Munus Laetitiae Studi Miscellanei Offerti a Maria Letizia Lazzarini
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Studi e Ricerche Studi umanistici – Antichistica Munus Laetitiae Studi miscellanei offerti a Maria Letizia Lazzarini VOLUME II a cura di Francesco Camia, Lavinio Del Monaco, Michela Nocita University Press Collana Studi e Ricerche 70 Studi umanistici Serie Antichistica 2018 Studi umanistici Serie Antichistica Munus Laetitiae Studi miscellanei offerti a Maria Letizia Lazzarini volume ii a cura di Francesco Camia, Lavinio Del Monaco, Michela Nocita con la collaborazione di Lucia D’Amore, Paola Grandinetti, Giulio Vallarino 2018 Comitato promotore: Maria Letizia Caldelli, Francesco Camia, Gian Luca Gregori, Francesco Guizzi, Adolfo La Rocca, Enzo Lippolis, Elio Lo Cascio, Marco Maiuro, David Nonnis, Silvia Orlandi, John Thornton, Pietro Vannicelli. Volume finanziato dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità Sapienza Università di Roma. Copyright © 2018 Sapienza Università Editrice Piazzale Aldo Moro 5 – 00185 Roma www.editricesapienza.it [email protected] Iscrizione Registro Operatori Comunicazione n. 11420 ISBN 978-88-9377-073-6 Pubblicato a giugno 2018 Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons 3.0 diffusa in modalitàopen access. In copertina: Lex sacra dal tempio di Casa Marafioti a Locri Epizefirii. Indice D) VITA RELIGIOSA La statua della nassia Nikandre: kore o dea? R. Di Cesare 11 Praxidike, le Praxidikai e la giustizia degli dei I. Berti 27 Athena Ergane sull’Acropoli di Atene. Analisi delle testimonianze epigrafiche F. Giovagnorio 43 Dediche effimere ad Artemide: tessili iscritti negli inventari di Brauron D. Marchiandi 61 La ‘Lex Sacra von der Hallenstrasse’ e l’Asclepieio di Pergamo tra passato e presente M. Melfi 95 Thiasos artokreonikos in Kenchreai S. Zoumbaki 109 Oracoli apollinei da Hierapolis di Frigia F. Guizzi 121 Monumento funerario e proprietà terriera. Note preliminari sul “doppio” sepolcro di una famiglia di Sidyma S. Campanelli 145 E) SPORT E CULTURA Aspetti economici dell’agonismo sportivo greco in età arcaica e classica L. D’Amore 175 VI MUNUS LAETITIAE Carriera e premi di uno sportivo di IV sec. a.C. (Kleainetos di Argo): alcune ipotesi A. Caruso 189 Novità su un rilievo di teatro antico (IG II/III³ 4, 636) D. Summa 207 Poeti e conferenzieri stranieri in Tessaglia in età ellenistica: l’epigramma funerario per Herillos figlio di Herodoros di Kalchedon E. Santin 223 Plagiari per scelta, plagiari per tradizione: lo strano caso di Meleagro, di Cheremone e dell’epitafio di Aminta M. Cilione 251 I vincitori dei Sebastà nell’anno 86 d.C. E. Miranda De Martino 267 F) ONOMASTICA Nomi poetici su un’iscrizione megarese arcaica (SEG 13, 300): uomini, eroi o navi? L. Bettarini 289 Antroponimi femminili esprimenti il sentimento della felicità (e della prosperità) nelle iscrizioni greche: una rassegna preliminare F. Camia 299 G) EPIGRAFI ‘NASCOSTE’ Epigrafia povera: prima della pietra, invece della pietra L. Criscuolo 317 Gemme e anelli: oggetti personali e di dono G. Bevilacqua 339 H) EPIGRAFIA E ANTIQUARIA Le iscrizioni greche della collezione del cardinale Francesco Saverio de Zelada M.L. Caldelli 361 “Nicodemo, arconte dei Siburesi”: la storia di un’epigrafe in lingua greca