Autorizzazione Tribunale di Roma n°194/2018 del 6/12/2018 ISSN 0392-5633

Anno LI (dicembre 2019) rivista dell’associazione di cultura tradizionale giapponese d’italia 1969-2019 Speciale Ō Sensei

SPECIALE Ō SENSEI

1969-2019 Speciale Ō Sensei in occasione del 50º anniversario dell’ascesa al cielo del Maestro Ueshiba Morihei

50° Speciale 50° Ō Sensei SOMMARIO 50° Messaggio del Presidente Franco Zoppi 3 Intervento del M° Tada all’Assemblea di La Spezia 3

五十 Editoriale 4 L’aikidō entra nell’era Reiwa 5 Il Giorno che mi iscrissi al Ueshiba Dōjō 6 In occasione del 50ºanniversario dell’ascesa al cielo del Maestro Ueshiba Morihei 8 Sono passati cinquant’anni da allora 9 Le peculiarità dell’aikidō 10 Cos’è il kinorenma 12 L’essenza dell’aikidō 15 Il pennello di Ō Sensei 16 I pionieri dell'aikidō in Francia 18 Messaggio del M° Tada e del dōshu 21 I sette pionieri 22 Galleria fotografica 25 Amenominakanushi, Ame no torifune e l’invocazione divina nel furutama 28 Premessa 28 Il Principio 29 Takãmahara e Tai chi 30 Il Ponte fluttuante 32 Ame no torifune e furutama 34 Addenda. Torifune, miti a confronto 38 Ki ren 40 Carissimi iscritti all’Associazione, Consuetudine vuole che ogni rivista contenga un editoriale del presidente. Per questo numero però ho invece ritenuto opportuno pubblicare l’intervento che il nostro Diret- tore Didattico M° Hiroshi Tada ha tenuto durante l’assemblea di luglio 2019, ritenen- dolo molto significativo per capire l’impostazione culturale della nostra associazione così come è chiaramente definita nel nostro statuto. Attraverso la rivista le incisive parole del M° Tada potranno così raggiungere anche chi non era presente. Il Presidente Franco Zoppi

Intervento di Tada Sensei all’Assemblea Aikikai d'Italia, La Spezia 2019

Speciale Ō Sensei Dalla scomparsa di Ō Sensei è ormai passato mezzo secolo. In questi ultimi cin- quant’anni ci sono stati davvero molti cambiamenti sociali ed è cambiato il mondo Aikido della scienza. Inizialmente per spiegare l'insegnamento di Ō Sensei dovevamo necessa- Periodico dell'Aikikai d'Italia riamente far riferimento alla tradizione orientale. L’insegnamento di Ō Sensei è diffi- Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese Ente Morale D.P.R. 526 del 08/07/1978 cilissimo, perché lui spiegava il mondo visibile e quello invisibile, vale a dire il mondo Autorizzazione Tribunale di Roma n°194/2018 del 6/12/2018 della meditazione, in termini shintoisti. Per lui la meditazione era . Se si guarda ISSN 0392-5633 Anno LI solo al mondo visibile, del macro, non è quindi possibile comprendere l’aikidō. (dicembre 2019) L’aikidō non è un’arte marziale, non è difesa personale. Durante la Seconda Guerra Redazione e amministrazione via Giuseppe Casalinuovo 13 mondiale solo tra i giapponesi ci furono quattro milioni di morti. Quindi Ō Sensei fece una riflessione profonda sul mondo della contrapposizione: perché meditazione significa passare oltre la condizione relativa, acquisire una stabilità assoluta. [Per spiegare gli insegnamenti del Fondatore] abbiamo fatto riferimento alla storia Direttore responsabile Lorenzo Casadei della filosofia orientale giapponese, cinese e indiana. All'epoca la scienza era separata, perché in Occidente prevaleva una visione dualistica (bu shin ni gen ron) che separava Redazione: Gianna Alice il mondo della materia e il mondo dello spirito, mentre nel pensiero orientale, e nel Manuela Baiesi pensiero di Ō Sensei, la materia e lo spirito sono una sola cosa, bu shin ichi nyo, Allora, Luisa Bargiacchi come è stato ripetuto ogni mattino durante il Kinorenma, bisogna allenarsi sapendo Andrea Damascelli Antonia Pezzani che il mondo visibile e quello invisibile sono un’unica realtà. Fabrizio Ruta Io venni in Italia nel 1964, allora non era ancora chiaro, e forse neppure trent'anni fa, Francesca Romana Seganti ma oggi la visione generale che ci offre la teoria quantistica – attenzione, non sto par- Koji Watanabe lando della meccanica quantistica, ambiti di ricerca che non mi competono – ci dice Hanno collaborato a questo numero: che la realtà composta dal mondo visibile e dal mondo invisibile sono un'unica realtà.

Cecilia Bartoli Questo è di facile comprensione perché ormai nel nostro mondo anche la telefonia e i Alessandro Bronzini computer si basano sul mondo invisibile. Paolo Calvetti Noi pratichiamo ai-ki-dō; ai è unione, ki, energia, mondo invisibile. Per noi quindi è Emiko Hattori Francesco Fonte Basso importante questo ki, che corrisponde a questa nuova visione della fisica moderna la Beatrice Testini quale considera la parte invisibile espressa dal movimento delle onde, e la parte visibile

Uno speciale ringraziamento al nostro in particelle. Il ritmo della vibrazione degli elettroni ha a che vedere con la natura del Direttore Didattico Hiroshi Tada shihan ki, e alcuni ambiti della scienza lo affermano. Sin dai tempi antichi, uno degli attributi e al professore Paolo Calvetti (per così dire) del ki era la sua caratteristica “elettromagnetica”. Questo era quindi da tempo un modo di spiegarlo. I kanji e i kana che compaiono in questa rivista utilizzano il font nagayama kai i cui caratteri sono dipinti a mano dal maestro Ma la cosa ancora più importante è che la scienza del mondo invisibile si basa su una Nagayama Norio . teoria unitaria (che in Oriente è sempre stata ben presente), che si basa sull’unione delle leggi del mondo invisibile e del mondo visibile. proietta il M° Tada. Particolare.

Quindi, in altre parole, si può dire che nella invisibile. E quindi, Il respiro, la vibrazione, nostra epoca la scienza sia entrata nel mondo I shin den shin, , la consonanza mente-cuore, della meditazione. Questo ha inevitabili im- l’unione con il ki dell’universo. plicazioni sociali In Giappone l’ambito dell’invisibile, quello Per spiegare i nostri esercizi anche in Giappo- che io insegno e che noi pratichiamo, è visto ne, a , facciamo uso [del lessico] della anche dal punto di vista scientifico secondo tradizione filosofico-religiosa orientale, ma la visione del mondo della teoria quantistica. attenzione, noi non ci occupiamo di religio- E sono sicuro che anche altri ambiti, anche ne, anche se ne usiamo riferimenti storico sportivi, accoglieranno sempre di più questo filosofici. Ma oggi cerchiamo di privilegiare, tipo di visione. soprattutto quando insegniamo ai giovani, Inoltre, se vogliamo avere cura delle persone agli studenti universitari, l'uso di questa nuo- anziane attraverso l’aikidō, dobbiamo racco- va visione scientifica, per dare una prospettiva gliere questa prospettiva. scientifica di quel che stiamo facendo. La cosa più importante nell’allenamento di Già 50 anni fa noi abbiamo iniziato il Kino- aikidō, come diceva Ō Sensei, è la corrente renma, vale a dire l'allenamento della parte del ki, il kinonagare. L’aikidō ha un ambito invisibile, la parte del ki, del micro. Se man- molto ampio, inclusa la nostra salute, tutto 1. Durante il Kinorenma ca questa parte l’aikidō è impossibile. Se non questo è compreso nella nostra pratica. il maestro aveva chiarito che: “il nostro insegna- si conosce questa parte invisibile, anche dal È chiaro che la teoria quantistica è molto dif- mento non è cambiato in punto di vista scientifico, non si è adeguati ai ficile, e può apparire in un certo senso strana, base alle nuove scoperte della scienza, noi siamo nostri tempi. Perché la madre [la fonte] della ovviamente noi non dobbiamo diventare rimasti centrati, è la scien- nostra realtà è nel mondo invisibile. Anche esperti di teoria quantistica, quel che voglio za che si è gradualmente nell'insegnamento visibile e invisibile devono dire è che dobbiamo tener conto di questa avvicinata a noi”. essere riuniti per allenarsi bene. visione. L’aspetto interessante per noi è che 2. Zona. Stato di traspa- renza e libertà alla quale Il modo di essere del nostro mente-cuore nei la scienza più avanzata sta confermando in gli atleti accedono nelle confronti della realtà che ci circonda, il modo qualche modo conoscenze già note da oltre condizioni psicofisiche 1 opportune, entrando in cui vediamo la nostra realtà – è scientifica- 2500 anni nel mondo della meditazione . in una condizione che mente provato – influisce sulla realtà stessa. Allora adesso la mindfulness è applicata - permette di superare i La quasi totalità delle persone ancora non che negli sport per entrare nella zona2. Quin- normali limiti individua- li: ogni sforzo è abban- vede che il movimento corporeo, perché il di anche nell’Aikikai d’Italia, anche quando donato, inutili pensieri, mondo invisibile è complesso, molto difficile, io non ci sarò più, è molto importante col- emozioni negative e limi- tazioni apparenti (com- allora lo si lascia da parte. Ma noi siamo giunti tivare questa visione unitaria, molto impor- petizione, aspettative, in un'epoca in cui questo non è più sufficiente. tante per me. Ritengo che sarà così possibile pressioni esterne) cessa- E allora, anche per la salute bisogna pensare continuare l’aikidō di Ō Sensei, un aikidō no di esistere, e la mente elabora la situazione lu- il micro [il mondo sottile]: la scienza medica che teneva insieme la pratica del mondo in- cidamente in una visione attuale oggi ricerca la guarigione anche attra- visibile e quella del mondo visibile. unitaria e “assoluta”. verso la mindfulness, si fa ricerca sul mondo

Aikido | 3 Nota editoriale

Nato il 14 dicembre 1883 a Tanabe, Ueshiba Morihei terminò la propria espe- rienza terrena a Iwama il 26 aprile 1969, consegnando ai suoi allievi e al mondo intero un’eredità luminosa e impegnativa. Quest’anno, che per il calendario giap- ponese è a cavallo tra due "ere", ricorre quindi il cinquantenario della dipartita del Fondatore della nostra disciplina. Occasione per commemorarne la memoria e anche di riflessione circa il futuro della sua arte. Questo numero speciale della rivista Aikido, che è a sua volta uno spartiacque e anticipa il nuovo corso della stessa, si orienta idealmente nei "tre tempi": passato, presente e futuro. Non si tratta solo di ricordare con immensa gratitudine il Fon- datore e chi ha portato il suo messaggio in Europa (in questo senso l’Omaggio ai AIKIDŌRIVISTA DI CULTURA TRADIZIONALE GIAPPONESE Pionieri dell’aikidō in Francia), ma di interpretarne il lascito tecnico e spirituale nel presente, immaginando il futuro. Siamo convinti che l’aikidō abbia un ruolo importante da svolgere, in un momento delicato della storia dell’umanità, nella direzione di una civiltà in grado di superare conflitti il cui potenziale distruttivo ha superato ogni tollerabilità. Ma perché ciò sia possibile ne deve essere salva- guardata l’essenza. A tal fine invitamo a leggere con particolare attenzione il con- tributo inedito del nostro direttore didattico Hiroshi Tada: In occasione del 50°

In copertina, foto di anniversario dell’ascesa al cielo del Maestro Ueshiba Morihei. Masao Yamamoto

Aikidō | 1 Questo breve speciale dev’essere considerato quindi come l’inizio di un nuovo ciclo di riflessione teorica, dove lo studio della tradizione giapponese e orientale Le copertine del primo numero si coniughi con una viva consapevolezza dei repentini mutamenti che interessano della rivista Aikido e del numero in uscita. la società e le scienze. Un lavoro che speriamo possa contribuire a uno sviluppo più consapevole della nostra arte.

Lorenzo Casadei

4 | Speciale Ō Sensei L'AIKIDŌ ENTRA NELL'ERA REIWA 令和 Rei 令 venerabile, ordine, bene, bello, piacevole Wa 和 armonia Secondo il calendario giapponese il primo maggio del 2019 siamo entrati in una nuova era, con l’inconsueta abdicazione dell’impe- ratore Akihito, il principe Naruhito è diven- tato il centoventiseiesimo imperatore della discendenza Yamato. Il nome di questa nuova era Reiwa 令和 è formato da due kanji tratti da un waka giapponese anziché, com'era tradizione, da una lirica classica cinese. Questa poesia è inserita nella più antica an- tologia poetica nipponica, il Man'yōshū 万 葉集 ovvero Raccolta di diecimila foglie, dove il Giappone è detto Kototama no sakiwau kuni, ovvero “Il Paese dove lo spirito della paro- la (il kototama) porta alla felicità”. Il waka selezionato è una delle 108 poesie (numero ciclico della catena dei mondi) che trattano dei fiori di pruno, fiore che rappre- senta la luce nella notte, l’annuncio della fine delle tenebre invernali, come testimonia anche l’ultimo haiku del poeta Buson: Presso il pruno bianco tutte le notti Il poeta calligrafo Michizane, mutano in albe. quasi un'incarnazione dello spirito del pruno. Stampa di Yoshitoshi. Oltre ad essere luce dei poeti il fiore di pruno è anche il “profumo” dei calligrafi che me- scolavano i suoi petali odorosi all'inchiostro. Il ramo del pruno in fiore è in Giappone l’emblema dei letterati, rappresentati dal poeta e calligrafo Sugawara no Michizane, Ecco il mese del rei, inizia la primavera, sempre raffigurato con questo ramoscello in pugno, secondo l'usanza cinese dei candidati l'aria è dolce e la brezza leggera (wa). ai concorsi di Stato. L’origine di questa rap- Il pruno ha disposto i suoi fiori bianchi presentazione sembra provenire dai monaci che introdussero il buddhismo zen. come cipria di una bella allo specchio. Malgrado tutto, quindi, il pruno è una rico- nosciuta eredità della cultura cinese, per cui L’orchidea spande un odore soave anche la scelta inconsueta e "rivoluzionaria" di come da una borsetta dei profumi. optare per versi giapponesi appare, nei modi e simboli, orientata dall'idea guida del wa, dell'armonia e del cambiamento graduale. Il waka di cui qui abbozziamo una traduzio- ne è leggero e delicatamente sensuale.

