempi in cui è presente il su vaste superfici. vulcanismo acido del tardo Paleozoico. In questa rapida schematizzazione del- Anche molti altri rilievi nella zona di Seui- l’attività effusiva, è utile ricordare un fe- Seulo, nella Barbagia meridionale, possie- nomeno frequente ed intermedio tra questi dono molte analogie per età e per chimi- due stadi che dà luogo a livelli molto dif- smo. La loro caratteristica principale è fusi nell’isola. legata alla composizione di queste rocce Si tratta del fenomeno delle “nubi molto acide, petrograficamente definite ardenti”, costituite da una miscela di gas e come “rioliti”, molto resistenti agli agenti roccia fusa eruttata durante le fasi esplosi- erosivi. ve dell’attività vulcanica; fenomeno Benché mostrino forme rotondeggianti importante poiché ha un comportamento non presentano un paesaggio dolce ma intermedio tra i due casi possedendo una piuttosto aspro e selvaggio, spesso brullo e notevole velocità di movimento ed una privo anche di copertura di suolo.

54 Fig. F. Lo schema ripropone l’evoluzione “tipo” di un edificio vulcanico riproponibile per il complesso montuoso del Monti Ferru di CuglieriSantulussurgiu. Attraverso una frattura (A) viene a giorno il magma espandendosi sulla superficie sia per mezzo difasi esplosive che contribuiscono alla “crescita” dell’edificio vulcanico (B), sia attraverso colate di lava che riversandosi verso valle si espandono a costituire dei veri e propri altipiani (altopiano di Abbasanta Paulilatino) (C). Le fasi effusive si ri- petono nel tempo lungo centri di emissione che possono non essere i principali, ma avventizi. Avviene pertanto che nel medesimo complesso sono distinguibili centri di emissione, caldere e vulcanetti di scorie ri- feribili a momenti diversi nella “crescita” della stessa montagna (D).

55 Nel bacino di Corongiu, nel territorio di viene il Monti Ferru. Osservato dal suo Seui, queste colate riolitiche hanno intrap- lato meridionale, lungo la piana di Milis, polato un’antica superficie documentata mostra con evidenza la sua conformazione oggi dai livelli di antracite esistenti al di “vulcano”, con un tipico profilo a cono passaggio tra due episodi vulcanici (M. rovesciato. Tradalei, M. Marigosu, B.cu Cintoni). Sebbene la sua origine sia complessa, Il monte Santu Padre, situato sul ver- legata ad una successione continua, nel sante settentrionale del medio corso del tempo, di episodi vulcanici durante il Ter- fiume Tirso, domina il paesaggio della ziario, tuttavia conserva bene molte forme piana di Ottana evidenziando i suoi ver- caratteristiche di questo paesaggio. santi caratterizzati da potenti gradonature. Centri di emmissione, filoni, superfici Questo rilievo sottolinea la ripetitività strutturali di colate ed orizzonti piroclasti- delle manifestazioni vulcaniche. I potenti ci si alternano nel paesaggio della monta- gradoni del profilo lungo i suoi fianchi gna che rivela nella sua evoluzione anche sono le precise indicazioni sui momenti di un’origine sedimentaria, infatti localmente attività esplosiva che hanno interessato affiorano rocce carbonaticomarmose del l’area del Marghine accompagnando lo Miocene. sprofondamento della piana dove oggi Nel panorama geografico della Sarde- cone il fiume Tirso. gna, rimane comunque solo il Monti Fenu Gli episodi che diedero luogo a questi l’unica vera montagna con caratteristiche livelli piroclastici ed ignimbritici (prodot- tipiche di edificio vulcanico. Il tempo e le ti, questi ultimi, dal consolidamento delle complesse vicende geologiche che hanno nubi ardenti) si verificarono ogni qual così profondamente caratterizzato questa volta si riattivavano i centri eruttivi. Tra un terra hanno spesso cancellato o ridotto le episodio e quello immediatamente succes- moltissime testimonianze sia degli edifici sivo, nella sequenza oggi visibile tra i vari vulcanici che dei rilievi una volta impo- livelli del rilievo, vi erano periodi di quie- nenti, lasciandoci oggi solo un quadro par- scienza nell’attività vulcanica. Non ci è ziale dell’evoluzione del paesaggio nell’i- dato di sapere quanto lunghi siano stati sola. questi momenti, ma certamente da un Questa breve e schematica nota vuole attento esame dei singoli livelli possiamo offrire un quadro interpretativo nell’inten- ottenere utili informazioni petrografiche e to di consentire al lettore una più immedia- paleogeografiche. ta comprensione sull’origine e sulla evolu- Ultimo, nel nostro discorso, tra i rilievi zione del paesaggio nelle montagne della originati da questo processo vulcanico Sardegna.

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