La ZOOTECNIA in ITALIA

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La ZOOTECNIA in ITALIA acrì M a cura di armela C aria M IA A BIODIVERSITÀ L L TA I ITÀ E ITÀ L AMENTAZIONE, RICERCA, L A QUA L ER ER P ioeconomia B ITICHE ITICHE L EA 2017 O R entro di Politiche e di Politiche entro LA ZOOTECNIA IN IN LA ZOOTECNIA PRODUZIONI, REGO P C C lA ZOOTECNIA IN ITALIA PRODUZIONI, REGOLAMentazione, RICERca, POLITICHE PER LA QUALITÀ E LA BIODIVERSITÀ CREA 2017 9788899595760 ISBN LA ZOOTECNIA IN ITALIA Produzione, regolamentazione, ricerca, politiche per la qualità e la biodiversità a cura di Maria Carmela Macrì CREA ROMA 2017 Il presente rapporto raccoglie il materiale prodotto nell’ambito delle attività affidate all’ex INEA per il progetto “Interventi per il Settore zootecnico” finanziato dal Mipaaf con de- creto n.5340 del 30/12/2011. Si ringraziano Patrizia Borsotto e Maria Rosaria Pupo D’Andrea per l’attenta lettura e gli utili suggerimenti offerti. Il volume è a cura di Maria Carmela Macrì, alla sua redazione hanno contribuito: Capitolo 1 : Maria Carmela Macrì Capitolo 2 : Simonetta De Leo Capitolo 3 : Simonetta De Leo Capitolo 4 : Maria Carmela Macrì Capitolo 5 : Ines Di Paolo Capitolo 6 : Francesco Vanni e Andrea Povellato Capitolo 7 : Manuela Scornaienghi Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto Impaginazione grafica e collegamenti ipertestuali: Ufficio grafico CREA (Pierluigi Cesarini) È consentita la riproduzione citando la fonte ISBN 9788899595760 INDICE CAPITOLO 1 UNO SGUARDO D’INSIEME 1 CAPITOLO 2 DIMENSIONI E DISTRIBUZIONE DEGLI ALLEVAMENTI IN ITALIA 9 L’allevamento dei bovini 12 L’allevamento dei suini 16 L’allevamento avicolo 18 L’allevamento degli ovi-caprini 20 CAPITOLO 3 ANALISI DELLA REDDITIVITÀ DEI COMPARTI ZOOTECNICI ATTRAVERSO I DATI RICA 25 La RICA per l’analisi delle performance delle aziende zootecniche 25 Aziende specializzate nell’allevamento di bovini da latte 27 Aziende specializzate nell’allevamento di bovini da carne 37 Aziende specializzate nell’allevamento di suini 47 Aziende Specializzate nell’allevamento di avicoli 57 Aziende specializzate in galline ovaiole 57 Aziende specializzate nell’allevamento di pollame da carne 60 Aziende specializzate nell’allevamento di ovi-caprini 63 Conclusioni 70 CAPITOLO 4 RASSEGNA E RICLASSIFICAZIONE DELLA NORMATIVA DI INTERESSE ZOOTECNICO 77 La politica comune sulla sicurezza alimentare e i prodotti di origine animale 78 Le normative ambientali 83 La politica per la tutela del benessere degli animali 89 La normativa per la protezione degli animali negli allevamenti 90 La normativa relativa alla protezione durante il trasporto 98 La normativa relativa alla protezione nelle fasi di macellazione 101 Possibili sviluppi nella politica per la promozione del benessere degli animali dell’Unione Europea 102 L’etichettatura, i sistemi di qualità nazionale zootecnica e il sostegno alla qualità zootecnica nella PAC 105 III Norme di commercializzazione e di etichettatura per i prodotti zootecnici 107 Prodotti della zootecnia nei regimi di qualità dell’Unione europea 113 Il Sistema di Qualità Nazionale zootecnica 118 CAPITOLO 5 LA RICERCA REGIONALE IN CAMPO ZOOTECNICO NEL QUADRO NAZIONALE 121 Premessa 121 Informazioni di contesto 122 Analisi della ricerca regionale in campo zootecnico 128 Ricerca regionale per la zootecnia e Piano Strategico per l’innovazione e la ricerca nel sistema agricolo, alimentare e forestale (2014-2020) 141 Conclusioni 151 CAPITOLO 6 SALVAGUARDIA DELLE RAZZE AUTOCTONE TRA SUPPORTO PUBBLICO E VALORIZZAZIONE ECONOMICA 155 Introduzione 155 La salvaguardia delle razze a rischio di estinzione 156 La situazione italiana 158 Le razze a rischio e le strategie nazionali 158 Le azioni di salvaguardia nella politica di sviluppo rurale 161 I casi di studio 164 La pecora Garfagnina Bianca in Toscana 164 La vacca Burlina in Veneto 167 I casi a confronto 171 Considerazioni conclusive 172 Appendice: i due casi a confronto 175 CAPITOLO 7 L’APPLICAZIONE DELLE MISURE A SOSTEGNO DELLA QUALITÀ NEI PSR 2007-2013 177 Introduzione 177 Analisi della Misura 131 178 Analisi della Misura 132 187 CAPITOLO 1 UNO SGUARDO D’INSIEME Per molto tempo l’evoluzione della zootecnia europea, grazie anche al sostegno fornito dalla Politica Agricola Comune (PAC), ha seguito un approccio produttivi- stico, il cui indubbio successo, almeno sotto il profilo delle rese, è stato anche alla base del ripensamento degli strumenti di intervento, che si manifesta già a partire dai primi anni Ottanta (CNEL, 1986). Nel Rapporto Thorn del 24 giugno 1981 si sottolinea come il raggiungimento dell’autosufficienza per la maggior parte delle produzioni agricole e la presenza di eccedenze produttive in molti comparti, tra cui quello lattiero-caseario, rendano necessario procedere ad adeguamenti delle politiche per evitare “gli effetti perversi, nei confronti sia