AikidoAikido | 5 | 5 La prima volta che sentii parlare del Mae- stro Ueshiba Morihei fu quando avevo circa 7-8 anni. Una sera, mentre cenavamo, mio padre ci raccontò ciò che aveva sentito da un suo vecchio amico, il signor Yano Ichiro (ex-presidente della società di assicurazioni Dai-ichi Seilmei). Il signor Yano possedeva un elevato grado dan di kendō ed era stato Presidente della Federazione nazionale giapponese dei Club

A sinistra: un giovanissimo Hiroshi Tada in te- aziendali di kendō. Parlando del Maestro nuta da studente dell'Università Waseda. aveva affermato: “Il Maestro di aikijūtsu, Sopra: il maestro fa da uke al Fondatore duran- Ueshiba, è il più grande esperto di budō at- te una dimostrazione nel 1957. tuale. Come budōka non teme paragoni con nessuno”, ed aveva poi illustrato a mio padre i particolari della lezione del Maestro alla quale aveva partecipato. Il Giorno in cui mi iscrissi Da lungo tempo nella mia famiglia si tra- mandava lo stile di tiro con l’arco chiamato allo Ueshiba Dōjō Heki-ryū chikurin-ha banpa. Mio padre ave- va appreso quest’arte dal mio bisnonno sin di Hiroshi Tada da quando era bambino e aveva continuato in seguito ad allenarsi costantemente. Per Traduzione di Daniela Marasco questo motivo si trovava spesso a discutere di arti marziali con il signor Yano ed aveva Il maestro Tada ricorda in queste righe, iniziato a nutrire un grosso interesse nei con- fronti dell’aikijutsu. Allora, pur essendo solo tradotte dalla compianta Daniela Marasco un bambino, pensai che mi sarebbe piaciu- e qui riproposte e riadattate per i nuovi to incontrare una persona così importante e diventare suo allievo, ma purtroppo non lettori della nostra rivista, la sua iniziazio- riuscii a realizzare questo mio desiderio a ne all’aikidō. Lo scritto può intendersi causa di un’infausta serie di eventi quali la chiamata alle armi di mio padre, lo scoppio quale prologo al testo inedito del maestro della guerra e la scomparsa di mia madre. sull’eredità di Ō Sensei, che segue. Nel 1950, nonostante fossero ormai tra- scorsi cinque anni dalla fine del conflitto, per tutta Tokyo si potevano scorgere ancora ovunque i segni della guerra nei resti degli incendi causati dalle bombe. In quel perio- do, così come accadde alla maggior parte dei giapponesi che furono travolti dagli avveni- menti dell’epoca, avvertivo costantemente uno strano senso di fugacità, una sorta di co- raggio nella disperazione per cui nulla pote- va più sorprendermi, ma, allo stesso tempo, sentivo la necessità di un qualche sostegno psicologico. Per superare tale sensazione di incertezza mi dedicai allora con tutto me stesso agli allenamenti quotidiani di karate. Fu così che, ricordando ciò che avevo sentito in passato da mio padre circa il Maestro Ue-

6 | Speciale Ō Sensei shiba e l’Aiki, decisi di raccogliere informa- dimensioni della testa di un drago. A de- zioni più dettagliate a riguardo. stra di questa zona, sulle apposite mensole, Un giorno, dopo l’allenamento di karate, il erano allineati dei bokken insieme a dei jo Maestro Ueshiba e l’Aiki divennero inaspet- e a delle baionette di legno (mokuju). Sulla tatamente argomento di discussione; venni parte superiore della parete erano appese così a sapere che, secondo informazioni for- delle tavolette di legno con i nomi degli al- nite al capitano del club di karate dell’Uni- lievi e, al centro della parete che si trovava versita di Waseda, il signor Takeda, da un entrando sulla sinistra, c’era un grande oro- suo conoscente, lo Ueshiba Dōjō si trovava a logio sovrastante un altro ingresso attra- Wakamatsucho (Ushigome), nelle vicinanze ver- so cui gli allievi erano soliti accedere al della Waseda. dōjō. Dopo qualche minuto entrarono un Animato da un inconscio senso di ammi- ragazzo piuttosto alto e robusto che indos- razione nei confronti del Maestro Ueshiba sava un keikogi blu da kendō e l’hakama e Morihei, considerato il massimo esperto un si- gnore di una certa età con la cintura del tempo, mi recai, carico di entusiasmo, a nera, che iniziarono ad allenarsi. Il ragazzo, visitare lo Ueshiba Dōjō. Era il 4 marzo del 5° dan di kendō, era il signor Kikuchi Tokio 1950. (poi residente a Kamaishi), l’altra persona Superato il portale di pietra di casa Ueshiba, era il signor Kikuchi Ban che si era iscritto miracolosamente scampata ai danni della al dōjō il giorno prima. Vedendoli pratica- guerra, sulla sinistra si poteva vedere il dōjō re katate-tori tenkan-no-kokyu pensai che si e di fronte lo spazioso ingresso della casa dal- trattava di qualcosa di completamente dif- le porte scorrevoli in vetro e legno. Il dōjō era ferente rispetto alle altre arti marziali che io deserto, e quando entrai nell’ingresso della conoscevo. casa per chiedere informazioni, mi accolse Oltre al fatto di utilizzare dei movimenti una giovane donna, la signora Sakuko, moglie estremamente razionali per assimilare la dell’attuale Doshu, Ueshiba Kisshomaru. forza dell’attaccante nel flusso della propria Dopo averle chiesto il permesso di iscrivermi energia, realizzai che l’idea di base era quel- al dōjō, le feci parecchie domande anche se la di attuare delle rotazioni con il corpo così non ricordo con esattezza i particolari. da diventare un tutt’uno con l’attaccante. Il Tuttavia ricordo chiaramente ancora oggi le Maestro ritornò a Tōkyo dopo circa quat- sue risposte alle mie scostumate domande: tro giorni. A quel tempo gli allenamenti “Quando vedrà mio suocero capirà che cos’è erano impartiti quotidianamente dal primo l’aiki”. dōshu, Ueshiba Kisshomaru, la mattina e la Mi spiegò inoltre che il Maestro al momen- sera, dalle 6.30 in poi, per la durata di un’o- to era in viaggio, ma che sarebbe tornato a ra. Gli allievi erano ancora poco numerosi Tokyo dopo due o tre giorni. E facendomi ma tutti si impegnavano con grande zelo strada nel dōjō aggiunse: nella pratica, allenandosi costantemente “Fra un po' inizierà l’allenamento…”. nei limiti di tempo concesso. Il dōjō era della grandezza di sessanta tatami (circa 99 mq):: la zona dove si tenevano gli allenamenti era costituita da circa quaranta tatami della Ryūkyū, stesi in più posti, nella restante parte del dōjō c’era un pavimento in legno scuro lucido. Il soffitto era formato da grosse travi di legno incrociate e lateralmen- te alla porta attraverso cui si accedeva al dōjō da casa Ueshiba, c’era una zona sollevata dal pavimento e rientrante nel muro (dove di so- lito sedevano gli ospiti di riguardo per assi- stere agli allenamenti), la cui parete centrale era ricoperta da una riproduzione di grandi

Aikido | 7 Il 26 aprile 1969 il Maestro Ueshiba Morihei, Fondatore dell’aikidō, ascendeva al cielo. Il 26 giugno di quello stesso anno lo seguiva la moglie Hatsu.

Arrivai in Italia il 26 ottobre 1964, e mi sta- bilii a Roma adoperandomi per la diffusio- ne dell’aikidō tra l’Italia e la Svizzera. Rientrato nel dōjō della Sede Centrale di via Eleniana, dopo essere stato in giro per tene- re delle lezioni, ricevetti ad aprile la notizia della scomparsa del Maestro. Telefonai allora a Tokyo e seppi dal Maestro Ōsawa Kisaburō shihan che le cerimonie fu- nebri si erano ormai concluse. Il Maestro Ueshiba con la moglie Hatsu Sulla facciata del Dōjō Centrale di Roma fu allora allestito un altare votivo con una foto del Maestro Ueshiba listata a lutto e delle corone di fiori. Si susseguirono giorni in cui i membri dell’Aikikai resero omaggio seduti In occasione del 50º anniversario in seiza in meditazione. Due mesi dopo, il 26 giugno, anche Ueshiba dell’ascesa al cielo del Maestro Hatsu, la moglie del Fondatore, lasciò que- sto mondo. Ueshiba Morihei L’anno successivo, nella primavera del 1970, partii da Roma per partecipare ai riti fune- di Hiroshi Tada bri per il primo anniversario della morte del Maestro, atterrando, dopo sei anni, all’aero- Traduzione di Paolo Calvetti porto di Haneda. Durante i sei anni trascorsi in Europa era- no scomparsi il Maestro Ueshiba Morihei, Il nostro Direttore Didattico ricorda nella il Maestro Nakamura Tenpū e anche mio nonno Tada Tsunetarō ci aveva lasciati prima parte di questo scritto, realizzato all’età di 93 anni: mi ritrovai in uno stato di appositamente per questo profonda commozione. Speciale All’aeroporto di Haneda mi vennero a pren- Ō Sensei, i giorni della dipartita del dere alcuni shihan e istruttori dello Honbu Fondatore, le prime commemorazioni in Dōjō, tra cui il Maestro Ōsawa Kisaburō, e mio padre. Giappone e in Italia e il suo pellegrinaggio, Tornato nella casa di Jiyūgaoka e sistemati i anche interiore, sulle orme del Fondatore. bagagli, mi recai subito allo Ueshiba Dōjō (l’attuale Honbu Dōjō) di Wakamatsu-chō Nella seconda parte il maestro Tada spiega a Shinjuku per salutare il Maestro Ueshiba invece come preservare la preziosa eredità Kisshōmaru e informarlo del mio ritorno. Lo Ueshiba Dōjō, costruito in legno nel di Ō Sensei e riassume, in un’efficace 1931, non aveva più il suo aspetto di antico sintesi, il senso del . dōjō e si era trasformato in una costruzione kinorenma moderna, ricostruita in cemento armato. Andai poi nel Tempio Kōzanji a Kii Tanabe, nella provincia di Wakayama, tempio della Famiglia Ueshiba, a far visita alla tomba del

8 | Speciale Ō Sensei Maestro Ueshiba Morihei e annunciargli il mio ritorno. In seguito, seguendo le orme del Maestro che, per affinare la sua pratica, da giovane aveva vagato per le valli e colline della regio- ne del Kishū, feci un pellegrinaggio nei tem- pli shintoisti e buddhisti nelle montagne del Kii e poi nelle aree dello Yamato e di Asuka, apprezzando con piacere lo spirito profon- do e tranquillo della cultura giapponese. Il primo anniversario della scomparsa del Maestro e della moglie Hatsu fu comme- morato nell’Aiki Jinja di Iwama il 29 apri- le e, con un’altra funzione, il 2 aprile nello Honbu Dōjō a Tokyo. La tomba del Fondatore al Kōzanji, Kii Tanabe. L’8 aprile fu invece festeggiata la nomina, come secondo dōshu dell’aikidō, del Mae- stro Ueshiba Kisshōmaru presso l’Akasaka Sono passati cinquant’anni da allora Prince Hotel di Tokyo. Successivamente, mi dedicai a un digiuno In un periodo di cinquant’anni la società, di tre settimane nella dépendance adibita la cultura e il comportamento delle persone alla cerimonia del tè della casa di Jiyūgao- mutano considerevolmente. ka. Avevo già avuto esperienza di pratica Prendiamo ad esempio il jūdō, una disciplina del digiuno, quando avevo ventun anni e a tutti nota. È risaputo che è bene astenersi avevo digiunato per una settimana a casa e dal parlare di arti marziali diverse dalla pro- poi di seguito per tre settimane nel tempio pria. Tuttavia, per i giapponesi della mia ge- zen Hōshūji al Passo Kobotoketōge, per cui nerazione, il kendō e il jūdō erano, fin dalla fui in grado di digiunare anche rimanendo scuola media, delle normali materie scolasti- a casa. che. Mi si perdonerà quindi se descriverò al- Alla fine del digiuno, dopo essermi ristabili- cuni fatti storici, tralasciando invece le que- to, ripartii da Haneda per andare in Italia, a stioni tecniche. Peraltro, il Maestro Kanō Desenzano del Garda, dove all’epoca veniva Jigorō (1850-1938) è stato un eccellente organizzato in agosto un raduno estivo di pedagogo moderno, e per coloro che fanno due settimane. delle arti marziali la propria specializzazio- A Tokyo mi era stato chiesto da molti pra- ne, conoscere approfonditamente il suo in- ticanti dello Honbu Dōjō, dei club univer- segnamento è una naturale necessità. sitari di aikidō e del dōjō di Jiyūgaoka, di Sul numero di giugno 1927 della rivista Sak- rientrare presto e di svolgere la pratica in kō, pubblicata dal Kōdōkan, comparse un ar- Giappone. Ma l’Aikikai d’Italia era stato ticolo in cui venivano riportate le parole del riconosciuto formalmente dal Governo ita- Maestro Kanō: liano e quindi da allora, cominciai, come sa- rebbe poi diventata una consuetudine della La politica del Kōdōkan all’epoca della fondazione mia vita, a fare avanti e dietro tra il Giappo- (1882) ne e l’Europa. • L’approccio del Kōdōkan dell’epoca […] all’epoca ero ancora giovane, e tutta- via, dal punto di vista spirituale non ero molto diverso da oggi, mentre non avendo ancora piena padronanza del metodo, la mia efficacia forse lasciava ancora a desi-

Aikido | 9 derare, ma il modo di insegnare il randori Come secondo motivo si può citare la rapida aveva quasi raggiunto uno livello ottima- diffusione del jūdō e l’aumento dei pratican- le, molto differente da come oggi viene pra- ti che ha determinato la scarsità di persone ticato nel jūdō del Kōdōkan. qualificate che possano guidare una pratica • I motivi per cui si deteriora la pratica buona e corretta. Ci sono due ragioni per cui ad oggi si è ve- A causa della mancanza di istruttori, i nuto a deteriorare il modo di praticare il praticanti non apprendono il metodo esat- jūdō. to e in alcuni casi si verificano dei contrasti Per il primo va citato il fatto che per pro- tra di loro, ed è aumentata una pratica di muovere il jūdō è stato escogitato l’espe- allenamento che oppone la forza alla for- diente di far competere per raggiungere la za, e che non riesce a trasmettere il modo vittoria, e sono organizzate gare mensili, di praticare proprio dei tempi in cui fu isti- oppure dei campionati a squadre, incorag- tuito il Kōdōkan1. giando i praticanti a partecipare. • Come correggere i difetti Per fare svolgere una competizione è ne- In definitiva è necessario cambiare il me- cessario determinare delle regole per ar- todo della pratica dei tempi di fondazione bitrare e non è possibile che sia sempre il del Kōdōkan. […] maestro, lo shihan, a fare da giudice. E anche se ipoteticamente fossi io stesso a fare Questo articolo fu scritto dopo 45 anni dalla da giudice, non sarebbe possibile stabilire fondazione del Kōdōkan, vale a dire 92 anni un vincitore sulla base di un semplice rego- da oggi, quando il Maestro Kanō era ancora lamento. In più, nel caso che ad arbitrare in vita. Da esso si capisce quanto sia facile fossero persone diverse, senza la qualifica che il comportamento degli uomini muti. di shihan, bisognerebbe attenersi a regole Il jūdō nel dopoguerra si è diffuso come non troppo complesse e chiare. Una volta “sport ” e oggi viene praticato anche che la vittoria venisse stabilita quindi sulla alle olimpiadi. Ma sono pochissimi quelli base di questo tipo di regole, gli aspetti ne- che sanno che il jūdō insegnato dal Maestro gativi insiti in esse causerebbero un allonta- Kanō Jigorō era un’altra cosa. namento dagli ideali di postura del corpo e Dopo tre anni dalla pubblicazione dell’ar- del portamento. ticolo, il Maestro Kanō fece visita al dōjō di Mejiro del Maestro Ueshiba Morihei per as- sistere ad un allenamento. “Questo è il mio ideale di jūdō disse il Mae- stro Kanō dopo aver osservato la mia tecnica”, mi raccontò il Maestro Ueshiba. Successivamente giunse una lettera di rin- graziamento in cui il Maestro Kanō scriveva:

1. Il Maestro Kanō aveva “Dovrei io stesso praticare, ma considerata trentun'anni quando fondò la mia posizione non mi è possibile; chie- il Kōdōkan. do perciò di accogliere due dei miei allievi, 2. Si veda l'Omaggio ai pio- nieri dell'aikidō in Francia Takeda e Mochizuki”. che compare oltre in questa stessa rivista. [NdR]. Questa lettera è tuttora conservata dalla fa- 3. In: Ueshiba Kisshōmaru miglia Ueshiba e il Mochizuki di cui si parla (a cura di), Aikidō shin- zui. Aikidō kaiso Ueshiba è il Maestro Mochizuki Minoru che in se- Morihei goroku [L’essenza guito avrebbe diffuso l’aikidō in Francia2. dell’aikidō. Le citazioni di Ueshiba Morihei, Fondatore dell’aikidō], Tōkyō, Hachi- man shoten, 2002, p. 186. [NdT]

10 | Speciale Ō Sensei Le peculiarità dell’aikidō così come è stato creato dal Maestro Morihei Ueshiba

• Lo stato mentale raggiunto dal Maestro attraverso la pratica dell’ “Unità tra spirito e corpo” (shinshin ichinyō) si manifesta in entrambi gli aspetti, spirituale e tecnico, dell’aikidō.

