Il Territorio Preso Nella Rete La Delocalizzazione Veneta in Tunisia

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Il Territorio Preso Nella Rete La Delocalizzazione Veneta in Tunisia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI GEOGRAFIA “G. MORANDINI” SCUOLA DI DOTTORATO IN TERRITORIO, AMBIENTE, RISORSE, SALUTE INDIRIZZO “UOMO E AMBIENTE” XXII° CICLO Il territorio preso nella rete La delocalizzazione veneta in Tunisia Direttore della scuola: Ch.mo Prof. Vasco Boatto Coordinatore d’indirizzo: Ch.mo Prof. Marina Bertoncin Supervisore: Ch.mo Prof. Marina Bertoncin Dottoranda: Angela Alaimo 31 luglio 2010 2 Ringraziamenti Questa tesi nasce da tanti luoghi, che sono altrettanti nodi di relazioni, che hanno contribuito a creare la ricchezza di questo lavoro. Il primo luogo è Padova ed in particolare il Dipartimento Morandini di Geografia. Qui ho potuto fin da subito percepire lo spirito di solidarietà e di collaborazione esistente tra i dottorandi dell’indirizzo Uomo e Ambiente, oggi Geografia fisica e umana. Quest’atmosfera ha permesso di costruire negli anni delle profonde relazioni senza le quali il mio lavoro non sarebbe stato possibile. Ai miei colleghi dottorandi (anche se dovrei dire alle mie colleghe, dato che per i primi due anni eravamo solo tra donne) va il primo ringraziamento per l’aiuto e il sostegno datomi, per le appassionate discussioni e scambi di libri, materiali, informazioni e idee, e per il sostegno del mio lavoro a distanza di cui ringrazio, in particolare, Sandro Rossato per la pazienza dimostrata nei momenti finali della redazione. All’inizio della mia esperienza padovana, il mio supervisore, la professoressa Marina Bertoncin, mi ha proposto di entrare a far parte di un gruppo di ricerca legato al progetto di Ateneo “Definizione di un modello di analisi e valutazione della territorialità dei progetti di sviluppo”. Entrare in quest’equipe di lavoro è stato determinante per gli scambi continui e il lavoro in sinergia tra dottorandi, assegnisti di ricerca e professori responsabili del progetto. Alla professoressa Marina Bertoncin devo il primo grazie per questa opportunità. Il progetto mi ha portato a lavorare a stretto contatto soprattutto con le colleghe Cristina Sivieri e Chiara Pasquato del XXI ciclo, con Alessandra Scroccaro del XXII ciclo e con i dottori di ricerca Daria Quatrida e Sara Ariano. Con Chiara in particolare la sintonia e l’affinità sul lavoro si sono trasformate in una solida amicizia. A lei va un grazie per avermi fatto da guida nella mia esperienza padovana, per avermi accolto nella sua casa e per aver condiviso con me i momenti più belli e più brutti di quest’esperienza di vita. Tra l’altro a lei devo anche un grazie particolare per aver seguito passo passo i miei movimenti in Tunisia, aiutandomi nei momenti di solitudine e di sconforto del lavoro di campo. Oltre al tessuto relazionale tra dottorandi, il Dipartimento di Geografia è stato un luogo di crescita e di formazione personale, grazie alla ricchezza delle attività formative proposte e alle “Settimane formative”, momenti di intenso lavoro, arricchite dalla 3 presenza dei professori del Dipartimento e da quella di docenti esterni invitati per l’occasione. Di quest’organizzazione si deve un grazie particolare al Direttore dell’indirizzo, la professoressa Marina Bertoncin, che con il suo lavoro e la sua caparbietà è riuscita a creare momenti di condivisione e di intenso scambio scientifico tra tutti i componenti del Dipartimento. Anche il passaggio del nostro indirizzo all’interno di quello di Storia, mi ha dato l’opportunità di usufruire di nuovi scambi interdisciplinari. In particolare, l’occasione offertami di andare ad Oxford con una borsa dell’Ateneo di Padova ha notevolmente arricchito l’apertura internazionale di questo lavoro. Il soggiorno alla School of Geography and the Environment di Oxford è stato seguito dallo sguardo attento e previdente della professoressa Linda McDowell a cui devo l’opportunità di aver potuto vivere la mia esperienza oxfordiana dall’interno. A lei devo, infatti, la possibilità di aver vissuto al St John’s College e di aver partecipato ai seminari della Martin Society, società geografica ad esso collegata, e alle arricchenti attività del Dipartimento che mi hanno permesso di incontrare alcuni degli autori inglesi che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo delle teorie di geografia economica presentate in questo lavoro. A lei devo un grazie particolare, per i suggerimenti di ricerca e le idee datemi durante le ore di discussione insieme e per la sua umanità. Arriviamo adesso al luogo che è al centro del mio lavoro, la Tunisia. Il contatto con il mondo accademico tunisino è stato favorito dagli incontri effettuati durante le Giornate della Città cosmopolita di Palermo, durante le quali ho potuto conoscere il geografo tunisino professor Ali Toumi. Lui, al mio arrivo in Tunisia, mi ha introdotto e affidato nelle mani del professor Hamadi Tizaoui che ha seguito pazientemente