Impegno Sociale E Sperimentalismo Pittorico Di Angelo Morbelli: I Due Volti Del Divisionismo

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Impegno Sociale E Sperimentalismo Pittorico Di Angelo Morbelli: I Due Volti Del Divisionismo UNIVERSITA’ DI PISA DIPARTIMENTO DI CIVILTA’ E FORME DEL SAPERE ANNO ACCATEMICO 2014/2015 Tesi di Laurea Magistrale in Storia e Forme delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media IMPEGNO SOCIALE E SPERIMENTALISMO PITTORICO DI ANGELO MORBELLI: I DUE VOLTI DEL DIVISIONISMO IL RELATORE IL CANDIDATO Prof. Mattia Patti Silvia Corsetti a.a. 2014/2015 INDICE INTRODUZIONE I 1. Biografia 2. I motivi alla base di questo studio VIII 3. Breve antologia della critica X PRIMO CAPITOLO ANGELO MORBELLI E LA PITTURA D’INTERESSE SOCIALE 1. Il contesto di riferimento: i fermenti culturali tra ‘800 e ‘900 in Italia e in Europa 1 2. Le opinioni della critica sull’ipotetico impegno sociale e politico di Angelo Morbelli 32 3. Dall’epistolario: il socialismo di Morbelli alla luce dell’amicizia con Pellizza da Volpedo 54 SECONDO CAPITOLO IL DIVISIONISMO DI ANGELO MORBELLI 2.1. Analisi ed evoluzione della tecnica pittorica di Morbelli 73 2.2. La cultura scientifica del pittore 79 2.3 Dalla teoria alla pratica: gli esperimenti sul colore e sulla percezione visiva 89 2.3.1 Questioni palpitanti!!! Attinenti alla tecnica del dipingere 89 2.3.2 Dalla sperimentazione all’adozione di prodotti industriali 93 2.4 I rapporti con la casa produttrice Lefranc 96 2.5 L’uso pratico dei materiali: differenze e analogie tra i pittori divisionisti 99 2.5.1 Lo studio en plein air: Osservazioni pella risaia e l’utilizzo dei vetri colorati 99 2.5.2 Tecniche e materiali per la composizione dell’opera: le tele e l’imprimitura 102 2.5.3 Pennelli e colori: artigianalità e industrializzazione a confronto 106 APPENDICE IL CARTEGGIO MORBELLI – VITTORE GRUBICY DE DRAGON DALL’ARCHIVIO DEL ‘900 DEL MART 3.1 Premessa alle lettere 112 3.2 Epistolario 116 APPARATO ICONOGRAFICO 162 FONTI ICONOGRAFICHE 216 BIBLIOGRAFIA I INTRODUZIONE 1. Biografia1 Angelo Evasio Teresio Morbelli (fig. 1) nacque il 18 luglio 1853 ad Alessandria «da agiati (ma onesti!) genitori»2. Proveniva infatti da una modesta famiglia borghese: il padre Giovanni (fig. 2) era sostituto segretario d’Intendenza Generale ad Alessandria e qui la famiglia di Angelo si era trasferita lasciando Casale Monferrato. La madre, Giovannina Ferraris, era morta prematuramente nel 1858, lasciando orfani i due figli Angelo e Alfredo3. Nel casalese i Morbelli, noti viticoltori, avevano progressivamente 1 I dati biografici qui riportati si basano sui seguenti regesti e ricapitolazioni biografiche: M. Poggialini-Tominetti, Angelo Morbelli, Milano, edizioni La Rete, 1971; L. Caramel (a cura di), Angelo Morbelli, catalogo della mostra (Palazzo Cuttica Alessandria 3 aprile – 16 maggio 1982) Milano, Mazzotta, 1982; G. Anzani et alii (a cura di), Morbelli Angelo & Morbelli Alfredo, cat. della mostra (Varese 1995), Varese, Lativa, 1995; A. Scotti Tosini, Angelo Morbelli, Soncino, Edizione dei Soncino, 1991; A. Scotti Tosini, Angelo Morbelli, tra Realismo e Divisionismo, cat. della mostra (Torino, 7 febbraio – 6 maggio 2001), Torino, Fondazione Torino Musei, 2001. Questi testi sono stati integrati con le informazioni presenti nel carteggio tra Angelo Morbelli e Vittore Grubicy de Dragon, consultato all’Archivio del ‘900 del MART di Rovereto (Fondo Grubicy-Benvenuti). 