• Molte arti marziali attraverso il processo della modernizzazione sono diventate com- petitive, trasformandosi in sport dopo la guerra, ma il metodo di pratica che segue lo spirito tradizionale giapponese di unione di arte marziale e meditazione dell’aikidō, si è modernizzato e diffuso tra numerosi prati- canti grazie alle indiscusse capacità del Ma- estro Ueshiba.

• Il bu è lo strumento per portare a termine la missione che ci è stata affidata dal Cielo, l’aiki crea unità con lo spirito dell’Universo e contribuisce al suo progresso e al suo mi- glioramento.

• La poesia della Via del Maestro Ueshiba Morihei3

Makoto oba 誠をば Sara ni makoto ni さらに誠に Neriagete 練りあげて ’yū-ichinyo no 顕幽一如の o shire 真諦を知れ

Sulla Verità Con altra Verità Lavora E conosci la Verità assoluta Dell’unità della materia e dello spirito

• L’aikidō è la fusione dell’arte marziale (il mondo visibile) e della meditazione (il mondo invisibile), espressione della cultura tradizionale giapponese. La meditazione può essere anche definita come metodo di unione della volontà, della saggezza e della forza dell’Universo.

Aikido | 11 Cos’è il kinorenma far sì che questi allievi proseguissero sulla Via della tradizione e la comprendessero. Come detto in precedenza, nel metodo tra- Era perciò necessario stabilire un metodo dizionale di pratica vi è una stretta correla- che potesse essere applicato praticamente. zione con il metodo di meditazione orien- Sentii perciò che bisognava mettere in or- tale. Ne consegue che la necessità della sua dine quanto necessario e proseguire nella pratica è parte delle conoscenze comuni. pratica in maniera accurata. A questo punto I giapponesi di una volta probabilmente ne decisi di sistematizzare i vari insegnamen- avevano contezza, e si può dire che lo con- ti, da quanto avevo appreso da bambino da sideravano una pratica della vita quotidiana, mio padre della scuola di famiglia di arco, o che fosse una normale attività del fisico. la Hekiryū Chikurinhabanpa, agli insegna- Tuttavia nella vita contemporanea non si ha menti preziosi del Maestro Ueshiba Mo- più occasione di confrontarsi con tale realtà, rihei, del Maestro Nakamura Tenpū, del Ma- né si incontrano amici o persone esperte che estro Yamaoka Tesshū, del Maestro Ogura diano consigli in tal senso. Tetsuju, fino agli insegnamenti tramandati Per questo motivo quando si parla di Via nei canoni delle scuole di arti marziali, prati- (dō) si pensa soltanto alla Morale (dōtoku) cando la dottrina del mondo non visibile, vale e molti, anche in Giappone, ignorano che a dire il kinorenma. vi sia una Via per la pratica della meditazio- Aumentando poco alla volta i contenuti ne che può essere definita come metodo di ho sistematizzato il programma. Tra gli al- profonda ricerca tecnica dello spirito e del tri: fondamenti del metodo di respirazione corpo. kokyūhō (chōkihō, metodo di controllo del Nella cultura giapponese essa è permeata in ki), respirazione con vibrazione, visualiz- diverse forme attraverso gli insegnamenti zazione della respirazione, seiza con assi- provienti dall’India e dalla Cina. Il buddhi- milazione della respirazione, meditazione, smo, il karma yoga, il rāja yoga, il confucia- controllo sensoriale, differenziazione tra nesimo (Confucio e Mencio) e il taoismo concentrazione e attaccamento, pratica della (Laozi e Zhuangzi) si sono fusi, come si dice trasmissione del pensiero. “in armonia ma senza confondersi”, in com- Attraverso il kinorenma si procede con il pleta concordia con la tradizione dello shin- proprio corpo e spirito verso una condizio- toismo. ne di stabilità4 che trascende l’opposizione e il Non è il caso ora di approfondire i fon- confronto, avendo come obiettivo raggiunge- damenti di questi insegnamenti, ma sono re la capacità di capire da soli se si sta realiz- convinto che sia bene mettere in pratica il zando la pratica dell’aikidō. metodo di meditazione da vivere nella vita Ho sentito in maniera chiara che lavorando contemporanea per praticare l’aikidō quale sulla pratica di questo invisibile ki insieme arte marziale da applicare nella contempora- alla pratica delle tecniche, il movimento di neità. tutti, in maniera quasi straordinaria, miglio- Mi sono convinto di questo prima dei ra e diviene fluente in modo naturale. Si trat- trent’anni, attraverso la pratica e l’insegna- ta di un fatto di cui mi sono accertato attra- mento dell’aikidō, quando vennero istituite verso risultati pratici. le associazioni di aikidō nelle diverse uni- Il kinorenma l’ho appreso direttamente sotto versità e gli studenti iniziarono ad allenarsi la guida del Maestro Ueshiba Morihei, avver- nei dōjō delle scuole. Nelle università infatti, tendo per trasmissione tacita (ishin-denshin) a differenza di quanto avveniva allo Honbu la corrente del ki (ki no nagare) e facendo da 4. Si dice anjō la condizio- Dōjō, non vi erano persone che praticavano uke al Maestro, comprendendo che è pro- ne di stabilità (antei) del proprio corpo e spirito che per lunghi anni. Inoltre si iscrivevano nume- prio questa l’essenza dello spirito dell’aikidō. trascende l’opposizione e il rosi gli studenti, matricole del primo anno, Credo che questa sia la base dell’aikidō e di confronto. che praticavano per la prima volta e tutte la pratiche di meditazione. Secondo Zhuangzi “il saggio aikidō usa lo spirito come uno spec- dell’aikidō ovviamente non sapevano nulla. Quando ad ottobre del 1964 arrivai in Ita- chio”. Vi era perciò una grande responsabilità per lia non ero ancora in grado di capire se in

12 | Speciale Ō Sensei Europa sarebbe stato possibile praticare il le, quello del micro, del nano, e i risultati kinorenma. Tuttavia pensai che era un dono stanno portando la scienza oltre la fisica che la Grande Natura aveva attribuito a tutti classica, consolidando la meccanica e la te- noi del genere umano, in comune in tutto il oria quantistica, facendo emergere nell’Oc- mondo. cidente moderno una visione monistica del Iniziai così le lezioni a Roma e in giro per l’I- mondo fisico e spirituale. talia e ad agosto del 1968 realizzai in maniera I semiconduttori, i computer, i telefoni ufficiale una lezione durante il Primo raduno cellulari e gli altri prodotti che sono diven- estivo dell’Aikikai d’Italia a Lido di Venezia. tanti essenziali nella vita contemporanea si L’accoglienza fu particolarmente positiva. sviluppano grazie a tali teorie, che si propa- Molti mi lasciarono commenti con i quali gano in ambiti sempre più diversi. dicevano che avevano capito la differenza, Inoltre la teoria del mindfulness del Prof. di cui sino allora avevano sentito parlare, tra Jon Kabat-Zinn, che deriva dalla pratica pensare alla pratica e avvertire direttamente zen, sul superamento dello stress o del dolo- la pratica, della meraviglia di aver percepito re derivanti di malattie gravi viene applicata chiaramente la risposta sensoriale. anche in campo medico, ampliando quindi In seguito, fino ai raduni estivi di Desenzano gli ambiti della sua utilizzazione. del Garda, continuai la pratica mescolando Quali saranno gli sviluppi futuri della cul- le tecniche con il kinorenma. Così facendo ci tura in Occidente e in Oriente? si riuniva alle cinque e mezza del mattino e, a Uno scienziato ha profetizzato che “medi- parte il tempo della prima colazione, si prati- tazione e scienza si fonderanno e nascerà cava sino alle nove. una cultura sino ad ora imprevista”. Quando in seguito il raduno si spostò al Inutile dire che ci si possono aspettare per Centro Tecnico di Coverciano, a Firenze, il ki, concetto fondamentale in Oriente, non si potè fare a meno di separare la pratica prospettive di applicazione in questa nuova dal kinorenma perché l’ingresso del Centro epoca. Si può dire che giungerà una nuova aveva orari fissi, e il raduno delkinorenma fu era in cui si svilupperà per il genere umano spostato nel Dōjō Centrale di Roma. una cultura di unità della materia e dello Poi dai tempi di La Spezia, fino ad oggi, il ra- spirito, dove il mondo visibile e quello invi- duno viene organizzato in due settimane in sibile si fonderanno. successione. Auspico che si continui serenamente e in È giunto il tempo di capire quanto sia impor- modo profondo la pratica dell’aikidō se- tante questa pratica, che in Italia viene ormai condo l’insegnamento del Maestro Ueshi- svolta da 50 anni. La cosa ha a che fare con ba Morihei. la questione della scienza del XXI secolo e la meditazione di cui dirò qui di seguito. La meditazione comincia a farsi strada nella scienza grazie all’evoluzione scientifica dal XX al XXI secolo. Il mondo occidentale ha dato un grosso con- tributo al progresso del genere umano con un importante sviluppo della scienza basato su una visione dualistica del mondo materiale e spirituale. Mentre, d’altra parte, dalla catena montuosa dell’Himalaya all’India orientale e, nell’Asia orientale, dalla Cina al Giappo- ne, si è sviluppata per 3.000 anni una cultura sulla scorta del monismo che ha come base la meditazione. Ma ora lo sviluppo della scienza spinge a fare sperimentazioni in un mondo non visibi-

Aikido | 13 Masakatsu 正勝 agatsu 吾勝 katsuhayabi 勝早日

La vera vittoria (è) la vittoria su se stessi. Che presto sorga questo giorno.

Questa calligrafia di Morihei Ueshiba ci ricorda che l’aikidō non è una disciplina competitiva, ma una forma di meditazione e purificazione (misogi).

14 | Speciale Ō Sensei L’ESSENZA DELL’AIKIDŌ

Nel secondo numero di Aikidō Shinbun del 10/05/1959 Ō Sensei illustra l’essenza dell’aikidō. Ecco la traduzione presentataci dal nostro Direttore Didattico:

L’essenza dell’aikidō è liberarsi dalle energie negative, armonizzarsi con il movi- mento dell’Universo e unirsi all’Universo. Chi ha compreso l’essenza dell’aikidō diviene Uno con l’Universo. Questo è il significato di Masakatsu agatsu katsuhayabi.

Il M° Tada spiega il testo del Fondatore, alla sua destra il nostro traduttore e redattore Koji Watanabe. Ostia, Pasqua 2019. (foto: Antonia Pezzani)

Aikido | 15 Il pennello di Ō Sensei

“Usa la spada come fosse un pennello!”. Quante volte si è letta o sentita pronunciare dai nostri maestri questa famosa massima. Chi si è applicato a entrambe le discipline sa che il motivo di questa esortazione nasce dal fatto che l'esercizio con il pennello favorisce il controllo del sistema nervoso e potenzia la facoltà di estendere il senso del tatto oltre il limite fisico del proprio corpo. Inoltre, con l’esperienza e la pratica assidua, si può riu- scire a percepire chiaramente l’unione con questo speciale e raffinato strumento. Del resto il nostro corpo è anch’esso uno stru- mento – ripete spesso il maestro Tada – di cui prendersi cura e rendere prezioso come uno Stradivari, per permettere alla Grande Saggezza dell’Universo di esprimersi appro- priatamente. Il senso di appagamento che emerge dalla condizione di unione è qui, come per le altre forme d’arte tradizionale, Il pennello di Ō Sensei fonte di pura gioia. Un alto livello di conoscenza e sensibilità in di Beatrice Testini questa disciplina permette all’osservatore di cogliere, oltre ai segni, la personalità del suo Come è noto, la calligrafia rispecchia il autore. Le calligrafie in stile libero, in parti- colare, nascono certamente dallo studio ri- carattere e lo spirito di chi la esegue. petuto del gesto a tavolino, ma poi si eseguo- Questo è ancor più vero nello shodō, no sulla carta lasciando che il movimento si liberi dalla tecnica, in un atto naturale che dove il pennello e l’inchiostro sono in sarà irripetibile anche per lo stesso autore. grado di registrare sulla carta di riso, Una buona esecuzione comporta la massima concentrazione, presenza ed energia, sia essa particolarmente assorbente, ogni piccola “esplosa” in grandi e potenti segni, sia essa incertezza, ogni emozione anche profonda trattenuta in colpi netti ma più controllati e interni. In tutti i casi quel ritmo e quel respi- dell’autore. Il gesto istantaneo è decisivo ro del calligrafo rimangono “catturati” dal- e unico poiché non è possibile ripassarlo la carta, espressi dal movimento che quindi entra ed esce dal foglio più volte in funzio- o ritoccarlo. Ecco alcune impressioni sul ne del carattere o dei caratteri che vengono pennello di Ō Sensei. scritti. Questo è forse uno degli aspetti più difficili da capire per un occidentale. Si scri- ve con l’intenzione di prolungare la mano fino alla carta, ma in realtà è tutto il corpo a muoversi a partire dal centro, il cuore/men- te/spirito, kokoro. Il gesto rimane dunque impresso sul piano orizzontale del foglio, ma si sviluppa nello spazio, e ciò comporta il coinvolgimento di tutto il proprio essere e una fisicità maggiore