le mie esplorazioni tunisine. Sempre disponibile, ha seguito le mie ricerche sul campo, arricchendole del suo sguardo locale e svelandomi molte delle mie iniziali ingenuità. A lui devo un grazie particolare. Il contatto e l’apertura che questo lavoro riesce a fornire sul mondo dei piccoli e medi imprenditori veneti di Tunisia, deve molto alla loro generosità di tempo. Con loro ho passato molte ore, a volte intere giornate. Un grazie particolare va a coloro che mi hanno aperto la loro rete di contatti che ho potuto seguire sul territorio locale e a quelli che mi hanno voluto paternamente accompagnare a casa, a tarda ora dopo i nostri incontri. In particolare, ringrazio Fiorenzo, Silvano e Leonardo (che nomino solo per nome per la scelta operata in questo lavoro) per la loro grande disponibilità. 4 Anche il cuore della Medina di Tunisi, con la splendida casa di Marouen e Sondos Ben Miled, è stato un nodo importante di relazioni, per riuscire a conoscere un’altra Tunisia fatta dai pochi imprenditori tunisini incontrati e dai mercati della Friperie. A Marouen e Sondos, a tutta la loro famiglia, va il ringraziamento per avermi accolto affettuosamente nella loro casa e per avermi aperto una finestra sul mondo culturale di Tunisi. Ci sono altri luoghi che stanno sullo sfondo di questa rete. Il più importante è Palermo con il Dipartimento di geografia, dove i rapporti di lavoro e di amicizia hanno sostenuto il mio lavoro scientifico negli anni. Dal professore Vincenzo Guarrasi prende inizio la mia passione geografica e da lui le mie peregrinazioni internazionali e nazionali partono e sempre ritornano. A lui devo un grazie particolare per tutte le cose che negli anni mi ha saputo insegnare e per l’attenzione e l’ascolto che ha sempre dimostrato per il mio lavoro. Alla professoressa Giulia de Spuches, questo lavoro deve non solo gli scambi e le riflessioni sul contesto tunisino su cui lei ha lavorato, ma anche il costante incoraggiamento e il calore che mi ha saputo continuamente dare. A lei si deve altresì la rilettura critica e attenta di questo lavoro. Per la revisione finale e le correzioni di questo lavoro devo ringraziare anche le mie colleghe (la prima di dottorato e l’altra di scuola) Alessandra Scroccaro e Antonella D’Anna che hanno fatto la rilettura finale. Ce ne sarebbero altri di ringraziamenti da fare, ma mi sono già dilungata abbastanza. Vorrei inoltre, per concludere, ringraziare due persone determinanti. La prima è la professoressa Marina Marengo, che mi ha spinto e incoraggiato a riprendere l’attività di ricerca, facendo questa esperienza di dottorato. Il secondo ringraziamento va, ancora una volta, alla professoressa Marina Bertoncin, mio supervisore, per aver reso questa mia esperienza di dottorato una ricca occasione di crescita professionale e di scambi internazionali. Le ore passate nel suo studio ad organizzare i risultati raccolti sul campo e a correggere le bozze del presente lavoro sono stati momenti preziosi di crescita personale. 5 6 IL TERRITORIO PRESO NELLA RETE. LA DELOCALIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI VENETI IN TUNISIA Abstract/Riassunto p. 11 Introduzione p. 15 PRIMA PARTE: IL QUADRO TEORICO E METODOLOGICO Cap 1: Come studiare le imprese in movimento? Introduzione p. 23 1.1. Globalizzazione: un termine controverso p. 27 1.2. La fine dello Stato-Nazione? p. 33 1.3. Oltre locale e globale: il concetto di transnazionalità p. 41 1.4. La costruzione sociale della scala p. 42 1.5. The Relational turn in geografia economica p. 47 1.6. Reti di imprese p. 52 1.6.1. Dalla catena produttiva alla Global commodity chain p. 57 1.7. Le imprese in movimento: dal Fordismo al Post-fordismo p. 63 1.7.1. La produzione flessibile transnazionale p. 65 1.7.2. Le forme di subcontracting p. 69 1.8 Deterritorializzazione o nuova territorializzazione? Dalle filiere ai territori produttivi p. 71 Cap 2: Territorio, territorializzazione, territorialità Introduzione p. 77 2.1. Come la Terra diventa territorio p. 78 2.1.1. L’organizzazione territoriale: “a telling expression of relationships” p. 82 2.1.2. Un territorio in continua trasformazione p. 85 2.2. Le teorie sulla territorialità p. 86 2.2.1. La “presa”umana dello spazio: Soja e Sack p. 87 2.2.2. Territorialità come strategia di potere p. 92 2.2.3. Le territorialità in un mondo fluido in frammenti p. 98 2.3. L’analisi degli attori p. 106 2.3.1. La teoria dell’acteur-réseau p. 108 2.3.1.1. Réconstruire le réseau p. 111 2.3.2. Il gioco interattivo degli attori p. 114 2.3.3. Classificazioni d’attori p. 118 7 2.4. Territorialità in azione: l’approccio utilizzato per analizzare la territorialità p. 121 2.4.1. Territorialità instabili p. 125 Cap 3: Metodologia della ricerca sul campo Introduzione p. 130 3.1. Dalla separazione soggetto-oggetto al cosmopolitismo p. 133 metodologico 3.2. Posizionamenti p. 137 3.2.1. Il mio posizionamento p. 140 3.3. Scelte di campo p. 142 3.3.1. Le mie scelte di campo p.
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