2 Morbelli nacque alle ore 3 del mattino in una casa che Arturo Mensi in A. Mensi (a cura di), Mostra commemorativa del pittore Angelo Morbelli, (1853-1919), cat. della mostra (Pinacoteca Civica di Alessandria 24 ottobre - 15 dicembre 1953), Alessandria, 1953, ha individuato essere in piazza della Libertà, ora sede del Banco di Alessandria. Venne battezzato nella vicina Arcipretura di San Lorenzo, secondo l’atto di nascita e di battesimo che il parroco Giovanni Fossati aveva consultato nei registri parrocchiali. Tali informazioni sono riportate da M. Poggialini Tominetti, , Angelo Morbelli, Milano, edizioni La Rete, 1971, p. 19. La citazione è tratta dalla lettera finora inedita scritta da Morbelli a Vittore Grubicy de Dragon il 18 aprile 1888. In questo scritto è riportata la biografia stilata dallo stesso pittore per la pubblicazione dell’Illustrated Catalogue of Alberto Grubicy’s picture Gallery in occasione dell’Italian Exhibition in London del 1888. La lettera è stata consultata all’Archivio del ‘900 al MART di Rovereto (MART, Archivio del ‘900, Fondo Grubicy – Benvenuti, Ben. V.4.17). 3 La morte prematura della madre di Angelo è raccontata dal pittore nel 1881 nel dipinto Alba fatale (gran dio morì così giovane!). Per l’opera si veda Scotti Tosini, Angelo Morbelli tra realismo e divisionismo, cit., p. 138, cat. 62 e V. Grubicy de Dragon, Illustrated Catalogue of Alberto Grubicy's Picture Gallery in the Italian Exhibition in London, Londra, 1888. Lo stesso avvenimento è narrato anche in un lavoro giovanile di Morbelli dal titolo Non torna ancora, mai esposto durante la vita del pittore e conosciuto solo tramite una vecchia riproduzione. Si veda Anzani, op. cit., p. 7. I consolidato la loro posizione economica acquisendo la proprietà della Colma, una frazione di Rosignano Monferrato4. Al centro del borgo si erge tutt’oggi Villa Maria, acquistata dalla famiglia Morbelli e così denominata dal pittore in onore della moglie. La residenza di campagna della Colma, occupata da Morbelli soprattutto nel periodo estivo a partire dall’alunnato all’Accademia di Brera, avrebbe avuto per l’artista un’importanza fondamentale; non solo all’interno della residenza Morbelli avrebbe allestito il proprio atelier, ma anche molti soggetti ritratti nelle sue opere testimoniano l’attaccamento del pittore alla casa e al giardino di proprietà della villa5 (fig. 3). Compì i primi studi insieme al fratello Alfredo presso il Collegio dei Padri Somaschi di Casale Monferrato. Successivamente studiò ad Alessandria, dimostrando una particolare predisposizione per lo studio della musica e, nello specifico, nel flauto. Morbelli fu costretto tuttavia ad abbandonare lo studio della musica tra il 1860 e il 1861 a causa di un indebolimento degenerativo delle facoltà auditive causato, così sembra, da una mastoidite o scarlattina che gli impedì di progredire nello studio per intraprendere la carriera di musicista. Giovanissimo, nei primi anni sessanta dell’Ottocento entrò come impiegato nel cementificio Ottavi e Morbelli di Casale Monferrato, sotto la guida del fratello Alfredo. Angelo non aveva comunque trascurato gli studi; ma l’interesse per la musica si era ormai inevitabilmente spento ed era preoccupazione della famiglia trovare un altro campo di applicazione per sostenere le sue doti artistiche. Scrive a proposito Angelo a Vittore Grubicy: «come e quando abbia avuto inclinazione alla pittura, ti dirò che non credo non averla mai avuta»6. Sembra infatti che la scelta di dedicarsi alla pittura fosse stata suggerita alla famiglia da un dottore di Casale che consigliò che dedicarsi alle arti visive sarebbe stato di giovamento per il giovane Morbelli; carente nelle facoltà auditive, avrebbe infatti concentrato ancora di più la propria attenzione nello studio della pittura7. Contemporaneamente studiava autonomamente il francese 4 Anzani, op. cit., p. 75. 