16 | Speciale Ō Sensei rispetto a un esercizio di pittura come noi normalmente siamo abituati a intendere. Chi sa vedere bene anche ciò che non è espli- cito nei segni neri dell’inchiostro, sa vedere bene tutto il movimento eseguito: la forza, il ritmo, le incertezze, le emozioni, insomma il visibile e l’invisibile, (potremmo dire con parole note ai praticanti del Kinorenma de- gli ultimi anni), della calligrafia e di chi l’ha tracciata. Si deve essere quindi in grado di vedere le linee che il gesto esprime, e che a un certo livello di esperienza siamo invitati a cercare e a seguire anche nella pratica dell’aikidō. Solamente che, con il pennello, i segni del movimento restano. Per spiegarmi meglio vi riporto un episodio successo a me ormai tanti anni fa. A un seminario di shodō di una settimana con il maestro Norio Nagayama, avevamo 1. Hikari, luce, una delle ultime calligrafie di Ō Sensei. avuto come compito lo studio del carattere katana 刀. Lo avevamo tracciato a lungo a mostrarle al maestro, che, come molti sanno, tavolino e alla fine del seminario ognuno è un grande esperto di armi. Era un piccolo aveva eseguito la sua calligrafia “libera”. vanto, ma soprattutto un onore potergli par- Quando tutti ebbero svolto il loro esercizio lare di questa strada che avevo intrapreso da il maestro fece esporre le opere nella sala poco, e tenevo molto al suo parere sul mio per impartire la sua lezione sull’intensità lavoro. Nelle foto si potevano distinguere dei tratti, la posizione delle firme e dei sigil- una quindicina di “katana” ben allineate, li, l’armonia d’insieme. Scattai diverse foto ognuna eseguita da un allievo diverso e, fra con la macchina fotografica e due settimane queste, la mia. Il maestro Hosokawa prima dopo partii per uno dei seminari di armi che ancora che gliela indicassi non ebbe un at- il maestro Hosokawa teneva a Campiglia. timo di esitazione: “Ecco la tua!”, esclamò Decisi di portare con me le fotografie per sicuro, lasciandomi esterrefatta. “Maestro ha

2. Ai, Amore, manifestazione del principio dell'universo.

Aikido | 17 indovinato!!”, risposi. “Non ho indo- vinato, si vede!”. Come tanti maestri di spada, anche Ō Sensei praticò lo shodō. Per quello che sappiamo si applicò con maggio- re costanza a questa forma d’arte solo intorno ai settant’anni grazie a un suo 3.. Onisaburō scrive mi-roku-den allievo, Seiseki Abe (1915-2011). Ma per un insegna di un edificio certamente aveva avuto modo di os- dell'Ōmoto kyo. servare Onisaburō Deguchi, che fu per diversi anni un punto di riferimento importante nel suo percorso, mentre eseguiva delle calligrafie. In Giappone e in tutto l’estremo Oriente è diffusa la credenza che la persona viva nella propria ope- ra. Ō Sensei realizzava molte calligrafie per ispirare e istruire i suoi allievi. John Stevens, nella biografia su Ueshiba, edita da Luni, ri- porta che agli allievi più avanzati fosse solito mostrare le scritte con i caratteri Aiki Ō (Grande spirito di Aiki) e Takemusu Aiki (l’Aiki che sgorga spon- taneamente, come l’acqua sgorga dalla sorgente), quasi a indicare loro di anda- re oltre la forma e di cogliere lo spirito della pratica. Si firmava in molti modi: a volte sempli- cemente Morihei, altre volte Aiki Jinja, cioè Tempio dell’Aiki, altre ancora Take no Kami oppure Morihei, il vecchio com- pagno di Takemusu Aiki. Ō Sensei mutava sempre forma, anche sulla carta! Avendo la fortuna di frequentare abba- stanza assiduamente il maestro Nagaya- ma, anche al di fuori dall’ambito del normale svolgimento delle lezioni, un pomeriggio gli mostrai alcune calligra- fie del maestro Ueshiba pubblicate su riviste e libri a lui dedicati. Ricordo che a un certo punto fece qua- si un salto indietro di fronte a una delle 5. Aikidō, calligrafia sul kamiza dell'Hombu dōjō . sue opere. [fig. 4] “Quanta violenza in questi tratti!”, disse con gli occhi spalan- cati. Continuando a sfogliare comparve davanti a noi la celebre calligrafia di Ō Sensei Ai ki dō ancora oggi esposta nel kamiza della sala più grande dell’Hom- bu dōjō [fig..5]. Quando la eseguì aveva ormai superato 4Aiki Ō kami, gli ottant’anni e come è stato osservato, Grande spirito dell'aiki. con l'avanzare degli anni le sue calligra- fie paiono più libere e aperte. Il maestro Nagayama distese il volto e quasi tirò un sospiro di sollievo: “Ahhhh ecco qui – disse illuminan- dosi – il grande maestro!”.

18 | Speciale Ō Sensei OMAGGIO A I PIONIERI DELL'AIKIDŌ IN FRANCIA

| 19 (foto di Ikuo Yamashita) Aikido OMAGGIO A I PIONIERI DELL'AIKIDŌ IN FRANCIA

L’evento voluto dal maestro Tada in memoria Dal 2015 il maestro Tada organizza lo stage Kensyukai a Parigi. Fin dal primo seminario, di sette pionieri che come lui portarono la il maestro auspicò di poter organizzare un nostra disciplina in Europa, è stato uno dei evento in omaggio dei pionieri dell'aikidō in Francia, e in particolare in memoria di sette più emozionanti appuntamenti aikidoistici allievi diretti di Ō Sensei Ueshiba: Minoru degli ultimi anni. Mochizuki, Tadashi Abe, Mutsuharu Na- kazono, Aritomo Murashige, Masamichi L'appuntamento, oltre a riunire scuole molto Noro, , André Nocquet, diverse dell’aikidō francese, ha visto una «pionieri» dell’aikidō francese ed europeo. Io credo che quest'idea sia sorta già dopo la grande partecipazione da tutto il mondo e scomparsa dei maestri Tamura e Noro. Due anche una piccola delegazione italiana. maestri giapponesi giunti in Francia quasi contemporaneamente all'arrivo del maestro Un resoconto esaustivo di un evento tanto Tada in Italia. denso non sarebbe possibile in poche pagine, Dal punto di vista organizzativo avevo qualche difficoltà circa il luogo dove poter ma siamo lieti di pubblicare la testimonianza realizzare questo evento. Inizialmente ave- della coordinatrice organizzativa a Parigi vamo pensato che Hommage aux pionniers de l’aikidō en potesse svolgersi intera- Emiko Hattori insieme ai messaggi del mente nel grande dōjō dell’Institut de Judō. maestro Tada e del dōshu Moriteru Ueshiba. Ma a causa del ritardo dei lavori di ristruttu- razione in corso questa possibilità era svani- ta. Ma come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere, infatti siamo riusciti ad accor- darci per sviluppare parte dell'evento alla Maison de la culture du Japon à .

20 | Speciale Ō Sensei Fiori deposti sotto le immagini del Fondatore, del primo dōshu e dei Pionieri dell'aikidō in Francia, nell'ordine: il Fondatore, Kiss- homaru Ueshiba, Minoru Mochizuki, Tadashi Abe, Mutsuharu Nakazono, Aritomo Murashige, , Nobuyoshi Tamura, André Nocquet. Maison de la culture du Japon (foto di Ikuo Yamashita).

Il 22 aprile alla Maison de la culture du Ja- pon à Paris ha avuto quindi luogo la pre- sentazione dei sette pionieri, con una silen- ziosa e suggestiva offerta di fiori da parte di amici, parenti e semplici praticanti. Quindi la conferenza con gli interventi del- la signora Setsuko Klossowska De Rola1 e del maestro Tada, ricchi di aneddoti e ricor- di ad esempio su André Nocquet, che parti- to per il Giappone già quarantenne visse da uchideshi dormendo in un paio di tatami. È stato quindi il momento della musica con Oimatsu (il vecchio pino),2 pezzo classico del repertorio nagauta interpretato con il koto3 dalla maestra Shōko Ōtani. Dopo una breve pausa per il tè la scena è stata del Nihon buyō: ovvero la danza tradizionale giapponese 3, interpretata superba- 1. Pittrice, scrittrice e artista Aioijishi dell’Unesco per la pace, non- Una volta stabiliti luogo e date, tutto è sta- mente da Hanayagi Mikifu (la nipote del to molto facile. Perché Tada sensei aveva fin ché presidentessa onoraria maestro Tada che egli ha spesso citato spe- della fondazione Balthus (di dall'inizio una visione molto chiara di come cie in relazione alla necessità di saper impa- cui fu moglie). Da studen- tessa seguì come il maestro dovesse svolgersi questa cerimonia. rare lunghe sequenze in pochissimo tem- Così il maestro mi ha dato tutti i dettagli di Tada l'insegnamento del ma- po), con le musiche di Chōichirō Imafuji estro Tempū Nakamura alla quel che bisognava fare. E io ho solamente (canto), Yakōji Kineya (shamisen4) e Mayu Tempūkai. dovuto seguire le sue linee guida. 2. Composto per shamisen Abe (hayashikata5). È stato un grande piacere contribuire a dar nel 1820, in onore dell'80° Il giorno seguente, 23 aprile si è invece svolta compleanno della madre vita a questo evento. Ed io ho chiaramente la seconda parte dell'evento alla Maison du del compositore Rokusa- percepito il rispetto, l'amore e la gratitudine burō Kineya IV. Questo Judo, nel dōjō Awazu che ha ospitato anche i per il ruolo svolto da parte del maestro Tada tema del vetusto pino esiste seminari del maestro a Parigi. anche nel . Viene esegui- per questi pionieri. Come egli ha detto: nō La mattina, aperta a tutti, è stata dedicata al ta in segno di buon auspicio “I compagni con i quali ho praticato, ormai riferendosi alla longevità di Kinorenma. Il pomeriggio vi è stata invece circa settant'anni fa allo Ueshiba dōjō, special- quest'albero. un'introduzione alla danza tradizionale giap- mente sotto Ō Sensei e il maestro Kisshōmaru, 3. Il koto, strumento della ponese di Hanayagi Mikifū. Gli aikidoka famiglia delle cetre, deriva- sono poi tutti partiti in missione in Europa o hanno potuto apprezzare particolarmente la to dal guzheng cinese. negli Stati Uniti. All'epoca, chi avrebbe im- 4. Danza per kabuki creata chiarezza delle linee, i movimenti continui e maginato che avrebbero consacrato tutta la nel 1734 sul tema del Sha- il modo di muoversi sul tatami che avvicina kkyō (ponte di pietra), pièce loro vita alla diffusione dell'aikidō?” la nostra arte alla danza tradizionale. recitata nel tōgaku e nel nō. 5. Lo shamisen è uno stru- Infine il maestro ha svolto una lezione dav- mento a tre corde, della fa- Grazie a tutti gli aiuti ricevuti che hanno vero speciale sul jō di Ō Sensei, insegnan- miglia dei liuti, utilizzato per permesso di colmare alcune inevitabili ca- do, dopo una visione di suoi filmati privati, l’accompagnamento duran- te le rappresentazioni del renze organizzative senz'altro dovute alla oltre alla sequenza del Wakayama del 1952 teatro kabuki e bunraku. mia inesperienza, la cerimonia si è svolta ma- una parte della dimostrazione filmata nel 6. Il kotsuzumi, strumento gnificamente il 22 e il 23 aprile 2017. 1957, alla quale partecipò il maestro Tada a percussione d’origine in- e che quindi rappresenta un momento spe- diana. Usato specialmente nel nō, nel kabuki e in spet- Emiko Hattori ciale della sua formazione. tacoli folclorici.

Aikido | 21 Messaggio del dōshu Moriteru Ueshiba Messaggio dell’organizzatore Hiroshi TADA, L'aikidō, creato dal fondatore Morihei Ue-

shiba, è oggi praticato in più di centotrenta Vi ringrazio della vostra presenza a que- Paesi. Fu nel 1951, più o meno al tempo della sta “Cerimonia in omaggio dei pionieri mia nascita, che l'aikidō arrivò in Europa e in dell'aikidō in Francia, sette allievi diretti di Francia. Son passati ormai 66 anni, all'epoca Ueshiba Ō Sensei”. per i francesi non doveva essere facile capire Da tempo mi stava a cuore la possibilità l'aikidō, quest'arte marziale impregnata di di realizzare questa cerimonia. Poiché un cultura straniera. I sette coraggiosi pionieri, tempo, ho praticato assieme a questi sette che hanno attraversato i mari per diffondere pionieri al Dōjō Ueshiba (Aikidō Hombu l'aikidō con fervore furono Minoru Mochi- Dōjō) e partecipato ai festeggiamenti in oc- zuki, Tadashi Abe, Mutsuharu Nakazono, casione della loro partenza, erano feste d'in- Aritoshi Murashige, Masamichi Noro, No- coraggiamento piuttosto modeste, tenendo buyoshi Tamura e André Nocquet. conto della situazione all'epoca. Non è diffi- Questa Cérémonie en hommage aux pion- cile immaginare le difficoltà alle quali questi niers de l'aikidō en France, les sept élèves di- pionieri hanno dovuto far fronte per inse- rects de Morihei Ueshiba ha potuto vedere la gnare l'aikidō in Europa, partendo da zero luce grazie all'iniziativa del Mestro Hiroshi con tutte le differenze culturali che esistono Tada. Nel portare la testimonianza del mio tra l'occidente e il Giappone. più grande rispetto a questi sette pionieri Al giorno d'oggi l'aikidō si è ampiamente dell'aikidō in Francia mi auguro che, nell'av- diffuso in Europa e nel mondo, essendo pra- venire, l'aikidō continuerà ad essere trasmes- ticato in più di 130 paesi e conta numerosi so in modo corretto alle generazioni future e praticanti. Ma se l'aikidō ha potuto raggiun- che le qualità umane di questi sette uomini gere questi risultati, è grazie a questi pionieri saranno commemorate e ricordate per mol- che hanno dedicato la loro vita a seguire gli to tempo. insegnamenti del fondatore Morihei Ueshi- ba Ō Sensei. Il mio ringraziamento va altresì ai loro amici e a tutti i praticanti che li hanno sostenuti in questo cammino. Vi propongo quindi di rendere in questo giorno omaggio a questi sette maestri e di condividere un momento di gratitudine ed amicizia.