dei consumatori che del bilancio, degli aumenti di produttività”. Il 28 luglio 1983, nella sua comunicazione sulla PAC, la Commissione afferma la necessità di limitare le garanzie di prezzo1 e, in particolare, “richiama l’attenzio- ne sul fatto che il settore dei prodotti lattiero-caseari presenta manifestamente i problemi più urgenti. […] il settore del latte si differenzia quindi dagli altri settori agricoli per la divergenza incessante e crescente delle tendenze della produzione e del consumo. Il volume del latte prodotto nella Comunità è tale che uno smaltimen- to supplementare è realisticamente possibile soltanto a prezzo di sovvenzioni diffi- cilmente accettabili dal contribuente comunitario” (Commissione europea, 1983, punto 4.6, pag.14). Nel 1984, il Regolamento (CEE) n. 856/84, per ovviare alle “eccedenze strut- turali risultanti da uno squilibrio tra l’offerta e la domanda”, introduce il “prelievo supplementare2 sui quantitativi di latte raccolti oltre un limite di garanzia”, ovvero istituisce il regime delle quote latte che sarà rimosso solo nell’aprile del 2015. Intanto, alle preoccupazioni dettate dalle eccedenze produttive generate dalla PAC e dal conseguente crescente peso finanziario, si associano, sempre più esplici- tamente, quelle relative agli svantaggi ambientali originati da “un sistema che abbi- na il sostegno accordato all’agricoltura ai quantitativi prodotti” (Commissione eu- ropea, 1991a). Ciò determina “un cambiamento di impostazione significativo” nelle misure di mercato, volto a recuperare “un migliore equilibrio dell’agricoltura co- munitaria”, (Commissione europea, 1991b) che, con la riforma Mac Sharry (1992), 1 Il riferimento è alla garanzia illimitata, ovvero la possibilità di conferire quantità illimitate all’intervento comuni- tario a un prezzo garantito prevista per la maggior parte dei prodotti continentali (cereali, latte, carne bovina) e per alcuni prodotti ortofrutticoli. 2 “Supplementare” perché il Regolamento (CEE) n. 1079/77 aveva già introdotto un prelievo di corresponsabilità dovuto dai produttori per tutte le quantità di latte consegnate ai trasformatori. 1 La zootecnia in Italia - Produzioni, regolamentazione, ricerca, politiche per la qualità e la biodiversità si sostanzia nella riduzione dei prezzi di intervento, in alcuni provvedimenti per contenere l’offerta3 e nel potenziamento del sistema dei pagamenti compensativi. Per l’allevamento dei bovini da carne, i pagamenti diretti vengono orientati soprattutto a tutela degli imprenditori che praticano allevamenti estensivi in consi- derazione della loro impossibilità a trarre beneficio dalla diminuzione del prezzo dei cereali e dei mangimi concentrati4. Agenda 2000 (1999) sembra confermare la volontà di sostenere l’allevamento estensivo dei bovini da carne, rendendo più stringenti i requisiti di densità per l’ac- cesso ai premi, ma, contestualmente, la contraddice introducendo pagamenti non vincolati dalla densità di carico (in particolare il premio alla macellazione), per venire incontro alle istanze dei Paesi (tra cui l’Italia) caratterizzati dalla zootecnia intensiva (Henke, 2002). Infine, la riforma Fischler (2003), spostando il sostegno dal prodotto al pro- duttore5, intende interrompere definitivamente l’effetto incentivante all’intensifica- zione produttiva generato dal sostegno dei prezzi e dai pagamenti legati alle produ- zioni (Commissione europea, 2002). Inoltre, estendendo la condizionalità a tutti i pagamenti diretti e ampliandone i contenuti a tematiche ulteriori a quelli stretta- mente ambientali – benessere degli animali e sanità pubblica – dimostra la volontà di incidere in modo più sostanziale sugli aspetti qualitativi dei processi produttivi (Osservatorio sulle politiche strutturali, 2004). Il lungo processo di riforma della PAC, orientato a promuovere una maggiore sostenibilità dell’agricoltura e una maggiore accettazione sociale della spesa pub- blica a essa destinata, è stato accompagnato da un ampio dibattito teorico che ha visto moltiplicarsi gli interventi critici nei confronti della modernizzazione agricola e della dipendenza da fattori esterni, sia a monte che a valle del processo produttivo, che questa ha generato nell’azienda (Cavazzani, 2006). Nonostante il cambiamento di rotta, intervenuto tanto a livello teorico che po- litico, l’approccio della parte economicamente più rilevante della zootecnia italiana sembra essere rimasto legato al modello produttivista, di cui manifesta le criticità ambientali, sempre più difficili da gestire in un’ottica di crescente regolamentazio- ne, e la vulnerabilità economica connessa anche alla dipendenza dal sostegno della PAC. I 16 miliardi di valore della produzione primaria zootecnica, circa un terzo del totale del settore primario nazionale, derivano per la maggior parte da sistemi
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