5 Alcune notizie sulla storia di Villa Maria alla Colma di Rosignano sono consultabili sul sito http://www.amisdlacurma.it/ita/villa_maria.html (consultato a febbraio 2016). La villa alla Colma di Rosignano si presenta oggi come un prezioso scrigno che contiene informazioni importanti sulla vita e sull’attività artistica del pittore, il cui atelier è divenuto una sorta di reliquiario degli strumenti da lui utilizzati. 6 Si fa riferimento qui alla già citata lettera del 18 aprile 1888 scritta da Angelo Morbelli a Vittore Grubicy de Dragon. Documento consultato all’Archivio del ‘900 del Mart di Rovereto in MART, Archivio del ‘900, Fondo Grubicy – Benvenuti, Ben. V.4.17. 7 Questo episodio è narrato nell’Illustrated Catalogue of Alberto Grubicy’s picture Gallery dove afferma Vittore Grubicy: «An old medical adviser was of opinion that the artistic tendency of the youth should not be neglected, but be directed in a suitable course; the Doctor made the proposal that he should study painting, adding that his own experience, permitted him to foretell that this defect of hearing, far from being a disadvantage, would cause the youth to be more concentrated and devoted to the study of II che riteneva una lingua indispensabile per potersi dedicare alle letture di cui era appassionato; di questi scritti infatti sarebbero rimaste molte testimonianze nei suoi scritti8. Nel 1867 grazie alla vincita di una borsa di studio del Comune di Alessandria ebbe la possibilità di iscriversi all’Accademia di Brera che avrebbe frequentato fino al 1876. Nello specifico frequentò i seguenti corsi: dal 1867 al 1870 Elementi di figura con Raffaele Casnedi e la Sala delle Statue nel corso del terzo anno; dal 1869 al 1871 la Scuola di prospettiva con Luigi Bisi; dal 1871 al 1872 la Scuola di paesaggio con Luigi Riccardi; dal 1872 al 1874 la Scuola del nudo, dove ottenne la medaglia d’argento per il disegno di una figura e infine, dal 1874 al 1876 la Scuola di pittura di Giuseppe Bertini9. Gli anni passati all’interno delle mura dell’Accademia furono fondamentali nell’elaborazione della sua poetica pittorica. Non solo, grazie anche alla frequentazione degli ambienti culturali milanesi dell’epoca, egli poté stringere amicizia con artisti scapigliati e si legò alla Famiglia Artistica, come raccontano i numerosi riferimenti in merito che si possono trovare all’interno del corposo scambio epistolare con Pellizza da Volpedo. All’inizio degli anni settanta dell’Ottocento trasferì la propria residenza a Milano, soggiornando solamente nel periodo estivo nella residenza di campagna alla Colma di Rosignano Monferrato. Negli stessi anni, influenzato e affascinato dall’ambiente artistico milanese e dalla vastità di tematiche che la città simbolo della modernità poteva offrire, ebbe inizio la sua attività artistica vera e propria. Iniziò infatti ad esporre alle mostre annuali di Brera, alle quali sarebbe stato costantemente presente dal 1878 al 1918. Nel 1878 espose Interno del coro del monastero maggiore di Milano e, l’anno successivo, La Galleria Vittorio Emanuele, dipinto per il quale aveva anche ricevuto un premio alla Scuola di prospettiva nel 1872.
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