22 | Speciale Ō Sensei I SETTE PIONIERI Mutsuharu Nakazono in ordine d’arrivo in Francia per i giapponesi Nato il 20 dicembre 1918, cominciò la prati- Mochizuki Minoru ca delle arti marziali con Nato l'11 aprile 1907, il kendō a sei anni, poi si cominciò a soli 5 anni avvicinò al judō a dodici la pratica delle arti e al karate a diciannove. marziali con il judō. A Assieme all'aikidō, stu- partire dagli 11 si dedi- diò il . cò al kendō e nel 1928 Si trasferì in Francia nel fu iniziato al katori 1961, dove si dedicò alla diffusione dell’aikidō shintō-ryū. Si avvici- con Tadashi Abe. na all’aikidō nel 1930. Creò l'Istituto Kan Nagara dove insegnò asse- L’anno seguente, crea il me all’aikidō la medecina orientale. suo primo dōjō «Yōseikan» a Shizuoka dove in- Nel 1972 partì per gli Stati Uniti dove aprì segnò sia katori shintō-ryū che judō e aikidō. molteplici centri di aikidō. Morì l’8 ottobre Arrivò in Francia nel 1951 dove insegnò judō ma 1994 negli USA. fece conoscere altresì l’aikidō in Europa. Nel 1957, suo figlio Hiroo presentò ilkarate in Aritoshi Murashige Europa. Alla fine degli anni 60, quest'ultimo creò Nato il 7 gennaio 1895. lo Yōseikan Budō, ispirato dal padre che deside- Fu uno degli studenti rava realizzare una sintesi delle arti marziali. Nel di Jigorō Kanō. Co- 2000, Mochizuki Minoru trasmise il titolo di minciò il kendō a tre- soke della scuola al figlio Hiroo. Morirà tre anni dici anni, poi praticò dopo, il 30 maggio 2003 ad Aix-en-Provence. katori shintō-ryū con Mochizuki Minoru. Iniziò l’aikidō nel 1931. Tadashi Abe Nel 1953, mentre inse- Nato nel 1926, iniziò gnava aikidō in Birma- l'aikidō nel 1942 a Osa- nia, fece un pellegrinaggio per le vittime della ka, e in seguito divenne guerra. uchideshi à Iwama. Giunse in Belgio nel 1962 e morì in questo pa- Si trasferì a Parigi nel ese solo due anni dopo il 24 marzo del 1964. 1952 dove, parallela- mente ai suoi studi di diritto alla Sorbona, Masamichi Noro insegnò aikidō. Diffuse Nato il 21 gennaio l’arte in Belgio, in Italia, 1935. Iniziò l’aikidō nel in Svizzera, in Gran Bretagna e in Algeria. '55, e fu uchideshi. Pubblicò due libri pedagogici con Jean Zin. Nel 1961, sbarcò a Tornò in Giappone nel 1960. Morì il 23 novem- Marsiglia per diffonde- bre 1984. La sua compagna Yukiko Abe è una re l’aikidō in Europa e scultrice ed oggi ha 94 anni. in . Si stabilì infi- ne a Parigi nel 1965. Nel 1966 fu vittima di un grave incidente automobilistico e fondò il metodo , che riunisce tecniche Sopra: il volume pubblicato dal d'aikidō e approcci occidentali dolci al movi- maestro Abe con Jean Zin. mento, ma egli stesso ebbe modo di chiarire A sinistra: da sinistra la signo- ra Noro, il M° Tada, la signora di non aver mai smesso di studiare aikidō. Nel Tamura con i due figli, il nipo- 1979, sviluppò un’ espressione del ki, liberato e te di Mochizuki, il cognato, il figlio (Takeharu) e la nipote vivificante. (Yumi) di Noro. (foto di Ikuo Morì il 15 marzo 2013 in Francia. Il figlio Ta- Yamashita). keharu Noro è oggi il suo successore.

Aikido | 23 Nobuyoshi Tamura Nato il 2 marzo 1933. Iniziò l’aikidō il 5 agosto 1952 e diven- ne uchideshi su racco- mandazione di Seigo Yamaguchi. Accompagnò Ō Sen- sei nel suo viaggo alle Hawaï con Kōichi Tōhei nel 1961. Invitato da Mutsuharu Nakazono e Masa- L'edizione italiana del libro del M° Tamura, michi Noro, lasciò il Giappone per la Fran- Aikidō, etichetta e disciplina. cia con sua moglie nel 1964. Facendo base a Marsiglia, insegnò aikidō in Francia, in Europa ed in Africa e del nord. Pubblicò diversi libri tra i quali ricordiamo Aïkido : Etiquette et transmission che è stato edito in versione ridotta anche in Italia con il titolo Aikidō. Etichetta e disciplina. Nel 1992, creò il dōjō «Shumeïkan» à Bras. Nel 1998, ricevette il titolo Chevalier de l’Ordre national du Mérite. Morì il 10 lu- glio 2010 in Francia.

André Nocquet “Avverto un sentimento di enorme gratitu- Nato il 30 luglio dine, avete compiuto davvero un buon la- 1914. Studiò da gio- voro per la diffusione dell'aikidō in Europa. vane lotta greco-ro-

mana e si avvicinò Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto.” appena sedicenne al Parole conclusive del M° Tada alla fine del studiando con seminario dedicato ai Pionieri. il professore israelia- no Moshé Felden- krais. Fu poi allievo del maestro Mikinosuke Kawasashi di judō. Scoprì l'aikidō con Minoru Mochizuki nel 1949. Seguendo il consiglio di Tadashi Abe, partì per il Giappone nel 1955 all'età di 40 anni e divenne uchideshi. Lasciò il Giappone nell' ottobre del 1957. Passò per gli Stati Uniti dove soggiornò fino all'estate del 1958, e quindi tornò in Francia. La sua esperienza è raccontata nel volume Maître Morihei Ueshiba - Présence et Message. Nel 1976 partecipò alla creazione della Fe- derazione Internazionale d’Aikidō. Nel 1994, ricevette il titolo di Chevalier de la Légion d’honneur.

A destra: . Mikifu Hanayagi in un momento della performance Aioijishi. 24 | Speciale Ō Sensei (foto di Ikuo Yamashita) Aikido | 25 Due momenti del seminario delle lezioni del M° Tada, in alto spiegazione durante il Kinorema, in basso a destra un momento della lezione di jo del maestro, a sinistra un fotogramma di una sequenza di Jo filmata nel 1957 sui tetti del vec- chio ministero della Difesa.

26 | Speciale Ō Sensei In alto: un momento dell'introduzione alla danza tradizionale giapponese di Hanayagi Mikifu. (foto di Emiko Hattori) A destra: alla cena che ha concluso l'evento seduti a tavola (da sinistra) la signora Tamu- ra, il M° Tada, la signora Noro e il M°Tissier, alle spalle Takearu Noro con compagna, l'organizzatrice Emiko Hattori, qualche vol- to noto dell'Aikikai d'Italia e a destra la S.ra Setsuko Klossowska De Rola.

Aikido | 27 Amenominakanushi, Ame no torifune e l’invocazione divina nel furutama

di Lorenzo Casadei

Il torifune (funakogi undo) è una pratica che affonda nel mito. Per molti aikidoka in tutto il mondo è un esercizio familiare che rinforza il tanden e stabilizza l’equilibrio. Ma quale era il suo significato profondo per Ō Sensei? Per tentare di rispondere a questa domanda l’autore di questo studio, dove compaiono numerosi brani inediti in italiano del Fondatore, si è avventurato nei misteri dello shintō, scoprendo parallelismi inattesi con tradizioni d’Oriente e d’Occidente.

PREMESSA

Il fondatore dell’aikidō Ueshiba Morihei stimava di grande importanza lo studio dei testi sacri dello shintō, e specialmente del 1. Aggiungendo “questa è la scienza dell’aum.” Takemusu Kojiki, la più antica raccolta di questa tra- Aiki, vol. II (a cura di B. dizione; Ō Sensei considerava questo te- Traversi), Lille, 2008, p. 63. sto così importante che avrebbe detto che D’ora in poi TA. 2. Tra le prime nuove reli- l’aikidō ne è la realizzazione, e in una confe- gioni (shinshūkyō) del Giap- renza affermò che per realizzare il vero aiki pone nate alla fine del XIX occorresse: “assorbire la storia dell’età degli secolo, si ricollega a un’antica corrente popolare legata ai dèi nel proprio corpo”1. “kami della terra”. Con forti Il suo messaggio non era però di facile com- spinte egalitaristiche e ‘rivo- luzionarie’, l’Ōmoto-kyō fu prensione. Molti suoi allievi non capivano protagonista di una serie di le sue lunghe spiegazioni piene di nomi di ‘scandali’ . kami inconsueti, e solo alcuni maturarono 3. La parola kotodama de- negli anni il senso delle sue parole. Inutile riva dall’unione di koto 言 “parola, discorso” e tama dire che questo insegnamento può apparire 霊 “spirito, anima” (o 魂 ancora più difficile per degli occidentali. “anima, spirito, fantasma). Data la natura non universale dello shintō 4. Si racconta di una prima fondamentale esperienza (così intimamente legato al Giappone), e spirituale del Fondatore della controversa scuola a cui il Fondatore quando, prima della sua fece riferimento, (l’Ōmoto-kyō2), nonché partenza per la guerra, il maestro Mitsujo Fujimoto della complessità del kotodama3 e del siste- gli dedicò una cerimonia ma di pacificazione e meditazione (chinkon del fuoco durante la quale Ō Sensei realizzò nel pro- kishin no hō) da lui praticati, molti suoi allie- fondo del suo essere la pre- vi preferirono tradurre i suoi insegnamenti senza divina. riferendosi ad altre tradizioni: al buddhismo 5. In particolare in relazio- ne allo studio della mente shingon che Ō Sensei praticò dall’infanzia4; originaria come si ritrova al taoismo e allo zen5; allo yoga (specialmen- ad esempio negli insegna- te al karma yoga e al raja yoga che alcuni menti di Takuan. Il libro di Shigeo Kamata e Kenjii allievi studiavano nella rivisitazione e sotto Shimitsu, Zen and Aikidō, la direzione di Nakamura Tempū); ultima- Tokyo, 1992, esemplifica perfettamente questo ten- mente alla Mindfulness e anche alla Fisica tativo. quantistica che si avvicina progressivamen-

28 | Speciale Ō Sensei te alla visione non dualistica delle tradizioni IL PRINCIPIO orientali. “Dovete stare in piedi sul Ponte fluttuante celeste Così ad esempio il maestro Hiroshi Tada diventando Amenominakanushi ovvero il buddha nel suo libro fotografico Kinorenma scri- Amida. Dovete diventare la luce che purifica il mondo.8 ve a proposito del ponte fluttuante celeste Ō Sensei 6. Kinorenma - Una collezio- di cui tratteremo: “Il Maestro Ueshiba ne grafica del Maestro Tada Hiroshi, uscito in concomi- Morihei parlava spesso dell’importanza di Il Kojiki inizia la sua narrazione con una vera tanza con il 50° anniversario stagliarsi sul ponte galleggiante in cielo. Fu- e propria Genesi. Il Primo kami di una lunga dell’Aikikai d’Italia. Tokyo, rono gli insegnamenti del maestro Nakamu- e complessa genealogia è Amenominakanu- 2014, p. 95. 7. Itsuo Tsuda, che riporta 天之御中主, ra Tenpū che ci permisero di capire con più shi, il Signore del Centro che go- l’episodio, così chiosa: “Non profondità queste parole”6. verna il Cielo. Un dio misterioso che, come sono contrario a questa asso- Questo è possibile perché la Via, nella sua ricorda Itsuo Tsuda, “non ha alcun attributo ciazione, ma per il pubblico europeo non sarà questo a essenza, e al di là degli adattamenti di tempo particolare salvo che è il centro stesso. Non è né facilitarne la comprensione”. e spazio, è immutabile. protettore, né vendicatore, né buono, né cattivo. in Itsuo Tsuda, La Via de- , Milano 1994, p. 99. “Lo spirito nascosto del budō – ha spiegato il Non giudica né punisce, non si manifesta. Non gli dei 8. TA. Vol.I. p.155. maestro Tada – non è in rapporto con le epo- si discute mai se un tale dio esiste, non gli si ren- 9. Itsuo Tsuda, La scien- che storiche, ma si basa sulle verità universali de neppure un culto...”.9 za del particolare, vol. 2, date in dono a tutti gli esseri viventi: è la co- Amenominakanushi compare solo all’ini- Como 1980., p.139. siddetta “Via dei Principi Spirituali” (Shin- zio del Kojiki; non è mai nominato nell'altra 10. Tuttavia Onisaburō De- guchi lo considerava implici- po no Michi)”. grande raccolta dello shintō, il Nihon shoki10, e tamente descritto nell’unità Ō Sensei riconosceva questa identità di fon- non è al centro di alcun rito pubblico di rilie- primordiale di Cielo e Terra, do delle diverse forme tradizionali: oltre a vo. Per contro ha un ruolo chiave nell’esoteri- o di yin e yang, descritta nel testo. J. Chassat, Trance et go- identificare kami e buddha, sosteneva che smo specialmente nei rituali di reintegrazione vernement dei soi et du - l’aikidō avrebbe aiutato ogni praticante ad nel principio. Queste pratiche hanno trovato de selon Deguchi Onisaburō, Orthez, 2018, p. 56. approfondire la propria religione. nel secolo scorso una certa diffusione in alcu- 11. J. Herbert, Shintō: At Quando il noto studioso della tradizione ni gruppi ristretti, guardati con sospetto dalle the Fountainhead of , zen Suzuki Daisetsu (1869-1964) incontrò gerarchie ufficiali11. 1964. Le tradizioni poline- siane possono offrire molti il Fondatore osservò: “Non dico che Ueshiba È vero che, nel generale revival shintō durante casi analoghi i cui le invo- abbia avuto un’esperienza zen, direi però che la ‘restaurazione’ Meiji anche Amenominaka- cazioni del Principio primo si tratta di un’autentica esperienza di rivela- nushi ebbe alcuni riconoscimenti “ufficiali”, erano prerogativa di un’élite chiusa e talvolta segreta. zione orientale. [...] quando gli furono intitolati i santuari già de- sarebbe tuttavia difficile 12. “considerato troppo bud- spiegare agli altri le idee di Ueshiba con la dicati al Buddha Myoren12 che era associato dhista”. B. Faure, The Fluid terminologia shintoista, che è mal conosciuta. alla stella polare. Vi è poi l’esoterismo impe- Pantheon: Gods of Medie- val Japan, Vol. 1, Honolulu Forse lui non sarebbe d’accordo, ma penso che riale: secondo una fonte citata da Fosco Ma- 2015, p. 51. bisognerebbe fornire una base esplicativa con la raini, durante la segreta cerimonia del rito di 13. E aggiunge "al cui nome filosofia buddhista del Mahāyāna, o la filo- incoronazione “l’imperatore era, per così dire, sono allora applicati anche gli epiteti Sumera Mikoto". sofia zen, perché l’aikidō e lo zen si associano in avvolto dalla personalità di tutti i suoi ante- F. Maraini, L’Agape Celeste, modo del tutto naturale.”7 nati e, infine, da quella di Amenominaka- il rito di consacrazione del so- Benché ci siano molte buone ragioni per nushi.”13 E sempre Maraini ricorda che l’ap- vrano giapponese, Piacenza 2003, pp. 14 e 17. Sumera giustificare simili scelte di “traduzione”, che pellativo 天皇 tennō (augusto re-pontefice Mikoto è uno dei più anti- chi scrive condivide, non ci sembra privo di celeste), fu riferito in ambito taoista proprio chi eponimi dei re ancestra- interesse, nel nostro sforzo di approfondi- alla stella polare e al suo li. Maraini avverte che la governo non agente fonte citata è però discussa. mento, tornare alle origini. della volta celeste.

