Biella raccoglie con entusiasmo l'appello "Calcolami. Ho i numeri per lavorare"

EDITORIALI 12/11/2011

BIELLA. L’integrazione delle persone con disabilità come risorsa chiave per il mercato del lavoro, questa la priorità emersa nel corso del convegno “Da peso sociale a risorsa produttiva”, che si è svolto giovedì 10 novembre, presso il Polivalente di , organizzato da Centro Servizi Formativi Enaip Biella, dal Consorzio "Il Filo da Tessere", dalle Acli, e dal gruppo di volontariato "Quelli del Sabato".Un evento patrocinato dalla Provincia di Biella e dai comuni di Biella, , , Occhieppo Inferiore, Piatto, e .

Numeroso il pubblico in sala, segnale di grande attenzione alla tematica da parte del territorio e conferma dell’esistenza di una rete che da anni opera affinché le persone con disabilità escano dalla condizione di assistenzialismo per diventare cittadini attivi, con diritti e doveri.

In apertura i saluti di Livia Caldesi, vice sindaco del Comune di Biella e di Gianfranco Penna della Acli di Biella, cui è seguita la presentazione della campagna di comunicazione sociale “CALCOLAMI. HO I NUMERI PER LAVORARE”, che ha ottenuto il patrocinio di Pubblicità Progesso ( www.ugualmenteabili.it), realizzata dal gruppo Quelli del Sabato e dalle Acli di Novara, rappresentati l’uno dal Responsabile Marco Bellora, le altre dal vice presidente Mara Ardizio.

«La campagna, nata da un team di volontari da anni impegnati nel sociale - ha spiegato Bellora- ha l’obiettivo di promuovere la Legge 68 e di invitare ad un cambiamento culturale, secondo cui ogni persona, disabile o normodotata, può ugualmente essere produttiva se inserita in un posto di lavoro che sia compatibile con le proprie capacità e competenze».

Un appello chiaro, in un paese che conta quasi 800mila disabili, di cui solo il 3% lavora, e in cui la Legge 68 del ’99 avrebbe dovuto favorire inserimento e diritti di queste persone ma che purtroppo non ha portato ai risultati sperati. Ed ecco quindi i tanti interrogativi emersi. Il problema è legato alla legge stessa, che valuta più le diagnosi che le competenze? O alle aziende, che preferiscono pagare una sanzione piuttosto che assumere un diversamente abile nonostante gli sgravi fiscali previsti? E in questo caso, si tratterebbe di un problema economico oppure culturale, di responsabilità sociale?

Interrogativi cui hanno cercato di rispondere i relatori intervenuti, a partire da Alberto Ghibò, Direttore dell’Enaip di Biella. «Per la persona disabile la formazione al lavoro è uno strumento determinante per la definizione della propria identità personale e sociale, così come lo è per ogni individuo. In particolare per la persona con disabilità mentale acquisire un profilo professionale spendibile sul mercato del lavoro o in un ambito di lavoro protetto, significa costruire i presupposti per una adeguata autostima, per una capacità effettiva di relazione oltre che un grande incentivo a raggiungere e consolidare autonomie personali e sociali. Esempi concreti quello di Francesco e Manuela, formati presso Enaip ed oggi, l’uno bidello della stessa struttura grazie un’assunzione tramite la cooperativa “Il Cammino” e l’altra assunta come addetta al settore profumeria presso il Gross Iper di Vigliano Biellese. La formazione professionale può, dunque, e deve essere uno strumento che si integra in un mosaico di azioni il cui successo e direttamente proporzionale al grado di integrazione tra i vari soggetti che operano sul tema della disabilità».

Questa è la convinzione che ha dato vita ad una rete di relazioni e di azioni, iniziata nel 2006 e che nel tempo ha portato alla costruzione di una filiera dove soggetti pubblici e privati del territorio hanno concorso, ciascuno secondo la propria specificità e la propria mission, a realizzare e supportare progetti formativi per un totale di 4200 ore di formazione per i disabili. Per arrivare nell’anno formativo 2011/2012 con una proposta di tre corsi di formazione al lavoro per un totale di 1200 ore di formazione, con indirizzi frutto di un’analisi concertata con il collocamento mirato, sulla base delle indicazioni fornite dal CPI .

