8 All. Sentenza Cassazione Statuto 10887-2013
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Penale Sent. Sez. 6 Num. 10887 Anno 2013 Presidente: AGRO' ANTONIO Relatore: FIDELBO GIORGIO Data Udienza: 11/10/2012 SENTENZA sui ricorsi proposti da: 1. Alfiero Nicola, nato a Casal di Principe il 261960; 2. Alfiero Vincenzo, nato Casal di Principe il W1.1933; 3. Apicella Dante, nato a San Cipriano D'Aversa il 28.11.1966; 4. Caterino Nicola, nato a Casa il 26.1.1957; Corte di Cassazione - copia non ufficiale 5. Cecoro Giovanni, nato a San Cipriano d'Aversa il 3.1.1949; 6. Compagnone Francesco, nato a San Cipriano d'Aversa il 5.3.1950; 7. Conte Andrea, nato a Castelvolturno il 5.1.1963; 8. Darione Gaetano, nato a San Cipriano d'Aversa il 4.3.1955; 9. De Rosa Nicola, nato a San Cipriano d'Aversa il 25.11.1938; 10. Della Corte Giovanni, nato a Casal di Principe il 2.1.1969; 11. Diana Antonio, nato a Terranova Bracciolino il 12.11.1964; 12. Feliciello Domenico, nato a Parete il 1.1.1959; 13. Ferraiuolo Alfonso, nato a Casal di Principe il 4.9.1948; 14. Ferrara Sebastiano, nato a Casal di Principe 1'11.9.1964; 15. Gagliardi Nicola, nato a Casal di Principe il 3.9.1968; 16.Iorio Gaetano, nato a San Cipriano d'Aversa il 10.7.1941; 17. Iovine Mario, nato a San Cipriano d'Aversa il 18.9.1959; 18. Letizia Domenica, nato a Casal di Principe 1'11.8.1946; 19. Ligato Raffaele, nato a Giugliano il 25.3.1948; 20. Mauriello Francesco, nato a San Cipriano d'Aversa 11 15.8.1962; 21. Natale Giuseppe, nato a Casal di Princpie il 511959; 22. Pagano Giuseppe, nato a San Marcellino il 1.b21957; 23. Pedana Raffaele, nato a Villa Literno il 3.4.1949; 24. Picca Aldo, nato a Teverola il 17.11.1956; 25. Schiavone Alfonso, nato a Casal di Principe il 24.1.1948; 26. Schiavone Antonio, nato a Casal di Principe il 23.10.1962; 27. Schiavone Eliseo, nato a Casal di Principe il 25.9.1949; 28. Schiavone Mario, nato a Casal di Principe il 17.9.1966; 29. Schiavone Saverio Paolo, nato a Casal di Principe il 16.1.1954; 30. Spiedo Pasquale, nato a San Cipriano d'Aversa il 30.3.1968; 31. Statuto Rodolfo, nato a Casaluce il 20.1.1935; 32. Vargas Pasquale, nato a Salvitella il 15.4.1966; 33. Diana Teresa, nata a Casal di Principe il 1.12.1941, in qualità di erede di Corvino Ulderico; 34. Letizia Angelica, nata a Napoli il 18.11.1967, in qualità di erede di Letizia Domenica (classe 1933); 35. Letizia Maria„ nata a Napoli il 30.8.1976, in qualità di erede di Letizia Domenica (classe 1933); 36. Letizia Rachele, nata a Napoli il 6.10.1966, in qualità di erede di Letizia Domenica (classe 1933); Corte di Cassazione - copia non ufficiale avverso la sentenza dell'Il ottobre 2010 emessa dalla Corte di assise di appello di Napoli; visti gli atti, la sentenza impugnata e i ricorsi; udita la relazione del consigliere Giorgio Fidelbo; udito il Sostituto Procuratore generale Eduardo Vittorio Scardaccione, che ha concluso chiedendo l'annullamento della sentenza senza rinvio per morte dei ricorrenti Statuto Rodolfo e De Rosa Nicola, nonché l'inammissibilità ovvero, in subordine, il rigetto dei ricorsi degli altri imputati; 2 udito l'avvocato Nicola Garofalo sostituto processuale dell'avvocato Giuseppe Garofalo, che ha depositato certificato di morte dell'imputato Nicola De Rosa; uditi gli avvocati Giovanni Esposito Fariello e Giovanni Cantelli, entrambi difensori di fiducia di Alfonso e Antonio Schiavone nonché il Cantelli anche in sostituzione dell'avvocato Raffaele Quaranta, difensore di Giovanni Cecoro, l'avvocato Alfonso Reccia difensore di Francesco Compagnone, Alfonso Ferraiuolo, Aldo Picca e degli eredi di Ulderico Corvino e Domenico Letizia, gli avvocati Giuseppe Stellato e Giovanni Aricò difensori di fiducia di Gaetano Iorio, l'avvocato Anna Gargiulo sostituto processuale degli avvocati Baldascino e Carlo De Stavola, difensori di Mario Schiavone, Nicola Caterino, Giovanni Della Corte e Dante Apicella, l'avvocato Dario Mancino sostituto processuale dell'avvocato Renato )appelli, difensore di Gaetano Darione, l'avvocato Paolo Caterino difensore di fiducia di Sebastiano Ferrar° e sostituto processuale degli avvocati Paolo Trofino e Emilio Martino, difensori di Sebastiano Ferrar°, Domenico Feliciello, Eliseo Schiavone e Raffaele Ligato, l'avvocato Camillo Irace, difensore di Nicola Alfiero e l'avvocato Massimo Biffa difensore di Saverio Paolo Schiavone, nonché sostituto processuale dell'avvocato Alessandro Diana, difensore di Nicola Gagliardi, Mario Iovine e Domenico Letizia, che hanno tutti insistito per l'accoglimento del rispettivi ricorsi. RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO 1. Il presente procedimento costituisce lo stralcio del più ampio processo (c.d. Spartacus 1), che ha riguardato la mafia casertana inerente l'organizzazione del clan dei casalesi e i numerosi delitti omicidiari contestati a Corte di Cassazione - copia non ufficiale molti appartenenti all'associazione camorristica, processo che si è concluso con sentenza irrevocabile. Questo troncone processuale, invece, riguarda soggetti accusati della sola partecipazione al sodalizio criminoso ovvero di concorso esterno al reato associativo e ha ad oggetto il periodo tra il maggio 1988 e il dicembre 1996, che coincide con la nascita del nuovo sodalizio criminale noto con il nome di clan dei casalesi, che si organizza, dopo l'eliminazione di Antonio Bardellino, con diversi assetti di vertice e utilizzando, in parte, le stesse persone della precedente associazione. Lo scenario entro cui si inseriscono le vicende oggetto di questo procedimento riguarda la prima fase della vita del clan che si innesta sulla precedente organizzazione di Bardellino e che vede a capo derassociazione Mario iovine, Francesco Schiavone detto Sandokan, Francesco Bidognetti e Vincenzo De Falco, attraversa il periodo in cui all'interno del gruppo criminale si verifica un profondo e sanguinoso conflitto apertosi con l'uccisione di Vincenzo De Falco (2.2.1991) e che dà luogo ad una vera e propria guerra con i c.d. scissionisti, che facevano capo al De Falco e che da questo momento si contrappongono al clan dei casalesi, guerra che provocherà anche l'uccisione di Mario 'ovine, e si conclude dopo una lunga scia di sangue nel 1996. I giudici hanno ritenuto un dato processualmente acquisito l'esistenza del clan dei casalesi operante fino al 1996, sulla base degli esiti del giudicato del procedimento principale, che ha accertato la natura e i caratteri dell'associazione, la sua struttura di vertice, le modalità organizzative interne, i campi di interesse economico, le attività estorsive, le azioni omicidiarie e la sua capacità militare, evidenziando una discontinuità con il clan Bardellino proprio in presenza di una dichiarata volontà di ribellione e di diversificazione rispetto al vecchio capo, che viene eliminato, e alla vecchia organizzazione, che da piramidale, diviene orizzontale, con un vertice formato, almeno inizialmente, da un direttorio. La sentenza di primo grado emessa il 15 settembre 2005 dalla Corte d'assise di S.M. Capua Vetere aveva condannato tutti gli imputati per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., escludendo la sussistenza dell'aggravante di cui al comma 6 e assolvendo il solo Alfonso Schiavone (classe 1948). La Corte d'assise d'appello di Napoli, con sentenza dell'il ottobre 2010 ha accolto l'appello del pubblico ministero contro l'assoluzione di Alfonso Schiavone che ha ritenuto responsabile di partecipazione all'associazione Corte di Cassazione - copia non ufficiale camorristica, mentre ha confermato nel resto la sentenza di primo grado sia in relazione alle condotte di diretta partecipazione all'associazione, che ai contributi qualificati in termini di concorso esterno, riducendo per alcuni imputati l'entità della pena inflitta. Gli elementi di prova utilizzati nella sentenza sono costituiti, soprattutto, dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra cui, Carmine Schiavone, Giuseppe Quadrano, Domenico Frascogna, Dario De Simone, Franco Di Dona, Giuseppe Pagano Salvatore D'Alessandro, Raffaele Ferrara. 4 Peraltro, la Corte d'appello ha proceduto alla rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale in cui ha esaminato anche i nuovi collaboratori di giustizia Alfonso Diana, Luigi Diana e Domenico Bidognetti, le cui dichiarazioni sono state utilizzate ad integrazione delle altre. In particolare i giudici, rilevato il difetto di motivazione sulla attendibilità intrinseca di alcuni collaboratori di giustizia esaminati nel corso del primo giudizio, hanno operato una integrazione di motivazione, dopo avere riesaminato le varie dichiarazioni accusatorie, concludendo, il più delle volte, con il ritenere soddisfatti i criteri di attendibilità richiesti dall'art. 192 c.p.p. 2. Le posizioni dei vari imputati in questo processo possono essere distinte tra: a) soggetti ritenuti intranei al clan, cioè affiliati e talvolta anche stipendiati dal clan, con ruoli operativi a vari livelli nell'organizzazione criminosa, alcuni con incarichi di capo-zona, altri con compiti esecutivi e logistici, altri ancora direttamente impegnati in azioni militari, infine alcuni deputati a gestire imprese per conto dell'associazione camorristica (imprese della camorra); b) soggetti non affiliati, esterni all'associazione, ma in "rapporto di affari" con questa, in uno scambio di reciproco interesse. In questo secondo gruppo rientrano anche alcuni imprenditori, ritenuti concorrenti esterni nel reato associativo. La sentenza impugnata, nella parte generale, indica correttamente a quali criteri si è attenuta nella distinzione tra figura del partecipe nell'associazione e figura del concorrente eventuale, precisando di avere operato una rilettura della decisione