Il Kojiki 古事記 (Raccolta di cose antiche) Compilato verso la fine del VII sec. d.C. su richiesta deltennō Tenmu (673-686) il Kojiki è diviso in tre rotoli” (maki). Il primo si svolge nella kamiyo, l’era dei kami, (alla quale il Fondatore fa spesso riferimento nelle sue conferenze) in cui si narra della discesa dei kami e della nascita del Giappone. Il secondo si svolge dal 600 a.C. al 310 d.C. e narra le imprese dei primi quindici leggendari tennō. Il terzo entra nella storia propriamente detta e narra dei successivi tennō, fino al trentatreesimo. Si chiude nell’anno 628. Benché non si tratti di un testo rivelato, è particolarmente complesso e offre diversi livelli di lettura simbolici, specialmente nella prime due parti, dove il compositore raccolse e trascrisse diverse tradizioni orali.

Aikido | 29 Takãmahara e Tai chi 14. Cfr. il giornale dell’Aiki- Pur precedendo la separazione di Cielo e Ter- dō Honbu dojō del 10 feb- ra nella tradizione cinese il Tai chi 太極, il braio 1974. Polo supremo è detto Culmine del cielo. 15. Cfr. scheda a pie' pagina. 16. Per il maestro Seiseki Nello shintō esiste un’espressione analo- Abe, che possedeva l’origi- ga: Takãmahara 高天原, L'alto cielo origi- nale della calligrafia di que- nario. È qui che, secondo il racconto del sto dōka del Fondatore [fig. 1], Amenominakanushi, è il Kojiki, si manifesta Amenominakanushi vero Sé, “che gli indù chia- “seguito”17 da Takamimusubi 高御産巣 mano Atman universale”. 1.. Dōka di Ō Sensei, sull'origine dell'Universo. 日 e Kamumusubi 神産巣日. https://www.aikidōsangenk- ai.org/blog/three-doka-aiki- I tre formano una sorta di trinità, il miha- o-kami/. 三柱, il triplice perno dell’Universo. shira 17. Nel Takãmahara il tem- Negli insegnamenti di Morihei Ueshiba Sono tre aspetti di un unico principio18, po può avere solo una va- Amenominakanushi ha un ruolo chiave, è lenza simbolico/analogica. tuttavia “il primo tra loro non figura nei la vibrazione alla base dell'Universo: Dall'informale al formale, miti, è una presenza trascendentale, esote- fino al mondo della mate- Il Fondatore spiega14 che in principio, dal rica e inconoscibile. Ma non è il caso degli ria, il Kojiki presenta l’evo- Vuoto originario, si aprì un varco infini- luzione del cosmo attraver- altri due ognuno dei quali compare in di- tesimale. Da questa apertura uscì gradual- 19 so una serie di fasi successi- versi racconti.” ve di “addensamento”, mente il ki producendo un sibilio che, I tre pilastri si completano con altri due 18.Nell’insegnamento avvolgendosi a spirale attorno a questo dell’Ōmoto kyō esposto nel kami (che non saranno più nominati nel- libro di Onisaburō Deguchi, “foro”, diede i natali alla vibrazione pri- le scritture), a formare i cinque pilastri: Divine Signposts (paragra- mordiale sŪ. fi 81, 82 e 85), tutti i kami lo Itsubashira. Questi appaiono fra “terre successivi non sono che sue informi come grasso sull’acqua e alla de- trasformazioni. L’ Amore dell’augusto ...”20 e sette generazioni 15 riva come meduse 19. Takamimusubi in par- progenitore sŪ , dovranno sorgere prima che la coppia pri- ticolare sarà legato alla dea dal cuore senza limiti solare e all'insediamento mordiale Izanaghi e dia forma al 16 della stirpe imperiale. P. è l’origine della vita dell’universo mondo che conosciamo. Tradotto nella Lévéque, Collera Sesso Riso, Milano 2000, p. 16.. simbologia del kotodama: 20. P. Villani, Kojiki, un rac- “Dai [tre pilastri] su-u-a nascono [i cin- conto di antichi eventi, Mar- que] aouei che manifestano gli otto poteri. silio, Venezia 2006, p. 36. Il carattere 主 sŪ/shu/nushi, come O "come una macchia d'olio in Amenominakanushi, il cui signi- Dalla vibrazione di questo kotodama è e fluttua come una medusa". ficato primario è “signore”, è for- sorto l’universo.”21. P. Lévêque, op. cit. p. 18. Si mato aggiungendo un punto sopra al tratta quindi di un piano Il maestro Ueshiba ha in più occasioni carattere 王 il re-pontefice che unisce i tre mondi, che precede ogni manife- rappresentato Amenominakanushi come stazione formale. ovvero il Cielo, la Terra e l'uomo per mezzo dell’asse centrale; carattere che si ritrova anche un punto al centro della sfera cosmica 21. TA, vol. I p.144. nel secondo kanji del tenn-ō 皇 erede della fun- talvolta associato al su, [fig. 2], 22. “essi dettano immediata- kotodama zione pontificale dei re/sciamani. Il che fa intra- specialmente in un noto schema divina- mente quel che bisogna fare vedere cosa intendesse il Fondatore quando affinché possiamo agire in “ torio [fig. 3] “dettato dai futomani, emana- conformità con le Leggi della afferma che l’imperatore è il modello dell’uomo natura” Itsuo Tsuda, Il dia- vero.” B. Traversi, “Le monde de Ueshiba zioni divine di Amenominakanushi [e] logo del silenzio, 1993, Mi- Morihei”, in TA, Vol. 1, p. 83. al corrente all’istante di tutto ciò che succe- lano, p. 130. Lo schema dei punto Il (3° radicale), in giapponese ten (omo- de nell’universo.”22 futomani è riportato anche fono di 天 cielo e in effetti può essere interpre- in M. Ueshiba, L’essenza tato come una goccia piovuta dal cielo) è uno Questo centro “è l’origine, il punto di parten- dell’aikidō, a cura di John degli otto tratti fondamentali della calligrafia, za senza forma e senza dimensione, dunque Stevens, Roma 1995. Il ma raro come radicale; compare solo in dieci Fondatore tratta diretta- invisibile, e di conseguenza la sola immagine kanji di cui qui ricordiamo: 丹 tan (di tanden), mente la questione in TA, che si possa dare dell’Unità primordiale. [...] vol. III, p. 70. dove rappresenta il cinabro all’interno della pen- tola alchemica, 丸 (circolare, tondo, che e lo spazio che esso riempie del suo irraggia- 23. R. Guénon, “L’idea del maru 丼 之 centro nelle tradizioni anti- rotola), ton, la “palla nutriente”, estendere mento (il Fiat Lux della Genesi) senza il qua- che” in Simboli della Scien- e玉tama, gioiello, giada come in furutama (si le lo spazio non sarebbe che ‘privazione’ [...] è 王. za sacra, Milano, p. 69. veda oltre) dove è ancora combinato a il mondo nel senso più ampio”23.

30 | Speciale Ō Sensei 2. e 3. Due disegni di Ō Sensei: sopra: il kotodama su crea l'Universo e diviene aouei; 24. TA, vol. III p.106. sotto: Schema divina- Onisaburō Deguchi scrive torio futomani. che manifestandosi Takami- musubi crea il mondo delle idee (il Cielo) e Kamumu- subi quello della materia (la Terra). Il primo è anche de- scritto come la luce di Ame- nominakanushi e il secondo 4. Mitsutomoe come il suo calore. J. Chas- sat, op. cit., p. 63-65. “L’insieme del grande universo è detto Ta- 25.La distinzione in luce e ombra del taichitu o nei kãmahara. Il cui pieno significato riposa nei tre colori primari (la pri- sei suoni ta ka a ma ha ra”. 27 ma differenziazione della luce) del mitsutomoe, av- La spiegazione di quest'affermazione di viene a partire dal centro e Ō Sensei, apparentemente misteriosa, do- le due o tre gocce appaiono vrebbe, alla luce di quanto sopra, essere come emanate dal polo cele- ste, il punto fermo della ruo- intellegibile: ta cosmica dove siede imper- Il Ki crea quindi lo spazio e determina un “タ ta simbolizza la forza in opposizione, turbabile il buddha Amida, doppio movimento a spirale di “emanazio- che il Fondatore identifica così come l’est si oppone all’ovest, il sud al con Amenominakanushi. ne” e di “ritorno”. Queste due forze yang e nord, lo yin allo yang, il movimento al ripo- La vibrazione primordiale yin, che nella cosmologia del Fondatore sono so, il giorno alla notte, omote e ura, la vita può essere simbolicamente rappresentate dal fuoco ( ) e dall’acqua descritta in termini sono- ka alla morte. Per via del suono ta le due divi- ri, come nel kotodama o (mi), sono la trama e l’ordito di ogni cosa. nità Takamimusubi e Kamumusubi si costi- visivi come luce creatrice Nel loro aspetto principiale, sono le due stes- o ancora (lo si è appena tuiscono. Tutto questo mondo esprime queste visto) come una danza. I se divinità Takamimusubi (associato alla for- forze (e ne è prodotto). Allorché l’immenso parallelismi tra le diverse za di espansione) e Kaminomusubi (forza di oceano del ki è compiutamente esteso la sua tradizioni di tutte le civil- contrazione). Non si tratta di due forze real- tà si sprecherebbero, ed è forma sferica appare, come globo. Quando lo stesso Fondatore a evo- mente distinte, Ō Sensei le descriveva creare le forze di opposizione sono ben tese, gli spi- care quello con l'incipit di l'universo, il sole e le altre stelle, nel corso di riti delle due divinità entrano in risonanza. Genesi nell'Antico Testa- mento. TA, vol. III. una danza sacra dove "Takamimusubi e Ka- Tutte le opposizioni in numero indefinito, 26. R. Guénon, Il simboli- mimusubi salgono danzando verso destra e di- così tese, si fronteggiano mutualmente dure- smo della croce, 1983, Mila- 24 scendono danzando verso sinistra" . volmente e compiutamente riunite da fili di no, p. 151. Questi due principi creatori sono invece fon- perle infinitesimali”28. 27. TA, vol. II, pp. 129. damentalmente intrecciati (a questo può for- 28. “Quando questo princi- Ō Sensei, insiste più volte sull'impossibilità pio è vocalizzato タ ta sim- se esser riferita l’omofonia di巣日神 musubi di collocare nello spazio il Takãmahara e, al boleggia la forza di divisione che compare in entrambi i nomi con 結び, tempo stesso, lo definisce come l’Universo e カ ka la forza che riunisce legare, annodare), legame rappresentato visi- perfettamente. ア a la glori- stesso. Questo apparente paradosso è dovuto ficazione dello Spirito divi- vamente nel noto simbolo del tai chi, o del al fatto che solo illusoriamente la molteplicità no, l’universo completamen- mitsutomoe [fig. 4] che appare talvolta asso- che costituisce l’universo fuoriesce dalla sua te dispiegato; il compimento 25 rappresentato dal マ ma che ciata ai tre colori primari . Origine, ma in effetti, per chi , come il Fonda- si fa perle e filo di perle infi- L’identità del Takãmahara con il tore, sia passato "dal cerchio al centro", appare nitesimali. ハ ha è il ki che Tai chi, è illustrata dalle parole del vigorosamente attiva i nodi evidente che tutto è contenuto nell’Unità dello Spirito. [...] ラ ra, Fondatore, come risulta con parti- primordiale. Quindi, quando il maestro vale a dire la circolazione è il colare chiarezza se si considera la rappresen- Ueshiba si riferiva all’Universo, non inten- ki dell’organo di sviluppo che circola senza posa.” TA, vol. tazione tridimensionale del Tai chi come un deva tanto l’universo della materia in con- II, pp. 129-130. vortice sferico universale, il quale “non è altro tinuo divenire, quanto quello che, come 29. “Il Takamahara è in voi che la propagazione indefinita di un movimen- egli stesso affermò: “Non troverete né in stessi. Se lo cercate nel cielo e nella terra non lo troverete”. [...] ”26. 29 to vibratorio in tutte le direzioni cielo né in terra ma solo dentro di voi” . TA, vol. II, p. 105.

Aikido | 31 Anche il maestro Tada ha in diverse occa- sioni spiegato che Ō Sensei, quando parla- va di Universo, si riferiva innanzitutto alla sua componente invisibile, alle leggi che lo sovraintendono. Per il Fondatore il mondo 30. La coppia primordiale della materia e quello dello spirito sono en- sferrò un colpo con la lancia trambi emanazione dell'Origine unica che Ame-Nu-Hoko nell’acquitri- no. Ritraendola, il sale con- ha sede nel centro del "cielo più alto" o, in densato sulla punta ricadde termini taoisti nella Grande Unità rappre- formando Onogoro, la prima sentata simbolicamente dalla stella polare. manifestazione dell’arcipelago 5. Izanaghi e Izanami sul Ponte Fluttuante. giapponese e, per estensione, Come raggiungere questo mondo superiore della Terra. Questa lancia che (uwatsukuni) contrapposto al mondo sotter- dà la vita, si ricollega all’aikijo “Per non interrompere la comunicazione tra del Fondatore, i cui movimenti raneo e al mondo degli uomini dove gli esseri cielo e terra Dio ha creato l'uomo. Lo spirito è a spirale assumevano spesso la vivono nel conflitto? la parte interiore dell’uomo, vale a dire l’or- forma della danza sacra, della preghiera, e il cui ritmo rappre- gano di comunicazione con il Cielo. Il corpo la senta una delle più evidenti in- Il Ponte fluttuante parte esteriore, l'organo di comunicazione con novazioni rispetto al Daitō-ryū Abbiamo già incontrato la risposta di Ō Sen- di Takeda Sōkaku. questo mondo. Entrambi devono manifestare 31. Dall’antico sanscrito sei: “Dovete stare in piedi sul Ponte fluttuante il Takãmahara [...]. Gli uomini hanno scor- setu, il filo descritto sottile celeste” e talvolta aggiungeva “prima che Cielo dato la comunicazione [verticale] con la parte come un raggio di luce o e Terra si dividessero”. interiore, rinforzando solamente la comuni- come la lama di una spada 34 che unisce due sponde. Nel Kojiki il ponte fluttuante è il passaggio cazione orizzontale con il mondo esteriore” . 32. Questo e i seguenti dōka che permette agli dei celesti di visitare la ter- Forgio me stesso sul Ponte celeste fluttuante del Fondatore sono tratti da Morihei Ueshiba, L’essenza ra e portare l’ordine; è da qui che Izanaghi e nel Sé profondo dell’aikidō, op. cit.. Izanami coagulano la terra con la lancia cele- unito al vero Vuoto dagli dei benedetto 33. La posizione centrale e da una distesa d’acqua informe30. Questa celeste di Amenominaka- ste In altre parole il praticante ripercorre a ri- nushi si rivela interna (celata lancia appare come un prolungamento del troso le tappe della “Genesi” fino ad essere nel cielo del cuore), allora, ponte fluttuante che è un ponte “verticale” identico allo yogin che riu- riassorbito nel Grande Vuoto. nisce le correnti laterali (ida che unisce cielo e terra (axis mundi), simile Amenominakanushi come si è visto, è sorto e pingala) nell'asse centrale all’albero sciamanico o al sutratma indù31, dal Vuoto, di cui conserva gli attributi, è al (sushumna), o al taoista che armonizza yin e yang per esso permette di andare, per usare un’espres- tempo stesso la divinità più lontana e più vi- risalire, cielo dopo cielo, sione dello zen, all’altra riva, al di là dell’al- cina (conosce i segreti di tutti gli esseri), as- fino al Tao, il praticante di solutamente impersonale ma intima, poiché aikidō deve raggiungere il dilà, higan. Ma anche, in senso discendente, Takãmahara. di portare la luce nel mondo. non è solo il cuore del Grande Universo, ma 34. TA, vol. II, p.83. Per In definitiva è l’immagine stessa della Via: di tutti i “diecimila esseri” venuti ad esisten- la critica al materialismo za tra cielo e terra. del Fondatore si veda oltre nota 44. Spirito essenza di cielo e terra È significativo che il Fondatore non inviti mai 35. Il maestro Goi, del quale scesa tra noi è la Via /Pace e gioia del mondo a divenire il kami che caratterizzò la sua perso- il Fondatore disse, secondo 32 nale esperienza e la sua “missione”, il Re drago la testimonianza del primo tale è il Ponte fluttuante dōshu, che era il solo a co- celeste Ame no murakumo kuki samuhara, Questa pace spirituale, è per il Fondatore una noscere il suo cuore,a questo ma faccia riferimento invece al kami più im- proposito ha scritto: “ divinizzazione che coinvolge l’intero essere. Ho personale e universale, poiché se le forme di realizzato chiaramente che È il corpo stesso che deve divenire luce. il Cielo è la parte profonda e risveglio, usando un’espressione buddhista, i Per ottenere questa reintegrazione nel Prin- interiore dell’essere umano e satori, sono tante quanto gli uomini, un unico che il sé divino è la luce del cipio, per farlo scendere fino a terra, il pra- non io della profondità inte- centro unisce tutti gli esseri. riore.”, TA, Vol 1, p. 100. ticante deve risalire fino alla radice stessa Da questo centro pacificato, che dimora nel 36. Per Ō Sensei, Amenomi- dell’Universo, diventando Amenominaka- cuore degli uomini35, è possibile contemplare nakanushi è identico al bud- nushi. Si tratta evidentemente di un viaggio dha Amida, al Tao e a Dio. l’identità di tutte le Vie autentiche e di tutte 33 36 TA, vol 111, p. 73. interiore . le tradizioni .