di Roma e della sua copia settecentesca G. Tozzi 375 I) MONDO COLONIALE Nasso e Leontini, il problema dell’ecista L. Braccesi 403 Indice VII Enyò dalle Cicladi in Sicilia F. Cordano 411 Le aspirazioni di una dea greca: Ἐνὑώ tra Omero e Naxos di Sicilia A.C. Cassio 419 Dono tra φίλοι? Il graffito sullapelike da Cuma (RC 142) attribuita ad Aison P. Lombardi 423 <Σ>τηιος o ┌├┐ ηιος? Su una corona d’oro iscritta dalla Magna Grecia a Delo P. Poccetti 453 Entella tra i Cartaginesi e i Romani, ovvero da chi erano stati espulsi gli Entellini? M. Lombardo 485 I Crotoniati lontani da Crotone M. Nocita 499 Una singolare variante del segno di spirito aspro a Hipponion L. Del Monaco 521 Vita religiosa La statua della nassia Nikandre: kore o dea? Riccardo Di Cesare (Università degli Studi di Foggia) Con questo contributo su una tematica a lei cara mi è gradito rendere omaggio a Maria Letizia Lazzarini, cui sono affettuosamente legato da quando, nel 2000-2001, ho seguito i suoi corsi di epigrafia alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Introduzione Sfuggente come la sottile figura ricavata dal monolite di marmo, la de- dica votiva (ca. 650-625 a.C.) di Nikandre di Nasso nell’Artemision di Delo resiste a un nodo interpretativo essenziale: chi vi era rappresentata, la dea recipiente del dono, cioè Artemide, o la dedicante1? L’incertezza è dell’esegeta moderno, non degli antichi, immersi nel contesto (l’insieme dei dati e delle relazioni) a loro contemporaneo, per noi ricomponibile solo in parte. Per di più, essi vedevano l’immagine 1 La letteratura critica sulla statua è elencata nell’eccellente pubblicazione delle sculture del Museo Archeologico Nazionale di Atene (Despinis - Kaltzas 2014): la scheda relativa è estesa da G. Kokkorou-Alevra (ibid., 3-8, nr. I.1.1, MN 1). Per la scoperta e i dati di scavo: Homolle 1878, 36, 38, 53, 58-59, 61-63; Homolle 1879a, 3-12; Homolle 1879b; cfr. inoltre infra, nt. 36. Una sintesi degli studi su Nikandre in Donohue 2005, 20-55, 202-221. Ulteriore bibliografia (selezione): Homann- Wedeking 1950, 49-52, 65-66; Richter 1968, 26, nr. 1; Floren 1987, 155-156; Martini 1990, 92-94, 104-106, 133-135; Stewart 1990, 108; Ridgway 1993, 28, 48 nt. 2.22, 124-125, 154-155 nt. 4.3-4.5; Kokkorou-Alewras 1995, 37, 54, 68, 80 K1; S. Moraw in Stemmer 1995, 106-107, nr. B9; Ph. Jockey in Hermary - Jockey - Queyrel 1996, 14-15 nr. 1; Karakasi 2001, 67-78 (insieme delle korai rinvenute a Delo); Vorster 2002, 98-100; Meyer 2007, 18, 69-70, nr. 110; D’Acunto 2008, 157, 164-166; Croissant 2008, 311-315, 317-318; Galli 2013; ; Kokkorou-Alevras 2017. Per l’Artemision delio: Bruneau - Ducat 2005, 207-209, nr. 46. Al Museo Archeologico Nazionale di Atene porgo un sentito ringraziamento per i permessi di pubblicazione delle fotografie. 12 MUNUS LAETITIAE completa degli attributi tenuti nelle mani, che avrebbero espresso l’iden- tità del soggetto rappresentato. La statua (Figg. 1-3) in marmo nassio, alta ca. m 1,80 e provvista di un basso plinto (alt. ca. m 0,08), era fissata alla base tramite un tenone sottostante (compreso il quale l’alt. totale è di m 2,00). Forse era acco- stata a uno sfondo, come potrebbe indicare, sul lato posteriore, la man- cata rifinitura della veste al di sotto della cintura2. L’immagine acquista- va