Ed è stato proprio l’intervento di Manuela Cuccuru del Servizio Centro per l’Impiego della Provincia di Biella, ad evidenziare criticità, problemi e difficoltà che si devono affrontare per arrivare ad un’assunzione. « Non dobbiamo correre il rischio di illudere le persone - ha spiegato- dobbiamo essere franchi sulle reali opportunità di lavoro per le persone che abbiamo in carico; in questi anni abbiamo lavorato molto per ampliare il numero di aziende che possono offrire un’opportunità occupazionale, al di là della Legge 68 e continueremo a farlo. Sono infatti bel 1373 le persone disabili iscritte nelle liste».

La parola è passata poi a Francesco Garzetti del Consorzio Cissabo e ad Annalisa Sala del Consorzio Iris, che hanno descritto attività e risultati ottenuti in questi anni sul territorio, focalizzando anche l’attenzione sulle persone che non hanno caratteristiche di occupabilità e per i quali sono necessari percorsi di sperimentazione e progetti specifici di inserimento in realtà protette, non caratterizzate da un’ottica di produttività. Progetti e percorsi non ancora normati dalla Regione ma già realizzati e realizzabili a livello territoriale.

Un esempio è proprio la Bottega dei Mestieri, nata da un’idea delle Cooperative Domus Laetitiae, Tantintenti e Maria Cecilia, del Consorzio “Il Filo da Tessere” nella quale lavorano anche Mirko e Valentino, che attraverso una video clip hanno raccontato la loro positiva esperienza. «Si tratta di un’esperienza interessante- ha spiegato Enrico Pesce, Presidente del Consorzio- ma non dobbiamo perdere di vista il fatto che le amministrazioni pubbliche stanno drasticamente riducendo gli appalti per le cooperative, precludendo a molti ragazzi la possibilità di lavorare. Questa scelta, che sembra ridurre i costi in realtà cela una grande verità; ogni cittadino attivo contribuisce alla riduzione della spesa pubblica e ogni persona disabile inserita in ambito lavorativo comporterebbe un risparmio notevole per la società».

In chiusura l’intervento di Tiziana Rossi, educatrice professionale del Consorzio “Il Filo da Tessere”, che con la metafora del funambolo ha descritto la situazione delle persona disabile che deve essere inserita nel mondo del lavoro, in bilico su una fune, sotto la quale famiglia, servizi formativi, socioassistenziali e imprese devono fare rete, fornendo strumenti per evitare la caduta o attutendo la caduta di coloro che non riescono a raggiungere l’obiettivo immaginato.

Determinanti le due testimonianze conclusive di Luca Sciarretta, Presidente della Coorperativa “Il Cammino” e della Dott.ssa Paola Pezzia, di Mondoffice Staples, ovvero di quei soggetti che hanno scelto di inserire ragazzi diversamente abili nel loro organico, dimostrando che la Legge 68 prima ancora di essere un dovere è una scelta di responsabilità d’impresa. Nei loro interventi sono stati portati altri esempi di tirocini ed inserimenti lavorativi riusciti. Perché che si tratti di Mirko, Erica o Matteo, come ha sottolineato Paola Pezzia «è necessario cambiare prospettiva e considerare la diversità e l’integrazione importanti risorse, ecco perché il nostro ambiente di lavoro include un gruppo eterogeneo di collaboratori diversi per genere, estrazione, formazione, esperienze ed abilità».

In esposizione durante il convegno la mostra fotografica realizzata da Sergio Goria e i pannelli della campagna di comunicazione sociale “68/99. CALCOLAMI HO I NUMERI PER LAVORARE”, che dopo l’evento saranno esposti fino al 21 di novembre , presso la galleria del Supermercato “ Esselunga” di Biella.

L’evento è stato patrocinato dalla Provincia di Biella e dai comuni di Biella, Cossato, Candelo, Occhieppo Inferiore, Piatto, Trivero e Vigliano Biellese, dal CSV e da Conad, con la partneship di Agenda, Anffas, Approdi, Ascom, Asl12, CGIL, CISL, Cissabo, CNA, Confcooperative, Consorzio Agrario di Vercelli, GrossI per, Iris, Legacoop, Il Mercato dei sogni, Panathlon Club Biella e Staples.

In GALLERIA FOTOGRAFICA le immmagini.

Autore: En.A.I.P. Piemonte Piemonte