32 | Speciale Ō Sensei Se non vorrai unire te stesso al vero Vuoto mai potrai comprendere i sentieri dell’Aiki

Il messaggio del Fondatore non si ferma qui; l’imperativo di diventare la luce che purifi- ca il mondo, comporta un ulteriore sforzo a favore di “tutti gli esseri”.

Luce divina che dal Cielo promana discendi in terra, e illumina ogni cosa fino in fondo al mare

Riassumendo: abbiamo visto come Ameno- minakanushi sia assimilabile al Ki originario, che si manifesta nel Takãmahara. Simile al Tai chi della tradizione cinese, Amenomina- kanushi è l’Unità che scaturisce dal Vuoto, manifesta la Via (il Tao) e che contiene Cie- lo e Terra, i principi alle fondamenta dell’U- niverso di cui Egli è il “motore immobile”, e l’invisibile forza di coesione (Amore). Questo dio è quindi anche la porta per tor- nare all’unità di spirito e materia e al Vuo- to al quale il praticante è invitato ad unirsi attraverso un processo di reintegrazione che ripercorre al contrario l’intero svolgimen- to cosmogonico risalendo lungo l’asse del mondo fino al Principio. È questo il senso dell’assorbire la storia dell’età degli dèi nel proprio corpo. Anche se spesso ebbe modo di lamentarsi che molti suoi allievi fossero interessati solo al budō materiale tutta la pratica è concepita dal Fondatore come una Via per entrare nel mondo dello Spirito (il budō diventa quindi principio creativo,Takemusu aiki). L’aikidō è per Ō Sensei misogi, purificazione di corpo e mente, una pratica di contempla- zione che nasce dall'arte marziale. E questo a partire dagli esercizi preparatori, l’aikitai- sō, che sarebbe errato svilire in ginnastica. Al contrario, tra gli esercizi per conseguire questa ri-unione uno spazio privilegiato nell'aikidō sembra essere riservato, come ora vedremo, ad ame no torifune e a furutama. 6, 7 e 8. Ō Sensei intento a praticare tori fune e furutama.

Aikido | 33 AME NO TORIFUNE E FURUTAMA chiusi in jōtanden (ovvero nel “campo di cinabro” superiore corrispondente al punto In aikidō l’invocazione di Amenominaka- situato fra le due sopracciglia, il cosiddetto nushi è tipicamente associata al furutama “terzo occhio”[fig.11]) e ponendosi ideal- 振玉, la vibrazione della gemma e per esten- mente nel punto originario, prima che Cielo sione dell’anima, che segue e intervalla le tre e Terra si dividessero. tradizionali sequenze di ame no torifune (di Nello yoga questo plesso è associato al cha- cui più avanti studieremo i tratti mitologi- kra ājñā, il terzo occhio di Shiva, connesso ci), noto anche come funakogi undo. al “senso dell'eternità”. A livello di fisiologia Si tratta di due esercizi di misogi praticati in moderna corrisponde all'ipofisi, che in- tutto il mondo in moltissimi dojō, all'inizio fluenza le altre ghiandole endocrine. dell'allenamento. Nella testimonianza del Mentre si esegue furutama abbandonando primo dōshu, “furono introdotti dal Fon- il prima e il dopo il praticante si trova assiso datore quando giunse alla conclusione che sul ponte fluttuante. ‘questo individuo non è altro che l’universo’ Molti maestri, ad esempio il maestro Ko- come metodi per invitare l'essenza divina nel bayashi Hirokazu, affermano che la con- proprio centro.”37. centrazione in furutama permetta di com- Questa vogata rituale, durante la quale i re- prendere il proprio destino, la propria vo- spiri e i kiai dei praticanti sono sincronizzati cazione/missione e di realizzare desideri e armonizzati, che probabilmente ha origi- nobili. Il che si ricollega, così come la chia- ne preistorica,38 e lo stesso furutama, hanno roveggenza del maestro Bonji Kawazura, al quindi lo scopo di invitare l'essenza divina legame tra i futomani, e Amenominakanu- nel proprio centro. shi a cui si faceva cenno. Secondo quanto riportato dal maestro Tada Il maestro Tamura, che generalmente invi- questa particolare forma di misogi è ricolle- tava a invocare genericamente un pensiero gabile all'insegnamento del Maestro shintō positivo, ha anche fatto riferimento alla Bonji Kawazura (1862-1929) il quale era tra ripetizione dell'espressione Kannagara (la l’altro noto per la chiaroveggenza che rag- grande forza vitale della Natura). giungeva eseguendo furutama (ad esempio Talvolta il maestro Tada ha invitato a visua- 37. , Lo spirito dell'aikidō, Roma, si racconta che riuscì a seguire le remote im- lizzare nel tanden superiore la luna piena, 1995, p. 60. prese di una spedizione giapponese in An- il disco solare del mattino e una stella (as- 38. Il maestro Tada ha fatto tartide). Tuttavia, la sequenza torifune-furo- socio queste tre visualizzazioni alle tre fasi in alcune occasioni riferi- è declinata in molte varianti difformi mento al periodo Jomon tama della vogata celeste chiudendo con la stella (14.000-300 a.C.). (gestualmente, kiai, ritmi) differenze che polare). 39. Credo di poter dire qui non ci riproponiamo di studiare con- Dal punto di vista respiratorio alcuni in- tuttavia che dei tre tipi di centrandoci sulle diverse invocazioni. segnanti (ad esempio Tsuda) insistono sul esercizi di respirazione di cui parla il maestro Tada, Furutama si esegue dopo ogni tappa della prolungamento dell'inspirazione che è allo- che si riferisccono alla fisio- vogata portando i piedi paralleli nella li- ra come acqua pulita che entrando ripulisce logia corporea, "terrestre" nea posteriore e dopo aver riunito le mani (come ad esempio i kokyū il recipiente, ma non ho mai sentito il mae- 39 sōren, che lavorano molto in alto le si portano all'altezza di ka tanden stro Tada dare indicazioni in questo senso . sulla muscolatura respira- come a racchiudere davanti al ventre all’al- Il maestro Hiroshi Tada, sempre molto toria); alla fisiologia sottile connessa al sistema nervoso tezza della cintura una gemma preziosa, la attento a non confondere la Via con la re- (come le respirazioni con i mano sinistra che rappresenta il cielo sopra, ligione, quando fa riferimento alla termi- suoni); e quelle che colle- gano direttamente all'Uni- le braccia distese e rilassate iniziano un'in- nologia shintō associa il primo furutama a 40 verso; furutama appartenga tensa vibrazione verticale. Haraedo no Ō kami con riferimento im- chiaramente a quest'ultima Tutti i maestri che prendono sul serio la di- plicito alla purificazione nel senso di misogi "misteriosa" categoria. mensione esoterica, cioè interna, dell’aiki- (a partire da quello archetipico di Izanami) 40. Dalla danza sacra di Ō Harido sarebbe nato l'aiki- dō concordano nell'affermare che furuta- per ottenere una ‘mente trasparente’ e dive- dō. (TA. vol 1, p. 156). ma vada eseguito concentrandosi ad occhi nire Uno con lo Spirito dell’universo.

34 | Speciale Ō Sensei 9-12. Il M° Tada esegue torifune (8, 9) e furutama (11) a La Spezia. Sopra, mostra il punto di jo tanden dove focalizzare l'at- tenzione durante furutama. (foto: Alessandro Bronzini 2019)

Aikido | 35 Furutama ha in effetti la proprietà di far niverso. La nostra vita diviene un frangente 'schiumare' via le tensioni psico-fisiche, le della vita dell’universo. Diventiamo tutt’uno impurità del corpo-mente nel praticante che con l’universo.”42 come un cercatore d'oro nel fiume separa il Il praticante si riunisce con l'Origine unica. fango dalla pietra preziosa. La sequenza delle divinità invocate è quindi: Il secondo furutama è invece collegato dal 1) Haraedo no Ō kami; maestro alla dea solare Amateratsu intesa 2) Amateratsu no Ō mikami; come simbolo della forza e della saggezza 3) Amenominakanushi no Ō mikami. 41. Kinorenma, op. cit., p. 94. dell’universo. Il praticante è quindi invitato A Shingu, il maestro Hikitsuchi Michio (se- 43 42. Ivi. Il maestro Tada in- ad unirsi a questa immensa forza universale: condo quanto riportato dal maestro Blaize ) serisce il furutama anche in “Oh dea Amateratsu, Oh dea Amateratsu; insegnava invece questa sequenza: una sequenza dove si suc- cedono: 1) scioglimento di Tu che simboleggi la grande forza dell’universo 1) Amateratsu sume Ō kami; spalle e polsi portando le mi unisco a te, oh dea Amateratsu.Divento il 2) Ō Haraedo no kami; braccia aperte lateralmente 3) e compiendo dei piccoli cer- cristallo della forza e della saggezza dell’Uni- Amenominakanushi no Ō mikami. 41 chi con le mani; 2) l'esercizio verso. Sono un cristallo di pura forza. ...” Sono quindi invertite la prima e la seconda di “avvolgere il gomitolo di La simbologia di Amateratsu per la sua im- invocazione. seta/luce” con un movimen- to a mulinello davanti a sé; portanza e vastità richiederebbe uno studio a In quanto al torifune a Shingu si insegna che 3) il furutama. parte, basti qui ricordare che essendo al ver- le tre fasi (sinitra/destra/sinistra) sono in re- 43. Gérard Blaize, Aikidō tice del pantheon shintoista essa “eredita” la lazione allo yin e allo yang: : des paroles et des écrits du posizione centrale di Amenominakanushi, Il piede sinistro avanti (fuoco/ ) simbo- fondateur à la pratique, yang 1994, Parigi, p.43. (un po’ come Zeus quella di Cronos e Urano). lizza il cielo (ten ban) Izanaghi nel Kojiki. 44. Si tratta di uno degli Nel Nihongi, e Izanami decidono di Il piede destro avanti (acqua/yin) simbolizza insegnamenti fondamen- procreare un che prenda il controllo del la terra ( ) Izanami nel . tali di Deguchi Onisaburō: kami chi ban Kojiki benché dal punto di vista Takãmahara (l'Olimpo). In quanto dea sola- In base a questa indicazione sarebbe forse di Amenominacanushi non re essa rappresenta evidentemente l’aspetto lecito associare la terza fase del torifune al vi sia differenza di valore tra spirito e materia, una luminoso, fecondo e “positivo” dell’universo. “puro yang” degli insegnamenti taoisti in cui volta divisi è necessario che Ma anche quello manifesto (è del resto ante- deve trasformarsi il praticante dopo aver ar- uno prenda il sopravvento nata della stirpe imperiale ovvero dello shintō monizzato lo yin e lo yang. La preminenza sull'altro, altrimenti sareb- be la stasi. Se prevale lo ufficiale) e diurno, che rende invisibile il cielo dello yang è del resto sancita dal principio spirito (reishū dove ritrovia- stellato. In uno dei miti fondamentali essa, del “spirito maestro, corpo subordinato” mo il carattere shū主) tutto 44 è in armonia, se prevale esasperata delle malefatte del fratello Susano (reishū-taijū) , ovvero come ha sempre spie- il corpo è la perversione si ritira in una caverna e l’oscurità invade il gato il maestro Tada il corpo deve essere come dello spirito. Si può notare mondo. Allora tutti gli dei si coalizzano per lo strumento musicale, lo spirito il musicista. come questa sia la base te- 45 orica della critica al mate- farla uscire e organizzano una festa con mu- Il maestro Tsuda descrive invece le tre invo- rialismo del Fondatore che sica e le danze lascive di Amenotsume. Incu- cazioni durante il furutama che egli chiama riecheggia quella del suo riosita dalle risate e attirata dalla sua stessa , in questo ordine: maestro Deguchi: nei tem- tama no hireburi pi moderni a causa della immagine riflessa in uno specchio, la dea esce 1) Amenominakanushi no Ōmikami; nefasta influenza dell'Oc- dal suo rifugio e la luce è restituita al mondo. 2) Kuni-Tokutachi (il primo rappresen- cidente il corpo prevale sullo spirito. Cfr. J. Chassat, op. Il che fa pensare all’esercizio della risata (wa- tante delle sette generazioni a cui si deve cit., p. 82-83. rau no keiko) insegnato dal maestro Tada, se- la formazione “materiale” dell’Universo, la 45. Itsuo Tsuda, La Via de- condo il quale, sarebbe il metodo più rapido terza fase della “Genesi” descritta dal Kojiki gli dei, op. cit. per entrare in uno stato di trasparenza. che si conclude con Izanagi e Izanami); 46. “Ci sbarazziamo così del nostro essere sociale, trascen- Infine il terzo furutama, è associato al nostro 3) Amateratsu sume Ō kami (la quale diamo il contesto abituale di dio delle origini. Nel libro Kinorenma, sono nasce invece dal misogi di Izanaghi e pre- spazio/tempo, per diventare a proposito riportate queste parole del mae- cisamente dall’occhio sinistro). noi stessi creatori, identi- ficandoci con l’essere soli- stro recitate durante il furutama: In quest’ultimo caso la sequenza appare com- tario da cui proviene ogni “Oh Amenominakanushi no Ō mikami, oh pletamente invertita e segue la cronologia del movimento”. Itsuo Tsuda, Cuore di Cielo puro, Milano, dio della creazione dell’Universo. L’inizio Kojiki nella sua discesa dal cielo alla terra. 2002, p. 95. della nostra vita, coincide con l’inizio dell’u-