maggiore corporeità grazie alla vivace policromia, ormai scomparsa, che sappiamo caratterizzasse integralmente l’artigianato antico3, e che nel caso specifico era ancora visibile poco dopo la scoperta, avvenuta nel luglio 1878. Sul prospetto, al di sotto della cintura (imitazione di un esemplare metallico) che serra alla vita il lungo chitone4, l’occhio acuto di Adolf Furtwängler osservava 7-8 larghe fasce orizzontali dipinte con motivo a meandro5; più recentemente, un attento riesame di Georgia Kokkorou-Alevra ha portato a precisare con maggior dettaglio lo sche- ma decorativo dell’abito, costituito sia da meandri sia da file verticali di rosette6. Anche la cintura e l’epiblema sulle spalle7 dovevano essere distinti dal colore, così come gli abbondanti capelli, gli occhi e la bocca. Sul fianco sinistro della statua, all’altezza della gamba e della coscia, risaltava l’iscrizione esametrica su tre righe (Figg. 4-5), oggi poco più che un graffito, ben leggibile con una luce radente8. Testo e statua era- 2 Casson 1933, 84: la superficie posteriore sarebbe stata semplicemente martellata, ma si sarebbe potuto trattare anche dell’“actual cleavage surface of the marble”. Contra, Adam 1966, 3, per la quale la “rough granulated surface” andrebbe spiegata con l’esposizione ad agenti naturali. L’impressione dal vivo è che l’ampia fascia irregolare sul retro sia troppo precisamente delimitata, rispetto ai bordi arrotondati con cura, perché si tratti di semplice “weathering”. Per le superfici di statue nassie incomplete, con tracce più o meno evidenti di deterioramento, cfr. Kokkorou-Alewras 1995, tavv. 29 (K37) e 37 (K64a). 3 Per la scultura cfr. ad es. Brinkmann 2014. 4 In letteratura l’abito viene definito ora chitone, ora peplo: cfr. G. Kokkorou-Alevra, in Despinis - Kaltzas 2014, 5, 9 nt. 10, che propende per il chitone. 5 Furtwängler 1882, 322. 6 G. Kokkorou-Alevra in Despinis - Kaltzas 2014, 6 fig. 1; Kokkorou-Alevras 2017, 27 figg. 4.4-4.5. 7 Indicato sul lato posteriore della statua, a destra, nonché dalla sottile membrana di marmo tra braccia e tronco. Cfr. Meola 1971, 40, fig. 13; Ridgway 1977, 87; Marcadé 1987, 372-374. 8 ID 2; IG XII, 5, 1425b; LSAG, 303 nr. 2; EG I, 153-156; Lazzarini 1976, nr. 157; CEG 403. Inoltre: Powell 1991, 169-171; Day 2010, 191-194; Vallarino 2010 (SEG LX, 883; BE 2012, 51; EBGR 2011, 126). L’iscrizione è bustrofedica: la prima linea è destrorsa e inizia dalla parte bassa del fianco, per arrivare sino a lambire il pugno chiuso sinistro; la seconda linea è sinistrorsa, mentre la terza (più La statua della nassia Nikandre: kore o dea? 13 no un’unità, concepita per il contesto espositivo nel quale l’anathema funzionava, trasmettendo ai contemporanei e ai posteri i suoi significati. Gli attributi e il dilemma dell’interpretazione Secondo lo scavatore, Théophile Homolle, la statua di Nikandre rap- presentava senz’altro Artemide, in una formulazione iconica primitiva: assimilabile a uno xoanon, o meglio “une copie exécutée en marbre d’a- près un type primitif que la piété avait consacré”, la statua, “grâce aux indications relevées dans l’inscription”, avrebbe consentito di “remonter jusqu’à l’origine du type plastique d’Artémis”. Ancora: “Cette inscrip- tion… démontre que la statue est celle d’une divinité… Artémis”9.