36 | Speciale Ō Sensei Alcune “conclusioni” Esistono molte differenze tra le sequenze di torifune e furutama trasmesse oggi nell’am- bito dell’aikidō; differenze di forma, kiai e ritmi, sulle quali non ci siamo potuti qui sof- fermare. Pretendere di possedere (in quanto scuola di appartenenza o individualmente) la “vera forma” è un chimerico autoinganno. Data per scontata l’autorevolezza e la since- rità dei maestri citati credo di poter afferma- re che Ō Sensei abbia insegnato, in tempi e luoghi diversi, (coerentemente con la sua nota affermazione l’aikidō non ha kata, cioè forme fissate una volta per tutte), differen- ti varianti di questa vogata celeste, che sono andate poi cristallizzandosi. Per quanto concerne l'invocazione divina queste differenti forme mi paiono essenzial- mente riconducibili a due famiglie: 1) realizzazione ascendente che a partire dal- la purificazione rituale, mira a una reintegra- zione nello stato primordiale, e a divenire kami. (Invocazione di Amenominakanushi alla fine); 13-15. .Il M° Tada esegue il kiai dopo il terzo furutama (foto: Alessandro Bronzini, 2019) 2) realizzazione discendente che dal “cielo più alto” il Takãmahara torna agli uomini per diffondere la luce divina. (Invocazione di Amenominakanushi all’inizio) In ogni caso, l’aikidoka grazie a questa pra- tica preziosa di misogi ha la possibilità di li- berarsi di ogni zavorra fisica e psichica46 e di accedere a una grande chiarezza (in termini moderni uno stato di mindfulness) allinean- do corpo e mente allo Spirito dell’universo, come sigilla il kiai che termina la sequenza, riunendo le mani dall’alto al basso in un ge- sto che ricorda il fulmine che dal cielo tuona a terra [fig.13-15]. Il praticante dopo il torifune è quindi uni- to, per riprendere le espressioni del maestro Tada allo Spirito dell’universo, alla Forza del’universo e alla Vita dell’universo. Da qui inizia di norma shihōgiri o happōg- iri, attraverso i quali il praticante purifica simbolicamente la terra, e quindi lo spazio 16. Nella zona natia del maestro Ueshiba, il Wakayama, e precisamente a Shingu, si tiene della pratica, illuminando le direzioni dello un festival autunnale (attualmente il 16 ottobre) il Kumano hayatama taisha mifune mat- spazio. suri dove nove imbarcazioni devono circumnavigare tre volte uno scoglio sacro, remando all'indietro. Analogamente, nell'Ōmoto-kyō l'iniziazione al torifune ad Ayabe si svolge in tre fasi: a terra; in barca accompagnata dalla recitazione dell'Amateratsu ; e infine in un isolotto sacro.

Aikido | 37 ADDENDA: Nella tradizione greco-romana Perseo figlio TORIFUNE, MITI A CONFRONTO di Zeus, che aveva fecondato la madre Danae in forma di pioggia d’oro, viene abbandonato Il maestro Tada ricorda spesso che alle cose con la madre in un’arca di legno lasciata alla importanti in Giappone venivano dati nomi deriva. I due sono raccolti sulle rive dell’isola mitologici. Questo è il caso di funakogi undo di Serifo da un pescatore e consegnati al re che è chiamato Ame no torifune 天鳥船 Polidette. Simile sorte, nella versione della (Celeste barca uccello). Il kami evocato in al- storia tramandata da Pausania, toccò a Tele - cuni matsuri, incentrati su delle regate sacre fo figlio illegittimo di Eracle (che di Perseo è (funematsuri), nel Kojiki è detto anche Tori- pronipote) abbandonato con la madre Auge no-iwa-kusu-fune 鳥之石楠船神 (Divina alle acque dal padre di lei. barca uccello di pietra). Secondo le antiche Anche nel caso di Romolo e Remo un dio, cronache, nacque dopo la formazione del Marte, seduce illecitamente la vestale Rea Sil- Giappone, ovvero delle 8 più 6 isole che rap- via, la quale darà alla luce i due gemelli. presentano altresì tutte le terre emerse. Nella Rea Silvia che era, per via del suo sacerdozio, versione del Nihonji comparve invece dopo la tenuta a serbare la propria verginità, viene nascita di Susano. seppellita viva secondo la consuetudine. I Questa imbarcazione divina svolge un parti- due figli sono messi in una cesta e portati nel- 1. Per una trasgressione ri- colare ruolo nelle vicende di Hiruko 蛭子, il la parte più alta del fiume Tevere, dove sono tuale causata dalla madre che, impaziente di unirsi al figlio “senza ossa” o il “bambino sanguisuga”, affidati alla corrente. Saranno salvati da Pico compagno, si approcciò allo nato senza braccia e gambe dal primo, ille- presso la palude del Velabro tra il Palatino e il sposo per prima. cito, accoppiamento di Izanaghi e Izanami1 Campidoglio ai piedi di un fico dove la loro 2. Dopo esser sopravvissuti cesta si era incagliata. con la madre alla ‘prova del attorno all’asse del mondo. fuoco’, Hiko-ho-demi che Questo “scomodo” primogenito prima del In Medio Oriente l’archetipo riecheggia nel- era stato cresciuto in mon- compimento del terzo anno fu “abbandona- la storia leggendaria di Saragon il grande tagna e sapeva centrare ogni bersaglio, e il fratello to” dalla madre Izanami alla corrente cosmica estratto dall’acqua da Akkie, e nelle tradizio- pescatore che possede- su Ame no torifune, che lo portò fino a Ezo ni semitiche in Mosè – il cui nome significa va l'amo che pesca tutto, appunto – abbandonato decidono di scambiarsi i (l’antico Hokkaidō) – dove fu trovato e adot- l’estratto dall’acqua ruoli. Hiko-ho-demi ine- tato dall’ainu Saburo. Qui gli crebbero alle correnti del Nilo e salvato dalla famigia sperto al mare smarrisce gambe e braccia, si fece forte e robusto e infi- del Faraone. l'amo magico e inizia una ricerca disperata, infine è ne divenne dio del mare. In tutti questi casi è evidente il simbolismo soccorso dal kami del sale Esistono moltissime varianti della leggenda di di un deposito tradizionale (la culla/il bau- marino che lo mette in un Hiruku, che sarebbe interessante studiare. le/l’arca) raccolto da un’altra tradizione. cesto di bambù e lo affida alle correnti dell’Oceano La storia di Hiruku ha importanti paralleli Nel mito giapponese come si è visto inter- che lo conducano dal dio in moltissime tradizioni: innanzitutto nel- viene l’aborigeno Ebisu. del Mare. Dopo tre anni tornerà sulla terra avendo le tradizioni polinesiane, ad esempio nella La stessa mitologia giapponese offre un pa- recuperato il primo amo da tradizione maori la grande madre Taranga rallelismo importante nella saga dei figli del pesca, con il potere di go- abortì un embrione e lo gettò nell’oceano; principe Ninighi e quindi nipoti della dea vernare il flusso ed il riflus- so delle maree e avendo ge- Tangaroa, dio del mare, preso a compassione Hiko-ho-demi e Ho-no-susori nerato un figlio destinato gli fece una culla di alghe. L’embrione creb- che qui possiamo solo accennare.2 ad essere il padre del primo Esistono altri tratti comuni rilevanti a molti imperatore, Jinmu-tennō. be grande e forte e divenne infine l’eroe civi- lizzatore Māui. di questi racconti, tra i quali spiccano l’ori- In India Karna, il più grande guerriero della gine celeste e luminosa di almeno uno dei saga narrata nel Mahābhārata, figlio ille- genitori, il carattere “illecito” del concepi- cito del dio solare Sūrya e della principessa mento dei neonati o un pericolo che è ad essi Kunti (futura madre degli eroi Pandava), è associato (spesso predetto da oracoli), che abbandonato alla nascita in un bauletto e la- quindi vengono abbandonati alle acque. Il sciato sulle acque di un fiume. Sarà raccolto ruolo della corrente e del trovatore, di soven- Māui pesca il Sole da Athirathan. te un pescatore (categoria di cui Kiru-ko è

38 | Speciale Ō Sensei esistente. Il caso di Hiruko può apparire più misterioso, ma è evidente che ci parla altresì dell’incontro/scontro di popoli. Tradizionalmente Kiruko è associato e iden- tificato con il dio Ebisu 恵比寿, oppure Ko- toshiro-nushi-no-kami 事代主神, benché questa identità sia stata da alcuni studiosi messa in discussione, sappiamo quanta im- portanza questo genere di assimilazioni ab- biano nell’incontro tra diverse tradizioni. Ebisu indicherebbe in effetti il nome delle popolazioni aborigene di Settsu che si scon- trarono e poi mescolarono con la popolazio- ne conquistatrice. Cresciuto tra gli “ainu/ebisu” felice e con un carattere allegro (che gli farà guadagnare l’appellativo di Kami Ridente), Ebisu rima- Kiru-ko pesca, si noti il mitsutomoe sui pantaloni. se leggermente disabile e un po' sordo. La sua festa è celebrata il ventesimo giorno del protettore), appartenente a un’ “altra” tradi- decimo mese, si tratta del cosiddetto mese zione o a un altro mondo. Li accomuna poi senza dèi (Kannazuki) perché tutti i kami, un illustre destino, di re, imperatore, profeta nel numero di otto milioni, sono richiamati o dio (lo stesso Karna, pur nel suo destino al Santuario di Izumo, ma Ebisu grazie alla tragico sarà fatto re e il suo rango e valore sua “sordità” non sente il richiamo e resta verranno infine riconosciuti). disponibile al culto. Divinità di buon augu- In quanto a Kiru-ko, diverrà un dio con uno rio per gli affari, soprattutto per la pesca e 3. Il sufi andaluso Abu Bakr status, come vedremo, particolare. il commercio è anche associato alle meduse Muahmmad Ibn al-'Arabi Il commento del grande sapiente islamico (che richiamano ancora una volta l’origine nacque nell'anno 560 dell'e- andaluso Ibn Arabi alla storia del piccolo gira (1165 d.C.) a Murcia informe di Hiruko). Infine Ebisu è la sola e morì nel 638/1240 a Mosè ci sembra qui assai pertinente: delle sette divinità della fortuna ad essere au- Damasco. Negli ambienti “Quanto alla saggezza implicita nel fatto che toctona del Giappone, essendo gli altri tutti esoterici dell'Islam era noto come muhyi-d-din, "il vivifi- Mosè sia stato messo nell’acqua del Nilo, 4 di origine straniera, indiana e cinese. catore della religione", e ash- diremo che l’arca corrisponde al suo ricettaco- La coppia primordiale Izanaghi-Izanami è sheikh al-akbar, "il sommo lo umano e il Nilo alle conoscenze che dovette chiamata anche ovvero gli dei maestro". Ibn Arabi, La sag- Higo no kami, gezza dei Profeti, a cura di assimilare per il tramite del corpo stesso. [...] dell'armonia, e se il nostro dio Hiruko/Ebi- Titus Burckhardt, Roma. sembrava [...] la sua perdizione, in realtà fu su nacque da una perdita d'armonia, grazie a 4. Indiana attraverso la me- proprio in tal modo che venne salvato e soprav- Ame no torifune esso divenne strumento di diazione dell’esoterismo 3 buddhista ( "la visse.” un’armonia più grande. grande tenebra” che è un Tale simbolismo appare adattarsi ancor me- volto di Shiva e spesso rap- glio al mito giapponese (e a quello maori) presentato assieme a Ebisu; In quanto a noi è opportuno chiudere que- Bishamonten che deriva da per il fatto che i protagonisti devono lette- sto studio ricordando al praticante contem- Vaiśravana, Kubera; Ben- ralmente costruirsi il corpo. Segno che la tra- poraneo della nostra disciplina la necessità zaiten che è un aspetto di dizione di cui essi rappresentano il deposito Saraswati; Kichijōten La- di interrogarsi seriamente circa l’eredità kshmi). O cinese taoista deve trovare nuova forma prendendo il pro- tradizionale ricevuta, e la sua possibile collo- (Hotei, dio della fortuna: prio “materiale da costruzione” dal “territo- Jurōjin, dio della longevi- cazione nel mondo occidentale contempo- tà, incarnazione della stella rio” dove essa è destinata a impiantarsi. raneo. Forse anche qui, il deposito prezioso polare). Questi sette dei Māui come Mosè daranno vita infatti l’uno veicolato da torifune potrà essere raccolto e incarnano quindi perfetta- a una nuova forma tradizionale e l’altro a un mente l’incontro propizio dare frutti luminosi. di tradizioni per dar vita radicale riadattamento della tradizione pre- alla sintesi nipponica.

Aikido | 39 "Il ferro è pieno d'impurità che lo indeboliscono, attraverso la forgiatura esso diviene acciaio, e può essere trasformato in una lama affilata come un rasoio. Gli esseri umani si evolvono nello stesso modo" Ō Sensei

気練 Ki ren Temprare, affinare il ki Sotsuju kinen In memoria del 90° anniversario Heisei 30 nen 30° anno era Heisei Go gatsu Maggio Kichijitsu Giorno propizio Ki-Ren Temprare il Ki Tada Hiroshi Tada Hiroshi

Il 2019 anno in cui cade il cinquantenario della scomparsa di Ō Sensei è anche il 90° anniversario della nascita del nostro Direttore Didattico Hiroshi Tada sensei. Per la ricorrenza il maestro ha fatto dono ai suoi allievi di questo tenogui, con la sua calligrafiaKi-ren . Cogliamo l'occasione per porgergli ancora i migliori auguri ringraziandolo a pieno cuore.

Autorizzazione Tribunale di Roma n°194/2018 del 6/12/2018 ISSN 0392-5633

Anno LI (dicembre 2019) AIKIDO rivista dell’associazione di cultura tradizionale giapponese aikikai d’italia 1969-2019 Speciale Ō Sensei

SPECIALE Ō SENSEI

1969-2019 Speciale Ō Sensei in occasione del 50º anniversario dell’ascesa al cielo del Maestro Ueshiba Morihei